La voce dello studente La voce dello studente
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La voce dello studente La voce dello studente
CATANZARO 29/10/2008 La voce dello studente QUANDO LA GELMINI IMPAZZA, IL SICILIANI SCENDE IN PIAZZA Molti hanno nuovamente puntato il dito contro di noi affermando: “questi ragazzi hanno trovato un’ altra scusa per interrompere le lezioni!”, ma noi non ci fermiamo davanti a questi luoghi comuni e così gridiamo BASTA ALL’ INDIFFERENZA DELLA GENTE, ed è per fronteggiare questa situazione di passività che abbiamo ideato questo giornalino. La protesta ormai si è estesa a macchia d’olio in tutta Italia quindi vogliamo proporre una riflessione a tutti quelli che ci giudicano negativamente: o siamo tutti impazziti e vagabondi, e quindi povera Italia (che futuro le aspetta con dei lavoratori tutti perditempo?), o esiste veramente un problema, e a giudicare dai numeri, un problema serio! evitare di strumentalizzare la manifestazione. Ma questo non giustifica le nostre mancanze, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità: forse avremmo dovuto optare per una protesta che potesse avere un maggiore riscontro all’esterno, come ad esempio una manifestazione che coinvolgesse tutte le scuole della nostra provincia, col fine di urlare all’unisono il nostro malcontento verso questa rifor- ma che sembra essere più una riforma economica che scolastica. Con “La voce dello studente” l’obiettivo che ci proponiamo è quello di esporre tutti i pensieri e le opinioni, dissenzienti e non, di noi studenti. Forse la nostra autogestione è rimasta un po’ nell’ombra, probabilmente a causa del non sostegno della maggior parte del corpo docente che si è giustificato asserendo di voler 1968-2008 ...40 Anni dopo Luigi Gui, Maria stella Gelmini Alcuni ci hanno paragonato ai governi del 68’ ma è anacronistico fare un confronto. Lo scenario cambia dal punto di vista politico, sociale ed economico. Quarant’ anni fa si assisteva alla ripresa delle ideologie rivoluzionare di matrice marxista e tra i giovani riscosse successo il pensiero della scuola Francoforte. Le contestazioni studentesche di quegli anni nascono proprio da questa realtà e inizialmente si configurarono come rifiuto delle convenzioni, di vera e propria fuga dalla società industrializzata e alla creazione di una cultura alternativa, in cui confluiva la pratica della non violenza. Così gli studenti tramite occupazioni, autogestioni, assemblee e manifestazioni volevano esprimere il loro dissenso. C’erano però motivazioni CONTINUA A PAG 3 SOMMARIO Giorni da leoni 2 Dal ‘68 ad oggi 2 I consigli di Cossiga 3 Autogestione 3 Programma 4 Statuto autogestione 4 PAG 2 A I P O T E NT I F A P A U RA L ’ I ST R U Z IO NE E L A Giorni da leoni Durante questa protesta molta gente riteneva la manifestazione una semplice scusa per boicottare le lezioni e per godere di un periodo di vacanza lontano dai libri, ma non è stato così: girando per le classi d ell’istituto s’incontrano studenti chini sui libri intendi a studiare o approfondire le loro materie partecipando però anche alle manifestazioni. In questi giorni abbiamo anche effettuato delle interviste ai giovani del liceo per sondare le loro opinioni sull’ autogestione di questi giorni. Molti ragazzi hanno risposto affermando l’importanza di lottare e di far sentire la propria voce manifestando attivamente in piazza, oltre che con un’ autogestione e collaborare con le altre scuole per dar vita a un movimento unitario degli studenti, infatti saranno molti gli studenti che parteciperanno alla manifestazione di mercoledì 29 ottobre; in tutta la scuola si organizzano striscioni e si preparano articoli ma ai ragazzi non viene meno il loro diritto allo studio. sui fondi scolastici non possano che peggiorare la situazione; per cui sarebbe più opportuno provvedere al miNel Liceo s’incontrano ragazzi che glioramento delle scuole statali auespongono, sulle loro magliette o sulle mentando i fondi per la costruzione di porte delle aule, adesivi con il volto strutture scolastiche: laboratori, bibliodella Gelmini e con su scritto”qui la teche, progetti, luoghi d’incontro per Gelmini non può scambi culturali fra entrare” a dimostudenti, oppure concenstrazione del loro trarsi sulla diffusione e dissenso nei conl’insegnamento di matefronti delle rifor- “l’ autogestione non porterà rie scientifiche nelle me. quali gli studenti italiani a nulla, le nostre opinioni Gli insegnanti presentano gravi carenche si sono dimoze. non verranno ascoltate “ strati favorevoli Non tutte le opinioni alla protesta, non c o n c o r d a n o : potendo però <<l’autogestione non manifestare insieporterà a nulla, le nostre me agli studenti, hanno proseguito le opinioni non verranno ascoltate e la loro lezioni suggerendo agli alunni una riforma passerà al senato anche due forma di contestazione alternativa. volte>> dice un ragazzo amareggiato, Gli studenti ritengono che la preparama i suoi compagni non si lasciano zione fornita dalla scuola pubblica abbattere e rimangono convinti della attualmente non sia eccellente, e i tagli necessità di protestare e farsi sentire per combattere la riforma. Dal Sessantotto ad oggi Tutti uniti per mantenere il sistema aspetti negativi, ciò non toglie che il ’68 fu l’anno più straordinario della storia del Novecento. “Siamo realisti:esigiamo l’impossibile”. Questo fu sicuramente uno dei tanti slogan utilizzati costantemente nel 1968 in Francia, in quel famoso maggio destinato a diventare storia. Ma il ’68 non fu un anno insolito per un’unica nazione bensì per tutta l’umanità. Non si sa con certezza da cosa tutto ebbe origine, fu come una tempesta che si scatenò con forza su tutto il globo per poi scomparire per sempre lasciando i segni del suo passaggio. Eh sì, perché oggi si sente parlare tanto del 1968 nonostante siano passati ben quarant’ anni da quell’anno, lo si sente anche nelle parole dei giovani che a volte tendono a ricordare qualcosa che non hanno mai vissuto ma che percepiscono ancora. Furono molti gli eventi che crearono movimento, dalla guerra nel Vietnam da parte degli Usa, all’invasione di Praga da parte dell’Unione Sovietica, dall’omicidio di Martin Luther King che cercava di abbattere le barriere tra i bianchi e neri, all’uccisione di Bob Kennedy. Dagli studenti messicani che manifestavano per un paese più libero a quelli palestinesi che lottavano contro l’occupazione israeliana. In uno stato di confusione così, anche nei paesi europei che apparentemente sembravano in ordine, iniziarono le contestazioni, le occupazioni nelle fabbriche per chiedere maggiori diritti e un lavoro più dignitoso e poi quelle nelle università per una cultura più libera senza padroni. I giovani avevano capito che era giunto il momento di urlare, di affermare i propri pensieri, i propri ideali. Fu come un vento di protesta che attraversò tutto l’oceano da sud a nord ma che alla fine si dovette fermare. Forse le aspirazioni e i sogni di quell’anno furono troppi e alla fine non si riuscì ad ottenere proprio tutto, forse ci saranno stati anche i suoi Anche oggi noi stiamo cercando di lottare in difesa della nostra cultura, evitando così di rimuovere assordati da quell’indifferenza che dilaga giorno per giorno. La nostra protesta è stata anche paragonata, a mio avviso in modo troppo esagerato, a quella di quarant’ anni fa ma il nostro obiettivo ora è quello di creare un grande movimento proiettato al futuro. Un famoso motto rivoluzionario diceva “ i grandi ci sembrano tali solo perché siamo in ginocchio … Alziamoci!” E ora, è arrivato anche il nostro momento! D A S E M P RE L ’ I G NO R A N Z A F A P A U R A E D IL S IL E N Z IO È U G UA L E AL L A M O RT E Gli illuminati consigli di Cossiga a Maroni Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni (…). Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle mac- chine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. QUOTIDIANO NAZIONALE 23/10/2008 FRANCESCO COSSIGA ON. MARONI I COMMENTI DEI RAGAZZI DEL LICEO AUTOGESTIONE: la nostra scelta L’AUTOGESTIONE è una forma di protesta che è stata dettata per manifestare il disappunto generale per quanto riguarda i cambiamenti apportati al decreto Gelmini. Si manifesta contro vari punti della riforma: ciò che più ci riguarda è la privatizzazione delle scuole. La riforma prevede tagli alle scuole pubbliche favorendo quella privata, considerata un’azienda più produttiva. La mancanza di fondi non prevede una riqualificazione delle scuole anche perché anche perché il decreto delle strutture e assoluto. Per tentare di ostacolare l’approvazione di questa riforma in tutta Italia sono in corso applicazioni della succitata forma di protesta, unite a scioperi e manifestazioni alternative. Prendendola approfond itamente in esame, l’autogestione prevede che gli studenti gestiscano lo svolgimento delle attività didattiche, proponen- done alcune interdisciplinari, in primis le riflessioni necessarie affinché vi sia consapevolezza delle proprie scelte. Assolutamente vietate, a differenza di quanto creduto comunemente, le devastazioni è l’ozio più sfrenato , come si intuisce da quanto detto sopra. AUTOGESTIONE : modo creativo di protestare differente da più dure, e denunciabili forme di occupazione di edifici. 1968-2008 ...40 Anni dopo Luigi Gui Maria stella Gelmini SEGUE DA PAG.1 ben più gravi e profonde che spingevano gli studenti alla ribellione: denunciare le politiche imperialistiche, l’autoritarismo delle società e la guerra in Vietnam. In questi anni siamo riusciti a far valere i nostri diritti, oggi le nostre esigenze sono diverse, ma non per questo da sottovalutare. Combattiamo contro riforme che attivano tagli propensi a risolvere la difficile situazione italiana. Ma secondo noi non è possibile risparmiare sull’organo di vitale importanza per il futuro dello stato italiano. Si parla tanto di meritocrazia ma con queste riforme, in particolare la privatizzazione, non si manda avanti chi più sa, bensì chi più ha. La maggior parte delle famiglie italiane non è in grado di sostenere una spesa così onerosa che serve per pagare l’università. Che cosa vogliamo risolvere così? In questo modo non si fa altro che soffocare giovani italiani che hanno l’unica colpa di non avere un’elevata posizione sociale. Non solo, l’Italia investirà soldi su giovani ricercatori, ma ciò sarà inutile poiché questi, trovando lavoro solo e necessariamente all’estero, favoriranno lo sviluppo di altri paesi. La Gelmini non può far finta di non sentire le nostre grida e non si possono calmare gi alunni con le forze dell’ordine. Noi abbiamo intenzione di combattere fino a quando la nostra voce non sarà ascoltata! L ’ I S T RU Z I O N E È L A P I Ù AL T A DIF E SA DE L L A L IB E R T À PAG 4 Programma autogestione Ognuno ha il suo modo di protestare … sfruttare questore dedicanA coloro che ci hanno ac- Assemblee di classe: le cusato di adoperare questa varie classi potranno espri- autogestione per organizza- mere le loro opinioni ri- re feste o per evitare le guardanti l’organizzazione -Dalle ore 8.20 alle ore interrogazioni, rispondiamo dell’autogestione, discutere 10.50: attraverso dei problemi interni alla Assemblea d’istituto: di- delle attività svolte da noi classe ed scussione aperta e informa- ragazzi in questi giorni: farli presenti Martedì 21/10/2008 l’assemblea l’esposizione -dalle ore 8.20 alle ore eventualmente del durante giorno dopo. Mercoledì dosi allo studio Giovedì 23/10/2008 zione. Dalle ore 11.00 alle ore 12.40 22/10/2008 “Momento di Sport”: ver- -Dalle ore 8.20 alle ore ranno organizzati in pale- 10.50: stra minitornei dei vari nuove Assemblea d’istituto: di- sport a cui tutti gli studenti “Riforme Gelmini” sulla scussione aperta e informa- potranno prendere parte; scuola, zione- “Recupero”: ogni classe se dell’attuale situazione stu- -Dalle ore 11.00 alle 12.40: lo riterrà necessario potrà Caricatura dello studente A.S. dentesca italiana, presenta- “Momento d’Arte”: nelle sfruttare queste ore dedi- nei giorni di autogestione zione dl programma ineren- relative classi e con gli te l’autogestione e divulga- strumenti adatti gli studenti zione delle direttive orga- potranno dare sfogo alle nizzative. loro creatività -Dalle ore 11.00 alle ore “Recupero”: ogni classe se 12.40: lo riterrà necessario potrà 10.50: Assemblea aperta: divulgazione delle informazioni riguardanti le illustrazione Lavoro degli studenti Diritti e doveri dell’autogestione E non abbiamo neanche fatto regnare l’anarchia totale: Liceali durante le attività SIAMO SU INTERNET! www.liceosiciliani.tk Ringraziamo quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo giornalino. P ROGRAM M A GIORNO VERRA’ INDETTO UN SERVIZIO D’ ORDINE INTERNO ED ESTERNO ALLA SCUOLA REGOLAMENTO DELL’AUTOGESTIONE -CI SARA’ UN COMITATO ORGANIZZATIVO, COMPOSTO A SUA VOLTA IN GRUPPI DI LAVORO PERMAENTI CHE LAVORERANNO ALL’INFOMAZIONE, AL RAPPPORTO CON GLI I N S E G N A N T I , ALL’AFFISSIONE DEI MANIFESTI CON IL DEL Liceali durante le attività AI SENSI DELL’ART. 3 COMMA 5, GLI STUDENTI SONO TENUTI AD UTILIZZARE CORRETTAMENTE LE STRUTTURE E I MACHINARI, COMPORTANDOSI SENZA ARRECARE DANI ALLE STRUTTURE SCOLASTICHE