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Abbonamenti e acquisti tramite INTERNET www.girgenti.it [email protected] LA R IV I S TA Anno XXXVII n. 9 1/30 giugno 2016 on line D E LLA SC U O LA Periodico di cultura e di informazioni legislative Direzione, Amm., Redaz. e Pubblicità: Viale Andrea Doria 10 - 20124 MILANO - Tel. 02/669.2195 - Fax. 02/6698.3333 - ccp 13554209 - Abb. annuo sostenitore: euro 30,00. Iscrizione presso il Tribunale di Milano n. 301 del 1° Ottobre 1979. Editore: Girgenti Editore Srl - La Rivista esce solo via internet, collegandosi al sito: www.girgenti.it - www.rivistadellascuola.it - posta elettronica: [email protected] Direttore responsabile: Salvatore Girgenti consultate il catalogo con le nostre proposte per l’aggiornamento professionale speciale Legge approvata dalla Camera il 25 maggio 2016 Disposizioni urgenti per il sistema scolastico Nota min. 6 maggio 2016 e Nota min. 20 aprile 2016 √ Valutazione dir ig enti e docenti pagine 10/11 a pagina 3 Valutazione somma rio dei docenti -Giornata e dei dirigenti internazionale di contro ANDREA GIRGENTI l’omofobia I -Piano nazionale per la dispersione scolastica l problema della valutazione del personale docente e dirigente è stato affrontato più volte dai governi precedenti e sempre con scarso successo perchè la questione si è presentata assai spinosa. Ora il duo Renzi-Giannini ci riprova e non sappiamo con quanto sucesso. pagina 5 composizione del comitato di valutazione del personale docente, la definizione dei criteri del merito e l’utilizzo del bonus da distribuire. E ciò va fatto entro il corrente anno scolastico, cioè entro il 31 agosto prossimo. Entrando nel dettaglio si deve osservare che il Comitato per la valutazione dei docenti è stato istituito ai sensi dell’art. 1, c. 129, Legge 107/2015 che sostituisce l’art. 11 del D.lvo 297/1994. a pagina 18 - Graduatorie Valutazione dei docenti di circolo e di Intanto con due rispettive proprie note del 26 aprile e del 6 istituto per maggio il Ministero intende fare il personale un monitoraggio, cioè con appo- ata site schede si vuole esaminare la segue a pagina 2 pagina 5 - Mobilità del personale - Esa mi di maturità: Adempimenti e org a nizzazione pagina 18 pagina 19/20 Giugno, tempo d’esami di BRUNO O gni anno alla fine delle lezioni inizia il rituale degli esami, croce e delizia per insegnanti, alunni e genitori. Anche il Ministero si fa sentire con appropriate disposizioni, circolari, note, consigli pratici e teorici che spesso rasentano il ridicolo. La nota ministeriale n. prot. 5622 del 25 maggio scorso ne rappresenta un encomiabile esempio. Il Ministero infatti attraverso i suoi solerti dirigenti e funzionari dispone di suggerimenti a carattere operativo e organizzativo che vanno a sollecitare e/o integrare i necessari adempimenti per il corretto svolgimento degli esami di stato. Dalla lettura di tali suggerimenti spesso si nota come i predetti funzionari siano completamente estranei alla realtà in cui si svolgono gli esami presso i vari istituti scolastici della grandi città e anche presso gli istituti delle periferie. Dalle loro comode scrivanie ministeriali ponzano e dettano legge. Ma tentiamo di spulciare cosa scrivono. Dicono che si ritiene opportuno richiamare la particolare attenzione degli interessati su tutti gli adempimenti di carattere tecnico-operativo ed organizzativo finalizzati al regolare svolgimento delle operazioni di esame. Particolare riguardo merita la scrupo- MÀSTICA losa osservanza delle disposizioni relative alle modalità di invio tramite il plico telematico delle tracce delle prove scritte degli esami. I locali individuati nelle scuole dovranno essere pienamente idonei allo svolgimento degli esami, sotto il profilo della sicurezza, dell’agibilità e dell’igiene, nonché dignitosi e accoglienti in modo da offrire un’immagine della scuola decorosa e consona alla particolare circostanza. Per quel che concerne la sicurezza esterna dei locali utilizzati per lo svolgimento delle attività di esame, i relativi accessi, in particolare, dovranno essere muniti di serrature e chiavi perfettamente funzionanti e ciascuna commissione dovrà poter disporre di un armadio metallico, adatto a custodire la documentazione relativa ai candidati, gli atti, gli elaborati, i registri e gli stampati. I locali stessi dovranno essere attrezzati con fotocopiatrici perfettamente funzionanti. Le commissioni dovranno essere messe in condizione di servirsi di computer collegati alla rete internet e delle stampanti in uso nelle rispettive scuole. Inoltre, dovranno essere messi a disposizione il telefono, il fax, le attrezzature e i mezzi di comunicazione in dotazione. segue a pagina 2 La scuola elea tica e L’ippoter a pia per gli adolescenti Letture per la preparazione ai concor si nelle pagine centrali LA RIVISTA DELLA SCUOLA 2 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 DALLA PRIMA - DALLA PRIMA - DALLA PRIMAoperato all’interno della comuValutazione dei docenti e dei dirigenti nità professionale e sociale; - A i sensi del predetto art. 11 presso ogni istituzione scolastica ed educativa è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il comitato per la valutazione dei docenti. Il comitato ha la durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito da: tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. I criteri per la valorizzazione dei docenti sono scelti sulla base: della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale. Il comitato esprime anche il parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo. A tal fine il comitato è composto solo dal dirigente scolastico, che lo presiede, da docenti e dal docente tutor. Riguardo alla distribuzione del bonus per la valorizzazione del merito dei docenti si osserva che quest’anno gli istituti scolastici riceveranno una quota media di 23.000 euro ciascuno, da assegnare fra i docenti che si sono distinti per la loro capacità di innovare la didattica, di potenziare le competenze degli studenti, per il contributo dato al miglioramento della comunità scolastica. Si rileva ancora che il Ministero ha già fatto osservare che il bonus non potrà essere assegnato a tutti i docenti ma neppure attribuito ad una cerchia troppo ristretta di insegnanti. E quindi siamo alle solite: nell’ottica di una reale valorizzazione del merito il problema dell’imparzialità si presenta più che mai vivo, checchè ne pensi il ministro Giannini, che fra l’altro ha affermato “quella del bonus è una novità assoluta per il nostro Chiuso in Redazione alle ore 19 di martedì 7 giugno 2016 LA RIVISTA DELLA SCUOLA on line periodico di cultura e di informazioni legislative Direzione, Amministrazione, Redazione e Pubblicità: Viale Andrea Doria 10 - 20124 Milano - Tel. 02 669.2195 - Fax 02 6698.3333 - ccp 13554209 Iscrizione presso il Tribunale di Milano n. 301 del 1° Ottobre 1979 Direttore responsabile: Salvatore Girgenti Vice Direttore: Grazia Casalini Redattore capo: Bruno Girgenti Pubbliche relazioni e pubblicità: Andrea Girgenti Tariffe per la pubblicità: pagina (base mm 185 x mm 262 alt.): euro 400,00 + IVA. La collaborazione è aperta a tutti. Dattiloscritti e manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. La Rivista esce periodicamente durante il periodo scolastico. Società editrice: GIRGENTI EDITORE SRL - Viale Andrea Doria 10 - 20124 Milano - Capitale Sociale: euro 31.200 i.v. - Registro Soc. Trib. di Milano n. 190384,Vol. 5409, Fasc. 34; Partita IVA e Cod. Fisc.: 04609080157 - C.C.I.A.A. 1025479 - Conto corrente bancario: INTESA/SAN PAOLO, IBAN: n. IT92 K030 6909 465000015372133, Ag. 9 Piazzale Loreto, Milano. Iscrizione a ROC di Roma (Registro Operatori di Comunicazione) al n. 1086 del 29/8/2001 Abbonamento annuo sostenitore on line: euro 30,00. L’abbonamentto dà diritto al collegamento al sito: www.girgenti.it La Rivista può essere sfogliata, scaricata e stampata in proprio. 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Con la Buona Scuola abbiamo destinato a questo scopo risorse aggiuntive per 200 milioni all’anno che rappresentano un investimento sulla qualità, uno strumento per dare un riconoscimento in più ai docenti che meritano di essere particolarmente valorizzati”. Valutazione dei dirigenti Per effetto dell’art.1 della Legge 107/15, la valutazione dei dirigenti scolastici è affidata al Nucleo per la Valutazione dei Dirigenti scolastici che è coerente con l’incarico triennale e con il profilo professionale ed è connessa alla retribuzione del risultato. Si osserva che per individuare i criteri per la valutazione dell’operato del dirigente scolastico si deve tener conto del contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti dalle disposizioni contenute nel D.Lvo 150/09 nonchè dai seguenti criteri generali: - competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell’azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell’incarico triennale; - valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale dell’istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali; - apprezzamento del proprio contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell’ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale; - direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole. Si noterà che si tratta di criteri assai complessi. Tuttavia anche qui il ministro Giannini ha voluto dire la sua: “Finalmente un sistema per valorizzarli e incentivare il miglioramento. Con la Buona Scuola abbiamo messo i dirigenti scolastici al centro di un preciso progetto culturale che valorizza l’autonomia scolastica. Abbiamo dato a quelli che una volta si chiamavano presidi più strumenti per poter lavorare e più responsabilità. Per questo è necessario attivare un sistema oggettivo e trasparente di valutazione del loro operato che preveda incentivi crescenti per chi raggiunge gli obiettivi di miglioramento della propria scuola”. A partire dal prossimo settembre un apposito nucleo di esperti compilerà la valutazione dei dirigenti con un esito che potrà andare dal mancato raggiungimento degli obiettivi al completo raggiungimento che corrisponderà ad una valutazione ‘eccellente’. L’esito della valutazione sarà utilizzato per la retribuzione di risultato dei dirigenti. A.G. Giugno, tempo d’esami I dirigenti scolastici avranno cura di avvertire tempestivamente i candidati: – che è assolutamente vietato, nei giorni delle prove scritte, utilizzare a scuola telefoni cellulari, smartphone di qualsiasi tipo, in grado di consultare file, di inviare fotografie ed immagini; – che nei confronti di coloro che violassero tali disposizioni è prevista, secondo le norme vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove di esame. Nel corso dello svolgimento delle prove scritte dovrà essere disattivato il collegamento alla rete internet di tutti gli altri computer presenti all’interno delle sedi scolastiche interessate dalle prove scritte. Saranno, altresì, resi inaccessibili aule e laboratori di informatica. Inoltre, al fine di garantire il corretto svolgimento delle prove scritte, la struttura informatica del Ministero vigilerà, in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni, per prevenire l’utilizzo irregolare della rete internet da parte di qualunque soggetto e delle connessioni di telefonia fissa e mobile. Particolare attenzione deve essere rivolta sulle disposizioni relative alle modalità di invio mediante plico telematico delle prove per candidati con disabilità visive e per candidati che svolgono l’esame presso sezioni carcerarie od ospedaliere. Disposizioni e suggerimenti che sembrano superflui ma che per alcuni sembrano essere necessari ed B.M. indispensabili. LA RIVISTA DELLA SCUOLA 3 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Disposizioni urgenti per il funzionamento del sistema scolastico ******** testo coordinato a cura di ANDREA GIRGENTI ******** Legge (Camera, 25.5.16) LEGGE approvata dalla Camera dei Deputati il 25 maggio 2016 e dal Senato il 12 maggio 2016. Testo presentato dal presidente del consiglio dei ministri Renzi, dal ministro dell’istruzione Giannini di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze Padoan e con il ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca TESTO DI LEGGE Art. 1. 1. Il decreto-legge 29 marzo 2016, n.42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge. 2. All’articolo 1, comma 181, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono apportate le seguenti modificazioni: a) alla lettera b), numero 3.2), la parola: «apprendistato» è sostituita dalla seguente: «tirocinio»; b) alla lettera e), le parole: «livelli essenziali», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «fabbisogni standard». 3. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Allegato testo in stralcio Modificazioni apportate in sede di conversione al decreto legge 29 marzo 2016 n. 42 Dopo l’articolo 1 sono inseriti i seguenti: «Art. 1-bis. – (Disposizioni in materia di assegnazione provvisoria). – 1. All’articolo 1, comma 108, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al quarto periodo, le parole: “Limitatamente all’anno scolastico 2015/2016” sono sostituite dalle seguenti: “Limitatamente agli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017” e le parole: “2014/2015” sono sostituite dalle seguenti: “2015/2016”; b) dopo il quinto periodo sono aggiunti i seguenti: “Per l’anno scolastico 2016/2017 l’assegnazione provvisoria di cui ai periodi precedenti può essere richiesta sui posti dell’organico dell’autonomia nonché sul contingente di posti di cui al comma 69 del presente articolo. Nel caso dovesse emergere una spesa complessiva superiore a quella prevista dalla presente legge, si applicano i commi 206 e 207 del presente articolo”. Art. 1-ter. – (Misure urgenti in materia di assunzioni del personale docente per l’anno scolastico 2016/2017). – 1. Per l’anno scolastico 2016/2017, le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente della scuola statale sono effettuate entro il 15 settembre 2016. La decorrenza economica del contratto di lavo- ro consegue alla presa di servizio. Le funzioni connesse all’avvio dell’anno scolastico e alla nomina del personale docente attribuite ai dirigenti territorialmente competenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono conseguentemente prorogate al 15 settembre 2016. 2. Per il concorso di cui all’articolo 1, comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, il triennio di validità delle graduatorie, se approvate entro il 15 settembre 2016, decorre dall’anno scolastico 2016/2017, in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 400, comma 01, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni. Art. 1-quater. – (Disposizioni riguardanti i docenti della scuola dell’infanzia). – 1. Fino all’approvazione delle graduatorie della scuola dell’infanzia del concorso di cui all’articolo 1, comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, i soggetti inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito della scuola dell’infanzia del concorso bandito con decreto direttoriale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 82 del 24 settembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 75 del 25 settembre 2012, che non sono stati assunti nei ruoli regionali per incapienza rispetto ai posti di cui all’articolo 399, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, sono assunti, in deroga all’articolo 399, comma 2, del medesimo decreto legislativo n. 297 del 1994, in regioni diverse da quella per cui hanno concorso e nei ruoli di cui all’articolo 1, comma 66, della citata legge n. 107 del 2015, con le seguenti condizioni e modalità: a) le assunzioni avvengono in subordine rispetto ai soggetti ancora inseriti nelle graduatorie di merito delle regioni indicate ai sensi della lettera b) e nel rispetto della percentuale massima per ciascuna regione del 50 per cento dei posti, riservata allo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami, e comunque nel limite massimo della percentuale non superiore al 15 per cento, rispetto ai posti disponibili per ciascuna regione, individuata con il decreto di cui al comma 2; b) i soggetti di cui al presente comma, nei termini e con le modalità stabiliti con il decreto di cui al comma 2, possono presentare apposita istanza al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nella quale indicano l’ordine di preferenza tra tutte le regioni del sistema scolastico statale. 2. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti i termini e le modalità attuative del comma 1. 3. I soggetti che non accettano la proposta di assunzione di cui al comma 1 sono definitivamente espunti dalle rispettive graduatorie di merito e ad esaurimento. 4. All’esito delle procedure di cui ai commi precedenti, anche in caso di incompleto assor- bimento dei soggetti di cui al comma 1, le graduatorie di merito del concorso bandito con decreto direttoriale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 82 del 24 settembre 2012 sono soppresse. 5. Le graduatorie di merito delle scuole dell’infanzia del concorso di cui all’articolo 1, comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, per il triennio 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019, in deroga all’articolo 400, comma 19, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, sono valide in ogni caso nell’ambito dei posti vacanti e disponibili, in luogo di quelli messi a concorso. All’assunzione dalle medesime graduatorie si provvede previa procedura autorizzatoria. Art. 1-quinquies. – (Contribuzione alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità). – 1. A decorrere dall’anno 2017, è corrisposto un contributo alle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, in proporzione agli alunni con disabilità frequentanti, nel limite di spesa di 12,2 milioni di euro annui. 2. Ai fini della verifica del mantenimento della parità, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca accerta annualmente, con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, il rispetto del requisito di cui all’articolo 1, comma 4, lettera e), della legge 10 marzo 2000, n. 62. 3. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 12,2 milioni di euro annui a decorrere dal 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107. Art. 1-sexies. – (Incarichi di supplenza breve e saltuaria). – 1. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 129, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dall’articolo 1, commi 79 e 85, della legge 13 luglio 2015, n. 107, le istituzioni scolastiche e le competenti articolazioni del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministero dell’economia e delle finanze agiscono attivando ogni opportuna forma di cooperazione al fine di garantire, ciascuna per la parte di competenza, la tempestiva assegnazione delle risorse alle istituzioni scolastiche ed il pagamento mensile delle somme spettanti al personale a tempo determinato per le prestazioni di lavoro rese, con particolare riferimento agli incarichi di supplenza breve e saltuaria, nel rispetto dei termini previsti da apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Il pagamento deve comunque avvenire entro il trentesimo giorno successivo all’ultimo giorno del mese di riferimento, ferma restando la disponibilità delle risorse iscritte in bilancio per il pagamento delle spese per i predetti incarichi di supplenza breve e saltuaria. Gli adempimenti e il rispetto dei termini previsti dal predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concorrono alla valutazione dei dirigenti scolastici e di quelli delle amministrazioni coinvolte e sono fonte di responsabilità dirigenziale ove le violazioni riscontrate siano LA RIVISTA DELLA SCUOLA riconducibili a cause imputabili al loro operato. 2. Al fine di assicurare un’efficiente e corretta gestione del personale supplente, è assegnato un codice identificativo univoco al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), individuato quale destinatario di incarichi di supplenza breve e saltuaria, che resta invariato per tutta la durata del contratto ed accompagna la vita lavorativa del supplente breve e saltuario fino all’eventuale immissione in ruolo del medesimo nel comparto scuola e conseguente ottenimento della partita di spesa fissa. È garantita la corrispondenza tra i codici univoci e le partite stipendiali del supplente breve e saltuario in modo da semplificare ed ottimizzare le procedure di gestione di stato giuridico del personale scolastico. Art. 2-quater. – (Incremento dei compensi ai commissari del concorso per docenti). – 1. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definiti i compensi per i componenti delle commissioni di esame del concorso di cui all’articolo 1, comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, entro il limite di spesa determinato dagli stanziamenti a tal fine iscritti nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, incluse le risorse di cui all’articolo 1, comma 112, della medesima legge n. 107 del 2015, incrementati di ulteriori 8 milioni di euro per l’anno 2016. 4 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 2. Ai fini di cui al comma 1 è autorizzata la spesa di 8 milioni di euro per l’anno 2016. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l’anno 2016, del fondo per il funzionamento di cui all’articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. 3. Il fondo di cui al secondo periodo del comma 2 è incrementato di 8 milioni di euro nell’anno 2017. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l’anno 2017, del fondo di cui all’articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107. Art. 2-quinquies. – (Modifica all’articolo 1, comma 979, della legge 28 dicembre 2015, n. 208). – 1. All’articolo 1, comma 979, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, al primo periodo, le parole: “cittadini italiani o di altri Paesi membri dell’Unione europea” sono soppresse e dopo le parole: “territorio nazionale,” sono inserite le seguenti: “in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità,”. Art. 2-sexies. – (ISEE dei nuclei familiari con componenti con disabilità). – 1. Nelle more dell’adozione delle modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, volte a recepire le sentenze del Consiglio di Stato, sezione IV, nn. 00841, 00842 e 00838 del 2016, nel calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del nucleo familiare che ha tra i suoi componenti persone con disabilità o non autosufficienti, come definite dall’allegato 3 al citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, anche ai fini del rico- Disposizioni urgenti noscimento di prestazioni scolastiche agevolate, sono apportate le seguenti modificazioni: a) sono esclusi dal reddito disponibile di cui all’articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità, laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini dell’IRPEF; b) in luogo di quanto previsto dall’articolo 4, comma 4, lettere b), c) e d), del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, è applicata la maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza di cui all’allegato 1 del predetto decreto n. 159 del 2013 per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente. 2. I trattamenti di cui al comma 1, lettera a), percepiti per ragioni diverse dalla condizione di disabilità, restano inclusi nel reddito disponibile di cui all’articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011. Gli enti erogatori di tali trattamenti, anche con riferimento a prestazioni per il diritto allo studio universitario, ai fini dell’accertamento dei requisiti per il mantenimento del trattamento stesso, sottraggono dal valore dell’ISEE l’ammontare del trattamento percepito dal beneficiario eventualmente valorizzato nell’ISEE medesimo, rapportato al corrispondente parametro della scala di equivalenza. 3. Gli enti che disciplinano l’erogazione delle prestazioni sociali agevolate adottano entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto gli atti anche normativi necessari all’erogazione delle nuove prestazioni in conformità con le disposizioni del presente articolo, nel rispetto degli equilibri di bilancio programmati. Restano salve, fino a tale data, le prestazioni sociali agevolate in corso di erogazione sulla base delle disposizioni previgenti. 4. L’efficacia delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 cessa a far data dal quarantacinquesimo giorno successivo alla pubblicazione delle disposizioni di approvazione del nuovo modello di dichiarazione sostitutiva unica concernente le informazioni necessarie per la determinazione dell’ISEE, attuative delle modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, di cui al medesimo comma 1. 5. Al maggior onere derivante dall’attuazione del presente articolo, per gli effetti stimati sul numero dei beneficiari delle prestazioni che costituiscono diritti soggettivi, pari a 300.000 euro annui con riferimento all’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, di cui all’articolo 65 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e pari a 700.000 euro annui con riferimento all’assegno di maternità di base, di cui all’articolo 74 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, per complessivi 1 milione di euro annui a decorrere dal 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, di cui all’articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328. 6. Fermo restando quanto previsto al comma 5, le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti derivanti dal presente articolo con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». LA RIVISTA DELLA SCUOLA 5 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 17 maggio - Giornata internazionale contro l’omofobia Nota min. 17 maggio 2016 Giornata Internazionale contro l’Omofobia L’ Unione Europea ha indetto, per il giorno 17 maggio di ogni anno, la Giornata internazionale contro l’omofobia ovvero contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basata sull’orientamento sessuale (risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007). I principi a cui si ispira la giornata sono quelli costitutivi sia dell’Unione Europea sia della Costituzione italiana: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. Tali sono anche le condizioni che consentono alla società di promuovere l’inclusione di tutti e di battersi contro ogni offesa alle persone. La scuola è costantemente impegnata nel realizzare al suo interno una reale inclusione in grado di valorizzare le singole individualità ed ha il compito di educare le nuove generazioni alla cultura del rispetto, per la nascita di una dialettica che, nel rapporto tra identità e diversità, coltivi, con l’idea di alterità, la più compiuta affermazione dell’individuo. La scuola è chiamata ad affrontare importanti sfide educative legate ai continui cambiamenti che interessano i più giovani, coordinando il lavoro svolto in classe con i costanti rapporti con le famiglie. L’ obiettivo è quello di rendere consapevoli i ragazzi delle scelte responsabili che orienteranno la loro vita. Una scuola realmente inclusiva può favorire la costruzione dell’identità sociale e personale da parte degli allievi e il suo ruolo educativo risulta ancor più rilevante nell’accompagnare e sostenere anche le fasi più delicate della crescita dei nostri ragazzi, interagendo positivamente con le famiglie nel pieno rispetto del “Patto di Corresponsabilità educativa Scuola-Famiglia” sancito dal D.P.R. 235/2007. Nello svolgere tale prezioso lavoro ogni giorno, le scuole educano al contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione, tra cui anche la discriminazione omofobica. Solo con l’educazione si superano i pregiudizi e gli stereotipi ancora presenti nella nostra società; in tal senso, la scuola deve fornire strumenti, metodologie e deve attivare tutte le necessarie pratiche per interventi di prevenzione. In particolare, la Giornata del 17 maggio rappresenta l’occasione in cui tutte le scuole possono attuare iniziative di sensibilizzazione contro le disuguaglianze, dando quindi maggior rilievo alle buone pratiche e ai migliori percorsi educat. Il MIUR intende supportare le istituzioni scolastiche fornendo agli insegnanti strumenti per il proprio aggiornamento e la conoscenza del contesto giovanile, ma anche agli studenti e alle famiglie spazi per potersi confrontare sulle Scuola al Centro - Piano Nazionale per la dispersione scolastica C Nota min. 4250 del 17-05-2016 on D.M. 27.04.2016, n. 273, del sono stati stanziati 10.000.000,00 di euro (dieci milioni) per la realizzazione di interventi per la prevenzione della dispersione scolastica nelle zone periferiche delle città metropolitane caratterizzate dall’elevato tasso di tale fenomeno. Il decreto, in corso di registrazione presso la Corte dei Conti, riporta i criteri e le modalità stabiliti per l’avvio di un programma sperimentale di didattica integrativa e innovativa da realizzare in orario extra-curricolare nelle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado delle aree sopra indicate. Le istituzioni scolastiche delle città in indirizzo sono chiamate a candidarsi per ricevere un finanziamento, nel limite massimo di 15.000,00 euro (quindicimila), presentando un progetto di didattica integrativa e innovativa attraverso la compilazione del formulario online che sarà pubblicato nell’area riservata del sito www.areearischio.it, nella sezione “Scuola al Centro - Piano Nazionale per le Periferie”, a partire dal 18 maggio p.v. e fino alla data ultima del 20 giugno 2016. Per accedere all’area riservata del sito, le istituzioni scolastiche dovranno utilizzare la medesima password assegnata per l’inserimento dei progetti per le “Aree a rischio”, di cui all’art. 9 del CCNL. In caso di smarrimento della password potrà essere utilizzata l’apposita funzione di richiesta presente sul sito. I progetti dovranno essere finalizzati alla riduzione del numero di abbandoni delicate questioni legate all’identità di genere o a qualsiasi altra forma di violenza. Occorre anche che le scuole sperimentino nuovi spazi e metodi di sensibilizzazione che sappiano sfruttare linguaggi e strumenti più vicini al mondo degli studenti, per esempio attraverso l’utilizzo dei linguaggi del cinema o del teatro e per affrontare ad ampio spettro i temi del rispetto e della non discriminazione anche in momenti di apprendimento non formale. A questo proposito, il sito www.noisiamopari.it curato dalla Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, mette a disposizione materiali di varia natura e strumenti didattici, nonché ospita iniziative già realizzate da istituzioni scolastiche del territorio che possono essere divulgate in qualità di buone pratiche da diffondere negli altri istituti scolastici. A questo proposito, considerata l’elevata quantità di materiali prodotti dalle scuole, se ne sollecita l’invio utilizzando l’apposita funzione di trasmissione presente sul sito. Ma non solo, con la consapevolezza che occorra mantenere alta l’attenzione rispetto alle possibili derive più gravi delle diverse forme di discriminazione, con il Protocollo d’Intesa siglato in data 10/12/2015 tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Istituto di Ortofonologia, le parti si impegnano, nel rispetto dei principi di autonomia e delle scelte delle singole istituzioni scolastiche, a pro- muovere “progetti in favore delle Scuole di ogni ordine e grado del territorio nazionale, al fine di diffondere la cultura della prevenzione dei comportamenti a rischio, della legalità, del rispetto dell’altro e dell’integrazione sociale attraverso iniziative che accrescano, nei giovani, il rispetto per gli altri e per loro stessi”. Tutta la comunità scolastica, grazie all’accordo con l’Istituto anzidetto, potrà avvalersi di un servizio di messaggistica al n.345/3916485, attraverso il quale segnalare casi e verificare con gli esperti dell’Istituto tutte le possibili forme di intervento, prevedendo un raccordo costante con l’amministrazione centrale e territoriale per verificare la possibilità di effettuare interventi direttamente in collaborazione con gli istituti scolastici stessi, anche in accordo con altri Enti e Associazioni maggiormente impegnate nella lotta alle discriminazioni. Inoltre, è possibile rivolgersi agli esperti dell’Istituto anche tramite indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Alla luce quindi di tutte le indicazioni finora fornite, si auspica che vengano organizzati interventi di varia natura in occasione della Giornata e che venga data la massima diffusione della presente nota a tutte le componenti scolastiche. • Nota prot. 4213 del 16 maggio 2016 Il Direttore Generale: Giovanna Boda non formalizzati nel corso dell’anno scolastico e nel passaggio da un anno scolastico all’altro, nonché alla riduzione del numero di ripetenze e debiti formativi nella scuola secondaria di secondo grado, del numero di giorni di assenza e del numero di sanzioni disciplinari. Ulteriore obiettivo è ridurre gli impatti della presenza di fenomeni di disagio sociale che spesso caratterizzano le aree periferiche delle grandi realtà metropolitane del Paese. Il finanziamento sarà erogato a tutte le istituzioni scolastiche che presenteranno un progetto didattico coerente con i criteri che sono riportati nel citato D.M., allegato alla presente, dando priorità alle istituzioni scolastiche con il più elevato tasso di dispersione. Si procederà secondo tale ordine fino al completamento della risorsa massima disponibile per ciascuna area, come indicato nel già citato D.M. A chiusura della candidature sarà reso noto l’elenco ufficiale delle scuole beneficiarie. La Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione verificherà la rispondenza degli interventi proposti con i criteri stabiliti e potrà procedere, a insindacabile giudizio, all’esclusione dei progetti ritenuti non idonei. Oltre alla compilazione di campi pre-impostati sarà possibile inserire anche documenti riportanti la descrizione dettagliata delle attività proposte. I campi di inserimento rimarranno aperti e modificabili fino alla data di chiusura della piattaforma del 20 giugno p.v. Oltre tale data non saranno ammesse richieste di modifica per alcun motivo. A ciascun Ufficio scolastico regionale sarà inoltrata la lista dei beneficiari affinchè possano monitorare l’andamento delle attività, nonché pianificare successivi interventi, in coerenza con quanto previsto nel più volte citato D.M., anche in raccordo con pianificazioni e finanziamenti regionali provenienti da Enti Locali. Il Direttore Generale: Giovanna Boda LA RIVISTA DELLA SCUOLA 6 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Storia della filosofia/appunti per la preparazione ai concorsi La scuola elea tica ********** di FILIPPO La città di Elea L a città di Elea fu fondata intorno alla metà del VI secolo a.C. (probabilmente l’anno 540) dai Focesi di Alalia (città della Corsica, detta anche Aleria). Focèa era stata fondata dai Greci nel VII secolo a.C. in Asia Minore, su una penisoletta posta di fronte all’isolotto di Bacchion; era stata sottomessa nel 546 a.C. dai Persiani (al tempo del re Ciro). I Focesi, sfruttando la loro abilità marinaresca e commerciale, cominciarono ad emigrare verso occidente, navigando e svolgendo affari lungo il Mediterraneo, l’Adriatico, lo Jonio e il Tirreno, fondando importanti colonie; tra queste Alalia (poi Aleria) in Corsica. I Focesi di Alalia, a loro volta, nel 540 a.C., fondarono Elea, sulla costa tirrenica dell’antica Lucania (oggi ricadente in Campania). La città di Elea proprio alle origini (tra il VI e il V secolo a.C.) ebbe un periodo di massimo fulgore, dovuto anche al fatto di trovarsi in buoni rapporti con la città di Posidonia e con gli Etruschi; infatti, dopo la caduta di Sibari (ad opera di Crotone nel 510 a.C.), si trovò in una condizione favorevole per affermare la sua supremazia economica e politica nel contesto del suo territorio circostante, così come è testimoniato dall’emissione di monete, che ne rivelano la massima floridezza. Nel III secolo a.C. entrò nell’orbita della dominazione romana (dopo la guerra di Pirro e la sottomissione di Taranto avvenuta nel 272 a.C.); da ciò il suo nome latino di Velia imposto dai Romani. Nel periodo medioevale cominciò la sua decadenza e all’inizio del IX secolo fu conquistata e distrutta dagli Arabi. Di solito viene ricordata per l’importanza ricoperta dalla scuola filosofica, risalente a Parmenide, Zenone e Melisso; e ancor prima di loro a Senofane. La tradizione eleatica Infatti non è chiaro se la fondazione della scuola filosofica nella città di Elea si debba a Parmenide o a Senofane. Di certo non si può misconoscere l’importanza ricoperta da questa scuola nell’ambito della filosofica greca, che, ancora nel corso dei secoli VI e V a.C., si distinse per il contributo dato dalle colonie della Magna Graecia. Dopo avere esaminato la rilevanza della scuola fondata da Pitagora a Crotone, l’attenzione su quest’altra scuola fondata e sviluppata ad Elea, testimonia la floridezza sociale di queste città, oltre che dal punto di vista economico, anche dal punto di vista culturale; e non ultimo filosofico. Lo studio dell’opera e del pensiero dei suoi singoli rappresentanti consente di potere cominciare ad avere un quadro più completo della filosofia greca sviluppatasi nel variegato contesto dei presocratici; si può notare la specificità della scuola pitagorica rispetto a quella ionica; e quindi la specificità della scuola eleatica rispetto a quella ionica e a quella pitagorica. Per certi versi si potrebbe parlare di reazione al naturalismo e all’ilozoismo ionico, ma senza dubbio si può parlare di diversità, nel modo di NOBILE ********** concepire la realtà della natura. Si va dalle problematiche di ordine teologico, poste da Senofane; a quelle di ordine logico-metafisiche, poste da Parmenide; a quelle di ordine dialettico, poste da Zenone e Melisso. Senofane Vita e opere Anche se gli si attribuisce il merito di avere fondato la scuola di Elea o quanto meno di averne anticipato i temi trattati dai suoi rappresentanti (Parmenide, Zenone, Melisso), Senofane è la prova del fatto che già in quell’epoca la stessa filosofia rappresentava un circuito ampio che andava dall’Asia Minore alla Magna Graecia; esser nato a Colofone (una delle città della Ionia) conferma questo rapporto a distanza tra oriente e occidente. Sulla sua data di nascita e sullo svolgimento della sua vita non si hanno notizie concordanti; alcuni lo fanno vivere addirittura oltre i cento anni; probabilmente la sua vita si svolse tra il 570 e il 470 a.C. e fu caratterizzata da continui viaggi svolti per molti paesi del Mediterraneo. Per questo motivo gli si attribuivano due opere, rispettivamente dedicate alla Fondazione di Colofone e alla Colonizzazione di Elea. Pur non essendo nativo di Elea, il suo rapporto con la scuola rappresentata da Parmenide, si deve alla concezione monistica della natura. Ma, prima ancora di essere considerato filosofo, si deve ricordare la sua attività di poeta e di rapsodo che cantava le sue stesse composizioni; le sue Elegie e suoi Silli testimoniano la versatilità di un poeta che passava dalle composizioni serie alle parodie che egli stesso recitava nel corso di banchetti. Con Senofone ci troviamo di fronte ad un autore in grado di passare dalla poesia alla filosofia, così come testimoniato dal suo componimento Sulla natura (περι; φυϖσεω⌡), dove elabora la sua concezione monistica e panteistica della natura. Tuttavia proprio nei Silli espone la sua critica sferzante ad ogni forma di antropomorfismo. La critica all’antropomorfismo Senofane obiettava che gli uomini si raffigurano gli dei a loro immagine e somiglianza, in quanto «hanno l’opinione che gli dèi siano generati e che abbiano il loro modo di vestire, la loro voce e il loro aspetto» (Silli, fr. 14); sicché, ad esempio, «gli Etiopi asseriscono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che sono azzurri di occhi e rossi di capelli» (Ivi, fr. 16). La sua critica all’antropomorfismo della religione del tempo è sorprendente e trova riscontro a lunga distanza nel secolo dei lumi, allorquando si recupera la dimensione della religione naturale, contrapponendo il deismo al teismo. La sua non è una critica al politeismo, bensì alla ritualità della religione che, anziché avvicinare, allontana l’uomo dalla divinità; e per questo motivo prende in giro i suoi simili, pensando che anche gli animali, se ne avessero la capacità, si raffigurerebbero le divinità a propria immagine e somiglianza. «Per altro se avessero mani i bovi, i cavalli e i leoni, o fossero in grado di dipingere e di compiere con le proprie mani opere d’arte come gli uomini, i cavalli rappresenterebbero immagini di dèi e plasmerebbero statue simili a cavalli, i bovi a bovi, in modo appunto corrispondente alla figura che ciascuno possiede» (Ivi, fr. 15). Monismo e panteismo Leggendo i frammenti del suo poema Sulla natura si ricava la concezione che Senofane aveva della divinità: un essere unico, che però non va considerato, contraddittoriamente, nei termini di quell’antropomorfismo da lui criticato; il dio unico di Senofane non è un essere trascendente, così come concepito dalle teologie occidentale; si tatta di una divinità, che «tutto vede, tutto percepisce, tutto ode» (Sulla natura, fr. 24), ma in stretta relazione con la natura; un dio che non può essere rapportato all’uomo e che, senza essere sottoposto al divenire della natura, determina il movimento e la vita di tutte le cose contingenti. Volendo si può parlare di panteismo, ma in un senso critico ed intelligente, che, come esclude la trascendenza, così esclude l’immanenza; dio è presente nella natura, ma non si confonde con essa. In Senofane assistiamo al tentativo di trasformare il fisicalismo della scuola ionica in una forma di sofisticato razionalismo, che esclude pure ogni forma di gretto antropomorfismo. Per questa sua tesi sulla unicità dell’essere (implicante la stretta relazione tra dio e la natura), spesso si è pensato a Senofane come fondatore della scuola di Elea o, quanto meno, come predecessore di Parmenide; ma non bisogna trascurare che, nel riprendere il naturalismo degli ionici, egli ribadisce un principio fondamentale della scienza moderna, secondo il quale «tutto quanto nasce è soggetto a corruzione» (Ivi, fr. 1). Partendo da questo presupposto della sua fisica, si può comprendere la sua particolare teologia, per cui tutto ciò che accade nel mondo è subordinato all’intelligenza divina. In questo senso, anticipando il tema centrale della filosofia di Anassagora, concepisce dio come nous (νου⌡), ossia come intelligenza che dà vita alla natura; in tal mondo tenta si superare la dicotomia tra unicità e molteplicità, proprio perché sostiene che tutto è uno, pur essendo composto di più parti, che però sono alimentate da questa intelligenza divina che sta dentro il cosmo. Parmenide Vita e opere Anche di Parmenide non si hanno testimonianze concordanti; ad esempio Apollodoro lo vuole nato nel 540, mentre Platone nel 515 a.C.; ma di lui si può dire che certamente nacque e visse ad Elea tra la fine del VI secolo e la prima metà del V secolo a.C.; e che in vita godette di grande fama dentro e fuori la sua città natale. Solo così si spiega che proprio Platone sia rimasto influenzato dalla sua dottri- LA RIVISTA DELLA SCUOLA na, dedicandogli uno dei suoi dialoghi principali (il Parmenide), nel quale addirittura parla di un ipotetico incontro avvenuto ad Atene, intorno al 450 a.C., tra Parmenide molto vecchio e Socrate molto giovane. Se oggi possiamo continuare a parlare di Parmenide, ciò si deve soprattutto a Simplicio che, nel VI secolo d.C., commentando la Fisica di Aristotele, ritenne opportuno riportare ampi brani della sua opera Sulla natura (periŸ fuvsewı); un’opera, già all’epoca di Simplicio, divenuta molto rara, e di cui per fortuna ci sono stati tramandati 19 frammenti per un totale di 154 versi. Si tratta infatti di un’opera scritta in versi (esametri) e non in prosa (usata dagli ionici); la forma poetica, il carattere allegorico e la complessità del suo contenuto rendono il pensiero di Parmenide tra i più interessanti e i più suggestivi dell’antichità, ma pure tra quelli maggiormente soggetti a rischi interpretativi. Allegoria e mito Il poema si apre con un’introduzione nella quale l’autore immagina di essere trasportato su un cocchio dalle Eliadi (le figlie del sole), dal mondo delle tenebre verso il mondo della luce; là dove regna sovrana Dike, dea della giustizia, che sta dinanzi alla porta che separa la notte della terra dal giorno del cielo. Si tratta di un espediente letterario, proprio della poesia dell’epoca, che si serviva di questo tipo di allegoria; Parmenide vi fece ricorso per esprimere concetti e idee su cui ancora oggi discutiamo. La strada, da seguire e seguita da Parmenide, è quella della verità (ajlhvqeia) contrapposta all’opinione (dovxa); si tratta di un percorso che conduce dal mondo umano, contraddittorio e fallace, a quello divino, stabile e inalterabile. L’allegoria del poema è sviluppata attraverso altri artifici: il viaggio dal basso verso l’alto, evidentemente rappresenta il primo simbolo, indicando una linea da seguire progressivamente; le cavalle, che tirano il cocchio lungo questo sentiero (oJdov"), rappresentano le facoltà del ragionamento; le Eliadi (le fanciulle figlie del sole) rappresentano la parte illuminante; la porta, che separa la notte dal giorno, rappresenta il limite tra il mondo dell’opinione (da abbandonare) e il mondo della verità (da perseguire); Dike (dea della Giustizia) rappresenta la garante di questa realtà da scoprire. Spalancandogli la porta e consentendogli il passaggio da una parte all’altra della via, Dike così ammonisce Parmenide: «È pertanto necessario che tu apprenda tutto, tanto il cuore immobile della Verità rotonda, quanto le opinioni dei mortali, in cui non si trova verace certezza. Tuttavia anche questo apprenderai come sia necessario che chi percorra incessantemente tutto il dominio delle esperienze ammetta l’esistenza di ciò che appare [ai mortali]» (Sulla natura, fr. 2). Le tre vie (verità, opinione, verosimile) Quindi le vie indicate sono tre: quella della verità che è propria delle divinità, ma che gli uomini possono scoprire mediante un corretto uso della ragione; quella della opinione che è propria degli uomini, quando si lasciano trascinare dalla fallacia dei sensi, e quella del verosimile, che è pure propria degli uomini e che comunque è il caso di non trascurare allo scopo di comprendere in pieno la prima. Il passaggio dalla notte al giorno avviene attraverso un sentiero (oJdov") che è da intendere come via di ricerca, ossia come metodo (mevqodo") di indagine per cogliere l’essere (ejovn). Il che ha comportato notevoli difficol- 7 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 tà interpretative, perché, in buona sostanza, si è sempre e molto discusso se Parmenide abbia voluto intendere l’essere, come realtà cosmica, secondo una dimensione fisiologica, oppure come categoria logico-metafisica, secondo una dimensione metafisica. In ogni caso i versi di Parmenide consentono di cogliere e di esprimere un senso del discorso su un piano filosofico comune. Egli parte dalla celebre affermazione che si trova nel frammento terzo del suo poema, dove dice che «identico è il pensare e l’esistere». Su questo punto il buon senso, che la dea Dike suggerisce a Parmenide, consente di sottolineare che, qualunque linea interpretativa si voglia assumere su questo concetto della filosofia del caposcuola di Elea, si può essere d’accordo nel sostenere che il pensiero umano non può concepire il non essere, ma solo l’essere; l’identificazione tra pensiero ed essere può essere assunta proprio in questo modo, secondo il quale ogni atto del pensare implica come oggetto pensato l’essere (ει∴ναι) ed esclude il La scuola elea tica nulla (µηδεϖν). Non potrà mai accadere che il pensiero concepisca il nulla, perché il nulla, in quanto tale, non esiste; siccome il pensiero non può pensare ciò che non esiste, ma solo ciò che esiste, se ne deduce che pensare ed essere sono la medesima cosa. Gli attributi dell’essere A questo punto Parmenide passa a definire gli attributi dell’essere. Esso deve risultare «ingenerato», altrimenti deriverebbe o da un altro essere o dal non essere; nel primo caso, ammetteremmo l’esistenza di due esseri, mentre nel secondo caso la derivazione di ciò che è da ciò che non è; tra l’altro in un certo momento risulterebbe non essere stato e da un altro momento in poi risulterebbe essere; in tal senso, oltre che come ingenerato, va concepito come incorruttibile, ossia come ciò che non può mutare nel tempo, altrimenti, nel tempo, acquisirebbe la forma di tanti esseri. «Ne segue, dunque, che esiste realmente ancora una sola rivelazione di via: su questa vi sono ben numerosi segnavie che l’essere è ingenerato e indistruttibile: è, infatti, un tutto nella sua struttura, immobile, privo di fine temporale, poiché non fu, né sarà un tutto di parti unite, ma è soltanto nella sua natura un tutto» (Ivi, fr. 8). Di conseguenza l’essere non ha né un passato né un futuro, ma sempre è in assoluto e non già in termini cronologicamente relativi; esso è immutabile e immobile. L’essere non può risultare divisibile, ma sempre uguale a se stesso; altrimenti implicherebbe la differenza dentro se stesso; «infatti tutto è pieno di essere; perciò è tutto connesso, ché l’essere aderisce all’essere» (Ibidem). Parmenide concepisce l’essere «limitato», di forma sferica, «egualmente pesante dal centro in ogni parte» (Ibidem); se le sue parti fossero diseguali tra di loro, l’essere sarebbe affetto dall’attributo della diseguaglianza. Non ci si stranizzi all’idea di limite e di sfericità, poiché, secondo l’antica concezione della natura, il concetto di perfezione coincideva con quello di limite e di sfera; ciò che è illimitato o infinito risulta pure imperfetto, in quanto solo ciò che è limitato o finito risulta perfetto; a sua volta il concetto di perfezione coincide con quello di sfericità, poiché l’essere, in quanto tale, cioè finito e perfetto, non può che essere compatto e quindi di forma sferica (così come vedremo in Empedocle). A confronto con Eraclito e con gli altri presocratici Leggendo i frammenti di Parmenide, non si può dimenticare che il caposcuola di Elea si muove nel contesto di una fisiologia, anche se già sotto l’influsso del pitagorismo (per essere stato allievo di Aminia), oltre che di Anassimandro e di Senofane. Egli concepisce la natura, partendo dall’esperienza della scuola ionica, ma recependo il carattere della scuola pitagorica, per via dell’allegoria, del misticismo e della mitologia che caratterizzano la sua opera e il suo pensiero. Lo si è considerato filosofo contrapposto a Eraclito, ma il suo modo di pensare è talmente raffinato e profondo, da non potere risultare il prodotto di un antagonismo culturale; ciò evidentemente vale pure per Eraclito, ma in tanto vale per Parmenide, al quale va il merito di avere arricchito ulteriormente la filosofia di questo periodo storico, contribuendo alla nascita di una scuola che, seppure entro i limiti di una concezione aristocratica della società civile, contribuì alla formulazione di buone leggi della città di Elea. La sua concezione dell’essere, come di una realtà unica, ha fatto molto discutere per tutta la storia della filosofia. Ma, ciò che può sorprendere, è che la sua tesi sull’unicità dell’essere viene problematizzata già a partire dal suo allievo più fedele, Zenone. La fortuna di Parmenide La filosofia di Parmenide è molto presente nella Scienza della logica di Hegel, che l’ha assunta soprattutto nel primo libro, specificamente dedicato alla logica dell’essere, per quel che riguarda appunto il problema del cominciamento, posto ad apertura della sua opera, che così risulta imperniata proprio sulla categoria dell’essere indeterminato. «Furono gli Eleati i primi ad enunciare il semplice pensiero del puro essere, soprattutto Parmenide, che lo enunciò come l’Assoluto e come l’unica verità, e ciò, nei frammenti di lui rimastici, col puro entusiasmo del pensiero, che per la prima volta si afferra nella sua assoluta astrazione: soltanto l’essere è, e il nulla non è punto» (W.F.G. Hegel, Scienza della logica, Laterza, Bari 1968, vol. I, pagg. 71-2). Passando alla filosofia del secolo XX, non si può trascurare Heidegger che morì nel 1976, leggendo i presocratici e, tra questi, soprattutto Parmenide, proprio per il problema dell’essere, considerato il fondamento, oltre che logico, metafisico di una filosofia contemporanea che deve riscoprire le proprie radici nella filosofia greca. Nella sua opera principale, in Essere e tempo, pubblicata nel 1927, ancor prima che in Platone e in Aristotele, Heidegger intravede in Parmenide il fondatore della metafisica occidentale, avendo concettualizzato il problema dell’essere che, pur risultando «il più oscuro di tutti», rappresenta la base della verità che l’uomo deve perseguire, così come Parmenide ci ha suggerito metaforicamente, ad apertura del suo poema con la figura della dea Dike che gli apre la porta, per introdurlo nel mondo della luce. La verità (αϕληϖθεια) coincide con il disvelamento dell’essere che si nasconde dietro l’ente; sic- LA RIVISTA DELLA SCUOLA ché, nel richiamarsi a Parmenide, Heidegger sottolinea che «l’essere è ciò che si manifesta alla visione intuitiva pura: solo questo vedere scopre l’essere» (M. Heidegger, Essere e tempo, UTET, Torino 1969, pag. 273). Zenone di Elea Vita e opere Come Parmenide, Zenone nacque e trascorse la sua vita ad Elea; probabilmente era più giovane di circa venticinque anni e visse nel corso del V secolo a.C.; sebbene non sia da escludere che abbia viaggiato molto (recandosi persino in Grecia), egli rappresenta una figura tipica della scuola di Elea, dove, succedendo al maestro nella guida, rappresentò uno stadio più avanzato e, per certi versi, più problematico dell’eleatismo. Della sua opera Sulla natura (περι; φυϖσεω∀), scritta in prosa, ci sono stati tramandati solo alcuni frammenti prevalentemente rivolti ad una critica serrata contro la tesi sulla molteplicità dell’essere e contro la tesi sul movimento. Infatti anche se da Aristotele fu considerato l’inventore della dialettica, dallo stesso Aristotele fu pure considerato pensatore di poco conto, che in effetti si sarebbe limitato a sostenere la tesi del maestro (sulla unicità dell’essere), confutando quella dei suoi avversari e denigratori che sostenevano la tesi contraria (sulla molteplicità dell’essere). Platone lo definì il «Palamede eleatico», chiarendo comunque che non si trattava di un ripetitore pedissequo della tesi del maestro, ma di un acuto filosofo, che metteva in ridicolo i sostenitori della molteplicità, dimostrando che da tale tesi (sulla molteplicità) derivavano più difficoltà di quante ne potessero derivare dalla tesi di Parmenide sulla unicità. «Infatti Zenone dimostrava che la medesima cosa sarebbe stata simile e dissimile, eguale e diseguale, e che ne sarebbe seguito assolutamente intero l’annientamento dell’ordine del reale e un disordinato sconvolgimento del tutto» (Fedro, 261d). In effetti, a ben leggere le argomentazioni del suo scritto, si ricava l’impressione che ci si trova di fronte ad un pensatore intelligente ed originale, che, se non prende le distanze dal maestro, quanto meno, va oltre, anticipando di molti secoli le problematiche che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, saranno riproposte con la scoperta del calcolo infinitesimale e la elaborazione della teoria degli insiemi. Aporie e dialettica Zenone non intese negare la molteplicità dell’essere e, di conseguenza, il movimento, bensì porre un problema fisico, che implicava risvolti di natura logica e matematica. Il movimento comprende, non solo la molteplicità, ma pure il cambiamento; per cui non si tratta di negare il movimento che osserviamo con i nostri sensi, ma di spiegarlo epistemicamente. Non a caso, secondo Popper, Zenone si sarebbe chiesto: «Come è possibile il mutamento, possibile, cioè, da un punto di vista logico? Come può una cosa mutare, senza perdere la propria identità? Se rimane la stessa, non muta; e se perde la propria identità, non è più quella cosa che è mutata» (K.R. Popper, Ritorno ai Presocratici, in Congetture e confutazioni, Il Mulino, Bologna 1972, pag. 246). I suoi discorsi (λοϖγοι) erano svolti in modo pungente e polemico; partendo da una ipotesi, 8 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 venivano sviluppate considerazioni sulla sua legittimità logica e sulla ipotesi contraria; ad esempio, nella seconda parte del Parmenide, Platone dà l’impressione di recepire il metodo dialettico dalle argomentazioni contenute nell’opera di Zenone, affidando al personaggio Parmenide il compito di discutere dell’essere e non essere. Tali discorsi si rivelano delle vere e proprie aporie, ossia paradossi, in quanto si tratta di argomentazioni che conducono a delle ipotesi finali, solo apparentemente assurde; come nel caso, appunto, della tesi sulla molteplicità dell’essere e sul movimento. Le aporie sulla molteplicità Sulla molteplicità dell’essere ci sono pervenuti quattro argomenti, tutti quanti imperniati sulla tesi «se vi sono molte cose» (ειϕ πολ− λαϖ εϕστι). Partendo da tale ipotesi sulla molteplicità, l’essere, sotto l’aspetto della grandezza, dovrebbe risultare, ad un tempo, infinitamente piccolo e infinitamente grande; La scuola elea tica sotto l’aspetto del numero, finito e infinito; inoltre, se tutto ciò che esiste sta nello spazio, anche lo spazio dovrebbe stare in un altro spazio e così via all’infinito; il quarto argomento sulla molteplicità è relativo al rumore prodotto da un moggio di grano, quando invece il singolo granello non produce alcun rumore; più precisamente l’obiezione riguarda l’azione prodotta da una massa, a differenza dell’azione prodotta da ogni sua singola parte. Le aporie sul movimento Contro il movimento ci sono pervenuti pure quattro argomenti. Il primo è riferito alla freccia che si muove da un punto A ad un altro punto B; in questo caso il movimento non troverebbe spiegazione né logica né matematica, perché, prima di pervenire da A a B, ciò che si muove dovrebbe pervenire a C, ossia ad un punto intermedio tra A e B; seguendo tale procedimento, si presuppone una scomposizione all’infinito del segmento AB che, pur essendo composto da una serie infinita di punti, dovrebbe essere percorso in un tempo finito; evidentemente si tratta di una ipotesi paradossale di tipo logico-matematico, perché nella realtà la freccia si sposta da A e raggiunge B. Tale aporia può essere così esemplificata e raffigurata A--------------------C--------------------B Russell ha dato una soluzione alle presunte aporie di Zenone sul movimento, riferendosi soprattuto a questo primo argomento, secondo il quale è da supporre che, tra i due limiti estremi, aritmeticamente assunti con i numeri 0 e 1, bisogna presupporre una variabile x, che può acquisire tutti i valori intercorrenti tra 0 e 1. La classe dei valori, che può acquisire la variabile x, è costituita da un tutto infinito le cui «parti non sono logicamente anteriori ad esso» (B. Russell, I principi della matematica, Longanesi, Milano 1963, pag. 486), giacché il tutto non solo è costituito da una serie di parti, ma non sussisterebbe se ad esso venisse meno una sola delle sue parti. Il secondo argomento è quello di Achille e la tartaruga che, seguendo il medesimo ragiona- mento del primo, non consentirebbe di spiegare il movimento, qualora i due contendenti nella corsa (il veloce Achille e la lenta tartaruga) si trovassero su due punti diversi (l’uno più avanti dell’altro) su due linee parallele; nell’istante in cui Achille va da un punto all’altro, la tartaruga va pure da un punto all’altro, senza che il primo possa raggiungere e superare la seconda; in questo caso ci troveremmo di fronte ad una ipotesi paradossale, se non facessimo ricorso alla spiegazione logico-matematica data al primo paradosso, perché in effetti Achille è più veloce della tartaruga. L’aporia può essere così raffigurata Achille A’-A”--------------------------------------Tartaruga A’-A”---------------------------------Il terzo argomento è riconducibile pure al primo ed è riferito ad una freccia che, in un determinato istante, si trova su di un determinato punto; in questo caso l’ipotesi prevede la situazione paradossale di ritenere la freccia simultaneamente in quiete e in movimento. Dallo schema si evince che un corpo, considerato in un medesimo istante, relativo ad un determinato punto, potrebbe trovarsi sia in quiete che in movimento, in quanto da A è già passato in B, ma da B non è passato in C; quindi, pur non negando il passaggio da un punto ad un altro, in un determinato istante, su un punto specifico, si troverebbe, oltre che in movimento, pure in quiete Freccia A---------------B---------------C Il dato, solo apparentemente paradossale, è stato chiarito dallo stesso Platone che, nel Parmenide (specificamente nella terza ipotesi esposta nella seconda parte del dialogo per bocca dello stesso Parmenide), considera che l’uno nel medesimo istante partecipa dell’essere e del non essere. Esponendo la famosa terza ipotesi sull’unicità dell’essere, nel Parmenide, sull’uno in relazione al tempo, Platone dice che l’uno, nel contempo sta in quiete e si muove è; sicché, riprendendo le argomentazioni, più che di Parmenide, di Zenone, mediante il personaggio-Parmenide, prosegue, sottolinenando che l’istante (εϕξαιϖφνη⌡) possiede una strana natura, tale da costituire il limite spazio-temporale, nel quale l’uno è e non è, ovvero si trova in quiete e in moto; «questa natura dell’istante è qualche cosa di assurdo che giace fra la quiete e il moto, al di fuori di ogni tempo, e così verso l’istante e dall’istante ciò che si muove si muta nello stare e ciò che sta si muta nel muoversi» (Parmenide, 156 d-e). Il quarto argomento si riferisce a due masse che si muovono in senso contrario, l’uno verso l’altro su due linee, parallele ad una terza linea dentro uno stadio. Apparentemente le due masse dovrebbero coprire il medesimo percorso in un medesimo arco di tempo; muovendosi l’una verso l’altra e viceversa, accade che le due masse si trovino l’una di fronte all’altra con una velocità doppia, apparentemente determinata dal loro senso contrario di marcia. Anche in questo caso lo schema grafico aiuta a comprende il fondamento logico e matematico dei presunti paradossi del filosofo di Elea ----------------------------------------------------------------------------------------- 9A RIVISTA DELLA SCUOLA La fortuna di Zenone Abbiamo già accennato al fatto che Zenone di Elea, sia presso gli antichi che presso i moderni, ha rappresentato una sorta di Giano bifronte; ora considerato semplicemente il fedele allievo del maestro, ora il prosecutore intelligente delle tematiche, poste da Parmenide, sino al punto di impegnare pensatori come Platone nell’antichità e come Russell nella contemporaneità. A tal proposito basti ricordare il dibattito avviatosi in Francia alla fine dell’Ottocento con Renouvier Evellin, Dunan, Brochard e, nella Revue de Méthaphysique et de Morale, a partire dal 1893; per non dire del contributo dato da Russell con la pubblicazione, nel 1903, de I principi della matematica. Melisso Vita e opere Melisso fu coetaneo o poco più giovane di Zenone, essendo vissuto (anno più anno meno) intorno al V secolo a.C.; ma, pur essendo stato coetaneo e condiscepolo di Zenone, risulta nativo di Samo (cioè di una delle città della Ionia), da dove dovette emigrare per ragioni politiche, dopo la caduta del regime aristocratico, di cui faceva parte o che addirittura rappresentava. L’anno di riferimento, della sconfitta della città di Samo da parte di Atene, è il 442 a.C.; Melisso addirittura guidava la flotta samiense contro quella ateniese e fu artefice di una momentanea battaglia navale. Della vita di Melisso si hanno comunque poche notizie sopratutto in ordine al periodo successivo all’anno 442; probabilmente riprese a viaggiare, così come aveva fatto precedentemente alla sua esperienza politica e militare, entrando a contatto con la Scuola di Elea (sia con Parmenide che con Zenone), senza però farne parte organicamente. Ci troviamo di fronte ad un pensatore solitario, sebbene il suo scritto Sulla natura o sull’essere riprenda chiaramente le problematiche elaborate da Parmenide sulla tesi relativa all’unicità dell’essere. L’essere infinito e incorporeo All’essere parmenideo egli riconosce alcuni attributi (uno, finito, eterno, uguale, immutabile, inalterabile, impassibile, immobile, pieno), che avrebbe sottoscritto lo stesso caposcuola di Elea; egli aggiunge quelli di infinito (α[πειρον) e di incorporeo (αϕσωϖµατο∀). Il primo attributo di infinito sembra affermato in contrapposizione a quello di finito, riconosciuto all’essere da Parmenide; ma in effetti si tratta di un attributo elaborato proprio per ribadire la tesi parmenidea sul fatto che l’essere, nel tempo, non muta e non si altera e risulta senza principio e senza fine; sicché deve essere concepito pure infinito, a meno che non si voglia presupporre che provenga dal nulla. Lo definisce incorporeo, associandolo all’attributo di infinito, perché ciò che è infinito risulta privo di corpo finito, cioè immediatamente palpabile o visibile; quindi infinito e incorporeo risultano omonimi, in quanto sono riferiti ad un essere che non ha né confini né limiti predeterminati; tale essere, non essendo soggetto al cambiamento, risulta un tutto sempre uguale a se stesso, che era e sempre è, nel senso che sfugge al flusso del continuo divenire. L’avere presupposto la formula dell’eterni- 9 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 tà dell’essere (che ritroveremo nella teologia cristiana), consente di considerarlo come pensatore che ripropone problematiche antiche, arricchite però di nuovi contenuti che suggeriscono di riflettere sullo scambio culturale esistente tra la filosofia dell’Asia minore e quella della Magna Graecia (in questo caso tra la scuola ionica e quella eleatica). Tra l’altro Melisso non accetta la presunta dicotomia esi- La scuola elea tica stente tra ragione e sensi (tra verità e opinione), perché solo la ragione consente all’uomo di cogliere la realtà nel suo vero essere, al di là delle apparenze, che suggeriscono ai sensi il cambiamento continuo (sia quantitativo che qualitativo) della realtà. Anche se non vi sono stati rapporti diretti con i successivi filosofi pluralisti, senza dubbio Melisso, seppure indirettamente e senza volerlo, anticipa la nuova visione che della natura viene elaborata sia dal pluralismo di Empedocle e di Anassagora sia dall’atomismo di Leucippo e Democratico. F.N. Bibliografia Sui filosofi presocratici non si può fare a meno di ricordare la raccolta dei frammenti curata da H. Diels e W. Kranz: I frammenti dei presocratici (Die Fragmente der Vorsokratiker, Berlin 1903) furono inizialmente pubblicati dal solo Diels; dopo varie edizioni (1906-10,1912), l’ultima fu curata pure da Kranz (Berlin 1922) ed è quella alla quale ci si richiama, ancora oggi, nell’utilizzo delle fonti. La prima edizione italiana è stata pubblicata con il contributo di vari studiosi di filosofia antica (G. Giannantoni, R. Laurenti, A. Maddalena, P. Albertelli, V.E. Alfieri, M. Timpanaro Cardini) dalla Casa Editrice Laterza (Bari 1969). Tra le testimonianze degli antichi risulta esemplare quella di Diogene Laerzio (erudito greco, vissuto nel III secolo d.C.), autore delle Vite dei filosofi (Laterza, Bari 1976; I edizione, 1962), in dieci libri che trattano dai primordi della filosofia ellenica (gli ionici) alle origini dell’età ellenistica (Epicuro). Per uno studio della storia della filosofia greca esistono tante opere che costituiscono dei veri e propri classici: La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico di E. Zeller, pubblicata a Lipsia nel 1892; l’edizione italiana, curata da R. Mondolfo, è stata pubblicata, a partire dal 1938, da La Nuova Italia di Firenze. Tra gli altri autori di storie della filosofia antica si possono ricordare: T. Gomperz, Pensatori greci, Lipsia nel 1896; tr. it., La Nuova Italia di Firenze a partire dal 1933; E. Hussey, I presocratici (del 1972; tr. it., Mursia, Milano 1977); L. Robin, Storia del pensiero greco, (del 1951; tr. it., Einaudi, Torino 1951); G. Reale, vol. I, I problemi del pensiero antico dalle origini ad Aristotele (Celuc, Milano 1972); F. Adorno, La filosofia antica, Feltrinelli, Milano 19….. ; J.P. Vernant, Mito e pensiero presso i Greci, (del 1965; tr. it., Einaudi, Torino 1970). Per una lettura diretta dei frammenti dei singoli presocratici e dei relativi commenti svolti dai vari specialisti della materia, rimane sempre attuale la “Biblioteca di Studi Superiori” di “Filosofia antica”, avviata intorno al 1950 da La Nuova Italia di Firenze, sotto la direzione di R. Mondolfo con la collaborazione di M. Untersteiner. Sugli Ionici (Talete, Anassimandro, Anassimene) il volume è stato curato da A. Maddalena (Firenze 1970; I edizione, 1963). Su Eraclito il volume è stato curato da R. Mondolfo e L. Tarán (Firenze 1972). Sui Pitagorici i tre volumi sono stati curati da M. Timpanaro Cardini; il primo volume riguarda Pitagora, Alcmeone e altri pitagorici minori (Firenze 1969; I edizione, 1958); il secondo volume riguarda Filolao, Archita ed altri (Firenze 1969; I° edizione, 1962); il terzo volume riguarda il catalogo di Giamblico e di Porfirio ed altre testimonianze, tra cui quella di Aristosseno (Firenze 1973; I edizione, 1964). Sugli Eleati sono stati pubblicati quattro volumi, specificamente dedicati a Senofane (a cura di M. Untersteiner; Firenze 1967; I° edizione, 1956), a Parmenide (a cura di M. Untersteiner; Firenze 1967; I edizione, 1958), a Zenone (a cura di M. Untersteiner; Firenze 1970; I edizione 1963), a Melisso (a cura di G. Reale; Firenze 1970). Su Empedocle il volume è stato curato da C. Gallavotti (Arnaldo Mondadori Editore, Milano 1975); risulta inserito nella collana della Fondazione Lorenzo Valla, dedicata ai classici dell’età antica e medievale, realizzata in analogia alla Biblioteca di Studi Superiori de La Nuova Italia di Firenze. Il volume, curato da C. Gallavotti, offre una diversa interpretazione di quella che ne aveva dato ad inizio del Novecento E. Bignone, il cui testo su Empedocle era stato pubblicato a Torino (1916) e poi ristampato a Roma (1963). Su Anassagora il volume è stato curato da D. Lanza nella Biblioteca di Studi Superiori de La Nuova Italia (Firenze 1966). Sugli Atomisti (Leucippo e Democrito) dobbiamo risalire al volume curato da V.E. Alfieri (Laterza, Bari 1936), ripreso in Atomos Idea. L’origine del concetto dell’atomo nel pensiero greco (La Nuova Italia, Firenze 1953). Franck Snaldy1041925 LA RIVISTA DELLA SCUOLA 10 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Valutazione Docenti Nota 20 aprile 2016, AOODGOSV 4370 il MIUR avvia un pr imo monitor a g g io sulle a tti vità dei Comita ti di Valutazione e sull’utilizzo del Bon us Il monitoraggio avverrà attraverso tre schede: • La composizione del Comitato di valutazione: 6 aprile – 6 maggio 2016 • La definizione dei criteri per la valorizzazione del merito: 26 aprile – 6 maggio 2016 • L’utilizzo del bonus: 20 giugno – 31 agosto 2016 Con la Nota 27 aprile 2016, AOODGOSV 4542, il MIUR ha chiarito che: • le prime due schede di monitoraggio (la composizione del Comitato e la definizione dei criteri) resteranno regolarmente aperte e ogni dirigente scolastico le compilerà nel momento in cui avrà a disposizione tutte le informazioni richieste; • la prima rilevazione sulla compilazione delle schede avverrà il 6 di Maggio (come indicato nella nota), le altre rilevazioni avverranno a seguito con cadenza settimanale e fino al 31 di Agosto, data ultima della chiusura definitiva del monitoraggio. Il Comitato per la Valutazione dei Docenti è istituito ai sensi dell’art. 1, c. 129, Legge 107/2015 che sostituisce l’art. 11 del D.lvo 297/1994: Art. 11 (Comitato per la valutazione dei docenti) • Presso ogni istituzione scolastica ed educativa è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il comitato per la valutazione dei docenti. • Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti: a) tre docenti dell’istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; c) un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. • Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base: a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale. • Il comitato esprime altresì il proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo. A tal fine il comitato è composto dal dirigente scolastico, che lo presiede, dai docenti di cui al comma 2, lettera a) , ed è integrato dal docente a cui sono affidate le funzioni di tutor. • Il comitato valuta il servizio di cui all’articolo 448 su richiesta dell’interessato, previa relazione del dirigente scolastico; nel caso di valutazione del servizio di un docente componente del comitato, ai lavori non partecipa l’interessato e il consiglio di istituto provvede all’individuazione di un sostituto. Il comitato esercita altresì le competenze per la riabilitazione del personale docente, di cui all’articolo 501. da TESTO UNICO, FAQ MIUR e Nota 19 aprile 2016, AOODPIT 1804: • Costituzione: “l’organo collegiale è validamente costituito anche nel caso in cui non tutte le componenti abbiano espresso la propria rappresentanza” (art. 37, c. 1, D.lvo 297/94). • Convocazione e Verbalizzazione: la convocazione del Comitato spetta al Dirigente Scolastico, che lo presiede. Il Presidente affida ad uno dei componenti il compito di redigere sintetico verbale della seduta. • Attività del Comitato: individuazione dei criteri per la valorizzazione della professionalità docente prodromici alla successiva attività del Dirigente Scolastico. • Attività del Dirigente Scolastico: individuazione dei destinatari e assegnazione del bonus sulla base dei criteri espressi dal Comitato nonché “sulla base di una motivata valutazione” (art.1, c. 127, Legge 107/15). • Validità sedute: le sedute del Comitato sono valide con la presenza della sola maggioranza dei suoi componenti effettivamente nominati (quorum strutturale). • Deliberazioni e Votazioni: per quanto attiene al quorum deliberativo “le deliberazioni sono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi, salvo che disposizioni speciali prescrivano diversamente” (art. 37, c. 3, D.lvo 297/94). “La votazione è segreta solo quando si faccia questione di singole persone” (art. 37, c. 4, D.lvo 297/94). Gli eventuali astenuti o le schede bianche/nulle (nei casi di votazione a scrutinio segreto) non concorrono a determinare il quorum deliberativo. In caso di parità, prevale il voto del presidente. • Destinatari: tutti i Docenti di ruolo in dotazione organica. • Distribuzione: il fondo dovrà essere utilizzato non attraverso una generica distribuzione allargata a tutti e nemmeno, di converso, attraverso la destinazione ad un numero troppo esiguo di Docenti. • Comunità scolastica: è opportuno che venga attivato un coinvolgimento della comunità scolastica nel suo complesso. Bonus docenti, al via monitoraggio e attività di supporto alle scuole Dal 26 aprile disponibile piattaforma dedicata ai Comitati di valutazione Al via il monitoraggio e le attività di supporto alle scuole in vista della distribuzione del bonus per la valorizzazione del merito dei docenti. Quest’anno, per la prima volta, grazie alla legge ‘Buona Scuola’ gli istituti scolastici saranno dotati di un budget – una media di 23.000 euro ciascuno – da distribuire fra gli insegnanti che si sono distinti per la loro capacità di innovare la didattica, di potenziare le competenze degli studenti, per il contributo dato al miglioramento della comunità scolastica. Nei giorni scorsi il Ministero ha inviato alle scuole una circolare con alcuni approfondimenti relativi alle modalità di erogazione del bonus e alla composizione dei Comitati di valutazione. é stato specificato, ad esempio, che il bonus non potrà essere assegnato a tutti i docenti ma neppure attribuito ad una cerchia troppo ristretta di insegnanti, nell’ottica di una reale valorizzazione del merito. “Quella del bonus è una novità assoluta per il nostro Paese – ricorda il Ministro Stefania Giannini – per la prima volta disponiamo di uno strumento concreto di valorizzazione ulteriore del lavoro dei docenti. Con la Buona Scuola abbiamo destinato a questo scopo risorse aggiuntive, 200 milioni all’anno che rappresentano un investimento sulla qualità, uno strumento per dare un riconoscimento in più a quei docenti che, secondo il giudizio della loro comunità scolastica, meritano di essere particolarmente valorizzati”. Data la novità assoluta del bonus il Ministero ha deciso di avviare un monitoraggio attraverso tre schede di rilevazione per conoscere la composizione finale dei comitati di valutazione, quali criteri si stanno dando le scuole per valorizzare i docenti, le modalità di distribuzione del bonus. Il monitoraggio servirà anche ad individuare buone pratiche da condividere attraverso una specifica piattaforma. Viene infine messo a disposizione delle scuole un ambiente on line, disponibile dal 26 aprile, per offrire supporto ai Comitati di valutazione in questa prima fase di attuazione. La Salita Rocciosa Liriche e racconti con nota critica di Bruno Maier, pagg. 120, Euro 7,75, Milano, 1997 LA RIVISTA DELLA SCUOLA 11 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Valutazione Dirigenti Nota min. 6 maggio 2016 Direttiva sulla valutazione dei Dirigenti scolastici C ome pre previsto dall’art. dall’art. 1, cc . 9394, della Leg Leg g e 107/15, la valu valu tazione dei dirig dirig enti scolastici è eff eff ettua ta dal Nuc leo per la Valutazione dei Dirig Dirig enti scolastici (art. (art. 25, c . 1, D .Lvo .Lvo 165/01) ed è: • coerente coerente con l’incarico l’incarico triennale triennale e con il prof ilo prof essionale,, profilo professionale • connessa alla retr retr ibuzione ibuzione di r isultato. isultato. Nell’individuazione Nell’individuazione degli degli indicator indicatorii per la valutazione valutazione del dirig dirig ente scolastico si tiene conto: • del contrib uto del dir ig ente al perse gui contributo persegui mento dei risulta ti per il miglioramento risultati miglioramento del servizio servizio scolastico pr evisti nel RAV RAV (DPR 80/13), in coerenza coerenza con le disposi zioni conten ute nel D .Lvo .Lvo 150/09, • dei seguenti seguenti criter criterii g ener ali: a) competenze competenze g estionali ed org org anizza tiv tiv e finalizza te al ra ra g g iung imento dei risulta risulta-ti, cor r ettezza, traspar traspar enza, eff efficienza ed eff efficacia dell’azione dirig dirig enziale , in rela rela-zione agli agli obiettivi obiettivi assegna assegna ti nell’incari nell’incari co triennale; triennale; b) valor valor izzazione dell’impegno dell’impegno e dei mer iti prof essionali del per sonale dell’iprofessionali dell’istituto, sotto il prof ilo individuale profilo individuale e negli negli ambiti colleg colleg iali; c) a pprezzamento io oper a to pprezzamento del propr proprio all’inter no della com unità prof essionale e professionale sociale; d) contrib uto al miglioramento contributo miglioramento del suc cesso for mati tiv v o e scolastico degli forma degli studen ti e dei processi processi org org anizza tivi tivi e dida ttici, nell’ambito dei sistemi di autov autovalutazioalutazione , valutazione e rendicontazione rendicontazione sociale; e) dir ezione unitaria unitaria della scuola, promo promo zione della partecipazione partecipazione e della collacollaborazione borazione tra tra le div div er se componenti della com unità scolastica, dei ra ra ppor ti con il contesto sociale e nella rete rete di scuole . Giannini: “Finalmente “Finalmente un sistema per valo valo-r izzarli izzarli e incentiv incentivare are il miglioramento” miglioramento” Le competenze competenze gestionali gestionali e amministra amministra titive , la capacità izzaree il personale capacità di valor valorizzar personale scolastico, l’appr ezzamento del loro l’apprezzamento loro opera opera to da parte parte della comunità comunità scolastica. Sono alcuni dei criter criterii in base ai quali, a partir partiree da settembre ti i dirig enti settembre , saranno saranno valuta valutati dirigenti scolastici. “Dopo anni di attese attese,, r invii invii e sperimenta sperimenta-zioni finalmente finalmente si parte parte.. Con la Buona Scuola ab enti scolastiab biamo messo i dirig dirigenti scolastici al centro centro di un preciso preciso pro pro g etto cultura cultura le che izza l’autonomia scolastica. che valor valorizza Abbiamo Abbiamo dato dato a quelli che che una volta volta si c hiamav hiamavano presidi presidi più strumenti strumenti per poter lav bilità. Per lavorar oraree e più responsa responsabilità. Per questo è necessario vare necessario atti attiv are un sistema og og g ettiv ettivo e traspar ente di valutazione trasparente valutazione del loro loro opera opera to c he pre preveda incentivi incentivi crescenti crescenti per chi chi ra ra g g iunge iunge gli obiettivi obiettivi di miglioramento miglioramento della propr ia scuola”, spieg propria spiega il Ministro Ministro Stefania Stefania Giannini. Ogg va sulla valutazione Ogg i la diretti direttiv valutazione dei diri diri g enti scolastici è stata stata illustra illustra ta al Miur alle Org ma-Organizzazioni Sindacali e sarà fir firma ta nei pr ossimi g ior ni dal Ministr o dell’Istruzione dell’Istruzione dopo il va va glio del Consiglio Superior Superioree della Pubb Pubb lica Istruzione Istruzione.. Di valutazione dei dirig enti si parla dirigenti parla dal 2000, sono state state fa fa tte alcune sperimentazioni sperimentazioni negli negli anni successivi, successivi, ma il sistema non è mai concretamente concretamente partito. partito. Cosa accadrà con la n uov uova dir ettiv ettiva? Quando fir meranno anno il loro firmer loro contra contra tto, in a g osto, i dirig enti scolastici tro dirigenti troveranno eranno inseriti inseriti in questo documento gli obiettivi obiettivi di miglioramento miglioramento che che saranno saranno di tre tre tipi: ci saranno ali individua ti dal saranno obiettivi obiettivi gener generali individuati Ministero, Ministero, obiettivi obiettivi leg lega ti alle specificità specificità del terr ti dagli terr itorio itorio individua individuati dagli USR e obietobiettivi tivi specifici specifici sulla scuola che che deri deriveranno eranno dal RAV to di autov RAV (il Rappor Rapporto autovalutazione) dell’istituto che ente dovrà che il dirig dirigente dovrà guidare guidare . Il RAV RAV è il documento che che dal 2015 le scuole compilano per darsi darsi una ‘voto’ ‘voto’ sulle cose fa ità di sviluppo fa tte e fissar fissaree le prior priorità per gli anni successivi. successivi. Un apposito leo di esperti apposito nuc nucleo esperti compilerà la valutazione dei dirig enti con un esito che dirigenti che potrà andare andare dal mancato mancato ra ra g g iungimento iungimento degli degli obiettivi obiettivi al completo ra ra g g iungimento iungimento c he cor r isponderà ad una valutazione valutazione ‘eccellente’. L’esito L’esito della valutazione valutazione sarà utilizzato ibuzione uzione di risulta to utilizzato per la retr retrib risultato dei dirig enti. La valutazione erà dirigenti. valutazione si svolg svolgerà con cadenza annuale annuale.. In caso di valutazio valutazio-ne neg ente sarà supporta to nega tiv tiva il dirig dirigente supportato dall’Usr nel miglioramento io miglioramento del propr proprio lav vo lavoro. oro. Sono pre previsti casi di non rinno rinnov del contra contra tto presso presso la scuola aff affidata idata al dirig ente solo in caso di responsa bilità dirigente responsabilità dirig enziali gr dirigenziali gr avi, come già già stabilito stabilito dal decreto vo 165 del 2001. decreto leg leg islati islativ “La valutazione enti ha come valutazione dei dirig dirigenti obiettiv obiettivo principale principale – conclude conclude il Ministro Ministro – la loro essionale e, loro crescita crescita prof professionale e, di conseconseguenza, il miglioramento miglioramento della comunità comunità scolastica in cui operano. operano. È la prima prima volta volta che il nostro onta concretamente nostro Paese Paese affr affronta concretamente tale percor so che percorso che,, secondo gli obiettivi obiettivi di questo Gov Governo, erno, porterà porterà ad una ver veraa attua attua-zione dell’autonomia scolastica, per troppo troppo tempo attesa ta fino attesa e mai realizza realizzata fino in fondo”. Per richiedere i volumi delle collane “Aggiornarsi” e “Scuola Duemila” collegarsi al nostro sito www.girgenti.it LA RIVISTA DELLA SCUOLA Annata XXXVII - 2015-2016 sono usciti - n. 1 - settembre 2015 Piano straordinario di assunzioni di personale Corso di formazione per dirigenti Approvato lo Statuto dell’Invalsi - n. 2 - ottobre 2015 Acquisizione del piano assunzionale Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione Anmagrafe nazionale degli studenti - n. 3 - novembre 2015 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione (terza e quarta parte) Esami di Stato (maturità) Limite nelle retribuzioni agli statali - n. 4 - gennaio 2016 Pensione/Domande entro il 22 gennaio Piano triennale dell’offerta formativa Conferimento incarichi extraistituzionali Iscrizione degli alunni alle scuole - n. 5 - febbraio 2016 Prossimo il concorso per docenti Razionalizzazione e accorpamento delle classi di concorso - n. 6 - marzo 2016 Concorso per per titoli ed esami per il personale docente Regolamento per le classi di concorso Le tabelle allegate al riordino Le Colonie della Magna Grecia - n. 7 - aprile 2016 Visite guidate e viaggi d’istruzione Concorsi ata Formazione docenti neoassunti - n. 8 - maggio 2016 Esami di maturità Modalità organizzative Concorso docenti: prova computarizzata ----------------------Per l’abbonamento annuo sostenitore di 30,00 euro: versamenti in conto corrente postale 13554209 intestato a La Rivista della Scuola - Milano AG/09 - euro 10,33 - richiedetelo LA RIVISTA DELLA SCUOLA 12 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Pedagogia, psicologia, sociologia / appunti per la preparazione ai concorsi L’ippoter a pia e i pr ob lemi psicolo g ici de gli adolescenti ======== di ANTONIO Un’esperienza sul campo I ppoterapia è un termine che deriva da due termini greci: ippos che significa cavallo e terapia che significa cura; etimologicamente il termine Ippoterapia sta quindi a significare cura mediante il cavallo, rivolta ai soggetti portatori di handicap fisico e psichico. Per molti versi è ancora misterioso e sconosciuto il modo in cui l’ippoterapia abbia questa funzione, ma in effetti costituisce una forma di terapia, non solo nei confronti dei disabili, ma anche nei confronti dei giovani disagiati. Di solito il cavallo è visto come un atleta legato al mondo dello sport nelle varie discipline dell’equitazione, del trotto, del galoppo, del salto, del polo, del turismo equestre. In effetti il cavallo non è solo un agonista utile all’uomo, per praticare determinate discipline sportive; il cavallo è pure funzionale alla terapia riabilitativa e al recupero dei ragazzi disabili. L’ippoterapia è una terapia strettamente vicina all’equitazione, non nella sua forma agonistica delle varie discipline, ma come sport di base. A questo proposito è opportuno tenere presente come si accudisce un cavallo, per potere comprendere il tipo di rapporto che si stabilisce tra l’uomo e questo animale in particolare. II cavallo si accudisce tenendo conto di alcune sue particolari esigenze: bisogna tenerlo in una scuderia che abbia dei box muniti di lettiera composta da truciolato o paglia che vengano pulite tutti i giorni; l’alimentazione composta da due pasti giornalieri, deve essere a base di foraggi come avena, orzo e fieno; è necessario muovere il cavallo almeno una volta al giorno per due ore, compresa la pulizia, prima e dopo l’allenamento. Di notevole importanza è il rapporto uomocavallo nella fase di preparazione all’attività, come nel caso del sellaggio, che consiste nel mettere la testiera e la sella, e il dissellaggio alla fine dell’addestramento; per tale motivo si parla di binomio tra cavaliere e cavallo cioè tra due esseri viventi. Nell’ippoterapia si fa leva su questo rapporto affettivo che si stabilisce tra l’uomo e il cavallo; il cavallo comprende il rapporto che ha con il cavaliere, anche quando si tratta di un soggetto giovane o portatore di handicap; infatti, nonostante la sua portata che può ammontare a cinquecento o seicento chilogrammi, è da sottolineare la docilità del cavallo il quale stimola il disabile contribuendo a ridurre il livello di handicap fisico o psichico da cui è affetto. II disabile non deve diventare un agonista; deve invece ricevere stimoli attraverso questo rapporto particolare che si stabilisce di volta in volta con questo animale, così intelligente e sensibile. Certamente il portatore di handicap non è in grado di padroneggiare il cavallo da solo; se non è in grado di controllare il suo corpo, da solo, non può controllare un altro essere vivente, cui conferire determinati comandi. Perciò FUNDARÒ ======== ha bisogno dell’assistenza di un artiere ippico, che accudisca il cavallo, e di un istruttore di equitazione avere indicazioni e suggerimenti nella pratica dello sport equestre. Ovviamente il portatore di handicap ha bisogno di un sostegno supplementare; non solo quello dell’artiere ippico e dell’istruttore, ma pure quello del fisioterapista e, se occorre, del medico sportivo. Tuttavia è importante che il disabile, come qualunque altro atleta, cominci a conoscere i rudimenti dell’equitazione; non solo la bardatura del cavallo o la tenuta sportiva dell’atleta (cavaliere o amazzone), ma pure i comandi da impartire al cavallo. Deve pure conoscere gli elementi di base dell’equitazione: l’assetto delle gambe, delle mani e del corpo, sino a divenire un tutt’uno con il cavallo. In ogni caso va sottolineato che il disabile a cavallo, anche se ha bisogno di adeguate assistenze, riceve stimoli, che lo portano ad impegnare il proprio corpo e fa propria mente; in questo rapporto interattivo con il cavallo, l’uomo non stabilisce un rapporto con un oggetto inanimato (il pallone, la racchetta, la canoa), bensì con un altro essere vivente, che lo sottopone a stimoli materiali e psichici positivi. II segreto dell’ippoterapia (cioè dell’equitazione praticata dai portatori di handicap) sta tutto qui: nel rapporto che si instaura tra due esseri viventi dal punto di vista psico-somatico. II rapporto con il cavallo non comporta uno stress, ma un impegno che quanto meno aiuta a far regredire l’handicap fisico o psichico; infatti, anche se in taluni casi tale handicap non è guaribile, esso può essere ridimensionato entro certi limiti. In ogni caso la pratica dello sport equestre (e la stessa ippoterapia) aiuta a socializzare e a non considerare i portatori di handicap malati da rifiutare. L’ippoterapia, piú che un recupero clinico e medico, è una forma di recupero sociale. Tale forma di recupero sociale vale, non solo per i portatori di handicap, ma anche per i soggetti a rischio, provenienti dalle famiglie meno abbienti. A questo punto bisogna tener conto del fatto che la maggior parte dei giovani, vivendo in un contesto urbano, non hanno mai potuto scoprire il mondo della natura. Al di là di cani e gatti, i giovani delle città non sanno nulla del mondo vegetale e animale. Tra questi giovani bisogna comunque distinguere quelli provenienti dalle famiglie agiate e quelli provenienti da famiglie disagiate. I primi possono fare tutte le esperienze che vogliono; i secondi non possono assolutamente, vivendo in una condizione di profonda emarginazione. Da questo punto di vista l’equitazione, al di là della sua dimensione sportiva, riveste un’enorme importanza anche dal punto di vista sociale, perché contribuisce in una certa misura al recupero e all’inserimento dei giovani nella società civile. Pertanto si deve confermare l’importanza che il cavallo ha per l’uomo, non solo per la cura dell’handicap, ma pure per il suo recupero sociale. Il problema dell’ippoterapia, ultimamente, è stato posto al centro delle attenzioni della stessa F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri) e del C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), che, oltre che seguire l’equitazione dal punto di vista agonistico, segue l’ippoterapia come possibilità di recupero dei giovani o dei meno giovani affetti da handicap fisico, psichico e sociale. La F.I.S.E. fu costituita nel 1911 per iniziativa di un gruppo di enti e di privati, con la denominazione di “Società per il Cavallo da Sella”, ed è entrata di pieno diritto, nel 1926, a far parte del CONI. L’organo direttivo della F.I.S.E. è costituito dal Presidente e dal Consiglio Federale (dodici membri elettivi) che vengono designati dall’Assemblea delle Associazioni Affiliate, ogni quattro anni, in concomitanza con l’inizio del quadriennio olimpico. Il Consiglio Federale si avvale dei Comitati Regionali, come supporto per la gestione della propria attività a livello periferico. Attualmente i Comitati Regionali sono ventuno (tre delegazioni, due comitati provinciali e sedici comitati regionali) ed hanno il compito di decentrare nell’ambito dell’intero territorio nazionale l’attività del Consiglio Federale. La F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale) è la sola autorità per tutti gli eventi internazionali nelle tre discipline equestri olimpiche (salto ostacoli, dressage e concorso completo), come anche negli attacchi, nell’endurance, nel volteggio. Sono affiliate alla F.I.S.E. le Società, le Associazioni o gli Enti Sportivi che intendono praticare attività sportiva equestre senza scopo di lucro. Possono essere aggregati alla FISE quegli Enti che, pur organizzando e promuovendo attività equestri, non possiedono però i requisiti né la natura per conseguire l’affiliazione. Le Affiliazioni devono essere costituite come Associazioni, in quanto Enti morali o Società senza scopo di lucro. Devono avere almeno dieci soci con pieno diritto al voto ed avere la disponibilità giuridica esclusiva di impianti, attrezzature e cavalli idonei alla pratica di sport equestri (salto ostacoli, equitazione di campagna, attacchi, volteggio, western e dressage). Tutti gli impianti e le attrezzature dell’ente devono essere in buono stato funzionale. Sono richiesti un minimo di 10 box e 2 campi (uno come campo prova con misure 30x60, ed un secondo come campo gara con misure 50x80) Le Aggregazioni che non vorranno rilasciare alcun tipo di patente non saranno tenute a dimostrare la disponibilità di impianti, attrezzature e cavalli Le Scuole di Equitazione attualmente riconosciute dalla FISE sono circa 100. Sono riconosciuti come Scuole gli enti che dimostrano una capacità addestrativi e agonistica che consenta il raggiungimento dei rispettivi traguardi adde- LA RIVISTA DELLA SCUOLA strativi e agonistici (che per chiarezza e comodità vengono tramutati in punti). Gli sport equestri non possono essere disgiunti dall’ambiente naturale, anche se gli impianti sportivi si trovano spesso, loro malgrado, circondati dall’edificazione urbana. Ma tutti gli impianti, anche quelli specializzati nel salto ostacoli in cui l’esigenza di spazio è più limitata rispetto ad altre specialità, la superficie coperta è una percentuale modesta rispetto alla superficie complessiva necessaria. Anche le installazione stesse (campo ostacoli, recinti, maneggi scoperti, tondini, corridoi), destinate all’addestramento e alle gare, non sono superfici artificiali, ma sono costituite da un prato o, tutt’al più da un fondo sabbioso. Ogni impianto deve contenere i componenti tipici: scuderia e relativi servizi, maneggio coperto e servizi, campo ostacoli, campi di esercizio. Si deve inoltre presupporre la possibilità di accedere a percorsi naturali. Le tre discipline olimpiche (salto ostacoli, dressage e concorso completo) hanno caratteristiche che richiedono impianti in parte differenziati: il salto ostacoli consiste nello svolgimento di percorsi di breve lunghezza posti in un campo chiuso di dimensioni comparabili a quelle di un campo di calcio e più, il fondo può essere erba o sabbia. Gli ostacoli sono colorati e consentono variazioni fantasiose. L’attività agonistica d’inverno si svolge negli impianti indoor, ormai diffusi ovunque. Il dressage richiede come spazi di attività campi in sabbia all’aperto o al coperto e non prevede obbligatoriamente l’esistenza di ostacoli. Il concorso completo si svolge ovviamente in ambiente naturale, senza installazioni particolari, e sempre all’aperto. Tutte e tre queste specialità hanno in comune alcune installazioni fisse, poche, e la natura intatta (boschi, prati, sentieri e percorsi di campagna). Tuttavia bisogna sottolineare che la F.I.S.E., in questi ultimi anni, ha prestato la dovuta attenzione al problema dell’ippoterapia, non più riservata alla federazione dei disabili o alle varie associazioni che operano settore senza scopo di lucro. Oltre la Federazione Italiana Sport Equestri, bisogna ricordare le varie associazioni che in questi ultimi anni hanno affrontato il problema e lo seguono costantemente. A partire dagli anni intorno al 1970 in Italia si è avuta una maggiore attenzione nei confronti di “diverse” possibilità riabilitative, di inserimento sociale e di recupero. L’ippoterapia si è inserita in tale nuova attenzione. Sono nate molte associazioni, anche se l’utilizzo del cavallo a fini terapeutici risale a molti secoli or sono. Riportiamo, e non soltanto come curiosità storica, questi illustri precedenti. 3000 a.C. Maestri Ittiti: uso generale della disciplina equestre in pedagogia. 458-370 a.C. Ippocrate di Coo nel Libro delle diete rimedio per l’insonnia. 124-40 a.C. Ascepiade di Prusia Il moto a cavallo per l’epilessia e le paralisi. Scienza Araba: descrizione dei benefici legati all’attività equestre. 1569 Merkurialis: De Arte gymnastica. 1681 Thoms Sindenham: Trattatus de podagra, Observationes medicae. Per i disturbi circolatori. 1660-1734 Giorgio E. Stahl: Medico personale di Maria Teresa d’Austria. 1719 Friedric Hoffmann: Istruzioni approfondite su come una persona può mantenere la sua salute e liberarsi di gravi malattie tramite eser- 13 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 cizi fisici. 1704 Francesco Fuller: De Medicina gymnastica. 1734 Carlo L. Castel, detto l’Abate di Sant Pierr: inventò la sedia vibrante “Tremoussoir” usata anche da Voltaire. 1758 Samuel Theodor Quelmalz di Lipsia: inventò la “Macchina Equestre”; La salute tramite l’equitazione movimento tridimensionale del dorso del cavallo. 1752 Giovanni Pringle: Osservazioni sopra le malattie delle armate. 1772 In Italia Giuseppe Benvenuti: Riflessioni ippoterapia sopra gli effetti del moto a cavallo. 1782 J. C. Tissot: Ginnastica medica o chirurgia o esperimento sui benefici ricavabili dal movimento. Zander: Vibrazioni con 180 oscillazioni al minuto stimolano il sistema nervoso simpatico. La danese Lis Hartl (affetta da paraplegia) vinse la medaglia d’argento di dressage alle Olimpiadi del 1952 e del 1956. 1965 in Francia nasce la riabilitazione equestre. De Lubersac e Lalleri: Rieducazione attraverso l’educazione; Killilea: Da Karen con amore. Nel 1965 l’ippoterapia diventa materia di studio, mentre nel 1969 si organizza la prima presentazione scientifica di un lavoro al centro ospedaliero universitario Salpetrie. Nel 1972 viene preparata la prima tesi di laurea in medicina sulla riabilitazione equestre alla Facoltà di medicina di Parigi. 1976 in Italia il dott. Luciano Cucchi avvia l’attività rieducativa. In tempi moderni i primi paesi che hanno attuato un trattamento riabilitativo con l’uso del cavallo risultano i paesi scandinavi ed anglosassoni, che hanno limitato, però, questa attività a fini ricreativi. AG/10 - euro 12,39 - richiedetelo La riabilitazione equestre in Norvegia ed in Danimarca ha una storia ormai trentennale; nel 1960 si fonda in Inaghilterra la famosa R.D.A. (Riding for Disabled Associacion); nel 1970, in Spagna, sorge l’A.N.D.R.E. (Association Nationale de Rieducacion por l’Equitation). In Italia il 20 ottobre 1977 nasce l’A.N.I.R.E. (Associazione Nazionale Italiana Riabilitazione Equestre). Negli anni intorno al 1980 l’A.N.I.R.E., in collaborazione con l’Esercito e la Croce Rossa Italiana, ha iniziato l’attività di ippoterapia presso la caserma S.Barbara di Milano, quest’avvenimento rappresenta un fatto senza precedenti a livello mondiale. In tal modo l’A.N.I.R.E. viene riconosciuta, dalla Federazione Italiana Sport Equestre, come Associazione di Interesse Federale. L’A.N.I.R.E., oltre che partecipare ai congressi di Warwich e di Amburgo, promuove a Milano, nel 1985, il V Congresso Internazionale di Riabilitazione Equestre. Nel 1986, con il Decreto n. 610 del Presidente della Repubblica, all’A.N.I.R.E., su proposta del Ministero della Sanità, viene riconosciuta la personalità giuridica e ne viene approvato lo Statuto. Tra i vari riconoscimenti ricordiamo che, nel 1987, all’A.N.I.R.E. è stato conferito, dal Rotary International, il premio Ara Pacis per la solidarietà umana, premio che annualmente viene assegnato a personalità, Enti o Stati che si siano distinti per migliorare la qualità della vita dell’uomo; sempre nello stesso anno la Provincia di Milano conferisce all’Associazione la medaglia d’oro di riconoscenza per i 10 anni di intensa attività finalizzata a rieducare e riabilitare i portatori di handicap mediante l’attività equestre. Nel 1988 all’A.N.I.R.E. sono stati conferiti altri riconoscimenti quali, il premio “Amico del cavallo” e il premio speciale della RassegnaConcorso del cavallo Sanfratellano. Ma vediamo di conoscere meglio questo organismo e le sue attività, dalla lettura diretta dell’atto costitutivo, onde ricostruire le sue specifiche finalità sul piano, oltre che sportivo, sociale e sanitario. Infatti l’A.N.I.R.E. si propone di rieducare ed alleviare nel soggetto umano i problemi della menomazione (fisici, mentali o sensoriali), affinché lo stesso soggetto umano possa trarne benefici dalla rieducazione in un ambiente equestre ed inserirsi meglio socialmente. Inoltre si propone di promuovere ricerche mediche nel settore e far conoscere la terapia con l’ausilio del cavallo in Italia, anche con la divulgazione della sua rivista specializzata e di altri; formare medici della riabilitazione e specialisti nella terapia e promuovere la pratica equestre a scopo ricreativo ed integrativo su tutto il territorio nazionale. Il servizio documentazione dell’A.N.I.R.E. con la sua raccolta bibliografica consente ai suoi affiliati e non di ricevere una documentazione e una bibliografia sui temi relativi all’handicap; nella biblioteca, attualmente, sono a disposizione più di 300 testi in italiano, francese, inglese e tedesco suddivisi per argomenti: riabilitazione, rieducazione e sport; si possono visionare e richiedere filmati tecnici, sportivi e divulgativi. Oltre l’A.N.I.R.E., occorre ricordare l’A.G.R.E.S. (Associazione Genitori per la Rieducazione Equestre e Sportiva) costituita il 23 gennaio 1982, con sede legale presso il Centro Giovanile del Comune di Rescaldina (in Provincia di Milano); la sua fonte storica è la scuola della Dott.ssa Citterio Danielle, presso l’A.N.I.R.E, dove i genitori, fon- LA RIVISTA DELLA SCUOLA datori dell’A.G.R.E.S., da circa tre anni si recavano per offrire ai loro figli la terapia a cavallo. Lo spunto per costituire l’Associazione era determinato dalla constatazione dei miglioramenti ottenuti dai ragazzi sul piano psico-fisico, grazie alla terapia ippica alternativa e di mantenimento che, tra l’altro, permette di superare gli inconvenienti della fisioterapia svolta in palestra. Il centro ippico per l’espletamento dell’ippoterapia è stato ubicato a Rho (sempre in Provincia di Milano), per poi essere trasferito definitivamente a Cislago presso il Centro Ippico che fa capo al Sig. Giovanni Ceriani che ha sempre aiutato l’Associazione a superare tutte le difficoltà. Soci dell’A.G.R.E.S. sono i genitori di ragazzi che, per motivi fisici e/o psichici, hanno bisogno di ippoterapia. Essendo una associazione di volontariato senza fini di lucro, iscritta all’albo della Regione Lombardia, tutte le prestazioni organizzative ed operative espletate dagli organi direttivi dell’A.G.R.E.S. non sono retribuite; per espletare l’attività terapeutica è prevista la presenza di uno psichiatra, di un fisiatra e di due terapisti diplomati in ippoterapia e anche in psicomotricità; inoltre è necessaria la collaborazione di volontari che offrano, oltre alle loro capacità tecniche, solidarietà e di amicizia. Gli utenti dell’ippoterapia sono per un 50 % portatori di handicap fisico (paraplegie, tetraplegie, spasmi muscolari, atresie cerebellari ed anche cecità) e per un 50% di ordine psichico e genetico (autismo, psicosi, sindrome di Down e dell’ X-fragile). Gli utenti, le operatrici ed i volontari sono coperti da assicurazione pagata dall’A.G.R.E.S. oltre che da quella che garantisce l’ A.N.I.R.E ai suoi affiliati. Anche la F.I.S.E., nella riunione del 28 ottobre 2003, ha deliberato la costituzione del “Dipartimento di Riabilitazione Equestre”, allo scopo di coordinare tutte le iniziative considerate utili. La F.I.S.E. ha stipulato un protocollo d’intesa con la F.I.S.D. (Federazione Italiana Sport Disabili). Tra le due Federazioni del C.O.N.I. (cioè F.I.S.D. e F.I.S.E.) è stato, infatti, elaborato e sottoscritto un protocollo di intesa per promuovere e diffondere l’ippoterapia su tutto il territorio nazionale. La Federazione Italiana Sport Disabili ha ritenuto di dover chiedere alla Federazione Italiana Sport Equestri di concertare un’azione comune, per fornire servizi sportivi ai disabili. Di seguito riportiamo gli ambiti nei quali le due Federazioni del C.O.N.I. hanno ritenuto di operare, sia a livello agonistico che di promozione dello sport di base. a) La giuria nelle manifestazioni F.I.S.D. di equitazione (Dressage) per i cavalieri disabili potrà essere costituita solo da Giudici F.I.S.E. di dressage e/o di completo; essi avranno lo stesso trattamento (rimborso spese) previsti nei concorsi F.I.S.E., ma il loro numero sarà conforme alla normativa contenuta nel Regolamento per le manifestazioni di equitazione F.I.S.D. Fa eccezione l’Ispettore della manifestazione che sarà un ufficiale di gara F.I.S.D. con la qualifica di Ispettore di equitazione F.I.S.D. b) Nei corsi per aspiranti Giudici e negli stage di aggiornamento per Giudici F.I.S.E. sarà possibile informare i Giudici, a cura della F.I.S.D., sulle modalità attraverso le quali giudicare i cavalieri disabili in gare F.I.S.D. Questo può avvenire sia 14 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 attraverso l’intervento di Giudici F.I.S.E. qualificati come Giudici I.P.E.C. (International Paralympic Equestrian Committee) sia attraverso la distribuzione di “Linee Guida” predisposte a tal proposito dalla F.I.S.D. c) I Comitati Regionali della F.I.S.D. forniscono, su richiesta dei Comitati Organizzatori di gare, l’elenco dei Giudici competenti per specialità residenti nella regione. La F.I.S.D. redige un elenco di Giudici qualificati anche I.P.E.C. o con esperienza in gare per soggetti disabili. Concorsi Abbinati La F.I.S.E. si impegna ad autorizzare e ad inco- ippoterapia raggiare l’organizzazione di concorsi F.I.S.E. di dressage, gestiti dai propri Comitati organizzatori, nell’ambito dei quali vengano inserite, previa approvazione del tecnico Nazionale F.I.S.D. di equitazione, categorie F.I.S.D., con modalità di competizione integrata o a seguire alle categorie F.I.S.E. Le modalità di attuazione di queste categorie saranno stabilite dal Regolamento per le manifestazioni di equitazione F.I.S.D. Detta organizzazione darà luogo allo svolgimento di due concorsi abbinati, uno F.I.S.E. ed uno F.I.S.D., giudicati dalla stessa giuria ed utilizzando gli stessi servizi ed organizzazione. Concorsi F.I.S.E. Ai cavalieri disabili in regola con il tesseramento F.I.S.D. viene consentito di partecipare a gare ufficiali, se in possesso dei seguenti requisiti: possesso della patente “A” F.I.S.E. da almeno otto mesi (o superiore); certificazione o “carta del cavaliere” emessa dalla F.I.S.D. che specifichi la classificazione medico-funzionale (grado e profilo) dei cavalieri disabili, nonché gli aiuti non regolamentari consentiti anche in gara (es: frustini, sella adattata, per non vedenti richiami sonori alle lettere del rettangolo). La partecipazione è limitata alle categorie cui dà diritto la relativa patente F.I.S.E.. I concorrenti F.I.S.D. e F.I.S.E. saranno giudicati con modalità paritetiche. Dovranno obbligatoriamente essere presentati in gara da un istruttore F.I.S.D. o da un Istruttore F.I.S.E. Affiliazione e Tesseramento La F.I.S.D. e la F.I.S.E. concordano sulla possibilità della doppia affiliazione delle Società, per poter partecipare ufficialmente ai programmi agonistici. Le Società Sportive della F.I.S.E. possono aprire una Sezione Disabili. Per l’affiliazione alla F.I.S.D. (presso la quale dovranno tesserare gli atleti disabili) i Centri Ippici aggregati o affiliati F.I.S.E. non dovranno ripresentare i documenti per l’affiliazione (Statuto, Atto Costitutivo, ecc.), ma solamente compilare la modulistica tecnica corredata dell’attestazione di affiliazione alla F.I.S.E., pagando la quota annua ridotta del 50%. Un cavaliere disabile, già tesserato per una delle due Federazioni, potrà ottenere il tesseramento da parte della seconda Federazione, pagando una quota ridotta del 50% rispetto all’importo previsto da ciascuna Federazione, purché si tratti di primo tesseramento richiesto entro e non oltre la stagione sportiva di riferimento. Un proficuo sviluppo dell’informazione tra la F.I.S.D. e la F.I.S.E. avviene attraverso i rispettivi Uffici Stampa, che provvedono allo studio delle strategie da adottare per la divulgazione del maggior numero di notizie utili alla conoscenza dei problemi in comune. A tal proposito possono essere organizzati dei seminari sui contenuti culturali, tecnici ed organizzativi. La F.I.S.E. destina propri Funzionari e Collaboratori per sovrintendere ai rapporti con la F.I.S.D., allo scopo di garantire il necessario collegamento utile per fluire le informazioni. Lo sviluppo della diffusione della cultura e dell’immagine della F.I.S.D., per mezzo del proprio Centro Studi Federale, si può articolare con la collaborazione della F.I.S.E. attraverso: a) la divulgazione e lo scambio delle pubblicazioni di stampa e web su argomenti specifici sia promozionali che tecnici; b) eventuale assistenza redazionale per i materiali a stampa, di produzione F.I.S.D.; c) divulgazione nell’ambito delle realtà periferiche della F.I.S.E., di informazioni riguardo all’attività FISD, con l’obiettivo di sensibilizzare i propri quadri, attraverso la corrispondenza con le Società affiliate; d) assistenza per la realizzazione di produzioni audiovisive su temi tecnici e promozionali congiunti; e) da parte della F.I.S.D., predisporre e dotare la FISE, di materiali promozionali, tecnici e organizzativi ritenuti utili per la diffusione della propria attività; f) la F.I.S.E. offrirà uno spazio all’interno di manifestazioni, in occasione della Fieracavalli di Verona, presso gli stand della F.I.S.D., al fine di favorire la divulgazione delle attività equestri della F.I.S.D. stessa. Per sviluppare l’aspetto culturale la F.I.S.D., attraverso personale specializzato si correla alle aree di ricerca applicata della F.I.S.E., con proposte operative riguardo la sperimentazione da sviluppare sui soggetti disabili. Possono essere pertanto utilizzate le attrezzature specifiche in dotazione della F.I.S.E. concordandone, se necessario, l’eventuale adattamento alle peculiarità dell’handicap. Inoltre è stata attivata la collaborazione tra il Centro Studi della F.I.S.D. ed il relativo settore studi e documentazione della F.I.S.E., attraverso scambi bibliografici e partecipazione dei responsabili a seminari e convegni. A questo scopo la F.I.S.E. fornisce alla F.I.S.D. assistenza tecnica, pedagogica e didattica. Tale forma di assistenza può essere fornita: a) organizzando sia a livello nazionale sia a livello periferico, stages di allenamento F.I.S.D. con la partecipazione di esperti della F.I.S.E.; b) riservando quota a parte negli stages e raduni permanenti e non, a livello nazionale e periferico, ad atleti F.I.S.D. di interesse nazionale; c) organizzando stages congiunti con atleti F.I.S.D. e F.I.S.E. La F.I.S.D. e la F.I.S.E., con scambio congiunto, supportano la promozione dei propri quadri tecnici e dirigenziali. Per quanto riguarda la formazione degli Istruttori: a) La F.I.S.E. si impegna a rendere disponibili i propri formatori nell’ambito dei corsi di formazione F.I.S.D., per ciò che concerne “accenni di tecnica e didattica dell’equitazione”. b) Gli Istruttori F.I.S.E. (O.T. di base, Istruttori di ogni, livello, Tecnici di Equitazione di LA RIVISTA DELLA SCUOLA Campagna di 2° e 3° livello) possono accedere ai corsi Istruttori F.I.S.D. di equitazione con il riconoscimento del Credito Formativo relativo al modulo “accenni di tecnica e didattica dell’equitazione”, del quale non è richiesta la frequenza e la valutazione in sede di esame. Per i restanti moduli formativi si rimanda al “Regolamento per la formazione e l’inquadramento nei ruoli tecnici e professionali della F.I.S.D.”. c) Gli Istruttori ed i Tecnici F.I.S.E. potranno frequentare come uditori uno o più moduli della formazione per Istruttori F.I.S.D. di equitazione, al fine di approfondire la conoscenza degli ambiti di intervento dell’equitazione per disabili. d) Gli Istruttori ed Allenatori F.I.S.D. di equitazione possono frequentare come uditori i corsi di formazione per Tecnici F.I.S.E., al fine di migliorare la propria cultura e tecnica equestre. Se in possesso dei requisiti previsti, possono altresì frequentare come discenti i corsi suddetti, conformandosi all’iter della F.I.S.E., al fine di ottenere il brevetto relativo. In conclusione è da osservare che la stessa F.I.S.E. oltre che promuovere lo sport dell’equitazione, ha ritenuto opportuno garantire, con la F.I.S.D., la pratica di tale sport anche ai soci disabili, allo scopo di un recupero fisico e psichico, con una forte valenza sociale e sanitaria. Infatti, l’equitazione e l’ippoterapia congiuntamente si pongono l’obbiettivo del recupero e dell’inserimento, allo scopo di agevolare il superamento del disagio fisico e psichico, che a volte risulta essere pure una forma particolare di disagio sociale. Ippoterapia e disagio A riprova dell’interesse suscitato dall’argomento, relativo all’ippoterapia, negli ultimi anni, il problema è stato esaminato nel suo aspetto teorico e scientifico, soprattutto sul piano della psicologia e della medicina. A questo proposito non sono mancati i contributi da parte di vari studiosi, che hanno appunto approfondito l’argomento. In particolare riteniamo opportuno ricordare il convegno di studi, organizzato, nel marzo del 2003, nella sede dell’Università di Messina, sul tema “La mossa del cavallo: percorsi e traguardi dell’ippoterapia”. Al convegno hanno dato il loro contributo: il centro di riabilitazione equestre A.N.I.R.E. “Il Centauro” onlus; l’Assessorato provinciale alla solidarietà sociale; la Presidenza della Regione Siciliana; gli Assessorati alla Sanità e degli Enti locali della Regione Siciliana; l’Azienda A.S.L. n. 5; il Comune di Messina, l’Ordine dei Medici della provincia di Messina e l’Ordine dei Veterinari della provincia di Messina; la Fondazione Bonino Pulejo; oltre che la stessa A.N.I.R.E., la F.I.S.E. Nei confronti di questo problema l’Università di Messina, che tra l’altro è sede dell’unico corso di laurea in Veterinaria in Sicilia, ha mostrato una certa sensibilità, coinvolgendo esperti e studiosi, per approfondire e chiarire questa forma di disagio fisico e psichico, nella sua dimensione sociale. Dal resoconto delle varie relazioni e dei vari interventi si può dedurre che la pratica dell’ippoterapia, ossia della terapia per mezzo del cavallo, costituisce una vera e propria possibilità di riduzione del disagio da cui è affetto il soggetto umano. In tal modo si vuole indicare la possibilità che l’animale diventi supporto ed elemento motivante per il soggetto umano, nei limiti imposti dalla sua patologia; il cavallo, sin dal primo rap- 15 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 porto con il soggetto umano, costituisce uno stimolo, da utilizzare pure in altri momenti della sua vita quotidiana. La relazione utente-cavallo, infatti, costituisce il punto nodale per i benefici della riabilitazione equestre, da un punto di vista, non certo sportivo, ma psicologico. Il cavallo, essendo non un oggetto inanimato, ma un essere vivente, fornisce occasioni uniche di stimolo e di recupero al soggetto umano, portatore di handicap fisico o psichico. In ogni caso è da sottolineare che già la fase di governo del cavallo rientra a pieno titolo nel processo di riabilitazione. La fase di nutrimento, di pulizia, di cura, in genere, dell’animale, infatti, consente il potenziamento di ippoterapia quello rapporto tra l’uomo e l’animale. In tal modo il soggetto umano comprende che l’igiene personale e l’alimentazione del cavallo dipendono dalla propria responsabilità. Se il soggetto umano può essere in grado di svolgere questi compiti per un altro organismo, sarà ancora più motivato a svolgerli nei confronti di se stesso. Attraverso un ascolto più attento ai bisogni del cavallo, l’individuo imparerà a divenire più conscio delle proprie esigenze, molto spesso offuscate dalle decisioni e dalla volontà dei genitori o di chi si occupa di lui. Con ciò sia la psicologia che la medicina ritengono e suggeriscono di superare le presunte barriere tra normodotati e disabili, poiché gli stessi disabili possono fare ciò che fanno i normodotati; con relative differenze il disabile riceve stimoli ed è portato a credere nelle sue possibilità di pensare e di agire. Infatti, a tal proposito, non vanno trascurate le potenzialità insite nell’esecuzione di alcune semplici attività; la manualità incoraggia il disabile a credere di più nelle possibilità di recupero o di inserimento sociale. Preparare il pasto all’animale, accudire alla sua pulizia, occuparsi della sella e dei finimenti richiedono azioni, non ripetitive, bensì finalizzate e precise, in quanto inserite in un ambiente di collaborazione e di spontaneità creativa. Progettare, coordinare e organizzare le proprie competenze, integrandole con le proprie strategie e i propri schemi d’azione, significa riuscire a favorire l’utilizzo “cognitivo” di un gesto o di un’azione motoria. In questo modo si favorisce lo sviluppo dell’“Io psicomotorio” del soggetto umano in tutta la sua globalità. Completate queste attività preliminari, il soggetto umano può ritenere di essere riuscito a stabilire una relazione totale e completa con il suo interlocutore; cioè con il cavallo, che è un animale tra i più intelligenti, in grado di comprendere la condizione nella quale si trova il soggetto umano che gli sta di fronte. Nonostante la mole, il cavallo, che nella scala del genere animale occupa la decima posizione per intelligenza, è in grado di comprendere e di risultare più docile di quanto si possa credere a prima vista. Il fatto che il cavallo comprende più di altri animali consente a questo animale di nutrire affetti e comprensione, adattandosi alle particolari esigenze del soggetto umano, sia egli portatore di handicap o età giovane. Se il cavallo è maltrattato reagisce, ma se è accudito o amato, è in grado di ricambiare affetto e amicizia. Il rapporto tra l’uomo (il disabile o il minore) e l’animale (il cavallo di normale statura o il pony, cioè il cavallo di media statura) rappresenta il modo in cui si realizza la pratica dell’ippoterapia. Soprattutto nella fase iniziale di conoscenza diventa importante l’esplorazione dell’animale attraverso i sensi, ed in modo particolare attraverso il tatto. Si tratta di un lavoro costituito dal riconoscimento delle parti del cavallo. Questo costituisce il punto di partenza, per il soggetto disabile, anche al fine dell’apprendimento e della costruzione del proprio corporeo, che, nella maggior parte dei casi, risulta compromesso dalla malattia. Tra l’altro il contatto con gli elementi costitutivi dell’animale risulta un vero e proprio gioco, un gioco serio che pure il soggetto disabile sa svolgere in modo giocoso e serio, e comunque in modo costruttivo. Quanto appreso durante la seduta riabilitativa può costituire un mezzo utile per transitare dalla fase pratica a quella teorica, dal contatto fisico alla comprensione dell’animale e di se stesso. Per dirigere il proprio cavallo occorre, innanzitutto, definire lo spazio in cui si vuole andare e poi sapersi orientare in questo spazio. Il cavaliere (in questo caso il disabile) deve saper organizzare i propri movimenti e quelli dell’animale; deve acquisire quella padronanza che gli consenta di garantire l’esatta sequenza e il preciso coordinamento di ogni movimento del binomio. Se il soggetto non compie le azioni corrette, il cavallo non seguirà la direzione programmata; infatti il soggetto umano deve trovarsi nella condizione di sapere cosa fare, trasmettendo al cavallo i comandi necessari. Pertanto il soggetto umano deve sapere esprimere la capacità di muoversi nello spazio e nel tempo; divenendo padrone di sé e dell’altro. La capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, cioè nelle due categorie della realtà di cui fa parte sia il soggetto umano che l’animale, si tramuta nella possibilità di muoversi liberamente, forte solo delle proprie doti cognitive e corporie. Il binomio si muove in uno spazio delimitato, all’interno del maneggio la cui forma rettangolare presuppone alcuni punti di riferimento obbligati. Il rettangolo si solito possiede il lato lungo che è il doppio del lato corto (si tratta di una figura geometrica le cui dimensioni sono di almeno metri 18 per metri 36): all’interno di questo spazio geometrico si trovano delle figure e delle lettere che vengono utilizzate dall’istruttore della seduta riabilitativa per concentrare l’attenzione del soggetto umano sui punti di riferimento che servono all’esecuzione degli esercizi e dei movimenti da suggerire a sé e all’animale. Il riconoscimento delle figure e dei vari punti all’interno del maneggio, costituisce un vero e proprio gioco, che, soprattutto, durante le prime esperienze, serve al soggetto umano per ambientarsi nello spazio e nel tempo, seppure ridotti e delimitati. La realizzazione di percorsi e di figure all’interno del maneggio favorisce l’organizzazione spazio-temporale e la lateralità. Anche in questo caso, le nuove acquisizioni del soggetto umano possono essere ulteriormente stimolate al termine della seduta. Al soggetto umano, infatti, può essere richiesto di rappresentare graficamente i percorsi eseguiti sulla groppa del cavallo. Evidentemente è importante che lo stesso istruttore sia in grado di garantire un rapporto adeguato con il soggetto umano che si trova di fronte, cioè il disabile; per questo motivo l’ope- LA RIVISTA DELLA SCUOLA ratore utilizza linguaggi e gesti diversi a seconda dell’età del soggetto e delle condizioni psicosomatiche del disabile. Sia per adulto che per il giovane l’utilizzo del vocabolario tecnico dell’equitazione rappresenta un modo per sentirsi vicino agli altri cavalieri “normali”, e per sentirsi normale in un contesto normale. Un esempio è rappresentato dalla sostituzione di “volta” con “cerchio”, che rappresenta la figura che viene effettivamente disegnata sul terreno del maneggio dal cavaliere, durante l’esecuzione dell’esercizio. Una caratteristica fondamentale dell’operatore è quella di valutare le potenzialità del soggetto affinché il cavallo possa essere utilizzato realmente come stimolo a fare meglio. Egli deve essere, quindi, paziente e attento a valutare il momento più opportuno per introdurre un nuovo elemento di difficoltà e di stimolo per il soggetto umano. Pertanto è necessario dire quali siano la funzione e il ruolo dell’istruttore in questo processo, all’interno del quale il soggetto umano coinvolto deve risultare attivo e pieno delle proprie facoltà fisiche e mentali, in grado tra l’altro di trasmettere comandi all’animale. In tale circostanza l’istruttore deve interviene su problematiche legate al disagio psicologico e sociale e alla malattia fisica o psichica; il suo intervento deve essere di ausilio e non certo sostitutivo nei confronti del soggetto umano. L’intervento o, se si preferisce, la presenza di guida dell’istruttore non è comunque limitato alle situazioni che si determinano nello spazio del rettangolo, bensì si estende pure fuori, cioè nel tempo che il disabile trascorre in altri luoghi, ossia nella sua vita quotidiana. Per cui la presenza dell’istruttore diviene una presenza particolare, che coincide con quella dell’educatore; un educatore particolare che deve sapere, a sua volta, orientarsi nel contesto specifico di quel binomio particolare (disabile-cavallo) che si trova al centro del processo di ippoterapia. In tal modo l’istruttore acquisisce una funzione pedagogica ed educativa, allo scopo di guida e di accompagnare il soggetto umano che è stato avviato alla terapia con il cavallo; anzi si potrebbe dire che gli educatori sono due: il cavallo e l’istruttore di equitazione. Indubbiamente il portatore di handicap non potrà mai guarire definitivamente dal proprio malessere fisico o psichico, ma potrà agevolare il suo inserimento sociale, oltre che nel cosiddetto mondo dello sport, nel mondo in cui vive quotidianamente. L’istruttore sostiene e, al tempo stesso, proietta verso una meta da raggiungere il soggetto umano, guidandolo con il cavallo. All’istruttore compete la programmazione e la gestione di un intervento, in modo intenzionale e strategico, utilizzando strumenti e risorse adeguati, per tentare di risolvere o di alleviare il problema che affligge il soggetto umano; in tale lavoro di recupero l’istruttore ha bisogno della piena collaborazione del soggetto umano e del cavallo; ma non bisogna trascurare altre figure che possono, a prima vista, apparire complementari. Ci riferiamo al personale di scuderia (gli artieri ippici) che in questo caso debbono sapere prestare attenzioni particolari alla preparazione della lezione di equitazione, in considerazione del soggetto umano particolare che si trova di fronte. In alcuni casi (cioè nei casi di soggetti umani particolarmente disabili) è opportuna, se non necessaria, la loro presenza 16 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 per controllare il cavallo e quindi dare maggiore sicurezza al portatore di handicap. Per poter esercitare il proprio ruolo, è necessario che l’istruttore acquisisca svariate competenze di natura, oltre che sportiva, pedagogica e psicologica; nella prima tipologia rientrano le funzioni tipiche dello sport equestre, mentre nella seconda, specificamente rivolta ai portatori di handicap, rientrano le professionalità dello psicologo. Tuttavia, nei casi più gravi, non bisogna dimenticare la necessità della presenza-assistenza di uno psicologo, se non addirittura di un medico sportivo. Nei casi meno gravi, invece, di solito l’istruttore può ricoprire, per così dire, il ruolo dello psicologo e del medico sportivo; nel senso che di solito l’istruttore, quando assiste un disabile, si trasforma in educatore, in psicologo, in medico, coadiuvato in ciò dal personale di scuderia e dal cavallo. ippoterapia Nell’ambito psicologico, compare la possibilità, per l’istruttore, di comprendere le caratteristiche proprie della fase evolutiva e le dinamiche relazionali emergenti nei diversi contesti d’intervento. Tra le competenze riabilitative emerge la necessità di potenziare e individuare le risorse ancora disponibili nel soggetto disabile, aiutandolo ad utilizzarle. Per realizzare ciò, l’istruttore deve conoscere le patologie di cui sono affetti gli utenti che prende in carico. Questo operatore si trova, spesso, a svolgere la propria azione all’interno di gruppi. Per questo motivo è fondamentale che egli favorisca la collaborazione attiva dei soggetti, imparando ad utilizzare anche la gestualità come modalità comunicativa. Un’occasione per realizzare tutto ciò è rappresentata dalle risorse a disposizione sul territorio: risorse da individuare sulla base dei bisogni dei soggetti a cui è diretta l’azione educativa. Inoltre, compito dell’istruttore è quello di sapere organizzare servizi in grado di coinvolgere attivamente il territorio nella gestione del processo di socializzazione dei soggetti da recuperare e di analizzare le richieste di quest’ultimo, individuando le risorse adeguate per soddisfarle. Le competenze precedentemente indicate rappresentano i prerequisiti fondamentali affinché l’istruttore sia in grado di svolgere le proprie funzioni. La prima di queste consiste nel divenire fonte di sostegno e di appoggio, ma, allo stesso tempo, anche suggeritore di regole e di norme comportamentali. Evidentemente l’intervento, da parte dell’istruttore, deve essere finalizzato alla promozione Per richiedere i volumi delle collane AGGIORNARSI e SCUOLA DUEMILA collegarsi al nostro sito www.girgenti.it delle potenzialità del soggetto umano che attraverso lo sport (ossia l’ippoterapia) può e deve riscoprire le proprie potenzialità, seppure limitate, di tipo fisico e psichico; ciò vale tanto per il portatore di handicap quanto per i giovani che in qualche modo, rispetto agli adulti si trovano in una certa funzione di inferiorità. Quindi recupero e sviluppo delle proprie energie sia per i disabili per i giovani; che si traduce in una migliore condizione di inserimento sociale e del superamento del proprio disagio. Non a caso l’istruttore deve svolgere un periodo iniziale di osservazione del soggetto umano, allo scopo di conoscerne le condizioni, oltre che fisiche e psichiche, morali e spirituali; sulla base di queste osservazioni l’istruttore, di intesa con la équipe di supporto, può iniziare a programmare il lavoro di recupero e di inserimento sociale, tenendo conto appunto delle condizioni in cui si trova la persona assistita. Pertanto l’istruttore deve possedere buone capacità di osservazione, allo scopo di programmare il lavoro di recupero in tutte le sue fasi e in tutti i suoi momenti, durante i quali debbono vedere e trovare al centro il soggetto umano, che con l’ausilio del cavallo deve potere ricavare il maggior numero d’informazioni possibili riguardo i bisogni, le attitudini, le potenzialità e i limiti della propria persona. Il settino, non ospedalizzato e naturale in cui si svolge la riabilitazione equestre, facilita l’istruttore, affinché il comportamento del soggetto risulti il più spontaneo possibile. Una seconda competenza richiesta all’istruttore consiste nella capacità di collaborare con le altre figure professionali dell’équipe di lavoro, al fine di stabilire insieme un progetto individualizzato e finalizzato al benessere globale di ogni singolo soggetto umano; infatti il programma di lavoro, pur possedendo contenuti di massima per tutti quanti gli utenti, deve prevedere esercizi e compiti specifici per ogni singolo soggetto. In tal senso la “lezione” deve essere personalizzata, in considerazione soprattutto della particolare condizione in cui si trova ogni singolo soggetto disabile. Una volta stabiliti gli obiettivi di lavoro, l’istruttore può svolgere la sua funzione educativa e formativa, per interagire con il soggetto umano e l’animale. In un primo momento si deve porre come mediatore tra i due componenti il binomio (appunto il soggetto umano ed il cavallo), allo scopo di favorire la reciproca conoscenza e rimuovere eventuali paure che nella fase di approccio possono inibire il soggetto umano. In un secondo momento, l’animale inizia a svolgere una funzione attiva nei confronti del disabile, sino al punto di consentirgli, con l’assistenza dell’istruttore, di acquisire padronanza piena della propria posizione. A questo punto il disabile svolge un ruolo di primo piano, non solo nei confronti dell’animale, ma pure nei confronti degli altri disabili che prendono parte alla lezione-terapia. Infatti compito dell’istruttore è quello di agevolare il rapporto tra l’uomo e l’animale, ma pure di favorire la relazione tra i vari soggetti umani, che a questo punto costituiscono un vero e proprio gruppo. Tenendo conto del fatto che alcune sedute di riabilitazione equestre ed i lavori di governo del cavallo presuppongono la collaborazione di tutti coloro che seguono la lezione-terapia, l’istruttore può agevolmente creare le occasioni di conoscenza e di aiuto reciproco tra i vari soggetti. Per cui la lezione, per quanto personaliz- LA RIVISTA DELLA SCUOLA zata, risulta lezione di gruppo, senza ovviamente perdere di mira il singolo individuo. Un’altra competenza dell’istruttore è data dalla capacità di sfruttare la motivazione legata al lavoro con il cavallo, per far svolgere al soggetto quei compiti che risulteranno utili anche nella sua vita quotidiana. L’andare a cavallo stimola, infatti, l’attenzione, la concentrazione e altre funzioni cognitive superiori del soggetto. I nuovi apprendimenti, acquisiti dal soggetto durante la seduta terapeutica a cavallo, potranno essere utilizzati anche nella risoluzione dei problemi quotidiani. La costruzione di questo rapporto di fiducia, che si instaura tra il soggetto umano, il cavallo e l’istruttore, è possibile grazie alle capacità di quest’ultimo di orientare l’azione educativa verso il perseguimento degli obiettivi educativi prestabiliti. È necessario, quindi, che l’istruttore abbia una buona conoscenza delle caratteristiche della patologia dell’utente, con particolare riferimento alle componenti psicologico-relazionali. Tuttavia non bisogna dimenticare che il cavallo rappresenta il terzo partner della relazione, in grado di svolgere una funzione attiva, non solo con la sua stazza fisica, ma pure con la sua intelligenza, posto che, come già abbiamo osservato, si tratta di un essere vivente, particolarmente intelligente, in grado di comprendere il proprio ruolo e di svolgere una funzione benefica. A questo proposito è importante che il soggetto umano conosca l’animale e che l’animale conosca il soggetto umano; Infatti, l’istruttore si pone come osservatore e come mediatore per il raggiungimento del risultato programmato. Un’ulteriore competenza dell’istruttore riguarda la capacità di mediazione con le famiglie e con le altre istituzioni del territorio con le quali il soggetto umano si confronta quotidianamente. Per l’istruttore che si trova a lavorare con soggetti disabili, la famiglia non può che rappresentare un ambiente fondamentale, con cui collaborare affinché i nuovi apprendimenti siano utilizzati adeguatamente anche nel contesto di vita quotidiana. L’istruttore, infatti, informa i genitori delle nuove acquisizioni del figlio e li aiuta a collaborare sul piano della realizzazione del progetto di lavoro da svolgere anche fuori della struttura sportiva ove si volge l’ippoterapia. Pertanto è non secondario il fatto che l’istruttore mantenga contatti pure con le istituzioni del territorio che si occupano del soggetto, ad esempio quelle scolastiche. In questo modo si mantiene uno scambio d’informazioni relative alle nuove acquisizioni del soggetto e sulle modalità di lavoro. Nel caso in cui il soggetto umano si trovi in una condizione d’isolamento sociale, sarà compito specifico dell’istruttore quello di agevolargli quanto più possibile l’inserimento sociale. Negli anni Settanta De Lubersac e Lallery definiscono come uno dei ruoli assunti dall’istruttore della riabilitazione equestre quello di “uomo dei cavalli”. Ciò significa che l’istruttore deve essere, a sua volta cavaliere, quindi conoscere le sensazioni di paura, ansia e agitazione sperimentate nel primo approccio con il cavallo. Solo in questo modo, il cavaliere riuscirà a stabilire una giusta relazione con il soggetto umano e con il cavallo. In questo senso essere definito “uomo dei cavalli” non può avere una valenza negativa, bensì positiva. Il secondo ruolo dell’istruttore di riabilitazione equestre consiste, nell’essere “curatore”, cioè 17 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 colui che accoglie il soggetto disabile, consapevole dei limiti connessi alla sua patologia, offrendogli occasioni per nuovi apprendimenti che lo conducano in direzione della maggior autonomia possibile. Con questo concetto si intende: la capacità di progettare la propria esistenza per entrare in relazione con gli altri e partecipare attivamente alla costruzione della società. Non a caso il terzo ruolo, definito da De Lubersac e Lallery, è quello di “pedagogo”. Questo concetto riassume, infatti, le peculiarità dell’educatore prima esposte. Occorre aggiungere che è stato definito come compito di que- ippoterapia sto operatore quello di utilizzare ogni occasione della vita quotidiana in funzione educativa. L’ambiente del maneggio, con le sue componenti sportive e le persone che lo frequentano, offre moltissime occasioni in questo senso; si tratta appunto di un ambiente che possiede caratteristiche sportive e sociali. La modalità d’espressione non verbale è la prima utilizzata durante lo sviluppo psicomotorio e richiama la relazione con il primo oggetto d’amore, vale a dire la madre. L’approccio dell’educatore al soggetto a cavallo, infatti, ricorda quello utilizzato dalla madre. È per questo motivo che a questo operatore è affidato, spesso, un ruolo simile a quello materno. Il rapporto tra utente ed educatore potrà essere caratterizzato da una fase d’iniziale dipendenza del primo nei confronti del secondo che, gradualmente, dovrà lasciare il passo alla conquista di una sempre maggiore autonomia. Questo processo ricorda quello che si compie a partire dalla nascita fino a circa quattro anni, al termine del quale il bambino acquista una propria individualità, venendo meno la dipendenza totale dalla madre. AG/07 - euro 12,39 - richiedetelo Se occorre (ma occorre quasi sempre e quasi sempre risulta importante nella fase iniziale della lezione), l’istruttore deve presentarsi come cavaliere; mostrare come si monta a cavallo; in un secondo momento stabilisce un rapporto strettissimo con il soggetto umano, tenendo il cavallo con la longina; per cui l’istruttore tiene alla corda l’animale mentre il soggetto cavalca; in questo modo si tiene sotto controllo totale il cavallo e si dà completa fiducia al soggetto umano nella delicata fase di avvio all’ippoterapia. Nella fase più avanzata l’istruttore potrà lasciare il cavallo al controllo del soggetto umano, sempre più proiettato verso la meta: divenire cavaliere e acquisire le istruzioni provenienti dalla lezione. Infatti, durante la lezione, può accadere che si verifichi un evento improvviso, che possa generare particolare paura ed ansia nel soggetto umano. L’individuo necessita di un ricongiungimento con l’operatore per riacquistare fiducia; quest’ultimo sarà pronto a fornirglielo, ma, al tempo stesso, sarà attento a cogliere la richiesta di una maggiore autonomia. Questo processo sarà graduale e basato sulle esigenze del singolo soggetto. Quando l’istruttore riterrà che il soggetto ha acquisito capacità di piena autonoma, lascerà il soggetto umano solo con il cavallo posizionandosi al centro del maneggio. Nel momento in cui il soggetto umano sarà in grado di lavorare in una squadra, con tutte le problematiche che comporta, sarà pronto per l’inserimento e l’integrazione nei piccoli gruppi sociali del suo ambiente di vita. La funzione di accompagnamento verso l’autonomia da parte dell’istruttore/educatore si sarà, in questo modo, esaurita. A questo punto bisogna ricordare che il soggetto umano è un individuo che, nel corso della riabilitazione equestre, pone in essere le sue componenti somatiche e psichiche, finalizzandole al proprio inserito sociale a tutti gli effetti. E ciò, se si tiene conto del fatto che l’ippoterapia, pur provenendo dallo sport dell’equitazione, è transitata sul piano della psicologia. Infatti la lezione di ippoterapia presenta i caratteri della Pet Therapy. Nell’attuale realtà sociale, ricca di beni di consumo ma anche di solitudine, si tende ad “allargare” la famiglia inserendovi il cane, il gatto, il canarino, che, oltre a colmare le carenze affettive del bambino (spesso figlio unico) e la solitudine dell’anziano, non di rado si trasformano in un “valido strumento terapeutico” per la cura di alcune affezioni psicosomatiche o quale supporto alle terapie. In questo ambito psicologico e terapeutico gli animali ricoprono un ruolo importante per il recupero dei soggetti umani. Il termine “Pet” oltre ad essere tradotto come “animale favorito”, sta ad indicare una serie di azioni: accarezzare, viziare, coccolare, ecc. Infatti gli effetti che la compagnia di un cane o di un gatto può procurare un piacevole contatto fisico e psichico, che meglio si realizza con il cavallo. Tuttavia, per quanto positivi possano risultare gli effetti della ippoterapia, non bisogna ritenere che, ricorrendo a questo sport, si possano superare definitivamente gli handicap di natura fisica e psichica, che la stessa medicina non può rimuovere. Se Sport svolge una funzione positiva per i soggetti “normali”, l’ippoterapia può alleviare ma non superare le sofferenze (fisiche o psichiche) dal cui è affetto il soggetto umano. A.Fundarò LA RIVISTA DELLA SCUOLA 18 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 Gr adua tor ie di circolo e di istituto di 1^ f ascia ATA Nota min. 01 giugno 2016 Graduatorie di circolo e di istituto di 1° fascia A.T.A. ( All. G ) - Istanze on-line - C ome è noto i candidati, già inclusi o che concorrono per l’inclusione nella graduatoria permanente provinciale A.T.A., hanno titolo ad essere inseriti nella prima fascia delle corrispondenti graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia. Conseguentemente i candidati che vogliono essere inseriti anche nelle citate graduatorie di circolo e di istituto devono produrre l’apposita domanda (all. G ) per la scelta delle istituzioni scolastiche in cui intendono figurare. E’ noto, altresì, che tale domanda dovrà essere inviata tramite le “istanze on line”, e che non è richiesto l’invio del modello cartaceo in formato pdf prodotto dall’applicazione in quanto l’Ufficio territoriale destinatario lo riceverà automaticamente al momento dell’inoltro dell’istanza. Tale modalità di trasmissione consentirà la visualizzazione delle sedi già trasmesse per l’anno precedente, ove presenti, e la conseguente selezione delle sedi scolastiche esprimibili per l’a.s. 2016/2017, evitando così qualsiasi possibilità di incorrere in errori di digitazione. L’applicazione per l’invio on-line del modello di domanda (all. G) sarà disponibile a partire dalle ore 9.00 del 3 giugno. La presentazione dell’istanza con modalità Web, conforme al codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e successive modifiche ed integrazioni, si articola in due momenti principali, il primo propedeutico al secondo: • la “Registrazione” da parte dell’utente, che prevede il riconoscimento fisico presso un’istituzione scolastica statale a scelta dell’aspirante (funzione sempre disponibile). Tale operazione deve essere effettuata solo dagli utenti non registrati; • l’ “Inserimento” dell’istanza on line da parte dell’utente (funzione disponibile dal 3 giugno). Nell’apposita sezione dedicata, “Istanze on line - Registrazione” allestita sul sito www.istruzione.it sono disponibili strumenti informativi e di supporto per gli utenti che dovranno utilizzare gli strumenti informatici per la presentazione delle istanze in questione. Con riferimento alla procedura in oggetto, si precisa quanto segue: • ciascun aspirante alla supplenza temporanea può indicare complessivamente non più di trenta istituzioni scolastiche per l’insieme dei profili professionali cui ha titolo. L’apposita funzione on-line dovrà essere utilizzata nei seguenti casi: • aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D. Lvo 297/94 e nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a. s. 2015/2016 che intenda mantenere le stesse sedi per l’a.s. 2016/2017 o sostituirle del tutto o in parte o comunicarne di nuove nel limite delle trenta consentite per tutti i profili professionali cui ha titolo. • aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D. Lvo 297/94, ma non inserito nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a. s. 2015/2016, sempre che desideri figurare nelle citate graduatorie di circolo e di istituto per l’a. s. 2016/2017. • infine, l’aspirante che, avendone titolo, concorra per l’inclusione nelle citate graduatorie permanenti, e desideri anche l’inclusione nella 1° fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a.s. 2016/2017. L’aspirante già inserito a pieno titolo nelle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D. Lvo 297/94 e nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a. s. 2015/2016 che, intenda mantenere per l’a. s. 2016/2017 le stesse sedi del suddetto anno scolastico, può anche non comunicare le sedi tramite la funzionalità delle istanze on line. In questa ipotesi sarà effettuata, a cura del sistema informativo, una procedura di conferma automatica che tuttavia confermerà le sole sedi che hanno mantenuto lo stesso codice dell’a.s. 2015/2016 eliminando le sedi che per effetto della razionalizzazione della rete scolastica hanno cambiato codice. Tutti gli aspiranti della 1° fascia sono inclusi in graduatoria in base all’automatica trasposizione dell’ordine con cui figurano nelle corrispondenti graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D. Lvo 297/94. Al fine di favorire la procedura on line si raccomanda ai competenti uffici di invitare tutti gli aspiranti non registrati, interessati alle graduatorie d’istituto a procedere alla registrazione, in quanto questa fase rappresenta un prerequisito essenziale per poter trasmettere l’allegato G via web. Si richiama all’attenzione che la procedura non rappresenta in nessun caso una riapertura dei termini per l’inserimento e/o aggiornamento delle graduatorie permanenti di cui all’art. 554 del D. Lvo 297/94, ma solo l’acquisizione/aggiornamento delle sedi scolastiche, ai fini dell’inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto di 1° fascia. L’istanza per la scelta delle sedi rimarrà disponibile fino alle ore 14.00 del 4 luglio 2016. IL DIRIGENTE: Giacomo Molitierno MOBILITÀ DEL PERSONALE Alcuni termini previsti dall’ordinanza ministeriale 8 aprile 2016, prot.241 I termini per le successive operazioni e per la pubblicazione dei movimenti, definiti secondo i criteri previsti dal CCNI 2016/17 sono i seguenti: Prima fase dei movimenti (punto A dell’art. 6) a) personale docente scuola dell’infanzia 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili. 30/4 2 – pubblicazione dei movimenti. 13/5 scuola primaria 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 12/5 2 – pubblicazione dei movimenti 26/5 scuola secondaria di I grado 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 25/5 2 – pubblicazione dei movimenti 9/6 scuola secondaria di II grado 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 8/6 2 – pubblicazione dei movimenti 24/6 I docenti che intendano avvalersi della prima precedenza prevista dall’art. 13 del CCNI presentano la propria domanda di trasferimento nei termini e con la modulistica della fase A indipendentemente dalla fase di partecipazione al movimento. Seconda fase dei movimenti personale docente (punti B, C e D dell’art. 6) scuola dell’infanzia 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità 24/6 2 – pubblicazione dei movimenti. 18/7 scuola primaria 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità 24/6 2 – pubblicazione dei movimenti 18/7 scuola secondaria di I grado 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità 24/6 2 – pubblicazione dei movimenti 28/7 scuola secondaria di II grado 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità 24/6 2 – pubblicazione dei movimenti 9/8 b) personale educativo 1 – termine ultimo comunicazione all’ufficio delle domande di mobilità e dei posti disponibili 30 maggio 2 – pubblicazione dei movimenti 30 giugno c) personale A.T.A. 1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 28/6. 2 – pubblicazione dei trasferimenti 22/7 LA RIVISTA DELLA SCUOLA 19 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9 ESAMI MATURITÀ ADEMPIMENTI E ORGANIZZAZIONE Nota min. 25 maggio 2016, prot. 5622 Adempimenti di carattere operativo ed organizzativo relativi all’esame di Stato anno scolastico 2015-2016 C on l’approssimarsi dei tempi d’inizio degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado, nello spirito della consueta collaborazione, si ritiene opportuno richiamare la particolare attenzione delle SS.LL. su tutti gli adempimenti di carattere tecnico-operativo ed organizzativo finalizzati al regolare svolgimento delle operazioni di esame dei quali le SS.LL. medesime e i Dirigenti scolastici dovranno farsi carico per la parte di rispettiva competenza con la sperimentata cura e tempestività. A riguardo, si ritiene di dover fare presente che nelle scuole sede di seggio elettorale, in caso di ballottaggio, la riunione plenaria si svolgerà il giorno martedì 21 giugno, alle ore 8.30. Invio del plico telematico Particolare riguardo merita la scrupolosa osservanza delle disposizioni relative alle modalità di invio tramite il plico telematico delle tracce delle prove scritte degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio dell’istruzione secondaria di secondo grado anche sulla base della circolare prot. n. 1134 del 18 aprile 2016 della Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica. Utilizzo di locali idonei, sicuri e attrezzati I locali individuati nelle scuole dovranno essere pienamente idonei allo svolgimento degli esami, sotto il profilo della sicurezza, dell’agibilità e dell’igiene, nonché dignitosi e accoglienti in modo da offrire un’immagine della Scuola decorosa e consona alla particolare circostanza. Nel caso in cui i locali dovessero risultare insufficienti o inidonei in relazione al numero di candidati o per altri fatti e situazioni di carattere straordinario, si dovrà procedere in tempo utile al reperimento di altri ambienti, anche appartenenti ad altre istituzioni scolastiche, che abbiano i requisiti sopra indicati. Per quel che concerne la sicurezza esterna dei locali utilizzati per lo svolgimento delle attività di esame, i relativi accessi, in particolare, dovranno essere muniti di serrature e chiavi perfettamente funzionanti e ciascuna Commissione dovrà poter disporre di un armadio metallico, adatto a custodire la documentazione relativa ai candidati, gli atti, gli elaborati, i registri e gli stampati. I locali stessi dovranno essere attrezzati con fotocopiatrici perfettamente funzionanti, in modo da garantire che le tracce delle prove scritte siano riprodotte in un numero di esemplari esattamente corrispondente al fabbisogno dei candidati assegnati a ciascuna Commissione. Strutture, strumenti e personale per le commissioni di esame Le Commissioni, per poter svolgere nella manie- vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove di esame. Le SS.LL vorranno ricordare tale divieto anche ai Presidenti ed ai Commissari, che hanno il compito di vigilare sul rispetto del divieto stesso, al fine di evitare il verificarsi di episodi che, oltre a turbare il sereno svolgimento delle prove scritte, risulterebbero gravemente penalizzanti per gli stessi candidati. Analoga cura dovrà essere rivolta alla vigilanza sulle apparecchiature elettronico-telematiche in dotazione alle scuole, al fine di evitare che durante lo svolgimento delle prove scritte se ne faccia un uso improprio. ra più agevole i propri compiti (elaborazione di verbali e di atti, esame di testi e documenti, formulazione della terza prova, correzione degli elaborati e conservazione di atti e fascicoli, ecc.), utilizzando di norma le funzioni dell’applicativo “Commissione web”, dovranno essere messe in condizione di servirsi di computer collegati alla rete Internet e delle stampanti in uso nelle rispettive scuole. Inoltre, dovranno essere messi a disposizione delle Commissioni, per le varie esigenze operative, il telefono, il fax, le attrezzature e i mezzi di comunicazione in dotazione. Dovrà, inoltre, essere assicurata un’attività continua e puntuale di assistenza e di supporto alle Commissioni, garantendo, con un’adeguata preventiva programmazione, la presenza e la collaborazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario presente in ciascuna istituzione scolastica nell’assolvimento, per la parte di rispettiva competenza, degli specifici e delicati compiti connessi allo svolgimento delle operazioni di esame. In particolare, gli uffici di segreteria dovranno provvedere a caricare tutti i dati degli studenti necessari per l’utilizzo dell’applicativo “Commissione web”. Dovranno, poi, essere preparati, con ragionevole anticipo, gli atti, i documenti, gli stampati e il materiale di cancelleria occorrenti alle Commissioni per l’espletamento del loro mandato; a tal fine può rivelarsi utile il riferimento al modello di “verbale di consegna al Presidente della commissione di esame dei registri, degli stampati, delle chiavi dei locali e della documentazione relativa ai candidati interni ed esterni”, facente parte dei modelli di verbali allegati all’annuale Ordinanza Ministeriale recante istruzioni, modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio del secondo Ciclo nelle scuole statali e paritarie. Utilizzo ristretto della rete internet nei giorni delle prove scritte Tenuto conto della necessità di consentire l’espletamento delle operazioni di estrazione e stampa delle tracce delle prove scritte, inviate con la modalità del plico telematico, in ognuno dei giorni dedicati a tali prove, sarà consentito, fino al completamento della stampa delle tracce relative, rispettivamente, alla prima prova scritta, alla seconda prova scritta e, eventualmente, alla quarta prova scritta, il collegamento con la rete internet esclusivamente da parte dei computer utilizzati: 1) dal Dirigente scolastico o di chi ne fa le veci; 2) dal Direttore dei servizi generali ed amministrativi, ove autorizzato dal Dirigente scolastico o da chi ne fa le veci; 3) dal Referente o dai Referenti di sede. Nel corso dello svolgimento delle prove scritte dovrà essere disattivato il collegamento alla rete Internet di tutti gli altri computer presenti all’interno delle sedi scolastiche interessate dalle prove scritte. Saranno, altresì, resi inaccessibili aule e laboratori di informatica. Inoltre, al fine di garantire il corretto svolgimento delle prove scritte, la Struttura Informatica del Ministero vigilerà, in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni, per prevenire l’utilizzo irregolare della rete internet da parte di qualunque soggetto e delle connessioni di telefonia fissa e mobile. Utilizzo di cellulari e apparecchiature elettroniche nei giorni delle prove scritte I Dirigenti scolastici avranno cura di avvertire tempestivamente i candidati: – che è assolutamente vietato, nei giorni delle prove scritte, utilizzare a scuola telefoni cellulari, smartphone di qualsiasi tipo, dispositivi di qualsiasi natura e tipologia in grado di consultare file, di inviare fotografie ed immagini, nonché apparecchiature a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere; – che è vietato l’uso di apparecchiature elettroniche portatili di tipo palmare o personal computer portatili di qualsiasi genere in grado di collegarsi all’esterno degli edifici scolastici tramite connessioni wireless, comunemente diffusi nelle scuole, o alla normale rete telefonica con qualsiasi protocollo; – che nei confronti di coloro che violassero tali disposizioni è prevista, secondo le norme Casi specifici Si richiama l’attenzione sulle disposizioni contenute nella nota prot. n. 1018 del 2 maggio 2013 relativa alle modalità di invio mediante plico telematico delle prove per candidati con disabilità visive e per candidati che svolgono l’esame presso sezioni carcerarie od ospedaliere. Eventuali esigenze speciali, ivi comprese le richieste di “plico cartaceo”, per candidati con disabilità visive, dovranno essere indirizzate alla Struttura Tecnica Esami di Stato dalle Istituzioni scolastiche o dalle Commissioni e saranno esaminate caso per caso, previo puntuale approfondimento tecnico con i richiedenti. Per quanto riguarda i candidati che svolgono l’esame presso sezioni carcerarie od ospedaliere (ovvero presso il proprio domicilio), eventuali richieste di “plico cartaceo” saranno indirizzate, in via eccezionale, dai competenti Uffici scolastici territoriali o dalle loro Articolazioni territo- LA RIVISTA DELLA SCUOLA riali alla Struttura Tecnica Esami di Stato. Le prove in formato Braille e le altre che non sarà comunque possibile inviare con la modalità del “plico telematico” dovranno essere ritirate nei locali dell’Amministrazione Centrale con modalità che saranno successivamente rese note. collegamento con gli uffici territoriali Le SS.LL. vorranno dare alle Istituzioni scolastiche interessate tutte le indicazioni e le informazioni atte a garantire i necessari collegamenti con i rispettivi Uffici territoriali, con ESAMI MATURITÀ particolare riferimento alle modalità di invio delle tracce delle prove d’esame che prevedono specifiche forme di intervento dei Nuclei tecnici di supporto ai Dirigenti scolastici e ai Referenti di sede, nel caso in cui i Presidenti di Commissione, coadiuvati dai rispettivi Referenti di sede, non fossero in grado di estrarre e stampare le tracce delle prove contenute nel “plico telematico”. Tenuto conto dei numerosi e complessi impegni connessi con lo svolgimento dell’esame, le SS.LL., per tutta la durata delle relative operazioni, vorranno garantire la più ampia funzionalità dei citati Uffici territoriali, assicurando, in particolare, che durante detto periodo le SS.LL. medesime e i Dirigenti dei sopra indicati Uffici o Funzionari appositamente delegati siano presenti nell’Ufficio e comunque reperibili anche nelle ore pomeridiane e serali. A tal fine si prega di comunicare i rispettivi recapiti alla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione e alla Struttura Tecnica Esami di Stato, secondo i riferimenti sotto riportati. Supporto a livello di amministrazione centrale - Struttura Tecnica Esami di Stato Aspetti organizzativi e gestionali concernenti le prove scritte Tel. 06/58492116 E-mail [email protected] alla quale si dovrà fare riferimento. (N.B. La mail di cui al punto 4 art. 22 dell’O.M. n. 252/2016 deve essere letta – [email protected]). Email [email protected] Ufficio III della Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione Si forniscono per profili amministrativi ed organizzativi riguardanti lo svolgimento degli esami di Stato, i seguenti recapiti telefonici e relativa mail di questo Ufficio, ad uso esclusivo degli Uffici Scolastici Regionali: 06/58.49.3242 – 06/58.49.2299 06/58.49.3240 – 06/58.49.2136 06/58.49.2288 – 06/58.49.3222 E-mail: [email protected] Si precisa che le Istituzioni scolastiche e le Commissioni di esame, per problematiche connesse agli esami di Stato, devono contattare in via esclusiva i dirigenti e/o referenti degli esami di Stato dei competenti Uffici Scolastici Regionali e degli Uffici territoriali, di cui all’allegato A. Vigilanza Le SS.LL. sono pregate di vigilare sulla osservanza, da parte dei Dirigenti scolastici interessati, delle disposizioni contenute nella presente nota. Il Direttore Generale: Carmela Palumbo 20 Anno XXXVII, 1-30 giugno 2016, n. 9