Descrizione Su Bacu Malu - Sinnai
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Descrizione Su Bacu Malu - Sinnai
Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari ESCURSIONE A «SU BACU MALU» IN OCCASIONE DEL 13° ANNIVERSARIO E DELLA SOSTITUZIONE DELLA TARGA IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL DISASTRO AEREO DEL 24 FEBBRAIO 2004, CON LA PARTECIPAZIONE DELLA PROLOCO SINNAI ED IL PATROCINIO DEL COMUNE DI SINNAI Tragitto Ritrovo Riferimento cartografico Comuni interessati Lunghezza Dislivello in salita Dislivello in discesa Tempo di percorrenza Difficoltà Tipo di terreno Interesse Segnaletica Attrezzatura in auto proprie piazzale fronte Caserma “U. Noci” Campu Omu ore 08.00 Foglio IGMI scala 1:25000 Sez. 558 Castiadas Sinnai 13 km circa 750 m circa 750 m circa 6 ore circa E Sterrata – sentiero-carrareccia Paesaggistico a tratti B/R Vestiario adatto alla stagione; Scarponi da trekking; pila frontale Acqua Rientro previsto a Sinnai Quote di partecipazione Prenotazioni e informazioni Scorta adeguata alla stagione ed alle necessità personali Ore 17.00 circa gratuita per tutti i soci Animali Giorgio Argiolas – 3331850293; Non ammessi DESCRIZIONE GENERALE La Foresta Demaniale dei Sette Fratelli si trova nella Sardegna sud-orientale, nella regione del Sarrabus e ricade nell’omonimo massiccio montuoso all'interno dei comuni di Sinnai, Burcei, Castiadas e San Vito, tutti in provincia di Cagliari. L’estensione totale della foresta è di quasi diecimila ettari ed è suddivisa in vari corpi di cui il principale è denominato “Campu Omu”. La foresta, una delle meglio conservate, rappresenta da un punto di vista paesaggistico, faunistico e naturalistico, una tra le aree più interessanti della Sardegna. Dal punto di vista geologico, l’area è caratterizzata da estesi affioramenti granitici modellati dall’erosione delle acque e dal vento. I corsi d’acqua sono prevalentemente a portata stagionale mentre l’altitudine della foresta varia toccando il suo punto più alto con la cima di Punta Ceraxa (1016 m). Il territorio ha conservato molti lembi delle coperture vegetazionali tipiche dell’isola. La formazione forestale maggiormente diffusa è la lecceta, associata a seconda delle situazioni al corbezzolo, alla fillirea latifoglia, all’erica e al viburno. A quote medio basse si trova anche la sughera. Sui crinali più alti, verso le cime dei Settefratelli, si trova una vegetazione a pulvino con ginestra corsa, timo, lavanda, mentre lungo gli alvei dei torrenti la vegetazione riparia a oleandro, salici e ontano. L'area è ricca anche di biodiversità ed endemismi. La foresta demaniale di Sette fratelli è uno degli areali di eccellenza per il cervo sardo, che qui ha trovato rifugio ed è oggi presente in gran numero, grazie alle azioni mirate per la sua protezione e conservazione portate avanti dall’Ente Foreste della Sardegna, oggi diventato Agenzia Forestas. L’area offre inoltre un ambiente naturale in cui si può incontrare l’aquila, la martora e la lepre sarda, oltre al frequentissimo cinghiale. La suggestione dei toponimi ci ricorda come tutta la zona sia stata fin dai tempi più antichi oggetto di miti e leggende che si perdono nella notte dei tempi. Per antiche credenze in queste cime erano di casa il diavolo (Bruncu S’Eremigu Mannu) ed il piccolo diavolo (S’Eremigheddu); in esse si nascondevano dei tesori (Casteddu su dinai. Sembra inoltre che la zona fosse frequentata da religiosi (Cuventu) e da banditi che riparavano nelle più alte cime. Alle ore 08.00 appuntamento davanti alla Caserma “U. Noci” di Campu Omu. Dopo qualche decina di mt dalla caserma Noci prendiamo la strada forestale sulla Sx. A valle dopo circa 1,5 km, dopo il ponte del rio Maidopis, parcheggiamo le auto ed iniziamo l’escursione a piedi, unitamente agli amici della Proloco Sinnai, diretta da accompagnatori qualificati CAI. Su sentiero in ripida salita raggiungiamo la località denominata Cunventu; dopo un centinaio di mt lasciamo il Sentiero Italia che abbiamo incrociato, e percorriamo una vecchia strada romana fino a Casteddu de Su Dinai. Attraverso la strada Forestale, raggiungiamo la cima de Su Baccu Malu passando di fronte ad un recinto dove gli uomini della forestale accudiscono numerosi mufloni. Dopo la sostituzione della targa, da parte dei soci del di Cai Cagliari, in memoria delle vittime del disastro aereo del 2004, sosta pranzo al sacco e quindi il rientro a ritroso alle auto. ILTERRITORIO E L’ECONOMIA Il territorio di Sinnai si estende per 22.338 ha, pari a 223,38 kmq. Parte dal margine orientale del Campidano di Cagliari ed abbraccia gran parte dei primi rilievi collinari dei versanti occidentali del massiccio di Serpeddì-7 Fratelli sul quale prevalentemente si sviluppa. Il Parco dei 7 Fratelli-Monte Genis è uno dei più grandi della Sardegna con i suoi 58.846 ha di estensione (dati ricavati da varie ricerche di cui lo scrivente non può garantirne l’esattezza delle informazioni che si segnalano al solo scopo di fornire dei dati riguardanti il territorio di Sinnai). L’economia del paese si basa, o meglio si basava, prevalentemente sull’attività agropastorale (in paese ancora oggi si contano due caseifici) e sulla produzione olivicola (un frantoio a Sinnai ed 1 a Maracalagonis). Nei mesi estivi, autunnali e primaverili è diffusa la raccolta dei funghi; di ottima qualità il miele, tradizionale la lavorazione del giunco, del fieno e la mandorlacoltura. Interessante l’allevamento di cavalli in forma familiare. Nel periodo dell’industrializzazione, da notare una notevole crescita in paese e in quelli limitrofi, di imprese edili, note per la loro bravura anche fuori porta, ma oggi in grande sofferenza. Buona la coltivazione di vitigni. IL NOME DEI 7 FRATELLI (testo tratto integralmente dal libro di Tore Dedola “TOPONOMASTICA SARDA”) La derivazione di tale nome alle montagne fu ripresa anche da La Marmora, il quale dimostra di non averle mai raggiunte, peraltro la punta maggiore si può raggiungere solamente con acrobazie alpinistiche, quindi impossibile metterci il punto trigonometrico (P.ta Ceraxa). Egli evidentemente ascese il monte assieme al Prof. Mori lungo la strada romana, dove ai primi del settecento il padre Salvatore Vidal di Maracalagonis, aveva fatto erigere un convento. Dall’epoca del Vidal le dicerie erano diventate due: sette punte e setti fradis – c’era l’imbarazzo della scelta. In realtà non erano sette i frati e neppure le punte sono sette. Le vette sono di più o di meno a seconda del metodo di conta. Altra caratteristica del Monte è che alla base delle punte non c’è mai passato nessuno, almeno nel medioevo. Le stesse carbonaie di fine 800 si fermano prima delle vette. Manca ogni qualsiasi segno antropico di carattere diacronico. E’ stato il Club Alpino Italiano ad averle fatte conoscere tracciandoci il Sentiero Italia sul finire del XX secolo. La prova della loro intangibilità viene anche da un’altra rupe che si chiama S’Eremigu Mannu-il Grande Nemico – ossia il diavolo, nonché il vicino sito chiamato Poni Fogu – attizza fuoco, entrambi sono nomi attribuiti con tutta evidenza ad opera dei bizantini, che avevano buone ragioni per rendere fosca ed impraticabile questa montagna che prima di loro veniva ascesa per la sua sacralità positiva. Poni Fogu doveva essere il sito sacro del FUOCO PERENNE. S’Eremigu Mannu doveva essere il vicino sito dove stazionavano i celebranti del Fuoco Sacro. Ma era quel fatidico SETTE ad essere inconfondibile – era il numero sacro agli Ebrei, trasferito alla Montagna Sacra che stava al centro dei loro vastissimi possedimenti. La pervicacia del nuovo clero riuscì a sopprimere questo grumo di religione ebraica. INCIDENTE AEREO DI BACU MALU IL 24 febbraio 2004 alle ore 04.49 il momento esatto in cui il CESSNA 500 che trasportava un cuore prelevato al San Camillo di Roma per essere trapiantato ad un paziente del Brotzu di Cagliari, si schianta sulla sommità della cima di Baccu Malu. Muoiono tutti! 3 persone di equipaggio e 3 ospedalieri: 1° pilota Helmut Zurner di Vienna; pilota Thomas Giacomuzzi di Vienna; Pilota Daniele Giacobbe di Messina; Dott. Alessandro Ricchi; Dott. Antonio Carta; tecnico Gian Marco Pinna. Pare che il comandante avesse optato di non seguire la rotta normale di navigazione per accelerare l’arrivo in aeroporto e quindi in ospedale per il trapianto (la rotta prevista sarebbe stata quella di arrivare fino a Capo Carbonara e poi l’avvicinamento all’aeroporto di Elmas per l’atterraggio che doveva essere sulla pista 32 – la parte Nord – e quindi avrebbe avuto un ritardo di circa 20 minuti rispetto alla scorciatoia scelta). Furono condannati per omicidio colposo un Ufficiale ed un Sottufficiale dell’Aeronautica Militare del Centro di Controllo del Traffico Aereo di Decimomannu, perché non sarebbero stati abbastanza incisivi nel dare indicazioni (il tutto si svolge in pochissimi attimi, per cui la sorte ha un gioco abbastanza importante nella disavventura). Il pilota comunque non era in possesso delle carte della zona in avvicinamento per cui non conosceva l’altezza di quelle montagne (proveniva da Vienna e quindi forse era la prima volta che faceva quel tragitto). Nel territorio di Sinnai ci fu nel 1953 un altro incidente aereo; infatti cadde un DC3 della LAI (Linee Aeree Italia), una compagnia aerea antesignana dell’Alitalia e perirono tutti i 19 passeggeri fra cui, ironia della sorte vi era un cardiochirurgo. Giusto per cronaca, il paziente in attesa di trapianto, ebbe l’intervento in altra occasione ma non visse a lungo. Norme di comportamento da tenersi durante le escursioni: Ogni componente del gruppo durante l’escursione starà sempre dietro il Direttore di Escursione e ne dovrà seguire scrupolosamente le indicazioni. Il non attenersi a tali indicazioni vale come rinuncia implicita al nostro accompagnamento e alla assicurazione del CAI. Chi dovesse fermarsi per necessità fisiologiche lasci il sacco lungo il sentiero e chi chiude la fila saprà che deve attenderlo. Non è gradito che si fumi durante l'escursione. Non si lasciano rifiuti di alcun tipo; i rifiuti si riportano a casa. Ogni infrazione può essere motivo per l'esclusione da successive partecipazioni. Dichiarazione di esonero di responsabilità Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur tuttavia la frequentazione della montagna comporta dei rischi comunque ineliminabili e pertanto con la richiesta di partecipazione all’escursione il partecipante esplicitamente attesta e dichiara: di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà dell’escursione; di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI – Sezione di Cagliari; di ben conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione; di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla partecipazione all’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità; Direttori di Escursione: Giorgio Argiolas (ASE), Gigi Moi, Giorgio Faret ed altri accompagnatori