Galatti relazione stratigrafica

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Galatti relazione stratigrafica
PROVINCIA DI TRIESTE
Area Servizi Tecnici
Funzione Opere Edili
Palazzo Galatti
piazza Vittorio Veneto 4, Trieste
Lavori di manutenzione straordinaria per
la sostituzione della pavimentazione e della
tappezzeria della sala del Consiglio e per
la ritinteggiatura dei vani scala (...).
Esecuzione di saggi stratigrafici su porte,
intonaci e stucchi dell'atrio e dei vani scala,
sulla scultura in gesso dell'atrio, sulla
ringhiera dello scalone principale
e sulle porte degli ambienti interni.
RELAZIONE CONCLUSIVA
NEVYJEL & RAGAZZONI
RESTAURO D’OPERE D’ARTE snc
di Giovanna Nevyjel & C.
Via San Servolo 11 34137 Trieste
P. I V A e C . F. 0 0 9 7 7 7 4 0 3 2 3
I scritta Reg. Impr. CCIAA di Trieste
Certificazione SOA Cat. OS2 Class.I
NEVYJEL
& RAGAZZONI
RESTAURO D’OPERE D’ARTE snc
Indice
Introduzione
p. 3
Indagini stratigrafiche
p. 4
Documentazione fotografica
p. 7
Intervento di recupero
p. 16
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Introduzione
Palazzo Galatti, costruito nel 1896 ad opera dell'architetto Carlo Cambiagio, rappresenta
tipicamente lo stile eclettico di molti edifici sorti a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento
nel nord Italia. Gli interni, pur nella ricchezza dei decori ornamentali, di derivazione
classicheggiante, sono improntati ad una sobrietà che metteva in risalto la scelta e la
particolare finitura dei materiali impiegati. Cornici modanate, elementi decorativi plastici
e rivestimenti architettonici sono realizzati in stucco, tecnica che prevede l'applicazione
di un'amalgama di calce mista a polvere di marmo, applicata a più mani, lavorata a
spatola e pennello per ottenere, grazie anche all'impiego di additivi, superfici preziose,
dalla caratteristica lucentezza. Analogamente, le campiture di fondo sono di marmorino
(ancora calce e polvere di marmo) con una finitura liscia ma non levigata. Le differenti
qualità materiche dei rivestimenti, creavano di per sè un gioco di contrasti in risposta
alla luce, senza ricorrere peraltro a contrapposizioni decise di colore.
I materiali impiegati e le modalità di lavorazione di malte a spessore e a rilievo1 si
presentano sostanzialmente omogenei e rispondono a criteri di lavorazione che
preannunciano l'imminente passaggio da una produzione strettamente artigianale alla
fabbricazione seriale di elementi plastici. La modellazione delle cornici è stata effettuata,
verosimilmente, con l'uso di sagome (solitamente di legno duro, come pero o melo) che
riproducevano il profilo della modanatura al negativo; i motivi decorativi fitomorfi, invece,
appaiono realizzati a stampo e successivamente incollati sull'intonaco di fondo. Negli
impasti adoperati per lo strato di corpo, si rileva l'impiego di gesso, variamente mescolato
con la calce, secondo una metodica riscontrata spesso in area lombarda, specie negli
ambienti interni. Nell'amalgama dello strato di finitura non si evidenzia visivamente la
presenza di gesso che, tuttavia, non va esclusa a priori e può essere eventualmente
quantificata da opportune analisi chimico fisiche.
Le porte dell'ingresso, del vano scale e degli ambienti interni si inseriscono
architettonicamente nell'impianto decorativo con una ricca cornice in stucco e - sui
pianerottoli e all'interno - con abbondanza di dorature a foglia d'oro. Anche la ringhiera
in ferro battuto dello scalone principale presentava originariamente una finitura raffinata,
a foglia d'oro, ora purtroppo coperta da due strati successivi di vernice. La scultura in
gesso dell'atrio, inserita in una nicchia architettonica rivestita di stucco, era invece
patinata con una pigmentazione che animava realisticamente la figura femminile, creando,
si presume, un impatto visivo di grande effetto, molto diverso dall'uniforme superficie
bianca, di sapore neoclassico, apprezzabile oggi, conseguenza di ripetuti interventi di
manutenzione.
1. Con "malta a spessore" si intende la superficie decorata e continua di un elemento costruttivo od
ornamentale, mentre rientra nella definizione di "malta a rilievo" la decorazione che fuoriesce o che rientra
rispetto all'ideale superficie di base di un elemento costruttivo od ornamentale (Raccomandazione Normal
23/87 "Terminologia tecnica: definizione e descrizione delle malte - Malte per decorazione").
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Indagini stratigrafiche
L'ingresso principale, di ampie proporzioni, destinato al passaggio delle carrozze, presenta
un apparato decorativo variamente articolato che introduce alla ricca ornamentazione
degli ambienti interni (fig. 1). Le pareti sono delimitate alla sommità da una cornice, alta
20 cm, che corre lungo tutto il perimetro del soffitto. Al di sotto di questa la parete risulta
riquadrata da una cornice modanata, di 7 cm, che delimita una porzione di parete a sua
volta ripartita in riquadrature minori da una cornice più sottile (alta 5 cm). Le cornici sono
in stucco con le superfici levigate di colore grigio chiaro d'intonazione calda forse per
richiamare la pietra d'Aurisina che, nell'ingresso, si ritrova sugli scalini e sullo zoccolo
del basamento, nonché sulla facciata esterna dell'edificio. Le specchiature sono costituite
da marmorino realizzato con un impasto di calce e polvere di marmo di granulometria
sottile, tirato a spatola e lisciato. Il colore giallo chiaro della superficie liscia crea uno
stacco contenuto con le cornici, forse un pò più deciso in corrispondenza della cornice
perimetrale modanata la cui intonazione grigio chiaro appare più carica e tendente
all'ocra (figg. 4, 6). ll soffitto dell'ingresso è ripartito in due rettangoli delimitati da una
doppia cornice scandita dall'inserimento di fiori in stucco (fig. 2). Al centro di ogni
rettangolo è poi stato posto un rosone di forma circolare con motivi fitomorfi. Come per
le pareti, la finitura delle superfici è a calce e polvere di marmo: cornici e decorazioni
plastiche sono di colore grigio chiaro, mentre le campiture lisce sono giallo chiaro, quasi
avorio.
Le quattro porte dell'ingresso sono inserite in una cornice architettonica rivestita in stucco
color ocra (fig. 5) che crea uno stacco particolare con i sottostanti gradini in pietra
calcarea d'Aurisina e con le lastre dello zoccolo, anch'esse in pietra d'Aurisina nella
varietà denominata "Repen" (fig. 3). Le quattro porte lignee sono trattate con una finitura
a vernice effetto "finto legno" stesa su un'imprimitura gessosa sottile e discontinua.
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La decorazione plastica del vano scale riprende e continua coerentemente la ripartizione
architettonica dell'ingresso. Fra pareti e soffitto vi è la cesura data dalla cornice perimetrale
modanata, alta 20 cm, che, come nell'esempio precedente, delimita superiormente le
pareti. Quest'ultime sono riquadrate da due serie di cornici, di 7 e 5 cm, che sottolineano
i diversi andamenti architettonici di scale, porte e pianerottoli. Le cornici sono in stucco
grigio chiaro, mentre le specchiature, lavorate a marmorino, sono di colore giallo chiaro
(figg. 10, 13). Attualmente la parte inferiore delle pareti è coperata da uno strato di malta
che sormonta l'originaria finitura a marmorino. Lo zoccolo è invece costituito da una
serie di lastre di marmo verde venato (fig. 17); in alcuni punti, in seguito ad evidenti
interventi di recupero, il marmo è stato riprodotto su malta con colori ad olio, per
dissimulare delle mancanze. I soffitti sono riquadrati da una cornice arricchita ai quattro
angoli da una decorazione con motivi vegetali (figg. 7, 8, 14); al centro di ogni specchiatura
si trova un rosone, con decorazione floreale, di forma circolare nelle specchiature
quadrate e ad andamento longitudinale in quelle rettangolari (figg. 11, 12). Cornici e
decorazioni plastiche sono in stucco di colore grigio chiaro, quasi beige, mentre le
specchiature di marmorino sono di colore avorio (figg. 7 - 9).
Al piano terra, nell'atrio, si apre una nicchia in stucco entro la quale campeggia una
scultura in gesso con sembianze femminili e con in mano una fiaccola (fig. 20). L'allusione
alle attività industriali intraprese da Giorgio Galatti, e in particolare all'energia elettrica,
appare evidente. La nicchia, di gusto classicheggiante, ha una finitura a stucco di colore
avorio con almeno due successive mani di tempera bianca stesa, nel corso di interventi
pregressi, su tutta la superficie (fig. 19). Anche sulla statua sono evidenti i segni di più
interventi di restauro. I tasselli stratigrafici realizzati, oltre a rilevare la presenza di
numerose stesure di colore a tempera e a smalto, hanno messo in luce la finitura
originaria dell'opera che versa in condizioni critiche. Il manufatto è in gesso, patinato,
presumibilmente, con l'impiego di pigmenti in polvere e di un legante organico quale,
ad esempio, l'olio di lino cotto. La natura igroscopica del gesso, nonché le proporzioni
considerevoli dell'opera, non hanno certamente favorito la sua conservazione. In più
punti si osservano infatti dei fenomeni di sfarinamento dovuti all'azione dell'umidità.
Particolarmente compromessa appare poi la patinatura che si deduce fosse realizzata
a velatura per ottenere una pigmentazione translucida, quasi evanescente, ad imitazione
di superfici preziose. L'incarnato della statua è leggermente colorato con ocra rossa
tanto da risultare rosato (fig. 20). Altre zone, come il bordo del manto che cinge in vita
la figura o i capelli, sono invece di colore più carico tendente all'ocra o al rosso.
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La stessa delicatezza di toni doveva avere la ringhiera che orna lo scalone principale.
In ferro battuto estremamente raffinata, con racemi, foglie e corolle, ora si presenta
ricoperta da una una pittura a smalto di colore marrone scuro con tocchi di rosso ad
imitazione, forse, del ferro ossidato (fig. 23). Al di sotto di quest'ultimo livello di colore
si è ritrovato uno strato di vernice verde chiaro che si sovrappone, a sua volta, alla
pellicola pittorica originaria risultata essere particolarmente raffinata e complessa. Su
una stesura uniforme di intonazione avorio, infatti, si staccano i petali delle foglie
leggermente pigmentati di rosa e con un bottone realizzato a foglia d'oro al centro (fig.
21). Anche le colonnine che sostengono il corrimanono appaiono riccamente decorate
con una serie di filetti a foglia d'oro (fig. 22).
Le porte e le finestre del vano scale e degli ambienti interni sono inserite nell'impianto
decorativo generale grazie alla cornice, resa da una struttura architettonica particolarmente
articolata. Gli elementi ornamentali, come le cornici ad ovuli, sono di derivazione classica,
anche se con ampie deroghe a diverse suggestioni stilistiche (figg. 24 - 27). Il risultato
è comunque equilibrato e armonizzato al resto dall'uniformità data alle superfici. Le
cornici architettoniche hanno tutte, infatti, una finitura a stucco di colore beige tendente
all'ocra, e sono impreziosite dalla doratura a foglia d'oro di numerosi particolari (fig. 27).
Le porte e le finestre in legno incorniciate dagli elementi architettonici in stucco sono
state trattate, invece, secondo due modalità differenti: quelle situate sul vano scale erano
dipinte a finto legno, mentre quelle degli ambienti interni rimprendevano, nella tonalità
beige della pittura a smalto e nella doratura a foglia d'oro, l'impianto della cornice
circostante. Attualmente, le finiture di porte e cornici sono nascoste da numerosi strati
di pittura a smalto e le dorature sono state rifatte applicando a pennello oro falso in
polvere ("porporina") che nel corso del tempo si è ossidato diventando scuro.
Le finiture adottate nel vano scale secondario (su via Geppa) appaiono notevolmente
semplificate. Sulle pareti i tasselli stratigrafici effettuati hanno individuato una stesura
di marmorino pigmentato nei toni dell'ocra, lungo la fascia inferiore, e di colore avorio
sulle campiture superiori (fig. 30). Le porte del vano scale secondario, dipinte a finto
legno (fig. 31), hanno una ricca cornice in legno intagliato dove si sovrappongono motivi
vegetali ad elementi architettonici. La finitura originale di queste cornici è a vernice, color
marrone scuro che si accompagna al tono della porta (figg. 28, 29).
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PALAZZO
G A L AT T I
INGRESSO
PRINCIPALE
1. Visione d'insieme dell'ingresso
2.
Particolare
ornamentale del soffitto
dell'ingresso con lo strato
in stucco messo in luce.
3. Ingresso principale: marciapiede e gradini in pietra
calcarea d'Aurisina e zoccolo nella varietà d'Aurisina
denominata "Repen".
7
PALAZZO
G A L AT T I
INGRESSO
PRINCIPALE
4. Tassello stratigrafico eseguito sulla parete
dell'ingresso
5. Messa in luce della finitura in stucco 6. Tassello stratigrafico eseguito sulla parete d'ingresso
color ocra delle cornici architettoniche in prossimità di una delle quattro porte.
delle porte dell'ingresso.
8
PALAZZO
G A L AT T I
A T R I O
SOFFITTO
E PAR ETI
7. Tasselli stratigrafici eseguiti su soffitto e pareti del
vano scale.
8. Decorazione floreale del soffitto dell'atrio con tasselli
stratigrafici.
1. Lunetta con la Sepoltura di Cristo prima dell’intervento
9. Dettaglio di un tassello 10. Tasselli stratigrafici eseguiti sulla parete dell'atrio.
stratigrafico eseguito sul soffitto
dell'atrio.
9
PALAZZO
G A L AT T I
A T R I O
V A N O
S C A L E
11. Rosone con motivi floreali del sottoscala.
12. Tasselli stratigrafici del sottoscala.
13. Dettaglio di un tassello stratigrafico
eseguito sulla cornice perimetrale del
soffitto.
14. Dettaglio di un tassello stratigrafico del sottoscala.
10
PALAZZO
G A L AT T I
A T R I O
D E T TA G L I
15. Dettaglio di un tassello stratigrafico realizzato sulla
parete dell'atrio
16. Messa in luce della cornice in stucco
e della finitura a marmorino originali.
17. Zoccolo dell'atrio costituito da lastre di marmo
verde venato.
11
PALAZZO
G A L AT T I
A T R I O
S C U LT U R A
IN GESSO
18. Tassello di scopritura sulla scultura in gesso.
19. Ornamentazione in stucco della
nicchia con tassello di scopritura.
20. Nicchia con scultura in gesso rappresentante
l'Energia elettrica.
12
PALAZZO
G A L AT T I
SCALONE
PRINCIPALE
21. Particolare del tassello di scopritura con elemento
dorato al centro.
22. Tasselli stratigrafici con filettature a
foglia d'oro.
23. Ringhiera in ferro battuto dello scalone principale
con messa in luce parziale dello strato originario.
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PALAZZO
G A L AT T I
P O R T E
V A N O
S C A L E
INTERNO
24. Decorazione di una delle porte dei vani interni con
tasselli di scopritura
25. Decorazione in stucco posta sopra la finestra del
vano scale
26. Mensola in stucco di una finestra del
vano scale.
27. Decorazione in stucco posta sopra una delle porte
del vano scale.
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PALAZZO
G A L AT T I
P O R T E
V A N O
S C A L E
SECONDARIO
28. Dettaglio della cornice intagliata posta
su una porta del vano scale secondario.
29. Tassello stratigrafico eseguito sulla
cornice intagliata posta su una porta del
vano scale secondario.
30. Tasseli di scopritura effettuati sulla 31. Finitura a finto legno su una porta del vano scale
parete del vano scale secondario. secondario.
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Intervento di recupero
Tutti i rivestimenti architettonici descritti sono ora coperti da numerose stesure di pittura
a smalto e a tempera. Gli originari rapporti cromatici tra elementi plastici e campiture
risultano alterati e le parti modellate, spesso ricoperte da strati corposi, di gesso o di
cementite, sono appiattite e prive dell'originario risalto. Appare quindi necessario, ove
possibile, liberare la materia originaria dagli strati sovrapposti impiegando sistemi
meccanici e ricorrendo, eventualmente, all'applicazione preventiva di impacchi emollienti
per facilitarne l'asportazione o provocarne la solubilizzazione di qualche componente.
Il recupero integrale delle superfici originali è comunque soggetto a numerose incognite
legate, soprattutto, alla quantità effettiva di materiale esistente e al suo stato di
conservazione. Si suppone, infatti, che gli interventi di manutenzione che si sono succeduti
con cadenza regolare nell'edificio siano stati determinati da precisi fattori di degrado.
La riproposta delle finiture originali dovrebbe prevedere quindi il riconoscimento delle
qualità materiche e cromatiche dei materiali impiegati, per la messa a punto in loco di
una campionatura improntata al carattere di unitarietà che contraddistingue gli interni
di Palazzo Galatti.
Il risarcimento materico e cromatico delle mancanze segue, in ogni caso, la fase di
consolidamento e ancoraggio delle parti pericolanti, nonché il controllo accurato della
stabilità di tutti gli elementi. In presenza di difetti di adesione di lieve entità si propone
l'impiego di emulsioni acriliche o viniliche applicate o iniettate in corrispondenza degli
stacchi e ricorrendo, all'occorrenza, all'impiego di elementi di sostegno come la fibra di
vetro o giunti in resina termoplastica. Per assicurare al supporto eventuali elementi
pericolanti si interviene con ancoraggi sulla struttura portante effettuati con perni in vetro
resina o in acciaio inox filettato e resina epossidica.
Il restauro della scultura in gesso raffigurante l'Energia elettrica, considerata la fragilità
della pellicola pittorica originale, va condotto assottigliando progressivamentecon sistemi
meccanici gli strati sovrapposti e testando, con opportune campionature, l'effetto
dell'applicazione di impacchi emollienti (debolmente basici o con solvente) sulla finitura
originale del manufatto e sul supporto in gesso. Per differenziare matericamente l'intervento
del restauratore si propone di risarcire le lacune con uno stucco a base di cellulosa, tipo
Polyfilla, e di integrare cromaticamente le stuccature con colori ad acquerello stesi a
velatura.
Le vernici applicate nel corso di restauri pregressi su porte e elementi lignei in generale
vanno asportate meccanicamente, o a solvente, per recuperare ove possibile la pellicola
pittorica sottostante o applicare, eventualmente, una finitura che riproponga materiali
e qualità estetiche dell'originale, dopo aver ristabilito la funzionalità del manufatto.
Analoga impostazione andrebbe mantenuta nel recupero della ringhiera in ferro battutto
dello scalone principale, in origine impreziosita da una delicata decorazione a smalto
con dorature a foglia d'oro. Si propone di intervenire preliminarmente con una serie di
tasselli di scopritura per valutare il grado di recupero da mettere in atto e il possibile
livello di integrazione delle lacune, soprattutto in riferimento al risarcimento delle
mancanze di foglia d'oro.
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