Corpo e diritto
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Corpo e diritto
Il corpo e il diritto Sandra Busatta Platone, Aristotele, Aristofane, Demostene e Socrate, tra gli altri, usarono l’analogia tra corpo umano e corpo politico, e anche Esopo, nel famoso Apologo della Pancia e delle Membra. L’ apologo divenne esplicitamente politico in epoca romana e in seguito San Paolo lo applicò al Cristianesimo. L'apologo fu citato anche da Marx (1865): “Quando i plebei romani fecero sciopero contro i patrizi romani, il patrizio Agrippa raccontò loro che la pancia patrizia nutre le membra plebee del corpo politico. Agrippa non riuscì però a dimostrare che le membra di un uomo si nutrono quando si riempie la pancia di un altro. “ Nel Medioevo l’analogia si sviluppò notevolmente, ponendosi alla base del pensiero sul Corpo del Re. Nel 16° e 17° secolo, anche se l’analogia persistette soprattutto nella letteratura polemica, il suo significato si deteriorò sempre più a mera formula, cedendo il posto all’idea di Contratto Sociale. La teoria dei due corpi del re costituisce un fondamentale anello di congiunzione fra la comunità medievale e il moderno Stato territoriale: non è un caso che in Inghilterra durante il secolo XVI i giuristi elisabettiani abbiano disquisito sui due corpi del re, mentre creavano il mito di Elisabetta I, la Regina Vergine. ANALOGIA TRA UNIVERSO, STATO, CORPO E MACCHINA, IN PARTICOLARE L'OROLOGIO Al di là della commistione fra corpo e macchina, dell'interscambiabilità delle metafore organiciste con quelle meccaniciste mediante cui Hobbes di volta in volta descrive il suo Leviatano, è comunque evidente che tali immagini hanno ben poco in comune con l'idea di Corpo politico così come è venuta configurandosi durante il Medioevo. Il corpo del leader politico ha una sorta di plusvalore simbolico che gli deriva dal rapporto sensibile che lo allaccia alla comunità politica. IL CORPO DEL CAPO E' SIMBOLICO SIA DA VIVO CHE DA MORTO I CAPI DEI REGIMI PRECEDENTI SONO UCCISI. I CAPI DEI REGIMI VINCITORI DIVENTANO IMMORTALI Con le rivoluzioni borghesi il Corpo politico diventa il popolo e il suo parlamento. La Nazione è spesso incorporata in una donna, come la Marianne in Francia. Nasce l'idea del diritto alla propria nazione, e cultura e all'autodeterminazione dei popoli. Nasce l'associazione tra suolo e sangue. Nascono i diritti di libertà di pensiero, parola e associazione, di religione. Nascono il diritto alla libertà, all'eguaglianza e alla felicità. SE LA NAZIONE E' UN CORPO, NON PUO' ESSERE SMEMBRATA DALLA SECESSIONE: LO STATO DIFENDE LA SUA INTEREZZA. Vi è contraddizione tra diritti collettivi e individuali. Per esempio, tra diritto all'educazione e diritto alla cultura, tra diritto a tradizioni che discriminano e leggi democratiche, tra diritto alla libera circolazione delle persone e diritto a non avere un'immigrazione incontrollata. CORPI IN MOTO E DIRITTI SE LA NAZIONE E' UNA DONNA, ALLORA LA SI STUPRA COME ATTO DI GUERRA CON GLI STUPRI ETNICI. L'Habeas Corpus è un diritto sancito nella Magna Charta Libertatum , approvata nel 1215 dal re Giovanni Senza Terra. E' citato nelle fonti di diritto inglese fin dal 1305. L'Habeas Corpus Act, emanato il 27 maggio 1679, ha successivamente codificato la procedura. Dal corpus legislativo inglese l'Habeas corpus è passato in tutte le costituzioni occidentali, fino ad approdare alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, che all'Articolo 9 recita: “Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato”. Con la locuzione habeas corpus (trad. lat. "(ordiniamo che) tu abbia il corpo") si indica l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto. Ciò vale in senso stretto. IL CORPO E LA LEGGE L'USA PATRIOT Act, 2001, è una legge federale statunitense concepita per il preciso scopo di ridurre gli attacchi terroristici negli Stati Uniti dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Rinforza il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi, quali CIA, FBI e NSA, riducendo così la privacy dei cittadini. Nell'ottobre 2007 la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale la legge. Etimologia di “diritto” RIGHT: antico inglese riht, dal germanico *rekhtaz, dall' Indoeuropeo *reg-to- „che si muove il linea retta‟. La radice indoeuropea è anche la fonte del greco ὀρεκτός, Latino rectus. La nozione è quella della mano destra come mano “corretta” e la sinistra “sbagliata”. Italiano: 1. retto, che è dritto, perpendicolare rispetto a un riferimento orizzontale 2. di angolo che ha un'ampiezza di 90° (novanta gradi) 3. di persona che ha una moralità ineccepibile, senza colpe o vizi. L'idea è che rovescio, curvo, tortuoso, pendente, siano “sbagliati”. DIRITTO: dal latino volgare dirictus o dal latino classico directus da rectus Dritto/diritto Norma/normale Norma in latino è la squadra per misurare gli angoli retti. Figurativamente significa regola, modello, ordine e costume. Suoi derivati sono normale e normalità. Se nella società la norma è maschile, è dritta, giusta e “normale”, la donna e il diverso diventano la devianza, lo sbagliato, l'anormale. Sia l'universo che la società hanno un lato sacro, nobile e prezioso, e uno profano, un lato maschile, forte e attivo, e uno femminile, debole e passivo, in poche parole: un lato destro e uno sinistro. Questo pregiudizio è diffuso presso tutte le culture dove il maschio detiene il potere. Che perfetta somiglianza tra le nostre due mani! Eppure, che stridente disuguaglianza! Alla mano destra vanno gli onori, le denominazioni lusinghiere, le prerogative: essa agisce, ordina, prende. Al contrario, la mano sinistra è disprezzata e ridotta al ruolo di umile ausiliario: essa non può niente da sola; assiste, aiuta, tiene. (Robert Hertz, La preminenza della mano destra. Saggio sulla polarità religiosa) Legge/norma/diritto Sia l'italiano legge che l'inglese law derivano dalla radice indoeuropea legh- ,che serve anche per “letto” e “legare”. Il senso è: qualcosa che è stato steso o fissato perciò è diventato regola, quindi lega, obbliga. Derivati sono: legale/leale, legittimo, dileggiare, legislatore e privilegio. La regola e l'eccezione ovvero Legge e fuori legge Norma e devianza Chi devia dalla via diritta/retta, diventa l'eccezione alla regola, fuori norma, fuori legge, anormale e deviante. Sovranità-SovranoBandiera- Legge-Diritto La fonte del diritto e della legge è il potere sovrano (di ogni tipo: re, parlamento, popolo, dittatore, ecc). Sovrano deriva dal latino superanus, capo, principale. Super indica che il sovrano è al di sopra della legge, che proviene da esso. La sovranità è il diritto di vita e di morte sopra un territorio. Eccezionalità – Bandito – Fuorilegge - Criminale Bandiera e bandito hanno la stessa radice. Potere sovrano e fuorilegge sono entrambi al di là della legge La radice indoeuropea bhan, parlare, si evolve come 1. proclamare la lealtà di una banda dietro un segno di stoffa (bandiera) 2. maledire, espellere con minaccia di morte di là dei confini (exterminare), bandire. Il bandito è al di fuori della legge, può essere ucciso senza commettere omicidio, vive in uno Stato di Eccezione alla regola. Perciò è al di là della legge. Bio-potere e Sovranità Che significa Diritto alla Salute? La sovranità si è sempre più spostata dal territorio al corpo. Il bio-potere dello stato decide l'inizio biologico della vita e il suo termine. La medicina ha molto aumentato il potere dello stato sul corpo, oltre al suo potere di punire. L'idea dell'universalità passa dal cristianesimo allo stato illuminista nel 18° secolo, insieme all'idea dello stato nazione che appiana le differenze. Gli imperi multinazionali sono pluralisti. Sulla questione dell'aborto, per esempio, vi sono due universalità in conflitto: quella della chiesa cattolica (che vuol dire universale) e quella del diritto alla salute e del diritto della donna. Perciò il Vaticano non ha firmato la dichiarazione di Pechino Con la post-modernità della globalizzazione, la frammentazione e il multiculturalismo, ha senso parlare di universalità? Nel caso del diritto alla diversità sessuale si scontrano altre pretese di universalità contrapposte. Perciò il Vaticano non ha firmato la dichiarazione dell'ONU. Universalità e Diritti 2 Al diritto alla salute si contrappone il diritto alla cultura. La questione è: la medicina occidentale è un valore assoluto e le medicine tradizionali sono da bandire? Una recente sentenza della Cassazione italiana ha dichiarato che una madre rom ha il diritto di far mendicare I figli, perchè è la sua cultura. Questa sentenza rispetta la diversità culturale, ma lede il principio di universalità del diritto all'educazione e del diritto del bambino. LE QUATTRO GENERAZIONI DEI DIRITTI UMANI I nuovi diritti via via affermatisi sono caratterizzati dal fatto di essere sempre più specifici (ossia definiti nei più piccoli particolari) e di natura sempre più collettiva (ossia non più indirizzati al singolo ma all’intera comunità mondiale nel suo complesso). Sono individuate quattro generazioni di diritti umani. Le generazioni dei Diritti hanno un percorso storico-filosofico, ma cercano anche di sanare la contraddizione tra diritti universali e multiculturalità. Rispecchiano l'evoluzione della scienza occidentale, ma anche la maggiore influenza politica dei popoli non occidentali, con diverse religioni e filosofie non egualitarie. È possibile individuare nel 1215, anno della pubblicazione della Magna Charta, e nel 1689, anno della pubblicazione del Bill of Rights, le prime due tappe embrionali della riflessione intorno ai diritti dei sudditi. È soltanto nel 1776, tuttavia, con la Dichiarazione dei diritti della Virginia, che diritti definiti come fondamentali, naturali, inalienabili ed imprescrittibili per l’uomo, si svincolano dall’appartenenza a una qualsivoglia realtà politica e si approssimano a prefigurarsi come universali. A partire da quell’esempio, è invalso l’uso di inserire la lista di quei diritti quale premessa alle dichiarazioni d’indipendenza dei singoli Stati americani dalla Gran Bretagna. Del 1789 è la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Con essa, la Francia rivoluzionaria si sforzava non solo di garantire in sede di giudizio una forma di tutela del cittadino contro la forza schiacciante dello Stato, ma anche soprattutto in sede legislativa, ovvero sin dal momento in cui le leggi di uno Stato prendono forma ad opera del potere costituito. LA PRIMA GENERAZIONE: i diritti civili e politici La prima generazione dei diritti umani viene fatta risalire al 1789, quindi alla fine della Rivoluzione francese con l’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Sono diritti che nascono dalla rivendicazione di una serie di libertà fondamentali che erano precluse ad ampi strati della popolazione. Si tratta in particolare del diritto alla vita e all’integrità fisica, e poi di tutti quei diritti legati alla libertà di pensiero, di religione, di espressione, di associazione, il diritto alla partecipazione politica, all’elettorato attivo e passivo. Con questi diritti si rivendicano una serie di libertà, in particolare legate agli aspetti di partecipazione politica, è per questo motivo che si parla di diritti a matrice liberale. Diritti civili e politici o "diritti di prima generazione", sono contenuti negli articoli 1-21 della Dichiarazione universale dei diritti umani (DUDU), ed altresì previsti dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (PDCP). Realizzano l'autonomia dell'individuo nella società e la partecipazione alla vita politica. Alcuni di questi diritti sono anche definiti tradizionalmente "libertà". In particolare, si distinguono libertà positive (di fare qualcosa), e libertà negative (di essere esenti da qualcosa). I diritti di prima generazione sono quelli che più facilmente possono tradursi in forme di tutela giudiziaria. LA SECONDA GENERAZIONE: i diritti economici, sociali e culturali Questa seconda generazione ha origine con la Dichiarazione universale del 1948 e comprende diritti di natura economica, sociale e culturale (come per esempio il diritto all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute ecc.). L’esercizio effettivo di questi diritti dovrebbe contribuire al miglioramento delle condizioni di vita del cittadino. In questo senso si parla di diritti di matrice socialista, contrapponendoli a quelli di matrice liberale della prima generazione. Infatti i diritti di prima generazione sono importantissimi, ma è anche vero che è necessario prima di tutto garantire delle condizioni minime di sopravvivenza uguali per tutti, che facciano da base comune per l’effettivo esercizio delle libertà fondamentali. Diritti economici, sociali e culturali o "diritti di seconda generazione", sono contenuti negli articoli 22-27 della DUDU. Sono altresì previsti nel Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (PDESC). A questo gruppo appartengono diritti che richiedono un intervento attivo dello stato a sostegno di forme di eguaglianza sostanziale: ad esempio il diritto al lavoro, alla sicurezza sociale, alla tutela sindacale, alle cure mediche, all'educazione (o più in generale alla formazione), a un livello di vita decente, alla partecipazione alla vita culturale. A differenza di quelli di prima generazione sono rimasti per lo più allo stato di principi politici. LA TERZA GENERAZIONE: i diritti di solidarietà Questi diritti sono di tipo collettivo: significa che i destinatari non sono i singoli individui, ma i popoli. Ecco quindi che si parla di diritto all’autodeterminazione dei popoli, alla pace, allo sviluppo, all’equilibrio ecologico, al controllo delle risorse nazionali, alla difesa ambientale. Sono anche diritti di tipo solidaristico: vuol dire che ogni popolo ha delle responsabilità nei confronti degli altri popoli, in particolare nei confronti di quelli che si trovano in situazioni di difficoltà. Si pensi ad esempio al problema dello sviluppo: molti Paesi si trovano in condizioni di povertà perché non sono in grado di fornire cibo a tutti gli abitanti o perché sono colpiti da malattie che non sono in grado di curare a cause della mancanza di denaro per acquistare le medicine. Ora, di fronte a queste situazioni scatta, o dovrebbe scattare, il dovere di solidarietà dei Paesi più ricchi, Fanno parte dei diritti di terza generazione anche quelli che tutelano categorie di individui, ritenute particolarmente deboli ed esposte a pericoli di violazioni dei loro diritti: si tratta in particolare dei diritti dell’infanzia e dei diritti della donna. Diritti di solidarietà ovvero "emergenti", o semplicemente "diritti della terza generazione" (della quarta, se i diritti civili e quelli politici vengono contati come due distinte generazioni), sono contenuti negli articoli 28-30 della DUDU, e in parte previsti anche dal PDESC. Sono, ad esempio, il diritto alla pace, all'autodeterminazione, al godimento delle risorse della terra e dello spazio, ad un ambiente sano ed equilibrato, allo sviluppo economico e sociale, all'aiuto umanitario in caso di catastrofi. Si tratta di diritti difficilmente "azionabili" sul piano giuridico. In qualche caso sono "diritti" in un senso palesemente diverso da quelli delle prime due generazioni, perché hanno come soggetto attivo non individui, ma comunità, popoli, o addirittura l'intera umanità. LA QUARTA GENERAZIONE: i nuovi diritti Esiste infine una quarta generazione di diritti, che tuttavia non è ancora stata elaborata con precisione essendo un fenomeno molto recente: i diritti di quarta generazione sono quelli relativi al campo delle manipolazioni genetiche, della bioetica e delle nuove tecnologie di comunicazione. La nascita di questi nuovi diritti è una conseguenza della scoperta di nuove tecnologie: in questo senso la rivendicazione di nuovi diritti deriva dalla minaccia percepita come proveniente dalle nuove tecnologie. Essendo una nuova categoria occorrerà un po’ di tempo perché questi diritti vengano formulati con precisione ed introdotti in documenti ufficiali. TUTTO IL POTERE NELLA SOCIETA' E' RICONDUCIBILE AL CORPO