- Comunità della Beata Vergine del Bisbino

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- Comunità della Beata Vergine del Bisbino
La Voce
della comunità di Maslianico
TRIMESTRALE - SETTEMBRE 2007 - NUMERO 26
Editoriale
Un cammino fatto insieme chiede cordialità,
convinzione, mete comuni.
La nostra Chiesa diocesana vuole con il nuovo
vescovo Diego dare avvio a questo tratto di
strada che il Signore le chiede di percorrere.
Anche noi comunità cristiana di Maslianico ci
incamminiamo con il Vescovo Diego sulle strade che il Signore ci chiede di percorrere.
Avremo la gioia di averlo tra noi Domenica 30
Settembre alle ore 10.30 per celebrare l'Eucarestia e amministrare il sacramento della Cresima
ai nostri ragazzi. Quel giorno non celebreremo
altre messe proprio per evidenzia re almeno una
volta il nostro riunirci tutti insieme attorno al
nostro Pastore e Vescovo.
Fate di tutto per essere presenti !
Inoltre quel giorno daremo inizio anche alla
settimana in onore di S.Teresina a ricordo dei
dieci anni della sua elevazione a Dottore della
Chiesa. Sarà un’occasione unica per noi e per
tutte le persone che nutrono una devozione particolare nei suoi confronti.
Il programma lo trovate inserito in altra parte,
vorrei invitare in modo particolare i papà e le
mamme alla messa del mattino delle 6.30 (alle
7 sarà finita); in quella celebrazione pregheremo per la vocazione dei vostri figli, preoccupazione principale questa dal giorno in cui avete
chiesto il battesimo per loro.
Non manchi in tutti noi il gusto della fede anche a costo di un pò di sacrificio.
Il nostro anno pastorale inizia sotto la protezione della Madonna della Cintura e Regina della
Famiglia, sul suo capo in questa occasione porremo una nuova corona che porta proprio il titolo indicato.
Ci sia di guida e di incoraggiamento, abbiamo
davanti a noi impegni educativi notevoli: penso
alla pastorale educativa e ai suoi ambiti, la catechesi della iniziazione cristiana, quella verso i
cammini di vocazione, quella di animazione
dell'oratorio. Se il suo aiuto e la sua intercessione uniti a quelli di santa Teresina non ci mancheranno, facciamo in modo di sentirci tutti insieme responsabili di questa realtà, per evitare
facili lamentele e per consegnare alle generazione future quei doni di grazia che il Signore
non ha fatto mancare a noi.
Un grazie sentito a tutti coloro che in vario modo e con impegno generoso con don Massimiliano durante l'Estate hanno contribuito
all’apertura dell'oratorio, alla organizzazione
del Grest, del Campo Estivo, delle Tre Sere, dei
tornei, a fornire i premi per le varie estrazioni,
alla pulizia degli ambienti.
Avrete notato che in oratorio sono apparsi dei
nuovi giochi per i bambini: un grazie al gruppo
di uomini che hanno consentito la posa in opera
facendo risparmiare costi notevoli.
Come pure un grazie in anticipo a chi vorrà
contribuire alla copertura delle spese per il ripristino e la rimessa a norma delle campane di
S. Ambrogio.
Buon anno a tutti.
Don Flavio
Recapiti:
Parrocchia:
Don Flavio:
tel. 031511112
cell. 3356270308
La nostra piccola grande Patrona
Non pensavo certo che di lì a pochi giorni quella sarebbe diventata
anche la mia chiesa e, di conseguenza, S. Teresina la mia Patrona.
Ora si compiono dieci anni da quella occasione, celebrare un anniversario è anche fare memoria viva di un avvenimento che continua
a segnare il nostro cammino.
Per questo ho voluto porre a S. Teresina alcune domande per vedere
cosa ci suggerisce.
1) Cosa chiedi ai ragazzi e ai giovani?
“ Da molto tempo io non mi possiedo più, mi sono abbandonata totalmente a Gesù. Quindi Egli è libero di fare di me quello che vorrà.” ( M.C 286)
2) Cosa suggerisci alle Famiglie?
“ Un giorno non avevamo avuto il tempo di fare la nostra preghiera
prima di partire, e la signora Leriche, che ci accompagnava, ci disse
adesso la farete, e ci mise in una stanza dicendoci di pregare. Allora
Celina mia sorella mi ha guardato e mi ha detto: Non è come la
mamma! … Lei ci faceva sempre fare la preghiera.” ( M.A 42 )
3) Cosa ti aspetti dalla nostra Parrocchia?
“ Pregate per i sacerdoti, nel mio viaggio in Italia, sono stata per un
mese a contatto con loro, ho capito che se la loro sublime vocazione
li innalza al di sopra degli angeli, ciò non toglie che siano uomini
fragili e deboli.” ( M.A 157)
4) A Chi vede la nostra Chiesa cosa ricordi ?
“ Certo al Carmelo non si incontrano dei nemici, ma in fondo ci sono delle simpatie, ci si sente attirati verso una sorella mentre un'altra
ti spingerebbe a fare un lungo giro pur di non incontrarla, così senza
Padre Guglielmo, carmelitano, che prestava servizio nella mia par- saperlo diventa un soggetto di persecuzione. Gesù ci dice che bis orocchia nativa, non mancava mai di inserire nelle sue omelie un ac- gna amarla questa sorella e pregare per lei, anche quando il suo
cenno a questa santa, indicandone il suo cammino spirituale e sug- comportamento mi portasse a pensare che non mi vuole bene.” ( M.
gerendo la sua Piccola Via come proposta possibile per tutti. Questo C 298)
è stato il modo con cui io personalmente ho iniziato a conoscere la
figura e il messaggio di S. Teresina. Il tempo della formazione in 5) Cosa ci prometti?
seminario mi ha dato poi la possibilità di approfondire i suoi scritti e “ Vi prometto di passare il mio cielo a farvi del bene sulla terra”
di leggere le sue lettere arricchendo la sua conoscenza e focalizzando i tratti del suo cammino vocazionale.
Questi inviti ci devono trovare tutti concordi e disponibili, anche per
Non posso certamente dimenticare il girono in cui il venerato Papa questo abbiamo voluto riprendere una preghiera composta da don
Giovanni Paolo II al termine della Giornata Mondiale della Gioven- Tettamanti che abbiamo lasciato nelle vostre case e che al Venerdì
tù a Parigi annunciava la sua decisione di proclamare Teresina Dot- viene recitata al termine della Messa.
tore della Chiesa consegnandole un titolo riservato a illustri perso- Ci accompagni dal cielo questa nostra piccola grande Patrona.
naggi e proponendo la sua Piccola Via come insegnamento valido
Don Flavio
per raggiungere la santità anche nel nostro tempo.
Proprio per questo motivo nell'ottobre successivo l'urna contenente
le reliquie di S. Teresina veniva traslata a Roma in occasione della
Giornata Missionaria Mondiale, giorno prescelto per la proclamazione della Santa a Dottore della Chiesa, titolo questo che andava ad
aggiungersi a quello di Patrona della Missioni già precedentemente
datole.
Fu quella felice occasione che consentì alla nostra parrocchia un privilegio certamente unico e quasi miracolosamente ottenuto, di ospitare per alcune ore l'urna della Santa e di sentire in maniera unica la
sua presenza tra noi. Mi permetto di dire tra noi, perchè come delegato Vescovile della Pastorale delle Vocazioni venni invitato da don
Giuseppe e da don Alberto a presiedere una veglia dall'una alle due
di notte.
Poi venne la nomina a Parroco di Maslianico, intitolata ai SS. Giovanni e Ambrogio, ma la cui chiesa parrocchiale è anche santuario
di Santa Teresina del volto Di Gesù.
La sera dell'undici di settembre entrando in chiesa penso che Teresina mi abbia riconosciuto, anche perchè diverse volte avevo avuto
l'occasione di entrarvi. La prima volta fu quando il Vescovo Teresio
Ferraroni mi ha istituito Lettore nel 1985; poi diventato prete come
vicario di Sagnino avevo avuto altre occasioni di entrarvi, compresa
la frequenza a un corso di inglese che qui si svolgeva; altre volte
venni per incontri, confessioni, celebrazioni. Vi devo dire che in uno
degli ultimi giorni del mese di maggio del 2004, ebbi ancora l'occasione di entrare nella allora “vostra” chiesa di S. Teresina accomp aDomenica 30 settembre, alle ore 10.30 S. Ecc. Mons. Coletti
gnando il neo Cardinale Toppo con il compianto Vescovo Marco
Diego sarà a Maslianico per presiedere il pontificale di inizio delSopi e don Muraghe per la celebrazione eucaristica.
la settimana Teresiana.
Il Vescovo tra noi
In quell’occasione il Vescovo amministrerà la Santa Cresima ai
ragazzi della terza media.
Santa Teresa
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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Un evento storico per la Parrocchia di Maslianico
La veglia notturna alle reliquie di Santa Teresa di Lisieux
Giornata storica quel 25 ottobre 1997 per la Parrocchia di Maslianico.
Non s’era mai vista tanta gente per pregare Santa Teresa in occasione del ritorno dell’Urna con
le Reliquie verso Lisieux, nei dintorni di Parigi, luoghi d’origine della “Piccola Grande Santa”,
Patrona delle Missioni, proclamata dal Papa “Dottore della Chiesa”.
I fedeli hanno faticato a trovare un posto e per diverso tempo hanno dovuto sostare all’esterno,
sulla scalinata a sul del sagrato del Santuario.
Poi nel prosieguo della veglia notturna, la venerazione della Sacre Reliquie è stata agevolata da
un’alternanza delle delegazioni convenute con pullman ed auto da diverse località del Lago,
della Brianza, della Valtellina e della Svizzera Italiana.
Quello maslianichese, infatti, è l’unico Santuario della Diocesi di Como dedicato alla Santa. Si
deve al Vescovo di Como Monsignor Maggiolini l’interessamento per la celebrazione di un rito
solenne che avrebbe dovuto essere da egli stesso presieduto. Purtroppo un’improvvisa indisposizione lo ha impedito. Ciò nonostante Monsignor Maggiolini ha inviato un messaggio che è
stato letto in apertura dei riti per la traslazione dell’Urna tra l’Italia e la Francia attraverso la
Svizzera.
All’accoglienza al ponte sul Breggia c’era una folla immensa ed una suggestiva fiaccolata ha
fatto da contorno alla processione con le Reliquie fino al Santuario dove, col prevosto don Giuseppe Paggi e col vicario don Alberto Pini, c’era una foltissima rappresentanza di sacerdoti di
tutta la Diocesi.
Un passaggio, in mezzo al paese, che ha evocato al vita, la sofferenza, la preghiera, la santità,
gli scritti di Santa Teresa ed i tanti favori che Dio ha elargito per sua intercessione.
È stata la presenza di migliaia di persone, però, a dare un’impronta alla manifestazione religiosa con mobilitazione di tutte le associazioni della Val Breggia oltre che delle forze dell’ordine
e degli scouts con le autorità civili e le numerose rappresentanze.
Nel Santuario si sono susseguiti i riti con preghiere, canti e rievocazioni della vita e delle opere
di Santa Teresa e soprattutto del suo messaggio per la propagazione della fede.
Il bacio delle Sacre Reliquie è stato il momento mistico della cerimonia con una continua processione di fedeli.
Per tutta la notte, fino all’alba, si è prolungata la veglia, sempre con la chiesa gremita di gente.
Un applauso sul sagrato, attorno alle 4 della domenica, ha segnato la ripresa del viaggio
dell’urna verso la Francia, con passaggio dal valico di Brogeda.
Un significativo momento di raccoglimento, sempre nella giornata di sabato, s’è avuto con la
partecipazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata con la celebrazione di una particolare
liturgia.
Nell’ambito delle celebrazioni per il primo calendario della morte di Santa Teresa ha assunto
notevole interesse, con gran richiamo di gente, la mostra “In clausura: le estreme frontiere”.
Un momento importante di riflessione durante il mese missionario, nel corso del quale Santa
Teresa è stata proclamata Dottore della Chiesa come guida sicura versa il terzo millennio.
Teresa, infatti, è stata apprezzata da Pio X e proclamata nel 1927 da Poi XI “patrona principale
delle missioni nel mondo” insieme a San Francesco Saverio.
Difatti, la giovane monaca di clausura ha affrontato tutta la sua vicenda personale in una crescente consapevolezza di appartenenza e responsabilità di costruzione di tutta la Chiesa.
I pannelli della mostra che la Parrocchia di Maslianico ha allestito all’interno del Santuario sono stati realizzati grazie alla collaborazione dell’Office Central di Lisieux che ha messa a disposizione il materiale fotografico prodotto dalla sorella di Santa Teresa, Celine, che aveva ricevuto l’autorizzazione a portare nel Carmelo la macchina fotografica.
Altre immagini sono state concesse de Padre Girolamo Salvatico.
25 ottobre 1997: Don Giuseppe Paggi accoglie l’arrivo dell’urna della Santa portata dai seminaristi.
Un momento significativo, nell’ambito delle celebrazioni, è stato quello della tavola rotonda su
Santa Teresa con intervento di don Abramo Levi, don Andrea Caelli e padre Antonio Sangalli
del Carmelo di Monza.
Perché, dunque, la sosta a Maslianico dell’Urna? La tappa, pur non figurando nel programma
ufficiale della traslazione da Lisieux a Roma e successivo ritorno in Francia, è stata inserita
perché nella Parrocchia c’è un Santuario dedicato alla Piccola Grande Santa, giusto sul percorso tra Lisieux e Roma.
Si è voluto ripercorrere a ritroso il viaggio compiuto da Teresa dalla Francia a Roma per chiedere al Papa il consenso di entrare in clausura ad appena quindici anni. Da oltralpe Teresa era
passata per Como, Milano, Padova e Venezia, giusto in occasione del Giubileo sacerdotale di
Leone XIII.
Dopo un secolo di studi e di interpretazioni, Teresa di Lisieux ancora ispira molti temi della
nostra spiritualità, offrendoci spunti di notevole valore e diventando guida del nostro cammino
spirituale.
Questa piccola suora, morta a causa della tisi a soli 24 anni, nella sua breve esistenza, nella
semplicità del convento, ha fatto grandi cose.
Ha offerto di sacrificarsi per i missionari così che nel 1925, a nemmeno trent’anni dalla Morte,
è stata canonizzata da Pio XI, il quale l’ha chiamata “Stella del suo pontificato”.
Una giovane monaca, una vita brevissima, un’imperdonabile incomprensione al suo tempo, un
sacrificio completo al Signore, una morte straziante ed ora con la gloria degli altri proclamata
Dottore della Chiesa perché, con tanta semplicità, ha saputo indicare una nuova strada di santità nella “piccola via”.
Marco Luppi
(Tratto da “Celebrazione del Centenario di S. Teresa di Gesù Bambino)
Ottavario in onore di Santa Teresina
Giovedì
4
Venerdì
5
Sabato
6
Domenica
7
Settembre
Sabato
29
Domenica 30
ore 18.00 S. Messa
ore 10.30 S. Messa Pontificale Inizio della Settimana Teresiana.
Presiede il Vescovo, S. Ecc. Mons. Diego Coletti - Conferimento della
Cresima
ore 18.00 Vespri Solenni - Esposizione della Reliquia
( le messe delle ore 9.00 e 18.00 sono sospese )
Ottobre
Lunedì
Solennità
Liturgica
1
Martedì
2
Mercoledì
3
ore 6.30 S. Messa presiede Don Luca Giansante
ore 9.00 S. Messa a S.Ambrogio
ore 20.30 S. Messa Solenne di S.Teresina.
Presiede S. Ecc. Mons. Oscar Cantoni, Vescovo di Crema
Concelebrano i sacerdoti della zona
ore 6.30 S. Messa
Missione nei luoghi di Studio di Lavoro e visita agli amma lati
sono presenti i Padri Carmelitani di Monza
ore 18.00 S. Messa
ore 18.30 – 20.00 Confessioni
ore 6.30 S. Messa
ore 9.00 S. Messa
Missione nei luoghi di Studi di Lavoro e vista agli ammalati
ore 15.00 Incontro Anziani in Oratorio
ore 17.00 - 18.00 Confessioni
ore 18.00 Vespri
Giovedì
25
ore 6.30 S. Messa
Mis sione nei luoghi di Studio di Lavoro e visita agli ammalati
ore 18.00 S. Messa
ore 18.30 -20.00 Confessioni
ore 6.30 S. Messa. Esposizione e Adorazione Eucaristica -Confessioni
ore 8.10 Preghiera per i ragazzi delle Elementari e i genitori
ore 9.00 S. Messa - presiede Don Alessandro di Pascale
ore 18.00 Vespri e Adorazione Eucaristica per i ragazzi delle Medie
e delle superiori
ore 6.30 S. Messa
ore 16.45 Incontro di Inizio Catechesi Ragazzi e Genitori 5° El. 1°e2°
Media
ore 18.00 S. Messa Solenne
ore 21.00 Serata Culturale - Ricordi Visivi e non degli anni passati
ore 9.00 S. Messa a S. Ambrogio
ore 9.45 Incontro di inizio Catechesi per Ragazzi e Genitori 1° e 4° El.
ore 11.00 S. Messa Pontificale Presiede S. Em. Card. Toppo
ore 15.00 S. Messa Unzione degli Ammalati e Benedizione Eucaristica
Presiede Don Alberto Pini, Prevosto di Torno
ore 18.00 S. Messa inizio catechesi 3° Media, Adolescenti e Giovani
Presiede Don Angelo Bianchi
ore 20.30 Processione Aux Flabeaux
dalla Chiesa alla Cappella di S. Teresina
ore 23.00 Veglia di Preghiera a 10 anni dal transito delle reliquie di
S. Teresina - Sarà presente il Seminario Diocesano che guiderà la veglia
ore 24.00 S. Messa solenne e Benedizione Lapide ricordo
Presiede Don Giuseppe Paggi, Prevosto di S. Fedele in Chiavenna
Santa Teresa
CAPPELLA PAPALE PER LA PROCLAMAZIONE A "DOTTORE DELLA
CHIESA" DI SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL SANTO VOLTO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica 19 ottobre 1997
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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4. Tra i "Dottori della Chiesa" Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo è la più giovane,
ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi
scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito.
Nella Lettera Apostolica che ho approntato per l'occasione ho additato alcuni aspetti salienti
della sua dottrina. Ma come non ricordare, in questo momento, quello che se ne può considerare il vertice, alla luce del racconto dell'emozionante scoperta che ella fece della propria particolare vocazione nella Chiesa? "La Carità - ella scrive - mi diede la chiave della mia vocazione. Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario,
il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un cuore e che questo cuore
era acceso d'Amore. Capii che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l'Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue... Capii che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni [...] Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante ho esclamato: O Gesù mio Amore... la mia vocazione l'ho trovata finalmente! La mia vocazione è l'Amore" (Ms B, 3v·, in Opere complete, p.
223). E' una pagina stupenda, che basta da sola ad illustrare quanto si possa applicare a Santa
Teresa la pagina evangelica che abbiamo ascoltato nella Liturgia della Parola: "Ti benedico,
o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e
agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25).
5. Teresa di Lisieux non solo intuì e descrisse la profonda verità dell'Amore quale centro e
cuore della Chiesa, ma la visse intensamente nella sua pur breve esistenza. Proprio questa
convergenza tra dottrina ed esperienza concreta, tra verità e vita, tra insegnamento e prassi,
risplende con particolare evidenza in questa Santa, rendendola un modello avvincente specialmente per i giovani e per quanti sono alla ricerca del senso autentico da dare all'esistenza.
Di fronte al vuoto di tante parole, Teresa indica come alternativa l'unica Parola di salvezza
che, compresa e vissuta nel silenzio, diventa sorgente di vita rinnovata. Ad una cultura razionalistica e troppo spesso permeata di materialismo pratico, ella contrappone con semplicità
disarmante la "piccola via" che, rifacendosi all'essenziale delle cose, conduce al segreto di
ogni esistenza: la divina Carità che avvolge e permea ogni umana vicenda. In un'epoca, come
la nostra, segnata in tanti suoi aspetti dalla cultura dell'effimero e dell'edonismo, questo nuovo Dottore della Chiesa appare dotato di singolare efficacia nell'illuminare la mente ed il cuore di chi è assetato di verità e di amore.
Teresa nel luglio 1896, all'età di 23 anni. La foto è scattata da sr. Geneviève del Santo
Volto (sua sorella Céline). Teresa già soffre di una tosse secca e persistente.
1. "Cammineranno i popoli alla tua luce" ( Is 60,3). Nelle parole del profeta Isaia già risuona, come fervida attesa e luminosa speranza, l'eco dell'Epifania. Proprio il collegamento con
questa solennità ci permette di meglio percepire il carattere missionario dell'odierna domenica. La profezia di Isaia, infatti, allarga all'intera umanità la prospettiva della salvezza, e in tal
modo anticipa il gesto profetico dei Magi dell'Oriente che, recandosi ad adorare il Bimbo d ivino nato a Betlemme (cfr Mt 2, 1- 12), annunciano ed inaugurano l'adesione dei popoli al
messaggio di Cristo.
Tutti gli uomini sono chiamati ad accogliere nella fede il Vangelo che salva. A tutti i popoli,
a tutte le terre e le culture, la Chiesa è inviata: "Andate... e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Queste parole, pronunciate da Cristo prima
di salire al cielo, unitamente alla promessa fatta agli Apostoli ed ai successori di essere con
loro sino alla fine del mondo (cfr Mt 28,20), costituiscono l'essenza del mandato missionario:
nella persona dei suoi ministri è Cristo stesso ad andare ad gentes, verso quanti non hanno
ancora ricevuto l'annuncio della fede.
2. Teresa Martin, Carmelitana scalza di Lisieux, desiderava ardentemente di essere missionaria. E lo è stata, al punto da poter essere proclamata Patrona delle Missioni. Gesù stesso le
mostrò in quale modo avrebbe potuto vivere tale vocazione: praticando in pienezza il comandamento dell'amore, si sarebbe immersa nel cuore stesso della missione della Chiesa, sostenendo con la forza misteriosa della preghiera e della comunione gli annunciatori del Vangelo.
Ella realizzava così quanto è sottolineato dal Concilio Vaticano II, allorché insegna che la
Chiesa è, per sua natura, missionaria (cfr Ad gentes, 2). Non solo coloro che scelgono la vita
missionaria, ma tutti i battezzati, sono in qualche modo inviati ad gentes.
Per questo ho voluto scegliere l'odierna domenica missionaria per proclamare Dottore della
Chiesa universale Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo: una donna, una giovane,
una contemplativa.
3. A nessuno sfugge, pertanto, che oggi si sta realizzando qualcosa di sorprendente. Santa
Teresa di Lisieux non ha potuto frequentare una Università e neppure studi sistematici. Morì
in giovane età: e tuttavia da oggi in poi sarà onorata come Dottore della Chiesa, qualificato
riconoscimento che la innalza nella considerazione dell'intera comunità cristiana ben al di là
di quanto possa farlo un "titolo accademico".
Quando, infatti, il Magistero proclama qualcuno Dottore della Chiesa, intende segnalare a
tutti i fedeli, e in modo speciale a quanti rendono nella Chiesa il fondamentale servizio della
predicazione o svolgono il delicato compito della ricerca e dell'insegnamento teologico, che
la dottrina professata e proclamata da una certa persona può essere un punto di riferimento,
non solo perché conforme alla verità rivelata, ma anche perché porta nuova luce sui misteri
della fede, una più profonda comprensione del mistero di Cristo. Il Concilio ci ha ricordato
che, sotto l'assistenza dello Spirito Santo, cresce continuamente nella Chiesa la comprensione
del "depositum fidei", e a tale processo di crescita contribuisce non solo lo studio ricco di
contemplazione cui sono chiamati i teologi, né solo il Magistero dei Pastori, dotati del
"carisma certo di verità", ma anche quella "profonda intelligenza delle cose spirituali" che è
data per via di esperienza, con ricchezza e diversità di doni, a quanti si lasciano guidare docilmente dallo Spirito di Dio (cfr Dei Verbum, 8). La Lumen gentium, da parte sua, insegna
che nei Santi "Dio stesso ci parla" (n. 50) E' per questo che, al fine dell'approfondimento dei
divini misteri, che rimangono sempre più grandi dei nostri pensieri, va attribuito speciale valore all'esperienza spirituale dei Santi, e non a caso la Chiesa sceglie unicamente tra essi
quanti intende insignire del titolo di "Dottore".
6. Santa Teresa è presentata come
Dottore della Chiesa nel giorno in
cui celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale. Ella nutrì un
desiderio ardente di dedicarsi all'annuncio del Vangelo e avrebbe
voluto coronare la propria testimonianza col supremo sacrificio
del martirio (cfr Ms B, 3r·, in Opere complete, p. 222). E' nota,
inoltre, l'intensa partecipazione
personale con cui sostenne il la voro apostolico dei Padri Maurice
Bellière ed Adolphe Roulland,
missionari rispettivamente in Africa ed in Cina. In questo slancio
di amore per l'evangelizzazione
Teresa aveva un solo ideale, come
lei stessa afferma: "Quel che gli
chiediamo è di lavorare per la sua
gloria, è di amarlo e di farlo amare" (Lettera 220, in Opere complete, 559).
Ritratto di Santa Teresa adolescente durante una rappresentazione.
La strada da lei percorsa per raggiungere questo ideale di vita non è quella delle grandi imprese riservate a pochi, ma è invece una via alla portata di tutti, la "piccola via", strada della
confidenza e del totale affidamento alla grazia del Signore. Non è via da banalizzare, come se
fosse meno impegnativa. Essa è in realtà esigente, come lo è semp re il Vangelo. Ma è via
permeata di quel senso di fiducioso abbandono alla divina misericordia, che rende leggero
anche il più arduo impegno dello spirito.
Per questa sua via, in cui tutto è sentito come "grazia", per la centralità che assume in lei il
rapporto con Cristo e la scelta dell'amore, per lo spazio che ella dà anche agli affetti e ai sentimenti nel cammino spirituale, Teresa di Lisieux è una santa che resta giovane, nonostante il
passare degli anni, e si propone come singolare modello e guida nel cammino cristiano per
questo nostro tempo che si affaccia sul terzo millennio.
7. Grande è perciò la gioia della Chiesa, in questa giornata che corona le attese e le preghiere
di tanti che hanno intuito, con la richiesta del Dottorato, questo speciale dono di Dio e ne
hanno favorito il riconoscimento e l'accoglienza. Desideriamo renderne grazie al Signore tutti
insieme, e particolarmente con i professori e gli studenti delle Università ecclesiastiche romane, che proprio in questi giorni hanno iniziato il nuovo Anno Accademico.
Sì, o Padre, ti benediciamo, insieme con Gesù (cfr Mt 11,25), perché hai nascosto i tuoi segreti "ai sapienti e agli intelligenti", e li hai rivelati a questa "piccola", che oggi nuovamente
proponi alla nostra attenzione e alla nostra imitazione.
Grazie per la sapienza che le hai donato, facendone per tutta la Chiesa una singolare testimone e maestra di vita!
Grazie per l'amore che hai riversato in lei, e che continua ad illuminare e riscaldare i cuori,
spingendoli alla santità!
Il desiderio che Teresa espresse di "passare il suo Cielo a far del bene sulla terra" (Opere
Complete, p. 1050), continua a compiersi in modo meraviglioso.
Grazie, o Padre, perché oggi a nuovo titolo ce la rendi vicina, a lode e gloria del tuo nome nei
secoli. Amen!
Parrocchia
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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Sarà ancora e per sempre “Musica Maestro”
Anno dopo anno l’appuntamento con l’estate costituisce un’occasione preziosa di incontro e
di crescita dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti che frequentano i nostri oratori. Sul
territorio sono tante le parrocchie che aprono i loro cancelli e i loro cortili per accogliere i più
piccoli. Ma nulla si potrebbe fare senza l’impegno di tanti preti, di tante suore e di tanti animatori ed educatori che sono capaci di fare degli oratori veri luoghi sia di festa e di spensierata allegria, sia di impegno e di servizio reciproco, di preghiera e di condivisione fraterna.
La passione educativa nasce dall’esperienza di alcuni messa a disposizione di tutti e dallo
sforzo di condividere alcune priorità educative. La proposta di un tema specifico, di una storia
e di tanti atelier e attività che lo declinano, è una pista tracciata per tutti, ma anche un suggerimento dal quale partire per inventare proposte e attività da vivere nel proprio oratorio in maniera particolare.
Gli obiettivi educativi sono stati:
1. Parlare del mondo ai ragazzi attraverso la musica. È un modo per aiutarli ad aprire lo
sguardo sulla realtà, a conoscere le ricchezze delle varie culture, a rispettare ogni persona che
incontrano accogliendo il dono della diversità della storia di ciascun popolo. Al centro c’è
l’amore per l’uomo, ogni uomo!
2. Conoscere il mondo è imparare a vivere secondo nuovi stili che favoriscano la libertà e
l’aiuto solidale, che aiutino a rispettare il creato, che siano capaci di partecipare alla costruzione di “un mondo migliore”.
3. In questa prospettiva parliamo di missione: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.” (Mc 16,15). È Gesù che ci fa strada in questo cammino: con le sue braccia allargate sulla croce ci ricorda che la sua morte e la sua resurrezione sono salvezza per
ogni uomo. Lo Spirito santo soffia in ogni angolo della terra e getta “semi di Vangelo” in ogni
cultura e nella storia. Il Padre ci chiama figli suoi e quindi fratelli. Questo è il fondamento
della missione della Chiesa.
È stato importante che il gruppo degli animatori si sia preparato sui contenuti, sulle modalità, perché approfondendoli sono nate delle idee che poi si sono tramutate in iniziative, in giochi, in attività, in riflessioni da suggerire durante il momento di preghiera o il momento del
racconto. I nostri 45 animatori hanno avuto la possibilità di scrivere pagine di servizio e di
accoglienza nei confronti dei più piccoli, e anche tra di loro non sono mancati i momenti di
crescita e di confronto.
Il grest di quest’anno ha così visto la partecipazione numerosa e attenta di centinaia di ragazzi
e giovani che hanno scoperto attraverso la musica un modo per comunicare, conoscersi e crescere in gruppo. La musica come veicolo di incontro, linguaggio verbale e corporeo, la possi-
Grest 2007: I ragazzi durante un momento di gioco.
bilità di dire agli altri qualcosa di se, a partire dalle emozioni che la musica stessa suggerisce.
Perché la musica è arte, divertimento, racconto, movimento, comunicazione ed è un modo
per esprimere la bellezza della vita.
Il “Maestro” Gesù ci ha dato lo spartito da suonare e con l’aiuto di tanti tra genitori e volontari abbiamo realizzato una dolce melodia e un insieme di accordi.
Un grazie a tutti, in particolare ai ragazzi stessi e alle loro famiglie che hanno scelto di vivere
questa esperienza con l’oratorio.
Grazie allora ai genitori che ci hanno dato una mano a scrivere questo spartito; grazie ai giovani animatori che hanno partecipato alla preparazione e alla realizzazione di questo grest;
grazie ai volontari che hanno prestato mani e cuore per la buona riuscita del progetto.
E grazie ai ragazzi per l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco.
Ciao. Ci vediamo la prossima estate!
E allora, sarà ancora e per sempre “Musica Maestro!”
Chi volesse può rivolgersi a don
Massimiliano per avere il cd con i
canti del Grest e/o il dvd delle foto.
Chierichetto in San Pietro
Sentitevi onorati di servire i Ministri di Dio nella basilica Vaticana!
Siate lieti soprattutto di servire Gesù presente sull'altare!
Giovanni Paolo II
Nei mesi di luglio e agosto due chierichetti della nostra parrocchia, Dario e Kevin, hanno partecipato
all’esperienza estiva “Chierichetti di S. Pietro” organizzata dal Preseminario di Roma.
Buongiorno a tutti, sono Dario, un ragazzino di 12 anni che ha deciso, con l'aiuto di Alessia e
Simone, i responsabili dei chierichetti, di intraprendere un'esperienza singolare e unica: andare a fare il CHIERICHETTO IN SAN PIETRO.
Il 21 luglio all'ora prestabilita mi sono presentato davanti al binario 9 della stazione Milano
Centrale. Lì ho conosciuto coloro che avrebbero condiviso con me questa meravigliosa avventura.
Arrivati a Roma, abbiamo trovato un pulmino della Città del Vaticano ad attenderci, che ci ha
portati al Preseminario S. Pio X.
Eravamo in 24, provenienti da tutta Italia, dalla Puglia al Veneto.
La cosa che mi ha colpito di più dei miei compagni era la padronanza del dialetto delle loro
zone di provenienza.
Prima di salire nelle stanze per disfare i bagagli abbiamo fatto la conoscenza di Monsignor
Enrico Rodice, il responsabile del Preseminario.
A San Pietro era tutto organizzato in modo precisissimo e severo. Il margine di errore era
inesistente.
La sveglia era alle 6.20, si andava in sacrestia a vestirsi e quando eravamo tutti pronti si entrava in Basilica per preparare gli altari alle messe che si sarebbero svolte in seguito.
Alle 7.00 arrivavano i sacerdoti e i frati che desideravano celebrare messa, un chierichetto ne
affiancava uno: dopo averlo vestito, prendeva un orciolo (un secchiello contenente le ampolline del vino e dell'acqua) e lo accompagnava all'altare richiesto.
Alle 8.00 terminavamo il nostro compito e salivamo a cambiarci e a far colazione.
Il resto della giornata era dedicato a gite dentro e fuori Roma e a svaghi.
La Domenica era la giornata più impegnativa:
??? 9.15: andavamo in cappella per le Lodi.
??? 10.00: ci recavamo in processione all'altare della Cattedra per la messa solenne.
??? 17.00: sempre alla Cattedra per i vespri.
Mercoledì 1° agosto abbiamo avuto l'udienza con il Papa.
In veste ufficiale ci siamo presentati al salone delle udienze, era ENORME!
Il Papa è arrivato alle 10.00 e ha iniziato con la lettura del Vangelo e la predica; in seguito il
vangelo è stato letto in tedesco, in francese, in spagnolo, in inglese e in italiano. Ogni vescovo
ha presentato i gruppi venuti in pellegrinaggio dal proprio paese e ogni presentazione era accompagnata da un grido di esultanza del gruppo interessato.
Quando il Papa ha presentato i gruppi di fedeli italiani e ci ha saltati, abbiamo pensato che ci
avrebbe ricordati in seguito ma ciò non è avvenuto.
Giovedì 9 agosto fu il giorno della partenza, partimmo dalla stazione Termini di Roma con
destinazione Milano Centrale.
E' stata un'esperienza che mi ricorderò per tutta la vita, mi ha impresso idee che si possono
SENTIRE solo nella Città del Vaticano.
Parrocchia
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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22 - 28 luglio 2007: Germasino
Il campo estivo di quest’anno è stato incentrato sul tema dell’armonia. Ogni giorno abbiamo riflettuto su un diverso tema, uno per ogni lettera della parola “ascolto”: un lavoro facilitato dal numero non troppo elevato di ragazzi.
Le tematiche erano affrontate in gruppi, formati in base alle differenti età (dai 14 ai 18 anni), in modo che tra coetanei si riuscisse a far emerger i diversi punti di vista di ognuno.
Roberto e Nicole
1 luglio 2007: Festa finale in oratorio del Grest con recite, balli, canti …
14 agosto 2007: S. Messa a Roggiana presieduta dal “picolo Papa” don Gianpaolo Romano.
Agosto 2007: la famiglia Rizzi in visita da padre Giuseppe
Luglio - Agosto 2007: S. Messa della domenica sera in oratorio.
Finalmente un sogno si è realizzato: visitare i villaggi e le missioni in cui padre Giuseppe
ha lavorato in questi 29 anni nel cuore dell’Africa, tra Burundi e Congo.
Un mese dedicato a stupirci di come la realtà superasse di gran lunga il mondo che ci eravamo sempre immaginati. E’ stato bellissimo vedere i luoghi in cui ha dedicato la vita per aiutare la popolazione a crescere nella fede e nell’amore per Dio, senza tralasciare l’aiuto concreto ai singoli e alla comunità.
Da anni è ormai impegnato nella costruzione di strutture scolastiche dignitose e pulite per
garantire a migliaia di bambini un‘istruzione.
L’affetto che la gente prova per lui è forte e l’accoglienza che ci hanno riservato è stata incredibile; gli occhi della gente erano sinceramente felici di conoscerci e offrirci doni che
spesso superavano le loro possibilità.
A nome della comunità di Maslianico abbiamo regalato a un centinaio di bambini le magliette dell’oratorio dateci da don Flavio e la contentezza di quei bambini era tanto grande
quanto difficile da descrivere. L’esperienza di un’accoglienza tanto calorosa e la capacità di
gioire delle piccole cose ci ha toccato e fatto riflettere.
In questi giorni passati in Africa abbiamo capito davvero la grandezza del lavoro di padre
Giuseppe e di tutti i missionari che si dedicano e soffrono per le popolazioni dell’Africa e
di tutto il mondo.
Gino, Rita e Francesco
Parrocchia
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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Che fatica le ferie!!
per contaminare i momenti del relax.
1 Luglio 2007: S. Messa di chiusura del Grest in oratorio.
Ritmi serrati, quasi lavorativi, per il meritato relax annuale.
"Staccare" significa frequentare lezioni, fare sport, inseguire passioni culturali. E così la corsa
col tempo prosegue anche al mare e in montagna
Cambia il mondo del lavoro e cambia quello del tempo libero. La tecnologia galoppa imp onendoci ritmi frenetici con la promessa di risparmiare ore preziose. Tutte “accantonate" usando telefoni cellulari, posta elettronica, computer, Internet e affini, ma puntualmente reinvestite nel lavoro.
“ Nessuna civiltà ha mai dedicato tanto tempo a fabbricare macchine per risparmiarlo.
Eppure ci manca ”, recita il comico genovese Beppe Grillo nel suo monologo Time -Out. In
sostanza si produce di più perché si è raddoppiato l'impegno nel lavoro e non certo lo spazio
del divertimento.
Siamo coinvolti in una sorta di febbre collettiva di iperattività che ha finito, inevitabilmente,
Non soltanto perché i telefonini e i computer ci seguono fino in spiaggia o nel rifugio di mo ntagna, ma anche perché quando si "stacca", si riattacca con la palestra, con il club, coi i corsi
di lingua straniera e informatica, con le terapie psicofisiologiche, i forum di meditazione, le
lezioni di musica, di canto o di ballo.
L’impressione è che le vacanze non siano più un elogio dell'ozio, del riposo, bensì l'occasione per rilassarsi lavorando: una contraddizione che si nasconde tra le pieghe di una società
in movimento incapace di concedere alternative a chi cerca di non perdere i mutamenti. Su ll'utilizzo delle ferie da parte di soggetti urbanizzati e inseriti in una economia di mercato come quella in cui viviamo, esistono numerose indagini dalle quali emerge la voglia di distrarsi
impegnandosi nelle più disparate attività fisiche, culturali e sociali.
La tendenza vede un numero crescente di persone scegliere vacanze durante le quali si possa
lavorare, studiare, imparare. Anche le cose più strane come portare al pascolo un gregge di
capre, pilotare mongolfiere, fare il cowboy nelle praterie, cimentarsi in una battaglia tra aquiloni. Studiare filosofia o l'arte del restauro è ormai un cult, ripreso di anno in anno in modo da
completare un intero corso di preparazione. Il motore di tutto è la passione per una disciplina,
uno sport, magari praticato da ragazzi, interrotto con l'ingresso nel mondo del lavoro. Poi ci
sono il desiderio e la necessità di fare qualcosa senza dover correre.
Una persona in età produttiva e con un reddito medio, oggi, può progettare week-end lunghi,
ponti a Parigi, Londra e New York, facilitato dalla deregulation dei trasporti aerei che hanno
dimezzato le tariffe dei voli.
Citare ancora una volta Beppe Grillo è d'obbligo: “viviamo i ritmi impazziti di una civiltà
troppo veloce che fa arrivare sempre più in fretta in posti dove si resta sempre di meno”.
Ecco allora scattare la necessità di sfruttare il periodo di libertà più lungo che abbiamo a disposizione con attività che possano placare la sete di riqualificazione mortificata dal lavoro di
un intero anno. E, per gratificare, si è disposti a pagare in denaro e fatica. Basti pensare al volontariato estivo, un atto di solidarietà che prevede il versamento di una quota minima per fare
un lavoro durissimo.
A chi sostiene che era meglio prima, quando bastava sedersi in riva al mare o sul picco di una
montagna a gustarsi il tramonto, si può ris pondere che il tramonto ha lo stesso fascino di ieri e
provoca lo stesso piacere nel guardarlo.
Oggi però per ammirare la bellezza ci si organizza in gruppo nell'ambito di centri di meditazione specializzati che offrono - oltre alle discipline da svolgere in ambienti chiusi - escursioni per salutare l'inizio di un nuovo giorno con il “rito dell'alba”. La differenza sta nel condividere con altri la stessa emozione e pagare per farlo.
E allora? Ben tornati nel quotidiano, nelle cose di tutti i giorni, nella ricerca della monotonia.
Ma allora è vero che ci si riposa di più nell’ufficio o sui banchi di scuola, nel lavoro quotidiano, con i suoi tempi e le sue scansioni ritmate? Ai posteri l’ardua sentenza!!
Padre Ramón Pascual si racconta
Nel mese di giugno ha trascorso alcune settimane nella nostra Comunità padre Ramón Pascual,
missionario spagnolo, già legato a Maslianico dalla conocenza della famiglia Capiaghi; in questi
giorni inizia una nuova esperienza pastorale in Nicaragua. Abbiamo deciso di incontrarlo per
conoscerlo meglio e farci raccontare la sua esperienza in missione.
Perché ha scelto questa vita?
Prima di entrare in seminario, a 24 anni, lavoravo come autista di camion e allo stesso tempo ero
catechista della mia parrocchia ma sentivo che il Signore mi chiedeva di piú. Un giorno conobbi dei
Missionari Comboniani, e ho sentito che il Signore mi chiedeva d´andare in missione: lì ho sentito
che la missione era il luogo dove io potevo aiutare meglio la gente piú bisognosa.
Dove svolge la sua opera missionaria?
Ho lavorato 10 anni nella Repubblica Centro Africana: per 7 anni nella selva, dove abbiamo una
parrochia con 60 piccole comunità! Eravamo soltanto 2 padri, e la gente poteva partecipare alla messa
soltanto due o tre volte all’anno. Dopo sono andato a lavorare nella capitale Bangui: una grande
parrocchia con piú di 60.000 cristiani. Dopo 10 anni sono tornato in Spagna, perché i mie genitori
erano malati.
Ed ora nel mese di settembre partirò per il Nicaragua, dove sarò in una missione a 60 kilometri da
Managua.
Quali difficoltà ha trovato sul territorio dove opera?
Le difficoltà in Africa sono state molte: le strade di terra, che quando piove sono impraticabili anche a
piedi; le malattie, come la malaria, molto diffusa nelle zone paludose; la povertá della gente, e la
nostra; la mancanza di sacerdoti; i gruppi che erano contro la Chiesa.
Due volte sono stato veramente in pericolo: una con i militari, durante una settimana di guerriglia, e
l’altra con i ladri, che sono venuti alla missione con le armi.
Che ricordo ha di Maslianico e della sua comunità?
Ho nel mio cuore un ricordo di Maslianico e della sua comunità molto bello.
Per mezzo del bollettino vorrei ringraziare tutta la comunitá per la sua accoglienza.
Grazie a don Flavio e alla sua famiglia per la sua accoglienza.
In occasione del Natale, ho vissuto la notte del nuovo anno nel Vostro oratorio e mi sono sentito come
se fossi a casa: la gente mi ha accolto come un membro della comunità, nella loro cena, e questo mi
ha molto colpito.
Vedo la Vostra Parrocchia come una comunità viva, che prega, e che accoglie lo straniero. Una
comunitá impegnata per essere luce nel mondo, e testimonianza di Gesú Risorto. Chiedo a tutti un
ricordo nella vostra pregiera, per me e per la mia nuova missione in Nicaragua.
A tutti voi grazie per tutto.
Un abbraccio, P. Ramón Pascual. ( Missionario Comboniano).
Bocairent (Valencia). 6 giugno 2007
IN CAMMINO VERSO IL MATRIMONIO
PERCORSI PER VERIFICARE LA VOCAZIONE AL MATRIMONIO
E
IN PREPARAZIONE ALLA CELEBRAZIONE
DEL MATRIMONIO
1. Percorso in preparazione alla celebrazione del matrimonio sacramento.
Da novembre 2007 a pasqua 2008 (incontro periodico).
Incontro organizzativo del percorso sabato 20 ottobre ore 18.
Parrocchia di Malianico – tel. 031 – 511112.
2. Percorso per i fidanzati
da novembre 2007 a pasqua 2008 (incontro periodico).
Incontro organizzativo del percorso sabato 20 ottobre ore 18.
Parrocchia di Piazza Santo Stefano – tel. 031 – 512318.
Ricordiamo ai fidanzati che debbono mettersi in contatto per tempo con
il proprio parroco e iscriversi presso il proprio parroco.
Inoltre sottolineiamo che non è bene attendere l’ultimo momento per
preparare il proprio matrimonio… pensateci per tempo. Per i fidanzati
si faccia precedere il percorso almeno due anni prima del matrimonio.
Gli incontri inizieranno o concluderanno con la partecipazione
all’Eucaristia.
Lavanderia Posca
via 5 Giornate 39, Cernobbio, tel. 031-341226
Parrocchia
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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Sant’Abbondio visto dal nostro Vescovo Diego Coletti
Per la solennità di S. Abbondio, il Vescovo di Como monsignor Diego Coletti ha voluto renderci partecipi della Sua riflessione, dalla quale abbiamo ricavato questo riassunto, che speriamo possa
essere di facile comprensione per tutti.
La figura di S.Abbondio
“Anche il Vescovo Abbondio partecipò al Concilio di Calce donia (450 d.C.), voluto dall’Imperatore d’Oriente con
l’intenzione di porre fine ai litigi tra cristiani a proposito della
vera interpretazione dell’identità di Gesù Cristo. Abbondio
però non era un vescovo qualunque: doveva portare con sé
una lettera di Papa Leone, contenente la formulazione della
vera Fede nella Incarnazione del Verbo e nell’identità di Ge sù.
Ma nel cuore e nella mente di Abbondio si formavano pensieri contrastanti con il concilio stesso: l’intromissione
dell’autorità imperiale nelle faccende ecclesiastiche, anche se
animata da buone intenzioni, non può lasciare tranquillo e
persuaso un cuore cristiano. E ci vorranno molti secoli, sofferenze e grandi elaborazioni teologiche e culturali per giungere
ad affermare la corretta laicità della società civile e insieme
l’indipendenza della Chiesa dall’autorità politica.
In questo contesto Abbondio si domandava cosa potesse servire un Concilio, per di più impegnato in discussioni che sembrano non aver nulla a che fare con i problemi reali della gente e col momento storico che porta i segni di una profonda
crisi culturale e morale della civiltà greco-romana, manifestata dalla caduta verticale delle virtù familiari e civili del cittadino romano.
Un terzo pensiero riguarda la preoccupazione per la crescente
pressione dei barbari lungo i confini: invece di studiare percorsi di accoglienza e di integrazione, ci si contrappone militarmente, e Abbondio avvertiva che in questo modo si sarebbe
soltanto aggravata la situazione.
Ricordare la figura di Abbondio è utile per porsi domande che
attendono una risposta aggiornata e confrontata con la storia
di questa comunità.”
Monsignor Coletti dopo avere ricordato la figura di S. Abbondio, esprime le proprie riflessioni.
“Sono in molti, sia dentro sia fuori della comunità cristiana, a
pensare che la fede sia in concorrenza e in contrapposizione
con la ragione, ma in realtà la fede deve essere amica della
ragione.
Vivere una fede amica della ragione ed esercitare il compito
di una ragione che non si ripieghi su se stessa facendo discendere da sé la verità, ma incontrandola e verificandosi di fronte
ad essa, devono essere dunque compiti necessari e convergenti di un’umanità che non rinuncia alla ricerca paziente e mai
conclusa della verità, di un’umanità che si mette a servizio
della costruzione del bene comune.
Ciò comporta che solo cristiani adulti e critici, capaci di eseguire il compito, mai finito e non delegabile ad altri, che la
fede affida alla ragione umana, saranno in grado di offrire un
contributo decisivo alla costruzione di un’umanità migliore,
per il bene di tutti.
Nostro compito è quello di far crescere cristiani di questa statura e dotati di questa facoltà “ragionevole”, da mettere a disposizione e a servizio della qualità della vita di tutti, senza
alcuna pretesa di monopolio della verità, ma anche senza alcuna timidezza o cedimento alla tentazione della svendita della propria identità e della rinuncia delle proprie convinzioni,
per farsi accogliere più facilmente nel consenso di chi ha
smarrito il senso della verità per accontentarsi del triste gioco
delle maggioranze effimere.
Chi è l’uomo, in verità?
Su questa questione, i cristiani sanno di poter offrire al mondo
una parola decisiva. Se Gesù fosse soltanto “uno dei profeti”
come dice molta gente, o se fosse stato solo una maschera
dietro la quale si nasconde, più che rivelarsi, la verità di Dio,
non avremmo la possibilità di leggere in lui, e solo in lui, la
Le novità di padre Rizzi
Carissimi amici di Maslianico, la venuta in Congo di mio fratello Gino con Rita e Francesco mi dà l'occasione per farvi giungere il mio saluto e ricordo. Vi ricordo con affetto per l'amicizia che cresce tra di noi ogni volta che ci incontriamo.
L'anno scorso essendo stato con Voi un periodo prolungato mi ha dato modo di far crescere di più questo legame.
Don Flavio, che incontravo per la prima volta, ha contribuito molto con la sua generosa e cordiale accoglienza, mi ha
dato spazio in Parrocchia nell'esercizio del mio sacerdozio e mi ha fatto sentire uno di Maslianico.
Sono ritornato in Congo, come sapete ho cambiato posto di missione: ora sono a Ngene-Kasongo.
I superiori e il Vescovo mi hanno mandato là perchè c'era il bisogno di realizzare delle scuole finanziate dalla diocesi
di Ancona.
Devo costruire 3 scuole: una è un liceo di 11 classi che poi verranno aggiunti due anni di scuola tecnica meccanica. La
seconda è una scuola elementare di 14 classi per circa 800 alunni. La terza è di 26 classi con 1100 allievi.
Il vescovo poi aggiunge sempre qualcos'altro da fare. In settembre cercherò di sistemare anche la cattedrale. Questa è
la parte "materiale" ma c'è anche l'altro lavoro, il più importante, che è quello spirituale: far crescere la comunità, rinfrancare gli animi, ricostruire ciò che la guerra ha rovinato nel cuore di tante persone.
Introdurre sempre più in profondità la misericordia e il perdono. Questo in un ambiente altamente musulmano, circa
30 mila musulmani e 4 mila cattolici. C'è un buon rapporto in generale, ma i padroni sono sempre loro.
Io sto bene e mi trovo bene anche se il lavoro non manca e avendo compiuto 65 anni la giovinezza è un pò passata, ma
ringrazio il Signore che si fa sentire sempre vicino e mi aiuta, mi dà coraggio e ottimismo.
Cerco di essere sempre disponibile ai miei fratelli congolesi.
Il Signore mi ha dato il grande dono di essere Sacerdote-Missionario-Religioso in questa sua parte della Chiesa. Il 25
settembre ricorderò 30 anni di sacerdozio e 29 anni passati in Africa. Ce n'è a sufficienza per ringraziare a gran voce il
Signore; unitevi a me in questo grazie riconoscente a Dio.
"Il Signore non poteva essere più buono con me".
Con affetto e amicizia,
Vostro P. Giuseppe
NGENE, 15-08-07
Saluti a chi parte!!
La comunità saluta calorosamente don Gianpaolo “piccolo Papa” Romano in
partenza per Roma, dove si diletterà negli studi di Mora le.
I più sentiti auguri vanno anche a don Luca Giansante, che farà il suo ingresso
nella sua nuova parrocchia: sarà vicario a Cermenate.
Gino e Rita Rizzi accanto a padre Giuseppe,
mentre tiene in braccio un bambino congolese.
verità piena dell’umano e del divino.
La testimonianza dei Vangeli, e anche quella dei profeti, rettamente intese, non ammettono altra interpretazione; la costante testimonianza della tradizione apostolica ne offre la
conferma.
Se Gesù è solo un grande uomo, un profeta illuminato, noi
siamo ancora alla ricerca di un punto stabile e decisivo da cui
partire per imbastire un progetto adeguato e pieno di umanità.
La sua vicenda non è fondamento della nostra salvezza e la
sua Parola non è Parola decisiva ed “ultima” di Dio.
Se Gesù è solo una maschera, un involucro vuoto, usato dalla
divinità per dirci qualcosa di nuovo, noi siamo ancora
all’oscuro rispetto ad una vera conoscenza del volto di Dio, e
dobbiamo accontentarci di “vederne le spalle”.
La fede nell’incarnazione reale del Verbo di Dio in una vera
umanità ci offre invece una serie di prospettive, anche molto
concrete, sul senso della vita umana e sulla sua capacità di
“ospitare” la rivelazione di Dio, sconvolgendo così la nostra
visione del mondo e della storia.
L’umanità del Figlio di Dio ci rivela in pienezza e con sicurezza quanto la ragione ci mostra a proposito dei diritti e della
dignità dell’uomo. Diritti e dignità oggi fortemente in discussione in modo sconcertante da una ragione umana che ha finito per perdere fiducia anche in se stessa.
L’umanità del Figlio di Dio si manifesta come il luogo di una
duplice relazione d’amo re che è la verità profonda di Dio
stesso: con il Padre e con lo Spirito.
Confrontandosi con L’incarnazione del Figlio di Dio, la persona comincia a ragionare su se stessa e sul mondo. La verità
di Gesù ci insegna che non è solo possibile, ma doveroso amare in modo assoluto e incondizionato, e solo così la persona ritrova se stessa nel pieno della propria identità; e solo allora la persona sa chi è.”
Vita del paese
In ricordo di Mons. Ferraroni
La Voce - Settembre 2007 - n° 26
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coraggio di chi voleva capire, gettare dei ponti, rimanendo fondamentalmente fedele alle indicazioni che venivano dal Vangelo e dalla Chiesa».
«Vorrei sottolineare anche la sua libertà - aggiunge il vescovo - È un uomo che si è sentito
libero e creativo nel suo ministero. Questo credo di poterlo constatare anche attraverso la lunga e bella stagione di monsignor Alessandro Maggiolini, che ha ricevuto l'eredità di Ferraroni:
attraverso questa stagione, l'eredità di Ferraroni vibra ancora nella mente dei sacerdoti della
nostra Chiesa».
Un ricordo commosso arriva anche da monsignor Oscar Cantoni, comasco, vescovo di Crema:
«Ricordo con viva commozione la grande figura del vescovo Teresio, a cui ero legato da profonda venerazione e amicizia. Mi ha ordinato prima sacerdote e poi vescovo. Ho avuto la grazia di frequentarlo anche in questi ultimi mesi, vissuti col desiderio grande del Paradiso ma
sempre con uno sguardo attento e amoroso verso la Chiesa di Como.
Lo ricordo per la sua calda umanità, per la lucidità dei suoi giudizi e per la grandezza di fede
con cui ha affrontato la solitudine e la sofferenza di questi ultimi tempi. Lo sento potente intercessore - conclude monsignor Cantoni - mentre non ha finito di essermi maestro».
Il vescovo di Crema concelebrerà il rito funebre che si terrà venerdì alle 18 nella cattedrale di
Como.
Alle testimonianze d'affetto si aggiunge l'omaggio delle Acli di Como, che ricordano «con
monsignor Teresio Ferraroni il protagonista di una Chiesa viva e vibrante, interprete di passione civile e speranze sociali che ha rappresentato quale responsabile della Pastorale del Lavoro
per la Lombardia».
«Il tratto distintivo di Ferraroni - ha detto a sua volta il sindaco del capoluogo lariano, Stefano
Bruni - derivava dalla sua esperienza di parroco a Sesto San Giovanni, comune 'rosso' e battagliero. A Como ha fatto il vescovo con lo stesso stile di un parroco: vicino alle parrocchie e ai
preti, un buon pastore e padre di una grande famiglia. È stato in grado di gestire la diocesi con
lo stesso carisma e lo stesso entusiasmo di un parroco che guida la propria parrocchia. Perciò
la città lo ricorda con profondo affetto».
Monsignor Teresio Ferraroni presiede una celebrazione nella chiesa di S. Teresa.
Tratto da Il Corriere di Como
Lutto nel mondo cattolico comasco. Ieri, a Lecco, poco dopo mezzogiorno, è morto monsignor Teresio Ferraroni, vescovo di Como per 15 anni. Nato a Gaggiano (Milano) nel 1913,
Ferraroni venne ordinato sacerdote nel 1936. Divenne vescovo ausiliare di Milano nel 1967 e
di Como tre anni dopo, nel 1970. Poi, nel 1974 prese le redini della diocesi comasca, che guidò fino al 1989.
Sin dalle prime ore del pomeriggio si sono susseguite profonde e sincere espressioni di cordoglio. In primis dall'attuale vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, che ha visto Ferraroni
l'ultima volta sabato scorso. «Abbiamo avuto una breve conversazione e l'ho trovato molto
sofferente, impegnato nell'abbandono alla volontà di Dio e desideroso di godere dell'abbraccio
del Padre. Ha accettato la mia benedizione e abbiamo condiviso la preghiera per la diocesi di
Como. Ora la stessa diocesi esprime la sua stima, la gratitudine e l'affetto per chi l'ha seguita
per tanti anni e ha speso tutte le sue energie per la comunità cristiana e l'annuncio del Vangelo».
Coletti ricorda in particolare tre aspetti del carattere di Ferraroni: schiettezza, coraggio e libertà. «Un uomo assolutamente schietto e immediato: nelle parole e nei gesti, come nella conduzione della vita e nella stessa impostazione del suo ministero pastorale. La velocità e la lucid ità delle decisioni erano davvero una sua caratteristica costante. Poi ricordo il suo coraggio, in
anni veramente difficili. Un coraggio che non è stato aggressività o vis polemica. Ma è stato il
Un maslianichese in due continenti
Il signor Conconi sulle montagne di Germasino.
E’ già trascorso più di un anno dalla morte di Piero Angelo “Pierangelo” Conconi.
Molti di noi l’hanno conosciuto, altri ne hanno solo sentito parlare e altri ancora non hanno idea di chi fosse.
Lo scorso maggio nella sala consiliare del Municipio di Uggiate Trevano, paese dove nacque
nel 1921, si è tenuta una mostra a lui dedicata: “Piero Angelo Conconi, artista uggiatese in due
continenti”.
L’esposizione proponeva un’ampia panoramica delle sue opere: le opere giovanili, realizzate ai
tempi in cui frequentava – giovanissimo – la Scuola di Arti e Mestieri Castellini di Como, e nel
contempo iniziava a lavorare nel campo del restauro; le vignette umoristiche realizzate durante
la prigionia in Germania, al termine della II Guerra mondiale, guerra che aveva combattuto in
Russia quale guastatore alpino sul Don.
Fu uno dei pochi sopravvissuti alla drammatica ritirata del settembre ’43, e tornò in Italia nel
luglio ’45.
giate”; disegno che Angelo inviò dall’Argentina.
A causa della crisi economica che colpì l’Argentina, nel 1967 rientrò in Italia con la famiglia, e
riprese l’attività di decoratore e restauratore di quadri e di affreschi, attività per la quale ricevette numerosi apprezzamenti. Ha lavorato in diverse chiese della diocesi di Como, tra le quali
Cermenate, Germasino, Lezzeno, Mandello ed in altre della Lombardia.
Del suo ritorno in Italia troviamo espressione nei dipinti delle Alpi e del Lago.
In qualità di restauratore ha lavorato anche in Russia e in Inghilterra, dove ha avuto modo di
esprimere il suo talento artistico partecipando al restauro di alcune sale del Cremino a Mosca, e
di alcune dimore appartenute ai reali inglesi, nei pressi di Londra.
Nel nostro paese ha svolto lavori di restauro sulla statua di S. Teresina e sull’altare della Madonna della Cintura in S. Ambrogio.
Tra le opere esposte c’erano anche i paesaggi sudamericani. Nel 1948 Angelo emigrò in Ar- La mostra “Piero Angelo Conconi, artista uggiatese in due continenti” è soltanto la prima a lui
gentina, dove iniziò a lavorare in qualità di modellista in una fabbrica di ceramica, scoprendo dedicata, poiché, persona molto schiva, durante la sua vita non volle mai partecipare a esposila sua vera passione: il lavoro con la ceramica.
zioni o mostre.
Alla fine degli anni ’50 riuscì ad aprire a Buenos Aires un proprio ateliér di ceramica artistica, E’ stato un ricordo della sua Persona, come speriamo possa esserlo anche questo articolo, perche conobbe una certa notorietà in tutto il Sud America, e che chiamò “Lario” in ricordo delle ché in fondo Angelo era anche un “maslianichese in due continenti”.
sue radici.
Oggetti di ceramica artistica realizzati in quegli anni erano esposti insieme ai quadri.
Del successo dell’ateliér se ne ha conferma dal fatto che fu visitato dalla delegazione al seguito
del Presidente della Repubblica in visita ufficiale in Argentina e la televisione italiana se ne
occupò in una trasmissione dedicata al lavoro e all’intelligenza degli italiani all’estero.
Vera chicca dell’esposizione era l’originale del disegno vincitore del concorso indetto da don
Sosio (parroco di Uggiate), apparso sulla copertina del primo numero de “Le campane di Ug-
PUNTO ASCOLTO
Orari:
Mercoledì
Venerdì
ore 15-17
ore 9.30-11.30
Telefono: 031 - 511275
Onoranze Funebri Sant’Andrea
Via XX Settembre 49, tel. 031-341074
Fotocopiato in proprio