la maschera e l`emulazione
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la maschera e l`emulazione
WORKSHOP con STEFANO BENEMEGLIO “LA MASCHERA E L’EMULAZIONE” Parte 1 - MILANO: 8 APRILE 2013 Dopo la grande attesa, prende il via con grande entusiasmo da parte del pubblico presente il ciclo di incontri sul tema della Maschera e dell’Emulazione. La serata si apre con un’importante riflessione: l’esoterismo fa parte del quotidiano, della vita di tutti i giorni. Ha infatti molti collegamenti con il mondo reale, nonostante la continua tendenza della società a ghettizzarne l’esistenza a causa dell’assenza di una spiegazione logica che la giustifichi. Eh già, la logica. Come già affermato in più occasioni, è proprio questa la responsabile della rinnegazione da parte di molti dei fenomeni che siamo soliti analizzare in occasione dei nostri incontri, uno fra tutti la follia. La società in cui viviamo, caratterizzata da un forte iperlogismo ed essendo pertanto poco avvezza all’accettazione dell’esistenza di fenomeni che vadano oltre gli schemi razionali comunemente accettati, non riuscendo a trovare una giusta relazione di causa-effetto che possa giustificarne la veridicità, altro non può fare che rifiutarli. Ciò che tuttavia appare difettoso in questo ragionamento è il fatto che, aldilà della mancanza talvolta reale di una spiegazione o giustificazione sul piano razionale, la loro esistenza non può essere sottovalutata e tanto meno rinnegata. L’ambiente circostante ci offre infatti continui spunti e dimostrazioni concrete per credere il contrario. Si pensi ai piccoli miracoli del quotidiano o a eventi clamorosi quali ad esempio le famose stigmate di Padre Pio, prive di qualunque spiegazione logica, ma comunque reali nonché lampanti segnali dell’esistenza di fenomeni la cui forza ci viene dimostrata in diverse circostanze. Sono proprio queste ultime a farci rendere conto di un fatto importante: l’esoterismo altro non è che un’ulteriore sfaccettatura della realtà quotidiana, se non addirittura una diversa angolazione attraverso la quale osservarla ed interpretarla. In fondo anche le grandi leggi della matematica o della fisica sono spesso prive di una spiegazione logica, ma ciò non gli ha impedito di divenire assiomi basilari sui quali costruire intere teorie delle quali nessuno osa contrastarne la veridicità. Lo spunto da cui prende vita il ciclo di incontri sul tema della Maschera e l’Emulazione è proprio l’esistenza di meccanismi privi di qualsiasi spiegazione razionale ma al tempo stesso pure espressioni di realtà inconsce e incontrastabili, tangibili in ogni momento. Ogni singolo giorno, nel momento in cui apriamo gli occhi, siamo inconsciamente di fronte ad una grande scelta: quale maschera indosseremo oggi? Sotto quali spoglie abbiamo intenzione di affrontare il mondo che ci circonda? Ognuno di voi, in questo esatto momento, starà pensando che tutto ciò non lo riguarda. Il termine “maschera” poi, ritenete che decisamente non vi si addica. Eppure forse ci scordiamo quale sia realmente il motore trainante dei nostri studi, delle nostre ricerche e dei nostri approfondimenti, ma soprattutto del nostro modo di agire. Se fossimo sempre liberi di decidere sui nostri stati d’animo, sulle nostre emozioni, non avremmo l’esigenza di analizzare il più grande fenomeno insito in noi: il nostro inconscio. Parliamo di esigenza non a caso. Come è ben noto ai fruitori delle Discipline Analogiche benemegliane, tutto ha inizio con un’esigenza che necessita di essere appagata. Non sempre le nostre esigenze hanno un nome e una forma ben precisa, ma non per questo siamo in grado di farle tacere. Copyright © Stefano Benemeglio – Anno 2013 1 Testo a cura di Francesca Setti CID-CNV Via Battistotti Sassi, 6 – 20133 MILANO Numero Verde 800.33.33.77 Il concetto di maschera prende vita proprio da questa consapevolezza: esiste un’esigenza in noi, che prende corpo ogni singolo giorno e che è espressione del bisogno di benessere e di felicità tipico dell’essere umano. Indipendentemente da cosa ci possa soggettivamente rendere felici, sorgono spontanei alcuni quesiti: come facciamo a soddisfare tale esigenza? Quali caratteristiche dovremmo avere affinchè tale obiettivo diventi conquista? Ecco che giungiamo inconsciamente ad un’ulteriore esigenza: essere una persona diversa da noi, portatrice di quelle caratteristiche necessarie a soddisfare il bisogno iniziale. Nasce sostanzialmente l’esigenza di incarnare una maschera. In questo percorso ci renderemo ben presto conto degli effetti benefici che alcune maschere saranno in grado di arrecarci: grazie ad esse avremo magari l’audacia necessaria ad avvicinarci a persone che potrebbero diventare per noi significative, piuttosto che di compiere scelte incisive per l’avvenire. Come era stato anticipato in occasione dell’introduzione al seminario in questione, obiettivo del medesimo è quello di imparare ad indossare e a gestire i connotati insiti nella maschera in maniera strategica e soprattutto consapevole, al fine di raggiungere determinati obiettivi e risolvere i propri problemi. La maschera, da meccanismo inconscio, diviene in questo modo strumento utile al raggiungimento del benessere. Emulare una maschera significa essere pienamente in grado di esercitare il controllo di entrambe le nostre istanze: l’istanza logica e l’istanza emotiva. Che indossare una sorta di “avatar” permettesse l’assunzione di una posizione vantaggiosa ai fini dell’appagamento di determinate esigenze era facilmente deducibile, ma che questo ci consentisse un vero e proprio controllo di noi stessi e del nostro modo di agire rappresenta una grande innovazione. Il fatto di divenire noi in prima persona gli artefici del nostro benessere è una vera e propria rivoluzione in tema di problem solving analogico. Fino ad ora tutti gli sforzi e le energie erano infatti impiegati nell’ambito del negoziato con l’inconscio: essendo il principale imputato in tema di esigenze e bisogni, veniva sempre ad esso demandato il nostro benessere. Oggi tuttavia il poter indossare in maniera consapevole e strategica la maschera più adatta ai fini del raggiungimento di una migliore qualità di vita significa trasformare il negoziato a due in una vera e propria triade che lavora seguendo le direttive imposte dall’individuo medesimo. Ciò che è sempre bene ricordare è che nessuna maschera è eterna, poiché nessuna esigenza rimane tale nel momento in cui può essere appagata. Siamo quindi liberi di scegliere quando vestire i connotati di una maschera piuttosto che di un’altra e al tempo stesso di decidere quando interrompere la sua emulazione. Se volessimo addentrarci in maniera ancora più introspettiva, potremmo dire che la maschera e i suoi connotati hanno un potere di influenza sul nostro modo di agire paragonabile alla voce che i nostri genitori hanno sulle nostre scelte. Ciò che tuttavia va sottolineato è che mentre la maschera, come detto poco fa, è sostituibile in qualunque momento, i genitori rimangono i medesimi per tutta la vita. Ciò nonostante tale relazione non va sottovalutata: così come i genitori rappresentano il primo simbolo che nella nostra vita andiamo ad identificare, anche la maschera deve divenire per noi un simbolo. Come è ben noto però, un simbolo per divenire tale è necessario venga rivestito del potenziale necessario affinchè possa avere una qualche influenza sul nostro agire. Se i genitori divengono simboli per il sol fatto di averci dato il dono della vita, una maschera richiede invece una sorta di “cerimonia di investitura” affinchè possa essere caricata del sufficiente significato. Il legame tra i due a questo punto diviene sempre più forte, poiché l’elemento che ci aiuterà a caricare di significato la maschera sarà proprio il conflitto vissuto dall’individuo con uno dei due genitori. Essendo questi ultimi il primo simbolo della nostra esistenza, non potranno mai essere spodestati dal loro trono di soggetti significativi per eccellenza. Tutti i turbamenti vissuti in relazione al rapporto con i propri Copyright © Stefano Benemeglio – Anno 2013 2 Testo a cura di Francesca Setti CID-CNV Via Battistotti Sassi, 6 – 20133 MILANO Numero Verde 800.33.33.77 genitori finiscono infatti in automatico per rivestire un ruolo più importante rispetto ai turbamenti vissuti nelle altre sfere della vita. Per caricare di significato emozionale la maschera che intendiamo rivestire, con l’obiettivo di assumere quei connotati che ci permetteranno di risolvere i nostri problemi e raggiungere quindi la grande meta della felicità e del benessere, dobbiamo trasferirvi le emozioni, piuttosto che i risentimenti, vissuti in relazione al genitore che riteniamo maggiormente imputato nella nostra infelicità. Trasferendo questo tipo di contenuto, effettuiamo la cosiddetta TRANSFERIZZAZIONE del vissuto emozionale sulla maschera medesima e con la TRANSUSTANZIAZIONE la eleggiamo a simbolo. Una volta introiettata la maschera in qualità di simbolo, ecco che avviene la magia: attraverso la TRASFIGURAZIONE diveniamo la maschera medesima. È importante ricordare che, nonostante all’apparenza possa sembrare un meccanismo complesso perché richiede un’investitura energetica molto forte, è in realtà un processo che siamo abituati a compiere inconsciamente tutti i giorni della nostra vita, proiettando sulle persone significative della nostra esistenza un contenuto emozionale. Impedite ai vostri sigilli, alle vostre paure e ai vostri limiti di essere di intralcio sul cammino del benessere. Lasciatevi trasportare, mettetevi in gioco e imparate che la vita prende la direzione che voi stessi, con il vostro modo di agire, gli date. Imparando ad essere voi in prima persona gli artefici del vostro modo di agire poiché abili gestori delle vostre istanze razionali ed emotive, riuscirete a divenire finalmente i registi della vostra vita. La maschera non è altro che uno strumento. A chi crede che la maschera possa in qualche modo celare la propria essenza, va ricordato che l’entrare in contatto con il mondo esterno, crea già di per sé le condizioni per una mutazione del nostro reale modo di essere. Il doverci adeguare alle persone con cui intrecciamo rapporti ogni giorno, significa in automatico dover indossare una maschera. Sul lavoro per essere dei grandi leader, nella vita sentimentale per ottenere l’assenso e il consenso di chi amiamo. Quindi, perché non indossare una maschera in maniera consapevole, anziché essere schiavi di una maschera inconscia, e riuscire a raggiungere la grande meta della felicità? Copyright © Stefano Benemeglio – Anno 2013 3 Testo a cura di Francesca Setti CID-CNV Via Battistotti Sassi, 6 – 20133 MILANO Numero Verde 800.33.33.77