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21/02/2012 : Notizie di oggi
Arena, L'
Acciaieria Arcelormittal occupata da 200 operai
Bresciaoggi(Abbonati)
Poli siderurgici, Brescia frena e perde la leadership all'estero
Eco di Bergamo, L'
in breve
Finanza e Mercati
Industria, fatturato e ordini in aumento
Giornale di Brescia
«La fabbrica è nostra». In 200 occupano ArcelorMittal
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L'Arena Clic - ECONOMIA - Articolo
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Arena, L'
"Acciaieria Arcelormittal occupata da 200 operai"
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21/02/2012
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Acciaieria Arcelormittal
occupata da 200 operai
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martedì 21 febbraio 2012 ECONOMIA, pagina 38
«La fabbrica è nostra, vogliamo lavorare!» Da ieri circa 200 operai occupano l´accaieria Arcelormittal di Florange,
nord est della Francia. Per la disperazione della cassa integrazione che si prolunga, ma anche per timore di perdere
il lavoro. Da ottobre gli altiforni sono fermi e lo resteranno almeno fino a giugno, ma alcuni elementi fanno
pensare ai lavoratori che la chiusura sarà definitiva.
Arcelormittal ha chiuso a Liegi, Belgio, e a Madrid. La crisi ha colpito in Romania e in Repubblica Ceca. La
direzione ha ribadito che la sospensione di Florange, ultimo altoforno in attività in Mosella dopo la chiusura di
Grandange nel 2008, è temporanea, causata da un crollo delle domande. Ma l´annuncio che il sito resterà fermo
altri tre mesi e forse fino a fine anno, ha acceso la miccia.
Ieri mattina 200 operai sono entrati in fabbrica. Hanno occupato direzione e sala del cda. Un gesto simbolico «per
mettere in cassa integrazione i dirigenti», ha detto un responsabile sindacale.
Per i sindacati la decisione della direzione annuncia la «morte programmata del sito», che ha circa 5.000
dipendenti.
Fuori hanno montato un villaggio di tende e sono determinati a restare sul posto fino a quando il sito non sarà
riaperto.
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Bresciaoggi Clic - ECONOMIA - Articolo
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"Poli siderurgici, Brescia frena e perde la leadership all'estero"
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21/02/2012
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L´ANALISI. Nononostante il recupero del 2011 sul 2009, il calo
registrato rispetto al 2008 incide sul fronte dell´export
Poli siderurgici, Brescia frena
e perde la leadership all´estero
Le vendite oltre confine in calo di quasi il 23% a 1,544 miliardi la fanno
scivolare al secondo posto Milano sorpassa e vale in vetta
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martedì 21 febbraio 2012 ECONOMIA, pagina 29
La crisi economica del 2009 e la ripresa successiva evidenziano un cambiamento nella gerarchia dei poli siderurgici
italiani dal punto di vista dei flussi commerciali con l´estero, sempre più importanti in presenza di una domanda
interna piuttosto anemica.
DUE I FATTORI principali - sottolinea Gianfranco Tosini dell´Ufficio studi di Siderweb.com - che influiscono sull
´andamento: la specializzazione produttiva e il posizionamento delle imprese oltre confine. In merito al primo i dati
dimostrano che le imprese attive nella produzione di «lunghi», soprattutto se destinati al settore delle costruzioni
(tondo per cemento armato, travi, etc.), sono quelle che registrano il calo più significativo dell´export; inoltre,
hanno le maggiori difficoltà a uscire dalla fase recessiva. Per quanto concerne la collocazione sui mercati stranieri,
dai dati risulta, con altrettanta chiarezza, che le vendite fuori dall´Italia aumentano più celermente dove maggiore è
la diversificazione nei canali di sbocco e quanto più alta è l´incidenza dei Paesi la cui economia sale a ritmi
sostenuti.
I POLI siderurgici che, rispetto a questi due indicatori, stanno peggio sono quelli di Brescia e Udine, entrambi con
una spiccata vocazione per i «lunghi» prevalentemente destinati all´edilizia, con un´alta concentrazione geografica
delle vendite in Stati con crescita fiacca (Europa Centro Occidentale), oppure rallentata da sommovimenti sociali
(Nord Africa). La realtà provinciale - evidenzia Tosini - accusa un calo dell´export del 56,5% nel 2009 sul 2008;
nel biennio successivo, nonostante la crescita del 77%, le vendite all´estero rimangono sotto il valore pre crisi di
quasi 23 punti percentuali: si attestano nel 2011 a 1,544 miliardi di euro in valore (2 miliardi tra tre anni prima),
considerati anche 128,144 mln per tubi e profilati cavi, 10,292 milioni per fusioni in ghisa e acciaio e 149,810 mln
per altri prodotti. Il polo udinese mostra una frenata delle esportazioni del 57,7% nel 2009 sul 2008 e una ripresa
del 91,6% nel 2011 sul 2009, ma il gap rispetto al 2008 è di circa 19 punti. Brescia, di conseguenza, scende dal
primo al secondo posto nella graduatoria dei poli dell´acciaio italiani per valore dell´export, quello friulano dal
terzo al quarto posto.
IL POLO bergamasco, specializzato nei tubi, arretra due posizioni, quello cremonese ne scala altrettante grazie al
forte incremento delle vendite all´estero sul 2008 (+24%). Anche quello mantovano sale di due gradini per effetto
della crescita degli affari oltre confine del 32%. Dei tre «centri» basati sul ciclo integrale, Taranto migliora di una
posizione sul 2008, Terni si conferma, Piombino (Livorno) scivola da 12 al 16 posto (-21%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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L'Eco di Bergamo - ECONOMIA - Articolo
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Eco di Bergamo, L'
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21/02/2012
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Martedì 21 Febbraio 2012
ECONOMIA,
pagina 18
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Operazione in Brasile
Tenaris-Usiminas
Ok dell'Antitrust
Via libera dell'Antitrust italiano all'operazione Usiminas in Brasile. L'operazione prevede che Ternium e Tenaris
acquistino tramite proprie controllate il 27,66% di Usiminas (estrazione, produzione e trasformazione di acciaio) e
che Nippon Steel Corporation, già azionista del gruppo brasiliano, salga dal 27,47% al 29,16%. Ternium e Tenaris
(presente in Brasile con Confab) eserciteranno il controllo congiunto su Usiminas con Nippon Steel.
Seriate
Mall Herlan
Si tratta sul premio
La Mall Herlan di Seriate ha elevato il «bonus» per liquidare il premio di risultato 2011 da 100 a 200 euro.
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Finanza&Mercati
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Finanza e Mercati
"Industria, fatturato e ordini in aumento"
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Industria, fatturato e ordini in aumento
di Redazione del 21-02-2012
da Finanza&Mercati del 21-02-2012
[Nr. 034 pagina 3]
L’Istat annuncia un rialzo nel 2011, seppure in
rallentamento rispetto all’anno prima
Se dai dati Ocse sul Pil del terzo trimestre non sono
emersi segnali positivi per l’Italia, ormai in
recessione, ieri dall’Istat è arrivata una fotografia
incoraggiante almeno sulla produzione industriale:
grazie al traino del mercato estero, infatti, nel 2011
sono cresciuti ordinativi e fatturato dell’industria,
seppure in rallentamento rispetto all’anno precedente.
Gli ordinativi dell’industria italiana nella media
dell’intero 2011 sono lievitati del 5,9% (dato grezzo)
rispetto al 2010 (in cui gli ordini erano saliti del
13,8%). Si tratta comunque di dati incoraggianti per
l’industria, considerato che la stessa Istat dieci giorni
fa aveva reso noto che la produzione era rimasta
invariata rispetto all’anno precedente. Ma, come
spiegano i tecnici dell’Istituto, a far lievitare il
fatturato ha contribuito il rialzo dei prezzi alla
produzione.
A dicembre 2011 il fatturato dell’industria, al netto
della stagionalità, ha registrato un aumento del 3,4%
rispetto a novembre (+3,1% sul mercato interno e
+4% su quello estero). Nella media degli ultimi tre
mesi (ottobre-dicembre), l’indice però ha accusato
una diminuzione dell’1,2% rispetto ai tre mesi
precedenti. Corretto per gli effetti di calendario (lo
scorso anno i giorni lavorativi sono stati 20, contro i
22 di dicembre 2010), il fatturato di dicembre ha
evidenziato una crescita tendenziale, cioè su base
annua, del 5,6%, con un aumento del 3,4% sul
mercato interno e del 10,0% su quello estero. Gli
indici destagionalizzati del fatturato hanno segnato un
incremento del 10,6% per l’energia, del 5,8% per i
beni strumentali, del 2,3% per i beni intermedi e dello
0,4% per i beni di consumo. Il settore di attività
economica per il quale si è registrato l’incremento
tendenziale maggiore sul fatturato è stato quello della
fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati
(+16,4%), mentre la diminuzione più marcata ha
riguardato la fabbricazione di pc, prodotti di
elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali,
file:///M|/Rassegna%20stampa/Rassegna%20Stampa%20quotidiana/Art_120221_11479_00004.htm[21/02/2012 11.03.08]
Data:
21/02/2012
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Finanza&Mercati
apparecchiature di misurazione e orologi (-10,6%).
Per quel che riguarda gli ordinativi totali, a dicembre
c’è stato un aumento congiunturale, ovvero mese su
mese, del 5,5%, sintesi di una crescita del 5,8% degli
ordinativi interni e del 5,1% di quelli esteri. Nella
media degli ultimi tre mesi, aggiungono gli esperti
dell’istituto di statistica, gli ordinativi totali
diminuiscono del 3,9% rispetto al trimestre
precedente.
Nel confronto con il mese di dicembre 2010, l’indice
grezzo degli ordinativi ha mostrato un calo del 4,3 per
cento. Per gli ordinativi, è emerso che l’aumento
tendenziale maggiore sia stato per la fabbricazione di
macchinari (+15,2%), mentre il calo più ampio è stato
quello accusato sulla fabbricazione di mezzi di
trasporto (-25,6%).Per quanto riguarda il settore
automobilistico, gli ordini hanno registrato un
aumento del 9,6% nell’intero 2011. A dicembre, il
fatturato relativo agli autoveicoli è salito dell’8% su
base tendenziale, mentre gli ordini sono lievitati del 2
per cento.
file:///M|/Rassegna%20stampa/Rassegna%20Stampa%20quotidiana/Art_120221_11479_00004.htm[21/02/2012 11.03.08]
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Giornale di Brescia
"«La fabbrica è nostra». In 200 occupano ArcelorMittal"
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Data:
21/02/2012
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Edizione: 21/02/2012 testata: $testataTranslated sezione: $sezioneSelected
«La fabbrica è nostra». In 200 occupano ArcelorMittal
PARIGI «La fabbrica è nostra, vogliamo lavorare!». Da ieri mattina circa 200 operai occupano i locali della
fabbrica siderurgica ArcelorMittal di Florange, nel nord est della Francia. Per la disperazione della cassa
integrazione che si prolunga, ma anche per timore di perdere definitivamente il lavoro. È da ottobre che gli altiforni
dell'impianto sono fermi e lo resteranno almeno fino a fine giugno, ma diversi elementi fanno pensare ai lavoratori
che la chiusura sarà definitiva. Negli ultimi mesi il gigante dell'acciaio ha già chiuso i siti di Liegi (Belgio) e di
Madrid. La crisi ha colpito anche gli impianti in Romania e in Repubblica Ceca. La direzione ha più volte ribadito
che la sospensione dell'altoforno di Florange, l'ultimo ancora in attività in Mosella dopo la chiusura di Grandange
nel 2008, è solo temporanea, causata da un crollo delle domande. Ma l'annuncio che il sito resterà fermo tre mesi
supplementari, e forse fino alla fine dell'anno, ha acceso la miccia. Ieri mattina circa 200 operai hanno indossato i
caschi e sono penetrati nella fabbrica deserta da settimane. Hanno occupato nella calma gli uffici della direzione e
la sala riunioni del Cda. Si tratta di un gesto simbolico «per mettere in cassa integrazione i dirigenti», ha detto un
responsabile sindacale, Edouard Martin. Per i sindacati la decisione della direzione annuncia la «morte
programmata del sito», che conta circa 5.000 dipendenti. E loro non ci stanno. Fuori hanno montato un villaggio
«della resistenza» fatto di tende e sono determinati a restare sul posto fino a quando il sito non verrà riaperto.
file:///M|/Rassegna%20stampa/Rassegna%20Stampa%20quotidiana/Art_120221_11479_00005.htm[21/02/2012 11.03.10]