comenius, studenti gioiesi entusiasti del progetto

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comenius, studenti gioiesi entusiasti del progetto
COMENIUS, STUDENTI GIOIESI ENTUSIASTI DEL PROGETTO
Scritto da Piera De Giorgi
Giovedì 24 Maggio 2012 05:58
Il progetto Comenius “ Eat (Inter)National” ha avuto un nuovo incontro dei partner in
Franca dall’8 al 13 maggio nella deliziosa regione del Perigord, famosa per la produzione di
vini e ‘foie gras’.
Il gruppo del ‘Canudo’ formato da nove studenti di I e III anno
accompagnati
dal Responsabile del Progetto, Prof.ssa Piera De
Giorgi
, e il Prof.
Pierangelo Leone
hanno sperimentato le difficoltà dei collegamenti in alcuni momenti della settimana per cui
hanno combinato una serie di mezzi di trasporto per giungere puntuali all’inizio del meeting.
Il Comenius è conoscenza, viaggio, adattamento, scoperta, esercizio di flessibilità
ed anche possibilità di barcamenarsi nella conoscenza di linee di tram e autobus appena si
arriva in una capitale francese. Il gruppo,
prima di incontrare i partner a Bergerac, ha visitato la città di Bordeaux
che ha colpito tutti per l’eleganza, sobrietà, equilibrio fra antico e nuovo, stile insomma. Poi le
giornate sono state contrassegnate da un’incessante attività di conoscenza del territorio da un
punto di vista storico con la visita al villaggio medioevale di Eymet, al Castello di Monbazillac, al
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museo della Preistoria a Le Thot , e con
visite in linea con l’argomento del Progetto
quindi non solo industrie agricole nelle quali si è parlato del lavoro di condivisione della forza
lavoro sperimentato dagli agricoltori della zona, ma anche industrie di lavorazione del ‘foie gras’
nelle quali il gruppo ha potuto seguire tutti i processi
di allevamento delle anatre secondo le linee europee, per finire con visite ad agriturismi e zone
in cui sono rinvenibili tartufi con tanto di ricerca degli stessi.
Quando gli studenti francesi, italiani e della Repubblica Ceca guidati dagli insegnanti inglesi,
esperti del Mirandanet, hanno lavorato sul ‘’The Eat International Post’’ si è avuta la misura
della possibilità di costruire fattivamente una nuova frontiera conoscitiva per le nuove
generazioni: gli studenti hanno realizzato un vero e proprio giornale cartaceo e online, per il
quale hanno organizzato interviste, fotografato, disegnato, scritto testi, hanno lavorato insieme
insomma. Perché il Comenius è questo: vivere la normalità del fare scuola a varie migliaia
di chilometri da casa
, vivere un istituto con tempi e regole diverse,
pranzare in una mensa scolastica assaporando cucina internazionale,
comunicare in una lingua diversa dalla propria
, conoscere gente nuova e condividere gli spazi
nella consapevolezza che si è uniti nelle diversità
, e 'it's part of the rich fabric pf life'.
Prof.ssa Piera De Giorgi - Responsabile dei Progetti Europei
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Alcune riflessioni degli studenti
Nell’aria di nuovo atmosfera di Comenius: un insieme di emozioni travolgenti, un intreccio di
culture, la scoperta di luoghi diversi, un incontro con persone che non hai mai conosciuto ma
che ti lasciano dentro il cuore un affetto particolare, un ricordo indimenticabile… Una
meravigliosa esperienza che ti aiuta a guardare posti e persone come non hai mai fatto prima,
che ti fa apprezzare le meraviglie della natura e i lati positivi della gente. L’adrenalina sale a
mille, il nodo alla gola ritorna proprio come il primo viaggio fatto durante la mia prima
esperienza in Repubblica Ceca circa due anni fa. Aumenta l’ansia, la voglia di vivere al meglio
anche questa esperienza. Destinazione? Questa volta siamo volati in Francia…Provavo
ad immaginare cosa avremmo fatto, i posti che avremmo visto, la gente che avremmo
incontrato. Il lunedì mattina l’ansia non era passata, avevo lo stomaco chiuso. <Farò colazione
in aeroporto> pensai, e cosi fu. Mi sentii meglio quando arrivati a Bari le mie amiche presero un
muffin con me. Tra battute e risate varie la tensione man mano diminuiva merito anche dei
professori De Giorgi e Leone che hanno subito spezzato il distacco che c’è tra un alunno e un
insegnante . Da quel momento in poi il tempo è volato…
La prima tappa sarebbe stata Bologna dove avremmo avuto il tempo di fare un giro nel centro
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storico e mangiare qualcosa cercando di evitare i “vu cumpra” che sembravano quasi seguirci
da una parte all’altra di Piazza Maggiore. La giornata era ancora lunga e noi stavamo
aspettando di salutare l’Italia per rivederla solo una settimana dopo.
Goodbye Italia, I’m going to France! La nostra meta adesso era Bordeaux! La cosa che più di
tutte mi ha colpito è stata la Gare st. Jean, mi sembrava di essere in una di quelle ville di lusso
particolarmente curata nei minimi dettagli quasi fosse la casa di un nobil uomo dell’illuminismo.
Abbiamo ammirato sulle rive gauche della Garonna i palazzi settecenteschi di Place della
Bourse e il suo scenografico specchio d’acqua. Abbiamo camminato nelle strade della città
illuminate dalla luce della notte pensando che sarebbe stata l’ultima che avremmo trascorso li,
tutti insieme, perché il giorno dopo ci saremmo divisi per stare ognuno con la propria famiglia
ospitante. Le famiglie vivevano tutte nei dintorni di Bergerac,una città dal nome seicentesco,
che profuma di vigneti tra le verdi e immense campagne circondata da piccole città medievali,
fontane, abbazie, monumenti, sperduti castelli dove riscoprire l’arte antica. Qui, il martedì
pomeriggio abbiamo incontrato per la prima volta quelle che sarebbero state le nostre famiglie.
Vidi avvicinarsi a me una timida ragazza con i capelli raccolti, dai grandi occhi verdi e dalle
guance rosee. Dopo la fatidica frase: <Hi, nice to meet you!>, ci scrutammo un attimo per poi
dirigerci verso casa. La sua famiglia da subito si è dimostrata contenta del mio arrivo e sempre
molto disponibile. Ci siamo scambiati i prodotti tipici dei nostri paesi per poi cucinarli e mischiare
insieme due tradizioni differenti. Molti troveranno scomodo abbandonare i propri ritmi per una
settimana ma vi assicuro che scaduti i sette giorni non si vorrà più tornare ai ritmi di sempre.
Per sette giorni abbiamo giocato a fare le sorelle, ci si svegliava insieme, ci si dava consigli, ci
si scambiavano i vestiti, <fai come se fossi a casa tua, ciò che è mio, e’ anche tuo!>. Ripenso
all’affetto che ho trovato in quella casa, alle splendide persone che mi hanno accolta, ai sorrisi
di complicità che nascevano quando si finiva per mischiare l’inglese al francese, ai mille
pensieri che si avevano la notte quando avrei preferito restare sveglia per ore ed ore a parlare
con lei piuttosto che dormire. Ma, il risveglio era ancora più emozionante perché, nuove culture,
nuove persone, nuove amicizie venivano racchiuse sotto il tetto di una nuova scuola che
puntualmente era il nostro luogo d’incontro. Tra la bellezza della cornice naturalistica della
città,e degustazioni varie, affioravano nella mia mente i sapori e i profumi della mia terra,e con
loro la nostalgia della mio paese,della mia famiglia e di quel distacco che presto avrei avuto con
la mia partner e con la sua affascinante e indimenticabile Bergerac.
Bergerac bisognava assaporarla lentamente con scoperte graduali e piccole sorprese ma i
nostri giorni sembravano essere proprio pochi e proprio per questo venivano vissuti
intensamente affinché la miriade di quei ricordi potessero rimanere nei nostri cuori e nelle nostri
menti per sempre, proprio come il Comenius magicamente riesce a fare.
Ora, quando mi chiederanno cos’è il Comenius non mi limiterò più a fare il solito elenco :
tradition, culture, friendship, love, link.. potrò aggiungere che è un’esperienza imperdibile che
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non solo ti aiuta a crescere ma ti aiuta a consolidare i rapporti umani. Ringrazio tutte quelle
persone che hanno reso quest’esperienza unica e che per un momento mi hanno fatto capire
che il mondo se visto con occhi giusti non e’ proprio così malvagio come la tv, molte volte ci
mostra.
Elena Milano
Vive la France !!
E dopo poco più di un an
no e mezzo ecco che mi ritrovo a rivivere un' altra grande esperienza grazie a questo favoloso
progetto Comenius.Quante cose sono cambiate in un anno, siamo diventati più grandi forse
anche un po' più maturi ma le emozioni, beh quelle non cambiano mai. Ed eccoci tutti insieme
all'aeroporto di Bari-Palese pronti per affrontare questa nuova sfida,siamo una squadra di nove
ragazzi tra i 14 e i 17 anni per alcuni è la prima esperienza e credendoci più esperti in campo
europeo non fanno altro che porci domande, anche un po' preoccupati, su quello che succederà
nei prossimi giorni,ovviamente non possiamo deludere le loro aspettative e di conseguenza con
un' aria anche un po' spavalda rispondiamo fermi ai loro quesiti,senza mostrare i nostri dubbi e
le nostre ansie. Dopo un giorno a Bordeaux arriviamo alla stazione di Bergerac man mano che
il treno si avvicina l'ansia aumenta, le mani sudano, il cuore incomincia a battere all'impazzata
ci guardiamo sperando di trovare risposte e certezze negli occhi degli altri… ma subito queste
sensazioni spariscono ed ecco le nostre nuove famiglie li ad aspettarci impazienti. Corro verso
la ragazza che mi avrebbe ospitato e che avevo conosciuto su Facebook ,mi sembra già di
conoscerla da sempre, è molto disponibile simpatica e anche se trova un po' di difficoltà nel
parlare cerca in tutti i modi di farsi capire, mi mostra la sua famiglia la sua casa..e subito mi
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sento completamente a mio agio,come se vivessi li con loro da sempre.
Anche a scuola sono tutti molto simpatici, ridono, scherzano, non ci lasciano da soli un attimo.
Nei giorni seguenti si susseguono le varie visite come per esempio quella al borgo medievale di
Eymet o al castello di Monzabillac o ancora la visita al museo di arte preistorica dove ci siamo
dilettati nel disegnare sui muri come gli uomini primitivi, e ogni sera andavo a dormire con la
speranza che tutto questo non finisse. Certo in alcuni momenti la mancanza di casa si faceva
sentire, ma appena giravo lo sguardo c'era qualcosa di nuovo e di divertente che non mi ci
faceva pensare. Per una settimana ho avuto una nuova sorella che mi ha donato la sua stanza
che mi svegliava la mattina, una sorella che per farmi divertire ha escogitato di tutto dal
preparare insieme i Muffin ad andare al McDonald's, senza dimenticarci della fantastica
battaglia con le pistole Laser. Adesso che sono a casa mi manca tutto questo, mi manca quella
sensazione di libertà che avevo li, mi mancano i miei amici francesi ma soprattutto mi manca la
mia FAMIGLIA, quella famiglia che senza conoscermi mi ha accolta facendomi sentire sin dal
primo momento,importante. Prima della partenza non sono mancate le solite promesse come
quelle di ritrovarsi,rivedersi non so se tutto questo sarà mai possibile ma io ci spero vivamente
di rivederle quelle persone, quelle persone che non dimenticherò mai e che nel giro di così poco
tempo hanno preso un posto fondamentale nel mio cuore.
Maria Luisa Abruzzese
L'esperienza del Comenius mi ha permesso di incontrare nuova gente, imparare a cavarmela
da sola e conoscere piatti e usanze tipiche di altri Paesi, nel mio caso della Francia.
Inizialmente ero agitata all'idea di dover affrontare un mondo nuovo o di convivere con persone
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mai viste prima; poi è stato tutto semplice e spontaneo: ho stretto immediatamente amicizia con
la mia partner e mi sono legata molto alla famiglia che è sempre stata cortese e disponibile nei
miei confronti. Ho conosciuto il loro stile di vita molto simile al nostro e visitato luoghi fantastici.
Abbiamo passato tutti insieme momenti indimenticabili infatti alla partenza l'idea di lasciare quel
posto e quelle persone ci rendeva tristi; è scappata anche qualche lacrima. E' stata
un'esperienza unica e vorrei ripeterla in futuro.
Manieri Silvia - 1^D “Ricciotto Canudo”.
Ed eccoci, appena rientrati, ancora sconvolti dalle nostre reazioni, tornare alla vita normale. Ci
sembra quasi ieri quando il primo giorno siamo partiti, senza sapere cosa ci avrebbe aspettato.
È vero, alcuni di noi avevano già vissuto questa esperienza, ma ogni volta è diverso, ogni volta
non sai cosa aspettarti, e alla fine, ti rimane nel cuore qualcosa di diverso, qualcosa che non
potrai mai dimenticare, ma soprattutto qualcuno che si è avvicinato a te, tanto da diventare
quasi una sorella.
La ragazza da cui vivevo mi ha chiesto: “ Com'è possibile che io mi sia così affezionata a te,
tanto da piangere quando sei partita, tanto da sentire la tua mancanza, in una sola settimana?”.
Tutti ce lo siamo chiesti, ma personalmente credo di aver trovato una risposta: condividere ogni
cosa, la stanza,
il bagno, decidere chi avrebbe utilizzato il computer per prima e condividerlo, fermarsi la sera a
parlare di noi stessi, a confidarsi, a chiedersi che cosa ci piace, cosa non ci piace, cosa ci rende
felici... Tutto questo ha reso i nostri rapporti solidi e duraturi, poiché, nonostante viviamo in
ambienti diversi, in paesi diversi, riusciamo spesso a scambiarci qualche e-mail, anzi, la priorità
di ogni giorno, è dedicare un po' del nostro tempo a loro che sono stati disponibili in tutto, a loro
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che ogni volta che volevamo fare qualcosa ci hanno assecondati, a loro che ci hanno offerto
tutto quello che avevano, a loro che ci sono venuti a prendere a notte fonda, e che ci hanno
accompagnati di prima mattina.
È proprio questo il vero senso del Comenius! Il Comenius è per noi collaborare con gli studenti
di paesi diversi, riuscire a comunicare anche quando non si ha una lingua che ci accomuna,
anche se dobbiamo utilizzare dei gesti, anche se dobbiamo improvvisarci rumoristi per poter
spiegare qualcosa. Io credo che, grandi e piccoli, siano riusciti davvero a capire il vero senso di
tutto quello che abbiamo fatto ogni giorno, che abbiano interpretato al meglio ogni opportunità
che la scuola francese si è prodigata a organizzare, dalla ricerca dei tartufi alla preparazione del
fois gras, dall'antica cittadina di Eymet alla fantastica partita con le pistole laser, dove cechi,
francesi e italiani si sono trovati gli uni contro gli altri, in una vera battaglia tra stati.
Alla fine di una settimana di “full immersion” in una vita che non è la tua, non puoi far altro che
ritornare ad essere ciò che eri, con un po' di malinconia, lasciando la tua nuova famiglia per
ritornare alla vecchia.
Da questo viaggio tutti ci porteremo nel cuore qualcosa, ma sopratutto ci porteremo dietro la
speranza di poter rivedere coloro che ci hanno accolti e trattati come alcuni di loro.
Eleonora Montrone
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