Politica accattona - Chiese di Sicilia
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Politica accattona - Chiese di Sicilia
Anno 53 C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento Auguri Agrigento Chi era presente nella Basilica dell’Immacolata, il giorno della Solennità, ha potuto notare (forse lui stesso ne è stato protagonista) una cosa insolita: un lungo e fragoroso applauso ha seguito l’omelia dell’arcivescovo mons. Montenegro. Un fatto insolito che mi ha fatto andare con la memoria al lungo e fragoroso applauso che ha suggellato le parole di Giovanni Paolo II, quando, nella Valle dei Templi, perorando la causa del popolo siciliano, rivolto ai mafiosi, ha esclamato: «convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio». Come le parole del Papa anche quelle di mons. Montenegro rimarranno scolpite nel cuore degli agrigentini per il messaggio di speranza di cui sono cariche. E perché, forse, gli agrigentini aspettavano tali parole. L’Arcivescovo ha parlato di Maria, del cielo, della bellezza ma anche della terra, di noi, della nostra città. «Questa città è la tela affidataci dal Signore perché la tessiamo con i colori della bellezza, che Lui ha affidato a ciascuno di noi… Come Maria, ognuno di noi è una pennellata di colore per questo mondo. Tocca soprattutto a noi credenti uscire allo scoperto. Non possiamo nasconderci nelle chiese per vivere la fede… Essere cristiani non è solo guardare il cielo, ma essere protagonisti della vita della città. Di essa non siamo sudditi, né spettatori passivi, ma siamo - e dobbiamo volerlo - cittadini consapevoli e attivi». «…Non possiamo – ha continuato - preferire il disinteresse e l’indifferenza… Il richiuderci in esperienze di spiritualità consolatoria è sonnambulismo della coscienza. Una fede che non si fa storia, che non genera vita, non fa luce, non dà sapore, è una fede vuota, è albero che non produce frutto, è rete da pesca che resta vuota». I cuori dei presenti hanno cominciato a battere all’unisono quando ha esclamato: «Agrigento, la nostra città, non possiamo sopportarla, ma amarla, solo così finirà di essere negli ultimi posti delle varie classifiche nazionali… Prendiamo consapevolezza delle nostre risorse, valorizziamole, potenziamole, vivifichiamole per una città nuova… Agrigento di oggi è lo specchio di ciò che noi siamo. Ma sappiamo bene che possiamo essere ancora altro, altro di più». «Auguri Agrigento», ha concluso l’arcivescovo. A noi adesso trasformare quell’applauso, lungo e fragoroso, in gesti, parole, azioni e testimonianza. Carmelo Petrone Esce il Venerdì - Euro 1,00 Citta’ N. 40 - 14 Dicembre 2008 Provincia societÁ Un primato tutto nostro: classifica ItaliaOggi 2008 di LdP 2 di Franco Pullara 3 di Salvatore Pezzino Sviluppo e ambiente a vicenda della discarica di Monserrato riporta l’attenzione su come, in questi ultimi anni, ed ancora è viva questa abitudine, sia facile per i nostri amministratori, a tutti i livelli, dal locale al nazionale, svendere il territorio cittadino, provinciale, regionale o statale che sia. Molto spesso quelle che a prima vista appaiono come delle situazioni per apportare una boccata di ossigeno in un territorio boccheggiante si rivelano essere la scelta più infelice sotto il punto di vista della salute. Prendiamo il caso di Porto Empedocle, l’impianto Italcementi, l’ex Montedison, la centrale Enel se da un lato hanno apportato benefici economici, togliendo dalla strada e dando opportunità occupazionale a tanta gente, dall’altro qual è il prezzo che si sta pagando in termini di sicurezza ambientale, vivibilità e pubblica salute? Contrada Fauma nel territorio di Agrigento, ma vicina a Siculiana, Porto Empedocle e Realmonte tra qualche mese ospiterà un impianto biomasse, ebbene se la scelta può considerarsi a basso impatto ambientale, dovrebbe bruciare sansa o vegetali che stanno crescendo in Mozambico (della desertificazione che deriverà da questa coltivazione intensiva nessuna associazione umanitaria si interessa?) e chi passa dall’ex cantina Zicari può constatare la pessima aria che si respira, se sorgesse in un ambiente sano non comporterebbe nulla di grave per l’ambiente ma se già l’aria è altamente com- promessa come la mettiamo? In fin dei conti a pochi chilometri sorgono le ciminiere dell’Italcementi e della centrale Enel e la discarica di Siculiana. Ma sicuramente l’ARPA e l’ente che ha rilasciato l’autorizzazione avranno monitorato per un anno tutta la zona ed i risultati saranno stati sicuramente confortanti. Che sul territorio della provincia vi sia un impianto industriale che produca diossina nessuno ne parla, ma si scatena la guerra quando si parla di termovalorizzatori o rigassificatore, che in questo scenario è sicuramente l’impianto meno inquinante. Adesso ci spieghino i nostri rappresentanti come e dove è possibile dar vita a strutture recettive e turistiche? Davvero la spartizione di posti di lavoro tra i tanti adepti in cambio di autorizzazioni, concessioni e nulla osta vale la lenta agonia di un territorio come il nostro? Che si cominci a fare chiarezza sui reali interessi che spingono chi ci amministra a fare certe scelte, che qualcuno, la magistratura, gli ambientalisti, l’ARPA (visto che l’APEA è morta e sepolta) comincino ad attenzionare maggiormente l’assalto al nostro territorio, tra dieci anni potremmo realmente essere una nuova Gela. ◆ Oridnazioni ◆ Appuntamento Antonio e Luca sono diaconi Gli emblemi della Cattedrale Mercoledì 3 dicmebre nella Chiesa Madre di Favara S.E. mons. Montenegro ha ordinato diaconi Antonio Cippolla, della Comunità eccelsiale di Favara e Luca Restivo, della Comunità ecclesiale di Castrofilippo. Nell’omelia l’arcivescovo ha sottolineato i servizi propri del diacono: servizio della Parola, della liturgia ed il servizio della carità. Siamo grati al Signore per questo dono che prima di tutto fa ad Antonio e Luca, ma anche alla nostra comunità diocesana. 5 30° anniversario del RnS di Raniero Di Nolfo 7 Pontificale dell’Immacolata Politica accattona L Vita ecclesiale Educare: una sfida da cogliere Enti inutili e carrozzoni C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento Sarà presentato venerdì 19 dicembre, alle ore 17.00, presso la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, il libro postumo di mons. Domenico De Gregorio “La Cattedrale di Agrigento e i suoi emblemi”. Il libro, stampato grazie al contributo del Centro Studi Pastore, continie , arricchito da una ampia documentazione fotografica, la raccolta di articoli che mons.De Gregorio ha pubblicato sul nostro settimanale su gli insegnamenti morali degli embleami. La presentazione si inserisce nel programma di riapertura della Cattedrale di Agrigento. Montenegro: «Agrigento va amata non sopportata» foto Tornatore Riportiamo integralmente il testo dell’omelia che Mons. Montenegro ha pronunciato in occasione della Solennità dell’Immacolata presso la Basilica di San Francesco in Agrigento. « La liturgia di oggi ci spiazza. Noi corriamo tra casa, ufficio, scuola. La televisione e i giornali ci portano in casa un modo disastrato, e poi politica, economia, problemi sociali, lo stesso sport è deviato … e veniamo in chiesa e sentiamo parlare di Adamo ed Eva, di Angeli … Quasi fosse un mondo di favole, lontano dalla nostra non facile realtà. Ma chiediamoci: è davvero una stonata storiella per bambini questo racconto della bibbia che in realtà ci parla di cielo e di bellezza? Sì, oggi, festa dell’Immacolata è la festa della bellezza, della luce, del cielo e anche della terra. La Chiesa infatti ci presenta la figura di Maria, incarnazione della bellezza, divina e umana. Della piccola e semplice donna di Nazareth, riflesso della bellezza di Dio che è “Bellezza di ogni bellezza”. Un antico inno recitava: “Essa è santa nel suo corpo, bella nel suo spirito, pura nei suoi pensieri, sincera nella sua intelligenza, perfetta nei suoi sentimenti, casta, ferma nei suoi propositi, immacolata nel suo cuore, eminente, colma di tutte le virtù”. Noi le cantiamo: “Dell’aurora tu sorgi più bella”. “Vestita di sole, coronata di stelle…” “Mira il tuo popolo bella signora…” Maria è la piena di grazia: è la graziosissima. Mentre ci stupiamo e restiamo incantati dalla luce che emana da lei, nello stesso tempo la desideriamo. Quella di Maria è una luce che non abbaglia. Se attrae è perché anche noi, come Maria, siamo fatti per la bellezza.In lei il sogno di Dio – quello di volerci santi e immacolati dinanzi a lui (belli) - trova piena attuazione (2 lett). In Maria vediamo noi stessi che, sebbene nati nel peccato, nel Battesimo abbiamo ricevuto un seme di vita eterna per cui chiamiamo Dio: «Abbà, Padre»! Dio ha creato gli uomini belli, felici, pieni di vita, ma ... il peccato ha rovinato tutto. Tra noi e Dio si è alzato un muro. Ma un figlio è sempre un figlio e il Padre non vuole per- “...come agrigentini non possiamo nasconderci dietro l’affermazione: viviamo nel paese di Pirandello. E’ un alibi colpevole.” continua a pag 5