Programma festa di San Bernardo 2016

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Programma festa di San Bernardo 2016
Editoriale
in uscita!!! insieme!!!
Carissimi,
è bello ritrovarsi all’inizio del nuovo anno pastorale insieme con la voglia di ricominciare tante esperienze. Per noi sacerdoti “bresciani” inizia il nostro nono anno
a Rivoli. Come è volato il tempo! E soprattutto come è stato bello questo tempo!
Il nostro vescovo Cesare quest’estate ci ha affidato due “parole-guida” per il nuovo anno:
in uscita !!!
La Chiesa da sempre è una comunità di credenti che ha incontrato Cristo e che da
quell’incontro nel cenacolo non può non uscire per le strade del mondo a portare
la lieta e sorprendente notizia di questo incontro. Le nostre parrocchie devono
diventare sempre più comunità missionarie!
Permettetemi di sognare:
• comunità che vivono un vero incontro con Gesù, un incontro che ti cambia la
vita, un incontro che ti riempie il cuore fino a farlo scoppiare, un incontro da raccontare;
• comunità che si mettono in cammino per abitare le vie della città, per salire le
scale dei nostri palazzi, per riscaldare le piazze, per incontrare tutti;
• comunità che sono consapevoli di aver ricevuto l’annuncio più bello e più buono della storia e così grande da non poterlo nascondere gelosamente per sé, è l’
“Evangelii gaudium” – la gioia del vangelo;
• comunità che mettono al centro la famiglia… è il luogo dell’ “Amoris laetitia”
– la gioia dell’amore, è il centro di ogni comunità;
• comunità che mettono al primo posto i giovani: non sono un problema, bensì
una risorsa, la nostra ricchezza su cui “investire” per il futuro;
• comunità che accolgono, ospitano, servono i poveri… “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi
avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e
siete venuti a trovarmi” (Matteo 25).
insieme !!!
Il nostro vescovo ci invita ad essere comunità missionarie in uscita nel segno
della sinodalità = camminare insieme. È importante riscoprire e rivivere lo stile
della sinodalità
• nella lettura delle nostre realtà,
• nel progettare la nostra vita comunitaria,
• nel metterci in cammino e uscire dalle nostre “mura”.
Bene, abbiamo davvero tanta voglia di ricominciare in uscita e insieme!!!
Buon anno!
don Giovanni
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RIVOLI
Parrocchie nella Città
Chiesa casa aperta
Il primo giorno di scuola, la maestra chiese a una bimba dov’era la sua casa. E quella bambina sveglia e sorridente
rispose: “Dove c’è la mia mamma!”.
Immaginate come sarebbe bello se anche noi quando qualcuno ci chiede dov’è la nostra chiesa rispondessimo:
“Beh, dove c’è Gesù!”.
Sì, perché c’è casa dove ci sono le persone per noi importanti, che sono capaci di accoglienza, ospitalità, ascolto…
incontro. C’è casa dove c’è la porta aperta, dove c’è un “luogo” abitato, dove c’è qualcuno che ci aspetta.
Così è anche delle nostre chiese: sono il “luogo” dove c’è Gesù, dove Lui ci aspetta, dove ci sono persone che
accolgono, ascoltano, incontrano.
Certamente sono consapevole che questo non è facile, non sempre si avvera, a volte resta semplicemente un
sogno.
Eppure voglio continuare a crederci e a provarci!
Sì, le nostre chiese devono…
• avere le porte aperte per essere spazio e tempo di sosta, di ospitalità, di silenzio;
• avere un “povero” prete capace di ascoltare, di donare una parola, di offrire il Perdono;
• essere luoghi della comunità… una comunità che si incontra, che condivide, che celebra, che vive la festa.
• Perché i sogni comincino ad essere realtà stiamo vivendo due semplici esperienze:
• ogni giovedì sera la chiesa della Stella resta aperta dalle 18,30 fino alle 23 con la presenza di un sacerdote;
• tutti i giorni della settimana dal martedì alla domenica, per alcune ore, nella chiesa della Stella è presente e
disponibile un sacerdote per la Confessione, il dialogo, l’incontro.
Proviamoci… dov’è la tua chiesa? Dove c’è Gesù, dove c’è una comunità che ci accoglie!
don Giovanni
Per una parrocchia in uscita: apriamo cammini
Destinatari: consigli pastorali, gruppi missionari, famiglie, catechisti, operatori pastorali, pastorale dei
migranti, gruppi liturgici, operatori di pastorale sociale
Descrizione: laboratori di formazione per delineare, a partire da alcuni ambiti ed esperienze pastorali, stile e
priorità di una parrocchia in uscita
Per il distretto Ovest: Rivoli – Oratorio Stella c/o Parrocchia S. Maria della Stella
lunedì 16 - 23 - 30 gennaio 2017 ore 20.45
In collaborazione con: Ufficio Catechistico, Liturgico, Catecumenato, Migrantes, Pastorale Sociale e del Lavoro
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La Libertà
secondo le suore di clausura di via Querro - Rivoli
(sosta in Monastero: pellegrinaggio Beato Neyrot - 10 aprile 2016)
“Vogliamo condividere con voi la nostra esperienza
sulla libertà. Alcuni dicono che la nostra vita in monastero è una vita triste, noiosa, una vita sprecata perché
non possiamo fare quello che vogliamo, non possiamo girare nel mondo a divertirci, non possiamo vedere
tante cose belle, insomma non siamo libere. Noi domandiamo a voi: se è vero che quanti vivono fuori dal
monastero sono più liberi, perché ci sono tante persone tristi, arrabbiate, deluse...? Allora che cosa è veramente la libertà?
Per noi la libertà è non essere prigioniere di nulla e di
nessuno. Alcuni dicono che le monache sono dentro al
monastero e che le grate fanno pensare al carcere, ma
non è così, noi siamo felicissime qui dentro, siamo libere nella nostra scelta di ogni giorno, libere di amare
Dio, di adorarlo, di servirlo e benedirlo. Dentro il monastero siamo libere di pregare per tutti voi, per tutta
l’umanità. Noi non siamo fuggite dal mondo, ma tutti
gli avvenimenti del mondo stanno nel nostro cuore per
chiederci di pregare.
Ci sono tanti modi per riflettere sulla libertà, per essere una persona libera.
- Il coraggio della libertà. Dobbiamo essere coraggiosi
per decidere e ascoltare quello che dice la nostra coscienza, di scegliere con coraggio di seguire la nostra
meta nonostante tutto per essere una persona libera.
Senza ascoltare le persone che vorrebbero impedirci
di vedere il bello della nostra vita.
- La libertà di amare. Non vuol dire che amiamo solo
quello che vogliamo e quello che dicono gli altri. Per
essere liberi di amare dobbiamo entrare in sintonia
con la persona importante che è “Gesù”, che ci parla
nel nostro cuore, che ci rende liberi di scegliere il meglio nella nostra vita.
- La libertà della gioia. Ognuno di noi ha la libertà di
essere gioioso, ma dipende da noi come viviamo il nostro rapporto verso gli altri e soprattutto verso Dio. Se
siamo liberi dentro, riusciamo a capire gli avvenimenti
della vita, perché a volte gli avvenimenti ci aiutano a
capire come essere gioiosi.
Per tutti noi, ci sono due grande doni: la libertà e la gioia, quando invochiamo lo Spirito di Dio, in ogni giorno
della nostra vita certamente ci accompagna, ci aiuta
a vivere nella verità, perché “lo Spirito di Verità ci fa
libere”.
Libertà è ascoltare la propria coscienza. La coscienza
è la voce di Dio che ci parla dentro: nel nostro cuore,
nei pensieri, nei desideri e nel discernimento.
Una persona libera non è schiava, non è prigioniera. Il
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cuore libero da ogni attaccamento ha la libertà di dire
la verità, non deve far paura a nessuno, ma rende coraggiosi, forti, pronti ad accettare le difficoltà. Possiamo volare se davvero siamo liberi.
Siamo chiamate da Dio con la nostra libertà a donare
ciascuna di noi attraverso la nostra vocazione, con la
libertà di rispondere, ascoltare la sua voce che suona
nelle nostre coscienze libere per farci superare ogni
dubbio.
In monastero siamo chiuse 24 ore su 24, ma non ci siamo mai sentite prigioniere, perché i nostri cuori sono
liberi. La vera libertà è la libertà interiore, la libertà
dalla schiavitù che portiamo dentro di noi, che ci rende
infelici, che soffoca la nostra vita, che impedisce di andare avanti, perciò i nostri cuori devono essere liberi,
liberi di amare.
Nel nostro monastero, tutti i giorni la porta suona per
diversi motivi: alcune persone vengono a pregare, altre chiedono a noi di pregare per loro, alcune parlano
dei loro problemi. Poco per volta abbiamo capito che
non hanno bisogno di tante parole o di bei consigli, ma
di qualcuno che ascolti le loro difficoltà e le preoccupazioni, senza pregiudizi e senza condanna. Ascoltare i
problemi degli altri non è perdita di tempo, perché loro
di fronte a noi sentono la libertà di sfogare le loro angosce, i problemi… per noi è un modo di essere vicine
anche alle persone che non avevamo mai conosciuto
prima.
In questo anno del Giubileo, abbiamo ricevuto la grazia
della porta Santa, che è aperta ogni domenica. Tutte le
persone che hanno il desiderio di passare per la porta
Santa possono venire, perché è aperta per tutti”.
Suore del Monastero di Santa Croce
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Giubileo a Roma
19, 20 e 21 aprile 2016
Ci siamo concessi una pausa di tre giorni. La Parrocchia
della Stella ha organizzato il Giubileo a Roma,
coinvolgendo soprattutto il gruppo di “Ore Serene”. Gli
amici di questo gruppo sono un esempio di vitalità e
gioia di stare insieme e, conoscendoli, siamo stati subito
entusiasti di fare con loro questa esperienza.
Naturalmente l’itinerario comprendeva la visita delle
quattro Chiese principali in Roma.
- La Basilica di San Pietro, in Vaticano, sorge nel luogo
dove secondo la tradizione era stato sepolto l’Apostolo
Pietro.
- La Chiesa di Santa Maria Maggiore, la più importante
delle Chiese romane dedicate alla Madonna.
- La Cattedrale di San Giovanni in Laterano, sorge nello
stesso luogo della Basilica eretta da Costantino intorno
al 314 su terreni già di proprietà della nobile famiglia
dei Laterani, dalla quale prende nome tutta l’area.
- La Basilica di San Paolo fuori le mura, sorge lungo la
via Ostiense, ricca di mosaici e affreschi con storie della
vita appunto di San Paolo.
Per cui il nostro Giubileo è stato accompagnato anche
da storia e cultura.
Ma ci sono stati dei momenti di forte emozione che
hanno arricchito questo pellegrinaggio.
Il primo, l’incontro con il Papa, in occasione dell’udienza
generale in San Pietro. L’abbiamo visto a meno di un
metro di distanza, dopo aver ascoltato le sue parole,
sempre avvolto da una speciale luminosità che
trasmetteva Amore e Pace. Ci siamo poi abbracciati uno
con l’altro, con gli occhi lucidi pieni di emozione. In quella
stessa occasione, alcuni del nostro gruppo, facendosi
largo tra la gente, hanno consegnato agli uomini della
scorta un gagliardetto per sua Santità, realizzato da una
giovane parrocchiana, dipinto a mano su stoffa, con i
colori della città e una dedica speciale per il Papa. Ci
siamo sentiti orgogliosissimi e onorati di questo regalo
per Sua Santità.
Abbiamo vissuto un’altra intensa emozione nel luogo in
cui siamo stati ospitati: le suore di Madre Speranza. Don
Giovanni ha celebrato la S. Messa nella loro cappella,
dove all’entrata c’è la statua di Madre Speranza, una
suora che, con la sua testimonianza di fede in Cristo
ha fondato l’ordine ancora presente sul territorio,
impegnato in attività come scuola, case per ferie e opere
caritatevoli.
E così possiamo dire di aver trascorso tre giorni di
cammino in Cristo, tornando a casa con una grande
ricchezza, quella che rimane nel cuore: un arricchimento
di fede contornato da uno spirito di collaborazione e
condivisione.
Lucrezia e Pietro
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Vieni a Roma a piedi?
Vieni a Roma a piedi? La proposta del pellegrinaggio
a Roma è arrivata inaspettata, lo scorso settembre.
Subito in mente sono nate un po’ di buone idee, quelle
che fanno immediatamente dire di sì, quelle che fanno
aprire la porta di casa, pronti.
Perché partire? Camminare fa sentire vivi, andare
via per giorni e giorni e raggiungere una meta bella
lontana è quasi un sogno di libertà senza confini. Se
spaventa la distanza degli ottocento chilometri, basta
lanciarsi immediatamente in calcoli per semplificare il
tutto, pensando che venti o trenta al massimo al giorno
per un mese si possono fare. Cinque o sei ore e si fa.
Trentatre tappe. Certo, con lo zaino e il caldo non si può
scherzare troppo, ma si fa comunque. Comunque.
Perché andare fino a Roma? Perché il Giubileo della
Misericordia è un’occasione bellissima, un’offerta
“speciale”, per tutti. Misericordia che è fatta di piccoli
passi, uno dopo l’altro, adagio. Passi che permettono di
pensare con calma, di guardare con calma, di scoprire
che non ha senso vivere la vita di corsa, ogni giorno
senza fiato. Poi si cammina insieme, giovani, adulti,
papà, mamme, nonni, don Andrea, le suore. Insieme al
Dio di Abramo, di Isacco, Giacobbe, Mosè. In compagnia,
in alleanza.
Perché tutti questi chilometri a piedi? Forse nel mio
caso è un po’ una storia di famiglia. Mio papà a 21 anni
è tornato dal campo di lavoro nel nord della Germania
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a piedi alla fine della guerra, suo cugino è tornato dalla
Russia a piedi, uno dei pochi. Ce l’hanno raccontato
quando eravamo bambini e non capivamo molto di
distanze e di chilometri, solo sapevamo che per loro
era stato difficile ma erano tornati a casa. Pochissime
parole che si sono fermate nella memoria.
Perché camminare? Per portare con me le storie di
tante famiglie di oggi. Ci sono non so quanti genitori
disperati con i figli anche piccoli che lasciano la Siria
e le zone di guerra e arrivano in Europa, anche loro
“pellegrini”, sperando che da noi le cose vadano
meglio e possano sopravvivere. Condividere la fatica e
i chilometri mi fa sentire vicino a loro.
Ce la faremo? L’idea è bella. È quasi una sfida. È come
quando vedi una bella montagna e vuoi raggiungere la
cima, ma forse sei troppo inesperto per arrivare così
in alto. Oppure troppo senza forze. Questo “pizzico” di
realtà un po’ fa pensare. Come faremo? Pregheremo
insieme, un passo dopo l’altro. Preghiera di strada.
Preghiera di silenzio, di lode, di intercessione.
Mi è sembrato di capire che Dio, nostro Padre e Madre,
cammina con noi tutti i giorni, il problema è che non ce
ne accorgiamo e così siamo spesso impauriti e stanchi.
Ma Dio ci tiene per mano, e siccome siamo suoi figli ci
porta anche in braccio.
Betta
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Da «silenzio» a «ponte»,
le parole della Gmg 2016
Ogni Giornata mondiale della gioventù ha le sue parole
chiave. Non ha fatto eccezione Cracovia 2016, a partire
dalla parola più importante di tutte, la misericordia, che
ne era il tema e che il Papa ha declinato negli incontri
con i giovani (e non solo) durante i suoi cinque giorni di
permanenza nella patria di san Giovanni Paolo II. Eccone
un breve elenco.
“imbambolati, intontiti, addormentati”, che si fanno
rubare la libertà di decidere il futuro. Il mondo ha invece
bisogno di “titolari”, subito in campo a giocare la partita
del cambiamento. Di ragazzi che lasciano il segno.
“Non lasciatevi anestetizzare l’anima”, ha concluso
nell’omelia della Messa finale. E c’è da scommettere
che questi giovani non lo permetteranno.
Misericordia. Al cuore della Gmg, dell’Anno Santo e
del Giubileo dei giovani. A Cracovia, in un certo senso
la misericordia gioca in casa, dato che questa è la
città in cui visse e morì la sua apostola, santa Faustina
Kowalska. Francesco l’ha interpretata alla sua maniera,
con parole e gesti (ad esempio la visita a un ospedale
pediatrico), in nome della misericordia ha invocato pace
sul mondo afflitto da guerre e terrorismo. E infine, nella
veglia di sabato sera, ne ha dato una sintesi mirabile
in uno dei passaggi chiave del suo discorso: “Il nostro
Dio ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato,
nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male, nel
detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è
solo”. Una misericordia concreta, tangibile, a portata di
tutti.
Cambiamento. “Il mondo si può cambiare?”, è stata
una delle domande fondamentali che il Papa ha posto
fino dal primo incontro di giovedì 28 luglio. Certo che si
può cambiare e per questo Francesco conta molto sui
giovani, dicendo loro che il mondo li guarda e che ha
tanto da imparare da essi. “Noi adulti abbiamo bisogno
di voi, per insegnarci a convivere nella diversità, per
insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare
muri. Vi chiediamo che esigiate da noi di percorrere
le strade della fraternità, che siate i nostri accusatori
se noi scegliamo la via dei muri, dell’inimicizia, della
guerra”. Straordinario.
Giovani. È la seconda parola chiave e non poteva essere
diversamente. Loro sono stati i protagonisti, insieme
con il Papa, come sempre nelle Gmg: un milione e
seicentomila provenienti da tutto il mondo. Francesco li
ha incontrati, accarezzati, stretti in un abbraccio davvero
paterno, mai blanditi. Anzi, alcune delle espressioni che
più resteranno più impresse nella memoria, sono quelle
usate per stigmatizzare certi comportamenti. “Il mondo
non ha bisogno di giovani-divano” o di “giovani pensionati
già a 20 anni”. Il mondo non ha bisogno di giovani
Ponti e muri. Parole chiave del Pontificato, lo sono
diventate naturalmente anche di questa Gmg. Sì ai
primi, no ai secondi, ha ribadito il Papa. Fino a chiedere
di cominciare subito a costruire quello che ha definito
un “ponte primordiale”, cioè lo stringersi delle mani in
segno di fratellanza. È stato uno dei momenti più intensi
della veglia di sabato 30 luglio.
Silenzio. Nei giorni polacchi di papa Bergoglio hanno
parlato anche i silenzi. Anzi “il” silenzio. Il grande
silenzio della visita ad Auschwitz. “Signore abbi pietà del
tuo popolo. Signore perdona tanta crudeltà”, le uniche
parole del Pontefice, vergate di proprio pugno sul libro
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d’onore dei visitatori del lager. Per il resto Francesco ha
lasciato che a esprimersi fosse il grido di avvertimento
di quell’immenso orrore. “Ecco a che punto si può
arrivare, se si seguono le vie dell’odio”. La visita, in senso
strettamente tecnico, non faceva parte della Gmg. Ma il
messaggio è arrivato chiaro e forte anche ai giovani. Linguaggio. Come di consueto il Papa ha usato un
linguaggio ricco di metafore, tipicamente giovanili.
Metafore tratte dallo sport: “Dio fa sempre il tifo per
noi”, “dovete essere titolari e non riserve”. Oppure legate
all’uso dei social. “Installate bene la connessione più
stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene
senza stancarsi”. “A Gesù non si può rispondere con un
semplice messaggino”. Chiaro, diretto, lampante. Proprio
come un tweet.
Mondo. E infine lo scenario di fondo. Il mondo,
appunto. Francesco ha avuto il grande merito di non
nasconderlo. Non ha fatto di questa Gmg un’oasi
protetta o una serra per piantine gracili. Specie dopo gli
avvenimenti tragici della vigilia. Il mondo era lì, in tutti i
suoi interventi, con le sue luci e soprattutto le sue ombre:
guerra, violenza, terrorismo, migrazioni, problemi
economici. Si riascoltino a questo proposito i saluti dalla
finestra dell’episcopio nelle sere di mercoledì 27, giovedì
28 e venerdì 29 luglio. Da quella finestra si è affacciata
anche la sofferenza degli uomini. Una sera, il Pontefice ha
anche notato: “Voi direte: ma questo Papa vuole rovinarci
la festa”. No, Francesco non l’ha rovinata, l’ha resa solo
più reale e concreta. Perché il mondo, con i suoi mali, è
esattamente l’oggetto del cambiamento cui i giovani sono
chiamati da oggi in poi. Ed edulcorare la difficoltà di
questa mission not impossible non serve. “Ci state?”,
ha chiesto al termine della veglia di sabato. La risposta
arriverà solo vivendo.
Mimmo Muolo, inviato a Cracovia - Avvenire, 1 agosto 2016
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UNA PREGHIERA DALLA GMG DI CRACOVIA
(SCRITTA DA ALCUNI GIOVANI DELLE
PARROCCHIE DI RIVOLI DI RITORNO DALLA GMG
DI CRACOVIA)
Ti ringraziamo Signore
per questi giorni ricchi di entusiasmo e di
preghiera vissuti a Cracovia.
Grazie per le famiglie che ci hanno accolto,
testimonianza di una Chiesa che apre le porte.
Grazie per il dono della misericordia,
per la veglia di preghiera che ci ha visti fratelli e
sorelle nella Fede.
Mano nella mano, con milioni di candele accese
siamo stati luce nel buio del nostro tempo.
Non ci arrendiamo al male perché tu
attraverso le parole del nostro amato Papa
Francesco
ci inviti a rischiare e vivere con coraggio il nostro
futuro.
Siamo giovani che non vogliono rimanere sul
divano,
ma desiderano rimboccarsi le maniche e mettersi
in gioco.
Tu ci ami così come siamo!
Noi ci sentiamo amati da te.
Non abbiamo paura!
A te portiamo le nostre fragilità.
Sappiamo che i semi di questa GMG
porteranno frutti nei giorni che verranno.
Noi siamo pronti a raccoglierli,
nella speranza che sazino il desiderio di pace e
umanità
di cui abbiamo bisogno.
RIVOLI
Parrocchie nella Città
La GMG dei giovani del Sangiuseppe...
La bellezza di un gesto che non ti aspetti... come dire
senza parole i ponti che si stavano e si sono costruiti,
nonostante le difficoltà... GRAZIE.... e ora contiuiamo
a stringere legami, a creare ponti a illuminare il
mondo..... Buona continuazione di GMG ogni giorno...
he quest’esperienza è
Era da mesi che l’aspettavo e anc
si possano descrivere
arrivata... credo che a parole non
ressi nel mio cuore ci
queste emozioni così forti, ma imp
quelli più banali, che
sono un sacco di gesti, a partire da
abbracci, i sorrisi, gli
mi riempiono di felicità. Ci sono gli
, le frasi dette da uno
sguardi di intesa, le conversazioni
conoscere meglio, i
sconosciuto che ti fanno addirittura
rattutto questa notte.
giochi, le nuove amicizie... ma sop
candele. Le lacrime, le
Il buio illuminato da tante piccole
za concreta di Dio...
preghiere più spontanee, la presen
solo avere la forza di
il mondo non è cattivo. Dobbiamo
buona. Questa GMG mi
credere e di incrementare la parte
cio.
sembra un ottimo trampolino di lan
Le cose da scriver
e sull’esperienza
della gmg che
abbiamo vissuto in
quasi 2 milioni sa
rebbero tante,
ma mettendo a po
sto i ricordi e lo za
ino mi rendo
conto che la vera
gmg inizia oggi.
Sarà difficile
portare tutto quel
lo che ci ha comm
osso, che ci ha
colpito e che ci ha
arricchito nella vi
ta quotidiana,
ma ci proverò insi
eme ai miei compa
gni di viaggio ai
quali dico GRAZIE!!!
! perché non so se
ce l’avremmo
fatta a vivere l’esp
erienza nel miglio
re dei modi se
non insieme.
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orrisi si all
le fiamme
argano,
aumentan
o.... felici, è
, perché alla GMG, in mezzo a quelle persone tanto
È troppo facile essere buoni quando tutti lo sono
l’amore
re! Ma la GMG dará a tutti la forza di riscoprire
molto più semplice un gesto di misericordia e amo
iplicare
molt
a
banale. Quindi spero che riusciremo davvero
nel quotidiano, in un gesto che prima trovavamo
il mondo
giusta strada per poterlo fare crescere e rendere
l’amore nel nostro piccolo e che ognuno trovi la
ti, vorrei
a e anche a voi! Grazie davvero, davvero a tutti quan
un po’ migliore. È l’augurio che faccio a me stess
do della
ricor
il
E
tro!
stare con voi a tutti quelli che incon
trasmettere la gioia immensa che ho provato nello
GMG mi aiuterà! Vi voglio bene!
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AMORIS LAETITIA:
LA GIOIA DELL’AMORE
Esortazione Apostolica sull’amore di papa Francesco
Amoris Laetitia, la gioia dell’amore, è il titolo
dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa
Francesco, firmata il 19 marzo 2016 e pubblicata l’8
aprile. È suddivisa in nove capitoli e 325 paragrafi:
tale ampiezza è dovuta alla ricchezza dei due anni
di riflessioni che ha apportato il cammino sinodale,
da cui essa scaturisce. Lo stesso Papa, all’inizio del
documento, non ne consiglia una «lettura generale
affrettata»: semmai essa potrà essere approfondita
pazientemente una parte dopo l’altra, o anche la si
potrà usare cercando ciò che serve «in ogni circostanza
concreta» (AL 7).
Già dalla scelta del titolo però è possibile intravedere
l’ispirazione positiva e aperta di questo ampio e ricco
documento. Il papa non ha scelto di produrre un
nuovo trattato sulla dottrina del matrimonio e della
famiglia, ma ha scelto di mettere a fuoco l’amore e il
suo cammino di crescita. Per questo motivo, Amoris
Laetitia propone l’esperienza del matrimonio e della
famiglia non solo come specifico stato di vita ma
anche come modello cui tutta la Chiesa è chiamata a
configurarsi: essere familiari di Dio deve poter trovare
luoghi e tempi concreti di realizzazione, attraverso uno
stile “caldo” e sollecito ai bisogni di ciascuno.
L’Esortazione si apre con sette paragrafi introduttivi,
che mettono in chiaro la piena consapevolezza della
complessità del tema, che richiede approfondimento
e disponibilità al confronto, come se Amoris Laetitia
ribadisse la necessità per la Chiesa di essere cantiere
aperto. Si afferma che gli interventi dei Padri al
Sinodo hanno composto un «prezioso poliedro» (AL
4), che va preservato, senza appiattirne i contorni alla
ricerca di risposte “secche”. In questo senso il Papa
scrive che «non tutte le discussioni dottrinali, morali
o pastorali devono essere risolte con interventi del
magistero» (AL 3). Quindi, per alcune questioni «in
ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più
inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali.
Infatti, “le culture sono molto diverse tra loro e ogni
principio generale [...] ha bisogno di essere inculturato,
se vuole essere osservato e applicato”» (ivi). Questo
principio di inculturazione risulta davvero importante
persino nel modo di impostare e comprendere i
problemi, che, al di là delle questioni dogmatiche ben
definite dal magistero della Chiesa, non può essere
«globalizzato». Ma soprattutto il Papa afferma subito e
con chiarezza che bisogna uscire dal pantano fangoso
della contrapposizione tra ansia di cambiamento e
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applicazione pura e semplice di norme astratte. Scrive:
«I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o
nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa
vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza
sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento
che pretende di risolvere tutto applicando normative
generali o traendo conclusioni eccessive da alcune
riflessioni teologiche» (AL 2).
Nel primo capitolo il Papa articola la sua riflessione
a partire dalle Sacre Scritture. La Bibbia «è popolata
da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di
crisi familiari» (AL 8), e a partire da questo dato si può
meditare come la famiglia non sia un ideale astratto,
ma un «compito “artigianale”» (AL 16), che si esprime
con tenerezza (cfr AL 28), ma che si è confrontato
anche con il peccato sin dall’inizio, quando la relazione
d’amore si è trasformata in dominio (cfr AL 19). Allora
la Parola di Dio «non si mostra come una sequenza
di tesi astratte, bensì come una compagna di viaggio
anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano
qualche dolore, e indica loro la meta del cammino» (AL
22). Neppure la Bibbia presenta immagini idilliache
di famiglie perfette: tutti dobbiamo riconoscere le
imperfezioni delle nostre storie, cercando in esse le
risorse e le grazie da cui ricominciare.
Una delle tante immagini dei nostri giovani che “servono la vita”
senza confini (Anna in Congo)
Nel secondo capitolo il Papa considera la situazione
attuale delle famiglie, tenendo «i piedi per terra»
(AL 6) e affrontando alcune sfide: dal fenomeno
migratorio alla negazione ideologica della differenza
di sesso; dall’attenzione alle persone con disabilità al
rispetto degli anziani; dalla decostruzione giuridica
della famiglia alla violenza nei confronti delle donne.
Francesco insiste sulla concretezza, che è una cifra
RIVOLI
Parrocchie nella Città
fondamentale dell’Esortazione, ma invita anche ad
un’analisi che non sfoci nel pessimismo. Infatti, pur
constatando gli aspetti negativi della società e della
cultura odierna, papa Francesco ci stimola a ricercare
sempre il risvolto positivo e l’opportunità che sempre
ci si presenta.
Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni elementi essenziali
dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la
famiglia. La presenza di questo capitolo è importante,
perché illustra in maniera sintetica, la vocazione alla
famiglia secondo il Vangelo come è stata recepita
dalla Chiesa nel tempo. Il Pontefice chiede subito
chiaramente che si metta tutta la dottrina del
matrimonio e della famiglia sotto la luce del kerygma.
«Davanti alle famiglie e in mezzo ad esse deve sempre
nuovamente risuonare il primo annuncio, ciò che è “più
bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più
necessario”» (AL 58).
Al centro dell’Esortazione si apre il quarto capitolo che
mons. Brambilla, vescovo di Novara, così introduce:
“Per trovare il centro di gravità di Amoris Laetitia
suggerisco un’immagine: quando la donna apre la
custodia che contiene l’anello di fidanzamento su cui è
incastonato un diamante, ammira anzitutto lo sfavillio
del gioiello d’incalcolabile valore.
Il capitolo IV: «L’amore nel matrimonio» è il diamante
dell’esortazione apostolica”. Lo stesso papa valorizza
questo capitolo dicendo: «Tutto quanto è stato detto
(nei capitoli precedenti) non è sufficiente a esprimere
il vangelo del matrimonio e della famiglia se non ci
soffermiamo in modo specifico “a parlare dell’amore”»
(n. 89). È un capitolo in cui l’Inno alla Carità di san Paolo
(1Cor 13) illumina, in modo profondo e allo stesso
tempo concreto, quello che è il “lavoro dell’amore”
all’interno del rapporto di coppia nel suo dispiegarsi
nel tempo.
Il quinto capitolo è tutto concentrato sulla fecondità e
sulla generatività dell’amore.
Si parla in maniera spiritualmente e psicologicamente
profonda dell’accogliere una nuova vita (dell’attesa
propria della gravidanza, dell’amore di madre e di
padre) ma anche della fecondità allargata e della
vita nella famiglia in senso ampio, con la presenza
di zii, cugini, amici, fino ai vicini di casa. E all’interno
di questa dimensione sociale il Papa sottolinea sia il
ruolo specifico del rapporto tra giovani e anziani, sia
la relazione tra fratelli come tirocinio di crescita nella
relazione con gli altri.
Nel sesto capitolo il Pontefice affronta alcune vie
pastorali che orientano a costruire famiglie solide e
feconde secondo il piano di Dio. Ma è da chiarire subito
che il Papa preferisce lasciare la pastorale familiare
più pratica alla creatività locale: «Saranno le diverse
comunità a dover elaborare proposte più pratiche ed
efficaci, che tengano conto sia degli insegnamenti della
Chiesa sia dei bisogni e delle sfide locali» (AL 199).
Per questo non pretende di presentare una pastorale
della famiglia, ma si limita a «raccogliere alcune delle
principali sfide pastorali» (ivi).
Il settimo capitolo è tutto dedicato all’educazione dei
figli: la loro formazione etica, il valore della sanzione
come stimolo, il paziente realismo, l’educazione
sessuale, la trasmissione della fede e, più in generale,
la vita familiare come contesto educativo. Interessanti
sono la saggezza pratica che traspare a ogni paragrafo
e soprattutto l’attenzione alla gradualità e ai piccoli
passi «che possano essere compresi, accettati e
apprezzati» (AL 271): Papa Francesco esorta a
valorizzare il bene, pur nella discontinuità e nella
fatica che accompagnano ogni esperienza di crescita.
L’ottavo capitolo costituisce un invito alla misericordia
e al discernimento pastorale di fronte a situazioni che
non rispondono pienamente a quello che il Signore
propone (convivenze, matrimoni civili, separati e
divorziati). Il Papa usa qui tre verbi molto importanti
— accompagnare, discernere e integrare — che sono
fondamentali nell’affrontare situazioni di fragilità
e complessità. Quindi prende in considerazione la
necessaria gradualità nella pastorale, l’importanza
del discernimento, le norme e circostanze attenuanti
nel discernimento pastorale; e infine quella che egli
definisce la «logica della misericordia pastorale». Su
di essa scrive il Pontefice: «A volte ci costa molto dare
spazio nella pastorale all’amore incondizionato di Dio».
In particolare, nei confronti delle persone separate,
divorziate e risposate, la Chiesa è incoraggiata a
esplorare quali via permettano a questi suoi figli
di sentirsi prima di tutto riconosciuti e valorizzati
per i beni e i carismi di cui sono portatori, mentre
vanno accompagnati a prendere atto delle proprie
11
responsabilità, a elaborare il lutto per il fallimento
del loro progetto di vita e ad avere particolare cura
dei loro figli. Attraverso la proposta di cammini di
discernimento personale (caso per caso) i pastori e le
parrocchie, mentre accompagnano questi loro fratelli
e sorelle, sono chiamati a loro volta alla conversione
del proprio stile familiare e comunitario.
Il nono capitolo infine è dedicato alla spiritualità
coniugale e familiare, «fatta di migliaia di gesti reali e
concreti» (AL 315). Con chiarezza si dice che «coloro
che hanno desideri spirituali profondi non devono
sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella
vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore
utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica» (AL
316). «I momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la
sessualità, si sperimentano come una partecipazione
alla vita piena della sua Risurrezione» (AL 317).
In conclusione, Amoris Laetitia invita tutta la Chiesa
– famiglia di famiglie – a camminare, accettando
la sfida di riflettere e agire in questo tempo storico,
che pur abitato da limiti e contraddizioni, continua
ad essere lo spazio promettente in cui accogliere i
doni pasquali del Risorto. Questo è il tempo in cui
fidarci dello Spirito e da Lui farci accompagnare
nel percorso che Papa Francesco ci spinge ad
intraprendere cosi che… “contemplare la pienezza che
non abbiamo ancora raggiunto ci permette anche di
relativizzare il cammino storico che stiamo facendo
come famiglie, per smettere di pretendere dalle
relazioni interpersonali una perfezione, una purezza
di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo
nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare
con durezza coloro che vivono in condizioni di grande
fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione
verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti,
e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante.
Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!
Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non
perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma
neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e
di comunione che ci è stata promessa.” (AL 325)
Don Mario Aversano, Luca e Ileana Carando
LA PREGHIERA PER RICONCILIARE GLI SPOSI DIVISI
O SOSTENERE L’UNITA’ FAMILIARE
O Signore, donami un cuore grande nel perdono,
che sappia riconoscere i miei possibili errori
e dimenticare l’offesa e il dolore ricevuto
per l’allontanamento di (mio marito/mia moglie).
Infondi in me la forza del Tuo Amore,
perché io possa amare per primo
e continuare ad amare
senza mai perdere la speranza.
Tu sei padrone dei cuori:
fa’ rivivere nei nostri cuori
la Grazia del nostro Sacramento,
aiutaci a riunirci insieme nella Tua Pace.
E se mai io dovessi soffrire ancora,
accetta la mia sofferenza
come mezzo di purificazione
e di eterna salvezza di ognuno di noi.
O Maria e Giuseppe,
che siete stati i fidanzati e gli sposi più perfetti,
e che tuttavia siete stati sottoposti
alla prova del vostro mutuo amore,
pregate per noi,
fate rinascere in me e (nome marito/moglie)
il desiderio e l’impegno di riunire e salvare
la nostra famiglia.
Amen.
12
RIVOLI
Parrocchie nella Città
AMORIS LAETITIA:
CHE COSA RISUONA IN NOI?
Il testo che segue è il frutto dell’incontro di una sera
di luglio in cui ci siamo ritrovati a mettere in comune
i pensieri emersi dalla lettura dell’Esortazione, con
alcune persone che abbiamo invitato e sulla base
di qualche sollecitazione condivisa. Ci hanno dato
la loro disponibilità Mirella e Piero Guglielmone,
offrendoci la ricchezza della loro esperienza di coppia
e di servizio nella pastorale delle famiglie, il “nostro”
seminarista Filippo Massarenti, Manuela e Claudio
Larocca, giovani sposi e giovani genitori, testimoni
di Incontro Matrimoniale e di una pastorale attiva e
appassionata a sostegno della vita, Simona Corrado,
suora missionaria dell’Immacolata Regina della Pace
e mediatrice familiare (collabora con il Punto Familia,
l’Associazione Spazio Genitori, la Diocesi di Torino).
In seguito, non potendo essere presente quella sera,
ci ha mandato il suo contributo Fernanda Vacirca,
psicologa e insegnante presso la Scuola Gobetti della
nostra Città.
In queste pagine troviamo parte delle riflessioni
emerse durante la serata, introdotte da alcune parole,
quelle che risuonavano in noi dopo la lettura, e che
abbiamo abbinato senza commento alla lettura del
testo. Diffuse nelle pagine, le parole del Papa che ci
hanno colpito per la loro incisività.
1. Quali elementi la lettura dell’Esortazione ha
aggiunto alla tua riflessione sui tre ambiti specifici
trattati dal Papa e variamente declinati nel testo, e
che possono essere così riassunti?
• esperienza personale di amore coniugale
• confronto tra l’esperienza della vita e l’“ideale
esigente” del Vangelo
• pastorale della famiglia e della coppia (dove si
integrano il Magistero, la tradizione e le nuove
prospettive)
Lidia - Possiamo partire dalla sottolineatura di quanto
sia grande il mistero del matrimonio: un mistero che
tiene insieme da una lato l’ideale e dall’altro la carne e il
sangue. Gli aspetti ideali e gli aspetti estetici: il mistero
del matrimonio dentro il mistero dell’Incarnazione:
limite e vertigine, quotidianità e idealità. Quale
esperienza ne abbiamo? Quale corrispondenza tra la
nostra vita e i contenuti dell’Esortazione?
Piero - Nella nostra esperienza abbiamo trovato
delle persone che ci hanno fatto camminare, anche
a partire dalle difficoltà quotidiane della vita di
coppia. Abbiamo scoperto allora che di strada ce
n’era da fare, confrontandoci anche con le coppie che
seguivamo nella preparazione del matrimonio: se non
vuoi bleffare, di strada ce n’è da fare. Oggi, leggendo
l’Esortazione, abbiamo ritrovato gli stessi stimoli a
orientare cristianamente il matrimonio, declinati con
un linguaggio nuovo.
Mirella - Ho ritrovato nel capitolo IV un vero e proprio
manuale per la vita di coppia; è anche una proposta per
l’esame di coscienza serale: una proposta concreta che
orienta i comportamenti, un testo utile per il cammino
di pastorale degli sposi e delle famiglie. Potremmo
proporlo questo cammino alle famiglie che vengono in
parrocchia con i loro bambini per il catechismo.
Sr Simona - Io lavoro al Consultorio, accompagno
le situazioni di fragilità delle coppie. Il giorno in cui è
uscita l’esortazione è stato un giorno di gioia, vissuto
in modo molto emotivo. Abbiamo lavorato tanto per
questo Sinodo che non stavo più nella pelle. Questo mi
ha portato a dare una prima lettura veloce, emotiva cui
poi, naturalmente, è seguita una lettura più sistematica.
La prima lettura è stata un respiro. Questo respiro
era dato dal linguaggio: ho pensato: “È un linguaggio
che finalmente arriva a tutti”. E poi c’è il realismo con
cui la famiglia viene rappresentata: lo stesso Papa fa
un’autocritica rispetto alla idealizzazione della famiglia
che per anni abbiamo fatto: ho avvertito che finalmente
avevamo la possibilità di integrare il reale e l’ideale.
Certo, è tutto da inventare, ma questa cosa mi dà molto
13
sollievo. La mia lettura è stata più attenta laddove si
parla delle ferite dell’amore – dell’accompagnamento
dei separati, dei risposati di cui mi occupo - e ho colto
quanto quest’esortazione aiuta a includere. Perché
dice con chiarezza che tutti sono degni di stare dentro
un cammino di fede. Respiro a includere: tutti sono
degni di un cammino di fede. I “segni del Verbo” sono
in qualsiasi forma di vita, non solo in qualunque forma
di religione (cfr. Vaticano II): anche chi non vive in
pienezza il matrimonio, porta in sé i segni del Verbo.
C’è una grande attenzione ai cammini di ognuno,
ovunque si trovi; nessuno è arrivato. C’è attenzione
alle tappe, alla progressione.
Filippo
- Mi accorgo che lo stile che abbiamo in
Seminario è sempre analitico, un po’ distaccato:
consideriamo le questioni della vita familiare da un
punto di vista teologico o perlomeno canonico: subito il
capitolo 8. La vita di un seminarista paradossalmente
è molto ritirata, anche rispetto alla vita coniugale
dei genitori. Siamo un po’ scevri dalla dimensione
familiare. E pensare che proprio la vita coniugale dei
miei genitori tanta parte ha avuto anche nella storia
della mia vocazione. Mentre io studiavo a Parigi, i miei
genitori hanno ospitato un ragazzo profugo afgano
per tre anni: la loro generosità, l’apertura del nucleo
familiare a una dimensione missionaria della vita, ha
rafforzato in me l’idea che anche la mia vita poteva
essere spesa nel servizio. Dunque, l’Esortazione a
noi seminaristi aggiunge uno sguardo più da vicino
che non si limita agli aspetti canonici ma raggiunge la
famiglia nella sua dimensione reale.
Manuela
– Non ho notato cambiamenti dal punto
di vista dottrinale, ma ho visto un cambiamento di
sguardo. Emerge l’Interessamento alla persona, in
tutti i momenti della sua vita; questo è confortante
per me, che non sempre nella mia vita, pur essendo
inserita nella comunità, ho avvertito la vicinanza dei
fratelli. Come se ci fosse una specie di pudore che
frena i sacerdoti e la comunità a interessarsi della vita
delle persone, nei suoi snodi quotidiani, anche dolorosi.
Questa esortazione risveglia la coscienza dei credenti
a una partecipazione fattiva alla vita delle persone.
Claudio
- L’Esortazione richiama l’attenzione di
chi si occupa di pastorale familiare sui documenti
della Chiesa che sono intervenuti su questo tema:
come se il Papa esortasse a far diventare azione
pastorale l’insegnamento già espresso. Nulla di nuovo,
a dispetto di chi vuole leggere qualcosa che non c’è,
piuttosto l’esortazione a incarnare nella pastorale
l’ideale esigente che il Vangelo propone. Venendo
alla mia esperienza personale, la mia conversione è
stata possibile perché qualcuno ha avuto il coraggio
di propormi questo ideale esigente e il fascino del
Vangelo mi ha raggiunto. Bisogna trovare forme nuove
per comunicare ai giovani e alle famiglie il fascino del
Vangelo, del matrimonio cristiano, della vocazione
sacerdotale e religiosa, curando l’accompagnamento
14
spirituale, avendo il coraggio di proporre le vette della
castità prematrimoniale e della preghiera, che è poi
l’unico mezzo che rende possibile la vita secondo il
Vangelo. Qui si gioca la sfida della nostra pastorale
familiare.
Fernanda - Ho trovato molto suggestivo e
interessante il lungo capitolo “L’amore nel matrimonio”.
Papa Francesco non descrive teoricamente i contorni
e le caratteristiche dell’amore coniugale ma parla
d’amore, utilizzando l’inno alla carità di San Paolo.
Parla dell’amore, che è una realtà universale e univoca,
e la riferisce alla realtà sponsale. Parla d’amore con
realismo, non nascondendo le difficoltà e i limiti che
condizionano l’esperienza umana dell’amare. Ma
sembra che lo faccia partendo da una riflessione
personale, partendo dalla sua umanità, non solo dal
cammino sinodale o dal suo ruolo di Pastore, con la
profondità e la semplicità di chi sente questi temi
vicini, anche perché uomo. Mi è piaciuto molto questo.
Ho riconosciuto nella descrizione così attenta e
approfondita delle dimensioni dell’amore coniugale,
molto della mia storia di coppia, del lungo percorso
del mio matrimonio, riconoscendo bellezze che a
volte ho dato per scontate. Mi ha colpito la carica
di positività e di entusiasmo rispetto alla bellezza
dell’“amore di amicizia”, che dovrebbe caratterizzare
l’esperienza matrimoniale. Non sono, queste, pagine
che schiacciano sotto irraggiungibili modelli ideali, ma
pagine che aprono agli orizzonti della gioia di vivere
nel matrimonio la propria umanità, piena e limitata al
contempo, e dentro un dinamismo che è mistero.
È presente il continuo riferimento al Vangelo, come
ideale esigente ma anche come fonte inesauribile di
gioia. Risposta al bisogno di essere amati e di amare,
che ci spinge verso l’altro diverso da noi. Il riferimento
al Vangelo è anche riferimento a una radicalità di vita,
che però qui non mi pare estremizzata; la sobrietà
per esempio non è proposta agli sposi in termini che
potrebbero essere colti come opprimenti o limitanti.
L’accento, sempre, è sulla gioia di donare, la felicità
della comunione. Molto spazio è dato alla tenerezza.
Sarebbe interessante contare quante volte i termini
gioia e felicità si trovano nel testo, partendo ovviamente
dal titolo.
RIVOLI
2. Quali questioni a tuo giudizio rimangono aperte,
perché non trattate o irrisolte, della complessità
dell’universo familiare contemporaneo?
Assumendo come criterio l’ideale esigente – come
il Papa stesso lo chiama – del Vangelo, a quali
conversioni è chiamata oggi la famiglia nel mondo
occidentale?
Lidia
- Il Papa parla di modelli e forme del passato
e poi di un cambiamento di prospettiva alla luce del
cambiamento antropologico in atto. Ora, fatto salvo
che il Vangelo è sempre uguale a se stesso, quali
prospettive pastorali per “toccare le fibre del cuore” –
sono parole sue - delle donne e degli uomini di oggi?
Quale linguaggio dobbiamo parlare per risvegliare la
fiducia nella grazia? Come tenere insieme la radicalità
del Vangelo e la multiformità del reale? Per fare
un esempio, la necessarietà di un dialogo di coppia
vivo e rigenerante e il logorio dei ritmi lavorativi? La
questione rimane aperta.
Parrocchie nella Città
suo ministero e le persone che vivono situazioni di
fatica. Questa prospettiva aperta sta rilanciando la
creatività pastorale e apre a soluzioni nuove: per
esempio, la diocesi di Torino insieme alle diocesi del
Piemonte sta organizzando un servizio che prevede
tre poli in cui saranno presenti lo sportello di ascolto
sul discernimento (formazione di sacerdoti e coppie
che ascolteranno). Questa prospettiva sta suscitando
interesse; poi, certo, è tutto da inventare. Un’altra
questione aperta è quella della formazione della
coscienza ed è un’apertura bellissima! Dà la possibilità
agli adulti nella fede di confrontarsi con la propria fede;
certo, dentro la propria comunità perché la nostra fede
non è individualistica. Possiamo lavorare su questo. Poi
ci sono degli accenni alla formazione dei seminaristi:
troppo poco. Mi sembra che siamo ancora lontani
dall’idea della reciprocità dei sacramenti dell’ordine
e del matrimonio. Su verginità e matrimonio ci sono
delle bellissime pagine ma zero sul rapporto tra vita
consacrata e vita familiare.
Fernanda - Riconosco che i temi della vita familiare Claudio
e di coppia sono affrontati tutti con attenzione
e profondità. Non mi pare che nulla sia lasciato
irrisolto, emerge un desiderio reale e autentico di
rinnovamento pastorale. Occorre riconoscere che il
testo parte necessariamente da un’idea di famiglia
e di matrimonio che ha solide radici nella dottrina e
nella tradizione della Chiesa e che non contempla
significative aperture di significato rispetto ad altre
realtà familiari indubbiamente presenti in modo
significativo almeno nel mondo occidentale, oppure
rispetto a esperienze umane come l’unione d’amore
tra persone omosessuali, che interrogano la cultura e
il pensiero attuale in modo urgente.
Manuela – Io
ho notato che non ci sono criteri per
il discernimento delle situazioni difficili. Il Papa non
definisce a mio giudizio i criteri del discernimento
e, forse, lasciare ai sacerdoti tale responsabilità è
un rischio. Nella nostra esperienza, infatti, abbiamo
incontrato sacerdoti illuminati ma anche guide che
non ci hanno indicato con chiarezza il cammino della
santità.
Piero - Sì, certo. La domanda che ci interroga è
sempre la stessa: quale amore? Che cos’è l’amore?
Chi vive l’amore dal punto di vista della fede e sa che
l’amore viene da Gesù e che è un progetto di vita, si
ritrova in questo testo. E ha la gioia e la responsabilità
della testimonianza.
Sr Simona - Anch’io trovo che rimanga aperta tutta
la questione della fecondità sociale: mentre pone la
famiglia dentro un contesto reale, il testo non sviluppa
il tema del rapporto tra le esigenze della famiglia e la
pressione sociale. Lavora molto bene sulla bellezza,
sulla grazia del sacramento e poco su questi temi. Il
discorso del discernimento, invece, è una questione
dichiaratamente aperta e delicata per entrambe le
parti: un sacerdote che in coscienza vuole vivere il
- Il papa invita i religiosi a non sentirsi
superiori ai fedeli sposati.
Sr Simona - Sì, certo, ma questo è un po’ limitante
perché il confronto vero va fatto sulle dignità delle
vocazioni, sulla diversità che non è più o meno, ma è
diversità.
Sr Simona - Poi è liquidato molto velocemente
il discorso sulle persone omosessuali: si parla dei
genitori delle persone omosessuali, non si apre la
discussione sull’amore omosessuale; ci sono alcuni
accenni che potrebbero essere interpretati alla luce di
questo, come per esempio il riferimento a “qualsiasi
forma d’amore”. Ci sono delle contraddizioni dentro il
testo che risentono anche della composizione delle
riflessioni teologiche, sacramentali, canoniche. È
normale che ci siano.
Mirella - Ritorno sulla formazione della coscienza:
è una sfida educativa quella della formazione
della coscienza. Oggi è un tema molto poco attuale
nell’educazione dei figli: ci si occupa della formazione
scolastIca cui viene assegnato tanto valore, della
formazione sportiva, ma non della formazione della
coscienza: si sente dire: “Scegliereanno da grandi”.
Filippo - È che si confondono formazione della
coscienza e libero arbitrio.
Mirella
– Un’altra questione che rimane aperta
è quella dell’accompagnamento delle giovani
famiglie. Chi si occupa oggi di sostenere i giovani
coniugi e accompagnarli nel loro ruolo educativo e
nella scoperta della grazia? Bisogna che portiamo
l’attenzione su questo: bene la pastorale dei fidanzati
in preparazione del matrimonio ma senza trascurare,
come forse facciamo, l’accompagnamento successivo.
Certo, è difficile trovare la gente disponibile a
cammini così. Bisogna creare sensibilità e suscitare
la consapevolezza della necessità di una crescita da
parte delle persone e insieme formare persone che
15
con la loro azione pastorale “presentino le ragioni del
matrimonio cristiano nelle sue dimensioni unitiva e
procreativa”.
Lidia - Recuperando anche quanto è stato detto pri-
ma, potremmo interrogarci sulla natura di questo accompagnamento, sulle azioni dell’accompagnamento
stesso. Al numero 204 si leggono i nomi degli specialisti che, a vario titolo, possono entrare in questo accompagnamento. Ma talvolta mi viene il sospetto che
si medicalizzi un po’ questa coppia; forse una certa
educazione alla vita di preghiera aiuterebbe gli sposi
ad “attrezzarsi” per affrontare le difficoltà. La fedeltà,
poi, è l’esito della preghiera perché è dentro la relazione con Dio che si radica il sì, non è una norma, pesante
come pietra (come si dice al numero 49). Nelle nostre
comunità, più preghiera e più sacramenti ma dentro
un respiro ampio, un abbraccio aperto in cui ciascuno
possa trovare il suo posto.
Claudio
- Nella formazione della coscienza, sono
necessarie una direzione spirituale precisa, anche
una certa severità. Perché la Chiesa è madre e, come
tale, esigente, severa e insieme amorevole. Mi sembra
importante fare di questo documento un’opportunità:
il polo interdiocesano di cui parlava sr Simona è uno
strumento importante per tante coppie, per chi deve
fare un discernimento, per chi vive un momento di
crisi. Perché non sempre i parroci, presi da mille
incombenze, riescono a dare una risposta pronta alle
richieste di colloquio e talvolta questo rappresenta un
rischio per i cammini personali e di coppia.
Manuela
- È importante un’azione pastorale
che anticipi la crisi e che sia preventiva rispetto al
fallimento, come dice lo stesso Papa, in più punti
dell’Esortazione.
Claudio
- Talvolta poniamo noi stessi dei limiti
all’annuncio. Non abbiamo il coraggio di educare alla
preghiera e di parlare di castità prematrimoniale
perché non abbiamo più le forme per veicolare questi
messaggi. Dobbiamo educarci a un nuovo linguaggio
che presenti le sfide come imprese affascinanti.
Filippo - C’è anche un’altra questione aperta, un
po’ di sottofondo, ma che è molto presente, quella
della sinodalità. Il Papa apre una nuova strada: la
via del magistero della Chiesa passa attraverso una
maggiore sinodalità. Mi chiedo se non sia una scelta
di maggior coinvolgimento degli attori principali:
quest’esortazione coinvolge direttamente la famiglia.
È una questione principale perché la forma stessa del
popolo di Dio è sinodale. E anche l’indeteterminatezza
delle questioni di cui abbiamo parlato viene fuori
proprio dal metodo sinodale: il Papa non vuole tagliare
la realtà alla base delle proprie idee, ma rispetta la
sinodalità emersa durante i lavori del sinodo stesso.
Anche sulla questione dell’omosessualità, la via
indicata è quella del dialogo aperto che continua.
Intervengono anche altre esigenze di tipo ecumenico.
E qui si aprono nuove questioni: essendo universale, la
16
Chiesa si confronta con molte dimensioni.
Manuela
- Un argomento molto attuale è quello
dell’ideologia gender di cui il Papa avverte la minaccia
in relazione al tema dell’educazione della coscienza. E
questa preoccupazione ci interpella a livello personale
e comunitario, soprattutto per quanto riguarda
l’educazione dei bambini e dei ragazzi.
Mirella
- Alcune questioni sociali trattate
dall’esortazione sono definite situazioni attuali da
considerare: le unioni di fatto delle persone dello
stesso sesso non equiparabili al matrimonio, la
necessità del riconoscimento della dignità della donna
con il rifiuto della mercificazione del corpo femminile.
Manuela
- Evidentemente ne avverte la necessità.
Sono pericoli
Lidia - Come l’individualismo esasperato di cui parla
nel primo capitolo
Sr Simona - Sì, infatti, dentro un contesto molto più
ampio che ci comprende tutti.
Fernanda
- Viene proposta una riscoperta della
esperienza evangelica nella vita familiare, intesa come
esperienza totalizzante di amore e tenerezza. La sfida
pastorale che emerge dal testo è che l’invito all’ideale
esigente del Vangelo non può raggiungere le persone,
la gente di oggi, se non attraverso un linguaggio
comprensibile, proposte compatibili con le esigenze
delle varie culture e dei vari contesti; la sottolineatura
ricorrente del Papa circa la necessità, per i pastori, di
avvicinarsi con rispetto a culture e tradizioni differenti,
cogliendone con attenzione gli aspetti positivi e
umanizzanti, va a mio avviso, letto anche pensando ai
differenti paradigmi culturali che coesistono, a volte in
conflitto, nel contesto occidentale; sono culture, a volte,
anche molto distanti da linguaggi e simboli religiosi.
La sfida è quindi parlare di verità che non cambiano
utilizzando linguaggi che cambiano.
RIVOLI
3. Il Papa e i Vescovi dicono: “le realtà che ci
preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola
di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di
suscitare una creatività missionaria (...) le difficoltà
sono un invito a liberare in noi le energie della
speranza traducendole in sogni profetici, azioni
trasformatrici e immaginazione della carità”.
Colpiscono soprattutto gli aggettivi che rilanciano
la creatività: quali prospettive pastorali immagini
per un nuovo incontro con le famiglie segnato dalla
novità del Vangelo?
Sr Simona
- Una prospettiva forse non concreta
ma che indica una nuova direttrice della pastorale,
assumendo l’ideale e cercando forme nuove e attuali
di evangelizzazione, la dico con le parole che il Papa
ribadisce non soltanto qui è quella della superiorità del
tempo sullo spazio. È uno dei principi che emerge più
chiaramente dall’esortazione e cambia completamente
la prospettiva pastorale: oggi la nostra pastorale è
centrata non sul tempo – cioè sull’accompagnamento
e il rispetto dei tempi che le persone hanno per
maturare dentro i loro orari, i loro cammini di fede, ciò
che la vita propone - ma sugli spazi. Nel testo c’è un
riferimento spettacolare alla crisi, una sottolineatura
specifica della crisi, delle tappe, della diversificazione
delle crisi. Emerge la necessità dell’accompagnamento
della crisi: tutte le persone affrontano le crisi che sono
passaggi liminari alla crescita. Non possiamo crescere
se non attraverso la crisi. Questa consapevolezza
cambia la prospettiva dell’accompagnamento nelle
fasi evolutive: i momenti cruciali, i passaggi. I cicli
antropologici vitali della famiglia corrispondono a cicli
vitali della fede. Dentro i passaggi della vita (es primo
figlio) tu maturi, cresci nella tua dimensione di fede.
Questo ci permette di riflettere concretamente sulla
vita delle nostre comunità: quanto tempo dedichiamo
alle riunioni e agli aspetti organizzativi, ma anche ai
catechismi, e quanto tempo dedichiamo all’ascolto
delle persone? Io mi scaldo su questo. La superiorità
del tempo sullo spazio stravolge i nostri schemi,
mette al centro la relazione umana, quella con Dio,
l’accompagnamento della cura del sacramento del
matrimonio che cresce attraverso le fasi della vita.
Perché vivere il sacramento che hai ricevuto il giorno
del matrimonio quando hai una situazione familiare
con un genitore malato o un figlio che vive dei momenti
di difficoltà è diverso.
Parrocchie nella Città
che permettano al prete di occuparsi del suo specifico
e, insieme, allargare alla comunità la responsabilità
dell’accompagnamento.
Fernanda - Metterei l’accento sulla necessità,
evidenziata nel testo, che la Chiesa si apra ad
una comprensione autentica della complessità
dell’esperienza di famiglia oggi. Tuttavia, riprendendo
una distinzione di E. Morin, sarebbe necessaria una
comprensione umana, non solo intellettuale. La
comprensione umana è tale se integra la comprensione
intellettuale con l’esperienza di immaginare di
mettersi nei panni dell’altro, di qualunque altro,
oltre che di considerare il ruolo dei contesti di vita e
delle culture di riferimento. Comprensione quindi
senza limiti, senza filtri, libera. Le risposte che ne
seguirebbero, le cosiddette “posizioni della Chiesa”,
non risulterebbero confuse o impoverite da tale “libertà
di comprensione” ma permetterebbero alla creatività
dello Spirito di guidare la successiva interpretazione
di tale complessità e le necessarie risposte che ne
deriverebbero, tutte ispirate alla Verità del Vangelo.
Mi pare che vada in questo senso l’analisi presentata
nel capitolo secondo che ha per titolo “la situazione
attuale della famiglia” nonché la critica alla “morale
fredda” o le parole di pag. 15: ”Esistono diversi modi
di interpretare alcuni aspetti della dottrina e alcune
conseguenze che da esse derivano (…) ; in ogni paese
e regione si possono cercare soluzioni più inculturate,
attente alle tradizioni e alle sfide locali.
Intervista coordinata da Lidia Zanette
Dall’Amoris Laetitia
alcune citazioni...
“Nella famiglia è necessario usare tre parole.
Vorrei ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie,
scusa. Tre parole chiave!” (n,133)
“L’amore convive con l’imperfezione, la scusa e sa
stare in silenzio di fronte ai limiti della persona
amata” (n.113)
“Non posso non affermare che, se la famiglia
è il santuario della vita, il luogo dove la vita è
generata e curata, costituisce una lacerante
contraddizione il fatto che diventi il luogo dove la
vita viene negata e distrutta.” (n. 83)
- È la pastorale della prossimità, certo. Ma i
sacerdoti oggi non hanno tempo per fare questo! La
loro giornata inizia prestissimo e non ha soste.
“Aprire la porta ad una pastorale positiva,
accogliente, che rende possibile un
approfondimento graduale delle esigenze del
Vangelo” (pag. 41)
Sr Simona - Infatti è la comunità che deve
assumersi delle responsabilità in merito a questo.
Nel matrimonio è bene aver cura della gioia
dell’amore. (pag. 113)
Piero
Filippo
- È vero, la pastorale non è soltanto un
compito del prete. Io penso al prete come alll’uomo
delle relazioni e vedo che gli competono invece mille
altre incombenze: dobbiamo trovare delle soluzioni
“Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere
“domestico” il mondo, affinché tutti giungano a
sentire ogni essere umano come fratello” (pag. 160)
17
GERMOGLI DI VERITÀ
incontri di preghiera e condivisione insieme alle persone separate o in nuova
unione ogni mese alle ore 21.00 nei seguenti luoghi:
domenica 23 ottobre 2016 a Pianezza, Villa Lascaris
giovedì 17 novembre, martedì 13 dicembre, giovedì 19 gennaio 2017,
martedì 21 febbraio a Rivoli - parrocchia Santa Maria della Stella
domenica 26 marzo a Pianezza, Villa Lascaris
giovedì 27 aprile e martedì 23 maggio a Rivoli - parrocchia S. Maria della Stella
domenica 18 giugno a Pianezza, Villa Lascaris
18
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Ripartono le iniziative per le famiglie
con bambini da 0 a 5 anni
Lo staff della Parrocchia Santa Maria della Stella che
segue i progetti rivolti alle famiglie dei bambini in età
0/5 anni è in pieno fermento: sabato 24 settembre
al pomeriggio in oratorio verranno presentati i nuovi
programmi e ci sarà l’occasione di raccontare ai
partecipanti le finalità delle iniziative già avviate, le
esperienze passate e gli sviluppi futuri.
progetti.
Potete seguire gli aggiornamenti sulla nostra pagina
Facebook “Semplicemente Mamma” e contattarci
all’indirizzo mail:
[email protected]
Per i bambini presenti sono previsti - dalle 16 alle
18 circa - momenti di gioco guidato (suddivisi per
età) e qualche attività esemplificativa delle proposte
di laboratori finora denominati “1,2,3... stella!” che
inizieranno a novembre sotto il cappello “Intrecci”, in
collaborazione con il comune di Rivoli e con il Tavolo di
progettazione Altrotempo Zerosei. Per le mamme con bebè fino ai 2 anni, nell’ambito
del progetto “Semplicemente... Mamma!” è stato
organizzato un incontro gratuito con un’esperta di
massaggio infantile e della scuola del portare, al fine
di presentare alcune tecniche che saranno oggetto
di attività successive. Inoltre verrà ufficialmente
dato il via ai cerchi delle mamme, agli incontri di
accompagnamento alla nascita e ai vari appuntamenti
con figure esperte di supporto sia per le donne in
gravidanza che per le neo-mamme.
Per quel che riguarda le serate di formazione alla
genitorialità “Essere genitori, un’arte imperfetta”,
proposte in collaborazione con l’associazione di
volontariato Famiglialcentro, sarà presentata al
pubblico questa iniziativa di grande successo giunta
alla 5a edizione.
Invitiamo dunque a partecipare i bambini in età
prescolare accompagnati da genitori e nonni e
chiediamo loro di aiutarci a diffondere i materiali che
verranno distribuiti per far conoscere a tutti i vari
19
LA SCELTA DI...
NON BERE
Ogni giorno, sera, notte, ogni ora le cronache
registrano una tragedia dove il consumo di alcol è la
causa scatenante di incidenti stradali, risse, scontri tra
tifoserie e bande, ma anche di tragedie che non sempre
compaiono in tv o sui giornali e che si consumano
tra le mura domestiche o nei corridoi ospedalieri.
Tragedie che pesano sulle spalle e nel cuore di chi
ne è in quel momento coinvolto e sono generalmente
vissute in solitudine e nell’indifferenza generale, non
esenti però dal giudizio e dalla condanna di chi incolpa
il bevitore come “un debole incapace” e i familiari
come “probabile causa scatenante” (se quel marito...,
se quella donna..., se quei figli bevono e si ubriacano...
è perché in famiglia!!!...).
Giudizio e condanna somministrati senza appello e
senza diritto di difesa.
L’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) ha inserito
l’alcol nell’elenco delle sostanze dopanti (droghe)
riconoscendone e denunciandone la pericolosità, la
capacità di indurre dipendenza e provocare danno
fisico.
La maggior parte delle Nazioni ne limita fortemente
o ne proibisce totalmente l’uso a chi si pone alla
guida di un mezzo; le società sportive lo bandiscono
dall’alimentazione degli atleti in gara; la medicina ne
consiglia un consumo limitato in quanto origine di
danni all’organismo; le aziende ne vietano il consumo
durante lo svolgimento delle attività lavorative, ecc.
ecc. ecc.
Ma... ammettiamolo!... siamo consapevoli di tutto ciò
e tuttavia l’alcol è fortemente radicato nella nostra
cultura e nelle nostre abitudini sociali: fin dalla nostra
nascita l’alcol è una presenza costante sulle nostre
tavole e ad esso ci rivolgiamo per celebrare ogni
occasione festosa: matrimoni, battesimi, successi
scolastici e lavorativi, compleanni, incontri di amici
ecc. ecc.
È così radicato nelle nostre “abitudini” che anche chi
non ne fa uso ne conserva nella propria casa almeno
una bottiglia di rappresentanza da offrire ad eventuali
ospiti “perché se viene qualcuno...!!!”.
Ma ipotizziamo di riservare la stessa attenzione a
un’altra sostanza presente nella tabella OMS, il tabacco
(e limitiamoci al tabacco!). Ipotizziamo di tenere in casa
un pacchetto di sigarette, o sigari, o tabacco sfuso, da
pipa per eventuali ospiti fumatori.
È una provocazione? Entrambe le sostanze sono
20
presenti nella tabella OMS... ma perché demonizziamo
il tabacco e accettiamo l’alcol?
In questa “euforia alcolica sociale” non sono poche
le case e le famiglie ove si vivono, soffrono, piangono
“tragedie individuali” causate dal consumo di alcol.
Abituiamoci a considerare il termine “consumo”
abbandonando il termine “abuso”. Quest’ultimo ci
porta a considerare la pericolosità della sostanza
solo se consumata in quantità eccessiva. Ma qual è la
quantità superata la quale si può definire “eccessivo”
un consumo?
L’unico limite è dato dalla Legge e la normativa attuale
italiana stabilisce come valore limite legale il tasso di
alcolemia di 0,5 g/litro: guidare un veicolo oltre questo
limite - e quindi in stato di ebbrezza - costituisce un
reato, punito, oltre che con la perdita di 10 punti della
patente, con le severe sanzioni previste dagli articoli
186 e 186 bis del Codice della Strada.
Non è possibile individuare limiti univoci e universali,
validi per tutti, in quanto la reazione dell’organismo alle
sostanze (metabolismo) varia da individuo a individuo
e ciò che è eccesso per uno, non lo è per l’ altro.
Infatti:
• non è forse vero che esistono persone che bevono
tranquillamente mezzo litro senza manifestare
grosse conseguenze e persone alle quali è
sufficiente mezzo bicchiere per non sentirsi più
padrone di se stesse?
• non è forse vero che la “dipendenza” da una
qualunque sostanza (alcol, fumo, droga, gioco) si
attiva con l’uso continuo e ripetuto?
• non è forse vero che nessuno è in grado di
conoscere la propria capacità di non-dipendere da
una sostanza, fino a quando questa dipendenza si
verifica?
E con la dipendenza si presentano i problemi, iniziano
le difficoltà individuali, familiari, sociali:
• i rapporti in famiglia si guastano, non ci si parla ma
ci si ignora e, se si parla, si urla;
• la persona che beve, per potersi avvicinare all’alcol
si inventa le scuse più assurde, raccontate però
con convincente maestria;
• questa persona perde ogni interesse, determinata
solo a procurarsi la sostanza senza che “gli altri”
se ne accorgano, dimenticando che qualunque
dipendenza viene incisa profondamente sul volto
RIVOLI
•
•
•
•
•
rendendo evidente al mondo ciò che si cerca di
nascondere
prima o poi presenterà problemi di salute, in primis
danni al fegato;
sul lavoro nascono problemi e tutto, dentro e fuori
la famiglia, si complica maledettamente;
l’ansia e la paura aggrediscono lentamente
il familiare che teme l’ora del rientro in casa
dell’altro;
i figli, se minori, non gradiscono più la compagnia
del genitore, fonte di vergogna con gli altri;
i figli, se maggiorenni, finiscono per nutrire
sentimenti ostili verso il genitore
Come uscirne?
Intanto convinciamoci che l’alcolismo non è una
malattia (se lo fosse esisterebbero farmaci in grado
di combatterla anche senza la nostra volontà, come
avviene con un raffreddore o qualunque altra malattia).
I farmaci considerati anti-alcolici hanno solo la
funzione di reagire in presenza di alcol nell’organismo
e renderne evidente l’assunzione. Non combattono il
desiderio di bere.
L’alcolismo è una dipendenza derivata da uno stile
di vita sul quale possiamo intervenire con un aiuto
esterno. Ci si può rivolgere:
• al servizio sanitario pubblico, ove agisce il SERT
(Servizio per affrontare le dipendenze);
• all’associazione degli Alcolisti Anonimi, attiva sul
territorio nazionale;
• all’associazione dei CAT (Club Alcologici
Territoriali), anch’essa nazionale e presente qui
sul territorio della zona ovest di Torino nei comuni
di Collegno, Grugliasco, Caselette (con il nome di
ACAT ZONA OVEST).
A quest’ultimo riguardo possiamo fornire ulteriori
dettagli:
i CAT sono comunità ideate dal professor Vladimir
Hudolin, psichiatra croato esperto di fama mondiale,
collega, amico, collaboratore del professor Basaglia al
tempo dell’abolizione dei manicomi (Legge 180).
Il metodo è anche noto come “metodo dei CAT”
e, a differenza di altre metodologie, promuove il
coinvolgimento della famiglia al completo, alcolista
e familiari senza limite di età, offrendo un ambiente
protetto ove ognuno abbia l’opportunità di confrontarsi
con l’altro, parlarsi e ascoltarsi in modo alternato, in
una parola “dialogare”. Cosa non possibile a casa dove
si fugge, si urla, ci si ignora.
Nei CAT attivi sul territorio della Zona Ovest si
incontrano famiglie con figli anche di minor età.
Perché? Perché far assistere il minore a confronti a
volte tormentati e poco piacevoli?
La risposta risiede in un’altra domanda: “Perché lo si
è fatto assistere alle scenate familiari, spesso anche
violente?”
Quando l’alcol entra in una famiglia, i problemi (litigi,
paure, discussioni, vergogne, violenze ecc., ecc.)
Parrocchie nella Città
ricadono su tutti i componenti, nessuno escluso,
nemmeno i minori. E quindi perché escluderli dal
tentativo di “rinascita”?
Abbiamo l’obbligo di coinvolgerli nei momenti di
ricostruzione dell’armonia familiare, ne devono tastare
il polso anch’essi per riacquistare la sicurezza e la
fiducia verso quegli adulti che li avevano prima non
considerati, offesi, violentati nella loro natura di bimbi.
Ecco perché partecipa l’intera famiglia. Tutti sono stati
coinvolti nel danno... tutti sono coinvolti nella ripresa.
Inoltre nei Cat il confronto si arricchisce ascoltando
e condividendo l’esperienza delle altre persone,
scoprendo che le difficoltà affrontate sono tutte
identiche nelle famiglie dove è entrato l’alcol. Ci si
trova quindi tra simili, ove nessuno giudica e condanna,
ma dove tutti si collabora per uscire dal malessere
comune... la famiglia può ricominciare ad alzare la
testa e convincersi che “... si può!”.
L’associazione ACAT ZONA OVEST, comprende 5
comunità (CAT) che si incontrano settimanalmente in
serate diverse e sono così distribuite: 2 a Collegno, 2 a
Grugliasco, 1 a Caselette.
La partecipazione è aperta a chiunque richieda aiuto e
non è assolutamente legata alla residenza.
Le persone e, di conseguenza, le famiglie in sofferenza
per questa dipendenza sono parecchie anche sul
nostro territorio. Tuttavia, in proporzione, poche sono
quelle che si rivolgono alle associazioni per chiedere
aiuto. Generalmente è il familiare che compie il primo
passo combattendo contro la vergogna, il senso di
sconfitta, la delusione. L’alcolista fatica ad ammettere
la propria dipendenza nascondendosi dietro il “non
bevo mica tanto e smetto quando voglio...”.
Ma grande è il numero (70% circa) di coloro che, iniziata
e proseguita la frequenza con la propria famiglia al
completo, ottengono la liberazione dalla schiavitù
dell’alcol.
La sede centrale è a Collegno, via Torino 1
Telefono 348.5249383 - 011.786089
Se hai difficoltà con l’alcol, perché continuare a
soffrire? Alza la testa, guardati allo specchio, sorriditi
e prendi la decisione...
“Altri ce l’hanno fatta, posso farcela anch’io con la
mia famiglia”.
Contattaci... 348.5249383 - 011.786089
Chiamando il cellulare si potrà concordare il momento
più favorevole per avere un primo confronto con
l’associazione
... E il primo passo è fatto!
21
RIVOLI SCOPRE
L’ARANCIO - NERO
Correva l’anno millenovecentosessantasei, da un paio
d’anni a Rivoli, nella Parrocchia di San Martino Vescovo
era iniziata l’attività scout con il primo gruppo legato
al TO 17°, mettendo le basi di quello che sarebbe poi
diventato il gruppo RIVOLI 2°, questo per iniziativa e
merito del vulcanico Don Luigi Ghilardi (13/09/1920 –
15/03/2001), da poco arrivato.
Nella mente di Don c’era già però qualcos’altro che
bolliva in pentola, la sua passione sportiva e calcistica,
che lo aveva portato a militare in gioventù (anno 1942)
nelle file della A.C. Roma, trovava concretizzazione
nell’organizzare in oratorio tornei di calcio a 5, visto
che di più al momento non era possibile fare, sul
campetto adiacente la chiesa.
Il suo obiettivo e sogno era però integrare l’offerta
sportivo-educativa con la costituzione di una vera e
propria società sportiva.
Nel mese di settembre di quel fatidico 1966 quel sogno
diventa realtà: con il primo gruppo di volenterosi
costituisce l’U.S. SAN MARTINO, aderendo al C.S.I.
(Centro Sportivo Italiano), e “inventando” la struttura di
Santa Maria d’Ovorio, con grande impegno personale
e dei primi “grifoni”; lo zampino ce l’ha messo
sicuramente anche la provvidenza…
A fine anni ’60 accade: il campo di granoturco
adiacente l’antico campanile di San Martino Dei Campi
(ciochè rot), diventa un campo sportivo regolamentare
per la pratica del calcio a 11; c’era da aspettarselo,
con quel Don che non stava mai fermo un attimo, tra
una celebrazione, un battesimo, un matrimonio ecc.
trovava sempre il tempo per andare a sudare in un
campo o nell’altro, e non per giocare…
Lo spirito di quegli anni era “elettrico”, l’entusiasmo
che il Don riusciva a trasmettere era contagioso, oltre
che… fulminante!!!
Da quel tempo molta acqua è passata sotto i ponti,
tantissimi ragazzi sono passati nelle file dei grifoni
arancio-neri, diventando veri uomini e veri cristiani,
come avrebbe poi scritto di suo pugno il Don sul suo
22
testamento spirituale; se poi qualche volta ciò non è
accaduto, sicuramente la testimonianza del Don e degli
allenatori responsabili ha dato quel valore aggiunto in
grado di completare il percorso di crescita arricchendo
lo spirito e tonificando il corpo.
Questo 2016 diventa un traguardo di tappa importante,
degno di essere celebrato e ricordato, in questo tempo
avaro di esempi positivi, non dimentichiamo che in
questi ultimi 50 anni l’U.S. San Martino è l’unica società
sportiva di Rivoli che vive come tale dalla fondazione,
mentre nella nostra città ne sono nate e defunte molte…
Il 2 giugno è stata una giornata memorabile in cui
ragazzi, famiglie, allenatori e responsabili, i nostri
Don (ben 4, Don Giovanni, Don Andrea, Don Paolo, Don
Fabrizio) si sono ritrovati sul campo “Don Luigi Ghilardi”
per vivere insieme momenti utili allo spirito e al corpo,
con celebrazione di una S. Messa di ringraziamento,
seguita naturalmente da giochi per tutti, mettendo a
dura prova polmoni a volte non più abituati a “bruciare”
ossigeno, arti inferiori non più abituati a macinare
chilometri, ma poi alla fine quello squisito “spiedo
bresciano” con polenta ha messo d’accordo tutti…
Ringraziamo il buon Dio per questo dono durato
50 anni, non mettiamo limiti alla Provvidenza e
alla buona volontà, augurando all’U.S. San Martino
A.S.D. di arrivare con profitto alle…. tre cifre, dando
appuntamento alla comunità per i prossimi momenti
di questo cinquantennale.
Luigi Viacelli
Cresimandi in cammino...
RIVOLI
Parrocchie nella Città
PASSARE. GUARDARE, CONTEMPLARE, LASCIARE,
PERDONARE, DIVENTARE
sono le parole che hanno fatto da filo conduttore nel
nostro cammino verso luoghi speciali, dove incontrare
Chiara e Francesco attraverso chi, ancora oggi, ne dà
testimonianza vivendo il Vangelo:
la Porta Santa della Cattedrale di S.Rufino dove i due
Santi hanno ricevuto il Battesimo, il Serafico, con i suoi
ragazzi disabili e quanti si dedicano a loro ogni giorno
con amore, la Basilica di S. Chiara con il Crocifisso di S.
Damiano, e poi la Basilica di S. Francesco, la chiesetta
di san Damiano, il Vescovado, dove S. Francesco ha
“lasciato” la sua vecchia vita insieme ai suoi abiti, la
Porziuncola, dov’è nata la prima comunità.
Infine La Verna, luogo suggestivo fra le montagne in
cui Francesco ricevette le stimmate divenendo anche
nel fisico sempre più “simile” a Gesù.
Sono stati giorni intensi, di crescita, ricchi di esperienze
- come dimenticare la Messa vissuta insieme ai
ragazzi del Serafico? -, tra incontri, scenette e gioco,
per capire come questi verbi possano cambiare anche
la nostra vita. Ci siamo lasciati con un impegno non
da poco: “DIVENTARE RIFLESSO dell’ AMORE E DELLA
MISERICORDIA DI DIO”. Già lì ad Assisi vecchie amicizie
si sono rafforzate e ne sono nate di nuove, il primo
passo è fatto: a noi continuare…
Felicetta, Filippo, Francesca, Laura, Maria, Paola,
don Andrea e Suor Erika
Per me Assisi è stata una tra le cose che mi hanno
fatto riflettere di più da quando quel pomeriggio
siamo arrivati e siamo andati a fare la messa con i
disabili al Serafico: mi sono emozionato… e l’ultimo
giorno nell’andare a LA VERNA ho visto un paesaggio
mozzafiato… non so scrivere altre parole per esprimere
l’emozione: abbiamo percorso la strada insieme a
Francesco!!!
È stata un’esperienza che ci ha aiutato e fatto capire e
in certi momenti è stata molto molto divertente, direi
FIGO. Grazie ai miei compagni e ora amici… grazie
CATECHISTE .
Edo Melotti S.Maria della Stella
L’esperienza vissuta in quei tre giorni ad Assisi è stata
sicuramente positiva. Sia dal punto di vista culturale
che da quello più spirituale.
Ci siamo dedicati alla conoscenza più approfondita di
due Santi, San Francesco e Santa Chiara, scoprendo
com’era la loro vita.
Mi ha colpito la sua scelta di vita che per l’epoca è
stata, e lo sarebbe tutt’ora, controcorrente.
Sapere che la scelta di S. Francesco è stata dettata
dalla fede è stato per noi un momento di profonda
riflessione.
Non ultimo è stato importante il contesto nel quale
abbiamo vissuto quest’esperienza, che ci ha permesso
di avere molti momenti di aggregazione e ha permesso
di consolidare amicizie prima più superficiali.
Jacopo Gamberoni san Bernardo
23
È stata un’esperienza bellissima, mi sono divertita
molto. La cosa che mi ha colpita di più è stata la chiesa
di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola dentro e
anche la storia di San Francesco.
Si è creato anche un bel clima tra noi ragazzi.
Valentina Lionello S.Martino
Maria Immacolata Ausiliatrice
L’esperienza ad Assisi è stata una di quelle che sono
difficili da dimenticare: stare insieme con gli amici e
soprattutto scoprire nuove realtà al di fuori di quella
nostra quotidiana è stato educativo ed emozionante.
L’emozione di trovarsi in un luogo dove un tempo
camminava San Francesco è stata indescrivibile.
La Basilica di San Francesco è meravigliosa, nonostante
la folla quasi ci soffocasse. I bellissimi affreschi che
decorano la Basilica Minore e quella Maggiore, sono
significativi e pieni di colore. Le varie scene della vita
di Francesco, dipinti da Giotto, sono qualcosa di unico,
inimitabile. Forse è per questo motivo che questo luogo
mi ha attratto più degli altri.
Il Convento e la Chiesa di San Damiano sono un altro
luogo suggestivo che abbiamo visitato: i luoghi di
preghiera, le stanze, i dormitori e il piccolo giardino
con il pozzo, rendono piacevole quel luogo speciale.
L’incontro con un frate ha approfondito le nostre
conoscenze sulle vite dei due santi.
La curiosità e la voglia di scoprire cosa ci aspettava
alla tappa successiva sono state essenziali durante
questo pellegrinaggio: questi luoghi sacri, le lunghe
camminate, le sgridate delle catechiste (diciamoci la
verità, chi non se le aspettava?), le lacrime, le risate
con gli amici, le belle serate trascorse a giocare e
le lunghe notti a chiacchierare ci hanno fatto vivere
un’esperienza unica di emozione, condivisione,
24
scoperta e amore di Dio per noi.
Mariasole Curti Giardina
S.Maria della Stella
Nel tragitto tra Rivoli e Assisi in pullman ci siamo molto
divertiti: abbiamo giocato e raccontato barzellette,
persino io, Simone, ne ho detta qualcuna.
Ad Assisi abbiamo visto molte chiese e scoperto tante
storie su San Francesco e Santa Chiara, ma la cosa più
bella è che siamo rimasti uniti.
Simone Mosca - S.Martino
Maria Immacolata Ausiliatrice
RIVOLI
Parrocchie nella Città
UNA SUPER SUPERESTATE
“La felicità non è una destinazione ma una scelta di
vita”
La nostra giornata iniziava con il servizio di
manovalanza svolto a supporto dell’estate ragazzi
elementari e dell’estate medie, tra San Martino, San
Bernardo e Stella, dove abbiamo conosciuto bambini
e animatori tra una portata e l’altra. Nel pomeriggio
il gruppo di manovali si riuniva e si trasformava
nel gruppo della Super Estate, pronto per scoprire
ogni giorno le caratteristiche di una felicità che sta
nell’essenziale. Dopo i primi giorni di scoperta e
conoscenza, e di qualche nuovo ingresso nel gruppo,
abbiamo passato i pomeriggi della nostra prima
settimana tra attività e giochi, e anche qualche tuffo
in piscina.
Nella seconda settimana gli animatori ci hanno
proposto tantissimi giochi basati sulla ricerca della
nostra felicità. Inoltre abbiamo passato una bellissima
giornata al mare, provato la boxe per un pomeriggio,
e approfondito la conoscenza di noi stessi durante un
cammino personale.
La terza settimana è stata la più intensa, la più
colorata e anche la più movimentata. Il momento più
bello è stato certamente il campetto di tre giorni a
Pisogne, alla base navale scout costruita sulle rive del
lago d’Iseo. Qui abbiamo potuto sperimentare la vita
da campo e l’essere comunità, oltre che provare la
sensazione del camminare sulle acque del lago grazie
alla famosa passerella arancione costruita dall’artista
Christo.
La nostra Super Estate è stata un insieme di allegria e
bellezza, che abbiamo vissuto insieme fino all’ultima
pizza al parco e l’ennesimo gelato per merenda,
immortalando con innumerevoli selfie tutti i momenti
stupendi passati insieme ai nostri amici.
Super Estate: “ricordi impressi in un istante come
una polaroid, a volte sembra tutto distante ma è stato
scritto per noi”.
I ragazzi della Super Estate
25
FORTI FORTI FORTI
“Il tour estivo-educativo in bicicletta dell’Estate Medie”
Anche quest’anno i ragazzi delle medie delle quattro
Parrocchie di Rivoli hanno colorato le strade della
città con le loro biciclette. Più di cento tra animatori e
animati per un tour educativo itinerante, sul tema della
felicità. “Forti Forti Forti”, ecco lo slogan che abbiamo
scelto, sviluppato attraverso due grandi tematiche: da
una parte le Beatitudini, dall’altra lo Sport con tutti i
suoi valori educativi.
Al mattino, come sempre, ritrovo per tutti i ragazzi
intorno alle ore 8 nelle varie parrocchie, dove
un’équipe di 3-4 animatori era pronta ad accoglierli e
accompagnarli in bicicletta a San Martino, diventata
per quelle tre settimane punto di riferimento e quartier
generale per le nostre attività del mattino.
Accoglienza, balli, preghiera, tornei, laboratori manuali
sono stati gli ingredienti che hanno contribuito allo
sviluppo di un tema che ha portato domande, dubbi,
confronti, ma soprattutto ci ha fatto incontrare,
attraverso il racconto delle nostre esperienze e delle
nostre vite.
Dopo il pranzo distribuito dalla CAMST, e gestito da
alcune mamme volontarie con l’aiuto di alcuni giovani
ragazzi del “progetto manovali”, tutti in sella per il
pomeriggio in bicicletta. Le nostre mete sono state:
Parco di Rivalta, Parco di Alpignano, Castello di Rivoli,
Lago Pessina di Rosta, Campo del San Martino Ciochè
26
Rot, Parco La Marmora. In questi luoghi tanti giochi
e attività a tema, considerando che la parte più bella
per i ragazzi è sempre quella del viaggio in bicicletta,
dove si condividono le fatiche della pedalata, dove ci
si scambia un sorso d’acqua quando il sole diventa
insopportabile, dove nascono e si consolidano le
amicizie.
In queste tre settimane siamo andati anche in piscina
alle Cupole Lido, un giorno al Mare ad Albissola marina
e due giorni a Nave nell’Oratorio San Filippo Neri, dove
per diversi anni il nostro don Andrea Zani è stato
viceparroco.
Tra le esperienze più significative ricordiamo anche
quella vissuta al SERMIG e al GRUPPO ABELE, dove
i ragazzi hanno assaporato e sperimentato il tema
dell’accoglienza e del servizio.
Il progetto estate in bicicletta per le medie “si è
concluso” il 1° luglio, con un una semplice festa sul
sagrato della Stella. Ad alcuni abbiamo augurato buone
vacanze ad altri “arrivederci al campo!” Il progetto
educativo della Pastorale Giovanile delle Parrocchie di
Rivoli non è un’esperienza fine a se stessa, ma è una
tappa importante di un percorso che dura tutto l’anno.
Il mondo dell’educazione è sempre in cammino… anzi,
in sella!
Andrea Piccirillo
(Coordinatore dell’Estate Medie)
RIVOLI
CAMPO 1^ e 2^ MEDIA
Colonia Viberti
“La forza non basta ci vuole cuore e testa per diventare
un Dragon Trainer”.
Dopo tre settimane di Estate Ragazzi in bicicletta è necessario staccare un po’. Magari partire per la montagna, in un posto più tranquillo, immerso nella natura
come Colonia Viberti a Exilles.
Qui ha avuto inizio l’esperienza del campo di 1^ e 2^
media, ambientato nella storia del film di animazione
“Dragon Trainer”. Al mattino sveglia ore 7.30, un buon
risveglio muscolare nel campo da calcio e un po’ di
ginnastica guidata dagli animatori. A seguire, abbondante colazione preparata dalle cuoche per iniziare al
meglio la giornata.
I ragazzi erano divisi in 6 squadre, dopo la colazione
ogni squadra si divideva nei servizi di pulizia della
casa: pulire le camerate, raccogliere gli oggetti dispersi nel campo, lavare i piatti, raccogliere la legna, lavare
i bagni e perché no, anche un po’ di tempo per pensare
all’igiene personale. Ogni giorno la squadra cambiava
il servizio così da permettere a tutti di ruotare nelle
varie attività.
Dopo questo momento importante, iniziavano le attività in cui abbiamo sviluppato temi come: il gioco di
squadra, la disabilità, la fiducia, la fatica, i talenti ecc…
I ragazzi hanno partecipato attivamente, ognuno con
Parrocchie nella Città
le sue fatiche e le sue domande, ma anche con tanto
entusiasmo soprattutto quando le attività diventavano
giochi e tornei.
Prima di cena, intorno alle 18.30, don Andrea e Filippo, il nostro seminarista, proponevano un momento di
preghiera con la Messa o la liturgia della parola, nella “cappella all’aperto” sotto la pineta: un momento
di stacco e di silenzio per recuperare le energie e per
ricordarci che l’esperienza che stavamo vivendo lì faceva parte di un progetto più grande.
Dopo la cena invece giochi notturni, balli di animazione, tanti momenti per stare insieme che si concludevano al falò. Intorno al fuoco, dopo qualche istante di
silenzio per contemplare le stelle, un canto, una preghiera e tutti a dormire.
Il campo è un’esperienza di condivisione, che aiuta a
crescere e a diventare più maturi. Noi come équipe
educativa crediamo che questo tipo di esperienze, se
vissute con entusiasmo, portano sempre molto frutto.
Come direbbe la canzone scritta dal nostro coordinatore Andrea Piccirillo… “La forza non basta ci vuole
cuore e testa!”!
Gli animatori del campo 1^ e 2^ media
27
CAMPO 3^ MEDIA - Pisogne
“Tutti a Pisogne! In canoa sul Lago di Iseo”
Dopo l’esperienza in bicicletta mancava quella in canoa. Il campo di 3^ media, si è svolto a Pisogne, in una
base nautica Scout a due passi dal Lago d’Iseo. Solo
quattro giorni effettivi di campo ma vissuti in pienezza
in un clima sereno di amicizia.
Abbiamo dormito in tenda e sperimentato la bellezza
della canoa e della gita in barca a vela. In quei giorni,
insieme a noi, c’era un gruppo di scout francesi con
cui abbiamo condiviso gli spazi del centro nautico. Con
loro abbiamo anche organizzato delle attività/gioco
sul tema della conoscenza e del pregiudizio.
Questo campo a Pisogne è stato davvero divertente e
ci ha aiutato a capire che le cose belle si possono fare
solo quando siamo insieme agli altri. Grazie agli animatori, al don, ai cambusieri e a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di questo campo, come
sempre indimenticabile!
I ragazzi del campo di 3^ media
(Pisogne 2016)
28
RIVOLI
Parrocchie nella Città
CAMPO ADOLESCENTI AD ASSISI
Dal 18 al 21 luglio la magnifica Assisi ha accolto un gruppo di 52 tra adolescenti di 1° e 2° Superiore e Animatori
dei Gruppi.
Passando attraverso i luoghi di Francesco e Chiara ci siamo fatti guidare nel profondo dal Suo sguardo d’Amore
unico per ciascuno di noi.
Anche noi come Francesco abbiamo nel profondo un sogno, il sogno di amare ed essere amati attraverso le
scelte della nostra vita.
Come lui vogliamo vivere con e per i nostri amici e fratelli e vogliamo essere gente allegra e felice che percorre
le strade del mondo!
Donatella
Testimonianza di una giovane animatrice
“Siamo giunti al termine di un’altra estate fantastica insieme a voi! La nostra prima esperienza in veste di animatori.
Siamo riusciti a trasmettere a tantissimi ragazzi il significato di felicità.
Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto con i nostri ragazzi. Ci siamo divertiti e soprattutto abbiamo fatto divertire.
Con la giornata di oggi abbiamo concluso anche il campo ad
Assisi.
Un ritiro breve ma intenso, in un luogo affascinante.
Assisi, la città di San Francesco e Santa Chiara, è davvero
incantevole. La città inizia a sorprenderti dalla Porziuncola,
coi suoi capolavori dell’arte. Nelle sue splendide basiliche di
Santa Chiara e San Francesco ad ammirarne gli affreschi, le
decorazioni.
Le sue piazze, le chiese, la Rocca, le vie e i numerosi religiosi
con le loro tuniche rendono l’atmosfera ricca di spiritualità.
Si respira un’aria di pace.
È stato un campetto diverso dal solito ma allo stesso tempo
ricco di emozioni, un’esperienza unica!
Grazie!”
Elisa Virzì
29
I
R
O
I
R
E
P
U
S
E
T
A
SUPEREST
GLI SCOUT
piccoli uomini in grado di volare ad alta quota
Provo tenerezza e ammirazione per i ragazzi e le ragazze scout
di Rivoli e Susa che, di tanto in tanto, in tutte le stagioni ci
allietano con la loro presenza qui ad Exilles, immancabilmente
alla Messa della domenica e con allegri canti e simpatici giochi
nel pomeriggio.
Tutti festosi scorrazzano per le viuzze, portando un po’ di
allegria alla monotonia qui regnante. Li osservo come fossero
miei nipotini e nipotine (addirittura confondendoli!), loquaci ma
composti, sempre attenti agli occhi vigili degli accompagnatori,
in tanti poco più adulti di loro. Per me, quando a poco più di cinque
anni andai a vivere in campagna, a dieci km da Gioia del Colle
- dove mio padre aveva trovato lavoro come fattore - s’infranse
il sogno di fare il chierichetto alla Parrocchia del Sacro Cuore.
E di questo ho sofferto tutta la vita. Perché dopo non ho avuto
altre occasioni. Il destino mi ha portato a peregrinare in diverse
Regioni per motivi di lavoro.
Ecco perché negli scout vedo un segmento dei miei sogni che
riflettono una delle strutture portanti della Fede e dell’esistenza.
Grazie ragazzi! Veniteci a trovare più spesso. Vi prometto
un’ottima pastasciutta vecchia maniera! Fate sognare ancora
chi ha superato gli “anta” da diversi decenni.
(Pomeriggio del 26 marzo 2016) Tonino Petrera
30
RIVOLI
LA CACCIA DELLA MISERICORDIA
Questo 2016 non è stato un anno come tutti gli altri per noi
scout, viste le molte iniziative e ricorrenze: i 100 anni dello
scautismo cattolico in Italia, i 100 anni dalla fondazione dei
Lupetti nel mondo e il Giubileo della Misericordia, indetto
da papa Francesco hanno influenzato in maniera decisiva e
positiva le attività del nostro anno. L’esperienza che si vuole
raccontare a tutta la comunità è legata proprio a questo
speciale avvenimento che è il Giubileo della Misericordia.
Come Comunità Capi del Rivoli 1 ci siamo interrogati su
come potessimo far vivere ai bambini, ragazzi, giovani che ci
vengono affidati un momento forte legato a questo Giubileo.
La risposta è stata molto semplice: ma con un pellegrinaggio!
Per la scelta della meta abbiamo voluto seguire una delle
tante “provocazioni” di papa Francesco, ossia quella di
non fare un pellegrinaggio a Roma, come solito in questi
eventi, ma di vivere le proprie realtà locali. E quale miglior
destinazione del monumento simbolo del Piemonte, ossia
la Sacra di san Michele? Ogni Branca ha quindi preparato
il proprio itinerario, dedicando all’esperienza i giorni del
triduo pasquale. Per quanto riguarda noi Lupetti (i bambini
tra gli 8 e gli 11 anni), siamo partiti giovedì 24 marzo alle 10
dal sagrato della Stella; con noi c’erano gli adulti del MASCI,
che ci hanno fornito supporto logistico lungo tutto l’arco dei
tre giorni della nostra “Caccia”, che è il nome con il quale
chiamiamo le nostre uscite, visto che viviamo nell’ambiente
fantastico de “Il Libro della Giungla”. Ci siamo quindi inoltrati
per i sentieri della collina morenica fino ad arrivare allo
stagno Pessina, dove abbiamo pranzato, giocato per alcune
ore e ammirato le meraviglie della primavera, che proprio in
quei giorni stava esplodendo. In particolare tanto è stato lo
stupore di fronte alla superficie dello stagno letteralmente
ricoperta da uova di anfibi! Per molti era la prima occasione
di ammirare un tale spettacolo e certe immagini permettono
di riflettere su quante occasioni offra la natura per
ammirare la grandezza e l’infinita bontà del Signore. Nel
tardo pomeriggio, dopo aver raccontato ai Lupetti il perché
di questa nostra Caccia, siamo poi ripartiti alla volta della
parrocchia di Reano, dove siamo stati ospitati e abbiamo
vissuto il momento della lavanda dei piedi. La seconda
Parrocchie nella Città
Lupetti
giornata prevedeva lo spostamento da Reano a Chiusa di
san Michele, con tappa intermedia al lago di Avigliana. La
nota lieta, e inaspettata, della giornata è stata la spontanea
voglia di cantare da parte dei Lupetti; ore e ore di Canti
Giungla hanno inondato i boschi della collina morenica, il
lago di Avigliana e le pendici del monte Pirchiriano. Arrivati
a destinazione, dopo il necessario svago abbiamo quindi
vissuto l’esperienza dell’ultima cena, prima di crollare tutti
quanti addormentati. Il sabato mattina era il grande giorno:
quello nel quale tutti i nostri sforzi sarebbero stati premiati!
Alla partenza c’era tanta stanchezza, ma anche tanta
emozione. Torniamo indietro fino a Sant’Ambrogio e, salendo
sull’antica mulattiera, approfittiamo delle stazioni della Via
Crucis sia per viverla che per riposarci un po’. Dopo circa due
ore ce l’abbiamo fatta, siamo in vetta! Incontriamo il Reparto
e il Clan, che hanno vissuto anch’essi i loro pellegrinaggi.
Mangiamo insieme e poi è tempo di una meritata visita
alla Sacra, prima di ridiscendere per prendere il treno che
ci avrebbe portati ad Alpignano e di lì, sempre a piedi, di
nuovo alla Stella. Ad aspettarci c’erano tutte le famiglie
del Gruppo, pronte ad accoglierci con una grande cena
condivisa per festeggiare la Pasqua, i nostri pellegrinaggi,
ma anche il 94° compleanno del Rivoli 1 che, casualmente,
cade proprio il 26 marzo. Come coronamento di tutta questa
esperienza abbiamo poi partecipato, anche se molti con
gli occhi decisamente pesanti come è naturale, alla Veglia
pasquale. Alla fine di tutto, il contachilometri segnava ben
32 km; a parte la bella impresa dal punto di vista fisico per
dei bambini di 8-11 anni, che da troppo tempo mancava
tra le attività del nostro Gruppo, questo pellegrinaggio è
stato davvero una bella esperienza anche dal punto di vista
spirituale! La fatica, vissuta sempre con il sorriso sulle
labbra, la natura, sempre pronta a stupire, la preghiera,
nella quale i bambini riescono a dare più di quanto noi adulti
possiamo pensare, e il gioco, sempre scatenato nonostante i
tanti km, sono stati gli ingredienti principali di questa nostra
Caccia della Misericordia.
Stefano Coscia
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Laboratori…
per crescere insieme
L’Oratorio è occasione per incontrarsi e per crescere insieme in uno spirito di amicizia e di gruppo.
Anche i Laboratori proposti dall’Oratorio hanno la stessa finalità, non esiste il linguaggio della competizione,
della “prima fila”, del più bravo, esiste invece il linguaggio del crescere insieme attraverso l’apprendimento o la
sperimentazione di una disciplina sportiva o artistica, c’è il linguaggio del far bene, non per primeggiare, ma per
dare il meglio di sé, perché oratorio vuol dire anche far bene con cura e impegno.
Sono sempre il gruppo e lo spirito di Comunità i protagonisti dei saggi.
Grazie a tutti i maestri che volontariamente offrono il loro tempo, la loro passione e le loro competenze.
HIP HOP VENERDÌ
JUDO ELEME
NTARI
MUSICA
NTARI
LATINO AMERICANO ELEME
DIE
HIP HOP ME
LATINO AMER
ICANO MEDIE
32
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Qualcosa di bello da leggere
Mio fratello rincorre i dinosauri
Mio fratello Simple
Ben due libri questa volta! Uno italiano, di un ragazzo
diciannovenne, uno francese, di una premiata scrittrice.
Un’esperienza reale l’uno, invenzione l’altro; più sofferto
il primo, più brillante il secondo. Entrambi raccontano difficoltà, tenerezze, coinvolgimenti di due ragazzi alle prese
con i fratelli mentalmente disabili.
Giacomo, solida famiglia alle spalle, quando nasce il fratellino tanto sognato, anche se non è proprio come lo voleva, si adatta.
Poi… La stupida pietà e gli sguardi strani della gente lo
rendono sempre più consapevole della diversità di Giovanni e così subentra in lui la vergogna: si rifiuta di presentare a compagni e amici il fratello Down, tende a ignorarlo e quando proprio è costretto fuori casa con lui, finge
di non conoscerlo.
Finchè… la gioia di vivere di Giovanni, la sua dolce semplicità, i suoi strani meccanismi mentali lo conquistano e
Giacomo ne diventa così consapevole e orgoglioso da presentarlo persino con un corto su Youtube…
Klèber e Simple invece non hanno praticamente famiglia:
il padre, vedovo e risposato, ha chiuso Simple (23 anni
anagrafici e 3 mentali) a Malecroix, un istituto.
Klèber invece lo vuole libero e felice. Quasi diciottenne, se
ne assume la responsabilità e se lo porta dietro a Parigi
dove va a studiare.
Simple non gli rende certo facili la vita e gli studi, con il suo
Signor Coniglio (che perde o amputa, a seconda dell’umore), la sua “stopila”, le sue trovate, le sue fughe.
Ma nell’alloggio di universitari, in cui sono stati accolti,
sarà proprio la presenza di Simple l’Idiota, come si autodefinisce, a sconvolgere, arricchendola, la vita di tutti,
rendendoli più maturi e più umani.
Parafrasando, in parte, il risvolto di copertina:
prima di tutto viene la ribellione e la paura
poi la delusione e la pena
poi l’esasperazione e la vergogna
poi l’accettazione
infine l’amore assoluto.
Mio fratello rincorre i dinosauri – Storia mia e di Giovanni
che ha un cromosoma in più -Giacomo Mazzariol - Mondadori Mio fratello simple – Marie-Aude Murail - Giunti
G. Mazzariol . 1997 Castelfranco Veneto, dopo il corto su
YouTube, ha deciso di descrivere in questo libro le varie
fasi della sua vita col fratello Giovanni, che è Down, e lo ha
fatto in modo eccellente.
M.A. Murail è una prolifica e pluripremiata scrittrice francese. In Italia pubblica con l’editore Giunti.
Paola Cornaglia
33
Rinnovamento nello Spirito Santo
Il Rinnovamento nello Spirito Santo può considerarsi un dono speciale dello
Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo.
Nato nella Chiesa e per la Chiesa, il nostro è un Movimento nel quale, alla luce
del Vangelo, si fa esperienza dell’incontro vivo con Gesù, di fedeltà a Dio nella
preghiera personale e comunitaria, di ascolto fiducioso della Parola, di riscoperta vitale dei Sacramenti, ma anche di coraggio nelle prove e di speranza
nelle tribolazioni.
È il movimento ecclesiale che ci aiuta a fare esperienza di Gesù e oggi più
che mai siamo alla ricerca di questo Gesù che per tanti fratelli resta lontano e
sconosciuto. Conoscere Cristo è una nostra necessità e a volte sentiamo che
nella vita ci manca qualcosa, non sappiamo cosa cercare mentre Gesù è lì
che ci aspetta; è venuto per noi e continua a tenderci la mano in ogni istante.
Tutti noi che ci incontriamo settimanalmente per la preghiera comunitaria carismatica, possiamo testimoniare che, da quando facciamo questo cammino,
la nostra vita è cambiata, non perché facciamo cose molto diverse, ma perché
il Signore settimanalmente modella il nostro cuore come il vasaio modella la
creta. Il segreto è nel farsi piccoli e bisognosi di Lui, donandogli totalmente
la vita, aiutandoci a crescere nella fede come fratelli in Cristo e amandoci a
vicenda.
Nella città di Rivoli ci sono tre Gruppi che si trovano a pregare:
lunedì, ore 20,45 presso sala della Parrocchia San Bernardo;
mercoledì, ore 20,45 presso sala della Parrocchia San Martino;
giovedì, ore 20,45 presso la Chiesa di Gesù Salvatore
Se ti affiderai nelle mani di Gesù, riempirai il suo cuore di gioia e il tuo cuore potrà fare festa con Lui.
Vieni a pregare con noi e a proclamare che Gesù è il Signore della tua vita e che non ce n’è altri.
Alleluia!
Gruppo Rinnovamento nello Spirito (di Gesù Salvatore)
Rassegna Teatrale Sotto il Castello
stagione 2016 / 2017
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, con oltre 1200
spettatori di cui solo tre si sono addormentati, partirà
per la stagione 2016/2017 la seconda rassegna “Teatro
sotto il Castello” dedicata ai gruppi amatoriali Rivolesi,
organizzata dal gruppo volontari del Cinema Teatro
Borgonuovo, con il patrocinio della Città di Rivoli.
Inizierà il 22 e 23 Ottobre la Compagnia Artisti per caso,
(vedi foto) con “Essere o non essere” Regia di Gianni
Garzara, proseguirà il 26 e 27 Novembre il Laboratorio
Teatrale Uni3 di Rivoli con “Streghe Ladri e Amanti” con la
regia di Cesare Agosti.
Il 17 e 18 dicembre sarà la volta della compagnia
Borgonuovo padrona di casa, con “Una tonnellata di soldi”,
di Will Evans, regia di Giovanni Barolo.
Sabato 28 gennaio il Gruppo San Bernardo presenterà
“Pensione O ‘Marechiaro”, regia di Franco Rolfo e Giancarlo
Fogli e domenica 29 Gennaio la Compagnia dell’Oblio
proporrà il musical ”Just Smash”, direttore artistico
Davide Peretti.
Il 25 e 26 Febbraio sarà la volta della Compagnia Teatrale
Rivolese con “Il campanellino”, regia di Gruppo. Sabato 25
Marzo Le Fate Faville presenteranno “Carta bianca”, regia
di Monica Cremonesi e domenica 26 i Brocchi da Carretta
concluderanno la rassegna con “Una notte da Oscar”,
regia di Raffaella Caruso.
Visto il risultato della scorsa stagione, la compagnia
Borgonuovo proporrà la replica del suo spettacolo la
sera del 31 dicembre per festeggiare insieme l’arrivo del
34
nuovo anno.
Fuori rassegna Giovedì 2 e Venerdì 3 Febbraio saranno
ospiti i Gemelli Barolo con uno spettacolo di Cabaret.
Tutti gli spettacoli si terranno al Cinema Teatro
Borgonuovo, splendida struttura unica nella zona,
perfettamente attrezzata per accogliere nel migliore dei
modi sia le compagnie che gli spettatori.
Le rappresentazioni avranno inizio il sabato alle ore 21 e
la domenica alle ore 16, ingresso posto unico 6 euro, la
serata del 31 dicembre avrà inizio alle ore 22 ingresso
posto unico 15 euro e comprenderà un brindisi con gli
artisti.
Le due serate dei Gemelli Barolo del 2 e 3 Febbraio
avranno inizio alle 21,30 e saranno a tempo unico con
ingresso a 4 euro.
Vi aspettiamo, per informazioni:
[email protected]
RIVOLI
Parrocchie nella Città
QUALE EUROPA?
QUALE FAMIGLIA?
Due conferenze, sulla politica europea riguardo
l’emigrazione e sulla famiglia, hanno chiuso il ciclo
degli incontri programmati da Rivoli Crocevia presso
il Cinema Teatro Borgonuovo. Due temi diversi
per rispondere a domande di estrema attualità
riguardanti istituzioni messe in crisi da trasformazioni
profonde, fragili e divise rispetto un domani incerto,
drammaticamente dipendenti da scelte e vicende
spesso subite con rassegnazione, rabbia o superficiale
disinteresse.
Il 29 aprile, Luca Jahier, membro del comitato di
presidenza del CESE (Comitato Economico e Sociale
europeo) ha parlato di “MIGRANTI IN ARRIVO O
MILIARDARI EVASORI: CHI CI RUBA IL FUTURO?”
• Un titolo provocatorio, che sollecita a interrogarci:
il costo dell’evasione fiscale e l’inerzia per
contrastarla scandalizzano meno delle spese
sostenute per accogliere migranti e rifugiati,
anche se da decenni condizionano pesantemente
lo sviluppo non solo economico dell’Italia;
• un’analisi attenta delle scelte dell’Europa riguardo
al fenomeno migratorio e alle spese sostenute
dagli Stati europei per l’accoglienza;
• una riflessione sull’Europa e il suo futuro:
l’Europa sognata dai padri fondatori, da Adenauer,
Schuman, Churchill, De Gasperi… è ancora in grado
di preservare quei valori sociali che ne ispirarono
la nascita? Può ancora avere un ruolo politico e
sociale determinante? Potrà garantire la crescita
economica preservando la sicurezza e la giustizia,
impedendo che si allarghi sempre più la forbice tra
ricchi e poveri?
Secondo Jahier, per affrontare seriamente un
problema destinato a crescere è fondamentale
garantire una corretta informazione e una narrazione
diversa da quella che parte della politica e dei massmedia diffondono: non ci si può illudere di governare
un problema così complesso senza il coraggio di scelte
lungimiranti, non condizionate da reazioni xenofobe e
difese di particolarismi che non potranno contrastare
fenomeni mondiali e garantire le nostre sicurezze
con muri e armi. Sono stati commessi gravi errori e
l’incapacità di gestire i flussi migratori attraverso una
politica comune è evidente:
• per troppo tempo si è pensato che il problema
riguardasse solo l’Italia e la Grecia mentre è
necessaria una gestione unitaria delle frontiere
aperte sul Mediterraneo;
• occorre rivedere il sistema di Dublino, inadeguato
e destinato ad aggravare la situazione;
• si è compreso tardi che era necessario investire
nei Paesi vicini ai luoghi da cui si fugge;
• va affrontata la stabilizzazione dei Paesi da cui ci
si imbarca, come la Libia;
• occorrono nuove politiche di integrazione;
• bisogna costruire una visione unitaria, avere il
coraggio di attuare le decisioni prese, troppo
spesso disattese.
Un elenco di ritardi ed errori che evidenziano la
mancanza di una visione a lungo raggio, di un’azione
unitaria capace di affrontare il problema delle
migrazioni e di contrastare i tragici avvenimenti che
insanguinano l’Europa.
È essenziale capire ciò che accade, riconoscerne le
cause, non essere condizionati da paure incontrollate
e troppo spesso fomentate: per questo si sono
organizzati incontri cercando di dar spazio a voci
diverse. Anche la proiezione del documentario di Rosi,
“Fuocoammare”, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino,
ha offerto una particolare lettura attraverso la forza
delle emozioni: immagini dure, reali, di denuncia e
compassione, quella compassione che fa dire al dottor
Pietro Bartolo, protagonista del film e medico dell’ASL
di Lampedusa: ”È dovere di ogni uomo, che sia un
uomo, aiutare ogni persona che si trovi in difficoltà.”
E in difficoltà è oggi anche la famiglia, che pur restando
ancora punto di riferimento e sostegno per giovani e
vecchi, sta perdendo la sua identità: da anni sopporta
il peso di una lunga crisi economica e dell’abbandono
da parte di uno Stato incapace di attuare politiche di
sostegno familiare.
35
Nell’incontro del 27 maggio, “FAMIGLIA CELLULA
DELLA SOCIETÀ?“ l’onorevole Mario Sberna ha
offerto uno spaccato interessante sulle modalità
del nostro Parlamento di affrontare i problemi
familiari. Un intervento incisivo, sereno, che al di là
dell’appartenenza politica del deputato, ha assunto
il valore di una testimonianza: per la semplicità e la
ricchezza umana della persona, per la passione e la
visione positiva, priva di steccati ideologici e ricca di
valori con cui porta avanti la sua idea di famiglia nella
vita quotidiana e nella politica, per l’orgoglio con cui
accenna al lavoro del figlio, “operatore ecologico”.
La concordanza delle forze politiche sull’importanza
della famiglia è di fatto disattesa dal ritardo e
dall’incapacità di interventi mirati a risolvere i problemi
urgenti, soprattutto delle famiglie più numerose: i piccoli
numeri non richiederebbero grandi investimenti, ma
manca l’interesse. Già nel 1995 la Corte Costituzionale
denunciava che le famiglie maggiormente tassate
erano quelle monoreddito, tuttavia la fiscalità italiana
resta individualistica, non familiare; si faticano ad
apportare anche semplici correttivi che potrebbero
migliorare la situazione delle famiglie con più figli:
ad esempio modificando l’ISEE, intervenendo sugli
assegni familiari, velocizzando l’iter di interventi già
programmati ma fermi per la mancanza d Regolamenti
attuativi. Il confronto con altri Paesi europei potrebbe
suggerire alcuni interventi; in Germania, ad esempio, i
genitori possono decidere di occuparsi dei figli sino ai
tre anni anche scegliendo di restare a casa dal lavoro;
il mantenimento del posto, il versamento di contributi
figurativi e il pagamento di un salario ridotto, consente
la libertà di scegliere o meno l’inserimento nei nidi, ma
anche l’offerta di lavoro a tempo determinato da parte
delle aziende. Anche le politiche attuate in Francia
tutelano la famiglia; la “glaciazione demografica”
italiana è evidente conseguenza dei ritardi e delle
disattenzioni del nostro Parlamento rispetto alla
famiglia e alla crescita della povertà. Tuttavia qualcosa
si può fare. Gli interventi di sollecitazione, il lavoro nelle
commissioni parlamentari, lo stimolo nell’elaborazione
di leggi, la presentazione di mozioni, pur in un quadro
di disinteresse e lentezza, non rendono inutile il lavoro
di deputati meno conosciuti, ma impegnati nei lavori
parlamentari, più attenti alla realtà quotidiana che
alla presenza costante in televisione. L’intervento
dell’onorevole Sberna ha trasmesso un messaggio
positivo rispetto alla possibilità di non rimanere voci
nel deserto, ma attori di un cambiamento possibile
solo con l’impegno di ciascuno, ad ogni livello.
Uno stimolo che ci sollecita a riprendere gli incontri
dal prossimo ottobre, sempre il quarto venerdì del
mese, presso il Cinema Teatro Borgonuovo.
Attendiamo suggerimenti, auspicando la collaborazione
di altre persone che abbiano a cuore il bene comune e
la volontà di cercarlo insieme.
Nicoletta Viglione
Contatti:
[email protected]
[email protected]
IL PAPA: «CONTRO IL TERRORISMO
AUMENTIAMO LA NOSTRA PREGHIERA»
“In queste ore il nostro animo è ancora una volta scosso da tristi
notizie relative a deplorevoli atti di terrorismo e di violenza, che
hanno causato dolore e morte. Penso ai drammatici eventi dove
hanno perso la vita numerose persone innocenti. Sono vicino
ai familiari delle vittime e ai feriti. Vi invito ad unirvi alla mia
preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di bene e
di fraternità. Quanto più sembrano insormontabili le difficoltà e
oscure le prospettive di sicurezza e di pace, tanto più insistente
deve farsi la nostra preghiera”.
36
RIVOLI
Parrocchie nella Città
1
Il Museo Diocesano di Torino
Il Museo Diocesano di Torino, inaugurato l’11 dicembre
del 2008, da S.E.R. Il Cardinale Severino Poletto,
si colloca nella Chiesa inferiore del Duomo di San
Giovanni Battista.
La sede, particolarmente suggestiva e prestigiosa,
documenta, in modo esemplare, l’originaria
architettura del Duomo rinascimentale, che a sua
volta sorge su tre antiche basiliche cristiane del V-VI
secolo, erette su edifici di età romana. Ne risulta un
documento di straordinario valore per la storia della
Chiesa e della città di Torino.
La pianta della Chiesa Inferiore riproduce fedelmente
quella della Chiesa Superiore: a croce latina, a tre
navate, con i bracci del transetto e del coro di forma e
dimensioni uguali.
Dal Cinquecento fino all’inizio dell’Ottocento, prima
della costruzione dei sepolcreti di Superga e della
cappella della Sindone, questo luogo fu destinato
ad accogliere le spoglie degli Arcivescovi, di grandi
personaggi torinesi e dei Savoia, come testimoniano le
grandi croci ritrovate recentemente sulle pareti.
Dopo aver subito numerosi cambiamenti strutturali,
ricollegabili alle vicende di cinquecento anni della
fabbrica del Duomo, i suoi spazi sono stati riportati
all’originale splendore da un accurato restauro che
ha permesso di recuperare anche alcuni frammenti
del pavimento originario della chiesa danneggiato, nel
corso del Novecento.
Gli scavi archeologici effettuati in questo sito hanno
inoltre riportato alla luce, oltre ad alcune antiche
sepolture, i resti del primitivo complesso episcopale di
Torino, costituito dalle tre chiese del Salvatore, di San
Giovanni Battista e di Santa Maria de Dompno (IV-VII
secolo).
L’inserimento di un museo entro questa cornice ha
comportato il pieno rispetto delle testimonianze
architettoniche ed archeologiche preesistenti, con
interventi di adeguamento contenuti al minimo
indispensabile, utilizzando forme semplici e materiali
reversibili e distinguibili.
Il Museo Diocesano di Torino costituisce il punto
di arrivo dell’importante progetto di recupero e
valorizzazione della Chiesa Inferiore della Cattedrale,
avviato nel 1998, all’indomani del doloroso incendio
della Cappella della Sindone, che ha permesso di
riscoprire questo luogo per lungo tempo rimasto in
oblio e che costituiva in origine parte integrante della
Chiesa Superiore.
Visitare il Museo Diocesano significa ripercorrere
la storia della Chiesa, della Città di Torino e del
territorio attraverso le testimonianze archeologiche,
architettoniche, artistiche e liturgiche presentate in
modo organico e sistematico.
Il percorso di visita costituisce un momento di
riflessione e approfondimento, sia culturale che
liturgico, uno stimolo per una lettura consapevole
dell’architettura e dell’arte sacra. L’obiettivo principale
del Museo Diocesano è documentare quanto di meglio
la Chiesa torinese ha saputo creare in venti secoli di
storia a servizio della fede e della carità, attraverso
l’arte.
L’allestimento del Museo Diocesano di Torino è stato
pensato per valorizzare in modo più efficace le opere
esposte mettendo in evidenza il loro significato e
utilizzo originario.
In quest’ottica è stata curata l’esposizione delle
37
opere, organizzate in aree tematiche, che illustrano i
momenti principali dell’Evento cristiano: il battesimo,
l’Eucarestia, la devozione mariana, il culto dei santi,
rappresentati nella loro evoluzione storica, artistica
e liturgica. Completano il percorso di visita numerose
ed importanti opere, distribuite per tipologia (pitture,
sculture, tessili ed oreficeria), epoca e materiali.
L’attività del Museo Diocesano di Torino comprende
anche lo studio, il restauro e la catalogazione delle
opere, l’elaborazione di una didattica rivolta al pubblico
e la realizzazione di un’adeguata valorizzazione e
promozione del suo patrimonio mediante mostre,
pubblicazioni e conferenze.
L’ubicazione nel centro della città e la particolare
tipologia di opere esposte garantiscono al museo
un ruolo di grande importanza nella vita culturale
di Torino, in dialogo con tutte le principali collezioni
artistiche e museali cittadine.
Così si esprimeva il nostro Arcivescovo, Mons. Cesare
Nosiglia, il 28 novembre 2011, in occasione della
presentazione del Catalogo del Museo:
“... Sappiamo che ogni Museo Diocesano, svolge un
ruolo importante nell’ambito culturale, artistico e
religioso della nostra Città e del nostro territorio, che
sintetizzerei in una triplice funzione:
1) Custodire: garantire una migliore tutela del
patrimonio artistico ecclesiastico, custodendo opere
d’arte non sufficientemente protette e tutelate o
conservate in condizioni climatiche inadeguate...
2) Narrare: documentare ciò che di meglio intere
generazioni di pittori, artisti e scultori hanno prodotto
a servizio del culto e della liturgia, consentendo
ad un maggiore numero di persone di ammirare
3
38
4
capolavori poco noti o destinati all’oblio. Questi beni,
che raccontano la vita della comunità attraverso il
linguaggio dell’arte, sono la memoria della nostra
fede, testimonianza unica e insostituibile della nostra
cultura e pertanto da conoscere e valorizzare...
Costituisce, inoltre, un eccellente strumento di dialogo
con persone di lingua e cultura diversa, credenti o non
credenti, agnostici e ricercatori di Dio, in quella specie
di spazio aperto, che il Santo Padre Benedetto XVI ha
definito con un’immagine molto eloquente il “Cortile
dei Gentili”.
3) Educare: nella nostra società caratterizzata dal
linguaggio dell’immagine, il Museo offre un prezioso
antidoto alla violenza, alla sciatteria e alla volgarità,
che deturpano ambienti e rapporti umani, e consente
di dare vita a iniziative originali, volte ad “educare alla
vita buona del Vangelo”. L’arte religiosa esprime la
bellezza del mistero trascendente di Dio e delle realtà
eterne, apre il cuore, gli occhi e la mente al vero e al
bello, che è poi il desiderio più autentico che sta in
fondo al cuore di ogni uomo. Davanti ad un quadro o
ad una scultura o ad un reperto d’arte sacra viene da
riflettere sulla potenza espressiva dello spirito umano
e delle capacità che Dio ha immesso in esso e che
sono un riflesso della sua intelligenza e del suo amore
per l’umanità. Ma viene anche da chiedersi da dove
nasce quella potenza espressiva o artistica, da quale
retroterra culturale e spirituale prende il via: è la fede
in Cristo ed è la cultura che da essa ha preso forma che
dà origine all’opera d’arte. È la stessa fede che noi oggi
possiamo ancora gustare e professare. Per questo il
percorso del Museo non può lasciare indifferenti come
di fronte ad opere morte, ma stimola alla ricerca della
verità che è Cristo e apre alla fede in Lui. È dunque
un cammino d’annuncio e di catechesi per l’oggi della
Chiesa e di ogni uomo.”
Adriano Sozza
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RIVOLI
Parrocchie nella Città
2
5
7
1) Ingresso al Museo Diocesano in Piazza San Giovanni di fianco al Duomo
2) Giovanni Martino Spanzotti e Defendete Ferrari: Battesimo di Gesù - 1508-1510
3) Scultore Piemontese: Madonna in trono – Prima metà del XV sec.
4) Vittorio Amedeo Rpos (1729-1800) : L’Annunciazione
5) Scultore anonimo toscano: Fonte battesimale – fine del XV sec.
6) Ricamatore Piemontese: Pianeta bianca – prima metà del XVIII sec.
7) Interno del museo: Gruppo ligneo della Crocifissione (della Collegiata Alta - Rivoli)
39
UNA BELLA OCCASIONE
Amnesty International e le Parrocchie di Rivoli organizzano per il
16 settembre nella sala Archi della Stella
un incontro con don Domenico Ricca, da 35 anni cappellano del carcere minorile di
Torino, e con la giornalista dell’Avvenire Marina Lomunno per presentare il libro
“Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”.
È una bella occasione per conoscere una realtà poco nota, un modo indiretto, ma che
potrebbe portare per qualcuno di noi all’attuazione concreta del ‘visitare i carcerati’.
CONOSCERE È ACCOGLIERE
Il gruppo di Rivoli dell’Assopace, con un lungo e serio lavoro di ricerca, ma anche con una serie di
incontri con alcuni migranti ospiti dell’Ostello, ha costruito una mostra, già esposta nell’atrio del
Comune e poi presso il centro commerciale La Piazzetta, sui paesi di ognuno dei ragazzi ospiti.
La mostra si compone di due parti: nella prima ogni paese è analizzato secondo precisi parametri,
paragonandolo con la situazione in Italia. La seconda parte, che nasce dai racconti dei ragazzi, illustra
fiabe, filastrocche, giochi, ecc. dei loro paesi.
L’Assopace è disponibile a prestare la mostra, che peraltro verrà portata ed illustrata nelle scuole
che lo richiederanno, a chi fosse interessato.
SERVIZIO PER IL LAVORO
Il Servizio per il lavoro a Rivoli opera
presso l’Oratorio della Stella, via Fratelli Piol 44,
con il seguente orario:
- martedì, 17-19
- sabato, 10-12
Punto di contatto telefonico (negli orari di apertura
dello sportello e via sms): 333.332.0073
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primi incontr
di formazione
RIVOLI
INCONTRI SULLA LITURGIA
Parrocchie nella Città
nella chiesa di S
per tutti gli amici che amano la liturgia
sagristi – ministri della comunione – lettori animatori della liturgia – cantori…
anno pastorale 2016 / 2017
•
primi incontri per una proposta di formazione e programmazione
nella chiesa di Santa Maria della Stella
giovedì 6 ottobre 2016 ore 21 - L’Anno liturgico
giovedì 13 ottobre 2016 ore 21 - Calendario liturgico proprio
della diocesi di Torino e delle nostre parrocchie
Incontri di cammino verso la Cresima
per Giovani e Adulti:
ogni lunedì alle ore 21 alla Stella
dal 23 gennaio al 17 aprile 2017
Celebrazione il 23 aprile 2017 alle ore 11 alla Stella
Per iscrizioni passare o telefonare
alla Segreteria della Stella
(tutte le mattine ore 9 – 12
tel. 011.9586479)
•
Calendario
MINISTRI DELLA COMUNIONE
A CASA
della diocesi di Torin
Se in qualche famiglia delle nostre comunità
ci fossero persone anziane o ammalate che
desiderano ricevere la Comunione in casa, ci
si può rivolgere ai parroci o alle segreterie
parrocchiali per concordare gli incontri con i
Ministri della Comunione.
GRUPPI DI VOLONTARIATO
VINCENZIANO
Gruppo Suor Annunziata
Gruppo San Bernardo
Gruppo San Giovanni Bosco
Gruppo San Martino-Santa Maria della Stella
Anno 2016 – 2017 per dare “anima” al nostro servire
sabato 24 settembre 2016 – oratorio Stella
ore 17 ritiro spirituale… alla scuola di san Vincenzo
cena condivisa
ore 21 veglia di preghiera – chiesa della Stella
lunedì 7 novembre 2016 – ore 15 a San Bernardo
“… nonostante tutto Dio è amore” 1 Gv 4,7-21
lunedì 5 dicembre 2016 – ore 15 al “Salotto e Fiorito”
“… la misericordia trova sempre un posto” Lc 2,1-20
lunedì 9 gennaio 2017 – ore 15 a San Giovanni Bosco
“… gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”
Mt 10
g
lunedì 6 marzo 2017 – ore 15 a San Bernardo
“una regola di vita: preghiera, digiuno e carità"
Mt 6,1-18
lunedì 3 aprile 2017 – ore 15 al “Salotto e Fiorito”
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la
sua vita per i propri amici” Gv 15,13
lunedì 6 maggio 2017 – ore 15 a San Martino
ore 17 ritiro spirituale… alla scuola di santa Luisa
cena condivisa
ore 21 veglia di preghiera – chiesa di San Martino
lunedì 5 giugno 2017 - ore 15 a San Giovanni Bosco
verifica e programmazione
lunedì 6 febbraio 2017 – ore 15 a San Martino
“Chi è stato prossimo?” Lc 10,25-37
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BATTESIMI 2016 - 2017
San Bernardo
Domenica 11 settembre ore 15
Domenica 18 settembre ore 11
Domenica 27 marzo (Pasqua) ore 11
Domenica 10 aprile ore 16
Domenica 24 aprile ore 16
Domenica 15 maggio ore 16
Domenica 22 maggio ore 6
Domenica 12 giugno ore 16
Domenica 19 giugno ore 16
San Martino
Domenica 18 settembre ore 11
Domenica 25 settembre ore 15
Domenica 23 ottobre ore 15
Domenica 8 gennaio 2017 festa del Battesimo di Gesù ore 15
Santa Maria della Stella
Domenica 18 settembre ore 11 e ore 15
Domenica 2 ottobre ore 11 e ore 15,30
Domenica 6 novembre ore 11 e ore 15,30
Martedì 8 dicembre – festa di Maria Immacolata ore 11 e ore 15,30
Domenica 8 gennaio 2016 – festa del Battesimo di Gesù ore 11
Domenica 5 febbraio 2017 (giornata della Vita) ore 11 e ore 15,30
Itinerari di fede per coppie che intendono celebrare
il Sacramento del Matrimonio (Oratorio Stella)
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Nel 2016:
domenica - ore 19.00
ottobre: 9, 16, 23, 30
5 e 6 novembre (Ritiro)
13, 20, 27 novembre e 4 dicembre
Nel 2017:
domenica - ore 19.00
gennaio: 15, 22, 29 e 5 febbraio
11 e 12 febbraio (Ritiro)
19, 26 febbraio, 5 e 12 marzo
giovedì - ore 21.00
ottobre: 13, 20, 27, 3 novembre
5 e 6 novembre (Ritiro)
10, 17, 24 novembre e 1 dicembre
giovedì - ore 21.00
gennaio: 19, 26, 2 e 9 febbraio
11 e 12 febbraio (Ritiro)
16 e 23 febbraio, 2 e 9 marzo
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Gruppi anziani - proposte 2016 / 2017
ETÀ D’ORO - San Martino - giovedì dalle 14.30 alle 18.00
ORE SERENE – Stella - martedì dalle 14.30 alle 18.00
MOMENTI DI SPIRITUALITA’
Martedì 6 dicembre 2016 – Ritiro di Natale – h 14,30 / 16,30 a M.I.A.
Martedì 4 aprile 2017 – Via Crucis – ore 15 a Gesù Salvatore
PELLEGRINAGGI
giovedì 20 ottobre 2016 – visita alla Casa dei missionari della Consolata in Corso Ferrucci a Torino
(nella chiesa c’è la tomba del Beato Giuseppe Allamano) h 14,30 - 19
mercoledì 4 gennaio 2017 – visita alla mostra “Presepi del Mondo” a Bornato (BS)
e poi visita a Iseo, Pisogne e Lovere (Lago d’Iseo)
mercoledì 24 maggio 2017 - Pellegrinaggio al Santuario “Madonna della guardia” a Ceranesi (Genova)
FESTE
Domenica 2 ottobre 2016 – Festa dei nonni – h. 11 S. Messa in S. Maria della Stella
h 12 aperitivo sul sagrato della Stella
Maggio 2017 – Festa di fine anno (San Bernardo)
Marcia della Pace Perugia-Assisi
Rivoli: l’amministrazione comunale con i giovani e le scuole alla Marcia Perugia-Assisi:
La Marcia Perugia-Assisi è parte integrante del Programma
nazionale di Educazione alla Cittadinanza Democratica
“Pace, fraternità e dialogo. Sui passi di Francesco” 20152016 predisposto, d’intesa tra la Direzione Generale
per lo Studente, l’integrazione, la partecipazione e la
Comunicazione del MIUR e il Coordinamento Nazionale
degli Enti Locali per la pace e i Diritti Umani.
L'Amministrazione comunale di Rivoli vi aderisce attraverso
il Co.Co.Pa e promuove la partecipazione dei giovani del
proprio territorio.
A tale scopo viene stanziato un contributo di euro 1.000,
volto ad abbassare la quota di partecipazione dei giovani
fino ai 26 anni, per concorrere alle spese del viaggio in
pullman che il Co.Co.Pa intende organizzare.
La proposta per le scuole è inserita nel Piano dell'Offerta
Formativa 2016/2017 inerente le attività di educazione alla
Pace promosse dall'assessorato e dalla Consulta cittadina
Pace-Diritti Umani-Legalità-Solidarietà.
Francesca Zoavo
Per informazioni:
[email protected] - [email protected]
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44
RIVOLI
Parrocchie nella Città
Parrocchia San Bernardo Abate:
45 anni e non sentirli!
Ci sono alcuni momenti della vita che ci portano a riflettere su come il tempo corra veloce e questo è uno di quei
momenti: domenica 2 ottobre la nostra Parrocchia festeggerà i suoi primi 45 anni!!!
Quanti ricordi, quante riunioni, quante Messe insieme alla nostra bella ed esuberante Comunità, poi i campi
scout e quelli dell’oratorio con i nostri figli, che nel frattempo sono cresciuti; i gruppi di preghiera, quelli di
volontariato, quelli liturgici, le catechiste, ecc. Tante persone impegnate su più fronti, ma sempre unite nel far
crescere la Parrocchia.
Oltre alle tante attività importanti ci sono state, però, anche attività più semplici, volte a riunire la Comunità
attraverso spettacoli teatrali, musicali oltre ai “famosissimi” pranzi che hanno cementato la “Famiglia San
Bernardo” e hanno permesso a tutti di stare insieme, di crescere e di accogliere i nuovi parrocchiani che, man
mano, venivano ad abitare vicino a noi.
Nelle prossime settimane andremo a festeggiare questo anniversario, pronti a partire per far crescere
ulteriormente la nostra bella e importante Parrocchia.
Programma festa di San Bernardo 2016
Domenica 25 Settembre ore 11 – Prime Comunioni Lupetti
Lunedì 26 Settembre ore 21 – Liturgia Penitenziale Comunitaria (Confessioni)
Giovedì 29 Settembre ore 21 – Lettura meditata della Parola di DIO - don ANDREA
Sabato 1 Ottobre
ore 14,30 – Iscrizione al catechismo e al Sabato Sambè
con giochi e intrattenimenti
Ore 20,45 – Concerto del Coro San Bernardo in salone
Domenica 2 Ottobre FESTA Liturgica di San Bernardo
Ore 11 – S. Messa solenne
Ore 12,30 – Aperitivo per tutti
Ore 13 – Pranzo Comunitario - Lotteria – Intrattenimento
con ”il mago” Emanuele Lodi
Giovedì 6 Ottobre ore 20,45 – “Preghiera: azione di Dio, esperienza dell’uomo“
con don Paolo Scquizzato.
Venerdì 7 Ottobre ore 20,45 – Incontro Genitori, Padrini e Madrine dei ragazzi della Cresima.
Sabato 8 ottobre
ore 20,45 – Gruppo ARCOBALENO presenta “Il Processo a Gesù“ (in Chiesa)
Giovedì 13 Ottobre ore 20,45 – “San Bernardo, spiritualità e impegno: cosa può ancora annunciare
alla Chiesa del nostro Tempo” con don Cristian Besso
Sabato 15 Ottobre
ore 20,45- Commedia del Gruppo Teatro San Bernardo.
Domenica 16 ottobre ore 11 – Cresime
Domenica 23 Ottobre ore 11 - Cresime
Parrocchia di San Bartolomeo
Festa Patronale della Madonna del Buon Rimedio
Triduo di preparazione mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23 settembre, alle ore
21, nella chiesa di San Bartolomeo.
Riconciliazione: sabato 24/9, dalle ore 9 alle 11,30, nella chiesa di San Bartolomeo,
un sacerdote sarà disponibile per le confessioni..
Sabato 24/9, alle ore 21, nella chiesa di San Francesco, si esibirà il coro degli
Alpini di Rivoli.
Festa liturgica: domenica 25 settembre con il seguente programma:
• Ore 9 Santa Messa nella chiesa di San Bartolomeo
• Ore 10 Preghiera dell’ora media
• Ore 10.15 Inizio della processione fino alla chiesa di San Francesco
• Ore 10.30 Santa Messa solenne nella chiesa di San Francesco
Da lunedì 26 settembre a domenica 2 ottobre, la statua della Vergine rimarrà nella
chiesa di San Francesco. Per quella settimana, si sospende la celebrazione della
Messa mattutina nella chiesa di San Bartolomeo e la Messa verrà celebrata tutti i
giorni, alle ore 18, nella chiesa di San Francesco.
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ANAGRAFE PARROCCHIALE
dal 1° febbraio al 31 luglio 2016
Battezzati
San Bartolomeo
Rosso Andrea – Tucci Nathan – Morelli Giosué
San Bernardo
Albrile Sofia – Baldino Sara – Bua Aurora – Giannoccaro David - Carè Manuel – Carè Francesco –
Marcucci Alessandro – Alessi Sophia – Manunza Sofia Maria - De Pace Elisa - Dalmasso Filippo
– Sanfratello Beatrice – Castelli Matteo – Acquadro Giacomo – Naluzzi Giulia – Paone Bryan Salvemini Vittoria Maria – Giacosa Marco – Micheletto Giulia – Princi Giacomo – Neirotti Marco
San Martino
Mighela Rebecca - Acella Ginevra - Tommasiello Andrea - D’Aversa Elvis – Berta Giovanni –
Gavillucci Paolo – Allaix Eleonora – Martra Riccardo – Accardo Andrea – Miranda Gabriele –
Plano Francesco – Donzella Miriana – Calarota Beatrice Maria – Caraccio Giulio – Autelitano
Nora - Guarnuto Federico – Rege Alessandro – Stramazzo Andrea – Parisi Nicolò – D’Elicio Sofia
– Cotignoli Giulio – Renda Alessia – Mattiazzo Carlos – Simone Fabio – Baroncelli Riccardo –
Orlando Gabriele – Orlando Giorgia – Bruno Edoardo – Demaggio Gabriele – Aiola Alice – Paone
Giorgia – Lanci Federica – Chiozzi Filippo - Giacò Dorotea – Longo Azzurra – Longo Filippo Pitali Nicole – Falchero Federico
Santa Maria della Stella
Lasalandra Tommaso – Santana Sosa Aurora – De Blasi Ginevra – Scirè Pollicino Gaia – Inzillo
Christian – Leo Pietro – Randazzo Stella – Rosso Alessandro – Galla Lorenzo – Cardillo Andrea –
Carsen Giovanni – Ducco Giulia – Pelaratti Alice – Pelaratti Alessandro – Scordi Riccardo – Carpinelli
Noah – Kroji Aurora – Papa Tommaso – La Marca Marcello – Garzia Alessio – Roccasalvo Sofia –
Varesio Boido Vittorio – Votta Leone – Sassone Ludovico – Garola Leonardo – Leto Beatrice – Parisi
Alessandro – Todisco Matilde – Orlandini Giada – Negri Sveva – Vizziello Emma – Boscolo Alessandro
– D’Anna Gabriele – Renna Francesco – Schiafone Alessio – Virgilio Erika
Sposi
San Bartolomeo
Nicoletti Enrico e Nuzzo Annamaria - Rossato Mauro e Chiapparo Maria
San Bernardo
Depace Andrea e Fresegna Francesca - Miata Massimo e Martin Barbara
San Martino
D’Ambrosio Antonio e Furci Giulia - Roggero Andrea e Mazzaresi Erika - Bixio Alessandro e
Marrone Emanuela – Buonomo Emanuele e Chabanetc Natalia – Geracitano Vincenzo e Laurenti
Ilenia – Insirello Cristian e Rolando Sabrina – Conte Paolo Francesco e Santoro Elena – Frigo
Fabio e Corniola Raffaella – Orlando Fabrizio e Ferretti Tiziana – Pinton Fabio e Iaria Simona
– Di Mauro Antonio e Ischia Barbara – Racca Giovanni Battista e Ciampi Carolina – Cazzetta
Fausto e Caso Marcella – Vitulano Roberto Maurizio Luca e Sannicandro Luana – Verrillo
Roberto e Chirico Federica – Scordi Alessandro e Furcas Valentina – Tancorre Alessandro e
Perrino Filomena – Miele Michel e Muscarella Lucia – Zannotti Davide e Mencuccini Valeria –
Fanelli Alfredo e Riedo Valentina – Rizzi Fabio e Talarico Alessandra
Santa Maria della Stella
Privitera Antonino e Vigolo Federica – Greco Giuseppe e Darino Manuela – D’Avolio Francesco
e Lumia Rosetta – Bufalo Antonio e De Girolamo Lorena
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RIVOLI
Parrocchie nella Città
Defunti
San Bartolomeo
Grangetto Maddalena (92) - Michieli don Gino, ex Parroco di questa comunità (71) - Chiolero
Enrico (85) - Signorile Bartolomeo (82) – Asti Maria (90) - Fina Giuseppe (77) - Rodes Maria
Orsola (71) - Costa Salvatore (84) - Carbone Immacolata (71) - Rapezzano Romana Margherita
(79) - Gerace Antonio (90) - Beltramo Francesco (82) - Zasa Rocco (76) - Olocco Margherita (93)
San Bernardo
Luise Aida ved. Pravisano (101) – Cavallo Franco (85) – Milani Angelo (55) - Baloire Luigia ved.
Pilone (103) – Mangione Matteo (86) – Zalokar Vittoria ved. Kornmuller (93) – Grandi Claudio (71)
– Berto Gianfranco (81) – Bonetto Emilia ved. Balma (92) - Campagna Eduardo (74) - Zaccone
Teresa (93) – Vendemmiati Alberina ved. Finotello (84) – Lucente Anna Maria in Cirelli (46) –
Sacco Carlo (83) – Bassano Renato (78) – Ferri Giuseppe (76) – Iavelli Giuseppina ved. Guarrera
(86) – Molinari Anna in Nervo (69) – Garbellini Argo (91) – Mirolla Luisa in Moretto (80) – Gallo
Amedeo (78) – Meneguzzi Odilia in Mior (77) – Toscano Rocco (82) – Allasia Teresina in Regge (81)
– Renga Sabrina in Silvi (46) – Colombi Gianni (69) – Cinus Antonia ved. Giudici (87) – Degirolamo
Vitantonio (75) – Mascarello Rosa ved. Marziano (84) – Maggiulli Cosimo (73)
San Martino
Borghezio Antonio (85) - Talete Itala (85) - Montemurro Michele (70) - Friso Germano (75) - Nervo
Caterina (94) - Tenivella Giancarlo (73) - Vurro Emanuela (83) - Marengo Elda Alfreda (83) - Massi
Petronilla (91) - Negro Anna - Fittipaldi Raffaele (78) - Castronuovo Filomena (85) - Roggero
Giovanni - Stabile Andrea (76) - Mettifogo Alessio (36) - Castellino Claudio (69) – Capitaneo
Umberto (49) - Fuser Edda - Santoro Rosa (92) - Martinoli Luigi (77) - Vercellino Giuseppina (77)
- Longoni Zaverio - Pioli Bruno (71) - Marcolin Ruggero - Canalis Adelaide (102) - Carena Maria
Luigia (93) - Girodo Mary (92) - Milani Bruno (90)
Santa Maria della Stella
Bernatti Ada ved. Chiappero (89) – Mosca Giovanni (89) – Lopomo Stefano (53) – Bulotta Vittorio
(78) – Giorgini Nicolino (86) – Finotti Silvano (75) – Nonnato Nazzareno (93) – Scursatone Maria
Elisa (68) – Filomeno Ernesto (50) – Di Fiore Giulia ved. Bramante (93) – Meotto Luigi (81) – Branca
Luigi (89) – Piazza Antonio (53) - Cuminetti Luigi (90) – Tota Cataldo (93) – Ducco Roberto (68) –
Marasco Francesco (66) – Calabrese Concetta (89) – Mancuso Maria (81) – Piacentini Marina (71)
– Azzalin Gianfranco (76) – Damiano Vincenzo (54) – Italia Alessandra (44) – Chiarparin Rinaldo
(73) – Ciarelli Lilia (85) – Zanirato Attilia ved. Da Levante (97) – Porello Anna (83) – Bagaglio
Cesarina (80) – Di Tria Raffaele (72) – Morcellini Monalda (88) – Trinchero Maria ved. Gilli (86) –
Origlia Anna (93) – Parisi Domenico (80) – Giorda Carla ved. Usseglio (76) – Varvaglione Maria
Antonia (78) – Firinu Egidio (67) – Vasco Filippa ved. Meotto (79) – Tricarico Sabatina (78) –
Grassano Rocco Vincenzo (98) – Bonino Maria (92) – Mancin Maria Celestina (74) – Lorusso
Pasquale (64) – Greco Maria Giuseppa (Pina) ved. Ursìda (85) – Garbi Dino (88) – Fortugno Maria
ved. Prandin (92) – Novero Eugenio (82) – Bonino Stefano (47) – Balducci Renzo (49) – Mulatero
Ernesta ved. Chiappero (86) – Di Rella Carmela ved. De Astis (85) – Donalisio Sergio (86) –
Bongiovanni Claudio (58) – Lionello Anna Maria (86) – Guarcello Vincenzo (80) – Licciardi Mario
(69) – Armento Carmela (67) – Rastello Liliana (93) – Calligaro Maria Palmira ved. Salvetto (79)
– Piccioni Luciana (66) – Larosa Antonio (58) – Di Leone Vincenzo (75) – Marano Daniela (32)
– D’Elicio Alfredo (93) – Comite Pasquale (67) – Imparato Pio (59) – Tenivella Alma ved. Secco
(91) – Nagliati Sara ved. Manzini (78) – Varoli Maria Luigia ved. Calderoni (82) – Griffa Ester ved.
Rovera (77) – Gabetti Ferdinanda ved. Damilano (96) – Giovannini Abramo (81) – Sicilia Antonio
(81) – Di Girolamo Antonio (73) - Muscovich Jolanda in Valenti (83) - Lo Presti Sebastiana (88) Fabbri Sergio Natale (75)
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