Goliardi nel tempo

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Goliardi nel tempo
Supremus Ordo
Lacedaemoniorum
Ellenicus
Venerabilis Ordo Damae
Loggiae
Ordo Clavis Universalis
Sacer Ordo Augustus
Goliardi nel tempo
Sabato 4 Luglio
Il Museo per la Storia dell'Università, aperto dalle 15,30 alle 19, offre
un’anteprima curiosa alla “giornata del laureato”, manifestazione annuale
dedicata ai neo laureati e alle loro famiglie per premiare i migliori sul campo.
Nelle sale del museo riecheggeranno metaforicamente gli inni e le più colorite
espressioni goliardiche, scandite dalla guida che, nel corso della visita alle sale
aprirà delle brevi finestre su un fenomeno che trova le sue radici nel Medioevo:
la goliardia.
Molti forse pensano che gli studenti equipaggiati di feluche colorate e mantelli
decorati di medaglie e gagliardetti siano figli di epoche recenti, unitisi per dar
vita a carnevalate per le vie cittadine e per liberare i piccoli allievi delle scuole
superiori nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico. La realtà è ben
diversa. Antenati di questi frivoli studenti furono i clerici vagantes, una
categoria di studenti sui generis, troppo poveri per frequentare le università
medioevali, dediti al vagabondaggio intellettuale o al seguito del maestro
preferito o alla ricerca dei professori più famosi. Spiriti ribelli, si opposero alle
caste medievali, criticarono il clero e i nobili e vissero da anarchici libertini
ridotti ai margini della società dell’epoca. Riunitisi in accademie nell’età
moderna, con la partecipazione anche dei professori, iniziarono a utilizzare segni
distintivi, quali spille, acconciature o particolari capi di abbigliamento. Il ritrovo
era spesso un salotto o un caffè, che nel tempo assunse le caratteristiche del caffè
letterario – tra i più noti il caffè Florian di Venezia e il Pedrocchi di Padova. Nel
XIX secolo i gruppi studenteschi abbracciarono la causa risorgimentale,
partecipando alle campagne per l’unità d’Italia: famoso il battaglione
universitario che si distinse a Curtatone e Montanara. Fu proprio sul finire del
secolo
(1888) in occasione dell’ottavo centenario della fondazione
dell’università felsinea che per la prima volta comparve il termine goliardia,
adottato dal gruppo bolognese su invito di Giosuè Carducci, allora professore
nell’antico ateneo. Sulla scia di quanto successo in altri paesi europei –
Germania e Francia in primis – numerose delegazioni di studenti provenienti da
tutti gli atenei italiani si unirono ai festeggiamenti bolognesi portando doni dal
sapore goliardico. Gli studenti pavesi offrirono un’enorme forma di formaggio
del peso di 70 chili istoriata con versi in latino maccheronico. Con l’aumento
della popolazione studentesca nel corso del ventesimo secolo i goliardi uscirono
dai caffè letterari e incominciarono a invadere le vie cittadine. Fino all’avvento
del fascismo i gruppi studenteschi riuscirono a far convivere il momento ludico,
fatto di carnevali goliardici, operette e manifestazioni giocose con l’impegno
sociale testimoniato dai giornali satirici che prendevano di mira l’ordine
costituito creando un momento di innovazione nei costumi dell’epoca. Cosa
successe a Pavia? Cosa fu e cosa è il movimento goliardico locale? A questa e ad
altre domande risponderà la nostra guida che alle 17,00 accompagnerà i
visitatori per una visita “goliardica del museo”.
L’iniziativa è rivolta alla cittadinanza ed è gratuita.
Informazioni allo 0382 984707
Museo per la Storia dell’Università
Strada Nuova, 65
27100 Pavia