Gli scrittori che hanno inventato la letteratura europea, da un`idea di

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Gli scrittori che hanno inventato la letteratura europea, da un`idea di
Gli scrittori che hanno inventato la letteratura europea, da un'idea di G. Mazzini: rifondare
la letteratura nazionale per un pubblico europeo
Universität Innsbruck
15-16 febbraio 2013
Il titolo di questa giornata di studi s'ispira ad alcune affermazioni di Giuseppe Mazzini (18051872), contenute in un suo saggio intitolato D’una letteratura europea. Sono parole di grande attualità: da
decenni l’AILC/ICLA si è impegnata nella grande impresa di una «Histoire des littératures de langue
européenne», pubblicata prima presso Akademiai Kiado/Budapest, poi presso Rodopi/Amsterdam. Dal
canto loro, i belgi delle edizioni De Boeck hanno avuto il merito di pubblicare, anche se in francese e non
nelle lingue originali, sotto la direzione di J.C. Polet, una serie imponente dal titolo «Patrimoine littéraire
européen», completata da un volume con gli atti del convegno tenutosi, ormai da tempo, a Namur, che si
proponeva di suggerire una conclusione, ma che forse non ha conseguito lo scopo fino in fondo.
Al bando le polemiche! Volendo riformare e riformulare la letteratura italiana, Mazzini chiede agli
scrittori italiani di scrivere per un pubblico non nazionale, bensì europeo: «Un tempo la Patria consegnava
al Poeta il volume delle leggi, e delle religioni de’ padri, dicendogli: Tu veglierai perché questo deposito
rimanga intatto nel core de’ concittadini; i tuoi voti non saranno sacri, che al cerchio di mura dov’io t’ho
collocato. – Ma ora, voi avete un mondo a teatro di vostra gloria; voi dovete parlare ad un mondo: ogni
suono della vostra cetra è patrimonio dell’umana stirpe, né potete toccare una corda, che l’eco non si
propaghi fino all’ultimo limite dell’Oceano.» (Mazzini 1829, 121). È centrale nel pensiero di Mazzini il
desiderio di allentare e dissolvere le frontiere della letteratura nazionale, rinnovandola attraverso lo
sguardo agli altri europei. Egli arriverà anche ad affermare che la letteratura italiana dovrebbe svilupparsi
tenendo conto dei principali orientamenti della letteratura europea: «Esiste dunque in Europa una
concordia di bisogni, e di desideri, un comune pensiero, un’anima universale, che avvia le nazioni per
sentieri conformi ad una medesima meta – esiste una tendenza Europea. Dunque la Letteratura – quando
non voglia condannarsi alle inezie – dovrà inviscerarsi in questa tendenza, esprimerla, aiutarla, dirigerla –
dovrà farsi Europea.» (Mazzini, 115) L'importanza di Mazzini come teorico della letteratura europea e
soprattutto l'attualità del suo messaggio devono ancora essere adeguatamente dibattute, ma ancor più
resta da discutere in virtù delle citazioni riportate all'inizio, sul rapporto fra Mazzini e altri teorici che
hanno sostenuto idee simili.
Questa giornata di studio propone quindi un incontro sulle figure di scrittori che hanno pensato la
letteratura europea allorché essa era ancora utopistica, come osserva d'altronde lo stesso Mazzini nel 1829
(p. 81). Dato che l'epoca era incline piuttosto, da un lato, all'apologia delle letterature nazionali (« Ce livre
n’est point français » dicono Savary e Napoléon Ier a M.me de Staël dopo la pubblicazione del testo De
l’Allemagne), dall'altro all'«invenzione» della goethiana della Weltliteratur. La nostra domanda è dunque:
esiste uno spazio compreso fra i due termini, esistono le tre nozioni (letteratura nazionale, letteratura
europea, Weltliteratur? Sia dal punto di vista diacronico che sincronico?
Si propone una discussione sulle figure, note e meno note, di scrittori e critici che hanno voluto
forgiare il concetto di letteratura europea. A tal fine, senza assolutamente limitare la discussione alla
letteratura italiana e a Mazzini, vorremmo anche vedere se le idee degli intellettuali che hanno pensato la
letteratura europea sono ancora valide nel dibattito odierno. Lo scopo di questa giornata di studi è la
creazione di una «galerie de portraits» di letterati, che hanno argomentato la necessità di aprire le porte
della letteratura nazionale e che si sono soffermati sul rapporto fra letteratura nazionale e letteratura
europea.
Non si tratta qui di commentare i testi canonici della letteratura europea, né di mettere a fuoco i
grandi autori che, come Dante o Balzac, hanno oltrepassato le frontiere delle proprie culture e lingue
nazionali e ottenuto un successo europeo. Cercheremo piuttosto di presentare discorsi di scrittori che,
pur comprendendo il carattere utopistico della letteratura europea, hanno malgrado tutto sottolineato la
loro preoccupazione di trovare una maniera adatta, conveniente, per abbracciare quest'ultima, definirla,
valorizzarla, accelerarla! E soprattutto ci augureremmo di mettere in relazione il loro discorso con le
ricerche attuali sul concetto di letteratura europea.
Bibliografia
Roberto Antonelli, «Sul senso e sulle prospettive di una ricerca. Note preliminari»,
URL: http://w3.uniroma1.it/studieuropei/ilcanone/senso_e_prospettive.htm
Pascale Casanova, « European Literature: Simply a Higher Degree of Universality?», «Literature for
Europe?», a cura di Theo d Haen e Iannis Goerlandt, Amsterdam, New York, Rodopi, Studies in
Comparative Literature, 2009
Remo Ceserani, Giuliana Benvenuti, La letteratura nell’età globale, Il Mulino, 2012.
Francis Claudon, Les grands mouvements littéraires européens, Paris, Armand Colin, 2008.
Pascal Dethurens, De l'Europe en littérature. Création littéraire et culture européenne au temps de la
crise de l'esprit (1918-1939), Genève, Droz, 2002.
Theo d’Haen et Iannis Goerlandt (sous la dir.de), «Literature for Europe?», Amsterdam, New York,
Rodopi, Studies in Comparative Literature, 2009
Anna Teresa Ossani, Letteratura e politica in Giuseppe Mazzini, Urbino, Argalia, 1973.
«Literature for Europe», a cura di Theo d Haen e Iannis Goerlandt, Amsterdam, New York, Rodopi,
Studies in Comparative Literature, 2009.
Giuseppe Mazzini, «D’una letteratura europea (1829)», Opere, a c. di L.Salvatorelli, Milano, Rizzoli, 1967,
vol.2. , p.81-122.
Organizzazione: Alexandra Vranceanu (Universitatea Bucureşti), Angelo Pagliardini
(Universität Innsbruck)