L`immagine rivelata
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L`immagine rivelata
L’immagine rivelata Emilio Arnone La finestra di fronte Panorami tra cinema e fotografia © Edizioni Librare 2012 Librare è un marchio Plane Corso Mazzini, 59 - Cosenza - Italia Stampato in Italia nel mese di novembre 2012 www.planeonline.it L’immagine rivelata Emilio Arnone L’immagine rivelata Emilio Arnone “Sentì la propria anima svanire al sottofondo della neve. Che lentamente cadeva, come la discesa della loro fine estrema, su tutti i vivi, su tutti i morti.“ James Joyce Esattamente a distanza di un anno la collana La Finestra di fronte. Panorami tra Cinema e Fotografia, si arricchisce di un nuovo titolo: L’immagine rivelata. Il libriccino che avete in mano si divide in due parti: la prima parte è costituita da scatti fotografici eseguiti solo in un giorno nella città di Cosenza e si riferiscono ad uno spazio del cimitero comunale messo in parallelo al museo all’aperto Bilotti. La seconda parte nasce da un progetto di Attilio Lauria che, partendo dal fortunato libro dell’antropologo Mauro Minervino dal titolo Statale 18, ha proposto in qualità di Delegato Regionale della FIAF Calabria, la declinazione fotografica del paesaggio lungo la strada Statale 18. La ripresa fatta all’interno del cimitero di Cosenza, sotto una coltre di neve, messa in rapporto alle opere d’arte impacchettate su corso Mazzini, in un montaggio alternato, è solo un'impronta, un'asfissia, un'assenza fuori dal tempo. Le immagini delle sculture incellofanate sono la metafora dei cadaveri, la rappresentazione stessa di qualcosa che è stato e quindi morto. Rimandano all’idea di monumentalizzazione in un processo di mummificazione, di imbalsamazione del corpo del defunto, sembrano urlare, sofferenti, immobilizzate, strette dalla sensazione di essere senza via d’uscita, come la morte che non dà scampo. Mentre la ripresa eseguita per catturare le immagini delle edicole mortuarie, poste sulla Strada Statale 18, è stata eseguita con un apparecchio istantaneo, acquistato su e-bay a buon mercato, per cinque dollari e fortunatamente non ben funzionante (sin dalla metà degli anni Sessanta si è insistito sull’utilizzo di macchine fotografiche di basso livello per favorire nuove scoperte visive). Il meccanismo della mia vecchia Polaroid spesso si inceppava e i film scaduti, avuti in dono dal fotografo di matrimoni di Casabona Peppino Palmieri, hanno fatto sì che incorressi in diversi incidenti fotografici, questo però mi ha consentito di esplorare l’imprevedibilità dell’immagine e quindi del reale, in relazione all’idea stessa della precarietà della vita. Così mi ritorna alla memoria Susan Sontag: “Ogni fotografia è un memento mori“. La Polaroid, intesa come atto unico e irripetibile, è destinata a sottolineare materialmente il parallelo tra l’unicità del prelievo di realtà e il senso di irreparabilità (nel medesimo senso di irripetibilità della riproduzione) che assale soprattutto di fronte ad ogni morte improvvisa, come quella sulla strada, un evento brutale che non da modo di elaborare nel tempo il senso di una perdita talvolta annunciata dalla malattia. Così come spesso mi accade quando scrivo, sono ritornato a leggere alcuni autori a me cari; nel Dizionario di fotografia filosofica di Ando Gilardi si parla di fotografia fatalista, detta meglio istantanea fotografica, nella quale l’immagine sarebbe prefissata da un destino immutabile che non può essere controllato né modificato dalla volontà individuale. Questo aspetto è stato ancor meglio precisato da Clément Chéroux nel suo saggio L’errore fotografico. Una breve storia, nella quale ha chiarito che la fotografia si svela meglio nei suoi scatti errati. Così le abrasioni sulle mie Polaroid, normalmente considerate come un difetto, diventano un luogo privilegiato per esplorare e analizzare la natura dell'immagine. E Michelangelo Antonioni ci ricorda che: "sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà". Cosenza Fotografata il 15 febbraio 2012 Statale 18 Fotografia fatalista Km 332,5 Km 319,9 Km 319,2 Km 333,0 Km 362,1 Km 393,8 Km 318,1 Km 367,0 Emilio Arnone è nato a Cosenza nel 1971. Laureato in DAMS, vive a San Giovanni in Fiore e lavora tra Milano e Cosenza. Attualmente è art director per Plane Srl, agenzia di marketing e comunicazione, delegato provinciale FIAF per la provincia di Cosenza e collaboratore delle attività culturali della FIAF. Nel 2011 Emilio Arnone realizza provocatoriamente un doppio reportage in solo due giorni: uno interamente realizzato su internet, precisamente con Street View, catturando il centro storico de L’Aquila, l’altro il giorno seguente nella città di Cosenza. Il risultato è la dimostrazione di quello che da sempre è la natura ingannevole della fotografia: un osservatore che non avesse mai conosciuto per esperienza diretta i luoghi rappresentati, scorrendo queste immagini sarebbe certamente indotto a pensare ad un errore del programma di impaginazione, con scambio dei nomi delle città raffigurate: Cosenza città appena devastata da un terremoto, L’Aquila ritratta in una paciosa, soleggiata quotidianità. Nasce così un instant book dal titolo L’Immagine Infranta, dove Arnone orienta la nostra riflessione di fruitori verso la capacità di attestazione della realtà attribuita alla fotografia, alla luce non solo della tecnologia digitale, quanto soprattutto delle geografie parallele che vanno prendendo corpo nella rete, dove l’insidia più sottile è legata alla proliferazione rizomatica sul web di nuove, parallele geografie, alimentate da un’immissione incontrollabile di immagini che sebbene digitali, basano la propria credibilità sull’apparenza fotografica, sfruttandone il potere di autentificazione. Nel 2009 cura insieme a Roberto De Gaetano e Bruno Roberti il volume Spazio Wenders pubblicato in occasione del cortometraggio il Volo realizzato in Calabria dal regista Wim Wenders. Nel 2008 realizza il volume fotografico Lo Specchio di Carta, che consiste nel rifotografare a distanza di ottant’anni i luoghi fotografati da Saverio Marra, fotografo non ancora presente nella storia della fotografia ma di grande importanza fosse solo per le oltre 3000 lastre realizzate nel centro Silano calabrese tra il 1900 e il 1940. Nel 2009 collabora e co-produce il film del grande regista Raoul Ruiz dal titolo Agathopedia, presentato alla decima edizione de la Milanesiana e al festival del cinema di Procida, successivamente Arnone realizza una sua versione apocrifa del film. Nel 2008 è stato art director della rivista di enogastronomia e travel Vie del Gusto e ha collaborato con il bimensile G.A.P. e il mensile Wine Passion. Ha curato l’immagine istituzionale della campagna nazionale Il frutto del tuo cuore promossa dal Consorzio di Tutela delle Clementine di Calabria IGP in collaborazione con COOP, Radio Italia e CRI, finalizzata a sostenere i progetti della Croce Rossa Italiana (2007). Ha realizzato oltre cento immagini per l’allestimento dello stand della Regione Calabria presso la BIT di Milano (2007). Ha curato per la casa editrice Alinari la correzione cromatica delle immagini del volume dedicato a Saverio Marra fotografo, per il quale è stata allestita una mostra permanente presso il Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana di San Giovanni in Fiore. Ha curato per il Comune di Cerenzia l’allestimento della mostra permanente Storia di Cerenzia e dintorni, dedicata al fotografo Stanislao Martucci. Ha realizzato buona parte delle immagini per l’Atlante delle fondazioni florensi promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (2006). È stato autore e curatore delle mostre I colori del bianco presso il Museo del Presente di Rende, esposta successivamente presso il Bastione Toledo a Crotone (2006); Il paesaggio artigianale della provincia di Cosenza presso il Castello Ducale di Corigliano Calabro (2004). Ha partecipato a numerose collettive fotografiche quali Il suono della normalità a FotoGrafia Festival Internazionale della Fotografia di Roma (2008); Foto d’arte, foto industriale, presso l’area dell’ex deposito delle Ferrovie della Calabria di Cosenza (2006); la mostra allestita in occasione della Giornata Mondiale Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, in collaborazione con l'onlus Fondazione Rava – NPH, ospitata a Milano presso la Galleria Vittorio Emanuele e presso il Castello Sforzesco (2002). Ha partecipato all’allestimento della mostra fotografica Terre di Confine di Dario Coletti, presso la stazione Termini di Roma, realizzata in collaborazione con le Ferrovie dello Stato (2007). Ha curato la riproduzione delle opere della sezione di arte contemporanea del Museo di Taverna (2005) e la realizzazione dei pannelli espositivi dell’Ecomuseo del vino e della vita contadina di Verbicaro (2005). Inoltre ha pubblicato i volumi fotografici Nuove immagini Plane (2007), Emilio Arnone image gallery (2004), Il passeggiatore solitario (1997). Ricordiamo brevemente che è autore di diversi spot pubblicitari commerciali e format televisivi: nel 2002 ha realizzato il dvd aziendale Silagum. 44 tonnellate di successo. Nel 2004 ha realizzato il video di presentazione del Centro Cartografico Regionale della Calabria, e il video Immersi nella natura, per il Comune di Castelsilano, con il patrocinio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio. Nel 2005 ha realizzato il cortometraggio L’altra Calabria, presentato al Salone dei beni culturali di Venezia, il video Verbicaro, ecomuseo del vino e della vita contadina, ed è stato autore del documentario Città dell’argento e dei telai. Nel 2006 ha montato la docufiction La via dei borghi, distribuita in allegato al Sole 24 Ore Sud. Nel 2007 ha realizzato il documentario Limone di Rocca Imperiale per il Consorzio di Tutela e Valorizzazione del Limone di Rocca Imperiale. Come regista teatrale ha realizzato nel 1991 I Canti leopardiani, nel 1995 Il Viaggio Immobile, nel 1997 Re Lear, nel 1999 Adelchi.