Silenzio! - Parrocchia di Tencarola
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Silenzio! - Parrocchia di Tencarola
La Vela PARROCCHIA “SAN BARTOLOMEO” DI TENCAROLA Anno XII - Numero 2 maggio 2013 Mensile di informazione, one, dialogo, proposta ed educazione permanente L’editoriale di DON RAFFAELE Silenzio! Sommario Editoriale: Silenzio! Don Raffaele 1 Missione… compiuta! A. De Guio 2 Il nuovo Papa A. Filidoro 3 Centro di ascolto vicariale Dono di sè M. Tagliapietra Il gruppo giovani AC 4 4 Sulle tracce dell’uomo P. Campogalliani 5 Appuntamenti La Madonna Pellegrina 6 Nonno Nene CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE Parrocchia di S. Bartolomeo Ap. in Tencarola via Padova, 2 • 35030 Selvazzano Dentro PD Tel. 049 72 00 08 [email protected] www.parrocchiatencarola.it 7 8 Una delle cose che più manca al nostro tempo è il silenzio: silenzio fisico come protezione dall’invadenza del rumore; silenzio mentale contro il chiacchiericcio insulso da cui siamo avvolti, contro il dilagare di opinionisti, “opinion leader”, commentatori; silenzio come spazio interiore di profondo ascolto a fronte di una mente che pensa, elucubra e non si “spegne” mai. Il silenzio propizia il miracolo dello stupore, allena alla capacità di osservazione, ridesta in noi energia e intelligenza… avvicina al mistero di Dio. C’è un silenzio che è solo povertà, intorpidimento ed assenza; c’è un silenzio pieno di bellezza, contemplazione ed intensità in cui tutto l’essere si raccoglie e va oltre la superficie e l’apparenza. Acutamente il cardinal Ravasi scrive: «Il silenzio per sua natura è una realtà radicalmente ambigua. Esiste il cosiddetto “silenzio nero”, che è l’assenza dei suoni, delle voci. Nella Bibbia si legge: “Quando Dio maledice un popolo, fa cessare il canto dello sposo e della sposa”. Cassiodoro, nel VI secolo, scrisse nelle Istituzioni una frase folgorante e straordinaria: “Se voi continuerete a commettere ingiustizia, Dio vi lascerà senza la musica”. Nel silenzio». In positivo la Bibbia sa che dal silenzio sgorga pure la potenza della Parola di Dio. Il profeta Elia va sul monte Sinai, in una grotta, per ritrovare se stesso in un momento di terribile disperazione. “Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera”, 1Re 19,11-13. Ancora il card. Ravasi: «La fede è ascoltare, non dire. Dire è di Dio: che apre e squarcia il silenzio del nulla». Dio nel silenzio che parla più di mille parole. 1 La Vela - anno XII n. 2 Vita di comunità M ISSIONE … COMPIUTA ! A. DE GUIO Don Nicola De Guio, già viceparroco a Tencarola, è rientrato dall’Ecuador, dove era stato inviato dalla diocesi come prete “fidei donum”. Questa espressione, coniata da Pio XII nella sua enciclica omonima, invitava i preti a vivere il loro ministero non solo nei confini della diocesi ma anche in terra di missione, come dono di fede. I preti, religiosi e laici fidei donum sono espressione della collaborazione missionaria tra due diocesi, con l’impegno di confrontarsi, di aprirsi a ricevere da chi vive la stessa nostra fede altrove… noi che, da occidentali, abbiamo la pretesa di voler donare! Ecco il resoconto del ritorno, di cui abbiamo avuto bella eco per la presenza nella nostra parrocchia di don Nicola a tutte le Messe di domenica 21 aprile. L’11 febbraio 2013, con gioia di mamma Elisa, familiari ed amici, Don Nicola De Guio è rientrato dall’esperienza missionaria di dieci anni a Luz y Vida in Ecuador. Con l’occasione del carnevale, l’abbiamo accolto all’aeroporto di Venezia abbigliati a tema della fiaba “Biancaneve”: al “padrecito” [nomignolo attribuito in Ecuador al don Nicola] non poteva che spettare la parte del nano “Eccolo”!!! L’accoglienza in comunità d’origine ha avuto il culmine nella serata di benvenuto del 1 marzo alla sala Grillo Parlante di Asiago. L’inizio della festa era previsto per le ore 20.30 circa ed hanno aderito, oltre le aspettative, numerose persone care, familiari ed amici provenienti da lontano, tra cui anche Padre Nelson che ha accompagnato Don Nicola nel viaggio di rientro in Italia. La serata è cominciata con il saluto ufficiale da parte di Don Roberto, parroco di Asiago, Don Lino di Mezzaselva e Don Valentino Sguotti. Poi è spettato a Novella presentare un personaggio davvero speciale ed inaspettato: Papa Benedetto XVI interpretato magistralmente da Domenico, Pejus maximum, che ha fatto letteralmente piangere il pubblico dalle risate! A seguire la lettura, da parte di nipoti e cognate, di alcune lettere trasmesse da Don Nicola durante la permanenza in America Latina, così da ricostruire alcuni passaggi importanti della sua esperienza. Poi è toccato a don Nicola offrire la testimonianza sulla propria esperienza, dichiarando le difficoltà della vita in parrocchia, ma anche la soddisfazione e la ricchezza morale che da essa sono derivate; tra queste la profonda amicizia di numerose persone che hanno poi condiviso con lui l’esperienza a Luz y Vida come Lara Borella, Flavio Brunello e GloLa Vela - anno XII n. 2 2 ria Soto, Nicola Pellichero, Letizia Zecchin, Morena Soldan, Maurizio Fanton, ecc… che hanno partecipato alla serata con foto e testimonianze. Per rendere l’atmosfera più suggestiva, durante la festa non potevano mancare le proposte musicali di brani andini da parte del gruppo “Encuentro”. Dopo la consegna di una foto molto significativa realizzata dal fratello Ilario, la serata non poteva non concludersi con un buffet; patatine, pizzette e naturalmente le torte di Ilario [il fratello]!!! Credo che, pur avendo toccato temi caldi ed importanti, questa serata sarà ricordata come una festa emozionante e gioiosa, oltre che educativa. Tutti ci siamo sentiti parte di una grande famiglia nella quale ognuno ha portato affetto a Don Nicola ed ha ricevuto in cambio calore e molti sorrisi Vita di comunità IL NUOVO PAPA A. FILIDORO Il successore di Benedetto XVI è il cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, che ha accettato l’elezione dicendo umilmente: “Sono un grande peccatore. Confidando nella misericordia e nella pazienza di Dio, accetto.” In effetti, ha avuto così inizio l’era pontificia di papa Bergoglio, un prelato argentino di origini italiane, figlio di emigranti piemontesi, che ha scelto di chiamarsi, da papa, col nome di Francesco, nome che nessuno aveva mai scelto prima e che vale più di un programma perché, appunto, il forte richiamo al Santo di Assisi possa significare rinnovamento della nostra Chiesa cattolica attraverso l’adesione totale al Vangelo. Ebbene, proprio per questo motivo l’elezione di papa Bergoglio è una forte novità, perché egli è innanzitutto un evangelizzatore, cioè testimonia il Cristo del Vangelo annunziandolo concretamente, facendo il prete del popolo di Dio. Figura di spicco del cattolicesimo latino-americano per intelligenza, cultura, spiritualità, papa Francesco è nel contempo un uomo semplice, mite, vicino alla gente. Peraltro, questo particolare aspetto della sua personalità di rigoroso prelato gesuita, rappresentante di una Chiesa che vuole rigenerarsi, si è rivelato l’elemento determinante per la sua elezione alla cattedra di Pietro. Infatti,in un discorso alle Congregazioni ha fatto emergere l’urgenza della nostra Chiesa di fare pulizia al suo interno, mettendo da parte “ogni vanità di potere”, perché suo compito è “camminare con la gente e prendere il passo del povero, in quanto non è pensabile “avere un pastore a monte e un gregge a valle”. Ebbene, questo discorso, accolto con plebiscitario consenso ha determinato la sua elezione. Così, con l’elezione di papa Francesco la prima considerazione che ci viene da fare è che dopo due papi europei per cultura e per anagrafe, il polacco Wojtyla e il tedesco Ratzinger, arriva alla cattedra di Pietro un prelato del sud del mondo, l’Arcivescovo argentino Bergoglio, evento di particolare significato ecumenico, perché dice limpidamente che la Chiesa cattolica è universale sempre, indipendentemente dalla nazionalità del suo pontefice. Nelle scritture cristiane infatti, pulsa un messaggio di universalità che addita al mondo un visione che supera la ristretta cerchia della nostra quotidianità, del nostro paese, perché vuole giungere fino ai con fini del mondo intero. Gesù ha detto agli apostoli “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, cioè il nucleo centrale del messaggio universalistico del Cristianesimo è connesso profondamente alla predicazione del Vangelo, alla comunicazione della parola. Evangelizzare dunque, questo è il compito della Chiesa, che deve essere missionaria sempre. Questo ci dice papa Francesco, definito icasticamente il papa nuovo, perché da papa continua a fare quello che ha sempre fatto da quando è stato ordinato sacerdote, cioè fa il prete comunicando al popolo di Dio il messaggio evangelico. Così egli, da gesuita autentico, esprime il principio cardine della Compagnia di Gesù : “Cercare e trovare Dio in tutte le cose”. Infatti vivendo il Vangelo, Dio lo troviamo nella straordinaria storia della nostra salvezza, dove lo scopriamo in un Uomo che è anche Dio, lo scopriamo nel nostro prossimo e soprattutto nei poveri. Pertanto il nuovo papa ci addita evangelicamente che è lì, nelle periferie urbane, ai bordi dell’umanità, tra gli ultimi del mondo che il Cristianesimo ci fa incontrare il Cristo Dio, che il mondo e in particolare la nostra Europa in declino sembra aver smarrito nella calca degli “-ismi” della nostra società del postmodeno, irretita tra marxismo, ateismo individualismo, relativismo e via dicendo. Ora, tornando ai suddetti tre papi, la seconda considerazione che ci viene da fare è che con la loro forte personalità di eredi ed interpreti del Varicano II, gli eventi più spinosi di questi ultimi decenni li hanno superati perché, come dice papa Francesco, hanno saputo “fare squadra” e questo ci fa ben sperare per le sorti della nostra Chiesa. Giovanni Paolo II, da par suo, oltre alla sua poliedrica attività di evangelizzatore, con la collaborazione del cardinale Ratzinger, con le encicliche “Laborem exercens”, “Sollecitudo rei socialis” e “Centesimus annus” ha dato una organica ridefinizione della dottrina sociale della Chiesa, ancorandola nell’ambito della Teologia morale. Con tale assunzione, per la centralità della persona nello sviluppo della società, ogni lavoratore che svolge con dignità la sua attività, è soggetto di storia, compartecipe del conseguimento del bene comune e titolare dei diritti di tutela per l’edificazione della sua vita materiale e spirituale. A sua volta, Joseph Ratzinger ha fondato la rivista “Communio” col proposito di fare della Teologia, più che un sapere riservato a pochi, un sapere aperto per confrontarsi ed interloquire con tutti i saperi presenti nella società civile (letteratura, storia, filosofia, musica ecc). D’altro canto, l’attuale papa,verso la fine degli anni settanta ha dovuto affrontare energicamente la “vexata questio” della Teologia della liberazione, una corrente di pensiero collusa col potere marxista del dittatore Videla, al punto che alcuni sacerdoti, fedeli al dittatore, trasformavano le loro omelie in comizi marxisti. Poi tutto si è risolto con l’autorevole intervento dottrinario del teologo Ratzinger. Ora, superata l’emozione di questi ultimi mesi, papa Francesco ci introduce nel clima del suo pontificato, affidando il suo esordio alla significativa pronuncia di alcune parole del Vangelo: misericordia, umiltà, carità, speranza, tenerezza. Sono le parole chiavi in cui si snoda il disegno pastorale di questo papa nuovo, che vive la sua Chiesa vivendo il Vangelo, da pastore autentico che si porta appresso “l’odore delle pecore”. Allora, quando dice, intercalando il suo dire con affettuosa premura: “per favore, non fatevi rubare la speranza, ci vuol dire, paternamente, attenti, se vi imbrigliate nella mondanità perdete Cristo, “Colui che viene”, sempre, perché è Lui la nostra speranza. Questa è gesuitica “cultura dell’incontro”, lo stile personalissimo del nostro nuovo papa. In piazza San Pietro, passare davanti ai potenti della terra per abbracciare un disabile con tenerezza, è stato un fatto cosi sorprendentemente vero, che tutti abbiamo avvertito con profonda emozione, perché solo e soltanto un atto di semplice, meravigliosa, evangelica testimonianza. Con questo gesto papa Bergoglio, venuto dai confini del mondo, coglie le ansie di tutta l’umanità e le convoglia nel grande alveo del Vangelo di Cristo. Con lo stesso spirito riceve il testimone dal suo predecessore, l’emerito Benedetto XVI, perché intenzionato a continuare la sua opera di riforma. Prosit Santità. La seguiamo con le nostre preghiere. 3 La Vela - anno XII n. 2 Vita di comunità CENTRO DI ASCOLTO VICARIALE M. TAGLIAPIETRA per riceverne gli aiuti di sempre. Mercoledì e Giovedì 10/11 Aprile hanno avuto luogo i primi due “sportelli” del progetto Centro di Ascolto Vicariale. I residenti nelle Parrocchie del Vicariato di Selvazzano e cioè BOSCO DI RUBANO, CASELLE, CREOLA, RUBANO, SAN DOMENICO, SACCOLONGO, SARMEOLA. SELVAZZANO, TENCAROLA, VILLAGUATTERA possono quindi fare riferimento a due sedi: Alla base di tutto l’esigenza di riorganizzare le CARITAS Parrocchiali e coordinarle a livello vicariale, quale risposta al crescente disagio sociale di questi ultimi anni. Si tratta in sostanza di realizzare - con l’ausilio di una rete informatica, chiamata OSCAR (che sta per Osservatorio Caritas) – la mappatura delle povertà e delle opportunità, facendo in modo che si incontrino. Il percorso sarà completo quando tutti i Vicariati della Diocesi faranno confluire dati nella predetta rete. PARROCCHIA DI SARMEOLA DI RUBANO Via Della Provvidenza, 98 Tel. 3400944554 (in orario di sportello) APERTURA: MERCOLEDI h. 9,00 – 11.00 Le persone in difficoltà che verranno a colloquio saranno quindi registrate, con il vantaggio di evitare sovrapposizioni di interventi a favore e dispersioni di risorse; saranno ascoltate nei loro bisogni – che non sono sempre e solo di natura economica – aiutate e indirizzate, ove il caso, verso Uffici, Enti e Istituzioni, soccorse materialmente con appoggio alle CARITAS PARROCCHIA DI TENCAROLA Via Padova, 2 Tel. 3450175761 (in orario di sportello) APERTURA: GIOVEDI h. 9.00 – 11.00 Dono di sè Il gruppo giovani parrocchiale vede la presenza di una quindicina di giovani dai 18 ai 22 anni che si ritrova quindicinalmente per condividere parte della loro vita e del loro percorso di crescita. Tra le varie tematiche affrontate quest’anno ci si è soffermati in modo particolare sul servizio e sul dono di sé. A partire da alcuni incontri è nata l’idea di aiutare ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) nell’iniziativa “Una colomba per la vita” in un week-end di marzo. Per il gruppo è stata l’occasione di conoscere questa associazione ma soprattutto l’opportunità per rendere più autentiche e concrete le tante parole risuonate durante i nostri ritrovi. In una serata di aprile abbiamo invitato Elena e Marco, due giovani collaboratori della sezione ADMO di Padova, perché ci presentassero in modo più dettagliato l’associazione. È stato interessante scoprire come ADMO sia nata dall’idea di Renato Picardi, un uomo di Milano che, dopo aver perso il figlio Lorenzo di soli 7 anni, si è mosso e ingegnato per “far sì che meno genitori potessero soffrire quello che avevamo sofferto noi e che più genitori avessero la possibilità di avere un aiuto in più”. Elena e Marco ci hanno da subito chiarito le idee, a partire dalla diceria comune che confonde il midollo osseo con quello spinale. Ci hanno poi spiegato nei particolari come avviene la tipizzazione e quanto facile sia questo gesto che ti fa entrare nel registro mondiale dei donatori. Qualcuno dei giovani, sollecitato dalle loro parole, si è già messo in moto per tipizzarsi. Ciò che più ci ha colpito è stata la testimonianza di Marco che è diventato un donatore effettivo, cosa rara se pensiamo che c’è 1 probabilità su 100.000 che ci sia compatibilità fra persone non consanguinee. Dopo 14 anni, in modo del tutto inaspettato, lo chiamano per dirgli che c’è un ricevente compatibile. Marco ci ha raccontato la trepidazione e la gioia all’ascolto di questa telefonata che gli prospettava la possibilità reale di salvare una vita di una persona sconosciuta affetta da neoplasia del sangue. ADMO rappresenta per questo un esempio di amore gratuito e incondizionato, un amore che raramente si incontra nelle logiche del mondo odierno ma che tanto rimanda a quel comandamento che il Signore Gesù ci ha lasciato e che promette gioia vera e pienezza di vita. Il gruppo giovani AC La Vela - anno XII n. 2 4 Vita di comunità SULLE TRACCE DELL’UOMO P. CAMPOGALLIANI A volte, in un certo comportamento, riconosciamo la presenza di una profonda umanità, mentre, in un altro, rileviamo tratti di dolorosa disumanità, e certe condotte di vita le giudichiamo di crescita umana, altre le troviamo tristemente improntate a forme regressive. Fortunatamente ci sentiamo coinvolti nel formulare questi giudizi, poiché a sospingerci c’è in noi un desiderio profondo di umanizzazione. Tuttavia chi è l’uomo, cosa significa l’umanizzazione, non lo sapremo mai compiutamente. L’uomo è come un’immagine all’orizzonte che ci guida nel nostro cammino, come una bussola che ci orienta nella nostra ricerca di identificazione. La ragione ci aiuta, anche quella scientifica, a disegnare questo profilo, che resta pur sempre incompiuto e rimanda al trascendente. Di certo la ragione ci aiuta a liberarci da immagini antiquate per procedere più leggeri e essenziali. Ad esempio, spirito e corpo. Ancora oggi siamo portati a ritenerli separati, come fossero due mondi quasi contrapposti, il mondo della spiritualità e quello della corporeità. O almeno a ritenerle due realtà tra loro estranee. E’ un dualismo, pigramente perdurante, che rischia di condizionare anche la nostra religiosità, suggerendo, per una sorta di analogia, una separazione tra le cose terrestri e le cose dell’anima. Col rischio di relegarci in un culto avulso dalla vita, in un mondo dello spirito astratto e distante dal nostro impegno quotidiano. E di imprigionarci in un mondo del corpo come pura fisicità senza luce. “La materia e il corpo non sono solamente prolungamenti dell’attività spirituale […] essi costituiscono con essa un’unità, ne sono l’espressione immediata”, così ci ricorda il filosofo E. Mounier a metà Novecento. Uno sguardo al pensiero scientifico del secolo scorso, suggerisce qualche stimolo a ripensare positivamente l’immagine dell’uomo. E questo ci introduce nella ricerca delle forme etiche che riteniamo umanizzanti Con l’umiltà di cogliere disponibili la luce che proviene da fonti ovunque esse siano, si contrassegna infatti un’etica matura della conoscenza. La relazione dell’uomo con la natura, emersa sempre più evidente nel secolo scorso, mostra un legame inaspettatamente profondo. L’uomo non sta più collocato di fronte alla natura, come si è concepito per tanti secoli, è piuttosto immerso in una natura che lo permea capillarmente. L’uomo non è solo natura fisica, ma con la natura fisica è indissolubilmente intrecciato. Questo intreccio tra uomo e natura, non ancora sufficientemente riconosciuto, e non sempre pacifico, produce aperture imprevedibili. Con la comprensione della complessità della biosfera, ad esempio, al pianeta Terra si associa un insieme di relazioni includenti l’intera umanità. L’uomo può sussistere in quanto è espressione di queste relazioni di cui è intessuta la natura. Questo ha conferito una portata nuova al concetto di solidarietà, facendo luce su responsabilità insite nella relazione tra uomo e ambiente, nella relazione dell’uomo con la sua storia, in particolare con le future generazioni. Così l’individualismo egocentrico si rivela non più realtà banalmente confinabile nei suoi effetti, ma un disordine che coinvolge l’umanità universale. L’ambiente naturale e socioculturale non ammettono infatti una contabilità di interessi circoscritti nel qui ora. La natura dell’uomo si rivela una realtà aperta in un continuo dinamismo di scambi. Su questa linea di profonda inscindibilità anima corpo risulta attestarsi quanto si legge, ad esempio, nell’enciclica Veritatis Splendor. In particolare al n. 48 e segg., si trova la ferma condanna di ogni visione morale ancorata a un’antropologia dualista che dissocia le due dimensioni e per la quale “farvi [ al corpo] riferimento, per cercarvi indicazioni razionali circa l’ordine della moralità, dovrebbe esser tacciato di fisicismo e di biologismo”. Affermazione confermata più esplicitamente al n. 50 dove ancora si legge :”Si può ora comprendere il vero significato della legge morale: essa si riferisce alla natura propria e originale dell’uomo, alla natura della persona umana, che è la persona stessa nell’unità di anima e di corpo, nell’unità delle sue inclinazioni di ordine sia spirituale che biologico”. Così questo intimo legame tra il corpo e lo spirito comporta che l’uomo è sempre in ricerca di un cammino di crescita verso un progetto futuro. Ancora, le ricerche di antropologia scientifica, di etnologia, di etologia, di psicologia, di psicoanalisi ecc., hanno profondamente illuminato e arricchito il concetto di eros, mettendolo in relazione intrinseca con l’integralità della persona. Si intrecciano così aspetti fisiologici, psicologici, spirituali relativi all’intero spettro dell’agire umano, con particolare attinenza alla maturazione della facoltà di amare. In proposito, nell’enciclica “Deus Caritas est”, è detto molto efficacemente al n. 4: “L’uomo diventa veramente se stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima unità; la sfida dell’eros può dirsi veramente superata quando questa unificazione è riuscita”, e quindi al n. 7: ”In realtà eros e agape […] non si lasciano mai separare completamente l’uno dall’altro: quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell’unica realtà dell’amore, tanto più si realizza la vera natura dell’amore in genere.”. Così è detto anche che eros deve purificarsi e disciplinarsi in modo che il momento dell’agape si inserisca in esso. E la scienza ha compreso che agape deve guardarsi dall’illusione spiritualistica di potersi esprimere in modo autonomo, poiché essa abbisogna di essere fecondamente integrata dalle energie di un eros maturo. Senza una maturità psicologico affettiva è assai arduo riuscire ad esprimersi nella facoltà di amare l’altro, e i surrogati sono pronti a ingannarci. L’impegno ad umanizzare le nostre vite e il mondo intorno a noi, ci suggerisce di cercare con fatica, oltre abitudini consolidate, su sentieri non semplici. La scienza ci aiuta a rintracciarne alcuni tratti, lontani dall’arroganza, consci del mistero che nell’uomo trascende la natura fisica. Siamo attratti a seguire queste tracce, ci ricompensa la scoperta di orizzonti sempre più aperti nel profilo dell’uomo. 5 La Vela - anno XII n. 2 Vita di comunità APPUNTAMENTI Esperienze estive & Grest La parrocchia propone attraverso l’AGESCI PADOVA 10 e l’AZIONE CATTOLICA dei giorni di formazione e divertimento, per imparare a crescere e a stare insieme. Informazioni in parrocchia. SCOUT Branco: 20 - 27 luglio, località Prossecco di Trieste Reparto: 18 - 27 luglio, località Prossecco di Trieste Noviziato: 2 - 10 agosto, Lourdes (Francia) Clan: in fase di definizione AZIONE CATTOLICA RAGAZZI ACR elementari: 13 - 20 luglio ACR 1^ e 2^ media: 20 - 27 luglio AC 3^ media: 6 - 13 luglio Grest: dal 16 al 30 giugno 2013 Il GREST (Gruppo Estivo) nasce dall’impegno della parrocchia a donare tempo ed energie al servizio dei bambini e dei ragazzi. Con il Grest i bambini/ragazzi hanno la possibilità di divertirsi insieme dopo il periodo scolastico e di avvicinarsi in modo semplice e divertente alla vita cristiana, grazie all’aiuto di amici “grandi”. I bambini si confrontano con lo stile di vita che viene trasmesso loro dagli animatori che rivestono quindi anche un compito di educatori. È un sostegno per le famiglie che, terminato il periodo scolastico, hanno la possibilità di affidare i figli al patronato. Il Grest è un appuntamento importante, di responsabilità e divertimento, anche per i giovani che svolgono il servizio di animatori. Dal 19 maggio saranno a disposizione in parrocchia i depliant con le informazioni dettagliate. La Vela - anno XII n. 2 6 Vita di comunità L• M•••••• P• •!"#•• NONNO NENE C S ari bambini, sto uscendo dal Centro medico di Via dei Colli (dopo l’ex Salata). Lì si effettuano visite mediche, radiografie, terapie ed altro ancora. Fra qualche giorno sarà maggio (il mese di Maria), quindi faccio solo due passi e mi trovo davanti al capitello della Madonna Pellegrina. Cari bambini, vi sembrerà strano questo titolo. La Madonna... Lei “Pellegrina”? Siete abituati a sentire dai... grandi che “pellegrino” è il popolo che va a trovarLa, magari nei grandi santuari: Lourdes, Fatima e, in questi ultimi anni, Medjugorje. Invece fu proprio così; la Madonna, Madre di Gesù, andò Lei ad incontrare i Suoi figli! Fu un’idea geniale della Chiesa, poco dopo la fine della guerra, esattamente nel 1949. Ricordo folle enormi che accorrevano nei paesi dove era ospitata. Persone indurite dagli stenti, dalla guerra, dalla prigionia o che da anni non andavano più in chiesa contendersi i primi posti vicino all’immagine, dire con le lacrime agli occhi che la Madonna era... anche loro, anzi era loro! Fu il trionfo della Madonna con il titolo di Pellegrina! Il miracolo ci fu ed è stato un bagno di coscienze presso il confessionale. Daudet, scrittore francese, avrebbe detto: “Fu un bucato generale!” ra sto col capo chino e osservo quel fazzoletto di terra prospiciente il capitello, tappezzato di meravigliose pansè viola, con qualche macchia di altre di colore giallo. Il mio pensiero va a quella persona così sensibile che avrà provveduto. Ora apro il cancelletto e leggo l’iscrizione sulla lapide sottostante: ollevo il capo; l’edificio è proprio malandato: che peccato. Quando si dice: la burocrazia! Alcuni anni fa il nostro parroco don Francesco portò in Consiglio pastorale parrocchiale una lettera con una bella notizia. Un signore, non appartenente alla nostra comunità, che desiderava mantenere l’incognito, frequentando la zona aveva notato con disappunto lo stato di degrado in cui cominciava a versare il capitello, in particolare dopo che le casette erano state abbandonate dagli abitanti. Questa persona si dichiarava disposta a provvedere ai restauri a proprie spese. Era però necessario, prima di intraprendere i lavori, interpellare il proprietario del terreno dove il capitello è stato edificato. I familiari della signora Esterina, però, non possedevano alcun documento che facesse luce sul problema. Da notare che il suolo ricade nel Comune di Padova e che, a memoria d’uomo, lì c’era un fossato. Quindi, il terreno non poteva appartenere ad un privato, ma forse a qualche ente pubblico. Ma quale? Il Comune? La Provincia? L’A.N.A.S.? O qualche Consorzio? Fosse successo una ventina d’anni fa il muratore Ettore Soligo avrebbe convocato uno dei fratelli Giuriati e Guarnieri, insieme ad uno dei fratelli Babetto come imbianchini, proponendo loro di festeggiare il primo maggio restaurando il capitello della Madonna. Alle cinque del mattino si sarebbero incontrati ed alle nove di sera sarebbero stati intenti a lavare cazzuola e pennelli! O O Vergine Maria, Celeste Pellegrina, nel mare procelloso Fulgida Stella, guidaci tutti sicuri al porto Anno Santo 1950 P C enso all’autore di questi versi, il carissimo parroco di allora don Angelo Bertolin. ari bambini, il passaggio della Madonna Pellegrina ha lasciato dei segni. Ecco allora la nostra diocesi erigere un tempio a Lei dedicato, con questo titolo. Ora – direte – anche la nostra parrocchia ha voluto edificare questo capitello. No, sono stati i risparmi e i tanti sacrifici di un’abitante di quelle casette da poco abbattute: la signora Esterina Zambon. Si trattava di un’ambulante che in bicicletta, con due sporte colme di scampoli di tessuto (la sua mercanzia), girava nei paesi vicini, con il freddo dell’inverno e la calura dell’estate e, soldino su soldino, è riuscita ad edificarlo! Probabilmente ci sarà stato qualche aiutino dai vicini con delle offerte, ma la responsabilità e le spese per la manutenzione (prima, durante e dopo) sono state sempre della signora Esterina! Ricordo l’inaugurazione con tanta folla. Pensate all’orgoglio degli abitanti delle casette. Ricordo la poesia di Leone, nipote di Esterina, un bambino di terza elementare. Applausi... altri tempi! Il capitello com'é oggi 7 La Vela - anno XII n. 2 Consiglio Pastorale Parrocchiale CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE I COMPONENTI NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE Ecco l’elenco degli eletti: Pelizza Flavio Schiano Francesca Maggiolo Marta Carraro Marco Sabbion Ornella Baldan Nicola Cuccolo Marco Lazzaretto Silvia Grandis Claudio Finco Mario Trevisanello Tommaso Gennaro Armando Grandis Angela Marzari Lorenzo Rappresentanti designati da àmbiti pastorali: Squarcina Livio Angelini Gianni Celotto Laura Chillon Giovanni Bordin Andrea Sanavio Giancarlo (sacristi - pulizia chiesa - animatori del canto liturgico ministri straordinari della comunione) (sostegno a distanza - missioni - Caritas) (catechiste/i) La prima convocazione sarà (circolo NOI) martedì 14 maggio alle ore 21 (pastorale familiare) presso il Centro parrocchiale (scout Agesci Padova 10) Membri di diritto: Borella Lara Suor Mariagrazia Ballotta don Demis Gobbi don Raffaele (presidente Azione Cattolica parrocchiale) (religiose) (viceparroco) (parroco) Membri cooptati: Johnson Obinna Omumuawuike Il fioretto di Maggio Il Rosario si pregherà alle ore 20.45: • Lunedì: presso la Scuola Materna • Martedì: angolo via Risorgimento-via XXV Aprile • Mercoledì: in fondo a via Monte S. Daniele-Monte Alto • Giovedì: alla rotonda in via Rovereto • Venerdì: alla statua di Don Bosco, in piazza Vittorio Veneto 25 "#$$%( 2013 USCITA DI FINE CATECHISMO DOVE: Museo Veneto delle Campane (Montegalda, cfr www.muvec.org) • un PARCO meraviglioso • un VILLA mozzafiato, ricca di storia ed arte • moltissime campane, con concerto strepitoso • caccia al tesoro per bambini e ragazzi attraverso la lettura e il riconoscimento dei simboli sulle campane ORARI: partenza ore 14.45 - ritorno per le 18.30 (in tempo per la Festa della Scuola Materna!) PER CHI: bambini/ragazzi della catechesi (6 - 13 anni) - catechiste/i - genitori TRASPORTO: in pullman (o per chi COSTO: € 5 tutto compreso (€ 8 per 2 fratelli/sorelle - € 13 per 3 fratelli-sorelle; adulti sempre € 5) ISCRIZIONI: entro e non oltre il 19 maggio presso la canonica (pomeriggio dalle 16 alle 19) La Vela - anno XII n. 2 8 Ciclostilato in proprio