PROGETTO: REDDITO MINIO D`INSERIMENTO
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PROGETTO: REDDITO MINIO D`INSERIMENTO
PROGRAMMA: REDDITO MINIMO D'INSERIMENTO PROGETTO: LAVORO CONVENIENTE Annualità: 2013/2014 AMBITO: Comune di Capannori Informazioni generali Area prioritaria di intervento: Azioni di contrasto della povertà. Azione di sistema: Attività di sensibilizzazione promozione e prevenzione; Premessa L’attuale crisi economica ha comportato l’acuirsi delle diseguaglianze sociali oltre che un aumento e una differenziazione dei bisogni di protezione sociale delle famiglie. Se la perdita del lavoro, e dunque del salario, costituisce un’indiscussa e pericolosa minaccia di esclusione sociale (il tasso di disoccupazione è in continua crescita e ha raggiunto l’11,5% a fine marzo 2013), l’occupazione di per sé non previene completamente il rischio di cadere in povertà. La povertà (sia in termini di incidenza che di rischio) comunque è certo più legata ad impegni precari e saltuari (lavoratori atipici e con contratti temporanei), nonché a bassi livelli di istruzione, interessa di più certe categorie di popolazione, ma è percezione diffusa che la recente crisi abbia portato ad una estensione e acutizzazione dei fenomeni di fragilità sociale. Nell’affrontare, a livello nazionale la profonda problematica della povertà, il legislatore nazionale con Decreto legislativo n. 237 del 18 giugno 1998 istituì e definì il REDDITO MINIMO DI INTEGRAZIONE . RMI quale "misura di contrasto della povertà e dell´esclusione sociale attraverso il sostegno delle condizioni economiche e sociali delle persone esposte al rischio della marginalità sociale ed impossibilitate a provvedere per cause psichiche, fisiche e sociali al mantenimento prossimo e dei figli" (art. 1, comma 1). I soggetti destinatari dovevano essere privi di reddito ovvero titolari di un reddito, fatta eccezione per la proprietà dell´abitazione principale, che non fosse superiore alla soglia di povertà stabilita in € 258,23 mensili per una persona che vive sola; era prevista una scala di equivalenza per i nuclei familiari. La sperimentazione 1999/2001 interessò 39 comuni in tutta Italia dei quali 5 nel nord, 10 nel centro e 24 nel sud e isole. I cinque comuni del nord erano: Nichelino (TO), Cologno Monzese e Limbiate (MI), il quartiere Prà di Genova e Rovigo. Fu prorogata la sperimentazione a tutto il 2002, prevedendo il suo allargamento a complessivi 307 Comuni (programmi d´area) I Comuni che parteciparono alla sperimentazione riflettevano, per collocazione territoriale, la distribuzione della povertà nel nostro paese. La sperimentazione fu affidata interamente all´ente locale Comune, compresi gli aspetti di verifica e controllo. L´Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) di Milano, la Fondazione Zancan di Padova e il Centro di ricerche sui problemi del lavoro, dell´economia e dello sviluppo (Cles) di Roma svolsero una prima attività di valutazione dell’esperienza messa in atto. I dati di riscontro della sperimentazione, espressi dalla Commissione d´Indagine sull´Esclusione Sociale (CIES) nel suo rapporto annuale 2001, fornirono alcuni numeri significativi: nei due anni di sperimentazione furono presentate 55.522 domande di RMI di cui ne furono accolte 34.730 corrispondenti a 85.000 individui circa, pari all´1,5% della popolazione dei 39 Comuni, con oscillazioni che vanno dallo 0.4% di Cologno Monzese al 15,1% di Orta di Atella (CE). A fine dicembre 2000 erano assistiti 25.591 nuclei familiari; di questi, oltre tre quarti avevano uno o più componenti effettivamente inseriti in programmi, per un totale di oltre 37.000 individui. La sperimentazione evidenziò un target di nuclei familiari composti prevalentemente da donne sole o anziani soli al nord, e nuclei familiari numerosi al sud. Emerse la fattibilità dell´RMI (per altro indicata come "buona pratica" nel Piano nazionale per l ´inclusione sociale presentato a Bruxelles nel giugno 2001) che era riuscito a proporsi come misura affidabile di contrasto delle povertà e dell´esclusione sociale. Le difficoltà maggiori riguardarono gli aspetti amministrativi e organizzativi, nonché i progetti di inserimento dei beneficiari nella formazione e nell´ambito lavorativo. Si evidenziarono tuttavia segnali ottimistici "qualitativi", quali il recupero di dignità, di autostima e di capacità a "rimettersi in gioco". L´entrata in vigore della legge di riforma dell´ assistenza (legge 8 novembre 2000, n. 328) portò grosse novità a questo istituto, prevedendo all´art. 23 l´estensione dell´istituto del reddito minimo di inserimento (RMI) come misura generale di contrasto della povertà, alla quale ricondurre anche gli altri interventi di sostegno al reddito. La firma, il 5 luglio 2002, del Patto per l´Italia da parte di Governo e Parti sociali ha sancito la scomparsa del reddito minimo di inserimento (RMI) su scala nazionale. La Finanziaria 2003 bloccò la sperimentazione del Reddito minimo d´Inserimento (RMI). Recentemente il Parlamento europeo con risoluzione del 20 ottobre 2010 ha dato nuovamente un ruolo al reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa. Il Servizio di Welfare del Comune di Capannori ha adottato e continuerà la propria ricerca, adottando anche nell’immediato futuro ed all’interno di una cornice organica di sostegno al reddito, una serie di misure di contrasto alla povertà integrate in un sistema unico di politiche di inclusione attiva e di riformulazione del progetto REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO , secondo la logica del welfare attivante: a) contributi economici b)agevolazioni tariffarie c) buoni spesa d) L. 45/2013 e) distribuzione generi alimentari per la prima infanzia f) contributo conto affitto ed emergenze abitative g) agevolazioni economiche di sostegno alla frequenza scuola dell’obbligo, asili nido e scuole materne h) lavoro conveniente i) mercato sociale Le misure rappresentate dalla lettera a) alla lettera g) sono già sistematizzate all’interno del piano degli obiettivi del Comune di Capannori, il “Lavoro Conveniente” (lett. h) di seguito descritta, A SOSTEGNO DEL REDDITO MINIMO DI INTEGRAZIONE, nasce dopo un’attenta osservazione che si protrae da più di tre anni di studio e monitoraggio delle misure di contrasto alla povertà applicate ed operative sul TERRITORIO DEL COMUNE DI CAPANNORI: LAVORO CONVENIENTE Soggetto titolare ed enti coinvolti – Localizzazione del servizio Il presente Progetto interessa l’intero ambito territoriale del Comune di Capannori. Il soggetto titolare e responsabile per la gestione delle Azioni di cui alla presente scheda è il Comune di Capannori dove confluiranno i finanziamenti previsti per la copertura del progetto. Il “Lavoro conveniente ” è un intervento sperimentale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale ed è diretto ai cittadini residenti nel Comune di Capannori in età attiva ed abili al lavoro impossibilitati a mantenere sé stessi e/o il proprio nucleo familiare per cause psichiche, fisiche e socio-economiche: • • • • • disoccupati; inoccupati; in lista di mobilità; in cassa integrazione (ordinaria, straordinaria o in deroga); wolker poor (lavoratori a basso reddito che si rivolgono allo sportello di “Solidarietà Civile – Punto Insieme” del Comune di Capannoriper ottenere un contributo economico). Il progetto si integra con gli altri interventi e servizi che si andranno ad attuare al fine di contrastare la povertà e l’emarginazione sociale cercando di garantire al cittadino-utente risposte globali evitando frammentazioni. Il Servizio del “Lavoro conveniente” vuole costituire un passo importante per il superamento degli interventi di tipo assistenzialistico basati sulla sola corresponsione di sussidi ed intende sostituirli con progetti personalizzati di formazione e tirocinio lavorativo miranti a perseguire l’integrazione sociale e l’autonomia economica dei soggetti e delle famiglie destinatarie. Partners del progetto : Il terzo settore, attraverso specifiche convenzioni, curerà i rapporti con gli attori del territorio deputati all’avvio ed alla realizzazione dei percorsi di inclusione lavorativa e definirà di concerto con i suddetti soggetti gli obblighi e gli impegni per i beneficiari. A seguito di contatti con le Associazioni di volontariato e del terzo settore del territorio comunale si sono resi disponibili a collaborare nella realizzazione del presente progetto sperimentale i sotto elencati Enti: • Caritas di Capannori (Centro di ascolto); • Caritas Diocesi di Lucca; • Caritas di S. Leonardo in T.zio; • Caritas di Segromigno (Centro di ascolto); • Cooperativa Odissea; • Cooperativa Sociale “Il Castello”; • Croce Verde P.A. di Guamo; • GVAI – Gruppo Volontari Accoglienza Immigrati; • Misericordia di Capannori; • Misericordia di Marlia; • Misericordia di S. Gemma di Camigliano; • Paideia; Modalità di gestione dell’intervento/servizio Il Comune si propone come soggetto attuatore di un ambizioso programma di contrasto alla povertà assoluta, finalizzato ad alleviare la condizione di povertà delle famiglie promuovendo l’inclusione sociale e/o lavorativa dei componenti, secondo la logica del welfare attivante. La prima misura di seguito descritta nasce da più di tre anni di osservazione e studio delle misure di contrasto all povertà e la capacità di riattivare le risorse della persona caduta nella apatia e nella depressione post – disoccupazione. Il Servizio di “Lavoro conveniente” sarà gestito direttamente dal Comune di Capannnori. Il Comune di Capannori si avvarrà dello sportello di solidarietà civile “ Punto insieme” approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 2 del 27.01.2011 Breve descrizione dei centri di ascolto del Comune di Capannori denominati “Punto Insieme” Il Comune di Capannori su input della Regione Toscana nell’ambito della normativa relativamente al “Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale” e in collaborazione con un soggetto del terzo settore ha attivato da diversi anni degli sportelli di accoglienza e accompagnamento denominati “Punto Insieme” con l’obiettivo generale di passare da un approccio alla povertà basato sulle categorie, ad uno basato sulla persona, sui suoi bisogni di protezione e promozione sociale e offrire un percorso personalizzato di superamento delle situazioni di povertà straordinaria, attento anche alle differenze etnico-culturali dovute alle diverse origini dei destinatari. Gli obiettivi specifici sono indirizzati a: - Realizzare progetti personalizzati di assistenza non complessi legati a problematicità leggere di fragilità economica straordinaria; - Velocizzare l’intervento, grazie ad un colloquio approfondito e con le modalità di counselling, che permetta di evitare la visita domiciliare e la numerosità degli incontri; - Offrire un front office preparato ed attento ai bisogni dei cittadini che si trovano in situazioni di povertà straordinaria, in gradi di indirizzarli verso forme concrete di risoluzione che siano alla loro portata; - Garantire un atteggiamento di apertura e capacità di mediazione in grado di offrire un sevizio anche a cittadini di diversa provenienza, lingua,, religione e abitudini; Gli sportelli del “Punto Insieme” sono operativi presso la sede comunale in Piazza Aldo Moro,1 a Capannori nei giorni di martedì dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e giovedì dalle ore 09:00 alle ore 16:00 e presso il distretto di Marlia il mercoledì dalle ore 09:00 alle ore 13:00 su un bacino di utenza di oltre 40.000 abitanti L’attività si esplica mediante un colloquio con il cittadino e la redazione di una scheda individuale, conconcordando con lo stesso un percorso per il superamento della situazione di difficoltà. Le richieste di eventuali contributi economici da parte dagli utenti sono valutate da un’apposita commissione formata dall’operatore di front office e responsabili del Servizio Politiche di Welfare del Comune. I destinatari sono le persone, italiane e straniere, in condizione di povertà straordinaria o con reddito limitato, con incapacità parziale o totale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di vario ordine e con difficoltà di inserimento nella vita sociale del territorio e nel mercato del lavoro. MODALITA’ OPERATIVA • Il counsellor addetto allo sportello “Solidarità Civile” segnala il richiedente alla Commissione Comunale integrata (con rappresentanti del terzo settore) • La commissione formula ed approva un progetto di inclusione complessivo inserendo il richiedente nella lista dei beneficiari del RMI e propone allo/a stesso/a , in un rapporto di contrattazione bilaterale la bozza di progetto elaborata ai fini della sottoscrizione del “patto di RMI”. In caso di mancato rispetto del patto sarà prevista la riduzione progressiva delle ore di lavoro spettanti, fino alla decurtazione. Andrà comunque considerata e assicurata una adeguata tutela dei minori o di altre persone a carico • Il terzo settore che si è dichiarato disponibile ad assumere, con contratto di lavoro e nello specifico attraverso i “buoni lavoro”, impiegherà i candidati presentati dalla Commissione tecnica comunale integrata in prestazioni di lavoro che afferiscono alle seguenti categorie: 1. 2. 3. 4. Pulizie Lavori artigianali Facchinaggio Assistenza alla persona Il rinnovo anche ripetuto dell’esperienza lavorativa sarà possibile previa verifica della permanenza dei requisiti economico-patrimoniali e socio-anagrafici delle famiglie nel rispetto delle disponibilità del bilancio di previsione comunale, previa sottoscrizione di un nuovo “Patto di RMI”. Obiettivi dell’intervento/servizio Gli obiettivi che si intendono perseguire con il Servizio del “Reddito Mino d’Inserimento” sono: 1 2 3 4 5 Garantire entrate economiche provenienti da un programma di integrazione sociale e non da interventi assistenzialistici erogatori di interventi economici; Garantire momenti di socializzazione e di acquisizione di abilità lavorative; Creare un ambiente di apprendimento e di lavoro positivo finalizzato al recupero e al rafforzamento dell’autostima stimolando anche le attitudini individuali non ancora espresse; Garantire protezione economica della famiglia con disagio attraverso azioni positive di inserimento sociale e lavorativo dei suoi componenti; Favorire l’inclusione sociale. Risultati attesi qualitativi Risultati qualitativi: • Superamento dell’esclusione e dell’emarginazione; • Raggiungimento del minimo vitale che consenta al nucleo familiare un vivere dignitoso; • Sviluppo e potenziamento delle capacità individuali del beneficiario del Servizio; • Partecipazione attiva della famiglia destinataria del Servizio considerata come “risorsa” per sé stessa e per l’intera società. Tipologia di utenza per l’intervento/servizio e stima del bacino di utenza Analisi dati precedenti per semestre Target Numero interventi 1° Sem. 2012 Spesa Numero interventi 1° Sem. 2013 Spesa Totale Totale Interv Spesa enti 7.120,14 Numero Spesa intervent i 2° Sem. 2012 52 12.854,64 Adulti. Anziani Italiani Adulti. Anziani Immigrati Minori e Famigli Italiani Minori e Famigli Immigrati Totali 32 118 21.092,00 202 41.066,78 6 1.203,00 23 6.015,00 45 11.922,50 74 19.140,50 13 2.225,00 46 12.665,00 71 16.450,00 130 31.340,00 38 7.393,00 66 22.878,00 209 49.017,00 313 79.288,00 89 17.941,14 187 54.412,64 443 98.481,50 719 170.835,28 Il numero degli interventi nel primo semestre 2013 è aumentato del 136% rispetto al 2°semestre 2012 e del 397% rispetto al 1° semestre 2012. La spesa del primo semestre 2013 è aumentata dell’ 80% rispetto al secondo semestre 2012 e del 548% rispetto al 1° semestre 2012 Spesa totale prevista Costo totale : Euro 60.000,00 Controvalore in voucher n. 6.000 (4511 ore /lavoro) Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione dell’intervento/servizio Il Servizio del “Reddito Minimo d’inserimento” si avvarrà del contributo delle seguenti figure professionali: Assistenti Sociali del Servizio Sociale professionale P.O. Ufficio Promozione Sociale P.O. Servizio Sociale Professionale Counsellor sportello di solidarietà civile “Punto insieme” Specialista amministrativo contabile U.O. Solidarietà Civile Indicatori previsti per la valutazione del Progetto Momenti essenziali per il monitoraggio e la valutazione della riuscita del progetto servono a definire i reali effetti prodotti sull’utenza e sul territorio. In tali momenti si avrà cura di verificare: • la risposta dell’utente agli interventi realizzati; • il grado di soddisfazione dell’utente e della famiglia rispetto all’intervento realizzato; • la percezione dell’utilità del Servizio da parte degli enti coinvolti. Fonte normativa • • • • Decreto legislativo n. 237 del 18 giugno 1998 “Disciplina dell’introduzione in via sperimentale, in talune aree, dell’istituto del reddito minimo di inserimento, a norma dell’articolo 59, commi 47 e 48, della legge 27 dicembre 1997, n.449” D.Lgs. 10 settembre 2003, n.276 e ss.mm.e ii. “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30”; Legge 8 Novembre 2000 n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” L.R.T. 24 febbraio 2005, n. 41 “Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”, e ss.mm.e ii.