QUI - Ing. Giuseppe Messina

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QUI - Ing. Giuseppe Messina
Marzo 2010
Pagina 1
Eccoci nuovamente a voi,
amici lettori. Come visto nel
numero scorso (a Natale),
anche questo è un numero
corposo! Questa volta “solo” 12
pagine,
che
spero
vi
accompagnino anche nella
riflessione e nella meditazione.
Colgo l’occasione per augurare
a tutti voi una Santa Pasqua in
Cristo Risorto!
di Giuseppe Messina
Sommario
Editoriale
L’Editoriale, pag. 2
Sfogliando i giornali o guardando la TV
per qualche giorno, ci si accorge subito
come le notizie siano volatili...
Curiosità
Perché si dice, pag. 3
Essere un voltagabbana. La “Gabbana”
era un giaccone pesante che serviva ai
soldati per proteggersi dal vento e…
A Brolo
Carnevale brolese, pag. 3
Gentili signori e signore,
Quest’anno il Carnevale brolese è stato
accompagnato dalle seguenti…
Attualità
Emergenza S. Fratello, pag. 4
L’inverno cui stiamo assistendo è molto
particolare, generalmente ci si aspetta
molto freddo delle piogge…
In evidenza
⇒
4 aprile 2010
Pasqua di Risurrezione
Per antichissima tradizione la notte di Pasqua è «la notte di veglia in
onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di
tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore «è passato» per
salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte
Cristo «è passato» alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la
morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro «passaggio» in
Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un
atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della
presenza viva dei suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la
Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della
vita (cf Ap 19,7-9).
⇒ 20 giugno 2010
Prossima uscita di Sgnappete
S. Messe festive
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Questo giornalino è prodotto in proprio su
carta riciclata e viene liberamente distribuito in Chiesa
Pagina 2
Marzo 2010
L’Editoriale
Risurrezione di Gesù. Che sia questa un’occasione
di riconciliazione col Padre per tutti noi e possa
servirci per crescere e maturare sempre più come
Cristiani autentici con la C maiuscola!
www.sgnappete.it
di Giuseppe Messina
Sommario
Magistero
La Parola del Papa, pag. 5
Messaggio per la Quaresima 2010 - La giustizia di
Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo.
Mi soffermo in primo luogo sul significato…
Dal CCC, pag. 5
Perché esiste un Sacramento della Riconciliazione
dopo il Battesimo ed in quali forme si esprime la
penitenza nella vita cristiana?…
In Diocesi
Festa della Pace ACR, pag. 6 e 7
Sgnappete speciale festa della pace 2010…
Liturgia
La Quaresima guardando oltre
mortificazioni e penitenze, pag. 8
Sembrerà banale ma voglio iniziare con la classica
domanda: cos’è la Quaresima? La risposta non è
certo una e universale. Mi piace l’idea di vederla…
Spazio poetico
Sicilia mia, pag. 8
Beddu ddu gran triangulu scalenu,
ca surgi propriu ammenzu di lu mari!
Dda… cu vi nasci… nun poti fari a menu…
Attualità
Carta dei diritti umani: libertà
religiosa?, pag. 9
Guardando l’immagine rappresentata in questa
pagina, non si ha certo la necessità di consultare
uno storico dell’arte per capire che si tratta…
Meditazione
Commento al Vangelo, pag. 10
Ecco: Pasqua é appena trascorsa, la gioia della
Resurrezione rende piene le nostre anime ed il
nostro cuore è colmo di quella felicità…
Testimoni
Vittorio Bachelet, pag. 11
"Che cosa è l'Azione Cattolica? Mi pare che sia
soprattutto una realtà di cristiani che si conoscono,
che si vogliono bene, che lavorano assieme nel…
Avvisi, pag. 12
Editoriale...
Sfogliando i giornali o guardando la TV per
qualche giorno, ci si accorge subito come le notizie
siano volatili, sfuggenti… dopo qualche giorno
non le ritroviamo più!
Altre, addirittura, non si riescono a trovare per
niente, se non dopo una attenta ricerca!
Perché quest’inizio? La riflessione mi è nata
sfogliando la prima revisione di questo numero di
Sgnappete. La cadenza non proprio mensile ci
spinge a non essere molto tempestivi nel parlare
dei fatti di cronaca. Questo mi ha fatto riflettere
sul “come” da TV e giornali ci vengono rimbalzate
continuamente solamente notizie “fresche”. Come
a dire che quel che è accaduto ieri non ha più
importanza! Ma nella vita reale non è così! Per chi
vive certi fatti tragici, essi non si cancellano
“cambiando canale”. Ripenso, ad esempio, alle
frane che ci sono state (e forse ci sono ancora)
nella nostra diocesi: S. Fratello (di cui abbiamo la
testimonianza di Carmelo), Iannello, Caronia,
Longi, S. Angelo… (senza voler tralasciare altri
fatti tragici)
Ma penso anche a chi non è nemmeno degnato di
una citazione nei nostri TG, perché forse troppo
lontano per “interessarci”: mi riferisco ai tanti,
troppi, Cristiani ancora oggi perseguitati in tutto il
mondo! Non se ne parla tanto, non fa notizia… o
forse non si vuol far sapere! Vi invito a leggere una
testimonianza apparsa su Avvenire qualche tempo
fa e che Alessandro ha voluto riproporci.
Prima di lasciarvi alla lettura di questo numero,
vorrei concludere la riflessione iniziata qui sulla
stampa. Dobbiamo essere capaci di saper
discernere le notizie, di saperle cercare, di scrutarle
con intelligenza, perché non sempre ciò che ci
viene propinato a gran voce - urlando - è la cosa
più giusta. Dobbiamo ascoltare i sussurri, le voci di
chi ci tratta con intelligenza, consapevoli del fatto
che non dobbiamo essere consumatori asettici di
informazioni, ma scrutatori e ricercatori di quella
verità dei fatti troppo spesso nascosta o non detta,
affinché con la nostra testa sappiamo farci un’idea!
Ed ora, dopo avervi tediato abbastanza con le mie
parole, vi lascio agli articoli di questo numero, che
non elenco qui perché lo spazio a mia disposizione
è quasi concluso.
Voglio solo ricordarvi che ci stiamo accingendo a
festeggiare la Pasqua, Solennità della morte e
Marzo 2010
Pagina 3
Perché si dice...
Essere un voltagabbana
La “Gabbana” era un giaccone pesante che serviva ai
soldati per proteggersi dal vento e dalla pioggia.
Durante le guerre gli schieramenti portavano
casacche diverse. Quando si sfoderava la giacca, il
messaggio che si mandava al nemico era quello di
poter o voler passare dalla sua parte.
Dunque dirigere l’orecchio, sinonimo di attenzione
ed ascolto.
Promettere mari e monti
La locuzione deriva dallo storico Sallustio (86-35
a.C.) e significa fare promesse grandiose che poi, si
sa, non saranno mantenute.
Mordere la polvere
La polvere è quella dei
cavalieri disarcionati in
battaglia. Si usa per
schernire chi è stato
battuto. Nell’antichità il
modo
di
dire
era
leggermente diverso: si
usava la parola terra invece che polvere. La usava
Virgilio (69-18 a.C.) nell’Eneide e Torquato Tasso
(1544-1595)
nella
Gerusalemme
Liberata.
L’espressione è stata ripresa infine dal gruppo
musicale dei Queen che ne hanno fatto il titolo di una
canzone: “Another one bites the dust”. Da non
confondersi con “Mangiare la polvere” che si dice
invece a chi in una competizione sta perdendo ed
ingoia la polvere di chi sta davanti.
Roba da chiodi
Si usa per evidenziare un comportamento assurdo,
anche nella sua accezione negativa. Si dice così
perché i chiodi in passato erano
fatti con i pezzi di ferro avanzati
o scadenti, che il fabbro gettava
e riutilizzava in questo modo.
Quindi roba da chiodi era roba
di poco valore, di scarto.
L’uomo è cacciatore
Si dice per minimizzare l’infedeltà dei mariti discoli,
come peccatucci da imputare all’indole naturale
dell’uomo, e per mettere in guardia le ragazze dalle
lusinghe degli uomini non raramente intesi a
conquistarle per vaghezza di prede, come fa il
cacciatore stimolato dalla passione venatoria.
Dammi retta
Secondo i linguisti è di origine latina.: “dare arrectan”,
sottointeso “aurem”, ovvero prestare orecchio.
Curiosità… A Brolo….
Carnevale Brolese...
Gentili signori e signore,
Quest’anno il Carnevale brolese è stato
accompagnato dalle seguenti manifestazioni:
- giovedì grasso: serata al Palatenda
- sabato grasso: serata danzante al Palatenda
- lunedì grasso: sfilata dei carri e Carnevale dei
Bambini
- martedì grasso: sfilata dei gruppi allegorici e dei
carri, premiazioni dei carri e dei gruppi, serata
danzante al Palatenda.
Anche quest’anno, un bel carnevale che ha
coinvolto tanti (dai maestri carristi, ai gruppi
mascherati, ai bambini) in diverse occasioni per far
festa e stare insieme.
di Peppino Lione
www.sgnappete.it
di Vittorio Ballato
Pagina 4
Marzo 2010
L’inverno cui stiamo assistendo è molto particolare,
generalmente ci si aspetta molto freddo delle piogge
alternate con del cielo nuvoloso, e invece proprio
quest’anno possiamo notare che le temperature non si
mantengono costantemente basse (e questo per una
questione di comodità potrebbe essere una buona
cosa) e soprattutto si presentano delle piogge di
fortissima intensità. Secondo i dati diffusi dalla
Protezione Civile, fino ad oggi è caduta una quantità
d’acqua maggiore del 50% rispetto all’anno scorso,
quindi il verificarsi di tale
situazione, fa sì che il corretto
deflusso dell’acqua abbia un
ruolo importantissimo laddove
sono presenti dei centri abitati.
L’emergenza S. Fratello in
ultima Caronia, sono la perfetta
dimostrazione di come l’uomo
non riesca a stabilire un
equilibrio con la natura,
determinando tal volta dei veri e propri disastri…
Anche in questo numero racconto un’altra esperienza
fatta con il mio gruppo C.R.I. (Croce Rossa Italiana).
In questi giorni sicuramente avrete sentito parlare
anche nei TG nazionali dell’emergenza S. Fratello,
dove praticamente parte del paese è sceso verso valle,
spaccando letteralmente in pezzi alcune case e
rendendo inagibili molte altre, determinando circa
1.340 sfollati (secondo i dati diffusi dalla Protezione
Civile). Per fortuna alla maggior parte delle persone è
stata trovata una sistemazione in tempi molto brevi.
Di fronte a tale emergenza noi come gruppo di Croce
Rossa operiamo laddove si creano dei disagi dal punto
di vista sociale, e poiché uno dei nostri campi
preferenziali sono le attività socio assistenziali
(A.S.A.), in accordo con il comune, abbiamo dato la
propria disponibilità nel fare delle attività nella casa di
riposo di S. Fratello, dove attualmente alloggiano una
ventina di anziani sfollati. Attualmente abbiamo fatto
due attività, rispettivamente giorno 27/02 e 6/03;
chiaramente l’approccio con le persone, in contesti del
genere è di fondamentale importanza, infatti nel
giorno della prima attività, mentre si saliva in paese
una leggera tensione
d’altra parte c’era,
inoltre devo dire che
una volta arrivati a S.
Fratello, vedere le
strade che collegavano alla parte inferiore del paese
sbarrate con dei cancelli bloccati e oltretutto
sorvegliati (in maniera tale da evitare atti di
sciacallaggio) mi ha fatto un certo effetto.
Prima di dirigerci nel luogo dove ci toccava fare
l’attività, per una questione d’organizzazione ci siamo
registrati al municipio, e una volta arrivati devo dire
che siamo stati accolti con molti sorrisi; ovviamente
come prima cosa abbiamo presentato la nostra
componente e soprattutto abbiamo spiegato il motivo
per cui ci trovavamo nella casa di
riposo , che era semplicemente quello
di passare una serata insieme, cercando
di conoscerci tutti un po’ meglio ,
quindi in un certo senso l’attività è
stata impostata prevalentemente sul
dialogo; d’altra parte va anche detto
che il tempo a noi disponibile per
organizzarla fu molto ristretto, in
quanto ricevemmo comunicazione
soltanto il giorno prima, ma nonostante quest’ultima
fu un po’ improvvisata, riuscì abbastanza bene, in
quanto le persone furono ben felici di condividere
quel momento molto delicato, esprimendo anche il
loro stato d’animo che chiaramente non era dei
migliori, inoltre con molto piacere ebbi modo di
notare il fatto che nessuna di loro era rassegnata, il
che mi lasciò sorpreso (chiaramente in senso
positivo).
L’attività del 6/03 invece, la considero una delle più
belle attività che ho fatto da quando sono volontario
della C.R.I., infatti, a me come gli altri ragazzi del
gruppo, da sempre ci ha destato grande curiosità il
farsi raccontare da persone ottantenni-novantenni la
loro gioventù, poiché le esperienze di vita fatte da loro
nascondono dei veri e propri insegnamenti.
Chiaramente per conoscere la storia del ‘900, si
potrebbe prendere un qualsiasi libro di storia e leggere
i singoli fatti, ma ovviamente c’è una grande
differenza se questi ultimi sono raccontati da chi le ha
vissute in prima persona, perché in un certo senso
t’immedesimano, e così quel giorno, una volta fatti i
saluti, proponemmo ad ognuno/a di raccontarsi e ne
uscirono davvero delle storie molto interessanti anche
se a volte un po’ tristi, ma che ci aiutarono a capire il
motivo per cui mostravano quel grande desiderio di
andare avanti (che notammo nella prima attività);
infatti dopo che una persona passa determinate
esperienze come ad esempio la guerra, che ti fa
Segue a pagine 5
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Attualità...
Emergenza San Fratello
Marzo 2010
Pagina 5
Continua da pagine 4
perdere delle persone care, che ti fa soffrire la fame, la
prigionia, d’altra parte è pure normale che il resto
della tua vita lo affronti in modo diverso, cercando di
dare il giusto peso ad ogni imprevisto.
Nella seconda parte dell’attività, sfruttando il clima
d’armonia che si era creato, decidemmo di cantare un
paio di canzoni siciliane, riscontrando un altissimo
livello di preparazione e partecipazione, dando anche
spazio a chi volesse offrire la propria performance
canora da solista.
Facendo un resoconto, la giornata andò abbastanza
bene in quanto, arrivati ai saluti, mostrarono un
leggero dispiacere (e non lo dico per vantare il mio
gruppo, parola mia!). In questa attività, due episodi
ricorderò con molto piacere; il primo è riferito ad un
signore che facendo grande sforzo nel parlare in
dialetto tipico “siciliano” piuttosto che il
“sanfratellano” ci porse il suo invito a ritornare al più
presto: “mi raccumannu, quannu vuliti venere a
disposizione”; mentre il secondo è riferito ad una
signora, che presa dalla tosse a da un po’ di
raffreddore, disse: “arrivedecci e puttativi fora a me
tussi”.
di Carmelo Arena, 7 marzo 2010
La Parola del Papa
Messaggio per la Quaresima 2010
La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo
17 febbraio 2010 - Le Sacre Ceneri, inizio del tempo di Quaresima
Mi soffermo in primo luogo sul significato del termine “giustizia”, che
nel linguaggio comune implica “dare a ciascuno il suo - dare cuique
suum”, secondo la nota espressione di Ulpiano, giurista romano del
III secolo. In realtà, però, tale classica definizione non precisa in che
cosa consista quel “suo” da assicurare a ciascuno. Ciò di cui l’uomo
ha più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di
un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che
può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo
vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a
sua immagine e somiglianza.
[…]
L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia
dell’uomo, come afferma l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani:
“Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la
giustizia di Dio... per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli
che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e
sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la
sua grazia, per mezzo
della redenzione che è in Cristo Gesù. E’ lui che Dio ha stabilito
apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede,
nel suo sangue” (3,21-25).
Quale è dunque la giustizia di Cristo? E’ anzitutto la giustizia che
viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso
e gli altri. Il fatto che l’“espiazione” avvenga nel “sangue” di Gesù
significa che non sono i sacrifici dell’uomo a liberarlo dal peso delle
colpe, ma il gesto dell’amore di Dio che si apre fino all’estremo, fino a
far passare in sé “la maledizione” che spetta all’uomo, per
trasmettergli in cambio la “benedizione” che spetta a Dio (cfr Gal
3,13-14).
[…]
il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti
ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini
e dove la giustizia è vivificata dall’amore.
Tratto da: www.vatican.va
Dal CCC
Attualità… Magistero…
Perché esiste un Sacramento della
Riconciliazione dopo il Battesimo ed
in quali forme si esprime la penitenza
nella vita cristiana?
Poiché la vita nuova nella grazia, ricevuta nel
Battesimo, non ha soppresso la debolezza
della natura umana, né l'inclinazione al
peccato (cioè la concupiscenza), Cristo ha
istituito questo Sacramento per la conversione
dei battezzati, che si sono allontanati da lui
con il peccato.
La penitenza si esprime in forme molto varie,
in particolare con il digiuno, la preghiera,
l'elemosina. Queste e molte altre forme di
penitenza possono essere praticate nella vita
quotidiana del cristiano, in particolare nel
tempo di Quaresima e nel giorno penitenziale
del venerdì.
www.sgnappete.it
Tratto da CCC, [compendio], 297-301
Giornalino parrocchiale della Parrocchia Maria SS. Annunziata di Brolo
Pag. 6
Pag.1
Editoriale
di Alessandro Princiotta*
“La pace in onda”, è il tema scelto per la festa di quest’anno. La pace è in onda,
perché siamo noi che siamo chiamati a trasmetterla nelle nostre frequenze, ma anche
“la pace inonda”, perché siamo chiamati a inondare di pace le situazioni che lo
richiedono. Con questo spirito ci ritroviamo oggi a S. Stefano… Ma intanto è giusto
presentarci: siamo il gruppo ACR di Brolo che ha scelto lo strumento del giornalino per
presentare la nostra voglia di “comunicare la pace”. Sono ormai 15 anni che
Sgnappete viene pubblicato periodicamente. Questo è per noi un orgoglio e un vanto,
ma anche un impegno che ci spinge a fare sempre meglio, ad uscire dai nostri argini,
a farci conoscere nel paese, ad essere anche più incisivi nel tessuto civile di Brolo. Il
titolo non vuole dire nulla, ma vuole solo sottolineare la nostra vivacità e la nostra
voglia di essere protagonisti attivi nella vita della comunità. E allora vi lasciamo ai
contributi che abbiamo scritto per voi!
Episodio di pace
* Presidente parrocchiale AC di Brolo
di Simone Sciacca
Un giorno all’oratorio ho litigato con un mio compagno. Pentitomi, gli ho poi chiesto di
fare pace e mi ha addolorato il fatto che lui ha rifiutato. Probabilmente poi, anche lui si è
pentito e mi ha raggiunto scusandosi. Naturalmente ho accettato le sue scuse e ho
capito che la pace ci è stata donata da Dio per questo dobbiamo tutti volerci bene.
Signore, ti ringraziamo per il dono del Creato. Aiutaci a
rispettare sempre l’ambiente che ci sta attorno e a
valorizzarlo, consapevoli che è opera tua!
La pace è entrata dentro di me
di Chiara Gianello
Stavo giocando a palla con la mia amica quel giorno. A un certo punto è arrivata una
nostra compagna di classe, chiedendomi se poteva parlare in privato con la mia amica.
Avendo io acconsentito, si sono appartate fino a quando la compagna sopraggiunta
dopo, si è allontanata. Al ritorno, l’amica con cui giocavo a palla, mi ha riferito che l’altra
ragazza, le aveva detto cose sgradevoli su di me, ma lei non aveva voluto ascoltarla, perché ci teneva
all’amicizia che c’era tra noi.
Quel giorno ho capito di avere un amica speciale che ama la pace tra di noi.
Signore, ti ringraziamo per il dono dei nostri nonni e delle
persone anziane; aiutaci a donare un po’ del nostro tempo
per passarlo con loro
Ogni giorno come fosse l’ultimo
di Francesca Princiotta
Quest’anno ho avuto la fortuna di vivere una nuova e rara esperienza: ho
partecipato alla ripresa di un film (dal titolo “Ogni giorno come fosse l’ultimo”) che,
oltre a ricordare i moti popolari del 1921 a Brolo, ha trasmesso, secondo me, un
messaggio di pace: da questo film (dove ho conosciuto quattro attori di fama nazionale!), ho infatti
capito che qualunque sbaglio si commetta, si deve perdonare (anche quando viene uccisa
accidentalmente la propria figlia). Sbagliare è umano, ma la prossima volta dobbiamo sforzarci di
non commettere lo stesso errore.
Numero unico stampato in proprio e distribuito liberamente durante la Festa della Pace del 31 gennaio 2010
Sgnappete - Giornalino parrocchiale della Parrocchia Maria SS. Annunziata di Brolo
Pag.
7
Pag.2
La lite con la pace
di Valerio Ziino
Io in genere esco il sabato con i miei amici, ma capitò un giorno che mia mamma
mi proibì di uscire, non ricordo per quale motivo. Io mi sono molto arrabbiato con
lei e per un po’ le ho tenuto il broncio. Alla fine ho avuto la forza di fare pace con lei
(d'altronde è mia mamma!).
Per me la pace è amore e fraternità tra gli uomini e donne, quindi non aveva senso essere
arrabbiato proprio con mia mamma
Signore, ti preghiamo per le vittime del terremoto ad Haiti. Ti
preghiamo soprattutto per i bambini che sono rimasti orfani: fa
che ricevano presto un aiuto e una famiglia
La pace nel mondo
di Giuseppe Pio Agnello
Potremmo pensare che la pace nel mondo sia diffusa un po’ dappertutto, ma
sappiamo che non è così: ci sono molti Paesi e Nazioni dove si combatte:
Afghanistan, Iraq, Medio Oriente, Eritrea. In alcuni Stati si lotta anche tra le stesse
popolazioni. Io penso che la pace sia una cosa veramente importante e
impegnativa per trasmettere il messaggio del vangelo.
Chi vincerà, quest’anno il premio “Una vita per….” ?
Cresce l’attesa per conoscere il nome del vincitore dell’agognato
premio “Una vita per…” che l’AC diocesana assegna in occasione
della Festa della Pace, a persone della Azione cattolica diocesana
che si sono particolarmente distinte in un ambito. Nell’attesa,
ripercorriamo i vincitori del passato..
2009 - Franca Presti
2008 - Cettina Rubino
2007 - Famiglia Faillaci
2006 - Pina e Anna Sberna
2005 - dottoressa Antonietta Zampino
Dario e Perla
di Simona Gianello
A quelli che vogliono la pace, Gesù ha detto: «Chi segue me, non cammina nelle
tenebre, ma avrà la luce della vita». Lui ha insegnato anche a compiere scelte
buone capaci di portare amore e pace, porgendo l’altra guancia; facendo del bene,
anche a quelli che ci odiano. Così ha fatto Perla con Dario: Dario e Perla erano
amici e quando potevano, giocavano insieme condividendo gli stessi giochi. Perla di fidava di Dario
e mai avrebbe pensato che lui avrebbe potuto farle dal male. Un giorno successe che il padre di
Perla morì e lei si sentiva sola come un alberello a cui erano state tolte le radici. Andò allora da
Dario pensando che lui le avrebbe asciugato le lacrime e l’avrebbe
consolata semplicemente abbracciandola come un vero amico fa
con l’altro nel momento del bisogno. Dario invece stava giocando
con una nuova amica e non si curò di Perla, anzi, fece finta di non
conoscerla. Quando Dario capì che era stato molto cattivo, tornò
da Perla e si scusò. Perla accettò le sue scuse e dimenticò tutto,
come dovrebbe accadere tra persone che si vogliono bene e che si
rispettano! Una filastrocca dice:«La Pace bisogna volerla; la pace
Una rara immagine che rappresenta gli acierrini
non bisogna mai imporla; la pace si costruisce mettendo ciò che si
di Brolo, bravi come angioletti
ha; la pace è pace vera se si basa sull’onestà!»
Numero unico stampato in proprio e distribuito liberamente durante la Festa della Pace del 31 gennaio 2010
Pagina 8
Marzo 2010
La Quaresima guardando oltre mortificazioni e penitenze
Sembrerà banale ma voglio iniziare con la classica
domanda: cos’è la Quaresima? La risposta non è
certo una e universale. Mi piace l’idea di vederla
come il periodo che precede la Pasqua, in cui c’è il
rivivere con Gesù i suoi 40 giorni nel deserto prima
di iniziare la missione a Gerusalemme,e c’è il rivivere
i 40 anni nel deserto del popolo di Israele dopo
l’uscita dall’Egitto, prima di entrare nella Terra
promessa.. Ed è un po’ il mondo in cui ci tuffiamo
ogni giorno la nostra Gerusalemme e la nostra Terra
promessa..
La quaresima è quindi un’occasione preziosa per
fare silenzio ( “deserto”) e ascoltare Dio, la sua
parola, come fosse una vera “medicina” dell’anima..
in un’epoca in cui l’intimità del silenzio è a rischio, di
continuo infranta da pensieri, mass media, traffico,
fretta, corse e rumori assordanti..Se la Pasqua può
essere vista come la liberazione dal peccato,dalla
morte, la quaresima può farci realmente liberi, perché
distaccati dalle cose e proiettati in Dio, desiderosi di
dimorare in Lui. San Paolo dice: “Cristo ci ha liberati
perché restassimo liberi” ma c’è sempre il bisogno di
essere educati a questa libertà. Come? Avvicinandosi
a Lui, ritornando a Lui. La quaresima è anche questo:
un Cammino di ritorno a Dio attraverso il Deserto
della vita quotidiana. Come ci insegna anche il
Vangelo la quaresima non è “frustarsi”, non è
“frustrarsi”, non è avere il musone, non è stare chiusi
in casa a meditare, non è rattristarsi. Qualsiasi
potatura è una fioritura, ogni rinuncia fatta “per
amore”, porta sempre frutti dentro noi, attorno a
noi, ci rende più capaci di amare per primi, di amare
senza aspettarci nulla in cambio, di vedere Gesù
nell’altro.
Se vivremo questi giorni con “desiderio” più che con
“senso del dovere”, ogni rinuncia sarà una gioia, ci
indicherà la strada per la “libertà vera” e ci darà
l’occasione per “farci uno” con chi è nel bisogno,
con chi non ha cosa mangiare, con chi non ha tv,
radio, computer.. Il digiuno vissuto in questo “farsi
uno” con chi soffre, nel corpo e nell’anima,
acquisterà una veste tutta nuova, non sarà più un
affare personale tra noi e Dio ma diverrà sensibilità
sociale.
In fin dei conti che cos’è che ci chiede la Chiesa?
Voglio riportare le parole dell’arcivescovo emerito di
Pescara Franco Cuccarese alla domanda: “ chiede di
rinunciare al superfluo in nome della sobrietà,
bisogna abituarsi, io direi non solo a Pasqua, alla
sobrietà, che sia uno stile di vita costante e lineare. Il
contrario della sobrietà, spesso sconfina nella
arroganza, nell’ostentazione L’idea del digiuno non è
un esercizio di eroicità,ma un invito alla sobrietà per
un verso, e alla carità dall’altro”. A questo riguardo
anche il Messaggio Quaresimale del Papa, (che invito
a leggervi) ha sottolineato benissimo l’ importanza e
il valore del digiuno.
Non mi resta che augurarvi: Buon cammino a tutti!!
di Dario Ricciardello
Sicilia mia
Matri Natura lu fici riccu assai
d’ogni beni ri Diu,a cuminciari
d’ ‘a nivi ‘i Mongibeddu, nivi ca... mai
si strogghi o’ focu lavicu o sulari.
Ionici templi, dorici tiatri
a vecchi polis dunanu decoru.
Ricami d’arabeschi, nurmanni quadri
sunnu, d’Isula Magna, gran tisoru.
Autru ‘un dicu, cà prima di mia
illustri… ti cantaru, Sicilia mia.
di Vittorio Ballato
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Spazio poetico… Liturgia...
Beddu ddu gran triangulu scalenu,
ca surgi propriu ammenzu di lu mari!
Dda… cu vi nasci… nun poti fari a menu
di l’arti, d’ ‘a so’ storia e virtù rari.
Marzo 2010
Pagina 9
Carta dei diritti umani: libertà religiosa?
Attualità...
Guardando l’immagine rappresentata in
questa pagina, non si ha certo la necessità
di consultare uno storico dell’arte per
capire che si tratta della Madonna del
Tindari. Essa è uno degli esempi di
iconografia sacra, ove viene trasmesso il
messaggio del Vangelo in forma visiva.
Attraverso l’iconografia sacra, è possibile
infatti spiegare passi della sacra scrittura,
in una sorta di “lectio visiva”.
Dall’immagine della Vergine del
Tindari, per esempio, si nota che Maria
indichi il figlio, come a volere ricordare
che è lui il personaggio principale dell’opera (e del Vangelo).
La storia dell’arte sacra è colma di questi esempi disseminati
nei musei e nelle nostre chiese, proprio perché, a volte, le
immagini comunicano e spiegano il Vangelo in modo molto più
efficace di molte omelie. Purtroppo a volte le immagini sacre
causano persecuzioni.
Su un testo per le scuole elementari, viene pubblicata una
immagine blasfema di Gesù Cristo. I cristiani (poco più del
2% della popolazione), protestano e ottengono la rimozione dell'
immagine. Protestano poi gli induisti che scendono in strada
armati e incitano alla violenza contro i cristiani. Così due
chiese protestanti sono attaccate, incendiate e rase al suolo e i
pastori che ne erano responsabili sono aggrediti e percossi.
Cambia scenario: Mossul. Un uomo esce da un'auto e spara
contro due studenti cristiani che si recavano all'università. Uno
e' morto, l'altro e' rimasto ferito gravemente. Il giorno prima, un
negoziante e' stato ucciso da sconosciuti che gli hanno sparato da
un'auto. Il giorno ancora precedente, era stato un altro cristiano,
un commerciante di carni, a morire in un agguato mentre
rincasava. Tre cristiani morti in 36 ore.
Due esempi che sembrano appartenere ad un remoto passato
della Roma Imperiale di duemila anni fa, ma, siamo in India
(nel primo caso) e in Iraq (nel secondo caso). In entrambi i casi
siamo allo scorso febbraio.
Testimonianza pubblicata sul
quotidiano "Avvenire" del 24/02/10
Vorrei, ma non ci riuscirò e ne soffro, che questo
articolo giungesse fra le mani di quegli indiani che
hanno pensato, disegnato e pubblicato prima in
Internet, poi in un sillabario per le elementari, e infine
su manifesti da esporre per le strade, l’immagine
blasfema di Gesù. Altri giornalisti, scrittori, opinionisti
stanno commentando la stessa immagine, leggo i loro
commenti, sono dotti, obiettivi, inconfutabili. Parlano
della reciproca tolleranza, del rispetto per la religione
altrui come pilastro su cui si regge la civiltà di un
popolo. Sono reazioni sagge. Ma vorrei aggiungerne
un paio, per indicare a quei profanatori due
insegnanti elementari, molto amati dai bambini in
India.
Cristo oltraggiato, India, scuole elementari, questo
è il contesto. Ho amici cristiani che vivono in
India e insegnano alle elementari. "Vivono" è una
parola insufficiente: diciamo spendono la vita.
Sono due salesiani, uno è un insegnante semplice,
l’altro un grande traduttore. Il primo mi
raccontava che all’inizio di ogni anno scolastico,
davanti alla scuola cattolica (nella quale non si fa
educazione religiosa, la legge non lo permette, ma
si fa scrittura, lettura, storia, geografia, calcolo),
c’è la ressa per le iscrizioni: i figli portati dalle madri
sono così numerosi, che è impossibile accoglierli tutti.
I sacerdoti sono costretti a selezionare. Hanno
scoperto che le madri, perché i figli siano accolti,
imbrogliano: dicono che hanno 6 anni anche quando
ne hanno 5 o 4. I salesiani mettono questi bambini in
fila e li passano in rassegna: ogni bambino è invitato
ad alzare il braccio destro, scavalcarsi la testa con la
mano, e toccarsi l’orecchio sinistro. Se ci arriva ha 6
anni. Se non ci arriva ne ha meno, e viene rimandato a
casa. Le madri tirano il braccio ai figlioletti per
allungarglielo e fargli superare l’esame. La scuola
cattolica è contesa, le famiglie sanno che il figlio lì
impara il bene. Io conosco uno di questi frati e so una
cosa: lui e tutti i suoi fratelli non sarebbero là, se non
avessero conosciuto Cristo. Raffigurare Cristo come
fanno i profanatori significa non-comprendere quegli
insegnanti, e questo passi, ma anche le famiglie che
mandano loro i figli, e le famiglie che vorrebbero
mandarglieli e non possono e aspettano l’anno
prossimo. Significa non comprendere davvero l’India.
L’altro cristiano che ha sempre fatto l’insegnante
elementare è il traduttore italiano di Rabindranath
Tagore, anche lui salesiano. Dall’India torna a casa
una volta all’anno e la sua città lo festeggia
organizzando "la giornata di Tagore". Viene un sacco
di gente, lui legge le ultime traduzioni, qualche
scrittore italiano lo presenta, l’ho fatto anch’io.
Adesso ha 85 anni. Cristo è l’intermediario che l’ha
convinto a vivere in India, e che lo spinge a tradurre
(etimologicamente: trasportare) il meglio della
letteratura indiana qui da noi. Questi due insegnanti
elementari danno agli scolaretti indiani tutto il bene
che possono, perché sono cristiani. Cosa gli danno, in
cambio, i profanatori di Cristo? Pro bono, malum. Pro
maximo bono, maximum malum.
Ferdinando Camon
Pagina a cura di Alessandro Princiotta
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Pagina 10
Marzo 2010
Commento al Vangelo: Lunedì dell’Angelo - 5 aprile 2010
Dal Vangelo di Matteo: Mt 28, 8-15
Prima Lettura: At 2, 14.22-32
Salmo: Sal 15
L’anima mia esulta nel Signore
Ecco: Pasqua é appena trascorsa,
la gioia della Resurrezione rende
piene le nostre anime ed il nostro
Colore Liturgico: Bianco
cuore è colmo di quella felicità
che pervade le donne al sepolcro!
All'inizio del suo vangelo, Matteo
Alla vittima pasquale,
aveva detto che Gesù è l'Emanuel,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode. Dio con noi (Mt 1,23). Ora, alla
L'agnello ha redento
fine, comunica ed aumenta la
il suo gregge,
stessa certezza di fede, poiché
l'Innocente ha riconciliato
proclama che Gesù è Risorto (Mt
noi peccatori col Padre.
28,6) e che starà con noi sempre,
Morte e Vita si sono affrontate fino alla fine dei tempi!
in un prodigioso duello.
Gesù appare alle donne che
Il Signore della vita era morto;
escono di corsa, in loro c'è un
ma ora, vivo, trionfa.
misto di paura e di gioia.
«Raccontaci, Maria:
Sentimenti tipici di coloro che
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, fanno una profonda esperienza
del Mistero di Dio.
la gloria del Cristo risorto,
Gesù stesso va incontro a loro e
e gli angeli suoi testimoni,
dice: "Rallegratevi!";e loro si
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; prostrarono ed adorarono. E'
l'atteggiamento di colui che crede
e vi precede in Galilea».
ed accoglie la presenza di Dio,
anche se sorprende e supera la
capacità umana di comprensione.
Mi indicherai
Ora Gesù stesso ordina di riunire i
il sentiero della vita,
fratelli in Galilea: "Non abbiate
gioia piena nella
paura. Andate ad annunciare ai
tua presenza,
miei fratelli che vadano in Galilea
dolcezza senza fine
e là mi vedranno".Gesù vuole
alla tua destra.
mostrare a tutti la Misericordia del
Padre Suo e far godere tutti del
(dal Sal 15)
Mistero dell'Amore che si è
Vangelo: Mt 28, 8-15
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adempiuto inLlui,ma ancora una
volta non mancano le
manifestazioni di dissenso.
La stessa opposizione che Gesù
ha avuto in vita, spunta ora dopo
la sua Risurrezione. I capi dei
sacerdoti si riuniscono e danno
denaro alle guardie;loro devono
spargere la notizia che i discepoli
hanno rubato il corpo di Gesù per
evitare così quanto si dice della
Risurrezione. I capi non accettano
la Buona Novella della
Risurrezione preferiscono credere
che si tratta di un'invenzione da
parte dei discepoli e delle
discepole di Gesù. Nelle
contraddizioni della vita, questa
verità è molte volte contestata.
Tutto ciò succede ancora oggi. Da
un lato,lo sforzo di molte persone
che con la loro vita cercano di
testimoniare gli insegnamenti di
Gesù. Dall'altro,tanta altre che
minimizzano o propongono
alternative devianti.
Ancora una volta ci rendiamo
perfettamente conto,di quante
difficoltà e prove il nostro Signore
ha patito per noi;di fronte a tutto
ciò non possiamo che affidare il
nostro cuore a Lui,senza riserve.
di Giusi Maniaci
Meditazione...
Liturgia del Giorno
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia
grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco
Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse,
avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse
loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano
in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e
annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si
riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona
somma di denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli
sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se
mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e
vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così
questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Marzo 2010
Pagina 11
Vittorio Bachelet
1926 - Il 20 febbraio nasce a Roma, da Giovanni e Maria
Bosio. PE il figlio più piccolo, ultimo di nove fratelli, tre dei
quali morti in tenera età. Dei cinque (due ragazze e tre ragazzi)
il primogenito, Adolfo, gli farà da padrino di Battesimo.
1943 - Consegue la licenza liceale. Si iscrive alla facoltà di
Giurisprudenza; solo nel successivo anno accademico inizia a
frequentare regolarmente i corsi. Durante il periodo
universitario cresce il suo impegno all'interno della Fuci, sia
nella sezione romana, sia nel centro nazionale. Diverrà
condirettore di "Ricerca", il periodico della federazione universitaria.
1947 - Il 24 novembre: si laurea, con una tesi su I rapporti fra lo Stato e le organizzazioni sindacali
(votazione 110/110); suo relatore è il prof. Levi Sandri.
1950 - È redattore capo di “Civitas”, rivista di studi politici diretta da P.E. Taviani; di questo
periodico, a cui collaborerà sino al 1959, sarà poi vicedirettore responsabile.
"Che cosa è l'Azione Cattolica? Mi pare che sia soprattutto
una realtà di cristiani che si conoscono, che si vogliono bene,
che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici: e
questa rete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi,
e di giovani, e di adulti, e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta
la Chiesa italiana con concordia, con uno spirito comune,
senza troppe ormai sovrastrutture organizzative, ma
veramente essendo sempre più un cuor solo e un'anima sola
cercano di servire la Chiesa. E questa è la grande cosa. Perché
noi serviamo l'AC non poi perché c'interessa di fare grande
l'AC, noi serviamo l'AC perché c'interessa di rendere nella
Chiesa il servizio che ci è chiesto per tutti i fratelli. E questa
credo sia la cosa veramente importante."
Qualche volta viene voglia di guardare al futuro, al futuro
della nostra associazione, ma soprattutto al futuro della
Chiesa e dell'umanità. Io credo che dobbiamo guardare a
questo futuro con fiducia, ed anche con speranza, anche se
siamo abbastanza sicuri che le difficoltà che ci saranno non
saranno forse gran ché minori di quelle che abbiamo avuto
fino ad ora.
Vittorio Bachelet
Testimoni...
“Riscoprire che il servizio è la gioia”
Saluto conclusivo di Vittorio Bachelet
alla seconda Assemblea nazionale dell'ACI
1957 - Consegue la libera docenza in Diritto
amministrativo e in Istituzioni di diritto
pubblico.
1959 - Nel giugno viene nominato da Giovanni
XXIII vicepresidente dell'Azione Cattolica
Italiana; presidente è Agostino Maltarello.
1964 - Diviene presidente generale dell'Azione
Cattolica.
1973 - Conclude il lungo periodo alla guida
dell'Azione Cattolica (tre mandati, l'ultimo dei
quali, dal 197o al 1973, come primo presidente
dell'Ac ridisegnata dal nuovo Statuto).
Viene
nominato
vicepresidente
della
commissione pontificia per la famiglia, del
comitato italiano per la famiglia, della
Commissione italiana Justitia et Pax.
1974 - È docente ordinario di Diritto pubblico
dell'economia presso la facoltà di Scienze
politiche dell'Università di Roma "La Sapienza"
1976 - Il 21 dicembre: viene eletto
vicepresidente del Consiglio superiore della
Magistratura.
1980 - Il 12 febbraio: è ucciso dalle Brigate rosse
al termine di una lezione universitaria.
Sgnappete - giornalino parrocchiale - numero unico
Parrocchia “Maria SS. Annunziata” - Via Vittorio Emanuele III - 98061 Brolo (ME)
Telefono: 3387945592 - Fax: 06233200362 - Internet: www.sgnappete.it - E-mail: [email protected]
Redazione: Alessandro Princiotta, Carmelo Arena, Dario Ricciardello, Giuseppe La Mantia, Giuseppe Messina, Giusi Maniaci, Peppino Lione,
Rosa Pidonti, Tiziana Gaspare, Vittorio Ballato
Supervisione: don Donato Domenico Marino
Collaboratrici: suor Claudia, suor Maria, suor Katia
Chiuso in Redazione e stampato il: 16 marzo 2010
Per la realizzazione di questo numero ringraziamo in particolare: Simone Sciacca, Chiara Gianello, Francesca Princiotta, Valerio Ziino, Giuseppe
Pio Agnello, Simona Gianello e tutto il gruppo ACR di Brolo.
Ed un ringraziamento particolare va, come sempre, a voi - amici lettori - per la generosità con la quale ci sostenete.
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Marzo 2010
Avvisi
28 marzo 2010 Domenica delle Palme
1-2-3 aprile 2010 Triduo Pasquale
Passione, morte e Resurrezione di Nostro Signore
1 aprile 2010 Giovedì Santo
S. Messa Crismale in Cattedrale (al mattino)
S. Messa “In Coena Domini” in parrocchia (serale)
2 aprile 2010 Venerdì Santo
Celebrazione della Passione (nel pomeriggio)
Via Crucis (serale)
3 aprile 2010 Sabato Santo - Giornata del Silenzio
S. Messe di Risurrezione (la notte)
4 aprile 2010 Pasqua di Resurrezione
S. Messe festive
20 giugno 2010 Prossima uscita di Sgnappete
Per maggiori informazioni seguite la Lettera alle Famiglie
e gli avvisi affissi in Chiesa.
Da parte di tutta la Redazione,
il Parroco ed i collaboratori tutti
BUONA E SANTA PASQUA 2010
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