Vacanze alternative? Si può fare

Transcript

Vacanze alternative? Si può fare
sotto i riflettori
Vacanze
alternative?
Si può fare
intervista con
Toni Mira
di Gianni Di Santo
4
Liberi, allegri, desiderosi
di far germogliare la terra,
ma soprattutto giovani.
Sono loro i protagonisti
di questa estate alla
scoperta dei campi di
lavoro nei luoghi ad alta
infiltrazione mafiosa,
dove il volontariato
diventa riserva etica
ed economia sostenibile.
Un giornalista ci racconta
cosa fanno gli under30 –
non di rado “targati Ac” –
in un periodo di ferie utili
e diverse dalle altre.
«È una bella Italia, libera
da pregiudizi razziali
e territoriali. Un lungo
abbraccio solidale
che attraversa il nord
e il sud del paese»
I 07/082014
n’Italia giovane, allegra, pulita, onesta. E
che sa sporcarsi le mani. È la strada che
migliaia di ragazzi decidono di percorrere
anche in questa estate 2014. Vacanze
alternative per donare una parte di sé agli altri,
quando l’“altro”, spesso, è un pezzo di paese che è
costretto a convivere con mafia, ‘ndrangheta, delinquenza. Il paese di gomorra incontra i volti entusiasti
di giovani che sanno usare le mani per un qualcosa
di concreto. La solidarietà e il senso civico così trovano posto, per Libera, l’associazione che dal 1995
sollecita la società civile nella lotta alle mafie e nel
promuovere legalità e giustizia, a Cutro, Cirò (Calabria), Castel Volturno, Pignataro Maggiore, Casal di
Principe, Scampia (Campania), San Sebastiano da
Po, Volvera (Piemonte), Marina di Cinisi, San Giuseppe Jato (Sicilia), Erbe (Veneto), Pietralunga (Umbria),
Trezzano (Lombardia), Formello (Lazio).
Ne parliamo con Toni Mira, caporedattore di
Avvenire e inviato del giornale nei territori “caldi”
dell’infiltrazione mafiosa e del riscatto civile.
U
Vacanze alternative per rendere più bello questo
nostro paese. È possibile, dunque?
Sì, è possibile. Giro da anni per l’Italia alla ricerca di
storie “positive”, dove, alle parole, fanno posto i
fatti. E ogni volta sono sempre sorpreso dall’energia che vedo in tanti giovani che, nonostante il
periodo estivo, preferiscono di gran lunga farsi i
calli alle mani per il duro lavoro della terra o bru-
sotto i riflettori
Nelle foto:
campi di lavoro nei terreni
confiscati alla mafia
(Archivio fotografico
di Libera).
In basso, il giornalista
Toni Mira
ciarsi la pelle sotto il sole nella raccolta di peperoncini o melanzane. Lo fanno e basta, e sono contenti. Sanno che stanno dando una mano a un territorio, una comunità che ha bisogno del loro aiuto. È il
loro modo di essere protagonisti facendo un’esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative
sociali di Libera.
Che cosa si fa in un campo di lavoro?
L’obiettivo principale dei campi di volontariato sui
beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una
cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che
possa efficacemente contrapporsi alla cultura della
violenza, del privilegio e del ricatto. Tutti i terreni e i
beni confiscati alle mafie coinvolti nella campagna
di volontariato E!State Liberi sono restituiti alla collettività grazie alla legge 109/96 che permette il
riutilizzo sociale dei beni. Ci sono tre momenti di
attività diversificate per i giovani volontari: il lavoro
agricolo, la formazione e l’incontro con il territorio
per uno scambio interculturale. Non tralascerei l’ultima parte della giornata, che è anche la più importante: scoprire la bellezza dei nostri territori, così
ricchi di storia e di arte, rende visibile che è possibile investire in un futuro migliore. Ma la giornatatipo di un volontario che partecipa a un campo di
lavoro prevede, appunto, alcune ore nei campi per
la raccolta e la lavorazione stessa del prodotto agricolo, e poi incontri formativi con poliziotti, carabi-
I 07/082014
nieri, insegnanti, sindaci, preti per capire, dal di
dentro, come può essere sconfitta la mafia.
Qual è il grimaldello interiore che fa scaturire la
voglia di una vacanza alternativa?
Alla scoperta del lavoro manuale, che è sempre una
novità rispetto alle vite agiate dei giovani provenienti dalle città e metropoli, si accompagna la possibilità di incontrare delle terre e delle persone che
forse noi giornalisti raccontiamo male sui giornali.
Spesso sento dire ai giovani, dopo aver partecipato
a un campo di lavoro: «non ce lo aspettavamo!».
Perché in effetti di fronte a nomi come Casal di
Principe, Piana di Gioia Tauro, Mesagne in Puglia,
Corleone, siamo un po’ tutti presi da un sentimento di impotenza. Invece proprio in questi territori ad
alta infiltrazione mafiosa scopriamo che c’è una
riserva etica incredibile che si fonda sul lavoro onesto dei suoi stessi cittadini, animati certo da un
riscatto sociale che oltre ad essere etico, è comunque produttivo, economico. Questo, i giovani dei
campi di lavoro e delle vacanze alternative, lo imparano presto. Il conoscere l’“altro” fa da traino.
Anche perché nel corso degli anni il lavoro dei
volontari si è dimostrato importante. Grazie a loro la
produzione agricola è notevolmente cresciuta come
anche l’opera di risistemazione dei beni confiscati
si è fortemente velocizzata. Sia le cooperative che
le associazioni sono costrette ad operare in contesti di grandissime difficoltà dovute soprattutto alla
5
sotto i riflettori
Sia le cooperative che le
associazioni sono costrette
a operare in contesti di
grandissime difficoltà
dovute soprattutto alla
mancanza di risorse.
La presenza dei volontari
diventa così insostituibile
mancanza di risorse. La presenza dei
volontari diventa così insostituibile.
Campi di lavoro solo al sud?
Assolutamente no. Ci sono beni confiscati alla mafia anche nel nord del
paese, dal Piemonte alla Lombardia,
dal Veneto all’Emilia Romagna. È
risaputo ormai quanto anche, e
soprattutto, il ricco nord d’Italia sia a rischio di infiltrazione mafiosa. Al nord ci sono solo meno terreni
da coltivare e lavorare, mentre abbondano le case
da risistemare. E spesso la presenza dei volontari si
concretizza nell’aiuto a cooperative sociali che operano in un carcere oppure a sostegno della malattia mentale.
Che volto hanno questi giovani?
Ogni anno crescono sempre di più. E non si riesce
a far fronte alla domanda di partecipazione perché
spesso “il luogo” non riesce a contenere i grandi
numeri. I volontari dormono in tenda, a volte nelle
palestre, nelle scuole di piccolissimi comuni.
Mangiano in spazi ristretti. E il lavoro della terra
A portata di click
Associazioni, volontariato, ambiente:
sostenibile ed etica, la nostra estate è così
er spezzare la routine che ogni anno conduce al solito campeggio, ecco alcuni spunti per vivere la calda stagione in
maniera alternativa. Anche solo navigando su internet si trovano tanti siti e tante proposte per questa estate.
Addiopizzo, associazione nata a Palermo nel 2004, porta avanti il progetto AddiopizzoTravel, che organizza vacanze in giro
per la Sicilia alla scoperta dei luoghi-simbolo dell’antimafia civile e della ribellione al racket, week-end antimafia, esperienze
di turismo sociale, viaggi-studio per studenti e universitari. È un’iniziativa importante e una bella occasione per sostenere le
imprese che hanno aderito al circuito Addiopizzo e per conoscere direttamente chi, con una scelta coraggiosa, ha deciso di
dire no alla mafia (www.addiopizzotravel.it).
Per chi invece preferisce immergersi nella natura il Wwf organizza campi estivi adatti a ogni età e a ogni esigenza: per
bambini, adolescenti, gruppi, famiglie, dall’Italia fino in Ecuador, Indonesia, Kenya, e molte altre mete (www.wwfnature.it).
L’Aitr è l’associazione italiana per il turismo responsabile, sul sito molte idee e spunti per una vacanza sostenibile e etica:
www.aitr.org. Per chi invece ama lo sport il sito “jonas” propone vacanze in bicicletta alla portata di tutti. Ma non solo,
organizza forme di turismo ecologico e a basso impatto ambientale a prezzi contenuti: anche trekking, rafting e vacanze in
barca a vela, a cavallo, e molto altro... (www.jonas.it).
[r.l.]
P
6
I 07/082014
sotto i riflettori
procede con ritmi serrati e qualitativi adatti a piccoli gruppi. La provenienza invece è di matrice cattolica. Scout, gruppi di Azione cattolica, tante parrocchie. Poi, certo, ci sono sempre le sigle storiche
dell’associazionismo laico, da Legambiente all’Arci,
per finire a Pax Christi. Le nostre parrocchie sono
da sempre abituate a organizzare campi estivi per i
giovani, ed è quasi naturale questo “travaso” di
energie fresche e motivate nei campi di lavoro.
La cosa che ti piace raccontare di più di quest’Italia
diversa?
Sentir parlare nella Locride i dialetti veneti ed emiliani. È una bella Italia, libera da pregiudizi razziali e
territoriali. Un lungo abbraccio solidale attraversa il
nord e il sud del paese con il volto e le mani di questi giovani, che forse noi, troppo sbrigativamente,
pensiamo siano poco interessati alla rinascita di un
ethos pubblico. Forse dovremmo imparare a raccontare meglio queste storie di ordinaria partecipazione e solidarietà. Fare memoria, e farla bene, è
compito che va di pari passo alla costruzione della
democrazia di un paese. Memoria e solidarietà
g
sono due risorse da conservare. ■
Mesi duri per la terza età
La compagnia è la prima arma a disposizione
A Parma e Roma due belle esperienze
oli, avvolti dal caldo e dall’indifferenza delle istituzioni. Per gli anziani il periodo più brutto dell’anno è l’estate, specie per
quelli che rimangono nelle città, quando la solitudine è spesso la compagnia non voluta ma autorizzata. Molte sono, per
fortuna, le associazioni di volontariato che suppliscono a questo vuoto istituzionale e anche, per molti versi, familiare.
I tanti volti del volontariato è, per esempio, il nome di un progetto che ha coinvolto circa mille studenti di Parma che, da febbraio
a giugno e poi ancora per tutta l’estate, hanno ritenuto utile incontrare le associazioni del territorio. Il progetto, voluto da una
rete di oltre 15 associazioni di Parma e provincia in collaborazione con il Csv Forum Solidarietà, vuole avvicinare e coinvolgere i
ragazzi per contagiarli con lo spirito della solidarietà e con la voglia di diventare cittadini più attivi e consapevoli.
Anche Roma si è mossa (ma gli esempi non mancano in paesini e città di ogni dimensione lungo tutta la penisola).
Quest’estate gli anziani della capitale affronteranno il caldo aiutati anche da volontari, centri anziani, farmacie, Asl, medici
di medicina generale, case di riposo comunali e non, senza dimenticare il ministero della Salute attraverso il numero 1500.
Una fitta di rete di professionisti, uniti per evitare isolamento sociale e problemi di salute legati alle alte temperature.
Particolarità, infine, il rafforzamento di alcuni servizi come il “Nonna Roma”, attivo luglio e agosto per l’accompagnamento e
il trasporto degli anziani.
S
I 07/082014
7
sotto i riflettori
Nella vigna
del Signore
lla Comunità di Bose è arrivato il momento del raccolto. L’estate è già iniziata, tanti
giovani vengono fin quassù, a cinquecento metri di altitudine tra Ivrea e Biella per
ritrovarsi, spiritualmente, e per ritemprare il proprio
corpo dopo i mesi farraginosi del grande inverno.
Qui si sta in pace, si coltiva il silenzio personale, la
meditazione della parola sacra e si aiutano i monaci
a raccogliere i frutti della terra e a pulire il bosco.
Una stagione già piena di iniziative, soprattutto per i
giovani dai 19 ai 30 anni. Una settimana per darsi
tempo per conoscere sé e gli altri, per riflettere su alcune dimensioni della vita interiore a
Incontri, corsi
partire dalla Scrittura e in un clima di ascolto
biblici, ma anche
reciproco e scambio fraterno, dal lunedì al
lavoro tra campi
sabato. Dal 18 al 23 agosto, ad esempio, il
e boschi.
vice priore di Bose Luciano Manicardi e il filoAlla Comunità
sofo Roberto Mancini dialogheranno su i cindi Bose l’incontro
que sensi, alterità e relazionalità, etica della
tra cielo e terra è
sempre il benvenuto parola e rischio della comunicazione, memoria e speranza, libertà e responsabilità, soffeE l’estate diventa
occasione propizia renza e felicità. I temi dell’”oggi”, dunque, su
per dedicarsi a Dio cui si confrontano quotidianamente le giovani
generazioni.
e agli uomini
di Gianni Di Santo
8
A
I 07/082014
Una peculiarità tutta di Bose è la proposta dei campi di
lavoro. «È pensata – spiega fratel Marco, uno dei
monaci addetti all’ospitalità – per dare ai giovani la
possibilità di partecipare maggiormente alla vita della
comunità. C’è la preghiera comune, certo, ma non
manca il lavoro: ai giovani non dispiace lavorare la
terra, imparare a gestire un orto e a raccogliere la frutta. Insomma, una mano è impegnata con la Bibbia e
l’altra con la vanga. Si condividono con la comunità
monastica il pranzo, la cena e i momenti liberi che
diventano occasioni di scambio e conoscenza. Non è
richiesto alcun contributo per l’ospitalità: il soggiorno
è gratuito. E poi basta davvero poco per vivere un
momento differente dal solito tran tran quotidiano:
chiediamo solo che i giovani si portino Bibbia, sacco a
pelo o lenzuola, asciugamani scarponi e guanti. Il
resto è affidato alla buona volontà». I campi di lavoro,
da domenica pomeriggio a sabato pomeriggio, sono
partiti il 1° giugno fino al 26 luglio, quindi dal 24 al 30
agosto e dal 14 settembre all’1 novembre.
A Bose non va di moda il turismo del sacro. «La comunità non chiede nulla – prosegue Marco, ma invita l’ospite a compiere passi di disponibilità verso la pace e
la sobrietà interiore. Il nostro “fratello” ospite ha l’occasione di fare qui una revisione della sua vita, di
ascoltare Dio che lo ha attratto a questo luogo in
disparte, questo silenzioso deserto spirituale, per parlargli al cuore, e ha anche la possibilità di confrontare
con altri il suo impegno nelle Chiese e nel mondo».
«Qui si possono trovare – aggiunge fratel Guido, che da
sempre segue la comunicazione della Comunità di Bose
e le attività della casa editrice Qiqajon – cristiani di confessione, di tendenza e di sensibilità diverse, non credenti a volte preoccupati della situazione sociale e politica, e anche uomini o donne con un tipo di vita che forse
altri non approvano: si tratta di cercare di vedere in essi il
volto di Cristo, di non ferire mai nessuno e di ascoltare
tutti fino a capire ciò che più brucia nel loro intimo. Sono
nostri fratelli e sorelle in umanità: se li ascoltiamo, non li
troveremo tanto diversi da sentirli avversari».
sotto i riflettori
In alto:
i monaci di Bose riuniti in
Chiesa per la preghiera.
Nell’altra pagina,
giovani che partecipano ai
campi di lavoro estivi
presso la stessa comunità
Bose, d’estate, si popola di cercatori di pace dello Spirito. Lo “stacco” tra città e campagna è evidente, e
l’ambiente stesso invita al silenzio interiore. Si sta in
allegria con i giovani, ma mai sconfinando nel brusio
assordante e poco rispettoso del luogo e dei suoi residenti. «Mi piace, infine – conclude Guido – citare uno
scritto del nostro priore Enzo Bianchi tratto da Lettere
a un amico sulla vita spirituale (Edizioni
Qiqajon) quando dice che è tempo di riscoprire “il
gusto della preghiera nel silenzio di una chiesa di
campagna, reimparare l’ascolto del silenzio abitato
dal canto degli uccelli o dal fruscio delle onde sulla
spiaggia; riprendere in mano la parola sempre nuova
che Dio ci rivolge con la Bibbia; ridare spazio alla lettura capace di aprire nuovi orizzonti allo spirito; renderti conto che i momenti trascorsi a tavola contano
per la condivisione dell’amicizia più delle stravaganze
culinarie... Sì, si tratta di un’architettura del tempo
determinata dai bisogni elementari dell’uomo: l’alimentazione del corpo e dello spirito, l’alternanza e il
dialogo fra parola e silenzio, il riposo come sostegno a
una vita piena e libera, non come metodo di ottimizzazione della produttività. Certo, non è facile cambiare di
ritmo e di mentalità in pochi giorni... Ma toccando con
mano, pur per pochi giorni, la possibilità di questa
alterità, che lungi dall’esserti straniera, ti è familiare, vi
troverai un aiuto efficace per riprendere la lotta quotidiana contro il dominio del brusio sull’intimità, della
superficialità su ciò che ti abita in profondità”».
Ecco perché vale la pena salire “quassù” a Bose.
Nella vigna del Signore c’è sempre bisogno di nuovi
g
contadini. ■
Corsi di canto gregoriano, meditazione e fisioterapia
Al fresco in convento, con Bibbia e silenzio
er chi desidera approfittare delle vacanze estive per prendersi un momento da dedicare alla propria spiritualità, i monasteri
sparsi in tutt’Italia sono una buona proposta. Di seguito qualche località per vivere un’esperienza profonda di comunione con
Dio e con se stessi. L’abbazia benedettina di Santa Maria di Farfa si trova a Fara in Sabina, in provincia di Rieti. L’abbazia promuove
dal 18 al 23 agosto un corso di canto gregoriano (www.abbaziadifarfa.it). Poco lontano da Firenze sorge invece l’abbazia di
Vallombrosa, nel verde del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Sul sito www.monaci.org leggiamo: «I monaci hanno attivato
un centro di spiritualità e di cultura religiosa aperto a tutti. L’accoglienza degli ospiti è orientata alla dimensione spirituale». In
quest’ottica nel mese di agosto si svolgono un corso biblico dall’11 al 16 agosto; dal 18 al 23 agosto un corso sulla preghiera; e
infine degli incontri di fisioterapia tradizionale secondo l’antica esperienza dei monaci benedettini, dal 25 al 20 agosto.
A Chiusi del Verna, in provincia di Arezzo, troviamo il convento della Verna, in cui dal 18 al 23 agosto è previsto un corso
di spiritualità francescana. Dal 24 al 29 agosto invece un corso di approfondimento biblico: Conoscere la Bibbia oggi.
Maggiori informazioni sul sito www.santuariolaverna.org. Infine, più a sud, a Sant’Angelo dei Lombardi, c’è da assaporare
il clima della stupenda abbazia del Goleto della comunità Jesus Caritas. Sulle orme di Carlo Carretto, in compagnia con le
domande del nostro tempo e i silenzi della Parola sacra.
[r.l.]
P
I 07/082014
9
sotto i riflettori
Ac, campi
estivi ai
nastri di
partenza
Come ogni anno, l’Azione
cattolica si appresta a vivere
l’intensa esperienza formativa
dei campi estivi nelle
parrocchie, nelle diocesi fino
a livello nazionale. Piccola guida
semi-seria per prepararsi al
meglio a “incontri” che non
di rado cambiano la vita
di Alessandro Zanoni
ome ogni anno arriva il momento tanto
atteso dei campi scuola, una di quelle
esperienze che ogni socio avrà fatto
almeno una volta nella sua vita (ma è più
probabile che per molti l’unità di misura siano le
decine o addirittura le centinaia). Se è molto facile
aver partecipato a un campo parrocchiale o diocesano, probabilmente meno persone hanno avuto
C
l’occasione di partecipare a un campo nazionale.
C’è sempre una prima volta, le occasioni non mancano, perché non iniziare dall’estate 2014? Proprio
come in ciascuna delle diocesi, anche a livello
nazionale l’associazione propone campi per ciascun arco d’età e responsabilità: si va da quelli per
gli educatori Acr (due proposte: per membri d’équipe e specializzato per responsabili diocesani), a
quello per giovani e msacchini, da quello adulti a
quello Mlac, senza tralasciare quello per seminaristi (ndr. nel box in pagina sono specificati i campi
nazionali).
I vari campi, nello stile tipico di Ac, comprendono
fitti programmi e ottimi relatori. Per ogni informazione, inclusi i volantini, si rimanda al sito nazionale di
Ac, www.azionecattolica.it. Mentre è interessante
raccontare quello che è il “clima” che gira intorno a
un campo nazionale, alcuni aneddoti da backstage,
quei motivi semi-seri per cui un campo nazionale è
imperdibile, unico, ma che quando ve lo proporranno, non avranno il coraggio di spiegarvelo nei minimi dettagli.
Nuove amicizie. In particolare, se venite dal
Sestriere o da Cortina, da Capri o da Sorrento,
vedrete che le persone intorno a voi avranno una
gran voglia di fare la vostra conoscenza e di invitarvi nella propria diocesi come relatore in un incontro
formativo (naturalmente poi sono anche disponibili
a venire loro da voi).
La cena regionale. Organizzata per fini specificatamente culturali e per far in modo che chi ospita
Adulti, giovani, ragazzi: si parte
In uscita, sulle orme di papa Francesco
ronti, via. Si parte. Destinazione campi estivi nazionali. Avendo in mente e nel cuore l’invito di papa Francesco a uscire
verso «le periferie dell’umanità». Ecco le date: il settore adulti di Ac si ritroverà a San Silvestro di Pescara dal 24 al 28
luglio a parlare di Vie d’uscita. Adulti testimoni della gioia, mentre il settore Giovani e il Msac, dal 3 al 7 agosto, approderanno
a Fognano (Ravenna) in un imperdibile Fuori tutti. Missionari per vocazione. L’Acr, invece, si divide in due: il campo per i
membri di équipe si farà a Valfurva, in provincia di Sondrio, dal 29 luglio al 3 agosto e avrà per tema I ragazzi del 3000. Il
protagonismo dei ragazzi oggi e domani, mentre il campo specializzato virerà a sud, a Castellammare di Stabia, dal 4 al 9
agosto, provando a conoscere meglio l’Evangelii Gaudium. Chiamati ad essere dono della bellezza che non si spegne. Chiudono
il Mlac, che a Policoro (Matera), dal 19 al 24 agosto, porterà la sua attenzione specifica a Le periferie del lavoro e il ruolo della
comunità cristiana, mentre i seminaristi “targati Ac” si troveranno a Reggio Calabria dal 27 al 30 agosto per riflettere su L’Ac e
la gioia del vangelo. La formazione al presbiterato al tempo di Francesco. Per ogni informazione aggiuntiva si consiglia di
collegarsi al sito web dell’Ac nazionale: www.azionecattolica.it
P
10
I 07/082014
sotto i riflettori
In alto:
i campi estivi di Ac sono
sempre un momento di
confronto, riflessione e
condivisione
possa sentirsi valorizzato. Spesso è seguita da frasi
del tipo «La dieta? Da lunedì...».
Il vocabolario associativo. Ai campi potrete verificare quali termini classici del nostro linguaggio come
“corresponsabilità”, “protagonismo”, o “catechesi
esperienziale” siano saliti o scesi nell’indice di gradimento nazionale.
Le citazioni. Se durante una relazione vi state
annoiando, un modo per passare il tempo più piacevolmente è predisporre sul blocchetto di fogli
bianchi A5 (che sicuramente avete trovato in cartellina) una tabella che sulla colonna di sinistra riporti
in ordine alfabetico i seguenti personaggi presenti
nel pantheon dell’Azione cattolica: Vittorio Bachelet,
don Tonino Bello, Carlo
Carretto, Carlo Maria Martini,
don Lorenzo Milani, Giorgio La
Pira. Il gioco consiste nel
segnare una X a fianco di ciascun nome ogni volta che viene
citato. Dopo i campi 2013, si
consiglia di escludere papa
Francesco dal conto per lasciare un minimo di suspense a
questa attività.
Le rivendicazioni identitarie. Se
da sempre non riuscite ad
accettare che vi chiamino emiliani se in realtà siete romagnoli, che diano del romano a chi
abita fuori dal raccordo o che
confondano i pisani coi pistoiesi, i campi nazionali
rappresentano un’ottima cassa di risonanza per le
vostre battaglie.
Le domande e il confronto. I campi sono sempre
un’occasione privilegiata di analisi sociologica.
Come ad esempio quando al termine di una relazione si lascia spazio alle domande e sicuramente
qualcuno interverrà esordendo così: «La mia non è
una domanda, ma una considerazione»; oppure
quando viene lasciato lo spazio per qualche breve
replica e chi interviene sottolinea, prima di un ricco
preambolo: «Sarò breve».
Insomma, studio, meditazione e anche divertimento.
g
Un’esperienza che consigliamo di cuore di vivere. ■
Il tempo del silenzio a Casa San Girolamo
Tutto mi parla di Te. Tra cultura, politica e spiritualità
asa San Girolamo a Spello diventa ogni giorno che passa luogo accogliente e “polmone spirituale” per chiunque voglia
sostare in silenzio e in preghiera in un clima di Chiesa domestica, in compagnia delle parole di fratel Carlo Carretto. Anche
questa estate il programma è vasto e articolato. Per tutto il periodo di apertura sarà presente un assistente spirituale affiancato
dai laici che curano l’accoglienza e il servizio. Tra le iniziative, segnaliamo dal 14 al 18 luglio Tutto mi parla di Te, itinerario
spirituale attraverso l’arte con suor Palmina Morbin e don Emilio Centomo, mentre dal 21 al 26 luglio si parla di Europa, Europe,
Abitare la casa comune fra politica, cultura e spiritualità con Gianni Borsa e padre Michele Pischedda, per arrivare dal 4 al 9 agosto
con la settimana biblica che avrà come tema Come alcuni personaggi biblici hanno riconosciuto Gesù. Uno degli appuntamenti
“cult” è quello che propone il centro studi di Ac per i giorni 29-31 agosto 2014: Persone nuove in Cristo Gesù. Le prospettive
culturali e sociali dell’Evangelii gaudium. Nel sito www.azionecattolica.it saranno suggerite alcune letture propedeutiche, per
attivare un percorso di approfondimento e studio personale in preparazione al Seminario. Per ogni altra info è possibile cliccare
sul sito web: http://casasangirolamo.azionecattolica.it/.
C
I 07/082014
11
sotto i riflettori
In cammino,
guidati da una stella
Pellegrini lungo le strade della Via Francigena che portano a Roma,
Santiago di Compostela, Gerusalemme, sgombrando il percorso dai
condizionamenti dell’esistente per un incontro nuovo con l’Altro.
Alcuni suggerimenti per chi cerca un’estate errante
di Carlo Finocchietti
ammina, cammina! Sì, camminare è l’idea giusta per questa estate. Con la crisi
è una proposta assolutamente a buon
mercato, buona per tutte le tasche,
anche per quelle vuote. E poi risulta salutare per i
suoi benefici effetti sul sistema circolatorio e respiratorio. Camminare è anche l’idea giusta per cambiare, anche soltanto per qualche giorno o per qualche ora, un modo di vita che ci è diventato pesante. Camminare è dunque una forma di “resistenza”
a un modo di vivere che c’incatena a una sedia e ci
fa operare grazie a una serie di protesi come il
telefono, l’automobile e il computer.
Ma per noi seguaci di Gesù, di Abramo, di
Francesco, camminare è qualcosa di più e di diverso del vagabondaggio, della ricerca della natura
selvaggia, della fuga dal mondo alla ricerca della
pace interiore, della performance atletica.
Camminare è la vocazione del pellegrino, dell’uomo
C
di fede. Egli cammina verso Roma, Santiago di
Compostela, Gerusalemme o, più semplicemente,
verso un eremo di montagna su un’antica via sacra,
sgombrando la sua vita dai condizionamenti dell’esistente per un incontro nuovo con l’Altro, guidato
da una “stella”.
E allora ecco una buona idea. C’è una lunga strada
– libera dalle auto e dai tir – che attraversa tutta
12
I 07/082014
l’Italia, da nord a sud, da ovest a est. Si chiama Via
Francigena. Parte dal Gran San Bernardo e arriva ai
porti di Puglia. La via dell’Alpis Poenina, che era già
una delle più importanti strade del mondo antico,
acquista nel Medioevo un nuovo ruolo: diventa la
via di transito dei pellegrini che dal centro Europa
scendono a Roma per il giubileo. I romei vanno ad
Petrum per visitare le tombe di Pietro e Paolo e le
reliquie dei primi martiri. E poi proseguono verso
sud per imbarcarsi e visitare i luoghi di Gesù e il
Santo Sepolcro. Nel loro ricordo, oggi la Via
Francigena è proposta come grande itinerario culturale europeo che recupera gli antichi percorsi
pedonali medievali ed educa i contemporanei a
riappropriarsi delle radici cristiane dell’Europa.
Troppo lunga e impegnativa? Possiamo limitarci a
percorrerne anche solo alcuni dei tratti più belli,
portandoci alla scoperta dei bellissimi borghi
dell’Italia minore. Il tratto appenninico ad esempio,
che sale dal duomo di San Donnino a Fidenza alla
pieve di Fornovo e poi fino al passo della Cisa, a
Pontremoli e alle chiese di Lucca. Oppure il tratto
che parte da Altopascio e prosegue per San
Miniato, San Gimignano, Abbadia a Isola e
Monteriggioni. C’è poi Siena e tutta la Valdelsa. Il
tratto laziale da Bolsena a Montefiascone e Viterbo
sui basoli dell’antica Via Cassia romana; e poi
Vetralla, Capranica e la magnifica Sutri. Fino all’arrivo a Roma, con la vista sul Cupolone dal Monte
Mario e il colonnato de Bernini che accoglie il pellegrino nel grande abbraccio della cristianità.
Da Roma a Brindisi la Via Francigena del Sud segue
il percorso dell’Appia Traiana. Uscire da Roma a
piedi lungo l’Appia antica, i suoi sepolcri e le rovine
sotto i riflettori
imperiali, è un’emozione che vale da sola il viaggio.
I tratti più raccomandati sono quelli dei Castelli
romani, dell’abbazia di Fossanova e di Terracina.
Giunti a Benevento si traversa l’Appennino in direzione delle cattedrali della Daunia e della
lunga sfilata di capolavori del romanico
I cammini mossi da
motivazioni spirituali pugliese. Se vi ho convinto, andate su
www.viefrancigene.org/.
sono un’esperienza
I giovani (e i diversamente giovani) di Ac
diffusa e praticata,
potranno misurarsi con i Sentieri Frassati.
dai tradizionali
Ci pare veramente bella quest’idea di aver
pellegrinaggi ai
dedicato a Pier Giorgio Frassati, in ogni
trekking della fede.
regione d’Italia, un sentiero di particolare
Un po’ di chiarezza
interesse naturalistico, storico e religioso.
è però necessaria.
Un
sentiero da percorrere ricordando il gioC’è una progressione
vane di Azione Cattolica, l’universitario
d’intensità
appassionato di Dio, l’amante della montadell’esperienza
gna, il fratello dei poveri, l’uomo delle otto
spirituale legata
beatitudini. Sul Gennargentu o sui monti
al camminare
Iblei, alla Verna o sul Gran Sasso, sui monti
Dauni e al Marcellianum, sulla via dei forti genovesi e al santuario di Oropa, fino ai grandi sentieri
alpini. Le informazioni sui percorsi sono su
www.sentierifrassati.org/.
I cammini mossi da motivazioni spirituali sono un’esperienza diffusa e praticata, dai tradizionali pellegrinaggi ai trekking della fede. Un po’ di chiarezza
è però necessaria. C’è una progressione d’intensità
dell’esperienza spirituale legata al camminare.
Proverò a farlo utilizzando la scala tradizionale delle
difficoltà alpinistiche.
In alto:
1° grado: il turismo religioso. Il cammino si muove
la conchiglia, il simbolo del
verso
luoghi significativi della vita ecclesiale: chieCammino di Santiago di
se, santuari, monasteri, eremi; ha valore di conoCompostela
I 07/082014
scenza storica e culturale; cerca le testimonianze
artistiche dell’esperienza religiosa; è la spiritualità
erratica delle vie di pellegrinaggio (esempio:
Pellegrino di Puglia di Cesare Brandi).
2° grado: il risveglio dello spirito. L’itinerario spirituale serve a scuotere la sensibilità e a riaccendere la capacità di percezione, spente dall’abitudine;
si serve dell’aiuto della poesia, dell’arte e della
mistica (esempio: il pellegrinaggio di Dino Campana
alla Verna nei Canti orfici).
3° grado: il cammino interiore. Il cammino riattiva la
vita interiore; si eliminano i fattori di disturbo e
distrazione, gli idoli e le schiavitù; si cerca il silenzio del deserto in un alternarsi di cammino e di
sosta; si reimpara il dialogo con l’Altro, la meditazione e la preghiera (esempio: le Lettere dal deserto di Carlo Carretto).
4° grado: il cammino di conversione. Cambiare
strada grazie a un “cuore nuovo”; ridefinire la propria identità e incamminarsi in una direzione diversa (esempio: La montagna delle sette balze di
Thomas Merton).
5° grado: la vocazione. Accettare e vivere la vocazione nel cammino della vita umana; gestire le crisi
e le tentazioni con gli esercizi spirituali; vincere i vizi
e praticare le virtù (esempio: Ordalia di Italo
Alighiero Chiusano).
6° grado: in cammino per cambiare il mondo. La
responsabilità del cristiano è costruire un mondo
nuovo camminando verso la città celeste, la terra
della libertà, dove Dio tergerà ogni lacrima dagli
occhi e non ci saranno più né la morte né il lutto, il
lamento e l’affanno (esempio: Vino e pane di
g
Ignazio Silone). ■
13
Lungo le strade
di Betlemme
etlemme, il luogo in cui Dio si è fatto
carne, oggi è una realtà difficile: i problemi economici, il muro, le politiche israeliane che, per ragioni di sicurezza, vietano ai cittadini palestinesi di recarsi a lavorare in
Israele se non con permessi speciali. In questo contesto c’è sempre più bisogno di aiuto: da un lato per
fare fronte alle necessità basilari di assistenza, dall’altro per far sentire la nostra presenza, a chi
necessita non solo di un aiuto economico ma
soprattutto di una condivisione umana e spirituale.
L’estate è il momento migliore per mettersi a disposizione e fare un periodo di volontariato, anche se a
Betlemme il bisogno è vivo tutto l’anno.
Ecco allora tre realtà che impiegano volontari internazionali a Betlemme. Si tratta di strutture diverse
tra loro, ma accomunate dalla
voglia di fare, dalla scelta
Il Caritas Baby Hospital,
nonviolenta e dalla fede in
la Tenda delle Nazioni e il
lavoro della Custodia di Terra Cristo.
Situato a pochi metri dal triSanta. L’estate è il momento
stemente famoso muro di
migliore per mettersi a
disposizione e fare un periodo divisione, il Caritas Baby
Hospital (www.aiuto-bambinidi volontariato all’estero.
Qualche esempio, tra le mille betlemme.it/) è una realtà
solida nel tessuto sociale
opportunità esistenti
betlemita: creato nel 1952,
questo ospedale, gestito con la preziosa collaborazione delle suore francescane elisabettine, ha
80mila visite ambulatoriali l’anno con circa 3000
ricoveri, avvalendosi di una struttura all’avanguardia e di personale esperto e competente. «Questo è
l’unico ospedale pediatrico della Palestina – spiega
suor Donatella Lessio – e cura tutti coloro che
hanno bisogno, sia musulmani che cristiani». I
volontari che svolgono il loro servizio in questa
struttura sono specializzati nelle professioni sanitarie pediatriche. I posti sono limitati e c’è bisogno di
di Riccardo Marchio
14
B
I 07/082014
persone che diano disponibilità per alcuni mesi. Per
informazioni, si può scrivere a suor Donatella all’indirizzo: [email protected] .
Uscendo poco fuori Betlemme, incontriamo una
realtà molto particolare: stretta nella morsa degli
insediamenti (piccole cittadine israeliane costruite
in territorio palestinese espropriando i terreni delle
popolazioni locali), la Tenda delle Nazioni
(www.tentofnations.org) è una iniziativa creata da
una famiglia luterana di Betlemme. Un terreno di
circa 100 acri coltivato soprattutto a frutteti, vigne,
ulivi, appartiene alla famiglia Daoud da circa cento
anni. Su di esso gli israeliani vorrebbero costruire
un insediamento. La presenza nonviolenta e pacifica della famiglia Daoud ha dato vita a una fattoria dove ogni persona ha il diritto esprimersi pacificamente e, grazie al lavoro agricolo, mostrare al
mondo che una resistenza nonviolenta e pacifica è
possibile. «Vengono anche alcuni abitanti degli
insediamenti a imparare tecniche di agricoltura e
di compost – racconta Nassar Daoud, il capofamiglia –. Noi non abbiamo nessun problema a convivere con loro, anzi li invitiamo a visitare la fattoria
perché vogliamo che questa convivenza sia pacifica» aggiunge. Purtroppo, però, all’inizio del mese
di maggio i bulldozer israeliani hanno distrutto un
frutteto appartenente alla fattoria e continuano a
minacciare di esproprio queste terre. «È importante che vengano i volontari – continua Nassar –. Da
un lato, è garanzia di una presenza nonviolenta in
questo luogo; dall’altro, è dimostrazione del fatto
che noi siamo pacifici e vogliamo solo fare il nostro
lavoro e conservare la terra che abbiamo ricevuto
dai nostri avi». Molto adatta a gruppi di giovani per
un’esperienza full immersion di un paio di settimane, la Tenda delle Nazioni cerca volontari per vari
ruoli, dal cuoco all’agricoltore. Per maggiori informazioni, consultare la pagina: http://www.tentof-
sotto i riflettori
Sopra:
il muro di Betlemme.
Sotto, la chiesa
della Natività nella cittadina
palestinese
nations.org/volunteer/volunteer-information/ (in
inglese).
I frati francescani sono presenti in Terra Santa da
circa settecento anni. Va da sé che siano punto di
riferimento per molte opere sociali nel luogo dove
tutto è iniziato. A Betlemme, nei locali adiacenti alla
basilica della Natività, lo sportello Servizi sociali
della Custodia di Terra Santa si occupa di rispondere alle necessità dei cristiani in difficoltà, che sono
variegate. Un aiuto lo dà l’Associazione pro Terra
I 07/082014
Sancta (www.proterrasancta.org),
ong della Custodia che, attraverso
un lavoro a trecentosessanta
gradi, aiuta i francescani a mantenere le pietre dei santuari ma
anche le “pietre vive” della Terra
Santa. «I cristiani sono vittime di
questo processo di pace che non
si chiude» racconta Vincenzo
Bellomo, responsabile dello sportello Servizi sociali e dei progetti
dell’Associazione pro Terra Santa a
Betlemme e nei territori palestinesi. «Come Chiesa locale, ci facciamo carico dei bisogni anche elementari della gente: l’accesso alle cure mediche e
l’istruzione per i bambini, gli anziani, che sono tra le
categorie quella che soffre di più della situazione
socio-economica». Attraverso l’Associazione pro
Terra Sancta, ci si può proporre per un periodo di
volontariato a Betlemme e collaborare ai progetti
Betlemme è anche Anziana e Betlemme e i bambini
di Terra Santa. Per tutte le informazioni, consultare
la pagina http://www.proterrasancta.org/it/aiuta-lag
terra-santa/volontariato/. ■
15