monologo avvocata - WRITING THEATRE at school

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monologo avvocata - WRITING THEATRE at school
Addio a Louis Vitton
rielaborazione di “La missione” di Antonella Brocco
a cura di Simona Pettinari
MARIA – Mio Dio stavo per fare tardi anche qui… appena in tempo prima che chiudesse il check-in…
(al barista) Un ginseng grazie! (al depresso, con cui da qui in poi si rapporterà) Secondo lei sono vestita
bene per l‟India? .. No scusi è che.. sono un po‟ agitata.. se lei sapesse.. mi sono detta “Entro o non
entro? Adesso che scusa gli racconto? Che per l‟ennesima volta ho fatto tardi e non ho neanche
completato la memoria.. e i fascicoli dei ricorsi.. e la documentazione del signor Prestinari.. Prastinari..
al diavolo lui e come si chiama.. Al diavolo tutti quanti!”. Ho girato i tacchi e sono tornata a casa, nella
mia tana, nell‟unico posto dove posso girare scalza, senza vestiti, coi capelli in disordine, niente trucco
perfetto.. niente sorrisi obbligati.. „fanculo!! Ma ieri non era così.. nemmeno il mio piccolo nascondiglio
era più sicuro.. mi sono guardata allo specchio del bagno.. “Maria… da cosa stai scappando? Da
questa vita ordinaria? Dai capi firmati? Dal tuo capo, dalla tua dedizione totale al lavoro.. il protocollo da
seguire, sempre uguale, stessi orari, stesse formalità, stessi aperitivi, stesse uscite con gli amici, pub,
cinema, discoteche.. e la vita che ti passa davanti.. la tua famiglia ambiziosa, gli anni di studio per
diventare avvocato, l‟insofferenza, i mille lavoretti per non dipendere dai tuoi.. i sensi di colpa.. le storie
d‟amore.. le delusioni.. e di nuovo rifugiarsi nel lavoro.. il lavoro che sognavi da bambina.. e che adesso
non ti basta più! Allora..? Non mi rispondi?.. Da cosa scappi..? Da te stessa..? Rispondi.. avanti
rispondi.. rispondi.. noooooo!”. Ora lo so.. non scappo da me stessa.. ma verso me stessa.. una sola
idea in testa.. mi sono cambiata.. ho buttato quattro cose in valigia.. ho prelevato tutti i miei risparmi..
ho preso il cellulare dalla mia Louis Vitton.. ho cancellato tutti i numeri.. tranne uno.. quello del taxi.. ed
eccomi qui. Perché ho scelto Delhi? Perché è lontana da tutta la vita vissuta fino ad ora .. e soprattutto
perché è totalmente diversa: lingua, cultura, cibo.. Lì potrò finalmente iniziare una nuova vita. Un
viaggio introspettivo?! Forse.. ma soprattutto potrò continuare la mia missione.. quella di aiutare gli
altri.. stavolta però in modo diverso.. in modo vero.. senza trucco, con i capelli in disordine, senza
sorrisi obbligati, senza capi firmati.. E questa?!?! (sorride) La mia Louis Vitton!! Questa mi serve.. mi
serve a ricordare quello che ero.. e a non dimenticare più quello che voglio essere.. (Finisce il suo
ginseng..) Quanto mi costerà..?
BARISTA – Due euro…
MARIA – Ecco.. (gli da una banconota e si allontana)
BARISTA – E il resto?
MARIA – Non ha più importanza…