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Parole
in attesa della nuova “Voce Misena”
La Voce Misena
Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 24 novembre 2005 • € 1
n. 42
“Domandate tutto,
come fanno i bambini.
Perché questo?
Perché quest'altro?
Perché quell'altro? (…)
Domandate sempre,
senza che vi trattenga
neppure l’assurdità
delle vostre
interrogazioni.
Vedrete che l’assurdo
è quasi sempre
una specialità
delle risposte”.
Antonio Machado
La dolce vita
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(1875-1939), uno dei più grandi
poeti spagnoli del Novecento
EDITORIALE
8
AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO
Lunedì 28 novembre
ore 18,30 S.Messa alla Chiesa della Croce
per il patrono degli Orafi S.Eligio
Giovedì 1 dicembre
ore 9,30 Incontro Sacerdoti giovani
Sabato 3 dicembre
ore 12,00 Incontro regionale ACLI in Ancona
ore 18,00 Ritiro spirituale candidati Diaconi
ore 19,00 S.Messa per i “figli in cielo”
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Domenica 4 dicembre
ore 11,00 S.Messa a Barbara
per Festa Patrona
ore 16,00 Incontro diocesano delle famiglie
Commissione diocesana per la Famiglia
Domenica 4 dicembre
Sabato 26 novembre
ore 15.30
al Teatro Portone di Senigallia
le famiglie della Diocesi si incontrano sul tema:
9ª Giornata nazionale
della colletta alimentare
A Senigallia presso i supermercati:
IPERCOOP “IL MAESTRALE”
SMA CITYPER
COOP SALINE
CONAD CESANELLA
CONAD VIA SANZIO
CONAD DI SERRA DE' CONTI
FAMILA DI MARINA DI MM.
La Fondazione Banco Alimentare Onlus e la
Compagnia delle Opere invita tutti a donare
parte della propria spesa per chi ha bisogno.
Per informazioni: ww.bancoalimentare.org
L’Eucaristia FA la famiglia
- Accoglienza delle famiglie, canti
- Riflessione del vescovo Giuseppe Orlandoni
- La comunione in famiglia e tra le famiglie”
relazione di Ermes Rigon, presidente del Forum
delle associazioni familiari dell’ Emilia Romagna
- L’ Eucarestia fondamento e segno di comunione
e di speranza per la famiglia nella vita concreta
- Animazione conclusiva dei ragazzi e dei bambini
Per i bambini è previsto servizio di baby sitter, per i ragazzi
un programma a parte con canti e riflessioni.
ARTICOLI SACRI di Santina Boncompagni
QUADRI - ICONE - STATUE - CANDELE - PARAMENTI SACRI
a SENIGALLIA in Via Andrea Costa, 31 - 071.60597
La Voce Misena
Settimanale della diocesi di Senigallia
Collaboratori:
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
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353/2003 (Conv. in L.27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952.
Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
Alessandro Berluti, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli,
Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni,
Raoul Mancinelli, Umberto Martinelli.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli,
Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
e-mail: [email protected]
sito: www.vocemisena.it
24 novembre 2005
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3
e
Dibattito sulla eutanasia: una testimonianza
La dolce vita
ono rimasta a dir poco sconvolta dall’intervista di
Veronesi sul quotidiano “la Repubblica”. Il medico
parlava di eutanasia in termini di “diritto”. Pensarla
in questo modo mi fa paura: oltretutto l’equipararla a
quello del cambiare domicilio è quantomai assurdo e
grottesco. Spero che i ricercatori facciano il loro mestiere
e non perdano tempo in considerazioni di questo livello.
Penso che l’eutanasia sia una grossa aberrazione, peggiore, da parte di chi la invoca per sé, del suicidio. Nel
suicidio infatti non coinvolgo altre persone nella responsabilità della mia morte, me ne assumo io la responsabilità di fronte a Dio o di fronte (se non credo) a me stesso.
Invocando l’eutanasia è come se volessi scaricare su
altri la responsabilità della mia morte facendo loro credere che stanno facendo un atto di misericordia. Tutto
questo per me è ancora più egoista del suicidio.
Ho vissuto un’esperienza terribile nella mia famiglia:
mio padre è morto sei anni fa di sclerosi laterale amiotrofica, una tra le malattie più terribili in quanto non si
può neanche invocare la medicina palliativa: attacca il
sistema nervoso, non lascia speranze terrene, ed è sempre il primo esempio per invocare quella che ipocritamente chiamiamo ‘la dolce morte’. Mio padre in preda
alla disperazione rifletteva sul fatto che non poteva
neanche suicidarsi – era completamente paralizzato – e
quindi chiedeva a noi di mettere fine alle sue sofferenze.
Mia madre gli ha risposto che lo avrebbe aiutato a vivere, non a morire, non voleva essere responsabile – lei
– di una decisione presa da un altro (magari “aumentando la morfina” come dice Veronesi!).
Da quel giorno molte persone, parenti e amici, hanno
risposto all’appello e hanno aiutato la nostra famiglia a
vivere anche quei momenti dolorosi inventandosi una
nuova terapia “palliativa” fatta di massaggi, carezze e attenzioni che si protraevano ininterrottamente per ventiquattro ore al giorno.
In fondo la soluzione eutanasica “risolve” molti problemi. Il malato può dire: non mi sono suicidato ed evito
il calvario; i parenti possono fare una “buona azione” e
togliersi un “peso” enorme fatto di giorni, mesi, a volte
anni di notti insonni e grandi fatiche. La nostra famiglia
può testimoniare come anche nel dolore più grande, anche nella fatica, possono nascere dei rapporti, legami,
amicizie vere e autentiche, figli meno superficiali che
possono dare colore alla vita perché provati nel fuoco.
Di fatto mio padre non ha più chiesto di morire, negli
ultimi tempi voleva solo che gli leggessimo il Vangelo,
solo quelle parole parlavano di vita e non di morte, anzi
ha voluto “tenere duro” fino alla nascita della sua nipotina. Non dimenticherò mai il suo sguardo quando l’ha vista. Dopo una settimana dalla nascita è morto. Tutti i
dottori si sono meravigliati di come fosse vissuto a lungo nonostante le sue condizioni. Forse, per Veronesi, sono soltanto emozioni da ingenui.
Morena Torreggiani
S
24 novembre 2005
editoriale
27 novembre 2005
1a domenica di Avvento
Vieni, Signore
Prima lettura: Is 63,16-17.19;
64,1.3-7
Il brano profetico del Terzo Isaia
ci offre una toccante preghiera che il
popolo d’Israele eleva a Dio e che la
Chiesa fa propria all’inizio del nuovo anno liturgico nell’attesa del santo Natale. Ciò che gli ebrei desiderano ardentemente è che Dio squarci il
cielo, da troppo tempo chiuso da una
barriera ostile, e scenda sulla terra, si
faccia vicino ai suoi figli, come padre amoroso e redentore.
La situazione presente purtroppo è
miserevole. Il popolo è diventato come foglia secca portata via dal vento,
cosa impura e panno immondo. Il
cuore rimane indurito, la ribellione
peccaminosa si protrae nel tempo e
sembra non voglia cessare più. La
realtà appare ancora più tragica se posta a confronto con le vicende antiche, quando il Signore operava potentemente e ogni negatività veniva annientata. Ci si sente ora abbandonati,
orfani, in balia delle iniquità, come
persone che vagano lontano dalla
strada tracciata dal Signore. Tuttavia
si è disposti a riconoscere le proprie
colpe e a chiedere con insistenza: “Ritorna per amore dei tuoi servi”, poiché siamo tue creature, opera delle tue mani.
Salmo 79
La comunità si è allontanata da Dio e
i nemici hanno potuto fare scempio del
popolo, quale vigna devastata, ceppo
non più protetto e germoglio non più
coltivato. Da qui l’invocazione a Dio
perché ascolti il grido disperato, volga
lo sguardo alla situazione drammatica e
infine intervenga con la sua visita potente e trasformante. Dio, quale pastore,
ritorna ad essere la fonte della vita del
popolo. Questi, in segno di gratitudine,
loda il Signore e si stringe a lui.
Seconda lettura: 1Cor 1,3-9
Il saluto di Paolo alla comunità greca
di Corinto si esprime con due termini.
La “grazia”, augurata dall’apostolo, indica la salvezza divina offerta gratuitamente. La “pace” allude alla medesima
salvezza quale dono accolto e di cui si
fa esperienza nella pienezza di beni. La
prima è colta nella libera e amorevole
iniziativa divina, la seconda nella gioiosa e proficua disponibilità umana. Segue il ringraziamento a Dio per i doni
copiosi elargiti e abbondantemente usati per la crescita della comunità cristiana, sia nell’ambito della parola sia in
quello della conoscenza. La “testimonianza di Cristo”, ovvero l’annuncio del
vangelo dato da testimoni oculari che
ha per oggetto Gesù Cristo, le sue gesta
e le sue parole, si è radicata nella comunità, a tal punto che i corinzi sono diventati testimoni di Cristo nella metropoli greca, saldi nella fede, protesi verso la parusia di Cristo nel suo manifestarsi. I doni già ricevuti sono per loro
fonte di sicura speranza, che li “tiene
fermi” nel cammino verso l’incontro
definitivo con il Signore. Per noi il tempo di avvento ha lo scopo di rinnovare
questa attesa, nella certezza che il Padre
continuamente ci chiama ad entrare in
comunione con suo Figlio Gesù, che ci
viene offerto nel santo Natale.
Vangelo: Mc 13,33-37
Il periodo liturgico che stiamo iniziando non ci orienta soltanto verso il passato, quando Gesù è venuto in questo mondo, ma ci sprona a guardare avanti, perché il Cristo glorioso ritornerà. Facciamo
nostre le parole di Gesù che ci esortano
alla vigilanza., data l’ignoranza circa il
momento della sua venuta. Che non succeda di venir distratti dalle cure mondane. Un consiglio è d’obbligo: ognuno,
quale servo diligente, si impegni nel
compito assegnatogli, senza perdersi in
cose inutili e vacue. Se l’avviso è rivolto
a tutti, in primo luogo viene richiamato il
“portiere della casa”; almeno lui non può
addormentarsi.
don Luciano Sole
La memoria per il futuro
I
l termine avvento deriva dal latino
“advenio” e significa: il Signore
viene verso noi. Il grande teologo
Barth diceva: se la religione rappresenta lo sforzo dell’uomo di raggiungere Dio, il cristianesimo non è una
religione perché nasce dal cammino
inverso: è Dio che prende l’iniziativa
e viene incontro all’uomo con la sua
parola, con il suo dono di grazia e, al
vertice, entrando lui stesso nella storia, con l’incarnazione.
La liturgia dell’avvento e del natale
è dominata da quest’evento fondante,
l’entrata di Dio nella storia umana. Di
fronte a quest’evento inatteso e impensabile l’uomo prova un sentimento
di meraviglia e si pone nell’atteggiamento dell’attesa che non ci lascia
passivi, ma esige una conversione, ossia un cambiamento di mentalità per
un diverso progetto della nostra esistenza. Il dono della salvezza che Dio
ci elargisce sollecita la nostra libera
accettazione e la nostra risposta: solo
così nasce il dialogo e la relazione
d’amore che ci salva. L’unica risposta
adeguata alla venuta di Dio è camminare assieme a lui in un nuovo proget-
parola di Dio
to di vita speso nella dimensione storica della convivenza umana.
Il brano di vangelo che la liturgia ci
propone in questa prima domenica
d’avvento appartiene al discorso escatologico, che annuncia gli eventi finali
della storia e parla della venuta di Cristo come giudice supremo. Infatti nella visione generale della storia secondo il cristianesimo ci sono due venute
di Cristo: la prima nell’umiltà della
natura umana che noi ricordiamo nel
natale, la seconda come punto di arrivo della storia umana per sancirne il
senso e il valore. Nella prima ha gettato il seme di salvezza, nella seconda
verrà a raccoglierne i frutti.
Il vangelo ci presenta la seconda venuta che tutti dobbiamo affrontare al
termine della nostra vita. Per prepararci a questo incontro la liturgia con la
sua drammatizzazione ci fa ricordare e
rivivere la prima venuta di Cristo, per
cui l’avvento e il natale non sono solo
commemorazione del passato, ma
orientamento per il futuro, ci preparano a incontrare Cristo giudice della
nostra vita. Così il ricordo del passato
e l’attesa del futuro si sovrappongono
24 novembre 2005
come in un effetto di dissolvenza cinematografica. In questa prospettiva
l’avvento ci ridesta alla responsabilità
etica del progetto globale della nostra
vita e diventa impegno quotidiano per
far fruttificare quel seme che Cristo ha
affidato alla nostra laboriosità.
L’impegno etico del cristianesimo
nasce da un progetto personale che
un dono di amore ha sollecitato: è l’espressione più autentica della nostra
identità, è passione per un sogno personale, è gioia per la conquista di pienezza, è libertà e autonomia.
In questa prospettiva sono superati
i sentimenti di sottomissione e di
paura che troppo spesso hanno accompagnato la predicazione popolare, dove più che la novità evangelica
si esprimeva la volontà di conservazione e di dominio, retaggio di una
civiltà tramontata. Ora corriamo il
pericolo opposto: liberi dalla paura,
ci tuffiamo allegramente nell'abbuffata del consumismo, dimenticando la
serietà dell’impegno per la realizzazione della nostra stessa identità.
don Vittorio Mencucci
4
Dal novembre del 1988 ad oggi sono innumerevoli
le tragedie in mare o alle frontiere terrestri
in cui sono morte persone che cercavano
di emigrare in Europa. I principali 208 episodi
riportati dai giornali italiani ed europei.
Critica la situazione dei cristiani al villaggio
di Aboud, nei territori palestinesi occupati:
80 famiglie rischiano di perdere le terre coltivate
e il lavoro a causa del muro. Il racconto
di un volontario di ''Operazione colomba''.
Il villaggio
diviso a metà
C
Morire
di frontiera
U
na donna iraniana
muore assiderata tra
le braccia del marito
nella lunga marcia attraverso
le montagne che separano la
Turchia dalla Grecia, in mezzo a una tempesta di neve. Incapace di accettare la morte
della moglie, l'uomo la porta
tra le braccia fino alla prima
strada, dove un conducente li
vede e chiama la polizia.
L'uomo è ricoverato per ipotermia, appena dimesso è rimpatriato. É il 7 novembre
2002. È soltanto una delle tragedie umane e familiari che
stanno dietro alle migliaia di
morti lungo le frontiere europee. L'ultima notizia è del
naufragio di oggi al largo di
Ragusa: 9 morti e 40 dispersi.
Abbiamo censito gli archivi di
Repubblica, Corriere della Sera, Kathimerini, El Mundo, Le
Monde, Turkish Press, Tunezine, The Guardian per documentare una tragedia taciuta
che dalla fine degli anni Ottanta macchia di sangue le nostre frontiere. Vista la clandestinità del fenomeno i dati sono sicuramente incompleti, ma
fin troppo drammatici: 2.224
morti e 1.015 dispersi dal
1988 ad oggi. Sono soprattutto
naufragi (1.929 morti e 1.015
5
dispersi), nel Mar Egeo, dalla
Turchia verso la Grecia (163
morti, 103 dispersi), nel Canale di Otranto, dall'Albania e
dal Medio Oriente verso l'Italia (402 morti, 62 dispersi),
nel Canale di Sicilia (517 morti, 521 dispersi), ma anche al
largo delle coste libiche (92
morti e 123 dispersi) e tunisine (253 morti, 77 dispersi). Infine nelle acque che separano
il Marocco dalla Spagna (494
morti e 129 dispersi).
Non mancano incidenti lungo la frontiera terrestre: 14
morti nelle due enclave spagnole in Marocco, a Ceuta e
Melilla, 19 morti assiderati sul
confine turco con l'Iran e 7 per
lo stesso motivo sul confine
greco con la Turchia. Sempre
in Grecia sono 83 i morti nei
campi minati della frontiera
con la Turchia. Asfissiate nei
container almeno 134 persone,
37 in Italia. Trovati congelati
nei carrelli aerei 4 cadaveri.
Ma si muore anche sotto gli
spari delle forze dell'ordine, è
successo a Ceuta e Melilla, a
Cipro e in Slovenia. Infine almeno 20 persone hanno perso
la vita lungo i binari dell'Eurotunnel nascosti sotto i treni per
oltrepassare la Manica.
Gabriele Del Grande
ritica la situazione dei cristiani al villaggio
di Aboud, nei territori palestinesi occupati:
80 famiglie rischiano di perdere le terre coltivate a olivi e il lavoro a causa del muro. Venerdì
scorso si è svolta manifestazione pacifica di protesta, con la preghiera interreligiosa di cattolici, ortodossi e musulmani, informa Adriano, un volontario
di “Operazione colomba”, corpo non violento di
pace della Comunità papa Giovanni XXIII.
Il muro ad Aboud (area di Ramallah) è ormai
una realtà; il villaggio conta circa 2.000 abitanti,
metà dei quali sono palestinesi cristiani e l’altra
metà musulmani. Con la costruzione del muro di
separazione, “le due comunità del villaggio verranno pesantemente penalizzate per sempre –
informa l’associazione -. Il 15 aprile 2005 alcuni
rappresentanti del Ministero della Difesa Israeliano hanno informato il Sindaco del villaggio di
Aboud che circa 600 ettari di terra coltivata del
villaggio, verranno espropriati per la costruzione
della barriera di separazione tra Cisgiordania e
Stato d’Israele”. La barriera porterà via al villaggio, oltre alle terre, la chiesa santuario di Santa
Barbara, la vicina area archeologica con tombe
giudaiche datate a più di 2000 anni fa e la cisterna
dell’acqua. “Tutto questo perché la barriera verrà
costruita a 6 chilometri dalla Linea Verde (limite
tra lo Stato d’Israele e la Cisgiordania ) a ridosso
del villaggio – prosegue l’associazione -. La maggior parte delle famiglie di Aboud sono cristiane,
cattoliche ed ortodosse. Da tempo esse soffrono a
causa del conflitto in atto e delle ripercussioni che
esso ha nella loro vita quotidiana, come l’impossibilità di poter lavorare in Israele come era invece
stato in passato. Gran parte di loro possiede terre
coltivate soprattutto ad olivo, nell'area che verrà
confiscata”. Da tempo la comunità cristiana palestinese è in pericolo di sopravvivenza in Terra
Santa; molti cristiani sono emigrati a causa della
situazione economica peggiorata negli ultimi 5
anni a causa del conflitto. “Tutti i giovani della
popolazione di Aboud sono disoccupati, non possono sposarsi, non possono costruire casa.
La realizzazione della barriera di separazione
non farebbe altro che distruggere la già povera
sussistenza agricola della comunità di Aboud, forzando così alla partenza moltissimi cristiani del
villaggio con un ulteriore consistente calo della
presenza cristiana in Terra Santa – conclude l’associazione -. Capiamo le esigenze di sicurezza
dello Stato d'Israele ma non vediamo nessuna relazione tra queste e la costruzione della barriera”.
24 novembre 2005
Laura Badaracchi
sguardo sul mondo
gli avvenimenti dal 12 al 19 novembre
I
l presidente della Camera Pier
Ferdinando Casini esclude categoricamente che rientri nell’agenda politica la modifica della legislazione sull’aborto. “La legge 194 è
una legge dello Stato che riconosce
diritti, impone obblighi e sancisce
principi: ogni discorso sulla 194 non
può non tenerne conto”. Lo dice parlando durante al XXV convegno nazionale dei centri di aiuto alla vita, in
corso a Firenze. “Dobbiamo liberarci
dal peso delle zavorre ideologiche,
quando si affrontano questi argomenti
- ha detto Casini - Il che non significa
abbandonare le proprie convinzioni
ideali e rifugiarsi in un pragmatismo
buono per tutte le stagioni e senza
ideali”. “Le guerre di religione - ha
aggiunto il presidente della Cameranon rispondono alle esigenze di una
democrazia matura e avanzata”.
Che i partecipanti alla manifestazione anti Tav in Val Susa fossero
centomila, come dicono gli organizzatori, o qualcuno in meno, il vero
successo della protesta si misura
con il metro della civiltà con cui si è
svolta, senza incidenti. Palloncini e
passeggini, la signora fresca di pettinatrice e lo studente rasta, i pensionati
di Mirafiori e quelli che in Fiat ci lavorano ancora. Dei black block neanche l’ombra. E Francesco Caruso, leader dei Disobbedienti campani, ha sfilato con compostezza britannica davanti ai poliziotti. Se la Regione non
pare incline a rivedere l’agenda dei lavori, è possibile che su altri punti vi
sia un riavvicinamento con i valsusini.
Il 28 novembre i sindaci incontreranno l’assessore ai trasporti Daniele Borioli e la presidente ha accolto le critiche alla legge Obiettivo, promettendo
che “se il centro sinistra vincerà le
elezioni questo sarà uno dei punti che
verrà modificato”.
A un mese dalle elezioni, in Iraq
scoppia lo scandalo di un nuovo
carcere delle torture alle dirette dipendenze del ministero degli Interni,
mentre l’uso del fosforo a Falluja è
ormai un caso politico. Una lunga
marcia verso la democrazia, quella
dell’Iraq, che sembra non finire mai.
A Ovest il mare; a Nord e a Est
Israele; a Sud l’Egitto e qui c’è il
valico di Rafah, l’unica “porta” della Striscia di Gaza verso il mondo,
l’unico passaggio che consente a un
milione e trecentomila palestinesi di
spostarsi e di avere rapporti commerciali con il resto del mondo. Durante
la seconda Intifada il terminal ha fun-
sguardo sul mondo
Appena una settimana fa
zionato a intermittenza: Israele chiudeva il valico come misura preventiva
per impedire il passaggio di armi e
terroristi o come rappresaglia dopo
ogni attentato. Completato il ritiro in
agosto, temendo l’anarchia a Gaza, il
governo Sharon ha sigillato la frontiera. Secondo i palestinesi, la Striscia è
stata trasformata in una “enorme prigione”. E da mesi Rafah è la “chiave”: di Gaza, e delle trattative. Dopo
due giorni di pressing guidati dal Segretario di Stato americano Condoleezza Rice in missione in Medio
Oriente, l’accordo è stato raggiunto. Il
valico riaprirà il 25 novembre, e sarà
un italiano, il generale dei carabinieri
Pietro Pistolese, a guidare la task force europea incaricata di vigilare sul
posto di frontiera.
Parte dei tagli ai bilanci locali varati dall’esecutivo Berlusconi a luglio 2004 (erano all’interno del decreto “taglia-spese”) sono stati dichiarati incostituzionali dalla Consulta. La sentenza parla di “inammissibile ingerenza”. Arriva la Corte Costituzionale a gettare benzina sui già
delicati rapporti fra governo ed enti
locali. La sentenza nasce dai ricorsi
presentati da 4 regioni: Campania, Toscana, Marche e Valle d’Aosta. Il parere dei giudici finisce inevitabilmente per rilanciare lo scontro sulla Finanziaria 2006, che dispone altri tagli
(per 3,1 miliardi) agli enti locali.
“L’impatto sulla Finanziaria è pari a
zero”, dichiara Giulio Tremonti da
Gerusalemme, lasciando spazio soltanto a modifiche marginali.
I dati di una ricerca statistica commissionata da Audiradio: l’80% Il 10 dicembre, sarà festeggiata
degli Italiani si sintonizza su una o più frequenze: “Fa compagnia, la prima “Giornata delle Marche”
emoziona e non invade” Ogni giorno all’ascolto in 37 milioni.
La radio
scoppia di salute
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
La devolution fa discutere a destra, a sinistra, al centro e… alla CEI. Ecco il
giudizio dei Vescovi riuniti in assemblea ad Assisi nella terza settimana di novembre. I Vescovi italiani, che sono pronti ad accettare un “federalismo solidale”,
non nascondono la propria perplessità e preoccupazione nei confronti della legge
sulla devolution, approvata in via definitiva il 17 novembre dal Senato. Non entrano nel merito delle riforme, ma considerano inevitabile il referendum confermativo. I presuli si associano alla definizione di “norme controverse” data dal
cardinale Camillo Ruini e rimarcano che non può essere l’approccio economico a
sorreggere un sistema federale, bensì quello solidaristico. In ambito sanitario,
poi, la Cei non esita a dir chiaro che le riforme possono portare a “20 sistemi sanitari regionali” e chiedono una “perequazione” che garantisca “equità” nell’accesso alle cure a tutti gli italiani.
Cavalli, l’artista fotografo, ispiratore del “Gruppo Misa”, l’abbiamo conosciuto da giovane cappellano al Duomo. Modesto, retto, integro, ottimo nella
conversazione (si poteva ascoltare per ore!) desiderava spesso l’Eucaristia. A Milano sarà presente in una grande mostra. La rivista specializzata milanese “Pagine di fotografia italiana” dedica ampio spazio all’apertura a Milano, il 24 novembre, di una mostra che vedrà al centro dell’attenzione un altro grande protagonista della fotografia italiana, Giuseppe Cavalli, che è stato l’ispiratore del “Gruppo
Misa”, che aveva posto le basi tecniche, linguistiche e teoriche dell’intero processo creativo della fotografia d’arte italiana. Un gruppo che ha avuto il suo centro
operativo a Senigallia e del quale Mario Giacomelli aveva fatto parte sin dall’inizio, costruendo poi un suo autonomo percorso, che ha ottenuto grandi riscontri
internazionali, come è avvenuto nel caso della recente esposizione alla Biblioteca
nazionale di Parigi (“Corriere Adriatico” del 18 novembre 2005).
Il turismo a Senigallia ha certamente un futuro. Importante è trovare linee
“di credito”. Consiglio Comunale infuocato il 16 novembre, con la minoranza
che ha abbandonato l’aula accusando la coalizione di governo di non voler discutere la mozione presentata da Vincenzo Savini dal titolo “Il turismo a Senigallia,
quale futuro?”, un documento per aprire il dibattito su quella che da tutti viene riconosciuta come la principale fonte di guadagno della città. Nel corso del dibattito, è giunta la richiesta del capogruppo di Rifondazione, Roberto Mancini, di rinviare la pratica alla Commissione Turismo. Istanza avallata dalla presidenza del
consiglio che, rifacendosi all’art. 47 del regolamento comunale, avrebbe deciso
di sospendere il dibattito. Ma la minoranza, non d’accordo, è uscita dall’aula.
K
24 novembre 2005
6
A
mo la radio, perché arriva tra
la gente...”. Lo cantava Eugenio Finardi negli anni Settanta. Erano i tempi delle radio libere, nate da un giorno all’altro per l’iniziativa di ragazzini avventurosi o
di belle speranze. Ma oltre trent’anni
dopo quell’amore non si è spento.
Le radio sono cambiate, e all’entusiasmo vagamente naif sono seguiti
business, marketing e professionismo. Ma l’amore è rimasto intatto.
Gli italiani adorano la radio. E la
prova sono i dati di una ricerca
commissionata da Audiradio, l’
“auditel” delle emittenti radiofoniche. Più dell’80% di noi la ascolta.
Tantissimi, il 72%, quando sono in
casa o quando guidano (il 63%).
Ma la radio fa compagnia, informa,
rilassa anche mentre si lavora (il
23%), si fa jogging o altri tipi di
sport (il 13%), si cammina (il 7%),
si va in bici (il 5%). Tra tutto questi, c’è perfino lo “zoccolo duro”:
sono il 16% del totale quelli che la
ascoltano, ovunque, qualsiasi cosa
stiano facendo. Quelli che vivono
con al radio accesa.
La ricerca che fa il punto sul rapporto tra gli italiani e la radio sarà
presentata da Felice Lioy, presidente di Audiradio, e dal sociologo En7
rico Finzi, presidente di Astra Ricerche. “E’ un mezzo sempre più
presente nella vita degli italiani - ha
detto Finzi - ascoltato da oltre 37
milioni di persone ogni giorno”.
Sulla base dei risultati dell’indagine, realizzata attraverso oltre
2000 interviste a persone dai 15 anni in su, Audiradio ha deciso di dar
vita ad una vasta campagna istituzionale a favore della radiofonia
che, pur costituendo un fenomeno
molto diffuso, è ancora ben lungi
dall’espletare tutte le sue potenzialità, come invece è avvenuto in
molti Paesi europei ed extraeuropei.
Per i suoi ascoltatori - sono spunti
della ricerca - la radio è anzitutto
un’amica che tiene compagnia
(l’85%) e regala emozioni (per il
75% gioia, il 57% ricordi, il 54%
fantasia). Un mezzo che procura allegria (per il 78%), divertimento
(72%), distrazioni (63%), calma
(59%), anti-depressione (52%). Ed è
il sottofondo preferito della vita
quotidiana: il 77% degli ascoltatori
la usa per tenersi informata e il 55%
l’utilizza anche per pensare, comprendere, avere nuove idee. In molti, poi, la preferiscono a tv e cinema:
perchè c’è poca violenza (54%), poca volgarità (54%), poche notizie
iper-ansiogene e - per definizione nessuna immagine tragica (40%).
Inoltre la radio è sinonimo di libertà per tre ascoltatori su quattro:
permette di fare altre cose contemporaneamente (77%), è poco invadente o aggressiva (53%), è articolata nell’offerta di moltissime emittenti (62%). E ancora, la radio, suggerisce e lascia libera l’immaginazione (74%), oltre ad essere insostituibile - e senza concorrenti - per
alcuni milioni di lavoratori artigiani, camionisti, taxisti, lavoratori
notturni, persone con problemi di
vista. Come cantava Finardi,
trent’anni fa, la radio insomma “libera la mente”.
24 novembre 2005
Una regione
che fa scuola
U
na compatta partecipazione da parte
dei 278 dirigenti scolastici delle
scuole statali e paritarie marchigiane
all’incontro di mercoledì scorso presso l’Istituto Vanvitelli di Ancona con gli assessori
regionali all’Istruzione, Ugo Ascoli, alla
Cultura, Giampiero Solari e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Michele De
Gregorio. Un’occasione per illustrare il progetto di coinvolgere in modo attivo le scuole
nella ‘Giornata delle Marche’ che avrà luogo
il 10 dicembre.
“Non sarà solo una Giornata che esaurirà i
suoi contenuti il 10 dicembre, ma un avvio
per una riflessione comune sulla storia, la
cultura, l’identità aperta delle Marche che
continuerà proprio con le scuole della regione”. “Una bellissima emergenza”, ha definito Giampiero Solari il breve tempo che separa dalla data dell’evento del 10 dicembre.
“Ci rendiamo perfettamente conto - ha proseguito - dei tempi stretti per produrre nuovi
lavori , ma tutti desideriamo caldamente che
il mondo della Scuola - che significa giovani, famiglie, in una parola la comunità marchigiana- sia presente in modo sostanziale a
questo primo di tanti appuntamenti del 10 dicembre. Una data che, oltre al simbolo religioso legato alla Madonna di Loreto, rappresenta anche la Giornata della Pace sancita
dall’Onu. Un valore, la pace, che può identificare bene anche il senso della marchigianità: laboriosità, sobrietà, solidarietà, nuovo
e vecchio che convivono. Questi lavori delle
scuole, che saranno visibili nel corso dell’iniziativa ‘Scuole aperte’ e sui giornali, potranno rappresentare lo specchio più veritiero di come noi marchigiani ci vediamo e
quali idee abbiamo per il futuro”.
Michele de Gregorio, apprezzando la folta
partecipazione dei dirigenti scolastici all’iniziativa, ha rilevato come i contenuti che ispirano la Giornata delle Marche siano in perfetta sintonia con quelli del progetto avviato
in tutte le scuole che si chiama ‘Le Marche,
una regione laboratorio’.
Alcuni dirigenti scolastici hanno manifestato perplessità sul poco tempo per coinvolgere ampiamente gli alunni, ma hanno anche
sottolineato la piena condivisione dei significati alla base della Giornata delle Marche:
‘Non le Notti bianche, ma l’approfondimento di un percorso di storia e di visione del futuro comune, che vale la pena di essere vissuto come una bella sfida’, anche perché in
molti hanno osservato che si tratterà di un
investimento proprio sulla Scuola e sulle
giovani generazioni.
sguardo sul mondo
Mondolfo pensa in grande ed investe sul Centro socio sportivo parrocchiale
isna,
Dalla M stampa
ia
l’agenz ssionari
dei mi
Sudamerica
scheletri vecchi e nuovi
Le amnesie di Pinochet
La stampa cilena ha dato ampio risalto agli stralci dell’interrogatorio del
giudice Víctor Montiglio nell’ambito
della cosiddetta ‘Operación Colombo’
all’ex-dittatore Augusto Pinochet
Ugarte (1973-1990), resi pubblici dall’autorità giudiziaria. Le parole cui è
stato dato più risalto dalla stampa, tra
quelle messe a verbale nelle due ore
circa di interrogatorio, riguardano l’eventuale coinvolgimento del generale
in pensione nella violazione dei diritti
umani delle vittime della repressione
della dittatura cilena. “Mi dispiace e
soffro per queste perdite di vite uma-
i
ne, ma è Dio a fare le cose, e Lui mi
perdonerà se in qualcuna ho ecceduto,
ma non credo di averlo fatto” ha detto
tra l’altro Pinochet al giudice Montiglio, sebbene a detta del lungo articolo riportato ad esempio dal quotidiano
‘El Mercurio’ la frase più ricorrente
pronunciata dall’ex-dittatore sia stata
un laconico “Non mi ricordo”.
“Tutto quel che ho fatto, tutti i problemi che ho avuto, li dedico a Dio;
dedico tutto al Cile, poiché quel che
ho fatto ha permesso al Paese di non
diventare comunista e di essere come
è oggi” ha inoltre detto il generale,
manifestando però solo vuoti di me-
Quarantesimo anno
l punto di P. Alberto Teloni
Quarant’anni fa il Concilio Vaticano II concludeva i suoi lavori. In questi
mesi molti hanno scritto e dissertato sulla sua attualità, sulla sua ricezione e
su quanto c’è ancora da attuare a partire dalle grandi intuizioni e dai precisi
e puntuali insegnamenti dell’assise ecumenica. Non sono mancati poi alcuni forse inevitabili rigurgiti della vecchia polemica tra progressisti e tradizionalisti. Io voglio invece celebrare l’anniversario del Concilio con un
simpatico ricordo personale.
Frascati, piccola diocesi suburbicaria. Pochissimi chilometri da Roma.
La vigilia dell’apertura del Concilio fummo convocati in Cattedrale per il
saluto al vescovo, allora mons. Liverani, che partiva per il Concilio.
Un viaggio logisticamente assai breve, penso che il vescovo di Frascati
fosse uno dei pochissimi che potevano tornare quotidianamente a casa; eppure nessun viaggio si rivelò idealmente più lungo: a tenere il discorso di
saluto al vescovo fu invitato il famoso padre Balducci, lo scolopio allora
esule da Firenze per le sue idee progressiste.
L’ottimo padre, con coraggiosa puntualità, elencò tutti i bisogni e le esigenze della Chiesa in un momento storico così difficile, evidenziando anche quelli che col tempo da problemi erano diventati difetti. Il discorso poi
fu decisamente orientato verso il futuro esprimendo i desideri di rinnovamento e adeguamento pastorale di cui si sentiva da tempo bisogno, soprattutto nella liturgia, nell’uso e diffusione della Bibbia e nella valorizzazione
dei fedeli laici nella vita della Chiesa. Un discorso, quello del padre Balducci, che apriva il cuore alla speranza e al quale poi il Concilio, anche se
tra alti e bassi, con difficoltà dovute al gran numero di Padri, alle loro disparate origini, nell’inevitabile dialettica tra schieramenti opposti, diede
puntuale risposta. E ci voleva coraggio. Per noi, ad esempio, celebrare la liturgia nella lingua materna è cosa normale; quando si diede il via alla riforma liturgica ci fu chi ne fece un caso di fedeltà dogmatica e quando si parlò
di libertà di coscienza, ci fu chi proclamò un vero e proprio scisma.
Il lungo viaggio di padre Balducci e del vescovo Liverani ancora non è
del tutto compiuto; ma un bel tratto di strada si è fatto.
sguardo sul mondo
24 novembre 2005
moria quando le domande del giudice
si sono spostate sullo scandalo dei
suoi presunti fondi neri all’estero e sul
rapporto con il suo ex-braccio destro
Manuel Contreras: “Non mi ricordo,
però non è certo. Non è certo, e seppure lo fosse, non ricordo” ha ripetuto
l’ex-dittatore, rinviato a giudizio per la
presunta responsabilità in 15 ‘sparizioni’ di altrettanti oppositori politici nell’ambito dell’Operazione Colombo,
uno dei programmi di eliminazione di
massa ideati e realizzati dalla dittatura
cilena, che tra il 1974 e il 1975 provocò la morte di almeno 119 militanti
in gruppi di sinistra.
Desaparecidos uruguayani
Il presidente della Repubblica uruguayana Tabaré Vásquez ha reso noto
il ritrovamento di “elementi” che fanno pensare alla presenza di corpi di
desaparecidos dell’ultima dittatura
(1973-1985) in una base delle forze
armate. Si tratterebbe del primo ritrovamento concreto nell’ambito della ricerca cominciata lo scorso agosto da
un gruppo di antropologi forensi, impegnati nel rinvenimento dei resti di
alcuni oppositori politici, a cominciare
da quelli di María Claudia García,
nuora del poeta argentino Juan Gelman, sequestrata a Buenos Aires, in
Argentina, nel 1976 e assassinata in
Uruguay nello stesso anno, poco dopo
aver dato alla luce una bambina.
La ricerca delle vittime della dittatura uruguayana e delle altre attive negli
anni Settanta e Ottanta in Sud America
è stata una delle priorità del nuovo governo guidato da Vásquez, che sta seguendo personalmente i risultati delle
escavazioni in due basi militari della
capitale e in altri terreni di proprietà
delle forze armate.
Civiltà pre ispaniche
Un gruppo di archeologi, guidati
dallo studioso giapponese Shibata, ha
riportato alla luce a Nepeña, sulla costa settentrionale peruviana, un luogo
cerimoniale denominato ‘Huaca Partida’, risalente a 800 anni prima di Cristo. Un tempio in pietra con grandi
fregi policromi su cui si staglia in altorilievo la figura di un dio giaguaro alta tre metri e larga 4 - domina il sito
diviso in tre settori, finora esplorati solo in minima parte. “Riteniamo che
questa scoperta possa essere fondamentale per studiare i primordi delle
più importanti culture pre-ispaniche
peruviane, una società teocratica che
adorava il dio giaguaro e tra il 1.500 e
il 500 a. C” ha spiegato Shibata.
8
Un progetto
per una parrocchia aperta
È stato presentato a Mondolfo il progetto per la costruzione del nuovo
Centro Socio Sportivo Parrocchiale.
Perché questa nuova struttura
pastorale a Mondolfo?
Una parrocchia dal volto missionario deve assumere la scelta coraggiosa di servire la fede delle persone in
tutti i momenti e i luoghi in cui si
esprime”. Esordisce così il Parroco,
don Mauro Baldetti. “Questa affermazione perentoria dei Vescovi italiani è stata la scintilla che, qui a Mondolfo ha condotto la nostra Parrocchia ad ipotizzare – prima – e quindi
a dare avvio alla costruzione del Centro Socio Sportivo Parrocchiale.
Un complesso articolato, a
quanto pare.
Sì, certo, si tratta di un luogo “sociale”, dunque, quale spazio di incontro, conoscenza, reciproco rispetto ed aiuto, per favorire l’aggregazione di giovani, adulti, anziani, non solo abitanti nel quartiere ma nell’intero territorio parrocchiale. Ma al contempo è spazio chiamato allo sport.
Papa Benedetto XVI spiega così parlando agli sportivi in Piazza S.Pietro:
“Mi offre l’opportunità quest’incontro di porre in luce l’importanza dello
sport, disciplina che, se praticata nel
rispetto delle regole, diventa strumento educativo e veicolo di importanti valori umani e spirituali.
Come si è giunti nella scelta
del complesso?
Partiti da queste premesse, si è iniziato un ampio dibattito con gli organismi consultivi e con gli Uffici
della Diocesi. Il Consiglio Pastorale
Parrocchiale ha subito dato il più
ampio parere favorevole alla realizzazione del complesso pastorale del
Centro Socio Sportivo e, questo, ha
senz’altro favorito il passaggio al
Consiglio Parrocchiale per gli Affari
Economici ed agli Uffici di Curia e
della Conferenza Episcopale Italiana. Come ritardare, infatti, la realizzazione di una struttura e di un servizio che da anni – specie i giovani
– bramano e che tutt’oggi vede il
territorio carente?”. Il progetto è sta9
to curato dallo Studio di progettazione Renzoni di Mondolfo. “È stata
prevista la costruzione di un capiente salone polivalente, a cui accludere un campo di calcetto regolamentare, il tutto completo dei necessari
servizi e con una adeguata area verde esterna. Dalla elaborazione di diverse ipotesi, e tenendo conto di limiti oggettivi si spazio e ovviamente di spesa, si è giunti all’individuazione del progetto che poi ha preso
corpo e che è stato presentato alla
comunità, con l’intervento degli
stessi progettisti incaricati, e l’esposizione dei progetti e di un plastico
presso la parrocchiale.
E per i finanziamenti?
Ogni anno dai fondi dell’otto per
mille – quelli che siamo invitati a destinare con una firma alla Chiesa
Cattolica - la Conferenza Episcopale
Italiana (Cei) impegna una somma
specifica alla realizzazione di locali
ad uso pastorale. È stato il Vescovo
Giuseppe Orlandoni, vista la situazione prospettata dalla Parrocchia, ad
accogliere di buon grado l’idea che
si avanzasse apposita istanza di contributo alla CEI. Dopo l’iter previsto,
che contempla una rigorosa disanima
della pratica e del progetto a Roma,
affinché i danari dell’otto per mille
vengano impegnati nella maniera più
proficua e trasparente a vantaggio
dell’intera comunità, il Card. Camil-
24 novembre 2005
lo Ruini ha firmato la concessione
del contributo alla Parrocchia di
Mondolfo, che copre – a fondo perduto – circa il 60% della spesa.
E per la somma ancora mancante?
Anche il Comune di Mondolfo ha
dato una mano non secondaria, ma
ancora mancano delle importanti
somme per completare l’opera. Come recuperarle? La Parrocchia si è
già alacremente attivata presso Enti
pubblici e privati, ditte ed imprese,
ma certo continuerà ad essere essenziale quell’aiuto, reale e costante,
che ogni mondolfese ha saputo dare
nel corso degli anni, ogni qual volta
si è trattato di restaurare o costruire
un’opera che sarebbe rimasta per
sempre a servizio e vantaggio suo e
dei propri figli, come il Centro Socio Sportivo”.
Un luogo dunque in cui far
fronte al disagio giovanile così
presente a Mondolfo?
Una possibilità in più diretta in
special modo ai giovani ed alle famiglie che, nello sport, trovano un
sano luogo di aggregazione e socializzazione. Ma anche – proprio perché luogo polivalente, di incontro
per adulti ed anziani, per attività
culturali, formative e ricreative”.
A giorni, l’avvio del cantiere.
a cura di Alessandro Berluti
esperienze di chiesa
CARITAS DIOCESANA/ incontro con mons. Pasini
L’identità
del volontariato
L
a domanda che ci dobbiamo porre è se è cambiato
qualcosa nella realtà dei poveri dopo 30 anni che
facciamo volontariato. Abbiamo inciso in qualche
modo nella nostra società?" Questo il senso dell'incontro
con mons. Giuseppe Benvegnù Pasini, presidente della
Fondazione Zancan di Padova e già direttore di Caritas
Italiana, che si è tenuto martedì 15 novembre presso il
Teatro Buon Pastore di Senigallia, a cui hanno partecipato numerosi volontari laici e cattolici di tutta la diocesi.
"Oggi il volontariato è in crisi. - Ha proseguito mons.
Pasini - In una recente ricerca della Fivol siamo sotto il
milione in tutta Italia. A fronte di un aumento di volontari anziani si assiste ad un calo di giovani.
Ma se ci interroghiamo sull'identità del volontariato
significa che c'è anche una volontà di rilancio.
E questo è possibile solo partendo da valori condivisi
da laici e cristiani. Se, infatti, per questi ultimi è importante, perché la gratuità è elemento essenziale della loro
fede, per la società laica è altrettanto importante perché
non può appiattirsi solo sulla logica del profitto. Gli
obiettivi comuni sono: costruire una società più giusta e
aiutare le persone più deboli a recuperare piena cittadinanza alla pari degli altri. Aiutarli ad uscire dallo stato
di povertà in cui versano, stando attenti a non fare del
mero assistenzialismo. Raggiungere tali obiettivi può
essere possibile solo partendo dai valori del volontariato, che sono, tra gli altri, solidarietà, gratuità, responsabilità, scelta preferenziale dei poveri. Nel volontariato
questi sono valori incarnati, cioè il volontario li vive e
mostra agli altri che sono fattibili, vivibili. Questo dà l'idea di un possibile rinnovamento della società".
Mons. Pasini ha quindi continuato esaminando i singoli valori del volontariato. "La solidarietà è un valore
non esclusivo, ma specifico del volontariato. Si tratta di
un discorso molto ampio perché esistono molte solida-
a dieci anni da Dayton
rietà (soggettiva, civica, ecc.), ma quella del volontario
è funzionale a far crescere la solidarietà dell'umanità, di
tutta la comunità. La solidarietà del volontario è spontanea, gratuita, aperta ed inclusiva. Parte da una visione
organica della società, dove vige una complementarietà
ed una dipendenza fra i suoi membri. Il fondamento religioso della solidarietà è il riconoscimento della paternità di Dio e della fraternità di Cristo, vale a dire sentirsi parte della famiglia divina. Sia il volontariato laico
che quello cristiano convergono sulla visione organica
della solidarietà, in cui tutti hanno uguale dignità.
C'è per entrambi il riconoscimento del potenziale di
ognuno, del contributo positivo di ognuno, della circolazione dei beni e della condivisione delle risorse.
Nel volontariato questa solidarietà provoca un'uscita
da se stessi per mettersi a disposizione del povero.
Allora il volontariato deve essere di-fesa del diritto
dei poveri e degli emarginati e deve proporsi di creare
un cambiamento nell'ordine sociale, nella politica.
Non può essere "barelliere" della storia, quasi una
crocerossina. Non si deve confondere con beneficenza
od assistenzialismo, perché il fine ultimo è fare uscire i
poveri da quella condizione. È necessaria dunque la
mobilitazione del volontariato, affinché la lotta alle povertà sia affrontata dalle politiche governative.
Il modello di welfare dell'Europa è in crisi perché sono aumentati i bisogni e sono diminuite le risorse.
Si rischia di arrivare ad un modello di welfare selettivo, in cui ognuno deve provvedere a se stesso con i propri mezzi di sostentamento. Dobbiamo, quindi, lavorare
affinché si crei un fondo di non-autosufficienza, per evitare che chi non riesce a sostentarsi sia abbandonato a
se stesso o gravi troppo sulle famiglie.
Un altro valore è la gratuità. La solidarietà, espressa
dal volontariato, deve essere gratuita, non remunerata e
non deve avere alcun compenso, quale, per esempio, l'aspettativa di un posto di lavoro. Deve esserci la convinzione che tutto è dono e questo va condiviso con gli altri, soprattutto con i poveri.
Ma nella logica del profitto dei nostri tempi, la gratuità ha un valore dirompente. Il volontario esprime
questo valore, nel senso di generosità, anche svolgendo
il proprio lavoro, che lo mette in contatto con gli altri.
Il terzo valore è la responsabilità, intesa nel senso letterale di respondeo. Significa sentirsi chiamati a rispondere degli altri, soprattutto di chi è in difficoltà, ed è
strettamente collegato alla solidarietà.
È l'atteggiamento di don Milani, che si può riassumere nella frase "mi importa di te".L'attenzione preferenziale agli emarginati si esprime in una solidarietà che
non deve essere chiusa, egoistica, ma deve concentrarsi
su chi ha maggiore bisogno.
24 novembre 2005
10
Questo valore costituisce un contributo alla giustizia sociale.
Dobbiamo aiutare tutti ad avere le
stesse opportunità. Allora il volontariato diventa strumento per aiutare
la società a diventare più giusta e
più solidale.
Partendo da questi valori quali sono le piste su cui dovrebbe muoversi
il volontariato?
Dovrebbe vedere in che misura
può incidere sulla politica, per
esempio sollecitando la creazione
del fondo di non-autosufficienza,
leggendo i bilanci preventivi dei comuni, per verificare quante risorse
vengono investite per il sociale, o
valutando quali servizi il volontariato può ragionevolmente assumere.
Ma può svolgere anche un'attività di
profezia, nel senso di attivare servizi
innovativi a favore di quelle povertà
emergenti, che ancora non sono state individuate dalla sensibilità pubblica. Un altro ambito, in cui il volontariato può muoversi, è costituito
dalla supplenza. Quando i pubblici
servizi sono assenti il volontariato
può impegnarsi, ma non deve dimenticare la funzione di stimolo che
deve avere nei confronti dell'ente
pubblico. Ha, inoltre, la funzione di
sensibilizzare la nostra società al fine di eliminare l'esclusione sociale.
C'è, infine, il volontariato della verifica, nel senso di verificare se le
promesse della politica sono state
mantenute e deve chie-dere ragione
delle inadempienze perché, altrimenti, la società non può crescere.
Una funzione importante del volontariato è quella di individuare le
povertà, che non sono solo povertà
economica, ma vulnerabilità sociale
(famiglie appena sopra la soglia di
povertà, che faticano a sbarcare il
lunario), disagio ed esclusione derivante dalla insicurezza del lavoro,
dai disturbi cognitivi, dalle dipendenze senza sostanze (per es. ludopatia) e molte altre. Una volta individuate, è indispensabile ricercarne
le cause (economiche, socio-culturali, strutturali, ecc.) per poter dare risposte efficaci”.
"Il volontariato avrà un futuro?
Penso di sì, - ha concluso mons.
Pasini - ma solo se ci crediamo, se
lavoriamo seminando anche tra i giovani quei valori che sono la base sostanziale del volontariato”.
Barbara Assanti
addetto stampa della Caritas
diocesana
11
IL MOVIMENTO PER LA VITA
All’Istituto Teologico
compie 30 anni
Nuovo anno accademico
Q
uel patto dal 1975 ad oggi per
diffondere i Centri di aiuto alla
vita (Cav) ha aiutato a nascere migliaia di bambini senza che una sola
parola di rimprovero o di rammarico
ci sia stata rivolta dalle loro madri.
Abbiamo, cioè, restituito a molte madri la libertà di non abortire, vincendo
ciò che veniva avvertito come necessità, e dunque vincolo liberticida, di
cancellare il figlio”: lo ha detto Carlo
Casini, presidente del Movimento per
la vita, presentando il convegno di Firenze per i trent’anni di attività dei
Cav, i Centri di aiuto alla vita. Dal
1975, anno della fondazione, alla fine
del 2004 grazie a questi centri in Italia sono nati 70mila bambini. Solo lo
scorso anno ne sono nati circa 7.000
che rappresentano il record nei 30 anni di attività dei Cav. Ad oggi in Italia
operano 278 centri: Lombardia (49),
Piemonte (42) e Veneto (32) sono le
Regioni con una presenza più capillare mentre negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento di presenze nel Sud e nelle Isole.
L’
Aula Magna dell’Istituto Teologico Marchigiano ha ospitato
studenti, docenti, autorità civili, militari e religiose, per l’inaugurazione
dell’anno accademico 2005-2006
dell’Istituto Teologico Marchigiano
(sede centrale Ancona, sede distaccata Fermo) e dell’Istituto Superiore
Marchigiano di Scienze Religiose
(sede centrale Ancona, sedi distaccate di Ascoli Piceno, Fano e Fermo).
Dopo il saluto iniziale di mons. Luigi
Conti, Presidente della Conferenza
Episcopale Marchigiana è seguita
l’introduzione del Preside dell’Istituto Mons. Agostino Gasperoni e del
Direttore dell’Istituto Superiore Marchigiano di Scienze Religiose, prof.
Giancarlo Galeazzi.
Dopo un breve intermezzo musicale,
la prolusione inaugurale del prof.
Bruno Maggioni, docente di Sacra
Scrittura presso la facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale di Milano, sul tema: “La Bibbia. Libro dai
molti volti e codice culturale di rilevanza universale”.
Filippo Savini, la gioia del servizio
Don Filippo Savini, domenica 20 novembre, in una Cattedrale gremita, è stato ordinato diacono. Al termine della Messa, presieduta dal vescovo Giuseppe,
il commosso saluto del giovane chiaravallese a tutti coloro che lo hanno sostenuto in questa prima tappa verso il sacerdozio.
Foto “New zoom”
Fabriano
24 novembre 2005
esperienze di chiesa
Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375
Barbara
I premiati per il concorso del ‘Movimento per la vita’
Ragazzi per la vita
G
iovedì 17 novembre c’è stata
grande partecipazione all’ incontro (allargato a tutti gli interessati e conclusosi con un momento conviviale) con gli studenti delle
scuole medie superiori che hanno preso parte al concorso promosso dal
Movimento per la Vita, giunto alla
ventottesima edizione, con un titolo
quanto mai attuale: “L’uomo e la
scienza”. L’adesione dei ragazzi è stata al di sopra delle aspettative: quaranta gli alunni del Liceo Scientifico
Medi, seguiti dai professori Nardini,
Morbidelli e Burzatta; tredici quelli
del Liceo Classico Perticari, coordi-
nati dalla professoressa Noriller; trentotto dell’Istituto Alberghiero Panzini,
guidati dalle professoresse Sagrati e
Cisbani e cinque dell’Istituto Tecnico
Commerciale e per Geometri, diretti
dal prof. Polo.
Sette i vincitori a cui è andato il premio finale, un viaggio di tre giorni a
Strasburgo.
Due i ragazzi, frequentanti le Scuole di Senigallia, che sono stati premiati: Eleonora Cucchi (IV B del Liceo
Scientifico Medi) e Andrea Fattorini
(III A Geometri d’ordinamento).
Speranza Brocchini
Domenica 4 dicembre, incontro diocesano delle famiglie
Famiglie che fanno sperare
L
e cronaca con i suoi annunci di
violenze di vario tipo che si consumano in famiglia, i parlamenti
che approvano leggi e norme che più
che proteggere minano alla radice la
stessa struttura della famiglia, il battage polemico che in questi ultimi tempi
si è scatenato per alcuni pronunciamenti dei vescovi sulle coppie di fatto, sono alcuni dei motivi che possono venare di pessimismo chi crede nel futuro
della famiglia. Guardandoci attorno osserviamo un degrado che quotidianamente ci assale e sembra toglierci il respiro. Ma a ben vedere, a fronte di tanti
pericoli e fallimenti, ci sono anche tante famiglie sane e unite. Accecati dai
mass-media talvolta non vediamo la
realtà che ci circonda. Questa sarà, è
vero, difficile e piena di rischi per noi e
i nostri figli, ma nutre anche in sé tanti
germi di speranza. Ecco, la speranza.
È questa speranza che le famiglie
della diocesi di Senigallia con il loro
Vescovo vogliono sperimentare insieme e far provare agli altri, domenica
esperienze di chiesa
pomeriggio 4 dicembre, al Portone.
Una speranza che si basa su un fondamento di sicuro affidamento: l’Eucarestia. Gesù che si fa pane spezzato è segno di unità e di dono agli altri, in modo particolare ancor più lo diventa tra
marito e moglie che il matrimonio ha
fatto una unica realtà. L’Eucarestia è
l’alimento che fa vivere giorno dopo
giorno la comunione in famiglia e tra le
famiglie. Sono questi i fondamenti della speranza per le nostre famiglie. Però
abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri,
di conoscere ciò che Dio opera ora nelle nostre famiglie.
Da qui nasce un altro segno di speranza. E’ bello conoscere la vita vissuta
nell’amore e nel dono quotidiano di sé.
Diventa esempio e sprone a vivere nel
concreto l’amore. Buttiamo a mare
quella pigrizia da salotto che spesso ci
tarpa le ali e ritroviamoci per aiutarci a
vivere in famiglia e tra le famiglie
quella comunione di anima e di cuori
che genera gioia e speranza.
Paolo Paoloni
24 novembre 2005
In festa
La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it
per la
La sposa siriana
patrona
Regia: Eran Riklis
TEATRO
Senigallia - Teatro La Fenice
(071.9090007), domenica 27 ore
17, per la Stagione Teatrale 2004
– 2005, la Compagnia dei pupari
di Mimmo Cuticchio presenta, in
esclusiva regionale, “Don Giovanni all’opera dei pupi” ideazione
scenica ispirata al Don Giovanni di
Mozart. Regia di M. Cuticchio.
Jesi - Teatro Pergolesi (0731.
202944), sabato 26 ore 21 e domenica 27 ore 17, per la Stagione
2004 – 2005, la Compagnia Ente
teatro cronaca presenta “La donna vendicativa” di Carlo Goldoni.
Regia e musiche di R. de Simone.
2004 - Francia, Germania, Israele - 97’
L
a comunità parrocchiale di
S.Maria Assunta è in fermento per preparare la festa
patronale di S. Barbara (4/12), che
quest'anno cadrà di domenica. Una
coincidenza che, come sottolinea il
Comitato dei festeggiamenti (Amministrazione municipale, Parrocchia,Confraternita di S.Barbara e
Pro loco), “richiamerà sicuramente
un maggior numero di persone e richiederà, perciò, un maggior impegno per l'organizzazione”.
Tanto più che lo stesso giorno si
svolgerà la tradizionale fiera di
S.Barbara. Secondo consuetudine il
programma delle celebrazioni patronali: alle ore 9 e alle 11 le messe, alle 15,30 la solenne processione per le vie paesane, alle 17 il
concerto bandistico in piazza Cavour e alle 18 spettacolo di botti e
di fuochi artificiali nei pressi del
vecchio campo sportivo.
La ricorrenza di S.Barbara sarà
preceduta da un triduo liturgico di
preparazione ed è già stata preannunciata alle famiglie con la raccolta delle offerte per realizzare la
festa. Nel 2004 il cattivo impedì la
processione e l'esibizione pirotecnica ma non che la generosità dei
barbaresi producesse frutti buoni.
Come precisa il Comitato dei festeggiamenti, le donazioni del
2004, oltre a coprire le spese per i
fuochi (30% delle uscite preventivate), sono state devolute in beneficenza a favore delle vittime dello
tsunami nel sud-est dell'Asia,dei
bambini irakeni (progetto cuore di
latte di Caritas ed Unitalsi) e dei
bambini di Betlemme (realizzazione di un ascensore per disabili, curato dall'Unitalsi).
Nel week end che terminerà con
le celebrazioni patronali il clima di
allegria sarà vivacizzato pure dalla
'Festa dentro le mura', che si presenterà al traguardo del primo decennale in tono minore rispetto agli
anni scorsi: diminuiranno infatti le
cantine ed il numero dei giorni della kermesse (due, ovvero sabato 3 e
domenica 4, anziché tre).
L.P.
12
Mona sta per sposare Tallel, star
della televisione siriana. Per lei è il
giorno più brutto della sua vita perché una volta attraversato il confine
tra Israele e Siria non potrà più far
visita alla sua famiglia che vive nelle
Alture del Golan, occupate dagli
Israeliani dal 1967.
Nel Paese dell'assurdo, dove tutto il
potere spetta ai confini: non solo quelli politico-geografici, ma anche i confini mentali, psicologici, emotivi.
Spesso, i più difficili da varcare.
Mona, ragazza drusa, vive nel Golan occupato dagli israeliani. Però sono imminenti le sue nozze con un attore di sit-com siriano, che neppure
conosce: una volta passata la frontiera, la giovane non potrà più tornare
indietro. Se la situazione è, a priori,
drammatica, Eran Riklis ha scelto di
rappresentare una commedia con venature d'assurdo. Come in una buona
commedia all'italiana del passato, i
primi venti minuti servono a installare
i personaggi rendendoceli famigliari:
Mona dallo sguardo triste, il padre filosiriano in libertà vigilata, la sorella
emancipata, il fratello ripudiato, quello che si è messo “in affari”.
Il piccolo universo familiare rappresenta in via emblematica lo stato di
follia quotidiana in cui vivono i citta-
i Mercoledì del Gabbiano
ore 21.15 “Primo fotogramma”
a cura della compagnia teatrale
“Il Melograno” e del centro
di aggregazione giovanile
“BUBAMARA”
ore 21.25 FILM D’ESSAI
mercoledì 30 novembre
LA SPOSA SIRIANA
di Eran Riklis
mercoledì 7 dicembre
GABRIELLE di P. Chéreau
mercoledì 14 dicembre
A CASABLANCA GLI ANGELI
NON VOLANO
di M. Asli
13
Dal 24 novembre al 2 dicembre
dini dei due Paesi in guerra, Israele e
Siria. A tratti, il teatrino dell'assurdo
di La sposa siriana richiama il cinema
balcanico di Kusturica e di Tanovic.
Mettendo in scena il nonsense degli
uomini, delle frontiere, della burocrazia, Riklis rappresenta shock culturali
e crisi individuali d'identità senza cadere nelle trappole del film a tesi.
Nell'impianto corale, ben padroneggiato, spiccano i personaggi femminili: donne capaci di mostrarsi irriducibili guerriere dinanzi alla demenza
della guerra, che lo sguardo del cineasta segue con rispetto e ammirazione.
(recensione da Repubblica.it)
Il matrimonio quando non lo si
scompone in scene di un amore tradito, trascurato e finito rimane un ottimo dispositivo per commedie brillanti. Nel cinema contemporaneo la dimensione etnica è una variante, ormai
usurata, del filone. “Grosse e grasse”
unioni tra culture conflittuali non sono più l’eccezione, la sorpresa. In
questo caso, però, l’arguta sceneggiata dell’assurdo (politico-burocratico)
si installa intorno alle frontiere calde
del Medioriente.
Il convolare a nozze significa per la
protagonista anche l’impossibilità di
rientrare, per sempre, nel suo villaggio. È un addio al nubilato e alla famiglia, agli amici, alle tradizioni, al
proprio paese, alle proprie abitudini.
Un salatissimo biglietto di sola andata. L’addio è reso paradossale dall’ottusità e dalla rigidità insensata dei due
fronti, dagli stupidi balletti di timbri e
permessi. L’umorismo non cancella le
sofferenze e le contraddizioni del potere dei confini.
(recensione da Film tv)
24 novembre 2005
MOSTRE D’ARTE
Ancona - Mole vanvitelliana
(071.2811935), fino al 20 dicembre, mostra evento: quattro opere pittoriche fondamentali di Leonardo da Vinci tra cui il capolavoro “La Vergine delle rocce”. Nessun marchigiano dovrebbe mancare di visitarla!
Ancona - Mole vanvitelliana
(071.2072348), fino al 26.02.2006
ore 16,00 – 19,30 –escluso il lunedì, mostra su “Franco Corelli”.
INCONTRI
Senigallia - Università per anziani (16.30 – 18.30). Gio. 24 – Biblioteca Mediateca Antonelliana –
Corso: “Il sapore della musica” – Il
relatore Michele Ignelzi parlerà su:
“Il primo Novecento in Francia:
Debussy, Ravel e gli altri”. Ven. 25
- Biblioteca Mediateca Antonelliana, Corso di diritto ed economia Il relatore Alberto Niccoli parlerà
su: “L’Italia: un’economia in difficoltà”. Lun. 28 - Biblioteca Mediateca Antonelliana, Corso: “Il mestiere del cinema” - Il relatore
Giorgio Tabanelli parlerà su: “P.P.
Pasolini poeta e cineasta” presentando e discutendo il film “Il vangelo secondo Matteo”.
Ancona - Aula del rettorato dell’Università politecnica delle Marche (071.33729), dal 1° al 3 dic.,
nell’ambito del convegno “Esperienza mistica cristiana, mistiche
non cristiane e nuova religiosità
in Occidente” proposto dal Centro
studi Oriente Occidente si parlerà
di “Realtà e contraffazioni del sacro. Discernimento, trappole e
travisamenti lungo i percorsi dell’attualità socio-religiosa”.
Senigallia - Venerdì 2 dicembre,
ore 21, Auditorium San Rocco, “Società e follia”, con lo psichiatria-filosofo Mario Colucci, dipartimento
salute mentale di Trieste. Promosso dalle associazioni “Primavera” e
“Camminiamo insieme”.
Tullio Piersantelli
mass media
www.giovanipace.org
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N
qua e là
il libro
La carta dei giovani
V
oglio trovare il senso per la
mia vita, che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra,
violenza, paura e sperare nel futuro.
Mi impegno perché ogni uomo e
donna possa valorizzare le proprie potenzialità e perché nessuno sia sfruttato.
Voglio capire cosa è il bene e cosa è
il male, voglio vivere in un mondo
dove esiste il perdono e dove la vendetta sia abolita.
Mi impegno a cambiare vita se ho
sbagliato. Voglio lottare contro le
schiavitù che ci hanno proposto come
libertà e che hanno ucciso troppi ragazzi e ragazze.
Mi impegno perché tutti abbiano accesso agli strumenti per comunicare e
l’informazione sia al servizio della
persona. Voglio amare e capire, nella
libertà, che cosa è la verità.
Mi impegno perché il lavoro possa
essere un bene per tutta l’umanità.
Voglio avere la libertà di coscienza
e di professare la mia fede in ogni
parte del mondo.
Mi impegno perché tutte le risorse e
le ricchezze siano usate ed equamente
distribuite per contribuire a costruire
un mondo migliore, e voglio che la
terra sia rispettata.
Il sensazionalismo dei media torna a dare il meglio di sé, nonostante
la ragione richieda un basso profilo e maggiore rispetto.
Il cucchiaio Caso Cogne: riapre il circo ?
dell’abate
di Matilde Mauri Alicante
Compiendo una sorta di pellegrinaggio l’autrice entra in questi luoghi
di pace e spiritualità usando la porta
della cucina e propone ricette originali che suore e frati cucinieri le hanno voluto regalare più o meno volentieri.
Attraverso i piatti proposti (tutti
fattibili e ben spiegati), il libro fa
scoprire un mondo ancora oggi carico di fascino, quello della vita in monastero in un percorso che è – insieme - gastronomico, culturale ed esistenziale.
Ogni tappa è introdotta da una breve presentazione dell’ordine ospitante e del monastero, con storia, notizie
e curiosità. Il volume è corredato
infine da una serie di indici, che
rendono più facile
l’utilizzo in ogni
circostanza.
Pag. 210
€.15,00
Edizioni Ancora
mass media
A
un anno e mezzo dalla condanna
di primo grado, riapre il circo
del caso Cogne. Anna Maria
Franzoni compare davanti alla Corte
d’Appello di Torino, per rispondere dell’omicidio di suo figlio, Samuele Lorenzi, trovato morto nel gennaio 2002 nella
casa di famiglia. Nel luglio del 2004, la
donna era stata dichiarata colpevole e
condannata a 30 anni: un verdetto pesante che ha fatto discutere, riproponendo ancora una volta la contrapposizione
tra innocentisti e colpevolisti, ormai tipica in presenza di casi di questo tipo. Il
nuovo processo promette di fare altrettanto, mettendo a confronto una difesa
agguerrita guidata dall’avvocato Carlo
Taormina e l’accusa, ferma sulle sue posizioni. Tuttavia, al di là delle opinioni e
delle verità che emergeranno nel secondo grado di giudizio, la vicenda del piccolo Samuele pone, come macigni, degli interrogativi etici sul rapporto tra
giustizia e media e sul rispetto della dignità delle persone, a cominciare da
quella delle vittime.
Dobbiamo ammetterlo: il giallo di
Cogne è stata una delle pagine più inquietanti della storia recente del nostro
paese. Un morto innocente, un’ambientazione amena tra le montagne del Gran
Paradiso, una villetta isolata, un’arma
mai trovata, un gioco di rimpalli di responsabilità, sono stati gli elementi di
una “saga” a puntate in cui tutti – chi
24 novembre 2005
più chi meno – hanno sguazzato. I media, in particolare, hanno sprecato fiumi
di inchiostro e di immagini, confermando come, nonostante mille discorsi sulla
deontologia della professione giornalistica, il sensazionalismo, la personalizzazione e il sentimentalismo siano ancora comodi mezzucci per fare audience. La strada di un giornalismo asciutto
e rispettoso delle parti non è stata percorsa ed è stato un danno per tutti.
Nelle settimane successive al delitto, i
mezzi di comunicazione hanno alimentato una morbosità intorno al caso, che
si è innestata sulla curiosità del pubblico: per mesi si è ragionato sulle espressioni della madre al funerale del figlio,
sul rapporto con la vicina di casa psichiatra, sui commenti dei passanti, secondo una logica attraverso cui ognuno
si è sentito autorizzato a dire la sua.
La morte violenta di un bambino di
tre anni è servita così, per creare un
grande spettacolo, alla mercé di taccuini
e telecamere. Con la sentenza, chi voleva un colpevole lo ha trovato, chi sosteneva l’innocenza avrà una nuova chance
nel processo d'appello. Intanto, i gialli
da salotto continuano ad essere materia
sopraffina e pazienza se in casi simili
sarebbe più utile un basso profilo. Dovremo rassegnarci a vivere in un paese
in cui tutti si sentono Ct della Nazionale, direttori artistici del Festival di Sanremo e anche un po’ giudici?
14
il diritto
di essere
bambini
M
entre l’Italia invecchia inesorabilmente, c’è una lieve ripresa della natalità, aumenta il numero delle famiglie ma
raddoppia il numero dei figli “affidati” in seguito a divorzi e separazioni, i minori sono purtroppo vittime delle violenze in
famiglia, mentre gli adolescenti assumono spesso “comportamenti
a rischio”, perché è il modello “positivo” paradossalmente proposto proprio dalla società in cui vivono. È la fotografia che emerge
dalla Relazione biennale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, promossa dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza e dal ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, in occasione della Giornata internazionale per i
diritti del fanciullo del 20 novembre.
Lieve ripresa della natalità.
Dalla relazione biennale emerge che i cittadini minorenni in Italia sono 9.842.726 (anno 2003) - il 17,2% della popolazione totale - con una prevalenza dei maschi (5.054.170) sulle femmine
(4.788.556) e una diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Nel 1991 i bambini e gli adolescenti in Italia erano 11.518.344,
quindi in poco più di 10 anni si è registrata una contrazione di
1.675.618 unità. Il tasso di natalità sembra mostrare segni di ripresa
passando da 1,2 nati per ogni donna in età feconda della fine del decennio scorso agli 1,3 nati per ogni donna del 2003 con una crescita
minima, costante negli ultimi anni. Le Regioni del Centro-Nord mostrano piccoli segni di ripresa della natalità, “dovuta al contributo
delle donne immigrate ma non solo”, si legge nella Relazione.
15
Il raddoppio degli ‘affidati’
L’indice di vecchiaia (persone di 65 anni e
più ogni 100 persone di 0-14 anni) della popolazione italiana passa da 96,6 nel 1991 a 133,8
nell’anno 2003. Aumenta il numero delle famiglie ma nel contempo, a seguito della crescita di separazioni e divorzi, il numero dei figli affidati - ogni anno - passa dai circa 47mila del 1994 ai circa 79mila del 2002, con un
sostanziale raddoppio. Riguardo agli ambiti
problematici come le violenze e i maltrattamenti sui minori il tema - più volte evidenziato dai media - degli omicidi in famiglia rivela
che circa il 16% delle vittime (anno 2003) risultavano essere figli.
Comportamenti a rischio
A proposito dei comportamenti a rischio diffusi tra gli adolescenti, i curatori della relazione sottolineano “la difficoltà di costruire riflessioni e azioni preventive adeguate in ordine ai
comportamenti a rischio degli adolescenti,
quando il sistema culturale di riferimento in cui
essi vivono propone loro un modello di vita basato proprio sul rischio vissuto come una componente positiva della vita”. La criminalità minorile in Italia risulta invece essere inferiore a
quella degli altri Paesi europei, ma sul tema del
lavoro minorile emergono “nuovi” lavori: i minori nello sport e nello spettacolo.
Nascono inoltre nuove dipendenze, oltre
quelle da alcol e droghe: il gioco d’azzardo e le
Internet-dipendenze così come anche quelle dei
disturbi alimentari. È poi l’incidentalità stradale a determinare il maggior numero di morti
per cause violente fra i ragazzi di 14-17 anni.
Bambini attivissimi
Dall’indagine Istat risulta che nel 2005, rispetto al 1993-94, sono aumentati i bambini e i
ragazzi fino a 17 anni con entrambi i genitori
occupati (dal 36,3% al 43,4%), mentre sono diminuiti quelli con padre occupato e madre casalinga (dal 45,2% al 36,1%).
Confermata la tendenza del figlio unico
(24,4%) e i bambini con un solo fratello
(52,9%), diminuiscono i bambini che hanno 2
24 novembre 2005
diritti dei bambini
o più fratelli (22,7%). Il figlio unico è più diffuso al
Nord: al Nord Ovest raggiunge il 31%, nel Centro il
28%, mentre al Sud il 17,8% e nelle Isole il 16,5%.
I bambini e gli adolescenti italiani sono “attivissimi”,
occupati come sono tra amici, sport, gioco, lettura, cinema. Sono anche fortemente “tecnologici” perché usano
molto il cellulare e il pc. Vi sono però ancora delle disuguaglianze: 408.000 bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni
nell’ultimo anno non sono mai andati al cinema, né letto
un libro, né praticato uno sport, soprattutto al Sud.
I giocattoli più amati, nella fascia di età 3-5 anni, sono
le bambole per le bambine (88,4%), le automobiline e i
trenini per i bambini (73,5%). Col crescere dell’età aumenta l’interesse per i giochi di movimento.
Più di un terzo dei bambini e delle bambine preferisce
i giochi da tavolo. I bambini che amano giocare con videogiochi e computer sono due volte e mezzo di più
delle bambine (25,6% contro 10,4%) mentre tra i 6 e 10
anni arriva rispettivamente al 65,2% e al 38,7%.
Protagonista dei giochi insieme ai bambini è la mamma, che svolge con loro, in media, 3 attività ludiche rispetto alle 2,3 dei padri. È sempre la mamma la principale lettrice di fiabe e racconti (80,4% fra i 3-5 anni;
50% fra 6-10).
L
i definiscono ‘Global boys’ o in termini generazionali i ragazzi della “e-generation”: sono i bambini e gli adolescenti del 2005, quelli che che viaggiano, navigano, comunicano e spendono molto. Hanno il mondo a disposizione, tutta la voglia di scoprirlo grazie ai media e alla tecnologia, ma finiscono per sentirsi spesso soli, fragili,
insicuri, con grandi paure (ad esempio del bullismo). E con un grande bisogno di attenzione e di ascolto.
A disegnare questa immagine in chiaroscuro dei giovani italiani è il sesto Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza che Eurispes e Telefono Azzurro hanno presentato a Roma. Due le indagini svolte: la
prima, condotta su bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. La seconda diretta alla costruzione dell’identikit dell’adolescente, attraverso 2.470 questionari destinati ai ragazzi tra i 12 e 19 anni.
“Abbiamo davanti un’adolescenza sempre più anticipata, carica di incertezze - dichiara il professor Ernesto Caffo,
presidente di Telefono Azzurro - e anche più indefinita, perché si protrae a lungo, almeno fino a quando i ragazzi rimangono a vivere in casa con i genitori”. La famiglia infatti, cui la maggior parte degli intervistati attribuisce molta
importanza (81,1 per cento) diventa un luogo di compensazione delle dinamiche e delle incertezze sociali e i genitori
sono considerati (dal 77, 7%) un modello di comportamento. “Un dato molto significativo - commenta il professore
Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes - che mostra una generazione matura con modelli di valore e una forte domanda di attenzione e affetto”. Ciò non toglie però che non sempre la risposta sia all’altezza della domanda e che i ragazzi di fatto vivano la maggior parte dei loro rapporti e delle loro esperienze in ambito extrafamiliare.
La metà del campione dei ragazzi intervistati (51,2%) guarda la televisione da una a tre al giorno e ben il 68,3% dei
ragazzi non si cura del bollino rosso guardando ugualmente programmi ‘sconsigliati’. Nel panorama televisivo gli
adolescenti si dicono disturbati soprattutto dalle persone che parlano di questioni intime e private nei talk show
(49,7%) ma anche dalle persone che litigano nei talk o nei reality show (41,8%). Al 41,1% danno fastidio le immagini
di guerra e morte nei telegiornali e la volgarità (40,3%). Risultano invece sgraditi solo a una minoranza di ragazzi le
scene di violenza nei film o nei telefilm (20,3%) e le scene di sesso e/o nudo (19,3%).
I nuovi
bambini
italiani
L’appello delle scuole di infanzia aderenti alla Fism, sette della nostra diocesi
Non si gioca con i diritti
iritto alla vita e al pieno sviluppo psicofisico, diritto alla famiglia, alla
scuola, al gioco, alla comunicazione,
diritto a non subire violenza e sfruttamento di
qualsiasi genere. Questi i diritti indicati come
prioritari dalla Federazione italiana scuole
materne (Fism), alla quale aderiscono 8000
scuole dell’infanzia paritarie, con il documento, a 16 anni dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia”, in occasione dell’anniversario della Convenzione del 20 Novembre.
Le sette scuole che operano nel territorio
della diocesi di Senigallia (“San Vincenzo”
e “Ada Bianchi” a Senigallia, Monte San
Vito, Montale d’Arcevia, Chiaravalle,
Monteporzio e Castelvecchio) fanno proprio questo documento.
Diritti – afferma la Fism nel documento –
che sembrano scontati, ma in realtà sono ancora disattesi per molti bambini che vivono in
Italia. I frequenti e ripetuti casi di abbandono
di neonati per la strada, ad esempio, denunciano una mancanza di informazione sulla
normativa vigente a tutela del neonato e della
madre. Ugualmente molti bambini non hanno
D
ancora la possibilità di vivere e crescere in famiglia per le difficoltà di ricongiungimento familiare o per le lunghe procedure di
adozione.
La scuola – prosegue il documento della Fism – deve diventare
lo strumento privilegiato per l’inserimento sociale dei bambini
stranieri, così come lo è stata per i bambini disabili. Allo stesso
tempo i genitori e gli insegnanti devono poter scegliere il tipo di
scuola e lo Stato, centrale e locale, deve riconoscere il servizio
pubblico delle scuole paritarie ponendo fine alla discriminazione
di tipo economico tuttora in parte esistente.
Il diritto al gioco dei bambini – osserva la Fism - è spesso
ostacolato da troppi impegni extrascolastici e dalla mancanza di
spazi nella casa e nella città. Così la comunicazione sui bambini,
per i bambini e con i bambini non è sempre rispettosa della dignità
della persona del bambino e dei suoi ritmi naturali di crescita.
Il documento Fism, nel condannare ogni forma di sfruttamento e
prevaricazione nei confronti dei bambini, rileva che si registrano
ancora nel Paese casi di bambini coinvolti nel lavoro minorile,
nell’accattonaggio o vittime di pedofilia e sfruttamento sessuale.
La Fism, ricordando che il diritto del minore è prioritario quando concorre con altri diritti, chiede che i diritti riconosciuti dalla
Convenzione Onu siano rispettati e promossi nell’attività legislativa ed amministrativa dello Stato centrale e degli Enti locali e che
l’attenzione ai diritti dei bambini possa diventare il criterio di valutazione del grado di sviluppo e di civiltà del Paese.
diritti dei bambini
24 novembre 2005
16
G
li adolescenti figli di immigrati che vivono in Italia non presentano “allo stato attuale, segnali di conflittualità e devianza delle seconde generazioni, come invece è accaduto in altri Paesi europei”: ad affermarlo è il
primo Rapporto Caritas/Unicef sull’infanzia straniera in Italia, pubblicato in questi giorni e che verrà presentato
a Roma il 5 dicembre. “È infatti raro che i protagonisti di atti devianti siano giovani di origine straniera nati in
Italia e cresciuti nel nostro paese – spiega Walter Nanni, della Caritas italiana, tra i curatori del Rapporto -, mentre è molto più frequente il coinvolgimento di ragazzi non accompagnati e di minori vittime di traffico”. Il volume nasce “dall'esigenza di avere dati indipendenti, in grado di integrare quelli di fonte ufficiale e governativa,
sul vissuto reale dei minori stranieri”. La prima edizione si concentra su cinque aree tematiche: la presenza di
minori stranieri nel nostro paese; l'integrazione sociale e la devianza; l'inserimento scolastico; la formazione
professionale; la dimensione della famiglia.Riguardo alle condizioni sanitarie i dati mostrano che "non sembra
più rilevabile il forte gap di salute alla nascita, registrabile fino a pochi anni fa tra minori italiani e stranieri", anche se le difficoltà sono legate a condizioni di vita difficile e alle abitudini culturali che portano i genitori a non
rivolgersi al pediatra o ai servizi sanitari se non in caso di emergenza. Totalmente assente è infatti il concetto di
prevenzione. Molte famiglie straniere devono gestire però grossi problemi nell'accudimento nella fascia di età 03 anni, “difficili da superare per gli stessi italiani”, per gli immigrati addirittura “insormontabili”. “La maggioranza delle famiglie straniere - spiega Nanni - cerca al proprio interno le risorse in grado di fronteggiare eventuali emergenze, ma lo scarso peso delle relazioni interetniche e tra famiglie determina spesso l'incapacità di risolvere alcuni problemi pratici e urgenti. Le difficoltà possono spingere le famiglie a rinviare il bambino nel
paese di origine, dove viene accudito dai nonni o altri membri della comunità parentale”. Altro problema segnalato dal Rapporto è un intervento pubblico “debole”, con una “tendenza alla riduzione della presa in carico dei
minorenni extracomunitari”.
17
24 novembre 2005
diritti dei bambini
B
isogna parlare ancora delle
città. I problemi cui esse
hanno dato origine specialmente in questi ultimi tempi sono
tutt'altro che risolti, anzi si aggravano e si aggrovigliano in continuità. Particolarmente ostico appare il problema del traffico, che
sgomenta e lascia nello scetticismo più impotente i responsabili,
specializzati da tempo a variare i
sensi unici delle strade sempre
più intasate e sempre più esposte
all'inquinamento acustico e atmosferico, spostando in pari tempo
le lamentele e le invettive dei cittadini volta volta interessati.
Ma rimangono sospesi problemi importanti come quelli del
verde, della pulizia, dell'uso delle piazze, dei marciapiedi e dei
luoghi di aggregazione, senza
parlare delle case e degli elementi più tipici dell'urbanistica
in quanto tale, la quale, non solo
è arrivata in ritardo di alcuni decenni nel nostro passato, ma viene spesso dimenticata anche nelle costruzioni del presente.
È possibile ancora vedere la
progettazione di importanti aree
urbane senza la debita attenzione
alle più elementari esigenze dei
bisogni dell'uomo, che dovrebbe
rimanere costantemente al vertice
delle preoccupazioni dei costruttori e dei restauratori delle città.
Ripensare i principi è un impegno
e un obbligo quotidiano.
E il principio fondamentale è
proprio questo: le città sono il
domicilio naturale dell'uomo, il
luogo dove egli si ritrova come a
casa sua, l'ambiente in cui egli
trascorre il tempo delle sue relazioni, dei suoi affetti, degli incontri che segnano la sua esistenza. La città è per l'uomo.
Questi la misura senza esserne
coartato e misurato.
Un principio etico che deve
guidare ogni scelta di carattere
urbanistico, architettonico, strutturale. Se non obbedisce a questi
criteri, la città manca a se stessa,
vien meno alle ragioni della sua
esistenza, diventa una nemica,
un ostacolo, anziché un aiuto per
la crescita e il benessere dell'uomo. Un problema allora di fondamentale importanza, da non
trascurare e da non mettere in secondo piano. I responsabili delle
città, prima che degli amminidiritti dei bambini
stratori, dovrebbero essere dei
pensatori, degli inventori, dei
fantasisti, in qualche modo dei
poeti. La nostra epoca è tutt'altro
che favorevole alla creazione di
queste mentalità. I criteri oggi
dominanti sono quelli dell'efficientismo, dell'utilità immediata,
del profitto, del tornaconto, del
risultato con il minimo dispendio, alla resa dei conti dell'egoismo personale e di gruppo.
Il vero, il bello, il buono rimangono criteri che riusciamo a
malapena ad ammirare nelle costruzioni del passato, ma che
non sembrano destare oggi più
nessuna voglia di emulazione.
Una lezione sempre aperta e mai
recepita, almeno mai recepita a
sufficienza.
Da qualche parte si sta facendo
strada una cultura che merita di
essere attentamente considerata.
Si pensa anzitutto e in particolare ai più "insignificanti" abitatori
delle nostre città: i bambini; e si
sta riflettendo su cosa è possibile
fare per rendere i nostri centri
abitati luoghi adatti alla loro
mentalità, alle loro esigenze, ai
loro bisogni. Il pensiero che sta
sotto questa cultura è il seguente: se la città diventa possibile e
accogliente per loro, lo sarà anche per tutte le persone adulte.
Il bambino scelto come parametro dei nostri agglomerati urbani; il bambino messo al centro. Ci sono studi già avanzati,
esperimenti in corso da qualche
anno; perché i nostri amministratori non si preoccupano di
conoscere quanto è stato pensato
e realizzato, con l'intenzione naturalmente di applicare tutto
questo alla propria città?
È necessario per questo chiamare gli stessi ragazzi a collaborate fattivamente. Essi certamente avranno qualcosa di interessante da suggerire. Metterli al
corrente del le intenzioni dei
grandi, coinvolgerli in qualche
settore della gestione della città
(la pulizia, per esempio, i luoghi
e le forme di ricreazione, l'uso
delle strade e delle piazze, la
creazione di spazi a loro riservati), convocarli appositamente
nelle stanze del potere.
Un'idea suggestiva, su cui riflettere seriamente.
Giordano Frosini
24 novembre 2005
R
itorna la Scuola di Pace, nei
consueti appuntamenti all'Auditorium San Rocco, con un
anno scolastico dedicato alla verità
della comunicazione e al significato
della parola. La parola da riscoprire è
Africa nel valore dell'interculturalità.
… E ora / che avete nascosto i cannoni tra le magnolie, / lasciateci un
giorno senz'armi sopra l'erba / al rumore dell'acqua in movimento, / …, è
desiderio espresso da Salvatore Quasimodo con le immagini della poesia
che, quale profezia, raccoglie le voci
della pace. La parola pace non si perde nel rumore delle chiacchiere ma dà
strada ed espressione alla ragione.
È la mancanza del pensiero critico,
dell'opinione non conformista, delle
Le città
sognate dai
bambini
Un giorno
senz’armi
Torna la “Scuola di pace” di Senigallia, sul tema “Parole, parole,
parole... il rumore delle chiacchiere, il silenzio della ragione”
differenze, garanzia di identità culturale e di dialogo, ciò che manca alla
nostra quotidianità. Il linguaggio si è
uniformato, di fronte ai grandi avvenimenti e alle grandi tragedie della
nostra epoca non coglie l'essenziale,
sfugge la verità, lascia spazio alla retorica, al pregiudizio, all'emotività.
C’è desiderio di approfondimento, di
riflessione, di conoscenza, di un giorno senz'armi per ritrovarsi nella freschezza dei sentimenti e nell'autenticità della ricerca.
… Un giorno, un solo / giorno per
noi, padroni della terra, / prima che
rulli ancora l'aria e il ferro / e una
scheggia ci bruci in piena fronte.
In questo giorno si può recuperare
la parola per dire ciò che nel chiasso
assordante dei media non si riesce più
a sentire. Si possono ascoltare voci
diverse, voci critiche che giungono
dalla parte del mondo che non vogliamo riconoscere. È la parola che raccoglie il pluralismo delle idee e del
pensiero, ed è garanzia per la pace.
Questi gli obiettivi e le finalità dell'XI° corso della Scuola di Pace che si
presenta con un programma attento
alle necessità e alle tematiche del nostro tempo. Il Corso Generale presenta la testimonianza di esperti quali:
Marco Revelli, insegnante di Scienza
18
della politica presso l'Università del
Piemonte orientale, Carlo Gubitosa
dell'Associazione Peacelink, Moni
Ovadia, Giovanna Botteri e Giuliana
Sgrena, Milena Gabanelli, conduttrice
di Report, Marco Baliani, regista, con
il suo Pinocchio nero.
I seminari e i corsi formativi pongono l'attenzione sulla cultura, multicultura, intercultura, sulle metodologie e tecniche di gestione dei gruppi
in ambito interculturale, sull'Africa
nell'immaginario cinematografico, nel
cinema d'autore e nel cinema di genere. Il corso sull'Africa, condotto da
Roberto Ferretti, si configura quale
seminario attento a come la produzione cinematografica occidentale si è
confrontata con l'idea di Africa.
19
Gli altri due seminari, a carattere
interculturale, si basano sulla necessità di definire nuove modalità di convivenza portate dalla globalizzazione,
se conosciamo abbastanza di ciò che
ci sta lontano forse sappiamo ancora
poco del "lontano" che vive con noi.
Se si parla di convivenza occorre anche fare un percorso insieme per favorire processi di integrazione reciproca nel rispetto delle differenze.
È questo l'obiettivo del corso di formazione condotto da Paola Cosolo
Marangon, ripreso anche dal laboratorio esperenziale condotto da Pasquale
D'Andretta. La finalità di quest'ultimo
corso è quella di focalizzare ed accrescere le competenze socio-affettive
per vivere in chiave non violenta i
processi di gruppo quando si tratta di
coniugare diritti umani ed interculturalità. Torna di nuovo il Teatro interattivo proposto dal Centro psicopedagogico di Piacenza, "Io, loro e un
testamento", rivolto ad alunni di scuola media superiore in collaborazione
con il Liceo Scientifico Statale "Medi" ed il Liceo Classico Statale "Perticari". Come sempre tale progetto non
dà risposte risolutive ma pone un quesito che, attraverso una struttura educativa di tipo maieutico, aiuta ad elaborare nuovi processi di crescita per24 novembre 2005
sonale. Per il settore "Sperimentazione e testimonianze" abbiamo due incontri importanti: il primo, martedì 20
dicembre 2005, con la testimonianza
di Maria Luisa Rotatori, volontaria in
Costa d'Avorio, in collaborazione con
l'Associazione "Insieme per l'Africa",
il secondo venerdì 14 aprile 2006 "Un
viaggio lungo una serata", esperienze
dei partecipanti al Corso Peacekeeper: mediatori di pace, degli Scouts
Agesci Senigallia 2, raccontate dalla
Compagnia teatrale "Teatri solubili".
Quali le novità di quest'anno nell'organizzazione della Scuola? Nel Comitato direttivo sono entrati alcuni giovani della città che, unendo il loro operato ai giovani già presenti, che da anni
operano nella Scuola di Pace per la
diffusione della sua cultura attraverso
il Consiglio Municipale dei Ragazzi e
l’approccio musicoterapeutico hanno
avuto la possibilità di gestire uno spazio adeguato di iniziative quali l'evento inaugurale: "Scoprire l'Africa ballando", di venerdì 18 novembre 2005,
un incontro del Corso Generale, un seminario interculturale e l'iniziativa
della testimonianza di "Teatri solubili".
È bene che la Scuola dia sempre più
spazio ai giovani perché essi rappresentano la speranza.
L'altra novità è quella da tempo attesa di giungere ad una "federazione"
delle realtà di pace della Provincia e
della Regione. Percorsi di pace in tale
senso sono stati sempre tenuti, ricordo il Sindaco Minervini e la cultura di
pace di don Tonino Bello, la rete di
relazione con la Scuola di Napoli, con
il Centro di educazione alla pace di
Sorrivoli e di Cesena… con la Scuola
di Ancona, con la Fondazione di Fossoli, con la Tavola della Pace di Assisi, con la Scuola della dott.ssa Martini
di Torino e ultimamente con la Scuola
di Pace di Sulmona, ma ora il tempo è
maturo per una collaborazione più
forte e per un confronto che giunga a
percorsi comuni.
Rosaria Leonardi Cenerelli
dalla città di Senigallia
A denti stretti
E poi dicono che a Senigallia non si programma la
stagione turistica. I dati parlano di una stagione estiva
2005 all’insegna di un netto calo di presenze, ma il
Comune corre subito ai ripari. Solo pochi giorni fa
l'assessore Rebecchini ha candidato la Spiaggia di
Velluto per il raduno annuale della popolare trasmissione di radiofonica. Ora è tempo di votare! Saranno
infatti gli ascoltatori di Radio Due che, con un apposita elezione online, sul sito della Rai, decideranno
dove si terrà l'evento. Al Cateraduno, che si terrà nei
Città di serie B?
“È ora che Senigallia si unisca per
ottenere ciò che le spetta dai trasferimenti pubblici degli Enti superiori,
indispensabili alla realizzazione degli
investimenti infrastrutturali”.
Claudio Crivellini, consigliere comunale di An, lancia un appello perché
il ruolo della città venga riconosciuto:
“Sembra infatti che, degli ingenti interventi destinati alle Marche dall'Ue. e
dallo Stato, soprattutto la Regione
Marche, ma anche la Provincia di Ancona, privilegi l’area anconetana.
Tutto bene, se non che Senigallia,
sempre annotata come seconda città
della provincia, sembra relegata in serie B dagli investimenti e dall’impegno
dei ‘maggiorenti’ di tutte le forze politiche, a Roma come ad Ancona, di
maggioranza e di opposizione.
È dunque ora suonata che chi ha veramente a cuore il bene della città,
messi da parte i tatticismi dei partiti, si
unisca e si adoperi per la realizzazione
degli interventi utili alla comunità”.
Gli agenti della volante del commis-
sariato di Senigallia hanno fatto scattare le manette ai polsi di C.S., un
31enne di Filottrano con numerosi
precedenti specifici. L’uomo, sorpreso
dai poliziotti nell’atto di cedere una
dose ad un tossicodipendente, aveva
con sé altre quattro dosi di eroina già
pronte per essere smerciate.
Gentile Don Giuseppe, ho letto la Sua
segnalazione circa la necessità di consentire un percorso sicuro ai cittadini di
Cesano, con una particolare attenzione
anche a coloro che usano la bicicletta,
per i propri spostamenti, contribuendo
in tal modo a non inquinare l’aria, cosa
questa cui provvedono abbondantemente auto, camion, ecc. Voglio dirLe che
condivido in pieno questa esigenza e
che apprezzo quanto da Lei rappresentato. Voglio dirLe anche che l'Ammini-
dalla città di Senigallia
strazione si è già mossa in tal senso e
che già da qualche giorno sono state
avviate le procedure per l’appalto dei
lavori di costruzione del marciapiede,
lato mare, che andrà dal fosso del Trocco sino oltre l'incrocio con strada della
Marina interrompendosi per un tratto di
circa trecento metri in corrispondenza
con la nuova lottizzazione, per consentire la successiva costruzione della prevista rotatoria e di un sottopasso.
Anche per il lato monte della Statale
è prevista la costruzione di un tratto di
marciapiede e più precisamente nella
zona compresa tra la chiesa della frazione e la rotatoria esistente.
Come vede si tratta di due opere non
24 novembre 2005
Foto Vivere Senigallia
M
Successo dell’olio
Tutto esaurito nel giro di poche ore
negli stand della ristorazione e nelle
cantine di Scapezzano. Affollate le sale dei mercatini dei prodotti tipici (tra
i quali l’olio extravergine d’oliva locale, l’artigianato del ricamo del legno e delle terre cotte), la mostra di
bonsai e di macchine agricole. Straordinaria la visita di persone alla mostra
allestita dalla scuola elementare su
“Adotta un Olivo”. La banda musicale della città di Senigallia, salutata
con entusiasmo dagli scapezzanesi, e
il concertino di “Burro e Salvia” -come al solito richiama centinaia di persone al suo gradevole spettacolo- hanno fatto da gioioso contorno.
Dill’ al monc’ in piazza
L’assessore Mangialardi, sempre molto attento alle segnalazioni dei
cittadini, ci ha inviato questa lettera:
in consiglio comunale
Succede a Senigallia
Clandestino in cucina
Nel corso di un controllo eseguito
dai carabinieri della stazione di Senigallia nel nuovo locale della collina (nato recentemente sulle ceneri
dell’ex “Shalimar”) è stato sorpreso
a lavorare nelle cucine un cittadino
del Bangladesh risultato già sottoposto a decreto di espulsione.
L'uomo ha dapprima presentato ai
militari la fotocopia di un passaporto
il cui originale, risultato autentico, è
stato poi trovato a casa dell’extracomunitario. Dalla banca dati è risultato che l’uomo era già stato espulso
dall’Italia mesi addietro ma non aveva ottemperato al provvedimento. La
condanna inflittagli dal giudice ammonta a 5 mesi e 10 giorni di reclusione con la condizionale. L’uomo è
stato successivamente accompagnato in Questura per il disbrigo delle
pratiche di espulsione.
Ancora un arresto per droga
a cura di
Giuseppe Nicoli
solo utili e importanti, ma anche economicamente impegnative che prevedono
un costo di alcune centinaia di migliaia
di euro. La frazione di Cesano sta vivendo una forte espansione sia in termini residenziali per le nuove abitazioni che si
stanno costruendo, sia per le attività che
vi si sono insediate, sia per i futuri servizi che il Comune ha previsto per questa
parte della città. Vi è dunque molta attenzione per essa e l'Amministrazione si
adopererà per favorire uno sviluppo armonico del territorio e adeguati servizi
per i cittadini ivi residenti e non.
Cordialmente
Maurizio Mangialardi
20
21
ercoledì sera 16 novembre in consiglio
comunale si stava discutendo la mozione sul turismo presentata dal consigliere
Vincenzo Savini.
Dopo gli interventi dell'Assessore al Turismo e del Presidente della Commissione competente, molti consiglieri avevano portato un loro contributo
al dibattito.
A un certo punto il consigliere Mancini, anche in considerazione delle numerose richieste
di intervento ancora esistenti,
ha proposto un rinvio della pratica in Commissione per gli approfondimenti necessari.
Il consigliere Savini ha invece
richiesto che si concludesse subito la discussione. Non trovandosi un accordo, la minoranza
abbandona l'aula consiliare.
"Si trattava di un'occasione
per parlare della crisi del turismo nella nostra città e non
hanno accettato nessun confronto", spiega Gabriele Girolimetti. "Nel giro di 20 anni la
nostra città ha perso la sua posizione nel mercato", continua
Vincenzo Savini. "La maggioranza non è in grado di affrontare questa tematica e non ha
pensato a nessun progetto per
rilanciare il turismo, quindi ha
applicato l'articolo 47 del Regolamento, trasferendo la mozione in Commissione".
"La presa di posizione della
La Regione ha approvato
il finanziamento
Lavori al porto
Polemiche
notizie dalla città
13 - 20 novembre 2005
Una mozione di Vincenzo Savini è stata interrotta perché
qualche consigliere della maggioranza ha richiesto di portare il dibattito in Commissione.
primi giorni di Giugno 2006, saranno presenti circa
15.000 turisti. A detta dell’assessore e di altri appassionati della trasmissione ‘cult’ di Radiorai, per l'estate senigalliese sarebbe decisamente un buon inizio.
Le altre località candidatesi per l'evento sono: Follonica, Giuspini, L'Aprica, Ostiglia e Cattolica.
Caterpillar, in onda da 6 anni tutte le sere alle 18 su
Radio Due Rai presenta un genere particolare di comicità, dove i conduttori riflettono e scherzano insieme agli ascoltatori di argomenti di cronaca e attualità.
È possibile votare all’indirizzo: http:// www.
radio.rai.it/radio2.
maggioranza è uno scacco alla
democrazia - afferma Fabrizio
Marcantoni - l'affermazione 'vi
abbiamo sopportato anche troppo' fatta dal capogruppo dei DS
è inaccettabile.
Questa città sta vivendo una
crisi turistica preoccupante e il
dibattito in Consiglio comunale
sarebbe stato un punto di partenza per un dialogo costruttivo".
Il giorno seguente, giovedì 17
novembre, l'opposizione ha utilizzato lo stesso metodo usato
nella serata precedente dalla
maggioranza per far comprendere che vuole evitare l’uso sistematico dell'ostruzionismo,
ma nel caso in cui si impedisca
il diritto di intervenire e di far
sentire la propria voce, è costretta ad utilizzare tutti gli
strumenti in suo possesso.
Appena iniziata la discussione sulle linee di indirizzo per il
bilancio, il consigliere Cicconi
Massi ha chiesto il rinvio della
pratica in Commissione, ma la
maggioranza ha respinto tale
ipotesi con una votazione che
ha fatto registrare 10 favorevoli
e 15 contrari.
E allora la minoranza ha presentato in aula ben 40 emendamenti che, se discussi nella loro
totalità, avrebbero inchiodato il
consiglio comunale per altre
ore fino a notte fonda.
In considerazione di questo il
consigliere Marcantoni ha riproposto una richiesta di rinvio
24 novembre 2005
Nel settore “progetti accelerati nelle aree urbane”, previsto dalla Delibera Cipe, sono stati finanziati i lavori di ristrutturazione e miglioramento del porto di Senigallia, per
un importo di circa 1.900.000 euro.
“L’arrivo dei fondi per il completamento del porto – osserva Mangialardi - è una grande notizia.
Grazie al finanziamento del progetto, il porto di Senigallia continuerà a pieno titolo ad essere uno
dei simboli dell’identità cittadina e
potrà costituire l’arma vincente della nostra offerta turistica e del nostro tessuto economico”.
della pratica, che è stata nuovamente respinta.
È così iniziata la regolare discussione in merito ai singoli
emendamenti.
Un sistema che avrebbe dovuto portare la maggioranza a
buoni consigli, e difatti alle
1.30 di notte dopo aver discusso e votato solo 11 emendamenti e con altri 29 da esaminare, la maggioranza ha capito
la necessità di sedersi intorno
ad un tavolo insieme all'opposizione. La conferenza dei capigruppo ha trovato un'intesa per
evitare situazioni di contrasto
che sono di impedimento a uno
svolgimento produttivo dei lavori consiliari.
L'impegno assunto per il futuro è quello che, nel momento in
cui un consigliere presenti richiesta di rinvio di una pratica,
vengano regolarmente effettuati
gli interventi già prenotati.
Raggiunta l'intesa, la minoranza ha ritirato tutti gli emendamenti al punto in discussione,
che ha così potuto essere approvato con 15 voti favorevoli da
parte dei consiglieri di maggioranza e 10 contrari dell'opposizione. Un successo dell'opposizione che dimostra come quando le forze di opposizione lavorano e si supportano a vicenda,
seppur in netta minoranza nell'aula consiliare, riescono a far
sentire la propria voce ed a raggiungere importanti successi.
dalla città di Senigallia
Il nuovo Corso Matteotti
Tagliato il nastro per l’apertura
dell’ “altro” corso senigalliese
C
on un mese d’anticipo sul percorso di consegne e con una spesa complessiva di circa 530,000 euro, domenica 20 novembre Corso Matteotti è stata restituita alla città nella sua nuova veste.
L’inaugurazione con una cerimonia alle ore 11, durante la quale sono intervenuti il sindaco Luana Angeloni e l’assessore alla Qualità Urbana Maurizio
Mangialardi; poi l’esibizione della Banda Musicale “Città di Senigallia”.
Corso Matteotti è una porzione di quella arteria della città che dalla zona
del Portone arriva sino a Porta Lambertina, una “cerniera” fondamentale per
l’assetto urbanistico sulla quale si sviluppa gran parte del centro storico e del
commercio cittadino. “Sulla strada del volontariato” è stato lo slogan usato
per l’inaugurazione: 27 associazioni di Volontariato senigalliese hanno mostrato le loro attività e i loro progetti all’interno di sei stand appositamente
collocati lungo il Corso: L’avvocato Sartini, presidente della Consulta del Volontariato, per l’occasione ha detto: “Ci siamo accorti che il volontariato sta
andando in due direzioni contrapposte, l’aumento delle associazioni da un lato e la diminuzione del fenomeno in ambito collettivo” ha dichiarato nell’occasione il presidente della Consulta del volontariato l’avv, Sartini.
Confartigianato: “troppi furti nel senigalliese, bisogna fare di più
per contrastare la criminalità”.
Ladri di Tir:
ci vogliono più controlli
C
ontinua il fenomeno dei furti di
tir e del loro prezioso carico
che sta coinvolgendo tutto il
senigalliese.Dopo l’ultimo furto alla
ditta Silvi Autotrasporti è ormai chiaro
che hanno preso di mira il territorio di
Senigallia ma sopratutto una precisa tipologia di produzione. Materiale ferroso in particolare rame e ottone.
Qualcuno si sta organizzando in forma autonoma: dormendo sugli automezzi o presidiando l’azienda.
Ma tutto questo non è accettabile a
questo punto qualcuno deve intervenire e non ci riferiamo solamente alle
Forze dell’Ordine che già fanno tanto
con un organico ridotto ma alle Amministrazioni Comunali che pubblicamente per denuncino il fenomeno a chi
di competenza.
Amaro lo sfogo del presidente della
Confartigianato di Ostra, Fabio Luzi:
“Chiedo a nome degli artigiani a tutte
le istituzioni più interventi, più controlli per debellare la criminalità nelle
valli del Misa e del Nevola.
Suppongo che si tratti di organizza-
dalla città di Senigallia
zioni criminali ben organizzate e informatissime; si muovono indisturbate nel
territorio. Se non si prendono provvedimenti immediati si rischia di mettere
in crisi il sistema produttivo locale.
Di questi tempi non ce lo possiamo
permettere. Noi imprenditori abbiamo
il dovere morale di proteggere i nostri
dipendenti e le loro famiglie assicurando lavoro e sicurezza. In questo modo
stiamo rischiando grosso. Tutto questo
è inaccettabile, insopportabile”.
Non sono solo i camion ad essere
presi di mira: furti nei negozi, negli
appartamenti, nei cantieri dai quali
spariscono attrezzature ed automezzi,
per questo Confartigianato di Senigallia, sollecita i rappresentanti del governo sul territorio a mettere in campo più uomini per contrastare la criminalità. E come si cerca di reagire?
L’82% degli artigiani intervistati dice
di avere adottato una misura di sicurezza per difendere la propria azienda
o il proprio mezzo. Più del 21% ha un
sistema di allarme.
Filippo La Rosa
24 novembre 2005
Un servizio “spesa” in città
per anziani e disabili
Serra de’ Conti
Ausilio
Novembre
L’
mese serrano
amministrazione comunale
insieme a Coop Adriatica
di Senigallia mettono a disposizione dei cittadini disabili e
degli anziani ultra settencinquenni
soli un servizio di spesa a domicilio. “Ausilio” è un’attività di sconsegna gratuita a domicilio della spesa a persone disabili o anziani soli
promosso da Coop Adriatica in collaborazione con il Comune di Senigallia e le associazioni di volontariato Auser ed Antea.
“Il servizio di spesa a domicilio è
attivo dal 1992 nel Comune di Bologna, rientra nelle attività di solidarietà promosse dalla Coop e vuol
rispondere ai bisogni delle persone
anziane sole o disabili non in grado
di uscire per effettuare la spesa”, ha
dichiarato Silvano Paradisi.
La spesa viene effettuata due volte a settimana e consegnata da autisti volontari a domicilio.
I volontari presentaranno un tesserino di riconoscimento.
Le richieste verranno filtrate dall’Ufficio Servizi alla persona per
garantirne la legittimità.
Parteciperanno all’attività anche
alcune classi del Liceo Classico
“Perticari”. L’obiettivo che si intende raggiungere è superare il numero
di trenta utenti, inizialmente il servizio coinvolgerà sei persone.
U
n novembre particolarmente ricco di iniziative a
Serra de’ Conti. La comunità parrocchiale e
quella civile hanno festeggiato il patrono, il beato Gherardo, monaco camaldolese e priore dell’allora
Ospizio benedettino di S. Maria delle Abbadesse – da
cui il nome dell’odierna chiesa parrocchiale di S. Maria
Assunta de Abbadissis - intorno alla metà del 1300.
In coincidenza con la festività patronale l’Amministrazione comunale ha assegnato benemerenze al personale
collocato a riposo e, alla presenza del Prefetto di Ancona
Giovanni D’Onofrio e del Presidente della Provincia Enzo Giancarli, ad esponenti delle forze dell’ordine e a due
giovani che si sono distinti nella difesa della legalità, riuscendo a sventare, dietro la segnalazione dei due cittadini, una rapina la scorsa estate. Assegnare i riconoscimenti proprio il giorno della ricorrenza patronale, è stato un
L’Amat inaugura la stagione 2005 - 2006
Regione di teatri
T
rasformare i piccoli teatri storici della regione in
luoghi vissuti di cultura e di aggregazione delle comunità marchigiana”: così Giampiero Solari, assessore regionale alla cultura, intervenendo all’inaugurazione della stagione teatrale 2005-2006 dell’Amat, Associazione marchigiana attività teatrali. ‘I teatri - precisa - restano, purtroppo, simbolicamente chiusi per lunghi periodi:
un paradosso, se si considera l’elvata qualità e quantità dell’offerta culturale; è necessario, pertanto, elaborare un progetto organico basato sulla messa in rete del sistema teatrale, sulla concertazione e sulla contribuzione delle risorse finanziarie: solo in questo modo sarà possibile superare il rischio della frammentazione e del campanilismo, cui l’Amat, suo malgrado è inevitabilmente esposto”.
22
23
segno forte di come valori civili e religiosi possano collaborare nella costruzione di una società più giusta. In
chiesa, la Corale “F. Tomassini”, che quest’anno festeggia il 25° anniversario di attività, ha animato le celebrazioni officiate dal vescovo emerito di Senigallia S.E.
Odo Fusi Pecci, mentre la serata è stata allietata dall’esibizione della Centenaria Società Concertistica di Serra
de’ Conti. L’ultimo fine settimana del mese vedrà invece
impegnate tutte le associazioni del paese nell’allestimento delle cantine per la Festa della Cicerchia.
La ormai rinomata tre giorni gastronomica recupera i
sapori antichi legati al rustico legume, non più relegato
alle tradizioni del passato, e offre ai visitatori un’ampia
scelta di pietanze e spettacoli che si snoderanno lungo
le vie del caratteristico centro storico: tra un assaggio e
l’altro, alla luce delle torce e dei falò si potrà ascoltare
la musica del “Bandino” e dei ragazzi dell’oratorio e
assistere alle rappresentazioni estemporanee delle locali
associazioni teatrali, oltre alle sorprese, alle botteghe
artigianali, agli scorci improvvisi in cui ci si potrà imbattere nelle piazzette e nei vicoli del paese. La Festa
potrebbe essere anche l’occasione per visitare la mostra
allestita presso la chiesa di San Michele, ricca essa stessa di tesori d’arte, il Museo delle Arti Monastiche e la
vicina chiesa di Santa Maria Maddalena, di recente restaurata, annessa al Monastero delle monache clarisse.
A.P
In precedenza il presidente dell’Amat, Gino Troli, nell’illustrare il programma della stagione 2005-2006, ha rimarcato i risultati raggiunti, come la qualità dell’offerta che non è inferiore a quella delle grandi città - la funzionalità della struttura di rete e l’istituzione della biglietteria
unica. ‘Grazie al lavoro, spesso difficile e oscuro, della nostra associazione, riusciamo - ha precisato - a mantenere
inattività e ad animare oltre la metà dei 40 teatri storici di
piccole dimensioni che non hanno risorse da investire né in
progetti specifici né nell’attività ordinaria”.
Ma l’obiettivo - ha concluso - è elaborare un progetto
multiculturale, che garantisca la fruizione di spettacoli musicali e proposte audiovisive nei piccoli centri privi di sale
cinematografiche'.
L’Amat, Associazione marchigiana attività teatrali, dal
1976 coordina e gestisce, in collaborazione con gli enti locali, la promozione e la diffusione del teatro e dello spettacolo dal vivo nella rete dei teatri regionali.
L’Associazione ha un bilancio di circa 6 milioni di euro,
finanziati da Stato, Regione, Enti locali e dagli introiti degli spettacoli. Queste le cifre della stagione teatrale 20052006: 420 spettacoli in scena, 48 cartelloni, 34 stagioni in
abbonamento,57 comuni interessati, 64 spazi teatrali impiegati. Dati significativi cui si aggiungono 3 rassegne di
danza (Civitanova danza tutto l’anno, Pergolesi danza, Microfestival della danza contemporanea), 2 festival internazionali (Civitanova Danza, Frequenze disturbate), 2 rassegne territoriali (Sensi Piceni, Feste Montefeltrane), 7 rassegne tematiche (AltriPercorsi, Convito acconta, Convito ricerca, Teatro e Parola, TeatroOltre, Tau - Teatri antichi uniti, Arena Gigli Musical).
Un’offerta notevole sul piano qualitativo e quantitativo,
apprezzata da un pubblico sempre più numeroso, come
confermano le 157mila presenze registrate nella stagione
teatrale 2004: un dato, peraltro, in netta controtendenza rispetto al panorama nazionale che fa registrare un po’ ovunque segnali di crisi.
24 novembre 2005
dai Comuni della diocesi
Piticchio d’Arcevia
Box Marche a Corinaldo
Festa d’autunno
e nuove primavere
Riciclo
in musica
È
Q
andata...male! Non è rimasto
più niente! Abbiamo finito
tutto!” esclama sorridentemente uno degli... Amici di Piticchio: per dire, scherzando, che c’è
stato il pienone e che si è ripetuto il
tutto esaurito. Puntuali dunque il
successo e totale la riuscita della Festa d’Autunno sul colle arceviese.
Il che rimanda a nuove primavere per gli obiettivi che l’associazione ed i suoi nuclei affini perseguono. Lo scopo è infatti quello di
“operare nel campo della cultura,
dell’arte, del folklore, del turismo e
dello spettacolo al fine di valorizzare ogni aspetto di Piticchio, conservare l’ambiente circostante e
promuovere lo sviluppo economico
della frazione.” Da qui l’ “offerta”:
degustazione dei piatti della tradizione contadina nelle riaperte vecchie cantine del castello, molteplici
spazianti proposte e spettacoli vari.
Primo appuntamento enogastronomico: alla “Cantina del Conte”, onde “riappropriarsi” della “Antica
polenta” sull’unica “accomunante”
tavolata per i commensali.
Così si è aperta la Festa, “classico” appuntamento di novembre.
Grazie al convegno sul mais, la
“tregiorni” si è tradotta in “Quattrogiorni”, potenziando il proprio
invidiabile profilo. L’avvio è stato
contrassegnato dall’esclusiva presenza della polenta, piatto unico e
“povero” solo in apparenza.
Le variazioni sul tema sono state
inoltre molteplici, per gustare-scoprire-riscoprire tutto (o quantomeno molto) intorno alla magnifica
rustica pietanza ed ai suoi ghiotti
derivati (cresce e cresciole). Ingrediente onnipresente: l’ospitalità degli “Amici di Piticchio” (sodalizio
presieduto da Graziano Gambioli).
La kermesse ha operato anche il
taglio ufficiale del nastro relativamente al progetto “Valorizzazione
dai Comuni della diocesi
del mais tradizionale da polenta
(mais ad otto file)”, concepito dall’Amministrazione Comunale di
Arcevia e dall’Associazione Pro
Loco (presieduta da Alfiero Verdini), in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, la Provincia
di Ancona e la Comunità Montana
dell’Esino-Frasassi.
Sede ideale: la Sala Convegni del
Castello di Piticchio, in cui si è tenuta la conferenza-convegno-vernissage di elevatissimo livello culturale e promozionale.
L’accademia che guarda al vivo
territorio ha avuto il profilo di Giuseppe Natale Frega e Roberto Papa
(rispettivamente preside e docente
della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche).
Fabrizio Giuliani ha portato i saluti
e spiegato i motivi della “vicinanza” della Comunità Montana.
Carla Virili (assessore all’Agricoltura della Provincia di Ancona)
ha (tra l’altro) colto gli aspetti “etico-politici” dell’iniziativa, condivisa anche dalla Regione Marche
(rappresentata da Ferruccio Luciani). Ogni voce ha arricchito la tavola rotonda con puntualizzazioni, riferimenti, esortazioni e ficcanti
provocazioni: Massimo Bergamo,
Franco Fiori, il dottor Avenali,
Montalbini, il dottor Schiaroli.
Gli appassionati alleati sono i
primi punti di riferimento. Vedi “la
Cooperativa La Terra e il Cielo,
con il presidente, Bruno Sebastianelli, che segue da vicino e con vero interesse la possibilità di coltivare il cereale in chiave biologica.”
Essenziali la professionale disponibilità di due esperti agricoltori
come Lorena e Marino Montalbini
e la possibilità della “macinazione
a pietra nello storico mulino ad acqua della famiglia Spoletini”.
Umberto Martinelli
24 novembre 2005
Tavolo di confronto tra Regione e impresa
Cibi e vini
uinta edizione di “Riciclo Aperto – il
riciclo della carta si mette in mostra”,
iniziativa aperta al pubblico, promossa
dal Comieco (Consorzio Nazionale Recupero
e Riciclo imballaggi a base Cellulosica nato
nel 1985 come libera associazione di imprese
del settore cartario interessate alla salvaguardia ambientale) con il patrocinio di Ministero
dell’Ambiente e l’Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Riciclo Aperto è un evento organizzato su
scala nazionale che si svolge nelle piazze, nei
teatri e negli impianti, nato per mostrare a
grandi e piccini, ai cittadini, al mondo dell’informazione, ai rappresentanti delle istituzioni e dell’industria ed agli operatori del settore la realtà del riciclo dei materiali a base
cellulosica.
Una realtà fatta di cartiere, aziende cartotecniche e piattaforme di selezione della carta che
ogni giorno ricevono carta, cartone e cartoncino e li portano a nuova vita, producendo nuova
carta e nuovi imballaggi.
A visitare l’azienda cartotecnica corinaldese
(da sempre attenta alle tematiche di salvaguardia e tutela dell’ambiente), per vedere da vicino
le fasi di lavorazione ed i procedimenti per il riciclaggio dei rifiuti, sono state, sabato scorso,
tre classi della scuola media Fagnani di Senigallia, due classi della scuola elementare Leopardi di Senigallia, una classe dell’Ipsia di Senigallia, due classi della scuola elementare Puccini di Senigallia, una classe Itis di Fabriano.
“Ricicla in Musica” è il titolo dato all’iniziativa di quest’anno svolta in collaborazione con
Musikè di Senigallia che ha organizzato un’area dove gli alunni suoneranno strumenti musicali di diverso genere realizzati utilizzando i
materiali di riciclo che produce l’azienda.
Questo percorso di sensibilizzazione attraverso il linguaggio della musica che vede la
partecipazione delle scuole verrà filmato per
la realizzazione di un Dvd da regalare ai ragazzi, come ricordo e ringraziamento della loro partecipazione.
Anche quest’anno è previsto il concorso promosso da Comieco tra le aziende che aderiscono a Ricicloaperto, per premiare l’impianto
che avrà realizzato la migliore organizzazione
dell’evento.
Una curiosità legata all’importanza del riciclaggio: lo scorso anno in Italia, grazie alla
raccolta differenziata della carta, sono state risparmiate emissioni nocive per l’atmosfera,
equivalenti al blocco totale di tutto il traffico
su strada (auto, camion, mezzi pubblici compresi) per 6 giorni e 6 notti!
Alessandro Piccinini
24
da museo
Azienda Brummel
A
L
ppuntamenti per
scoprire la storia, i
musei ed i monumenti dei Castelli di Jesi,
per conoscere meglio uno
dei migliori vini bianchi
delle Marche e degustare
le specialità locali.
Un breve e piacevole
ciclo di incontri rivolto a
consumatori attenti ed
esigenti, curiosi e consapevoli, per imparare a dare il giusto valore alla
qualità, ricercando il piacere della vista, dell’olfatto e del gusto.
Ogni appuntamento,
preceduto da una visita
guidata al museo, sarà arricchito da interventi di
esperti sulla storia, sulla
cultura enogastronomica
e sulle tradizioni di questo territorio, da spettacoli
di musica popolare e da
degustazione guidate da
un sommelier professionista, che introdurrà il pubblico all’affascinante
mondo dell’analisi sensoriale. Il ciclo di incontri è
verso la cassa integrazione
iniziato domenica 20 novembre a Cupramontana,
proseguirà a Castelplanio
e Moie di Maiolati Spontini domenica 27 novembre, a Serra de’ Conti sabato 3 dicembre e si concluderà domenica 4 dicembre a Maiolati Spontini e Staffolo.
Per gli orari e i contenuti
dei singoli appuntamenti,
gl’interessati potranno rivolgersi al numero verde
800.439392. Che raccoglierà anche le prenotazioni, obbligatorie per prendere parte alle iniziative
promosse dall’Associazione Sistema Museale della
Provincia di Ancona. In
particolare si ricorda che
le adesioni dovranno essere inoltrate sino al giorno
antecedente la data dell’evento, tranne quello di
Serra dè Conti (3/12), per
il quale la richiesta di partecipazione dovrà essere
effettuata non più tardi di
lunedì 28/11.
Info: 800.439392
Castelplanio e Maiolati Spontini
Ore 10.30: Civica Raccolta d’Arte, Storia
e Cultura, Palazzo Comunale - Castelplanio
Ore 11.30: Osteria delle Delizie
Viale Risorgimento, 29 - Moie di Maiolati Spontini
Incontro sul tema “Arie di libagioni e terre
di calici: storie di vino tra arte, poesia e musica”
con Tommaso Lucchetti – Storico dell’arte
e della cultura gastronomica
ore 12.30: Degustazione di vini guidata
con Sauro Boria Sommelier Cena
con assaggi di cucina tipica
Ore 15.00: Abbazia di S. Maria delle Moie
Visita guidata dalle ore 15.00 Centro di Moie
di Maiolati Spontini
“Pane e olio” - Sapori e Profumi D’autunno
Prezzo totale € 20,00
Prenotazione obbligatoria
al Numero Verde 800.439.392
25
a prossima settimana il rappresentante dell’Azienda Preca-Brummel di Montemarciano riferirà al tavolo di confronto in Regione l’esito del Consiglio di Amministrazione sulla possibilità di applicare la cassa integrazione per cessazione di attività agli 89 dipendenti e lasciare così tempi e spazi
per un’intesa su eventuali piani di ricollocazione.
È questo lo spiraglio che si apre per garantire una maggiore
tutela dei lavoratori che altrimenti rischierebbero il licenziamento tout court.
Alla base di tali opportunità che l’Azienda, prima decisa a
mandare tutti in mobilità, ora rivaluterebbe, adottando un piano
di ricollocazione e la cassa integrazione speciale, ci sarebbe
l’interesse ad ampliare ad uso commerciale l’area di proprietà
intorno alla struttura di Marina di Montemarciano e a dare in
affitto alcuni uffici, dove appunto poter ricollocare parte dei dipendenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore provinciale
Massimo Pacetti, che ha parlato di disponibilità dell’amministrazione provinciale se corrisponderà da parte dell’Azienda
Brummel un beneficio sociale.
Anche le organizzazioni sindacali, sottolineando l’urgenza
delle decisioni, hanno valutato positivamente la disponibilità
dell’Azienda a ragionare in termini diversi dalla mobilità immediata, pur richiamando la necessità di una responsabilità sociale dell’impresa che “non può assumere un atteggiamento di
scarso coinvolgimento e indifferenza ” rispetto alla difficile attuale situazione di 90 famiglie.
Aberto Bertinelli nuovo direttore Coldiretti
Mobilitarsi per l’agricoltura
A
lberto Bertinelli è il nuovo direttore della Coldiretti
Marche. Umbro di nascita, marchigiano d’adozione
(ha guidato le sezioni provinciali di Ascoli, Macerata e Pesaro), cinquantaquattro anni sposato con due figli, il
neoresponsabile della federazione regionale prende il posto
di Dino Tartagni, destinato a un altro incarico.
“È giunto il momento di dare concretezza agli strumenti
politici ottenuti con la prima fase del progetto Coldiretti, ed
è per questo che lanceremo una grande mobilitazione che
ci vedrà impegnati in iniziative verso i consumatori, con
petizioni e proposte di legge di iniziativa popolare, le imprese, la filiera, la pubblica amministrazione” spiega Bertinelli, che promette di porre attenzione a molteplici settori
(dai prezzi al rapporto con le altre componenti della filiera,
dalla fiscalità alla valorizzazione e alla commercializzazione dei prodotti regionali), per guidare l’agricoltura marchigiana attraverso i cambiamenti del mercato.
“Il nostro strumento non sarà la protesta, ma la proposta”
sottolinea il presidente di Coldiretti Marche Giannalberto
Luzi. “A tale scopo abbiamo predisposto una piattaforma
dettagliata di azioni, con l’obiettivo di ridurre i costi per
l’impresa e liberare risorse per gli investimenti.
Uno dei passi sarà rappresentato dalla raccolta di firme
per due proposte di legge finalizzate alla promozione e al
consumo dei prodotti regionali”.
24 novembre 2005
dai Comuni della diocesi
L’ultimo lavoro di Manlio Brunetti
Al museo “Bargellini”, tanti marchigiani
Cesania felix
S
Generazione 40
i conclude con ‘Cesania felix’
la trilogia che il prof. Manlio
Brunetti ha dedicato alla rivoluzionaria esperienza sociale attuatasi all’alba del 2° millennio all’interno dei territori orbitanti sotto l’eremo-cenobio di Fonte Avellana.
Dopo ‘Madonna del Piano’ e
‘Frattola’, la recente pubblicazione,
caldeggiata da Cesare Morganti (assessore alle politiche agricole di Corinaldo) e resa materialmente possibile dall’impresa Graziano Belogi di
Ripe e dalla Pro loco di Corinaldo,
amplia gli orizzonti; non più una
singola comunità ma un intero comprensorio (quello del Cesano, da Castelleone di Suasa sino a Monterado)
finisce sotto le lenti d’ingrandimento
dell’autore di origine barbarese, per
raccontare “quel che riteniamo essere meno conosciuto di questi luoghi
per i secoli X-XIV, anche perché vi
si potrebbe trovare le lontane radici
di alcuni moderni contrassegni tipici
della nostra locale ‘contadinità’.
“Quella compresa ed insegnata dai
monaci dell’Avellama fu “una dimensione essenziale e primaria della
religione: ‘il cristianesimo sociale’”.
Si fecero infatti promotori di una rivoluzione sociale ante litteram, basata su “ un Vangelo che non condannava il corpo e la vita terrena, insegnava a sopportare le sciagure e le
pene e la morte naturali, ma non permetteva a ricchi e prepotenti di creare, di qua, un paradiso per sé e un inferno per gli altri”. Come ?
Rendendo possibile la ‘cooperazione’ dei contadini, la loro comune
gestione dell’azienda, offrendo una
continua supervisione (da parte dei
P
monaci) ed una presenza assidua e
fraterna fra i coloni, organizzando e
gestendo democraticamente la vita
comunitaria , il lavoro, il tempo libero, ecc…Concetti-base che “provenivano dalle opere di S. Pier Damiani, il grande riformatore che si era
intrattenuto a lungo a Fonte Avellana” e che stridevano con il quadro
sociale dei territori non avellaniti.
Ed il contrasto era tanto più forte
quanto meno ridotta era la distanza
del confronto, come Brunetti evidenzia passando in rassegna i centri della Cesania (Castelleone di Suasa,
Corinaldo, Frattula, Tomba e Monterado). Per troppi secoli dimenticata,
quella della ‘Cesania felix’ non fu un
esperienza inutilmente gloriosa.
“Del contributo dato dagli Avellaniti, in più di tre secoli, al progresso
umano prima di tutto e all’agricoltura, si può e si deve tener conto, se si
vuole spiegare la fama che in tutto il
centro Italia ed oltre si procurarono i
Marchigiani. La fama del contadino
marchigiano in genere, delle nostre
colline e valli in particolare, è dovuta a questo lontano passato non
completamente mai passato dalla
memoria e mai estintosi nelle tradizioni. Se si aggiunge che le condizioni migliori e più fortunate dei coloni avellaniti non potevano non influenzare e contagiare positivamente
anche i limitrofi che vivevano sotto
altri padroni …: tutto ciò potrebbe
spiegare l’omogeneità delle tradizioni in tutta l’area del medio e basso
Cesano, e che di esse tuttora vi persistano tracce ancora evidenti”.
Leonardo Pasqualini
I
l Museo Bargellini, ormai noto come “Magì
900”, ha aperto i suoi battenti da cinque anni, venendo a rappresentare per Pieve di
Cento (Bologna) un nuovo centro di interesse
culturale. Il Museo raccoglie le collezioni che
da capolavori di maestri storici come Modigliani, Balla, Prampolini, De Chirico, Casorati, Pirandello, Mafai, Campigli, Carrà, Depero, Fazzini, Manzù, Guttuso, Scialoja, Burri, proseguono fino agli artisti italiani nati negli anni Trenta.
Presentando il catalogo edito da Bora, Giorgio
Di Genova si addentra coraggiosamente in un
vero e proprio labirinto di invenzioni, diversità
tematiche, soluzioni stilistiche e linguistiche,
per trovare ed illustrare un filo conduttore, o almeno dei fari luminosi che aiutino ad orientarsi.
Di più agevole “lettura” sono certamente per
il visitatore i percorsi individuali dei singoli artisti, puntualmente schedati nel catalogo; come
è il caso dei numerosi artisti marchigiani che
danno testimonianza della fervente creatività, in
tutta la regione, dei nati tra il 1940 e il 1949.
Sono presenti infatti gli anconetani Chiara
Diamantini (Senigallia, 1949), con l’opera a
tecnica mista intitolata “Natura e Psiche”, Libero Ferretti (Offagna 1944 – Milano 2000)
con il delizioso pastello “La città del mare”,
Patrizia Molinari (Senigallia, 1948) con “Sasso
Segreto” (vetro di Murano soffiato a canna
realizzato nel 2001) e il fabrianese Vinicio Perugia, classe 1947, con il bel paesaggio “Terra
bruciata”. Seguono gli ascolani Renzo Eusebi
(Patrignone di Montalto Marche, 1946) con
“Opera 31” realizzato con materiali vari su tela, Luciana Nespeca (Roccafluvione, 1949),
autrice di una raffinata acquaforte intitolata
“Sulle montagne dei Sibillini”, e Franco Testa
(Ascoli, 1947), presente in mostra con “Rosso”, acrilico del 2000.
Michele De Luca
spigolature
er una decina di giorni ho
passato il tempo a leggere il
libro di Piero Benedetti:
“More nobilium” lettere dei conti
Gherardi Benigni.
Potrei chiamarla una lettura d’evasione, ma non nel senso di un
mio trasferimento in un mondo lontano, sereno e felice (di
angustie e sofferenze nelle lettere ce n’è abbastanza); ma solo nel senso che si visita un mondo dell’ottocento semplicemente diverso dal nostro. In questa diversità sta il piacere
della lettura. Una famiglia, quella dei Gherardi Benigni, che
tenta di uscire da una critica situazione finanziaria.
Una variegata storia di quattro figli: Alessandro, Luigi,
Adolfo, Anna (questa sposa un Benedetti Forestieri nobiluomo senigalliese) e dei loro genitori, marchesa Clementina
d’Angennes e conte Nicola Gherardi. Senigallia ha particolare motivo di riconoscenza per il giovane Adolfo, morto al-
l’età di ventidue anni, che lasciò i suoi beni a favore dei
giovani studiosi della città.
Più di cento lettere che partono da Senigallia, Torino, Parigi, Genova e ci presentano i
mille aspetti di realtà familiari
e sociali, penetrate nei segreti di passioni, simpatie e antipatie, teneri affetti, dove rimbalzano a tratti situazioni politiche
italiane e francesi.
Soprattutto “minimi” fatti che non compaiono nelle pagine che gli studenti leggono nei testi scolastici di storia.
Già mi è capitato di osservare che nelle opere di Piero Benedetti c’è una cosa preziosa per il lettore: il colore locale.
Invece di fredde ed incolori sintesi storiche, abbiamo quadri
che alcuni definiscono “pittoreschi” e pieni di vita. Una narrazione che afferra e trascina.
spigolature
e
r
u
t
a
l
o
g
i
sp
pagina di cultura
24 novembre 2005
Elvio Grossi
26
Aggiornamenti dalla Vigor Senigallia
Salomonico pareggio
V i g o r 1 - A c q u a l a g n a Fa l c o 1
La vittoria per la Vigor sta per diventare una chimera, tanto è il tempo trascorso dall’ultima e unica in questo
campionato contro la Monturanese,
giocata il 25 settembre. Sono passate
da quella data otto giornate, la Vigor
ha collezionato cinque sconfitte e tre
pareggi, un po’ poco se si vuol sperare
di uscire dai bassifondi della classifica.
Purtroppo la squadra sta denotando
grandi scompensi tra reparto e reparto,
ma quello di cui è proprio carente è
l’attacco. Rari i tiri in porta e, se a volte capitano, sono sempre mal diretti.
A inizio partita è stata ricordata la
scomparsa del dottor Goffredo Bianchelli con un minuto di silenzio, mentre i ragazzi della curva nord dispiegavano uno striscione con la dedica:
“Addio cuore rossoblu”. La squadra
rossoblu, in tenuta bianca, si presenta
in campo priva di Giorgetti (infortunato), con Montanari a terzino sulla
fascia sinistra, posizione insolita la
sua essendo un centrocampista. All’attacco, Fontana ha riproposto la
coppia Malaccari-Moschini. Le ostilità le apre l’Acqualagna al secondo
con Ciglic. Il suo violento tiro si perde di poco a lato.
Le due squadre cercano gli avanti
con lunghi lanci dalle retrovie, scavalcando il centrocampo, ma così facendo si favorivano le opposte difese.
Difficilmente la sfera veniva giocata
di prima, molte le incursioni, ma molti falli che l’arbitro continuamente fischiava. 6°, Baldarelli da buona posizione manda alle stelle. Al 10° la Vigor passa. Su calcio d’angolo, battuto
da De Filippi, la testa di Turchi si erge
su tutti. Il suo colpo non lascia scampo. L’Acqualagna cerca subito la parità e l’ottiene al 21°. Su calcio piazzato dal limite Ciglic sorprende la difesa rossoblu. Nulla può l’estremo
Moroni, tanto è stata rapida la conclusione. C’è da segnalare, però, che poco prima il guardialinee aveva segnalato un fallo a favore della Vigor, non
rilevato dall’arbitro. Peccato perché la
partita poteva procedere diversamente. 24°, Malaccari cerca di sorprendere Rampini. 26°, Ciglic, solo davanti a
Moroni, manda incredibilmente a lato.
Nulla da segnalare fino alla fine del
primo tempo, se non giocate continue
a centrocampo. Inizio ripresa sulla
27
falsariga del primo tempo, poi la Vigor prende il sopravvento al centrocampo e macina azioni in continuazione. 36°, Pandolfi tenta la conclusione
da lontano. Il portiere ospite para con
difficoltà. 37°, grossa opportunità per
andare a segno. Malaccari impegna
Rampini con un tiro violento.
Quest’ultimo non trattiene la sfera,
subentra Morganti, ma troppo lenta si
rivela la battuta e il portiere para. Ultima opportunità al 94°quando Malaccari, di testa, sfiora il montante a
portiere battuto. Come sempre, chiediamo a Mister Fontana come ha visto l’incontro: “Coi pareggi non ci si
muove ma d’altronde questo è il massimo che siamo riusciti ad ottenere.
Abbiamo disputato un ottimo finale,
non ricompensato. I miei ragazzi in
campo hanno dato il massimo. Posso
rimproverarli solo sul gol subito: potevano stare un po’ più attenti.”
Domenica trasferta a Porto S.Elpidio.
Giancarlo Mazzotti
Vigor: Moroni 6, Bertozzini 6,
Montanari 5,5, De Filippi 6,5,
Turchi Thomas 6,5 (Rossetti 6),
Goldoni 6, Pandolfi 6, Traiani 6,
Malaccari 6,5, Baldarelli 6 (60°
Morganti 6), Moschini 6. A disp.Memé, Grossi, Schiano, Lucertini, Turchi Luca.
All.Fontana.
Falco Acqualagna: Rampini,
Catena, Angradi (21° Ugolini),
Passeri (72° Giacomucci), Bellucci, Rossetti, Poggiaspalla,
Bartoli, Bucefalo, Ciglic (63°
Agostini), Cioffi. A disp. Prioletta, Donati, Spallacci, Cellini. All.
Mengucci. Arbitro: Crescenzi di
San Benedetto del Tronto. Angoli: cinque a uno. Ammoniti: Montanari, Turchi Thomas, Pandolfi.
Spettatori 300 circa.
24 novembre 2005
Rodolfo Giorgetti
centrocampista
Centobuchi
Biagio Nazzaro
Montegiorgio
Vallesina
Cingolana
Fermignano
Fossombrone
Caldarola
Jesina
Camerino
Civitanovese
Lucrezia
Monturanese
Acqualagna
Porto S. Elpidio
Urbisaglia
Vigor
Truentina
29
27
24
24
23
23
22
21
20
19
16
13
13
12
9
7
7
1
sport
Aggiornamenti sulle dueruote a cura di Umberto Martinelli
B1
BASKET – GOLDENGAS SERIE B1
Tandem nel ciclocross del mare
Gli aggiornamenti
dalla pallacanestro senigalliese
Sconfitta onorevole
Cinciarini
Goldengas 72 - Osimo 85
Questo il commento a caldo fatto dal Presidente Moroni a fine incontro: “Contro
una squadra nettamente più attrezzata, sia nei singoli che nel collettivo, i miei ragazzi hanno dimostrato, pur inferiore tecnicamente ma soprattutto sul piano fisico, di non aver mollato mai anche quando il divario si è fatto pesante.
Hanno lottato fino alla fine, a volte rimettendo in forse il risultato, ma con la
precarietà dei ricambi (vedi il rientrato Panichi a mezzo servizio, la costante indisponibilità di Raschi, alcuni giocatori non al top fisico: Berdini ecc.) non potevamo mantenere la continuità di gioco”. Se si aggiunge che molti, troppi, gli errori
dei tiri a canestro, specialmente quelli da tre punti, ecco in parte il motivo di questa ulteriore sconfitta.” Alla presenza di oltre 700 spettatori, con larga rappresentanza osimana, la partita è iniziata sotto il segno biancorosso. Grande la difesa,
altrettanto rapido l’attacco e conseguente chiusura del primo quarto sul punteggio di 22-17. Secondo quarto all’insegna dell’equilibrio fino al 15° (28-28), poi
alcune triple di Mapelli danno “il la” alla prima spallata. Secondo quarto: 38-51 e
riposo. La Goldengas al rientro tenta la rimonta 25° (47-55), poi di nuovo affondo, terzo quarto: 54-69. Ultimo quarto con alti e bassi: rimontano i biancorossi,
repentini rilanci osimani, e naturale vittoria: 72-85. Onore ai più forti avversari,
ma rispetto per questi giovani leoni biancorossi. Moroni continua a dire: “Se noi
avessimo tirato le percentuali da tre, come hanno fatto loro, forse ora parleremmo diversamente. Purtroppo non c’è stato confronto. Loro precisi, noi disastrosi
e contro gente che sono più da serie A che di B ben poco c’è da fare.” Bianchi:
“Noi abbiamo fatto sicuramente molti errori, specialmente nei tiri da tre. Onestamente devo dire che questo Osimo è troppo forte per noi, ma non solo per noi”.
Domenica la squadra giocherà in trasferta a Gorizia.
Goldengas: Panichi 3, Bartoccetti 8, Durazzi, Benevelli 4, Santilli 14, Corsini
17, Cinciarini 10, Pazzi 11, Catalani, Berdini 15. All.Bianchi.
Osimo: Torregiani, Mapelli 14, Calbini 12, Rezzano 15, Graciotti, Colussi 10,
Serena 6, Bucci 6, Radovanovic 11, Pol Bodetto 11. All. Cioppi. Arbitri: Di Toro di Casa del Diavolo (PG) e Orlandi di Livorno.
Giancarlo Mazzotti
Classifica
Treviglio
14
Soresina
12
Scavolini
Ol Matera
12
10
Lumezzane
10
Osimo
Riva del Garda
Trieste
Palestrina
Casalpusterlengo
Vigevano
Gorizia
Porto Torres
Goldengas
Ancona
Bergamo
10
8
8
8
8
8
6
6
4
2
2
Prossimo turno
Goldengas Senigallia - Gorizia
serie D maschile
Pronta ripresa
a squadra ha risposto positivamente
alla difficile trasferta a Pesaro contro l’Aquarius, impostando un gioco
veloce ed efficace. In fase difensiva il Miu
J’Adore ha chiuso il primo quarto sul punteggio di 15 a 22. Un discreto margine che
i ragazzi di Ligi hanno saputo incrementare e consolidare nei successivi quarti. 2 q.
32-42; 3 q. 51-61. Nell’ultimo quarto il
Miu J’Adore ha ribattuto colpo su colpo
alle iniziative avversarie chiudendo col
vantaggio di 10 punti. Sono da segnalare
Rinolfi, Minelli, Bartoli, alla fine andati in
doppia cifra. Prossimo incontro domenica
L
Matteo Minelli
guardia
fatti e parole
24 novembre 2005
AQUARIUS PU 67 – MIU’
J’ADORE MARZOCCA 77
27, ore 18, al Palazzetto dello sport contro
la Stella Maris PU.
Miu J’Adore: Papa 8, Beccaceci 4, Belloni ne, Marinelli 6, Rinolfi 16, Granarelli 9,
Pincini 6, P.Bartolo ne, Minelli 14, R.Bartoli 14. All. Ligi. Arbitri: Balietti di Jesi,
Sessa di Falconara.
Classifica: Pisaurum 16, Miu J’Adore 14,
Loreto PU, Stella Maris PU, Bramante PU
10, Acquarius PU, Montelabbate, Metauro
Fano 8, Fabriano, Castel delle Ripe, Cagli
6, Alto Esino, Jesi 4, Fossombrone 2.
F
oto (di Fabrizio Zeppilli) esplicita: quattro braccia al cielo nel segno della gioiosa fatica condivisa. Alessio Olivi (Cicli Cingolani - Pianello di Ostra) ha vinto come l’anno
scorso. Con lui, il nuovo partner: Paolo
Eugeni (Comaf Tiralento di patron
Gianni Traini). Per il “senatore” pianellaro si è trattato del primo sigillo in formula open. Per entrambi i ciclopratisti
la cavalcata si è tradotta in fuga da primato nel Master Ciclocross 2005-2006
(ognuno in testa, con bella sicurezza, alla rispettiva fascia della challenge). Il
campionato uispino ha vissuto il pregevole allestimento del 2° Trofeo del Mare, curato dal Centro Sociale San Michele Lido - Casabianca e dal G.S.Comunità di Capodarco.
Premiato il lavoro dei promotori Alessio Raccichini, Enrico Mezzabotta e collaboratori. Patrocinio: Comune di Fermo.
Dal ritrovo (allo Chalet “Ondina”) sul
Lungomare di Lido di Fermo al “rompete le righe”, l’evento fuoristrada è stato
“totale”, grazie anche al supporto di De
Carlonis - Campofilone, Idropompe e
Treerre Alimentari. Ospitalità e cospicuo
montepremi hanno creato parentesi godi-
bile. Giuria: Tordini, Pignotti, Mezzabotta. Al via: 80 specialisti. All’attacco immediato: Vitellozzi. Al sorpasso: Olivi. A
raggiungerlo per chiudere con lui: Eugeni. Meritevoli i signori di categoria:
Alessio Mancini (Cicli Cingolani),
Mirko Meschini (Free Photo Bike), Carlo Battistelli (G.S. Battistelli) e l’imbattibile supergentleman (4 ori in 4 gare) Aldo Pavoni, del Team Co.Bo. Pavoni San Severino Marche. Nella classifica a
partecipazione, conferma della Pupilli
Grottazzolina (su Cicli Cingolani - Pianello e Bike in Libertà). Ancora inattaccabile in termine di punteggio il Cicli
Cingolani (vanamente contrastato dal
Battistelli Foligno e dalla stessa Pupilli).
In classifica, Paolo Eugeni guida il
gruppo dei giovani (21 punti contro i 20
di Mirko Meschini e i 17 di Andrea
Monterubbianesi); Alessio Olivi comanda l’esercito dei maturi (anch’egli a
quota 21, con il duetto Rosario Pecci Fabrizio Pirani staccato di 6 lunghezze).
Questi i prossimi appuntamenti “miseni” del Master Ciclocross: 4 dicembre
– Cannella di Senigallia (UISP Cannella), 11 dicembre – Roncitelli di Senigallia (Circ. Roncitelli – Cicli Cingolani),
18 dicembre – B.go Ribeca di Senigallia (US Ribeca – Cicli Cingolani).
Classifiche Ciclocross del Mare
Assoluta:1.Paolo Eugeni (Comaf Tiralento - Grottazzolina) p.m. Alessio
Olivi (Cicli Cingolani). Cat. A:1.Alessio Mancini (Cicli Cingolani). Cat. B:
1.Mirko Meschini (Free Photo Bike);
2.Emanuele Apis. Cat.C:1.Paolo Eugeni (Comaf Tiralento - Grottazzolina).
Cat.D: 1.Alessio Olivi (Cicli Cingolani
- Pianello). Cat. E:1.Carlo Battistelli
(Battistelli); 2.Fabrizio Pirani. Cat.
SE:1. Aldo Pavoni (Team Co.Bo. Pavoni - San Severino Marche); 2.Elvio Bocchini; 3. Raffaele Egidi; 4.Otello Bozzi.
3.Pupilli Grottazzolina.
Umberto Martinelli
Campionato aziendale Uisp
Conferme e sorprese
I
n serie A si sgrana la classifica.
Delle prime cinque, fino alla scorsa
settimana racchiuse in un punto,
vincono solo il “Miciulli” e il “Cicli
Cingolani”. I nerazzurri, trascinati da
Matteo Fuligni, battono 3-1 il “Passo
Ripe” e diventano così capolista solitaria, approfittando del pareggio nello
scontro diretto fra “Real Vallone” e
“Capanna”. Il “Cicli Cingolani”, si
sbarazza facilmente dello “Scapezzano” e si piazza a una lunghezza. Prima sconfitta del “Borgo Catena”, che
perde di misura contro le “Casine”,
ma da segnalare il gesto da premio
“Fair Play” 2005 del capitano del
“Borgo” Roberto Pandolfi che segnala all’arbitro un’irregolarità su una
rete convalidata alla propria squadra.
Davvero complimenti.
Intanto cerca di attaccarsi al trenino delle battistrada anche il “Bar Ribeca” che, vincendo 3-0 contro un
“Cesano” in crisi, si stabilisce in solitario al sesto posto. Ancora a segno
Simone Mannicci inossidabile bomber e trascinatore dei bianco-blù.
Più indietro importante affermazione del “Valcesano” che sconfigge e supera il “Beretti Marmi”. Pareggio a
reti bianche tra “Roncitelli” e “Atletico Ripe” . Lascia invece l’ultima piazza la “Carrozzeria Adriatica” pareggiando 2-2 contro il “Borgo Molino”.
In serie B, la capolista “Cannella”
osserva un turno di riposo, non si riposa, tutt’altro il “Panelli” che dopo
un match combattutissimo supera il
“Sant’Angelo” per 1-0 e raggiunge
così i ragazzi di mister Ventura. Il
“Paradiso/Inferno” sconfigge, anche
grazie a due autoreti, lo “I.O.F Mori”
e rimane terzo a quota 14.Da registrare anche la continua ascesa del “Chiaravalle” che, con due partite in meno,
diventerebbe assoluta protagonista in
caso di doppio successo.
Campionato “Calcio a cinque” del Csi
A
GM
nche quest’anno ha preso il via, domenica 13 novembre, il campionato provinciale “Allievi di calcio a 5”, organizzato dal C.S.I. di Ancona, con nove
squadre in ambito provinciale. Di queste, quattro sono nella diocesi di Senigallia e precisamente: Amici dell’Oratorio di Montignano, G.S. Don Bosco/Cristo
Redentore di Borgo Mulino di Senigallia, classificatesi al primo e secondo posto nel campionato 2004/2005. A queste due Società si sono aggiunte altre due
squadre: San Pio X di Ciarnin e Oratorio S.Giuseppe di Pianello di Ostra. Una
citazione particolare meritano i ragazzi del G.S. Don Bosco/Cristo Redentore di
Borgo Mulino che, alla prima esperienza e con molte difficoltà iniziali, sono
riusciti a creare un ottimo gruppo. Questo bel progetto di sport, inteso come occasione di festa, di incontro e di crescita, è stato possibile grazie alla sollecitudine di don Mario Camborata, insieme all’allenatore Adriano Marinelli, ed al
contributo dei dirigenti: Brunetti Patrizio, Gabbianelli Paolo, Mariselli Gino e
A.M.
dello sponsor Rotatori Loris.
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24 novembre 2005
sport
I lettori scrivono...
Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
fax 071/7914132 - E-mail: [email protected]
Un ruolo emozionante
Castelleone di Suasa
Madre Teresa
Olio di qualità
Interpretare Madre Teresa di Calcutta
è stata una grande "sfida" personale
sia perché era la prima volta che mi
cimentavo in un ruolo così impegnativo sia perché con la sua vita ci ha lasciato un modello da seguire.
È difficile descrivere brevemente le
sensazioni e le emozioni provate durante i diversi mesi si preparazione
dello spettacolo.
Il musical Madre Teresa è stato un
gioco di squadra che ha visto collaborare con molta gioia e con qualche
difficoltà più di settanta persone di
tutte le fasce di età.
Giovedì 10 novembre al Teatro "La
Fenice" di Senigallia abbiamo coronato un sogno che è diventato una
bella realtà. La numerosa partecipazione del pubblico è stato il segno di
una grande sensibilità verso le problematiche sociali e ha rappresentato per
noi un grande premio per l’impegno e
l’amore messo in questo spettacolo.
Non so quando potrà ripetersi un
evento così emozionante, ma una cosa so con sicurezza: quello appena
compiuto rimarrà nella memoria di
molte persone come uno dei migliori
ricordi, specialmente nella mia.
Sara Manoni
Il Movimento socio-politico-culturale
“Insieme per Castelleone” vuole ricordare in questo periodo di oli e vini che
a Castelleone di Suasa è presente ormai, per la terza generazione, il Frantonio Cestini Valter “L'Olivaio”.
L’azienda ha partecipato quest’anno,
insieme ad altre 250 aziende qualificate
nel settore della produzione di oli, al
concorso “L’Orciolo d'oro”, il primo
concorso nazionale per soli oli extra
vergine di oliva organizzato in Italia,
con due differenti tipi di oli “Frantoio
Cestini” e “Suasae”.
Il primo si è classificato al 2° posto
nella categoria “fruttato leggero”, mentre il secondo ha ottenuto la distinzione
nella categoria “fruttato medio”.
Il premio consiste in un artistico orciolo in ceramica e pergamene che autorizzano a fregiare le proprie confezioni di olio con il prestigioso Bollino dell’Orciolo d’Oro.
Il concorso è gestito dall’Associazione Enohobby Club dei Colli Malatestiani (www.enohobby.it) con sede a Gradara (PU) ed è promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino, il Comune di
Pesaro - Assessorato allo Sviluppo economico e Turismo, la Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, ed ha avuto
il patrocinio del Ministero delle Politi-
Pio IX
oggi
a cura
di don
Giuseppe
Cionchi
I lettori scrivono
Progetto “Prevenzione piaghe”
Più assistenza
G
razie ad un contributo della Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi, di euro
8.000, è stato possibile attuare il progetto “prevenzione piaghe da decubito” nella Casa
di Riposo Pio IX della Fondazione Opera Pia
Mastai-Ferretti.
La delicatezza della cute dell’anziano rende
necessaria la prevenzione di ogni possibile piaga. Ciò avviene con una movimentazione programmata della persona, con un attento esame
della cute da parte del personale infermieristico, ma anche dalla dotazione di letti a snodi e
di materassi antidecubito, appena il medico ne
valuta l’adozione.
Il problema diventa più pressante in presenza di persone non deambulanti. Per cui, nel la24 novembre 2005
La pagina dei vostri annunci
Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…?
Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegnodel giornale.
che Agricole e della Regione Marche.
“L'Orciolo d’oro” è ormai giunto alla
14° edizione, con risonanza su scala internazionale ed ha lo scopo di far conoscere i “buoni prodotti” del territorio.
Nelle ultime edizioni è stato affiancato da un concorso internazionale per oli
da olive e da un concorso nazionale per
oli biologici. Ancora una volta è stato
assegnato un riconoscimento di carattere nazionale ad un’Azienda di Castelleone di Suasa per l'impegno profuso
nel creare un buon prodotto di qualità.
Movimento
“Insieme per Castelleone”
Monterado
Auguri a Sesto e Nella
Prosegue il calendario delle preghiere nei centri di
famiglia, con l’ottima collaborazione del Movimento
Mariano di Senigallia. Lo stesso Movimento ha organizzato
l’incontro mensile a Monterado, dalle ore 16 in poi, domenica 20, con la recita-meditazione del Rosario,del Vespro e con
la celebrazione eucaristica. Pubblichiamo l’elenco delle famiglie ospitanti il Centro nell’ultima settimana di novembre,
mentre si nota – per la cronaca – l’ottima accoglienza delle
famiglie e la buona presenza dei vicini. 17/18/19 novembre
presso famiglia Casagrande, Via Pertini; 21/22/23 novembre
presso famiglia Fucili Clara, via Marconi; 24/25/26 novembrepresso famiglia Rossini, via S.Bartolo; 28/29/30 novembre presso Centro Sociale Bocciodromo, via Pineta.
Sabato 19 novembre, presso la Chiesa
della Croce, hanno celebrato le nozze
d’oro Pierfederici Sesto e Buschi Nella, attorniati dai figli: Michele, Viviana, Luisa, Daniele,
Manuele, Laura e Sara, dai nepoti: Elena, Dafne,
Giovanni, Selene, Nicola, Jacopo, Francesco,
Gabriele, Alessandro, Marta, Maria, Anna e
Tommaso, nuore, generi, parenti ed amici. Presidente della Box Marche di Corinaldo, Cavaliere
della Repubblica, commerciante stimato e benvoluto a Barbara dal 1951 al 1963, è da molti
anni residente a Senigallia insieme alla sua patriarcale famiglia. A questa coppia gioviale e serena, la Voce Misena, che l’annovera fra i suoi
nuovi abbonati, augura tanta pace e serenità.
Una persona molto stimata
Ricorando Bianchelli
L’associazione per la lotta all’amianto
partecipa al dolore della famiglia Bianchelli per la morte di Goffredo Bianchelli, senigalliese speciale, esempio di
persona capace, intelligente ed umana.
Tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di conoscere Goffredo Bianchelli
hanno sicuramente potuto imparare
qualcosa da lui.
Di personaggi così se no contano
davvero pochi e sarebbe bello poter fare qualcosa per ricordare la sua memoria anche attraverso l’intitolazione di
una struttura o di una via della città.
Carlo Montanari
presidente Ass. “Lotta all’amianto”
to ristrutturato di Viale Leopardi della Casa di Riposo, si è realizzato un nucleo per
accogliere anziani non deambulanti, attrezzato con letti a snodi e di sovramaterassi
antidecubito.
L’obiettivo è che, con il movimento del
letto e del sovramaterasso ad aria con pressione alternata, che si gonfia e si sgonfia in
modo dinamico, si eviti che l’assistito poggi
sempre sullo stesso punto; l’alternanza favorisce l’aereazione cutanea e migliora la
circolazione sanguigna.
Il progetto mira ad evitare il sorgere delle
piaghe, con evidente vantaggio per la salute
dell’anziano. La spesa complessiva per l’attrezzatura per un nucleo di 30 posti letto è
stata di euro 25.521,00.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia intende ringraziare pubblicamente la
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi per
questo contributo, che non è stato il primo.
30
Carabinieri in festa
Domenica 20 novembre, con una Santa Messa, officiata dal parroco mons. Umberto Mattioli, presso la
Chiesa Parrocchiale di San Francesco di Corinaldo, è stata
celebrata la festa della Virgo Fidelis, protettrice dell’Arma
dei Carabinieri. Il parroco, all’inizio della S. Messa ha ricordato tutti i carabinieri morti in servizio ed ha messo in evidenza il lavoro che svolgono i militari dell’arma i quali, oltre
a proteggere i cittadini, vengono utilizzati anche per le missioni di pace all’estero. Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Corinaldo Livio Scattolini, il presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri – Sezione di Corinaldo –
S.Tenente cpl. (r) Gabriele Aucone, il comandante della Stazione di Corinaldo m.llo Francesco Gagliardi, il maggiore
della riserva Mario Bugugnoli, il maresciallo Luigi Florio, il
più anziano dei carabinieri in congedo appuntato Dante Rossi e altri carabinieri in congedo.
Ilario Taus
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Cittadini da premio
La ricorrenza del patrono di Serra de'
Conti, Beato Gherardo, mercoledì 16 novembre, ha coinciso con una iniziativa di forte riflesso sociale, con la quale il comune di Serra de' Conti
intende gratificare i protagonisti di una brillante operazione che consentì, il 6 luglio scorso, di sventare
una serie di furti che una banda di malfattori si accingeva ad effettuare, e condusse anche alla cattura di
uno dei malviventi. L'intervento era stato portato a
termine dal brigadiere Bruno Fratini, in servizio
presso la locale stazione dell'Arma, e da due militari
del Nucleo Operativo Radiomobile di Jesi, il brigadiere Simone Antognoni e l'appuntato Salvatore Sinelli, appositamente allertati. Preziosa, nell'occasione, anche la segnalazione di due giovani serrani, Alberto Lucarini e Leonardo Badiali. Ai tre carabinieri
e ai due giovani l'amministrazione comunale di Serra
de' Conti ha consegnato un attestato di civica benemerenza, nel corso di una cerimo presso il palazzo
municipale.
Nell'occasione sono stati premiati con una medaglia
d'oro anche due dipendenti comunali collocati a riposo: Carlo Badiali ed Adriano Paoloni.
24 novembre 2005
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