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TROMBOSI SISTEMICA IN PEDIATRIA Test diagnostici Terapia Profilassi Maria Messina Centro Di Riferimento Regionale Per Le Malattie Emorragiche E Trombotiche Ereditarie In Eta’ Pediatrica Servizio Di Immunoematologia E Medicina Trasfusionale Ospedale Infantile Regina Margherita Torino Torino, 11.02.2011 FATTORI DI RISCHIO Congeniti ipercoagulabilità Acquisiti rallentamento del flusso alterazioni coagulazione alteraz. parete vascolare Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FATTORI DI RISCHIO CONGENITI Alterazioni genetiche delle differenti componenti del sangue possono direttamente o indirettamente influenzare la bilancia emostatica ed innescare uno stato protrombotico. Possono essere suddivise in : “perdita di funzione” degli anticoagulanti naturali “ aumento di funzione” dei fattori procoagulanti “diminuzione della funzione del sistema fibrinolitico” Fattori coagulazione TROMBOSI Anticoagulanti naturali/fibrinolisi EMORRAGIA Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TVP/EP): FATTORI DI RISCHIO CONGENITI Deficit di Antitrombina Deficit di Proteina C Deficit di proteina S Disfibrinogenemia FV Leiden Mutazione della protrombina Iperomocisteinemia Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TROMBOEMBOLISMO VENOSO: FATTORI DI RISCHIO ACQUISITI Immobilizzazione (anestesia generale – traumi) Chirurgia pelvica o ortopedica maggiore Patologia oncologica Estroprogestinici Gravidanza e puerperio Terapia ormonale sostitutiva Cardiopatie Sindrome da anticorpi antifosfolipidi Disordini mieloproliferativi Nefropatie Policitemia CVC Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TROMBOEMBOLISMO VENOSO: ALTRI FATTORI DI RISCHIO Iperomocisteinemia da carenza vitaminica APC resistance in assenza di mutazione Aumentati livelli di Fattore VIII – IX - XI Aumentati livelli di Fibrinogeno Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta QUALI ESAMI RICHIEDERE ? Antitrombina Proteina C Proteina S Fibrinogeno LAC - Anticorpi anticardiolipina APC resistance mutazione F.V Leiden Mutazione protrombina Omocisteinemia MTHFR Fattore VIII Assetto lipidico Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI NATURALI Gli anticoagulanti naturali modulano i processi emocoagulativi impedendo che essi procedano in modo eccessivo. La carenza congenita degli anticoagulanti naturali è trasmessa come carattere autosomico dominante ed è correlata ad alto rischio di manifestazioni trombotiche anche in giovane età (più di 70 differenti mutazioni nel gene della proteina C, 131 nel gene della proteina S, 127 nel gene dell’antitrombina). Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTITROMBINA III Azione principale su F.Xa e Trombina Rispetto agli altri anticoagulanti naturali il deficit di ATIII è quello che porta al maggior rischio tromboembolico ( 4 volte rispetto ad APCr, 3 volte rispetto a PS, 2 volte rispetto a PC). I test di laboratorio impiegano substrati cromogenici e la reazione valuta l’attività di trombina residua in presenza di eparina Interferenze: - evento acuto - terapia eparinica - epatopatie Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA C La PC è un inibitore fisiologico del fattore V e VIII ed è vit. K dipendente. La trombina la trasforma nella forma attiva APC che inattiva i Fattori Va e VIIIa. Il difetto in omozigosi provoca la porpora fulminans del neonato. Il difetto in eterozigosi può portare a fenomeni di trombosi più frequentemente venose che arteriose. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA C – TEST DI LABORATORIO I test di laboratorio sono di tipo funzionale Si basano sull’attivazione della PC presente nel campione mediante un attivatore specifico da veleno di serpente.La quantità di proteina C attivata viene determinata con test cinetico Interferenze: - evento acuto - epatopatie - TAO - deficit vit k - gravidanza ( ) - estroprogestinici ( ) Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA S La proteina S è un cofattore della PC ed è vitamina K dipendente. Esiste in due forme : 40% libera ( agisce come cofattore della PC). 60% è legata alla proteina C4b-BP appartenente al sistema del complemento. La carenza è indice di alto rischio di trombosi venose. Le carenze di PS vengono classificate come: - Tipo I : livelli antigenici ridotti della PS totale e conseguente riduzione funzionale. - Tipo II: livelli antigenici normali sia della PS libera che totale ma riduzione della funzionalità. - Tipo III: livelli antigenici normali della PS totale ma riduzione della frazione libera e della funzionalità. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA S – TEST DI LABORATORIO Esistono due tipi di test: - Coagulativo volto a determinare la funzionalità della PS senza separare la frazione legata al C4b- BP. - Immunoenzimatico: basato su anticorpi monoclonali ad altà affinità per gli antigeni della proteina libera. Interferenze: - sesso. - stato ormonale ( uso di contraccettivi orali). - gravidanza. - presenza della mutazione del fattore V leiden - presenza di anticoagulanti tipo lupus - terapia Messina anticoagulante orale. M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA S – TEST DI LABORATORIO I test di tipo funzionale possono essere usati come test iniziale dal momento che sono in grado di riconoscere tutti e tre i tipi di carenza. Un test funzionale alterato dovrebbe essere valutato tenendo conto delle possibili interferenze e confermato dalla determinazione dei livelli di proteina libera. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTEINA C Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta DIAGNOSTICA MOLECOLARE E’ principalmente rivolta alla determinazione di fattori di rischio congeniti (polimorfismi genetici) la cui ricerca è facilmente attuabile con le diffuse metodiche di biologia molecolare. E’ rivolta ad individuare mutazioni puntiformi di un singolo nucleotide: - cambiamento in un gene tale che una coppia di basi è rimpiazzata da un’altra coppia di basi. Le mutazioni puntiformi presentano una tale frequenza nella popolazione da essere considerate delle VARIANTI POLIMORFICHE. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FATTORE V - PC Fattore Va Arg306 Arg506 PC APC Arg306 Arg679 Arg506 Arg679 Fattore V inattivato PS Trombina TM Endotelio F.VIIIa F.VIII inatt. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FATTORE V LEIDEN Il fattore V attivato è un cofattore essenziale per l’attivazione della protrombina a trombina.Il suo effetto pro-coagulante è normalmente inibito dalla proteina C attivata che lo taglia in tre parti La mutazione avviene a livello della tripletta nucleotidica che codifica per arginina in posizione 506. Sostituzione aminoacidica che impedisce il taglio da parte della proteina C attivata rallentando l’inattivazione del fattore V. Soggetti normali : la tripletta in posizione 506 è CGA (arginina) Soggetti portatori della mutazione : la tripletta in posizione 506 è CAA (glutammina) Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FATTORE V LEIDEN La prevalenza del FV Leiden nella popolazione caucasica è 5-6% ed è del 17-20% in pazienti selezionati con storia di trombosi venosa. Gli eterozigoti hanno un rischio relativo (RR) di sviluppare TVP di 5-10 volte superiore rispetto ai non portatori, mentre per gli omozigoti il RR è pari a 5080 volte. Altre mutazioni interessano il sito di inattivazione in posizione 306 (associazione con trombosi non chiara) - FV Cambridge ( R306T) - FV Hong Kong (R306G). Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FATTORE V Aplotipo HR2: - Polimorfismo A4070G nell’esone 13 del FV - Sostituzione di una istidina con arginina in posizione 1299 del dominio B del FV (H1299R) Diversi studi hanno riconosciuto HR2 come un fattore di rischio protrombotico confermabile da una significativa alterazione dei valori di APCr. Aumentato rischio protrombotico per quei soggetti che ereditano l’aplotipo HR2 e il FV leiden. Soggetti con aplotipo HR2 hanno un aumento relativo dell’isoforma più trombogenica e glicosilata del FV Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTROMBINA La protrombina o fattore II svolge un ruolo fondamentale nella cascata coagulativa in quanto la sua attivazione in trombina porta alla trasformazione del fibrinogeno in fibrina e formazione del coagulo. La frequenza genica della mutazione è del 5-6% nei pazienti con TVP, e dell’ 1-2% nella popolazione sana . Portatori in eterozigosi hanno un RR 3 volte maggiore rispetto ai controlli. L’omozigosi è rara. La protrombina è codificata da un gene localizzato sul cromosoma 11. Tale gene è strutturato in 14 esoni separati da 13 introni con una zona a monte in 5’ e una a valle in 3’ non tradotte. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROTROMBINA La mutazione è stata individuata in posizione 20210 nella regione 3’ ( sostituzione di una guanina G con una adenina A). Il rischio di trombosi è associato al fatto che in questa zona in 3’ è presente un GENE PROMOTER che presiede alla produzione di protrombina stessa . La mutazione attiva il promotore che determina una maggiore produzione di proteina, creando uno scompenso nell’equilibrio dei sistemi coagulativo e fibrinolitico. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta MTHFR L’MTHFR è un enzima coinvolto nel metabolismo dell’aminoacido metionina ed interviene nel processo di rimetilazione da omocisteina a metionina tramite l’intervento della vitamna B12. La mutazione C677T ( sostituzione di una citosina in timina al nucleotide 677) causa una riduzione dell’attività enzimatica della MTHFR con conseguente aumento di Omocisteina. La frequenza è del 40-50 % in eterozigosi e del 10-12% in omozigosi Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta Metabolismo dell’omocisteina Metionina Tetraidrofolato S-Adenosil Metionina Dimetilglicina 5-10 Metilen Vit B 12 tetraidrofolato MTHFR Betaina 5-Metil tetraidrofolato OMOCISTEINA S-Adenosil Metionina CBS PLP Cistationina Cisteina Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta MTHFR Altri polimorfismi si trovano : All’interno dello stesso gene ( A1298C , G1793A). All’interno di altri geni coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina ( metionina sintasi A2756G, metionina sintasi reduttasi A66G) L’associazione diretta di tali polimorfismi con la malattia trombotica è dibattuta. Ben investigata per MTHFR C677T, meno per le altre sostituzioni. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICORPI ANTIFOSFOLIPIDI Auto-anticorpi verso proteine leganti i fosfolipidi (β2GPI e protrombina, F. XI, proteine C e S) che inducono rischio trombotico arterioso o venoso Sindrome da Ac. Antifosfolipidi: trombosi arteriosa o venosa o poliabortività con positività per ACA o LAC Etiologia Idiopatica Secondaria a malattie autoimmuni, neoplastiche, internistiche, gravidanza Ac. Antifosfolipidi transitori di natura benigna parainfettivi diretti contro altri antigeni fosfolipidici Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICORPI ANTIFOSFOLIPIDI ACA: antigene ß2GP1/PL anti-ß2GP1: antigene ß2GP1 libera LAC (anticoagulante lupico): antigene protrombinasi/PL Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta LAC Devono essere eseguiti almeno tre test PTT + correzione PTT sensibile ai LAC (in base al contenuto di fosfolipidi) dRVVT + test di conferma Devono rimanere positivi dopo 6-8 settimane Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICORPI ANTIFOSFOLIPIDI Possibili quadri laboratoristici ACA+ - anti-ß2GP1+ / LAC + ACA – anti-ß2GP1- / LAC + ACA + anti-ß2GP1+ / LAC Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta Lipoproteina (a) Fattore di rischio per aterosclerosi e infarto del miocardio negli adulti Trombosi venosa nei bambini Livelli > 30 mg7dl o > 72 nmol/l Omologia con il plasminogeno: inibizione competitiva su fibrinolisi Ruolo controverso Può con la dieta e nelle malattie renali Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TROMBOSI ARTERIOSA FATTORI DI RISCHIO ACQUISITI Costituzionali Metabolici Comportamentali Ematovascolari Aterosclerosi Correlazione infiammazione/trombosi primi stadi dell’aterosclerosi mediati dall’infiammazione Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TROMBOSI ARTERIOSA FATTORI DI RISCHIO CONGENITI F.VIII – VII – Fibrinogeno Polimorfismi glicoproteine piastriniche (?) Polimorfismi di geni estranei all’emostasi non è stata dimostrata nessuna correlazione tra trombosi arteriosa e polimorfismi genici: probabilmente sono coinvolti più geni che forse interagiscono tra di loro Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta SCREENING TROMBOFILICO L’esistenza di più marcatori rispecchia il lato multifattoriale della trombosi in cui la coesistenza di multipli difetti ne modula la variabilità clinica. Problema per il laboratorio: quali e quanti marcatori inserire nello screening trombofilico. Sviluppo di nuovi sistemi diagnostici per la diagnosi precoce di coagulopatie Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta A CHI FARE GLI ESAMI ? Pazienti con storia di TVP : idiopatica < 45 anni sedi atipiche di trombosi TVP ricorrenti Trombosi venose superficiali ricorrenti Parenti di primo grado del probando Familiarità per tromboembolismo venoso Patologie ostetriche Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PEDIATRIA:A CHI FARE GLI ESAMI ? Adolescenti con storia di Trombosi idiopatica: SI Neonati/bambini con TVP o stroke non CVC correlata: può essere giustificata Neonati/bambini con trombosi sintomatica CVC correlata: non vi sono dati sufficienti per raccomandarla Familiarità per tromboembolismo venoso: da valutare su base individuale dopo counseling Screening in bambini/ragazzi asintomatici (CVC, terapia per LLA, estroprogestinici): test non raccomandati Raffini, Hematology 2008 Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta QUANDO E COME? Prima di iniziare la terapia, se possibile (comunque eseguire lo studio molecolare) In condizioni di base dopo sospensione TAO in condizioni di salute buone Studio genitori Protocollo completo Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta LA TERAPIA DELL’EVENTO TROMBOTICO Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA CON FARMACI TROMBOLITICI UK - rtPA Agiscono convertendo il plasminogeno in plasmina UK utilizzata a basse dosi per disostruire cateteri occlusi rtPA utilizzata per via sistemica per la terapia di eventi trombotici Fascia di età in cui vengono più utilizzati : neonati e bambini < 1 anno Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA CON TROMBOLITICI Disostruzione cateteri: Instillazione: UK fiale da 5000 U/ml Infusione: 1.2 – 3 ml nel lume x 2-4 h UK brevi infusioni di 150 U/Kg/h x 14-48 h Nessun Monitoraggio Monitoraggio: PT-PTT fibrinogeno - TT Terapia sistemica : BOLO MANTENIMENTO MONITORAGGIO UK 4400 U/Kg 4400 U/Kg/h x 6-12 h PT-PTT-Fib-TT rtPA Nessuno 0.1 – 0.6 mg/Kh/h x 6 h idem Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROBLEMI LEGATI ALLA TERAPIA CON TROMBOLITICI Valori del plasminogeno alla nascita diminuiti del 50 % rispetto all’adulto Diminuita concentrazione del plasminogeno per malattie sottostanti Molti episodi tromboembolici diagnosticati tardivamente (soprattutto da cateteri venosi) Rischio significativo di emorragie maggiori (3%), soprattutto negli immaturi e nella chirurgia cardiovascolare Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA CON TROMBOLITICI E’ consigliabile non ripetere la terapia se c’è una retrombosi Il trombolitico dovrebbe essere seguito, nella terapia sistemica, da infusione di eparina ( con o senza bolo iniziale ) o eparina a basso peso molecolare Nelle prime settimane di vita i livelli di plasminogeno sono bassi : PFC Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta EPARINA NON FRAZIONATA • Molecola eterogenea con peso molecolare medio di 15.000 d ( da 3000 a 30.000 d ) • Si lega all’N-terminale dell’AT attraverso una sequenza pentasaccaridica • Catalizza l’attività inibitoria dell’AT su trombina e altre serin-proteasi ( Xa, IXa, XIa ) Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta AUMENTATA RICHIESTA NEI PAZIENTI PEDIATRICI • Accelerata clearance nei neonati • Diminuita concentrazione dell’AT nel primo mese di vita • Patologie sottostanti che diminuiscono ulteriormente la concentrazione di AT • Aumentata concentrazione di proteine della fase acuta • Ritardo nella diagnosi di TE Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA EPARINICA NEI PAZIENTI PEDIATRICI BOLO : 75 U/Kg e.v. infuse in almeno 10’ DOSE INIZIALE : bambini < 1 anno : 28 U / Kg / h bambini > 1 anno : 20 U / Kg / h Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROBLEMI LEGATI ALLA TERAPIA EPARINICA • Non vi sono clinical trials che stabiliscano un • • • • range ottimale dell’APTT Alto grado di variabilità inter e intra-paziente L’APTT riflette la concentrazione dell’eparina nel 70 % delle volte APTT non è utilizzabile nella S. da APA : eparinemia : 0.2 - 0.4 U/ml Neonati : APTT prolungato fisiologicamente in pazienti a rischio di emorragie endocraniche Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta EFFETTI COLLATERALI TERAPIA EPARINICA • EMORRAGIE : rare le emorragie maggiori nei bambini ( farmaco sottodosato? ) • PIASTRINOPENIA : non se ne conosce l’incidenza in età pediatrica, ma sembra essere meno significativa rispetto agli adulti • OSTEOPOROSI : non ne è conosciuta l’incidenza. Comunque sconsigliato l’uso a lungo termine Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA IN CASO DI EMORRAGIA 1 . Interrompere l’infusione di eparina 2 .Somministrare SOLFATO DI PROTAMINA Dose max : 50 mg. Velocità di infusione : 10 mg/ml al max a 5 mg/min Tempo trascorso dall’ultima infusione di eparina < 30 minuti Dose protamina in mg/100 U di eparina infusa 30 – 60 minuti 0.5-0.75 mg/100 U di eparina 60 – 120 minuti 0.375-0.5 mg/100 U di eparina >120 minuti 0.25-0.375 mg/100 U di eparina 1 mg/100 U di eparina Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta EPARINE A BASSO PESO MOLECOLARE • Peso molecolare 4000 - 6000 d • Si legano all’AT potenziandone l’azione inibitrice sulle serin-proteasi • Alta attività specifica contro il fattore Xa • Non causa l’allungamento dell’APTT Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta LMWH • • • • • • • Emivita più lunga : somministraz. 1 - 2 volte/die Maggiore stabilità farmacocinetica Somministrazione sottocutanea Diminuito rischio di osteoporosi Diminuita incidenza di piastrinopenia APTT non alterato Più efficaci nel trattamento iniziale del TE nei pazienti pediatrici • Monitoraggio meno stretto • Protamina efficace solo parzialmente Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA CON LMWH ENOXAPARINA bambini < 2 mesi bambini > 2 mesi NADROPARINA bambini < 2 mesi bambini > 2 mesi : 1.5 mg/Kg/12 h : 1 mg/Kg/12 h : 120 UI/Kg/12 h : 100 UI/Kg/12 h Durata della terapia : 6-10 giorni Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI ORALI Acenocumarolo (SINTROM) e warfarin (COUMADIN) interferiscono competitivamente con il metabolismo della vitamina K Vit.K :cofattore essenziale per la carbossilazione dei residui di ac.glutammico (GLA) dei fattori II,VII,IX,X e degli inibitori PC e PS. I residui di GLA sono siti di legame per il Ca++ Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI ORALI • Somministrazione orale • Picco plasmatico: 90’ • Emivita: 8 h per acenocumarolo 36-48 h per warfarin • Dosaggio: 0.2 mg/Kg/die iniziale aggiustamento in base all’INR • Tempo richiesto per raggiungere range terapeutico: 5 gg nel bambino 3 gg nell’adolescente Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI ORALI FATTORI INTERFERENTI Farmaci: antibiotici,anticonvulsivanti chemioterapia Agiscono: -alterando la clearance o l’assorbimento - inibendo la sintesi di fatt. vit.K dip. - interessando altre vie della coagulazione - interferendo con la funzione piastrinica - alterando la mucosa intestinale Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI ORALI FATTORI INTERFERENTI Dieta • neonati allattati al seno:molto sensibili all’AO • neonati non allattati al seno: poco sensibili all’AO • alimentazione parenterale: poco sensibili all’AO • alimenti ricchi in vit.K: risposta all’AO Coagulopatie: epatopatie Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTICOAGULANTI ORALI EFFETTI COLLATERALI • osteoporosi: ostecalcina deve essere carbossilata per essere incorporata nell’osso e partecipare alla mineralizzazione. Sembra però che intervenga anche nel riassorbimento osseo. I livelli di osteocalcina sono età-dipendenti e aumentati diverse volte rispetto all’adulto. Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA TROMBOSI VENOSE Neonati : da valutare caso per caso se non si fa terapia : monitorare l’andamento del trombo e, se si estende, iniziare la terapia eparina non frazionata: 3-5- gg e poi LMWH LMWH per 6 settimane – 3 mesi con monitoraggio del trombo Trombolitici : NO a meno che l’ostruzione non provochi una compromissione critica di organi o arti In caso di trombolisi: dosare il plasminogeno e, se basso, trasfondere PFC Monagle et al., Chest 2008 Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA TROMBOSI VENOSE Bambini TVP/EP : eparina non frazionata: per almeno 5-10 giorni + TAO anche a partire dal 1 giorno LMWH s.c. per almeno 5 giorni + TAO LMWH s.c. per 6 mesi se non possibile TAO Trombolitici : in TVP/EP molto estese, previo dosaggio plasminogeno ed eventuale trasfusione di PFC Trombosi ricorrenti: TAO a tempo indefinito Trombosi ricorrenti secondarie: TAO fino a rimozione causa Monagle et al., Chest 2008 Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta TERAPIA TROMBOSI VENOSA Deficit congenito omozigote PC/PS : 1 - trattare immediatamente i neonati con porpora fulminans con PFC o concentrati di PC per 6-7 settimane 2 - dopo risoluzione lesioni cutanee e sotto copertura della terapia sostitutiva si inizia la TAO ( INR 3-4.5) Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta LA PROFILASSI PRIMARIA Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta PROFILASSI PRIMARIA RACCOMANDATA Malattie cardiache congenite (TAO) Bambini portatori di CVC in alimentazione parenterale totale (TAO) Gravi traumi con Glasgow coma score < 8, danni toracici o spinali + CVC NON RACCOMANDATA Portatori CVC + tumore Portatori di CVC Traumi PORTATORI DIFETTO TROMBOFILICO? Monagle et al., Chest 2008 Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta NUOVI ANTICOAGULANTI Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta : INIBITORI DIRETTI DELLA TROMBINA Vantaggi BIVALIRUDIN, ARGATROBAN indipendenti dai livelli di ATIII Farmacocinetica Minor sanguinamento a fronte di uguale anticoagulazione (negli adulti) Agiscono anche sulla trombina legata al coagulo maggiore efficacia Non causano HIT Svantaggi Non c’è antidoto Infusione e.v. continua Monitoraggio con APTT Escrezione epatica Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta INIBITORI DEL F.Xa AT-INDIPENDENTI FONDAPARINUX In terapia già dopo la prima somministrazione Effetto anticoagulante persistente per 24 ore unica somministazione giornaliera Non può essere neutralizzato con protamina Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta ANTIAGGREGANTI Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FARMACI ANTIPIASTRINICI: ASPIRINA Inibizione irreversibile di 2 cicloossigenasi (COX-1 e COX-2) che catalizzano la conversione dell’acido arachidonico in PGH2 a sua volta precursore del trombossano (che induce aggregazione piastrinica e vasocostrizione) e della prostaciclina (inibisce aggregazione piastrinica e induce vasodilatazione) Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FARMACI ANTIPIASTRINICI: ASPIRINA COX1: l’aspirina inibisce irreversivilmente sia quella piastrinica che quella megacariocitica unica somministrazione per azione antiaggregante COX2: presente nei monociti, meno sensibile all’azione dell’aspirina,è coinvolta in processi patologici diversi (iperalgesia, infiammazione). Viene rapidamente risintetizzata dosi più alte di aspirina ad intervalli più brevi Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FARMACI ANTIPIASTRINICI: ASPIRINA Assorbimento rapido nello stomaco e nel primo tratto dell’intestino Picco plasmatico 30-40 minuti dopo l’ingestione Emivita 15-20’ Effetto antiaggregante permane per tutto il tempo di sopravvivenza delle piastrine (vita media 10 gg) 5-6 gg dopo l’assunzione solo il 50% delle piastrine circolanti funziona normalmente Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FARMACI ANTIPIASTRINICI: ASPIRINA DOSAGGIO adulto: 50-100 mg/die (anche 30 mg/die) bambino: proposti diversi dosaggi per patologia 1-5 mg/Kg/die shunts, ev.cerebrovasc. 6-20 mg/Kg/die protesi valvolari 80-100 mg/Kg/die nella fase acuta della Kawasaki seguita da 3-5 mg/Kg/die x 7 settimane Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta FARMACI ANTIPIASTRINICI: ASPIRINA MONITORAGGIO: non previsto EFFETTI COLLATERALI rari dolori addominali, nausea, emorragie (dosedipendenti) S.di Reye: encefalopatia acuta con grave interessamento epatico. Dose-dipendente Messina M. 11 febbraio 2011 IV incontro Rete Ematologica Pediatrica Piemonte e Valle d’Aosta