Tutti scoprono Veltroni, perfino i Ds. Sarà il leader

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Tutti scoprono Veltroni, perfino i Ds. Sarà il leader
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STAMPA
CENTRODESTRA AL QUIRINALE
NEL
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Il web d
dici
delle ra
tito
del Par
atico
democr
Liberazione,
giornale troppo
sciolto per
Rifondazione?
Vanno divisi e senza Udc, scendono
più divisi e più confusi. Con Veltroni
che riapre i giochi nella palude Cdl
GIOVEDÌ 21 GIUGNO 2007
BLOGcute
Pronti, via
al festival
della fiction
nostrana
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46)
ART.1, COMMA 1, DCB ROMA
PARTITO DEMOCRATICO
seven
TV
D.L.
ANNO V • N°123 • € 1,00
Una svolta in pochi giorni per la guida del Partito democratico. «Non aspetterete»
Ratzinger
liberalizza
il latino
ALDO MARIA
VALLI
A
rriva l’estate e finalmente dalla scrivania del papa dovrebbero essere rimossi due dossier
che hanno soggiornato lì a lungo,
con molti su e giù fra appartamento pontificio, segreteria di stato e
vari dicasteri vaticani.
Il primo documento è il motu
proprio sulla messa in latino secondo il rito di san Pio V. La firma
del papa già c’è, mentre ancora si
sta lavorando alle traduzioni in
diverse lingue. Nella nota esplicativa Benedetto XVI, rivolgendosi
ai vescovi di tutto il mondo, chiederà di accogliere il documento
È riduttivo
con serenità
pensare che
e pazienza.
sia solo una
Parole signimanovra per ficative, visto
il fuoco di
recuperare
sbarramento da parte di
i lefebvriani
alcuni pastori (vedi conferenza episcopale francese). Papa
Benedetto, liturgista appassionato, non ha mai fatto mistero del
suo amore per il latino, il gregoriano, la tradizione. Del documento
pontificio si è parlato come di una
manovra per recuperare i lefebvriani, che si sono sempre opposti al rinnovamento conciliare,
ma è una lettura riduttiva. Benedetto ha deciso di liberalizzare la
messa secondo il rito tridentino
perché la ritiene una ricchezza per
la Chiesa universale, che d’altra
parte (è il caso dei riti orientali) ha
sempre garantito la pluralità e valorizzato le peculiarità legate alla
storia e alla tradizione.
Attualmente chi voglia celebrare la messa secondo l’antico
rito deve chiedere il permesso al
vescovo diocesano, il quale può
concedere una speciale dispensa.
Dopo l’entrata in vigore del motu
proprio (ovvero documento redatto
dal papa di propria iniziativa, non
proposto dalla curia romana) i fedeli desiderosi di prendere parte
alla messa in latino non dovranno
far altro che rivolgersi al parroco.
L’unico vincolo previsto è che i richiedenti siano almeno trenta. Nel
rito preconciliare il sacerdote volge le spalle ai fedeli e celebra rivolto al tabernacolo. Per meglio seguire la liturgia è previsto che il
messalino riporti la traduzione dal
latino alla lingua nazionale.
La vera domanda comunque è:
ma i preti lo sanno ancora il latino?
SEGUE A PAGINA 9
Tutti scoprono Veltroni,
perfino i Ds. Sarà il leader
Rimarrà sindaco. Fassino apre la strada alla candidatura per le primarie
«N
on aspetterete molto».
Forse già nella gornata
di oggi Walter Veltroni annuncerà
la sua scesa in campo per la leadership del Partito democratico.
Sarà lui, con ogni probabilità, il
nome più forte che gli elettori ulivisti troverano sulle schede il 14
ottobre. Anche ieri sono giunti al
sindaco di Roma pressanti inviti a
candidarsi. E si può dire che da
Prodi (c’è stato un incontro di 45
minuti), a Fassino, da Rutelli a
D’Alema sia un coro unanime.
È trapelata la volontà di Veltroni di restare sindaco di Roma perché «questo è un impegno preso
con i cittadini» e la richiesta di
essere coadiuvato da personalità
politicamente forti. Come vice,
l’unico nome che si fa è quello di
Dario Franceschini. A PAGINA 3
Il sindaco detta
le condizioni
Un coro: «Siamo
tutti veltroniani»
MARIO LAVIA
Realacci: «Ci sono
anche gli eco-dem»
Studi di settore,
si cerca il dialogo
A PAGINA
3
“iMille”
per il Pd
Leader
si diventa
MARCO
SIMONI
MARIO
RODRIGUEZ
RAFFAELLA CASCIOLI
La Tav piace a Parigi.
Ma la Ue incalza
GIANNI DEL VECCHIO
A PAGINA 4
S
otto la scorza un po’ stantia
della politica italiana, che
sembra paralizzata in coazioni a
ripetere mentre da ormai quindici
anni il paese è in stagnazione economica, culturale, sociale, si muovono tantissime energie.
SEGUE A PAGINA 2
L’
assemblea costituente di ottobre appare un megacongresso
di un partito che c’è già dove gli organismi contano più delle mozioni,
la commissione elettorale conta più
di quella politica. E così di nuovo si
va a sbattere sulla questione del nome del leader.
SEGUE A PAGINA 4
PRODI ANNUNCIA L’AVVICENDAMENTO DI DE GENNARO
Polizia, si cambia
«I
sette anni sono già scaduti, ma noi non
abbiamo proceduto alla sostituzione.
Nel cambiamento che ci sarà, ci sarà un’ampia
consultazione dell’opposizione». Così il premier Prodi, al question time alla camera, ha
annunciato l’avvicendamento («convenuto»)
del prefetto Gianni De Gennaro, confermando «la piena fiducia» anche alle forze di polizia che guida. Per l’opposizione si tratta di «un
atto di arroganza».
(Agf)
La pagina
della cultura
Mentre a palazzo Chigi
si cerca l’intesa, fiorisce
la saggistica sul tema
della previdenza
RAFFAELLA CASCIOLI
A PAGINA
8
C’
era grande fermento nei corridoi che incorniciavano la
sala dei 45, lunedì pomeriggio. Un
fermento e un’intensità che difficilmente si potevano riscontrare
in tante precedenti occasioni di
dibattito politico, nei congressi o
nei vertici di partito. Si aveva come
l’impressione che stesse covando
qualcosa di diverso, di inedito, che
assomigliava alla nascita (o alla
rinascita), più che al ristagno, più
che all’attaccamento al potere.
Era capitata per caso l’occasione per me di essere presente in
quella situazione. Dovevo svolgere
una breve presentazione sull’andamento dei consensi e delle opinioni degli elettori nell’ultimo
anno.
SEGUE A PAGINA 2
R O B I N
Sguardo
Era in imbarazzo perfino D’Alema, in tv. Per Bersani, quando lui
e Fassino andarono da Fazio a
parlare di Unipol «era solo per uno
sguardo». Uno sguardo. Qualcosa
di meno di un bacio in fronte.
Duro come Survivor, ma il vincitore sarà l’uomo più potente della Terra
Il reality più pazzo del mondo
MARILISA
PALUMBO
PENSIONI, PAURA
DI CAMBIARE
PAOLO
NATALE
GIANNI DEL VECCHIO
GOVERNO
Oggi si parla
di ammortizzatori
Io nelle stanze
del potere
P
articipereste a un reality che
prevede privazione del sonno, pasti rari e disordinati, centinaia di migliaia di fan da blandire e di contestatori da placare?
Dove non vi pagano la diaria e la
quota di partecipazione viaggia
sulle decine di milioni di dollari?
In cui siete costretti a intrattenervi cordialmente con ogni specie umana, dai cowboy ai nascar
dads alle soccer mums, costretti a
ripetere lo stesso discorso, gli
stessi slogan, le stesse barzellette, costantemente inseguiti da
mandrie di bestie feroci?
Un po’ Survivor, un po’ Grande Fratello, un tocco di Amici di
Maria de Filippi e qualcosa di
Ballando sotto le stelle, ecco a voi
Big President 2008. Il premio finale è molto, molto più alto di
quello di tutti i reality messi insieme: quattro anni alla Casa
Bianca.
Per arrivarci però, la strada
non è mai stata tanto scoscesa
come questa volta. Una campagna elettorale cominciata due
anni prima del voto che con il
dirompente ingresso dei new media ha assunto un sapore marcatamente orwelliano.
SEGUE A PAGINA 5
OGGI
“LA RIVISTA DELLE FONDAZIONI”
edita da Allegra onlus
in omaggio con EUROPA
(solo nelle edicole di Roma)
I rischi
del “giovane”
Walter
È
adesso che arrivano i problemi
per Walter Veltroni. Adesso
che dalle Alpi al Lilibeo è tutto un
coro, e già le primarie del 14 ottobre si sono trasformate: non più
confronto senza rete fra generazioni di dirigenti, bensì plebiscito
popolare per colui che salverà il
centrosinistra dal disastro.
Proprio qui si annida il primo
rischio: che l’investitura per il leader del Partito democratico faccia
svanire
l’elemento
della comTutto facile
petizione,
per lui. Ma
che avrebgli conviene
be dato vela gara, e non rità alle
primarie.
accettare
Interesse
le false tutele di Veltroni,
adesso, è
che questo
carattere invece rimanga. Può darsi che big e semi-big facciano adesso tutti un passo indietro: dovrebbero avanzare allora figure inedite.
Pur sostenendo da tempo che al
sindaco di Roma, nel Pd, non c’è
alternativa, suggeriamo ai competitors qualche argomento: per esempio, questo Veltroni non è esattamente la nuova politica, né il ricambio generazionale. Basta, altri
consigli non ne diamo.
Il secondo rischio, connesso al
primo, s’è materializzato ieri quando il segretario dei Ds ha annunciato che «tutto il partito» sosterrà
Veltroni. È chiaro che questo è
quanto il sindaco gli aveva chiesto
di dire. Ma, oltre a essere un po’ un
tradimento dello spirito delle primarie di un partito nuovo dove
non ci sono più Ds e Dl, questa è
anche autentica ipocrisia.
Sono almeno sei anni che Veltroni è considerato un alieno, se
non peggio, nella Quercia. La mitologia fassiniana è costruita esattamente sui miracoli di colui che,
succedendo a Veltroni alla guida
del partito, ne riparò gli immensi
danni. Per quanto dispersi e acefali, gli ex-dalemiani accorrerebbero
tutti a una ipotetica Woodstock dei
nemici di Walter.
«L’appoggio del partito», quindi, è solo l’eterno ritorno del meccanismo familistico (descritto da
Andrea Romano, dalemiano tradito) per cui i dirigenti ex comunisti
si combattono in silenzio e si sostengono in pubblico. Veltroni sarà
bravo se, incassando come è ovvio
«l’appoggio del partito», romperà
la liturgia, della quale è stato anche
vittima.
SEGUE A PAGINA 9
Chiuso in redazione alle 20,30
@ Oggi e domani sbarca a Roma la Campagna per gli obiettivi del Millennio @ In tutta Europa oggi è la Festa della musica
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