start up imprenditori - Ufficio Stampa
Transcript
start up imprenditori - Ufficio Stampa
il Trentino www.provincia.tn.it Rivista della Provincia autonoma di Trento novembre 2012 anno XLVIII - numero 321 ni giova dei a r o ’ l È imprenditori e delle p u t r sta sommario 321 novembre 2012 Start up e imprenditoria giovanile3 il Trentino Rivista della Provincia autonoma di Trento Anno XLVIII – numero 321 Novembre 2012 Piazza Dante n. 15, 38122 Trento Tel. 0461 494684-37 www.riviste.provincia.tn.it Direttore responsabile: Giampaolo Pedrotti Coordinatore editoriale: Carlo Martinelli NOTIZIE Fare insieme 8 Abbraccio “montanaro” 10 L’assegno di cura per prendersi cura 12 Vaccinarsi, perché sì 16 Bambino e dintorni 18 Il record mondiale 20 Il nodo italiano 22 Cantiere di qualità24 Le radici del futuro 26 La radio è digitale 28 Primi passi Itea 30 Auto, quanto mi costi! 33 TERRITORIO Vita nuova al Maso I Denti del Pasubio Speciale Strade Del Grappa e di passo Rolle 34 36 cultura Homo sapiens Stampa e partiti Guarda, il Guardi Pastori scrittori Doppio Bonporti Antologia Rossi Zen Ski nelle Gallerie 46 48 50 52 53 54 56 39 Redazione: Pier Francesco Fedrizzi, Mauro Neri, Marco Pontoni, Lorenzo Rotondi, Fausta Slanzi, Arianna Tamburini, Corrado Zanetti Vanda Campolongo, Marina Malcotti, Elisabetta Valduga, Silvia Vernaccini Amministrazione: Lara Degasperi Hanno collaborato: Sandra Chighizola, Roberta Corazza, Annamaria Eccli, Giorgia Fasanelli, Silvia Gadotti, Laura Meijere, Davide Modena, Alessia Negriolli, Francesca Patton, Luca Rizzonelli, Francesca Rocchetti, Salvatore Romano, Rossella Saltini, Ierma Sega, Mario Simonini, Francesco Suomela Girardi, Daniele Valersi. Fotografie: Archivio: Ufficio stampa Provincia autonoma Trento; Accademia Roveretana Musica Antica; EIT ICT Labs (Lucio Tonina); Fisu; Informatica Trentina; Itea; Museo delle Scienze; MUCGT; Museo dei Tatra – Zakopane (POL); PURE; Servizio Europa; Soprintendenza per i Beni Storico-artistici (foto R. Michelotti, N. Eccher); Trentino sviluppo; Agfbernardinatti, Giovanni Cavulli, Dino Panato, Romano Magrone Impaginazione: Artimedia - Trento Copertina: immagine tratta da “Fare impresa in Trentino” di Trentino Sviluppo Stampa: S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali - Trento Biblioteca 58 EUROPA 61 La rivista “il Trentino” è consultabile sul sito www.ufficiostampa.provincia.tn.it/il_trentino Registrazione del Tribunale di Trento n. 100 del 13.08.1963 – iscrizione nel R.O.C. n. 480 Volete ricevere Il Trentino ad un indirizzo diverso? C’è un indirizzo da modificare? Ci sono più destinatari nella stessa famiglia? Non volete più ricevere la rivista? Dubbi, domande, curiosità, chiarimenti, consigli, critiche, suggerimenti, complimenti? Il numero verde e l’indirizzo email sono a vostra disposizione. [email protected] COS’è L’AUTONOMIA? LA LIBERTà DI SCEGLIERE. LA RESPONSABILITà DI SCEGLIERE BENE. 3 il Trentino • Novembre À IT L A I R O RENDIT ALL’IMP DEI GIOVA NI «I nvestire sui giovani è condizione per avere un futuro positivo per la nostra comunità e l’aspetto dell’imprenditorialità giovanile è tanto particolare quanto importante. Noi abbiamo bisogno di nuove imprese e di nuovi imprenditori, abbiamo bisogno di valorizzare, anche sul piano delle imprese, i talenti che i ragazzi portano con loro. Quello a cui dunque puntiamo per il Trentino è mettere in campo una nuova batteria di strumenti, sia finanziari che organizzativi e di accompagnamento, e si tratta prima di tutto di fare spazio a nuove proposte, a nuove creatività, a nuova capacità di innovazione». di Marco Pontoni Così Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento ha presentato il nuovo importante progetto varato dalla Giunta provinciale per potenziare il sostegno alla nascita e allo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile. Obiettivo dell’iniziativa, che si affianca alle altre già avviate sul territorio in favore dei giovani, è accrescere la capacità di fare impresa in settori con elevate potenzialità di sviluppo e di creazione di posti di lavoro, e relativamente ad attività oggetto di processi di esternalizzazione da parte del settore pubblico. Oltre al suo impatto in termini economici ed occupazionali, il progetto consentirà anche di ampliare e migliorare l’offerta di beni e servizi alla persona e alla comunità. Per favorire la nascita di nuove imprese sa- ranno creati – da qui al marzo 2013 – un fondo di capitale di rischio o di partecipazione riservato alle sole imprese sociali e un analogo fondo per tutte le altre imprese giovanili, nonché promossa la costituzione di hub specialistici. Per la realizzazione delle diverse misure previste verranno utilizzate le risorse europee, in particolare i fondi Fesr e Fse: complessivamente 19,5 milioni di euro nel periodo 2012-2014. Sarà inoltre creato un apposito sportello (con relativo sito web dedicato) a cui gli aspiranti imprenditori potranno rivolgersi per avere informazioni sulle opportunità loro offerte e sui servizi pubblici esternalizzati dall’ente pubblico. Le prime azioni verranno sviluppate entro dicembre 2012. Si segnala, infine, che è previsto il varo di un nuovo programma per il supporto di imprese tecnologiche, in particolare nel settore ICT, che sarà presentato nelle prossime settimane. Per l’attuazione di tale programma saranno coinvolti Trentino Sviluppo, gli enti di ricerca, Trento RISE e società di venture capital. Alla presentazione, accanto al presidente Dellai, l’assessore all’industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi, che ha ricordato come queste misure non siano alternative, bensì cumulabili con quelle già previste nell’ambito della legge 6; il dirigente generale Ivano Dalmonego e il professor Carlo Borzaga, che del Gruppo di lavoro per il sostegno all’imprenditoria giovanile è il coordinatore. I settori di intervento Nel Progetto si considerano imprese giovanili le imprese individuali costituite da soggetti con età non superiore a 35 anni, le imprese di persone in cui la maggioranza dei soci abbia un’età non superiore a 35 anni e gli organi di gestione siano composti in maggioranza da questi soci, le imprese di capitale dove la maggioranza del capitale sottoscritto da persone sia di proprietà di persone con età non superiore a 35 anni. I nove macrosettori che, per le loro caratteristiche e dinamiche di crescita, sono ritenuti particolarmente promettenti per lo sviluppo di nuova imprenditorialità, sono: Welfare; Benessere (Wellbeing); Cultura; Educazione; Servizi al turismo; Valorizzazione/tutela ambientale; Attività di comunicazione e gestione di dati e informazioni; Green economy; Agricoltura. il Trentino • Novembre 4 Perché proprio questi settori e non altri? Le ragioni sono diverse. Vediamole in sintesi: •non sono ancora adeguatamente supportati dalle politiche pubbliche riguardanti la nuova imprenditorialità; •saranno probabilmente oggetto di esternalizzazione da parte delle amministrazioni provinciale e locali; • riguardano attività generalmente ad elevata intensità di manodopera e a bassa intensità di capitale; • sono caratterizzati da una domanda privata pagante in crescita, ma spesso ancora non facilmente individuabile ex-ante, in quanto relativa a bisogni non ancora completamente espressi; • sono in grado di promuovere innovazione sociale, intesa come ricerca di nuove modalità di risposta ai bisogni; inoltre, anche se non hanno natura tecnologica, possono utilizzare in modo innovativo le tecnologie disponibili; • sono in grado di assorbire una vasta gamma di competenze e profili professionali qualificati di cui c’è ampia offerta (soprattutto giovanile) e per i quali i canali di impiego tradizionali si stanno chiudendo; • sono caratterizzati dalla presenza sul territorio provinciale di diverse iniziative non ancora con veste imprenditoriale (volontariato/associazionismo) che potrebbero stabilizzare e potenziare l’attività, assumendo forme imprenditoriali; • sono meglio gestibili, in talune attività, data la natura dei servizi prodotti, da imprese di natura collettiva e non finalizzate al profitto, i cui fondatori, investitori e lavoratori dovrebbero essere motivati soprattutto dall’interesse per l’attività in sé e dalle possibilità occupazionali; •sono in grado di generare, oltre a risultati in termini economici e occupazionali, anche un significativo impatto sociale, incrementando i livelli di coesione della comunità provinciale e delle comunità locali e/o rafforzando alcuni settori economici (turismo). giovani all'estero La Giunta provinciale su proposta dell’assessore all’industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi, d’intesa con gli assessori Tiziano Mellarini e Franco Panizza, ha approvato i nuovi criteri attuativi dei contributi a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese trentine. «Si tratta – sottolinea l’assessore Olivi – di un ulteriore tassello della riforma degli incentivi che entra a regime ed investe una delle aree strategiche per lo sviluppo delle nostre imprese. Si confida che l’apertura ai mercati internazionali delle imprese trentine, si rifletta in un importante presidio dell’occupazione e in un fondamentale fattore per l’incremento del PIL provinciale». Gli interventi delineati si declinano in 5 strumenti. Il primo riguarda i contributi sulle spese sostenute da piccole e medie imprese per la partecipazione a fiere internazionali, con percentuali d’intervento che variano dal 70 al 25 per cento. Il secondo riguarda i contributi per le azioni di sistema. Il terzo intervento riguarda i contributi per progetti imprenditoriali di internazionalizzazione. Il quarto intervento è inerente i contributi alle piccole e medie imprese per servizi specialistici di sostegno all’internazionalizzazione. Nel quinto intervento – che riguarda i contributi alle piccole e medie imprese – spicca l’assunzione a tempo indeterminato di giovani (fino a 35 anni di età) laureati o diplomati con esperienza lavorativa, da allocare all’estero presso le loro filiali commerciali ovvero presso altre imprese legate da accordi commerciali o produttivi formalizzati giuridicamente. il Trentino • Novembre 5 Le azioni per promuovere l’imprenditorialità giovanile In termini generali, per promuovere la nascita e il consolidamento di imprese giovanili nei settori di interesse, oltre ad una razionalizzazione delle misure esistenti e ad un loro coordinamento con le potenzialità di utilizzo delle risorse europee, si è constatata l’esigenza di operare nella direzione di creare nuove opportunità di mercato (in particolare attraverso i processi di esternalizzazione), diffondere la conoscenza e l’informazione sul fare impresa, rafforzare i servizi di supporto ai giovani imprenditori, integrare gli interventi di sostegno economico. Nei settori individuati, la domanda è di origine pubblica, privata o mista. La domanda di natura pubblica può derivare, come detto, da esternalizzazioni di attività per servizi sia permanenti che a termine, come già avviene per molti servizi sociali (proprio la forte presenza del pubblico è uno dei limiti alla nascita di nuove imprese). La domanda privata è legata in genere all’esistenza di un bisogno non soddisfatto, ma che potrebbe emergere in presenza di un’offerta strutturata. La domanda mista è quella attivata da forme di sostegno pubbliche cui si aggiungono quote variabili di domanda privata (stimolata dall’’introduzione di voucher che possono essere utilizzati per l’acquisto dei servizi). Le nuove misure verranno attivate, come già detto, utilizzando i fondi europei. In particolare verranno riproposti i bandi per il sostegno alla creazione di iniziative imprenditoriali mediante seed money, aprendo alle imprese che operano nel campo dell’innovazione sociale. I bandi possono prevedere il finanziamento di servizi per l’avvio dell’idea imprenditoriale, l’accompagnamento alla gestione e il consolidamento dell’attività, compresi i servizi di tutoraggio. Si pensa inoltre ad attivare un bando seed money per la creazione di hub specialistici. Gruppo di lavoro Per la messa a punto del Progetto, la Giunta provinciale ha costituito, senza ulteriori oneri a carico del bilancio provinciale, un Gruppo di lavoro, con il duplice scopo, da un lato, di effettuare una ricognizione e un’analisi critica delle misure rivolte alla promozione dell’imprenditorialità giovanile attivate dai soggetti pubblici e privati operanti sul territorio provinciale e, dall’altro lato, di avanzare nuove proposte di intervento. Del gruppo di lavoro, incardinato presso il Servizio Programmazione della Provincia, fanno parte, in qualità di componenti del Comitato per lo sviluppo provinciale, i professori Carlo Borzaga, come coordinatore, e Enrico Zaninotto, esperti di Euricse, della Provincia e degli enti strumentali, rappresentanti dei settori economici, degli istituti di credito, della cooperazione, del volontariato. III formazione e innovazione Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento: «La Provincia ha investito molto in formazione delle risorse umane e in accesso al lavoro, anche con modalità di ingresso dei giovani innovative rispetto al panorama nazionale. Nella nuova Finanziaria ci sono tra l'altro misure contenenti incentivi all'assunzione dei giovani in imprese che fanno innovazione e ricerca e per promuovere l'apertura di attività imprenditoriali all'estero. In generale vogliamo riservare un'attenzione straordinaria alla creazione da parte dei giovani di nuove imprese». Alessandro Olivi, assessore all'industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento: «Il compito delle istituzioni è quello di creare un habitat favorevole per la cultura d'impresa. La politica deve cercare di preservare con politiche attente e personalizzate la diversificazione della nostra piattaforma produttiva. Il Trentino produttivo è multiforme e molto spesso si ha la fortuna di veder convivere, talvolta anche fisicamente in luoghi contigui, eccellenze industriali che fanno delle ricerca e dello sviluppo la ricetta per superare la crisi, un artigianato operoso che si espande puntando su innovazione e formazione e piccole eccellenze dove la creatività e la cultura plasmano i prodotti». il Trentino • Novembre 6 S i chiama 103 Startup, ed è un progetto che punta a creare in Trentino, nei prossimi quattro anni, oltre cento nuove aziende innovative nel settore delle Ict-tecnologie della comunicazione e informazione. Il progetto segna un ulteriore passo avanti nel percorso intrapreso dal Trentino allo scopo di trasformarsi in uno dei primi “smart territory” d’Italia, un territorio che, con la sua Università e i suoi centri di ricerca, investe nell’economia dell’intelligenza e nell’innovazione, prova ne è il fatto che è diventato nodo di rete italiano (e unico per tutta l’Europa meridionale) dell’EitEuropean institute of technology. Al progetto contribuisce, tra gli altri, il Gruppo Earlybird Venture Capital, nato in Germania nel 1997 e attivo nel sostegno di startup innovative. «Il Trentino ha già una base produttiva solida – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai presentando l’iniziativa – e di questo siamo contenti: ma è necessario consolidarla attraverso robuste iniezioni di innovazione. Con questo progetto noi diciamo a giovani aspiranti imprenditori non solo trentini, ma italiani, europei e anche del Sud America: venite in Trentino ad aprire la vostra azienda». Il progetto, che verrà presentato prossimamente in Italia e all’estero con un road show, prevede la messa a disposizione di un vero e proprio spazio fisico, un hub dove le giovani imprese possano muovere i primi passi. Un’apposita commissione valutatrice composta da soggetti che operano sul mercato valuterà in 4 anni circa 2000 progetti; ai migliori andranno i finanziamenti pubblico-privati e gli altri servizi a supporto dell’idea di impresa, a partire dall’alloggio per i giovani imprenditori provenienti da fuori Trentino. La Provincia, che ha già stanziato 20 milioni di euro (provenienti da finanziamenti europei) per lo sviluppo di imprese giovanili, mette a disposizione per questa specifica iniziativa 7 milioni di euro, già sul budget di Trento Rise, partner operativo dell’iniziativa, più altri 6-7 per la fase successiva. Analoghi fondi saranno mesi a disposizione per altre filiere rispetto a questa delle Ict. Al progetto parteciperà anche la Fondazione ahref. Se il Trentino vuole davvero trasformare il suo tessuto produttivo in un’economia della conoscenza, sempre più competitiva, dinamica e soprattutto innovativa, deve puntare sui giovani, e sulla loro capacità di trasformare competenze scientifiche e tecnologiche in nuove imprese innovative. Uno dei settori su cui puntare è senza dubbio quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dove il territorio, grazie al suo ateneo, a centri di ricerca come FBK e al significativo numero di studenti, laureati e ricercatori informatici, può contare su un solido punto di partenza per sviluppare una produzione tecnologica esportabile su scala globale tramite Internet. «Il progetto rientra nell’insieme delle politiche di rigenerazione de nostro il Trentino • Novembre 7 tessuto imprenditoriale che stiamo mettendo a punto – dice il presidente Lorenzo Dellai . – Puntiamo alla nascita di nuove imprese promosse soprattutto dalle nuove generazioni. Una recente indagine del Sole 24Ore dimostra che senza startup l’Italia perde 15 punti di pil. Il nostro Paese destina per il sostegno alla nascita di iniziative imprenditoriali nei settori innovativi poco più di 1 euro pro capite, la Germania 10, gli Usa 80. Il Trentino oggi si colloca a metà strada fra l’Italia e l’Europa del Nord; molto meglio rispetto alla media nazionale ma ancora lontano dagli obiettivi considerati ottimali a livello europeo. Con questa nuova iniziativa vogliamo avvicinarci ancora di più alle posizioni di testa a livello continentale. Per questo la logica non può essere localistica ma internazionale. Quindi ci rivolgiamo ai giovani talenti trentini, certamente, ma non solo trentini. Venire a Trento deve essere considerato “bello” dai giovani di tutto il mondo: non solo, come già avviene oggi, per studiare e fare ricerca ma anche per aprire delle startup». È toccato quindi al professor Fausto Giunchiglia, presidente di Trento Rise, sigla che raggruppa le varie realtà del sistema della ricerca trentino nel campo dell’Ict e che costituisce uno dei sei nodi di rete a livello europeo dell’Eit, entrare nel merito del progetto. «In Trentino c’è il know how giusto per sviluppare questo progetto, perché abbiamo alle spalle anni di investimenti in ricerca. È chiaro che non siamo i soli ad avere questa idea. Arriviamo dopo il “decreto digitale” del Governo e vogliamo, entro 10 anni, diventare il luogo fisico, il territorio per Il Trentino oggi si colloca a metà strada fra l’Italia e l’Europa del Nord; molto meglio rispetto alla media nazionale ma ancora lontano dagli obiettivi considerati ottimali a livello europeo eccellenza in Italia dove si aprono delle startup. A Trento ci sarà un incubatore, uno spazio fisico dove tenere a battesimo le nuove iniziative imprenditoriali. Un network di mentori esterni, di prestigio, persone cioè che sanno fare azienda, ci aiuteranno a valutare le proposte che ci arriveranno. Presenteremo questa iniziativa in tutta Italia, in Europa, appoggiandoci agli altri nodi di rete Eit, e anche in Brasile. Andremo a dire essenzialmente: vuoi fare un’azienda? Puoi venire a Trento, ti daremo il supporto logistico, alloggio, vitto, assistenza per la burocrazia, e poi finanziamenti e assistenza per avviare l’azienda. Creeremo anche un network di investitori. Si punterà in particolare a partnership pubblico-private, con una chiara divisione dei ruoli. Ci aspettiamo di valutare 2000 progetti in 4 anni. La commissione valutatori sarà composta da privati, non dal settore pubblico. A chi vince la prima selezione daremo 50mila euro, 30 in cash e 20 in servizi. I neoimprenditori avranno un anno di tempo per trovare altri investitori, altrimenti saranno fuori. Tanto quanto prenderanno dal mercato tanto prenderanno anche dal fondo creato per questo progetto. Per le startup che cresceranno ancora Earlybird finanzierà la fase successiva». III il Trentino • Novembre 8 Fare insieme Gestioni associate, percorso necessario tra risparmio e razionalizzazione F a il punto sulle gestioni associate, Mauro Gilmozzi, assessore all’urbanistica, enti locali e personale. Per ribadire – anche con l’ausilio di cifre e dati – il senso di un percorso intrapreso che è «alternativo a quanto deciso a livello nazionale, dove le gestioni associate obbligatorie hanno assunto una dinamica che va nella direzione opposta alla nostra. Mentre nel resto del Paese quel che lo Stato sta facendo è, di fatto, chiudere i piccoli Comuni accorpando obbligatoriamente le funzioni principali». Va sfatata, aggiunge Gilmozzi, «la diceria che la Provincia voglia togliere competenze ai Comuni per darle alle Comunità. Non si tratta di togliere qualcosa ai Comuni, quanto di aiutarli a creare le allenze più opportune per vincere le sfide che abbiamo davanti. Le gestioni associate – ed è una decisione condivisa, frutto di un cammino di confronto lungo ed articolato, con centinaia di incontri – a livello provinciale riguardano contratti ed appalti, entrate e ICT. Basta soltanto scorrere l'elenco delle funzioni coinvolte a livello nazionale per capire come il Trentino abbia fatto ben altra scelta, quella del risparmio, della razionalizzazione, per raggiungere evidenti benefici, per tutti, a fronte di uno scenario che sarebbe colpevole ignorare o sottostimare. Gestioni associate vuol dire ricadute positive per l'economia, si pensi all'edilizia in particolare, vuol dire modernizzare la Pubblica amministrazione, vuol dire contenere la spesa pubblica: si pensi al risparmio atteso di 1,6 milioni per quel che riguarda acquisti e servizi informatici. O il passaggio da 1.100.00 euro a 830 mila per la sola gestione del servizio entrate per la realtà delle Giudicarie. Le cifre dimostrano che i risparmi ci sono e sono possibili, anche in misura maggiore se ci si vuole credere. Il punto è che la situazione ora ci permette ancora di ragionare, il rischio, cui non vogliamo neppure pensare, è che tra qualche anno le scelte ricadrebbero sulla testa, e nelle tasche, dei cittadini. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo – continua Gilmozzi – che il confronto è benvenuto. Lo è per quei sindaci che vogliono approfondire il lavoro di analisi e migliorarlo in modo costruttivo, non può esserlo per chi ha boicottato il lavoro, non ha fornito dati, non ha partecipato ai tavoli di lavoro del territorio e basa il suo ragionamento su opinioni anziché sui fatti. Con il documento sottoposto all'attenzione della Giunta – conclude l'assessore – abbiamo voluto definire il necessario confronto tra livello nazionale e provinciale, ribadito il perché delle gestioni associate e il cammino, serio, per arrivare ad una riorganizzazione che nascesse proprio da quel confron- to, prima di tutto. E poi ci sono le cifre degli evidenti benefici che, progressivamente, nei prossimi cinque anni, andremo ad ottenere. Il confronto tra il costo dello scenario attuale e il costo del servizio appalti e acquisti e il servizio entrate, con l'attivazione delle gestioni associate è chiaro. È nel termine stesso, gestione associata, ovvero nel fare le cose insieme – quando conviene, ci fa risparmiare, mette in moto nuova energia – che si capisce bene quale sia la sfida che abbiamo davanti. È la sfida di un territorio che non rinuncia alla sua Autonomia e alle sue peculiarità, che rifiuta omologazioni quelle sì umilianti, che risponde alla crisi scegliendo un percorso che punta, appunto, allo stare assieme. Scagliarsi contro le gestioni associate, oggi, vuol dire negare lo stare assieme di una comunità. Possiamo permettercelo?» III APPALTI • La gestione associata oltre a ridurre la frammentazione ed il costo del servizio, risponde alla necessità di dare risposte coordinate e procedure omogenee nel settore dell'edilizia. • Non solo è pronta la proposta di gestione associata, ma sono pronti i programmi di appalto Comunitá per Comunitá delle relative opere pubbliche per i prossimi anni. • La gestione associata è la modalità più idonea per consolidare questo metodo di lavoro e garantire i risultati attesi dal settore. I modelli organizzativi entrate ed appalti presentano degli evidenti benefici, Citiamo solo alcuni esempi Entrate Appalti Scenario attuale Scenario Gestione Associata Riduzione % Scenario attuale Scenario Gestione Associata Riduzione % Numero dipendenti 70 17 -76% 86 5 -94% FTE Giudicarie (Dipendenti equivalenti) 20 16 -20% 5,9 5 -15% € 830.000 -25% € 365.000 € 227.000 -38% Costo € 1.100.000 del servizio Numero dipendenti 29 10 -66% 51 4 -92% FTE Alta (Dipendenti Valsugana equivalenti) 10 9 -10% 5 3,5 -30% € 456.000 -14% € 318.000 € 216.000 -32% Costo € 530.000 del servizio il Trentino • Novembre 9 Tecnologie informatiche Acquisti Entrate • Fatto salvo gli acquisti "sotto casa" si tratta di fare massa critica sufficiente per poter sostenere non solo riduzioni di costi, ma anche opportunità di costituzione di nuove imprese in questi settori, sul territorio. • Oltre a produrre evidenti risparmi, la riduzione della frammentazione degli uffici interni, non degli sportelli al cittadino, e l'omogenizzazione di sistemi informatici e banche dati, consentirà di aumentare i livelli di entrate per arretrati o con recupero di evasione. • Per costruire reti, per attivare il telelavoro, per ridurre i costi di manutenzione e di risoluzione dei problemi del settore, per avere una amministrazione pubblica più moderna. • Permetterà inoltre di coordinare le politiche fiscali di livello locale con i programmi di sviluppo del territorio stesso da cui dipenderanno sempre più anche le disponibilità finanziarie degli Enti Locali. • Si stima inoltre un risparmio di circa 1,6 Mln € sugli acquisti di beni e servizi in ambito informatico, grazie alla capacità delle gestioni associate di fare massa critica e governare le forniture con competenza. il Trentino • Novembre 10 Abbraccio “montanaro” Da Rocchetta di Vara la cittadinanza onoraria al presidente della Provincia «P er i paesi di montagna, poter contare sulla presenza di una scuola significa presidiare il territorio, evitare che si spopoli, significa in sostanza preservare la nostra identità». Ce ne sono molti, in Trentino come in altre regioni italiane, di paesi abbarbicati sulle montagne come Rocchetta di Vara, in Liguria, e dunque le parole pronunciate dal presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai davanti al cantiere della nuova scuola che, grazie anche all’aiuto del Trentino, sta sorgendo qui, in uno dei borghi più colpiti dall’alluvione di un anno fa in provincia de La Spezia, sono parole che valgono per “un’ altra Italia”, quella della solidarietà tra comunità e territori diversi, un Paese che «se lo guardiamo dal basso, comprendiamo che è molto migliore di come lo si rappresenta». Sono montanari come i trentini gli abi- il cantiere della nuova scuola e ringratanti di Rocchetta di Vara, montanari e ziare le maestranze locali che si sono orgogliosi. Durissimo è stato lo schiaffo impegnate ad ultimare l’edificio per inferto a questo territorio fragile e dif- gennaio, dopo le vacanze di Natale. ficile da preservare nella sua integrità Di pietre e legname, assieme ad un fisica dall’alluvione che un anno fa ne mare di fango, erano sommerse in quei terribili giorni dell’alluvione le strade, stravolse i connotati. Il desolato edificio della vecchia scuola i giardini, gli orti e molte case di Rocdi Rocchetta di Vara resta oggi come chetta e di Brugnato, dove la Protezioun monito a ricordare la provvidenziale ne civile trentina insediò allora il prosalvezza, quel drammatico 25 ottobre prio campo base. E di pietra e legno è 2011, dei 48 piccoli alunni della scuo- fatta la nuova scuola, progettata dall’arla materna e delle prime quattro classi chitetto Fabio Andreatta della Provindella scuola elementare, evacuati poco cia, quella stessa pietra che per secoli è prima che un fiume d’acqua, fango e stata utilizzata dalle genti del luogo per sassi invadesse le aule fino al primo pia- costruire muri di sostegno e caseggiati no. E un sasso del torrente Vara è quello rurali, unita al legno lamellare di abete che Sebastiano e Benedetta, due bam- del Trentino assemblato in pannelli con bini di Rocchetta di Vara, consegnarono la tecnologia X-LAM, già impiegata dai il 21 marzo di quest’anno a Vernazza al volontari trentini per realizzare edifici presidente della Repubblica Giorgio analoghi, case di civile abitazione e lo Napolitano, che lo pose come prima stesso nuovo Auditorium de L’Aquila pietra della nuova scuola che si sta durante la ricostruzione post terremoto costruendo grazie al sostegno della in Abruzzo. Ancora una volta, dunque, Provincia autonoma di Trento. Dellai è la solidarietà del Trentino “innesca” l’intornato a Rocchetta di Vara, per visitare contro, un abbraccio si potrebbe dire, tra comunità e territori simili. Un piccolo nodo di un’ Italia diversa, che cerca di unire e non dividere, di ricomporre e ricostruire anziché abbandonare, di aprirsi invece che fare catenaccio. Ad invitare Dellai è stata l’amministrazione comunale di Rocchetta, che ha voluto insignire il presidente della Provincia autonoma della cittadinanza onoraria, un modo per ringraziare tutti i trentini, furono quasi 200, che nell’autunno 2011 scesero in Liguria per dare una mano, “come sempre fanno i montanari quando c’è da aiutare qualcuno”, a superare quell’emergenza ma anche a ricostruire quei presidi, come la scuola, senza i quali questi piccoli lembi d’Italia sarebbero altrimenti destinati a scomparire. «La Provincia autonoma di Trento – ha affermato il sindaco di Rocchetta di Vara, Riccardo Barotti – è il territorio che meglio sa rappresentare lo sforzo di coniugare rispetto, ambiente e sviluppo. Si sta discutendo molto sulla sua autonomia, ma Trento è l’esempio di cosa vuol dire difendere i diritti dei piccoli territori». Dellai si è detto “onorato”, a nome di tutta la comunità trentina, della cittadinanza onoraria che il consiglio comunale di Rocchetta di Vara ha scelto all’unanimità di conferire al Trentino. «Un riconoscimento – ha detto Dellai – che cementa una vera amicizia». Se Rocchetta è stata investita da una calamità naturale, è però il Paese intero che per Dellai è oggi investito da una calamità più forte e pericolosa: «il rischio della dissoluzione della coscienza nazionale, del sentirsi parte di una casa comune, l’Italia, che va difesa, e di un “villaggio” più ampio che è l’Europa. Due ambiti nei quali va costruita una visione collaborativa orientata al futuro». Perché il Trentino si è ancora una volta mosso in soccorso di un altro territorio? «Perché chi è più autonomo deve essere più responsabile – la risposta di Dellai, che a Rocchetta di Vara ha voluto esprimere anche grande riconoscenza allo Stato Italiano perché ha ritenuto, riconoscendo la complessità del nostro territorio, di darci fiducia. Ed è per questo che ci sentiamo più responsabili di altri, non perché ci consideriamo più bravi ma perché abbiamo incorporato l’obbligo di dover restituire al nostro paese una parte di quel grande investimento di fiducia che l’Italia fece al tempo di Alcide Degasperi». «Penso – così ha concluso Dellai prima di ricevere la cittadinanza onoraria – che noi territori di montagna diamo esempio di come si possa fare bene Nella pagina a fianco: Dellai riceve la cittadinanza onoraria a Rocchetta di Vara. senza distruggere la rete delle piccole istituzioni. Noi incorporiamo un senso di serietà e sobrietà. Se questo Paese lo si guarda dal basso, dalla prospettiva delle piccole comunità, scopriamo che in fondo è molto meglio di come lo si rappresenta. Vorrei che questa nostra collaborazione fosse intesa come segnale che il Paese è pronto a ricostruire questo tessuto di civiltà senza dover 11 il Trentino • Novembre Qui e in basso due immagini dell’Auditorium de L’Aquila. distruggere l’impianto delle autonomie locali, perché anche se sono piccoli i territori hanno diritto della loro dignità istituzionale». III Dellai: “l’AUDITORIUM” de L’aquila È UN MESSAGGIO DI RINASCITA CIVILE” «Ho poche cose da dire perché i protagonisti sono gli aquilani, aggiungo solo che questo auditorium è per noi un messaggio di fiducia, di rinascita civile, è uno dei tanti segnali che ci fa capire che esiste anche un tessuto civile e istituzionale ancora sano, che ispira la propria attività a quei principi semplici ma importanti che si chiamano solidarietà e responsabilità». Queste le parole del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, alla conferenza stampa che si è tenuta prima dell’inaugurazione del nuovo Auditoriumalparco della città de L’Aquila. «Per noi è motivo di soddisfazione vedere completata quest’opera – ha proseguito Dellai – per l’emergenza hanno lavorato 2758 trentini, di cui due terzi volontari e un terzo funzionari e tecnici. Ne è nato un rapporto molto stretto con gli aquilani e ci è sembrato in qualche modo significativo chiudere questa esperienza offrendo un luogo dove fruire buona musica, un simbolo di un ritorno alla normalità. L’Aquila ha bisogno anche di queste cose, rimarrà poi un segno visibile, fatto del legno del Trentino, il segno di una presenza che ci ha fatto scoprire tanti amici e che durerà nel tempo». Al termine della conferenza stampa, il sindaco de L’Aquila Cialente ha voluto dare simbolicamente le chiavi della città e «dei nostri cuori» – queste le sue parole – al presidente Lorenzo Dellai, al maestro Abbado e all’architetto Piano consegnando loro una targa a ricordo di questa memorabile giornata. il Trentino • Novembre 12 L’ASSEGNO DI CURA PER PRENDERSI CURA L' assegno di cura, “per prendersi cura”, è il messaggio della campagna promossa dall'Assessorato alla salute e politiche sociali per diffondere la conoscenza di questo nuovo strumento, previsto dalla legge provinciale 15 del 2012 in materia di tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale. Hanno diritto all'assegno di cura le persone che già percepiscono l'indennità di L'assessore alla salute accompagnamento residenti in provincia di e politiche sociali, Ugo Rossi Trento da almeno tre anni. Si prevede che siano almeno 3.700 le persone che potranno beneficiare di questo importante strumento. Tre sono i punti di forza di questo strumento: «Vogliamo innanzi tutto garantire – dice l'assessore provinciale Rossi – un aiuto alle famiglie che già oggi hanno in casa una persona non autosufficiente, ovvero cercare di favorire il più possibile la domiciliarità a fronte di un invecchiamento della popolazione che non può non destare qualche preoccupazione. L'assegno di cura vuole anche essere un'occasione per innescare un processo di miglioramento del nostro sistema di welfare, valorizzando l'apporto dei soggetti del privato-sociale nel settore dei servizi rivolti a persone non autosufficienti e alle loro famiglie: per questa misura, che si aggiunge ai 77 milioni dell'indennità di accompagnamento, sono stati messi a bilancio circa 12 milioni di euro, sono risorse importanti che speriamo si trasformino in occasioni di crescita del lavoro e dell'occupazione. Infine, il terzo elemento, è che questo provvedimento è una buona prova dell'autonomia e della politica: si tratta di una legge approvata a larga maggioranza dal Consiglio provinciale la scorsa estate e già attiva, grazie a un grande lavoro svolto dai collaboratori dell'Azienda sanitaria». La Legge provinciale 24 luglio 2012, n. 15 per favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti, ha istituito un beneficio economico (assegno di cura) in misura correlata al bisogno assistenziale e alle condizioni economiche del nucleo familiare. Le domande per ottenere l’assegno di cura sono aperte dal 5 novembre 2012 Cos’è l’assegno di cura? L’assegno di cura (AC) è un intervento assistenziale integrativo dell’indennità di accompagnamento, diretto alle persone con una accertata condizione di non autosufficienza. L’assegno di cura prevede la corresponsione di somme in denaro proporzionali sia alla gravità dei casi che alla condizione economico – patrimoniale (ICEF) dei singoli richiedenti e delle loro famiglie. Sono individuati 4 livelli di gravità; per ogni livello di gravità è definito un importo minimo ed un importo massimo in relazione al valore ICEF. Quali sono i requisiti per ottenere l’assegno di cura? L’assegno può essere concesso a chi ha i seguenti requisiti: 1 riconoscimento dello stato di invalidità civile e del diritto a beneficiare dell’INDENNITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO o in possesso di analoga prestazione per l’assistenza personale continua. Chi non beneficia dell’indennità di accompagnamento può presentare domanda contemporaneamente per il riconoscimento dello stato di invalidità il Trentino • Novembre 13 2 3 civile con diritto a percepire l’indennità di accompagnamento e per l’assegno di cura sempre presso i Patronati, gli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento. RESIDENZA continuativa in provincia di Trento da almeno 3 anni; nel caso di minore il requisito della residenza deve essere posseduto dal minore stesso oppure da uno dei due genitori; CONDIZIONE ECONOMICA del nucleo familiare determinata attraverso ICEF con valore non superiore a 0,28 Qual è il percorso per ottenerlo? Il percorso per ottenere l’assegno di cura prevede essenzialmente 3 fasi: 1 La domanda per ottenere l’assegno di cura va presentata ai Patronati, oppure agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento dalla persona non autosufficiente o da un suo rappresentante. Questi Uffici provvedono a calcolare l’indicatore ICEF e a trasmettere direttamente la domanda e il valore ICEF al distretto sanitario di residenza dell’interessato; la domanda può essere presentata anche all’Agenzia per la assistenza e previdenza integrativa se si è già in possesso della dichiarazione ICEF; 2 Qualora siano rispettati i requisiti previsti, il distretto sanitario invita alla visita per la valutazione del grado di non autosufficienza per l’individuazione dell’importo e, in accordo con la persona e la famiglia, redige il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI); 3 Il distretto sanitario comunica alla Agenzia per la previdenza integrativa (APAPI) il livello di non autosufficienza e questa provvede direttamente alla liquidazione. Dove e quando avviene la valutazione medica ed assistenziale? La valutazione viene effettuata in ambulatorio presso il distretto di residenza. La persona che ha presentato domanda al patronato e che rispetta i requisiti indicati riceverà quindi a casa dal distretto una lettera di convocazione alla visita, con data, ora e luogo; qualora le condizioni della persona comportino, in caso di trasporto anche in ambulanza, un grave problema per la salute, alla domanda di assegno di cura dovrà essere allegata la certificazione di intrasportabilità redatta dal proprio medico di famiglia. In questo secondo caso, il distretto comunicherà alla famiglia la data della visita a casa. Come avviene la valutazione medica ed assistenziale? L’accertamento della condizione della non autosufficienza e la definizione del livello di gravità sono determinati dalla Unità Valutativa Multidisciplinare (UVM). L’Unità Valutativa Multidisciplinare comprende le professionalità del medico, dell’infermiere e dell’assistente sociale ed ha i seguenti compiti: • valutare il livello di non autosufficienza e verificare i bisogni assistenziali; • costruire assieme alla persona e alla famiglia il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI). Cos’è il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI)? Il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) è un documento che contiene: • il livello di gravità assistenziale (da I a IV) il Trentino • Novembre 14 Qual è il valore dell’assegno e quali sono i tempi per la erogazione? Il valore dell’assegno di cura si articola in 4 fasce: La misura dell’assegno è graduata tra l’importo massimo e l’importo minimo sotto stabilito, in relazione alla condizione economica accertata attraverso l’ICEF. Alle persone che alla data del 1° settembre 2012 risultano titolari dell’indennità di accompagnamento o di analoga prestazione concessa per l’assistenza personale continua l’assegno è concesso con decorrenza 1° settembre 2012, purché presentino la domanda entro il 31 gennaio 2013. Per tutti gli altri beneficiari, la liquidazione dell’assegno è corrisposto a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda, a prescindere dal momento in cui è avvenuta la visita per l’accertamento della non autosufficienza. assegnato dalla UVM e quindi l’importo dell’assegno di cura; • la sintesi degli interventi di cura ed assistenza, fra i quali la decisione concordata con la famiglia circa l’utilizzo dell’assegno di cura. Il Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) viene sottoscritto dal beneficiario o da un suo familiare. Per cosa può essere utilizzato l’assegno di cura? L’assegno di cura può essere finalizzato a: 1 contribuire al costo derivante dalla collaborazione di assistenti familiari (“badanti”) assunte con regolare contratto di lavoro (nelle varie forme previste dalla attuale legislazione); 2 acquistare servizi assistenziali presso soggetti accreditati: ad esempio per assicurare alla persona non autosufficiente servizi di assistenza domiciliare; 3 compensare l’assistenza prestata alla persona non autosufficiente direttamente da parte di un familiare: coniuge, convivente, parenti fino al 3° grado, affini di 1° grado; 4 pagare la compartecipazione al costo dei servizi assistenziali pubblici a sostegno della permanenza a casa. Il distretto di riferimento della persona concorda con la famiglia la finalizzazione dell’assegno; detto utilizzo viene registrato nel Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) e costituisce un vincolo per la famiglia. L’assegno è cumulabile con altri interventi di cui la persona già beneficia? L’assegno di cura si aggiunge alla indennità di accompagnamento che continua ad essere erogata con le attuali modalità. L’assegno di cura è incompatibile con: • contributo forfettario sulle spese di assistenza per favorire la permanenza a domicilio delle persone eleggibili ad RSA con livello assistenziale NAMIR (Nuclei di Accoglienza Minima Responsività), destinati alle persone con patologie di stato vegetativo o di minima responsività e similari; • Intervento a favore di persone con handicap grave, conosciuto come “Progetto di vita indipendente”; • congedo biennale retribuito al 100% il Trentino • Novembre 15 per l’assistenza di persone in situazioni di gravità, certificata ai sensi dell’articolo 3 comma 3 della L. n. 104/1992; • “Vecchio assegno di cura”, cioè il sussidio economico corrisposto al familiare che si assume la responsabilità dell’assistenza della persona non autosufficiente, erogato in base alla precedente Legge provinciale n.6 del 1998 (ora sostituita dalle disposizioni della presente Legge provinciale n.15 del 2012); • Assegno mensile previsto dalla Legge provinciale n.11 del 1990 (ora abrogata) in favore di invalidi e sordomuti ultrasessantacinquenni e di invalidi civili di età inferiore a 18 anni in presenza di determinate condizioni di reddito; • accoglienza stabile (non posto letto di sollievo) in qualsiasi tipo di struttura residenziale, quale la RSA, ed ogni altra sociosanitaria o socio assistenziale. Le persone che beneficiano delle prestazioni sopra indicate, possono fare domanda per assegno di cura; la concessione dell’assegno, a conclusione del processo valutativo, è subordinata alla presentazione della formale rinuncia alla fruizione di tali prestazioni/ interventi. Poiché l’assegno è finalizzato a mantenere la persona non autosufficiente al proprio domicilio, esso viene sospeso per il periodo in cui il beneficiario è ricoverato in ospedale, in hospice o in qualsiasi altra struttura residenziale sociosanitaria o socio assistenziale per un periodo consecutivo superiore a 30 giorni, con decorrenza dal trentunesimo giorno. CI SONO CONTROLLI SULL’ASSEGNO DI CURA? Dopo l’avvio della liquidazione, dell’assegno da parte di APAPI, l’Azienda sanitaria, in accordo con i servizi sociali, provvederà a verificare l’adeguatezza e l’appropriatezza degli interventi assistenziali concordati con la persona e la famiglia, sia per adeguare il piano di assistenza all’evolversi dei bisogni, sia per verificare che l’assegno sia stato utilizzato secondo quanto concordato nel piano stesso. L’assegno di cura viene revocato qualora venga meno uno dei requisiti indicati per accedere al beneficio. Viene inoltre sospeso se l’assistito non acconsente alla verifica periodica di adeguatezza e appropriatezza degli interventi. Per verificare le condizioni richieste e presentare domanda per l’assegno di cura rivolgersi ai patronati di zona È possibile chiedere una revisione dell’accertamento? La persona non autosufficiente, decorsi 180 giorni dalla data di ricevimento dell’esito dell’accertamento della non autosufficienza, può presentare domanda di rivalutazione del livello di gravità all’Agenzia provinciale per la previdenza integrativa, dimostrando il peggioramento delle condizioni, attestato dal medico di medicina generale. III acai acli anmil enapa enasco epaca inac inas inapa inca ital itaco inpal Agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento All’Agenzia per la Previdenza e Assistenza integrativa-apapi A chi posso chiedere ulteriori informazioni? 848806806 PRONTOSANITà il Trentino • Novembre 16 Vaccinarsi, perché sì Intervista al direttore dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica dell’Apss V alter Carraro è il direttore dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino. Lo abbiamo intervistato sul tema delle vaccinazioni. Dal gennaio 2012 in provincia di Trento sono state abolite le sanzioni per chi non vaccina i propri figli. Alcuni genitori si chiedono se le vaccinazioni sono oggi meno importanti e perché bisogna vaccinare i bambini. di Sandra Chighizola Come medico posso dire che le vaccinazioni sono lo strumento più efficace per proteggerci da malattie gravi e potenzialmente mortali. Tutti i bambini dovrebbero ricevere le vaccinazioni raccomandate dal Servizio Sanitario. Prima dell’introduzione delle vaccinazioni ogni anno in Italia si registravano circa 3.000 casi di poliomielite, 12.000 di difterite, 700 casi di tetano, circa 60.000 casi di morbillo e 30.000 di pertosse. Grazie alla vaccinazione, alcune malattie (come la polio o la difterite) sono state eliminate o sono diventate rare nel nostro Paese. Tuttavia, è importante continuare a vaccinarsi contro queste malattie. Dal momento che non sono state eradicate a livello mondiale, è, infatti, possibile che si ripresentino. Altre malattie, come il morbillo, la rosolia, la pertosse, la parotite, la meningite da Haemophilus influenzale tipo b (Hib) sono diminuite notevolmente, ma queste ma- antinfluenzale in corso È in corso in provincia di Trento la campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale. Le persone interessate possono farsi vaccinare negli ambulatori vaccinali dei distretti sanitari dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari o dal proprio medico di famiglia. Le vaccinazioni saranno eseguite fino al 15 dicembre, ma è consigliabile non aspettare l’ultimo momento. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e offerta gratuitamente alle persone dai 65 anni di età e a tutti i coloro che, a prescindere dall’età, sono esposti al rischio di complicanze gravi come ad esempio le persone con patologie croniche, i ricoverati in istituti per lungodegenti e le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza. lattie continuano a verificarsi nel nostro Paese e possono avere delle gravi complicanze. Per esempio, il morbillo è ancora presente e diffuso in Italia e anche in Trentino; vista l’elevata contagiosità del virus, il rischio di ammalarsi per le persone non vaccinate è elevato. Il morbillo può causare gravi complicanze, tra cui la polmonite (nell’1-6% dei casi), l’encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e il decesso. La rosolia, invece, ha, generalmente, un decorso lieve ma, se contratta durante la gravidanza, può causare morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, fino al decesso del neonato (sindrome della rosolia congenita). Dopo la sospensione delle sanzioni vaccinare i propri figli è diventato ancora più importante perché presuppone un atteggiamento più consapevole e attivo di tutti i genitori. Vaccinare è una scelta responsabile per proteggere per primo la salute del proprio bambino e per contribuire a tenere lontano le malattie nella collettività in cui viviamo. Le vaccinazioni vengono effettuate a partire dai primi mesi di vita. Alcuni genitori si chiedono “non è troppo presto?” e anche “non saranno troppi presi tutti insieme?” No. L’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni somministrate già a quest’età è ampiamente documentata. La scelta dell’ètà momento in cui somministrare i vaccini non è arbitraria, ma basata sulla valutazione di alcuni fattori per dare la protezione migliore e più precoce contro le malattie. Il sistema immunitario del bambino è in grado di rispondere fin dai primi mesi ai vaccini; basti ricordare che è normale che ogni giorno il bambino venga a contatto con migliaia di antigeni presenti nell’am- biente di vita; una qualunque infezione virale delle prime vie aeree, come un comune raffreddore, espone il sistema immunitario a 4-10 antigeni, ed una tonsillite streptococcica a 25-50 antigeni. Rispetto a tale enorme massa di microorganismi e di antigeni, i vaccini consentono di acquisire una protezione specifica contro alcuni microrganismi, con un minimo carico per il sistema immunitario del bimbo. Il bambino è in grado di reagire a tutti questi stimoli. I pochi antigeni “mirati” contenuti nei vaccini rappresentano una minima parte dell’enorme massa di antigeni a cui viene quotidianamente esposto e non c’è alcun rischio di “sovraccaricare” o indebolire il suo sistema immunitario. La pratica della somministrazione di vaccini combinati (che, cioè, contengono antigeni di più microrganismi) e quella della cosomministrazione di più vaccini nel corso della stessa seduta, sono state adottate da anni e gli studi effettuati non hanno evidenziato né modifiche nell’efficacia (ovvero della protezione acquisita grazie alla vaccinazione) né un aumento delle reazioni avverse. È importante quindi che il bambino riceva i vaccini all’età prevista; non ritardare la somministrazione e non dilazionare le vaccinazioni, perché alcune malattie infettive possono avere un quadro più grave e complicato nei bambini molto piccoli (es. malattie batteriche invasive, pertosse); è quindi necessaria una protezione precoce. Le vaccinazioni hanno delle controindicazioni? La sicurezza dei vaccini è elevata; accurati studi di sicurezza vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino e inoltre viene effettuata una costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi. Le vaccinazioni sono indicate per quasi tutti i bambini, anche per i bambini che hanno problemi di salute o patologie croniche che spesso sono più a rischio di ammalarsi e di avere complicanze. il Trentino • Novembre 17 Tuttavia, in alcuni casi specifici, la vaccinazione può essere controindicata oppure può essere necessario prendere delle precauzioni. Ad esempio, le persone con un sistema immunitario deficitario e le donne in gravidanza devono evitare i vaccini vivi attenuati, come il vaccino contro il morbillo e quello contro la rosolia. Il personale sanitario che esegue una vaccinazione deve verificare la presenza di controindicazioni e/o precauzioni in ogni persona prima di somministrare il vaccino. La raccolta di queste informazioni può essere effettuata con poche e precise do- mande. Non è necessario, invece, misurare la temperatura o eseguire una visita medica prima della vaccinazione, a meno che il bambino non appaia malato o i genitori non riferiscano che ha una malattia. Si possono verificare eventi avversi dopo una vaccinazione? Dopo la somministrazione di un vaccino si possono osservare degli eventi indesiderati che, spesso, sono solo temporalmente coincidenti con la vaccinazione. In alcuni casi, invece, possono essere correlati ad essa: come le reazioni locali nel sito di iniezione (gonfiore, dolore, arrossamento) o la febbre, che rappresenta, generalmente, il segnale che l’organismo sta reagendo al vaccino somministrato. Reazioni gravi alle vaccinazioni sono invece molto rare; nel bilancio tra benefici e rischi legati alle vaccinazioni predominano nettamente i benefici perché il rischio legato alle malattie (che i vaccini permettono di evitare) è molto, molto più grande di quello derivato da possibili effetti collaterali derivati dalle vaccinazioni. III il Trentino • Novembre 18 Bambino e dintorni Ecco “Scommettiamo sui giovani” Un progetto per aiutare i genitori A ll’Auditorium dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari un seminario di lavoro per fare il punto sul progetto sperimentale “Scommettiamo sui giovani”, a due anni dal suo avvio. Dal titolo si potrebbe pensare a un progetto sugli adolescenti: riguarda invece il bambino nei suoi primissimi anni di vita e la sua interazione con le figure di riferimento e l’ambiente circostante. L’obiettivo perseguito è quello di offrire concretamente supporto e aiuto, attraverso specifici servizi domiciliari, a genitori individuati tramite parametri predefiniti. Favorire la crescita in un ambiente familiare, sereno e positivo, nel quale il genitore possa riconoscere e “gestire” le diverse e nuove situazioni nonché le proprie emozioni, favorendo il pieno sviluppo delle risorse e delle potenzialità proprie di ciascun bambino. Recenti studi sullo sviluppo in età evolutiva e sugli interventi di supporto ai genitori hanno confermato la loro particolare valenza ed efficacia se effettuati nei primissimi anni di vita del bambino. Due in particolare sono i fattori decisivi: l’importanza dell’interazione fra le diverse persone coinvolte e la necessità di competenze, eventualmente supportate da presenze esperte. Un progetto fortemente voluto dalla Provincia autonoma di Trento, reso possibile grazie alla partecipazione di professionisti dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, delle Comunità di Valle, del privato sociale e del Dipartimento di scienze della cognizione e della formazione dell’Università degli Studi di Trento. Un progetto ambizioso in un ambito estremamente delicato, in grado di coniugare ricerca, valutazione e alta formazione, perseguendo al contempo obiettivi concreti attraverso l’erogazione di servizi sociali e sanitari. La nascita e l’accompagnamento alla crescita rappresentano momenti e fasi complesse e difficoltose a causa dei grandi cambiamenti e responsabilità che esse inevitabilmente portano con sé. Centrale al fine del perseguimento degli obiettivi evidenziati è l’intervento domiciliare, sanitario e sociale, a valenza educativa e di sostegno, degli operatori sanitari e sociali, ostetriche ed educatrici professionali, dell’Azienda sanitaria anche con la collaborazione del privato sociale. Il progetto, per la sua contestuale finalità di ricerca, ha visto la presenza attiva di psicologhe con funzioni valutative degli interventi operati. Gli interventi proposti sono stati con dovizia e sistematicità ampiamente illustrati in un manuale di intervento (www.trentinosalute.net) accolto positivamente dal mondo accademico e in particolare dal professor Ammaniti, uno dei massimi esperti in materia, sostenitore del valore determinante degli interventi precoci di tutela in età pediatrica. Tre le aree del Trentino interessate: la Valsugana con il Primiero e il Tesino, l’Alto-Garda e Ledro e il Comune di Trento, suddiviso con rispettosa attenzione, in un campione sperimentale e uno di controllo. Sessantasei le coppie madre e bambino coinvolte. Gli esiti presentati in occasione del seminario confermano gli studi a oggi condotti e sono incoraggianti da diversi punti di vista. Per il supporto specialistico fornito a situazioni di difficoltà, che difficilmente sarebbero state La promozione della salute e le disuguaglianze sociali La promozione della salute ha la finalità di favorire l’adozione e la diffusione della consapevolezza dell’incidenza dei comportamenti salutari e responsabili sul proprio benessere. La promozione della salute, a differenza della prevenzione delle malattie, non può quindi essere basata sul modello biomedico di contrasto di singole malattie e fattori di rischio, ma deve fare riferimento a un modello socio-ecologico finalizzato all’aumento della resilienza e delle risorse di salute, in particolare intervenendo sui determinanti sociali della salute. Risulta evidente come il progetto “Scommettiamo sui giovani” risponde appieno a questa definizione intervenendo sul contesto sociale fin dai primi momenti vita. L’intervento sulle condizioni di base per una partenza in salute permette alla salute di prosperare in tutte le sue componenti – fisica, mentale e sociale – e rappresenta un investimento importante per ridurre le disuguaglianze. Un investimento che paga non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economicamente. In particolare i risultati di un progetto americano, raccolti negli anni ottanta, dimostrano che il supporto fornito nell’ambito della crescita e dell’educazione fin dai primi anni di vita di un bambino ha migliorato significativamente le condizioni di vita relativamente all’impiego di determinati parametri (fra gli altri, si ricordano, il tasso di occupazione, il reddito medio, i conflitti con la legge). Insomma “investire” sui bambini “fa bene” a loro e alla società, anche da un punto di vista economico. Non per caso James Heckman, premio Nobel per l’economia, ritiene che investire nei bambini rappresenti l’intervento più vantaggioso dal punto di vista economico. Per non parlare del benessere dei singoli e della collettività. il Trentino • Novembre 19 http://www.trentinosalute.it/Contenuti/Pubblicazioni/Focus/ 6-Scommettiamo-sui-giovani.-Manuale-d-intervento conosciute dai servizi sociali e sanitari se non in momenti successivi, quindi superabili con un impiego di energie e risorse maggiori. Per la possibilità di aggiornamento professionale e formazione continua dei professionisti che hanno deciso di impegnarsi con entusiasmo in questo progetto, “uscendo” da orari, schemi, modelli di intervento consolidati. Per il reperimento di dati e informazioni scientifiche e teoriche che ampiamente confermano le risultanze e le evidenze scientifiche. Per l’opportunità di creare nell’area dell’integrazione dei servizi socio-sanitari, fortemente voluta dalla riforma del sistema sanitario provinciale con la legge di tutela della salute n. 16 del 2010, la possibilità di condividere concretamente linguaggi, metodi, strumenti, discipline spesse volte distanti per appartenenza istituzionale e professionale. Flessibilità, tempo, domicilio… queste alcune delle parole chiave emerse dai vissuti degli operatori e dalle testimonianze riportate. L’”estraneità” terreno di incontro tra l’operatore e la madre. Il bambino davvero al centro di un modello di servizi a supporto dell’età evolutiva. In un’epoca dove la sostenibilità è un criterio irrinunciabile di valutazione delle politiche pubbliche, mai come in questo caso la direzione è quella di un welfare sostenibile, a favore di un investimento nella domiciliarità e nella prevenzione precoce. Insomma una “scommessa” su “chi” rappresenta il nostro futuro. alcuni dati A 2 anni dall’inizio del progetto, il campione di diadi madre-bambino reclutate nella zona Alta/Bassa Valsugana e Primiero è di 22 soggetti nel campione sperimentale (con l’intervento) e 11 nel campione di controllo. Nella zona dell’Alto Garda Ledro e Trento sono 20 diadi nel campione sperimentale e 13 in quello di controllo. Sperimentale Alta/Bassa Valsugana/Primiero/Tesino Controllo Alta/Bassa Valsugana/Primiero/Tesino III Per info Assessorato alla salute e politiche sociali Dipartimento lavoro e welfare tel. 0461.494171 e-mail: [email protected] il Trentino • Novembre 20 Il record mondiale Dino Pedrotti e il primato del Trentino nel tasso di mortalità infantile L asciare il mondo migliore di quello che si è trovato è il dovere d’uno scout. Uno scout è rimasto per tutta la vita, questo Fotoservizio: Dino Panato giovanissimo, appassionato pediatra, che Trento vede sfrecciare in bicicletta a dispetto delle sue 80 primavere. Dino Pedrotti, primario all’ospedale Santa Chiara dal 1982 al 1997, al camice bianco non ha mai rinunciato e oggi lo troviamo ancora al lavoro al Nido del San Camillo. di Annamaria Eccli Da “eretico”, contrario agli eccessi della medicalizzazione e ai dogmi, 40 anni fa creava il Centro di Neonatologia di Trento, grazie al quale la nostra provincia può oggi vantare un record mondiale: un tasso di mortalità infantile inferiore a quello svedese (vedi box). Non che lavorare con le statistiche lo rassereni: dietro a quei numeri sta la vita, o la disperazione. Sono numeri assordanti. Anima dell’associazione "Amici della Neonatologia Trentina" e di tutta una serie i progetti che hanno visto esportare il sistema trentino in Vietnam, Cambogia, Birmania, Laos, il dottor Pedrotti di bimbi ne ha visti nascere davvero molti, oltre 50 mila. Nuove vite gonfie di pianto e di speranza, neonati che a volte gli stavano sul palmo della mano, che ha aiutato a crescere fino a vincere definitivamente la battaglia per la vita. E al cospetto di un frugoletto sospeso, mezzo chilo di resistenza concentrata in pochi decimetri, ieri come oggi esclama: «Potresti diventare un premio Nobel, piccolo!». Mostra con affetto le foto dei suoi ex “prematuri” immortalati col tocco universitario calato in testa, mentre snocciola nomi di tutto riguardo, da Popper a Bobbio da Jonas a Fromm, a sostegno della sua tesi: il mondo deve darsi un nuovo ordine e a guidarci devono essere proprio loro, i bambini. «Il Dio-Amore non lo si scopre guardando in alto, nei cieli: lo si scopre negli occhi di ogni bambino, nel sorriso di un bambino che abbiamo aiutato a vivere». È quello che chiama il «Mondo 3», a misura di bambino. Nel suo ultimo libro, Parola di bambino, scrive: «La rivoluzione del ’68 ha rovesciato i valori della famiglia, della scuola, della religione, che erano solo apparentemente solidi. È anche scomparso quel “sacro timore” verso un Dio che ti puniva dall’alto. Oggi ci creiamo idoli e un dio fai-da te, ma chi è alla ricerca della verità riesce a scoprire con infinita gioia la presenza in sé di un Dio-amore, solo dopo che si è chinato sui più piccoli e sui più poveri del mondo». Un idealista? «Volere un mondo “a misura di bambino”, del più debole, potrà sembrare un’utopia, ma l’utopia è stata la molla che ha portato a grandi cambiamenti storici, dalla liberazione degli schiavi, alla Rivoluzione Francese, dal riconoscimento dei diritti delle donne, all’uguaglianza tra neri e bianchi». Dottore, dunque il Trentino, assieme al Friuli, batte persino la Svezia, lo Stato tradizionalmente con l’indice più basso al mondo di mortalità infantile… Sì, non è una bella notizia? Chissà perché passa in secondo piano; i bambini non interessano, sono i più impotenti e i più poveri. Lei ha fondato e coltivato il servizio di Neonatologia di Trento, 40 anni fa. Già e siamo orgogliosi di quanto ottenuto, senza sprechi di risorse, sulla base di una certa filosofia. Il dottor Dino Pedrotti. In basso, in attività presso il Nido dell’Ospedale San Camillo di Trento. Quale filosofia? La stessa che regge la Fiat, lavorando con i numeri, analizzando dati su natalità, decessi, loro cause, confrontandoli, cercando strade. Realizzare il Centro Immaturi per tutelare il più possibile i neonati dalle infezioni e organizzare il trasporto assistito sono stati passi fondamentali, come favorire la formazione di una “cultura della nascita”, con la valorizzazione del latte materno. Quando si è accorto di stare per vincere una lunga partita? Quando abbiamo potuto vedere sorridere neonati di 23, 24 settimane; neonati sani, oltre che vivi. La Neonatologia trentina era diventata un punto di riferimento nazionale, medicalizzando al minimo, prestando cure personalizzate, monitorando costantemente i nati prematuri. È l’etica della “care”. Nel 1981 ha scritto Bambini sani e felici, tre anni fa A scuola dai bambini, oggi esce Parola di Bambino. Cosa ha imparato dai suoi piccoli pazienti? Tutto, i bambini sono il punto di riferimento delle mie scelte di vita. Tra l’ascensore e la scala, tra l’automobile o la bicicletta, scelgo le seconde, con responsabilità. 21 L’etica della responsabilità ha alla base il bambino, cioè il futuro. Lei, che bambino è stato? Ero balilla di Mussolini, vigeva l’etica paternalistica, le ragioni le avevano i grandi, punto. Ma poi è arrivato don Milani, e l’obbedienza non è stata più una virtù, quindi il ’68 e la patria senza confini di Alexander Langer. Anche la figura del bambino ha attraversato queste tappe e da oggetto di proprietà è diventato oggetto di piacere, per ritrovarsi, finalmente, ad essere soggetto di diritto. Colpisce il fatto che lei ragioni sempre a “triadi”… Ce l’ha insegnato Norberto Bobbio e… la storia: ieri c’era l’autorità del padre e quella di Dio, oggi c’è il pensiero liquido, al femminile e gli idoli “fai da te”, il futuro sarà l’amore incarnato in una piccola, nuova, vita. Considera il bambino come il simbolo politico più concreto, ma di bambini si continua a parlare poco. Oggi c’è tanta confusione, ma è la prima volta che se ne parla davvero. Una volta valevano zero. È dal 1989 che in tutto il mondo si riconoscono i Diritti dell’infanzia sanciti dall’Onu. Amo ricordare quanto ebbe a dire Abramo Lincoln: «Un bambino è colui che proseguirà ciò che voi avete intrapreso. Egli siederà nel posto in cui voi vi siete seduti e, quando ve ne sarete andati, dedicherà le sue cure alle questioni che voi oggi ritenete importanti. Voi potete adottare tutte le linee di condotta che vorrete; ma a lui spetterà il modo di metterle in opera. Egli prenderà la direzione delle vostre città, stati, nazioni». Come tanti Cristoforo, stiamo portando sulle spalle i nostri figli, nelle cui mani sta già il mondo futuro. Ecco, la riva solida, autoritaria, del passato è franata e ci troviamo in mezzo a un guado; c’è gente che torna indietro e chi crede d’essere approdato, senza accorgersi di trovarsi solo su un’isoletta. È il neonato, archetipo di ogni il Trentino • Novembre Dino Pedrotti con la moglie Lorvena. responsabilità, a dover diventare unità di misura dei nostri comportamenti, se vogliamo passare il guado. È questa la “conversione a U” a cui s’appella? Sì, se prima il diritto e l’ordine discendevano dall’alto, nel nome di Dio, del re, del popolo sovrano, o della scienza, oggi bisogna ripartire dal bambino per ascendere verso la responsabilità, il dialogo, il rispetto dell’essere più debole, della giustizia, della sessualità responsabile, del mercato equo e solidale, della pace… Bisogna educare i ragazzi al rispetto del pianeta e dell’altro. Baden Powell ha insegnato l’altruismo. Io consiglio a ogni genitore di mandare il proprio figlio negli scout. È una sorta di palingenesi, la sua. Ma, tra incubatrici e stetoscopi, c’è posto anche per qualche hobby? No, se si pensa all’hobby come a un semplice “passatempo”. Ma amo la montagna, la bicicletta e la lettura. Quali sono gli errori più frequenti commessi in famiglia? L’errore principale credo stia nella superficialità con la quale si accettano i messaggi consumistici. Il consumismo è un concentrato di “avere” e “apparire”, nulla a che vedere con l’Essere. E la sua famiglia? Nasco nel 1932, in una famiglia modesta ma determinante, mio padre faceva il ferroviere. Uno non impara la sobrietà se non la respira alle origini e sobrietà fa rima con felicità. Un bambino non è felice se ha tanto. È felice quando si sente rispettato, accettato, capito, amato, quando vive in un’atmosfera serena, in armonia con quanto lo circonda, quando è ascoltato e quando dialoga con i suoi genitori. Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia semplice ma onesta. Come diceva mio padre, ad andare dritti si fa un bel solco. Il dialogo lo si impara nei primi anni di vita, quando si gettano le fondamenta della personalità. Poi tutto è in discesa. III alcuni dati I tassi di mortalità infantile nel triennio 20062007 parlano di un Trentino decisamente virtuoso, tanto più se si considera che solamente nel 1970 nella nostra provincia morivano circa 30 bambini ogni mille nati (in Svezia ne morivano solo 10 e negli Usa 20 su mille). Oggi muoiono 1,9 bambini ogni mille. Ecco le percentuali comparative più interessanti: Trentino Friuli Venezia Giulia Svezia Veneto Italia Francia E Germania Regno Unito Stati Uniti 1,9 1,9 2,7 2,8 3,3 3,8 4,8 6,4 il Trentino • Novembre 22 Il nodo italiano Trento crocevia europeo per la comunità della conoscenza e dell’innovazione D al primo gennaio 2012 Trento è sede del nodo italiano degli EIT ICT Labs, la “comunità della conoscenza e dell’innovazione” sulle tecnologie della comunicazione e dell’informazione dell’Istituto europeo di tecnologia e innovazione (EIT). Ma cosa significa più esattamente questo per il nostro territorio? di Laura Meijere L’Europa da anni investe nella ricerca per aumentare la competitività dei suoi prodotti e migliorare il benessere e le condizioni di vita dei suoi cittadini. Tali investimenti non potrebbero però raggiungere il loro obiettivo se non vi fossero attenzione e investimenti tali da favorire il transito dei risultati dalla ricerca al mercato. Il processo di innovazione cura in modo particolare questa seconda fase, connettendo tra loro i suoi attori principali: la ricerca, le imprese, le persone. Nell’ambito di tale processo, inoltre, è di importanza fondamentale che gli sforzi si concentrino su un numero limitato di punti di eccellenza, permettendo a questi ultimi di agire da catalizzatori e aggregatori nei confronti delle realtà economiche e sociali. Questi sono i principali obiettivi con cui l’Unione Europea ha lanciato l’EIT, l’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia. Dalla sua sede centrale di Budapest l’EIT ha la responsabilità di attivare processi di innovazione in Europa, operando in tre grandi aree: il clima, l’energia e le tecnologie della comunicazione e dell’informazione (Information and Communication Technologies - ICT). Per ciascuna di queste aree sono stati attivati finanziamenti che vengono erogati annualmente a centri di eccellenza nei rispettivi settori. In quello dell’ICT la gara per l’aggiudicazione dei fondi, svoltasi nel 2009, ha visto prevalere EIT ICT Labs, una cordata composta da cinque “nodi nazionali”, corrispondenti a Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia, che è riuscita ad aggregare un forte nucleo di imprese, università e centri di ricerca. Alla cordata ha partecipato, come partner associato, Trento RISE (il soggetto creato da FBK e Università di Trento per stimolare l’innovazione nel settore ICT a livello locale), portatore delle tante affer- mate eccellenze del Trentino in questo campo. Quando nel 2011 EIT ICT Labs ha indetto una competizione per un sesto nodo nazionale, l’Italia è riuscita a costituire un raggruppamento forte e credibile, che è stato infine selezionato dal livello centrale: si tratta di EIT ICT Labs Italy, con partners quali Engineering, Telecom Italia, Trento RISE, Centro Ricerche Fiat, ST Microelectronics, CNR e le università di Bologna, Pisa, Politecnico di Milano e Torino. Un ruolo fondamentale nel successo conseguito da Trento su candidati eccellenti, quali l’Inghilterra, è stato svolto, tra il resto, dall’alto profilo territoriale della proposta italiana, sostenuta dalla credibilità che la Provincia autonoma di Trento si è guadagnata in virtù della sua costante e pluriennale azione in favore dell’innovazione. Da gennaio, quindi, Trento ospita EIT ICT Labs Italy, il nodo italiano dell’EIT ICT Labs, sulla collina di Povo, presso il polo scientifico-tecnologico. In pochi mesi esso è cresciuto a tal punto da porsi oggi come realtà I loghi dei partners dell’EIT ICT Labs; L’Europa con i sei nodi. consolidata e pienamente integrata nel panorama europeo dei nodi EIT ICT Labs (Berlino, Helsinki, Eindhoven, Parigi, Stoccolma), anche a motivo del successo conseguito nella competizione per il piano di attività del 2013, nella quale il nodo italiano si è aggiudicato un alto numero di progetti, secondo solo a quello della Germania. 23 il Trentino • Novembre La sede del nodo italiano; Roberto Saracco, responsabile del nodo italiano. Venendo ora al dettaglio delle attività poste in essere dall’EIT ICT Labs, ed in particolare dal nodo italiano, troviamo in primo luogo l’organizzazione, sulla base di progetti specifici, di diverse attività, che vengono definite anno per anno, a cominciare da temi di forte impatto per la collettività, quali l’evoluzione dei sistemi di trasporto, gli spazi intelligenti (scuole, case, ospedali), le città digitali (o come adesso è di moda dire: smart cities), la salute e il benessere, la sicurezza, ed altri ancora. Su tali tematiche, i quasi cento partners di EIT ICT Labs propongono attività che vengono selezionate attraverso un processo di valutazione competitiva volto all’individuazione, ai fini di un possibile finanziamento, dei progetti che hanno maggiore impatto stimato in termini di innovazione. Le attività approvate da EIT ICT Labs per il piano di lavoro 2013 possono contare, per il solo nodo italiano, su oltre 6 milioni di finanziamenti dall’Europa, cifra, questa, destinata ad aumentare negli anni a venire se il nodo italiano confermerà la sua dinamicità. I finanziamenti provenienti dall’Unione Europea, tuttavia, rappresentano solo la “punta dell’iceberg” dei benefici che conseguono allo status di nodo. Infatti, questi finanziamenti europei sono erogati a fronte di investimenti, da parte dei partners, per un volume almeno quattro volte superiore, che corrispondono ad attività di forte interesse ed impatto sul territorio, con quest’ultimo chiamato a va- lutare gli effetti sociali di quanto sviluppato. Molte delle attività di ricerca e di stimolo alle imprese, specialmente alle piccole e medie imprese (PMI), vengono svolte nei “co-location centres”, luoghi nei quali si concentrano e interagiscono le migliori risorse di ogni nodo nazionale, offrendo servizi di supporto alla brevettazione, al trasferimento tecnologico, allo sviluppo di modelli di business e così via. Inoltre, accanto ai colocation centres, si svolgono anche attività di alta formazione – nel caso di Trento, attraverso le strutture dell’Università – tramite le quali vengono formati gli imprenditori, i tecnici, i professionisti e i ricercatori del futuro, attraverso specifici corsi di laurea specialistica e di dottorato. Tali processi stanno richiamando nella sede del nodo, nel nostro caso Trento, un numero crescente di persone particolarmente motivate e qualificate, creando un importante valore aggiunto per il territorio in termini di risorse umane, indotto economico e immagine. L’obiettivo che Trento, al pari degli altri nodi nazionali, si è posto per i prossimi anni è incrementare il numero dei dottorandi e favorire la creazione di nuove imprenditorialità tra i propri studenti e ricercatori – per esempio, tramite il lancio di start up e di nuove aziende – contribuendo così ad aumentare il tasso di innovazione del territorio. Il nodo italiano, inoltre, esercita una supervisione diretta su tutte le attività di EIT ICT Labs appartenenti a due aree particolarmente significative: quella del trasporto intelligente e quella della sicurezza, privacy e affidabilità. L’affidamento al nodo italiano di tali aree è espressione della riconosciuta eccellenza dei partners italiani al riguardo. Ma Trento sta anche giocando un ruolo di primo piano nella definizione di una nuova area di attività, sempre più strategica, che consentirà di mettere a frutto l’enorme quantità di dati che la nostra società produce: i cosiddetti “Big Data”. I dati sono, infatti, la nuova infrastruttura dello sviluppo economico della società, sono alla base dello sviluppo di moltissimi altri ambiti tecnologici e costituiscono il tessuto su cui si sviluppano i servizi del futuro. Il Trentino, in questo settore, è all’avanguardia, sia sotto il profilo tecnologico (basti pensare alla cosiddetta “semantic valley”, con le sue numerose start up, e al laboratorio SKIL di Telecom Italia a Povo), sia sotto quello scientifico (Università di Trento e FBK), sia sotto quello – fondamentale – dell’interesse e del supporto dei partner pubblici. Siamo ancora soltanto agli inizi di un lungo cammino; EIT ICT Labs Italy è infatti una struttura aperta, che punta a stimolare la curiosità e la voglia di diventare protagonisti in queste iniziative. Per approfondire attività, risultati e possibili modalità di partecipazione da parte dei cittadini è inoltre in preparazione, assieme al MUSE , una serie di incontri aperti al pubblico che, a partire da gennaio 2013, daranno la possibilità di conoscere e discutere i percorsi che portano al futuro. III il Trentino • Novembre 24 Cantiere di qualità Meccatronica, così sicurezza e qualità del lavoro sono al centro dell’intesa I l Parco Tecnologico, 20 mila metri quadrati su tre piani, rappresenta uno dei nuovi edifici del Polo della Meccatronica di Rovereto. Costo 16,7 milioni di euro, sarà pronto ad ospitare le imprese entro l’estate 2013. Il Parco Tecnologico, 20 mila metri quadrati su tre piani, rappresenta uno dei nuovi edifici del Polo della Meccatronica di Rovereto. Costo 16,7 milioni di euro, sarà pronto ad ospitare le imprese entro l’estate 2013. Un progetto sul quale la Provincia di Trento investirà complessivamente 85 milioni di euro nei prossimi 5 anni e che prevede anche la costruzione di due innovativi edifici scolastici dove si trasferiranno l’ITI Marconi e il CFP Veronesi. Le gru e le autobetoniere lavorano or- che sul fronte delle relazioni sindacali, mai a pieno regime. Si stanno gettan- grazie ad un Accordo Quadro che non do le fondazioni del Parco Tecnologico, ha precedenti in Trentino. il nuovo edificio che nello “scacchiere” Attorno al tavolo, il 18 ottobre scorso, le del Polo della Meccatronica di Rovereto tre rappresentanze sindacali della cateospiterà dall’estate 2013 le attività pro- gorie edili che hanno promosso l’iniziaduttive: imprese pesanti e leggere che tiva (Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil), combinano lavorazioni meccaniche ANCE Trento e l’impresa Collini, capotradizionali ai più avanzati sistemi elet- gruppo dell’ATI che si è aggiudicata i latronici e di sensoristica. Un Polo inno- vori. Intesa sottoscritta anche da Trentivativo – con le sue tre anime impresa, no Sviluppo, in qualità di committente formazione e ricerca – che fa scuola an- e dalla Provincia autonoma di Trento di Davide Modena con l’assessore all’Industria Alessandro Olivi. Nove i punti contenuti nell’Accordo. Si va dalle relazioni sindacali, con la predisposizione di un apposito locale per lo svolgimento delle assemblee sindacali che ospiterà anche uno “sportello” sindacale, alla logistica di cantiere con spazi e servizi adeguati per le esigenze dei lavoratori. Per quanto riguarda sicurezza e prevenzione, il cantiere sarà considerato come un’unica entità, indipendentemente dal numero e dalla tipologia delle imprese operanti al suo interno. Sono inoltre previsti incontri periodici, almeno mensili, dove verranno affrontati temi quali la sorveglianza sanitaria, i piani di sicurezza, l’applicazione delle normative, la formazione dei lavoratori. In riferimento a quest’ultimo punto è poi prevista l’attivazione di moduli formativi specifici, in base alle esigenze Rendering del Parco tecnologico. il Trentino • Novembre 25 manifestate da imprese e lavoratori, avvalendosi degli enti bilaterali di settore quali Cassa Edile e Centrofor. Per evitare l’insorgere di controversie per inadempienze contrattuali in materia di regolarità retributiva, il bonifico bancario sarà l’unica modalità di pagamento ammessa per le retribuzioni dei lavoratori subordinati. Altre disposizioni regolano l’accesso al cantiere (ogni lavoratore sarà dotato di un tesserino nominativo) ed il rapporto con gli organi ispettivi. Unanime il plauso all’iniziativa. «Mi sembra significativo – ha evidenziato Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento – che un’opera che rappresenta il più importante intervento di politica industriale degli ultimi anni in Trentino venga valorizzata da questa capacita di aver trovato un’intesa sul terreno delle relazioni sindacali avanzate». Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo, si è detto particolarmente soddisfatto che un accordo di questo tipo possa partire su un cantiere come quello della Meccatronica. «Qui dentro porteremo soluzioni innovative nei rapporti tra imprese, mondo della formazione e della ricerca. Un mix inedito che non poteva partire nel modo migliore». «Vogliamo creare – ha sottolineato Maurizio Zabbeni, segretario Fillea Cgil del Trentino – una filiera della regolarità che parta dal sistema di aggiudicazione degli appalti per arrivare all’esecuzione delle opere». «L’edilizia sta vivendo un momento difficile – ha evidenziato Stefano Pisetta, segretario Filca-Cisl – con un’aggressione dall’esterno che non ha precedenti. Accordi come questo rilanciano un nuovo modello di relazioni sindacali a favore dell’intero sistema trentino». Soddisfatto anche Gianni Tomasi, segretario della Feneal Uil: «Un accordo molto positivo per i risvolti che potrà avere sulla qualità del lavoro e delle relazioni sindacali». Anche il sistema trentino delle imprese guarda con favore ad accordi come questi. «Negli appalti pubblici – ha auspicato Enrico Garbari, presidente di ANCE Trento – si dovrebbe sempre premiare chi sottoscrive accordi di questo tipo, che sono esemplari anche per chi da fuori aspira ad aggiudicarsi commesse in Trentino». III il Trentino • Novembre 26 Le radici del futuro Il Trentino all’edizione 2012 di Smau tra impresa, innovazione, start up e spin off I l Trentino è tornato all’edizione 2012 di Smau, l’evento fieristico dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie, per presentare strategie e progetti che investono l’intera provincia e sono destinati a cambiare nei prossimi anni il volto di un territorio che sempre più si candida ad essere punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione in Italia e in Europa. di Giorgia Fasanelli L’assessore provinciale all’industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, nel corso del convegno inaugurale, ha infatti ricordato che «il Trentino è presente a Smau con le sue imprese innovative, un sistema della ricerca riconosciuto a livello internazionale e il settore pubblico che da tempo lavora per creare un territorio favorevole all’innovazione e trasformare i risultati della ricerca in concrete opportunità di business per il sistema economico e in nuovi servizi ai cittadini. Impresa e innovazione sono i due assi strategici su cui il Trentino ha deciso di investire per affrontare l’attuale crisi economica e mettere le radici ad un futuro di sviluppo». Tre, secondo l’assessore Olivi, i punti carLe start up trentine a Smau 2012 Esempi concreti di trasferimento tecnologico IIICLS - Cross Library Services Spin off della Fondazione Bruno Kessler, offre soluzioni per l’organizzazione e la fruizione del patrimonio culturale digitale. A Smau ha presentato Synopsis, una nuova modalità per avvicinarsi ad un testo letterario. Un motore semantico scompone il testo in elementi narrativi e propone così nuove chiavi di lettura arricchite da contenuti extratestuali e collaborativi. Il testo, sempre presente e accessibile nella sua forma originale, non viene manipolato, ridotto o banalizzato, ma se ne moltiplicano le possibilità di fruizione. Synopsis si propone sia come strumento didattico collaborativo, sia come paradigma innovativo di lettura individuale. IIIOkkam Okkam nasce a fine 2010 per portare sul mercato i risultati del progetto di ricerca europeo “OKKAM – enabling the web of entities” nel settore dell’integrazione di dati e servizi mediante l’utlizzo di tecnologie semantiche. A Smau ha proposto un utilizzo innovativo delle dine della politica economica in Trentino: promuovere incentivi meno numerosi e più mirati; stimolare l’innovazione anche nelle piccole e medie imprese; coinvolgere il sistema creditizio nel sostegno agli investimenti. Tra i momenti che hanno visto il nostro territorio alla ribalta a Smau, l’evento promosso da Trento RISE dedicato al Pre-Commercial Procurement, uno strumento di appalto pubblico all’avanguardia che permette di definire partnership pubblico/private finalizzate allo sviluppo di soluzioni sui grandi temi dell’innovazione. O ancora, la presentazione dedicata a Smart Campus, un laboratorio territoriale per la sperimentazione di innovative soluzioni ICT, a cura di Trento Rise. Molto apprezzata anche la presentazione del progetto I-Scope, promosso dalla Fondazione Graphitech e da Informatica Trentina, che grazie al portale Trento Smart City ridisegna – in una visualizzazione tecnologie semantiche per arricchire informazioni provenienti da fonti di diverse e il potenziamento dell’utilizzo del QR-Code per la comunicazione mobile. La prima linea di prodotto si chiama DataLinks e la sua più importante area di applicazione riguarda oggi l’incrocio di dati in ambito fiscale; la seconda, denominata ObjectLinks, ha trovato interessanti applicazioni nel supporto al servizio di trasporto pubblico locale e nel turismo. IIIOpenContent OpenContent è una start up della Fondazione Bruno Kessler specializzata nella realizzazione di web application basandosi sulla tecnologia eZ Publish. A Smau ha presentato OpenMagazine, una piattaforma che semplifica i flussi di lavoro di una redazione complessa al fine di gestire la distribuzione di contenuti digitali su più canali. La piattaforma è finalizzata all’automazione dei processi editoriali: consente la composizione di contenuti e permette di generare rapidamente giornali e riviste in formati diversificati in base al canale di distribuzione. Inoltre, mette a disposizione dei redattori funzionalità di archiviazione di documenti, di ricerca e di consultazione attraverso grafici e integrando funzionalità semantiche avanzate. 27 3D – informazioni e servizi intelligenti in tre ambiti fondamentali (quali mobilità, energia ed ambiente), offrendo informazioni puntuali per gli amministratori che devono gestire un territorio ma anche suggerimenti utili ai cittadini, che possono contribuire in prima persona ad arricchire il sistema condividendo informazioni. Infine, il Trentino ha ottenuto un prestigioso riconoscimento al premio nazionale per i migliori progetti sulle Smart City per un sistema innovativo per il monitoraggio della qualità dell’aria promosso dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente. A rappresentare il Trentino a Smau c’erano Informatica Trentina con l’obiettivo di preparare il “Trentino Digitale” attraverso nuovi servizi e infrastrutture all’avanguardia, e Trentino Network, azienda impegnata a portare internet veloce in tutto in Trentino con la realizzazione della dorsale in fibra ottica di circa 900 chilometri, la cablatura delle aree industriali e delle sedi pubbliche, l’apertura di 500 aree wifi (inclusi 80 rifugi alpini) e l’installazione su tutto il territorio delle centrali a 20 Mb. Accanto a loro, Trentino Sviluppo si è proposto come partner ideale per il supporto alle start up, attraverso l’assistenza nella fase di avvio delle attività, la messa a disposizione di spazi attrezzati e Business Innovation Centre, e due poli di eccellenza dedicati al Green e alla Meccatronica. Le eccellenze del Trentino presentate a IIIPractix Spin off della Fondazione Bruno Kessler, nasce nel 2012 per promuovere un nuovo genere di tecnologia nell’ambito dell’interazione di gruppo e nella progettazione e realizzazione di interfacce collaborative uomo-machina. A Smau ha mostrato alcuni esempi applicativi su differenti tipologie di tavoli interattivi sviluppati per musei, per l’apprendimento cooperativo, la divulgazione promozionale e la comunicazione. Lo staff di Practix è specializzato nella progettazione e sviluppo di piattaforme multitouch e multiutente per supportate attività sociali. Tali applicazioni permettono di manipolare oggetti virtuali, risorse multimediali, documenti, il tutto in chiave cooperativa su qualsiasi tipo di tavolo interattivo in commercio. IIISpazio Dati Start up tecnologica nata dalla collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, ha come core business la distribuzione e l’arricchimento semantico di dati proprietari e Open Data. A Smau ha proposto Data TXT, un servizio web in grado di identificare, all’interno di un testo, nomi di persone, luoghi, aziende e altri tipi di entità per poi collegarle ad il Trentino • Novembre Maurizio Tava, dell’APPA, che ritira il premio come Migliore progetto sulle smart city. Smau hanno riguardato anche gli acceleratori di innovazione, che favoriscono il trasferimento tecnologico alle aziende. Ecco, quindi, Trento RISE, che sta contribuendo alla trasformazione del Trentino grazie alla capacità attrattiva di aziende all’avanguardia in grado di generare un ecosistema favorevole all’innovazione. E ancora la Fondazione Bruno Kessler (FBK), che ha presentato alcuni interessanti risultati della ricerca. Accanto a loro, Semantic Valley, consorzio di imprese che, attraverso la semantica, sta sviluppando servizi per migliorare la qualità della vita dei cittadini, e Health Innovation Hub (HIH), il consorzio che ha l’ambizione di aggregare le migliori competenze locali e nazionali in un laboratorio di idee per l’innovazione dei servizi sanitari e sociali. III altre basi dati e riproporre una ricerca e classificazione dedicata. Data TXT può facilmente essere integrato in applicazioni web, desktop e mobile e il servizio, al momento in fase di sperimentazione per la lingua italiana e inglese, può essere provato gratuitamente fino ad un limite di 25.000 interrogazioni al mese all’indirizzo http://spaziodati.eu/dataTXT il Trentino • Novembre 28 La radio è digitale Inizia dal Trentino la nuova era dell’apparecchio di Guglielmo Marconi È passato più di un secolo da quando l’apparecchio del marchese Guglielmo Marconi si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza. Da quel giorno la radio ha iniziato a vivere nelle nostre case. La gente ha iniziato a essere informata rapidamente, accorciando i tempi della stampa. Onde radio diffondevano il segnale, e lentamente entravano nelle case italiane per rimanerci fino a oggi e accompagnare la nostra esistenza. Oggi, però, si assiste a una seconda rinascita di questo importante mezzo di comunicazione. di Francesca Patton La provincia di Trento, infatti, è stata scelta dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) come terra da cui iniziare il processo di trasmissione radio in digitale. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha rilasciato i diritti in uso delle frequenze in Trentino e, anche con il supporto della società di sistema Trentino Network, si sta avviando la fase di diffusione del segnale digitale da parte dei consorzi assegnatari. Di tutto questo si è parlato lo scorso giovedì 18 ottobre durante il convegno La radio cambia; cambia la radio!, tenutosi presso il palacongressi di Sardagna, organizzato dall’azienda inglese di prodotti elettronici PURE in collaborazione con Trentino Network. Un momento del convegno svoltosi al Palacongressi di Sardagna. L’iniziativa ha visto riuniti i protagonisti di questa nuova “impresa tecnologica” in una tavola rotonda orientata a comprendere i prossimi passaggi per l’avvio di una nuova generazione di apparecchi ricevitori radiofonici; non solo per l’automobile, ma anche per le case, i negozi e gli uffici. Il seminario è stato così aperto da Hanns Wolter del WorldDMB Forum il quale ha spiegato che attualmente sono 40 i paesi in tutto il mondo che hanno adottato la tecnologia DAB+. A livello Europeo questa nuova tecnologia si è già affermata in numerose nazioni come Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Norvegia: «I paesi europei – ha esordito Hanns Wolter – hanno reagito positiva- mente alla radio digitale. Si calcola che in Inghilterra il 30% dell’ascolto avviene in digitale, in Norvegia nel 2017 verranno spente le frequenze FM e in Svizzera, paese che ha registrato un numero sorprendente di vendite di apparecchi radiofonici DAB+, é l’operatore di rete nazionale ad auspicare il passaggio al digitale, dato che i costi di gestioni delle reti digitali sono molto più bassi. In Germania è stata attivata l’anno scorso una nuova rete radiofonica digitale nazionale ed i risultati sono stati ottimi: sono disponibili 14 canali radio su tutto il territorio nazionale che raggiungo 40 milioni di persone (la metà di quelle che vive in Germania)». A livello nazionale invece la situazione è un po’ più complessa: in Italia ci sono circa un migliaio di stazioni locali, 15 radio nazionali ed i servizi della radio pubblica ai quali deve essere garantito un accesso al digitale. Oggi però la situazione è migliorata: il Governo ha approvato il regolamento che stabilisce la procedura per lo sviluppo della radio digitale in Italia ed ha rilasciato i diritti in uso in Trentino. «Il Trentino – ha proseguito Hanns Wolter – è la prima provincia scelta dall’AGCOM per iniziare il processo di trasmissione in digitale. Da qui, dunque, il servizio partirà e potrà poi diffondersi nel resto del paese diventando un servizio ordinario». Il Trentino, infatti, grazie ad una infrastruttura di rete capillare messa in campo per volontà della Provincia dalla società di sistema Trentino Network, si presta a essere un territorio all’avanguardia anche in questo settore. «Le infrastrutture a banda larga presenti sul territorio – ha continuato l’Amministratore Delegato di Trentino Network, Alessandro Zorer – consentono ai cittadini di poter godere di molteplici opportunità. La radio digitale in Trentino si potrà ricevere a breve con gli appositi ricevitori DAB+ e, al contempo, si aggiungerà la possibilità di fruire della radio digitale via web accedendo in modalità gratuita presso le aree Free WiFi localizzate in il Trentino • Novembre 29 tutta la nostra provincia». Ma quali sono i benefici di questa nuova tecnologia? A rispondere a questa domanda ci ha pensato Giorgio Guana della PURE: «Il DAB+ porta una superiore qualità sonora dell’audio, funzioni innovative come DLS, testi che scorrono, SLS, immagini che ruotano e la possibilità di mettere in pausa e riascoltare una parte della trasmissione digitale. Inoltre una radio digitale è facilissima da usare. Non sarà più indispensabile ricordare la frequenza della radio preferita, ma sarà sufficiente digitare il nome di ciò che si desidera ascoltare». In tutta Italia sarà presto possibile sintonizzarsi su frequenze radio digitali e godere dunque dei molteplici vantaggi di questa nuova tecnologia. Al momento sulle frequenze digitali a Trento è già possibile trovare i tre canali nazioni della RAI e diversi altri canali di musica leggera e classica oltreché GRParlamento e Isoradio. Inoltre – come hanno riportato Sergio Natucci del Club DAB Italia, Elena Porta della Digiloc, Luigi Seppi del Digital Broadcasting del Trentino Alto Adige e Gianluca Sigillo di Raiway – grazie all’attivazione del progetto Pilota, nelle prossime settimane si moltiplicheranno i canali radio ricevibili in Trentino, aggiungendo i programmi trasmessi dai diversi consorzi ai quali il Ministero assegna la frequenze. I nuovi ricevitori per la radio digitale si trovano già presso i migliori punti vendita dell’elettronica di consumo della provincia di Trento e Bolzano ma, occhio al bollino: per facilitare il riconoscimento degli apparecchi adatti alla ricezione della Radio Digitale, in tutto il territorio nazionale, oggi e in futuro, ARD, l’associazione per la radiofonia digitale che raggruppa quasi tutte le emittenti pubbliche locali e nazionali, ha stabilito una serie di funzioni minime identificate per l’appunto con un bollino bianco ARD (maggiori informazioni al sito www.arditalia.it). Va infine sottolineato che nel caso della radio non si parla di una migrazione dall’analogico al digitale come lo è stato per la televisione, bensì di una aggiunta. A fianco del sistema analogico si aggiungerà quello digitale, mantenendo dunque attive le frequenze radio attuali e aggiungendo a queste delle frequenze che vengono assegnate dal Governo a consorzi, esistenti e da costituire, che si occuperanno delle trasmissioni del segnale. III Alcune radio digitali. il Trentino • Novembre 30 Primi passi Itea Il micronido aziendale riapre le porte per rispondere alle esigenze della comunità D a settembre è nuovamente attivo il nido aziendale voluto da ITEA per rispondere alle esigenze della comunità locale: una sintesi di professionalità, flessibilità di orario e un ottimo rapporto qualità/prezzo. di Alessia Negriolli Il nuovo micro nido ITEA (superficie complessiva 328 mq) riapre al terzo piano della sede della società in via Guardini 22 a Trento. Ampi spazi luminosi con arredi all’avanguardia in legno, circondati da una terrazza a verde e con giochi per le attività all’aperto. Questa è l’iniziativa portata a termine nel settembre 2010 da ITEA S.p.A. grazie all’adesione al progetto di conciliazione “Audit Famiglia & Lavoro”, promosso dalla Provincia autonoma di Trento, per servire al meglio il territorio locale e offrire un servizio di qualità e professionalità alle famiglie trentine. «Questo nido d’infanzia è aperto ai dipendenti ITEA, ma anche agli utenti privati che cercano un servizio flessibi- QUANDO L’asilo nido “Primi Passi” è aperto dal lunedì al venerdì secondo il seguente orario: 7.30-18.00. Offre tre diverse tipologie di servizio con orari flessibili: Tempo pieno 08.00-18.00 - 7.30-17.30 Tempo parziale I fascia 08.00-14.30 - 7.30-14.00 ziale Tempo par II fascia 13.30-18.00 12.30-17.30 - COME E DOVE Ubicazione: terzo piano della sede con uscita su terrazza esterna. Accesso (da via Lunelli): è indipendente rispetto all’entrata della sede ITEA ed è controllato da videocitofono e sistema di allarme e videosorveglianza. Superficie e capienza (interni): 116 mq; è in grado di ospitare max 15 bambini. Composizione: zona ingresso, bagno e spogliatoio personale, bagno infanti, cucina, zona giochi e alimentazione, zona notte e ripostiglio. Arredi: vano cucina (completo di elettrodomestici), fasciatoii, tavolini e sedie, giochi vari in legno, tappeti, armadi e lettini. le nell’organizzazione, innovativo nelle proposte e di alta qualità sul profilo pedagogico educativo – ha affermato la presidente Aida Ruffini. Il micro nido offre una fruizione diversificata e flessibile, che permette ad ogni famiglia di individuare tempi e modi personalizzati. Una sfida, questa, che conferma ITEA S.p.A. all’avanguardia nel panorama provinciale ed extra regionale, una società dinamica ed attenta ai bisogni dei propri dipendenti e al contesto sociale entro il quale opera». ITEA ha affidato la gestione del micro-nido alla società “Nido Primi Passi”di Trento, che garantirà orari flessibili (tempo normale/prolungato, part-time mattutino/pomeridiano, pacchetti trimestrali, orari personalizzati) e potrà accogliere al massimo 15 bambini, di cui 4 posti riservati ai figli dei dipendenti ITEA. III Terrazza esterna (212 mq): completa di zona giochi all’aperto e delimitata da un arredo verde costituito da vasche con piante e fiori. L’area giochi è composta da un’area ombreggiata con pavimentazione antitrauma in gomma, zona sabbiera e zona orto. Per le domande contattare la Società “Nido Primi Passi” tel: 0461 820269 O R B I L UN SCIENZIATO UNO RTISTA UN A CENA: UNA 7.30 12, ore 1 0 2 e r b o nze 25 ott AZIONI elle Scie nticate ESPLORca del Museo d rie dime o t S i. t u e Bibliot ia Calepina, 10 ploratori perd Trento, v o Mazzotti, Es fine Ottocento Stefan sti italiani di ali di natur 7.30 12, ore 1 I 0 2 e r b L m 22 nove OGIE NATURA lle Scienze oma e lub di R C l a o TECNOLca del Museo d t r rappo Bibliote ia Calepina, 10 onomy. Nuovo v c , e o e Trent Pauli, Blu Gunter l 2013... nche ne a a u in t I con INCROC oluzione 7.30 di un’ev 13, ore 1 o 0 2 in c s io a fa ttata. Il 24 gennTTATA a inaspe INASPE Pievani, La vit to Telmo aveva previs ci che non e 17.30 2013 or io a r b b 21 fe plessità SSITÀ SEMPLE Berthoz, La sem Alain ECIALE P S O T EVEN 013 ore 17.30 natura are è la m a d a o o2 . Quand 21 marz IA INTIMITÁ elvaggio S o s s R e S LA VA ia Bordese, Claud croci hip nuovi inssera members i d … e o t e t s u n lg co 0311 egna de 8 - ¤ 16 a all’ins bbligatoria ¤ 1 te. tel. 0461/27 u ine.it in t n o en ac eo cidipag o r c n La serat0, prenotazion carta dello stud .i www ore 19.3 elle Scienze e d o e Mus CENA progetto di: con il sostegno di: partner: in collaborazione con: Bookique Cafè culture Libreria Ancora Libreria Disertori Libreria il Papiro Libreria Ubik con la partecipazione della cantina: 31 il Trentino • Novembre ocietà S a r tu Scienza LetteAra rte contempo ranea ART>UNITN | IMG> Fototonina.com ENTRA nel TEAM dei VOLONTARI! Mettiti alla prova e aggiungi un’esperienza qualificata al tuo c.v. winter universiade….un’occasione per: • • • • usareletuecapacitàorganizzative conoscerepersonenuoveelavorareingruppo parlarelinguestraniere esseretestimonialdell’accoglienzaedospitalitàitaliane durata dell’esperienza • dasubitoepertuttoil2013 • dasettembre2013edurantel’evento • solodurantel’evento Info: [email protected] applicationformsu:www.universiadetrentino.org 769_12_Universiade_Volontari_PAT.indd 1 16/11/12 10:37 Auto, quanto mi costi! il Trentino • Novembre 33 Il trasporto pubblico locale come valida alternativa al percorso tra casa e lavoro I l percorso da casa al lavoro e viceversa è spesso oggetto di riflessione in quanto incide sempre più sul bilancio familiare e sulla qualità della nostra vita: è stancante essere costretti a passare del tempo prezioso in auto per andare al lavoro e preoccupante vedere che il costo del carburante continua a crescere. In inverno poi, per abbattere l’inquinamento dell’atmosfera da particolato fine e da sostanze gassose (soprattutto monossido e biossido di azoto) prodotto dal traffico veicolare è necessario limitarne l’uso se non, in alcuni casi, rinunciare al mezzo proprio a causa dei divieti di circolazione. Di fronte a questo stato di cose cosa pos- all’anno. Se utilizzassi il mezzo pubblico siamo fare? il costo si limiterebbe a 392,80 €, pari al Se il lavoro obbliga a continui spostamen- costo dell’abbonamento annuale per la ti in orari imprevedibili, la scelta dell’auto corriera extraurbana. privata è obbligata; ma nei casi in cui il Quindi in un anno il risparmio sarebbe luogo di lavoro (ufficio, negozio, bar) si pari a: trovi in centro città allora si può valutare – 452,20 € se considero solo il costo di carburante e non ho problemi di parseriamente l’utilizzo del mezzo pubblico, cheggio; tanto più se per gli spostamenti in orario di ufficio si è supportati dalla possibilità di – 1.052,20 € circa se devo parcheggiare l’auto a pagamento; utilizzare l’auto di servizio o la bicicletta. – 1.817,20 € se considero costi fissi, variabili e parcheggio (tariffe ACI). Ecco uno spunto di riflessione per un Da aggiungere anche il vantaggio oggetesempio concreto: Lavoro in centro a Trento, nella zona a tivo del miglioramento della qualità della traffico limitato in un ufficio a pochi metri vita: sul mezzo pubblico posso dormire, da piazza Duomo; ho un lavoro a tempo leggere o ascoltare musica tanto viaggio pieno (circa 250 gg. all’anno) e tutti i gior- con l’autista! ni vado e torno da Vezzano a Trento (26 Ovviamente il risparmio aumenta se in Km) con un’automobile di cilindrata 1400 famiglia c’è una seconda auto! cc., 90 CV. Facendo due rapidi conti, il mio percorso casa-lavoro mi costa: Ma… in termine di tempi di spostamen– circa 845 € all’anno (26 Km x 250 gg. x to? Chi vince? 0.13 €/Km) di solo carburante; Anche in questo caso il mezzo pubblico – circa 600 € all’anno di parcheggio (ta- può essere competitivo: riffe di Trentino mobilità S.p.A.) se l’uf- in 25 minuti la corriera percorre il tratto ficio dove lavoro non dispone di un da Vezzano a Trento e arriva comodamente in stazione delle autocorriere, viparcheggio per i dipendenti; – circa 2.210 € all’anno se considero il cinissimo alla zona pedonale. Con l’auto totale delle spese variabili (quota ca- privata si può percorrere velocemente il pitale, carburante, pneumatici, manu- tragitto ma si perde tempo per parchegtenzione e riparazioni) e dei costi fissi giare e poi raggiungere la Zona a Traffico (bollo auto, assicurazione, quota inte- Limitato a piedi. ressi). La spesa è stata calcolata utilizzando le tariffe ACI secondo cui, con Quindi, se gran parte, se gran parte delle un’assicurazione di 350 € all’anno, il persone incolonnate decidessero di adatbollo auto di 170 € all’anno e una per- tarsi un po’ agli orari e di scegliere il mezcorrenza annua sui 35.000 Km, la spesa zo pubblico, il traffico sarebbe notevola Km è pari a circa 0,34 €/Km. mente ridotto a vantaggio di tutti coloro La spesa complessiva di combustibile e che si spostano e della qualità dell’aria parcheggio sarebbe pertanto di 1.445 € che respiriamo. all’anno, mentre includendo le spese fisse È quindi molto importante informarsi per e variabili ammonterebbe a circa 2.810 € capire qual è la scelta più razionale per di Mario Simonini muoversi e se esiste un’alternativa possibile e funzionale alle proprie esigenze di spostamento. Se si vive in località periferiche distanti e non servite adeguatamente dai mezzi di trasporto pubblico un’alternativa possibile è il Car pooling (www.carpooling.it, www.jungo.it), cioè la condivisione del viaggio in auto con qualcuno che fa il nostro stesso tragitto e con i nostri stessi orari: anche in questo caso si dimezza il consumo di energia, l’occupazione di spazio, la generazione di traffico, l’inquinamento atmosferico e acustico. Se invece si utilizza il trasporto pubblico e si ha la necessità di spostarsi in città, si può caricare la bicicletta sul treno o sulla corriera o utilizzare il servizio di bike sharing (bici gialle “C’entro in bici” www.centroinbici.it) o il car sharing (www.carsharing.tn.it). III SAPERNE DI PIù fonti costi variabili del carburante www.servizi.aci.it soste parcheggio a Trento www.trentinomobilita.it/ sosta_ pagamento_strutture.htm tariffeautobus www.ttesercizio.it il Trentino • Novembre 34 Vita nuova al Maso Limarò, rivive un luogo dal forte valore: economia e sociale, turismo e ambiente A settembre è stato inaugurato Maso Limarò, complesso secolare allora destinato ai fattori della mensa vescovile. Un tempo questo era un luogo rurale e di sostentamento per le numerose famiglie numerose che vi vivevano. di Silvia Gadotti Oggi invece è tornato a nuova vita grazie ad una complessa opera di ristrutturazione da parte dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero di Trento. Sospeso tra le forre del Sarca e il cielo del Brenta, il Maso è situato nel Comune di Calavino, a quattro chilometri di distanza dalle Sarche, ed è circondato da tre ettari di terreno coltivabile ed altri quaranta di bosco. Le mura di Maso Limarò sono intrise di vicende che attraversano i secoli, aneddoti e fatti storici, ma anche racconti di vita quotidiana della popolazione a cavallo tra le Valli Giudicarie e la Valle dei Laghi. Come un guardiano sulla gola incisa dal Sarca, fu costruito su un terrazzamento naturale di circa quattro ettari tra grandi massi di frana e negli anni della massima occunelle terre di terreno, pazione del Principato Vedi cui 3 bonificati scovile ospitava fino ed adattati a sessanta persone tra adulti e bambia culture ni. Se ne trova tracspecializzate, cia nei documenti già nel 1494, oltre a 40 ettari storici quando viene nomidi bosco nato con il termine “Nimarò” in un atto pubblico. Dalla metà del Settecento la località compare con il nome attuale sulle carte geografiche, quella francese del Vendôme e quella più famosa, l’Atlas Tyrolensis di Anich Hueber del 1774. Ma cosa vuol dire veramente Limarò? Deriva dal termine latino limes, “linea di confine/limite”. Maso Limarò indicava una “divisione di competenze” tra Lomaso e Sarche. E ancora a tutt’oggi, nelle sue immediate vicinanze, si trova il confine amministrativo tra la Comunità Valle dei Laghi e quella delle Giudicarie. Nella sua nuova veste il Maso si è pre- 43 ettari sentato alla comunità trentina con una grande festa, svelando i propri intimi segreti e raccontando la storia di un luogo altrimenti sconosciuto, per quanti percorrono la strada statale del Caffaro (dalla frazione Sarche in direzione di Tione-Storo) e che solo di sfuggita tra una galleria e l’altra possono, in parte, ammirare uno degli angoli più selvaggi del territorio provinciale. La struttura è stata benedetta da Monsignor Umber- il Trentino • Novembre 35 Un momento dell’inaugurazione ufficiale. Nelle altre due foto due vedute di Maso Limarò. (Archivio Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Trento). to Giacometti, vicepresidente dell’Istituto, e la giornata è stata allietata dai canti proposti dal “Coro Trentino Lagolo” diretto da Anna Nicolodi. Iniziata nel 2009 e portata a compimento nel 2012, la ristrutturazione ha voluto mantenere l’antica fisionomia del luogo e dello stabile, utilizzando materiali naturali come la pietra e il legno. Sono stati rimessi a nuovo i tetti e i ballatoi, i muri portanti e l’antico pozzo è stato collegato ad una sorgente che sgorga a due chilometri, sotto il tunnel di mezzo della strada statale. L’edificio supera i 1.800 metri cubi, ed è composto di vari locali, aree e depositi agricoli, con uno splendido pozzo esterno, circondato da 43 ettari di terreno, di cui 3 bonificati ed adattati a culture specializzate, oltre a 40 ettari di bosco. E accanto si trova la Forra del Limarò, lunga 6,5 chilome- tri con delle profondità, in alcuni punti, che superano i 250 metri di strapiombo: un vero e proprio canyon dove scorre il Sarca. La bellezza selvaggia e gli straordinari elementi naturalistici ne fanno senza dubbio uno dei più spettacolari ambienti fluviali del Trentino. Il destino del Maso ha da sempre seguito la viabilità: dapprima quella della Via Stefanèa (inaugurata nel 1842 dall’arciduca Stefano, da Sarche al Limarò), poi altre vie che, nel corso dei secoli, l’hanno messo in collegamento con Sarche, da una parte, e con San Lorenzo in Banale dall’altra. In tempi più recenti la nuova galleria del Limarò ha leggermente spostato il piano stradale, determinando l’abbattimento della casa cantoniera e dando una migliore visibilità al Maso. Oggi la nuova pista ciclabile, che percorre in modo affascinante l’ottocentesca “strada dei crozzi” del Limarò, attraversa il compendio, a fianco del Maso, valorizzandolo per un utilizzo che lega intimamente la cultura, la natura, l’agricoltura ed il turismo. Il futuro del Maso ancora non è stato deciso, ma le idee ci sono. Proprio dalla volontà di far rivivere un luogo dal forte valore storico locale è nata la spinta per la ristrutturazione ed il progetto di possibile futura gestione che vorrebbe fondere economia e sociale, turismo e ambiente. Questo infatti è l’indirizzo che l’Istituto Diocesano vorrebbe dare alla destinazione del Maso: forse un agritur, forse un b&b, anche grazie alla visibilità fornita dalla nuova ciclabile già immessa in circuiti turistici europei. Tra le ipotesi auspicate è anche il coinvolgimento di una cooperativa sociale, che attraverso la gestione del maso e la coltivazione dei tre ettari di terreno bonificati, potrebbe interessare l’occupazione di persone svantaggiate. Maso Limarò è quindi rinato. Ora si attende l’iniziativa pubblica/privata per la sua futura gestione. www.idsc.trento.it III il Trentino • Novembre 36 I Denti del Pasubio Tra guerra di trincea e mine Uno dei luoghi drammatici del conflitto P asubio. Solo il nome di questa montagna è sufficiente per evocare il dramma della Grande Guerra, un massiccio calcareo fatto di aspre rocce, dove si svolsero alcune delle più violente battaglie sul territorio regionale e dove esplose la più grande mina di questo tratto di fronte. I due famosi Denti del Pasubio ricordano tutto questo. Due alture che prima della guerra nemmeno avevano un nome, ma che al termine del conflitto la storia ha consegnato come luogo simbolo delle sofferenze patite dai soldati degli eserciti che si disputarono il possesso della montagna. Il massiccio fu occupato senza scontri dai soldati dell’esercito italiano già nel maggio 1915 e per un anno, fino all’offensiva degli altipiani nel maggio 1916, non si registrò sulla montagna alcun evento di rilievo. Fu soltanto dopo la Strafexpedition che la guerra avvolse il Pasubio in un turbine di inaudita violenza. L’esercito italiano riuscì a mantenere sempre il possesso della cima meridionale del massiccio e della cresta orientale. Quando l’offensiva austriaca si affievolì, senza aver conseguito i risultati auspicati, gli italiani ripartirono all’assalto per riprendere quanto gli austriaci avevano conquistato sulla montagna. Nell’estate 1916 le battaglie sul Pasubio furono violentissime: tra giugno e agosto gli italiani persero più di tremila uomini per contendere agli austriaci pochi metri di terreno. I Kaiserjäger definirono la montagna il loro inferno, soprattutto quando, nel mese di ottobre, per respingere gli assalti italiani e mantenere le posizioni, essi di Arianna Tamburini riportarono la perdita del 75% dei loro soldati (3.492 uomini, gli italiani ne persero altri 4.370). È impossibile determinare con esattezza il numero di uomini che caddero sulla montagna nel corso del conflitto: c’è chi li stima in 10.000, altri in numeri ancora superiori. L’ufficiale austriaco Robert Skorpil, testimone delle terribili battaglie sulla montagna, scrisse nella premessa del suo volume “Pasubio 1916-1918” che: «Quando nei resoconti di guerra ci imbattiamo in espressioni come ‘il suolo era imbevuto di sangue’ o ’il campo di battaglia era sommerso di cadaveri‘, non siamo inclini a interpretarle alla lettera. Se però sorvolassimo i campi di battaglia della prima guerra mondiale per ritrovare alcuni metri quadrati che effettivamente furono inzuppati di sangue, che furono per davvero coperti da mucchi di cadaveri, troveremmo questo posto su un monte dove una volta correva il confine tra l’Austria e l’Italia: sul Pasubio. Troveremmo questo terribile posto su un piccolo angolo di quel mare di rocce che è il Pasubio, su di un tratto pianeggiante e sassoso lungo circa 200 metri e largo 80; volendo essere ancora più precisi, lo vedremmo nel settore sud di questa piana, nel suo primo terzo. Là, nell’autunno del 1916, il sangue scorreva sulle rocce, là giacevano a mucchi i cadaveri: di amici e nemici». Solo l’arrivo dell’inverno 1916-17 placò la violenza degli scontri, ma non pose fine al conflitto, che divenne “guerra di mine”. La più famosa di queste, ben 50 tonnellate di esplosivo posizionate sul fondo della galleria “Ellison” scavata degli austriaci, scoppiò sotto il “Dente italiano” il 13 marzo 1918, sgretolando l’altura e facendo oltre 500 morti. Proprio per la sua importanza storica, il Pasubio è sempre stato oggetto di interventi volti a conservare le numerose testimonianze della guerra, disseminate sulla montagna. Ultimo fra i progetti di recupero portati a termine, e oggetto dell’itinerario qui proposto, è stato completato nel corso dell’estate 2012. Il progetto, avviato nel 2008 della Provincia autonoma di Trento, da quella di Vicenza, dai cinque Comuni del Pasubio e dalle Comunità Montane “Spettabile RegDall’alto verso il basso: il Dente Italiano visto dal Groviglio; il restaurato cimitero della Brigata Liguria con l’arco romano e la trincea presso la Selletta Comando. il Trentino • Novembre 37 Chiesa di Santa Maria del Pasubio. In basso: la scalinata situata nella retrovie del Dente Italiano; la postazione avanzata del Dente Austriaco, dominante la selletta dei due Denti. genza 7 Comuni” e “Leogra-Timonchio”, grazie al sostegno di numerosi volontari e associazioni, ha trasformato la zona sommitale in un “libro aperto” del conflitto. Sono stati condotti lavori di sistemazione della Strada delle 52 gallerie e di altre mulattiere e sentieri militari sul monte Palon e sui Denti. Inoltre, sono state recuperate sulle pendici della montagna le strutture delle teleferiche, presso il Rifugio Balasso e Malga Busi, e infine sono stati recuperati i principali manufatti della zona sommitale del Pasubio, quali i camminamenti dei due Denti, il tratto iniziale della Galleria Ellison sul Dente Austriaco, alcune gallerie e percorsi del Dente Italiano e ancora il camminamento “Generale Ghersi”, la galleria “Zamboni”, le postazioni della “Selletta del Comando”. Da ultimo sono stati condotti lavori di sistemazione della Strada degli Eroi e altri interventi di recupero del cimitero di guerra italiano della Brigata Liguria e del monumento “Arco Romano”. Il Pasubio e la Grande Guerra. Segni della memoria, pubblicazione edita dalla Soprintendenza provinciale per i Beni architettonici e curata da Mauro Passarin, Vittorio Corà e Marica Piva, illustra nel dettaglio il progetto di ripristino. L’itinerario di guerra proposto si diparte dal Passo Pian delle Fugazze (1.162 m), che si raggiunge con l’auto risalendo la Vallarsa. Qui si percorre la Strada degli Eroi che si diparte presso il valico. Nel periodo estivo è possibile usufruire di un servizio di bus-navetta fino alla galleria “Generale d’Havet” a circa 1800 m di quota, che consente di risparmiare almeno un’ora e mezza di cammino. Dalla galleria si raggiunge il rifugio “generale Achille Papa” in circa 30 minuti. Presso il rifugio termina anche la “Strada delle 52 gallerie” che parte invece da Colle Xomo (1.058 m), località del vicentino che si raggiunge scendendo dal passo Pian delle Fugazze. Poco dopo il rifugio si aprono le “Porte del Pasubio” e si entra nella “Zona Sacra”, istituita con regio decreto al termine del conflitto. Proseguendo lungo il sentiero Sat n. 120 si incontra il cimitero di guerra italiano della Brigata Liguria, contrassegnato da un imponente arco romano. Poco sopra vi è la chiesetta di “Santa Maria del Pasubio” (2.060 m), nelle cui vicinanze si può fare visita ai recuperati camminamenti della “Selletta del Comando”. Riprendendo il sentiero n. 120 si raggiungono le “Sette Croci”, a sinistra si può osservare il tetro spettacolo del macereto del Dente Italiano. Presso le Sette Croci si imbocca sulla sinistra la traccia di un sentiero che sale verso il Dente Austriaco, passando per il “Groviglio” (2.125 m), settore nel quale le battaglie per il possesso della montagna furono violentissime. Saliti sul vicino Dente Austriaco, appare subito la croce eretta in ricordo dei Kaiserjäger caduti sulla montagna. Ci si inoltra tra resti di postazioni e trincee e si incontra, quasi subito, l’ingresso della famosa “Galleria Ellison” così chiamata in onore del comandante degli imperiali che progettò le difese del Dente. Chi è munito di torcia elettrica e caschetto può inoltrarsi, con cautela, in questa spettacolare galleria, lunga circa 270 metri, che dal lato nord del Dente Austriaco scende la montagna, passando sotto la selletta dei due Denti e terminando in corrispondenza della parte settentrionale del Dente Italiano, con la camera per mina che nel marzo 1918 sbriciolò l’altura. Lungo la poderosa opera ipogea si dipartono in più occasioni rami secondari. Dall’ingresso della Galleria Ellison si raggiungono le trincee avanzate del Dente Austriaco, dominanti la selletta, dove presso alcune opere rinforzate in cemento armato si trova una lapide a ricordo dei Kaiserjäger, il cui ultimo comandante di settore fu il capitano Giovanni Conzatti di Sacco (Rovereto). Dalle feritoie dell’opera si apre l’impressionante spettacolo del Dente Italiano ridotto in macerie. Scendendo dal Dente Austriaco (2.203 m) e attraversata la selletta, si sale tra massi sul Dente Italiano e lo si attraversa completamente. Sul retro del Dente si diparte il camminamento “Generale Ghersi”, che in circa venti minuti conduce alla chiesetta di “Santa Maria del Pasubio”, dalla quale ci si può incamminare sulla via del ritorno, seguendo il percorso dell’andata. III t i . n t . a i c n i v o r p . www b 2.0 we IL PORTALE AL SERVIZIO DEL CITTADINO news web tv calendario eventi modulistica online meteo e info traffico Promo_Sito provincia grafik_1012.indd 1 17/10/2012 16.28.18 Strade 7 / Del Grappa e di passo Rolle foto di Giovanni Cavulli Un viaggio alla scoperta delle antiche vie testo di Ierma Sega Settima puntata del viaggio lungo le strade storiche del Trentino. In queste pagine la strada statale 50 del Grappa e di passo Rolle. il Trentino • Novembre 40 il Trentino • Novembre 41 il Trentino • Novembre 42 C on questo servizio dedicato alla strada statale 50 del Grappa e di passo Rolle giunge alla sua penultima puntata il viaggio de “il Trentino” alla scoperta e riscoperta di alcune delle strade storiche più significative della nostra provincia. Un’avventura che si è sviluppata tra rocce scoscese, panorami mozzafiato e accessi impossibili in ogni dove del territorio guidati dalle immagini di Paolo Calzà e Giovani Cavulli. Un percorso che ha aperto finestre su storie, curiosità, emozioni e luoghi che, in differente misura, hanno segnato il corso della nostra storia, tracciato inedite geografie di scambi e comunicazioni di merci e persone, condotto a sviluppi altrimenti impossibili se la natura avesse conservato gli originari sbarramenti, ostacoli e asperità. Un viaggio intrapreso seguendo la direzione imposta dall’obiettivo dei due fotografi promotori e interpreti del progetto che hanno scelto l’uno la strada del bianco e nero e la dominanza della natura, l’altro quella del colore e della presenza dell’uomo. Stili e approcci differenti ma con la finalità condivisa di portare il lettore-osservatore a riflettere sulle particolarità che altrimenti spesso sfuggono a sguardi poco avvezzi ad osservare. Le strade uniscono, creano rapporti, scambi, comunicazioni, contaminazioni e, in Trentino come altrove, la lungimiranza e il volere di cittadini, mecenati, progettisti che hanno aperto nuove vie e ne hanno promosso la realizzazione ha camminato di pari passo con il lavoro di maestranze e operai. Un impegno di proporzioni di prima grandezza che, a distanza di anni e alla luce dei progressi ingegneristici e tecnologici, appare oggi come una vera e propria conquista sulla natura. Il reportage fotografico di queste pagine, opera di Giovanni Cavulli, descrive il tratto tra Predazzo e passo Rolle della strada statale 50 del Grappa e del passo Rolle che collega le due province di Trento e Belluno. Statale nonostante il declassamento a provinciale successivamente al Decreto Legislativo 2 settembre 1997 n. 320, la strada si sviluppa in Trentino lungo un itinerario che è un autentico inno al turismo collegando tra loro mete conosciute e apprezzate da vacanzieri invernali ed estivi: San Martino di Castrozza, Predazzo, il Parco naturale di Paneveggio e il valico alpino di passo Rolle che, a 1984 metri sul livello del mare, è un luogo spettacolare della natura dove le rocce in porfidi quarziferi del Lagorai nelle loro colorazioni tra rosso, bruno e verde, si contrappongono alle candide cime dolomitiche delle Pale di San Martino. Come in altri precedenti reportage, Cavulli ha scelto di far coesistere nei suoi scatti natura e uomo e ha dato vita ad un percorso nel quale, sullo sfondo di scorci ineguagliabili fatti di rocce, ardite verticalità, prati, boschi, convivono presenze umane, mezzi di trasporto, animali ripresi intenti a condividere il luogo con automobili e turisti. Turisti, infatti… Proprio il turismo è una delle evidenti costanti delle località messe in collegamento dalla strada che conduce a quella che è la sua vetta simbolo: il Cimon della Pala. Asceso per la prima volta il 3 giugno 1870 da E.R. Whitwell e Santo Siorpaès di Cortina e Christian Lauener di Lauterbrunnen, il Cimon della Pala è una cima nota non solo a turisti e appassionati di montagna ma anche a lettori e bibliofili. Il suo “battesimo letterario” è del 1867 allorché l’irlandese John Ball (1818-1889) diede alle stampe la prima guida turistica delle Alpi Orientali. Fu lui a coniare un paragone rimasto caro a tanta parte di letteratura e mettere in relazione il Cimon della Pala col Cervino. «Per quanto ardito sia lo sviluppo del Cervino, esso ha tuttavia l’impronta della solidità, mentre pel Cimon è da supporre che il cader di una sola pietra dell’immane torrione, trarrebbe con sé in rovina tutta la gigantesca costruzione», scrisse anticipando le osservazioni che, anni dopo, saranno riproposte anche dall’alpinista, scrittore e fotografo Guido Rey (1861-1935). Pure quest’ultimo paragonò il Cimon della Pala a «un Cervino più scosceso, più sottile del mio… non so se per magia di questo cielo orientale che ha trasparenze e veli ignoti agli altri cieli delle Alpi, o pel segreto delle proporzioni mirabili delle architetture dolomitiche». Nel 1872 la scrittrice, giornalista ed egittologa inglese Amelia Edwards (1831-1892) nel suo Cime inviolate e valli sconosciute descrive «spaccature il Trentino • Novembre 43 verticali così terrificati che sembra debbano spalancarsi da un momento all’altro e fare precipitare l’intera massa di rocce» e tre anni dopo l’alpinista inglese Douglas William Freshfield (18451934) nel suo capolavoro letterario The Italian Alps scrive come una «vetta del Cimone irrompente attraverso la nebbia può spaventare un viaggiatore nervoso, il quale può avere l’impressione di sentirsela crollare addosso da un momento all’altro». La fortuna letteraria del Cimon della Pala trova compimento anche al di fuori del genere della letteratura di montagna. Nel 1924 sarà lo scrittore e drammaturgo tedesco Arthur Schnitzler (1862-1931) a far esprimere alla sua signorina Else, protagonista dell’omonimo romanzo, sentimenti di estatica ammirazione. «È così bello che quasi piangerei − afferma lei, per poi aggiungere − troppo grande il Cimon, fa paura; pare che voglia cascarmi addosso». E il viaggiatore moderno? Quale la sua reazione al cospetto di un simile spettacolo della natura? Difficile sottrarsi alla malia di tanta forza. Chi ha la fortuna di ammirare il Cimon della Pala al tramonto difficilmente ne scorda l’emozione: l’accesa tonalità rosso-porpora che si esalta alla luce crepuscolare ed è dovuta alla presenza di una piccola percentuale di ossidi di ferro nella roccia, è uno spettacolo imperdibile. Così come lo sguardo sulle montagne visibili dal passo: oltre al Cimon della Pala, Cima Vezzena − la più alta del gruppo con i suoi 3192 metri di altitudine sul livello del mare−, Cima Colbricon a inizio della catena del Lagorai, Cima Bocche e Cima Juribrutto, la Val di Fiemme con il gruppo Adamello-Brenta. Ma l’incontro con un luogo tanto generoso non si esaurisce così. Percorrendo il tratto descritto dalle foto di Giovanni Cavulli è impossibile non lasciar indugiare lo sguardo sui fienili con tronchi di legno nei pascoli e prati in località Bellamonte, sul lago artificiale di Fortebuso, su Forte Dossaccio che da qui si raggiunge, sul Parco Paneveggio Pale di San Martino. Con una superficie di quasi 20mila ettari, il parco è l’habitat ideale di numerosi animali tra i quali il cervo e, su un’area di 2700 ettari, ospita la foresta di violini, un’area ricca di abeti rossi che gli antichi liutai utilizzarono per realizzare le casse armoniche di strumenti ineguagliabili. Ad aguzzare bene la vista, sullo sfondo pare ancora di intravvedere l’incedere lento di Stradivari, attento a cogliere nel fremere della foresta la risonanza perfetta di uno dei suoi magici violini… il Trentino • Novembre 44 il Trentino • Novembre 46 Homo sapiens In mostra la grande storia della diversità umana U na grande mostra per raccontare una grande storia. Forse la storia più bella di tutte: la nostra. A partire da una piccola valle africana, qualche milione di anni fa, un gruppo di primati di grossa taglia comincia a muoversi sugli arti posteriori in posizione eretta e da allora il nostro cammino non si è più fermato. Homo sapiens è il racconto di questo cammino fatto di ripetute uscite dall’Africa di gruppi umani via via più simili a noi, di incontri e incroci tra le diverse popolazioni sparse sui diversi continenti, di un progredire di conquiste tecnologiche e culturali fino al giorno d’oggi. Una mostra che apre a nuovi orizzonti di pensiero. Un percorso che ci aiuta a comprendere la trama profonda delle affinità e delle diversità dei popoli del mondo. Homo Sapiens, al Museo delle Scienze di Trento dal 21 settembre 1012 al 13 gennaio 2013 è anche un’occasione speciale, l’ultima grande esposizione nella sede storica di via Calepina. Una sorta di arrivederci prima del trasferimento nel nuovo avveniristico edificio del Muse, progettato da Renzo Piano. Curata da Luigi Luca Cavalli-Sforza e da Telmo Pievani, Homo sapiens è anche il racconto di un approccio scientifico particolare all’antropologia, in cui genetica, paleontologia e linguistica si incrociano e confermano l’una con l’altra. Il percorso, articolato in 4 sezioni, presenta delle caratteristiche di grande attrazione: reperti unici presentati per la prima volta al pubblico, grandi apparati espositivi, un ricco Nelle foto, ricostruzioni presenti all’interno dell’esposizione. Dall’alto in basso: Eva mitocondriale, Neanderthal, il piccolo ominide di Flores. insieme di risorse multimediali e di spazi per l’interattività… per sperimentare e conoscere in prima persona. Come in una macchina del tempo, saremo riportati in Africa oltre tre milioni di anni fa durante un’eruzione vulcanica, per scoprire, impresse nel fango di ceneri vulcaniche, le più antiche impronte di antichi antenati. Tra i reperti più preziosi, troviamo il calco di un flauto ricavato da un osso di orso (forse il più antico strumento musicale mai scoperto) ritrovato in Slovenia, e le ossa originali di uccello, provenienti dal sito veneto di Fumane, che testimoniano l’uso di penne per adornare il corpo. I fossili neolitici originali del Cranio di Mompaderno e della mandibola di Lonche rivelano un particolare affascinante e curioso: sulla mandibola è stata trovata un’otturazione effettuata con cera d’api, la più antica testimonianza di cure dentali della storia. I reperti trentini paleolitici, mesolitici e neolitici del riparo Gaban e del Riparo Dalmeri, infine, (statuette femminili in osso, strumenti musicali, graffiti su pietra, strumenti litici) raccontano i popolamenti preistorici delle Alpi, la dimensione cultuale, le strategie di caccia, l’organizzazione degli spazi abitativi… Homo sapiens sarà occasione per molte iniziative, che coinvolgeranno il pubblico di ogni età: visite guidate organizzate nei weekend, incontri con personalità di spicco nel mondo della ricerca o con i protagonisti della ricerca archeologica del Museo delle Scienze daranno la possibilità al pubblico di approfondire tematiche diverse e interessanti. Per i più piccoli gli Angoli del racconto a tema e le sempre richiestissime nanne al museo… in compagnia dell’uomo delle caverne. La mostra, organizzata dal Museo delle Scienze di Trento con Codice. Idee per la cultura è stata insignita dell’Alto patronato del Presidente della Repubblica e può vantare il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, dell’ANMS, dell’ICOM e di ECSITE. Promossa dalla Provincia autonoma di Trento, ha De Agostini quale partner scientifico e fruisce del sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e Apt Trento Monte Bondone Valle dei laghi. III da un’idea di LUIGI LUCA CAVALLI-SFORZA o a i f g à i g t n a i i n n v a a l 0 i m a 0 u a c ’ 0 i i . l z r l 0 i af 20 in de Mu Tre 21 Set nto s eo tem , vi del aC bre ale le S 201 pin c 2a1 i enz 13 4 gen e nai o2 013 www.MTSn.Tn.iT Mostra promossa da Organizzata da Partner scientifico www.hoMoSapienS.neT Con il supporto di Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali il Trentino • Novembre 48 Stampa e partiti I quotidiani e gli ideali politici fra Otto e Novecento in Trentino L o sviluppo dell’editoria sul territorio trentino fra Otto e Novecento è un fenomeno che per le sue caratteristiche non trova eguali con altre realtà confinanti, fatto particolarmente significativo se si considerano le contenute dimensioni della regione. A cavallo dei due secoli, l’analfabetismo presente in Trentino stava crollando. di Luca Rizzonelli L’effetto di questo processo è certamente dipeso da un’organizzazione scolastica che aveva dimostrato negli anni di saper sopperire alle diverse esigenze d’istruzione degli abitanti del territorio, fornendo un’efficace formazione dei bambini attraverso le scuole elementari, ma anche attraverso l’attivazione di scuole serali e domenicali di recupero. Dal 1880 al 1910, la percentuale di analfabeti trentini era diminuita dal 14% al 3,4% della popolazione totale, mentre nel Regno d’Italia si passò dal 62% al 43%, rimanendo a livelli di analfabetismo ancora molto alti in termini assoluti. Questa particolare caratteristica del contesto trentino ebbe forti conseguenze su una lunga serie di fenomeni locali, ma in un modo del tutto particolare sul mondo dell’editoria; le pubblicazioni cartacee ebbero una grandissima diffusione proprio grazie alla crescente estensione dell’alfabetizzazione. I giornali svolsero in quegli anni principalmente un’opera di divulgazione, che venne sfruttata non solo per informare sul piccolo e sul grande mondo, attraverso la descrizione delle vicende che avevano luogo o tra le valli trentine o al di fuori del Tirolo italiano, ma anche in funzione di uno scopo ideologico, nel tentativo di formare un’identità che fosse politica, sociale o territoriale. Allo stesso tempo, questo periodo storico coincise con la progressiva riorganizzazione dei movimenti politici in partiti moderni, con una struttura ben precisa: all’interno di questo cambiamento di paradigma, il mezzo della stampa fu considerato uno strumento che doveva essere ulteriormente potenziato per cercare di diffondere con maggiore facilità ed efficacia gli ideali e le iniziative politiche promosse dalle organizzazioni partitiche, cercando di contrastare la stampa ufficiale filogovernativa. Le discussioni che animarono il dibattito politico a cavallo tra Otto e Novecento trovarono modo di essere diffuse attraverso gli organi di stampa dei tre principali partiti del periodo, ovvero i liberali, i socialisti e i cattolici. L’Associazione Nazionale Liberale Trentina, costituitasi nel 1871, si può definire come il primo partito in senso moderno nato all’interno della regione. Inizialmente l’organo di stampa fu “Il Trentino”, fondato nel 1868 da Giovanni a Prato; successivamente il 1o aprile 1886 nacque il quotidiano “L’Alto Adige”, per iniziativa di Paolo Cronologia Date di nascita dei giornali trentini 2 gennaio 1866 “La Voce Cattolica” 2 gennaio 1868 “Il Trentino” (liberale) 1 aprile 1886 “L’Alto Adige” 1 ottobre 1896 “L’avvenire del lavoratore” 7 aprile 1900 “Il Popolo” 17 marzo 1906 “Il Trentino” (cattolico) 11 aprile 1913 “Risveglio tridentino” 20 maggio 1916 “Il risveglio austriaco” Oss Mazzurana, Vittorio Riccabona, Carlo Dordi, Luigi Brugnara e Antonio Sartori, divenendo il nuovo punto di riferimento dei liberali. L’ambito economico ebbe un grande risalto all’interno della rivista, in anni contraddistinti dalla grande depressione ottocentesca e dalle energiche iniziative pubbliche dell’amministrazione comunale trentina per dare sviluppo alla regione, come espresso fin dall’editoriale inaugurale: «ci parve giunto il momento di fondare un giornale, che anche nel nostro paese, si occupi più specialmente di questa evoluzione economica». La seconda formazione politica che si costituì in partito fu il socialismo trentino, che si diede una struttura nel 1894, ponendo le basi della successiva fondazione di un settimanale, nato due anni dopo con il nome di “L’avvenire del lavoratore”. il Trentino • Novembre 49 Le immagini sono tratte da testate giornalistiche presenti alla Biblioteca Comunale di Trento. Ben presto, le potenzialità derivanti dalla nascita di un quotidiano furono colte da Cesare Battisti e dalla moglie Ernesta Bittanti. Al II congresso socialista di Trento venne espressa la necessità di diffondere gli ideali socialisti con maggiore efficacia anche nelle valli, nelle quali prevaleva la controparte politica cattolica, attraverso la fondazione di un foglio giornaliero che rispondesse ai nuovi bisogni del partito. “Il Popolo” esordiva il 7 aprile 1900 esponendo fin dal primo numero due obiettivi principali che venivano perseguiti: «doppio è il compito che a noi oggi spetta: educazione civile e politica della borghesia onde spingerla a riprendere le tradizioni gloriose contro gli avanzi del feudalesimo, e propaganda politica e sociale delle masse operaie». Per quanto riguarda la terza formazione politica, i cattolici, per quarant’anni il giornale di riferimento fu “La Voce Cattolica”, fondato nel 1866. Il partito, prima con il nome di “Unione Politica Popolare” (1904), poi come “Partito Popolare Trentino” (1905), mantenne come proprio punto di riferimento giornalistico tale quotidiano, alla cui guida vi era Alcide De Gasperi; il 17 marzo 1906 il nome della testata fu cambiato in “Il Trentino”. La decisione fu presa dal vescovo Celestino Endrici, in accordo con il direttore, nel tentativo di dare maggiore peso alle istanze autonomistiche trentine, provocando la decisa reazione sia dei socialisti, sia dei liberali, i quali rivendicavano la propria maggiore partecipazione a sostegno nella rivendicazione dell’autonomia e consideravano tale iniziativa strumentale ed opportunistica. La linea editoriale del giornale rimase inalterata, esprimendo una serie di ideali fin dalla presentazione della nuova testata: «il giornale nostro mira a ricostituire l’unità morale del Trentino, sulla triplice base della religione, dello spirito positivamente nazionale e della democrazia». Tale decisione fu presa in un particolare momento di svolta per l’Impero: nel 1907 l’introduzione del suffragio universale maschile per le elezioni della camera dei rappresentanti di Vienna, anticipata da un allargamento della base elettorale avvenuta nel 1896, ridimensionò fortemente l’influenza dei liberali, i quali furono penalizzati dalla fine del precedente sistema elettorale per censo, favorendo l’ascesa dei cattolici e dei socialisti. Allo scoppio della guerra fra Monarchia asburgica e Regno d’Italia tutti i quotidiani politici furono soppressi: l’unico giornale che sopravvisse fu il governativo “Risveglio tridentino”, fondato nel 1913, il quale però dovette ben presto cambiare nome nel 1916, per lasciare spazio ad una titolatura non interpretabile in un’ottica nazionale italiana, ovvero “Risveglio austriaco”. III bibliografia essenziale Sergio Benvenuti, Il II. congresso socialista a Trento e la fondazione del “Popolo” di Cesare Battisti, Bollettino / Museo del Risorgimento e della lotta per la libertà, Trento, A. 27 (1978), n. 1, pp. 3-9. Valerio Castronovo, Tranfaglia Nicola (a cura di), La stampa italiana nell’età liberale, Laterza, Roma-Bari, 1979. Annalia Dongilli, Un giornale per “Il Popolo”. L’impresa culturale dei coniugi Battisti (1900-1914), UCT, Trento, 2005. Maria Garbari (a cura di), Giornali e giornalisti nel Trentino dal Settecento al 1948, Edizioni Panchieri, Rovereto, 1992. Paolo Pombeni, Il primo De Gasperi. La formazione di un leader politico, Il Mulino, Bologna, 2007. il Trentino • Novembre 50 Guarda, il Guardi Il grande artista celebrato a Venezia e dal Trentino U ltimo grande interprete del vedutismo veneziano, Francesco Guardi (1712-1793), neArchivio fotografico Soprintendenza gletto dopo la morte fino alla sua rivalutazione per i Beni Storico-artistici in Francia, quasi un secolo più tardi, nell’ambito della nuova moda per lo stile rococò, viene oggi celebrato nel terzo centenario della sua nascita da una mostra monografica al Museo Correr di Venezia (fino al 6 gennaio 2013) e da un prezioso cammeo curato dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della provincia di Trento con la collaborazione del Castello del Buonconsiglio – Francesco Guardi nella terra degli avi. Dipinti di figura e capricci floreali – che dell’artista originario della Val di Sole illustra la rara e importante produzione in terra trentina. «Ella sa però che questo pittore lavo- dei capricci e delle feste: superando la rava per la pagnotta giornaliera»: così percezione “ottica” di Canaletto e Bellotscriveva Pietro Edwards nel 1804 in una to, il suo stile disinvolto e sentimentale lettera memorabile ad Antonio Canova, tesse l’immagine di una laguna quasi in cui peraltro le «cose del Guardi» veni- preromantica. Il mezzo pittorico sfalda vano definite «scorrette quantomai, ma le forme, corrode e rende evanescenspiritosissime». In una Venezia ormai ti le architetture, riducendo la figura crepuscolare e consapevole del proprio umana a una macchietta indefinita, tra ineluttabile declino, quando la cultura malinconiche penombre e luminosità ufficiale del tempo si immergeva to- abbaglianti. talmente nel gusto neoclassico, Guar- Se di tutto ciò danno ampia testimodi lavorava per committenti che, pur nianza le cinque sezioni del percorso al quando raffinati, non rappresentavano tempo stesso cronologico e tematico certo la vecchia aristocrazia cittadina, del Museo Correr, di ben altra temperama borghesi dalle fortune spesso re- tura, diverso nell’approccio e per certi centi, tra qui i vari Lena, Sasso, Vianelli, o aspetti più originale è il pendant appagli inglesi residenti, come John Strange. recchiato al Buonconsiglio, nella Sala Nulla poteva far presagire la straordi- Grande e nella Sala degli Specchi, dove naria fortuna postuma, apprezzamento il “singolare binomio” di figura umana e misurabile anche attraverso la pernicio- fiori, chiave di lettura proposta a parsa attività dei falsari, dei quali ancora tire dall’Apparizione dell’angelo a san nel 1973 lo storico Antonio Morassi, in Francesco d’Assisi della sagrestia della occasione dell’uscita della sua grande parrocchiale di Vigo di Ton, conferma monografia guardesca, lamentava la la straordinaria inventiva di uno dei più originali artisti di tutto il XVIII secolo. non trascurabile sopravvivenza. Il Guardi più noto è quello delle vedute, D’altra parte è proprio il ciclo delle lunette di Vigo, realizzato con il fratello Antonio nel 1738 – ne fanno parte, con l’Apparizione, la Lavanda dei piedi, la Comunione sacrilega di Udone vescovo di Magdeburgo e i due Spicchi con vasi di fiori e stemma Guardi – che abbiamo le prime attestazioni di quella produzione, pur marginale nella parabola artistica di Francesco, a lungo terreno di schermaglie da parte della critica guardesca, di occasionali nature morte di fiori, che partendo dai modelli di Margherita Caffi, Elisabetta Marchioni e 2 Francesco Duramano, innovano ed ele- di Francesco Suomela Girardi 1 vano il genere fino ad alcune delle sue espressioni più alte. La già menzionata Apparizione, quasi un saggio giovanile del futuro catalogo di Francesco, mostra infatti ai lati della scena sacra un paesaggio lacustre con case rustiche e un precoce quanto esuberante “capriccio floreale”, cromaticamente animato da malvoni e papaveri, dove «l’arte del fiorista Guardi appare con maggiore risalto e ad un più alto grado di libertà creativa» (A. Morassi). I fiori, s’è detto, rappresentano un aspetto relativamente secondario della più articolata “questione guardesca” che investì la storia dell’arte del Novecento. D’altra parte, davvero esiguo è il numero di nature morte riconducibile con certezza alla mano di Francesco. Non mancherà allora di rilanciare tale spinoso argomento il fatto che proprio in questa sede vengano presentate, accanto ai già noti Fiori all’aperto e in un cesto con un gallo, alcune tele inedite di collezione privata (sul Grande bouquet di fiori in un vaso di maiolica decorato è stata riconosciuta la sigla “F.G.”), con ogni probabilità destinate ad assumere un’importanza fondamentale negli studi futuri. Queste invenzioni bizzarre e capricciose, al tempo stesso scompigliate ma di notevole sperimentalismo formale e cromatico – «un impeto di gaiezza irrequieta tutta rococò» – deflagrano verso lo spettatore grazie anche a una proverbiale velocità di tocco che esalta il colore a protagonista della scena. Così come nella sua produzione maggiore Francesco Guardi rinunciò «all’effetto di realtà che contraddistingueva la corrente principale del vedutismo» 1.Francesco Guardi La santissima Trinità con i santi Pietro e Paolo, particolare, olio su tela, cm 295 x 155 Roncegno, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. il Trentino • Novembre 51 2.Francesco Guardi Cesto di fiori con coppia di colombi olio su tela, cm 75 x 99, Collezione privata. 3.Francesco Guardi Santo in adorazione dell’Eucarestia (San Norberto), olio su tela, cm 87x 69 Trento, Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali Castel Thun. 4.Francesco Guardi Lavanda dei piedi, particolare olio su tela, cm 410 x 115 Vigo di Ton, Chiesa di S. Maria Assunta, sagrestia. 3 (A. Corboz), qui, in queste ipertrofiche quanto opulente e chiassose rappresentazioni vegetali, ciò che conta non è la “verità” botanica (né, tantomeno, il significato metaforico del fiore), ma la rielaborazione appunto coloristica, per assemblaggi anche improbabili, di bouquet quasi al limite della provocazione olfattiva. Quanto poi alla fortuna di queste “scene floreali”, un indizio di tutto rilievo può essere colto nel seguito avuto, presso i non pochi imitatori, dall’irreale tulipano blu, invenzione e “firma” del pittore veneto. A proposito del Guardi “fiorante”, in conclusione il catalogo della mostra trentina insiste, come già fecero eminenti studiosi del secolo passato, sulle perduranti ristrettezze economiche che costrinsero il Nostro ad applicarsi a qualsiasi richiesta in campo pittorico. «Se tracciò disegni e bozzetti per decorazioni di vario tipo come soffitti, sovrapporte, cornici, paliotti o semplici pannelli, e barche da regata, se esistono documenti che provano una sua attività figurativa in pale d’altare anche nel periodo maturo, se ottenne la sua prima importante committenza pubblica unicamente a 70 anni e se fu ammesso all’Accademia in qualità di ‘pittore prospettico’ solo a 72 anni, non ancora in limine vitae, […], 5 5.Francesco Guardi Apparizione dell’angelo a san Francesco d’Assisi olio su tela, cm 403 x 117 Vigo di Ton, Chiesa di S. Maria Assunta, sagrestia. per quali motivi avrebbe dovuto rifiutare occasionali incarichi per nature morte, battaglie, tempeste o altri lavori minori, a maggior ragione negli anni Cinquanta e Sessanta, quando aveva disperato bisogno di lavoro?» (G. Bocchi). Nel volume, a cura di Elvio Mich, ventunesimo titolo della collana Beni Artistici e Storici del Trentino. Quaderni, oltre alle schede delle opere esposte al Buonconsiglio, trovano ampio spazio le ricerche che collegano la riscoperta ottocentesca dei “pittori di Mastellina” alla pittura di soggetto religioso (il Santo in adorazione dell’Eucarestia di Castel Thun, l’atipica Ultima Cena di collezione privata, la pala della parrocchiale di Vigo di Ton e la splendida Trinità coi santi Pietro e Paolo di Roncegno), la vicenda dei Capricci Manfroni, attualmente dispersi, nonché importanti capitoli dedicati alla storia del restauro del ciclo di Vigo di Ton e alle novità emerse dalle indagini scientifiche. Guardando alla candidatura di Venezia 4 con il Nordest a Capitale Europea della Cultura per il 2019, la collaborazione tra il Museo Correr e la Soprintendenza di Trento, questo centenario, assume un significato ulteriore nell’ambito delle buone pratiche di valorizzazione del nostro patrimonio. III sAPERNE DI PIù Francesco Guardi nella terra degli avi. Dipinti di figura e capricci floreali Trento, Castello del Buonconsiglio fino al 6 gennaio 2013 Info: Castello del Buonconsiglio via Bernardo Clesio, 5 – Trento tel. 0461 233770 Servizi educativi 0461 492811 [email protected] www.buonconsiglio.it Soprintendenza per i Beni Storico-artistici via San Marco, 27 – Trento tel 0461 492127 [email protected] il Trentino • Novembre 52 Pastori scrittori A San Michele la mostra su tre secoli di graffitismo rupestre della val di Fiemme 6 anni di ricerche, 2.682 pareti rilevate, circa 30.000 scritte individuate, 5.000 già catalogate: questi i numeri della ricerca condotta dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina sui monti della valle di Fiemme, che per la prima volta propone al pubblico i risultati ottenuti con un sito internet www.scrittedeipastori.it e una mostra a cura di Marta Bazzanella visitabile fino al 16 dicembre 2012: Le scritte dei pastori. Tre secoli di graffitismo rupestre fiemmese in prospettiva etnoarcheologica. La ricerca condotta dal team del Museo di San Michele all’Adige, secondo i metodi dell’etnoarcheologia, ha permesso di ottenere precisi risultati relativi alla frequentazione del monte Cornón, massiccio della val di Fiemme sovrastante gli abitati di Tesero, Panchià, Ziano e Predazzo, per la pratica della pastorizia, collocandone gli inizi già durante l’epoca preistorica. Sono state indagate le migliaia di scritte lasciate sulla roccia tra la seconda metà del ‘600 e la prima metà del ‘900, testimoni dell’intensa attività pastorale sulle pendici di questa montagna. I supporti rocciosi calcarei che separano le grandi praterie d’alta quota, lasciati alla fienagione, dalle fasce pascolive intermedie ospitano una vera e propria opera di graffitismo, che li ha trasformati in grandi lavagne a cielo aperto. Il pastore fiem mese, deciso a dichiarare la propria iden- tità, il proprio saper scrivere – non diversamente dai suoi antenati pre e protostorici o, per altri versi, dai moderni writer della trasgressione metropolitana – è diventato graffitaro, scrittore, artista, fissando sulla roccia, per quasi trecento anni, qualcosa del proprio mondo: le iniziali del nome e cognome, seguite dall’indicazione dell’anno, spesso con mese e giorno, e dal conteggio del bestiame portato al pascolo, a volte racchiuse da cornici e accompagnate da messaggi di saluto, annotazioni diaristiche, simboli religiosi o Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina Le scritte dei pastori - Tre secoli di graffitismo rupestre fiemmese in prospettiva etnoarcheologica, a cura di Marta Bazzanella Dal 20 settembre al 16 dicembre 2012 Orario 9:00 – 12:30 / 14:30 – 18:00 (chiuso il lunedì) – San Michele all’Adige (TN) disegni con figure di animali, scene di caccia, ritratti, autoritratti. Quasi sempre il pastore marcava il segno di casa, in passato molto importante perché attestava di chi fosse la proprietà delle pecore rispetto al grande gregge, il proprietario degli attrezzi da lavoro e così via. Scritte che restano a tutt’oggi indelebili e incredibilmente chiare sulle falesie calcaree della valle a dispetto di tre secoli di intemperie, grazie anche al pigmento usato, un’ocra rossa localmente chiamata ból che, mescolata con latte di capra o saliva, produceva una densa poltiglia stesa poi sulla roccia con l’ausilio di un rametto. Il sito www.scrittedeipastori.it contiene numerose immagini, descrizioni dettagliate dei luoghi interessati dal progetto e della cronotipologia delle scritte, oltre alle scheda di catalogo usata per costruire il database delle scritte e alle varie fasi che hanno caratterizzato i progetti di ricerca condotti dal Museo. III Doppio Bonporti il Trentino • Novembre 53 Il concorso internazionale tra violino e fortepiano T ra le iniziative culturali che danno lustro al Trentino in sede internazionale si colFoto: Accademia Roveretana di Musica Antica loca, con la sua più che decennale continuità, il Concorso internazionale di Interpretazione musicale su Strumenti originali “Francesco Antonio Bonporti”, riconoscimento tra i più ambiti per gli specialisti del settore. di Daniele Valersi Organizzato dall’Accademia di Musica Antica di Rovereto, ente finalizzato a promuovere la musica antica e la prassi esecutiva su strumenti originali, il Premio Bonporti è nato nel 1996 e offre ai giovani esecutori l’opportunità di esibirsi in un contesto altamente qualificato. Hanno fatto parte della giuria del concorso alcuni tra i musicisti più illustri nel campo della musica antica: Gustav Leonhardt, Rinaldo Alessandrini, Gloria Banditelli, Alan Curtis, Ottavio Dantone, Jill Feldman, Enrico Gatti e Barthold Kuijken, Lucy van Dael. La violinista svizzera Chiara Banchini, massima interprete delle musiche di Francesco Antonio Bonporti, ha presieduto la giuria nelle edizioni 2003 e 2005. Il concorso ha visto crescere la qualità artistica delle proprie proposte e l’attenzione del mondo musicale, affermandosi come uno dei maggiori concorsi di musica antica a livello internazionale assieme allo storico concorso di Bruges. Il Premio Bonporti ha trovato felice conferma della propria vitalità e dell’eccellente livello artistico nell’attenzione riservatagli dai “mass media” internazionali: il Premio Bonporti è stato l’unico evento musicale non austriaco seguito mezzi propri dalla radio nazionale austriaca, che dal 2000 in avanti registra le prove del concorso per poi diffonderle sul circuito radiofonico europeo. Motivo di soddisfazione è anche la collaborazione con la Rai (dal 2002, nelle trasmissioni “Radio Tre Suite” e “I concerti del mattino di Radio Tre”). La soddisfazione è più che legittima, poiché in Italia la musica antica è stata a lungo considerata un settore di nicchia rispetto ad altre espressioni della musica colta e, in questo campo, si riscontra un considerevole ritardo rispetto alle conquiste raggiunte in altri paesi europei, in particolare Germania e Olanda, dove fin dagli anni Cinquanta è nato un fervido movimento culturale attorno all’idea dell’esecuzione filologica di musica del Sei e Settecento, che ha portato alla riscoperta di strumenti dell’epoca e di tesori musicali fino a quel momento rimasti nell’oblio. Il Concorso Bonporti termina da quest’anno le edizioni dedicate al genere cameristico e, d’ora in avanti, si rivolgerà esclusivamente al violino, alternandosi con cadenza biennale a una nuova competizione dedicata al fortepiano (pianoforte storico) e intitolata a un importante musicista trentino, il roveretano Giacomo Gotifredo Ferrari. Quest’anno si è tenuta pertanto la prima edizione del “Premio Ferrari per fortepiano”, conclusasi il quattro novembre con il concerto di gala del vincitore. Della giuria, presieduta da un indiscusso maestro come Malcolm Bilson, hanno fatto parte Stefania Neonato, Andrea Coen, Temenuschka Vesselinova (fondatrice del Museo del Fortepiano di Ala), Viviana Sofronitsky. Il “Premio Ferrari 2012” comprende anche un progetto europeo di formazione, perfezionamento orchestrale e corale e di promozione, nato dalle premesse di una forte attenzione per le radici culturali che caratterizzano l’Eureoregione Trentino-Alto Adige/Südtirol come territorio di sintesi e rielaborazione delle tradizioni artistiche e culturali centro-europee e italiane. Ha sede a Rovereto e opera in collaborazione con il progetto transfrontaliero “Theresia”. III il Trentino • Novembre 54 Antologia Rossi Zen Cinquant’anni di pittura tra realtà e memoria P alazzo Trentini, sede del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, ha recentemente ospitato la mostra antologica di Annamaria Rossi Zen. La poliedrica pittrice, che ha all’attivo 50 anni di attività artistica, ben si colloca fra le personalità dell’arte trentina promotrici di valori culturali ed artistici non solo in ambito locale, ma in contesti europei ed internazionali. di Rossella Saltini I numerosi critici d’arte che si sono occupati di lei, assimilano la sua opera a quella degli impressionisti, dei macchiaioli, dei postimpressionisti o a taluni maestri contemporanei del paesaggio veneto. Nell’intervista che segue Annamaria Rossi Zen ripercorre il suo cammino personale ed artistico. Annamaria, quando ha capito che la pittura sarebbe diventata la passione della sua vita? Ho scoperto di avere questa passione ancora da bambina. La pittura, che definisco la mia “Dea ammaliatrice”, mi ha rapita ai tempi dell’infanzia. All’epoca vivevo nel Polesine e ai giochi all’aperto preferivo la quiete dell’ambiente domestico. Nella mia casa trovavo fonti di ispirazione ovunque. Copiavo un vasetto di fiori, un cestino di frutta, un soprammobile, visioni semplici eppure capaci di trasmettermi grandi emozioni. ti in una realtà molto differente. Le acque morbide e lente del Canal Bianco, su cui si affacciava la mia casa natale di Adria, erano state sostituite dal paesaggio aspro delle montagne. La luce stessa era diversa. Non ritrovavo più i toni caldi dei tramonti polesani e la luce lattiginosa delle albe padane, tuttavia anno dopo anno, i paesaggi trentini hanno offerto nuovi spunti per i miei quadri. E come è avvenuto tutto ciò? Per circa 20 anni ho sperimentato la pittura “en plein air” con tecniche ad olio. Se da una parte mi sono immersa nella natura trentina in una sorta di simbiosi, dall’altra non ho abbandonato i paesaggi dei miei luoghi d’origine, dove continuavo a tornare. Le tele di quegli anni, infatti, alter- nano i colori decisi dei boschi e dei cieli trentini a quelli smorzati e malinconici degli scenari padani. Grazie a questo tipo di esperienza ho acquisito immediatezza e sicurezza nel tratto. La forza delle pennellate ha sorpreso alcuni critici, tanto da far pensare a una pittura tipicamente maschile. In realtà i tratti decisi trovano una loro precisa ragione nella pittura all’aperto: bisogna cogliere l’attimo fuggente perché la luce cambia velocemente, le ombre mutano per un’improvvisa folata di vento o per una nuvola che oscura il sole. L’occhio dell’artista non deve avere indecisioni nel fissare le immagini sulla tela. Con la pittura “en plein air” arriviamo attorno agli anni ‘80, come procede poi la sua attività? È un periodo, questo, in cui riaffiorano le memorie. I soggetti dei quadri di quegli anni non scaturiscono dall’esterno, bensì dall’interno. Si tratta di paesaggi aerei, che si stemperano lungo una linea d’orizzonte alta e indefinita. Avverto la necessità di “svuotare” il magazzino della memoria per riversarne il contenuto sulle tele, abban- Visioni ed emozioni che si sono poi riproposte in Trentino Il Trentino mi ha “adottata” all’età di 10 anni. Erano gli inizi degli anni ’50 quando mio padre, dipendente delle Poste, venne trasferito qui per lavoro. I miei fratelli, mia madre ed io ci ritrovammo catapulta- 1 La pittrice Annamaria Rossi Zen. 2 3 2.Antica città, presenze, 2012. 3.Un po’ d’estate, 2007. 4.Scenografia in rosso, 2000. 5.Oltre la luce, 1995. dono la pittura all’aperto per dedicarmi alla pittura in studio. La pittura in luoghi chiusi mi impone, inoltre, di rivedere i materiali usati, in particolare i colori. Abbandona i colori ad olio? Non del tutto. Per evitare gli effetti nocivi provocati dagli acidi e dai solventi alla nitro esalati dai colori ad olio, ne alterno l’uso con colori ad acqua. E grazie all’uso combinato di queste tecniche miste, sono riuscita negli anni ad ottenere quel effetto frottage che caratterizza il mio lavoro. Agli inizi degli anni ’90, inoltre, affianco alla pittura una breve parentesi: mi dedico alla creazione di vetrate, sculture in bronzo e soggetti in ceramica raku. Ma si tratta di un intervallo piuttosto breve, visto che la “Dea ammaliatrice” mi reclama di nuovo. alla rivisitazione di paesaggi e scenografie un tempo molto amate. Riprendo ad attingere dalla memoria e dal vissuto personale e da allora la mia pittura segue il filone delle scenografie urbane, vegetali e lagunari. Annamaria, in quegli anni Le viene a mancare una persona cara e la sua pittura subisce un drastico cambiamento. Nel 1990 mio marito Vittorio muore prematuramente, sono sgomenta davanti a questo fortissimo dolore, è un momento nel quale temo di non riuscire più a dipingere. Invece riprendo. Mi ritrovo ad utilizzare in prevalenza colori scuri, imbriglio il paesaggio in griglie nere, che lo rendono simile a una scacchiera. Anche la natura, prima così presente nelle mie tele, è relegata ai margini. La mia pittura lambisce i territori dell’astrazione. Nei suoi paesaggi l’orizzonte assume spesso contorni non meglio definiti. C’è un motivo preciso in questa scelta? Mi piace che i fruitori delle mie opere vengano coinvolti in immagini personali e visioni dinamiche. Vorrei che la mia pit- Che cosa la riporta sulla strada della figurazione? Nel 1996 l’invito a esporre le mie opere in un’importante mostra, ha su di me l’effetto di una scossa benefica che mi riporta 4 5 Qual è il momento della giornata in cui preferisce dipingere? Dipingo solo al mattino per la limpidezza della luce e dei colori. Nelle mie opere la luce illumina la tela da sinistra, proprio perché nel mio studio il sole al mattino si trova in quella posizione. Fra le scenografie urbane, vegetali e lagunari quali sono i soggetti da Lei prediletti? Amo molto i paesaggi lagunari, le ombre lunghe delle case scrostate dall’umidità che si riflettono sul Canal Bianco, le cui acque ne restituiscono le immagini ammorbidite e sfumate. Queste scenografie vengono molto apprezzate anche in occasione delle mie personali organizzate all’estero. Inoltre ho una passione per papaveri e girasoli, fiori spesso presenti nei miei quadri. 55 il Trentino • Novembre tura sollecitasse infinite ipotesi di lettura e i ricordi delle nebbie polesane mi sono di grande aiuto in tutto questo. Uso la nebbia per offuscare l’orizzonte e sollecitare la fantasia di chi guarda a vedere oltre. 1.Giallo d’estate, 1990. Annamaria, un’ultima domanda: come vede il suo futuro di pittrice? Ho ancora molta voglia di lavorare, io stessa mi meraviglio dell’energia data dalla pittura. La mattina, quando entro nel mio studio, mi sorprendo per l’entusiasmo che mi trasmettono ancora le tele e i pennelli. E più ci penso e più mi convinco che al futuro chiedo un’unica cosa: la capacità di stupirmi ancora e di provare emozioni davanti alle piccole grandi cose del creato. Niente di più e niente di meno di ciò che mi capitava da bambina di fronte a un vasetto di margherite. III Adria, trento, salisburgo… Annamaria Zen nasce ad Adria (Rovigo) nel 1940. Prima di tre figli, mostra già in età infantile grande passione per la pittura. All’età di 10 anni si trasferisce a Trento con la famiglia e nel capoluogo trentino risiede tuttora. Studia pittura a Verona presso l’Accademia di Belle Arti “G.B Cignaroli”, tecniche incisorie e sperimentali a Venezia e infine Arte applicata a Urbino. Perfeziona le tematiche artistiche presso la Künstlerhaus di Salisburgo. Nel 1962 sposa Vittorio Rossi e l’anno seguente dà alla luce il figlio Guido. La sua attività espositiva prende l’avvio nei primi anni ’60 con numerose collettive in Italia e all’estero. Annamaria Rossi Zen espone in Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Paesi Baschi e Stati Uniti. Ha all’attivo più di un centinaio di mostre personali e antologiche, organizzate presso gallerie private, istituzioni pubbliche e rassegne fieristiche internazionali d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Grande importanza per la sua formazione artistica hanno avuto i contatti con i maestri Carlo Bonacina, Mariano Fracalossi, Riccardo Licata, Franco Patuzzi, Angelo Prudenziato e Wilhelm Kaufmann. Con la sua opera conseguirà numerosi premi e importanti riconoscimenti fra cui il Premio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la medaglia d’oro per meriti artistici del Comune di Rovigo e il premio Rotary per l’Arte dal Rotary Club di Adria, sua città natale. Il suo lungo itinerario artistico è seguito e commentato da critici illustri e documentato in varie monografie. In occasione dei suoi 50 anni di attività, la Presidenza del Consiglio Provinciale ha promosso a Palazzo Trentini la mostra “Annamaria Rossi Zen: 50 anni di arte”, con il Patrocinio della Regione autonoma Trentino Alto Adige/Südtirol e del Comune di Trento. il Trentino • Novembre 56 Ski nelle Gallerie Trento, immagini e oggetti raccontano la storia delle discipline nordiche U na mostra a carattere internazionale quella inaugurata a Trento negli spazi de “Le Gallerie” di Piedicastello, a Trento: “SKI PAST: storie nordiche in Fiemme e nel mondo”. Il percorso espositivo approfondisce la storia delle discipline nordiche con attenzione particolare agli ultimi due secoli e qualche accenno alle epoche più antiche. Lo sci arriva tardi nelle Alpi, nel XIX secolo. Molto più tardi che nei paesi del nord Europa, del nord dell’Asia, del nord America, dove le prime tracce risalgono a diverse migliaia di anni fa. Ci si è mai chiesti il perché? Per quale motivo sono le regioni scandinave a segnare il pasmetri quadrati so? Come è arrivato lo sci in Trentino, a quali modelli si è di spazio ispirato, quali tecniche, quali espositivo materiali ha utilizzato? Quali a Piedicastello sono stati i personaggi che lo hanno animato? Che influenper SKI-PAST za hanno esercitato le grandi in Fiemme esplorazioni delle regioni polari? E cosa c’entra la Grande e nel mondo Guerra con la storia dello sci? A quando risalgono le prime gare, la prima Marcialonga, il primo Tour de Ski, i primi Giochi Olimpici invernali, le gare di fondo, il salto con gli sci, la combinata nordica? E qual è la storia di una valle – la Val di Fiemme – capace di Francesca Rocchetti 4.000 di “produrre” un numero elevatissimo di campioni olimpici? “SKI-PAST: storie nordiche in Fiemme e nel mondo” cerca di dare risposta a queste domande in uno spazio espositivo di oltre 4.000 metri quadrati. Il percorso inizia nella Galleria bianca con un’area dedicata agli oggetti e alle loro storie. Oggetti di ieri e di oggi, di vita di montagna, di vittorie, di competizioni. L’allestimento prosegue con il racconto della vita in Val di Fiemme prima e durante la diffusione dello sci nelle Alpi. Si prosegue poi con la storia delle prime grandi esplorazioni, a partire da quella nel 1888 dello scienziato norvegese Fridtjof Nansen, di cui sono esposti gli sci. Alcuni approfondimenti sono riservati ai pionieri trentini e austriaci le cui gesta hanno favorito l’uso dello sci nell’arco alpino durante l’Ottocento; si passa poi al 1914 quando lo scoppio del primo conflitto mondiale impone ai soldati di muoversi con gli sci, dando così un impulso decisivo alla diffusione di questo strumento e all’apprendimento della tecnica. Una sezione è infine dedicata alla Scuola Alpina di Predazzo e alla sua storia ultracentenaria. La Galleria nera – la parte più scenografica del percorso – ospita spazi dedicati allo sci nordi- il Trentino • Novembre 57 Nella pagina precedente e a fianco, foto Fisu Archives. Sotto, foto archivio Museo dei Tatra - Muzeum Tatrzanskie, Zakopane (POL). co, al salto con gli sci, alle proiezioni di filmati d’epoca e contemporanei. Una grande “linea del tempo” si sofferma sui fatti e sugli eventi più importanti accaduti tra il 1924 (data della prima Olimpiade) e i Mondiali di Fiemme del 2013, svelando i legami nascosti e inediti tra la storia dello sport e gli scenari politico-internazionali. Installazioni e postazioni interattive spiegano infine l’evoluzione del gesto, della tecnica e dei materiali mediante simulatori, videogiochi e aree tecnologiche. A interrompere la “Linea del tempo”, al centro della Galleria nera, uno spazio speciale è dedicato agli oggetti dei grandi atleti del presente e del passato: le loro medaglie, gli sci, le coppe del mondo. Per immergersi completamente nell’atmosfera della mostra è disponibile anche un campo gara che ricostruisce, attraverso grandi installazioni, alcuni ambienti del mondo dello sci nordico e delle competizioni. All’uscita della Galleria bianca e prima dell’ingresso nella Galleria nera si potrà “sciare” su un anello artificiale e provare un mini-trampolino per il salto con gli sci. Il percorso espositivo – che sarà disponibile fino alla fine di giugno 2013 ed è legato ai Campionati del mondo di sci nordico che si terranno in Val di Fiemme nel febbraio 2013 – è promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Comitato Mondiali Fiemme 2013. Per la rilevanza dell’argomento scelto e il carattere internazionale della mostra, partner dell’iniziativa sono la Federazione internazionale sci (FIS), l’Holmenkollen Ski Museum di Oslo e il Museo Olimpico di Losanna. La mostra è realizzata con il patrocinio della Guardia di Finanza. III la mostra, dove e quando Ski past: storie nordiche in Fiemme e nel mondo a cura della Fondazione Museo storico del Trentino Le Gallerie, Piedicastello – Trento fino al 30 giugno 2013 Ingresso libero Martedì-domenica: 9:00 – 18:00 / Lunedì chiuso Informazioni / Prenotazioni 0461 230482 [email protected] - www.museostorico.it www.legallerie.tn.it Biblioteca il Trentino • Novembre 58 Michele Rigillo, La mia Guerra in Vallarsa e sul Pasubio. Lettere a Giustino Fortunato (a cura di Gianni Poletti), Associazione Il Chiese, Storo (TN), 2012, pp. 152. In vendita presso l’Associazione Il Chiese, euro 12 Sono ventidue le lettere qui raccolte dell’ufficiale italiano Michele Rigillo, scritte dal 21 aprile al 20 giugno 1916, prima dalle zone di guerra in Vallarsa e sul Pasubio poi da ospedali militari, all’amico e conterraneo – Rigillo, insegnate di ginnasio, veniva dal potentino – Giustino Fortunato, grande meridionalista all’epoca senatore del Regno. Un epistolario dal sapore quasi di un reportage giornalistico, con riflessioni e osservazioni “dietro la guerra” accompagnate da ricordi e curiosità biografiche, che si legge come un romanzo grazie alla sensibile cura editoriale dello storico Gianni Poletti e all’inquadramento storico di Claudio Gattera; le fotografie in bianco e nero che muovono le pagine appartengono al Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto che, assieme al Comune di Vallarsa, ha sostenuto la pubblicazione. a cura di Silvia Vernaccini Renato Trinco (a cura di), Conventus scuola di democrazia palestra dell’etica, La Grafica, Mori (TN), 2012, pp. 288. In vendita a offerta presso la Casa Natale di Antonio Rosmini a Rovereto: tel. 0464 420788 (Padri Rosminiani) / 431427 (Biblioteca) Fin dal suo esordio l’impegno dell’Associazione culturale “Conventus” di Rovereto, sorta nel 1987 sulle fondamenta di una precedente unione di studenti universitari (1943-44) è quello di testimoniare i valori cristiani nella nostra società tramite incontri-dibattito supportati da relatori di rilievo. In occasione dei suoi 25 anni di attività ecco dunque l’uscita di questo volume curato dal presidente Renato Trinco, dove ad un primo excursus storico seguono interessanti contributi – del monsignor Valentino Felicetti, dei giornalisti Anna Maria Eccli, Sonia Severini, Monica Signorati – volti a far memoria del percorso culturale, spirituale e sociale di “Conventus”. Rolando Pizzini, Nel tempo del Sogno. Un prete fra gli aborigeni, La Fontana di Siloe, Torino, 2012, pp. 92, euro 9,50 La Fontana di Siloe, il nuovo marchio editoriale delle Edizioni Lindau specializzate in libri di argomento religioso, fa il suo esordio con questo titolo dedicato a don Angelo Confalonieri (1813-1848), sacerdote missionario trentino, il primo europeo a scegliere di stabilirsi tra gli aborigeri nel Nord dell’Australia. Dopo una precisa quanto appassionata prefazione di Piero Gheddo, sacerdote e firma indiscussa nel panorama missionario mondiale, la vicenda culturale, religiosa e umana di Confalonieri viene raccontata da Rolando Pizzini (già autore di una prima monografia scientifica dedicata alla figura di Angelo Confalonieri: Nagoyo. La vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d’Australia, 1846-1848, (2011) nella veste di un Mauro Passarin, emozionante romanzo. Vittorio Corà e Marica Piva, Il Pasubio e la Grande Guerra. Segni della MemoErmanno Detti, Piccoli lettori crescono, ria, Soprintendenza per i Beni Collana “Capire con il cuore”, architettonici-Provincia autonoma Erickson, Trento, 2012, pp. 134, euro 14,50 di Trento, 2012, pp. 88, euro 7 (per Ermanno Detti è una firma tra i massimi esperti in Italia di prol’acquisto rivolgersi alla Biblioteca blemi riguardanti i mezzi di comunicazione, dal libro alla tv dal della Giunta: tel. 0461 495088) computer agli e-book. Direttore L’Accordo di Programma siglato nel 2008 per “l’attuazione degli interventi responsabile di “Articolo33”, testadi recupero, restauro, valorizzazione dei beni della Prima Guerra Mondiale ta sulla formazione, in questo suo ubicati sul massiccio del Pasubio” che si legge in fondo al libro, rivela l’imstudio per le edizioni Erickson sugportante collaborazione su larga scala dei diversi Enti (Provincia di Vicengerisce utili strategie per avvicinare za, Comunità Montana dei 7 Comuni…) che ruotano attorno al gruppo bambini e ragazzi al piacere della montuoso. Si tratta in questo caso di una pubblicazione arricchita lettura, partendo dalla constatazioda tante fotografie storiche e immagini attuali che ripercorre, per ne che lettori si diventa anche grazie recuperare, le “testimonianze” qui lasciate dal conflitto monanche a una crescita costante, sostenuta diale a partire dal 1916 all’oggi: un progetto avviato nel da interventi adeguati da parte della fami2009 che ben si inserisce nelle manifestazioni ceglia e degli insegnanti: è infatti importante, se lebrative per il centesimo anniversario non fondamentale, sapersi muovere con disindella Grande Guerra. voltura tra i titoli per riuscire ad aiutare i più giovani a scegliere quelli più adatti, in base ad età e personalità. Fulvio Zanoni, Mozart ai Confini d’Italia, La Grafica, Associazione Mozart Italia, Rovereto, 2012, pp. 358, euro 20 (per i soci dell’Associazione, fino al 31.12.2012 euro 15) «È davvero la Rovereto del Settecento di cui non avete mai letto!» questo libro centrato sugli anni della presenza del compositore e musicista tedesco Wolfgang Amadeus Mozart in Trentino (1769-1773), in particolare dei suoi 4 giorni in città, dal 24 al 27 dicembre 1769. Si tratta di una ricerca storica accurata del musicista e docente Fulvio Zanoni, che rivisita le diverse e nutrite fonti settecentesche e oltre, del viaggio e della permanenza di Amadeus con padre Leopold in una Rovereto in pieno fermento e crescita, animata dalla fiorente industria serica, dalla prestigiosa Accademia degli Agiati, dalla schiera di nobili mecenati nelle arti che abita in lussuosi palazzi… Un modo affascinante per leggere la Roveredo di un tempo e affiancarla a quella dell’oggi, anche grazie all’appendice dedicata a un “tour mozartiano” per le vie della città. Lillo Gullo, Lo scialo dei fatti, Lieto Colle, Collana Oro, Faloppio (CO), 2012, pp. 80, euro 13 Giornalista Rai in Trentino ma siciliano d’origine, sociologo e poeta raffinato, Lillo Gullo inizia a pubblicare raccolte di poesie nel 1998: già l’anno successivo è tra i vincitori del Premio di poesia Montale con Il disertore. Questo sua ultima raccolta di poesie, che prende il titolo dai versi di Eugenio Montale «La vita è questo scialo / di triti fatti, vano / più che crudele» tratti dalla raccolta “Ossi di Seppia”, raffigura «lo scialo dei fatti, festoso e amoroso, drammatico e inquietante, (…) un esempio mirabile di forza e ricchezza poetica…» come conclude il poeta e critico letterario di chiara fama Giorgio Bàrberi Squarotti nella presentazione al libro. Sono quartine veloci e musicali, intessute di similitudini bizzarre giustamente inserite in questa Collana Oro “dei poeti senza tempo”; un libriccino da collezione, come suggerisce l’Editore, prezioso ed elegante anche nella sua veste grafica. Fiorenzo Degasperi, Andar per malghe in Trentino, Curcu & Genovese, Trento, 2012, pp. 176, euro 15 Sono 30 itinerari divisi in Trentino occidentale e orientale con meta le malghe, queste magiche realtà rurali, legami con il passato, continuità nella tradizione: da sempre risorsa economica. Caratteristiche che l’autore, Fiorenzo Degasperi appassionato conoscitore del Trentino Alto Adige, descrive in questa sua nuova guida. Oltre all’aspetto più tecnico, utile – la precisa cartografia TopMap e le info insostituibili – il bello del libro sta anche nella descrizione più letteraria dei singoli percorsi, nei racconti che riportano le testimonianze, i ricordi di vita semplice, contadina che s’intrecciano magari ai colori delle leggende, delle emozioni di una natura sempre generosa. Passeggiate/escursioni che, se possono portare “in premio” l’assaggio di un saporito formaggio, sempre regalano il piacere di poter apprezzare più da vicino angoli di storia solo apparentemente lontana. 59 il Trentino • Novembre Vanda Liber, I bambini di cristallo, Saturnia, Trento, 2012, pp. 176, euro 12 Basterebbero solo le parole scelte dall’autrice per la dedica del suo libro al marito e al figlio per avvertire la carica emotiva che il lettore riceverà leggendo queste pagine. E Vanda Liber, scrittrice “quasi per caso”, con questo suo primo romanzo vince il concorso letterario di Savona “Insieme nel mondo”. Una storia che entra nel cuore dell’India, nelle sue infinite contraddizioni, un “universo umano” verso il quale Vanda nutre un grande affetto, tanto che ha così scelto che tutti i proventi del libro vengano devoluti ai bambini di FR.L.M.Zucol S.J. di Pariyaram, a Kerala in India. Elvio Pederzolli, Renzo Saffi, Saxa Fracta. Storia e itinerari tra le fortificazioni dell’Alto Garda, Panorama, Trento, 2011, pp. 168, euro 15 “Rocce fratturate, rotte” suona la traduzione del titolo del libro: rocce e pietre comunque cariche di storia che i due giovani autori, appassionati cultori di storia locale e della valorizzazione di luoghi magici come possono essere i castelli, sanno trasmettere in queste pagine. Oltre a una prima parte dedicata infatti a Le fortificazioni – dai primi e originari castellieri alle fortezze della Grande Guerra – segue la parte de Gli Itinerari, 15 percorsi da fare a piedi o in bicicletta attraverso manieri medioevali ricchi di fascino, trincee e postazioni militari testimoni di battaglie crudeli per meglio conoscere e capire lo svolgersi del passato nelle terre dell’Alto Garda. 18 ⁄ ottobre october 2012 30 ⁄ giugno june 2013 Storie Nordiche in Fiemme e nel Mondo Ingresso libero ⁄ Free entry Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso Tuesday – Sunday: 9 am – 6 pm ⁄ closed on Monday Informazioni ⁄ Prenotazioni +39 0461 230 482 Info ⁄ Booking +39 0461 230 482 www.museostorico.it ⁄ [email protected] Histories of Nordic Sport in Fiemme and Worldwide Partner In Europa grazie ai programmi del Fondo sociale europeo S ono ben 600 i ragazzi trentini che solo nel 2012 hanno beneficiato dei programmi di formazione all’estero promossi dalla Provincia autonoma di Trento con il co-finanziamento del Fondo Sociale Europeo. Nel 2012 infatti, il Servizio Europa della Provincia di Trento, peraltro già da anni estremamente attivo sul territorio provinciale in quanto a promozione e attivazione di iniziative e programmi di formazione all’estero rivolti ai giovani del territorio, ha associato al progetto MoVE (Mobilità Verso l’Europa), per qualificati, diplomati e laureati, un nuovo progetto sperimentale rivolto ai ragazzi del quarto anno della Scuola Secondaria Superiore. Il nuovo progetto, chiamato MoS-4 (Mobilità studenti delle Scuole superiori del 4° anno), ha permesso a ben 200 giovani della nostra provincia di partecipare ad un periodo di quattro settimane all’estero di studio e approfondimento della lingua inglese. Il programma, che ha coinvolto i ragazzi da metà giugno a metà luglio della scorsa estate, è stato attivato presso svariate città nel Regno Unito e in Irlanda, come Brighton, Oxford, Cambridge, Edimburgo, Dublino. Il progetto ha garantito l’opportunità di svolgere un periodo di immersione linguistico-culturale fortemente personalizzato ai bisogni linguistici e formativi dei singoli partecipanti, grazie alla partnership della Provincia con vari centri formativi esteri specializzati nella formazione linguistica. Così come per gli altri programmi di mobilità, il Servizio Europa ha garantito anche nell’ambito del progetto MOS-4 la totale gratuità dell’esperienza, facendosi carico dei servizi di formazione e tutoring, degli alloggi e dei trasporti all’estero. MoS-4, che è stato largamente promosso presso le scuole del territorio con il contribuito di Dirigenti scolastici e di docenti, ha avuto un riscontro oltremodo positivo da parte dei partecipanti, anche grazie alle caratteristiche innovative del progetto, fra cui, in primis, l’aggregazione, nella formazione dei gruppi di invio all’estero, di studenti provenienti da Istituti provinciali diversi, costituendo pertanto per i ragazzi un’interessante occasione di confronto, non solo con la lingua e la cultura estera, ma anche di scambio e conoscen- 61 il Trentino • Novembre di Documentazione Europea za a livello locale. Sono attualmente in fase di valutazione gli esiti dell’indagine valutativa condotta da parte dell’IRVAPP – Istituto per la Ricerca Valutativa delle Politiche Pubbliche – per comprendere ed approfondire l’impatto della permanenza all’estero sull’apprendimento linguistico. L’opportunità offerta dal progetto MoS4 è stata presentata a approfondita nel corso del 3° evento “In partenza per l’Europa… e per il mondo!” promosso e organizzato dallo stesso Servizio Europa che si è tenuto pochi giorni fa presso il Palazzo della Regione a Trento. L’evento, a cui hanno partecipato vari enti pubblici promotori di azioni di mobilità nella nostra Provincia, aveva scopo informativo e orientativo rispetto alle varie opportunità esistenti. Per quanto riguarda le opportunità offerte dal Fondo Sociale Europeo, accanto al progetto MoS-4 è stato come di consueto riproposto il progetto MoVE, attivo dal 2011, per ragazzi qualificati, diplomati, e laureati, e che ha già consentito la partecipazione a programmi di mobilità a oltre 700 ragazzi. Il progetto, completamente gratuito per i partecipanti, prevedrà programmi di formazione linguistica, formazione linguistico-settoriale e tirocinio lavorativo all’estero, con durate variabili dalle 4 alle 24 settimane, nel Regno Unito, Irlanda, Germania, Spagna, Francia e Malta. In attesa dell’uscita del bando 2013 del progetto MoVE, per qualsiasi informazione e per un supporto orientativo all’esperienza è possibile rivolgersi alla Struttura Multifunzionale Ad Personam, in via Pranzelores 69 a Trento numero verde 800 163 870 e-mail: [email protected], sito web: www.fse.provincia.tn.it (sezione Opportunità FSE per i cittadini). III Europ.a. 600 giovani trentini a cura del Servizio Europa e del Centro Europ.a. il Trentino • Novembre 62 ESFCoNET Ad Helsinki l’assemblea della rete europea relativa al FSE per i giovani S i è svolta a fine settembre, ad Helsinki, la XII Assemblea di ESFCoNet, la rete europea relativa al Fondo sociale europeo (FSE) promossa dalla Provincia di Trento. ESFCoNet si propone di mettere a confronto le esperienze di gestione del FSE in Europa ed in Italia e gli incontri organizzati dalla presidenza di turno permettono di “toccare con mano” e studiare buone pratiche e iniziative innovative sviluppate sul territorio. L’esperienza della Finlandia In Finlandia l’impiego del Fondo sociale europeo vuole favorire la promozione dell’occupazione e la mobilità nel lavoro; la formazione delle competenze e l’aggiornamento continuo; l’inclusione e la lotta alla povertà. Naturalmente, riveste un ruolo centrale l’azione a favore dei giovani. A questo proposito sono state presentate due esperienze significative cui contribuisce il FSE: Inno Omnia è un polo formativo che coinvolge oltre 10 mila studenti e che non si limita a “fare scuola” (rilascia ben 40 qualifiche professionali), ma esce dalle mura scolastiche per andare letteralmente a scovare i ragazzi che non studiano né lavorano e li coinvolge in percorsi su misura. Soprattutto, attrae all’interno delle proprie mura imprenditori (in qualità di docenti) e imprese private (fornendo loro spazi e servizi a condizioni vantaggiose) che agevolano il passaggio dei giovani dallo studio al lavoro e promuovono l’imprenditorialità. Allianssi è un’aggregazione di oltre 100 organizzazioni giovanili finlandesi che presta servizi per i giovani e svolge un’azione di lobbing a favore dell’universo giovanile, aumentando l’informazione e la conoscenza dei problemi, nella convinzione che la conoscenza fondi il potere dei cittadini e consenta la loro partecipazione alla vita sociale, politica, economica. Inoltre conduce una ricerca biennale sulla situazione giovanile in Finlandia. Dalla più recente (2011) emergono luci ed ombre. I giovani di età compresa tra 15 e 29 anni sono il 17,5% della popolazione finlandese. La disoccupazione nella fascia 15-24 anni è dell’11,7% (quella generale del 6,9%). Bene scuola ed occupazione, che conservano un valore significativo. I giovani apprezzano il loro lavoro e sono convinti sia importante per la loro vita di oggi e di domani. Migliora lo stato di salute generale. Gli elementi negativi sono connessi alla situazione occupazionale. La disoccupazione è in crescita. Ben 110.000 ragazzi sotto i 30 anni non hanno un diploma di scuola superiore e non lavorano. Ciò sembra causa di problemi mentali e di salute, oltre che finanziari. Programmi futuri Sul rapporto tra i giovani e il mondo del lavoro punterà il programma di lavoro della nuova Presidenza ESFCoNet, che è stata assunta dalla Regione Lombardia. In particolare si concentrerà l’attenzione su alcune metodologie di intervento. •L’autoimprenditorialità. Favorire la creazione di nuove imprese da parte dei giovani attraverso azioni sinergiche, quali corsi di formazione per aspiranti e neo imprenditori, agevolazioni per l’accesso al credito ed altri servizi di sostegno. • Mobilità transnazionale. Sostenere finanziariamente i progetti di mobilità europea dei giovani lavoratori che intendono svolgere esperienze lavorative e formative presso aziende ed organizzazioni di altro Paese UE, per acquisire nuove competenze tecnico-professionali. • Formazione orientata al lavoro. Riqualificare la formazione orientata al lavoro con la promozione del contratto d’apprendistato (in tutte le sue forme) e dei tirocini formativi extracurriculari. •Accompagnamento ai soggetti svantaggiati. Favorire l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro di giovani che appartengono a gruppi svantaggiati (es. disabili, immigrati ecc.) attraverso percorsi formativi e di accompagnamento al lavoro tarati sulle esigenze specifiche del gruppo target. Un ulteriore impegno sarà la realizzazione di una raccolta di buone pratiche nell’ambito degli interventi a favore dei giovani. Ne daremo conto nei prossimi numeri. III GRUNDTVIG il Trentino • Novembre 63 Europ.a. Alla scoperta del programma europeo di apprendimento per gli adulti S icuramente pochissimi sanno che Svend Hersleb GRUNDTVIG era un filologo danese del XIX secolo, il principale studioso delle tradizioni popolari di quel Paese. Ma pochi sanno anche che questo nome è stato assegnato ad una sezione del programma dell’Unione europea rivolto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (LLP-Lifelong Learning Programme), l’iniziativa che comprende anche i ben più famosi Erasmus e Leonardo. Mentre Erasmus è rivolto al mondo universitario e Leonardo alla formazione professionale, GRUNDTVIG offre opportunità didattiche e di apprendimento alle persone adulte e agli istituti e alle organizzazioni che contribuiscono alla formazione degli adulti. I suoi obiettivi sono rivolti a rispondere alla sfida educativa posta dall’invecchiamento della popolazione europea e a fornire agli adulti percorsi nuovi volti al miglioramento delle loro conoscenze e competenze, soprattutto verso chi ha interrotto il proprio percorso educativo senza aver conseguito le qualifiche di base. Le attività previste da GRUNDTVIG sono rivolte sia ad organizzazioni, che possono attivare progetti in collaborazione con soggetti di altri Stati membri, che a singoli, i quali possono usufruire di opportunità di mobilità all’estero. Ed è proprio questo secondo aspetto che ora approfondiamo. Varie sono le tipologie di mobilità offerte da GRUNDTVIG: dalla formazione in servi- zio, cioè la possibilità per il personale impegnato nell’educazione degli adulti di trascorrere presso una struttura straniera un periodo di formazione e sviluppo professionale di durata tra cinque giorni e sei settimane, all’assistentato, che permette a tutto il personale impegnato nell’educazione degli adulti e ai futuri docenti dello stesso settore di trascorrere un periodo che va dalle 13 alle 45 settimane presso un’organizzazione impegnata nell’educazione degli adulti, formale, non formale o informale, in uno dei Paesi aderenti al Programma. Le istituzioni impegnate nell’educazione degli adulti possono ospitare un assistente GRUNDTVIG, cioè un collega europeo che potrà essere coinvolto nelle attività dell’istituto ospitante. Ci sono poi le visite e gli scambi, che consentono al personale che opera nella formazione, formale, non formale o informale degli adulti, di effettuare delle visite di la- voro di durata molto variabile (da uno a 90 giorni) in un altro Paese. Per ultimi ricordiamo gli workshop che organizzazioni di tutta l’UE propongono per accogliere cittadini europei adulti interessati a partecipare alle attività di apprendimento proposte sotto forma di laboratori della durata di cinque - dieci giorni. Questa opportunità è aperta a qualsiasi cittadino. I laboratori, infatti, riuniscono piccoli gruppi di discenti (da dieci a venti) provenienti da diversi Paesi per un’esperienza innovativa di apprendimento internazionale, utile per il proprio sviluppo personale e per le esigenze di preparazione, nelle quali i discenti vengono incoraggiati anche a condividere attivamente le proprie competenze e le proprie idee. I laboratori possono trattare qualunque argomento, dalle arti visive, alla musica, alla creatività, alla matematica, dall’apprendimento della lingua (in particolare se si tratta di una lingua tra le meno insegnate ed usate), all’ambiente, dai gruppi di discussione su tematiche di comune interesse europeo, alla cittadinanza attiva e al dialogo interculturale, ecc. Come ormai diversi cittadini trentini sanno, provare a partecipare è semplice: è infatti sufficiente sfogliare il catalogo con gli oltre 250 workshop proposti per il periodo settembre 2012 - agosto 2013 (disponibile all’indirizzo: http://www.programmallp.it /index.php?id_cnt=903) contattare l’organismo responsabile del workshop di interesse inviando lettera di motivazione e CV…e sperare di essere selezionati. Un aspetto non secondario è che le opportunità offerte sono completamente gratuite! III