Centonove numero 31

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Centonove numero 31
centonove
Centonove torna in edicola il 31 agosto. Buone ferie
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Il consigliere provinciale di Messina, Massimo De Domenico
ANNO XIX N. 31
10 AGOSTO 2012
EURO 1,50
Un posto al sole
VACANZE
VACANZECON
CONLA
LACRISI
CRISI
I siciliani in ferie restano a casa. Politici compresi. Già in campagna elettorale
10 AGOSTO 2012
il punto
centonove
EDIT
La giustizia
in ritardo
SI E APERTA una guerra senza
frontiera allʼinterno della
magistratura siciliana su come
intendere la lotta alla mafia e le
ricostruzioni storiche utili a
disegnare gli scenari etnoantropologici in cui alcuni
fenomeni eversivi si sono
verificati. Il procuratore di
Caltanissetta Roberto
Scarpinato davanti a un
pubblico di autorità ha detto a
chiare lettere, in occasione
della commemorazione delle
stragi di Palermo, che alcuni
rappresentanti delle istituzioni,
con il loro carico di ambiguità
offendevano il senso dello
Stato a partecipare allʼevento.
Subito si è scatenato un
bailamme, con relativa raccolta
di firme, quando il Csm ha
deciso di mettere sotto accusa
Scarpinato. Non è andata
meglio al procuratore di
Palermo Messineo e al
allʼaggiunto Ingroia, che hanno
sostenuto la necessità di
dichiarare il segreto di Stato
per fermare alcune indagini
scomode che toccano perfino il
Colle. In questo quadro, alcuni
parlamentari del Pd come
Beppe Lumia e dellʼIdv come
Sonia Alfano, vanno a spasso
per le carceri dʼItalia per
cercare di convincere alcuni
boss alla Provenzano a
collaborare con la giustizia.
Che a volte per scrivere la
parola fine in alcune vicende
torbite come quella di Mauro De
Mauro, scrive sentenze con i
protagonisti morti. Da decenni.
LAVORI IN CORSO. Sala d’Ercole a Palazzo dei Normanni
Se la politica è perversione
L’abbraccio di D’Alia a Crocetta segna una svolta epocale per le alleanze
dei cattolici. Che ora orfani fanno scendere in campo anche i preti...
DI ENZO BASSO
Lʼassessore allʼEconomia, Gaetano Armao, interrogato dalla
Finanza a Palermo ha dichiarato di avere maturato il fondato
sospetto che migliaia di assunzioni in Sicilia, “siano frutto dei
voto di scambio tra politici e sindacalisti”.
Una trovata pubblicitaria in vista delle elezioni alle porte?
La riflessione tardiva di Armao nasce dal fatto che 1300
dipendenti alla Gesip, altrettanti alla Sco, 1200 alla Beni
Culturali spa, un paio di migliaia alla Multiservizi che ora diventa
holding, abbiano avuto contratti rinnovati a tempo per arrivare
poi allʼassunzione finale, decretata per legge dai giudici.
Una perversione? No, pratica abituale.
Armao, così british nei modi da non ricordare di avere staccato
una fattura da due milioni di euro per una società del gruppo
Falk, Actelios, molto interessata alla costruzione di quattro
termovalorizzatori, gli stessi definiti da Lombardo una grande
porcata, si è occupato anche anche del censimento dei Beni
pubblici siciliani, affidati a un geometra altoatesino: i risultati
sono da Real Estate. Cʼè un ricorso di questa micro società che
chiede ottanta milioni di euro alla Regione, ma il censimento
non è mai stato realizzato. Lʼunica cosa accertata è la svendita
degli assessorati al gruppo Pirelli Re, che ha poi affittati gli
stessi edifici alla Regione. Queste vicende, sono solo alcuni
cenni, del disastro che oggi i nuovi crociati della Politica sono
chiamati ad affrontare, per risanare la Sicilia. Il gruppo ArmaoRusso, che si presenta con la faccia dei risanatori, attorno
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
allʼorbita di Lombardo, autonomista che da subito ha visto nella
candidatura del sindaco di Gela, Rosario Crocetta, un vero
elemento di discontinuità verso le sabbie mobili della politica
siciliana. Ma non è anche questo un elemento, se ci pensate, di
perversione politica? Non basta. A superare nella schizofrenia il
democristiano di lungo corso Raffaele Lombardo, ci pensa un
rampollo di nuova generazione come Gianpiero DʼAlia. Che, in
una giornata di fuoco alla Beppe Fenoglio, si sveglia un mattino
dʼagosto e, da vero cattolico-progressista-di sinistra, vede
nellʼorgoglio omosessuale di Rosario Crocetta da Gela, il vero
trauma che serve alla Sicilia per mettere a posto i conti e le
teste, sul modello Vendola-Puglia. Gli annunci, che seguono a
ruota agli entusiasmi di DʼAlia, che forse ha chiamato a sè
Crocetta per fare uno sgambetto a Lombardo, fanno tenerezza:
cʼè il democristiano Francantonio Genovese in coerenza con il
nome della corrente che rappresenta “Innovazioni” che si
accoda al nuovo verbo della discontinuità gelese, la città del
tiranno Ippocrate che conquistò Katane e Zancle nel V sec. A.c.,
quando non erano ancora capitali delle cliniche private e delle
centrali acquisti dei corsi di formazione professionale.
In questo clima torrido, lʼassemblea regionale che si richiama a
Federico II , vuole risvegliarsi, con gli annunci rivoluzionari di
Cateno De Luca e i Forconi nellʼaria. Eh, sì: la Sicilia sorprende.
Quando scendono in campo le liste dei preti, non solo di
Gaspare Sturzo, i cattolici qui diventano politicamente...bisex.
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telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62
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Graziella Lombardo
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
10 AGOSTO 2012
PRIMO PIANO
Vacanze, tutti... in alto mare
A causa della crisi, i siciliani in ferie restano
a casa. Plolitici compresi, già in campagna
elettorale
A PAGINA 6/10
TOP SECRET
PROVINCIA MESSINA
POLITICA
Hotel Riviera,
si paga a rate
Miccichè, la rivincita
Berlusconi decide di ricandidare il suo ex
pupillo. Per riunire il centrodestra
A PAGINA
Appuntamenti da non perdere in Sicilia
A PAGINA 36/37
MESSINA. I revisori dei conti
erano stati irremobili: per pagare la maxi-parcella da un milione di euro a testa ai legali Nino Gazzara e Andrea Lo Castro per la causa persa con il
gruppo Russotti dellʼhotel Riviera, era necessario il riconoscimento del debito fuori
bilancio e il voto del consiglio
provinciale. Gli uffici della
Provincia hanno deciso di non
tenere conto: è stata pagata la
rata 2012 di 200 mila euro a testa. Gli importi pagati ai legali, già nel collegio di difesa della Provincia, finora ammontano a 600mila euro ciascuno.
San Francesco, quella notte a casa Raffa
SANITÀ
11
Crocetta sulle primarie
LʼUdc apre alla candidatura dellʼeurodeputato,
tumulando le consultazioni
A PAGINA 12
Briguglio punta al 20%
Rosario Crocetta
Le strategie del leader siciliano di Futuro e
libertà in vista del voto
A PAGINA
13
PAG.12
Cattafi? meglio a colori
POSTER
Al vaglio del Riesame le anomalie
sulle modalità che incastrano lʼavvocato
Lavoro, sportelli addio
La Regione si prepara a mandare in
pensione le strutture multifunzionali
A PAGINA
A PAGINA
Candidati, valzer d’estate
14
20
Alfano e Lumia a caccia di pentiti
I due esponenti politici in tour per convincere
i boss a collaborare con la giustizia
A Messina, regionali e cambi di casacca.
Tra conferme e lotte intestine
A PAGINA
Ferragosto, natura è cultura
A PAGINA
15
Il giallo delle clarisse
21
Le suore lasciano il convento di Rometta
A PAGINA
Terna, fuga in avanti
22
RUBRICHE
Il colosso industriale presenta il progetto
esecutivo dellʼelettrodotto a Villafranca
A PAGINA
Mi è scappata la foca
23
Lʼanimale sfuggito al circo acquatico blocca
Milazzo per ore
A PAGINA 24/25
S.Bartolomeo? Tra i rifiuti
La contrada di SantʼAgata Militello diventa
“discarica”
A PAGINA
26
Bellolampo, disastro colposo
Marco Venturi
PAG.
Parla il sociologo dellʼAmbiente Angelini,
dopo lʼincendio della discarica
31
A PAGINA
Nemici per un piano
C’era una volta la sfiducia
16
27
Nuvole su Windjet
17
A Santo Stefano Camastra Agliezka lascia
18
Insegnanti, bocciati in test
Cas, la resa dei conti
A PAGINA
Zfl, figli di un dio minore
Esplode i business dei compro oro
19
CAMBI DI CASACCA
Daniela Bruno
dall’Mpa all’Idv
MESSINA. A corteggiarla sono in tanti, dal Grande Sud di
Gianfranco Miccichè allʼUdc
di Giampiero DʼAlia. Ma sembra essere la sponda dellʼIdv,
cui si sta sempre più avvicinando lʼex capogruppo alla
Camera Carmelo Lo Monte, il
nuovo approdo di Daniela
Bruno, pasionaria dellʼAutonomia, sempre più delusa dale capriole movimentiste di
Raffaele Lombardo.
MESSINA. Saranno Giovanni
Raffa (presidente), Giuseppe
Orazio La Ganga e Rosario
Passari i tre componenti del
nucleo di valutazione per “misurazione e trasparenza delle
performance, premi e merito”
del comune di Messina.
Sulla busta paga dei dipendenti appare una nota
che chiede il taglio due anni dopo la sua stesura
A PAGINA 30
Re Mida a Messina
Gran parte degli aspiranti non raggiungono il
punteggio minimo
MESSINA. Salvatore Munafò,
già dirigente al Centro Neurolesi, sarà il nuovo direttore
amministrativo dellʼAsp 5 di
Messina. Gli uffici stano provvedendo a perfezionare la nomina.
Raffa, Passari e La Ganga
nuovo nucleo valutatore
29
Nascono le zone franche per la legalità.
Plauso di Confindustria. Ma cʼè chi protesta
A PAGINA 31
SICILIA
Asl 5 Messina,
Munafò direttore
PALAZZO ZANCA
A PAGINA
L’assessorato? Affare di famiglia
A PAGINA
Settegiorni
Qui Scuola/Istruzione per lʼuso
Consumatori
Consulenti del lavoro
Occorre sapere
Uomini & Business
Libri/La Classifica/Lacerti
Mostre
Weekend
Musica/NuoveVisioni
De Gustibus
Ecologia e Ambiente
Messina Drastrica
Heritage
Animal House
Eliodoro/Labirinti/150 parole
La compagnia low cost appesa a un filo.
O accordo con Alitalia o chiusura
A Milazzo il Pdl anticipa la mozione
contro il sindaco, ma non trova i voti
A PAGINA
4/5
28
34
34
34
34
38/39
42/43
44/45
44
45
46
46
46
47
47
ECONOMIA
Botta e risposta in consiglio comunale
per la nuova lottizzazione a San Licandro
A PAGINA
Si dà alle stampe illibro postumo di padre
Celona.Con una rivelazione sul soggiorno del
santo a Gesso
A PAGINA 40/41
A PAGINA
32/33
pagina 3
San Francesco di Paola
PAG.40
10 AGOSTO 2012
CHI SALE
L Lucia Tarro Celi
MESSINA. Lʼex consigliere
comunale del Pds di Messina
si è dimostrata lungimirante.
Prima ancora che il Pd decidesse di sostenere Crocetta,
ha deciso deciso di aprire in
città un comitato per il candidato alla presidenza della Regione sotto le insegne dellʼassociazione Libertà e Giustizia. Battendo tutti gli altri
pretendenti sul tempo.
L Simona Bonanno
MESSINA. La fotografa messinese continua a mietere
successi. Uno suo scatto,
un toro della serie “Tauromaquia”, è stato selezionato da Julian Cox, curator of
photography and chief curator of de Young Museum of
San Francisco, per essere
esposto durante The Art of
Photography Show 2012 in
San Diego, California.
L Ciccio Timbro
MESSINA. Lʼuomo simbolo
del Centro Multiculturale Officina di Messina non conosce la parola ferie. Invece di
gozzovigliare “lidi lidi”, Timbro è rimasto in città per promuovere lʼevento che sta portando avanti, accontentandosi di una birra nella calda
solitudine del centro.
L
Joselito Minuto
MESSINA. Il colonnello pilota, comandante del Gruppo Aereo Navale della Guardia di Finanza della Sicilia,
è stato insignito dal sindaco di Messina dell'attestato
di Civica Benemerenza come segno di riconoscenza
per anche per gli interventi
operativi e di supporto nelle attività di bonifica di Maregrosso.
L
Giuseppe
Buzzanca
MESSINA. Ci aveva sperato,
ce lʼha fatta: sono stati prorogati sino al 30 settembre i
poteri speciali attribuiti al
sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca legati all'emergenza della mobilità. Il primo
problema da risolvere? Gli
svincoli, in dirittura dʼarrivo
ma “stoppati” dal giunto e
dalla cattiva tenuta del viadotto Ritiro.
7giorni
centonove
MESSINA. RIFIUTI E POSTEGGIO BARCHE VIETANO L’ACCESSO IN UNO DEI LITORALI PIÙ BELLI DELL’ISOLA
SOCIETA’
Alì, spiaggia negata
Non pagano il banchetto nuziale, sposi denunciati
Esposto in procura e una petizione degli abitanti della zona.
Il sindaco conferma: «Non possono occupare aree demaniali»
ALIʼ TERME. Ritornano a
protestare a ridosso di
ferragosto i cittadini di Alì
Terme che si vedono
negata la possibilità di
utilizzare la spiaggia
occupata da unʼattività di
rimessaggio barche. “La
situazione va
regolarizzata perchè i
cingolati non possono
occupare e transitare
nelle aree demaniali dice Lorenzo Grasso,
sindaco di Alì Terme”. La
superficie adibita a
ricoveri e manutenzioni di
imbarcazioni è occupata
“full time” senza tutela del
diritto di tranquillità e
senza tutela del decoro
ambientale. A tutte le ore
giorno i trattori cingolati
operano rumorosamente
nel trasportare da riva a
mare e viceversa i
numerosi natanti. Gli
schiamazzi dei proprietari
hjk
delle imbarcazioni con
carrelli e trattori si
aggiungono al disturbo della quiete pubblica con
pericoli per lʼincolumità dei bagnanti. La vicenda è
irregolare anche sotto il profilo igienico ambientale.
Pulizia e quiete, si legge nellʼesposto alla Procura
della Repubblica, oltre ad essere un segno di civiltà
è la carta dʼidentità di un paese. Purtroppo scrivono i cittadini - ci tocca constatare che il bene
pubblico e il rispetto di chi paga le tasse non sono la
priorità degli uffici pubblici che hanno lʼobbligo di
intervenire. Lʼodioso rafrain “non è di mia
competenza” è il solito scarica barile. “Ho chiesto ai
Vigili Urbani di intervenire - sottolinea il sindaco - e
aspetto la loro relazione sulla faccenda”. Intanto il
paese di Alì Terme lamenta il danno arrecato ad
unʼarea di pregio geografica da un manipolo di
prevacaritori lasciato indisturbato nella mancanza
delle più elementari norme civili.
M.V.
SIRACUSA. Il loro matrimonio lo volevano perfetto. Peccatoperò che non avevano i soldi per organizzarlo. I due innamorati netini però non si sono persi dʼanimo e si sono detti sì portando poi parenti e amici, a festeggiare al ristorante La casareccia,
di Palazzolo. Alla fine della festa hanno comunicato di non avere un euro al proprietario del ristorante che ha denunciato lʼaccaduto. La vicenda, che risale risale al 7 agosto 2011, si è chiusain questi giorni con la denuncia all'autorità giudiziaria, con l'
accusa di insolvenza fraudolenta, di P.U., 45 anni, e R.F., 47 anni. Secondo quanto spiegato dalla polizia alcuni amici, attraverso il gioco del taglio della cravatta, avevano tentato di dare una
mano ma con la colletta hanno poco più di 100 euro a fronte del
2.500 chiesti dal ristoratore. A quel punto è scattata la denuncia. E a distanza di un anno la conclusione delle indagini.
Mafia, a 17 anni dall’assoluzione restituiti beni confiscati
TRAPANI. A 17 anni dall'assoluzione, la Corte d'appello di
Palermo ha revocato la confisca dei beni a Benedetto Labita,
di Alcamo, ordinandone la restituzione. Labita fu definitivamente assolto dall'accusa di mafia il 13 dicembre 1995, dopo
oltre due anni di carcere a Pianosa, dove subi' torture fisiche,
provate da certificati medici. Nonostante l'assoluzione, fu sottoposto a sorveglianza speciale e gli fu confiscato il patrimonio. Sulla vicenda si era pronunciata la Corte europea.
Monforte, “Premio San Giorgio” al giudice David
MONFORTE SAN GIORGIO. Sarà consegnato stasera, venerdì 10, il “Premio San Giorgio 2012” della Cyber Community
dei Monfortesi nel mondo al giudice Giuseppe David, esempio
per le future generazioni nel corso della sua carriera di magistrato della Corte dei Conti. Nel corso della serata, infatti, verranno premiati anche gli studenti meritevoli e quanti si sono messi in evidenza positivamente nel corso dellʼanno.
S. MARINA SALINA. IN ARRIVO DUE ASINI PANTESCHI DONATI DALL’AZIENDA FORESTE DI TRAPANI
Casa alle Isole per Pamela e Penelope
SALINA. Salina acquisisce nuovi illustri abitanti. Si tratta di esponenti del gentil
sesso, “Pamela” e “Penelope”, due Asini Panteschi che saranno ospiti
all'interno del Demanio Forestale nell'Isola come attrattiva turistica. Gli
esemplari sono stati donati dal
Servizio Provinciale Azienda Foreste di
Trapani nell'augurio e con l'auspicio
che possano essere prolifiche alfine di
mantenere e salvaguardare la specie
protetta. Le modalità dellʼiniziativa
saranno presentate oggi (venerdì 10
agosto, ndr), alle 19 con una
conferenza stampa al Bar La Vela di
Santa Marina Salina.
SANT’ALESSIO. TORNA IN SICILIA PER LE FERIE, TROVA LA MORTE. LA PROCURA INDAGA SUGLI STANDARD DI SICUREZZA
Morire di pista ciclabile
SANTʼALESSIO. Era tornato nel paese natìo per godersi le ferie
estive e per stare vicino per qualche settimana alla sorella
convalescente. Ha trovato la morte. Agatino Carnabuci, 67 anni,
stava percorrendo la pista ciclabile del comune di SantʼAlessio
siculo, in discesa, quando si è trovato dinanzi un cunettone di
cemento. Ha perso il controllo della bicicletta e ha batutto il capo
qualche metro più avanti. A seguito della denucia della figlia Ilenia il
sostituto procuratore del Tribunale di Messina, Antonella Fradà, ha
aperto unʼinchiesta. Lʼipotesi di reato è omidicio colposo. Ha affidato
al medico legale Francesca Trio il compito di accertare le cause
della morte. Il giorno dopo dellʼautopsia ha deciso di affidare ad un
altro consulente il compito di ricostruire la dinamica dellʼincidente. Il
procedinto non ha indagati. Se il perito dovesse stabilire che la pista
ciclabile non garantiva gli standard di sicurezza e che il cunettore,
pagina 4
fatto di una gettata di cemento, sia stata la causa dellʼincidente, sul
registro degli indagati potrebbero finire gli amministratori locali che
hanno omesso di tenere in sicurezza la pista.
«Sono accorsa in Sicilia, da Chiavari, dove viviamo. I medici del
Papardo mi hanno subito detto che le condizioni di mio padre erano
disperate. Nei giorni immediatamente successivi allʼaccaduto, in
una pausa del calvario, ho voluto vedere i luoghi teatro del
gravissimo incidente di cui è rimasto vittima mio padre. Ho avuto
modo di osservare che nelle immediate vicinanze del punto di
impatto (dove sono ancora visibili le tracce di sangue lasciate sul
terreno, insiste una sorta di cunettone in cemento per il
convogliamento delle acque nel letto del torrente Agrò, che “taglia”
di netto la pista ciclabile, improvvisamente. Il cunettone, che diventa
un trampolino, è posto al termine di una discesa e nessuna
segnalazione avvisa gli utenti del repentino cambio di livello e
tipologia della sede viaria ciclabile», ha denunciato la donna.
M.S.
7giorni
centonove
IMPRESE. 1200 KM DA PALERMO AL SALENTO. ECCO L’AVVENTURA DI GIORGIO CIACCIO
A piedi alla notte della Taranta
PALERMO. Dal Palermo a Melpignano
nel Salento, estremità sud della Puglia
in ventidue giorni, per assistere alla
notte della Taranta. Detta così, lʼimpresa
che ha intenzione di compiere Giorgio
Ciaccio, trentenne palermitano
prossimo ai trentuno, non sembra
chissà cosa. Ma Giorgio, in Puglia ha
deciso di andarci a piedi. Mille e
duecento km di strade statali, ventitre
tappe, partenza il 2 agosto dal
capoluogo siciliano, arrivo il 24 agosto in
Salento, a Melpignano, sotto il palco
della manifestazione dedicata al ballo
popolare salentino ormai diventata
appuntamento internazionale. Ad
accoglierlo, sotto il palco, saranno i
migliaia di fans che stanno seguendo
lʼimpresa di Giorgio attraverso il blog
messo in piedi per lʼoccasione
(ilcamminodellataranta.it), il sito ufficiale
della notte della tarante e gli
immancabili social network. Che giorgio
aggiorna costantemente, con un diario
di strade, paesi e volti incontrati per
strada durante il cammino. “Eʼ nato tutto
per caso”, racconta mente seduto in un
bar di Messina si rifocilla con
lʼimmancabile granita durante la quarta
delle ventitre tappe del programma.
“Sono sempre stato affascinato dal
cammino di Santiago di Compostela,
non tanto per lʼaspetto religioso, quanto
dal punto di vista “spirituale”. Mi intriga
lʼidea del viaggio, non dellʼarrivo a
destinazione. E siccome credo nella
mobilità sostenibile e ritengo che con un
poʼ di buona volontà e tempo a
disposizione si possa viaggiare anche in
modo diverso dal solito, ho avuto lʼidea di
assistere per lʼennesima volta alla
manifestazione salentina. Arrivandoci
In alto,
Giorgio
Ciaccio
davanti
alla Provincia
Regionale
di Messina
AGRIGENTO. MULTE E DENUNCE PER GLI AMANTI DEL NATURISMO
ROSA E NERO
Non c’è pace per i nudisti
Lutto in casa Barrilà
AGRIGENTO. Tempi grami per i siciliani amanti del nudismo e del
naturismo. Dopo la disavventura del turista 40enne multato con
1200 euro per aver preso il sole “in costume adamitico” su una
spiaggia di Taormina non riservata agli amanti del nude look, sono
stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico i venti nudisti che
martedì 7 agosto stavano prendendo il sole sulla spiaggia di Torre
Salsa, a Siculiana. Fra i naturalisti anche dei bambini, figli delle
persone che praticavano l'esposizione integrale al sole. I bimbi,
naturalmente, non sono stati segnalati, ma la loro presenza
aggraverebbe la posizione dei genitori, che nel frattempo hanno
ricevuto la solidarietà dell'associazione radicale “Certi diritti” e del
sindaco di Siculiana Mariella Bruno. «Non c'è nulla di male quando
si tratta di persone che prendono il sole nude in zone di spiaggia in
cui non disturbano nessuno», ha commentato il primo cittadino.
Anche in passato, a Torre Salsa, si erano registrate numerose
polemiche, con tanto di cartelli con la scritta “No al nudismo”.
Sebbene la spiaggia non sia autorizzata per il naturismo, il litorale è
da decenni una delle mete privilegiate dei nudisti siciliani. Proprio
per non rischiare di essere scambiato per un guardone o per vivere
la propria passione senza patemi, il presidente regionale
dellʼAssociazione Naturista Siciliana, Marcello Festeggiante, ha
detto addio alle spiagge frequentate da nudisti (ma anche da tanti
scambisti assetati di sesso) e ha aperto a Mazara del Vallo il primo
e unico bed and breakfast siciliano rivolto esclusivamente agli
amanti del naturismo. Frequentato da avventori di tutta Italia, e non
solo, il b&b “Physis” è una vera manna dal cielo per tutti quelli che
vogliono trascorrere le vacanze “come mamma li ha
fatti” evitando incontri spiacevoli con
esibizionisti o forze dellʼordine.
però a piedi”. Le sue ferie Giorgio, che
possiede unʼazienda di commercio di
prodotti naturali, ha deciso di trascorrerle
così. “La cosa buffa è che commercializzo
in prodotti di Palermo per Palermo, sono
un convinto sostenitore del “km zero”,
spiega mente illustra i mille e passa km da
percorrere per la sua sfida. Che nel 2011
ha affrontato in bicicletta. “Questʼanno
volevo renderla ancora più affascinante”,
spiega mentre inforca lo zaino, sul quale
sono montati due piccoli pannelli
fotovoltaici. “Servono per ricaricare lʼipad
col quale aggiorno il sito”, illustra. Dentro
lo zaino solo lʼindispensabile. “Tre paia di
calze, qualche mutanda, cinque maglietta
di cui due regalate durante il tragitto da
Palermo a qui, e la tenda, che pesa solo
900 grammi”. Mangiare e dormire?
nessun problema. “Sono vegetariano,
quindi frutta e verdura non ho problemi a
trovarla. certo, a Messina mi sono
concesso qualche granita in più, così
buona non si trova da nessuna parte. Per
dormire? Finora ho pernottato in
residence solo una notte. Due volte sono
stato ospitato da amici, unʼaltra ho
schiacciato un pisolino in spiaggia”.
Perchè, per poter percorrere i 45 km
giornalieri è necessario alzarsi alle
cinque. “E partire massimo alle cinque e
mezza”, spiega. Il suo percorso è seguito
con interesse anche dagli organizzatori
della manifestazione pugliese, “e dagli
amici del movimento 5 stelle a cui sono
iscritto. Eʼ una bellissima occasione per
incontrarli di persona”, dice Giorgio. E il
ritorno? In treno, purtroppo - conclude
affranto - sai, le ferie terminano...”
(A.C.)
MESSINA. Avrebbe compiuto 90 anni a gennaio. Ma non ce lʼha fatta ad aspettare la festa che stavano preparando per lei. Si è spenta giovedì 9 agosto, la
signora Domenica Valenti, mamma del nostro editorialista Domenico Barrilà e
nonna del nostro collaboratore Roberto Salzano. I funerali venerdì 10 alle ore
15.30 nella chiesa Stella Maris di Minissale. A Domenico, Roberto e a tutti quelli che hanno voluto bene alla signora Domenica, le condoglianze di Graziella
Lombardo, Enzo Basso, Attilio Raimondi e della redazione di Centonove.
Festa per i 105 anni a Prizzi
PALERMO. Ha festeggiato 105 anni Giuseppe Butera nato a Prizzi il 2 agosto 1907, ex impiegato Anas che ha spento le candeline con i figli Maria, Rosetta e Totino, i 6 nipoti e 5 pronipoti. Più grande di lui in Sicilia, solo il signor
Arturo Licata di Enna, anche lui nato, coincidenza vuole, lo stesso giorno del
1902 (e che ha spento 110 candeline).
E’ morta la scrittrice Chiara Palazzolo
SIRACUSA. L' horror italiano d'autore ha perso una delle firme più illustri.
Eʼ morta Chiara Palazzolo, nata a Floridia, nel Siracusano, romana d' adozione. 50 anni, sposata, figlia del filosofo e poeta Enzo Palazzolo e della
violinista Liliana Trigila - aveva ottenuto nel 2003 la nomination al Premio
Strega, con I bambini sono tornati (Piemme).
Addio alla voce storica di Radio Nicosia
MESSINA. Eʼ morta a 84 anni, a Venetico Marina, Sandra Sacco Comis
animatrice della prima radio nicosiana. Di origini venete ha vissuto a Nicosia per oltre un sessantennio.
Muore il padre di Ivano Cantello
MESSINA. SI è spento lunedi 6 agosto, a 78 anni, Antonino Cantello, padre del consigliere comunale Ivano. I funerali si sono svolti nella chiesa
della Sacra famiglia di Contesse.
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10 AGOSTO 2012
CHI SCENDE
M Pippo Isgrò
MESSINA. L'assessore tutto
fare della giunta comunale di
Messina è accusato di incoerenza. Dopo aver proclamato
solennemente di voler pedonalizzare Capo Peloro, ha disposto lʼabbattimento di un
muretto che lui stesso aveva
fatto innalzare per consentire
di parcheggiare fin sulla
spiaggia nella zona del “lanternino”
M Nino Alessi
MESSINA. La voglia di candidarsi alle regionali di autunno
ha giocato un brutto tiro al segretario provinciale Italia dei
Valori di Messina. Nel pubblicare su facebook la foto del
suo santino elettorale, ha
scritto “Consiglio regionale”.
Peccato che la Sicilia, per Statuto, non ha un Consiglio, ma
una vera e propria assemblea
parlamentare.
M Giovanni
Ardizzone
MESSINA. Nella gioia e nel tripudio delle dimissioni del
presidente della Regione, l'onorevole messinese dellʼUdc
ha fatto confusione con le date della storia. Prima ha dato
a Lombardo del “Caligola” e
poi lo ha immaginato circondato di “pretoriani da basso
impero”: due figure distanti
nel tempo oltre 300 anni.
M Gianpiero D’alia
MESSINA. Per il capogruppo
dei senatori Udc, il detto “chi
si loda sʼimbroda” non ha valore. Qualche giorno fa, infatti DʼAlia, si è autoincensato
scrivendo sul suo profilo twitter “nel 2008 siamo andati da
soli denunciando i limiti di
questo sistema. Nessuno ci
credeva, i fatti ci hanno dato
ragione”, rispondendo ad
una “follower” che accusava
il partito di “ammucchiata”.
M Peppe Grioli
MESSINA. Il segretario cittadino del Pd di Messina soccombe allʼUdc, ma per cause
estetiche. Grioli, infatti, non
ha voluto fornire una sua foto in costume da bagno per un
servizio giornalistico sapendo di non poter reggere il confronto con il fisico dellʼudicino Matteo Francilia.
10 AGOSTO 2012
primopiano
centonove
RISVOLTI. A causa della crisi, i siciliani in ferie restano a casa. Come i politici, che sono già in campagna elettorale
Vacanze, tutti... in alto mare
Chi aveva un gruzzolo da parte ha deciso di non impegnarlo per paura dei controlli dello Stato con “Gerico”.
Riscoperti i luoghi a portata di mano e il “mordi e fuggi”. La Regione costretta a bloccare il Circuito del Mito
DI DANIELE DE JOANNON
IN FERIE SIʼ, magari da tempo. Ma non
necessariamente in vacanza. Il crinale che
separa lʼestate 2011 dallʼattuale, quella
scottata dalla spending review, è tutto nella
“sedentarietà”. Perché, stando fermi, si
spende meno. E così, in Sicilia, da Messina
a Palermo, da Catania a Trapani, complici
le bellezze naturali a un passo, la casa di
città è diventata luogo di villeggiatura. E i
risultati sono sotto gli occhi di tutti. A
dettarli, uno sconsolato comunicato di
Federalberghi che, lapidariamente,
sentenzia: solo 4 su dieci potranno partire
per le vacanze. Il risultato? Esercizi
commerciali che restano aperti per
raschiare il fondo del barile o sfruttare i
turisti (la Sicilia è terza nelle preferenze) e
agenzie di viaggio che hanno battuto la
fiacca. Ma non solo per la crisi.
EFFETTO GERICO. «Il dato di chi ha
deciso di partire è perfettamente in linea
con quello italiano indicato già da
federalberghi», spiega Nazzareno Foti
dellʼAgenzia Bisazza Gangi di Messina.
Che, però, lega la poca voglia di prenotare
un viaggio anche ad altri motivi: «Al di là
della crisi, della riscoperta della casa di
villeggiatura e del turismo “mordi e fuggi”, il
problema è che, oggi, chi ha soldi da
spendere, magari raccolti in un anno,
tentenna per incertezza sul futuro e per
paura dei controlli fiscali». Una circostanza
esatta, visto lʼavvio del temibilissimo
“Gerico 2012”, il nuovo programma di
controllo delle spese predisposto
dallʼAgenzia delle entrate. «Per il resto -
conclude Foti - chi ha i denari, chi è ricco,
continua a partire. Ma, per queste persone,
poco cambia, in fondo».
VACANZE SENZA SOLDI. Da Termini
Imerese ai dipendenti ex Servirail di
Messina, passando per i precari della
Regione, gli impiegati della Formazione
professionale ai quali è terminata la Cassa
integrazione e gli operai dei Cantieri navali
di Palermo, è lungo lʼelenco di chi, in Sicilia,
associa il mese di agosto 2012 solo ed
esclusivamente al caldo. Perché il lavoro
non cʼè, o sta finendo. O, magari, si entra in
ferie senza lo stipendio. Quindi di andare in
vacanza, a meno che non si abbia una
casa di villeggiatura, proprio non se ne
parla. Ad ogni modo, chi non vuol,
“largheggiare”, qualcosa la può anche fare.
TRA BORGHI E CAMPEGGI. Escluse le
località al top, o prive di strutture ricettive
economiche o dove è improponibile anche
il prezzo di un panino, i siciliani “meno
abbienti”, per le ferie, giocano la carta dei
campeggi, diffusi in tutta lʼIsola, e del
territorio. Riscoprendo non solo le riserve
naturali regionali (sempre al top quella dello
Zingaro), ma anche il mondo offerto dai
Parchi (Etna, Madonie, Alcantara,
Nebrodi), che permettono, per le zone di
appartenenza, scampagnate rapide,
mangiando bene e pagando pochissimo.
Le vacanze economiche stanno anche
BICCHIERE MEZZO PIENO
Crollano le partenze, ma l’Isola è terza per arrivi
SECONDO I DATI di Federalberghi solo 4 italiani su 10 possono permettersi questʼanno di partire per le vacanze, “a memoria statistica non si era mai visto un
calo così generalizzato e devastante di uno dei settori che potrebbe, se opportunamente supportato, rappresentare il primo volano per la ripresa economica
del Paese” ha spiegato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Solo a
giugno le partenze hanno fatto segnare una contrazione del 21,5% (da 8,4 milioni del 2011 a 6,6 milioni) con un calo del giro di affari stimato per tutto il periodo estivo del 29,5%. Per un dato che va male, un altro, invece è positivo. La
Sicilia infatti si è piazzata al terzo posto nelle mete preferite dai turisti. A essere “regina” dellʼestate è comunque la Calabria col 12,9% di domanda nazionale rispetto al 9,7% del 2011, spalmandosi tra alberghi, altri esercizi ricettivi e seconde case. Il dato viene da un'indagine, sempre di Federalberghi, sulle vacanze
degli italiani. Seguono il Veneto col 10,7% rispetto al 7,2% del 2011, la Sicilia col
9,7% rispetto al 13% del 2011 e la Sardegna con l'8,9% rispetto al 10,2% del 2011.
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diventando lʼoccasione per riscoprire gli
antichi borghi, normalmente snobbati. Una
vera e propria manna per i comuni che
hanno aderito allʼAssociazione di categoria
e che ormai da tempo offrono servizi
completi destinati soprattutto a un turismo
più “rapido”.
CHI FA DA SEʼ.... A dimostrarlo, ad
esempio, il boom della Laguna dei Laghetti
di Marinello, in provincia di Messina,
letteralmente presa dʼassalto dai gitanti
ogni fine settimana, già da luglio. Per
accoglierli, senza traumatizzarli, gli
esercenti della zona hanno deciso una
politica dei prezzi molto soft
(un aperitivo in spiaggia si
centonove
primopiano
LA CAMPAGNA
Contro i mozziconi in
spiaggia, torna il
posacenere tascabile
e riutilizzabile della
campagna di
Marevivo. Il gadget fa
parte della quarta
edizione dellʼiniziativa
“Ma il mare non vale
una cicca?”, lanciata
dallʼassociazione
LO STUDIO
Parmigiana bye bye
IL SALUTISMO dà una mano allʼeffetto crisi. Lo comunica una nuova indagine alimentare: 6 italiani su 10 hanno
cambiato gusti e sapori sotto lʼombrellone, tradendo la canonica pasta
al forno, la parmigiana o i panini con
cotoletta e frittata con lʼinsalata di riso. Che per un cittadino su due è lʼideale. il dato emerge da uno studio
promosso dal Polli Cooking Lab, il primo Osservatorio creato dallʼomonima
azienda italiana che analizza le tendenze nazionali e internazionali sul
mondo dellʼalimentazione, condotto
su circa 1600 italiani, attraverso un
monitoraggio on line di blog, forum,
community, volto a verificare come
sono cambiate le abitudini alimentari
degli italiani per questʼestate. Per la
stragrande maggioranza dei monitorati (59%) linea e benessere sono ritenute molto importanti e solo il 16% non
ci fa caso, rispondendo che quello che
più conta sotto lʼombrellone è il relax.
Cambiano le abitudini alimentari: se i
posti (34%) e gli orari (39%) rappresentano gli aspetti secondari per 6 su
10 (61%) a variare sono gusto e sapore, mentre 1 su 2 (51%) riduce le calorie. Anche in villeggiatura gli italiani
sentono il bisogno di un regime alimentare sano ed equilibrato (54%) e i
sapori e i gusti tipicamente mediterranei (61%). Ma in Sicilia, negli accampamenti familiari in spiaggia, chi rinuncia a pasta al forno e parmigiana?
riesce a bere, guardando il promontorio di
Tindari, spendendo solo 3 euro e 50
centesimi) e si sono ingegnati, comunque,
per fare cassa a 360 gradi. Così, ad
esempio, allo storico “Pellicano” del Lido
Belvedere di Oliveri, si sono aggiunte le
imbarcazioni della flotta “Marinello” a fare la
spola tra la costa e la punta della lingua di
sabbia che ospita i Laghetti. Il prezzo?
Cinque euro andata e ritorno (che si
concorda secondo le proprie esigenze). E
se si ha fame? Nessun problema! Un
ingegnoso abitante della zona ha
trasformato la sua barca in una cucina
galleggiante dove prepara di tutto, dal
pesce alla pepata di cozze.
DISAGI E TARIFFE. Numero in
diminuzione o no, chi viene in Sicilia o va
fuori, ma anche chi decide di raggiungere
mete ambite come le Isole minori, incontra
sempre le stesse “rogne”. Un esempio è il
collegamento con le Eolie, recentemente
preso in carico da Siremar Compagnia
delle Isole, il cui call center è “esploso”
appena è stato pubblicato il numero sul sito
istituzionale e che, avendo debuttato nel
pieno della stagione, non è riuscito ad
evitare disagi. Su un altro fronte, invece,
attraversare lo Stretto di Messina è
diventato quasi proibitivo su tutti i fronti.
Dopo 3 anni, infatti, è stata ritoccata la
tariffa dal gruppo “Caronte & Tourist” con 5
euro in più (da 32 a 37 per un biglietto di
andata e ritorno in giornata), cui va
aggiunto un euro per ogni passeggero a
bordo dell'auto per l'ecopass imposto dai
Comuni di Messina e Villa San Giovanni ai
non residenti. Stessa suonata da parte di
Bluferries. Un biglietto valido giorni costa
42 euro e si arriva a 73 euro per una
validità di 90 giorni, appena un euro in
meno rispetto al costo di due biglietti di sola
andata. Anche il vettore pubblico
“Bluferries” si è subito adeguato e ha
portato il prezzo dei suoi biglietti a 36 euro
per sola andata, 42 euro per andata e
ritorno entro 3 giorni e 67 euro per andata e
ritorno entro 90 giorni. A tuonare contro i
10 AGOSTO 2012
IL CONSIGLIO
Ai fortunati che vanno
in albergo, lʼAduc
ricorda che la frase
“La direzione declina
qualsiasi
responsabilità per il
furto o il
danneggiamento dei
beni” non ha valore ai
sensi dell'articolo.
1783 del Codice Civile
rincari, Marco Falcone, deputato allʼArs
del Pdl: «Lʼaumento sconsiderato delle
tariffe dei traghetti che collegano la Sicilia
con il Continente penalizza fortemente
lʼeconomia e il turismo della nostra Isola.
Ritengo che siano ingiustificati ed
inopportuni, poiché accentuano lo
svantaggio dovuto alla nostra ʻinsularitàʼ
nella libera circolazione delle persone e
delle merci dalla Sicilia al resto dʼEuropa».
FESTE SENZA DENARI. Lʼeffetto crisi,
comunque, travolge anche la Regione.
Così, se i cittadini non possono partire per
assenza di contante, per lo stesso motivo
lʼamministrazione sta tenendo al palo tutti i
cartelloni estivi, primo fra tutti il Circuito del
Mito. Il motivo? Pur essendo finanziato con
fondi europei, la Regione non può
impiegare la quota di cofinanziamento
perché rischia di essere multata dallo Stato
per aver sforato il patto di stabilità Ed è per
questo che, pur essendo ormai agosto,
ancora nessuno spettacolo è stato messo
in scena. Il problema, comunque, riguarda
anche alcune manifestazioni passate, che
dovevano essere in pagamento già da
tempo. Ma lʼeccezionalità del 2012 non si
ferma soltanto allʼapparato burocratico
della Sicilia, ma coinvolge anche i
privilegiati per eccellenza, i deputati.
MALEDETTO VOTO! Formalmente
entreranno tutti in ferie pagate dopo aver
approvato gli ultimi disegni di legge senza
gli articoli impugnati dal commissario dello
Stato, Carmelo Aronica. Nella sostanza,
però, i novanta onorevoli dellʼArs si
preparano ad affrontare le ferie più salate
degli ultimi anni senza fare un giorno di
riposo. Perché, con le dimissioni del
presidente della Regione Raffaele
Lombardo, è iniziata la breve campagna
elettorale per il voto di fino ottobre. Quindi,
ferragosto compreso, lʼimpegno dei politici
sarà quello di tessere alleanze, stilare liste,
appoggiare questo o quel candidato e
cominciare a staccare assegni per pagare
le spese. Una “sudata” a rischio, visto che
unʼelezione non è mai scontata.
CURIOSITA’
E i ricchi non piangono
Eolie e Lampedusa fra le mete preferite da politici e vip
AD ASPETTARE Giorgio Napolitano, sullʼaffolatta banchina del
porto di Stromboli, cʼerano centinaia di isolani e turisti, che hanno accolto il presidente della Repubblica e la moglie con applausi, mazzi
di fiori per la signora Clio e anche qualche bandierina tricolore. Sbarcato alle Eolie mercoledì primo agosto, il capo dello Stato ha trascorso qualche giorno di vacanza nella più trendy fra le perle dellʼarcipelago, frequentata abitualmente dagli stilisti siciliani Dolce e
Gabbana e dalla modella Naomi Campbell, che spesso, tuttavia,
preferisce “tradire” lʼisola di Stromboli per la vicina, e altrattanto mondana, Panarea, dove è stata avvistata insieme al fidanzato russo Valadimir Doronin. E se fra gli afecionados di Panarea figurano anche la modella Stephanie Seymour, Flavio Briatore con le moglie
Elisabetta Gregoraci, il portiere Marco Storari e l'ex-ministro Ste-
fania Prestigiacomo, ha preferito fare tappa a Vulcano Elton John,
che lʼanno scorso si è fermato nella rada di Levante a bordo del suo
mega-yacht bianco. Sono invece degli habituè di Filicudi Luca Barbareschi e Giovanni Minoli, mentre lʼex ministro Giorgia Meloni
preferisce la più tranquilla Salina, dove mercoledì 8 agosto, durante la rassegna MareFestival, è stato ricordato con un omaggio musicale un altro grande amante dellʼarcipelago, Lucio Dalla. Fra i fan
delle Eolie, infine, anche tanti sportivi (Cesare Prandelli, Claudio
Ranieri), musicisti (su tutti Rod Stewart) e attori (Claudio Bisio, Pino Insegno). Sono invece vacanzieri abituali di Pantelleria lʼex commissario tecnico della nazionale di calcio inglese Fabio Capello e
lo stilista Giorgio Armani, mentre tra i tanti vip avvistati a Lampedusa figurano la cantante Alessandra Amoroso e lʼormai “di casa”
Claudio Baglioni. Da segnalare, fra i tanti vip in vacanza, anche il
dg della Juve Beppe Marotta, ospite fisso a Letojanni, Scarlett
Johansson, immortalata a Taormina, e persino la coppia più glamour dello star system, Brad Pitt e Angelina Jolie, scovati sul loro
yacht al largo di Agrigento. (M.R.)
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DAL COLLE AL MARE. Giorgio Napolitano
primopiano
10 AGOSTO 2012
centonove
MESSINA. Addio alle stagioni lunghe. Per risparmiare, in vacanza neanche un mese
PROBLEMI/1
Villeggiatura “ristretta”
Tragitti del... Cas
C’è chi ha deciso di ridurre al minimo le spese di affitto e chi, proprietario di una casa, vuole
evitare i costi dell’andata e ritorno. Ma le località fuori porta vanno comunque al collasso
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. E' una scia di costa che va da
Capo Peloro a Ortoliuzzo, attraversa tutta
Villafranca per arrivare sino a Rometta e
più. Dalle mega ville con piscina di
Mortelle a quelle di San Saba, culle estive
del “fior fiore” messinese, dai rifugi di
Tono e Rodia ai residence estivi supercomfort della media borghesia messinese
a Rometta, fino ai piccoli complessi o gli
appartamentini a Venetico e Spadafora.
L'onda lunga del boom economico degli
anni '60, a Messina, ha consentito a molti
cittadini che avevano stipato i risparmi
sotto il materasso di racimolare qualche
“gruzzoletto” per acquistare quel piccolo
spazio di paradiso dove potersi rilassare,
andare a mare, fuggire dalla morsa del
calore di una città che non era attrezzata
all'estate, far scatenare i bambini che,
tolto il freno degli impegni scolastici,
erano diventati ormai palline impazzite di
un flipper dentro casa, e anche gli
adolescenti, che sulle piazze o sui muretti
dei complessi residenziali venuti su come
funghi dagli anni '80 in poi ci passavano
serate intere in cerca dell'avventura “toga”
da raccontare all'amico al ritorno dalle
vacanze. Così fino a qualche anno fa,
Messina, già a partire da giugno, si
svuotava completamente e l'estate
durava un'eternità. Anche perchè,
soprattutto i padri, con tanto spirito di
sacrificio, si trasformavano in pendolari
della vacanza. Di questi tempi, con cicloni
di caldo soffocante tutti intrisi di mitologia
greca e storia romana che si danno il
cambio con la stessa velocità con cui si
fanno leggere le pagine dei classici, le
case al mare rappresentano oasi di
refrigerio e relax. O forse no. Perchè
cambiano i poteri d'acquisto, si
trasformano società e costumi, muta il
territorio.
A SPASSO. Il popolo della villeggiatura fuori porta
QUALCOSA È CAMBIATO. La stagione
turistica, nella più rosea delle ipotesi, inizia
il 20 luglio e finisce il 20 agosto. Un mese.
Niente di più. C'è chi si adopera per attutire
il colpo “dell'accorciamento vacanziero”,
come una struttura ricettiva di San Saba:
sconti per gruppi e vacanze “lunghe” con
prenotazione on line in modo da attirare
anche i forestieri e anche durante la bassa
stagione vista la generosità del clima
siciliano. Se il periodo di vero boom
turistico comunque non cambia (1-15
agosto), a mutare sono molti altri elementi,
come ad esempio il minor numero di case
in affitto: chi prima si concedeva il lusso di
prendere un'abitazione fuori porta, oggi
rimane a Messina, anche perchè in città si
sono moltiplicate le strutture balneari.
Dopo gli albori degli anni '60 con Mortelle,
eldorado di balneanti che arrivavano da
mezza Sicilia e anche dalla Penisola per
godere l'immensa (allora) avanguardia
rappresentata dal Lido del Tirreno, gli anni
ʻ80-'90 hanno visto il boom di stabilimenti
come il lido Spiaggia d'Oro, il Lido dei
Carabinieri o il Giardino delle Palme, tutti
Le file al casello di Villafranca
MESSINA. Al di là dei traslochi estivi
il numero dei pendolari del week end
è sempre alto. Nel 2011, a Villafranca,
sono stati più di un milione e quattrocentomila i mezzi in entrata da Messina. In particolare, nei mesi estivi, da
giugno a settembre sono stati circa
600mila i conducenti “usciti” a Villafranca. A Rometta invece il dato complessivo del 2011 è di 2.163.280 mezzi, mentre quello riguardante i mesi di
villeggiatura ha sfiorato gli 887mila.
Nei primi sei mesi del 2012 invece a
Rometta sono arrivati quasi un milione di mezzi, mentre a Villafranca più
di 600mila. Stando alle medie degli anni precedenti, i dati possono dirsi in
aumento. Questo il quadro che emerge dalle tabelle del Consorzio Autostrade Siciliano, raccolti per l'Aiscat.
Le code del fine settimana hanno gli
ormai consueti orari di punta, ma se
all'andata l'esodo si smista tra venerdì e sabato, la domenica è la giornata del rientro e delle file. Lo ha capito chi, da buon viaggiatore, è corso
ai ripari col telepass, che a volte non
basta. In occasione degli Europei, ad
esempio, le code superavano di gran
lunga il chilometro. Così alcuni pendolari hanno iniziato ad utilizzare la
mossa del lunedì mattina. Le trasferte autostradali non riguardano comunque solo il weekend. Sono infatti
in aumento i pendolari per un giornosoprattutto chi ha rinunciato all'affitto di una casa di villeggiatura. (T.C.)
comunque abbastanza lontani dal centro
città. I proprietari di case invece hanno
“allungato” sulla data del trasferimento:
giugno è oggi una chimera. Qualcuno
inizia il trasloco da luglio, ma non prima del
15. Non si rinuncia comunque per nessun
motivo allo spostamento del weekend: si
parte infatti venerdì sera o sabato mattina
e si ritorna domenica nel tardo pomeriggio,
ma c'è anche chi non disdegna il rientro
del lunedì mattina. Così, generalmente, se
almeno durante le prime settimane di
luglio, da San Saba a Rometta, si sta
SOTTO LA LENTE
Capo Peloro bifronte
La spiaggia più bella di giorno e intasata di notte
MESSINA. È il mare dei messinesi doc. Una delle zone
più panoramiche della città. Punto di congiunzione tra lo
Jonio e il Tirreno. Lo specchio d'acqua di Punta Faro rimane il “must” estivo per “buddaci” giovani e meno giovani. “Ganzirroti” e “Faroti”, ma non solo, si riversano lì, ai
piedi di quel Pilone che in notturna si illumina di giallorosso e affianca il forte ottocentesco della Torre degli Inglesi.
Quest'anno c'è “qualche” metro quadrato di spiaggia in
meno, e la soluzione prospettata dal Comune per il ripascimento della costa ha incontrato per ben due volte il “no”
della Regione. A una spiaggia accorciata fanno da contraltare tante iniziative per intrattenere balneanti e amanti della vita notturna: dai karaoke alle serate danzanti in
piazza a Torre Faro, più adatte ad un pubblico adulto e alle famiglie, ai concerti dal vivo dellʼHorcynus Orca, con un
pubblico che sei giorni alla settimana su sette invadono la
pista del lido e la spiaggia. La zona di Torre Faro ha ospitato poi, come di consueto, anche per quest'anno le iniziative, per questa edizione tutte intrise di Israele, dell'Horcynus Festival, giunto al suo decimo compleanno. E
non è finita qui. Perchè si continuerà per tutto il mese di
agosto e anche per parte di settembre. Grande spazio alla musica. Onda su onda, giorno per giorno, con la diretta
radio del programma “Operazione ammare 8.0” di Radiostreet. Come antipasto della giornata di Ferragosto (12,
13 e 14 agosto) arriverà invece il festival musicale “Ondawave”, con la rassegna che è andata avanti per tutto il
mese di luglio. L'estate tra Ganzirri e Torre Faro continuerà
fino a settembre, quando, nell'ambito del progetto con capofila la Provincia regionale, verrà promossa la riserva naturale “Laguna di Capo Peloro” attraverso incontri-dibatti-
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to, degustazioni, escursioni guidate sulle feluche e un concorso fotografico. Ma l'assalto di Capo Peloro durante la
bella stagione ha il suo rovescio della medaglia. Nonostante una tradizione ben consolidata di “movida estiva”.
Alla pulizia delle spiagge, quest'anno partita proprio da Capo Peloro, si aggiungono quelli che ormai sono stagionati e stagionali problemi: parcheggi e viabilità, su tutti. Nodi irrisolti che ogni anno puntualmente all'inizio dell'estate
fanno sentire sempre più il fiato sul collo all'amministrazione comunale. La Ztl sotto il Pilone, prima sì, poi no. Il
caos di auto e scooter, gli ingorghi stradali per uscire dalle strettoie di Torre Faro. Un solo vigile urbano di zona. E
quando arrivano a “squadra” multe a tappeto per tutti. Da
un blog della zona si fanno strada le lamentele dei residenti ad esempio sull'apertura dell'area antistante il Lanternino o ancora sui pochi controlli effettuati dalle autorità
preposte, ad esempio sulle “fogne a cielo aperto” e i liquami che inzuppano la spiaggia. (T.C.)
centonove
primopiano
10 AGOSTO 2012
PROBLEMI/2
Giudeo, ponte a rischio
Il Genio diffida, ma il Comune...
MESSINA. In spiaggia sì, ma occhio ai
torrenti. Come il Giudeo che insieme
al Mella e al Puccino è nel territorio di
San Saba, frazione della costa tirrenica messinese. Il ponte che lo attraversa, sulla statale 113, è un vero pericolo. Un guard rail sconquassato e
mai riparato dopo più di un incidente
stradale, l'asfalto ceduto anche per gli
straripamenti dell'alveo, i ferri strutturali venuti fuori dal cemento e sotto... il dirupo. Accanto al letto del torrente, vicino alla costa, abitazioni. Il
Genio Civile ha già segnalato la situazione, inserendo il Giudeo tra quei torrenti “intransitabili” e diffidando il Comune che a sua volta è passato al contrattacco per tutte le criticità segnalate dal team dell'ingegnere capo Gaetano Sciacca. Dei tratti stradali dovrebbe occuparsi l'Anas che in alcuni
punti della statale ha transennato i cedimenti, altrove, come nel caso del
ponte che attraversa il Giudeo, invece, ha lasciato in bella mostra gli
squarci. I residenti temono soprattutto l'inverno, quando al posto dell'afa
ci saranno le piogge. Questo non è l'unico problema di una zona più volte
definita di “serie b”, dove per rappezzare una frana a Calamona la popolazione ha atteso ben quattro anni. Nella vicina San Saba, più grande e popolosa, la frana nel 2008 aveva isolato villaggi e residenti. Ma i rimpalli di
responsabilità hanno solo allungato i
tempi di intervento. (T.C.)
tranquilli, durante il week end, invece, già a
partire dalla fine di giugno è rischio caos. E
il primo problema, a dirla come Paolo
Bonacelli, alias “lo zio” di Johnny
Stecchino, è il “ciaffico”.
I PROBLEMI RESTANO. Una volta prima
si facevano le strade poi le case, adesso
invece si costruisce anche laddove non
esistono infrastrutture adeguate, almeno
questa è la regola messinese. Soprattutto
le strade comprese tra San Saba e
Ortoliuzzo non sono adatte ad accogliere i
flussi estivi e nemmeno le situazioni
La spiaggia di Rodia
L’Oasi Azzurra a Santo Saba
I lidi di Mortelle in una foto d’epoca
ALTRI FRONTI
Pinne, fucile e occhiali per chi non parte. Ma anche orari dimezzati
MESSINA. “Cara estate quanto sei
cara... Meglio restare in città”. Ma a
che “prezzo” si paga il voler
risparmiarte i soldi evitando costose
partenze o affitti? Da questo punto di
vista, Messina d'estate si ritrova ad
affrontare una realtà prima d'ora quasi
ignota. Tanta, tantissima gente rimane
in città con conseguente calo di affitti
nelle classiche zone di villeggiatura e
automobili sempre più cariche di
salvagenti, materassini, sdraio e borse
frigo, tutte in trenino sulla litoranea.
Una situazione inaspettata,
conseguenza di una dicotomia fondata
sulla crisi economica e lo sviluppo di
piccole strutture balneari a due passi
dalla città. Poco meno di una decina di
anni fa a farla da padrone sul litorale
messinese era il “primogenito” Lido
dello Stretto (attuale Sottovento),
mentre oggi, da Pace a Capo Peloro, si
contano quasi una ventina di lidi
balneari, cifra frutto di una lievitazione
avvenuta negli ultimi tre-quattro anni.
d'emergenza. Un malato, su
un'ambulanza chiamata ad agire nel week
end, potrebbe vedersela abbastanza
nera. Basti pensare che gran parte delle
“strettoie” che collegano la statale 113
(teatro a luglio di un incidente mortale in
cui un'auto ha travolto un pedone) al mare
sono state realizzate praticamente
accanto ai torrenti e non possono proprio
dirsi in ottime condizioni: ovviamente, a
campeggiare, come sempre, c'è l'ormai
immancabile scritta “fine strada comunale
inizio torrente”. La folla di auto che si
Con la zona sud che cerca di darsi una
mossa ma ancora non riesce a reggere
la competizione. Gli “imprenditori della
movida in riva al mare”, nonostante le
stangate, si avvicinano alla città e così
che Messina si è attrezzata all'estate
della crisi. Strategia degna di
apprezzamento, ma se da un lato da
qualche anno a questa parte la città si
spopola sempre meno, a popolarsi
sempre di più sono le strade che
costeggiano i lidi. La “mondanità”
messinese che d'inverno invade le
strade del centro storico, d'estate si
trasferisce sulla litoranea. E i residenti
di Pace, Paradiso, Contemplazione e
via di seguito si mettano l'animo in
pace: può diventare un inferno. Code,
clacson e auto parcheggiate ovunque.
La pista ciclabile affollata dalle file dei
“messi in lista” o “col tavolo”. Il
passeggio dalle 23 in poi diventa
slalom. Pentole senza coperchi.
Servizi ed edifici, senza alcun
adeguamento alle infrastrutture. Gli
riversa in parcheggio tra San Saba e
Rodia (lo stesso vale per Venetico e
Spadafora) in più di un caso congestiona
la circolazione. L'aumento di presenze sul
territorio manda in tilt gli impianti di
depurazione, predisposti per ben altri
“ritmi” e non ancora ammodernati. A tutto
questo si aggiungono, su più di un tratto
della statale 113, cedimenti del manto, in
alcuni casi transennati, in altri lasciati così
a scaldarsi sotto il sole d'agosto. E a
novembre? Quando piove? E' inverno, si
sta a casa.
VADEMECUM
Dieci euro posson bastare
Cosa fare e dove per una giornata “low cost”
MESSINA. Dieci euro al giorno? Bastano e avanzano. Anzi, si largheggia. In tempi di crisi, e di centesimi contati in tasca, è ancora
possibile vivere lʼestate senza eccessivi sacrifici con unʼaccurata
scelta durante lʼarco della giornata. La mattina inizia col caffè. Al
bar Torino, sul corso Cavour, costa solo cinquanta centesimi, e
lascia soddisfatti palato e tasche. Per chi sono si accontenta del caffè, o preferisce una colazione a
mattinata avanzata che sostituisca anche il
pranzo, è d'obbligo la granita. Il bar Arrigo, allʼinizio di viale Regina Elena, la granita con tanto
di brioche la vende a un euro netto, con un rapporto prezzo/qualità difficilmente battibile. Per i
più tradizionalisti, irrinunciabile la sosta alla “lapa”
del tedesco, sul viale Annunziata basso, ma il prezzo praticamente raddoppia. Il budget di dieci euro giornalieri esclude automaticamente che il bagno lo si possa fare in un lido. Poco male, la riviera nord è piena di spiagge libere. Tra e cannoni di Pace e santʼAgata, lʼarenile è più basso rispetto alla strada, motivo per cui la spiaggia è poco affollata e a tenerla pulita ci pensano i residenti. Attraversando la strada, il tabacchino consente di rifocillarsi con birra da
33 cl e acqua da un litro e mezzo a un euro. Chi non se
la sente di arrivare in ristrettezze alimentari fino a
cena può optare per un gelato, che da queste parti raramente supera lʼeuro e 50. Di sera, le opzioni
low cost sono due. Lʼimmancabile focaccia (mezzo
kg placa qualsiasi appetito e costa sui quattro euro) o un aperitivo con nutriti stuzzichini:
al Catalani, di fronte alla chiesa, un cocktail costa cinque euro ed è degnamente accompagnato da stuzzichini. E la sera? Ingresso gratuito e ottima musica live al lido Horcinus orca. (A.C.)
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orari notturni di punta sono un rischio
anche per eventuali soccorsi. E se da
un punto dfi vista la notte messinese
mette sotto assedio la litoranea,
mattine e pomeriggi di chi resta in città
si vivono tra mare e passeggiate per
negozi. Gli esercizi commerciali, infatti,
non vanno in vacanza. E se ci vanno lo
fanno per un arco di tempo molto
minore rispetto al passato. Sul viale
San Martino, la via Garibaldi e il corso
Cavour sono poco più di una decina le
saracinesche che espongono il cartello
“chiuso per ferie”. Si preferisce restare
aperti nella speranza che i messinesi
rimasti in città facciano acquisti,
soprattutto adesso che è periodo di
sconti. Vacanze ridotte anche per
rosticcerie e panifici. Uno tra i più
rinomati della via Garibaldi dal 10 luglio
è aperto solo la mattina, ma non
chiuderà per tutto il mese di agosto.
C'è ancora chi ha preso le ferie a luglio
o chi si concederà solo i giorni a
cavallo di Ferragosto. (T.C.)
MOBILITAʼ. Auto, pulmann o treno?
Come spostarsi d'estate in queste
condizioni? I comodisti scelgono sempre
il mezzo privato per le trasferte,
soprattutto se si tratta del week end. E se
per quest'anno sulla benzina c'è lo
“sconto”, si paga invece a caro prezzo
sia pedaggio autostradale (a Villafranca,
poi, come brucia quell'euro e venti) che
code (nei fine settimana di luglio hanno
sfiorato anche i due chilometri). Ma c'è
chi fa il “pendolo-appiedato” e quindi via
coi mezzi pubblici che, nonostante tutto,
offrono un fresco ventaglio di possibilità a
prezzi anche contenuti. Un treno quasi
ogni ora da Messina a Rometta, 15
minuti di tratta alla modica cifra di 2,85
che viaggia dalle 5 del mattino alle 21 di
sera, la situazione si complica però nel
week end e la domenica. Poi ci sono bus
e pulmann. Per arrivare fino a Ponte
Gallo. Criticità d'azienda a parte, l'Atm
dal 2 luglio ha in vigore tre linee che
cercano di adeguarsi alle esigenze
estive: 81R, 81A20 e 81/. Le corse
iniziano tutte di buon mattino a partire
dalle 5. Il primo fa una corsa ogni due ore
fino alle 17,30, il secondo una all'ora fino
alle 21, il terzo una corsa ogni ora e
mezza fino alle 21,40, quest'ultimo però
già a luglio era stato messo ko da una
pietrata sul parabrezza. Per arrivare fino
a Rometta. e oltre, c'è poi l'Ast che offre
anche vantaggi in abbonamento. La
soluzione migliore? Scervellarsi coi conti
per godersi un po' d'estate.
primopiano
10 AGOSTO 2012
FORCHETTA VS PISCINA. Pippo Trischitta e Giuseppe Melazzo
FISICO DA SPIAGGIA... Matteo Francilia
...E DA SEDIA SDRAIO. Ivano Cantello e Nello Pergolizzi
MESSINA. Il clima di austerità colpisce i consiglieri comunali. Ecco le mete
Tipi da spiaggia...sotto casa
Saglimbeni e Trischitta annullano i viaggi all’estero, per Greco e Pergolizzi
è campagna elettorale, Restuccia teme uno “Schettino” in plancia. E rinuncia alla crociera
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. La volontà cʼera tutta, poi la
crisi ha frenato gli entusiasmi, e la
campagna elettorale appena iniziata per le
regionali ha sferrato la mazzata finale alle
voglie di evasione dei consiglieri comunali
messinesi. Anno nero, il 2012, per i forzati
del viaggio estivo “fuori porta”. Chi lʼaveva
programmato, infatti, è stato costretto a
rinviarlo sine die. Paolo Saglimbeni del
Pd, per esempio. Che aveva intenzione di
andare a trovare amici a genova e poi, da
lì, volare fino a Barcellona: “400 euro per
cinque giorni più il volo...una pacchia. E
invece mi sa che perderò anche i soldi”, ha
spiegato affranto, dopo aver dovuto
rivedere i suoi piani che comunque
prevedono una sostanziosa settimana di
relax a Novara di Sicilia. “ʻo friscu”,
aggiunge Saglimbeni. Il vicepresidente del
consiglio Pippo Trischitta, le sue ferie le
aveva organizzate in grande: quindici
giorni in Austria, vanificati dalla
candidatura alle regionali, tra le file di Fli,
della moglie Annalisa Villari. Poco male;
la famiglia Trischitta, ormai immersa fino al
collo nellʼagone politico, troverà conforto
prima a Giardini, e poi a santo Stefano di
Camastra. “Per la campagna elettorale sui
Nebrodi”, specifica Trischitta. Allʼestremo
centonove
confine messinese, Trischitta troverà Ivano
Cantello e Nello Pergolizzi, il primo
adepto di Cateno De Luca, il secondo
impegnato anchʼesso in campagna
elettorale e per di più con Fli, nella villa di
famiglia della moglie di Cantello a Caronia.
Una capatina a Rometta, comunque,
Pergolizzi non se la farà mancare. Chi
invece è inamovibile è Giuseppe Melazzo
(Udc). “Da quando sono nato passo le mie
vacanze a Taormina, non mi serve
nientʼaltro”, ha spiegato perentorio. Chi
salpava verso località esotiche era Nino
Restuccia, che per anni non sʼè fatto
mancare una crociera. Voci di corridoio,
però, raccontano di un ripensamento
dovuto alla vicenda della Costa Concordia.
E dalla paura di incontrare un altro capitano
Schettino in plancia. Chi ha scelto il rifugio
della casa a mare, in genere, ha preferito la
riviera tirrenica. Antonio Fazio si dividerà
tra Rodia e Furnari, Nino Carreri farà
tappa a Venetico, Mimmo Guerrera si
fermerà a Casabianca “dedicandomi alla
cucina, senza sentire ragioni”, specifica
agguerritissimo. Una scelta che farebbe
felice Pippo Capurro, che le sue ferie ha
dichiarato di volerle passare in giro per
sagre. Chi abbandonerà lʼuscio di casa è il
neo capogruppo Udc Enzo Messina, che
salperà verso Pollara, a Salina. Marcello
Greco, quando non sarà impegnato in
campagna elettorale, farà “casa e putia” nel
suo agriturismo di Montalbano, dal quale
farà ciao con la manina a Nino barone,
che ogni estate torna al borgo natio di san
Salvatore di Fitalia. Chi le sue vacanze le
ha già impegnate è Felice Calabrò, reduce
da dieci giorni a Courmayeur, in valle
dʼAosta. E gli assessori? Poca roba. Una
settimana a Stromboli per Giorgio
Muscolino, vacanze condizionate dal
pargolo e dagli impegni elettorali per
Pinuccio Puglisi. E il sindaco Giuseppe
Buzzanca? Toglietegli tutto, ma non
lʼestate a Portorosa.
PALAZZO DEI LEONI
Tutti in...Provincia
Ferie dietro l’angolo per molti. Tranne Grioli che...
MESSINA. “Dopo le ultime sedute “roventi” i consiglieri provinciali cercano un po' di ristoro dal clima “torrido” dell'aula
consiliare di Palazzo dei Leoni. E così tutti in vacanza. Forse. Maurizio Palermo di Idv rinfrescherà mente e corpo sul
mare di Tonnarella, concedendosi il lusso di un week end a
mollo su uno specchio d'acqua incuneato tra il santuario di
Tindari e Capo Milazzo. Niente lido, rigorosamente spiaggia pubblica. Avrà come “vicina di casa” Rosy Danzino del
Mpa, da anni habituè a Portorosa. “Farò una capatina alle
Isole Eolie, come ogni estate, ma solo in quelle meno affollate”. Le “eremitiche” Alicudi e Filicudi? No! Il mare a cinque
vele di Salina e la frazione da film di Pollara. Rimarrà nella
“sua” Patti Luigi Gullo, del Pd. “Non mi sposto nemmeno a
cannonate” ha detto. Giuseppe Grioli è uno dei pochi che
invece abbandonerà i lidi italiani per volare in Polonia. Nessuna “perversione turistica”, il coordinatore cittadino del Pd
è un tipo casa e chiesa. Dal 23 al 31 agosto, con tanto di
bebè, andrà a trovare i suoceri a Bialapodlaska, concedendosi un piccola tappa culturale a Varsavia. Il “compagno” di
partito Pippo Rao rimarrà invece nel messinese per tutta
l'estate, godendosi l'amata riviera nord della città, tra una
trasferta di lavoro a Milazzo e l'altra, sarà anche possibile
vederlo passeggiare nei pressi del “Baretto” o a mare al Pilone. Marco Vicari, dell'Udc, che qualche scorcio di bella
vita, almeno durante il fine settimana, l'ha già vissuto bazzicando anche lui a Portorosa, non vuole programmare nulla, la sua vacanza, ha detto, sarà “last second”. Il collega
Matteo Francilia, invece continuerà a solcare in corsa, il
lungomare di Furci siculo, specie in notturna. “Spiagge,
spiagge in cerca di voti” sarà, invece, un altro centrista, Rosario Sidoti. “Sono in campagna elettorale, nessuna va-
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canza per me” conferma tra un mezzo sorriso e un broncio.
Sempre all'interno del partito dello scudo crociato non lascerà il paese di residenza il consigliere Biagio Bonfiglio,
che passerà a Giampilieri gli ultimi giorni delle sue ferie da
medico. Idem per Pippo Lombardo di Sicilia Vera, che con
moglie e gemelline al seguito, non si muoverà da Roccalumera. Vuole tutti i parenti attorno a se, Roberto Cerreti, capogruppo di Mli, che passerà a San Giorgio di Gioiosa anche quest'estate. “Ho affittato una casa vicino alla mia per i
miei parenti, ogni tanto andremo in barca ai laghetti di Marinello”. Francesco Rella di Gdl sarà sicuramente in città
per la processione della Vara, ma non esclude una traversata alle Isole Eolie o un viaggetto in Puglia. Il consigliere di
Forza Azzurri, Massimo De Domenico, quest'anno, risentendo della crisi, ha dovuto rinunciare alla vacanza “in” a Vulcano, ma ogni week end si disseta con frutta fresca spaparanzato sulla spiaggia di Mulinello, vicino a Tono. D'altronde la classe non è acqua. D'estate, è anguria. (T.C.)
Politica
10 AGOSTO 2012
SVOLTE. Berlusconi decide di candidare il suo ex pupillo. Per riunire il centrodestra
Miccichè, la rivincita
Il leader di Grande Sud sarebbe stato favorito a Roberto Lagalla per evitare alleanze con il Nuovo
Polo. Pressing romano sul coordinatore del Pdl Castiglione. Maira e Leontini prendono tempo
DI DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Vertici a Roma, vertici a
Palermo, riunioni fiume tra i possibili
alleati. A poche ore dalla saldatura tra Pd e
Udc nel nome di Rosario Crocetta, il Pdl
si prepara a lanciare lʼennesimo candidato
non di bandiera alla presidenza della
Regiona: Gianfranco Miccichè. Che,
salvo sorprese, correrà per Palazzo
dʼOrleans. Silvio Berlusconi lo avrebbe
deciso da due settimane, affidando al
segretario Angelino Alfano il compito di
costruirgli attorno l'alleanza.
RIUNIONI PARALLELE. Parallelamente
agli incontrti romani in via dellʼUmiltà con
Alfano si sono svolti più e più vertici
regionali. Come quello tra i deputati che
fanno capo allʼalleanza moderata dei
capogruppo allʼArs del Pdl e del Pid,
Innocenzo Leontini e Rudy Maira. I
quali, in nome di una larga intesa si erano
schierati per le primarie. In assenza delle
quali avevano già scelto proprio Leontini
come candidato. Lʼarea dei moderati, però,
ha deciso di non decidere ancora. Quindi il
vertice previsto tra Saverio Romano
(leader nazionale del Pid) e Alfano sarà
solo interlocutorio. Ma nel centrodestra i
tasselli del puzzle sono tanti.
PERCHEʼ MICCICHEʼ. Di presidenti
della Regione, il Pdl non ne ha mai avuti,
almeno eletti direttamente. Solo
Giuseppe Provenzano andò a Palazzo
dʼOrleans nel 1996. Ma cʼera Forza Italia
e un altro sistema elettorale. La scelta di
candidare Miccichè è “obbligata” per due
motivi: il primo riguarda proprio lʼex Mr 61
a zero, che negli ultimi tempi ha fatto
incontri a 360°, lʼultimo dei quali con
Gianfranco Fini. E una alleanza con i
futuristi e lʼMpa sarebbe stata
dannosissima per il Pdl, come anche un
appoggio alla candidatura di Crocetta; il
secondo si lega, invece, a un
MANO TESA. Gianfranco Miccichè
RITORNI DI FIAMMA. Nello Musumeci
personaggio di “sangue Pdl”, che ha
carisma e popolarità e può riunire tutte le
anime disperse, ricompattando una
coalizione che ha perso pezzi nel giro di
cinque anni. E Grande Sud di Miccichè è
uno di questi.
ROSPI DA INGOIARE. Il ritorno del
“figliol prodigo”, se prenderà forma,
dovrà essere ingoiato a forza da tanti. In
primis dal presidente dellʼArs Francesco
Cascio, al quale non sarebbe dispiaciuto
correre sostenuto da unʼampia
coalizione. E poi cʼè Giuseppe
Castiglione, il co-coordinatore regionale
del Pdl che era pronto a “immolarsi” e
che, nel 2006 e nel 2008, aveva negato
la candidatura a Miccichè a presidente,
favorendo prima Totò Cuffaro e poi
Raffaele Lombardo. E mastica amaro
anche il suo collega Mimmo Nania, che
centonove
IN FERMENTO
I ribelli di Generazione 30
I giovani chiedono spazio in lista
Generazione 30 (che raccoglie i giovani amministratori del Pdl) scende in
campo e chiede spazio. Con una nota,
il coordinamento regionale assicura
che verrà messa “in prima linea la faccia di tanti giovani amministratori. “Lo
facciamo con la consapevolezza che
chi ci ha preceduto ha lasciato solo
macerie e che tenta con ogni mezzo di
conservare fette di potere”. Per questo, G30 mette a disposizione i propri
uomini “da candidare senza chiedere
posizioni di comodo, ma solo chiedendo regole di concorrenzialità interne”. “Siamo stanchi di liste fatte su
misura per fare eleggere qualche deputato uscente. Non abbiamo paura
della competizione, ma non vogliamo
gareggiare in una competizione dopata. Ed è tempo che chi ha servito il nostro partito lasci i dovuti spazi a quanti ambiscono a portare il proprio contributo dentro le istituzioni”. Spiega il
coordinatore provinciale di Messina,
Giuseppe Alessi: «Il prossimo fine settimana incontreremo il Angelino Alfano, per rapportare la nostra posizione
in vista delle regionali, chiedendo che
la svolta parta dalla composizione delle liste». (D.D.J.)
voleva proporre lʼex nemico Nello
Musumeci. Il quale, però, avrà un ruolo
di primo piano nella tornata elettorale.
Lʼultimo rospo, infine, lo ingoia il rettore di
Palermo, Roberto Lagalla (già
assessore regionale), che è stato messo
da parte alla luce dei sondaggi. Il compito
di Alfano, adesso, sarà quello di
convincere gli scontenti, compreso un
altro leader che non dimentica gli strappi
di Miccichè, il senatore Pino Firrarello.
REBUS DATA. Intanto, la data delle
elezioni rimane nel limbo. L'ipotesi del 7
ottobre, caldeggiata da una parte degli
alleati che sostengono il governo di
Raffaele Lombardo, appare complicata in
una fase in cui i partiti dialogano alla
ricerca d'intese. Più realistica sembra
quella del 28 ottobre. La giunta deciderà
nei prossimi giorni. (D.D.J.)
EPILOGHI
E l’Ars saluta e rinvia
La discussione sui rifiuti impugnati il 5 settembre
PALERMO. Palazzo dei Normanni chiude i battenti. L'Ars ha approvato due ordini del giorno con i quali impegna il governo a promulgare le leggi sul quoziente familiare e sulle pari opportunità tra
uomo e donna senza le parti impugnate dal commissario dello Stato. Finisce in un binario morto invece il ddl sulla ricerca sanitaria,
approvatio dall'Ars e impugnato per intero dal commissario per
mancanza di copertura finanziaria. L'ordine del giorno sulla legge
dei rifiuti, anche questa in parte impugnata dal commissario, invece sarà trattato in aula il 5 settembre alle 10, “in una apposita
seduta tecnica”, ha detto il presidente Francesco Cascio. Il Commissario dello Stato Carmelo Aronica aveva detto stop a quattro
degli otto disegni di legge approvati il 30 luglio. Del provvedimento che modifica la gestione dei rifiuti è stato impugnato il comma
6 lett. b dell'art. 1, i punti 2 e 3, lett. d e lett. e, e agli articoli 3 e 4.
Il ddl sul quoziente familiare è stato impugnato all'art. 2, comma
4. Il testo sulla promozione della ricerca sanitaria è stato integralmente impugnato; mentre il ddl che istituisce la Commissione regionale per le pari opportunità è stato impugnato all'art. 3, comma
5. Parallelamente, in commissione Affari Istituzionali, nulla di fatto per il dispositivo che avrebbe dovuto bloccare le nomine del governo fino al voto (l'ultima è quella di Corrado Rindone, che lavorerà per lʼassessore Andrea Vecchio in materia di traffico). La
seduta, prevista per giovedì mattina e rinviata dal presidente Riccardo Minardo (Mpa) a conclusione dell'aula, è stata sciolta per
mancanza del numero legale. Ultimo giorno anche per due vecchie denominazioni di altrettanti gruppi parlamentari. A cambiare
il nome sono quelli di Udc e Fli. A comunicarlo è stato il presidente Cascio, che non ha trattenuto il suo evidente stupore. L'Udc assume la denominazione di "Unione dei democratici cristiani ed dei
democratici di centro-Udc Unione di centro, Fli quella di “Futuro e
liberta” per l'Italia, Nuovo polo per la Sicilia”.
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L’IMPUGNATORE. Carmelo Aronica
Politica
CASINISTA. Gianpiero D’Alia
10 AGOSTO 2012
LA CALAMITA. Rosario Crocetta
GIRAVOLTE. L’Udc apre alla candidatura dell’eurodeputato, tumulando le consultazioni
Crocetta sulle primarie
Gianpiero D’Alia fa un passo indietro, rinunciando a Palazzo d’Orleans e aprendo un’ipotesi
di ticket. Con l’accordo, il leader centrista taglia fuori i dirigenti del Pd. Che esultano lo stesso
PALERMO. Primarie “tumulate”, Partito
democratico esautorato, candidature
autonome che diventano politiche: in un
sol colpo, Giampiero DʼAlia, leader
regionale centrista, è riuscito a fare tutto
questo. È bastato soltanto “fare un passo
indietro”, rinunciando alla pretesa di
essere lʼuomo che avrebbe rappresentato
una coalizione Pd-Udc nella corsa per
Palazzo dʼOrleans, per abbracciare
Rosario Crocetta. Che diventa,
implicitamente, leader dei democratici
isolani e non più candidato outsider.
IL TICKET INVERSO. Quando ancora
Raffaele Lombardo non si era dimesso,
Francantonio Genovese, ex segretario
regionale del Pd e artefice del patto che
avrebbe dovuto lanciare DʼAlia alla
presidenza, aveva provato ad arginare la
candidatura di Rosario Crocetta, che per
fare un passo indietro avrebbe voluto le
primarie aborrite dal centrista, con lʼidea di
un ticket nella corsa alla poltrona di
governatore che avrebbe dovuto vedere
lʼex sindaco di Gela (e attuale deputato
europeo) come vicepresidente. Adesso,
vista la posizione ferma di Crocetta, i
termini del discorso si sono praticamente
invertiti. Ed è stato lo stesso DʼAlia a
esprimere apprezzamento per “Crocetta
presidente”, riservando al suo partito la
poltrona numero due con un eventuale
ticket. Di cui, però, ancora non si parla.
IL PD SICILIANO ESAUTORATO.
Lʼaccordo? Probabilmente andrà in porto.
A confermarlo, in fondo, la successione
delle dichiarazioni dei due protagonisti. Il
primo a parlare, sul suo sito, era stato
Crocetta il 7 agosto: “Ho letto con
centonove
interesse le dichiarazioni di DʼAlia, che
pone come elementi centrali per il futuro
governo dellʼIsola il risanamento
economico e finanziario della Regione, un
patto per la crescita e lʼoccupazione e il
contrasto a ogni forma di illegalità. Ritengo
che su questi punti possa essere trovata
una reale convergenza per il bene della
nostra Regione. Faccio quindi appello al
senso di responsabilità dellʼUdc siciliana,
che ha intrapreso in questi anni un
percorso di discontinuità, affinché si arrivi
alla costruzione di una proposta comune di
cambiamento per la Sicilia”. Detto fatto.
Perché lʼ8 agosto, DAlia dichiarava: «Nei
prossimi giorni proporrò agli organi del mio
partito di sostenere la candidatura di
Crocetta a presidente della Regione
siciliana. Con lui possiamo stringere un
patto civico. Abbiamo incontrato Rosario
Crocetta che ci ha illustrato le sue opinioni
sul futuro della Sicilia. Ha letto e
apprezzato il programma del mio partito.
La possibilità di stringere un patto civico
con Crocetta nell'interesse della Sicilia ci
sembra concreta e siamo convinti che
anche il Pd potrà condividere questa
nostra opinione». E i democratici?
Esautorati di fatto da Crocetta e DʼAlia,
esultano tutti: dallʼarea Innovazioni di
Genovese, Nino Papania e Salvatore
Cardinale (al corrente di tutto, dopo
lʼincontro di Crocetta con il loro leader
Fioroni), ai lettiani rappresentati da Angelo
Argento, da Enzo Bianco (che lancia un
appello allʼunità) ai deputati regionali
Roberto De Benedictis, Concetta Raia e
Baldo Gucciardi e allʼesponente alla
Camera, Giuseppe Berretta.
PRIMARIE ADDIO. A questo punto, il
centrosinistra può dire addio alle
consultazioni per scegliere il candidato.
Quelle che Crocetta avrebbe accettato
quando ancora era in corsa “solitaria” e
non era disposto ad accettare accordi
presi nei palazzi A questo punto, a fare la
differenza tra il patto che vedeva DʼAlia
candidato e lʼintesa attuale con lʼUdc
starebbe solo nella sua persona e nel
riconoscimento che, ormai, i democratici
devono dare al valore della proposta che
porta. Che, in ogni caso, prevede alcune
regole tassative in merito alla selezione dei
candidati e alle modalità con cui sviluppare
la campagna elettorale. Resta da vedere
se il programma dei primi cento giorni, già
presentato, subirà qualche variazione.
E LOMBARDO? Ultimo nodo formale da
risolvere, la voce che vede Crocetta nelle
simpatie del presidente dimissionario
della Regione. Che verrà utilizzata dai
detrattori per mostrare agli elettori il
cortocircuito nel centrosinistra.
ALTRI FRONTI
Idv corteggia Borsellino
Sconfitta da Cuffaro nel 2006, potrebbe dire sì
DI NUOVO IN CAMPOA? Rita Borsellino
PALERMO. A Enzo Bianco, che invoca lʼunità del centrosinistra
nel nome di Rosario Crocetta, risponde brutalmente Italia dei Valori per bocca di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e simbolo
della vittoria sugli accordi tra partiti: «Il sostegno dell'Udc a Crocetta come candidato alla presidenza della Regione? Mi sembra sia la
conferma dell'assoluta continuità con il cuffarismo e il lombardismo.
La Sicilia - ha avvertito - ha bisogno di discontinuità». Ma da dove
passerebbe la discontinuità per Italia dei Valori, che ancora non ha
espresso un suo candidato per Palazzo dʼOrleans. Un asso nella
manica, per creare un ulteriore cortoircuito nella compagine antimafia che popola il centrosinistra, potrebbe essere Rita Borsellino. Nei giorni scorsi, lʼeuroparlamentare eletta con il Pd, già sconfitta alle primarie per sindaco di Palermo, è tornata alla ribalta con
pagina 12
un appello al centrosinistra, che “deve ritrovare al più presto lʼunità
e il dialogo con quel popolo che da più di dieci anni chiede con forza unʼalternativa alle fallimentari esperienze dei governi di Cuffaro
e Lombardo”. “Le divisioni e i personalismi - ha aggiunto - sono uno
schiaffo alle gravissime difficoltà in cui versano la Sicilia e i siciliani, oltre a rappresentare il miglior modo per riconsegnare lʼIsola a
quelle forze che lʼhanno ridotta in queste drammatiche condizioni.
Per questo, è necessario concentrarsi su un progetto e su personalità che sappiano interpretare le istanze di cambiamento che provengono dal territorio». Se Rita Borsellino non dovesse accettare
la candidatura, Idv punterà su Fabio Giambrone, senatore e coordinatore regionale dei dipietristi. E se nessuna notizia arriva dai grillini, Claudio Fava (Sel) giorni fa, lancia un appello: “Credo che molti dirigenti, amministratori ed elettori siciliani del Pd vivano in queste ore con grande disagio l'accordo elettorale con l'Udc. A loro mi
rivolgo per costruire insieme un percorso che affranchi finalmente
la politica siciliana dall'esperienza recente ed infelice dei governi
Cuffaro e Lombardo”.
centonove
Politica
10 AGOSTO 2012
A TU PER TU. Le strategie del leader siciliano di Futuro e Libertà in vista del voto
Briguglio punta al 20%
«La nostra alleanza con il Movimento per l’Autonomia non è barattabile. Lombardo viene
trattato come un appestato e non lo merita. Sarò capolista per recuperare il rapporto con gli elettori»
MESSINA. Una cena con Giovanni
Pistorio (capogruppo del Mpa al
Senato), un pranzo con Rosario
Crocetta (candidato alla presidenza
della Regione), le telefonate di Nino Lo
Presti, Livio Marrocco e Alessandrò
Arico (tutti deputati regionali) e una serie
di tweet ben calibrati sullʼevento del
giorno: lʼabbraccio dellʼUdc a Crocetta
(«Allora, io ho mostrato apprezzamento,
tu ti inserisci nella scia mentre Livio parla
bene di Gianfranco Miccichè»). Unʼora
di intervista con Carmelo Briguglio,
coordinatore regionale di Fli, passa così.
Col contrappunto di summit da
organizzare, telefonate di colleghi
quotidianisti, squilli e messaggi dei
deputati siciliani che vogliono sapere
come muoversi.
Allora, Briguglio, questa intesa tra
Crocetta e DʼAlia?
«In prospettiva, poteva essere un
elemento positivo. Posto che noi, come
Futuro e Libertà e come Mpa, due
candidature in campo, ovvero lʼamico
Fabio Granata e Massimo Russo, le
abbiamo già. Due persone che, come
candidati, esprimono valori molto comuni
a quelli di Crocetta. Che non vorrei
facesse la fine di Massimo Costa alle
amministrative di Palermo».
Crocetta potrebbe riunire un poʼ tutti.
Ma voi di Fli avete il “problema” di
Raffaele Lombardo, col quale
nessuno si vuole alleare, neanche
fosse un “appestato”.
«Beh, Lombardo è lʼunico “appestato”
che non merita questo giudizio negativo.
Alla fine, contravvenendo alle previsioni
di altri, si è dimesso. Mentre osservo che
né Vendola, né Formigoni, né Errani,
indagati o rinviati a giudizio, hanno tolto il
disturbo. Lombardo, invece, con la sua
scelta ha favorito il processo di
rinnovamento che passa per le elezioni.
Questo è un dato di fatto. Inoltre, il
Movimento per le Autonomie per noi è un
alleato strategico, oggi come domani.
Non è una zavorra, ed esprime un valore
TRA CELLULARE E TWITTER. Carmelo Briguglio
che si è visto anche in occasione della
mobilitazione organizzata quando cʼè
stato il falso default, o, per meglio dire, il
“default di Stato”. Credo che sia una
forza consistente che insieme a noi può
diventare la prima forza politica della
Regione con il 20% dei voti. E poi, se un
soggetto politico partecipa e pesa ,lo
decidono gli elettori. Lʼalleanza Fli-Mpa,
insomma, si compra in blocco».
E se cadessero i veti?
«Allora Crocetta potrebbe diventare la
spinta per la rifondazione del terzo polo,
che nacque con Udc e Api. I soggetti che
lo componevano, però, sono troppo forti.
Per questo è difficile metterli insieme. Ad
ogni modo, con Crocetta in posizione
ancora autonoma e non di partito il
dialogo era sicuramente più facile. Ma il
fatto che lʼUdc e il Pd abbiano ripiegato
su di lui pone la questione su un piano
più politico. Ripeto: non abbiamo alcun
pregiudizio, così come non ci fu per Rita
Borsellino in occasione della
sindacatura di Palermo. Apprezziamo la
persona Crocetta e i valori che trasfonde
nellʼazione politca. Ma, ripeto, Pd e Udc
lo stanno amorevolmente
accompagnando in un vicolo cieco».
Cambiando orizzonte: Fli potrebbe
appoggiare un candidato del fronte
opposto a Crocetta?
«Non ci sono le condizioni per votare un
uomo del Pdl».
E uno appoggiato dal Popolo delle
Libertà ma di altro partito?
«Abbiamo avuto contatti con Gianfranco
Micciché, che è una personalità
attraversata da molte contraddizioni,
compreso il fatto che non cʼè stato un
distacco reale dal mondo berlusconiano.
Però si tratta di un uomo che ha una
notevole carica umana. Certamente non
esprime i nostri valori, ma ha una linea
autonomista di tutela del mezzogiorno
che ha cercato di perseguire. Ci siamo
incontrati ai tempi del Pdl Sicilia, e penso
che abbia fatto un errore ad allontanarsi
da quella esperienza».
Fotografando questo momento, con
che percentuale potrebbe salire un
presidente e quale sarà la massima
tributata a una coalizione?
«Riguardo al primo punto, il governatore
sarà eletto con il 35%. Riguardo ai partiti,
noi, grazie anche ai Liberali e, penso, a
Mps di Riccardo Savona, potremmo
superare il 20%».
Fli farà lista unica con gli altri, o andrà
da solo?
«Abbiamo affrontato elezioni superando
variamente gli sbarramenti. Riguardo alle
modalità, se da soli o insieme agli alleati,
decideremo in queste ore. È probabile
che nascano due liste».
Perché ha deciso di candidarsi
capolista a Messina?
«È arrivato il momento che ci si
sottoponga il giudizio popolare. Credo
che la preferenza sia il confronto diretto
che poi paga e rinnova realmente la
politica. Insieme a me, ci saranno Pippo
Currenti, Nuccio Ricciardello,
Giuseppe Laface, Nello Pergolizzi,
Daniele Tranchida, Teresa Pino, Biagio
Gugliotta e Annalisa Villari. Su dodici
candidati, quattro dovranno essere
donne».
Perché ha posto il veto sulla nomina
ad assessore regionale dellʼex
sindaco di SantʼAlessio Siculo,
Giovanni Foti?
«Nessun veto. Semplicemente, una
delega come quella alle Autonomie, che
è fondamentale per le prossime elezioni
ed è stata tenuta da una persona di
grande spessore come Caterina
Chinnici, doveva essere affidata con
maggiore attenzione». (D.D.J.)
IN MARCIA
Sturzo fa tappa a Messina
Italiani Liberi e Forti a Palazzo dei Leoni e Milazzo
LIBERO E FORTE. Gaspare Sturzo
MESSINA. Ha già lanciato un appello ai siciliani, sottoscritto quindici impegni “di buon governo per una società responsabile e solidale” e con il suo “italiani Liberi e Forti” sta facendo tappa nelle
città dellʼIsola per promuovere la sua candidatura a presidente
della Regione. Si tratta di Gaspare Sturzo, che non ha fatto politica prima ma la politica la ha nel sangue, visto che è pronipote di
Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare. Sturzo, nei giorni
scorsi, è stato a Messina, a Palazzo dei Leoni, per presentarsi alla città e al possibile elettorato: “In Sicilia non ci sarà sviluppo se
la pubblica amministrazione non sarà al servizio del cittadino e
dell'impresa privata per realizzare progetti legittimi. Se manca l'impresa privata, manca il combustibile per lo sviluppo”. Sturzo, che
boccia la vecchia politica dei partiti e chi ha governato fino ad ora,
pagina 13
a Messina non si è limitato a questo. A Milazzo, infatti, era allʼincontro tra i rappresentanti del Comitato costituente aperto ad amici e simpatizzanti di “Italiani Liberi e Forti”, organizzato dal responsabile provinciale di Messina, Rosario Terranova, e il promotore nel mamertino, Andrea Nastasi. Magistrato ordinario, già
componente della Direzione Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, Gaspare Sturzo ha coordinato numerose indagini in tema di corruzione, riciclaggio e contrasto alla gestione
mafiosa degli appalti, facendo parte del "pool antimafia". Già Presidente vicario del Tribunale di Tivoli, esperto giuridico presso il
Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato consigliere giuridico dell'Alto Commissario Anticorruzione. Attualmente ricopre il ruolo di esperto giuridico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Inoltre, è presidente del Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo. Lʼaspirante
alla presidenza della Regione ha anche insegnato Diritto penale
del lavoro presso la Lumsa (Libera Università Maria Santissima
Assunta di Roma).
Politica
10 AGOSTO 2012
RIVOLUZIONI. La Regione si prepara a mandare in pensione le strutture multifunzionali
Lavoro, sportelli addio
Sono 252, occupano 1385 persone e nel 2012 lo stanziamento è lievitato da 19 a 51 milioni.
Con un protocollo l’assessorato ridisegna il sistema, tagliando fuori chi ha gestito fino ad ora
PALERMO. Se la bomba della
Formazione professionale è già esplosa
dal punto di vista politico, con la
compravendita degli enti, e presto
deflagrerà anche sul piano occupazione
(è infatti scaduta la cassa integrazione
per i dipendenti ma mancano le risorse
per lʼavvio dei corsi), un altro siluro sul
sistema arriverà attraverso lo
smantellamento degli sportelli
multifunzionali. Che la Regione pensa di
sostituire dal 2013 (data di scadenza
degli avvisi europei 1 e 2 del 2010, che li
finanziano), tagliando fuori gli enti di
formazione che li gestiscono.
GLI SPORTELLI. Ad accendere un
riflettore era stata la commissione
parlamentare dʼinchiesta guidata dal
deputato del Pd allʼArs, Filippo
Panarello, che aveva indagato sugli
Sportelli, da tempo di competenza
dell’Assessorato della Famiglia, e già
sotto il controllo dell’Agenzia regionale
per l’impiego (guidata da Rino Lo Nigro e
ora disciolta). Nel 2011, lo stanziamento
era 19.900.000, ma è lievitato a
51.405.473,17. In totale, su tutto il
territorio (tra ordinari, scuola e lavoro),
gli sportelli sono 252 e impiegano 1385
persone con contratto a tempo
indeterminato, 70 cocopro, 8 a
prestazione professionale, 15 a contratto
occasionale e 3 senza nessuna
indicazione contrattuale. Sugli sportelli,
si legge nella relazione,
“l’amministrazione ritiene che richiedano
molteplici interventi, ad esempio con
riguardo alla loro distribuzione
territoriale, e che occorra elevare la
qualità del servizio e sfruttare le
occasioni”. In futuro, avvertiva la
commissione, il sistema funzionerà con
finanziamenti del Fondo sociale
europeo, “che però non prevede
retribuibilità, ponendo così un problema
di tutela dei lavoratori”.
COSA ACCADRAʼ. Previsione
azzeccata, visto che la Regione ha stilato
un protocollo di intesa per la
riorganizzazione dei servizi per il lavoro
con la Provincia di Milano e, in
particolare, con Afol Milano, unazienda
speciale dellʼente. Il modello che si andrà
a costruire si avvarrà di sinergie e
collaborazioni con altri enti, con le
agenzie del lavoro e soggetti privati
accreditati. Nel team di progetto cʼè
anche Infogroup, azienda polifunzionale
del lavoro, accreditata in Regione
Siciliana e in Lombardia. Il progetto è
finanziato dal Ministero del Lavoro e avrà
un costo di 1 milione e 200 mila euro. In
previsione del 2013 e della
trasformazione del sistema, i sindacati si
sono messi in allarme. Ma, fino ad ora,
lʼassessore regionale al Lavoro,
Giuseppe Spampinato, ha solo potuto
rassicurare l'impegno del governo
regionale per creare i presupposti per
dare continuità alla attività degli sportelli
multifunzionali. Intanto, però, il protocollo
va avanti. E del ruolo futuro di chi fino ad
ora ha gestito gli sportelli si sa poco.
COSIʼ CORSELLO. «Il primo step del
protocollo è già partito, e consiste nella
ricognizione del potenziale del nostro
personale, della logistica e delle
attrezzature», spiega la dirigente Anna
Rosa Corsello. Che aggiunge: «LʼAfol,
che gestisce il servizio pubblico e
lʼinformazione per la Provincia di Milano,
ha messo a punto un modello che
consente di offrire un servizio completo
allʼutenza tramite un programma in rete
che prenderemo in riuso dalla
Lombardia». Così, invece, gli altri due
passaggi: «Il secondo step - continua - è
FORMAZIONE
David e il “lobbismo”
Parla l’ex responsabile tecnico dell’assessorato
MESSINA. In un pubblico dibattito, non ha avuto difficoltà a confermare che può essere facile fare gli imprenditori se si conosce
per tempo una legge. Adesso Piero David, ex responsabile tecnico dellʼassessorato regionale alla Formazione, declina meglio il suo
pensiero sui politici, come Francantonio Genovese e Nino Papania del Pd, che hanno rilevato gli enti di formazione in contemporanea allʼarttuazione della riforma del settore: «Se è vero che da
un certo punto di vista gli acquisti hanno gettato unʼombra, perché
non è bello che si gestiscano strutture in prima persona o attraverso parenti quando si è politici di spicco, , da un altro è unʼoperazione di taglio imprenditoriale che rientra in una azione di lobbing».
La Sicilia come i paesi anglosassoni, quindi? Spiega David: «In assessorato si percepiva che cʼera un costante lavoro di lobbing, so-
prattutto da parte degli enti più che dei politici. La prova è stata lʼavviso 20 (che ha sostituito la legge 24 e disegna il nuovo sistema
della Formazione) che è stato stilato sotto lʼattenzione costante di
grandi enti come lo Ial, lʼEcap, il Cefop. Tantʼè che, poi, i più piccoli si sono riuniti per avere maggiore forza, visto che uno dei criteri
premiali era anche il maggior numero di pèersonale assunto a tempo indeterminato. I responsabili dei grandi enti - ripete David - erano una presenza fissa in assessorato, tanto da essere scambiati
per impiegati. Nei fatti, si è trattato di una azione di lobbing». Ma,
alla fine, al di là della conoscenza o meno dei meccanismi della
riforma, un altro elemento tutto siciliano è stato attribuire un “valore economico” ad enti ufficialmente “no profit” come se le ore fossero fatturato dʼimpresa da mettere sul mercato. Sul punto, però,
David “assolve” la riforma: «Tutto ciò nasce dal passato, dalla legge 24 del 1976 che dava la possibilità di assumere a tempo indeterminato per fare formazione, rendendo gli enti vere e proprie imprese. Una contraddizione, visto che la natura dei corsi poteva mutare nel tempo. Poi, la politica ha fatto il resto...». (D.D.J.)
pagina 14
centonove
L’AFFONDO
Corona interroga in aula
«C’è dipendenza clientelare?»
MESSINA. Unʼinterrogazione urgente
e a risposta scritta al governo sulla
Formazione professionale in Sicilia
per “sapere se risulta avviato un nuovo sistema che sia esente da ogni carattere di dipendenza clientelare e se
sia stata intrapresa una nuova fase
per ristrutturare e contenere lʼofferta
formativa nel settore, allo scopo di
evitare ulteriori sprechi”. È quella del
deputato messinese del Pdl, Roberto
Corona, che vuol conoscere le intenzioni della giunta anche in merito alla
“predisposizione di un ʻCodice di
buone praticheʼ per favorire un corretto rapporto che sottragga la Formazione professionale ad ogni sospetto di acquisizioni ed ingerenze
speculative da parte di gruppi imprenditoriali, familistiche ed intrusioni anti-meritocratiche”. Lʼatto parlamentare è anche un affondo al deputato nazionale del Pd, Francantonio
Genovese, chiamato in causa da un
servizio di Panorama due settimane
fa, “in cui sono contenute ricostruzioni che inducono a ritenere che nel
settore della Formazione vi sia una gestione poco virtuosa e fanno emergere un quadro di rapporti familiari pervasivi che condizionerebbero la gestione di certi enti di formazione, attraverso società riconducibili a vari
esponenti politici”.
più tecnico. Si tratta, infatti, della
formazione del personale che va
riqualificato così da essere pronto
allazione. Attraverso questo processo aggiunge soddisfatta Anna Rosa
Corsello - stiamo riuscendo ad
anticipare la stessa riforma Fornero, che
prevede il ritorno delle competenze sugli
sportelli dalle province alla regioni.
Pensiamo di concludere la
riqualificazione entro i primi giorni di
settembre. Il terzo passaggio fa perno
sul decreto legislativo 276 del 2003, che
prevede che tutte le regioni debbano
avvalersi di una rete privata che lavora
con il pubblico in sinergia per servizi
specialistici. In tal senso, avvieremo una
procedura di accreditamento dei soggetti
privati, che già esiste a livello nazionale
trta le agenzie di somministrazione e il
ministero. Saranno previsti - spiega alcuni paletti, come la comprovata
esperienza nel settore. Una volta
ultimato tutto, alla Regione toccherà il
ruolo di governance».
IL FUNZIONAMENTO. Il sistema andrà
oltre lʼattuale. Ad esempio, «gli utenti di
Messina, andando al centro per
lʼimpiego, saranno messi in condizione
non solo di presentare il modello di
disponibilità ma di usufruire dei servizi
per avviarli al lavoro, compreso lʼaspetto
formativo». Ma non solo: «Sarà anche
attuata la rivelazione del fabbisogno
delle imprese. Fino ad ora - specifica la
dirigente - i centri si “occupavano” solo
dei disoccupati. Adesso, invece, lʼazione
riguarderà anche i soggetti svantaggiati
e le imprese, alle quali si assicurerà un
servizio di consulenza, comunicando i
benefici che comporteranno le
assunzioni». (D.D.J.)
centonove
Politica
10 AGOSTO 2012
MAL DI PANCIA. Marcello Greco
INDECISA ROSA. Giovanna Crifò
DI RITORNO. Liliana Modica
MESSINA. Candidature, cambi di casacca e conferme. Tutti i movimenti in vista delle regionali
Candidati, valzer d’estate
L’Udc rischia il sovraffollamento, per Fli si muovono i maggiorenti. Il Pd punta sul rosa con due ex assessori,
il Pdl rischia di perdere il gruppo più nutrito. Tutto in attesa delle decisioni del sindaco Giuseppe Buzzanca
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Sarà unʼestate torrida, quella di
palazzo Zanca. Non tanto per lʼattività
dʼaula, che langue ormai da mesi, quanto
per i movimenti che si stanno registrando in
vista delle regionali. Movimenti che
coinvolgono tutti i partiti, nessun escluso.
Ecco quali sono.
TUTTI IN MOVIMENTO. La prima
scadenza elettorale utile a verificare forze e
tenuta degli schieramenti sono le regionali
di fine ottobre. E i nomi di chi è intenzionato
a correre iniziano a fioccare. Se Nello
Pergolizzi (Fli) è già pronto da almeno
quattro mesi, e oggi più che mai vede il
secondo posto in lista alla sua portata dopo
la discesa in campo del parlamentare
nazionale di Fli Carmelo Briguglio, come
capolista del partito che oggi sembra in
affanno dal punto di vista dei consensi, la
novità, che comunque non giunge inattesa,
si chiama Marcello Greco. Il consigliere
comunale, che ha iniziato la legislatura nel
2008 nel Pd ed oggi è nellʼUdc, è
fortemente intenzionato a correre per un
seggio a palazzo dei Normanni. Ma non è
scontato che lo faccia con lʼUdc. Il motivo?
Forti tensioni con Giovanni Ardizzone,
deputato uscente e riconfermatissimo in
lista. Greco, in pratica, non ci sta a fare da
cavallo da traino, e si starebbe guardando
intorno. Cala invece drasticamente lʼipotesi
che a “dare una mano” ai maggiorenti di
partito possa essere Emilia Barrile, in
consiglio comunale con la lista civetta del
Pd “Genovese sindaco”, e forte di un nutrito
bottino personale di voti. Tra le “quote
rosa”, è lanciatissima Elvira Amata, attuale
assessore della giunta Buzzanca con
delega al Verde e Arredo urbano, in decisa
direzione verso Palermo ed in ottimo
rapporti col leader del movimento
Gianfranco Miccichè, mentre si allontana
la possibilità, ventilata da almeno sei mesi,
di vedere Giovanna Crifò transitare sotto
le insegne di Fli. In consiglio comunale,
giovedi 9, tutti davano per compiuto il
“matrimonio. tra Daniela Bruno, transfuga
dal Mpa, con lʼUdc, ma la sua presenza
causerebbe un sovraffollamento in lista
difficile da sbrogliare, dato anche lʼarrivo
sotto lo scudo crociato di Pio Amadeo.
Sembra invece tramontata lʼipotesi di
poterla vedere tra le file di Fli per veti
incrociati. Il Movimento per le autonomie, in
città, è praticamente decimato. Anche Nino
Restuccia, ultimo dei consiglieri a
schierarsi sotto la sigla del Mpa, è andato
via, direzione Grande Sud, con la
possibilità di offrire il proprio apporto per la
corsa alle regionali. Il vero “movimento
tellurico” per Messina, però, potrebbe
essere il riposizionamento dellʼex
assessore regionale Nino Beninati, oggi al
Pdl e domani chissà. Beninati è stato
insistentemente corteggiato dallʼUdc
durante gli ultimi due mesi, ma non
nasconde una certa simpatia per il
movimento di transfughi del Pdl varato dal
collega dʼaula allʼArs Innocenzo Leontini.
In dote, Beninati porterebbe i voti dei due
consiglieri comunali più restii ad accasarsi
tra le varie correnti: Pippo Capurro e
Roberto Sparso, che nel frattempo è
diventato assessore a palazzo Zanca
abbandonando lʼala protettrice del
deputato nazionale Enzo Garofalo. Per il
Pd, di candidature pescate dal consiglio
sembrano non essercene. Tornerebbero
però, a correre per Palermo, due ex
assessori della giunta retta da
Francantonio Genovese: Liliana Modica
e Luciana Intilisano. A proposito di ritorni,
si ripropone nellʼagone politico Lucia Tarro
Celi, ex consigliere comunale, esponente
del circolo Libertà e Giustizia e dirigente del
Pd locale. Lucia Tarro Celi è apparsa a
OUTSIDER. Renato Accorinti
fianco di Rosario Crocetta nella visita del
candidato del Pd alla corsa per la
presidenza della Regione, e potrebbe
essere inserita direttamente nel listino a
supporto di Crocetta.
OUTSIDERS. Alle regionali, per la prima
volta a Messina, sarà presente anche il
movimento 5 stelle, che ha intenzione
unʼidea “rivoluzionaria”: sparigliare le carte
sul tavolo tentando di convincere lʼattivista
pacifista Renato Accorinti a scendere in
campo sostenuto da tutti quelli, e sono
molti, che non si ritrovano più nella politica
tradizionale. Non funzionasse per le
regionali, la candidatura di Accorinti
sarebbe comunque in cima alla lista per la
corsa alla poltrona di sindaco.
TUTTI ASPETTANO BUZZANCA. E
Giuseppe Buzzanca? Si favoleggia di una
fantomatica granita presa con il segretario
del Pdl Angelino Alfano. Che avrebbe
dato il suo via libera alla candidatura del
sindaco di Messina alle regionali a causa
dellʼincertezza sulla legge elettorale con cui
la prossima primavera si voterà alle
politiche. In caso di liste bloccate, trovare
una collocazione adeguata a Buzzanca
sarebbe difficile. Viceversa, il ritorno alle
preferenze farebbe di Buzzanca una
macchina da guerra tuttʼora imbattuta. Per
questo, Buzzanca correrà per quel seggio
allʼArs che ha perso un mese e mezzo fa.
Da lì, eventualmente, potrebbe presentarsi
alle politiche senza lʼobbligo di dimettersi
(ma con quello di dover optare in caso di
vittoria).
CONTI IN TASCA
Niente panico. Ok, panico
te, se non fosse che, fa notare Saglimbeni, al comune di Messina
è già stata comminata una “multa” da sette milioni (che saranno
decurtati dai trasferimenti statali) a causa dello sforamento del patto di stabilità. La soluzione? “Bloccare tutte le spese per investimento finanziato con mutui, per le utenze, per i fitti attivi, per le somme urgenze”, indica il consigliere. Tra lʼaltro, il comune di Messina,
che non ha ancora approvato il bilancio di previsione
del 2012 (il termine è slittato a fine ottobre, quindi probabilmente non sarà nemmeno approntato dallʼattuale amministrazione, viste le imminenti dimissioni
del sindaco Buzzanca per partecipare alle regionali), opera in “dodicesimi”, sulla scorta di quanto previsto dal bilancio 2011. In cui i trasferimenti erano più
sostanziosi (di poco) e non cʼerano sanzioni. Non solo: la legge sulla spending review, ha azzerato i trasferimenti statali ai comuni della Regione Sicilia:
171,6 milioni di euro in totale. Quota parte dei quali
Paolo Saglimbeni
destinata a Messina. (A.C.)
12 milioni di sforamento, sette di “multa”.
E la spending review congela i fondi regionali
MESSINA. Il pericolo è che, a furia di enunciare numeri, non ci si raccapezzi più sulla reale situazione
contabile e finanziaria di palazzo Zanca. E quindi, a
fare un poʼ di chiarezza ci pensa Paolo Saglimbeni,
consigliere del Pd che in unʼinterrogazione lancia un
allarme agghiacciante: non sono passati nemmeno
otto mesi, e già il comune di Messina registra un disavanzo di dodici milioni di euro. Perchè? A fronte di
poco meno di sei milioni di entrate “al titolo 4”, cioè i
trasferimenti capitali, sono già stati spesi diciotto milioni di euro. Una cifra che già sarebbe preoccupan-
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Politica
10 AGOSTO 2012
MESSINA. Si costruisce sulle colline di san Licandro. E in aula è botta e risposta
Nemici per un piano
Un emendamento del consigliere del Pd Nicola Cucinotta manda su tutte le furie Angelo Libetti,
presidente della coop che vuole edificare. “Strumentale”. Il Democratico: “Chiarisca o denuncio”
MI RICORDO MONTAGNE VERDI. La collina di san Licandro dopo il primo intervento di lottizzazione
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Fino a ventʼanni fa, san
Licandro era periferia nord di Messina, che
si estendeva verso le colline tra Tremonti e
Annunziata. Oggi, è una zona fortemente
urbanizzata, che ha faticosamente
raggiunto un sofferto equilibrio tra cemento
e verde. Un equilibrio messo sotto tiro dal
piano di zona da 137mila metri quadrati,
otto ambiti dʼintervento, e un aumento di
popolazione stimato in mille e trecento
abitanti. Una decisione, quella di
colonizzare le alture di san Licandro, presa
dal consiglio comunale nel 2004, due anni
dopo lʼapprovazione del piano regolatore,
quando lʼaula era in preda a febbre da
cemento e mattoni. Una porzione di quel
piano, quella con la storia più travagliata,
arriva in consiglio comunale solo oggi. E,
inatteso, scoppia un casino.
STRADA, AVANTI...PIANO. “La
commissione urbanistica comunale
esprime parere favorevole a condizione
che la strada di piano venga realizzata
prima dellʼavvio degli interventi dei singoli
ambiti, se non raggiungibili da altra
connessione viaria esistente”. Era il 5
agosto del 2003 quando la commissione
urbanistica interveniva con una
prescrizione durante lʼesame del piano
quadro di san Licandro. Un progetto
presentato nellʼottobre del 2002, e votato
favorevolmente dal consiglio comunale nel
2004. Da allora, della strada di piano che
dovrebbe attraversare e servire gli otto
ambiti, collegarsi a Tremonti, e che
avrebbe dovuto essere propedeutica ai
lavori, non se ne è saputo più nulla. Finchè,
qualche settimana fa, il consigliere
comunale del Pd Nicola Cucinotta non
lʻha ritirata fuori, sotto forma di
emendamento alla delibera che darebbe il
via alla lottizzazione proposta (nel 2006)
dalla coop Città del sole 81 e dallʼimpresa
Dimmi. Cosa chiede lʼemendamento di
cucinotta? Esattamente quanto previsto dal
piano regolatore. “...a condizione che la
strada di piano venga realizzata prima degli
interventi dei singoli ambiti e che venga
esclusa dal computo della superficie
territoriale”, recita lʼemendamento proposto
dal consigliere del Pd. Che ha suscitato le
ire, e una risposta piccata, da parte di
Angelo Libetti,
presidente della
coop Città del
sole 81.
MOTIVO DEL
CONTENDERE.
“Il redattore del
primo
emendamento risponde Libetti
sottace il fatto
che dopo le
Angelo Libetti
parole “prima degli interventi dei singoli
ambiti”, la delibera continua recitando “se
non raggiungibili da altra connessione
viaria esistente”, così come nei fatti è nel
nostro caso. Il mancato rispetto del
deliberato - aggiunge prendendola larga finirebbe per far venir meno la certezza del
diritto che contraddistingue le società
democratiche”. Il motivo del contendere,
dunque, è la strada di piano che dovrebbe
collegare san
Licandro a
Tremonti. Sulla
quale, Libetti
spiega che “la
mancata
approvazione
della
lottizzazione
pregiudica la
sola possibilità
di
Nicola Cucinotta
centonove
collegamento con la strada di piano”.
Proposta, specifica Libetti, “determinata
solo dalla disponibilità da noi offerta”. Delle
due lʼuna: “si evince incontrovertibilmente
la strumentalità dellʼemendamento,
riguardando solo questioni di cui si
conosce il contenuto, o proponendo
limitazioni e obblighi in contrasto ed in
difformità alla normativa in atto vigente”.
ma il sassolino dalla scarpa, Libetti se lo
toglie per ultimo.
LIBETTI ATTACCA... “Inopinatamente mi
giunge notizia della presentazione di un
emendamento, primo firmatario e
probabilmente estensore il consigliere
Nicola Cucinotta - racconta Libetti in una
lettera indirizzata al presidente del
consiglio comunale Pippo Previti lʼemendamento - accusa Libetti - ha il
sapore della strumentalità e probabilmente
nasce da problemi “altri” di natura
personale e non certo amministrativi”. Che,
non contento, ribadisce il concetto nel
prosieguo della lettera. “Nel piano quadro
si san Licandro sono state approvate già
altre tre lottizzazioni. Mi stranizza molto che
nessuna delle proposte avanzate con gli
emendamenti in oggetto abbiano trovato
spazio o siano anche “solo” state proposte
in occasione dellʼapprovazione di altri piani
di lottizzazione allʼinterno dello stesso
piano quadro. Dal che ritengo - continua
inferocito Libetti - che siano avanzati al solo
fine di creare danno ad personam e della
qual cosa credo dovranno essere trovate
risposte al di fuori dellʼiter tecnicoamministrativo che compete al consesso
da lei presieduto”.
...E CUCINOTTA RISPONDE. “la invito,
atteso il ruolo da lei rivestito, ad intervenire
fattivamente a tutela della figura dei
consiglieri comunali tutti: carica, nella
vicenda, pesantemente offesa e
denigrata”, scrive Cucinotta rivolgendosi a
Previti. Non è che lʼinizio. “Libetti - scrive il
consigliere - ha attaccato lʼoperato del
sottoscritto, millantando lʼesistenza di
presunte strumentalità o interessi
squisitamente personali, senza però fornire
alcuna ragione oggettiva a sostegno di
quanto asserito. Per tale motivo, si chiede
di motivare le “incriminate illazioni”,
prosegue Cucinotta. Che svela poi un
particolare. “Non si comprende come
Libetti sia in possesso degli emendamenti
visto che a tuttʼoggi sono sprovvisti del
necessario parere dirigenziale”. Nel merito
delle accuse, Cucinotta risponde più o
meno con “repetita iuvant”. A santa Lucia
sopra Contesse, area oggetto di un piano
di zona, 600 famiglie lottano da dieci anni
per avere le opere di urbanizzazione.
Nonostante la legge prevedesse altro.
COSA E’ PREVISTO
Lottizzazione diviso sette
Gli ambiti di suddivisione del progetto
di costruzione da 137mila metri quadrati
MESSINA. La collina sulla quale pioveranno centotrentaseimila
metri quadrati di cemento e centinaia di nuovi appartamenti, se la
dividono in sette. Sette, più le suore dell’ordine delle “Figlie del divino zelo”, che però alla loro parte di lottizzazione del piano quadro hanno già detto un secco “no. L’ambito delle religiose, denominato “1b”, stralciato dalle zone di edificazione (3700 metri quadrati), è diviso da quello della ditta “Dimmi srl” e della coop “Città
del Sole 81”, denominato “1a”. Su una superficie di quasi 12mila
metri quadrati, il volume previsto da edificare sarà di 8630 metri cubi, corrispondenti a 108 abitanti. La zona su cui verranno costruiti
i 26 alloggi cade a ridosso dei terreni dell’ordine religioso, a qual-
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che centinaio di metri prima dell’innesto sul viale Annunziata. L’ambito 2 è il più grande: trentaquattromila metri quadrati che corrispondono ad una cubatura pari a 25.629 metri cubi,saranno costruiti su di un appezzamento di terreno nell’area che da Tremonti discende verso San Licandro. Gli abitanti previsti dal piano quadro, nell’ambito 2, sono 319. Il fondo d’intervento numero 3 conta
quasi ventunomila metri quadrati di superficie per oltre quindicimila metri cubi, e gli edifici, 40 villette a schiera terrazzate per tre cooperative, sono già pronti da tempo. La coop “Sabrina”, proprietaria
dell'ambito più piccolo, il “4a”, ha iniziato a sbancare nel 2008 ed è
in dirittura dʼarrivo. Sui settemila metri quadrati (e 5475 metri cubi), 14 villette a schiera che sorgeranno nel parcheggio sulla via
Leonardo Sciascia, di fronte all’arteria che porta in via Olimpia.
L’ambito 4 la coop lo divide a metà con i poco più di 11mila metri
dell’area “4b”, sui cui terreni saranno costruiti 8500 metri cubi d’appartamenti per 107 abitanti. La lottizzazione “contestata” ha ricevuto parere contrario anche dal consiglio della quinta circoscrizione. Che ha promesso battaglia. (A.C.)
centonove
Politica
10 AGOSTO 2012
MILAZZO. Il Pdl anticipa la mozione ma non trova le firme per il voto in aula. Infatti...
C’era una volta la sfiducia
Solo dodici i consiglieri disposti a ritornare al voto. Il resto dei gruppi stanno stringendo
accordi con il sindaco Pino per l’azzeramento della giunta dopo l’estate. Le strategie
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Lʼaveva annunciato il
presidente del consiglio comunale, Saro
Pergolizzi, durante un comizio in piazza.
«Stiamo preparando la mozione di
sfiducia al sindaco Carmelo Pino». Una
notizia, già trapelata nei corridoi di
Palazzo dellʼAquila, che ha riportato la
città indietro di una quindicina di anni
quando Pino fu costretto ad
interrompere la sua folgorante carriera
alla guida della città, di fronte ad una
doppia bocciatura: prima del consiglio e
poi degli elettori. Ma la storia, a quanto
pare non si dovrebbe ripetere. Pino,
infatti, ha già pronto un corposo
rimpasto dopo lʼestate, forse un
azzeramento della giunta, appena sarà
definitivamente dichiarato il dissesto
finanziario dellʼente. A farne le spese
potrebbero essere gli assessori
Maurizio Capone, Massimo DʼAmore e
Gianfranco Nastasi. La delibera si trova
in aula consiliare e dovrà essere votata,
su indicazione di un commissario
regionale, entro il 30 agosto. La
mozione, ancora, non è stata
presentata. Le firme apposte sono solo
12. Utili per la presentazione e la messa
a votazione in aula, ma inefficace dal
punto di vista politico visto che mancano
altri 8 voti necessari a farla approvare. A
lavorarci sono i consiglieri Roberto
Mellina (Pdl), Franco Cusumano (Udc) e
Franco Scicolone (Dem). I tempi, a
quanto pare, non sono maturi. Per una
serie di motivi: da un lato lʼassenza di
partiti in aula consiliare (la stragrande
maggioranza sono esponenti di liste
civiche e decidono senza fare
riferimento a vertici); dallʼaltra molti
riconoscono che non saranno più eletti.
Determinante la terza ipotesi: gli
oppositori non si sono messi dʼaccordo
su chi deve fare il sindaco e succedere
a Pino. I pretendenti sono tanti:
Giovanni Di Bella, Carmelo Formica,
Roberto Mellina
Franco Scicolone
Franco Cusumano, Ciccio De Pasquale,
Giovanni Formica. Il risultato? Ultimare
la legislatura in modo da avere il tempo
per costruire nuove alleanze. La
mozione non sarà votata (dando per
scontato che approderà in consiglio per
essere votata), visto che molti ritengono
che se venisse bocciata sarebbe un
boomerang e rafforzerebbe Carmelo
Pino. Gli accordi, in linea di massima,
sono stati già raggiunti. I gruppi pronti a
subentrare in giunta sono Autonomia di
Centro (Abramo e Materia); parte del
gruppo Misto (Di Bella, Salvatore
Italiano ed un terzo di cui ancora non si
conosce il nome); e Pid composto da
Massimo Bagli e Santino Napoli.
«Personalmente sono contrario alla
mozione di sfiducia - dice Giovanni Di
Bella - se non vi è unʼalternativa non si
fa un bene alla collettività. Siamo
disposti a contribuire a far fare una
svolta a questa amministrazione in
affanno solo con un nuovo progetto che
parta dallʼazzeramento dellʼesecutivo».
Carmeloi Pino
ROCCALUMERA
«Miasi rischia il default»
Pippo Lombardo preannuncia il dissesto
ROCCALUMERA. «Il comune è in dissesto finanziario,
manca solo la dichiarazione formale. Eʼ il grido dʼallarme
lanciato dal consigliere Provinciale, Giuseppe Lombardo.
L'amministrazione comunale ha oltre 2 milioni di euro di debiti
e se non cambierà passo, c'è il concreto rischio che il sindaco
Gianni Miasi sia costretto a dichiarare lo stato di «grave
deficitarietà strutturale», anticamera del dissesto
finanziario”. È quanto emerge da una verifica amministrativocontabile eseguita nella scorsa primavera, ma che soltanto
in questi giorni comincia a far trapelare le prime preoccupanti
conclusioni. A lanciare lʼappello è Lombardo che tenta di
scongiurare il default del palazzo municipale. In una nota dai
toni infuocati, il consigliere di “Sicilia Vera”, invita il primo
cittadino a presentare un piano di rientro decennale per far
fronte agli oltre 2 milioni di euro di debiti contratti con la società
dʼambito Ato Me4 (come prevede la legge regionale n°26 del
9 maggio del 2012). Ma per il primo cittadino Gianni Miasi,
non ci sarebbe nessun allarme. «Le finanze comunali spiega - sono in discreto stato e non ci sono i numeri per
temere il default del palazzo municipale. Con lʼAto faremo
nei prossimi giorni una transazione per definire e quantificare
i debiti, dopo aver presentato nei mesi scorsi ricorso al Tar
per servizi non resi – chiarisce senza mezze parole Miasi. Il
comune ha già fatto un piano di rientro – continua – attraverso
la vendita dei lotti nella zona artigianale per un importo di 1
milione e 800 mila euro». Strategia che non convince
Lombardo. «Il sindaco Miasi è irresponsabile, di fatto sta
rimandando tutti i propri debiti alle prossime generazioni,
mettendo a rischio il comune di Roccalumera di non poter
contare più per i prossimi tre anni sul trasferimento regionale
pagina 17
di circa 950 mila euro annui. In caso di omessa presentazione
nei termini stabiliti, le anticipazioni saranno recuperate pro
quota, in tre annualità. Il tutto, considerato anche, che oltre
al recupero del debito con lʼAto, bisogna aggiungere un altro
milione circa che ancora bisogna restituire alla Regione, così
ripartito: 400 mila euro di anticipazione di cassa per i debiti
sempre con lʼAto, già fatta nel 2010 e dei quali ancora ne
sono stati restituiti alla Regione poco più di 70 mila euro, e i
500 mila euro richiesti per lʼalluvione del 2009 e per i quali il
Sindaco Miasi ha chiesto alla Regione di iniziare la
restituzione ( che è triennale) dal prossimo anno. Se a tutto
ciò poi aggiungiamo i debiti contratti con vari fornitori locali
sia di beni che di servizi, il fallimento non solo è dietro lʼangolo
ma per lo stato di dissesto finanziario del comune di
Roccalumera manca solo la dichiarazione formale. Stato di
dissesto che non solo metterà in ginocchio le casse del
comune ma imporrà ai cittadini lʼaumento delle imposte
locali» conclude Lombardo. (Giuseppe Pistone)
Politica
10 AGOSTO 2012
S. STEFANO DI CAMASTRA. A tre mesi dal voto lascia l’esecutivo Staszewska Agliezka
L’assessorato? Affare di famiglia
A sostituire l’imprenditrice nella giunta del sindaco Francesco Re arriva il compagno,
l’architetto Nino Torcivia. Una strategia già decisa in campagna elettorale. Infatti...
DI NINO DRAGOTTO
SANTO STEFANO DI
CAMASTRA. Scossone senza
danni allʼinterno del “castello
politico” del sindaco Francesco
Re. Ad appena tre mesi dal
responso elettorale delle
amministrative, dalla giunta è
saltata una “tessera”, ma il peso
specifico della giunta è rimasto
identico. Al posto dellʼassessore
Staszewska Agliezka gli è
subentrato il marito Nino Torcivia.
Il sindaco Francesco Re ,
autentico trionfatore alle
amministrative di primavera, ha
voluto mantenere fede
allʼimpegno preelettorale
concordato con una delle
coalizione civiche che lo hanno
sostenuto ed ha nominato
assessore lʼarchitetto Torcivia,
espressione in consiglio
comunale di Santo Rampulla,
primo eletto con il più alto
consenso elettorale. La giunta
con il ritiro consensuale
dellʼimprenditrice polacca ,
Staszewska Agliezka, ha perso
una quota rosa ed anche un
“tocco” di rappresentanza
internazionale, ma lʼarmonia in
Moglie e Marito. Staszewska Agliezka e Nino Torcivia
seno agli assessori è rimasta
immutata. Allʼarchitetto Nino
Unica rappresentante in giunta dellʼaltra
politico di vecchia guardia si occuperà
Torcivia il primo cittadino ha affidato le
metà del cielo è rimasta Nina Mingari,
anche di Turismo, Commercio,
deleghe assessoriali allʼUrbanistica,
responsabile della sezione Camera del
Patrimonio, Personale, Polizia Municipale,
Arredo Urbano, Verde pubblico, servizi
Lavoro. Lʼassessore, ritenuta “costola” del Politiche Culturali, Scuola Musicale,
cimiteriali e demografici. La delega ai
sindaco Re, mantiene anche lʼincarico di
Sistema museale, teatrale e musicale.
Lavori Pubblici il sindaco Re lʼha
consigliere comunale. Gestisce le deleghe Matteo Napoli, ammirevole nel difendere
mantenuta di sua competenza, lasciando
allʼAsilo Nido, Cultura della salute,
dagli attacchi dei camaleonti della politica
inalterati gli equilibri in seno alla
Politiche sociali e familiari, Politiche del
per il suo incarico in giunta, mantiene le
maggioranza consiliare. Gli osservatori
Lavoro, Agricoltura e zootecnica,
deleghe Politiche giovanili, Educazione
politici bene informati intravedono altri
cambi nellʼesecutivo, ma è tempo dʼestate Economia del Mare, Suap (Sportello unico alla Pace, Marketing Territoriale, Politiche
per le attività produttive), Protezione civile, per lo Sport, Innovazione Tecnologica,
, ed il primo cittadino con i suoi assessori
Pari opportunità, Politiche educative. Il
Biblioteca, Tempo
è impegnato a raccoglie il plauso di un
vicesindaco Filippo Fratantoni, esponete
Libero, Spettacolo.
ricco calendario di manifestazioni estive.
centonove
PATTI
La spending rewiew
di Luigi Gullo
Il politico attacca l’amministrazione sui costi
PATTI. Il capogruppo provinciale del
Pd Luigi Gullo contesta la gestione
dellʼamministrazione comunale,
mentre lʼassessore al Bilancio
Gioacchino Pipitò lo accusa di essere poco attento al futuro del paese.
Dopo le prime avvisaglie registrate
in consiglio comunale con i primi veri segnali di opposizione da parte dei
consiglieri di minoranza, arriva ora
un manifesto senza esclusione di
colpi nei confronti del sindaco Mauro Aquino. Già in consiglio erano stati contestati lʼassegnazione a privati ed a titolo gratuito dei locali del Palazzo Galvagno e la nomina di altri 3
dirigenti oltre ai cinque già presenti,
il tutto con un aggravio dei costi.
A gettare la benzina sul fuoco è, ora,
il possibile aumento dellʼImu e dellʼIrpef che lʼamministrazione vorrebbe portare alle massime aliquote per
evitare lo sforamento del patto di
stabilità: «Vergogna - si legge nel
manifesto firmato da Gullo - non vengono mantenute le promesse fatte
da Aquino in campagna elettorale. Il
sindaco di Patti e la sua amministrazione hanno proposto l'aumento delle tasse, Imu e Irpef, al massimo. Non
si possono far pagare ai cittadini le
sue inefficienze e quelle della sua
Giunta - I consiglieri di opposizione
hanno capito che Aquino pretende
lʼaumento al massimo delle tasse solo perché vuole avere somme a disposizione per continuare a pagare
cambiali elettorali».
Nel manifesto si contesta che lʼamministrazione vuole imporre sacrifici solo ai cittadini senza fare sforzi
per diminuire la spesa pubblica. Dallʼaltra parte, lʼassessore Pipitò evidenzia che i problemi non si risolvono «risparmiando i 100 mila euro indicati da Gullo perché, per non uscire fuori dal patto di stabilità previsto
dallo spending review, abbiamo necessità di un milione e mezzo di euro».
Pamela Arena
SANTA TERESA DI RIVA
Rifiuti, crociata contro le Ssr
Parte dal comune jonico la lotta alle nuove società
SANTA TERESA DI RIVA. Il consiglio comunale, per una
volta in modo unanime, anticipa il Commissario dello Stato
e cassa le nasciture Ssr (Società di Regolamentazione del
servizio Rifiuti). Una netta presa di posizione contro la Legge
Regionale 9/2010 che prevede la riforma degli attuali Ato in
liquidazione con la nascita di questi nuovi organismi di cui
non si capisce bene il funzionamento. La protesta parte dal
primo cittadino santateresino che dellʼargomento vuole
farne una battaglia e che, dopo lʼapprovazione del suo niet
alla proposta del governo regionale, ha inviato lo schema di
rifiuto a tutte le amministrazioni comunali interessate
raccogliendo già parecchie adesioni tra cui quelle dei
comuni di Alì Terme, Fiumedinisi, Mandanici, Alì, Scaletta
Zanclea, Forza Dʼagrò e Casalvecchio Siculo. Quello che
lascia perplesso il sindaco di S. Teresa, alla testa di questa
crociata, è la tempistica di una norma che risulta di difficile
applicazione soprattutto in mancanza di chiarimenti su molti
aspetti del provvedimento ed in particolare lʼobbligo di
approvazione da parte dei consigli comunali e provinciali
pena il commissariamento da parte della Regione. Una sorta
di “pacco” calato dallʼalto senza lʼombra della men che
minima speranza di un miglioramento della qualità e della
economicità del servizio. Sullʼargomento va registrata
anche la sentenza contraria della Corte Costituzionale
deposita il 20 luglio scorso nella quale veniva dichiarata
lʼillegittimità della norma in questione. Adesso la bocciatura
pure da parte del Commissario dello Stato fa “abortire”
subito una proposta che i più stavano subendo supinamente
e che avrebbe ancor più aggravato le gabelle a carico dei
cittadini che da alcuni lustri, post-Ato per intenderci,
subiscono un servizio di gran lunga peggiorato con un costo
pagina 18
mediamente quintuplicato. «Finalmente il Commissario
governativo – dichiara Cateno De Luca – ha dato seguito
agli oltre 200 emendamenti presentati dal sottoscritto nel
corso del dibattito parlamentare che ha preceduto
lʼapprovazione della legge regionale dellʼaprile 2010.
Questa battuta dʼarresto - continua il leader di “Sicilia Vera
per la rivoluzione” – della nuova legge sulla
regolamentazione dei rifiuti consentirà a tutti di fare una
attenta riflessione sulla mia proposta di riportare il servizio
ai comuni per la raccolta dei rifiuti affidando alle Province
Regionali il coordinamento e la gestione dello smaltimento».
Sul tema dʼaccordo anche il capogruppo di minoranza
Antonio Di Ciuccio (Udc): «Il gruppo di minoranza ha voluto
esprimere il dissenso rispetto ad una politica di gestione dei
rifiuti che in questi anni è stata portata avanti attraverso le
società Ato la cui attività, ben lungi da quei criteri di efficienza,
efficacia ed economicità cui teoricamente si ispirava, ha
determinato un peggioramento del servizio». (M. F.)
Sicilia
centonove
Gli aspiranti insegnanti di scuola media superiore impegnati nel test
10 AGOSTO 2012
Il ministro dell’Università Francesco Profumo in una recente visita a Messina
IL CASO. Gran parte degli aspiranti docenti non raggiungono il punteggio minimo nella prima prova
Insegnanti, bocciati in test
Rimangono liberi molti posti messi in palio dagli atenei per conseguire l’abilitazione. A partire da Messina
I candidati penalizzati dai quesiti errati tornano a sperare. Il ministro ordina una nuova correzione
DI
MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Due sonore bocciature. Una
delle quali, quella di chi ha preparato le
domande dei test, alimenta le speranze
di ripescaggio di coloro che al test
preselettivo non sono riusciti a
totalizzare il punteggio minimo,
lasciando vuoti tutti o una buona parte
dei posti di alcune discipline messi in
palio dagli atenei italiani.
Dalla prova preselettiva nazionale per
l'accesso ai corsi di Tirocinio Formativo
Attivo, sono usciti bocciati i funzionari del
ministero dellʼUniversità e della Ricerca
che hanno preparato le domande della
prima delle tre prove selettive: risultate in
un discreto numero errate o comunque
dalla risposta non univoca, hanno
costretto il ministro Francesco Profumo
ad istituire una commissione. Bocciati
sono stati gli aspiranti docenti di scuola
media e superiore, laureati e, alcuni,
plurispecializzati, che hanno reso inutili
la prova scritta e quella orale previste
per accedere ai corsi al termine dei quali
si acquisisce lʼabilitazione
allʼinsegnamento, garanzia di un posto di
lavoro futuro. Comʼè accaduto, per citare
lʼesempio più clamoroso per i posti di
Francese banditi dallʼAteneo di Messina.
ESEMPI CLAMOROSI. Lʼateneo di
Messina per gli aspiranti docenti di
Francese nelle scuole medie e in quelle
superiori aveva messo in palio 37 posti.
Ma nessuno dei 98 candidati iscritti ha
superato il punteggio minimo di 20 (su
60) previsto dalla normativa. Sempre per
rimanere a Messina, erano stati messi in
palio 20 posti per Chimica e Tecnologia
chimica. Gli ammessi alle prove scritte
ed orali? 13, sette in meno dei posti. Per
poter un giorno insegnare Geografia,
sempre lʼUniversità di Messina, aveva
messo a disposizione 20 posti. A
superare il test preselettivo sono stati in
5: 15 posti sono così rimasti vacanti. Ne
sono rimasti vacanti 16 dei 20 posti per
Filosofia, psicologia e Scienze
dellʼeducazione: tuttavia questo dato
messinese è migliore di quello di altri
atenei. In 8 (su 37) di questi nessun
candidato ha raggiunto il punteggio
minimo per essere ammesso alle prove
scritte. «La colpa è stata delle troppe
domande fuorvianti se non errate»,
hanno giustificato “i filosofi” e “gli
psicologi” la pessima performance.
Scatenando la caccia ai quesiti “bacati”,
individuati in quantità.
SPERANZE. Gli esclusi, specie quelli
che hanno totalizzato un punteggio
prossimo a 21, soglia di sbarramento,
hanno ricominciato a sperare dopo le
parole del ministro Profumo. Ma
dovranno rimanere sulla graticola sino al
20 agosto. «Gli uffici competenti stanno
raccogliendo tutte le segnalazioni di
errori nelle domande delle prove per
sottoporle all'esame di una
Commissione di verifica, composta da
accademici e coordinata da Lucrezia
Stellacci, Capo Dipartimento per
l'Istruzione. La Commissione si riunirà
mercoledì 8 agosto e deciderà in
maniera definitiva sulle domande
contestate, creando la nuova matrice
delle risposte esatte. Il Cineca rivaluterà
in modo automatico le schede di tutti i
candidati, assegnando il punteggio
positivo anche in caso di mancata
risposta per le domande riconosciute
non corrette. Gli elenchi saranno così
ripubblicati».
CAOS. Ma agli errori di chi ha formulato
le domande si è aggiunto il disordine per
non dire lʼirregolarità, stando a varie
testimonianze provenienti da tuttʼItalia, in
cui si sono tenute le prove. «Diversi
partecipanti utilizzavano i cellulari
durante la prova e nonostante le
segnalazioni fatte alla commissione nulla
è stato verbalizzato e nessun
provvedimento preso», ha raccontato un
candidato di Milano. «I candidati
chiacchieravano di continuo e hanno
svolto i test insieme, passandosi le
risposte senza che i commissari
intervenissero. Alla fine ci hanno fatto
consegnare il modulo delle risposte
insieme alla scheda anagrafica fuori
dalla busta. Dov'è l'anonimato?», si è
chiesto un candidato di Firenze.
«Fermate questo schifo, non si diventa
così docenti», ha detto uno di Napoli.
PARENTOPOLI
Concorsi truffa, Cardinale a giudizio
Il sottosegretario alla salute palermitano accusato
di far parte della Cupola che tirava le fila di Cardiologia
Il sottosegretario Elio Cardinale
PALERMO. Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute, è
imputato in un'inchiesta della procura di Palermo su concorsi truccati in vari atenei italiani. Stimato professore di Palermo, cavaliere
di Gran Croce, sposato con il magistrato Annamaria Palma, capo
di gabinetto del presidente del Senato Renato Schifani, secondo
i pm il medico siciliano - imputato insieme ad altre 22 persone avrebbe favorito 'mediante raggiri e artifici' la figlia di un suo collega, l'attuale numero uno della Società italiana di cardiologia, Salvatore Novo, in modo da farle vincere nel 2005 un posto da ricercatore, all'Università di Palermo. Le accuse per Cardinale di cui è
stato richiesto il rinvio a giudizio, sarebbero truffa, falso ideologico
pagina 19
e usurpazioni di funzioni pubbliche, mentre Novo è imputato anche
per associazione a delinquere. Per Adelfio Elio Cardinale, noto cardiologo siciliano, nel 2010 la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito del procedimento sulla presunta 'cupola' che pilotava i concorsi universitari di cardiologia, capeggiata secondo l'accusa dal professore barese Paolo Rizzon. L'indagine fu avviata nel
2002 e nel 2004 sfociò in cinque ordinanze di arresti domiciliari. Agli
indagati i pm Emanuele De Maria e Ciro Angelillis contestavano, a
vario titolo, i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione tentata e compiuta, falso, truffa, tentativo di estorsione e
interruzione di pubblico servizio. I fatti contestati risalgono al periodo compreso fra la fine degli anni Novanta e il 2002. Nel gennaio
scorso il processo si è 'spacchettato' in cinque diversi Tribunali (oltre a Bari Brescia, Firenze, Palermo e Pisa) dopo che il gup Antonio Diella ha dichiarato l'incompetenza territoriale per 13 dei 22 imputati, tra cui Cardinale. La posizione del sottosegretario è stata
quindi stralciata e gli atti inviati a Palermo dovʼè in corso l'udienza
preliminare.
Sicilia
10 AGOSTO 2012
centonove
INCHIESTA. Al vaglio del Tribunale le anomalie sull’esame che incastra l’avvocato di Barcellona
Cattafi? Meglio a colori
Il collaboratore Di Fazio sentito come persona indagata ma senza difensore non l’aveva
riconosciuto nella stessa foto in bianco e nero. Ecco i retroscena di interrogatorio thrilling
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Nella foto in bianco e nero, il
collaboratore di giustizia Umberto Di
Fazio, non lʼaveva riconosciuto come
“lʼuomo di cui non mi ricordo il nome che
tra il 1990 e il 1992 accompagnava il
boss di Barcellona Pippo Gullotti ad
incontri che si tenevano a Catania con il
reggente del clan Santapaola, Aldo
Ercolano, in unʼazienda di calcestruzzo
intestata ai fratelli Conti”. Lʼha
riconosciuto, in assenza del legale,
quando il sostituto della Direzione
distrettuale antimafia, Angelo Cavallo,
gli ha sottoposto la stessa identica foto
ma a colori. Saro Cattafi, lʼavvocato di
Barcellona Pozzo di Gotto invischiato sin
dal 1992 in inchieste da cui è uscito
sempre archiviato, prosciolto o assolto,
era stato indicato pubblicamente come “il
capo dei capi della mafia di Barcellona”
dal collaboratore Carmelo Bisognano il
18 luglio del 2011 nel corso del processo
Vivaio. Ma è stato arrestato venerdì 24
luglio del 2012 grazie ai riscontri offerti
dal collaboratore catanese nel corso di
un interrogatorio di 5 ore e mezza tenuto
il 22 marzo del 2012. Se il Giudice per le
indagini preliminari, Massimiliano
Micali, nellʼordinanza di misura cautelare
parla di “portata dirimente” delle prove
emerse nel corso di questo esame, per i
legali di Saro Cattafi, il verbale
dellʼinterrogatorio mostra una serie di
anomalie illustrate nellʼistanza di riesame
al Tribunale della Libertà. A partire
dallʼassenza di un difensore per finire al
modo in cui si arriva al riconoscimento da
parte del collaboratore di Saro Cattafi.
QUESTIONE DI FORMA. Carte alla
mano, risulta che il sostituto Cavallo si
reca a Napoli, nel carcere di
Secondigliano, per assumere “Sommarie
informazioni da persona sottoposta ad
indagini”. Eʼ accompagnato dal capitano
Gabriele Ventura, comandante della
Sezione anticrimine del Ros di Messina.
Umberto Di Fazio
Dinanzi a loro cʼè il collaboratore di
giustizia. Non cʼè il suo avvocato storico,
Enzo Guarnera: avvertito una settimana
prima aveva comunicato la sua
indisponibilità per quel giorno. «Sono
stati chiamati altri 4 legali del Foro di
Napoli, i quali hanno addotto
lʼindisponibilità a presenziare
allʼinterrogatorio», cʼè scritto nel verbale.
Tuttavia, «Si procede a questo punto
allʼinterrogatorio. Lʼindagato viene
avvertito che tutto quanto dirà potrà
essere usato contro di lui», si legge
ancora sul documento. Giovambattista
Freni, il legale di Cattafi non ha dubbi:
«Lʼinterrogatorio solo per questo è nullo.
Non vale nulla e non poteva in alcun
modo essere utilizzato».
FOTOGENICO? SI, MA A COLORI. «Il
nome di Rosario Cattafi che mi fate in
questo momento non mi dice nulla di
particolare». Eʼ questa la risposta alla
prima domanda che viene posta al
collaboratore. «Il nome di Saro Cattafi
che mi fate potrebbe essere uno di questi
soggetti che si accompagnavano quando
veniva a Catania, ma non ne sono certo»,
risponde alla domanda che gli viene
posta dopo aver raccontato delle
“missioni di Gullotti a Catania da
Ercolano, in compagnia di altre persone
che mi furono presentate ma in modo
veloce”. «Lʼufficio dà in visione al signor
Di Fazio un album fotografico di 16
pagine e 14 fotografie», cʼè scritto nel
verbale. La foto di Saro Cattafi è la
numero quattro. Quando gli viene
mostrata, dopo le prime che non
riconosce ma delle quali dice “non è una
faccia nuova per me” Umberto Di Fazio,
afferma: «La foto numero 4 è una faccia
conosciuta ma non sono in grado di
collegarla ad episodi particolari». Di
Fazio non riconosce neanche le altre
dieci foto pur affermando per alcune di
queste che sono “persone che ho visto in
qualche posto”. Lʼinterrogatorio viene
“sospeso da una breve pausa”
COLPO DI SCENA. Nel frattempo, il
capitano Ventura telefona a Messina al
comando e si fa inviare le foto a colori
dellʼalbum via e-mail. «Lʼufficio da atto
che si esibiscono al Di Fazio le stesse
fotografie mostrate in precedenza ma
riportate sl computer e a colori», si legge
ancora nel verbale. Il collaboratore non
riconosce nessuna delle prime foto
neanche a colori. Si arriva alla foto 4.
«Confermo che la foto numero 4
rappresenta una faccia a me
conosciuta», dice. Poi, il colpo di scena:
«Soffermandomi ulteriormente su questa
foto, ora che faccio mente locale e che è
a colori, posso aggiungere che questa
persona era una di quelle che
accompagnava Gullotti a Catania»,
dichiara. Dopo qualche minuto, in cui
risponde a domande sugli incontri,
diventa sicuro: «Sono sicuro a questo
punto che anche la persona raffigurata
nella foto 4 partecipava a queste riunioni.
Lo ricordo ora con certezza», conclude.
Il magistrato Angelo Cavallo.
Nella foto a destra, Saro Cattafi. In basso
un momento della conferenza stampa
dopo lʼarresto dellʼavvocato di Barcellona
RISCONTRI STRAORDINARI. Dove
avvenivano le riunioni? «Nellʼazienda di
calestruzzo intestata ai fratelli Conti», ha
risposto Di Fazio. «Il racconto del
collaboratore sulle riunioni e su chi vi
partecipava è straordinariamente
riscontrato da un dato oggettivo», ha
chiosato il giudice Micali. «Risulta infatti
che lʼavvocato Cattafi, nel 1992, ogni
volta che da Milano si accingeva a
prendere lʼaereo telefonava allʼutenza
telefonica della Beton Conter Impianti
Calcestruzzi Srl, lʼazienda appunto dei
fratelli Conti. Eʼ pienamente ragionevole
ipotizzare, infatti, che Cattafi con queste
telefonate concordava gli appuntamenti
con Aldo Ercolano», ha motivato il Gip
Micali. Il magistrato ha sgomberato il
campo da possibili dubbi. «Non si può
pensare che dopo il 18 luglio 2011,
quando le accuse di Bisognano sono
diventare pubbliche, si sia accodato. Fare
questo significa attribuirgli veste di
vorace lettore delle notizie pubblicate dal
quotidiano a diffusione locale sul quale, la
ricostruzione accusatoria offerta dal
Bisognao è stata pubblicata. Non è
credibile neppure che quanto raccontato
da lui sia il portato di dati acquisti in altri
processi mendacemente rielaborati
quando ha saputo della deposizione di
Bisognano», ha concluso il magistrato.
Lʼavvocato Freni ha ribattuto: «La notizia
delle accuse di Bisognano è stata
pubblicate anche su internet e su altri
giornali, con grosso risalto». E su internet
e, dunque, a disposizione di tutti è stata
pubblicata lʼinformativa del 1996 Gico
della Guardia di Finanza che raccontava
delle telefonate del 1992 alla Beton
Conter Impianti Calcestruzzi Srl.
Il procuratore Guido Lo Forte e i capi del Ros dei carabinieri
pagina 20
centonove
Sicilia
10 AGOSTO 2012
Sonia Alfano
Beppe Lumia
POLEMICHE. I due esponenti politici in tour per convincere i boss a collaborare
Alfano e Lumia a caccia di pentiti
Insorge il Pdl: “E grave. Si vogliono influenzare i processi». La replica: «Chi ha paura dei
racconti dei mafiosi?». Il ministro Severino ordina di mandare le carte alla Procura
Lʼinformativa sul web è comparsa nei
mesi scorsi. Ora, però, risulta cancellata.
«Quando è stata di preciso pubblicata?
Chi lʼha pubblicata? Chi lʼha cancellata?
E quando?», ha chiesto il legale di Cattafi
alla Polizia postale nellʼambito delle
indagini difensive.
IMBECCATE. «Eʼ un complotto. I
collaboratori raccontano cose non vere
per riscontrare Bisognano, orchestrato
dal suo legale Fabio Repici, con cui per
anni ho intrattenuto buoni rapporti (è
stato anche mio avvocato) finchè non mi
sono rifiutato di aderire alla sua richiesta
di allearmi con lui per colpire esponenti di
vertice delle Istituzioni locali. Repici,
difensore della famiglia di Beppe Alfano
(il giornalista ucciso a Barcellona lʼ8
gennaio del 1993) e soprattutto della
figlia Sonia, mi aveva preannunziato che
un pentito avrebbe fatto il mio nome e
quello del Procuratore della Corte
dʼappello, Franco Cassata», aveva
scritto nellʼesposto datato 25 luglio 2011.
Il giudice Micali in assenza di indicazione
precise da parte di Cattafi, lo ha bocciato:
«Eʼ inverosimile che Cattafi, che nel
passato ha patito un lungo periodo di
carcerazione preventiva e, a suo dire, è
stato ripetutamente destinatario di
accuse mendaci rese da soggetti
determinatisi alla “collaborazione” con
lʼautorità giudiziaria, non abbia mai
reputato opportuno denunciare
lʼaccaduto o, quanto meno, adottare le
cautele necessarie a precostituirsi una
prova a futura memoria»
ROMA. La notizia che Sonia Alfano e
Giuseppe Lumia, la prima alla guida
della commissione Antimafia europea, il
secondo ex presidente di quella del
Parlamento italiano, vadano per le
carceri a tentare di convincere i boss
della mafia a pentirsi e a collaborare lʼha
data il Corriere della sera. La bagarre è
scoppiata qualche ora dopo. E ha
costretto allʼintervento il ministro della
Giustizia Paola Severino: «Il ministro
della Giustizia già da giorni ha verificato
che le relazioni di servizio nelle quali si
segnalavano le peculiarità dei colloqui
fossero state trasmesse all'autorità
giudiziaria competente, ricevendone
conferma. Peraltro, sempre dallo scorso
3 agosto - prosegue il comunicato - il
Guardasigilli ha dato disposizione
all'Ufficio di gabinetto del ministero
affinché, attraverso il capo del
Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria, i direttori degli istituti
fossero sensibilizzati a una puntuale
osservanza delle disposizioni previste
dall'articolo 67 dell'ordinamento
penitenziario che regola le visite dei
parlamentari negli istituti penitenziari,
sollecitando l'intervento diretto o
l'interruzione della conversazione
qualora essa travalichi i limiti della visita
e si trasformi in colloquio su
procedimenti in corso». Qualche ora
prima era sceso in campo il capogruppo
del pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.
«Il "tour delle carceri" di Sonia Alfano e
Giuseppe Lumia raccontato dal Corriere
della Sera " è di straordinaria gravità e
mette in evidenza che ci troviamo di
fronte al tentativo da parte di alcuni
parlamentari di scavalcare norme,
procedure e divisioni dei ruoli per
interloquire direttamente con i boss sul
terreno processuale e per indirizzarli sul
terreno giudiziario», ha dichiarato. Lo
dice il capogruppo del pdl alla Camera
Fabrizio Cicchitto. "Di questa
operazione continuata - aggiunge devono rispondere il ministro di Grazia e
Giustizia e chi dirige il Dap perché ci
troviamo di fronte a iniziative altamente
lesive dello stato di diritto. Ci
ripromettiamo alla riapertura delle
Camere di presentare interrogazioni in
merito, ma su tutto ciò fin d'ora attiriamo
l'attenzione delle massime autorità
istituzionali, del governo e
dell'amministrazione dello Stato perché
essi hanno il dovere di impedire
operazioni così pericolose, spericolate,
ed extra legum. I colloqui investigativi"
per "saggiare" un possibile pentimento
spettano alla Procura nazionale
antimafia e non certo ai parlamentari.
Averlo fatto con detenuti sottoposti al 41
bis e in stretto dialetto siciliano è una
ulteriore "aggravante" politica», ha
concluso Cicchitto.
Nellʼarticolo sono raccontati i colloqui nel
carcere di Parma con Bernardo
Provenzano per invitarlo a pentirsi, ad
aprire il confronto con lo Stato sulla base
della normativa premiale prevista per i
pentiti. Nell'articolo sono riportati anche i
virgolettati delle battute scambiate tra
Provenzano e i due parlamentari. I due
esponenti politici hanno tentato anche di
parlare con Filippo Graviano.
Sonia Alfano rincara la dose: "Fanno
bene ad aver paura di quelli che
definiscono i miei 'tour in carcere': li
faccio da 3 anni. La prova di questi
timori è che qualcuno ha fornito al
giornalista del Corriere le trascrizioni e
questo è,in Italia, ancora un reato.
Chiedo alla magistratura di intervenire e
chiarire. Le trattative le hanno fatte e
temo continuino a farle altri. E' fin troppo
evidente, a questo punto, che qualcuno
in questo Paese non vuole la verità e
continua ad adoperarsi, in una trattativa
che evidentemente prosegue ancora
oggi, per impedirne, in ogni modo, il
raggiungimento", replica l'Alfano. Beppe
Lumia ricorda di essere stato
condannato a morte da Cosa Nostra: "E'
incredibile: avere richiamato la legge
dello Stato sulla collaborazione di
giustizia, ripeto una legge dello Stato,
getta nel panico molti esponenti del
centrodestra. Chi ha paura della
collaborazione di Provenzano? Meglio la
più terribile e amara verità che l'omertà e
il silenzio. In questa battaglia bisogna
essere pronti a tutto. Nessuno mi
fermerà, andremo avanti rispettando le
regole. Non mi lascerò intimidire».
Il ministro della Giustizia, Paola Severino
pagina 21
Sicilia
10 AGOSTO 2012
centonove
ROMETTA. Le suore abbandonano improvvisamente il convento. I fedeli temono per sempre
Il giallo delle clarisse
Ufficialmente una delle quattro consorelle aveva problemi di salute. Ma si teme che un altro ‘’simbolo’’
del comune messinese vada perduto. I cittadini promuovono una petizione. Ma dalla Curia arriva lo stop
DI ANTONIO BONACCORSO
ROMETTA. Le Clarisse di Santa Eustochia
lasciano Rometta. I fedeli si sono mobilitati
per scongiurare l'abbandono del convento e
della Chiesa dei Cappuccini, ma dalla Curia
promettono che torneranno il prima possibile.
Il centro tirrenico è in subbuglio perché non
vuol vedere sparire un altro simbolo, un
pezzo di storia, dal suo centro storico. Nei
giorni scorsi, infatti, le quattro suore hanno
lasciato Rometta a causa di un malore che
avrebbe colpito una delle consorelle ed il
bisogno di cure avrebbe spinto le superiori a
richiederne il trasferimento al monastero di
Montevergine. A sentire la gente del posto le
suore sarebbero tornate lo scorso sabato solo
per un paio di ore, giusto il tempo di
recuperare gli effetti personali. La vicenda è
Indicazioni stadali che conducono allo storico convento di Rometta
stata seguita con una certa apprensione dal
consigliere comunale Fortunato Marcianò che
non nasconde di nutrire perplessità sul ritorno a Rometta delle
Clarisse, che nel frattempo non hanno sciolto i dubbi visto che non
hanno rilasciato in merito alcuna comunicazione. «Non si capisce
- dice Marcianò - se le suore abbiano lasciato definitivamente il
monastero. La Curia spiega che si tratta di un momentaneo
allontanamento per l'assistenza necessaria ad una delle
consorelle, tuttavia vi è il sentore che le suore si siano sentite
anche abbandonate dalle istituzioni locali che non hanno
contribuito al sostegno della loro struttura». Era il 1977 quando le
Clarisse arrivarono a Rometta, anche allora a forzare lo
spostamento fu una malattia che spinse una suora ventottenne a
scegliere l'antico convento dei cappuccini come luogo ideale per
le proprie cure. A circa 600 metri di altezza, tra due verdi vallate e
con lo sguardo rivolto verso le isole Eolie ed il golfo di Milazzo, il
monastero di Rometta parve il ritiro propizio per la vita delle
Claustrali. Per oltre trent'anni, quindi, le sorelle hanno custodito
preziosi marmi appartenuti alla chiesa dell'Annunziata, hanno
pregato nelle retrostanti antiche grotte paleocristiane e venerato la
Vergine Immacolata la cui icona è legata ad un prodigio del
lontano 1726 quando una pioggia ininterrotta minacciava il
raccolto del grano. Secondo la tradizione il quadro della Madonna
fu portato in mezzo alla piazza antistante e la pioggia cessò
miracolosamente. «I cittadini - continua Marcianò - avevano
preparato una petizione popolare, tuttavia subito stoppata dalle
rassicurazioni del vescovo che ha assicurato il distacco
momentaneo delle quattro clarisse. Adesso la preoccupazione è
che possa sparire tutto nel giro di pochi anni». Sul territorio
UN PO’ DI STORIA
Tutto cominciò nel 1570
ROMETTA. Risale al 1570 la richiesta al Provinciale dei
Cappuccini per la realizzazione di un convento a Rometta. Nel
convento che inizialmente era un fabbricato a pianterreno
"poveramente costruito secondo l'antico modello", confinante con
la chiesa di San Giorgio fondata dai Normanni (si conserva nel
tesoro della chiesa Madre, una preziosa reliquia, il braccio di San
Giorgio, donata dal Re Ruggero d'Altavilla). Fu uno dei primi
conventi dopo quello di Messina. I padri Cappuccini rimasero a
Rometta fino al 1936. Nello stesso anno, per opera di un illustre
concittadino, il canonico mons. Antonino Barbaro, segretario del
grande arcivescovo, mons. Angelo Paino, si aprì ai Redentoristi
che continuarono con grande zelo, l'opera di evangelizzazione dei
Cappuccini per 10 anni. Infine vi furono i padri rogazionisti che
rimasero, anche loro, per 10 anni.
pagina 22
Il consigliere Fortunato Marcianò
romettese insistono, infatti, decine di beni
che racchiudono un inestimabile
patrimonio ma diversi sono “dimenticati”.
«In tempi di spending review e di carceri
sovraffollate, non si capisce, ad esempio sottolinea il consigliere - perchè non venga
sfruttato il carcere di Rometta». Erano gli
anni 70 quando il Ministero di Grazie
Giustizia fece abbattere lʼedificio storico
risalente allʼepoca borbonica per
realizzare una nuova struttura più
funzionale e moderna che ad oggi è vittima
del decadimento progressivo nel totale
disinteresse. Dalla seconda metà del
secolo scorso, vennero via via soppressi la
Pretura, lʼUfficio Registro, il Collegio delle
suore per bimbi orfani e lʼistituto “Santa
Maria”. Più che giustificabile, quindi, lo
sconforto dei romettesi di fronte al
trasferimento delle consorelle.
centonove
Sicilia
10 AGOSTO 2012
VILLAFRANCA. Il colosso industriale presenta il progetto esecutivo dell’elettrodotto
Terna, fuga in avanti
Nonostante una serie di ricorsi al Tar la società che gestisce la rete elettrica nazionale non vuole interrare
i tratti di Pace del Mela e Serro. Dieci sindaci firmano un documento di protesta. Sul torrente Gallo, intanto...
DI GIANFRANCO CUSUMANO
PACE DEL MELA. Terna non ha alcuna
intenzione di modificare il tracciato del
nuovo elettrodotto che da San Filippo del
Mela arriva a Villafranca (Sorgente) e di
interrare parte del tracciato che attraversa i
territori di Pace del Mela e Villafranca.
Continua la battaglia ambientalista tra i
comitati di cittadini e il colosso che
gestisce la rete elettrica nazionale. La
presa di posizione di Terna è stata
confermata nel corso di un incontro
promosso dallʼassessore provinciale
allʼAmbiente, Carmelo Torre, a cui hanno
preso parte una decina di sindaci,
rappresentati dellʼazienda, dei comitati
riuniti sotto il Coordinamento Tutela
Ambientale del Tirreno. I comitati a
palazzo dei Leoni hanno contestato
lʼatteggiamento di Terna che senza
aspettare lʼesito dei vari ricorsi presentati
al Tar ha portato a termine, a sorpresa, il
progetto esecutivo. Una “fuga in avanti”,
così lʼha definita lʼassessore Torre. Un
progetto non condiviso da nessuno - a
detta dei presenti - che non rispetta quelle
che in questi anni di concertazioni erano
state le richieste degli abitanti del
comprensorio che va da Villafranca alla
valle del Mela. Le considerazioni di Terna
sono racchiuse in uno studio tecnico a
firma dellʼingegnere Vittorio Cecconi. In
sostanza si legge che per quanto riguarda
lʼelettromagnetismo, fenomeno che
preoccupa maggiormente coloro che
hanno le abitazioni nei pressi dei cavi ad
alta tensione, «non ci sono casi conclamati
di relazione tra lʼesposizione alle onde
elettromagnetiche e i danni sulla salute dei
cittadini», fra lʼaltro «i limiti italiani sono tra i
più restrittivi al mondo e quindi
assolutamente tranquillizzanti». Presa di
posizione dura anche per quanto riguarda
lʼinterramento dei cavi. «Lʼinterramento secondo la relazione di Cecconi - non è
perseguibile perchè riduce la capacità
dellʼelettrodotto, in caso di guasto i tempi di
risoluzione sarebbero più lunghi e invasivi
per il territorio, la vita media del cavo
passerebbe da 60 anni (aereo) a 30».
Cecconi conclude che «costi molto elevati
come quelli dellʼinterramento, se non sono
giustificati da motivi di sicurezza e salute
dellʼuomo, non possono essere ritenuti, da
enti e imprese che rispondono a scopi
collettivi e quindi sociali, di pertinenza di
una delle due parti in gioco. La pertinenza è
della collettività e quindi tutti vi devono
porre uguale attenzione». I comitati e gli
amministratori, dunque, vanno per la loro
strada. Dieci sindaci hanno firmato un
documento proposto dal comune di San
Filippo del Mela in cui ribadiscono a Terna
lʼesigenza di tutelare il territorio e i cittadini.
I comitati attendono la sentenza del Tar su
ricorso predisposto dallʼassociazione Man
presieduta da Debora Ricciardi. A luglio si
è tenuta lʼudienza ed il giudice si è riservato
la decisione. «Loro ci vorrebbero
convincere che le soluzioni adottate sono
le migliori - dice lʼavvocato Nino La Rosa, a
capo del comitato “Tutela del Tirreno” di
Villafranca - noi, invece, riteniamo anche
sulla scorta della relazione tecnica
dellʼingegnere Roberto Campagna,
esperto nominato dal comune di Pace del
Mela, lʼesatto contrario». I punti su cui si
pagina 23
cerca la medizione rimangono quelle che
riguardano il borgo collinare di Serro e
Passo Vela a Pace del Mela. «I cavi a
Serro sono troppo vicini al paese - continua
La Rosa - fra lʼaltro il progetto interferisce
con la Zps (zona protezione speciale).
Interferisce anche con il Piano
paesaggistico che non consente di
costruire elettrodotti aerei». A Villafranca a
fare discutere è anche la variante
urbanistica che lʼex consiglio comunale ha
votato prima di andare alle amministrative
di primavera. Si tratta di una strada che
collega la statale 113
con la stazione di Terna
e che costeggia il
torrente Gallo. Senza
questa variante non si
sarebbero potuti
effettuare i lavori (che
rimangono fermi in
attesa delle necessarie
autorizzazioni) il cui
appalto è stato vinto
dalla ditta dellʼex
consigliere di
maggioranza, oggi
esperto alle
problematiche
ambientali, Giuseppe
Anastasi. La minoranza
consiliare ha chiesto al
sindaco Di Marco il
resoconto della
riunione che si è tenuta
alla Provincia, visto che
per un “disguido” non è
stato esteso anche
allʼaula lʼinvito a
partecipare. A replicare
è lʼassessore
allʼAmbiente Tito Costa,
che sulla difesa di
Serro, da consigliere di
minoranza ne aveva
fatto una battaglia politica. «Il sindaco
Matteo Di Marco ha firmato il documento di
concerto con gli altri sindaci in cui si
contesta il progetto dellʼelettrodotto per
come è stato presentato da Terna - spiega
- la posizione ormai è chiara. La variante
per riapporre i vincoli nellʼarea del torrente
Gallo consente di procedere con gli
espropri e mettere in sicurezza lʼarea in
una strada prevista dal prg. Non cʼè stato
alcun favoritismo. Con i pericoli
idrogeologici che hanno colpito il territorio
non possiamo farci scappare una tale
occasione. Lʼopera, infatti, sarà totalmente
a carico di Terna pur non trattandosi di
opera compensativa».
Sicilia
10 AGOSTO 2012
centonove
MILAZZO. L’animale sfuggito ad un circo acquatico blocca il traffico per ore
Mi è scappata la foca
Il mammifero girava indisturbato nella zona del porto. A salvarlo dalla disidratazione i pompieri.
A ritirare l’animale il fachiro Nino Scaffidi. Che racconta i retroscena. Il video, intanto, spopola sul web
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Quando ha chiamato il 112
chiedendo aiuto, lʼhanno preso per
pazzo. «Venite cʼè una foca che
passeggia per strada» ha invocato ai
carabinieri il trentenne Gianluca Picciolo
dopo avere accostato la sua auto. «Si, è
qui, invece teniamo i leoni in gabbia»
sarebbe stata la risposta ironica allʼaltro
capo del telefono. Eppure, mentre la
colonnina di mercurio toccava i 36 gradi,
una foca di un anno girava realmente per
le vie di Milazzo, comune siciliano noto
per essere la porta di accesso per le isole
Eolie. La foca è stata salvata grazie
allʼintervento dei vigili del fuoco che
hanno evitato che si disidratasse
spruzzandogli getti dʼacqua per unʼora e
e mezza. Il giallo è stato risolto poco
dopo. Lʼanimale era di proprietà di un
circo acquatico di passaggio a Milazzo e
diretto a Roma. Il proprietario che si è
presentato, su convocazione, alla polizia
municipale si chiama Marcello Silvio
dellʼAcqua, 72 anni, originario di Aprilia.
Artisti e mezzi avevano fatto sosta in città
per salutare Nino Scaffidi, 31 anni, un
Nino Scaffidi (con il gilè azzurro) e i colleghi del circo acquatico
diploma di geometra in tasca e una
passione per serpenti e acrobazie col
fuoco che lo porta ad esibirsi in giro per
lʼItalia. Il grande pubblico lʼha conosciuto
a Italiaʼs Got Talent, trasmisisone di
Canale 5. Scaffidi si è presentato in via
Tonnara per riprendersi la foca. «A
Milazzo pensano che la foca sia la mia e
che la tenga in una piscina - spiega
Scaffidi che per la prima volta raccolta
come si sono verificati i fatti - in realtà è
di proprietà dei miei ospiti che gestiscono
un circo acquatico con il quale ho
lavorato la scorsa stagione». I mezzi
erano parcheggiati nei pressi di piazza
Marconi, vicino la vecchia stazione
ferroviaria. La foca - non si capisce bene
come - sarebbe riuscita ad aprire il
cancelletto della piscina mobile ed ha
cominciato a girovagare per strada. «Mi
trovavo in un supermercato nei pressi del
ritrovamento quando si è sparsa la voce
che cʼera una foca per strada. Ho
immaginato che doveva essere un
La foca in mezzo alla via Tonnara si gode il refriger
C ENTRO DIURNO (PASTI INCLUSI ) - B REVI SOGGIORNI ( WEEK END E SETTIMANALI ) - A SSISTENZA ALBERGHIERA
E SOCIO SANITARIA DIURNA E NOTTURNA CON PERSONALE QUALIFICATO
- A SSISTENZA MEDICA DI BASE
A SSISTENZA INFERMIERISTICA - ATTIVITÀ RICREATIVE - ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE - ATTIVITÀ SOCIALI E CULTURALI
ATTIVITÀ ARTIGIANALI - ATTIVITÀ LUDICHE - S ERVIZIO RELIGIOSO - L AVANDERIA - S TIRERIA - S ERVIZIO GUARDAROBA
R ISTORAZIONE CON CUCINA INTERNA - P OSTA E INTERNET - S ERVIZIO NAVETTA
pagina 24
centonove
rio attorniato dai curiosi
Sicilia
10 AGOSTO 2012
PALERMO
Guerra ai calessi
Sequestrati tre cavalli maltrattati
Nino Scaffidi con il suo pitone
La foca ha creato caos nel porto
animale dei miei amici, così ho
acquistato del pesce e mi sono
catapultato sul posto distante poche
centinaia di metri. Attorno a lei cʼerano un
centinaio di persone che scattava foto e
la filmava con cellulare e ipad».
Nonostante Scaffidi non abbia mai
lavorato con una foca ha colpito tutti per
la disinvoltura con cui ha portato via
lʼanimale dopo avere rilasciato le
generalità agli uomini della capitaneria di
porto e ai vigili urbani. «Posseggo 15
serpenti, tra cui un pitone moluro di 3,5
metri, ma foche non ne ho - sorride - mi
sono comportato imitando lʼaddestratore
dellʼanimale. La scorsa stagione sono
stato scritturato dal circo acquatico,
dunque vedevo ogni giorno come si
ammaestravano foche e pellicani, mi
sono comportato di conseguenza.
Lanciavo pezzi di pesce e nel frattempo
correvo facendomi seguire fino alla sua
piscina». La notizia ha spopolato
specialmente sul web dove il video del
quotidiano on line oggimilazzo.it è stato
visto oltre 14 mila volte tramite youtube.
Scaffidi sorride per tutto il tam tam
suscitato dal curioso episodio, anche se
già sta pensando alle proposte ricevute
per la prossima stagione. «Lavoravo alle
acciaierie Duferdofin ma con la crisi
hanno cominciato a diminuire le
commesse alle ditte dellʼindotto, ed ho
perso il lavoro. In un primo momento
temevo per il mio futuro, poi ho deciso di
far diventare una professione la mia
passione per il fachirismo e la danza (la
sorella gestisce una scuola di ballo).
Durante i suoi spettacoli, apprezzati
anche a San Marino, Scaffidi fa il
mangiatore di fuoco, cammina sui vetri,
gioca con enormi pitoni. «Sono un
autodidatta - racconta lʼartista milazzese
- non ho avuto maestri. Lʼerrore più
grande che ho commesso durante uno
spettacolo? Nessuno, anche perchè se
avessi sbagliato difficilmente sarei stato
qui a rilasciare dichiarazioni» conclude.
pagina 25
PALERMO. Un blitz contro i calessi che
operano in via Emerico Amari, nei pressi del porto di Palermo. Lʼoperazione
congiunta a cura delle forze dellʼordine
e dellʼazienda sanitaria, ha avuto un
doppia valenza: individuare lʼeventuale lavoro nero e verificare eventuali
sfruttamenti di animali. Da quando i
croceristi il martedì sbarcano nel capoluogo siciliano per visitare le bellezze architettoniche e mangiare un arancino “originale” questi calessi sono aumentati e spesso approfittano dei turisti proponendo giri a prezzi esorbitanti, anche a 60 euro. Gli animalisti hanno
denunciato che anche ad agosto e alle
due del pomeriggio, i cavalli sono costretti a trascinano il peso di due tre
quattro turisti, del cocchiere e del cocchio. Al passo o al trotto (a Roma il trotto sarebbe vietato), senza nessun limite prestabilito di ore di attività al giorno. Secondo gli animalisti capita di vederli anche di notte, alcuni cavalli vengono bardati con finimenti vari, con file di campanelli vicino alle orecchie, accompagnati da musiche a tutto volume.
In mezzo al caos e allo smog della città.
Le forze dellʼordine hanno sequestrato
tre cavalli. Le verifiche hanno anche riguardato la validità delle licenze e l'effettiva corrispondenza tra il chip dell'animale e quello dei documenti.
Sicilia
10 AGOSTO 2012
La strada di accesso a contrada San Bartolomeo. Accanto rifiuti abbandonati per strada
S. AGATA MILITELLO. La contrada meta preferita per depositare i sacchetti fuori orario
S. Bartolomeo? Tra i rifiuti
Da quando sul lungomare c’è la video sorveglianza i trasgressori, per evitare di essere filmati,
scelgono il quartiere. Dove però non passano gli automezzi dell’Ato: la strada è troppo stretta
DI NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA MILITELLO. Ormai in
paese lo chiamano il “quartiere
cassonetto”. Per evitare che le
telecamere della videosorveglianza
comunale possano filmare i trasgressori
che gettano i rifiuti fuori dagli orari
consentiti nel lungomare, tanti residenti
hanno cominciato a gettare i rifiuti a San
Bartolomeo, quartiere di SantʼAgata di
Militello. Il problema è che San
Bartolomeo ha unʼunica strada di
accesso: un sottopasso ferroviario di alto
2 metri e 18 centimetri e largo due metri.
Situazione che non solo non consente il
passaggio agli autocompattatori dellʼAto
per la raccolta dei rifiuti ma, in caso di
emergenze, il transito di autoambulanze,
automezzi dei vigili del fuoco, auto
compattatori e altri i veicoli per trasporto
della spazzatura. Nelle abitazioni, poco
più di venti casette unifamiliari, per i circa
50 residenti, tenere in cucina la bombola
del gas è un rischio. Nel 2005 la famiglia
Gugliotta ha dovuto ricorrere allʼaiuto dei
vicini per trasportare a braccio una
persona anziana con la gamba fratturata,
e poter raggiungere lʼautoambulanza
parcheggiata prima del sottopasso.
Pagare la tassa sui rifiuti per gli abitanti
di contrada San Bartolomeo è un lusso,
perché la zona non fruisce del servizio
porta a porta, ed i cassonetti per deposito
spazzatura sono collocati a lunga
distanza, sul lungomare, o nel piazzale
della stazione ferroviaria. Per
contrappasso contrada San Bartolomeo
è diventata un cassonetto a cielo aperto
dove i rifiuti sono lasciati in deposito
lungo le saie per la raccolta delle acque
piovane. La presenza di degli impianti
fissi e mobili di tele sorveglianza a poche
decine di metri, sul lungomare, porta i
centonove
trasgressori a gettare non solo i sacchetti
della spazzatura a San Bartolomeo, ma
qualsiasi altro materiale ingombrante da
smaltire ai bordi delle strade ed in ogni
angolo più nascosto della contrada.
Basta superare lʼangusto sottopassaggio
a monte della strada ferrata per ritrovare
una discarica senza interruzione di
continuità lungo la strada che conduce
nella zona di espansione urbana.
«Lʼaspetto più scoraggiante di questa
pratica è che cumuli di sacchetti di
spazzatura e di altri rifiuti si trovano nelle
vicinanze di un residence turistico e dei
lidi balneari» segnala un residente, Pippo
Caurro, auspicando una più assidua
presenza in zona dei vigili urbani.
«Lungo i cunettoni di raccolta delle acque
piovane, a bordo strada si presenta uno
spettacolo indecoroso, con i numerosi
sacchetti di spazzatura lanciati dai
finestrini delle auto in transito, e di altri
materiali che hanno ostruito lʼargine che
dovrebbe convogliare le acque sotto il
ponte per poi finire in mare», segnala
Rosario Basile Gigante rappresentante di
quartiere , lamentando che gli
investimenti finanziari riservati alla
viabilità comunale, son sempre dirottati
verso altri “quartieri privilegiati”. La strada
che attraversa il sottopassaggio della
linea ferroviaria è lʼunica via dʼaccesso
per recarsi nellʼagglomerato urbano e gli
abitanti hanno ripetutamente segnalato i
loro disagi perché la zona non è
raggiungibile dalle autoambulanze nei
casi di emergenza, ed anche i grossi
mezzi della ditta che dovrebbe garantire
la raccolta della spazzatura non possono
raggiungere la zona. Poco distante da
contrada San Bartolomeo si trova il
centro comunale di raccolta, Ccr, in
località Rosmarino, attrezzato con
macchinari evoluti in grado di smaltire
ogni genere di rifiuti (lavatrici, oli esausti,
batterie ecc…) è aperto giornalmente a
tutti gli utenti, dalle 7 alle 22, per venire
incontro a tutte le categorie dei cittadini,
ed alle aziende commerciali. Ma per
vacanzieri e residenti lanciare i
sacchetti di spazzatura oltre il sottopasso
ferroviario è più facile. «Provvederemo
immediatamente ad eliminare ogni
traccia di rifiuti nella zona di San
Bartolomeo e nei quartieri da cui
giungeranno segnalazioni - afferma il
vicesindaco Calogero Pedalà appena
ricevuta la segnalazione - e saranno
attivate più postazioni di
videosorveglianza per stroncare le cattive
abitudini della gente non educata al
rispetto dellʼambiente, e della città che li
ospita, o in cui risiede».
FURNARI
Spazzatura in cenere
Incertezza su come smaltire i resti incendiati
Spazzatura incendiata vicino Portorosa
FURNARI. Chi deve smaltire i rifiuti incendiati a Furnari? E' quello
che si cerca di capire mentre il paese è costretto ad accogliere i villeggianti con cumuli di rifiuti bruciati e ammassati in prossimità dei
cassonetti. Il caso è stato oggetto di polemiche anche in consiglio
comunale dove la minoranza ha criticato lʼamministrazione per come ha gestito la cosa. Dal canto suo il sindaco Mario Foti ha spiegato quali sono stati i problemi che hanno impedito finora lo smaltimento dei detriti che si trovano accumulati da circa 50 giorni, da
quando, cioè, dei vandali erano entrati in azione con delle bottiglie
incendiarie. Sbloccata la situazione della raccolta con lʼaffidamento alla Dusty, i rifiuti bruciati non sono stati smaltiti in discarica perché ritenuti rifiuti speciali. Il comune di Furnari, per accorciare i tempi, ha fatto eseguire esami ad un laboratorio di Milazzo ma, pur aven-
pagina 26
do un responso di ammissibilità in discarica, non riesce a sbloccare la situazione per lʼopposizione di Tirreno Ambiente che vuole effettuare altri esami. Il 3 agosto il sindaco aveva chiesto alla provincia «l'autorizzazione per lo smaltimento...o in alternativa di poter rimuovere i predetti rifiuti per depositarli, provvisoriamente, in unʼarea di proprietà comunale», ma dalla Provincia, la dirigente Carolina Musumeci risponde che «non compete a questo Ente autorizzare il conferimento in discarica dei rifiuti». Intanto, dalla Tirreno Ambiente, lʼamministratore delegato Pino Innocenti conferma che trattandosi di rifiuti incendiati potrebbero contenere diossine e furani,
ed è opportuno fare tutte le verifiche del caso prima di conferirli in
discarica. Innocenti sostiene che «la verifica di conformità di questi
rifiuti è un obbligo ma è necessario che lʼamministrazione comunale si assumi lʼonere della spesa». Questʼultima richiesta, però, è arrivata al comune solo lunedì scorso. Foti si riserva di denunciare
il fatto allʼautorità giudiziaria sottolineando che da tempo il comune possiede un certificato di ammissibilità dei rifiuti in discarica. (Pamela Arena)
centonove
Sicilia
10 AGOSTO 2012
PALERMO. Parla il sociologo dell’Ambiente Angelini, dopo l’incendio della discarica
Bellolampo, disastro colposo
Secondo l’esperto il sito doveva essere chiuso già nel 2010. «Indagherei
sugli interessi a bruciare materiali speciali, come derivati dei prodotti petrolchimici»
DI GIOVANNI BURGIO
PALERMO. Disastro ambientale. Eʼ il reato
ipotizzato dai pm che indagano sul rogo
scoppiato nella discarica di Bellolampo.
Nel fascicolo, dunque, aperto inizialmente
per incendio, vanno aggiungendosi nuove
contestazioni che restano, comunque, a
carico di ignoti. Dopo giorni di lavoro il
fuoco è "tecnicamente spento", come
hanno attestato i vigili ai magistrati, ma
resta l'allarme per la grossa presenza di
policarburi aromatici, come il benzene,
altamente cancerogeno, che nei quartieri,
come quello di Cruillas, vicini alla discarica
ha superato di 5 volte i limiti massimi
previsti dalla legge.
Circa duecento cittadini residenti nei pressi
della discarica di Bellolampo, infatti hanno
partecipato a un sit in davanti all'ospedale
Villa delle Ginestre, in via Castellana a
Palermo, per chiedere alle istituzioni di
mantenere alta l'attenzione "sui rischi per la
salute provocati dall'emissione di polveri
sottili e sostanze tossiche", dopo l'incendio
divampato il 29 luglio scorso nella
discarica. L'inziativa è stata organizzata da
un comitato 'spontaneo', costituito nei
giorni scorsi. "Questa manifestazione è
nata in modo spontaneo - dice il sociologo
Vincenzo Fiiguccia, tra i promotori dell'
inziativa - Siamo preoccupati e abbiamo
paura che quanto avvenuto a Bellolampo,
passata l'emergenza, passi sotto silenzio".
Intanto, oltre a cercare di scoprire chi e
perché abbia appiccato il rogo, il
procuratore aggiunto Ignazio De Francisci
e il pm Geri Ferrara stanno ricostruendo le
omissioni gravissime che hanno permesso
alle fiamme di propagarsi: una cattiva
gestione quella del sito di Bellolampo
sottolineata da subito dagli inquirenti che
hanno notato, ad esempio, la presenza
delle sterpaglie accatastate vicino all'area
che avrebbero alimentato il fuoco. Quanto
al movente si indaga principalmente su chi
avesse interesse alla chiusura della
discarica palermitana in cui finiscono 900
Aurelio Angelini
è presidente del Comitato Scientifico
del “Decennio per
l'Educazione allo
Sviluppo Sostenibile Unesco”, componente del comitato
scientifico della
Fondazione Res e
direttore della
“Fondazione Patrimonio Unesco
Sicilia”.
Nell'università di Palermo è coordinatore del Master in “Comunicazione, educazione ed interpretazione ambientale”
ed è direttore della
“Summer school in
Migrants human rights and democracy”.
La discarica di Bellolampo in fiamme
tonnellate di rifiuti al giorno. Immondizia
che ora viene trasportata in altre discariche
dell'Isola al costo di 300 euro a tonnellata.
Ma sul rischio intossicazione ne abbiamo
parlato con uno dei massimi esperti,
Aurelio Angelini, docente all'Università di
Palermo “Sociologia dell'Ambiente ed
Ecologia” e allo IULM di Milano “Ambiente
e sviluppo sostenibile”.
Professore Angelini, cosa ne pensa di
quello che sta avvenendo a
Bellolampo?
«Già nel 2010 dicevo che Bellolampo
andava chiusa perché gestita malissimo.
Durante una visita con i miei studenti ho
visto una situazione disastrosa: cumuli di
rifiuti alti 20 metri fuori dalle apposite
vasche, pericolo per chi in quel posto ci
lavorava perché poteva essere sommerso
dal crollo di queste montagne. Cʼerano
inoltre laghetti di percolato ovunque,
animali che pascolavano sui rifiuti,
centinaia di cassonetti nuovissimi
abbandonati alla rinfusa. E
sostanzialmente negli ultimi mesi non è
cambiato nulla».
Quali ipotesi avanza sullʼincendio?
«Le ipotesi possono essere tre. La prima
riguarda proprio questo aspetto del cattivo
stato della scarica; ci possono essere state
mille cause che possono scatenare un
rogo in un luogo così mal messo. La
seconda, sulla quale indagherei a fondo,
potrebbe essere lʼincendio doloso di rifiuti
speciali. Si tenga presente che lo
smaltimento di alcuni materiali pericolosi,
come i derivati dei prodotti petrolchimici,
costa da 10 a 20 volte di più del
conferimento in discarica; è evidente il
grossissimo risparmio economico per
unʼazienda che deve affrontare
questi costi. E si veda a
proposito, lʼaltissima
oscillazione quantitativa da un
anno allʼaltro dello smaltimento
“certificato” di questo tipo di
scarti; significa, in sostanza,
che quando è possibile ci si
libera di questi materiali in
maniera illegale. Lʼultima
ipotesi, la meno probabile, è
relativa ad un qualche atto di
ritorsione da parte di dipendenti
dellʼAzienda o di Società che
avevano in appalto alcuni
servizi, come il trasporto del
percolato, che hanno visto
revocato il loro incarico».
I gas presenti nei rifiuti e
lʼalta temperatura di questi
giorni hanno potuto causare
lʼautocombustione?
«Assolutamente no. Esiste già
un impianto di captazione dei
gas che annulla la possibilità
che i biogas abbiano generato
lʼincendio. I canali sotterranei
che attraggono queste
sostanze sono abbastanza
efficienti e lʼenergia che se ne
ricava è la maggiore possibile;
e dʼaltronde lʼazienda che fa
questo lavoro e rivende
lʼenergia ha tutto lʼinteresse per
mantenere alta questa
produzione energetica».
Qual è secondo lei la
soluzione per lo smaltimento dei rifiuti?
«Questo problema non lo si risolve né con
le discariche, per quanto controllate e
regolamentate, né con gli inceneritori, per
quanto efficienti e innovativi. Lʼunica vera
via dʼuscita e la raccolta differenziata e il
riciclaggio dei materiali che raggiunga
unʼalta percentuale sul totale prodotto. So
benissimo che a un risultato del genere
non ci si può arrivare subito, ma se da ora
ci si muove in questo senso, nel giro di trequattro anni potremmo vedere già degli
ottimi risultati. E comunque non cʼè altra
strada».
BILANCI
Una taglia sui piromani
La richiesta del Codacons mentre Messina
va in fumo. Chiesto la stato di calamità
MESSINA. Una settimana nera e un mare di polemiche
per la Sicilia che brucia ancora: incendi in provincia di
Palermo e Messina, famiglie evacuate a Gela. E intanto
il Codacons mette una taglia sugli autori dei roghi: 2mila
euro a chi riesce a fotografarli mentre appiccano le
fiamme. "Sembra superfluo ricordare - afferma
l'associazione - che i responsabili devono essere puniti
con severità e bisogna far di tutto per porre un argine al
fenomeno. Sono troppi, infatti, gli ettari di bosco andati
in fumo a causa di incendi dolosi che ogni anno, con
straordinaria puntualità, distruggono un patrimonio
boschivo che si assottiglia sempre di più". Il Codacons
si costituirà parte civile nei processi che si celebreranno
contro gli autori degli incendi. Insomma, una settimana
pesante sul fronte degli incendi: i Canadair e gli
elicotteri della flotta aerea dello Stato sono dovuti
intervenire in supporto alle squadre di terra su 32 roghi.
Le richieste sono arrivare da Lazio, Calabria, Sardegna,
Campania, Puglia, Umbria, Lazio e Marche ma ancora
una volta è stata la Sicilia a presentare al Dipartimento
della Protezione Civile il maggior numero di richieste:
ben 12, dopo le 26 di ieri. E se nella zona della riserva
naturale dello Zingaro e a Erice, in provincia di Trapani,
la situazione è migliorata, altri roghi sono scoppiati fin
dalle prime ore della mattina in provincia di Palermo e in
quella di Messina. Proprio il messinese è la zona più
colpita: in fumo centinaia di ettari di terreno tra
Giampilieri, Santo, Molino e nei comuni di Itala e
Fiumedinisi nella zona ionica. Nella parte tirrenica, la
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situazione più grave si registra a Reitano
Montagnareale. Problemi anche a Gela dove un vasto
incendio doloso, sviluppatosinel canneto dell'area di
'Orto Pasqualello', sulle pendici della collina
prospiciente il lungomare, ha impegnato per ore Vigili
del Fuoco, ambulanze, Protezione civile e forze
dell'ordine. Il fumo ha invaso l'intera città, mandando in
tilt il traffico, provocando diversi problemi respiratori ai
cittadini e costringendo all'evacuazione di alcune
abitazioni in via precauzionale. E mentre il sud brucia,
al nord il problema si chiama siccità: la Toscana ha
annunciato che chiederà al governo lo stato di calamità
mentre in Veneto si fanno messe per invocare la
pioggia. E il presidente della commissione agricoltura
del Senato Paolo Scarpa chiede al governo "una
sospensione degli oneri tributari, ad iniziare dall'Imu,
oltre che ovviamente altre provvidenze connesse allo
stato di calamità".
Qui, scuola
10 AGOSTO 2012
STROMBOLI. DAL PROSSIMO ANNO ANCHE LE SCUOLE DELL’ISOLA POTRANNO GODERE DELLE “SPIEGAZIONI A DISTANZA”
Isoleinrete, la lezione va online
LIPARI. Si chiama “Isoleinrete” il
progetto scolastico che il prossimo anno
scolastico coinvolgerà le scuole di
Stromboli. In sostanza sarà possibile
fare lezione in classe anche quando
lʼinsegnante, a causa delle cattive
condizioni metereologiche, non potrà
raggiugere la classe. Il prossimo anno ci
sarà anche unʼaltra importante novità
nata dallʼesperienza didattica di
Lampedusa che prevedere la figura del
Tutor di aula - possibilmente un genitore
- che si occupi del collegamento e
dellʼassistenza agli alunni quando il
docente, impossibilitato a raggiungere
lʼisola a causa del maltempo, si
collegherà per la lezione a distanza.
Durante lʼinverno scorso, si è già attuata
in via sperimentale questa “telelezione”. La professoressa di musica,
Nada Gitto, infatti, non potendo
raggiungere lʼisola da Milazzo per il
forte vento, si è collegata dalla sua
abitazione e ha svolto la lezione a
distanza. La dirigente Mirella Fanti
dellʼistituto comprensivo “Isola Salina”
ha promosso un incontro con i
rappresentanti dei genitori di Stromboli
e dai responsabili del progetto
“Isoleinrete” (la dirigente Mariangela
Marramaldo e il ricercatore dellʼAnsas
Sicilia prof. Gianni Messina). Le famiglie
degli studenti dellʼisola si sono riunite in
unʼassociazione chiedendo che le
condizioni di isolamento nel periodo
invernale venissero risolte grazie a
nuovi interventi, anche tecnologici.
Proprio per questo si sono fatti carico a
proprie spese dellʼinstallazione della
linea veloce alla scuola elementare e
media, in modo da inserire anche
questa isola nel progetto. Il progetto
“Isoleinrete”, a cui hanno aderito gli
arcipelaghi delle Eolie, Egadi e Pelagie,
è nato per risolvere almeno in parte le
problematiche scolastiche delle piccole
isole siciliane. Ispirato al modello di
insegnamento a distanza di “Marinando”
e reso possibile dalle nuove tecnologie
comunicative e didattiche (Lim,
videoconferenza, ecc…), il progetto è
stato attivato nellʼIstituto Comprensivo
salinese già dal 2008-2009. Tutte le
aule della scuola media e Cpe delle 5
isole (Alicudi, Filicudi, Stromboli,
Panarea, Salina) di lavagne interattive,
stazioni di videoconferenza e software
di comunicazione a distanza, insieme a
momenti di formazione per i docenti e gli
alunni sullʼuso delle Tic. Inizialmente il
progetto prevedeva la creazione di 2 reti
interne di classi a distanza: MalfaAlicudi- Filicudi e S.Marina SalinaPanarea-Stromboli. Mentre la prima rete
ha funzionato con collegamenti
settimanali, la seconda ha potuto
comprendere solo Panarea, causa
mancanza di connessione Adsl. Il
prossimo appuntamento è per
lʼautunno: una settimana di formazione
a cura dellʼUniversità Cattolica di Milano
che porterà a docenti, genitori e alunni
le metodologie didattiche e
comunicative per lʼinsegnamento a
distanza.
centonove
PALERMO
Mille posti a rischio
Colpa del Patto di stabilità
PALERMO. Il comune di Palermo
scrive al Ministro alla Pubblica Istruzione Francesco Profumo: se non
verrà concesso una deroga al patto
di stabilità mille bambini iscritti non
potranno frequentare le scuole materne comunali e 44 insegnanti non
potranno essere assunte. La lettera
è stata firmata dal sindaco Leoluca
Orlando.
"La scuola materna è un diritto riconosciuto dalla Costituzione, il ministro Profumo si è mostrato sensibile. Abbiamo presentato un emendamento alla camera e chiediamo a tutte le forze politiche di unirsi in questo senso» ha spiegato Orlando che
chiede la deroga per consentire allʼente di stipulare nuovi contratti.
Come sottolineato anche dal consigliere di Grande Sud, Edy Tamajo, la
cosa assurda è che «i soldi per le assunzioni delle insegnanti di scuola
materna, ci sono, ma non possiamo
assumere nessuno».
L'assessore comunale alla Scuola
Barbala Evola sta cercando di superare attraverso un contatto contonuo con il governo nazionale.
«Quando il ministro all'Istruzione
Francesco Profumo è venuto a Palermo, lo scorso 13 luglio - ha spiegato la Evola - ho fatto presente che
la scuola siciliana versa in una situazione drammatica: il patto di stabilità non permette di assumere supplenti, annuali e temporanei, e insegnanti di sostegno. I fondi ci sono ma
non possiamo contrattualizzare
nessuno». Le sezioni chiuse l'anno
scorso sono 33 - spiega l'assessore
alla Scuola - Mentre sono ottocento
i bambini che si sono visti chiudere
le porte delle scuole. Alcuni già erano stati scolarizzati e si sono ritrovati fuori, costretti a rivolgersi alle
materne statali o ai privati". Il problema - ha aggiunto - è che la trasformazione della società non si è
accompagnata ad una trasformazione del sistema scolastico, che non
può più garantire un servizio necessario a quelle donne che lavorano".
ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith
Immissioni in ruolo, convocazioni
con la posta elettronica ecrtificata
LʼIMMISSIONE IN RUOLO è un avvenimento sperato,
assicurato da Viale Trastevere, ma che ancora non si
è concretizzato nel primo ed essenziale atto, che è il
decreto (inter)ministeriale che definisce il contingente.
A conferma del ritardo e della necessità di fare presto,
il Miur ha diramato una nota nella quale ha manifestato lʼintenzione di utilizzare, sia per i docenti che per il
personale Ata, la Pec (Posta Elettronica Certificata)
per le convocazioni.
La nota è stata integrata con la precisazione che la nuova modalità di convocazione del personale della scuola interessato alla stipula dei contratti a tempo indeterminato per lʼa.s. 2012-2013 è auspicabile, ma non
può considerarsi esclusiva. Di conseguenza, nel caso si verificasse che gli interessati non fossero provvisti di Pec, gli uffici
adotteranno le modalità tradizionali di convocazione. Per favorire questa nuova modalità, ai docenti e al personale ATta che
ritengono di trovarsi in posizione utile per la nomina, è
stato raccomandato, qualora non lo abbiano già fatto,
di dotarsi di una Pec entro il 20 agosto. Una volta attivata, la Pec andrà indicata e validata, attraverso le
“istanze on-line” nella sezione "Gestione utenza"; chi
aveva già effettuato questa operazione deve solo controllare che risulti a sistema e sia convalidata. Il Miur
ricorda che è possibile dotarsi di una casella gratuita e
finalizzata al colloquio fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Lʼindirizzo al quale richiedere la casella è
https://www. postacertificata .gov.it /home/index.dot.
Nel caso in cui si scegliesse di usufruire di questo ser-
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vizio, lʼoperazione di registrazione dovrà essere completata tramite un ufficio postale qualsiasi. Giova sapere che questa, però, è una Cec Pac (Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino), modalità di posta elettronica - gratuita
per il cittadino – che non può essere utilizzata per comunicazioni tra cittadini o uffici che non appartengono
alla Pubblica Amministrazione.
Con la nuova modalità auspicata dal Miur, gli aspiranti docenti, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, e
gli Ata, iscritti nelle graduatorie permanenti, potranno
essere contattati tramite un sms che anticipa la ricezione dellʼe-mail, con il messaggio di dettaglio. Per gli
inclusi nelle graduatorie dei concorsi, che non sono collegate alle istanze on-line, gli uffici regionali individueranno eventuali aspiranti già in possesso della Pec, ai
quali sarà inviato solo il messaggio di posta e non l'Sms di avviso.
10 AGOSTO 2012
Economia
centonove
MESSINA
Ancora Sogas? Duca:
“Contrario alla legge”
CATANIA. La compagnia low cost appesa a un filo. O accordo con Alitalia per l’acquisto o chiusura
Nuvole su Windjet
L’Enac minaccia di ritirare la licenza di volo: “Vogliamo garanzie sulla solvibilità dei debiti”
La crisi iniziata con due incidenti: quello di Punta Raisi, nel 2010, è costato 20 milioni
CATANIA. Il futuro di Windjet è appeso a
un filo, teso tra lʼaccordo con Alitalia per
lʼacquisto della compagnia aerea low cost
siciliana ed il fallimento. LʼEnac, ente
nazionale per lʼaviazione civile, si è
riservato ancora qualche giorno prima della
decisione, attesa per mercoledi 8 agosto,
ma ha annunciato il concreto rischio di ritiro
della licenza di volo proprio perchè non c'é
ancora l'accordo di integrazione fra Alitalia
e Windjet. Vito Riggio, presidente
dellʼEnac, la situazione lʼha spiegata così:
occorre che la low cost siciliana consegni
ad Alitalia le garanzie, che ancora
mancano, rispetto ai debiti contratti da
Windjet negli ultimi mesi, fra l'altro con
gestori aeroportuali e del traffico aereo,
contando sulla fusione con Alitalia che
avrebbe, appunto, onorato i vari impegni. A
frenare la trattativa è stata la pronuncia
dell'Antitrust dl luglio che, secondo Alitalia,
ha modificato il valore dell'operazione. In
sostanza, l'Autorità garante della
concorrenza e del mercato ha dato il via
libera ma solo a condizione che Alitalia
ceda slot (fasce orarie di decollo e
atterraggio), in particolare su Milano Linate
(due coppie sulla Catania-Milano, una
coppia sulla Palermo-Milano). Rinunciando
a questi collegamenti, la compagnia
guidata da Roberto Colaninno e Andrea
Ragnetti avrebbe subito perdite
economiche per un paio di milioni di euro.
Quindi Alitalia ha voluto rivedere le
condizioni dell'operazione. In caso di
risposta negativa, per la compagnia aerea
catanese messa in piedi da da Antonino
Pulvirenti nel 2003, sarà la fine. Con
ripercussioni sui 500 lavoratori diretti e sui
300 dell'indotto. Attualmente Windjet è la
quarta compagnia aerea per quota di
mercato domestico, con una flotta di dodici
aerei e oltre 2,8 milioni di passeggeri
trasportati nel 2011. Nonostante questo, il
26 aprile WindJet ha avviato le procedure
MESSINA. La Provincia di Messina, nonostante le polemiche e la dubbia utilità, ha deciso di non abbandonare lʼaeroporto dello Stretto, mantenendo la
partecipazione nellʼazionariato della
Sogas (la quota di ricapitalizzazione a
luglio è stata anticipata dalla Provincia
di Reggio Calabria). Una delibera, quella di mantenimento della società, che
lʼex assessore Gaetano Duca reputa
“non conforme a quanto dispone la
legge”. “La legge dispone che sia il
Consiglio Provinciale a verificare e decidere quali delle 15 società debbano
essere mantenute, perché produttrici
di beni e servizi rientranti nei fini istituzionali dellʼEnte Provincia”, scrive Duca. “Mantenere: la Sogas, non ha i presupposti di legge - continua Duca - perché la loro azione non rientra formalmente nei fini istituzionali dellʼEnte. Infatti mentre lʼauspicata costituzione di
una Società per la realizzazione dellʼaeroporto tra Milazzo e Barcellona
rientrerebbe nei fini istituzionali dellʼEnte perché si tratterebbe di infrastrutture di interesse sovracomunale e
provinciale, la proposta di mantenimento della partecipazione nella Sogas, con sede fuori provincia, non rientra nelle funzioni attribuite alla Provincia regionale e deliberare il suo mantenimento è una forzatura immotivata.
della cassa integrazione per tutti i suoi
dipendenti. Lʼaccordo con Alitalia, (un
investimento di circa 2,7 milioni), prevede
lʼassorbimento di 400 persone. I motivi
della crisi sono da ricercarsi nei numeri:
“perdita di euro 182.577 nel 2009, più di 3
milioni nel 2010 e previsione per l'anno
2011 di perdite superiori ai 10 milioni di
euro”, spiegava il bilancio dell'anno scorso.
A questo si aggiunge il “birdstrike”
allʼaeroporto di Parma nel 2009 costato 7
milioni di euro e soprattutto il “fuori pista”
del 24 settembre 2010, sempre a Punta
Raisi: avrebbe provocato danni stimabili in
20 milioni di euro. (A.C.)
A FONDO
Le ragioni dei ritardi
L’Antitrust non vuole monopoli sulle rotte.
Nel frattempo, i passeggeri restano a terra
Antonino Pulvirenti
CATANIA. Lʼaltra faccia della crisi quasi irreversibile di Windjet
sono le decine di voli posticipati e di passeggeri infuriati, che vagano per gli aeroporti in attesa di risposte. Una situazione che lʼEnac di Vito Riggio ha cercato di evitare ma che, invece, ha involontariamente provocato. Perchè, tentando di salvare in tutti i modi la compagnia aerea, lʼente nazionale dellʼaviazione civile ha disatteso alle proprie norme che impongono alle compagnie che
non hanno più i soldi per operare di non vendere più biglietti. Le
stesse norme prevedono che le compagnie aeree diano le più ampie garanzie di poter effettuare i voli già prenotati. E sorvegliare,
in questo caso, sarebbe toccato all?Enac. E invece lʼautorithy si
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è limitata "a monitorare l'evolversi della situazione". Ma viste le
condizioni in cui versa la compagnia fondata nel 2003 da Antonino Pulvirenti, lʼEnac intende compiere "un monitoraggio giornaliero sull'operativo della compagnia e sul rispetto dei Regolamenti
Comunitari che tutelano i diritti del passeggero riservandosi, se
nel caso, ogni intervento a garanzia degli stessi".
Intorno a Windjet, però, si gioca una partita più grande. Alitalia, infatti, ha la forte necessità di competere con le linee aeree low cost EasyJet e Ryanair, mossa resa possibile dallʼacquisizione della compagnia catanese dopo che al colosso dellʼaviazione di stato è fallita unʼoperazione simile con Blue Panorama. Unʼoperazione non indolore, quella di Alitalia, che è stata costretta dallʼAntitrust, perchè lʼoperazione andasse in porto, a rinunciare ad alcuni slot, per evitare che si creasse un monopolio nelle rotte fra
gli aeroporti siciliani e quelli di Roma Fiumicino e Milano Linate.
Unʼoperazione, spiegano da Alitalia, che porterebbe alla perdita
di due milioni di euro. Ragion per cui le trattative tra Alitalia e
Windjet sono ancora in corso. (A.C.)
Economia
10 AGOSTO 2012
centonove
DIRETTORE
Trainiti a tutti i costi
Nominato senza concorso
Pier Carmelo Russo
L’ex commissario, Gaetano Sciacca. Sullo sfondo la sede del Cas
Anna Rosa Corsello
AUTOSTRADE. Sulla busta paga appare con 2 anni di ritardo una nota che prelude al taglio dello stipendio
Cas, la resa dei conti
Un parere del Cga del 2010 impone al commissario l’applicazione del Contratto dei regionali.
I sindacati: «Giudici fuorviati. Il Consorzio è un ente economico». Falliti i tentativi di sanatoria
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Lʼex assessore alle
Infrastrutture Pier Carmelo Russo aveva
dato ordine di inserirla sulla busta paga il 9
novembre del 2010 per evitare altri danni
erariali. Eʼ apparsa sul documento che
accompagna lo stipendio dei dipendenti
del Consorzio per le autostrade siciliane
del mese di luglio di due anni dopo. «La
retribuzione si intende erogata a titolo di
determinazione provvisoria, salvo
conguaglio negativo o positivo. Detto
conguaglio è riferito a tutti gli emolumenti
percepiti a qualsiasi titolo nel corso del
rapporto di impiego», cʼera scritto nel
documento. I dipendenti quando lʼhanno
letta nonostante il caldo torrido sono stati
percorsi da un brivido di freddo. La postilla
è il segno che è vicino il momento
dellʼepilogo di una vicenda che si trascina
da 24 mesi.
Il contratto dei regionali o quello delle
società autostradali private?
Il dilemma a contrada Scoppo, sede del
Consorzio per le autostrade siciliane, tiene
banco da tempo ancor più delle mancate
manutenzioni che hanno indotto il
ministero delle Infrastrutture e lʼAnas a
revocare la concessione sui 280 chilometri
di autostrada siciliana (poi riottenuta grazie
ai provvedimenti dei giudici) e gli utenti a
viaggiare in condizioni di rischio. In ballo,
per il futuro, ci sono 7mila euro allʼanno di
stipendio per ognuno dei 423 dipendenti;
per il passato, invece, ci sono stipendi già
percepiti e da restituire da parte di
dipendenti e di dirigenti; e cʼè la
responsabilità erariale dei vertici dellʼente
che dal 2000, dallʼentrata in vigore della
legge (la numero 10) che ha imposto di
applicare il trattamento dei regionali “ai
dipendenti degli enti pubblici non
economici sottoposti a controllo e vigilanza
della regione Sicilia, comʼè considerato il
Cas, si sono succeduti alla guida dellʼente.
Il dilemma ha determinato una situazione di
stallo. Lʼex assessore alle Infrastrutture
Pier Carmelo Russo, sulla scorta di un
parere non vincolante del Consiglio di
giustizia amministrativa, il 9 novembre del
2010, aveva investito invano lʼallora
commissario Calogero Beringheli, di
applicare da subito il contratto di lavoro dei
regionali e di recuperare le differenze
retributive. A Beringheli sono succeduti
Gaetano Sciacca e Francesco De
Francesco, ma la musica non è cambiata.
Anna Rosa Corsello ha impresso
unʼaccellerazione lungo la strada sgradita
ai lavoratori. Dopo riunioni estenuanti con i
sindacati ha deciso di procedere pur senza
il loro via libera. Le sigle con unʼazione
unitaria lʼhanno citata dinanzi al Tribunale
di Messina per comportamento
antisindacale, ma il Giudice del Lavoro ha
dato ragione al Cas.
Il Cga aveva stabilito “che avrebbe dovuto
essere cessata (già almeno dal 2000) ogni
ultrattività della singolare e più favorevole
disciplina anteriormente autorizzata – ma,
evidentemente, in un diverso contesto
normativo – dalla delibera della Giunta
regionale n. 58 del 1984”.
OBIEZIONI. I sindacati però si sono
ribellati: «Il parere non è vincolante e si
PALERMO. Ingegnere. Ex assessore ai
Lavori pubblici del Comune di Catania.
Uomo di Raffaele Lombardo. Il nuovo
direttore generale del Cas Maurizio
Trainiti è stato nominato a tamburo battente dal commissario straordinario
Anna Rosa Corsello, che qualche mese prima il Governatore aveva nominato dirigente generale dellʼAssesorato al
Lavoro. Anna Rosa Corsello ha affrettato i tempi attribuendo lʼincarico per 5
anni ad un esterno sulla base della considerazione che “nellʼorganico dellʼente mancano le professionalità adatte”.
Eppure, in corso, cʼè un avviso di mobilità per due dirigenti, uno dei quali poteva vantare il curriculum adatto a fare
il direttore. E cʼè una causa pendente
dinanzi al giudice del Lavoro che potrebbe riportare al Consorzio per le autostrade siciliane Mario Pizzino, direttore generale a tempo, sino a quando il
sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca ha negato il rinnovo del nulla osta
per il passaggio al Cas. Raffaele Lombardo 4 giorni prima delle dimissioni
aveva nominato i membri del Consiglio: Nino Gazzara, Santino Calderone
e Pasquale Gazzara, tutti esponenti dellʼMpa del presidente. L'Ars ha bloccato
le nomine. Per 4 anni, dopo lʼesautoramento del Consiglio guidato da Patrizia Valenti, Lombardo aveva affidato
lʼente, nelle vesti di commissario, ad
uomini di sua fiducia. (M.S.)
fonda su un presupposto errato: il Cas non
è un ente pubblico non economico, bensì è
a tutti gli effetti ente economico. Non gode,
infatti, di trasferimenti della Regione. Ha
entrate proprie con cui sostiene le spese.
Sarebbe assurdo che i dipendenti del Cas
vengano trattati diversamente di tutti i
colleghi delle altre autostrade dʼItalia».
Lʼex assessore Russo, dopo avere
ordinato di dare attuazione al parere del
Cga, si era fatto promotore di un disegno
di legge che prevedeva che “il Cas è ente
pubblico economico”. In questo modo
sarebbe venuto meno lʼobbligo sancito dal
Cga. Il Commissario dello Stato, però, ha
stoppato lʼoperazione. E la patata bollente
è arrivata nelle mani del commissario
Corsello.
IL CASO
Trimestrali, assunzioni a rischio
Graduatoria scaduta, nessuno se ne accorge
MESSINA. I casellanti per il periodo estivo? Li forniranno le società di somministrazione di manodopera, aveva assicurato Anna Rosa Corsello. «Devi pescarli dalla graduatoria dei trimestrali», ha ribattutto la Giunta regionale chiamata ad autorizzare le assunzioni a tempo. Il commissario straordinario ha abbozzato ma quando ha dato ordine di convocare i trimestrali ha
scoperto che la graduatoria era scaduta. Lʼassunzione del personale necessario a tenere in piena efficenza i caselli ed evitare le lunghe file nel periodo estivo, è diventata un vicenda pirandelliana. Che rischia di creare disagi agli utenti e nuovi guai
alle casse del Consorzio: il ritardo nelle assunzioni potrebbe obbligare ad aumentare lo straordinario e il monte ferie non godute dei dipendenti che già hanno raggiunto livelli da guinness dei
pagina 30
primati. Sino allo scorso anno nonostante lʼassunzione dei cosiddetticasellanti trimestrali, il Consorzio faceva ricorso in misura massiccia allo straordinario da parte dei casellanti in organico. Cʼera
chi faceva 80 ore al mese in più di quanto prevedeva il contratto.
Chi 160 e, quindi, il doppio di quanto era obbligato per legge. Per
questo lʼIspettorato del Lavoro di Messina ha irrogato ai vertici che
si sono succeduti a capo del Consorzio tra il 2005 e il 2010 una sanzione nel totale di 8 milioni di euro. In sintesi, i lavoratori raddoppiavano lo stipendio mentre i vertici nel Consorzio, non ponendo
un limite allo straordinario, ne mettevano a rischio la salute. Ma non
cʼera solo lo straordinario. Non cʼè dipendente del Cas, infatti, che
non vanta giorni di ferie non godute. Secondo un conteggio arrivato alla vigilia dellʼestate sul tavolo dellʼex direttore generale Mario
Pizzino le 408 unità di personale in servizio vantano nel totale 7mila e 316 (settemilatrecentosedici giorni (gli assunti full time) e 30mila e 158 ore (i dipendenti part time). Se i dipendenti ne chiedessero la monetizzazione per lʼente di contrada Scoppo sarebbe un altro salasso. (M.S.)
centonove
Economia
10 AGOSTO 2012
POLEMICHE. La Regione istituisce le zone franche per la legalità, “no tax” per cinque anni
Zfl, figli di un dio minore
Trenta comuni del nisseno e dell’agrigentino godranno della fiscalità di vantaggio.
Plauso di Confindustria, altri imprenditori alzano la voce: “Discriminati al contrario”
DI ALESSIO CASPANELLO
CALTANISSETTA. Un bacino territoriale,
che comprende i ventitre Comuni della
provincia di Caltanissetta, altri quattro
paesi dellʼagrigentino (Canicattì,
Ravanusa, Licata e Campobello di Licata),
Pietraperzia in provincia di Enna: la “Zona
franca per la legalità in Sicilia”, Zfl nelle
sigle tanto amate dai burocrati, non ha
ancora iniziato a funzionare che già è
oggetto di polemiche.
E NOI NO? Unʼarea economica destinata
a garantire vantaggi e sgravi fiscali a favore
delle imprese in grado di rispettare tutti i
parametri di legge e di opporsi a richieste
criminali. Questo, pressappoco, il
contenuto del decreto del presidente della
regione Raffaele Lombardo, dimessosi
una decina di giorni fa, che istituisce in
Sicilia le Zfl. Un decreto preceduto, nel
2011, dallʼapprovazione da parte della
giunta regionale dello schema di delibera
per lʼistituzione delle aree “no tax”: gli
imprenditori che denunciano richieste
estorsive o provenienti da Cosa Nostra
godranno del rimborso, per cinque anni,
degli oneri fiscali e contributivi. Una misura
prevista dalla legge regionale numero 15
del 2008, che tra le “misure per la legalità”
e di contrasto alla criminalità organizzata
annovera la creazione delle Zfl, ma che ha
fatto saltare la mosca al naso agli
imprenditori che, pur rifiutando di
sottomettersi alla criminalità organizzata,
operano al di fuori del comprensorio
premiato con lʼistituzione delle aree per la
legalità. Ma non sono solo gli imprenditori a
protestare.
STORCIAMO IL MUSO. “Vorremmo
candidare Enna a zona franca per lo
sviluppo e la legalità, se solo qualcuno ci
indicasse la procedura da seguire”, aveva
chiesto provocatoriamente il sindaco di
Enna Paolo Garofalo, nel 2011,
allʼindomani dellʼannuncio da parte
dellʼassessore regionale allʼIndustria (di
Caltanissetta) Marco Venturi
Marco Venturi
Ivo Blandina
dellʼistituzione delle Zfl. “Prendiamo atto del
fatto - ha concluso Garofalo - che con
“decreto regio” sono stati individuati
comuni “più legali” di altri che usufruiranno
di cinquanta milioni di euro”. A sostenere la
richiesta di Garofalo (contestata da
associazioni dellʼennese) sono intervenuti i
due parlamentari regionali del Pd Elio
Galvagno e Salvatore Termine, che in un
ordine del giorno presentato allʼArs hanno
chiesto di ampliare i confini della Zfl ad
Enna, piazza Armerina, Villarosa e
Barrafranca. Richiesta che è rimasta però
lettera morta.
VOCI FUORI DAL CORO. Un
imprenditore messinese che vuolre restare
anonimo, iscritto a Confindustria, rivela
sentimenti ambivalenti nei confronti
LA SCHEDA
In arrivo 150 milioni di euro
CALTANISSETTA. Cinquanta milioni di euro, come prima tranche, per chi vorrà investire nellʼentroterra siciliano. E poi fiscalità di vantaggio e rimborsi, per cinque
anni, di oneri fiscali e contributivi. In sostanza, il decreto del presidente della regione che, con il via libera da parte del ministero dellʼInterno, istituisce le Zone franche per la legalità, dice questo. Nello specifico, chi vorrà investire per gli accordi di
programma varati dalla regione Sicilia, avrà un contributo a fondo perduto oscillante tra il 30 ed il 40% dellʼinvestimento, da assegnare in base alla “importanza”
dellʼimpegno assunto. Poi cʼè la defiscalizzazione, vecchio cavallo di battaglia elettorale di raffaele Lombardo durante la campagna elettorale del 2008: chi impianterà
unʼattività in uno dei comuni oggetto del decreto, godrà di abbattimento quinquennale di oneri col fisco e con la previdenza. Lʼistituzione di zone franche in Sicilia è prevista e normata dallʼarticolo 3 della legge regionale 15 del 2008, e in Europa ha precedenti solo in pochissime zone: nelle Azzorre ed in Irlanda. (A.C.)
dellʼiniziativa. “Lodevole dal punto di vista
dellʼimmagine e del possibile recupero di
tessuti “morti” dellʼimprenditoria isolana concede - ma cosa dovrebbe dire chi
invece si trova a lottare ogni giorno con la
burocrazia, con la stretta del credito e vive
in territori che magari non arriveranno ai
tassi di “mafiosità” delle zone in cui è stata
identificata la Zfl, ma di certo non sono
nemmeno paradisi? Si creano condizioni di
disparità francamente inaccettabili per chi
ha lavorato duramente in questi anni di
crisi, ed ha pagato fino allʼultimo centesimo
le tasse. Poi - conclude - spero di
sbagliarmi, ma dubito sulla riuscita di
iniziative di questo tipo. Basta guardare allo
sciacallaggio che si è fatto intorno ai patti
territoriali...”
UN PLAUSO DA MESSINA. Chi invece
plaude allʼiniziativa senza se e senza ma è
il presidente di Confindustria Messina Ivo
Blandina: “Eʼ unʼiniziativa che parte da un
territorio, che racchiude aree ad altissima
densità criminale, e imprenditoria organica
alla mafia, alle consorterie criminali e che
arriva alla necessità di risanare attraverso
attività produttive, rilivellando la capacità
competitiva di quei territori. Non solo continua Blandina - è un ulteriore invito a
ripensare alla fiscalità di vantaggio, che
dovrebbe servire ad alimentare e
riposizionare territori che hanno capacità
produttiva. Meno contributi in conto
capitale a pioggia e viceversa più legati a
fattori produttivi come plusvalore non
sottoposto a tassazione”. E chi, come
Messina, è rimasta fuori? “A Messina ribatte Blandina - abbiamo un punto franco
da istituire da sessantʼanni. Ecco, forse
unʼiniziativa come le Zfl potrebbe servire ad
abbandonare qualche idee velleitaria di cui
si parla di questo per avere un alibi, e
mantenere clientele e stati di bisogno”.
TRIBUNALE DI MISTRETTA
PROC. ESEC. N.26/2009
Lotto n. 1:CARONIA – fraz.ne
di Marina, via Platani, snc,
abitazione di tipo popolare,
piano terra, di mq 53,30, un
locale e servizi, privo di impianti, completamente da ristrutturare.Prezzo base dʼasta: € 12.500,00
Lotto n. 2: CARONIA c.da S.
Vito, terreno agricolo, qualità
vigneto e uliveto, di mq
3.722,00, zona E, con pozzo
esclusivo, quasi pianeggiante. Prezzo base dʼasta: €
4.450,00
Lotto n. 3: CARONIA - c.da
Ricchiò, snc, magazzinoporticato, piano seminterrato, di mq 163,65, ampio locale, più due vani, un wc e due
ripostigli. Tutto in ottimo stato. Prezzo base dʼasta: €
41.100,00
Lotto n. 5: CARONIA - Nuda
proprietà - via C. Battisti n.19,
abitazione di tipo rurale, piano terra, di mq 64,50, centro
storico, saletta, disimpegno,
due camere, wc e ripostiglio.
In buono stato.
Prezzo base dʼasta: €
20.500,00
Lotto n. 6:CARONIA - via
Umberto n.178, laboratorio
dʼarte e mestieri, piano secondo sottostrada, di mq
218,10, centro storico, composto da ampio locale, spazio-filtro, wc, direttamente
pagina 31
collegato, da corpo scala interno, a magazzini posti a
piano terzo sottostrada,
composti da due locali. Allo
stato rustico. Prezzo base
dʼasta: € 93.200,00
Lotto n. 7: CARONIA - via
Umberto n.178, laboratorio
dʼarte e mestieri, piano terra,
di mq 143,15, centro storico,
composto da ampio locale,
spazio-filtro ed ufficio, direttamente collegato, da corpo
scala interno, a magazzino
posto a piano primo sottostrada, composto da spaziofiltro e ampio locale. Il piano
terra rifinito in ogni sua parte, il piano primo sottostrada allo stato rustico. Prezzo
base dʼasta: € 96.000,00
Lotto n.8:CARONIA - via Umberto n.178, appartamento
per civile abitazione, piano
primo, di mq 143,15, centro
storico, composto da ingresso, salotto ed un disimpegno
che separa: tre camere, un
wc, un bagno, un soggiornocucina, con annessi una lavanderia ed un ripostiglio.
Rifinito in ogni sua parte con
materiali di buona qualità.
Prezzo base dʼasta: €
72.000,00
Lotto n.9: CARONIA - via Umberto n.178, appartamento
per civile abitazione, piano
secondo, di mq 143,15, cen-
tro storico, composto da ingresso, comunicante con un
salotto ed una cucina, con
annessi lavanderia e ripostiglio; un disimpegno che separa: due camere, un wc, un
bagno ed un ripostiglio. Rifinito in ogni sua parte con materiali di buona qualità. Prezzo base dʼasta: € 63.300,00
Rif. Procedura esecutiva n.
26/2009 - Vendita del
25/10/2012 ore 11.30 Palazzo
di Giustizia di Mistretta, G.E.
Dr. C. Monteleone - (Custode Giudiziario Avv. M. Turrisi tel. 0921/697088 fax
0921/440258). Si avvisa sin
dʼora che il Giudice ha fissato, per il caso in cui la vendita senza incanto non abbia
esito positivo per qualsiasi
ragione o causa, l'udienza
del 29 novembre 2012, ore
11.30, per la vendita con incanto dei medesimi beni; ha
stabilito per il caso che si
proceda alla vendita con incanto che ciscuna offerta in
aumento non potrà essere
inferiore a: €. 625,00 per il
LOTTO n. l; €. 220,00 per il
LOTTO n. 2; € 2.000,00 per il
LOTTO n. 3; € 1.000,00 per il
LOTTO n. 5; € 4.500,00 per il
LOTTO n. 6; € 4.800,00 per il
LOTTO n. 7; € 3.600,00 per il
LOTTO n. 8; € 3.100,00 per il
LOTTO n. 9. ”
Economia
10 AGOSTO 2012
centonove
COMPRO ORO. Esplode il business che nasce dal bisogno
Re Mida a Messina
Nel 2007 erano apena otto, oggi sono una quarantina e altri apriranno battenti.
Viaggio nel lato B delle gioiellerie. Tra boom di vendite e clienti in crisi
DI
CHIARA MICCOLI
MESSINA. “Compro oro e argento.
Pago contanti”. Cartelli pubblicitari e
slogan simili si trovano ad ogni angolo
della città. Nel 2007 a Messina i
cosiddetti “Compro oro” erano appena
8, oggi sono circa una quarantina e altri
sono in procinto di aprire. Ecco il viaggio
nei nuovi luoghi della speranza, che ha
il sapore amaro della rinuncia, per chi si
priva di gioielli di famiglia, regali o
ricordi di persone care per arrivare a
fine mese.
LʼORO CHE NON LUCCICA. Alla
scritta invitante e colorata dellʼesterno,
si contrappone unʼentrata grigia, fredda
e triste. Varcare quella soglia non è
facile ma, in tempi di crisi, per molti
indispensabile. Ad attendere il cliente,
posto dietro un vetro di sicurezza, il
negoziante. Lʼoperazione si conclude in
silenzio in pochi minuti, il tempo di
pesare gli oggetti, valutarne il valore in
base al prezzo giornaliero dellʼoro o
dellʼargento, firmare una dichiarazione
di non illecita provenienza e rilasciare
un documento. Chi entra non vede lʼora
di prendere i suoi soldi e andarsene.
«Certe volte invece i clienti sentono il
bisogno di sfogarsi e raccontano le loro
sventure – dice la commessa di un “Oro
Cash” – Alcuni non trattengono le
lacrime perché pensavano di ricavare
una cifra maggiore e se ne vanno con la
disperazione negli occhi. Qualcuno mi
prega di dargli di più ma non posso. A
noi dispiace – continua – ma facciamo il
nostro lavoro. Lʼanno scorso mi ha
commosso un pensionato che ha
venduto tutti i gioielli della moglie
malata, costretta su una sedia a rotelle,
oggetti antichi e preziosi, per poterle
comprare, così mi ha confessato, un
montascale. Molti però si vergognano conclude - e preferiscono non dire
niente di sé».
LA PRIMA VOLTA. Si muove invece
GiuseppeCostantino
IN BORSA
In cinque anni +117per cento
QUASI SICURAMENTE L'ORO è stato il primo metallo mai
usato dalla specie umana, fin dalla preistoria, e nel suo nome
non solo si sono combattute guerre, ma anche promosse scoperte e conquiste. Bastava dunque guardare alla storia per
essere, oggi, buoni investitori. E comunque più ricchi dei proprietari immobiliari. Secondo gli esperti, infatti, chi ha avuto
il fiuto di investire dieci anni fa nellʼoro oggi si troverebbe con
una performance reddituale del 336,30 per cento, ma anche
chi lʼavesse fatto cinque anni fa ne avrebbe tratto un buon
guadagno pari al +117,8% netto. Tradizionalmente, lʼoro viene visto come una riserva di valore in tempi di gravi perturbazioni economiche; una specie di polizza assicurativa contro lʼapocalisse finanziaria. In particolare, il metallo giallo ha
in passato dimostrato una copertura efficace contro lʼinflazione. Il suo valore anti inflazionistico e la sua bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari, possono fare
dellʼoro un investimento utile, anche se è sempre meglio dedicargli una piccola porzione del proprio portafoglio. La via
più semplice per farlo è utilizzare un Etp (Exchange traded
product, sigla che racchiude Etf, Etc ed Etn) dedicato alle materie prime. Gli Etc in particolare sono strumenti dedicati alle materie prime, e quindi anche allʼoro, ma si può investire
nel metallo giallo anche attraverso Etf ed Etn.
senza imbarazzo una signora
quarantenne che entra in un “Gold
2000”. Dalla borsetta sfila un sacchetto
con gioielli usati, roba di poco valore,
per qualche centinaio di euro. È una
libera professionista ed è la prima volta
che entra in un “Compro oro”. Con molta
dignità confessa che fino a qualche
anno fa non avrebbe mai pensato di
doversi disfare un giorno di un paio di
boccoli ricevuti in regalo che le
piacevano tanto. Ma ora si fa fatica a
campare e conclude, nonostante tutto
con il sorriso sulle labbra, che qualche
sacrificio si deve pur fare.
DAL DISOCCUPATO
ALLʼIMPRENDITORE. «Nel 2002 il
90% dei clienti si rivolgeva a noi per
disfarsi di cose rotte o per capriccio e
solo il 10% vendeva per necessità –
dichiara Giuseppe Costantino, referente
regionale dellʼAnopo (Associazione
nazionale operatori professionali oro) e
proprietario di due negozi a Messina –
Oggi non è più così». La tipologia di
clienti è varia: dalla studentessa
universitaria che si disfa dei doni del
battesimo o della prima comunione per
pagarsi gli studi alla giovane coppia che
rinuncia alle fedi per lʼaffitto della casa o
lʼassicurazione dellʼauto, dal padre di
famiglia disoccupato che non sa cosa
dare da mangiare ai figli al pensionato
malato che non può permettersi le cure
mediche. «In questo momento stanno
vendendo tutti – continua Costantino –
Si abbracciano tutte le classi sociali.
Qualche settimana fa è entrato nel mio
negozio persino un imprenditore. Dopo
anni di sacrifici per comprare un locale
non arriva più a pagare il mutuo, la
banca gli fa pressione e rischia di
perdere tutto. Dopo le finanziarie, noi
siamo lʼultimo stadio».
IL BOOM. Il boom di vendite e clientela
si è raggiunto lʼanno scorso, in
coincidenza con lʼenorme aumento del
prezzo dellʼoro. «Si sono rivolte a noi
non solo le persone disperate,
schiacciate dal peso della crisi, ma
anche le classi ricche e privilegiate. Per
loro vendere è stato un affare. Ci sono
state inoltre – aggiunge il referente –
molte richieste in oro da investimento».
Già da questʼanno invece lʼaffluenza,
sostengono più negozianti, è iniziata a
diminuire, anche se aprire un “Compro
oro” di questi tempi è unʼattività, oltre
che redditizia, facile poiché necessita
solo di una licenza da parte della
Questura del luogo. «Gli operatori
professionali, regolarmente iscritti
nellʼelenco della Banca dʼItalia, sono
pochi. In tutta la Sicilia siamo appena 23
– spiega Costantino – Lʼiscrizione non è
obbligatoria e le modalità di controllo, a
nostro avviso, sono scarse. Il risultato è
che il rischio di essere truffati per i
clienti è alto. Molti, inoltre, non sanno
che esiste ancora il Monte dei Pegni. In
alcuni casi, quando si tratta di oggetti di
grande valore, consiglio a mio discapito
di recarsi lì. È un peccato disfarsene. Si
possono invece impegnare con la
speranza di riscattarli un giorno. Le
cose – conclude – possono sempre
aggiustarsi».
HANNO DETTO
Aumentano i rischi per i consumatori
“Eʼ NECESSARIA UNA regolamentazione adeguata nella giungla dei ʻcomprooroʼ”. Lo dichiara Massimiliano Dona, segretario generale dellʼUnione Nazionale
Consumatori (UNC), riferendosi al proliferare di negozi di compravendita di preziosi. “Lʼattuale crisi economica -afferma Dona- ci riporta indietro nel tempo a quando
nel quindicesimo secolo i frati francescani istituirono il Monte di Pietà per finanziare le persone in difficoltà in cambio di un pegno. Oggi, chi ha bisogno di liquidità
piuttosto che rivolgersi al banco dei pegni preferisce i ʻcompro oroʼ perché richiedono meno formalità e pagano di più: la mancanza di regole, però - aggiunge - rischia di facilitare gli speculatori”. “Non è ammissibile che per aprire unʼattività commerciale del genere non si prevedano particolari procedure, ma basti la licenza della Questura -conclude Massimiliano Dona- sarebbe il caso di istituire un apposito
registro degli esercizi commerciali di compravendita di oro e di imporre lʼesposizione del listino dei prezzi per facilitare perlomeno il consumatore nella scelta del
negozio più conveniente”.
pagina 32
centonove
Economia
10 AGOSTO 2012
L’INTERVISTA. A tu per tu con il presidente Anopo
Zironi: «Occhio al riciclaggio»
Per il rappresentante degli operatori professionali serve maggiore rigore
contro i rischi di infiltrazioni criminali. E per evitare truffe...
MESSINA. Nati a cavallo tra gli anni
Ottanta e Novanta in numero limitato
e solo nelle grandi città, oggi i
“Compro Oro” in Italia sono ad ogni
angolo (se ne contano circa 8 mila),
con un giro dʼaffari che supera i 3
miliardi di euro. A parlarne è Andrea
Zironi, presidente dellʼAnopo
(Associazione nazionale operatori
professionali oro). «Rispetto ad
alcuni anni fa è cambiato tutto –
spiega – È entrata la criminalità,
viene usata questa attività per
riciclare sia danari illeciti che oggetti
preziosi e oro di illecita provenienza,
per indebiti arricchimenti, per
sfruttare il cittadino». A complicare la
situazione la quasi totale assenza di
limiti normativi e barriere in entrata.
«Per aprire un negozio basta una
semplice licenza, essere incensurati,
senza un briciolo di esperienza, con
zero conoscenze del settore. In
sostanza – continua – pochi obblighi:
non bisogna compiere operazioni
con persone sprovviste di
documento di riconoscimento, è
necessario trascrivere sul registro di
pubblica sicurezza gli estremi del
venditore o del compratore,
descrivere gli oggetti e il prezzo
pattuito e tenere ferma la merce per
10 giorni». Per questo motivo,
lʼAnopo, in collaborazione con Aira
(Associazione italiana responsabili
antiriciclaggio) ha presentato una
proposta di modifica della normativa
vigente. «Il testo attuale prevede di
rispettare oltre agli obblighi elencati,
i requisiti richiesti dalla legge 7/2000
solo se si svolge lʼattività con un
profilo industriale. Ma questo è in
sostanza quello che oggi fanno
quasi tutti i compro oro e le
gioiellerie. Dunque, noi chiediamo
di assoggettare ai requisiti della
7/2000, inasprendone i requisiti
stessi, tutti quei soggetti che
acquistano oro o oggetti preziosi
da privati e che poi li vogliono
cedere per la fusione.
Proponiamo inoltre che
l'attività diventi da
commerciale, finanziaria,
e che quindi venga
ricompresa nellʼart. 106
del Tub (Testo unico
bancario), che vengano
pagina 33
Andrea Zironi
applicati tutti i presidi antiriciclaggio
del decreto 231/07, ed infine che si
restituiscano le licenze di pubblica
sicurezza, inutili dal momento che
non sarà più unʼattività di
commercio. Se dovesse rimanere
tutto così – conclude il presidente –
cʼè il rischio che la criminalità
aumenti e il consumatore sia
sempre meno tutelato». Cosa può
fare il cittadino per evitare truffe?
«Innanzitutto mai fermarsi alla
prima offerta, ma girare tutti i
negozi in città per verificare che il
peso dei propri oggetti non venga
alterato da bilance truccate o da
negozianti poco seri. Pretendere
una ricevuta dettagliata e che la
vendita sia fatta trascrivendo i
dati del venditore sul registro di
pubblica sicurezza per
evitare di commettere
possibili reati quali
ricettazione,
evasione,
riciclaggio.
Infine se si
vendono
monete o
lingotti in oro –
consiglia il
presidente - è
bene appoggiarsi
agli operatori
professionali i
quali, autorizzati
dalla Banca dʼItalia,
sono in possesso di tutti i
requisiti della Legge
7/2000, ivi compresi quelli
di professionalità e
onorabilità».
CH.M
Economia
10 AGOSTO 2012
centonove
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
Piccole e medie imprese, finanziamenti agevolati
SI Eʼ TENUTA A MALTA la quarta
riunione dei rappresentanti delle piccole e
medie imprese (PMI); è in tale occasione
che Antonio Tajani, Vicepresidente della
Commissione europea, ha annunciato
una serie di nuove iniziative e azioni
pensate per migliorare l'accesso delle
PMI ai finanziamenti europei. L'obiettivo è
promuovere l'imprenditorialità e far sì che
le PMI entrino nei mercati internazionali.
La Commissione, al fine di agevolare
l'accesso ai finanziamenti, ha pubblicato
una guida pratica contenente
informazioni sul modo per accedere a più
di 50 miliardi di EUR di finanziamenti
pubblici nei 27 Stati membri. Tale guida
presenta più di 120 programmi di
finanziamento nazionali o regionali e
fornisce informazioni chiave che possono
aiutare le PMI a candidarsi per
beneficiare dei diversi programmi
indicandone le caratteristiche, i termini, le
condizioni e le persone da contattare.
Inoltre, la Commissione ha pubblicato
una valutazione dei programmi di
finanziamento pubblico in 5 Stati membri
(Germania, Francia, Regno Unito,
Polonia e Svezia), per scambiare buone
pratiche e valutare quali programmi
funzionino meglio e possano essere usati
in altri paesi. Dalla valutazione emerge
che i programmi di finanziamento
pubblico devono avere un campo ben
definito ed essere flessibili, in modo da
poter essere modificati in caso di
bisogno, come ad esempio nell'attuale
crisi economica.
e la possibilità di una seconda
In secondo luogo, la Commissione ha
opportunità. Le statistiche dimostrano
avviato una campagna d'informazione su
infatti che, il 96% di tutti coloro che fanno
scala europea per la rete Enterprise
fallimento è costituito da persone oneste
Europe al fine di aiutare le PMI a ottenere (ad esempio persone che falliscono a
accesso a finanziamenti. Le PMI possono causa di ritardi di pagamenti); la
mettersi in contatto con uno dei 600
disponibilità di procedure più celeri e più
partner della rete Enterprise Europe, i
abbordabili per liquidare un'azienda e
quali forniranno loro informazioni sull'UE
liberare i titolari dalla stigmatizzazione
e sulle fonti nazionali di finanziamento. Il
della bancarotta potrebbe stimolare la
Vicepresidente Tajani discuterà inoltre
creazione di imprese.
con i rappresentanti delle PMI gli
Una categoria che richiede particolare
eventuali soggetti di un piano d'azione
attenzione è quella dei giovani, ovvero gli
"Imprenditorialità" che il
imprenditori del futuro.
L'obiettivo
Vicepresidente Tajani vorrebbe
Tendenzialmente, i giovani sono
è promuovere
proporre dopo le vacanze
più inclini ad avviare una propria
estive per incoraggiare la
l'imprenditorialità impresa quando hanno seguito
creazione di nuove imprese e
e far sì che le Pmi un programma
di posti di lavoro. Tale piano
"imprenditorialità" durante
entrino
intende affrontare gli ostacoli
l'istruzione primaria o
nei mercati
che scoraggiano i potenziali
secondaria. Anche per le
internazionali
imprenditori a creare una
donne, il più grande bacino non
propria azienda. Esso
sfruttato di potenzialità
comprenderà anche misure per
imprenditoriali in Europa, ci sarebbe
incoraggiare un maggior numero di
molto da fare. Quest'ultime si trovano ad
persone a mettersi in proprio.
affrontare diverse difficoltà nella gestione
Possibili ambiti d'azione sono, ad
di un'impresa e rappresentano soltanto
esempio, l'agevolazione dei trasferimenti
un terzo dei lavoratori autonomi nell'UE.
di imprese. A questo proposito, infatti,
Non possiamo infine dimenticare
annualmente 150.000 imprese con
l'arricchimento apportato dagli anziani
600.000 posti di lavoro vanno perdute
grazie ai quali le conoscenze
perché i proprietari vanno in pensione o
imprenditoriali restano attive. A questo
passano ad altre attività.
proposito, i cittadini di più di cinquant'anni
Un altro aspetto che verrà preso in
recano un notevole know-how e una
considerazione è la creazione di
preziosa esperienza per l'avvio e la
procedure efficienti in caso di bancarotta
gestione di un'impresa.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Licenziamenti giustificati
LA SCELTA DEL DATORE di lavoro di licenziare per affrontare una situazione
economica non rosea non può essere messa in discussione dal giudice. Quella
della Cassazione è una sentenza (n.11465/luglio 2012) importante che arriva in
un particolare momento di grandi innovazioni derivanti dalla riforma del lavoro
(legge 92/12) che come ormai tutti sanno ritocca anche la flessibilità in uscita:
lʼart.18 del quale a lungo si è discusso.
Nello specifico un datore di lavoro che si trova nella necessità di ottenere una gestione più efficiente in un momento di crisi, può licenziare un dipendente per giustificato motivo oggettivo. Il giudice non può sindacare tale scelta, ma deve limitarsi a verificare se le ragioni addotte sono realmente esistenti, senza valutare nel merito la decisione imprenditoriale.
La prima decisione dellʼazienda riguardava la
soppressione del posto di lavoro per affidare le
stesse attività a un soggetto esterno con il fine evidente di ridurre i costi. Sia il Tribunale e sia la Corte dʼappello avevano stabilito che la scelta è riservata all'imprenditore, nella sua veste di unico
soggetto responsabile della gestione aziendale dal punto di vista economico. L'unica verifica che deve svolgere il giudice riguarda l'effettiva esistenza delle esigenze economiche cui si cerca di far fronte con il licenziamento, per evitare che
l'esigenza organizzativa sia pretestuosa. Lʼunica condizione è che la razionalizzazione dei costi non serva ad aumentare il profitto dell'imprenditore, ma sia finalizzata ad impedire che situazioni di crisi strutturali danneggino l'equilibrio
aziendale. Il lavoratore licenziato per un giustificato motivo oggettivo, inoltre, non
può vantare alcun diritto di precedenza rispetto all'instaurazione di un diverso
rapporto di lavoro di natura autonoma: pertanto, dopo il licenziamento, l'impresa
è libera di scegliere in maniera discrezionale il soggetto cui affidare i compiti prima svolti in regime di subordinazione. Con la riforma, la corretta identificazione
del motivo del licenziamento è basilare: se il giudice riterrà esistente, anche solo in parte, il giustificato motivo, ma lo considererà affetto da vizi, potrà condannare l'azienda al pagamento di un indennizzo tra 12 a 24 mensilità. Se le ragioni saranno definite insussistenti, oltre ad un'indennità non superiore alle 12 mensilità, il lavoratore avrà diritto alla reintegra sul posto di lavoro.
“
”
UOMINI&BUSINESS
CENTRI SPORTIVI
Vitalepresidente ad Enna
ENNA. Agostino Vitale il nuovo presidente dell' Acsi (associazione dei
centri sportivi italiani) di Enna. Eletti all'unanimità pure il vice presidente Angelo Di Nolfo e il segretario Dorotea Ripa. Il consiglio provinciale
viene completato da Giovanni Biancucci e Giuseppe Passalacqua, mentre i nuovi revisori dei conti sono stati eletti Carmelo Catanese e Sonia
Castiglione.
UNIONE VALLI JONICHE
Presidenza, Ricciardi si insedia
LIMINA. Filippo Ricciardi, sindaco di
Limina, si è insediato ufficialmente alla presidenza dell' Unione delle Valli
joniche dei peloritani, che consorzia
dodici paesi jonici. Ha giurato in aula,
nei locali di Villa Ragno, insieme a cinque nuovi consiglieri eletti nella tornata dello scorso maggio, nominati
dai rispettivi consigli comunali: Roberta Savoca e Giuseppe Muscolino
(in rappresentanza di Savoca), Rosario Trischitta e Daniela Carnabuci
(Sant'Alessio) e Carmelina Rigano
(Santa Teresa).
RICERCA
CONSUMATORI
Distretti tecnologici
Accordo Regione-Miur
Viaggi in aereo
PALERMO. Firmato nella sede
del Miur, l'accordo di
programma "Distretti ad alta
tecnologia e laboratori pubblico
privati per il rafforzamento del
potenziale scientifico e
tecnologico della Regione
siciliana", identificabili in
aggregazioni territoriali di attività
ad alto contenuto tecnologico
all'interno delle quali apportano
il proprio contributo enti pubblici
di ricerca, grandi imprese,
piccole imprese (nuove o già
esistenti), enti locali. L'accordo,
al fine di sviluppare iniziative
imprenditoriali competitive,
prevede un quadro complessivo
di risorse per la Sicilia di oltre
232 milioni e si attua con due
linee di intervento. La prima per
lo sviluppo e potenziamento di
distretti ad alta tecnologia e
laboratori pubblico privati,
riguarda i tre distretti già
esistenti: - il D.T. Micro e
nanosistemi; - il D.T.
dell'agrobio e pesca
ecocompatibile; il D.T. trasporti
navali, commerciali e da diporto
e tre laboratori pubblico-privati:
"Wyeth Lederle", "Sicilab" e
"Laboratorio di tecnologie
oncologiche Hsr Giglio e
Università di Messina".
pagina 34
DI FRANCESCO SURIA
IN CASO DI RITARDI nei voli aerei, cancellazioni dei
voli o negato imbarco, spetta ai passeggeri il diritto alle
compensazioni pecuniarie previste dalla legge. Lʼimporto
cui hanno diritto i passeggeri, nel caso in cui si verifichi
un evento suddetto, dipende dalla lunghezza del volo ed
è pari ad 250 euro in caso di tratte aeree entro 1500
chilometri, a 400 euro per le tratte aeree superiori a 1500
chilometri e sino a 3000 chilometri e a 600 euro per le
altre tratte. La normativa inoltre lascia impregiudicati i
diritti del passeggero ad un risarcimento supplementare.
Eʼ fatto obbligo alle compagnie aeree di informare i
passeggeri in merito ai loro diritti ed il vettore aereo
operativo provvede affinché al banco di registrazione
(check-in) sia affisso in modo visibile e leggibile per i
passeggeri, un avviso contenente il testo seguente: «In
caso di negato imbarco o di volo cancellato o ritardato di
almeno due ore, rivolgersi al banco di accettazione o alla
porta di imbarco per ottenere il testo che enumera i diritti
del passeggero, in particolare in materia di
compensazione pecuniaria e di assistenza». La stessa
normativa prevede che gli obblighi nei confronti dei
passeggeri stabiliti dal regolamento non possono
essere oggetto di restrizioni o rinuncia, in particolare per
effetto di clausole derogatorie o restrittive del contratto di
trasporto. Qualora una clausola restrittiva o derogatoria
sia applicata contro un passeggero o se costui non sia
stato correttamente informato dei suoi diritti ed abbia
accettato una compensazione inferiore a quella prevista
dal regolamento, il passeggero ha comunque il diritto di
avviare le necessarie procedure dinanzi ai tribunali per
ottenere una compensazione integrativa.
Adiconsum Messina
centonove
FERRAGOSTO,
CULTURA E’ NATURA
Manifestazioni da non perdere.
Da Messina a Palermo
PAGINA 36
poster
MURALES DI UMANITA VARIA
10 AGOSTO 2012
SAN FRANCESCO
A CASA RAFFA
Nuovi documenti sul soggiorno
del santo a Gesso
PAGINA 40
FERRAGOSTO. LA MACCHINA SULL’ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO FRA STORIA E LEGGENDA
Vara, ponte di fede tra Sicilia e Calabria
La festa partecipata di Messina e Palmi racconta non solo la devozione mariana ma anche
secoli di “collaborazione” fra due città. Unite da speciali privilegi “nel bene e nel male”
DI ALESSANDRO FUMIA*
MESSINA. La grande storia si costruisce
sul sacrificio di tanti uomini; la grande
devozione a Maria, palesemente ritrovata
fra tutti i cristiani, si accende di zelo, di
ardore qui, fra le genti sicule e calabresi.
Nelle feste di mezzʼagosto, Messina si
popola di gente, di curiosi e di devoti
verso la Madre celeste, animando la città
di mille e mille voci, di invocazioni e di
speranza. Non solo Messina ed il suo
popolo, ma anche i paesi vicini, e quelli
della terra di Calabria, aspettano con
entusiasmo il giorno della festa della
Vara. Anticamente i Messinesi,
ricordavano entrambe le ricorrenze
mariane: della Lettera Santissima e
dellʼassunzione di Maria al cielo, nelle
ricorrenze ferragostane del Grande
Carro; chi lo osservava rimaneva stupito,
catturato da unʼemozione indistinguibile
fra mista, di curiosità, di fede e di festa.
Un carro a forma di monte, risplendente
di luce argentea, mostrava in forma
piramidale, le scene immaginate della
dipartita della Madonna, quando dalla
santa Casa di Efeso, raggiunse il più alto
dei cieli, dimorando in Paradiso affianco
dellʼamato figlio. Una macchina piena di
ordigni, di ruote, di giri e di movimenti,
pullulata di anime e fiati, di bimbi e di
bimbe, come angioletti in adorazione ai
piedi di Maria, innalzata dalla mano di suo
figlio alla luce divina. Seguita dal popolo
contrito, ammutolito in rappreso silenzio,
aspettavano devotamente la partenza, il
viaggio: Ella, mostrandosi a tutto il suo
popolo, lassù sul vertice come di colonna,
mentre sostenuta fra stelle e pianeti e
nubi candidissime, invocata
dal popolo eletto e
dallʼentusiasmo di tanti
Sti genti sunnu cuscenti
pargoli, il suo catafalco veniva
chi suli nu ponnu puttari,
trainato da 150 “bbastasi.”
sta rossa cascia senza pedi
Successivamente, intorno al
sʼarredi spincennu, Maria nu voli.
1565, vi aggiunsero due
lunghe gomene per volontà di
E spinciunu, e tirunu senza scantu,
Francesco Maurolico.
e rumpunu i brazza e u pettu,
La festa non era solo, mezzo
i reni si ghicunu ma nu si spezzunu
di divulgazione della fede di
a fidi i stusteni e i fa smoviri.
Messina; non era
esposizione di pubblico
Nu strappu, e ddui e deci ancora,
orgoglio, ma col passare dei
viva lʼAssunta e u so cridu,
viva Maria chi iesti stinnuta
secoli, diventò occasione di
supra la manu i so Fiu.
vanto. Ma con lʼunico scopo,
di assolvere ai precetti
Estratto da: “ La Vara,
religiosi, richiesti a ogni buon
di Franz Riccobono
cristiano. Questo, nel
e
Alessandro
Fumia,” EDAS 2004
passato, venne visto come,
“speciale privilegio“
concesso, da Messina e dai
suoi devoti, attraverso il suo Senato, alle
comunità fraterne che parteciparono, nel
bene e nel male con essi alle fortune di
Messina. Anche e soprattutto Palmi e la
sua gente, ottennero per volontà del
Senato di Messina, lʼonore e il privilegio,
di apparare, le ricorrenze delle principali
feste, rivolte da Messina a Maria sempre
vergine. Voci non controllabili, vogliono il
sussidio di cittadini Palmesi al popolo di
Messina affamato, intorno alla fine del
XVI secolo. Altre carte puntualizzano,
vicende meno appariscenti e più
veritiere. Legate, al quartiere dei
Calabresi in quel di Messina, presso la
chiesa di santo Luca: ovvero, agli
avvenimenti del 1626, durante la grande
carestia che investì Messina e buona
parte della Sicilia orientale. Già, a partire
dal 1636, come segnalavano il Samperi
nel suo volume Messana, lib. VI, ed
pagina 35
altre piccole fonti, alcuni villani calabresi,
e della sua costa tirrenica, avevano
aiutato il popolo di Messina. E che nei
mesi successivi, altri cittadini del porto di
Palmi, durante le invocazioni che i
messinesi elevavano alla Madonna della
lettera, loro particolare protettrice, non
mancarono di avvicinare sostanze alla
gente di Messina. Mancano alcuni
passaggi alla vicenda, ma la
coincidenza dellʼevento, legata alla
costruzione della chiesa di santo Luca di
Messina, sembra non sia passata
inosservata. Sta di fatto che, proprio,
dalla chiesa di santo Luca, ricadente nel
quartiere dei Calabresi, si allestiva fin
dal 1636 ogni 15 di agosto, lʼantica Bara
dellʼAssunta, festeggiando il nome di
Maria, sotto le insegne della sua Sacra
Lettera e della sua Ascensione al cielo.
A Palmi, dunque, da gran tempo, si
annoverano, le insegne della festa della
Sacra Lettera di Maria, nel nome della
loro stupenda Varia che essi ricordano,
tenacemente e fermamente celebrare,
sotto le ali festanti del suo popolo con un
grido che penetra lʼanimo: simbolo di
fede, di amore e di storia patria. Non ce
motivo, ritegno, scusa, oppure
occasione, la Varia deve partire, deve
scasare. Quantunque, la festa
partecipata di Messina e di Palmi,
raccoglie nellʼessenza, la fede a Cristo,
ricordato dalla speme di sua Madre, essi
oggi, annoverano, lʼantica gioia di quegli
ambasciatori, che si recarono al suo
Materno cospetto, professandoLe, puro
amore, sintesi di una fede invincibile.
Come in una cantilena o salmo
misericordioso rivolto a Maria, il popolo
racconta la sua storia, la sua fede,
desideroso che Ella parteggi soprattutto
per essi che ne esaltano la memoria.
*storico
APPUNTAMENTI
Assunta in mostra al Palacultura
MESSINA. Inaugurata al Palacultura la mostra iconografica documentaria sulla “Festa dell'Assunta”, promossa
dal Comune e dal Comitato Vara con la collaborazione
dellʼAssociazione Amici del Museo di Messina. La Vara e
i Giganti, assurti a simbolo della città, celano conoscenze antiche, frutto di una cultura millenaria.
Le opere sono prodotte in loco, ma anche provenienti dai
resoconti dei viaggiatori del Grand Tour del XVIII e XIX
secolo a riprova dellʼattenzione che lʼintera Europa riservava alle celebrazioni del nostro Mezzagosto. La mostra sarà fruibile al pubblico sino al 27 agosto, come la
mostra di pittura “Artisti Contemporanei sulla Vara e i Giganti”inaugurata sempre nei giorni scorsi sempre al Palacultura.
postervacanze
10 AGOSTO 2012
TARANTA
TERAPY
Suonano al Rockerilla
Beach di Venetico il 18
agosto.Gli ingredienti ci
sono tutti: folk, i colori
del dialetto e lo sfondo
del mare. LʼOdissea
nella “terra del vento” e
la leggenda di Colapisci
nei testi del gruppo.
centonove
LE MILLE
E UNA NOTTE
La piece teatrale di
Laura Tedesco e
Tommaso Capodanno,
che condurranno il
pubblico allʼinterno di
fiabe senza tempo. Lo
spettacolo andrà in
scena il 19 agosto a Villa
Piccolo a Capo
dʼOrlando (nella foto).
EVENTI. Gli appuntamenti da non perdere in Sicilia
Ferragosto, natura è cultura
Dal Palio dei Normanni di Piazza Armerina al cous cous day di Valderice
ecco l’isola da gustare. Tra escursioni, folklore e tradizione
DI MANUELA VENTO
TAORMINA. Da giornata del “riposo di
Augusto” a festa dellʼAssunzione
Ferragosto rimane lʼapoteosi delle
vacanze, la giornata dellʼescursione e del
week end lungo. Il 15 agosto si parte e
bisogna fare qualcosa! Tra processioni,
mondanità, sagre, danze, falò notturni, pic
nic a sacco e grigliate lʼesodo verso monti
e mari, per chi non è già in vacanza, è
dʼobbligo. Assaggi sotto le stelle cadenti,
brezza estiva e spettacoli a cielo aperto, il
10 agosto arriva “Calici di stelle” a
Monreale con le degustazioni biologiche di
vino. Donnafugata la notte di San Lorenzo
scende in campo per la sostenibilità
ambientale con “100 tappi & stappi”, la
raccolta di tappi. Tra le manifestazioni più
antiche del ferragosto siciliano cʼè il “Palio
dei Normanni” che dal 12 al 16 agosto si
svolge a Piazza Armerina (En), con un
corteo di dame, cavalieri e truppe milizie
artefici di un ritorno allʼetà medievale. A
Valderice (Tp) dal 12 al 15 agosto sarà
avviata la XV edizione del “cous cous day”
e lʼevento offre la possibilità ai visitatori di
intrattenersi con la degustazione del cous
cous a base di carne, pesce e verdura
accompagnato da ottimi vini e dolci tipici.
Festeggiamenti dedicati allʼAssunta dal 10
al 15 agosto si svolgono in provincia di
Palermo nel piccolo
borgo marinaresco di
Trappeto. Le famiglie
Trappetesi proprietari
di barche con il loro
equipaggio il giorno di
ferragosto si riuniscono
al quartiere dello Scaro
per gareggiare con le
loro barche fino
allʼAntenna a Mare
(trave unta di sapone
con una bandiera alla
fine) dove tutti dai
tredici anni in sù
possono partecipare al
Sagra del pesce
momento di
incitamento per vincere
la gara. A Pozzallo (Rg), definita “città
terrazza del Mediterraneo”, in piazza delle
Rimembranze si organizza la sagra del
pesce dal 10 al 15 agosto. Protagonista
indiscussa di questa serata è unʼenorme
padella dal diametro di quattro metri piena
di pesce, seppie, calamari, gamberoni e
polpi. La padella a forma rialzata è dotata di
cestelli collegati a degli scivoli che possono
fare incanalare quintali di pesce appena
fritto in numerosi vassoi da servire ai
partecipanti fino a quando anche l'ultimo
pesce viene offerto a chi rimane in attesa.
Una ricca degustazione di vini e dolci
tradizionali è immancabile nel borgo
marinaro di Marzamemi (Sr) dove si
svolgerà la IX edizione del “Tuna tolk
festival” dal 10 al 19 agosto. Il cartellone di
eventi a Caltabiano (Ct) prevede il 10
agosto, a piazza Vittorio Emanuele la XII
edizione della Sagra del Pesce; lʼ11 agosto
la I edizione dei “Giochi Popolari
Kattabianisi”; il 12 agosto lʼevento "colori e
sapori di Sicilia" con risalto agli antichi
mestieri, al folklore e alla gastronomia
siciliana. Il 17 e 18 agosto il ferragosto
kattabianisi si concluderà con le tradizionali
"serate medievali" e con il Palio. Al Castello
Normanno di Motta Sant'Anastasia (Ct) ci
sarà la sfilata storica della “Calata della
Palio dei Normanni
NOTE DI NOTTE
Reggae a Scicli con Sicily Music
E a Messina arrivano gli Afterhouse. Biondi a Tindari
Mario Biondi
MESSINA. La passione dellʼestate a della musica ai festival e agli
eventi sonori in Sicilia e a Messina. Rock star, sudore sotto le stelle e un mix di emozioni. Atteso il concerto degli Afterhours lʼ11 agosto a Villa Dante; il gruppo torna a Messina con lʼalbum “Padania”
dopo quindici anni dal disco “All the good children go to hell” cantato in inglese al Pipa pub di Milazzo.Sempre pronti a trasmettere
emozioni e regalare un ventaglio d'intonazioni potenti, sommesse
o appassionate secondo le varie fasi della realizzazione musicale, e con il bel contributo delle voci bianche i Carmina Burana si esibiscono al Teatro Antico di Taormina lʼ11 agosto si esibiscono . A
ferragosto Enrico Ruggeri è in concerto a SantʼAgata di Militello e
al Rockerilla beach di Venetico suonano gli “Anelli soli”. Tre i concerti del 17 agosto: Vinicio Capossela al Teatro Antico di Taormipagina 36
na, Tiromancino ad Alcara Li Fusi e Mario Biondi al Teatro di Tindari. Il 18 agosto a Villa Dante è il turno dei Planet Funk e Riccardo Cocciante canterà al Teatro Antico di Taormina. Il 19 al Parco
degli Ulivi di Villafranca (Me) si esibirà Mario Venuti. Crocevia musicale dellʼestate a Messina è il Lido Orcynus Orca, da ferragosto
in poi i concerti sono organizzati da Onda Wave e Living room; il
12 agosto suonano i gruppi Lincompreso, Leitmotiv, Bamboo, Evol
dj set; il 13 agosto Boxeur the Coeur, Roberto dell'Era & Rodrigo
d'Erasmo, Everybody Tesla, Fabio Nirta djset; e il 14 agosto con
Les Spritz (allmyfriendzare) Dead, Movie Star Junkies, Jungle
Cherry djset, Daniele Giustra djset. Ancora al Lido di Capo Peloro
il 16 agosto si balla con il gruppo messinese Demo Mode reduce
dal mini tour in Spagna e nei Paesi Baschi e il 17 agosto con il dj
set di TonyProe, Kollasso e Papalia dei Rumble in the Jungle, residence anche al lido Saraceno di SantʼAlessio. A Scicli dal 12 al
16 agosto cʼè il “Sicily Music Village”, festival internazionale di raggae, ska, hip hop, rock e tecno. L'area dedicata al festival di Scicli
è un'oasi verde nella Sicilia del Sud Est con centinaia di pioppi e
ulivi. M.V.
centonove
postervacanze
ARRIVANO
I BANDABARDOʼ
Suoneranno nel lungomare
di Patti il 21 agosto. Il gruppo
fiorentino ha ottenuto
notorietà per la
collaborazione con i
Modena City Ramblers
nellʼalbum "appunti
partigiani”. La Bandabardò
ha sposato in pieno la causa
dei fricchettoni.
MASSIMO
RANIERI
Eʼ in concerto al
Teatro Antico di
taormina il 22 agosto.
Continua il successo
del tour “Canto
perchè non so
nuotare” giunto a
cinquecento repliche
in tutta Italia.
MOSTRE
E Togo “ritorna” nell’isola
IL COLORE DI TOGO è il cardine delle contaminazioni emotive o una chiave per
entrare nellʼimperdibile varco dellʼinfinito. Una pittura, secondo molti esperti,
appartenente alla corrente figurativo-espressionista che va da Gauguin a Matisse e che ricorda paesaggi simili a
quelli dellʼespressionista tedesco Nolde interprete della natura indonesiana.
Ma, Togo affonda le radici della sua arte nei patriarchi della pittura siciliana
moderna come Guttuso e Migneco. I
bianchi sono azzardati e sacri allo stesso tempo, paragonabili ad un tesoro di
pietre marine raccolte in spiaggia. A
rompere gli argini del consueto, i rossi
danno sensualità e calore nella vasta
gamma che va dal giallo allʼarancione.
Il cromatismo di Togo esprime lʼirrequietezza che alimenta il mondo dellʼartista e a cui la sua arte attinge inesorabilmente. Lʼesperta di arti visive
Angela Manganaro osservando la pittura di Togo vede il mare incuneato negli anfratti come un padre generoso e
vigile e vede scorrere lʼenergia vitale
dellʼacqua come liquido amniotico incorruttibile. M.V.
Quartina” nel tradizionale rione Vecchia
Matrice. Per unʼintera settimana, dallʼ11 al
19 agosto, il borgo di Motta SantʼAnastasia
trasforma strade e piazze con giullari,
armigeri, danze, giochi, spettacoli e
pietanze arabo-andaluse riscoprendo
lʼincanto del teatro di strada. Ferragosto a
Belpasso (Ct) è sinonimo di fede, di
devozione mariana, di suoni, colori, sapori
e momenti con le più belle tradizioni legate
alla religiosità popolare che si uniscono al
folklore locale nei giorni dal 14 al 16
agosto. La devozione alla Madonna
dellʼOlio radicata nellʼanimo dei fedeli di
Blufi (Pa), la tradizionale festa "A
Spartenza dell'urtima aria" ed il "Ballo
Pantomima della vendemmia" si svolgono
dal 14 al 15. Il ballo a coppie rievoca la
"vigniggna" con l'ingresso dei maschi che
raccolgono lʼuva e vanno a depositarla in
una "friscina" e con le donne che si portano
ognuna davanti al proprio cavaliere per
assistere alla "carricata" a cui segue la
scena "ʼnno parmientu e "a contradanza". I
mitici progenitori della città di Messina i
Giganti Mata e Grifone saranno portati in
processione dal 10 al 14 agosto da un
pomposo corteo in costume. Proseguirà il
MESSINA
Sotto le stelle del Forte
Telescopi e concerti aperitivo al San Jaciddhu
AL FORTE SAN JACHIDDU di Messina è in programma dal 7
agosto una serie di concerti aperitivo “ricordando Pippo Mafali”, il
musicista messinese recentemente scomparso. Dal 23 al 25 agosto, lʼappuntamento “Sotto le Stelle del Forte” è a cura dellʼassociazione McQuadro. Si tratta di un programma nel segno della
qualità, in linea con le proposte culturali che in questi anni il Forte ha promosso, nella cornice del parco, per ammirare gli astri
della notte al telescopio, al riparo dalle luci urbane e imbarcarsi
per vere e proprie crociere virtuali nello spazio. A spasso tra costellazioni, nebulose, stelle doppie e multicolori. Sarà attivo uno
spazio ristoro con pane caldo condito e bevande e lʼangolo delle
domande dove una guida di McQuadro sarà disponibile a rispondere alle curiosità del pubblico. Lo scopo del progetto è lʼemozio-
10 AGOSTO 2012
ne dellʼosservazione in “diretta” con un telescopio per esplorare
la volta celeste e ammirare lo stesso panorama che per primi videro Galileo e Keplero secoli fa, alla ricerca delle storie di cui il
cielo è pieno. In bilico tra astrofisica e mitologia si può immaginare di avere unʼastronave con un pilota privato e garzie ad una
guida turistica a vostra disposizione, di salpare verso stelle e pianeti lontani e di scendere, una volta a destinazione, per fare una
passeggiata. L' "Agenzia di viaggi interplanetari McQuadro" offre
ai visitatori di San Jachiddu questa possibilità, grazie al software
Celestia e a un poʼ di fantasia. Lʼemozione di un viaggio interattivo nello spazio e persino nel tempo è una nuova esperienza immersiva, accompagnata da musiche, itinerari e immagini memorabili. Oltre alle lacrime di San Lorenzo, agosto è un mese ricco di
sciami, per lo più concentrati lungo lʼeclittica, tra le costellazioni
dellʼAquila e dellʼAquario. Questʼanno saranno favorevoli grosso
modo le notti centrali del mese per osservare meteore poiché prive del disturbo lunare. Sarà soprattutto un anno abbastanza propizio per studiare le Perseidi, dato che sarà Luna Nuova il 17 agosto. M.V.
pagina 37
15 agosto, la Vara di Messina antico rito del
simulacro della Madonna Vergine Assunta.
Nella piazza centrale di San Luca a Motta
dʼAffermo (Me) il divertimento a ferragosto
sarà garantito con il “iuocu di pignati” (gioco
delle pentole). "A Festa di Menzagustu" a
Novara di Sicilia (Me) festeggia lʼAssunta
con il corteo e il conosciuto ballo dei tre
passi avanti e due indietro. Alle Isole Eolie il
ferragosto si festeggia in piazza con
gavettoni e fuochi dʼartificio a Marina di
Salina e Malfa. A partire dal 17 agosto
2012 torna lʼappuntamento con la Biennale
dʼArte di Filicudi, giunta alla sua nona
edizione. Per chi anticipa le ferie e non
rinuncia alla buona forchetta, dallʼ11 al 12
agosto a Cefalù, ci sarà la “Sagra ra pasta
a Taianu”, piatto tipico cefaludese di origine
araba che si è mantenuto per tradizione
nellʼuso culinario domestico. Il termine
ʻtaianuʼ deriva dallʼ arabo "taio", che era la
creta con cui veniva creato il recipiente di
terracotta usato per la cottura della pasta.
Per sapere “comʼera la tavola di Padron
ʻNtoni” dei Malavoglia, dal 10 al 12 agosto,
si può prenotare una sera alla Casa del
Nespolo. Nellʼambito dellʼedizione 2012 di
EtnaFest “Caminanti” propone, attraverso
un “work in progress”, un progetto artistico
unico che, nellʼarea demaniale del Parco
Etnavventura, il 13 agosto dalle ore 18,
prevede sette stazioni con interventi di
performer e musicisti. A Giardini Naxos lʼ11
agosto alle ore 21 da non perdere come
ogni anno il tradizionale appuntamento con
la sagra del pesce mentre a ferragosto ci si
può aggregare ai numerosi falò organizzati
sulla spiaggia di Recanati. Tanti i falò a cui
partecipare a colpi di gavettoni anche a
Messina. I falò più conosciuti dai messinesi
sono quelli organizzati a San Saba.
Numerosi quanto le comitive di amici del
villaggio, i falò in spiaggia accompagnati da
musica, balli e serenate si protraggono ad
oltranza con il tradizionale bagno di
mezzanotte sotto i cieli illuminati dai fuochi
dʼartificio.
posterlibri
10 AGOSTO 2012
centonove
NOVITA’. “Cose da pazzi” di Evelina Santangelo tra amarezza e ironia
Il piccolo Rafael di piazza Spina
Attraverso gli occhi di un ragazzino palermitano
il mondo a tinte fosche. Dove la differenza la fa chi resiste
DI MARIA DʼASARO
PALERMO. Sarà perché di mestiere
faccio lʼinsegnante e so che vuol dire
parlare di legalità ai ragazzi difficili. Sarà
perché il romanzo è ambientato a
Palermo e io a Palermo ci vivo. Sarà
perché la storia e il contesto che la
scrittrice racconta, pur se di fantasia,
sono più veri di quelli reali. Fatto sta che a
me Cose da pazzi di Evelina Santangelo
(Einaudi, Torino 2012, € 21) è piaciuto
da matti.
Lʼautrice, con una tecnica narrativa che a
mio avviso ricorda le riprese con
telecamera a spalla dei fratelli Dardenne,
ci introduce in un immaginario quartiere
del centro storico palermitano dove il
dodicenne Rafael vive con il padre
Marcello, più disoccupato che operaio, e
con Estella, madre colombiana arrivata in
Italia in cerca di “buena suerte” perchè
“siccome il mondo è tondo è fatto per
muoversi”. La scrittrice ci offre una
narrazione in terza persona dal punto di
vista di Rafael, offrendoci unʼimmersione
straniante e struggente nei pensieri
arruffati di un ragazzino di seconda
media, una sorta di meninos de rua, un
ragazzino di strada tutto nostro, che ha
come idoli assoluti Miccoli
e gli Zero Assoluto, e come
amico del cuore Richi, “il
figlio malato della signora
Franca”.
Con un ritmo narrativo a
zig-zag, sospeso tra i fili
intrecciati del racconto e le
linee liquide e a volte
smarrite delle sensazioni di
Rafael, ci viene offerto un
microcosmo quasi
claustrofobico che ruota
attorno a piazza Spina,
dove cʼè la chiesa con gli
A CURA DI CARMELO CELONA
dare un senso.
Eʼ un mondo a tinte scure, quello visto
con gli occhi di Rafael. La Santangelo è
davvero brava a tratteggiare, col
linguaggio coerente di un ragazzino
palermitano di oggi, le pennellate amare
di un universo a tratti disperato.
Ma alla fine il romanzo non lascia un
retrogusto negativo, perché – come ha
sottolineato lʼautrice in un incontro di
presentazione del libro – in un mondo
smarrito e compromesso a tutti i livelli, in
cui i buoni e i cattivi non si distinguono
facilmente, la differenza la fa chi resiste;
chi, come il padre di Rafael, tiene la barra
di un difficile rigore etico. Soprattutto, la
differenza la fa la voce fuori dal coro della
professoressa dagli occhi verdi: che ce la
mette tutta per seminare nella mente e
nel cuore dei ragazzi pensieri nuovi e per
convincerli che un altro mondo è
possibile. Che, ad esempio, è possibile
vivere senza spremere lʼAttak nelle
serratura e senza chiedere il pizzo. E che:
“Se uno non conosce niente e non ha
visto niente, non sa nemmeno dove può
andare, cosa gli può capitare nella vita,
cosa può desiderare. Desidera solo
quello che ha. Mentre: “Se uno ha lʼetà
vostra (…) deve capire cosa vuole e cosa
non vuole. E lo deve sapere che ha un
sacco di possibilità, che può scegliere”.
E allora, pensando a Rafael e a Richi, che
stanno sotto un “cielo appeso, striato di
viola e di un blu fluorescente”, “il cielo di
quando non è ancora buio ma non è più
giorno (…) che anche ai gabbiani deve far
venire quella specie di euforia tutta
lacrime”, alla fine si ha voglia di spendersi
un poco di più per tutti i ragazzi dei vicoli
sporchi di questa Palermo. E augurargli
un futuro migliore.
angeli e i santi, e da cui si
partono vicolo Grande e
vicolo Storto. Rafael ci
presenta Cetti e Salvo,
gestori di una trattoria
rimediata rubando pezzi di
marciapiede, amici di quelli
che comandano nel
quartiere; Rocco,
posteggiatore abusivo; Lilla
che arrotonda chiedendo
lʼelemosina ma che sa anche
curare i canarini malati; Vito
il barbiere, Fiorella/
Fiamma/Mauro/Stella,
puttana di casa. E ci
introduce nel mondo
dellʼamico Richi, col peso
ingombrante della sua
malattia, e dei compagni Lillo
ed Eros. Con una visione
Evelina Santangelo
che include anche i cani
Bumma, Ciccia e Fifa e i
desolata e irredenta, nella quale si
gabbiani che mangiano i corpi dilaniati,
sommano le disperazioni doppie degli
ma ancora vivi dei piccioni.
orizzonti individuali e collettivi a cui né il
Eʼ una sorta di Monopoli strana, la
don Cosimo della chiesa degli angeli e i
Palermo di vicolo Grande e Vicolo Storto
santi né la professoressa Rita riescono a
inventata dalla Santangelo. Una Palermo
attraversata dalla globalizzazione dal
basso, perché, come dice Vito il barbiere:
“La fame nel mondo cʼè sempre stata (…)
di Felice Irrera
la differenza è solo quella che
ora lo sappiamo di più. Da
Pietro Saccà, Cibele e Attis. Dalla Frigia a Roma,
parte loro, quelli che vengono
Intilla Editore 2012, pp. 219, € 20,00
dai barconi: “Già ringraziano
Ultima, ma forse non definitiva, fatica di un uomo di scuola, questo libro, da cui traspache sono qua (…) Prendono
re la formazione classica dellʼautore, fa seguito a tante altre interessanti opere (segnatutto il lavoro che viene,
liamo tra le altre una splendida “Romeide”, storia di Roma in versi). Qui il tema è quello
senza certe pretese. E dicono
dello sviluppo del sentimento religioso a Roma e del formarsi del variegato Panteon di
grazie.” Una Monopoli
dei fino allʼimportazione di culti dal vicino Oriente.
cittadina dove, alla fine, non
vince nessuno: nemmeno il
Andrea Camilleri - Una lama di luce Massimo Gramellini - Fai bei sogni fratello ladro di Richi che
Sellerio Editore Palermo
Longanesi
mette lʼAttak nel catenaccio
E. L. James - Cinquanta sfumature
Gianluigi Nuzzi - Sua Santità. Le carte sedel negozio di Giovanni il
di grigio - Mondadori
grete di Benedetto XVI - Chiarelettere
salumiere. Una
Lauren Kate - Rapture - Rizzoli
Glenn Couper - Lʼultimo giorno - Nord
Palermo/Monopoli che rimane
wuz.it
LA CLASSIFICA
1
2
3
LACERTI DI LETTURE
Gli scecchi no
LʼINFERNO Eʼ LA lucida metafora di alcune città del sud.
“Immagina una città, dove i diritti non sono garantiti da uno
stato o da Dio, ma dallʼagilità con cui manovri la lingua sul
culo altrui. Immagina un luogo dove imperano i baroni, i
conti e la gran corte dei mediocri. Sposta questo inferno più
a sud che ti riesce.”
Quando partecipare alle tradizioni popolari è lʼunico motivo
dʼorgoglio. “Apparve il tatuatore. Ora che il Comandante gli
aveva telefonato, confermandogli che lʼindomani avrebbe
tirato la Vara, ora che questo grande onore lo aveva
investito, ora sì che era giusto segnarselo sulla pelle.”
A volte i simboli delle città non rappresentano solo il passato, ma
metaforizzano il presente e predicono il futuro.
“Dina e Clarenza. Salvarono la città dai nemici segnalando il
loro sbarco a suon di campane. E ora che i nemici erano
4
5
6
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
dentro le mura e nei palazzi, loro erano lì, a suonarle in
eterno davanti ad una folla di tir in eterno passaggio.”
Quante volte questa finta democrazia ci fa sentire animali da
soma alle redini? “Aveva vomitato su una scheda elettorale
prima di imbucarla nellʼurna e al presidente del seggio che
gli aveva urlato contro dandogli del pazzo, aveva risposto,
senza scomporsi: i cavalli impazziscono, gli scecchi no! ”
Quando i diritti diventano favori, quasi sempre si trasformano in
miracoli. “Forse la Madonna gli avrebbe prestato maggiore
ascolto. Non avrebbe chiesto niente per sè, solo una vita più
decente per Niki e Ninetta.”
A volte non vi è nulla di più cinico e disumano della burocrazia.
“Se non fosse stato per lo “zio” Caratozzolo, non avrebbe
trovato un posto al cimitero neanche a pagarlo oro. Quelli
che chiamano comunemente delinquenti sono di gran
lunga più umani di quelli che chiamano comunemente
impiegati. ”
Vi sono ingiustizie che solo gli uomini possono e debbono
pagina 38
rimuovere. “Figlio mio ti parlo col cuore di una madre che ha
visto uomini crocefiggergli il figlio. Il destino è nelle vostre
mani. Io non posso intervenire.”
Eʼ tempo ormai che il popolo i miracoli pensi a farseli da solo
senza delegare santi e politici. “La Madonna aveva detto:
sbrigatevela da soli. La rabbia esplose. Travolse tutto e tutti.
E così lʼintera popolazione che per cento anni era stata
tenuta in anestesia permanente, si svegliò dal coma, tutti
alzarono la testa in un, meglio-tardi-che-mai, ritorno
dʼorgoglio.”
Vi sono casi in cui il rimedio non può che essere unʼapocalittica
soluzione.. “Non ci posso credere, lʼabbiamo fatto. Abbiamo
raso al suolo la città. - Direi piuttosto che abbiamo distrutto
una mentalità, un modo di essere. Tanto così non si poteva
continuare. Lo sapevano tutti.”
Lacerti tratti da: “Una giornata della Madonna ” - 2000
Vincenzo Tripodo
centonove
posterlibri
PALERMO. “Gli uomini di scorta” nel libro di Gilda Sciortino
Noi, angeli di Sicilia
Dedicato a chi ha perso la vita per proteggere Falcone e Borsellino, il volume edito
da Officina Trinacria racconta le storie, le paure e il coraggio dei poliziotti in prima linea
PALERMO. Eʼ stato presentato
nellʼambito delle celebrazioni per il
ventennale delle stragi di Capaci e
via DʼAmelio, ma si può senza
ombra di dubbio considerare senza
tempo lʼultimo libro di Gilda Sciortino
“Uomini di scorta”, edito da Officina
Trinacria, in quanto narra la storia di
quei poliziotti dellʼUfficio scorte di
Palermo che ogni giorno, da anni,
mettono in gioco la loro vita per
proteggere le tante “personalità” del
nostro Paese. A tutti loro è dedicato
questo libro, ma in modo ancora più
particolare ad Agostino Catalano,
Walter Eddie Cosina, Rocco Di Cillo,
Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi,
Antonio Montinaro, Claudio Traina e
Vito Schifani, gli 8 “angeli custodi” di
Francesca Morvillo e dei giudici
Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, scomparsi insieme a loro
il 23 maggio e il 19 luglio 1992.
Attraverso le parole di chi ancora è in
servizio attivo, ma anche quelle dei
familiari di chi purtroppo non ce lʼha
fatta, avendo unito in modo
dissolubile il proprio destino con
quello dei magistrati presi di mira e
colpiti dalla mafia, il lavoro
dellʼautrice consente di capire cosa
successe negli anni precedenti e in
quelli immediatamente seguenti il
ʼ92, portando a scoprire cosa voleva
e vuole ancora dire “proteggere”
uomini come Falcone e Borsellino,
come anche i tanti altri magistrati e
imprenditori che, ieri come oggi,
sono in prima linea sul fronte della
lotta contro la mafia, patendo e
vivendo ogni giorno anche le
difficoltà date dai ben noti tagli alle
risorse, quegli stessi tagli che
causarono lʼeliminazione di alcuni
dispositivi di sicurezza, come
lʼelicottero e la bonifica nel caso del
giudice Falcone.
“Lʼopinione pubblica sa che sono
poliziotti, carabinieri o finanzieri scrive il Procuratore Capo di Roma,
Giuseppe Pignatone, nella
prefazione al libro -, ma
ignora i loro volti e i loro
nomi; a stento vengono
ricordati quelli dei
“ragazzi delle scorte”
massacrati a Capaci e
via DʼAmelio cui questo
libro è giustamente
dedicato. E, invece,
ognuno di loro è una
“persona” con la sua vita
normale: una famiglia, la
fidanzata, i problemi dei
figli, della scuola e della
casa, lo stipendio che
non basta, la squadra
del cuore per cui fare il
tifo….”.
Immagine tratta dalla fiction su Giovanni Falcone. Sotto la copertina del libro
E sono proprio loro, i poliziotti
dellʼUfficio scorte di Palermo,
insieme ad alcuni della Squadra
mobile e ai “baschi verdi” della
Guardia di Finanza, che si
raccontano, facendo emergere il
loro “senso del dovere” alto e
inappuntabile, grazie al quale
riuscire a superare ogni difficoltà,
con la speranza che non debba
servire ancora il “sacrificio
supremo” per dimostrare che si
può essere cittadini, uomini, degni
di fare parte di una società, che al
primo posto mette la dignità,
lʼonesta e la moralità.
Un percorso lungo e sofferto,
quello che anima le 256 pagine di
questo libro, allʼinterno del quale ci
sono, dicevamo, le storie degli
agenti di scorta, ma anche quello
dei familiari, mogli e figli che, allo
stesso modo, vivono lʼansia, le
paure, le
soddisfazioni e le
frustrazioni di un
quotidiano in
continuo bilico,
spesso
determinato e
condizionato in
maniera
irreversibile da un
semplice cambio
di turno. Così fu
per Antonio
Montinaro, di cui
parla la moglie
Tina, che non
doveva essere di
scorta quel
pomeriggio; ma anche per
Antonello Marini, ancora
operativo alle scorte, uno dei
primi a parlare con Gaspare
Cervello, sopravvissuto alla
strage di Capaci insieme a
Giuseppe Costanza. Ai
generosi racconti di questi
ultimi due si unisce
drammaticamente quello di
Antonio Vullo, lʼunico a restare
in vita il 19 luglio, come anche
quello della famiglia di
Agostino Catalano, il
caposcorta di Paolo
Borsellino, che attraverso la
voce della madre Emilia
denuncia la cattiveria di quella
gente che ha pensato si
fossero arricchiti grazie alla
morte del figlio. Presente e
rilevante anche lʼesperienza
dei baschi verdi, anche loro in
trincea negli anni caldi di una
Palermo nella quale, scrive
lʼautrice, “cʼè sempre una
sirena che suona, impazzita,
che sia della Polizia, dei Vigili
del Fuoco o di unʼambulanza.
Neanche quel 23 maggio fece
differenza, anzi Palermo
impazzì ancora più del solito.
Una strana atmosfera pervase
quel pomeriggio lʼintera città,
dalle borgate alle vie del
centro, nessun quartiere
escluso. Non erano neanche
le 18 quando le sirene di
ambulanze, volanti della
Polizia, Carabinieri
cominciarono a ululare,
pagina 39
10 AGOSTO 2012
trasformando il sabato di una
primavera che volgeva alla fine in
una data funesta, che purtroppo
verrà ricordata per sempre. Per
molti, infatti, il 1992 segnò il punto
di non ritorno, niente fu come
prima: nessun fine settimana per
rilassarsi, nessuna ricorrenza da
festeggiare, solo il lutto nel cuore e
la consapevolezza di avere perso
importanti pezzi di umanità e
professionalità della nostra terra.
Brinderanno, invece, i boss
rinchiusi allʼUcciardone, finalmente
liberatisi dal loro grande nemico”.
Tutti i personaggi di questo libro
narrano come erano cominciate le
giornate del 23 maggio e del 19
luglio di venti anni fa, e come si
sono tragicamente concluse,
lasciando loro conseguenze
fisiche e psicologiche non
indifferenti, realmente impossibili
da superare. Toccante anche il
ritratto di Agostino Catalano, reso
dallʼenergica madre Emilia, “la
mamma dei poliziotti”, e dai fratelli
Tommaso e Salvatore, che non
hanno mai amato le “passerelle”
tipiche delle giornate di
commemorazioni, incapaci di
“rendere omaggio alla memoria
dei loro cari”.
Il libro è stato realizzato anche
grazie alla collaborazione del
Siulp, il Sindacato italiano unitario
dei lavoratori della Polizia, che ha
dato il proprio contributo per
mettere in rete molte delle
relazioni.
posterfede
10 AGOSTO 2012
centonove
INEDITI. Si dà alle stampe il libro postumo di padre Antonio Celona. Con una rivelazione sul santo
San Francesco, quella notte a casa Raffa
I documento sul soggiorno a Gesso “ritrovato” del sacerdote riaccende l’attenzione sulla presenza del santo
e sulla nascita del convento. La presentazione grazie al Kiwanis con una mostra-evento di Vercillo
DI
MANUELA VENTO
MESSINA. “Dopo lʼaccoglienza e
lʼentusiasmo dei messinesi, il gruppo
dei tre pellegrini, con indicazioni precise
sullʼitinerario da seguire, si incamminò
verso la montagna salendo lungo il
greto della fiumara Giostra”. Eʼ questo
lʼanticipo delle pagine inedite del libro
“Alla ricerca del convento venduto”,
scritto prima di morire da Padre Antonio
Celona di Gesso e che a breve sarà
pubblicato postumo dal fratello
Giuseppe. Nella Chiesa di SantʼAntonio
Abate a Gesso, Kiwanis club di Messina
in gemellaggio con il Kiwanis club di
Cosenza, ha organizzato una lettura del
libro e una mostra su “la vita di San
Francesco di Paola negli acquerelli di
Giacomo Vercillo”, aperta tutti i
pomeriggi dalle 16,30 alle 19,30 fino al
16 agosto. Alla presenza di Monsignor
Vincenzo DʼArrigo, del vescovo emerito
di Cefalù Francesco Sgalambro e del
parroco di Gesso Franco Arrigo,
Lucietta Di Paola, presidente del
Kiwanis club di Messina, ha consegnato
una targa per i riconoscimenti culturali a
Giovanni Ardizzone.
IL LIBRO DI PADRE ANTONIO. Per
ricostruire il passaggio del santo sullo
Stretto di Messina e il suo soggiorno a
Gesso e poi a Milazzo, il sacerdote
Celona quando ancora era in vita si recò
nelle stanze segrete dellʼarchivio
Vaticano, in quelle dellʼarchivio di Paola
fino allʼarchivio di Stato di Messina, di
Milazzo e di Patti per scrivere un libro
ancora oggi inedito. Gli amici della
cerchia di Gesso Luciano Ordile,
Giuseppe Lotta e Cesarino Allitto
ricordano lʼamico padre Antonio andare
alla ricerca dei miracoli di San
Francesco di Paola e scoprire lʼaria di
santità. “Nellʼultimo periodo di vita si è
sviluppato nella sua mente il desiderio
di scrivere e tramandare la storia del
Santo – ricorda Giuseppe Celona, il
fratello del sacerdote”. Secondo le fonti
storiche, risalendo la fiumara di Giostra
San Francesco continuò il suo cammino
lungo il torrente di San Michele. E da
qui, i pellegrini arrivarono a Portella
Castanea. Si legge nello stralcio del
libro che “ebbero modo di prendere fiato
dopo la salita, di guardarsi intorno e di
decidere la via da seguire. Dopo aver
contemplato il panorama Francesco e i
suoi compagni decisero di prendere la
strada che indicava il mare”. I pellegrini
giunsero alle quattro strade. E nella
sera del tre aprile, imboccando le strade
di campagna arrivarono a contrada
Frischia e poi alla chiesa di san Antonio
Abate a Gesso. “La famiglia Raffa ebbe
lʼonore di ospitare i tre pellegrini”.
Secondo Lucietta Di Paola, la
professoressa emerita di storia romana
e presidente del kiwanis club, il dato
storiografico importante in questo
volume è la citazione dei due autori che
si sono occupati del soggiorno a Gesso
di san Francesco mai citati prima dai
biografi. “Il sacerdote Celona nel suo
libro ricorda la casa della famiglia che
ha ospitato il santo – dice Di Paola – e i
Raffa sono raffigurati da Giuseppe Lotta
nel bassorilievo allʼinterno della Chiesa
di SantʼAntonio Abate di Gesso”. Quindi
il Santo passò da Gesso e vi trascorse
anche la notte grazie allʼospitalità dei
Raffa. Il mattino seguente i tre frati
partirono per giungere a Milazzo la sera
del 4 aprile 1464.
LE VARIE FONTI SUL PASSAGGIO.
Non tutti i biografi del santo parlano di
questo pernottamento a Gesso. Sono
due gli autori che narrano lʼepisodio. Il
primo è di Isidoro Toscano (1658) e
LA CURIOSITA’
Il cipresso che “non voleva” essere venduto
DOPO IL 1861, LO STATO confiscò i beni ecclesiastici e concesse ai preti di spogliarsi dellʼabito religioso. Il frate Antonino del convento di San Francesco di Paola a Gesso ebbe una figlia conosciuta col nome di ʻza Francisca “fra Antonino”. La
figlia del frate a Gesso era conosciuta per essersi presa cura, come atto di fede, del
cipresso piantato da suo padre e che oggi si trova nella proprietà della famiglia
Salvatore Lucà, accanto al convento. Nel libro di Pippo Lotta, abitante e scultore
di Gesso, si legge che “oltre un secolo e mezzo fa fra Antonino piantò questo cipresso con la volontà che una volta cresciuto sarebbe stato destinato alla chiesa
per lʼuso che avrebbe ritenuto più opportuno”. Nel racconto si narra di un albero rigoglioso e maestoso destinato ad essere venduto per donare il ricavato alla chiesa. Il proprietario non avendo avuto alcuna richiesta da parte del convento decide
di ricavarci del denaro. Ma in quella stessa notte il cipresso venne squarciato in due
da un fulmine e cadde senza arrecare danni alle case intorno. Alla morte del proprietario il cipresso passò ai figli e da questi alle successive generazioni. Ancora
oggi il cipresso si trova lì come atto di fede al Santo del convento. M.V.
pagina 40
centonove
Sopra e accanto due acquerelli
di Giacomo Vercillo dedicati
a San Francesco di Paola.
Nella foto in basso la consegna della targa
a Giovanni Ardizzone durante la presentazione
della mostra e dellʼinedito del libro
di padre Celona
scrive: “giunse verso la sera allʼIbiso,
dove pernottò in una casa, (hoggi a
fronte del nostro Monistero, che poi si
fondò, ed è posseduta dalla famiglia
Raffa, e chiamasi la casa di San
Francesco di Paola) comʼè pubblica
fama in quel paese”. A consolidare
questa tradizione il secondo autore, è
Tommaso Campanella che riporta il
nome della famiglia Raffa dove
soggiornò San Francesco prima di
ripartire verso Milazzo.
posterfede
LA MOSTRA SUL
SANTO Lʼartista si
ritiene un
miracolato dal
santo e racconta.
“Qualche anno fa
un infortunio sul
lavoro mi ha fatto
rischiare di
perdere una mano
e il medico prima
dellʼintervento mi
disse di pregare
qualcuno in cielo.
San Francesco
mio aiutami! Fu la
prima cosa che
pensai - racconta il
pittore Vercillo”.
La pittura è una
passione che
Vercillo coltiva da
tanti anni e in
occasione del
Giubileo del 2000
compose la trilogia
di acquerelli
dedicata a Madre
Teresa di
Calcutta, Giovanni
Paolo II e San
Francesco di
Paola. “Sulla base
di una ricerca
iconografica ho
fatto una cover di
opere già esistenti
– spiega il pittore –
realizzata con la
tecnica
dellʼacquerello fino ad ora mai utilizzata
per raffigurare la vita di San Francesco
di Paola. Esistono acqueforti o incisioni
acquerellate ma non acquerelli e questi
in Italia sono una mia esclusiva
produzione. Posso considerarlo un mio
piccolo guinnes sia per il numero di
opere eseguite sia per la tecnica che ho
deciso di adottare – afferma Vercillo”.
Quella su San Francesco di Paola è
una mostra didattica che serve ad
illustrare la vita del Santo spesso
sconosciuta a molti. Recitano così
alcuni versi dedicati alla vita di San
Francesco di Paola dal poeta ibsoto
Pippo Bonaccorso: “Vulava supra
allʼacqua comu si fussi aceddu non ci
giuvava a bacca e mancu lu vasceddu.
Di Paula pattiu, passau u Strittu di
Missina pi veniri a Milazzu”.
10 AGOSTO 2012
AFFRESCHI. LE OPERE CHE RACCONTANO I PRODIGI: DAL MANTELLO-PONTE ALLA CAPRA MARTINELLO
Una vita di miracoli fatti a pennello
MESSINA. Gli affreschi del
XV secolo allʼinterno del
convento di San Francesco
di Paola a Gesso
riguardano alcuni episodi di
San Francesco in Sicilia e la
permanenza a Gesso (nelle
foto). Uno dei fregi raffigura
il miracolo della pecora
Martinello uscita viva e
vegeta dalla fornace dopo
che alcuni pastori lo
avevano cucinato. E in
unʼaltra raffigurazione
allʼinterno del convento vi è
la traversata dello Stretto
durante cui
Francesco fa del
proprio mantello
una barca e
salpa verso la
Sicilia.
Osservando le
opere di Vercillo
si scorge vita e
miracoli.
Francesco nei
pressi di Milazzo
richiama in vita
un condannato
che penzolava
dal capestro da
tre giorni. Il
miracolo in cui il
Santo rende
potabile lʼacqua
di un pozzo per
popolo di Milazzo. E il primo
miracolo nella vita di San
Francesco avvenuto a
Paola - spiega Vercillo, il
pittore - quando secondo
lʼiconografia storica “vive
fiamme di fuoco sono
apparse sulla casa del
santo”. I paolani vista la
casa in fiamme pensarono
che finalmente nella
famiglia di Martolilla da
Fuscaldo sarebbe arrivato
un figlio. “I genitori del santo
pagina 41
di Paola devoti a San
Francesco dʼAssisi avevano
tenuto acceso il camino per
quindici giorni con il voto di
pregare per avere un figlio.
Allʼetà di sei anni quando il
piccolo Francesco rischia di
perdere un occhio i genitori
implorano ancora una volta
San Francesco dʼAssisi e
ottengono un altro miracolo.
Così a undici anni
Francesco entra nel
convento di San Marco
Argentano a Cosenza dove
prenderà i voti. Quando
predice lʼinvasione di
Corigliano Calabro da parte
dei Turchi e con una
semplice canna impedì
lʼentrata in convento da
parte degli invasori. I Turchi
che assalgono Corigliano
Calabro sono costretti a
ritirarsi grazie al suo
miracolo. Il santo procurò
tutti i suoi miracoli offrendo
della frutta o delle candele.
Da sette castagne fece
nascere sette alberi.
Risolse una lite tra due
fratelli con la divisione di un
alcuni cacciatori
inseguendo un cerbiatto
trovarono il fraticello, che
viveva da eremita in una
grotta, in paese si diffuse la
voce e i paolani accorsero
numerosi da San
Francesco per chiedere
consigli e miracoli conclude lʼartista”. Il Santo,
prima di trasferirsi in
Francia, fondò il suo primo
convento a Paterno
Calabro. Da lì, Francesco
albero che rappresenta la
ripartizione dei beni.
Convinse un giovane folle
ribelle ad ogni cura. Fece
guarire una paralitica.
Risanò la mano secca
dellʼamanuense Casentino.
Rese buona la carne
putrida introdotta di
nascosto nel convento. E
davanti al Re di Napoli
spezzò le monete che
divennero sangue.
M.V.
10 AGOSTO 2012
postermostre
FICARRA. Un libro ed una esposizione per ricordare i 150 anni del sodalizio
Quando la banda passò
MISTRETTA
Via alle sfilate
del Popolo di Astarte
Il giornalista Franco Tumeo ripercorre la storia del corpo bandistico Santa Cecilia nato
per volontà del podestà Milio. L’intento? Allontanare i giovani da bettole e vizio
FICARRA. «Lʼanno 1931,
il 4 di aprile, nellʼUfficio
Municipale, il podestà
Pietro Milio, assistito
dallʼinfrascritto segretario
comunale, ritenuto che la
scuola musicale e la
banda mentre
contribuiscono alla
educazione artistica della
cittadinanza, giovano
anche ad allontanare dal
vizio e dalla bettola gli
operai che si dedicano
allo studio musicale,
delibera che il Comune
concorra al mantenimento
di dette scuola e banda
aderenti al Dopolavoro
fascista con un sussidio
annuo di Lire cinquemila».
Eʼ uno dei singolari
documenti raccolti e
ordinati nel volume
“Raccontami della banda:
I componenti della banda musicale di Ficarra nel 1938
storia, immagini e
memorie del Corpo
aveva speso per il complesso bandistico
bandistico Santa Cecilia di Ficarra”
Santa Cecilia, erede e depositario di
pubblicato per i tipi Armenio Editore,
ultrasecolari e radicate tradizioni musicali
prefazione del maestro Piero Mangano del
che proprio nella banda, da sempre,
Teatro alla Scala di Milano, grafica di
trovano la loro espressione più autentica e
Massimo Catina, con cui il giornalista
popolare. Con il volume “Raccontami della
Franco Tumeo ricostruisce
banda”, Tumeo ha voluto colmare questa
minuziosamente due secoli di storia della
lacuna, porre rimedio ad una lunga e
banda cittadina, tra i più antichi sodalizi
colpevole disattenzione nei confronti di
musicali siciliani ancora in attività. Ad
unʼistituzione che dallʼOttocento, tra alterne
accompagnare il libro, una mostra
fortune, ha dato e continua a dare lustro a
iconografica, documentaria e di strumenti
Ficarra. E così, attraverso vecchie e
dʼepoca ospitata nello storico palazzo
rarissime foto ingiallite dal tempo, preziosi
Busacca che, secondo le promesse del
sindaco Basilio Ridolfo, potrebbe diventare documenti sottratti allʼoblio
dellʼinconsapevolezza e soprattutto le
permanente. Di Ficarra, della sua storia
testimonianze, i ricordi e il racconto di
millenaria, delle sue peculiari architetture,
alcuni protagonisti il libro ci restituisce un
del suo variegato folklore lʼAutore in verità
significativo frammento di quel patrimonio
molto aveva già scritto negli passati, ma
di cultura musicale tenacemente custodito
nessuna parola mai inspiegabilmente
centonove
dalle generazioni che ci hanno preceduto e
oggi affidato alla banda “Santa Cecilia”
perché ne assicuri la continuità nel tempo e
ne consegni la memoria alle generazioni
che verranno. Due secoli di storia della
banda musicale, che è anche la storia del
paese: dalla costituzione, voluta per
celebrare lʼunità dʼItalia, ai rapporti
strettissimi con il fascismo, dal declino
dovuto alle due guerre, alla rinascita post
bellica degli anni Quaranta. Lʼautore ha
cercato negli archivi, rovistato in polverosi
cassetti e bauli, intervistato gli anziani del
paese mettendo insieme un significativo
spaccato di vita e costume paesani che
nella banda ha sempre trovato uno dei suoi
specchi più fedeli. «Pur partendo da un
aspetto puramente affettivo (nella banda
hanno suonato, per 40 anni, il padre e il
MISTRETTA. Il 4 e 5 agosto Mistretta è
stata teatro delle celebrazioni per il centocinquantenario della ricostituzione
della banda comunale. Sono state organizzate due giornate intitolate “Il popolo di astarte”, con vari eventi, ma soprattutto con l'esibizione di complessi
bandistici provenienti da molte zone
della Sicilia, che hanno sfilato per le vie
del centro. Alla manifestazione sono intervenute, oltre al complesso bandistico città di Mistretta, nella giornata di sabato, le bande comunali di Altofonte e
Capo d'Orlando, mentre domenica i
complessi di Cefalù, Cammarata ed
Acireale. Sono state anche ricordate
molte personalità che hanno portato in
alto il nome della banda comunale mistrettese come i compianti maestri Vincenzo Cecere e soprattutto Antonino Di
Buono, che per la sua umanità e professionalità è ricordato ancora oggi
con piacere da tutti i componenti della
banda musicale, tanto che gli è stata intitolata la sala principale dello studio di
musica presso i locali ubicati nell'ex palazzo di giustizia in via Libertà. Un altro
momento importante è stato l'allestimento di una mostra di divise bandistiche e di foto d'epoca a palazzo Mastrogiovanni-Tasca. (Giuseppe Cuva)
suocero di Tumeo) a motivare la
realizzazione di questa ricerca storica che
oggi trova dignità in una pubblicazione e
nella mostra, è stato il desiderio - afferma
Franco Tumeo - di aggiungere un altro
piccolo contributo, un ulteriore tassello ad
un progetto di più ampio respiro, perseguito
ormai da molti anni, di recupero della
memoria di questo borgo dei Nebrodi,
convinto che il futuro dei paesi risieda nella
riscoperta del passato. “Raccontami della
banda” non vuole essere però soltanto un
contenitore di documenti, foto e parole ma
anche unʼantologia di emozioni, di ricordi e
di sentimenti che costituiscono patrimonio
condiviso della comunità”. A scorrere le
pagine, ad ammirare le vecchie immagini,
sembra di sentire ancora le note melodiose
intonate dalla banda.
ZOOM
Una fucina di talenti
Da Pietro Mangano a Marcello Caputo
FICARRA. A Piero Mangano suona il corno nellʼorchestra
del Teatro alla Scala di Milano, Marcello Caputo il clarinetto
nellʼorchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Michele Scolaro la tromba nella banda nazionale della Polizia
di Stato. Sono soltanto i nomi più in vista tra i giovani di talento sfornati dalla banda Santa Cecilia di Ficarra nella sua
secolare attività. I tre il 5 agosto si sono ritrovati, come ogni
anno, a suonare nella loro amata banda, insieme agli amici
musicanti di sempre, dietro il fercolo della Patrona: un appuntamento irrinunciabile, nonostante i fasti e la seduzione
dei grandi teatri. A parte qualche vecchio irriducibile autodidatta, i quaranta elementi che oggi fanno parte del complesso
bandistico sono diplomati o allievi del Conservatorio. Negli
anni ʻ30 la banda aveva già prodotto altri giovani talentuosi:
tra questi Ninì Paganino, approdato nel 1940 nella banda
della Polizia, e Sebastiano Biscuso che, prigioniero degli inglesi in Africa, suonò a lungo con Renato Carosone, prima
in un campo di prigionia e, a guerra finita, per le piazze italiane. Costituita subito dopo lʼUnità, dal 1990 la banda è or-
pagina 42
ganizzata in associazione musicale. A presiedere il sodalizio è il musicante anziano Carmelo Mangano, mentre la direzione è affidata al maestro Marcello Caputo, coadiuvato
dal vicemaestro Sergio Ferraloro (tromba) e dal capobanda
Salvatore Calamunci (clarinetto). Dellʼorganico fanno parte
Angela Pirrone, Emilio Catina, Leonard Maniaci, Fabrizio Sicilia, Carmelo Lamonica, Alessandra Gumina, Vittorio Galvagno, Giuseppe Di Luca, Melissa Migliastro e Marcello Caputo (clarinetti); Giuseppe Landro (fagotto); Giuseppe Ricciardo, Matteo Palmeri, Carmelo Mangano, Gessica Gumina, Marina Notaro, Alessandro Arasi e Vittorio Tumeo (sassofoni); Pietro Masotto, Nunzio Pirrone, Carmelo Marcellino, Giuseppe Marcellino, Antonino Culetta, Sonny Foschino, Roberto Galvagno, Matteo Galvagno, Piero Mangano e
Giuseppe Pirrone (corni e flicorni); Michele Scolaro, Giuseppe Tumeo, Dario Landro, Federico Pirrone, Anselmo Ioppolo e Andrea Ridolfo (trombe); Giuseppe Mancuso, Federico Corica, Antony Pizzino, Carmelo Ioppolo (percussioni).
postermostre
centonove
L’ARTISTA. Sandro Braccitta (foto Sandro Scalia)
L’OPERA. “Onda” (2012)
MODICA. Personale del pittore e incisore nella ex chiesa di San Michele
Brachitta, “Craved Miracles”
Un incontro di rara armonia, quello tra l’ambiente settecentesco e le opere dell’artista.
Invitato nel 2011 alla Biennale e alla World Plate and Print Art Exhibition in Corea
DI SILVIA MAZZA
MODICA. Talvolta unʼalchimia perfetta
fa incontrare lʼopera di un artista e il
luogo destinato non solo ad ospitarla,
ma anche ad ispirarla, rivivificato da
quellʼaurea sacra smarrita nei secoli.
Nellʼambito del contenitore culturale
“Modica Miete Culture”, dal 7 luglio la
settecentesca ex Chiesa di San Michele
ospita la personale “Craved Miracles” di
Sandro Bracchitta, invitato nel 2011
alla Biennale di Venezia e alla World
Plate and Print Art Exhibition – Millennial
Wind (Korea del Sud), e che in diverse
occasioni ha esposto insieme al Gruppo
di Scicli. È davvero un incontro di rara
armonia quello tra lʼopera del pittore e
incisore ragusano e la chiesetta ad aula
conclusa da absidiola dove un lacerto di
tempera blu nel catino interrompe con la
sua nota fredda la monocromia della
calda pietra arenaria di pareti e
modanature, quasi trasposizione su
scala architettonica della riduzione
pressoché bicromatica della tavolozza
dellʼartista; mentre una corrente di
sacralità si trasfonde con un effetto
moltiplicatore dallo spazio espositivo alla
serie di pitture, sculture e installazioni,
dodici in tutto, appositamente realizzate
in sua funzione. Mani diafane (aulica
citazione di quelle della Maddalena del
Giotto degli Scrovegni) «hanno sperato
nel miracolo» ‒ recita il titolo della mostra
‒ protese verso case inafferrabili, ora
accostate, in “Le tue mani”, ad uno
sperone roccioso, la montagna
messianica dalla “Vergine delle Rocce”
di Leonardo in poi simbolo ancestrale
associato a Maria. In una
10 AGOSTO 2012
personalissima sintassi che contamina i
materiali più diversi (acciaio, lamina
dʼoro e, per la prima volta, ferro
ossidato) e brani della natura (rami)
entro composizioni dalla serrata
dicotomia concettuale e figurativa,
sottolineata da quella bicromia («Tutto
scivola», «Dove resti»), ma anche in
opere come «Nella tua luce», dove un
pigmento aureo si raggruma a saturare
lʼintera superficie della tela,
contraddicendo claustrofobicamente
lʼimpalpabilità del soggetto, ritorna uno
degli archetipi (insieme a sacre coppe,
allegorico femminino, e vesti virginali o
sanguinanti presenti in altre serie) cari
allʼartista: la casa «cieca» (priva di
aperture), ma empatica, che trasuda il
dolore del cosmo, cassa di risonanza di
uno più intimo, da cui è stata segnata la
recente vicenda personale dellʼartista
che quel miracolo lʼaveva implorato
(“Craved Miracles”, appunto). Appena
profilata dʼoro, nivea, di ferro, che,
ossidato, si assimila matericamente ai
rami vicini (“Proteggimi”), o più spesso
rossa, di velluto, ancora per quel doppio
registro metaforico che allude al sacro
senza rinunciare alla sensorialità di un
materiale che, spiega il curatore Antonio
dʼAmico, «possiede una accezione
sensuale, femminile, erotica». «Le mie
non sono idee ma percezioni, intuizioni ‒
spiega Bracchitta ‒ penso forme e creo
metafore legate al mio vivere quotidiano.
Ripenso poi che i miei primi disegni, da
bambino, li facevo sotto al tavolo della
cucina per evitare di scarabocchiare i
muri. Per me, disegnare sotto al tavolo è
stato sempre intrigante perché ciò che
disegnavo lì sotto diventava segreto,
eppure si trovava in mezzo a tutti. Il
tavolo (altro elemento ricorrente in
realizzazioni del passato, ndr.) è
elemento di comunione, tutti si siedono
intorno al tavolo, papà sbatte i pugni sul
tavolo, si festeggia e si piange intorno a
un tavolo: la vita di una famiglia si fa
intorno a un tavolo e sotto ci sono i
disegni e nessuno lo sa».
Alla mostra fanno da pendant gli
allestimenti dedicati a opere del maestro
dalle gallerie DirʼArte e Lo Magno. Infine,
una cartella con calcografia a tiratura
limitata ha preceduto, per il vernissage, il
catalogo Silvana Editoriale, che sarà
presentato in occasione del finissage del
30 agosto, raccogliendo gli scatti
realizzati durante lʼesposizione dal
fotografo Carlo Giunta.
MILAZZO
Caliò, “Qui ed ora”
Antologica del pittore a Palazzo D’Amico
MILAZZO. A distanza di poco più di un anno dalla sua trionfale conclusione nelle sale del Teatro Vittorio Emanuele di
Messina, “Qui ed ora” di Simone Caliò sbarca a Milazzo fino al 7 settembre. Lʼinaugurazione sarà oggi (venerdì 10,
ndr) alla presenza del direttore artistico dellʼiniziativa, Saverio Pugliatti (consulente della Provincia), del sindaco Carmelo Pino e di Stefania Scolaro, assessore alla Cultura, Si
tratta di una mostra, curata da Daniele De Joannon, che
racconta più di un decennio di carriera dellʼartista. Non una
semplice antologica, ma, come suggerisce il titolo stesso, la
perentoria affermazione di esistenza di un processo artistico che non si è mai fermato. La scelta di Palazzo DʼAmico,
dovuta a Pugliatti, ha inoltre un valore aggiunto: ovvero lʼin-
contro tra due messinesi, distanti secoli tra loro, che riannodano il filo di un dialogo tra le diverse forme di espressione
che, a Messina, ha conosciuto più di una cesura. Palazzo
DʼAmico, infatti, si deve a un altro cittadino del capoluogo dello Stretto, lʼarchitetto Francesco Arena, che lo progetto e
realizzò come residenza dei marchesi DʼAmico tra il 1733 e
il 1735. Sono passati anni dal primo esordio di Simone Caliò, pittore dal talento innato e con una magnifica mano che
gli studi in Accademia hanno solo potuto sublimare. Un percorso, quello dellʼartista, che inizia con “Natura in posa”
(1998) e prosegue con “LʼAttesa”, per esplodere in maniera
compiuta con “Equilibri” (2001). È proprio nella personale allestita al “Gabbiano” di Messina che il repertorio figurativo e
sentimentale di Caliò si fonde, declinando alcuni degli elementi ricorrenti della sua pittura (il trapezista, il giocoliere,
lʼuccello che spicca il volo, lʼuomo pensoso, il burattino, la
trottola, la palla e la vespa) e delle cifre cromatiche che ancora lo contraddistinguono. Da “Equilibri” in poi, con “equili-
pagina 43
brismo”, Caliò cammina sul filo dellʼarte, transita dal figurativo delle prime produzioni allʼinformale di “Grandi Opere” ( )
e si diverte a inglobare nel proprio lavoro quello altrui (in questo caso la scrittura) con “In-cantato”, in cui “piega” allʼesigenza del racconto personale le canzoni che ne hanno punteggiato la storia e le ispirazioni. Quindi un ritorno a un figurativo, ancor più essenziale delle origini, con “Una mattina ,
io…”, omaggio alle dirimpettaie Isole Eolie. Con “Grandi opere”, lʼartista trasferisce nelle grandi grandi tele anche il suo
senso civico. A parlare, infatti, è anche il Caliò politico, che
si schiera contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di
Messina. In “Qui ed ora”, cʼè anche lʼultima produzione dellʼartista. Che, in nome di una contemporaneità che non segue i capricci di critici e tendenze (ma nasce dallʼosservazione del mondo e della società), gioca con i social network,
affrontando ironicamente tutti i “tag” della quotidianità ritenuti
oggi indispensabili. Gli stessi che, domani, saranno merce
scaduta. A differenza delle opere di Caliò. La cui arte resta…
posterweekend
10 AGOSTO 2012
come... dove... quando...
venerdi' 10 agosto
MESSINA. Natale Galletta in
concerto. Giardini Corallo
ore 21
SPADAFORA. Pub Italia
Live Festival 2012. Sul palco
di Piazza del Castello dodici
band di artisti emergenti
selezionate nei vari pub del
BelPaese. Ore 21
PACE DEL MELA.
Commedia Brillante
'Renzino e Lucietta
MUSICA
sabato 11 agosto
'spettacolo teatrale proposto
dall'Ass. culturale
Colapesce. In
collaborazione con l'Amm.ne
comunale - Piazza Maria
SS.Visitazione. Ore 21.30
CATANIA. Negrita a Villa
Bellini ore 21.30
ACI CASTELLO. Riccardo
III di William Shakespeare
(Fabbricateatro e
Marionettistica F.lli Napoli).
Mahler e Freud
«EBBI LA POSSIBILITAʼ di ammirare le capacità
di penetrazione psicologica di quellʼuomo di genio.
Nessuna luce illuminò ad un certo punto i sintomi
della sua nevrosi ossessiva. Era come scavare con un bastoncino in un edificio misterioso». Descriveva così Sigmund Freud
il suo incontro con Gustav Mahler, nel 1910. Il celebre direttore
dʼorchestra e compositore austriaco si era rivolto al padre della
psicoanalisi in seguito ad una forte depressione, probabilmente
scatenata dallʼaver scoperto il tradimento della moglie Alma
Schindler. Fu un colloquio di quattro ore circa, durante il quale
Freud si limitò solo a dare dei consigli a Mahler e al cui proposito egli ipotizzò che lʼartista fosse affetto dal cosiddetto “complesso
della Vergine Maria”. Per seguire storie come questa può tornare utile il libro di Giovanni Iudica Mahler sul lettino di Freud. E altre storie (La Vita Felice, 128 pagine, 12 €). Iudica vi scrive anche di Bach, Ravel e altri grandi della musica e della cultura, sorpresi in momenti di intimità o di gioia o di dolore.
di Marco Olivieri
C’era una volta il cinema sotto le stelle
CʼERA UNA VOLTA il cinema nelle arene estive, a
Messina. Sotto le stelle, per recuperare i film perduti
durante lʼanno e trovare un modo differente per fronteggiare il caldo, apprezzando capolavori ritrovati o film commerciali che meritavano una visione meno impegnativa, tra il vento
della sera e una buona compagnia. Cʼera una volta perché oggi,
fatta eccezione solo in parte per la stagione del Corallo, che punta però anche sulla programmazione teatrale e musicale, il territorio messinese non offre più la possibilità di vedere film allʼaperto. Né festival o retrospettive compensano questa carenza. Unʼoccasione avrebbe potuto essere la sezione cinematografica dellʼHorcynus Festival, dove però il grande schermo è diventato sempre più marginale e senza uno sforzo adeguato per coinvolgere
il pubblico. Nel frattempo, a Taormina Arte, il teatro è scomparso
e il cinema (a parte la buona volontà di Mario Sesti) è sempre meno significativo.
musica
De Gergori Factory tour
ZAFFERANA ETNEA.
Francesco De Gregori
ritorna a cantare dal vivo
e con “Factory Tour
2012” sta girando lʼItalia
con la sua band. La
nuova tournée estiva,
prodotta da F&P Group,
ha preso il via il 5 luglio
da Tortona, in provincia
di Alessandria, e sarà in
Sicilia il 23 agosto nella
splendida cornice
dellʼAnfiteatro di
Zafferana Etnea, per un
appuntamento
organizzato da Giuseppe
Rapisarda Management.
In questa calda estate,
De Gregori, impegnato
da qualche mese nella
preparazione del suo
nuovo lavoro (il primo di
inediti dopo quattro anni)
ha programmato nella
tabella di marcia della
lavorazione delle pause
molto ʻsui generisʼ che lo
porteranno a respirare
qua e là per lʼItalia un poʼ
di ʻaria liveʼ con la band.
Oltre a suonare i classici
di sempre, De Gregori
potrebbe riproporre
anche alcuni pezzi meno
conosciuti, ripescati dal
suo immenso repertorio.
Faranno sicuramente
parte della playlist brani
come “Bambini venite
parvulos”, “Atlantide”,
“Buonanotte fiorellino”.
Castello Normanno ore
21.30
PALERMO.Teatro di
Verdura l'Orchestra
Sinfonica Siciliana in
'Gershwin night!'. William
Eddins, direttore e pianista.
Organizzato dalla
Fondazione Orchestra
Sinfonica Siciliana.
(musiche di G.Gershwin).
Ore 21
MESSINA. “La vuci
mia”. Con Laura
Mollica, Circuito del
Mito Estate 2012. Al
Parco Horcynus Orca
di Torre ore 21.
MESSINA. Afterhours
in concerto. Arena Villa
Dante- ore 21
MESSINA. Presso il
Don Air alle ore 21
Mario Venuti in
concerto.
SPADAFORA. Pub
Italia Live Festival
2012. Sul palco di
Piazza del Castello
dodici band di artisti
emergenti selezionate
nei vari pub del
BelPaese. Ore 21
PACE DEL MELA.
Gioco a Premi 'Dottor
Why' in collaborazione
con:
Bar Desirèe di P.zza
Municipio. Ore 21.30
CATANIA. Chiara
Civello in concerto.
Nell'ambito della
manifestazione
'Etnafest 2012'.
Ciminiere ore 21
ACI CASTELLO.
Riccardo III di William
Shakespeare
(Fabbricateatro e
Marionettistica F.lli
Napoli-Ct). Castello
Normanno ore 21.30
PALERMO. Concerto
dell'organista Giovan
Battista Vaglica.Ore
21, Abbazia di
S.Martino delle Scale
PALERMO. Castello a
Mare ore 21.30,
Negrita in concerto
DI FRANCESCO PINIZZOTTO
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
SANTA LUCIA DEL MELA. “Ho
tanta voglia di musica, del palco,
del rapporto diretto con il pubblico,
di proporre alla gente le mie
riflessioni, proponendo soprattutto
delle reazioni pacifiche alle enormi
problematiche del momento”. Eʼ la
tranquilla e calda serata di sabato 3
luglio a Santa Lucia del Mela, Silvia
Salemi stringe la mano al sindaco
Nino Campo e alla presidente del
comitato festa Lidia Renna che
lʼhanno voluta nel centro
messinese, e riconquista la scena
live dopo 4 anni di assenza,
rispolverando il suo repertorio con
una voce che acquista sempre più
“autorevolezza”. E brano dopo
brano è un crescendo che,
ovviamente, si conclude tra gli
applausi sulle note del famoso
brano sanremese “A casa di Luca”.
La cantante originaria di Palazzolo
Acreide (Sr) non presenta i pezzi
nuovi, quelli del Cd quasi definito, la
cui uscita è stata programmata per
metà novembre. Ma nelle prossime
tappe siciliane promette qualche
sorpresa in anticipo, mentre il primo
singolo già sicuro è la cover del
successo di Nada “Amore
disperato”. “Spero di potermi
esprimere con la maturità che
deriva dalla mia esperienza di vita Mi sono dedicata alla famiglia (e nel
frattempo consegue anche la
laurea in Lettere e Filosofia) e il
rapporto costante con le mie
piccole Sofia e Ludovica, di 6 e 3
anni, mi ha fatto apprezzare ancor
di più la profondità dei gesti
quotidiani, di quanto importanti
siano determinati atteggiamenti
positivi rispetto ad altri nel rapporto
SANTA LUCIA DEL MELA. Dopo 4 anni un tour la riporta in Sicilia
Il ritorno di Silvia Salemi
La cantante di Palazzolo Acreide ritrova il palco
e annuncia il prossimo cd in uscita a settembre
con i nostri cari e col mondo che ci
circonda”. Ed è convinta che pure la
musica deve contribuire alle
dinamiche attuali in maniera incisiva:
”Mentre un concerto prima poteva
costituire unʼoccasione per fuggire
temporaneamente dai problemi –
continua Silvia – oggi cʼè la necessità
di momenti attraverso cui lʼarte
musicale deve per forza di cose
proporre riflessioni costruttive per
atteggiamenti pacifisti, affinché gli
rassegne
Rassegne
Torna il Sicily Music Village
A Serroestate torna il teatro
RAGUSA. I ritmi iniziano
a farsi sentire. Il Sicily
Music Village sta per
tornare. Dal 12 al 16
agosto prossimo la Sicilia
sarà lʼombelico musicale
del mondo con oltre 150
esibizioni live in cinque
giorni. Musica, relax,
divertimento e natura
sono gli ingredienti della
nuova edizione del
festival guidata da Giorgio
Cavallo che si terrà
allʼinterno del parco
attrezzato Valle Ventura
(tra Scicli e Modica, in
contrada Fiumelato). Ci
saranno artisti di grande
richiamo che passando
dal drum and bass allʼhip
hop, dal reggae al dub,
dal rock allʼelettronica,
riescono a trascinare
“fiumi” di giovani nei loro
tour. Una lista di grande
rilievo con Afterhours,
Alborosie, Dirtyphonics,
Foreing Beggars,
Barrington Levy, Etienne
De Crecy con il suo
fantastico The Cube
Show, ed ancora
Aphrodite, Henrik
Schwarz, T.O.K., Bass
Odissey, Koan Sound,
Baby Cham, Alex Neri,
Salmo, Dj Gruff, Ensi,
King Shiloh Sound
System, Tayone.
Programma completo su
web, facebook e twitter.
VILLAFRANCA. Nuovi
fermenti a Serro, piccolo
borgo del comune di
Villafranca Tirrena, per la
rassegna “Serroestate
2012”. Serata clou il 19
agosto, con il ritorno del
teatro. La tradizione si
rinnova nel giorno
dedicato alla memoria di
Pippo La Rosa, lʼartista
serrentino scomparso
prematuramente.
Questʼanno il gruppo
teatrale dellʼAsas mette
in scena, nellʼArena del
Centro Sociale, alle
21.30, “Annata ricca
massaru cuntentu”.
Vecchi e nuovi attori si
cimentano nella brillante
pagina 44
commedia dialettale di
Nino Martoglio, che il
gruppo vuole proporre,
valorizzando ciò che è
ancora presente
nellʼambiente rurale del
borgo. E intanto è stato
già avviato il Torneo di
calcetto (giunto
questʼanno alla
diciottesima edizione),
con un richiamo ai
toponimi tradizionali dei
rioni, ed i tornei di
pallavolo e di calcetto per
i più piccoli.
Ma la novità di
questʼestate sembra
essere la nascita di una
nuova associazione:
Viviserro. La
impegni quotidiani riacquistino
pieno valore. Spero di poter fare del
mio meglio nelle piazze ma anche
negli appuntamenti televisivi che
stiamo già programmando sin dal
prossimo autunno”.
Silvia Salemi, 34 anni, è nata a
Siracusa ma non disdegna mai il
ritorno dai suoi a Palazzolo Acreide,
dopo le prime esperienze musicali
approda nel 1995 al Festival di
Castrocaro, vincendo con la
presentazione della
nuova “compagnia” ai
serrentini, con lʼannuncio
di incontri di natura
scientifica e di una
rassegna
cinematografica, ha
suscitato approvazione in
alcuni e non poche
polemiche in altri. Cʼè chi,
particolarmente tra i
villeggianti, lʼha salutato
come una novità. Cʼè chi
invece ha sostenuto che,
in un borgo con 150
persone (anche se
raddoppiano dʼestate),
laddove esistono già altre
associazioni - un paio con
tradizioni quasi
cinquantennali - non si
sentisse proprio il
bisogno di unʼaltra, che
toglierebbe risorse
umane alle attività da
realizzare. Cʼè poi chi
teme si voglia, con
questa iniziativa, far
scomparire il CSD Nino
Campanella , dato che tra
i responsabili della nuova
associazione vi sono
dirigenti o ex dirigenti del
Circolo: ciò –si dice- non
sarebbe un danno solo
per il Circolo ma per il
Centro Sociale, dato che
da sempre esso si è
assunto il compito di
programmare, in
collaborazione con altre
associazioni locali,
iniziative rivolte non solo
ai soci ma a tutti. La
partita è appena
iniziata.
posterweekend
centonove
domenica 12 agosto
SPADAFORA. Pub Italia Live
Festival 2012. Sul palco di
Piazza del Castello dodici band
di artisti emergenti selezionate
nei vari pub del BelPaese. Ore
21
PACE DEL MELA. Francesco
Capodacqua for men show da
'Amici' di Maria de Filippi. Villa
comunale 'G.Parisi' c/o Asilo
Nido. Ore 22.30
ACI CASTELLO. Riccardo III di
lunedi' 13 agosto
William Shakespeare
(Fabbricateatro e
Marionettistica F.lli Napoli-Ct).
Castello Normanno ore 21.30
PALERMO. Francesco
Buzzurro & Richard Smith. Ccp
Agricantus. Ore 22.15
TERMINI IMERESE. La
formazione multietnica Cous
Cous Cous con la band
Jakaranda. Dalle ore 21.30 Anfiteatro Kalos -
canzone “Con questo sentimento” e
passando di diritto alle selezioni di Sanremo
Giovani. Qui, col brano “Nessuno mi può
giudicare” superando le selezioni. Arriva al
suo primo Sanremo Giovani dove si
propone con “Quando il cuore”. Nel 1996
pubblica il suo primo album dal titolo “Silvia
Salemi” e subito dopo inizia a scrivere le
sue canzoni in collaborazione con il suo
produttore artistico Giampiero Artegiani. Nel
1997 torna a Sanremo vincendo il premio
della critica con il brano “A casa di Luca”, a
cui segue il secondo album “Caotica”. Il
secondo singolo estratto dallʼalbum, “Stai
con me stanotte”, si classifica secondo a
“Un Disco per lʼestate”. Nel ʻ98 la cantante
siciliana torna a Sanremo con il singolo
“Pathos” tratto dallʼomonimo album.
Nellʼestate 1998 presenta il singolo “Odiami
perché” e nello stesso anno conduce con
Pippo Baudo su Canale 5 “Il ballo delle
debuttanti”. Nel 1999 presenta su Raitre
“Viaggi nei luoghi del sacro”. Nel 2000,
frutto di una collaborazione artistica tra Tore
Johansson e Giampiero Artegiani, pubblica
il quarto album “LʼArancia” da cui vengono
estratti “La parola amore”, “È già settembre”
e “E ci batteva il sole”. Nel 2003 Silvia
ritorna al Festival di Sanremo con il brano
“Nel cuore delle donne”, primo singolo
estratto dallʼalbum “Gioco del duende” da
cui verrà estratto anche il singolo
“Dimenticami”. Nel 2005 conduce
“Mezzanotte di Radio 2”. Nel 2007 torna
protagonista con un nuovo progetto, “Il
mutevole abitante del mio solito involucro”
del quale, oltre ad esserne co-autrice, ne è
anche co-produttrice con la propria etichetta
discografica Soin. A due video del disco ha
collaborato Beppe Fiorello, al debutto per
Silvia alla regia, per il brano “Il mutevole
abitante del mio solito involucro” e di
Giorgio Pasotti per il brano “Ormai”. Insieme
a Beppe Fiorello sono protagonisti del
“Venice Music Awards” ed insieme a
Giorgio Pasotti vincono il Premio “Video
Clip dellʼanno” a Roma.
cinema
Corto di sera ad Itala
ITALA. Si svolgerà a
Itala Marina dal 6 al 10
agosto la prima edizione
della rassegna di
cortometraggi "Corto di
sera". Organizzata dalla
Pro Loco "Giovannello da
Itala" l'iniziativa rientra
nel programma delle
manifestazioni estive
"Itala cinque sensi". Oltre
90 i cortometraggi
ricevuti dall'organizzazione della rassegna che,
a seguito di un laborioso
lavoro di selezione, ha
scelto i 37 titoli che
verranno proiettati al
pubblico presso la Villetta
San Giacomo della
frazione Marina. Alla
rassegna hanno aderito
numerosi autori siciliani,
italiani e stranieri. Molti
degli autori hanno
ottenuto prestigiosi
riconoscimenti in
numerosi festival
nazionali e internazionali.
Altre opere verranno
proiettate per la prima
volta in provincia di
Messina. Alcuni dei
cortometraggi in
programma si avvalgono
della partecipazione di
attori professionisti noti al
grande pubblico come
Alessandro Haber,
Roberto Herlitzka,
Corrado Fortuna, Angela
Baraldi. Ingresso gratuito.
PALERMO.
Nica Banda di
Ruggiero
Mascellino. Al
Ccp Agricantus
ore 22.15
TERMINI
IMERESE.
maratona di
musica che
parte con i
Musicisti del
basso Lazio
(band che vanta
collaborazioni
importanti, da
Eugenio
Bennato a Enzo
Avitabile), per
chiudere con
Mario Incudine e
la sua band'.
Anfiteatro Kalos
- Ore 21
martedi' 14 agosto
PALERMO.
'Tra le due
case del
Principe',
passeggiata
dedicata a
Giuseppe
Tomasi di
Lampedusa
che attraversa
gran parte dei
luoghi del
centro storico
di Palermo
che fanno da
sfondo a
episodi del
Gattopardo.
Appuntament
o Piazza
tredici
vittime (Via
Cavour). Ore
15.30
CALTAGIRONE
10 AGOSTO 2012
mercoledi' 15 agosto
MARZAMEMI.
Appuntamento
con la 9^
edizione del
Tuna Folk
Festival, la
sagra
incentrata sulla
cultura, il
folklore e le
usanze
gastronomiche
del borgo
marinaro. Fino
al 19 agosto
TAORMINA.
Paesaggi di
luce
Ex Chiesa del
Carmine
ore 08. - 20.
Mostra di
Antonio
Nunziante
giovedi' 16 agosto
ZAFFERANA
ETNEA. Teo
Teocoli Show.
Anfiteatro
Comunale - ore
21.15
AGRIGENTO.
Sicilia Coast 2
Coast Bike
Extreme Edition
Five - La storica
traversata della
Sicilia in
Mountain Bike,
entusiasmante
tour che dalla
Valle dei Templi
di Agrigento
raggiunge
Cefalù
scavalcando i
Monti Sicani e le
Madonie. Fino al
19 agosto
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Chardonnay di Sicilia
dida
Teatri in città diventa maggiorenne
CALTAGIRONE. Presentare la rassegna “Teatri in città” di
Caltagirone, che giunge alla diciottesima edizione, non
risponde solo a un dovere dʼinformazione, non è solo un
modo per schierarsi nella lunghissima battaglia culturale
che, anno dopo anno, si svolge nella nostra terra: no, questa
presentazione vuol essere piuttosto un modo per proporre
un ragionamento o quantomeno i termini di un ragionamento
del quale tutti teatranti siciliani (con buona parte del teatro
nazionale), dovranno tener conto nei prossimi anni e già a
partire dalla stagione a venire. La questione è questa: si può
fare e proporre seria ricerca teatrale senza risorse
pubbliche? Poniamo questa domanda proprio prendendo
spunto dal modo con cui la compagnia Nave Argo
(Nicolaeugenia Prezzavento e Fabio Navarra), sta
organizzando anche questʼanno “Teatri in città”: un
contributo minimo dal Comune, lo sbigliettamento e zero
risorse dalla Regione (del “Circuito del mito”, che questʼanno
avrebbe dovuto basarsi sul teatro contemporaneo, si son
perse le tracce, mentre i finanziamenti della legge sul teatro
non si sa ancora quanti saranno e quando verranno). Ed è
per rispondere a questa domanda che ci si interroga nei
modi più diversi: occupando teatri, organizzando incontri,
provando a interloquire con Stabili e Teatri pubblici, anche
loro del resto messi male. È appena il caso di dire che
importanti realtà della ricerca teatrale siciliana hanno già
staccato il biglietto per andarsene allʼestero. E allora?
Occorre che i teatranti facciano fronte comune, abbattano
diffidenze ed egoismi di cordata e territorio e costringano il
prossimo Governo regionale a confrontarsi con questa
vicenda. Occorre che la ricerca teatrale trovi casa, spazi e
risorse nella collaborazione coi teatri pubblici. Il rischio è la
scomparsa o la marginalizzazione dello spettacolo dʼarte e
lʼaffermarsi di forme commerciali o dilettantistiche di
spettacolo che sarebbero zavorra insostenibile per la cultura
siciliana. Ecco le date di “Teatri in città”: il 20 agosto
Taddrarite di Accura teatro di Marsala; il 21, Buon vino non
mente della compagnia palermitana Babel; il 22, Dove le
stesse mani dei Quartiatri e il 23 Richard III (ovèru la nascita
du novu putìri) della compagnia Bogotà sempre di Palermo;
il 24 è la volta dei messinesi Carullo-Minasi con Due passi
sono (spettacolo vincitore del Premio scenario Ustica 2011)
e il 25 Salvatore, favola triste per voce sola della compagnia
triestina Tinaos. Tutti gli spettacoli si svolgeranno alle ore
21.00 a Villa Patti.
Paolo Randazzo
pagina 45
ANCORA UNA CARRELLATA di bianchi siciliani, da uve
Chardonnay questa volta, vitigno alloctono che comunque in
Sicilia ha trovato un buon habitat. Tra i tanti Chardonnay prodotti nellʼisola uno dei più interessanti è quello della cantina siciliana di Silvia Maestrelli e Federico Curtaz. In verità la Tenuta di Fessina può contare su quattro piccole realtà produttive
differenti, significativamente scelte però tra i territori più vocati alla viticoltura dellʼIsola. Così oltre alle due sullʼEtna e quella
di Noto Federico e Silvia hanno acquisito anche un piccolo vigneto di Chardonnay dalle parti di Segesta. Lʼannata 2011 del
Nakasone è davvero molto buona, equilibrata tra struttura ed
acidità, pulito ed elegante al naso dove marca profumi di frutta tropicale e più fresche note agrumate. Con il Nakasone 2011
ci vedrei bene un pesce al sale o dei gamberoni arrosto. Piacevolissimo anche allʼassaggio fresco e sapido, vibrante e dotato di grande persistenza. Molto buono anche lo Chardonnay
2010 di Planeta un grande vino che ha ben assorbito il legno
della barrique, ricco di note fruttate come la pesca e lʼalbicocca in bocca è potente ma ben tenuto su da acidità e sapidità,
persistente, ricco oltre che di frutto di sentori di miele e liquirizia ma anche di erbe aromatiche mediterranee. Vino importante necessita di piatti ricchi e saporiti per non risultare soverchiante rispetto al cibo, bene quindi sulla tagliata di tonno o
anche sul pescespada a ghiotta. Rimanendo sempre in tema
di Chardonnay mi è piaciuta molto anche la versione 2010 di
quello di Tasca dʼAlmerita. Vino possente di struttura a cui ben
si contrappone una fresca vena acida che ne alleggerisce lʼattacco al palato e accompagnandolo sino al lungo finale ne rende particolarmente gradita la beva. Al naso profumi di frutta
esotica, note di macchia mediterranea e di agrumi canditi, polposo ma dotato di un buon nerbo al palato lo trovo particolarmente adatto a piatti di pesce come zuppe o crostacei.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Insalata turca
PIATTO DELLA CUCINA TRADIZIONALE che nasce dalla produzione culinaria che punta fortemente sugli ortaggi di stagione. Del resto, si tratta di un contorno, facile da
preparare e pronto in meno di un'ora.
Ingredienti:
pomodori maturi, patate, cipolle di Giarratana (presidio
slow food), melanzane, aglio, olio extra vergine d'oliva minuta, sale, pepe
Procedimento:
Lavare e asciugare gli ortaggi, disporli su una teglia e
infornarli. La cottura avrà tempi diversi, dovremo perciò
togliere dal fuoco, mano a mano quelli che sembreranno
cotti, primi fra tutti i peperoni, poi i pomodori e così via di
seguito.
Spellare gli ortaggi, togliere loro i semi, tagliarli a fette o a
pezzi e trasferire il tutto in un'insalatiera. Condire con olio,
sale, pepe e aglio. Lasciar riposare e
servire l'insalata fredda.
.
Disio Hostaria
Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me)
tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected].
10 AGOSTO 2012
posterlettere&...
MESSINA DRASTICA di Fabio Amato
La fiera in ferie
MESSINA. La fiera di Messina? E' in ferie!
Una volta a Messina c'era la fiera. Tutti i
Messinesi dal 1° Agosto al 15 Agosto
andavano in ferie. C'erano un sacco di
cose belle da vedere. Macchine, divani, vestiti,
arredamenti, giochini per bambini, cibo, cotillons .
Adesso, oltre al fatto che la struttura della fiera
sembra una caserma del kgb, dentro non c'è niente,
forse trovi qualche macchina, un materasso, una
cucina, ma sono stati abbandonati da qualche
cittadino, felice e civile, che non sapeva cosa fare.
Altro esempio di raccolta differenziata. Non si buttano
negli appositi spazi, ma si abbandonano per strada.
Si differenzia nel buttare i rifiuti, ed è in questo che noi
ci differenziamo. E meno male che hanno aperto la
passeggiata a mare, cioè hanno fatto l'accesso
diretto alla fiera, in maniera tale che passeggiando,
passeggiando entri direttamente in questa zona offlimits, completamente abbandonata, ti spari un colpo
nei coglioni, e tene vai a casa. Bellissimo ed
esilarante. Forse hanno deciso di fare questo per i
diportisti che arrivano a frotte al Nettuno. Possono
passeggiare, correre, guardare lo splendido
panorama. Ma perchè non facciamo un bel
supermercato, dato che a Messina ce ne sono pochi,
in modo tale che potremmo fare la spesa sulla riva del
mare. Sarebbe bellissimo. Ad esempio, potremmo
comprare il pesce appena pescato! Ma ci pensate,
una libidine. Tra l'altro l'accesso quest'anno è
gratuito, e lo credo bene, altrimenti non ci andrebbe
nessuno! Ho sentito di una petizione per pagare le
persone per farle entrare in fiera. 1 euro se entri e stai
almeno 2/3 ore. Se porti anche la tua famiglia, più è
numerosa meno paghi: Fiera con sconti famiglia.
Bisogna far vedere ai mass-media che la fiera
funziona e che le persone la frequentano. Poi tutti a
mangiare il famoso panino con il wurstel e poi tutti alle
giostre. Movimentiamo la fiera, facciamo finta che è
bella e immaginiamo che sia piena di espositor . Ma
del resto, l'alternativa quale sarebbe? Io non ne
conosco. Ad esempio una bella passeggiata nel Viale
San Martino con i marciapiedi sporchi e senza
neanche un negozio degno di questo nome! Ma ve lo
ricordate com'era il Viale una volta, gli avevano
dedicato anche una bellissima canzone e lo
conoscevano in tutt' Italia. Oppure vai in Viale
Europa, che dal nome sembra una via
importantissima ed è pure l' uscita di Messina
Centro!? Ed allora è meglio andare in Fiera a
respirare un po' d' aria di mare e ci godiamo il
panorama davanti ad una bella teglia di focaccia
addentando un arancino!!! Ah dimenticavo, non fate
caso alle date all'ingresso della fiera.... ci sono ancora
quelle dell'anno scorso! Bye-Bye.
ECOLOGIA E AMBIENTE
centonove
MESSINA. IN RICORDO DI UN GIORNALISTA “SOTTILE”, POLITICO ANOMALO
HERITAGE
Pippo Sfameni, quattro anni dopo
Tracce rivelatrici
dei luoghi
di Giovanni Frazzica
Quatto anni fa in questo periodo, era il 15 Agosto del
2008, Pippo Sfameni, giornalista sottile e politico
anomalo, concludeva prematuramente la sua vita
terrena. In una pagina internet a lui dedicata si legge: “Anche Socrate
disse "nessuno sa cosa sia la morte, e se non sia la più grande delle
cose buone. Nondimeno, essa è temuta come se fosse il male
supremo…quando la morte si avvicina allʼuomo tutto ciò che in lui vʼè
di mortale, si disperde; Tutto ciò che in lui vʼè di immortale e
incorruttibile si ritira intatto”. Chi ha selezionato queste parole ha
voluto esprimere con caparbietà la volontà precisa di non rassegnarsi
alla una perdita incolmabile di un personaggio unico che, per quella
che era la sua complessa e poco catalogabile attività, non ha lasciato
eredi. Ma cosa faceva di così straordinario Pippo Sfameni? Eʼ
pressoché impossibile fare una degna sintesi della sua opera, (che
non è costituita solo dai sui articoli) frammentata, diversificata per
luoghi, per temi, per campi di applicazione, per periodi. Intervallata da
lunghe pause, da assenze, che erano la sua voglia di libertà, di non
rispondere a nessuna logica, se non al piacere di fare una cosa. Ma se
era convinto di portate avanti una causa giusta o di assumere un
impegno, era capace di andare avanti, anche facendo dei notevoli
sacrifici, più per gli altri che per se stesso. Emblematica fu la elezione
dellʼIng. socialista Nino Nastasi a Sindaco di Milazzo, città che aveva
una soverchiante maggioranza di centrodestra. Con un paziente
lavoro di tessitura durato diversi mesi, Sfameni riuscì a comporre delle
trame che nessun altro avrebbe potuto realizzare, producendo un
risultato che è rimasto nella storia della Città mamertina come fatto
unico e irripetibile. (Quali vantaggi ha avuto in termini personali
Sfameni per avere realizzato quellʼoperazione titanica?) E solo ora, a
sette anni di distanza dalla fine dellʼesperienza Nastasi, si
incominciano a vedere i risultati di un cambio brutale di linea politica
che passa attraverso il contrasto tra Sindaco e Consiglio sul dissesto
di bilancio e sulla dismissione e cambio di destinazione dʼuso del
Centro Mercantile di Contrada Ciantro. Sicuramente il buon Pippo non
sarebbe rimasto con le mani in mano mentre si verificavano movimenti
che forse, inventandosi nel 2000 la candidatura di Nastasi Sindaco,
che di suo probabilmente non aveva neanche i voti per fare il
Consigliere comunale, aveva voluto prevenire. Così come, possiamo
esserne certi, sarebbe intervenuto più volte per dire la sua sugli slalom
di Raffaele Lombardo e del Pd. Ma è un gioco triste e irreale, tirare a
indovinare su cosa avrebbe potuto fare, il tempo, purtroppo, per lui si è
fermato quel 15 Agosto, le sue folgoranti intuizioni, la sua capacità di
stabilire delle connessioni tra fatti apparentemente scollegati, che ci
aiutavano a capire la politica, ci mancheranno. Dovrà farne a meno
anche Gianpiero DʼAlia, di cui Pippo aveva sempre apprezzato la
vivacità intellettiva, che in un momento come questo avrebbe potuto
ricevere consigli presiosi. Con la sua scomparsa invece Antonio
DʼAquino è diventato politicamente orfano per la seconda volta. I
rapporti diffusi e intensi di Pippo Sfameni con tanti soggetti non
omogenei difficilmente determineranno un momento di sintesi che
porti ad una sua celebrazione in unʼAula universitaria o in una sede
istituzionale, tuttavia troverei giusto che i suoi amici ogni tanto
trovassero un modo per ricordarsi di lui.
DI SERGIO BERTOLAMI
MESSINA. Con le ferie, occasione buona è scoprire Giampilieri. Rappresenta il volto nascosto della
provincia. Una vera caccia al tesoro, senza la bagarre delle feste estive di paese.
Paradigmatiche tracce di come il territorio
possa essere ricco di testimonianze. Il più
delle volte ne svelano la devozione radicata. Solitamente per il credente che frequenta una chiesa la conoscenza storica
o figurativa non ha granché rilievo. È sospinto dalla fede con la quale spera di poter mutare lʼesistenza. Così, se da un lato
i sacerdoti trascurano dʼillustrare il senso
delle espressioni artistiche appreso nelle
facoltà teologiche, dallʼaltro i residenti si
sono abituati a “tanta grazia” dalla quale
traggono motivo dʼidentità, forse senza
rendersi conto. Osservava Carlo Levi: «...
quel tesoro d'arte in cui vivono è per essi
assai più che una fonte di valori economici e di godimenti estetici, è condizione di
vita, casa, grembo materno». Trascrivo il
passo citato da Luigi Giacobbe, curatore
del bel volume “I tesori di Giampilieri”. Una
raccolta di saggi che passa in rassegna –
a partire dalla chiesa madre di San Nicola
fino alle parrocchiali dei casali circostanti
– impianti architettonici, apparati marmorei, pittorici, lignei, preziose suppellettili
dʼargento, corredi liturgici tessili. Sono il
prodotto della carità, della secolare dedizione espressa da una comunità coesa,
che attraverso gli oggetti dellʼarte ha scorto il mezzo per comunicare col divino in modo sacramentale. Un solo esempio, per capire la stretta coesistenza della popolazione con i fenomeni calamitosi della natura.
Sullʼaltare maggiore della matrice si stagliano le statue del titolare S. Nicola e di S.
Giovanni di Nepomuk, boemo, martirizzato ed affogato nella Moldava. A Messina la
chiesa intitolata al santo sparì per via della Cittadella. Era riconosciuto protettore
dagli annegamenti per chi varcava lo Stretto. A lui gli abitanti di Giampilieri impetravano grazie a difesa delle temute alluvioni
che travolgevano la valle.
[email protected]
di Anna Giordano
Fuoco, l’arma del vigliacco
LʼUNICA COSA IMPERMEABILE di questa isola è il cemento e la mente di quasi tutti coloro che amministrano
la res pubblica, con poche eccezioni. Ogni anno lo stesso copione, e complice il caldo e le scarse piogge, il copione include lʼepilogo in tragedia assoluta e miete vittime innocenti. Gli incendi il cui dolo è fuor di dubbio nella
quasi totalità dei casi, sono ormai da considerare crimine
contro lʼambiente e lʼumanità.
Eppure, dopo i grandi proclami del 2007, quando accadde lʼinverosimile con molti morti e interi territori devastati
in ogni dove, è tutto finito nel dimenticatoio, comprese le
carenze di organico e i problemi economici che ancora
dovevano manifestarsi in tutta la loro gravità. E mentre la
Sicilia brucia, anche in inverno, lontano da riflettori e occhi, e mentre si stanno creando i presupposti perfetti per
danni ulteriori non appena pioverà di
nuovo (e pioverà), con frane, scivolamenti, smottamenti e tanto altro, sperando che non siano ancora una volta gli
innocenti a pagarne le spese, non una
parola da parte di chi dovrebbe urlare fino a Roma e Palermo, sulla mancata prevenzione, sugli organici ridotti allʼosso di vigili del fuoco e
sugli operai della forestale che saranno mandati a casa,
per mancanza di fondi. In compenso, facciamo water
front, via marina con piste ciclabili buttando a mare milioni di mc di terra così avremo pure lʼerosione costiera che
ne conseguirebbe, continuiamo a foraggiare studi infiniti
su di un ponte che non è fattibile ed è assolutamente inutile, e lʼelenco è lungo, lunghissimo, infinito, di cose superflue, devastanti per le quali si spendono fior di milioni
mentre la Sicilia viene divorata dalle fiamme assassine di
criminali senza scrupolo alcuno. Eʼ lʼarma del vigliacco il
pagina 46
fuoco, come il veleno, difficilissimo beccare chi in un secondo distrugge tutto complice il vento inconsapevole.
Basta poco per appiccare lʼinferno e muore tutto, persone e futuro incluso.
Non credo siano solo atti criminali di gente malata, anzi.
Spesso studiano bene direzione del vento, temperatura,
punti di innesco, orari, e non si riesce a fermarli in tempo,
prima che il danno diventi incommensurabile. Questa
umanità è ormai persa per me. Non cʼè speranza che cambi qualcosa finchè chi ci governa ha criteri di valutazione
così ciechi rispetto alla realtà in cui vivono i cittadini. Pensare che il fuoco assassino sia lʼultimo dei problemi, significa non avere ancora capito che è la madre di tutte le
tragedie. Penso a quellʼuomo che ha perso la vita svolgendo il suo lavoro, duro, durissimo. Penso a Matteo al
nido del falco di Patti e tremo al pensiero di ciò che è stato. Penso che questa umanità sia andata oltre e che nulla più ci salverà.
poster...commenti
centonove
ALFABETO MINIMO
di Giovanni Merenda
ELIODORO
Benigni fra Dante e Berlusconi
B COME BANDA della
Magliana.Tra gli uomini di fiducia
che il sindaco di Roma, l'ineffabile
Gianni Alemanno ha voluto nella
sua avventura, c'è anche Maurizio
Lattarulo, ex Nar, già braccio
destro del boss De Pedis.
Condannato con sentenza
definitiva il 6 ottobre del 2000 "in
quanto membro dell'associazione a
delinquere banda della Magliana".
Ottimo curriculum quindi per far
parte della giunta Alemanno.
Provolino, così lo chiamavano gli
altri della gang, nel luglio del 2008
viene arruolato dal primo cittadino
della Capitale come consulente
esterno per le Politiche Sociali.
"Sarebbe curioso capire con quali
competenze in materia.” si
domanda Giovanni Barbera,
presidente del consiglio del XVII
Municipio di Roma. Possiamo
dirglielo noi. Con tutta la gente che
ammazzava, la banda della
Magliana era specializzato nel
controllo demografico.
B come Benigni. Oscar per la
migliore battuta a Roberto Benigni:
“Dante ha avuto fede e questo lo
ha portato vicino alla Madonna.
Berlusconi ha avuto Fede che lo ha
portato vicino a Regina Coeli, ma
molto, molto vicino.”
B come bombardamenti.
In un lido di Catania è arrivato un
proiettile militare.
Intorno a metà mattinata un uomo,
che riposava sulla sedia a sdraio,
ha visto improvvisamente bucarsi
lʼombrellone.
L'ogiva sarebbe stata sparata da
un poligono di tiro militare che
sorge di fronte allo stabilimento, in
viale Kennedy.
C come chiesa cattolica.
Dalla confessione dell'ex dittatore
Videla emergono le responsabilità
della chiesa cattolica nella tragica
vicenda dei desparesidos.
Il nunzio apostolico e l'ex
presidente della conferenza
episcopale fornirono consigli al
regime su come gestire la
situazione, facendo sparire gli
oppositori invece di processarli, e
hanno pure offerto i loro “buoni
uffici” per tenere in silenzio i parenti
delle vittime. Una storia consona
ad altre storie della chiesa cattolica
nei secoli.
D come Dell'Utri.. I giudici
sembrano molto ansiosi di sapere
come mai Berlusconi ha regalato
negli anni tanti milioni di euro a
Dell'Utri. Perché Silviuccio vostro è
molto generoso? Perché avevano
una storia di sesso e passione tra
di loro? Glieli ha regalati senza
accorgersene? Dell'Utri lo
ipnotizzava per fargli fare i bonifici?
Si è confuso di conto corrente e
pensava di versare i soldi alle sue
mignotte? Pagava ingenti forniture
di cannoli siciliani che poi
distribuiva tutti gli abitanti della
Lombardia? No, altamente
improbabile. Dovranno cercare un
motivo migliore quando finalmente
Berlusconi troverà un momento
libero per andare a testimoniare.
Magari c'entrava la Mafia?
Fochino, focherello...
D come Di Pietro. Credo che sia
urgente ricoverare Di Pietro. Ormai
ne fa una al giorno. Spara su
Bersani e Napolitani. Cerca
alleanze con Grillo che manco se lo
fila. Cerca di parlare a nome di
Vendola, che ormai si è reso conto
che Di Pietro è impresentabile e lo
scansa. Mette sul web un filmato di
politici nemici trasformati in zombi.
Filmato tra parentesi fatto davvero
male. Secondo me è uscito di
testa... dove crede di andare?
F come Fiat.
La linea che produce la Lancia
Musa e la Fiat Idea va in pensione.
I due modelli escono
definitivamente dal mercato e per
le 2.600 tute blu impegnate a
realizzarli inizia un lunghissimo
periodo di cassa a "zero ore", che
durerà fino all'avvio delle nuove
produzioni, previsto - nella migliore
delle ipotesi - per la fine del 2013.
E ti credo che la Fiat è in crisi! I
vecchi modelli giustamente
spariscono, chi li comprava più...
ma all'orizzonte non ci sono modelli
nuovi. Penso che sia l'ora per la
famiglia Agnelli di cercarsi un
nuovo Amministratore Delegato al
posto di Marchionne, uno che pensi
a progettare automobili e non a
litigare col sindacato.
E Marchionne è bravissimo a
litigare, ma sta lì da tanti anni e non
mai dato il via alla progettazione di
un auto di successo. Scommetto
che in Fiat cominciano a
rimpiangere anche la vecchia
Duna...
F come Ferrero.
Dopo le polemiche per lʼapertura di
Vendola allʼalleanza con Casini, si
inserisce Ferrero, segretario di
Rifondazione comunista che
chiede a Di Pietro, sindacati e
associazioni di costruire assieme
un cartello politico alternativo a
destra e sinistra. Alternativo in che
senso? Non l'ha capito Ferrero che
Di Pietro è di destra?
F come Fornero.. La Fornero dice:
“Mi criticano perché sono un
ministro donna.” Mi dispiace
deluderla. La criticano perché
molto spesso fa e dice stronzate.
M come Maddalena.
460 milioni di soldi nostri sono stati
spesi per il G8 della Maddalena,
quello che non si è mai tenuto.
Adesso tutto quello che era stato
costruito è stato lasciato andare in
rovina. Possibile che nessuno sia
tenuto a rispondere di questo
sfacelo?
P come provincia.. La provincia di
Milano ha deciso di avere bisogno
di una nuova sede e ha progettato,
per la modica cifra di 40 milioni. un
palazzo di 12 piani. Peccato che
l'ente sarà abolito nel 2014 e
sostituito dalla città metropolitana.
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Un aiuto per i beagle
MESSINA. Green Hill ha tenuto banco per molto
tempo. Sono state numerose le manifestazioni da parte
degli animalisti, mentre il personale della struttura
affermava che tutto avveniva secondo procedure
consentite dalla legge. Unʼirruzione degli attivisti al fine
di liberare i beagle usati nei laboratori aveva condotto al
fermo di diversi manifestanti e Green Hill sembrava sul
punto di avanzare una richiesta record di risarcimento.
Alla metà di luglio tutto è cambiato. Dopo le ripetute
segnalazioni di Legambiente e Lav, il Corpo Forestale
ha eseguito il sequestro dellʼazienda. Azienda per i cui
vertici è scattata lʼindagine per maltrattamento animale,
perché è subito stato chiaro che le modalità seguite non
potevano essere definite esattamente legittime. La
scoperta di oltre cento cani morti conservati nei
10 AGOSTO 2012
congelatori ha dimostrato quanto fossero
fondate le proteste delle associazioni
animaliste. E le irregolarità rilevate sono
state parecchie. Immediata è stata la
gara di solidarietà per garantire un futuro
migliore ai circa duemilaquattrocento
beagle: a Lav e Legambiente è stata accordata la
custodia giudiziaria dei cani. Le due associazioni
continuano a raccogliere tantissime richieste di affido
da parte di persone pronte ad accogliere uno o più
esemplari. Non bisogna farla tuttavia troppo facile, dato
il passato di questi animali. Va ricordato per lungo
tempo hanno sentito solo i loro stessi abbai ed i rumori
di pompe ed aspiratori per le pulizie, percepito come
unico odore quello dei disinfettanti e come unica luce
quella artificiale. Va previsto un percorso di
socializzazione. Chi vuole aiutare i beagle può avere
maggiori informazioni sul sito www.lav.it.
pagina 47
Stancanelli lancia in resta
CATANIA. Dopo aver fatto
murare gli ingressi del palazzo
della vergogna di via Bernini, a
pochi metri dalla centralissima
piazza Michelangelo, e aver
sfrattato un centinaio di rom
che si erano accampati alla
meno peggio, il sindaco
raffaele Stancanelli comincia
un'altra crociata. Ha dato il via,
infatti, alle ruspe per abbattare
le costruzioni abusive costruite
all'interno dell'Oasi del
Simento in un'area di
inedificabilità assoluta. da
anni, troppi, l'amministrazone
cittadina sembava aver chiuso
gli occhi su una realtà
di illegalità che, tollerata,
poteva generare la ripresa del
mattone selvaggio.
Azione di contrasto che,
paradossalmente, scatta a
pochi mesi da una
crociata in senso opposto,
verso la tolleranza e
addirittura la riperimetrazione,
lanciata populisticamente
dall'assessore provinciale
Mimmo Rotella.
150 PAROLE DA PALERMO
Fuori target
CI SONO POCHE Cose così tristi come gli oggetti fuori tempo: i sandali infradito a novembre, nella spiaggia di Mondello; una sciarpa di lana, mentre soffia lo scirocco; lʼalbero di Natale non ancora disfatto a febbraio; i coriandoli
in Quaresima; le melanzane a dicembre; le arance a luglio.
Nel panificio dove acquisto il pane, cʼè unʼenorme palla natalizia dorata che incombe, 365 giorni allʼanno, sulle nostre
teste. Eʼ strano vederla lì anche a Ferragosto, con 37° allʼombra. Stessa sensazione di muffa antropologica ti danno le carrozze, con tanto di cavallo bardato con “giummo”
e campanelle, e fazzolettino sulle orecchie: ferme in posti
strategici, (quasi sempre una è vicino Piazza Pretoria) strizzano lʼocchio ai turisti stranieri perché facciano un giro.
Una volta, è vero, i signori camminavano in carrozza: ma
oggi nessuno può sentirsi un ricco “a cavallo”, solo perché è su una carrozza che evoca i tempi che furono …
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Formazione in Sicilia
MESSINA. LʼAssociazione Reset ha promosso
recentemente un dibattito sulla formazione
professionale, da molti anni uno dei temi più caldi della politica
siciliana. Come si sa questo settore ha raggiunto nella nostra
regione livelli abnormi da tutti i punti di vista (quantità corsi,
numero docenti e personale amministrativo, impegno finanziario)
che oscurano completamente i pur significativi risultati raggiunti
soprattutto nellʼinsegnamento dellʼinformatica e dellʼinglese
indirizzato a migliaia di utenti. Il limite del dibattito avviato da
Reset, che pure ha avuto il grande merito di porre la questione
“formazione in Sicilia” in maniera diretta e concreta, è che era
rivolto prevalentemente al passato. A che serve additare qualche
colpevole quando nessuno si è tirato fuori dal “sistema” che ha
coinvolto tutte le forze politiche e sindacali? Lʼimpegno di oggi
dovrebbe essere dedicato piuttosto a come impedire di
continuare con i soliti comportamenti patologici del passato e
trovare soluzioni praticabili per evitare che migliaia di lavoratori si
ritrovino, per responsabilità che non hanno, a dover pagare i costi
della politica. Anche gli osservatori più critici (spesso a ragione)
della formazione professionale dovrebbero fare questa
distinzione. In questo momento non ha senso stabilire se
Vincenzo Leanza è stato più o meno dannoso di Santi Formica
(solo per citare i nomi di due assessori regionali al lavoro della
provincia di Messina), e se Francantonio Genovese è più
responsabile di Giuseppe Buzzanca: la catastrofe sta
minacciando persone che non meritano di morire sepolte dalle
macerie di un gigantesco carrozzone costruito da altri.
[email protected]