Documento 1- gruppo EQ -attribuzione dosi operatori

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Documento 1- gruppo EQ -attribuzione dosi operatori
Gruppo di lavoro Esperti Qualificati AVEN.
Linee operative di indirizzo AVEN sulla valutazione della dose al lavoratore esposto
a radiazioni ionizzanti.
Le linee di indirizzo di seguito proposte sono il risultato di una serie di incontri fra gli Esperti
Qualificati dell’AVEN che hanno condiviso conoscenze, metodi di lavoro ed esperienze. Partendo
da un quadro di difformità nelle varie aziende dell’AVEN nell’impiego del dato dosimetrico per
valutare le diverse tipologie di dose attribuibili al lavoratore esposto alle radiazioni ionizzanti, il
gruppo di lavoro ha omogenizzato differenze di approccio e di metodo ed a trovare una linea
comune di lavoro. Le indicazioni presenti nelle seguenti linee operative d’indirizzo non
costituiscono un vincolo o un riferimento per la comunità degli Esperti Qualificati, ma danno
semplicemente conto di un processo di condivisione che è tutt’ora in corso in AVEN e che vedrà
senz’altro successive revisioni, anche in considerazione del fatto che nell’ambito della
radioprotezione sono continuamente in atto processi di aggiornamento attraverso la pubblicazione
di documenti, linee guida, articoli scientifici.
Le linee operative di indirizzo proposte riguardano in particolare alcuni aspetti operativi condivisi
quali:
per il settore Medicina Nucleare (paragrafo Medicina Nucleare), le indicazioni per le modalità di
assegnazione dosimetri e l’attribuzione della dose efficace ed equivalente alle estremità;
per i settori radiodiagnostica ed interventistica, con riferimento all’esposizione a raggi X, le
indicazioni circa le modalità di assegnazione dei dosimetri personali e l’attribuzione della dose
efficace e della dose equivalente alle estremità (paragrafo Corpo ed Estremità con esposizione ai
raggi RX), come pure l’attribuzione della dose al cristallino (paragrafo Cristallino).
Relativamente ai DPI (Dispositivi di Protezione Individuale paragrafo Dispositivi di Protezione
individuale) sono stati analizzati e condivisi i requisiti specifici di tali sistemi oltre che la dotazione
minima da assegnare ai lavoratori a seconda delle criticità di ogni singola attività lavorativa.
Infine sono state affrontate le tematiche correlate alle finalità di utilizzo ed alle modalità d’impiego
della dosimetria ambientale (paragrafo Dosimetria Ambientale).
Medicina Nucleare
Per il lavoratore operante in Medicina Nucleare, considerando la natura isotropa della radiazione
gamma e l’assenza di dispositivi di protezione individuale (DPI), la dose efficace può essere
considerata numericamente uguale al valore letto dal dosimetro al corpo tarato in Hp(10) e
posizionato sul torace del lavoratore.
La dose equivalente alle mani, considerando i recenti studi Oramed nonché la pubblicazione
dell’ICRP106, può essere valutata dall’Esperto Qualificato (EQ) come pari a 3 volte la lettura del
dosimetro ad anello (del tipo sottile) tarato in Hp(0.07). Tale dosimetro va indossato sul dito
indice/medio della mano non dominante e deve essere rivolto verso il palmo della mano.
Per pratiche speciali (ad esempio marcature con 90Y o 177Lu) occorrerà dotare i lavoratori
coinvolti di dosimetri beta ai polpastrelli e valutare la dose equivalente alla pelle delle mani. Tale
valore di dose sarà calcolato utilizzando il valore massimo delle letture di detti dosimetri.
Qualora l’attività in medicina nucleare non preveda pratiche speciali la dose al cristallino non pare
necessitare di procedure dosimetriche dedicate. La dose al cristallino verrà comunque assegnata
utilizzando la lettura del dosimetro al corpo.
Per una corretta stima della dose al cristallino nel caso di pratiche speciali (ad esempio marcature
con 90Y o 177Lu), si ritiene utile dotare l’operatore di un dosimetro dedicato tarato in Hp(3)
posizionato in prossimità degli occhi. La dose al cristallino verrà pertanto stimata pari al valore
della lettura di questo dosimetro.
Si ritiene che i dosimetri vadano assegnati oltre che ai lavoratori classificati esposti di categoria A
(obbligatorio per legge), anche ai lavoratori esposti classificati di categoria B.
1
Si sottolinea la necessità di informare i lavoratori in modo puntuale sulle modalità con cui vanno
indossati i dosimetri, in particolare quelli per le estremità. Se si ritiene che l’uso della dosimetria ad
anello possa creare particolari difficoltà di tipo pratico, l’Esperto Qualificato (EQ) valuterà
l’opportunità di assegnare per un certo periodo di tempo, contestualmente all’anello, il dosimetro a
bracciale, sempre del tipo sottile, indossato nella mano non dominante. Anche in questo caso il
dosimetro dovrà essere orientato rivolto verso il palmo della mano.
Bibliografia:
Documento Oramed (www.oramed-fp7.eu).
ICRP Pubblication 106 (2007).
Extremity exposure in nuclear medicine: preliminary results of a European study.
Sans Merce M, Ruiz N, Barth I, Carnicer A, Donadille L, Ferrari P, Fulop M, Ginjaume M, Gualdrini G, Krim
S, Mariotti F, Ortega X, Rimpler A, Vanhavere F, Baechler S.
Radiat Prot Dosimetry. 2011 Mar;144(1-4):515-20.
Overview of active personal dosemeters for individual monitoring in the European Union.
Ginjaume M, Bolognese-Milsztajn T, Luszik-Bhadra M, Vanhavere F, Wahl W, Weeks A.
Radiat Prot Dosimetry. 2007;125(1-4):261-6.
Comparison of two extremity dosemeters based on LiF:Mg,Cu,P thin detectors for mixed beta-gamma fields.
Ginjaume M, Pérez S, Ortega X, Duch MA.
Radiat Prot Dosimetry. 2006;120(1-4):316-20.
Comparison of two different types of LiF:Mg,Cu,P thermoluminescent dosimeters for detection of beta rays
(beta-TLDs) from 90Sr/90Y, 85Kr and 147Pm sources.
Grassi E, Sghedoni R, Piccagli V, Fioroni F, Borasi G, Iori M.
Health Phys 2011 May; Vol. 100 (5), pp. 515-22.
Corpo ed Estremità con esposizione ai raggi X
Posizione dei dosimetri:
Per monitorare la dose efficace al lavoratore si utilizzano dosimetri tarati in Hp(10) posizionati
sull’emitorace, tipicamente a sinistra.
Nel caso il monitoraggio avvenga con un unico dosimetro ed il lavoratore indossi il camice anti X
(d’ora in poi indicato come “camice”), si ritiene opportuno che il dosimetro sia portato sopra il
camice. Questo in considerazione del fatto che la lettura del dosimetro portato sotto il camice
determina una maggior incertezza nella valutazione della dose efficace poiché la lettura è in
quest’ultimo caso generalmente molto modesta. Inoltre, nel caso di lavoratori esposti a bassi valori
di dose, il dosimetro portato sopra il camice consente all’EQ di monitorare in modo più puntuale un
eventuale aumento del livello di esposizione. Infine, come verrà descritto nel paragrafo successivo,
il dosimetro posto sopra il camice può essere usato anche per stimare la dose al cristallino.
Nel caso siano assegnati al lavoratore due dosimetri, uno da indossare sopra il camice (a livello
dell’emitorace di norma sul lato sinistro) ed uno da indossare sotto il camice (sempre dallo stesso
lato di quello indossato sopra il camice ma non in corrispondenza del primo dosimetro), si ritiene
opportuno che i due dosimetri siano ben identificabili (colori diversi, sigle differenti ecc.) e con
posizionamenti preventivamente definiti. Tutto questo al fine di ridurre al minimo le possibilità di
uno scambio dei dosimetri stessi. Per questo si ritiene utile l’impiego di camici dotati di appositi
taschini per l’alloggiamento dei dosimetri.
Per monitorare la dose ricevuta alle mani si utilizzano dosimetri tarati in Hp(0.07) e portati al polso,
tipicamente il polso sinistro con il dosimetro sempre rivolto verso il palmo della mano.
A chi assegnare i dosimetri:
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Si ritiene che i dosimetri vadano assegnati oltre che ai lavoratori classificati esposti di categoria A
(obbligatorio per legge) anche ai lavoratori esposti di categoria B. Cio’ al fine di poter monitorare
l’attività con esposizione ai raggi X di un singolo lavoratore e ogni eventuale variazione in corso
d’opera sia della sua attività di singolo che di operatore inserito in un gruppo omogeneo.
L’EQ potrà assegnare i dosimetri anche ai lavoratori non esposti per un tempo opportuno al fine di
verificare le condizioni di lavoro, l’attività del singolo, il livello di dose ecc.
Si ritiene di assegnare il doppio dosimetro per il corpo (da portare sopra e sotto il camice) ai
lavoratori esposti di categoria A impegnati nelle procedure fluoroscopiche ad alta dose (attività di
emodinamica, radiologia interventistica, ecc..).
L’uso del doppio dosimetro garantisce, come riportato in letteratura, un monitoraggio più accurato
della dose efficace per i lavoratori impiegati nelle attività ad alta dose.
Appare opportuno assegnare il dosimetro per estremità ai soli lavoratori che sono soggetti alla
possibile esposizione delle mani al fascio diretto o all’effettuazione di manovre che possono
comportare il posizionamento delle mani in prossimità di esso.
Fattori da applicare alla lettura dosimetrica:
o
o
Lavoratore che non indossa il camice di piombo:
Dose efficace =Lettura dosimetro corpo in Hp(10)*k
con k = 1
Lavoratore che indossa un unico dosimetro per il corpo posto sopra il camice:
Dose efficace =Lettura dosimetro corpo in Hp(10)*k
con k nell’intervallo [0.10 - 0.15].
Viene fornito un intervallo di possibili valori di k poiché occorre tener conto del tipo di camice in
materiale piombo equivalente indossato ed anche della necessità di una coerenza, all’interno della
stessa equipe, fra tale valutazione fatta col singolo dosimetro e quella con il doppio dosimetro per il
quale è previsto un range di valori.
o
Lavoratore con doppio dosimetro:
Dose efficace = (Hp(10) Dosimetro sotto camice * alfa + Hp(10) Dosimetro sopra camice * beta) * K
con alfa =1, beta nell’intervallo [0.05-0.10] e k = 1
La relazione è ricavata da quella riportata nella Swiss Ordinance (1999).
Viene fornito un intervallo di valori possibili per beta poiché la Swiss Ordinance prevede il caso in
cui si indossi il collare di piombo (beta = 0.05) e il caso in cui non lo si indossi (beta=0.1). E’
ragionevole supporre che per i lavoratori, a cui sia assegnato il doppio dosimetro, venga dato in
dotazione anche il collare, essendo però tali dispositivi piuttosto critici e soggetti ad usura è
possibile che l’EQ ritenga comunque opportuno impiegare il fattore beta più cautelativo.
o
Lavoratore che indossa il dosimetro per estremità:
Dose equivalente alla mano= Lettura dosimetro per estremità in Hp(0.07)*gamma
con gamma =2
Dall’analisi dei dati dosimetrici storici raccolti in AVEN è emerso come sia piuttosto frequente che il
dosimetro posto sotto il camice dia una lettura pari a zero ovvero, pari alla soglia di rilevazione del
dosimetro stesso.
Il gruppo si è interrogato sulle ragioni di tale condizione ed oltre ad una disamina della letteratura
sullo spettro della radiazione diffusa, sono state anche eseguite alcune misure con fantoccio
antropomorfo misurando, in un campo tipico di radiazione diffusa da fluoroscopia, la radiazione
trasmessa dal camice di piombo di spessore 0.5 mmPb equivalente.
Da queste valutazioni preliminari è emerso che la trasmissione da radiazione diffusa (non diretta)
del camice impiegato per le misure è risultata essere pari al 2% ad una tensione di 100 kV e 0.4%
ad una tensione di 80 kV. Il gruppo si ripropone di eseguire in futuro altre misure sul campo di
caratterizzazione della trasmissione dei camici alla radiazione diffusa e ridiscuterne le eventuali
ripercussioni sul metodo di assegnazione della dose equivalente.
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Tali dati vengono riportati a solo scopo esemplificativo e vogliono soltanto essere una indicazione
per l’EQ che si trovi a valutare le letture di due dosimetri posti sopra e sotto il camice di piombo e
si chieda se ritenere corretto/attendibile il rapporto fra le due misure.
Occorre però precisare che i fattori che possono influenzare tale rapporto possono essere
molteplici ovvero:
•
•
•
•
•
Tipologia di camice in uso.
Ripetibilità della posizione dei dosimetri.
Intervallo di tensione utilizzato.
Barriere anti-X a soffitto, al lettino.
Modalità di lavoro.
Si ritiene inoltre di segnalare che valori di dose modesti (inferiori ai 100 microSv) siano, allo stato
attuale, affetti da significativa incertezza.
Bibliografia:
NCRP report No. 168 Radiation Dose Management for Fluoroscopically-Guided Interventional Medical
Procedures. Bethesda, MD: NRCP, 2010.
NCRP report 122. Use of personal monitors to estimate effective dose equivalent and effective dose to
workers for external exposure to low-LET radiation. Bethesda, MD: NRCP, 1995.
Evaluation of the Occupational Doses of Interventional Radiologists.
Gerritjan Kuipers Æ Xandra L. Velders Æ Robbert J. de Winter Æ Jim A. Reekers Æ Jan J. Piek
Cardiovasc Intervent Radiol (2008) 31:483–489.
Staff Doses in Interventional Radiology: A National Survey.
Roberto Mariano Sánchez, MSc, Eliseo Vano, PhD, Jose M. Fernández, MSc, Francisco Rosales, MSc,
Jesús Sotil, MSc, Francisco Carrera, MSc, María A. García, MSc, María M. Soler, MSc, José HernándezArmas, PhD, Luis C. Martínez, MSc, and José F. Verdú, MD.
J Vasc Interv Radiol 2012; 23:1496–1501.
Monte Carlo simulations of occupational radiation doses in interventional radiology.
Siiskonen T1, Tapiovaara M, Kosunen A, Lehtinen M, Vartiainen E.
British Journal of Radiology, 80 (2007), 460–468.
J. M. Bordy et al., « Radiation protection dosimetry in medicine – Report of the working group n°9 of the
European Radiation Dosimetry Group (EURADOS) Coordinated Network for Radiation Dosimetry (CONRAD
– contract EC n°FP6-12684) ». Rapport CEA-R-6220.
Swiss Ordinance for personal dosimetry, edited by the Federal Chancellery, Bern (1999).
Measured scattered x-ray energy spectra for simulated irradiation geometries in diagnostic radiology.
Marshall NW, Faulkner K, Warren H.
Med Phys. 1996 Jul;23(7):1271-6.
Compton-scattering measurement of diagnostic x-ray spectrum using high-resolution
Schottky CdTe detector.
Koji Maeda, Masao Matsumoto, and Akira Taniguchi.
Medical Physics 32, 1542 (2005).
The spectrum and angular distribution of x rays scattered from a water phantom
CheeWai Cheng, Kenneth W. Taylor, and Arthur F. Holloway.
Medical Physics 22, 1235 (1995).
Valutazione della dose efficace per il personale di radiodiagnostica che indossa il camice piombifero
G. Borasi, V Piccagli, D. Tassoni e L. Mondini, Fisica in Medicina n° 3 2001.
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Procedura per monitoraggio del sistema di dosimetria personale tramite l’utilizzo di fasci radiologici
D. Acchiappati, G. Venturi, P. Bassoli, Fisica in Medicina n° 3 / 4 2012.
Cristallino
La problematica dell’attribuzione della dose al cristallino è piuttosto recente. Non vi sono ancora
indicazioni univoche in letteratura e pertanto quanto qui descritto è da ritenersi passibile di
modifica qualora emergessero linee guida o pubblicazioni di valenza nazionale e/o internazionale.
Come premesso, dalla disamina della letteratura non si ha evidenza di un coefficiente che possa
far passare dalla lettura del dosimetro corpo posto fuori dal camice alla dose al cristallino valido in
tutti i contesti operativi. Pertanto a scopo cautelativo, anche al fine di accumulare una significativa
esperienza, si ritiene che vada eseguito un monitoraggio puntuale della dose al cristallino, almeno
per gli operatori più a rischio, ovvero per gli operatori che siano coinvolti in procedure
fluoroscopiche ad alta dose con letture del dosimetro sopra il camice maggiori di 6 mSv/anno.
Si ritiene pertanto di assegnare a questi lavoratori il dosimetro dedicato tarato in Hp(3) portato a
sinistra (nel caso di operatori destrorsi) sulla stanghetta dell’occhiale schermato e viceversa per gli
operatori sinistrorsi.
Per i lavoratori a cui non venga assegnato il dosimetro al cristallino o anche per coloro che non
l’abbiano indossato correttamente,la dose al cristallino potrà essere stimata utilizzando la formula
di Martin,ovvero moltiplicando per 0.75 il valore della lettura del dosimetro al corpo posto sopra il
camice a livello dell’emitorace sinistro.
Per gli operatori che indossano gli occhiali schermati, per passare dalla lettura del dosimetro posto
sulla stanghetta dell’occhiale alla dose al cristallino è necessario stimare l’attenuazione
dell’occhiale. Tale attenuazione va valutata in condizioni operative, ovvero considerando che
l’operatore può rivolgere lo sguardo sia verso il basso che verso l’alto, che può eventualmente
indossare i propri occhiali graduati e sopra di essi gli occhiali schermati (modelli fit-over) o
indossare un occhiale schermato già graduato.
Secondo alcuni dati di letteratura (vedi Bibliografia) il fattore di attenuazione di un occhiale
schermato è compreso fra 0.45 e 0.7.
Da alcune misure preliminari eseguite dal gruppo degli EQ dell’AVEN si concorda l’utilizzo del
valore di attenuazione pari a 0.7 per gli occhiali schermati dotati di protezione laterale.
Si ritiene che non sia però possibile, allo stato attuale, adottare un fattore di attenuazione per
l’occhiale schermato applicabile in modo generale.
Occorre pertanto fare delle valutazioni caso per caso, validando un fattore per ogni tipologia di
occhiale impiegato nell’attività clinica.
Riassumendo:
o per un lavoratore impegnato in attività ad alta dose:
Dose_cristallino=Lettura dosimetro cristallino in Hp(3)*(1-attenuazione_occhiale)
o
per un lavoratore non impegnato in attività ad alta dose (stime di dose dal dosimetro
corpo) o che pur essendo impegnato in attività ad alta dose non abbia indossato
correttamente il dosimetro per il cristallino:
Dose_cristallino=Lettura dosimetro posto fuori dal camice come
(Hp(10), Hp(0.07)) *0.75
o
valore massimo fra
per un lavoratore non impegnato in attività ad alta dose (stime di dose dal dosimetro
corpo) o che pur essendo impegnato in attività ad alta dose non abbia indossato
correttamente il dosimetro per il cristallino e che indossi l’occhiale schermato:
Dose_cristallino=
Lettura dosimetro posto fuori dal camice come valore massimo fra ( Hp(10), Hp(0.07))
*0.75*(1-attenuazione_occhiale)
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All’interno di AVEN è già partito nel 2013 un monitoraggio pilota delle dosi al cristallino con
dosimetri dedicati. L’analisi dei dati ha mostrato, almeno nella maggior parte dei casi, la validità
della formula di Martin. Si è anche evidenziato come l’uso dell’occhiale schermato nelle pratiche
ad alta dose consenta al lavoratore di rimanere entro il limite annuale di dose al cristallino di 20
mSv/anno, fissato dalla nuova normativa Euratom 59/2013, che dovrà essere recepita da tutti gli
stati membri entro il 2018.
Bibliografia:
Personal dosimetry for interventional operators: when and how should monitoring be done?
Martin CJ.
Br J Radiol. 2011 Jul;84(1003):639-48.
A correlation study of eye lens dose and personal dose equivalent for interventional cardiologists.
Farah J, Struelens L, Dabin J, Koukorava C, Donadille L, Jacob S, Schnelzer M, Auvinen A, Vanhavere F,
Clairand I.
Radiat Prot Dosimetry. 2013 Dec;157(4):561-9.
Eye lens dosimetry for interventional procedures – Relation between the absorbed dose to the lens and dose
at measurement positions.
Therese Geber, Mikael Gunnarsson, Sören Mattsson.
Radiation Measurements, Volume 46, Issue 11, November 2011, Pages 1248-1251.
Physical factors determining the utility of radiation safety glasses.
W. E. Moore, G. Ferguson, and C. Rohrmann.
Medical Physics 7, 8 (1980).
Valutazione dell’efficienza di schermatura degli occhiali di protezione in radiologia interventistica
F.Bonutti , M.Floreani , C.Foti , R.Padovani - SOC di Fisica Sanitaria, AOUSMM di Udine
8° Congresso Nazionale AIFM Torino 2013
Evaluation of Eye Lens Doses Received by Medical Staff Working in Interventional Radiology at
Sahlgrenska University Hospital.
M.Sc. Thesis Viktor Sandblom Department of Radiation Physics University of Gothenburg Gothenburg,
Sweden January 2012.
Valutazioni di dose in caso di smarrimento del dosimetro o lettura inattendibile:
In tale circostanza si ritiene di poter valutare la dose assorbita dal lavoratore sulla base della
media di norma delle letture dei dosimetri dei tre periodi precedenti in funzione di quello che è
stato il suo effettivo carico di lavoro nel periodo in esame. Se non è possibile reperire tali letture
(ad esempio poiché è all’inizio della sua attività con radiazioni ionizzanti), l’EQ valuterà la dose al
lavoratore basandosi sulle dosimetrie dei colleghi con analoghe mansioni e carichi di lavoro.
Quando e come consegnare i dosimetri al lavoratore:
Per i lavoratori classificati come esposti il dosimetro va consegnato dopo che sia stata verificata
dal medico autorizzato/competente l’idoneità fisica all’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Al
momento della consegna del/i dosimetro/i, il lavoratore andrà edotto sulle modalità da seguire per
indossare i dosimetri, per la loro restituzione, e su come comportarsi in caso di smarrimento o
esposizione accidentale ecc.
E’ importante tenere traccia documentale dell’effettuazione della formazione del lavoratore.
Dispositivi di Protezione Individuale
All’interno dell’AVEN sono stati attivati percorsi di revisione ed omogeneizzazione della
radioprotezione dei lavoratori: rivalutazione dei requisiti che i DPI devono possedere in relazione al
carico di lavoro e alle mansioni del lavoratore a cui vengono assegnati; revisione dei criteri da
adottare per il controllo e la verifica dello stato dei DPI.
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Come è già stato indicato nelle finalità del documento, le indicazioni di seguito riportate non
vogliono sostituire i dettami normativi, ma bensì fornire uno strumento per l’applicabilità e
l’ottemperanza a quanto previsto per legge, permettendo nello stesso tempo ai lavoratori (in
particolare quelli impegnati in più Aziende dell’AVEN) di godere di modalità di protezione anti-X
similari, al netto delle procedure radiologiche da svolgere, nonché in generale delle condizioni di
lavoro specifiche.
Requisiti dei dispositivi di protezione anti-X
La scelta è stata indirizzata a definire i DPI da assegnare agli operatori sulla base della mansione
e tipologia delle procedure radiologiche con particolare riguardo a quelle interventistiche.
Sono state individuate tre fasce di riferimento:
- operatori ad alta dose, ovvero i primi operatori per Emodinamica, Neuroradiologia
Interventistica, Gastroenterologia con pratiche ad alta dose, Chirurgia Vascolare e similari
- operatori con continuità di esposizione anche se non primi operatori per le pratiche relative
alle attività di cui sopra
- operatori a bassa dose o ad accesso discontinuo ovvero gli anestesisti, gli operatori del
comparto operatorio ecc.
Per ogni tipologia di operatori è stato individuato un allestimento minimo ed un allestimento
consigliato.
I DPI valutati per ogni allestimento sono camici, collari, occhiali e guanti schermati.
Nella tabella seguente, sono riportate le indicazioni condivise, tra gli EQ dell’AVEN, relativamente
agli allestimenti di minima ed a quelli considerati come allestimenti consigliati.
Tipologia di Operatori
Alta dose
(i primi operatori per
Emodinamica,
Neuroradiologia
Interventistica,
Gastroenterologia
con
pratiche ad alta dose,
Chirurgia Vascolare e
similari)
Tipologia dei DPI
Allestimento di minima
Allestimento Consigliato
Camice
Anteriore 0.35 mm Pbeq,
Posteriore 0.25 mm Pbeq
Anteriore 0.50 mm Pbeq,
Posteriore 0.25 mm Pbeq
Occhiale
SI****
SI****
Collare Tiroideo
SI
SI
Guanti
SI*
SI*
Mezze maniche da
NO
applicare al corpetto
Anteriore 0.25 mm Pbeq,
Operatori con continuità di Camice
Posteriore 0.25 mm Pbeq
esposizione anche se non
NO
primi operatori per le Occhiali
pratiche previste per gli Collare Tiroideo
SI
operatori ad alta dose
Guanti
NO
Anteriore 0.25 mm Pbeq,
Posteriore (Scapolare) 0.25
Operatori con bassa dose Camice
mm Pbeq
o ad accesso discontinuo
(anestesisti,
operatori Occhiali
NO
comparto
operatorio,
Collare Tiroideo
SI
ortopedici e altri operatori)
Guanti
SI* e ***
SI**
Anteriore 0.35 mm Pbeq,
Posteriore 0.25 mm Pbeq
SI****
SI
NO
Anteriore 0.25 mm Pbeq,
Posteriore 0.25 mm Pbeq
NO
SI
SI* e ***
(*) Nelle procedure che, in accordo con lo specialista, ne consentano l’utilizzo
(**) Da intendersi come opzionale
(***) Solo per i primi operatori
(****) Gli occhiali sono da intendersi con protezione sia frontale (in genere da 0.75 mm Pbeq) che
laterale (in genere non inferiore a 0.35 mm Pbeq), anche se vista la particolarità del DPI e l’attuale
vasto assortimento commerciale che comporta differenti caratteristiche e capacità schermante
degli occhiali anti-X, la valutazione specifica è lasciata al singolo EQ.
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I collari tiroidei sono da intendersi con schermatura da 0.50 mm Pbeq.
Criteri per il controllo dei dispositivi di protezione anti-X
Si ritiene utile l’adozione di un database in cui siano indicati per ogni reparto il quantitativo dei DPI
in dotazione suddivisi per tipologia (Camici, Collari, Occhiali). Laddove possibile verrà effettuato
l’inventario completo dei DPI, in questo modo diventa possibile seguire la vita lavorativa del singolo
DPI e valutarne l’eventuale degrado nel tempo, intervenendo per tempo.
I DPI dovranno essere controllati con frequenza almeno biennale, ovvero in caso di richiesta da
parte dell’operatore o del reparto, ad eccezione di condizioni di ridotto utilizzo (ad esempio nei
reparti di Odontoiatria) dove la frequenza di controllo potrà essere anche definita su base
quadriennale.
Si ricorda che particolare attenzione dovrà essere prestata ai reparti dove vengono effettuate
procedure ad alta dose, in particolare laddove viene adottato il metodo di attribuzione dose con
doppio dosimetro, per i quali è ipotizzata una verifica dei DPI annuale.
La metodologia adottata per la verifica dei DPI può essere a campione o a tappeto (si consiglia
quest’ultima). I risultati delle verifiche andranno opportunamente registrati.
Il protocollo di verifica dei DPI, oltre all’ispezione visiva e tattile, dovrà prevedere anche un
controllo radiografico che potrà essere effettuato con tecniche di scopia, grafia o TC.
Laddove possibile, si è convenuto di valutare i DPI nuovi prima che vengano inseriti nella
dotazione del reparto.
Si segnala infine che la verifica dello stato del DPI, prima e contestualmente ad ogni utilizzo dello
stesso, è comunque a carico dell’operatore che lo utilizza, il quale deve sincerarsi con controllo
visivo e tattile che il DPI non abbia subito danni e segnalare, come previsto dall’art. 68 del D.L.vo
230/95 e s.m.i, al dirigente-preposto e/o all’EQ le eventuali deficienze di tali mezzi di protezione.
All’interno del percorso di formazione dei lavoratori sui temi di radioprotezione andranno inseriti
anche contenuti specifici sull’uso dei camici anti X come previsto dal D.Lvo 81/08 per i DPI di terza
categoria. Riguardo alla modalità di pulizia e sanificazione dei DPI si rimanda alle schede tecniche
dei singoli articoli, fermo restando che di norma tali presidi non possono essere né autoclavati né
candeggiati.L’utilizzo del detergente più opportuno occorre sia concordato dal reparto che li ha in
carico con i Servizi di Igiene Ospedaliera.
Si segnala che nel 2014 si è svolta una gara AVEN per l’acquisto dei DPI.
Bibliografia:
Inspection of Lead Aprons: Criteria for Rejection
Lambert, Kent and McKeon, Tara.
Operational Radiation Safety, 80(5): S67-S69.
RPS Report (2003), Rejection Criteria for Defects in Lead Apparel Used for Radiation Protection of X-ray
Workers.
Brian Phillips Emerenciana B. Duran Radiation Protection Services March 1, 2003.
Updated: January 2014.
Proper Selection, Care, Quality Control and Disposal of Lead Aprons.
Francine Anselmo, Head, Medical X-ray Program Environmental Health Services BC Centre for Disease
Control Main Floor, 655 12th Ave W Vancouver BC V5Z 4R4.
Inspection of Lead Aprons: A Practical Rejection Model.
W. Stam and M. Pillay.
The Radiation Safety Journal Vol. 95, suppl 2 August 2008.
Analisi delle proprietà fisiche e chimiche dei diversi tipi di camici anti-X presenti oggi sul mercato italiano
M. Cecchini , G. Lusvardi , D. Acchiappati.
V Congresso Nazionale AIFM – Xth EFOMP Congress, Castelvecchio Pascoli (LU), 17 - 20 settembre 2007.
Protocollo innovativo per il controllo dei camici anti-x, valutazione delle zone lesionate ed eventuale
revisione della dose assegnata.
8
L. Nocetti, E. Cenacchi, A. Ciarmatori, B. Franzoni, T. Costi.
AIRP – XXXVI Convegno Nazionale di Radioprotezione Palermo – 18 -20 Settembre 2013.
Dosimetria Ambientale
E’ bene premettere che per dosimetria ambientale ci si riferisce all’impiego di dosimetri fissi per
verificare i livelli di esposizione in ambienti di lavoro. Non vengono presi in considerazione né i
dosimetri portatili a lettura diretta né altri strumenti come le camere a ionizzazione comunemente
impiegati per la sorveglianza fisica degli ambienti di lavoro.
Le indicazione di seguito riassunte rappresentano il frutto della condivisione raggiunta al fine di
uniformare all’interno dell’AVEN le indicazioni sulle modalità di impiego di tali dosimetri.
Quando usare i dosimetri ambientali:
L’impiego di dosimetri ambientali fissi, a differenza dell’utilizzo di strumenti portatili, permette di
misurare i campi di radiazione presenti in ambienti lavorativi in un determinato periodo, senza
ricorrere ad estrapolazioni mediante calcoli, che invece sarebbero necessari nel caso di impiego di
dosimetri portatili. Inoltre tale dosimetria può consentire un monitoraggio sistematico delle aree
senza interferire nell’attività lavorativa ordinaria e di correlare la lettura con il carico di lavoro di un
determinato reparto.
Per questo è necessario posizionare i dosimetri in punti opportuni e per tempi sufficientemente
lunghi in modo da avere una buona campionatura.
Detti dosimetri, invece, non saranno utilizzati in quanto valutati non idonei per controlli ove viene
richiesta un’elevata accuratezza e/o che necessitano di risposte in tempi rapidi, come ad esempio
la misura della radiazione di fuga, la prima verifica di nuovi impianti, l’esame di malfunzionamenti
e/o incidenti, la caratterizzazione dosimetrica di procedure interventistiche e/o operatorie, ecc.
Quali sono i principali obiettivi della dosimetria ambientale:
•
Verifica delle barriere: con i dosimetri ambientali si può verificare che l’attenuazione delle
radiazioni dovuta alle barriere sia coerente con quanto progettato. Per la verifica di punti
specifici, ad esempio spifferi delle porte, si ritiene più idonea la dosimetria con strumenti
portatili.
Quando c'è un cambiamento strutturale di una sala diagnostica oppure viene installato un nuovo
apparecchio, in sede di prima verifica occorre utilizzare strumenti portatili.
•
Verifica della costanza di utilizzo dell’impianto radiologico: è possibile posizionare dei
dosimetri ambientali in posizioni predefinite di un apparecchio RX e registrare il dato
dosimetrico per un periodo significativo (ad esempio di un anno) al fine di verificare
variazioni importanti delle condizioni di lavoro.
Questo tipo di monitoraggio presume l’implementazione costante e ripetibile, ovvero il
posizionamento ripetuto nel corso dell’anno dei dosimetri ambientali sempre nelle medesime
posizioni.
Nel caso di apparecchi per scopia con arco a C utilizzati in sala operatoria, la posizione del
dosimetro è scelta in modo tale da poter dare un’indicazione della radiazione diffusa dal paziente
senza che la modalità del controllo realizzata possa interferire con l’attività clinica sul paziente.
Nelle sale operatorie, dove sono impiegati apparecchi RX, la dosimetria ambientale sulle pareti
può servire per verificare l’entità della radiazione diffusa in punti significativi identificati a priori.
• Verifica della classificazione delle zone: la dosimetria ambientale può essere di ausilio per
la verifica della classificazione delle zone. In base ai valori rilevati dai dosimetri ambientali in una
determinata area si può valutare se la zona è classificata correttamente, quindi se non sono
superati i valori di 1 mSv/anno solare per la zona non classificata oppure 6 mSv/anno per la zona
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sorvegliata. Si ritiene sufficiente una dosimetria ambientale nei punti ritenuti più significativi dal
punto di vista radioprotezionistico (posizione operatore, zone confinanti aperte al pubblico ecc.).
Qualora si riscontrino valori più alti di quelli attesi si avvieranno indagini per capire la motivazione
(es. porte non chiuse durante gli esami, carichi di lavoro più alti del previsto, ecc.).
•
Monitoraggio degli ambienti in Medicina Nucleare e Radioterapia: in medicina
nucleare si valuterà l’impiego dei dosimetri ambientali posti sulle pareti nei vari
locali in particolare se si impiegano isotopi che emettono fotoni ad alta energia,
come nel caso di isotopi PET.
Si ritiene utile usare in radioterapia la dosimetria ambientale per i raggi X presso i tavoli di
comando. In presenza di acceleratori con energie maggiori di 10 MeV, potrebbe essere utile
verificare anche la presenza di neutroni nei pressi della porta di accesso ai bunker, mediante
dosimetri dedicati affissi sulla porta oppure nelle immediate vicinanze.
Quale periodicità scegliere:
L’art. 79 Dlgs 230/95 stabilisce di effettuare dosimetria ambientale nelle zone controllate e
sorvegliate. La modalità e la frequenza vengono lasciate alla scelta di ogni singolo EQ.
Gli organi di vigilanza di norma accettano che la sorveglianza fisica venga effettuata con frequenza
almeno annuale. Detta sorveglianza può, in molti casi, essere effettuata sia con dosimetri fissi che
con dosimetri portatili. Una metodologia può integrare l’altra. La frequenza della sorveglianza
ambientale con dosimetri fissi, dovrebbe tener conto dell’effettivo utilizzo dell’ambiente monitorato
e della tipologia di utilizzo delle apparecchiature. Si concorda quindi di avere una frequenza
superiore in ambienti entro i quali vengono effettuati utilizzi di apparecchiature ad alte dosi (ad es.
emodinamica, radiologia interventistica…), e con frequenze inferiori in ambienti poco utilizzati.
L’utilizzo di dosimetri fissi implica che il periodo di esposizione degli stessi dosimetri sia di almeno
un mese.
Si condivide di assimilare la periodicità dei dosimetri ambientali a quella dei lavoratori esposti che
ivi lavorano, per evidenziare la correlazione tra dose erogata e dose assorbita dai lavoratori.
Bibliografia:
Manuale operativo di radioprotezione nelle attività a scopo medico, ISPESL ed AIRP Luglio 2003
Coordinatore del gruppo di lavoro: Dott.ssa Caterina Ghetti
Coordinatori dei Sottogruppi dott.ssa Federica Fioroni, dott. Silvano Filice, dott. Marco Bertolini,
dott.Luca Nocetti, dott.Carlo Giordano
EQ partecipanti:
dott.Amici, dott.ssa Benecchi, dott. Bertolini, dott.ssa Cagni, dott.ssa Cenacchi, dott.Filice, dott.ssa
Fioroni, dott.ssa Franzoni, dott.ssa Ghetti, dott.Giordano, dott.Gottardi, dott.ssa Grassi, dott.Guidi,
dott.Nitrosi, dott.Nocetti, dott.ssa Ortenzia, dott.Piccagli, dott.Serreli, dott.Sghedoni,
Per.Ind.Tassoni, dott.ssa Villaggi.
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