RASSEGNA STAMPA SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE

Transcript

RASSEGNA STAMPA SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE
RASSEGNA STAMPA
SISTEMA AGROALIMENTARE E FILIERE DEL PIEMONTE
Febbraio 2011
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
I LINK DELLA RASSEGNA STAMPA
AGRISOLE
www.agrisole.it
AGRICOLTURA ITALIANA ON – LINE
http://www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/attualit/news
L’INFOMATORE AGRARIO
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/infoagri/lia4707/sommario.asp
IL VELINO
http://www.ilvelino.it/canale.php?IdCanale=4
TERRA E VITA
http://www.edagricole.it/terraevita/default.asp
ERMESAGRICOLTURA
http://www.ermesagricoltura.it/Informazioni/Agricoltura
AGRIREGIONIEUROPA
http://agriregionieuropa.univpm.it/
ENTE RISI
http://www.enterisi.it/index.jsp
REGIONE PIEMONTE
http://www.regione.piemonte.it/
COLDIRETTI
http://www.coldiretti.it/
CIA
http://www.cia.it/cia/
MONDO AGRICOLO – Rivista Confagricoltura on line
http://www.mondoagricolo.crol.it/index.asp
NEWSFOOD.COM
http://www.newsfood.com
INEA – RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
http://www.inea.it/rassegna/index.cfm
IL NOTIZIARIO AGRICOLO
http://www.asti.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_ASTI_STRUTTURA%7C10310473&ssostatus=ANO
NYMOUS
IL COLTIVATORE PIEMONTESE
http://www.torino.coldiretti.it/Default.aspx?KeyPub=GP_CD_TORINO_ATTIVITA%7C10310960&ssostatus=A
NONYMOUS,
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
2
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
IL COLTIVATORE CUNEESE
http://www.agricolbiz.it/coltivatore.asp?artic=1120&start=999999999.
L’ARATRO
http://www.confagricolturalessandria.it/aratro.htm:
completamente scaricabile dal sito; contiene informazioni soprattutto interessante per la filiera del vino,
delle orticole/frutta e delle bioenergie.
ASSOCIAZIONE STAMPA AGROALIMENTARE ITALIANA
http://www.asa-press.com/
ITALIAOGGI
http://www.italiaoggi.it/giornali/giornali.asp?codiciTestate=1&codTt=(AO)&argomento=AgricolturaOggi
VENETO AGRICOLTURA
http://www.venetoagricoltura.org/content.php?IDSX=19&SIDSX=81)
Rapporto sul mercato del frumento, del mais e della soia: viene aggiornato periodicamente
Bollettino "Il florovivaismo Veneto": viene aggiornato periodicamente
MIDA AGRICOLTURA
http://www.midagri.inea.it/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Sito su cui navigare per scaricare materiale vario del settore agroalimentare
DATI ANNUALI SULLE SUPERFICI E LE UTILIZZAZIONI FORESTALI
http://www.istat.it/agricoltura/datiagri/foreste/
COMMISIONE UE SULL’AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE
http://ec.europa.eu/agriculture/index_it.htm
Vi segnaliamo inoltre di monitorare i siti:
http://www.newsfood.com/
che offre una finestra panoramica sul settore agroalimentare nelle sue diverse componenti.
http://www.milkmaps.com/
che fornisce in particolare informazioni sulla dislocazione dei distributori automatici di latte crudo in
Italia.
http://agricolturaonweb.imagelinenetwork.
che offra una panoramica sulle ultime notizie del settore agroalimentare italiano e europeo.
Siti energie rinnovabili:
http://www.fonti-rinnovabili.it/index.php
http://atlasole.gsel.it/viewer.htm
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
3
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA
Riportiamo il sommario delle riviste e delle newsletter scaricabili on line di maggior interesse per tutte le
filiere del sistema agroalimentare piemontese. Per scaricare il testo degli articoli occorre collegarsi al link
indicato oppure al link che compare come collegamento ipertestuale.
Dal link http://www.agrisole.it/ è possibile scaricare la prima pagina e gli articoli di primo piano dei
numeri n° 3, 4, 5, 6, e 8. Nel numero 3 vi segnaliamo a pag. 3 “Il flop italiano dell’interprofessione” e
“Tensione per il grano tenero anche per le difficoltà logistiche” insieme con “Latte e formaggi sono in
ripresa ma prevalgono gli accordi spot”, a pag. 5 “Dossina, si alza lo scudo della Salute”, a pag. 6 “ Un
miliardo di bottiglie certificate”. Nel numero 4 troverete articoli interessanti a pag. 3 “L’etichetta diventa
un passaporto” e “Ma Bruxelles accende i riflettori e chiede chiarimenti sui trasformati”, a pag. 5 “ Studio
sul dopo Pac 2013, Così la produzione rischia di non coprire la domanda globale” e “Cereali, quarto bando
di gara per l’acquisto di scorte” e infine “Latte in polvere: in vendita dagli stock 5.400 tonnellate”, a pag.
8 “La UE studia lo stoccaggio privato per i suini”, a pag. 9 “Un fixing unico per il Parmigiano” e uno
speciale sulla filiera vino. Segnaliamo articoli interessanti nel numero 5 a pag. 2 “ Etichetta, aperti i tavoli
per salumi e lattiero-caseari”, a pag. 3 “Multe latte, un altro blitz della Lega”, a pag. 4 “La distillazione
di crisi diventa DOC”, a pag.5 “Ortofrutta, l’OCM non può attendere”, a pag. 8 “Pesche speciali, terapia
d’emergenza”, a pag.9 “Suinicoltura, subito lo stato di crisi”, a pag. 11 “Osservatori Ismea: Consumi
alimentari, bio scaccia-crisi” e uno speciale cereali. Nel numero 6 troverete articoli interessanti a pag. 3
“Etichetta, primo stop da Bruxelles” a pag. 6 “Vino, giochi aperti sulla deregulation”, a pag. 7 “Una
strategia Ue contro la volatilità”, a pag. 9 “Vola la spesa nei farmer market”, a pag. 10 “L’agricoltura ora
è più sostenibile” e uno speciale sullo zootecnia.
Nell’ultimo numero, 8/2011, vi segnaliamo articoli interessanti a pag. 3 “Multe latte, slittano 7 milioni di
rate”, a pag. 5 “Decollano gli investimenti in cantina”, a pag. 6 “Sospesi fino a giugno i dazi per i cereali
destinati ai mangimi” e “Suini, finora 129mila tonnellate all’ammasso privato”, a pag.9 “Pomodoro,
prezzo ritoccato del 26%”, a pag.11 “Il tetto per le colture da biogas divide le organizzazioni agricole”.
Dal link http://www.edagricole.it/terraevita/default.asp è scaricabile il pdf dei sommari dei numeri 3, 4,
5, 6, 7 e 8 del 2011. Nel numero potete trovare articoli interessanti a pag. 3 “Ortofrutta, sfida Op anche
dopo il 2013”, a pag. 8 “Mercato latte, senza quote”, a pag. 12 “OSSERVATORIO Annata modesta, ma mais
e soia aumenteranno le superfici”, a pag. 17 “INDICAZIONE D’ORIGINE L’etichettatura è legge. Ora la palla
passa a Bruxelles”, a pag. 42 “Parmigiano, i nuovi vincoli possono condizionare i costi”. Nel numero 4 vi
segnaliamo a pag.12 “CEREALI Mais, 2010 piovoso e fresco e le produzioni non decollano”, a pag. 14
“AGROALIMENTARE Parmigiano, i prezzi volano: +19%”, a pag. 15 “MERCATO La rivincita dei vini senza
blasone”. Dei numeri 5 e 6 troverete articoli interessanti rispettivamente a pag. 8 “Nuovo scenario nel
mercato cereali con l’arrivo della crisi nel Maghreb” e a pag. 17 “ZOOTECNIA Suini, necessario lo stato di
crisi”, a pag. 18 “RIFORMA PAC Gioco di squadra per l’ortofrutta”, mentre nel numero 6 a pag. 8 “Pac,
come cambieranno gli aiuti. Quattro ipotesi per il post 2013”, a pag. 15 “ORTOFRUTTA Triplice alleanza in
difesa delle Op”, a pag. 16 “VENDITA DIRETTA Farmers market, i conti in tasca” e uno speciale sul mais e
sullo patata.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
4
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
AGRICOLTURA ITALIANA ON - LINE
Link: http://www.aiol.it/
La Regione Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli
25.02.11
Con la Dgr n. 75-1148 del 30 novembre 2010 la Regione Piemonte ha adottato la Carta della capacità dei
suoli quale strumento cartografico di riferimento sul tema delle potenzialità d’uso dei suoli in Piemonte.
Oltre all’adozione della Carta a scala 1:250.000, utile per studi di area vasta, la delibera adotta anche la
carta a scala 1:50.000 sullo stesso tema, necessaria per valutazioni a scala locale e distribuita on line sul
sito web istituzionale della Regione Piemonte. La delibera ribadisce inoltre che gli studi pedologici
finalizzati alla definizione della classe di capacità d’uso del suolo a scala aziendale devono essere condotti
utilizzando la metodologia regionale per la valutazione della Capacità d’uso a scala aziendale – già
adottata con D.G.R. n. 88 – 13271 dell’ 8 febbraio 2010. Tutti questi strumenti sono un utile supporto per
le Pubbliche amministrazioni piemontesi e per i professionisti nelle diverse fasi di pianificazione,
progettazione e valutazione di interventi che implicano la trasformazione dell’uso del suolo o che
comportano un diffuso utilizzo del territorio, ancorché con caratteristiche di reversibilità a medio-lungo
termine, quali gli impianti fotovoltaici a terra. “Con questo provvedimento, dichiara l’assessore regionale
Claudio Sacchetto, vogliamo garantire la qualità e la produttività dell’agricoltura piemontese. Le aree con
i suoli ad elevata capacità d’uso, infatti, sono quelle ove si possono ottenere colture di qualità con il
minore dispendio energetico, realizzando sistemi produttivi efficaci e sostenibili sotto il profilo
ambientale”. La messa a punto del sistema regionale della Capacità d’uso dei suoli è stata realizzata
dall’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), una società controllata della Regione Piemonte che
vanta una attività trentennale nell’acquisizione e gestione di informazioni sul suolo. “La Regione
Piemonte, afferma Mauro Piazzi, direttore dell’Ipla, è stata la prima in Italia ad affrontare il tema della
capacità d’uso dei suoli con una prima carta pubblicata nel 1982. Gli strumenti cartografici oggi disponibili
sul tema della Capacità d’uso in Piemonte sintetizzano tutti i dati sul suolo acquisiti dall’Ipla per conto
della Regione in oltre trent’anni di attività, costituendo un “sistema della conoscenza” omogeneo e
scientificamente valido. Si tratta di uno strumento di lavoro concreto per il contenimento del consumo di
suolo e per il supporto alle scelte di destinazione d’uso”. L’intera documentazione sulla Capacità d’uso
dei suoli è consultabile all’indirizzo http://www.regione.piemonte.it/agri/suoli_terreni/index.htm
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
5
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agricoltura, raggiunto l'accordo sul pomodoro da industria
21.02.11
Pomodoro da industria: raggiunto il 19 febbraio a Parma l’accordo tra le organizzazioni dei produttori del
nord
Italia
e
le
industrie
di
trasformazione
aderenti
all’Aiipa.
Il prezzo indicativo di riferimento è stato fissato a 88 euro la tonnellata, con prodotto ritirato presso
l’azienda agricola. L’incremento di prezzo di 18 euro la tonnellata rispetto alla campagna precedente è
scattato soprattutto in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il
pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono più accoppiate alla produzione. Nella formazione del prezzo
è stato inoltre introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del prodotto e incentivare la
raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato con una percentuale di
difetti inferiore al 3% potrà avere un incremento di prezzo fino ad un massimo del 3% del prezzo base.
E’ infine stato aumentato il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi
propri.
La trattativa, costantemente seguita dall'assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, si è
chiusa con largo anticipo rispetto all’avvio della coltivazione e questo permetterà agli agricoltori e alle
industrie
di
programmare
adeguatamente
la
produzione
2011.
“Il pomodoro trasformato rappresenta un settore strategico per l’Emilia-Romagna, ha dichiarato
l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni. L’accordo 2011 è stato un banco di prova molto
importante nel consolidamento delle relazioni di filiera che negli anni scorsi erano agevolate dai
regolamenti comunitari. Un ulteriore consolidamento potrà avvenire quando l’attuale distretto del
pomodoro da Industria potrà evolvere col riconoscimento quale organismo interprofessionale”.
“Stiamo lavorando, conclude Rabboni, perché anche questo obiettivo possa essere raggiunto quanto
prima. Nel quadro evolutivo della politica agricola comunitaria il dialogo tra i soggetti di ciascuna filiera
assumerà sempre maggiore importanza, nella programmazione della produzione e nell’affrontare a livello
di sistema le sfide del mercato globale”.
Pronto il decreto “salva kiwi”
18.02.11
Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli operatori del settore, varato a seguito del parere
favorevole del Comitato fitosanitario nazionale e della Conferenza Stato – Regioni, con il quale si
completa il quadro delle prescrizioni da mettere in atto per difendere le nostre preziose coltivazioni di
kiwi da questo pericolosissimo batterio, soprattutto per la parte riguardante la produzione e la
commercializzazione del materiale di propagazione.
Manca solo la registrazione della Corte dei conti al Decreto ministeriale “salva kiwi” del 7 febbraio 2011,
elaborato dal Ministero delle politiche Agricole per contrastare la diffusione del batterio Pseudomonas
syringae pv. Actinidiae, una delle patologie più diffuse e dannose per la coltivazione del kiwi.
Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli operatori del settore, varato a seguito del parere
favorevole del Comitato fitosanitario nazionale e della Conferenza Stato – Regioni, con il quale si
completa il quadro delle prescrizioni da mettere in atto per difendere le nostre preziose coltivazioni di
kiwi da questo pericolosissimo batterio, soprattutto per la parte riguardante la produzione e la
commercializzazione
del
materiale
di
propagazione.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
6
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Il decreto prevede l’esecuzione di una serie di controlli avvalendosi della rete di monitoraggio gestita dai
servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del
batterio e le misure da mettere in atto, da parte degli agricoltori, dei responsabili dei servizi fitosanitari e
dell’intera filiera vivaistica. La diffusione di questa fitopatologia è seguita con estrema attenzione, date
le pesanti ripercussioni, sia sotto il profilo economico che fitosanitario, che la mancanza di un
provvedimento di questo tipo avrebbe comportato. Poco meno dell’80% della nostra produzione di kiwi è
infatti destinata all’esportazione e gli operatori internazionali, come è giusto che sia, pretendono
garanzie
sui
rischi
di
diffusione
di
avversità
di
questo
tipo.
Gli interventi messi in atto sono poi completati dal finanziamento di un programma di ricerca che vede il
coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e di istituti di ricerca
delle Regioni in cui la coltura è più diffusa, con cui si tenta di dare risposte sempre più puntuali agli
operatori della filiera, per quanto riguarda la selezione di varietà resistenti al batterio, le tecniche di
lotta e di prevenzione da mettere in atto. Tra gli strumenti messi in atto per difendere il reddito degli
agricoltori, da non sottovalutare è la possibilità di stipula di polizze assicurative garantite dal contributo
dello stato. Il piano assicurativo nazionale nel settore agricolo, anch’esso recentemente approvato,
prevede infatti, tra le avversità di natura fitopatologica assicurabili per la campagna 2011, anche quello
che viene chiamato il “cancro batterico” del kiwi.
Ue: sospensione fino a giugno dei dazi d’importazione per frumento di media e bassa qualità e orzo
18.02.11
La sospensione si applica agli attuali contingenti tariffari per frumento di qualità media e bassa e orzo,
per i quali i le tariffe preferenziali, pari rispettivamente a 12 € a tonnellata e a 16 € a tonnellata saranno
ridotte a 0 €, per i volumi autorizzati nell'ambito delle quote. Il regolamento verrà pubblicato la prossima
settimana sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.
Dalla prossima settimana verrà sospesa (fino alla fine di giugno 2011) l'applicazione dei dazi
d'importazione per talune categorie di cereali, al fine di allentare la pressione sul mercato europeo e in
particolare per il settore della produzione di mangimi, informa un comunicato della Ue. Il provvedimento,
approvato il 17 febbraio dagli Stati membri in seno al Comitato di gestione, dovrebbe contribuire a
mantenere un buon equilibrio sul mercato comunitario. La sospensione si applica agli attuali contingenti
tariffari per frumento di qualità media e bassa e orzo, per i quali i le tariffe preferenziali, pari
rispettivamente a 12 € a tonnellata e a 16 € a tonnellata saranno ridotte a 0 €, per i volumi autorizzati
nell'ambito delle quote. Il regolamento verrà pubblicato la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale
dell’UE.
Agricoltura, nel 2010 sale valore aggiunto
15.02.11
"Inverte la rotta e riprende a salire il valore aggiunto in agricoltura, che chiude il 2010 con segno positivo
dopo il crollo del 3,1% dello scorso anno per effetto dei segnali incoraggianti di ripresa nei prezzi alla
produzione, dopo le insostenibili riduzioni". E' quanto emerge da una stima della Coldiretti sull'andamento
del settore agricolo in occasione della diffusione dei dati Istat, che evidenziano un aumento del Pil
dell'1,1% nel corso del 2010". Per l'agricoltura, sottolinea Coldiretti, lo scorso anno si è verificato "un
leggero recupero dei prezzi alla produzione che in media hanno fatto registrare un aumento del 3,7%", e
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
7
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
questo
per
effetto
soprattutto
del
recupero
Febbraio 2011
negli
ultimi
mesi
dell'anno.
Per cereali e lattiero caseari l'aumento è stato rispettivamente del 10,2% e del 10%, dopo i crolli degli anni
scorsi. Ad aumentare, nel 2010, sono stati "anche i costi di produzione, con una crescita dello 0,5%".
Mangimi ed energia le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena concluso. Per i
composti destinati all'alimentazione animale l'aumento medio, continua Coldiretti, è stato del 5,4%
rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno avuto un rincaro del 2,7%, con un punte del +4,7% per
i carburanti. La produzione agricola, invece, complessivamente subisce "una contrazione imputabile alla
riduzione delle colture vegetali e ad una crescita di tutte le attività di allevamento".
Migliora quadro agricolo nel quarto trimestre 2010
15.02.11
È quanto rileva l’Ismea nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni
sull’agroalimentare italiano, da cui si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il
2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali
compensata, solo parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche.
Gli aumenti dei prezzi sui mercati all’origine dell’ultimo trimestre (+14,1% rispetto allo stesso periodo del
2009), a fronte di una crescita più contenuta dei costi di produzione (+4%), segnalano un graduale
recupero
nei
livelli
di
redditività
in
agricoltura.
È quanto rileva l’Ismea nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni
sull’agroalimentare italiano, da cui si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il
2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali
compensata,
solo
parzialmente,
da
una
crescita
dell’1,7%
delle
produzioni
zootecniche.
In particolare per i cereali si stima un generale incremento della produzione, con aumenti soprattutto per
il frumento duro (+6,6%) e il granoturco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al contrario, sono previste flessioni
rispettivamente del 4,3% e del 22,3%, a causa dell’andamento climatico sfavorevole e della batteriosi che
ha
colpito
le
piantagioni
di
kiwi
laziali.
Riguardo agli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche negative hanno
determinato una forte riduzione dei raccolti di pomodoro da industria (-10,7%) e patate (-9,9%).
L’offerta zootecnica è indicata invece in aumento, grazie a una crescita dello 0,8% delle consegne di latte
e
a
una
maggiore
produzione
nazionale
di
carni
bovine,
suine
e
avicole.
Sul fronte industriale, infine, la produzione alimentare ha fatto segnare un aumento del 2% tra gennaio e
ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009. Un risultato che, sebbene più contenuto
rispetto alla performance dall’intero settore manifatturiero, conferma la buona tenuta del settore
alimentare che consolida i livelli produttivi del periodo pre-crisi.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
8
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Istat, le intenzioni di semina delle principali colture erbacee
11.02.11
L’Istat stima una diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione di frumento duro e tenero e un
aumento di quelle di mais da granella e cereali minori, quali sorgo, orzo e avena.
Le intenzioni di semina relative all’annata agraria 2010-2011 mostrano cambiamenti rispetto alle scelte
effettuate l’anno precedente, dovuti a diversi fattori quali le modifiche alle disposizioni nazionali di
applicazione dell’art.68 della Politica agricola comunitaria (Pac), l’instabilità dei mercati e la
conseguente variabilità dei prezzi di vendita dei principali prodotti agricoli, nonché il clima
particolarmente avverso in alcune regioni italiane nel periodo di rilevazione dei dati. Con riferimento alle
specifiche coltivazioni, si stima una diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione di frumento
duro (-13,5 per cento) e tenero (-5 per cento) e un aumento di quelle di mais da granella (+5,8 per cento)
e cereali minori, quali sorgo (+54,8 per cento), orzo (+18,4 per cento) e avena (+5,9 per cento). In
aumento risultano anche le superfici destinate alla coltivazione dei semi oleosi, in particolare del girasole
(+9,3 per cento) e della soia (+15,3 per cento), mentre la colza registra una diminuzione del 19,5 per
cento. Con riferimento alle ortive si registra una diminuzione complessiva delle superfici investite a
pomodoro (-15,5 per cento) e ad altre ortive (-28,5 per cento), a fronte di un aumento di quelle destinate
a legumi freschi (+8,8 per cento). Per quanto riguarda le leguminose da granella, diminuisce sia la
superficie investita a piselli (-19,8 per cento) sia quella a fagioli e fave (-27 per cento). Risulta
sostanzialmente stabile la superficie investita a foraggere temporanee, mentre è in aumento quella
coltivata a patate (+16,5 per cento). La rilevazione ha inoltre osservato un significativo aumento dei
terreni dichiarati a riposo (+19,1 per cento) e dei terreni per i quali non era ancora stata decisa la
coltivazione da mettere in atto. Dal punto di vista territoriale, le superfici a frumento tenero mostrano un
calo sia al Nord-est (-12,3 per cento) che al Nord-ovest (-10 per cento) mentre sono in aumento in quelle
centrali (+16,7 per cento); per quelle a frumento duro viene stimata una diminuzione, in prevalenza al
Centro (-20,5 per cento). L’atteso aumento, a livello nazionale, delle superfici destinate a mais da
granella è da ricondurre, in primo luogo, ad un consistente investimento nelle regioni del Nord-est (+9 per
cento), mentre per la coltivazione di girasole l’aumento dovrebbe interessare quasi esclusivamente le
regioni del Centro (+17,3 per cento). Per quanto riguarda il pomodoro, infine, è prevista una riduzione
delle superfici sia nel Mezzogiorno (-20,5 per cento) sia, in misura minore, nel Nord-est (-5,3 per cento) e
nel Centro (-7,2 per cento).
Torino, la green economy protagonista di Energethica 2011
14.02.11
Green Economy protagonista della sesta edizione di Energethica, mostra convegno dedicata all'energia
sostenibile, alle soluzioni per il risparmio energetico e alle fonti rinnovabili, in programma al Lingotto di
Torino
dal
7
al
9
aprile
prossimi. Al centro della manifestazione, la Smart City del futuro in tutti i suoi aspetti: trasporti, rifiuti,
produzione
di
energia,
comportamenti, consumi e costruzioni, per rendere le citta' sempre piu' a impatto zero. ''Il nostro
obiettivo - spiega Edgar Maeder, presidente Circuito Energethica - e' mettere in rete tra loro industria,
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
9
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
istituzioni, ricerca e cittadini per creare una piattaforma di dialogo e confronto sulle nuove tecnologie e
sviluppare nuove opportunita' di crescita economica durevole. Un evento focalizzato sulle esigenze del
territorio per fornire risposte locali a domande globali, portando alla ribalta le best practice italiane nel
campo dell'energia sostenibile''.
Ismea, pubblicato l’Outlook dell’agroalimentare italiano
09.02.11
La situazione di medio-lungo termine dell’agricoltura vede una produzione agricola stabile o in moderata
espansione, un aumento dei prezzi sui mercati internazionali e un inasprimento dei costi legati
all’approvvigionamento dei fattori produttivi.
Produzione agricola stabile o in moderata espansione, aumento dei prezzi sui mercati internazionali e
inasprimento dei costi legati all’approvvigionamento dei fattori produttivi. E’ lo scenario di medio-lungo
termine dell’agricoltura delineato nell’Outlook dell’agroalimentare italiano - Rapporto annuale 2009-2010,
pubblicato
da
Ismea.
Per quanto riguarda l’evoluzione della produttività, spiega l’Ismea, non ci sono, alle attuali condizioni,
elementi per ritenere che le rese possano crescere in maniera significativa nei prossimi sette anni per
effetto di innovazioni tecnologiche. Viceversa i vincoli di compatibilità ambientali imposti dalla Pac
determineranno
presumibilmente
una
riduzione
del
grado
d’intensificazione
dell’agricoltura.
Nel dettaglio, le previsioni Ismea indicano una produzione vitivinicola in lieve flessione nel periodo 20112017 rispetto al 2009, per l’effetto di diversi fattori: il regime di aiuti all’estirpazione volontaria, la
possibilità di attivare la vendemmia verde, i disciplinari delle produzioni di qualità che impongono limiti
produttivi
per
ettaro.
Uno scenario di crescita per i prossimi sette anni emerge, invece, per le produzioni frutticole e olivicole,
nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera e le crescenti pressioni competitive sui mercati
internazionali,
più
evidenti
nel
settore
dell’olio
d’oliva.
Tenderebbe inoltre ad aumentare progressivamente la produzione di ortaggi e legumi, anche in virtù del
forte incentivo derivante dall’ammissibilità dei terreni coltivati ad ortive e patate per l’abbinamento dei
titoli. Il pomodoro da industria, al contrario, con il disaccoppiamento totale a partire dal 2011,
risulterebbe meno attrattivo rispetto alle altre orticole, con conseguente contrazione dell’offerta.
Nell’ambito della zootecnia, le elaborazioni Ismea indicano un recupero, sempre rispetto al 2009, della
produzione di latte bovino, con previsioni di crescita ancora più accentuate dopo il 2015, con la fine del
regime delle quote latte. Il bestiame bovino da carne manterrebbe invece i livelli produttivi del 2009,
anche in conseguenza degli alti costi dei mangimi e delle diseconomie derivanti dall’applicazione della
condizionalità
e
delle
norme
relative
allo
smaltimento
dei
reflui.
Per quanto riguarda i seminativi, si evidenzia, sempre rispetto alla situazione del 2009, un calo della
produzione di frumento tenero a vantaggio di mais e cereali minori, oltre che delle coltivazioni foraggere
irrigue
nel
Nord
Italia
e
di
girasole
e
patate
nel
Centro-Sud.
Si conferma invece, come tendenza di fondo, la sostanziale perdita di competitività delle maggiori
coltivazioni industriali, con ricadute soprattutto sulla produzione di tabacco e soia. In contrazione anche
l’offerta ittica, che sconta la politica comunitaria di riduzione dello sforzo di pesca e di
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
10
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
ridimensionamento
Febbraio 2011
della
flotta.
Relativamente ai prezzi, lo scenario è di crescita progressiva, per effetto sia della riduzione dell’offerta,
limitatamente a talune colture, sia di un’ulteriore espansione della domanda, soprattutto nel settore
mangimistico. A incidere sull’andamento dei prezzi agricoli sarebbe anche la tendenza all’aumento dei
costi
dei
fattori
di
produzione.
L’Outlook Ismea dell’agroalimentare italiano fornisce annualmente un’analisi di scenario sul settore, in
un’ottica
predittiva
di
medio-lungo
termine.
Lo studio è scaricabile integralmente collegandosi al sito www.ismea.it.
Comparto suino: Agea, al via richieste di aiuto per ammasso privato
09.02.11
L’Unione europea ha varato un piano straordinario di aiuti per il comparto che si realizza con il pagamento
di contributi a favore del cosiddetto ammasso privato. In sostanza le varie parti delle carni suine vengono
congelate per un periodo che va dai 90 ai 150 giorni e di conseguenza non vengono immesse sul mercato,
che sta appunto vivendo un momento di difficoltà.
A seguito della crisi di mercato che si sta verificando nel settore suinicolo dopo l’individuazione di carni
alla diossina in Germania, l’Unione europea ha varato un piano straordinario di aiuti per il comparto che si
realizza con il pagamento di contributi a favore del cosiddetto ammasso privato. In sostanza le varie parti
delle carni suine vengono congelate per un periodo che va dai 90 ai 150 giorni e di conseguenza non
vengono
immesse
sul
mercato,
che
sta
appunto
vivendo
un
momento
di
difficoltà.
Al fine della presentazione delle domande di aiuto, Agea, Agenzia delle erogazioni in agricoltura, nei
giorni scorsi ha pubblicato sul proprio sito (www.agea.gov.it) la circolare contenente le modalità
operative e i modelli dei documenti necessari alle aziende per presentare le richieste di aiuto. Bruxelles
ha stabilito l’inizio dell’ammasso privato dal 1° febbraio scorso, riservandosi di comunicarne la data di
conclusione e solo a quel punto ripartirà gli stanziamenti fra i Paesi membri. Una volta ricevute le
domande dalle aziende delle regioni per le quali è Organismo pagatore nel settore, Agea provvederà ad
effettuare
i
controlli
presso
i
richiedenti
attraverso
le
strutture
di
Agecontrol
Spa.
Nel definire il testo della circolare i dirigenti di Agea, su espresso mandato del presidente prof. Dario
Fruscio, hanno operato in stretta collaborazione con le associazioni di categoria dei produttori e dei
commercianti di carni suine. Di questo positivo confronto, che ha consentito di individuare soluzioni che
agevolano le procedure dell’ammasso privato, ne ha dato conto nei giorni scorsi anche Assi.i.ca
(Associazione industriali delle carni aderente a Confindustria) attraverso un comunicato che ha espresso
soddisfazione per la costruttività del dialogo intercorso con Agea.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
11
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Carne veneta: i dati 2010
04.02.11
Il comparto carni in Italia e nel Veneto ha vissuto un anno altalenante per la produzione e i consumi. I dati
dalle ultime ricerche di Veneto agricoltura.
Bene l’avicola, male la cunicola, stazionaria la bovina, così così la suina. Il comparto carni in Italia e nel
Veneto ha vissuto un 2010 altalenante per la produzione e i consumi. Ecco i dati dalle ultime ricerche di
Veneto Agricoltura.
Nel 2010 il quantitativo di carni bovine immesse nel mercato nazionale ha segnato una leggera ripresa sul
2009 (+1,2%). Non sono aumentati i capi macellati ma è cresciuto il peso morto, in particolare della
categoria vitelloni femminili. Fortemente negative le stime sui consumi dove i dati Ismea evidenziano una
contrazione del 3,5%. Particolarmente colpito il bovino adulto, categoria importante nel Veneto.
Aumentano, inoltre, le difficoltà di collocazione del prodotto allevato in Italia rispetto, soprattutto, alla
carne fresca e refrigerata importata dall’estero e acquistabile attraverso i canali della Gdo (Grande
distribuzione organizzata). Diminuiscono del -2,5% (622.000 capi) il numero di bovini importati in Veneto
(per la maggior parte ristalli) nel 2010. Dalla sola Francia sono arrivati 404.000 capi (+3,3%), per lo più di
razza Charolaise, Limousine e incroci, 89.000 (-15%) dalla Polonia, dall’Irlanda 31.000 (+29%) ed il resto da
Austria, Germania e Romania. A peggiorare il reddito degli allevamenti ha contribuito, in particolare,
l’aumento del costo di alimentazione da agosto 2010 in poi, lievitato mediamente negli ultimi 5 mesi di
oltre il 15%.
Aumenta la disponibilità di carne suina nel 2010 grazie, soprattutto, all’importazione di carne (+7,8%) e di
animali vivi (+7%) da ingrasso e da macello, ma frenano i consumi. Diminuisce (-1%) la macellazione di
suini destinati alla filiera Dop (cosce marchiate). In controtendenza il prosciutto Veneto Berico–Euganeo
Dop che ha registrato un incremento nella richiesta di cosce omologate destinate alla stagionatura del 30%
(oltre 80.000). Il prezzo medio annuo di vendita dei suini pesanti ha ricalcato l’andamento del 2009. Da
anni il comparto versa in una situazione di stagnazione dovuta ai bassi prezzi degli animali da macello e
all’aumento costante dei costi di produzione, in particolare quelli di alimentazione.
Il comparto avicolo italiano, dominato dal Veneto (40% del totale nazionale), fa segnare la migliore
produzione degli ultimi anni (+5%) con circa 1,2 milioni di tonnellate a peso morto. Aumentate le
macellazioni dei polli (+5,4%) e dei tacchini (+3%). Meno debole, rispetto agli anni scorsi, l’andamento
nazionale della domanda: aumento (+1,8%) per i polli e leggera flessione per i tacchini (-2,7%). La
redditività delle aziende ha risentito negativamente dell’aumento dei costi del mangime, soprattutto nel
secondo semestre dell’anno, con aumenti medi superiori al +25/30%. Da segnalare che il Veneto detiene
una produzione di uova pari a circa due miliardi di pezzi, mantenutasi sugli stessi livelli del 2009 grazie
alla tenuta della domanda interna.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
12
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Negativo il 2010 in termini di redditività per la carne cunicola, con una produzione nel 2010 in calo del 5%
circa sul 2009. Diverse le motivazioni. Nel corso del 2010 il Piano cunicolo nazione per il rilancio del
settore è stato approvato dalla conferenza Stato-Regioni ed è ora in attesa dei decreti attuativi. Inoltre
sono rimasti attivi in Veneto solamente tre macelli specializzati, dei quali due di piccole dimensioni e uno
grande gestito dall’Aia (Associazione italiana allevatori).
03.02.11
I discendenti della pecora Dolly e altri animali clonati destinati a finire nei piatti dei consumatori europei.
O almeno così chiede il Consiglio dei ministri dell'Ue, che ha espresso parere favorevole all'import e al
consumo di carne clonata in Europa. Ieri la questione è stata animatamente ridiscussa in un incontro tra i
ministri delle politiche alimentari dell'Ue e gli eurodeputati. Tra Europarlamento e Consiglio, infatti, è in
corso da mesi un braccio di ferro sulla proposta di utilizzo per finalità alimentari degli animali clonati e
della loro progenie.
Molti Stati membri, Gran Bretagna in testa, con il sostegno del parere favorevole espresso sia dalla
britannica Fsa (Food standard agency) sia dall'europea Efsa, l'Agenzia per la sicurezza alimentare con sede
a Parma, sono propensi ad aprire le porte ai prodotti alimentari ottenuti da questi animali. Il Parlamento
europeo, invece, reputa inaccettabile questa ipotesi e la restituisce al mittente, chiedendo alla
Commissione di presentare una proposta di regolamento.
Verso un mercato interno dell'energia rinnovabile
02.02.11
La comunicazione presentata dalla Commissione europea esorta gli Stati membri a mettere in atto
meccanismi di cooperazione che creino un vero e proprio mercato interno delle energie rinnovabili, in cui
sia possibile uno scambio facilitato dell'energia e la condivisione delle spese, nel rispetto delle prerogative
nazionali per quanto riguarda il rifornimento energetico.
Un'Europa che soddisfa il proprio fabbisogno energetico per il 20% attraverso fonti rinnovabili: questo
l'obiettivo della strategia Europa 2020 e della direttiva sull'energia rinnovabile del 2009. Gli Stati membri
hanno presentato, nel 2010, piani d'azione che permetteranno loro di raggiungere questo obiettivo entro il
2020, ma è necessario un deciso incremento degli investimenti (soprattutto dal settore privato) e una
precisa coordinazione transnazioale.
La comunicazione presentata il 31 gennaio dalla Commissione europea esorta gli Stati membri a mettere
in atto meccanismi di cooperazione che creino un vero e proprio "mercato interno delle energie
rinnovabili", in cui sia possibile uno scambio facilitato dell'energia e la condivisione delle spese, nel
rispetto
delle
prerogative
nazionali
per
quanto
riguarda
il
rifornimento
energetico.
I meccanismi di cooperazione menzionati dalla comunicazione comprendono trasferimenti statistici,
progetti comuni e schemi di supporto concordati. Gli Stati che supereranno i propri obiettivi 2020
potranno vendere il loro surplus a chi non ha ancora raggiunto il proprio target, assicurando in questo
modo uno sviluppo armonico del mercato energetico europeo. La Commissione auspica inoltre una
convergenza dei finanziamenti, con un maggiore dialogo tra gli Stati membri sui dazi imposti all'energia
rinnovabile. La costituzione di un mercato unico delle energie rinnovabili permetterà di ridurre i costi
complessivi e di aumentare la competitività del settore, grazie all'economia di scala.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
13
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Tra il 2007 e il 2009 l'Ue ha investito 9,8 miliardi nelle energie rinnovabili, per la maggior parte sotto
forma di prestiti dalla Banca europea per gli investimenti. L'energia rinnovabile (eolica, solare,
idroelettrica, geotermica…) ha, in aggiunta agli ovvi vantaggi per l'ambiente e il cambiamento climatico,
un enorme potenziale per la creazione di posti di lavoro. L'industria energetica "verde" dà lavoro oggi a 1,5
milioni di ingegneri, tecnici, installatori e costruttori e si stima che l'occupazione in questi settori
raggiungerà i 3 milioni nel 2020.
Ismea, nel 2010 costi agricoli in aumento dello 0,5%
01.02.11
Nell’ultimo decennio, sottolinea l’Istituto, i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di
crescita medio annuo del 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente
dell’1,5%.
Il 2010 ha chiuso complessivamente con un aumento dello 0,5% dei costi a carico degli agricoltori. Lo
rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione agricoli che si è attestato,
nell'anno
appena
trascorso,
su
un
valore
medio
di
129,5.
Nell’ultimo decennio, sottolinea l’Istituto, i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di
crescita medio annuo del 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente
dell’1,5%.
Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell’anno appena concluso.
Per i composti destinati all’alimentazione animale le rilevazioni Ismea indicano in media un aumento del
5,4% rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno registrato un rincaro del 2,7%, con un punte del
+4,7%
per
i
carburanti.
Seguono i salari, con variazioni al rialzo dell’1,5%, e gli animali da allevamento (+1,1%). In linea con il
dato medio generale l’aumento dei prezzi delle sementi (+0,5%), mentre gli antiparassitari hanno limitato
i rincari a un più 0,3%. In controtendenza i concimi, i cui prezzi si sono invece ridotti, su base annua,
dell’8,3%.
Nel solo mese di dicembre, conclude l’Istituto, l’indice ha fatto registrare un incremento dello 0,7% sul
mese precedente e del 4,3% in rapporto allo stesso periodo del 2009.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
14
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Articoli tratti da
http://agronotizie.imagelinenetwork.com/view-newsletter.cfm?idSet=1514
Pomodoro da industria, raggiunto l'accordo sul prezzo
Siglata a Parma l'intesa tra organizzazioni dei produttori di pomodoro del Nord e industrie di
trasformazione dell'Aiipa. Il prezzo indicativo è stato fissato a 88 euro a tonnellata, con prodotto
ritirato nell'azienda
Pomodoro da industria, raggiunto l'accordo tra produttori e industriali
Raggiunto l'accordo per il pomodoro da industria tra le organizzazioni dei produttori del Nord e le
industrie di trasformazione aderenti all'Aiipa, Associazione italiana industrie prodotti alimentari, per la
campagna 2011. L'intesa è stata siglata nella notte tra sabato e domenica scorsi a Parma.
Il prezzo indicativo di riferimento è stato fissato a 88 euro la tonnellata - fa sapere l'assessorato
all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna in una nota - con prodotto ritirato presso l’azienda agricola.
L’incremento di prezzo di 18 euro la tonnellata rispetto alla campagna precedente è scattato soprattutto
in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a
partire
dal
2011
non
sono
più
accoppiate
alla
produzione.
Nella formazione del prezzo è stato inoltre introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del
prodotto e incentivare la raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato
con una percentuale di difetti inferiore al 3% potrà avere un incremento di prezzo fino ad un massimo del
3% del prezzo base.
E’ infine stato aumentato il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi
propri.
La trattativa, costantemente seguita dall'assessorato all’Agricoltura, si è chiusa con largo anticipo
rispetto all’avvio della coltivazione e questo permetterà agli agricoltori e alle industrie di programmare
adeguatamente la produzione 2011.
“Il pomodoro trasformato rappresenta un settore strategico per l’Emilia-Romagna - ha dichiarato
l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni -. L’accordo 2011 è stato un banco di prova molto
importante nel consolidamento delle relazioni di filiera che negli anni scorsi erano agevolate dai
regolamenti comunitari. Un ulteriore consolidamento potrà avvenire quando l’attuale distretto del
pomodoro da Industria potrà evolvere col riconoscimento quale organismo interprofessionale”.
“Stiamo lavorando – ha concluso Rabboni – perché anche questo obiettivo possa essere raggiunto quanto
prima. Nel quadro evolutivo della politica agricola comunitaria il dialogo tra i soggetti di ciascuna filiera
assumerà sempre maggiore importanza, nella programmazione della produzione e nell’affrontare a
livello di sistema le sfide del mercato globale”.
Con l’accordo viene sancito un preciso impegno per proteggere la filiera del pomodoro dal rischio degli
Ogm e per la salvaguardia dell’italianità del prodotto nei confronti dell’invasione del concentrato
dalla
Cina,
afferma
Coldiretti.
L’accordo, secondo l'organizzazione, traccia per la prima volta una strada per la definizione del prezzo
sulla base della condivisione dei costi di produzione e introduce dei miglioramenti sul riconoscimento
qualitativo del prodotto. La costruzione di seri rapporti tra agricoltura ed industria deve estendersi I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
15
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
sostiene Coldiretti - anche negli accordi per la produzione di pomodoro del Sud e coinvolgere anche la
Gdo.
"Il prezzo fissato rappresenta un passo avanti, ma non è certo remunerativo". Così la Cia - Confederazione
italiana agricoltori. "Il prezzo fissato non copre i pesanti costi di produzione del pomodoro - prosegue
l'organizzazione in una nota -. Non solo: sulla trattativa hanno inciso anche i ritardi di efficienza di una
parte dell’industria di trasformazione che ha condizionato l’intero negoziato. A ciò si deve aggiungere che
il prossimo anno gli agricoltori non usufruiranno più del premio accoppiato previsto dalla Pac.
La Cia auspica auspica che questi ritardi possano essere recuperati da qui alla prossima campagna anche
grazie alla collaborazione di filiera.
Piemonte
Nuovo gruppo di lavoro regionale per il comparto florovivaistico
Il 18 febbraio si è costituito il nuovo gruppo di lavoro regionale che segue il settore florovivaistico,
coordinato dall'Osservatorio mercati della Federazione.
"All'incontro - rende noto la Coldiretti - hanno partecipato i rappresentanti di tutte le province del
Piemonte per analizzare e progettare il nuovo percorso sindacale, a servizio delle imprese".
"Il florovivaismo - sottolinea Bruno Rivarossa, direttore della Coldiretti regionale - è uno dei punti di
forza dell'economia piemontese e, con questa nuova progettualità, vogliamo valorizzare le aziende del
settore con un'azione sindacale mirata, per far sentire la loro voce in Regione e sollecitare, anche in
ambito nazionale, una forte attenzione a livello legislativo".
Fonte: Agrapress
Alimentazione animale, no alla carne e sì agli Ogm
Ribadito a Bruxelles il divieto all'impiego delle farine di carne mentre si ammette una piccola
tolleranza per la presenza di Ogm
Resta il divieto per l'impiego delle farine di carne ma nel prossimo autunno Il dossier europeo su questa
materia sarà rimesso in discussione
Farine di carne, grandi imputate nella comparsa della Bse, il morbo di vacca pazza che ha imperversato
nelle stalle (e sopratutto sui media...) di tutta Europa e in particolare in quelle inglesi dalle quali
l'emergenza sanitaria è partita. C'è voluto un po' di tempo per comprendere il legame (ancora non del
tutto chiaro, peraltro) fra proteine della carne, prioni e comparsa delle encefalopatie trasmissibili, come
la Bse. Per questo motivo si è dovuto attendere il 2001 per far scattare in tutta l'Unione europea il
divieto di impiegare le farine di carne nell'alimentazione degli animali in produzione zootecnica. Nessun
divieto invece per l’impiego delle farine di carne nelle diete di quegli animali che nulla hanno a che
vedere con l'alimentazione dell'uomo, come ad esempio cani e gatti. Una misura drastica, ma bisogna
prendere atto della sua efficacia nella prevenzione della Bse, di fatto scomparsa.
Vantaggi sanitari, ma costi esorbitanti
Agli allevamenti è però venuta a mancare un'importante fonte proteica che ha costretto ad aumentare il
ricorso alle proteine vegetali, soia e altre proteaginose, delle quali l'Unione europea è deficitaria.
Maggiore sicurezza, dunque, ma anche maggiori costi di produzione. E ora che la Bse fa meno paura ecco
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
16
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
arrivare dalla Polonia, un po' a sorpresa, la proposta di accelerare i tempi per la revisione del divieto
all’impiego delle farine di carne nell'alimentazione di ruminanti, suini e polli (questi ultimi possono già
usare però le farine di pesce). La proposta, giunta a margine del Consiglio dei ministri agricoli della Ue
che si è svolto a Bruxelles il 21 febbraio, ha trovato parziale accoglimento da parte del Commissario
europeo alla Salute, John Dalli. Secondo il Ministro polacco Marek Sawicki il ritorno delle farine di carne
nell’alimentazione degli animali consentirebbe di ridurre di ben il 35% la dipendenza della Ue nei
confronti delle importazioni, in particolare di soia. Un vantaggio al quale si aggiungerebbe la riduzione
dei costi di smaltimento degli scarti di macellazione e un conseguente miglioramento della competitività
delle produzioni animali della Ue nel confronto internazionale. Motivazioni economiche che non
sgombrano il campo dalle preoccupazioni di carattere sanitario.
L’Italia contraria
Il Consiglio dei ministri, infatti, ha ribadito la necessità che ogni decisione su questa materia debba
sottostare al preventivo parere delle risultanze scientifiche. Una posizione condivisa con convinzione dal
ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan. “Si tratta - ha detto il ministro - di un argomento
estremamente delicato non solo dal punto di vista politico, ma anche per le ripercussioni sulle produzioni
alimentari nell’Unione europea e per il forte impatto che esso ha sull’opinione pubblica. Ogni nuova
proposta - ha continuato il ministro - dovrà essere basata su solidi criteri scientifici.” Una posizione
accolta da molti con favore e fra questi il presidente di Copagri, Franco Verrascina, dal quale è giunto
l'auspicio che “la richiesta del ministro Galan trovi concreto riscontro prima nel necessario rinvio di
qualsiasi decisione e, quindi, nell'inequivocabile valutazione della scienza.”
Ogm, maglie più larghe
Resta dunque il no alle farine di carne, ma in compenso si allenta, seppure di poco, la tolleranza zero
per gli Ogm su mais, soia e altre materie prime importate e fondamentali nella preparazione dei mangimi.
La Ue ha infatti deciso che la presenza di tracce di Ogm, non comporterà il respingimento delle partite.
Tracce che devono in ogni caso essere inferiori allo 0,1% e riguardare Ogm autorizzati nei paesi di origine
oppure in attesa di autorizzazione da parte della stessa Ue. Ora la parola passa al Parlamento Europeo
che potrà eventualmente opporsi a questa decisione che ha però il merito di armonizzare le procedure di
controllo, mantenendo al contempo alta la soglia di vigilanza.
I soldi degli allevatori
Mentre il Milleproroghe continua la sua corsa contro il tempo per essere approvato prima della
scadenza, il 'sistema allevatori' deve fare i conti con l'assenza di sostegni
Per l'Associazione allevatori potrebbe defilarsi un grave problema se non saranno resi disponibili i
finanziamenti alle attività di selezione e controllo degli allevamenti Fonte immagine: Poolie
E adesso? Dopo lo stop al “Milleproroghe” promosso dal Quirinale e la sua nuova formulazione, il rinvio del
pagamento delle multe latte, almeno per il momento, sembra riconfermato. Ma l'ultima parola sarà detta
nel pomeriggio di sabato 26 febbraio, quando l'iter legislativo sarà completato. Sempre che si faccia in
tempo, perché il decreto dovrà essere votato alla Camera e poi tornare al Senato dopo aver superato
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
17
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
l'esame delle Commissioni. Insomma una vera e propria corsa a ostacoli. Si farà in tempo? La posta in palio
è la decadenza del decreto legge e il suo annullamento. Se così fosse c'è da chiedersi quali saranno le
conseguenze per gli allevatori che non hanno rispettato la scadenza del 31 dicembre 2010. Potranno
risolvere il ritardo pagando una “mora”? O dovranno rinunciare al programma di rateizzazione e pagare
tutto e subito? O si provvederà ad un nuovo rinvio? Ma inutile ora fare congetture, aspettiamo cosa
accadrà sabato pomeriggio.
Il sostegno all'Aia
Intanto preoccupa l'assenza, prima e dopo lo stop al Milleprorghe, dei sostegni alle attività
dell'Associazione italiana allevatori (Aia). E non si tratta solo di selezione e miglioramento genetico, pur
importanti, ma di un articolato lavoro di controllo che riguarda tutta la filiera produttiva sia del latte, sia
della carne. Ed è stravagante che mentre si porta avanti un forte impegno per avere etichette trasparenti,
dove sia indicata l'origine dei prodotti, si tolgano risorse al mondo degli allevatori la cui associazione ha
dato ampia dimostrazione di efficienza e professionalità nei suoi 60 e passa anni di attività. Oggi al
sistema Aia fanno riferimento oltre 76mila allevamenti per un totale di capi bestiame che supera i 5
milioni. Quasi tutto il latte prodotto in Italia (circa l'80%) viene sottoposto a controlli nei 24 laboratori
dell'associazione allevatori e i risultati di oltre 16 milioni di analisi sono utilizzati anche nei programmi di
miglioramento e selezione. Un lavoro imponente realizzato anche grazie al contributo degli allevatori e al
sostegno finanziario dello Stato. Un sostegno destinato a contrarsi anche in relazione alle difficoltà
generate dalla crisi economica in atto e che ha indotto il “sistema allevatori” a mettere in atto già da
tempo una profonda riorganizzazione interna, indirizzata a migliorare l'efficienza, comprimendo al
contempo i costi. Riorganizzazione che per quanto efficace non risolve l'azzeramento delle coperture
finanziarie alle attività dell'associazione allevatori che lo scorso anno hanno ancora potuto contare su un
contributo di circa 65 milioni di euro.
I commenti
“Sono momenti particolarmente difficili - dichiara Nino Andena presidente di Aia - per il sistema
zootecnico nazionale. L’amarezza è ancora maggiore - aggiunge Andena - perché vediamo calpestata la
dignità di un sistema che in prima persona si è messo in discussione decidendo di riorganizzarsi. E’
difficile frenare la delusione se pensiamo che a luglio 2010 la Conferenza Stato-Regioni ha validato il
testo del Programma annuale dei controlli 2010 e successivamente reso operativo con DM, nel quale il
processo di ristrutturazione approvato dal Sistema Allevatori è definito come funzionale agli obiettivi di
efficienza ed efficacia raccomandati, considerando che tale percorso esige tempi di messa a punto ed
attuazione che tengono conto di vari aspetti, non ultime le specificità regionali.”
Parole dure arrivano anche dal segretario generale della Fai-Cisl, Augusto Cianfoni, che “condanna senza
reticenze i comportamenti irresponsabili di chi, insidiando il sistema associativo degli allevatori, sta
costruendo un grave pregiudizio su tre mila posti di lavoro altamente specializzati.” Una situazione
difficile che ha indotto la stessa Fai-CIsl, insieme ad altre sigle sindacali, ad indire uno sciopero
nazionale di 8 ore per l'11 marzo.
Le speranze
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
18
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Le preoccupazioni degli allevatori sono approdate in Regione Lazio dove l'assessore all'Agricoltura, Angela
Birindelli, ha annunciato l'aumento della cifra stanziata per il 2011 in favore del comparto zootecnico
nazionale, che passa da 1,5 a 3 milioni di euro. Con queste risorse, ha affermato l'assessore, si conta di
garantire la continuità dei servizi e dei controlli affidati all'Associazione allevatori. Una iniziativa lodevole
anche per il significato, ma che non modifica il quadro della situazione. Gli allevatori, e i programmi di
selezione e miglioramento genetico, attendono una risposta a livello nazionale. Potrà questa risposta
venire dalla Conferenza Stato Regioni che si sta svolgendo a Roma mentre scriviamo queste righe? Non
resta che aspettarne la conclusione.
Assosementi: la Pac del futuro deve puntare sul seme certificato
La posizione dell'associazione sulla riforma della Pac parte da innovazione e tracciabilità legate al
seme certificato
Assosementi: nella nuova Pac il grano duro dovrà essere una coltura strategica Fonte immagine:
TwoBlueDay
"Per sottolineare la funzione che il seme svolge sarebbe sufficiente riprendere la notizia di qualche
giorno fa sul Malawi, dove grazie anche all'impiego di semente di qualità la produzione agricola di quel
Paese in pochi anni è aumentata considerevolmente, tanto da renderlo autosufficiente. Qualora ce ne
fossimo dimenticati – afferma Paolo Marchesini, presidente dell'Associazione italiana sementi
(Assosementi), all'atto della presentazione della posizione dell'associazione sulla riforma della Pac – è
necessario ricordare che anche per la nostra agricoltura la semente di qualità e la corretta scelta
varietale continuano a restare elementi di fondo e quindi non possono venire trascurati dal dibattito in
corso sul futuro della Pac".
"Difesa della produttività e quindi del reddito degli agricoltori, ambiente e cambiamenti climatici,
tracciabilità ed innovazione: dietro questi obiettivi della futura Pac non si possono non vedere le
garanzie ed i benefici assicurati dalle sementi certificate e di qualità, in particolare per un paese come
l'Italia che sta cercando di esaltare la qualità dei propri prodotti, il legame con il territorio e la loro
origine", aggiunge il presidente di Assosementi. "Se queste scelte sono corrette, allora sono altresì
necessarie decisioni coerenti a favore dell'utilizzo e dello sviluppo delle sementi certificate".
"Sono almeno tre – sottolinea Marchesini - i punti per i quali l'Associazione italiana sementi intende
battersi nell'ambito del dibattito sul futuro della Pac: considerare il grano duro una coltura strategica
per il Paese e per l'equilibrio socio-economico delle aree centro-meridionali, attribuendogli un aiuto
specifico accoppiato e legato all'impiego di sementi certificata; prevedere il vincolo delle sementi
certificate negli accordi e nei contratti di filiera che andassero a beneficiare di aiuti; infine, per favorire
la ricerca varietale e quindi l'innovazione assicurata dalle aziende sementiere".
Fonte: Assosementi
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
19
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Mele: export in ripresa, il mercato è ottimista
In occasione di Fruit Logistica Assomela ha fatto il punto sulla situazione di mercato nell'emisfero Sud,
in Europa e in Italia
Il 5 febbraio 2011 si è tenuta a Berlino in occasione di Fruit Logistica l'assemblea di Wapa, l'associazione
mondiale dei produttori di mele e pere. Attorno al tavolo di Wapa si trovano due volte ogni anno i
produttori di mele dei 15 Paesi più rappresentativi a livello globale, per uno scambio di informazioni e
valutazioni reciprocamente utili per meglio comprendere le dinamiche di mercato.
Con l'edizione 2011 ha preso parte per la prima volta un operatore della Cina, che ha presentato i dati
base del sistema produttivo cinese. Questa presenza ha permesso di aprire un canale diretto con
l'associazione degli esportatori cinesi di mele, importante per avere notizie più affidabili e precise
riguardo questo importante Paese.
La situazione per l'emisfero Sud
In questa occasione sono stati ufficializzate le previsioni di produzione di mele dei maggiori Paesi
dell'Emisfero Sud e degli orientamenti riguardo all'esportazione.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
20
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
I dati riportati come previsione di produzione globale sono sostanzialmente in linea con le annate
precedenti e confermano il normale potenziale produttivo dei sei Paesi. E' peraltro interessante notare
come la significativa riduzione di produzione del Brasile, dovuta a problemi climatici sia compensata da
Argentina e Nuova Zelanda.
Il volume totale di mele esportate è previsto in aumento del 5%. Il Brasile segnala un -45% di frutti in
esportazione, sia per la minore disponibilità che per problemi di svalutazione della moneta locale verso
Euro e Dollaro. In incremento invece sono le previsioni per Argentina, Nuova Zelanda e Sud Africa.
Bisognerà ora vedere dove tali esportazioni andranno a concentrarsi tra Europa, Asia ed America.
Considerato che l'esportazione totale di mele verso la Comunità Europea nel 2010 è stata di 543.474 ton,
contro le 651.983 ton. del 2009, vista la situazione produttiva comunitaria è ragionevole prevedere un
leggero incremento nel volume di mele in arrivo contro stagione. Importante anche la segnalazione di
un ritardo di circa una settimana nella raccolta in alcuni dei Paesi.
La situazione europea
A livello comunitario il quadro commerciale si conferma positivo, con una giacenza complessiva di
2.784.485 ton, (-9,7% sul 2010). A livello di singolo paese, di rilievo è la situazione della Germania, che
con un - 25,6% di giacenze rispetto al 2010 rappresenta uno sbocco interessante per le mele italiane.
La Polonia, con una produzione fortemente ridotta rispetto al normale, presenta una giacenza del 19,6%
minore del 2010, che libera aree di mercato, particolarmente verso la Russa e l'Est Europa
tradizionalmente orientate alla produzione polacca. Belgio, Danimarca ed Olanda hanno comunicato
giacenze nell'ordine del 25 / 30% inferiori al 2010, mentre la Francia è sufficientemente allineata con
l'Italia, con un -4,9% sul 2010.
Nel complesso quindi il mercato nella Comunità Europea presenta dati molto confortati con ottime
prospettive di assorbimento per i mesi a venire.
La situazione in Italia
Le giacenze di mele in Italia al primo febbraio risultano inferiori del 2% rispetto allo stesso momento del
2010, con un volume totale di vendite di 209.893 ton rispetto alle 208.635 dello stesso mese di gennaio
2010.
Dal punto di vista varietale la Golden Delicious, con una giacenza del 3% inferiore al 2010 ed un volume di
vendita a gennaio pari a 89.828 ton, in leggero aumento rispetto alle 88.295 ton del mese di gennaio 2010,
conferma una domanda buona e costante, sostenuta anche da una qualità più che soddisfacente, con
buone prospettive per la parte restante della stagione.
Bene vanno giudicati i ritmi di vendita anche per le altre varietà, con la Gala che, con una giacenza di
51.512 ton. contro le 52.344 del 2010, si avvicina ormai senza problemi alla fase di chiusura della
stagione.
Le giacenze della Red Delicious sono del 3,9% inferiori sul 2010 e tale dinamica si riflette con leggeri
scostamenti in pratica su tutte le varietà.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
21
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
La carenza di mele a livello di diversi Paesi comunitari sostiene molto bene l'export. Il mercato interno
ha manifestato qualche incertezza in avvio di annata ma si presenta oggi dinamico ed interessante. Nel
complesso le quotazioni sono stabili ad un livello che si può individuare in un 15 / 20% superiore rispetto
alla stagione 2009/2010.
Pur in attesa delle produzioni primaverili ed estive, che potrebbero in qualche misura condizionare la
chiusura della stagione, tutti i maggiori player confermano un ragionevole ottimismo, guidato non solo
dal ritmo di vendita ma anche dalla buona qualità del prodotto in conservazione e dalla conferma di buoni
spazi commerciali sia nella Comunità Europea che nelle aree dell'Est Europa e del Nord Africa, dove
esistono ulteriori spazi di penetrazione.
Fonte: Assomela
Cereali, import ed export nei primi undici mesi del 2010
I dati Anacer
Cereali, i dati Anacer pei primi undici mesi del 2010
Le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi undici mesi del
2010 (gennaio-novembre) sono aumentate di 932.000 t rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
(+6,4%).
Gli arrivi dall’estero di cereali in granella registrano complessivamente un incremento di 942.000
tonnellate (+10,8%), dovuto in particolare al grano tenero (+495.000 t), al grano duro (+298.000 t),
all’orzo (+201.000 t) ed all’avena (+14.000 t).
Diminuiscono invece le importazioni di mais (-73.000 t) e di altri cereali minori (-10.000 t). Per quanto
riguarda il riso, considerato nel complesso (risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso),
l’import
risulta
in
diminuzione
di
circa
34.000
t.
(-26%).
Rispetto al 2009 l’approvvigionamento complessivo di proteine vegetali diminuisce di 260.000 t. (-9,5%),
mentre nei semi e frutti oleosi si registra un aumento di 174.000 t (+9,6%).
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
22
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
L'export
complessivo
risulta
in
aumento
nelle
quantità
Febbraio 2011
di
370.000
tonnellate
(+11,1%).
Tra i prodotti presi in esame aumentano le vendite all’estero di cereali in granella (+185.000 t), paste
alimentari
In
(+45.000
diminuzione
le
t)
esportazioni
e
prodotti
di
semola
(+39.000
trasformati
di
grano
duro
(-12.000
t).
t).
Relativamente al riso, considerato nel complesso (risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso)
le esportazioni aumentano di 81.000 tonnellate (+12,3%).
Saldo valutario
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore hanno comportato un esborso di valuta pari a
3710,5 milioni di Euro (3536,5 nel 2009) e introiti per 2350,0 milioni di Euro (2368,9 nel 2009).
Pertanto il saldo valutario netto è pari a -1360,5 milioni di Euro, contro -1167,6 milioni di Euro nel 2009.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
23
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
N.B.: I suddetti dati, basati sull’anno solare, sono stati elaborati ai fini della bilancia commerciale del
settore cerealicolo. Per una corretta analisi dei flussi commerciali import/export deve essere considerato
il periodo 1 luglio – 30 giugno, corrispondente alla campagna di commercializzazione agricola.
Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Colture erbacee, in calo grano duro e pomodoro
Pubblicato il rapporto Istat sulle intenzioni di semina per l'annata agraria 2010-2011. Secondo
Confagricoltura il dato va rivisto al rialzo, meno ottimiste Cia e Copagri
Istat, intenzioni di semina per l'annata 2010-2011
L'attualità del panorama agricolo ricorda i personaggi di un libro. In alcuni casi appaiono molto lontani tra
loro, sia geograficamente che per le vicende che li vedono protagonisti, ma alla fine, incanalati nel
medesimo
imbuto,
danno
vita
ad
un
unico
fluire
della
narrazione.
Così, l'imprenditore agricolo impegnato nel processo decisionale che lo porterà a definire la strategia
aziendale, deve essere in grado di cogliere i tratti salienti di ciascuna trama e costruire l'intreccio ideale
per la propria realtà produttiva.
Tra i paletti dello slalom, la crisi finanziaria che dal 2008 non concede tregua, l'instabilità dei mercati e
la volatilità dei prezzi, l'aumento dei costi di produzione e i processi evolutivi che interessano la Politica
agricola comunitaria.
Lo studio del contesto e la sua traduzione in dati economico-finanziari da parte di esperti ed associazioni,
può rappresentare un efficace strumento di guida nel tortuoso percorso verso il processo decisionale. Lo
scorso 11 febbraio l'Istat ha pubblicato un'indagine di rilevazione contenente i dati relativi alle semine
effettuate nell'annata agraria 2009-2010 ed alle previsioni per l'annata corrente. I dati, come spiegato
dall'Istituto, sono stati rilevati tramite l'osservazione di un campione composto da circa 9mila aziende.
L'analisi ha tenuto conto del panorama nazionale e mondiale. In particolare, per quanto riguarda
l'evoluzione della Pac, si è sentito il peso dell'articolo 68 del Regolamento CE 73/2009, inserito in seguito
all'accordo politico del Consiglio dei ministri sull'Healt Chech del 20 novembre 2008 e, da cui, è nato il DM
attuativo
del
29
luglio
2009.
Si tratta di un Sostegno specifico di erogazione di pagamenti supplementari rivolto a cinque tipologie di
misure e che riguarda, tra l'altro, anche i seminativi.
“Lo studio Istat sulle intenzioni di semina 2010-2011 delle principali colture” che evidenzia non poche
variazioni rispetto all'annata precedente, “conferma le gravi difficoltà degli agricoltori, sempre più
oberati da costi produttivi, contributivi e burocratici; da prezzi non remunerativi e da redditi in forte
calo” è stato il commento della Cia.
Un dato significativo si riferisce ai terreni a riposo aumentati del 19,1% rispetto alla precedente annata
2009-2010. Le motivazioni sono riconducibili alla rotazione agronomica nel 43,8% dei casi, alle incertezze
sul mercato e alla scarsa remuneratività dell'attività in ben 29,2 casi ogni cento e, infine, alle condizioni
meteorologiche avverse che, insieme ad altre cause, vanno a costituire il 27% delle risposte.
“Il maltempo” conferma Cia, “soprattutto nei mesi di ottobre e novembre ha avuto conseguenze rilevanti
nel lavoro dei campi. Molti i produttori di cereali che non hanno potuto seminare”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
24
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Scindendo il dato per tipo di coltivazione, risulta un forte dinamismo nella variazione delle superfici
investite o disinvestite da parte delle aziende. Secondo Istat, ciò sarebbe il sintomo di una maggiore
attenzione dei conduttori verso l'andamento dei mercati e le oscillazioni dei prezzi agricoli. Fanno
eccezione e risultano essere piuttosto stabili i settori del riso, delle foraggere, le ortive e le patate.
Secondo Confagricoltura però, “molti terreni sono rimasti temporaneamente a riposo per rotazione in
vista delle semine primaverili di mais e soia al Nord e di girasole al Sud”. Per questo “riteniamo”, spiega
l'organizzazione, “che il dato relativo alle superfici non coltivate verrà dimezzato”.
Procedendo nell'analisi dei dati forniti dallo studio, si registra innanzitutto una diminuzione delle
superfici a frumento duro e tenero. Meno 13,5% per il primo e un più ridotto calo di 5 punti percentuali
per il secondo. Il dato per il tenero è riconducibile ad un disinvestimento nel Nord della penisola: i dati
relativi alle superfici investite al Centro sono in crescita. Ribaltata la situazione per il duro che vede in
calo le superfici investite soprattutto al Centro.
Crescono le superfici a mais da granella (+5,8%), sorgo (+54,8%), orzo (+18,4%) e avena (+5,9%). Tra i
semi oleosi sono in aumento il girasole con +9,3%, la soia che cresce di 15,3 punti percentuali ed è in calo
la colza che perde 19,5 punti percentuali.
Calano, specialmente al Sud, le superfici destinate alle ortive con particolare riferimento al pomodoro (15,5%);
crescono,
di
contro,
(+8,8%)
le
superfici
investite
a
legumi
freschi.
I dati relativi alle leguminose da granella rilevano un -19,8% per le superfici a piselli e un consistente 27% per fagioli e fave. Cresce, infine, la superficie a patate (+16,5%) e rimane stabile il dato per le
foraggere temporanee.
Da
rivedere,
almeno
in
parte,
i
dati
Istat
secondo
Confagricoltura.
“Le indagini sulle semine sono state condotte a novembre-dicembre scorso” spiega l'associazione, “in
quell'epoca le condizioni del maltempo rendevano impossibili le semine in molte aree del paese
spingendo gli agricoltori, specie al Centro-Sud, verso considerazioni poi riviste a gennaio. In tale epoca
inoltre il grano duro è tornato ad essere una produzione interessante per gli agricoltori grazie
all'aumento di 14 punti percentuali dei prezzi”.
Meno
ottimiste
e
Cia
Copagri.
La Cia vede nel quadro disegnato dall'Istituto di statistica “l'immagine di un’agricoltura in affanno non
supportata
da
valide
misure”.
“I dati Istat” secondo Copagri, “confermano un diffuso clima di sfiducia nelle nostre campagne”
imputabile, spiegano, alle ricadute della Pac, all'instabilità dei mercati e alla volatilità dei prezzi.
Anche in questo caso a mancare, secondo Copagri, l'attenzione verso il settore agricolo e un organico
disegno di politica agraria accompagnato da un adeguato intervento pubblico.
Attenti a quei due (formaggi)
Parmigiano Reggiano e Grana Padano continuano ad essere i protagonisti del favorevole momento di
un mercato che ha sempre più connotati globali
L'equilibrio del mercato del latte dipende anche dalla possibilità di 'governare' la produzione dei due più
importanti formaggi Dop del nostro Paese
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
25
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Bella coppia quella del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano. Poco più di un anno fa erano stretti nella
morsa di una crisi da lasciare senza fiato e ora i loro prezzi fanno registrare un aumento dopo l’altro.
Cosa è successo? Anzitutto si erano sbagliati quanti vedevano una connessione fra crisi economica, prezzo
dei formaggi e calo dei consumi. Ora il prezzo è salito, e molto, ma i consumi non ne stanno risentendo,
anzi tengono a dispetto della crisi economica che invece è tutt'altro che conclusa. Vero al contrario che si
era in presenza di un eccesso produttivo che per quanto modesto aveva innescato una spirale di prezzi
al ribasso che pareva inarrestabile. Per invertire la tendenza furono ritirate dal mercato 200mila forme (fu
uno dei pilastri del piano anticrisi formulato con l'allora ministro Luca Zaia) e si puntò sull'incremento
delle esportazioni. Formula azzeccata, visto che dalla fine del 2009 ad oggi i prezzi dei due Dop hanno
iniziato la loro risalita, che continua ancora oggi. Le ultime quotazioni del Parmigiano Reggiano hanno
già raggiunto e superato quota 11 euro al kg per le stagionature di 12 mesi, come si può constatare dai
dati riportati da Clal. Un anno fa si era fermi a 8,60 euro per kg e prima ancora, al picco della crisi, un
chilo di prodotto faticava a raggiungere i 7 euro. Meno di quanto costasse produrlo. Analoga la situazione
per il Grana Padano. Oggi le quotazioni per le stagionature più lunghe (20 mesi e oltre) si stanno
proiettando ai massimi di 9 euro (8,95 euro il 3 febbraio sulla piazza di Mantova) e solo un anno fa erano
ferme a poco più di 6 euro. Identica anche per il Grana Padano la ricetta per uscire dalla crisi, ritiro del
prodotto e promozione dell'export.
Produzione sotto controllo
La lunga stagione di crisi dei due formaggi grana ha ribadito quanto sia importante allineare la produzione
ai consumi, evitando surplus produttivi che per quanto modesti possono innescare veri e propri
“terremoti” sui mercati. Un compito che i Consorzi di tutela vorrebbero assolvere, ma che si scontra con
le norme antitrust, un conflitto la cui soluzione può venire dal legislatore europeo e già il “pacchetto”
latte e qualità, all'esame in questi mesi, potrebbe essere il contenitore appropriato per una soluzione
definitiva. Anche in questo caso il gioco di squadra e le alleanze fra quanti hanno a cuore le sorti del
La situazione dei 'Grana'
Parmigiano Reggiano
Grana Padano
Produzione 2009 (milioni di forme)
2,94
4,22
Produzione 2010 (milioni di forme)
3,01
4,34
Prezzi 2009 (euro kg)
7,34**
6,33*
Prezzi 2010 (euro kg)
9,09**
7,23*
Elaborazione da dati Clal
* prodotto di 15 mesi e oltre - ** prodotto di 12 mesi e oltre
settore saranno fondamentali. Vedremo.
Intanto si può prendere atto che la produzione di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, nonostante il
buon andamento dei prezzi, è rimasta costante. E' il segno, da accogliere con una certa soddisfazione,
della maturità e del senso di responsabilità dimostrato dagli operatori del settore. A fine 2010 il numero di
forme di Grana Padano era di 4,34 milioni, sostanzialmente stabile rispetto ai 4,22 milioni di forme del
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
26
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
2009. Analoga la situazione del Parmigiano Reggiano che dai 2,94 milioni di forme del 2009 si è portato a
3,01 milioni a fine 2010. Anche se bisogna registrare una certa ripresa produttiva a inizio 2011. Speriamo
che i caseifici non si facciano “prendere la mano”, perché le prospettive, sui mercati internazionali non
sono tutte all'insegna dell'ottimismo.
Attenti al prezzo
Le analisi sull'andamento del mercato lattiero-caseario mondiale sono concordi nel prevedere una forte
volatilità dei prezzi, anche di quelli del latte. Difficile allora azzardare previsioni, tanto più che la
fisionomia del settore sta subendo radicali mutamenti, a iniziare dalla Cina che nel volgere di pochi anni
ha quasi triplicato la sua produzione di latte (38,8 milioni di tonnellate), diventando così il terzo
produttore mondiale, dietro a India (105 milioni di tonn) e Usa (86,17 milioni di tonn.). L'evoluzione dei
prezzi sarà legata al ritmo di crescita della produzione e soprattutto all'evoluzione della domanda di
alimenti (e dunque anche di latte) nei paesi emergenti. Un equilibrio difficile da raggiungere e
mantenere. In Italia, il prezzo del latte spot continua ad essere alto (max 42,79 centesimi al litro) anche
se con qualche cedimento rispetto ai massimi dello scorso settembre quando si era arrivati a superare i 44
Sul podio mondiale del latte (milioni di tonn)
2000
2008
India
76,39
105,00
Usa
76,02
86,18
Cina
11,28
38,80
Mondo
556,63
668,29
Elaborazione da Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici
centesimi al litro. Che siano i primi segnali di una inversione di tendenza? Difficile rispondere.
Al momento, è anche questa un'analisi di Clal, la domanda internazionale si mantiene su livelli sostenuti
mentre le scorte di prodotti lattiero-caseari sono già impegnate con gli acquirenti abituali. Una situazione
che contribuisce a mantenere in tensione i prezzi, anche quelli del latte. Intanto gli allevatori non sono
ancora riusciti a raggiungere un accordo con Assolatte per fissare un prezzo che metta d'accordo
produttori e industrie. E' quanto accade in Lombardia, regione guida per il latte italiano, dove la fornitura
del latte è da quasi un anno affidata ai singoli contratti fra le parti. Mentre gli allevatori “sentono” che il
mercato è finalmente dalla loro parte, le industrie del latte intuiscono forse che la situazione sta per
ribaltarsi e i prezzi per scendere. Per il momento, però, il mercato sembra dar ragione agli allevatori.
Per la frutta serve un gioco di squadra
Stretto fra crisi e riforma della Pac il settore si è interrogato sul futuro in un convegno che si è svolto
a Bologna e che ha riproposto il tema dell'unità delle rappresentanze agricole
Un momento dell’intervento dell’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, durante l’incontro promosso
dalla Regione Emilia Romagna sul tema 'Nuova Pac ed ortofrutta: la posizione italiana'
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
27
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Per fortuna c’è la crisi. Una provocazione, ovviamente, ma per l’ortofrutta italiana le difficoltà vissute
oggi potrebbero essere la molla per dire addio, finalmente, alle divisioni nelle rappresentanze agricole. E
non c’è solo la crisi dei prezzi e dei consumi a suggerire più unità in un sistema agricolo che conserva lo
stesso modello di quando gli addetti agricoli erano sette volte quelli di oggi. All’orizzonte c’è la riforma
della Pac, la nuova Ocm del sistema ortofrutticolo e prima ancora, entro luglio, il pacchetto qualità.
Appuntamenti ai quali occorre arrivare preparati, con le idee chiare e dopo aver lasciato a casa dissensi e
distinguo. Perché è a Bruxelles che si gioca la partita.
E’ attorno a questi argomenti che si è svolto un affollato incontro promosso dalla Regione Emilia Romagna
per discutere della riforma della Pac ed al quale hanno partecipato le molte (impossibile ricordarle tutte)
sigle che rappresentano il mondo dell’ortofrutta.
Il quadro
A delineare il preoccupante quadro della situazione ci ha pensato Tiberio Rabboni, Assessore
all’Agricoltura della regione Emilia Romagna e artefice di questo incontro che ha avuto il merito di
lanciare un forte messaggio di rinnovamento verso l’unità. Il settore, ha ricordato Rabboni, si trova stretto
fra la certezza dei costi e l’incertezza dei ricavi mentre si devono fare i conti con un mercato dalle
regole imperfette, dove si affacciano sulla scena internazionale nuovi protagonisti, talvolta spregiudicati.
In questo scenario si discute di riforma della Pac senza conoscere però quali saranno le risorse economiche
disponibili e si paventano tagli e nuove formule di distribuzione delle risorse che potrebbero rivelarsi
penalizzanti per l’Italia. Nel futuro dell'agricoltura comunitaria si ipotizzano poi strumenti per la gestione
del rischio, con forme mutualistiche per la garanzia del reddito agricolo di fronte alle ricorrenti crisi di
mercato. Ma quali saranno le formule da adottare in questo campo è argomento ancora al centro delle
discussioni. Altro punto nevralgico per il futuro dell'ortofrutta, e non solo, è lo squilibrio nella
distribuzione della catena del valore, che lascia i produttori agli ultimi posti rispetto agli altri
protagonisti della filiera.
Divisi si perde
Che sia necessario un migliore funzionamento della filiera alimentare è argomento che Bruxelles sta
affrontando, ma al momento non sono ancora state indicate le risorse per arrestare la continua erosione
del valore aggiunto che resta all'agricoltura. Ne ha parlato Mario Catania, direttore generale alle Politiche
comunitarie del Mipaaf, che ha ricordato le principali tappe della riforma Pac che ci attende e che porterà
al superamento degli attuali criteri con una conseguente riduzione del valore dei titoli. Una fase di
transizione che si chiede abbia tempi lunghi per ammorbidirne l'impatto, ma che non sarà senza
conseguenze. La riforma non tocca al momento l'Ocm ortofrutta, argomento che tatticamente Catania
suggerisce di non sollevare in questa fase, e nemmeno le Op dell'ortofrutta, un modello preso come
esempio e che Bruxelles intende trasferire ad altre filiere come quella del latte. Un ruolo centrale,
dunque, quello delle forme organizzate dei produttori. Parte da questa constatazione l'invito di Mario
Catania, poi accolto da tutti pur con sfumature diverse, ad una maggiore coesione del mondo agricolo
riprendendo quel processo di unificazione che sembra essersi interrotto da qualche tempo.
Mettere al centro il reddito
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
28
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Un tema, questo della coesione delle rappresentanze agricole, ripreso dal presidente della commissione
Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, che nel suo intervento ha definito come
straordinariamente positivo lo sforzo unitario che in generale il mondo agricolo sta cercando per fare un
passo avanti verso la soluzione delle criticità. E di criticità all'orizzonte ce ne sono molte, a iniziare dal
differenziale di crescita della nostra agricoltura che nel 2010, secondo Eurostat, ha segnato un meno
3,6% che stride con la crescita media del reddito agricolo nella Ue che si attesta ad un più 12%. Ma si
tratta solo di una media e ben più distanti per l'agricoltura italiana sono i risultati raggiunti dalla Francia,
che spicca con il suo incremento del 30% del reddito agricolo. Occorre allora, ha sottolineato con forza De
Castro, rimettere al centro della politica agricola italiana il reddito degli agricoltori e “attrezzarsi” per
portare rapidamente le nostre proposte sui tavoli di Bruxelles. In arrivo ci sono i due “pacchetti” qualità e
latte che si concluderanno con la presidenza ungherese e dunque entro luglio. Molte le implicazioni che
entrambi potranno avere
anche per l'ortofrutta. Al loro interno potrebbero trovare posto nuovi
meccanismi per mettere i consorzi nelle condizioni di gestire i livelli produttivi. Ma non basta. In ballo c'è
l'importante capitolo delle etichette con la discussione, il 14 febbraio, al consiglio “Salute” e una
bocciatura potrebbe mettere in difficoltà anche la recente normativa italiana. Queste le scadenze
immediate, ma presto si concluderanno i lavori per le proposte legislative sulla nuova Pac e anche su
questo fronte bisogna lavorare subito per contrastare scelte che potrebbero penalizzarci.
Appuntamento a Roma
Nel concludere il convegno di Bologna, Rabboni ha espresso la sua soddisfazione per la disponibilità del
mondo ortofrutticolo ad una convergenza per delineare le strategie italiane in questo settore.
Serviranno cambiamenti per il rilancio del settore e la nuova Pac potrà essere l'occasione per definire
nuove regole come la reciprocità negli scambi, la scala transnazionale delle OP e la definizione di nuove
reti di protezione per far fronte alle crisi e alle cadute del reddito agricolo. Non meno importante la
crescita del potere contrattuale dei produttori e infine la promozione dei consumi.
Ma sapremo muoverci in tempo? Lo si potrà capire già dal 22 febbraio, data fissata per il Forum che il
ministero dell'Agricoltura ha indetto a Roma per discutere la riforma della Pac. Potrebbe essere
l'occasione per assumere una posizione formale, magari fissata in un documento che indichi le strategie da
adottare anche per il settore ortofrutticolo italiano. Vedremo.
Volatilità dei prezzi e mercati, il documento della Commissione europea
Bruxelles - Trasparenza e coordinamento: i punti forti del testo presentato dai tre commissari Tajani,
Barnier e Ciolos su come 'Affrontare le sfide dei mercati delle commodities e delle materie prime'
Il commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos
Dopo gli annunci dei mesi scorsi, la Commissione europea ha presentato la sua Comunicazione per
affrontare la complessa questione della volatilità dei prezzi sui mercati, non solo delle materie prime
agricole.
Un documento che sottolinea la serietà del tema, come sanno bene gli agricoltori e gli allevatori che
vedono salire o scendere i costi di produzione senza motivo apparente, ma non implica alcuna ipotesi
operativa, se non quella di studiare meglio il rapporto tra finanza e economia reale, e di porre la
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
29
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
questione sul tavolo del G20 (come sta per fare la Francia, il prossimo giugno) e degli altri organismi della
governance economica globale.
Il testo, dal titolo 'Affrontare le sfide dei mercati delle commodities e delle materie prime' è stato
presentato da tre commissari, Tajani per l'Industria, Barnier per il Mercato interno e Cioloş per
l'Agricoltura.
Secondo i tre, una maggiore stabilità delle quotazioni delle materie prime passa per un incremento della
trasparenza e del coordinamento delle informazioni tra traders, Stati, organismi internazionali.
Cioloş ha tenuto a ricordare la particolare vulnerabilità del settore agricolo a fronte della volatilità dei
prezzi a livello globale. Per evitare nuove crisi alimentari, ha commentato il commissario Ue
all'Agricoltura, bisogna intervenire in sede globale, presso il G20, la Fao o l'Organizzazione mondiale del
commercio (Wto).
In riferimento al bando dell'export del grano praticato un modo unilaterale dalla Russia, in parte
responsabile dell'aumento corrente dei prezzi dei cereali, Cioloş ha tenuto a precisare che la produzione e
il consumo di cibo è faccenda "emozionale" e può scatenare "reazioni di riflesso" che non farebbero che
"peggiorare la situazione di instabilità", e creare condizioni favorevoli alla speculazione.
Contrapponendo bando a bando, insomma, non si arriva da nessuna parte. Più proficuo, ha proseguito l'ex
ministro rumeno, "costruire un dialogo" tra partners internazionali per rinforzare la catena
dell'approvvigionamento alimentare e investire nella capacità di fare agricoltura, quindi di produrre cibo,
in modo sostenibile.
Aldilà dei proclami dei mesi scorsi, insomma, anche l'Esecutivo Ue ammette che per risolvere il problema
della volatilità dei prezzi sui mercati agricoli non c'è nessuna bacchetta magica.
Quote latte e multe, ancora una proposta di rinvio
Si riapre la polemica sui pagamenti delle rate che un emendamento al 'milleproroghe' vorrebbe
rimandare di altri sei mesi
Al primo vaglio di ammissibilità sono stati eliminati 542 emendamenti, ma resta per il momento la
proposta per il rinvio delle multe Fonte immagine: Shlabotnik
Riecco le quote latte, dove meno te le aspetti. Questa volta tornano con il “milleproroghe”, il decreto
che si vara per correggere eventuali lacune lasciate nel Bilancio dello Stato a fine anno. Anche questa
volta, come sempre, è assalto a questo decreto nel quale ognuno tenta di inserire richieste e proposte di
ogni tipo (non a caso si chiama “milleproroghe”). Sono oltre 1500 gli emendamenti giunti da ogni angolo
del Parlamento e si va dall'ennesimo condono edilizio ai fondi per l'editoria passando per talune aperture
alla caccia. E fra le tante proposte ecco quella di rinviare di altri sei mesi (un primo rinvio era già stato
accordato fra mille polemiche) il pagamento delle multe latte rateizzate il cui termine era scaduto con il
31 dicembre del 2010. Prima della sua approvazione definitiva il decreto subirà una forte “cura
dimagrante” passando attraverso una serie di verifiche per valutare l'ammissibilità delle tante, troppe,
richieste. Si è iniziato martedì uno febbraio, dove sono caduti sotto la scure dell'ammissibilità 542
emendamenti (e fra questi il condono edilizio) e si continuerà nei prossimi giorni valutando contenuti e
costi di ogni voce e vedremo se alla fine, fra le poche decine di emendamenti sopravvissuti, vi sarà anche
la proroga al pagamento delle multe latte, che intanto ha superato la prima “scrematura”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
30
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Le posizioni
La proposta di rinvio delle multe ha già aperto un confronto serrato all'interno del Governo, con la Lega
che spinge per la proroga e il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, che invece è contrario, come già
si dichiarò sei mesi fa, quando fu concesso di rimandare il pagamento delle rate dal 30 giugno al 31
dicembre 2010. A fianco del ministro si è schierata Coldiretti per la quale “non esistono motivazioni per
un'ulteriore proroga del pagamento delle multe” e sulla stessa lunghezza d'onda si è detta
Confagricoltura per la quale “non si possono accettare ulteriori dilazioni”, come pure la Cia che ha
sentenziato “basta premiare i furbi che non hanno rispettato le regole”. Un'alzata di scudi che ha
rafforzato le richieste del ministro Galan nel suo appello al senso di responsabilità dei parlamentari.
“Tanto più - ha sottolineato il Ministro – che il termine di pagamento è già scaduto e le ingiunzioni sono
arrivate”.
La situazione
Il 21 gennaio, infatti, sono scaduti i termini previsti dalla legge 33/2009 per la rateizzazione delle multe.
Gli allevatori interessati, informa Agea, sono poco meno di 2000 per un totale di 548,75 milioni di euro.
Più in dettaglio si tratta di 541 allevatori che non hanno mai fatto domanda di rateizzazione, ai quali si
aggiungono 494 produttori che pur avendo inoltrato la richiesta non hanno poi concluso l'iter di
accettazione. Sono 232 gli allevatori le cui domande sono state accettate, mentre per altri 442 sono
ancora in corso le procedure di riesame da parte di Agea e del Commissario straordinario. La parte
restante di allevatori è rappresentata da quanti hanno azzerato il loro debito grazie alle sospensive o al
versamento delle multe e dai pochi che hanno debiti inferiori ai 25mila euro.
Il futuro
Ora non resta che attendere la conclusione dell'iter legislativo del decreto milleproroghe per sapere
come finirà questa ennesima vicenda legata alle quote latte. Con una certezza, di quote latte si parlerà
ancora, almeno sino ad aprile 2015 quando finalmente saranno tolti i vincoli alla produzione di latte.
Sperando che il rimedio non sia peggiore del male...ma questa è un'altra storia.
Al via l'ammasso privato per i suini
Dal primo febbraio disponibili gli aiuti della Ue, ma occorrono anche interventi nazionali per superare
le difficoltà, più forti in Italia che altrove
Lo stoccaggio è previsto per tempi che vanno dai 3 ai 5 mesi Fonte immagine: Fabrymondinophotography
Ci ha pensato lo scandalo diossina ad aggravare la già difficile situazione della suinicoltura europea e che
in Italia è persino più pesante che negli altri paesi. Bruxelles ha così deciso di riaprire gli aiuti allo
stoccaggio privato delle carni (se ne è parlato anche la scorsa settimana su Agronotizie) nel tentativo di
ridare sostegno ai mercati, dopo il calo dei consumi che ha fatto precipitare i prezzi. Già dal primo
febbraio è così operativo il regolamento Ue n. 68/2011 del 28 gennaio che definisce le misure di aiuto
per lo stoccaggio. Hanno accesso a questi sostegni gli operatori che assumendone i costi e i rischi sono
disponibili ad immagazzinare la carne suina per un periodo che va da un minimo di tre mesi ad un
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
31
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
massimo di 5. Se le difficoltà di mercato dovessero continuare la Commissione potrebbe prendere in
esame la possibilità di ampliare il periodo di stoccaggio. Al termine di questo periodo la carne potrà
essere immessa sul mercato europeo o su quello internazionale. L’importo degli aiuti varia in funzione del
periodo di stoccaggio e dei tagli stoccati.
I commenti e le proposte
L’apertura dell’aiuto all’ammasso privato è stata accolta con favore da Fedagri che per voce del
presidente del settore zootecnico, Giovanni Bettini, ha chiesto che alle misure comunitarie si
affianchino iniziative di carattere nazionale. Fra queste un valido sistema di etichettatura e
l’autodisciplina delle produzioni Dop, richieste che devono però fare i conti con quanto si sta discutendo a
Bruxelles nell’ambito del “pacchetto” qualità.
A tirare per la giacca il ministro Giancarlo Galan per interventi a favore della suinicoltura arriva anche
l’Associazione mantovana allevatori che ha ricordato al ministro l’impegno degli allevatori di allineare la
genetica in allevamento alle nuove modalità di valutazione dei cosci, impegno che imporrebbe uno
slittamento dei controlli sulle cosce. Fra le richieste degli allevatori mantovani figura anche la messa a
punto di un listino specifico in Borsa merci per i suini iscritti al Consorzio del suino pesante padano. Al
pari dei colleghi suinicoltori di Padova, anche da Mantova arriva la richiesta di aiuti per quegli allevatori
che decidono di ridurre la produzione. Una bella idea per ridare tonicità al mercato allentando la
pressione produttiva. La difficoltà sarà quella di trovare i fondi necessari a sostenere il progetto. La
situazione delle casse dello Stato non lascia spazio all’ottimismo.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
32
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
http://www.ilvelino.it/canale.php?IdCanale=4
ECO - Coldiretti e Unci verso rottura. Aicoop nuova partner dei coltivatori
Marini scarica le cooperative di Galligioni, che si "arrabbia"
Roma, 3 mar (Il Velino) - Dopo circa un anno dall’alleanza strategica è rottura tra l’Unione nazionale delle
cooperative italiane – Unci e la Coldiretti. L’associazione dei coltivatori diretti, che aveva visto nell’Unci
una sponda cooperativa per far fronte alla guerra ingaggiata nei confronti di Confcooperative e per
mettere in atto i progetti di vendita diretta dei prodotti agricoli all’interno dei supermercati, sembra fare
dietrofront, rinnegare il passato e cambiare partner: scegliendo Aicoop, l’associazione italiana
cooperative per proseguire gli impegni presi. Accordo, quello del 15 dicembre scorso con le 700 associate
Aicoop, che avrebbe portato a quota 2.270 le cooperative aderenti a CoopColdiretti. Ma, cercando sul
web, di Aicoop, a parte le notizie rilasciate dall’organizzazione agricola che fa capo a Marini, non c’è
traccia. E facendo storcere il naso all’Unione fondata da Luciano D’Ulizia e presieduta da Paolo Galligioni.
“La presenza di Coldiretti nel sistema della rappresentanza cooperativa era già stato avviato con l’accordo
politico-strategico siglato con UNCI nel luglio 2009”, precisa Galligioni in una nota. “Desta sorpresa il fatto
che in questa circostanza tale accordo non venga neppure citato”, insiste. “Sta di fatto che le cooperative
aderenti ad AICOOP non aderiscono ad UNCI e certamente non potranno trovare all’interno di Coldiretti tutela, vigilanza e rappresentanza – attività queste di esclusiva competenza delle associazioni di settore
giuridicamente riconosciute. Si prende atto che l’assemblea di AICOOP ha anche provveduto ad eleggere
alla presidenza il Vicepresidente Nazionale di Coldiretti Mauro Tonello, che – giova ricordare – in virtù
degli accordi assunti con UNCI è formalmente anche Presidente di ASCAT-UNCI-COLDIRETTI (Associazione
di settore del comparto agricolo ed agroalimentare di UNCI)”. È guerra preannunciata insomma.
D’altronde qualche cosa si era annusato quando Galligioni aveva revocato al decano e già segretario
generale Coldiretti Franco Pasquali la carica di vicepresidente vicario della stessa Unione Nazionale
Cooperative Italiane. Nomina risalente al 18 dicembre 2009.
ECO - Quote latte, da Ue richiesta chiarimenti. Verso procedura infrazione
Roma, 28 feb (Il Velino) - Passato l’emendamento della Lega nel Milleproroghe che sposta a giugno il
pagamento della prima rata relativa alle multe sulle quote latte, da Bruxelles arriva l’avvertimento di
un’imminente richiesta di chiarimento da parte del commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos. E se i
provvedimenti, ha avvertito il portavoce Roger Waite, risultassero essere contrari alla legislazione
europea, saranno prese le misure necessarie. Vale a dire l’avvio di una vera e propria procedura di
infrazione nei confronti dell’Italia. Nonostante la legge 33/2009 di Luca Zaia stabilisse che l’operazione di
rateizzazione si sarebbe dovuta concludere entro la fine del 2009, il pagamento della prima rata annuale è
slittato al mese di luglio 2010, poi a dicembre 2010, e infine al 30 giugno 2011. La copertura di
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
33
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
quest’ultima proroga sarà assicurata da cinque milioni di euro che saranno “tagliati” dallo sviluppo dei
territori, alla ricerca e alla sanità. Il debito esigibile ammonta oggi a 781 milioni di euro ma il prelievo
supplementare totale imputato all’Italia dal 1984 al 2010 – da quando l’allora ministro dell’Agricoltura
Filippo Maria Pandolfi barattò il latte con l’acciaio – ammonta a 4,4 miliardi di euro. Di questi il prelievo
imputato nella prima fase e pagato interamente dalle casse dello Stato con l'accordo ECOFIN del 1994
ammonta a 1,9 miliardi di euro. Chiudendo così – con il ministro Giulio Tremonti come negoziatore - la
fase relativa alle campagne comprese tra il 1984-85 e il 1992-93. Quindi in sostanza pagato dai
contribuenti italiani sotto forma di maggiore pressione fiscale. Oggi si discute la rimanente parte, vale a
dire i 2,5 miliardi di euro relativi alle campagne comprese tra 1995-96 e 2009-2010. Di questi i produttori
cosiddetti “splafonatori” hanno pagato circa 400 milioni di euro - anche attraverso la vecchia
rateizzazione del 2003 condotta dall’allora ministro Gianni Alemanno – mentre il prelievo a loro imputato
e non ancora versato corrisponde a 2,1 miliardi di euro. Soldi che sono già stati sottratti da Bruxelles
all’Italia sottoforma di trattenute sui trasferimenti della Pac.
I produttori che si trovano oggi a dover pagare le multe – relative alle campagne 1995-96 e 2009-2010 – si
dividono in due categorie: i produttori con debito non esigibile per effetto di ricorsi – al Tar - ancora in
atto, il cui debito ammonta a 1,3 miliardi di euro; e i produttori con debito esigibile (senza ricorsi o con
ricorsi chiusi a sfavore per i produttori) il cui debito ammonta a circa 780 milioni di euro. Di questi ultimi –
stando ai dati che si evincono dalla circolare Agea del 17 dicembre 2010 – sono stati “coperti”, attraverso
la rateizzazione di Zaia, circa 43 milioni di euro. Il debito esigibile rimanente – 740 milioni circa – se non
dovessero essere saldati dai produttori multati, ricadrebbero inevitabilmente sui contribuenti italiani
sottoforma di pressione fiscale. Stando ai dati Istat 2010, nel secondo trimestre, il numero di occupati (in
termini destagionalizzati) risulta pari a 22.915.000 unità. Vale a dire il 57,5 per cento della popolazione
attiva compresa tra i 15 e i 64 anni. In base ai dati delle dichiarazioni Irpef 2009 (anno d’imposta 2008) –
fanno sapere al VELINO dal dipartimento delle Finanze - sono 41.802.902 i soggetti che hanno assolto
l’obbligo dichiarativo in via diretta, attraverso i diversi modelli dichiarativi (Unico, 730) o indiretta come
soggetti sottoposti a ritenute da parte del soggetto che eroga loro i redditi (Mod. 770). Tra questi soggetti
sono 31.087.681 i contribuenti per i quali risulta un’imposta netta, per un totale complessivo di 146,16
miliardi di euro, con un’imposta netta media di 4.700 euro. Se si analizza nel dettaglio le principali
categorie di contribuenti, risulta che 17.657.443 contribuenti con imposta netta risultano avere un reddito
da lavoro dipendente (a prescindere dalla titolarità o meno di altri redditi); 10.780.811 contribuenti con
imposta netta risultano avere un reddito da pensione (a prescindere dalla titolarità o meno di altri
redditi); e 2.593.583 contribuenti con imposta netta risultano essere titolari di partita IVA (a prescindere
dalla titolarità o meno di altri redditi).
A questi soggetti vanno aggiunti 412.859 contribuenti che pagano l’imposta sostitutiva collegata al regime
dei contribuenti minimi. Se si divide il debito esigibile accumulato dalle multe non pagate (781mln) per i
soggetti che secondo il Dipartimento delle Finanze hanno assolto lì’obbligo dichiarativo, emerge che ogni
lavoratore si troverebbe a dover pagare di tasca propria circa 20 euro nel nome degli splafonatori. Se poi
si divide il debito esigibile per il numero di “occupati” stilati dall’Istat per quanto riguarda il secondo
trimestre 2010, gli italiani dovrebbero pagare addirittura 32 euro circa, se le multe non dovessero essere
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
34
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
pagate perché rimandate ancora. Se infine gli splafonatori non dovessero saldare il conto e si volessero
tirare le somme confrontando il totale del prelievo imputato da Bruxelles nel corso degli anni – vale a dire
4,4 miliardi di euro da cui devono essere sottratti i 440 saldati - e il numero di coloro che secondo il
Dipartimento delle Finanze hanno “assolto l’obbligo dichiarativo”, emerge che ogni italiano che paga le
tasse si ritroverà ad aver “contribuito” alla causa degli splafonatori, volente o nolente, circa 95 euro. Se
poi si divide il debito totale per il numero di occupati risultati dai dati Istat, emerge che ogni lavoratore si
troverà alla fine dei conti a dover pagare un conto da oltre 170 euro a testa per via della cattiva
applicazione del regime delle quote latte in Italia.
Se quello del vino è il settore di punta per l’export made in Italy agroalimentare e l’olio d’oliva è l’oro
verde che rappresenta la dieta mediterranea nel mondo, è il comparto lattiero caseario il primo settore
alimentare d’Italia. Secondo quando emerge dai dati di Assolatte, l’associazione Italiana dell’industria
Lattiero Casearia alla quale aderiscono circa 300 imprese che rappresentano, in termini di fatturato, oltre
il 90 per cento dell'intero comparto nazionale, il settore rappresenta più del 12 per cento del fatturato
complessivo del food nazionale. E le cifre parlano chiaro: Le industrie lattiero casearie generano un
fatturato alla produzione che raggiunge i 14,2 miliardi di euro e danno lavoro a circa 25mila addetti, per
un indotto che coinvolge più di 100mila famiglie. Basti pensare al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano,
che nel 2010 hanno segnato aumenti record per quanto riguarda le esportazioni. Ogni anno le imprese
italiane producono un milione di tonnellate di formaggi (di cui 460mila tonnellate di formaggi Dop), 3
milioni di tonnellate di latte alimentare, 1,8 miliardi di vasetti di yogurt e 160mila tonnellate di burro.
ECO - Pac, Coldiretti entra in documento unitario. Ed esce Federalimentare
Roma, 22 feb (Il Velino) - Entra la Coldiretti ed esce Federalimentare. Da quanto apprende IL VELINO
l’organizzazione guidata da Sergio Marini ha deciso di aderire al documento sulla Pac messo a punto e
controfirmato dalla Confagricoltura, dalla Cia, dalla Copagri, dalle tre centrali cooperative FedagriConfcooperative, Agci-Agrital e Legacoop e dai sindacati agricoli. Esce però Federalimentare. Motivo: le
organizzazioni dei produttori, le cosiddette Op, godono di privilegi vantaggiosi rispetto al mondo
dell’industria, che ha in mano il 70 per cento della trasformazione. Si discute oggi all’Excelsior di Roma il
futuro della Politica agricola comune post 2013. A raccolta tutti i soggetti del mondo agroalimentare per
discutere tutti i nodi del dibattito della nuova politica comunitaria dalla quale oggi come oggi provengono
circa sette miliardi di euro l’anno destinati al comparto. L’ammontare delle risorse che verranno destinate
alla politica agricola all’interno del bilancio dell’Unione costituisce il vincolo di fondo che consentirà tutta
l’impalcatura della Pac. L’ipotesi di un ridimensionamento della spesa agricola è tuttora sul tavolo del
negoziato di Bruxelles. Senza il sostegno della Pac molte aziende agricole dell’Unione a 27 sarebbero
destinate alla chiususra non riuscendo a sostenere la concorrenza dei Paesi Terzi, dove i costi di
produzione sono molto più bassi. Secondo il ministero delle Politiche agricole “è auspicabile – si legge in
una nota – una maggiore centralità della produzione e dell’attività agricola finalizzata alla produzione di
beni”.
All’insegna di “un’economia sostenibile”. Il vulnus della Pac è costituito dalla ripartizione dei fondi
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
35
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
comunitari fra gli Stati membri. Nonostante gli ultimi due negoziati non abbiano generato cambiamenti in
tal senso, l’entrata di nuovi stati nella comunità europea cambia inevitabilmente le carte in tavola. Nel
caso in cui la superficie diventasse il criterio principale della distribuzione degli aiuti diretti l’Italia non ne
uscirebbe bene. Gli aiuti diretti che ricevono le aziende italiane percepiscono un sostegno molto elevato
rispetto alla superficie coltivata. Anche vero che l’Italia riceve – nonostante realizzi il 12,5 per cento della
produzione agricola lorda vendibile e il 17 per cento del valore aggiunto dell’Unione – solo il 10 per cento
della spesa agricola comunitaria. Senza contare che contribuisce al bilancio comunitario per il 13,5 per
cento con un saldo negativo del 3,5 per cento. Altro tema “caldo” sulla discussione della Pac è quello
degli strumenti di gestione dei mercati. Con la necessità di introdurre – secondo il Mipaaf – strumenti che
siano “in grado di prevenire e gestire le crisi e implementare una normativa di regolazione dei mercati più
flessibile e diretta ad integrare il reddito dei produttori in presenza di crisi di mercato”. Operazione da
condurre anche attraverso il miglioramento del’etichettatura dei prodotti. Infine il “miglioramento della
catena agroalimentare” con una politica finalizzata a sostenere l’aggregazione dell’offerta e il
miglioramento delle relazioni interprofessionali. Quindi una legislazione comunitaria che ponga le basi
giuridiche per la diffusione di nuovi organismi interprofessionali e che stimoli la ceazione di organizzazioni
di produttori anche in deroga alle regole sulla concorrenza in materia di contrattazione al fine di
accrescere il potere contrattuale dei produttori e di stabilizzare il reddito. Punto probabilmente non
gradito dagli industriali del made in Italy.
ECO - Nessuna crisi nel 2010 per i simboli del made in Italy agroalimentare
L’export raddoppia e “aiuta” in Italia a riequilibrare rapporto domanda-offerta
Roma, 9 feb (Il Velino) - Crisi? Non per il made in Italy blasonato dell'agroalimentare. Che all’estero va alla
grande e batte nel 2010 tutti i record. E in alcuni casi “aiuta” il rapporto domanda-offerta nazionale. Le
esportazioni di vino nel mondo sono aumentate nel 2010 del nove per cento confermandosi la voce più
importante dell’export agroalimentare. Per un fatturato che, tradotto in euro, viene stimato in 3,7
miliardi di euro. Se un quinto del vino italiano è stato acquistato negli Stati Uniti, in Cina il valore del
nettare di bacco made in Italy ha registrato un aumento del 102 per cento e in Russia – dove si è recato il
ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per una “nuova alleanza agroalimentare” - ha segnato
una crescita del 51 per cento. Il mercato americano si conferma per i vini italiani in generale e, in
particolare per il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano e per il Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore, un punto di riferimento. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Wine &
Food Institute di New York, il vino italiano ha confermato nel 2010 il suo ruolo di leader nel mercato
americano: l’Italia infatti detiene la prima posizione come paese esportatore di vini negli USA, sia in
quantità che in valore, superando l’Australia di oltre 170.000 ettolitri e la Francia di oltre 376 milioni di
dollari.
Risultati positivi non solo per l'export del vino. Anno record anche per il Prosciutto di Parma che negli
Stati Uniti ha raggiunto le 450mila unità vendute per un valore di quasi 40 milioni di euro. Segnando un
aumento del 17 per cento rispetto al 2009. Gli Stati Uniti, come per il vino, rappresenta - con il 5 per
cento della produzione Dop - il primo mercato per l’export del Prosciutto della corona. Bene anche il
mercato del Canada che segna un incremento delle esportazioni made in Italy del 42 per cento per un
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
36
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
valore di 4 milioni di euro per circa 60mila prosciutti. L’export si conferma un escamotage importante per
ridurre gli eccessi della produzione nazionale che si sono accumulati nel corso degli ultimi cinque anni.
Così da riequilibrare il rapporto tra la domanda e l’offerta. E fare in modo che i prezzi del Re dei
prosciutti – dal quale dipendono 5.500 allevamenti, 120 macelli, 162 stagionatori per un giro di affari da
1,7 miliardi di euro l’anno - tornino a regime. Se la domanda supera l’offerta infatti, i prezzi salgono e le
imprese tornano a crescere.
Performance positiva all’estero anche per il terzo simbolo del made in Italy agroalimentare, il Grana
Padano. I consumi del famoso formaggio dell'Emilia Romagna, secondo le stime dell'Istat e della Nielsen,
hanno segnato nel 2010 un aumento del +4,8 per cento in Italia, e del 9.5 per cento all’estero.
Confermandosi il prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo, con circa 4
milioni e 200 mila forme commercializzate ogni anno. “Dagli Stati Uniti all’Oriente, attraversando l’intera
Europa – precisa in una nota il presidente del Consorzio Cesare Baldrighi - il Grana Padano fa segnare
indici di esportazioni in continua ascesa”. E l'agroalimentare italiano, con i suoi simboli in prima linea - si
conferma il volano della ripresa economia. Partendo dall'export.
ECO - Inea “raddoppia” le entrate per agroalimentare. Ma è senza presidente
Tiziano Zigiotto, ex giocatore di calcio, non si è ancora potuto insediare
Roma, 8 feb (Il Velino) - L’Istituto nazionale di economia agraria è senza presidente. Il 25 gennaio si sono
esauriti i 45 giorni di proroga previsti alla scadenza del mandato di Lino Rava, avvenuta l’11 dicembre
scorso. Il nuovo presidente individuato è Tiziano Zigiotto, ex giocatore di calcio, consulente finanziario e
titolare dell'agenzia di San Bonifacio, in provincia di Verona, della Banca Mediolanum. Ma non ha potuto
ancora insediarsi in maniera operativa a causa del mancato esaurimento della procedura di nomina. La
questione parte dal Consiglio dei ministri che delibera la nomina, poi in Parlamento per il parere
consultivo delle commissioni competenti, per tornare poi in Cdm che delibera in via definitiva. Infine l’iter
successivo prevede la controfirma di alcuni ministeri – come quello dell’Economia e delle Politiche
agricole – della Presidenza della Repubblica e della Corte dei Conti. L’Inea ha festeggiato nel 2010 gli 80
anni di attività nel corso dei quali ha studiato i segnali, i cambiamenti e gli scenari della globalizzazione in
agricoltura. Attraverso la Politica agricola comunitaria e un processo di modernizzazione che – sotto la
presidenza di Rava – si è posta il problema di cogliere le dinamiche e i mutamenti dell’agroalimentare
italiano e della pesca nel difficile momento di crisi che il settore primario ha attraversato. L’ente “orfano
di presidente” deputato a delineare le dinamiche economiche del secondo Pil nazionale per fatturato, ha
incrementato le proprie entrate dai 18 milioni e 725mila euro del 2007 a 43 milioni e 172mila euro del
2010. Raddoppiando il proprio bilancio in un periodo di “vacche magre” per gli enti di ricerca.
L’Inea ha operato con una pianta organica sottodimensionata rispetto alle esigenze e alle sue potenzialità.
E non è cosa da poco dato che il finanziamento ordinario dell’Ente non copre neppure la spesa per il
personale di ruolo. L’Inea opera con progetti di ricerca temporanei o pluriennali e per sostenere gli
impegni assunti fa ricorso a personale precario e assunto a tempo determinato. Ciò ha portato ad un
notevole allargamento di personale atipico nel 2005, 2006 e 2007. Da quanto apprende IL VELINO i posti in
pianta organica occupati sono stati estesi da 107 a 120 e i lavoratori a contratto atipico che erano 228 nel
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
37
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
2007 alla chiusura del processo di stabilizzazione sono stati ridotti a 60 e i dipendenti a tempo
determinato che nel 2007 erano 45 a fine 2008 erano 113, con un contratto di 60 mesi. Il Consiglio di
Amministrazione scaduto da poche settimane aveva provveduto a richiedere al ministero di Galan
l’autorizzazione ad ampliare la pianta organica dell’Istituto che ancora non è pervenuta.
Negli ultimi quattro anni l’Inea ha lavorato da una lato alla realizzazione di obiettivi di miglioramento,
rafforzamento, modernizzazione della ricerca e dell’attività dell’ente stesso, dall’altro alla costruzione di
una strategia organizzativa e scientifica capace di rispondere ad un futuro dell’agricoltura e
dell’agroalimentare e infine la messa a punto di una strumentazione tecnica, amministrativa, strutturale
di coordinamento capace di creare le condizioni di una ottimale valorizzazione del lavoro di tutti i
ricercatori dell’Istituto. In questo senso va l’insediamento nel 2009 del Coordinamento tecnico scientifico
quale strumento di consultazione del Presidente, del Direttore Generale, del Consiglio d’Amministrazione
e del Tavolo della Ricerca, quale sede di partecipazione dei ricercatori che hanno delle responsabilità di
servizio, di area o di progetto. Non a caso si sono consolidati i rapporti con altri Enti di ricerca attraverso
l’attuazione di protocolli d’intesa con Enea (agroenergie) e con il Cra (innovazione agricola) e rapporti di
collaborazione con l’Ismea e con la rete degli Istituti regionali di Inea che sul territorio svolgono un ruolo
di conoscenza e analisi molto ravvicinata e specifica.
Nel progetto del Mipaaf sulla Rete Rurale Nazionale 2007/2013, l’Inea è parte e partner fondamentale
della sua realizzazione. Si è lavorato attorno alla ricerca sull'irrigazione con due progetti e il Piano
Triennale 2007/2009 è stato aggiornato e prorogato fino a tutto il 2010. In sostanza lo scopo che
evidentemente si è voluto perseguire è stato quello di sviluppare, concepire e allineare i programmi alle
strategie future, favorendo due delle direttrici: elevata capacità di coordinamento e il superamento della
frammentarietà tra le attività, che, pur occupandosi delle stesse materie, vengono realizzate da strutture
diverse. Tutto ciò è stato anche un modo per dare al bilancio una valenza di strumento di monitoraggio e
valutazione dell’efficacia della spesa e di controllo di gestione delle attività. Oggi l’ente ha raggiunto
l’obiettivo di ben 125 progetti. Ma non ha più un presidente.
ECO - Vino, Confagricoltura: Nota dolente il calo dei consumi interni
Ma rimane la prima voce dell'export alimentare made in Italy con 3,5 Mld di euro
Roma, 1 feb (Il Velino) - Riduzione del consumo interno, riforma Ocm, eccessiva frammentazione delle
aziende italiane e troppe denominazioni, che difficilmente saranno difendibili in Europa. Sono alcuni dei
punti affrontati da Confagricoltura nel corso del Focus dedicato al vino che si è tenuto a Palazzo della
Valle. Per quanto riguarda il consumo pro capite è stato ricordato che nel nostro paese è sceso dai 55 litri
a persona nel 1995 ai 40 litri pro capite, sotto i 20 milioni di ettolitri, con un mercato sempre meno
remunerativo, mentre il vino resta la prima voce dell’export alimentare italiano, con 3,5 miliardi di euro.
Inoltre il 24 per cento degli italiani ha diminuito il consumo fuori casa e il 7 per cento ha sostituito il vino
con bevande a più bassa gradazione alcolica. “A fronte una ripresa sui mercati esteri – ha sottolineato il
presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni – desta preoccupazione fra i nostri produttori il calo dei
consumi interni. Occorre ridisegnare la filiera che conta imprese polverizzate e 504 denominazioni che
forse sono troppe per poter essere difese. I nostri prodotti hanno subito una vera e propria aggressione da
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
38
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
parte dei paesi emergenti con prodotti da fasce di prezzo molto più basse. Noi dobbiamo puntare su vini
legati al territorio”. Vecchioni ha poi aggiunto che alcune norme hanno creato criticità al consumo di alcol
specie nel mondo della ristorazione. “Noi diciamo sì a un consumo consapevole ma anche sì a un consumo
di prodotto caratterizzato dalla qualità”.
Per quanto riguarda la frammentazione, è stato ricordato che si contano 770 mila aziende con una
superficie media di 2,15 ettari per vini Docg e Doc e di 0,64 ettari per vini Igt e comuni. Poi la riforma
Ocm: si è discusso dello stop a partire dal 2012 dei fondi per chi utilizza mosti concentrati, dei vini
varietali e dei diritti di impianto. Al dibattito è intervenuto anche il capo dipartimento del ministero delle
Politiche agricole Mario Catania: “Gli indicatori dicono che siamo usciti meglio di altri da una fase di
mercato problematica, senza aver ridotto i prezzi o i volumi che sono rimasti sulle posizioni storiche. I
problemi – ha aggiunto Catania - sono sul mercato interno: continua un trend di riduzione dei consumi
riconducibile anche a un cambiamento di stili di vita. Servono politiche a tutto tondo per rilanciare questo
prodotto dal valore incommensurabile”. Parlando della riforma del mercato comune il rappresentante del
Mipaaf ha detto che “Il prossimo anno sparirà il sostegno ai mosti e non ci sono spazi per riaprire la
trattativa a Bruxelles. C’è invece spazio per riaprire il negoziato sul regime dei diritti di impianto”. Un
aspetto affrontato anche da Vecchioni: “Vale la pena riaprire il confronto sulle misure che regolano le
produzioni con ordino di reimpianto. All’inizio la Commissione europea sembrava orientata a una
liberalizzazione. Il Copa Cogeca si era detto contrario e anche Confagricoltura ritiene che questa misura
debba essere procrastinata a dopo il 2015”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
39
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXI – n. 3 Venerdì 28 gennaio 2011
Sommario:
Con il progetto “Corona Verde” si sottrae ulteriore terreno fertile all’agricoltura
Non sono accettabili altre proroghe del pagamento delle multe per le quote latte
Presentato al ministro Galan un articolato piano di rilancio del settore suinicolo
Ferme le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari, cresce la spesa nei discount
Paolo Carrà nominato presidente dell’Ente Nazionale Risi
Ad Alba prima riunione del Consiglio della nuova associazione “Confagrimoscato”
Approvato dalla Giunta regionale il programma annuale del Consorzio Co.sm.an.
Con il progetto “Corona Verde” si sottrae ulteriore terreno fertile all’agricoltura
In questi giorni è entrato nel vivo il calendario degli incontri per la presentazione del progetto “Corona
Verde”, volto alla creazione di un’area–cintura ecologica intorno a Torino: una sorta di grande parco
territoriale, con percorsi ambientali attrezzati, che vede coinvolti Regione Piemonte, Provincia di Torino,
Comuni e rappresentanze territoriali. L’avvio del progetto vede il sostegno da parte della Regione con un
finanziamento di 10 milioni di euro. Confagricoltura Torino sta partecipando attivamente ai tavoli di
progettazione di “Corona Verde”, nell’ottica di una programmazione condivisa. “La realizzazione del
programma – ha spiegato il presidente Vittorio Viora – deve infatti essere subordinata ad una convinta
adesione degli agricoltori operanti sul territorio interessato, poiché in questi anni il terreno destinato
all’attività agricola è già notevolmente diminuito a favore di nuove infrastrutture o di insediamenti
residenziali o produttivi”. In Piemonte, tra il 1990 e il 2008, la perdita di suolo da parte della produzione
agricola è stata di circa 24 mila ettari. La sola provincia di Torino ne ha persi quasi 7.500. In diciotto anni
si è dunque consumato quasi il 20 per cento di terreno fertile, oltre 3,5 ettari al giorno, tendenza che il
settore primario non è più in grado di sopportare. Nella realizzazione di nuove opere, così come per la
progettazione di “Corona Verde”, Confagricoltura chiede pertanto che si presti particolare attenzione al
rispetto del suolo agricolo e del lavoro degli agricoltori e che si scelga una pianificazione degli interventi
in relazione anche alla qualità del contesto globale. “L’agricoltura non può continuare a pagare il prezzo
di ogni occupazione di suolo – ha aggiunto Viora – finalizzata alla cementificazione o a interventi ludicoricreativi. Nessuno si sognerebbe di espropriare uno stabilimento o di far passare una pista ciclabile
attraverso un ipermercato. Chiediamo dunque rispetto anche per le aziende agricole”. Nella definizione
dei piani attuativi di “Corona Verde” è perciò indispensabile che le varie fasi di realizzazione siano
effettuate di concerto tra Regione, Provincia, Comuni e associazioni di categoria, che conoscono in modo
approfondito il territorio in cui operano gli agricoltori. Analogamente, la realizzazione delle nuove opere
previste dal progetto dovrà tenere conto dell’ulteriore sottrazione di suolo fertile ai danni degli
agricoltori, a favore dei quali dovranno essere previsti adeguati indennizzi.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
40
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Non sono accettabili altre proroghe del pagamento delle multe per le quote latte
Confagricoltura è fermamente convinta che non si possano accettare ulteriori dilazioni nel perseguire la
completa applicazione delle disposizioni normative previste dalle leggi 119/2001 e 33/2009, in materia di
quote latte. Per questo, è contraria alla richiesta di proroga al 30 giugno 2011 del pagamento delle rate
delle multe a carico degli splafonatori, proposta dalla Lega Nord con un emendamento al decreto legge
cosiddetto “milleproroghe”, attualmente all’esame del Senato. Confagricoltura ritiene, infatti, che la
corretta applicazione della normativa sia l’unico modo per riportare verso la normalità economica un
settore duramente provato dalle ricorrenti crisi di mercato e dalle sperequazioni che si sono create tra chi
ha rispettato le leggi e chi, invece, le ha eluse. Malgrado non si possa considerare ancora conclusa, la
vicenda delle quote latte si sta tuttavia avviando a soluzione, come dimostrano i dati ufficializzati dal
commissario straordinario e da Agea sulla rateizzazione del prelievo supplementare dovuto dai produttori
eccedentari. E’ assolutamente necessario, ad avviso di Confagricoltura, perseverare nella corretta
applicazione del regime comunitario, la cui mancata operatività è costata negli anni al sistema agricolo
italiano svariate centinaia di milioni di euro.
Presentato al ministro Galan un articolato piano di rilancio del settore suinicolo
Con l’intento di far uscire dalla crisi strutturale in cui si trova da diversi anni il settore suinicolo, acuita in
questo periodo dall’instabilità delle quotazioni e dei flussi commerciali dopo l’allarme diossina in
Germania, Confagricoltura ha predisposto un articolato piano di rilancio del settore e lo ha portato
all’attenzione del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. Le proposte di intervento previste dal
progetto attengono, per quanto riguarda l’emergenza, a credito, riduzione dei costi, biosicurezza,
tracciabilità, semplificazione e riprogrammazione produttiva. Per quanto riguarda gli interventi
strutturali, le proposte di Confagricoltura riguardano miglioramento genetico, ricerca, diversificazione
produttiva, organizzazione dell’offerta e promozione. Il settore suinicolo nazionale è una realtà di
primaria importanza, con 10 milioni di capi allevati e una filiera che dà occupazione a 70 mila addetti. Il
fatturato complessivo dell’intera filiera è di circa 8 miliardi di euro e le esportazioni ammontano a 900
milioni di euro.
Ferme le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari, cresce la spesa nei discount
I dati Istat sulle vendite al dettaglio evidenziano che, a novembre, le vendite dei prodotti alimentari sono
diminuite dello 0,5% rispetto al mese precedente e negli undici mesi (gennaio-novembre 2010 su gennaionovembre 2009) mediamente sono scese dello 0,4%. Registrano però una crescita dell’1% rispetto a
novembre 2009. Confagricoltura fa notare quindi come dalle rilevazioni Ismea sugli acquisti domestici di
alimentari emerga come i consumatori si orientino verso prodotti ad alto contenuto di servizio, ma sempre
tenendo ben presente il fattore prezzo. Ed è significativo in tal senso il dato rilevato da Istat della crescita
delle vendite di alimentari nei discount (+2,6% a novembre 2010 su novembre 2009, +1,1% negli undici
mesi). Nei primi dieci mesi dell’anno scorso, rispetto all’analogo periodo del 2009, la spesa domestica in
prodotti biologici e orticoli imbustati, in base alle rilevazioni Ismea/Nielsen, è cresciuta del 12,1%.
Confagricoltura osserva come stiano cambiando le abitudini dei consumatori, in parte per le minori
disponibilità economiche conseguenti alla crisi, in parte per i mutamenti degli stili di vita. La filiera
alimentare è chiamata a interrogarsi su quanto sta avvenendo nelle dinamiche dei consumi ed operare, nel
suo insieme, per venire incontro alle richieste di prodotti trasformati con un buon rapporto prezzo/qualità
e già pronti all’uso.
Paolo Carrà nominato presidente dell’Ente Nazionale Risi
Palazzo Chigi ha reso noto che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Politiche agricole
Giancarlo Galan, ha nominato Paolo Carrà presidente dell’Ente Nazionale Risi, a seguito dell’acquisizione
del prescritto parere parlamentare. Paolo Carrà, agronomo, 42 anni, è titolare di un’azienda risicola a
Vercelli, dove produce anche riso da seme. Formatosi nelle file dell’Anga, dove ha ricoperto vari incarichi
di rilievo, è dal 2009 presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella. E’ anche presidente del Consorzio
vendita risone e di Cvr Media, società di intermediazione e negoziazione telematica di derrate agricole
attraverso la Borsa merci telematica italiana, nonché consigliere della Camera di Commercio di Vercelli.
Confagricoltura Piemonte esprime soddisfazione per la nomina di Paolo Carrà ai vertici dell’Ente Nazionale
Risi, certa che la lunga esperienza già maturata a vari livelli di responsabilità nell’ambito
dell’organizzazione degli imprenditori agricoli permetterà al neopresidente di adoperarsi per il
rinnovamento dell’Ente, rilanciando in particolare ricerca e sperimentazione.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
41
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Ad Alba prima riunione del Consiglio della nuova associazione “Confagrimoscato”
Si è riunito ad Alba, martedì 25 gennaio, il primo Consiglio direttivo dell’associazione “Confagrimoscato”,
costituita il 29 dicembre scorso per aggregare i produttori di moscato aderenti a Confagricoltura delle
province di Alessandria, Asti e Cuneo. Oltre al presidente dell’associazione, nonché presidente di
Confagricoltura Cuneo, Roberto Arione e ai consiglieri Alessandro Boido, Tommaso Alberto Boido, Renato
Borsa, Andrea Bussi, Pietro Cirio, Vittorino Enzo, Andrea Faccio e Pier Luigi Olivieri, alla riunione hanno
partecipato anche Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Alessandria, Roberto Abellonio,
Direttore di Confagricoltura Cuneo, Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti, Valter Parodi,
direttore di Confagricoltura Alessandria, e Giovanni Demichelis, direttore di Confagricoltura Piemonte. Il
presidente Arione ha dichiarato che l’associazione intende impegnarsi per dare maggior peso ai produttori
di moscato, in coerenza con quanto recita lo statuto sociale, che individua come scopo principale quello di
“contribuire allo sviluppo della produzione e alla valorizzazione commerciale delle uve moscato, nonché
al conseguimento di un livello di vita equo per i produttori delle medesime uve”. Nell’occasione, il
Consiglio direttivo ha nominato segretario dell’associazione Valter Parodi.
Approvato dalla Giunta regionale il programma annuale del Consorzio Co.sm.an.
La Giunta regionale ha approvato il programma annuale di attività del Consorzio Co.sm.an., stanziando 4,8
milioni di euro per l’anno 2011. I fondi consentiranno di agevolare le polizze assicurative stipulate dal
Consorzio stesso a favore di tutti gli allevatori piemontesi per la copertura dei rischi da epizoozie,
calamità naturali e per la copertura dei costi di smaltimento per la mortalità ordinaria. Tra le principali
novità previste nel programma 2011, l’innalzamento della fascia di esenzione dall’obbligatorietà di
adesione al Consorzio dalle 5 alle 10 Uba (Unità bovino adulto), che consente a tutti i piccoli allevatori di
continuare ad aderire volontariamente al Consorzio e l’innalzamento della percentuale di contributo, che
passa dal 50 al 70 per cento, del costo del premio assicurativo per la polizza sullo smaltimento. Per tutti
gli allevatori tenuti a consorziarsi, permane l’obbligatorietà della polizza per la copertura dei costi di
smaltimento dovuti a mortalità ordinaria e a mortalità a seguito di epizoozie e calamità naturali.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
42
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXI – n. 4 Giovedì 3 febbraio 2011
Sommario:
Focus Confagricoltura sul vino: “Vogliamo salvaguardare il vigneto Italia”
Accordo raggiunto in “paritetica Moscato” sulle modifiche al disciplinare di produzione
Inaccettabile un nuovo emendamento per concedere un’altra proroga agli splafonatori
Cresce in provincia di Alessandria l’interesse per la coltura del nocciolo
A Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino
Ciclo di incontri di Confagricoltura Donna dedicato alla floricoltura
Insediata la commissione per la revisione della legge e del regolamento forestali
Focus Confagricoltura sul vino: “Vogliamo salvaguardare il vigneto Italia”
Per approfondire le tematiche inerenti alcuni prodotti strategici per l’economia agroalimentare,
Confagricoltura ha programmato una serie di incontri specifici con i rappresentanti delle istituzioni, del
mondo politico ed economico. Il primo incontro,“Focus vino”, si è tenuto martedì 1° febbraio a Roma, a
Palazzo Della Valle, per analizzare strutture e prospettive di mercato del settore vitivinicolo. Introdotti
dall’intervento di Piergiovanni Pistoni, presidente della Federazione nazionale vitivinicoltura, i lavori sono
proseguiti con la relazione tecnica di Palma Esposito, responsabile dell’Ufficio vitivinicolo, incentrata
sull’efficienza degli strumenti normativi che riguardano il settore. Nel dibattito che ne è seguito è stata
evidenziata, in particolare, la necessità di avere imprese agricole caratterizzate da dimensioni adeguate,
considerato che la superficie media aziendale è oggi inferiore ad un ettaro, anche per le uve Doc. Ha
concluso l’incontro il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, che ha sottolineato l’esigenza di
sostenere la battaglia che sta portando avanti in Francia il presidente Sarkozy per evitare la
liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti. “Potrà essere conveniente prevederla dopo la riforma
della Pac, per opportunità politiche – ha sostenuto Vecchioni – ma questa battaglia va fatta e l’Italia dovrà
sostenerla con forza”. Altro tema importante toccato da Vecchioni è stato quello della riforma dell’Ocm
vino. “Non è riuscita in pieno ad attivare gli investimenti – ha commentato – né a fare da volano
all’innovazione, a valorizzare le produzioni e a incentivare i consumi. Si va verso l’eliminazione dei
sostegni alla distillazione ai mosti e una riflessione su come canalizzare le risorse è necessaria. Senz’altro
è importante la valorizzazione del prodotto sul mercato estero, ma è utile anche su quello interno con una
promozione intelligente, che tenda ad esaltare la cultura del vino e non l’abuso di alcol”. Sul fronte
dell’export si guarda con sempre più interesse ai Paesi emergenti, a cominciare dai Bric (Brasile, Russia,
India e Cina) e poi a Indonesia, Messico, Sudafrica, dove i consumi stanno crescendo. Il presidente di
Confagricoltura ha concluso invocando una gestione delle politiche del settore più soddisfacente, in un
contesto dove l’intervento pubblico conta molto, soprattutto in momenti di crisi. “La difficoltà di accesso
ai finanziamenti pubblici e la struttura stessa del finanziamento – ha detto – impediscono di raggiungere
efficacemente l’obiettivo di far arrivare alle imprese vitivinicole risorse fondamentali”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
43
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Accordo raggiunto in “paritetica Moscato” sulle modifiche al disciplinare di produzione
Grazie alla mediazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, il 29 gennaio scorso la
commissione paritetica Moscato ha raggiunto l’accordo sulle modifiche da apportare al disciplinare di
produzione della Docg Asti. L’intesa prevede di stralciare l’inserimento del comune di Asti nel territorio
delimitato dal disciplinare, rinviandone l’ingresso ad una successiva procedura comunitaria promossa dalla
Regione. Confermato, invece, l’aumento sino ad un massimo del 20% della resa produttiva ad ettaro, con
il limite di 12 tonnellate. In presenza di particolari situazioni produttive, il superamento di questo tetto
massimo potrà tuttavia essere consentito dalla Regione Piemonte con proprio provvedimento, che ne
determinerà limiti e modalità di utilizzo, su proposta del Consorzio di tutela, sentite le Organizzazioni di
categoria. Sui passaggi da una tipologia all’altra, è consentito quello da Moscato ad Asti, mentre quello da
Asti a Moscato dovrà essere preventivamente approvato dalla commissione paritetica. Sono state infine
precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare allo specifico fondo di parte agricola.
Inaccettabile un nuovo emendamento per concedere un’altra proroga agli splafonatori
L’ammissibilità concessa dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato all’emendamento al
decreto legge “milleproroghe”, con cui si intende accordare un ulteriore slittamento di sei mesi al
pagamento delle multe per le quote latte, ad avviso di Confagricoltura rappresenta l’ennesima
dimostrazione della non volontà di una certa politica di mettere fine a una triste vicenda. Nel momento in
cui ad ogni settore e ad ogni cittadino vengono richiesti nuovi sacrifici, appare di difficile comprensione
che vi sia ancora qualcuno che voglia destinare anche solo una piccola parte delle poche risorse disponibili
a coloro che volutamente hanno per anni ignorato le norme comunitarie e nazionali. Nel ribadire che non
si possono accettare ulteriori dilazioni alla completa applicazione delle disposizioni vigenti,
Confagricoltura sollecita le forze parlamentari a dare prova di responsabilità, tutelando i diritti dei
produttori rispettosi delle leggi ed avviando così il settore verso la normalità. Assicurare il rispetto della
norma, la cui mancata applicazione è costata molto all’Italia in termini di credibilità europea, nonché
svariate centinaia di milioni di euro in termini economici, appare – come sottolineato dallo stesso ministro
Galan – elemento necessario a non indebolire la posizione italiana nelle ben più rilevanti trattative sul
futuro della politica agricola comune.
Cresce in provincia di Alessandria l’interesse per la coltura del nocciolo
Nella provincia di Alessandria il nocciolo occupa una superficie di oltre 1100 ettari ed è coltivato in più di
650 aziende. L’Alessandrino, per le sue caratteristiche pedoclimatiche, è largamente vocato per questa
coltura, tanto che negli ultimi cinque anni il trend di crescita è stato di oltre il 10% in termini di superficie
e di aziende. Ad essa Confagricoltura Alessandria presta una particolare attenzione, in quanto può
riservare interessanti risultati in termini di reddito. In quest’ottica, in collaborazione con l’organizzazione
dei produttori di frutta a guscio Ascopiemonte, ha organizzato il 28 gennaio scorso il convegno
“Prospettive della corilicoltura di qualità nell’Alessandrino”. Davanti a una folta platea, segno del vivo
interesse per l’argomento, si sono susseguiti gli interventi dei vari relatori, che hanno anche risposto alle
numerose domande raccolte dal moderatore, Marco Visca, responsabile tecnico di Confagricoltura
Alessandria. Gianluca Griseri, direttore tecnico di Ascopiemonte, ha esordito parlando della coltivazione
del nocciolo, mentre Alessandro Boccardo, del Gruppo Ferrero, ha delineato le prospettive e le
opportunità per la coltura nell’Alessandrino. Hanno fatto seguito Alberto Puggioni, di Netafin-Agricolplast,
che ha trattato dell’irrigazione del nocciolo e Gianluca Camera, di AgroTeamConsulting, che ha presentato
il sito internet www.nocciolare.it, interamente dedicato alla coltura. Le conclusioni sono state affidate
all’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, che ha sottolineato come il convegno abbia
rappresentato un’interessante occasione per fare il punto sulla filiera corilicola piemontese. Ha anche
confermato che la Regione Piemonte è impegnata a lavorare su specifiche misure del Piano corilicolo
nazionale, finalizzate a fornire un sostegno al comparto.
A Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino
Si terrà venerdì 11 febbraio, alle ore 10, nell’Hotel Erbaluce in via Nuova Circonvallazione a Caluso,
l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino. Tema di quest’anno sarà: “Per un futuro fertile –
Le proposte di Confagricoltura per il rilancio del settore primario”. I dirigenti dell’organizzazione agricola
torinese si confronteranno con gli amministratori pubblici e i rappresentanti del mondo politico sulla
gestione della politica agricola provinciale e regionale, sull’ultimo periodo di applicazione del Psr 20072013 e sulle prospettive della nuova Pac post 2013. La giornata si concluderà con il tradizionale pranzo
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
44
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
sociale. Per adesioni, telefonare ai numeri: 0115069299 – 0115741344, oppure scrivere all’indirizzo e-mail:
[email protected].
Ciclo di incontri di Confagricoltura Donna dedicato alla floricoltura
Negli ultimi anni Confagricoltura Donna di Alessandria ha organizzato vari cicli di incontri per la
conoscenza dei prodotti della terra. Dopo i vini, i formaggi, le carni bovine e suine, il frumento,
quest’anno la proposta del sodalizio femminile alessandrino vuole sottolineare il rapporto tra economia e
paesaggio, letto con il linguaggio dei fiori. Gli appuntamenti in programma vertono infatti sul tema
“Floricoltura: una realtà tra economia e paesaggio”. Ne parleranno il 9 febbraio l’assessore provinciale
all’Agricoltura Lino Rava e il presidente della sezione florovivaistica di Confagricoltura Alessandria Giorgio
Massa. Il 16 febbraio sarà la volta dei vivaisti Anna Peyron e Dino Bergaglio. Il 23 febbraio toccherà a Maria
Gabriella Buccioli, creatrice dei Giardini del Casoncello. Il 2 marzo chiuderà Irma Visalli, docente di
Progettazione del paesaggio all’Università La Sapienza di Roma. Tutti gli incontri si terranno alle ore 17,
nella sede di via Trotti n. 122 ad Alessandria. Le iscrizioni, con il versamento di un contributo di 40 euro,
si ricevono al n. 013143151.
Insediata la commissione per la revisione della legge e del regolamento forestali
Dopo le parziali modifiche apportate a fine 2010 al regolamento regionale forestale, l’assessore Claudio
Sacchetto ha insediato nei giorni scorsi l’apposita commissione per la revisione della legge regionale
4/2009 sulla forestazione e del relativo regolamento, al fine di rispondere più adeguatamente alle
esigenze degli addetti del settore. Fanno parte della Commissione, oltre ai funzionari della Regione e del
Corpo Forestale dello Stato, esclusivamente i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole
(Confagricoltura Piemonte è rappresentata da Riccardo Ferrero di Airasca) e dell’Associazione regionale
boscaioli. “Ho voluto questo tavolo – ha dichiarato l’assessore Sacchetto – perché ho colto da subito la
necessità di rivedere tutto l’impianto della normativa, che è nata senza tenere minimamente in
considerazione le esigenze di chi lavora in questo settore. Credo infatti che la legge e il regolamento
vadano costruiti per gli addetti ai lavori, per permetter loro di lavorare al meglio”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
45
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXI – n. 05 Giovedì 10 febbraio 2011
Sommario:
Eccessive le limitazioni proposte dalle commissioni parlamentari per gli impianti a biogas
Per rilanciare l’agroindustriale italiano servono anche imprese agricole più forti
Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodities sui mercati mondiali
La siccità in Cina non deve diventare volano per la speculazione sui prezzi del grano
Crisi suinicola: oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e di rilancio
Domani a Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino
A Torino seminario sulle problematiche dell’import – export di cereali e ortofrutta
Eccessive le limitazioni proposte dalle commissioni parlamentari per gli impianti a biogas
Le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato ieri il parere sullo
schema di decreto legislativo che riguarda la promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Tra le
varie condizioni di rilievo per il settore agricolo contenute nel parere, figura anche quella che introduce
pesanti limitazioni per gli impianti a biogas. Decorsi sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, gli
incentivi verrebbero infatti limitati ai soli impianti ubicati in aree agricole di potenza non superiore ad 1
Mw e, con provvedimento successivo, verrebbe individuata un’ulteriore limitazione sull’uso delle
coltivazioni energetiche impiegabili: massimo 15% del totale delle coltivazioni dell’azienda.
Confagricoltura ha immediatamente espresso la propria contrarietà in merito a quest’ultima limitazione,
che ridurrebbe drasticamente lo sviluppo di questa fonte energetica, creando notevoli problemi agli
impianti in via di realizzazione. Per contrastare la proposta, alla vigilia della riunione delle commissioni
parlamentari, il presidente di Confagricoltura Piemonte, Ezio Veggia, ha chiesto ai componenti eletti nella
nostra regione di valutare con molta attenzione l’accoglimento della condizione, che risulta peraltro in
palese contrasto con gli obiettivi fissati dal Piano di azione nazionale sulle energie rinnovabili (Pan) e
dalle misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di energie (legge n. 96 del 2010). “Il
biogas – ha spiegato Veggia – è il settore dove la maggior parte degli investimenti viene effettuata
direttamente dagli agricoltori che utilizzano biomasse vegetali e animali, provenienti in misura prevalente
dalle loro aziende. Di fronte alla crisi del settore, è davvero incomprensibile la restrizione proposta ad
un’attività che rappresenta una valida integrazione di reddito”.
Per rilanciare l’agroindustriale italiano servono anche imprese agricole più forti
Solo con un sistema più forte e coeso nelle diverse fasi della produzione agricola, della trasformazione e
della grande distribuzione, sarà possibile il rilancio su vasta scala del settore agroindustriale e dei consumi
alimentari delle famiglie italiane. E’ questa l’indicazione di Confagricoltura a commento dei dati di
Confcommercio che segnalano come, dopo un accenno di schiarita a novembre, i consumi alimentari delle
famiglie italiane abbiano chiuso il 2010 con una riduzione dei volumi dello 0,3% rispetto al dicembre
dell’anno precedente. Un dato che denuncia i problemi innescati dalla crisi economica non ancora sopita e
le difficoltà che il settore agroindustriale incontra sulla via di una stabile ripresa. I consumi alimentari,
nell’intero anno 2010, sono risultati in flessione dello 0,6% nel confronto con il 2009. Se nell’anno in corso
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
46
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
il trend non si invertirà in modo costante, per le imprese agricole, già penalizzate da un calo di redditività
insopportabile, sarà difficile pensare a progetti che vadano oltre la mera attività di sopravvivenza.
Confagricoltura mette perciò l’accento sulla necessità di un rilancio del sistema economico nazionale, in
cui il settore agroindustriale abbia un posto di preminenza, sia per temperare le nuove tensioni sui prezzi
delle commodities che si fanno sempre più marcate sui mercati internazionali, sia per non cedere terreno
sull’export dei prodotti alimentari “made in Italy”, che costituiscono un elemento determinate delle
nostre vendite all’estero. A questo fine, da un lato, occorre che ogni risorsa disponibile per il settore
venga drenata, tanto più in vista della sfida che il mondo dell’agricoltura ha di fronte con la discussione
sui fondi della futura politica agricola comune per il dopo 2013. Dall’altro, è necessario attivare un nuovo
rapporto con gli attori della filiera agroindustriale, per ridistribuire più equamente il valore nei vari
passaggi.
Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodities sui mercati mondiali
Nel mese di gennaio, secondo le stime preliminari Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari non
lavorati sono aumentati dell’1,7% rispetto a dicembre 2010 e del 2,6% rispetto a gennaio dell’anno scorso.
Questo è avvenuto per effetto anche del rialzo ai massimi storici dei prezzi delle commodities su scala
mondiale, come segnalato dalla stessa Fao. D’altra parte, le nostre imprese sono nell’impossibilità di
governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale. Infatti, l’Italia è deficitaria di generi alimentari
strategici, come cereali e carni. Certo è che di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle
ultime settimane – che non riguarda tutti i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo
periodo – le imprese agricole non si avvantaggiano. Si crea bensì un effetto perverso sui redditi degli
agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla
produzione. A questo riguardo, Confagricoltura fa presente come dai dati Ismea emerga che, in dieci anni,
i rialzi dei prezzi dei fattori produttivi (energia, lavoro, fitofarmaci, ecc.), sono stati più del doppio
rispetto a quelli dei prodotti agricoli (rispettivamente 3,7% e 1,5% in media per anno).
La siccità in Cina non deve diventare volano per la speculazione sui prezzi del grano
Oltre 5 milioni di ettari, su un totale di 24 milioni seminati a grano nel nord della Cina, soffrono per la
prolungata siccità da quattro mesi. Ciò nonostante, ad avviso di Confagricoltura, è troppo presto per
lanciare allarmi. Gli eventi climatici cinesi non devono preoccupare i mercati internazionali e fare così da
volano a operazioni speculative, oltretutto in una fase di mercato che già offre poche certezze agli
operatori. Ogni ragione di allarme va dunque attentamente valutata, perché crea un rialzo dei prezzi,
seguito da un puntuale ribasso delle quotazioni nel momento in cui la situazione ritorna alla normalità.
Solo se la siccità cinese dovesse perdurare fino a tutto aprile, potrebbe profilarsi una riduzione delle rese
del frumento fino a un 20%. Oltretutto la Cina, pur essendo il secondo produttore mondiale di frumento
con 115 milioni di tonnellate, non ha un ruolo significativo nel commercio planetario, perché il 90% di ciò
che produce è destinato all’autoconsumo e attualmente il Paese dispone di stock sufficienti per oltre 6
mesi.
Crisi suinicola: oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e di rilancio
L’ammasso privato delle carni suine, oltre a produrre un impatto modesto sulla situazione economica della
realtà produttiva italiana, non deve essere considerato l’unico intervento possibile a sostegno del settore.
E’ questa l’opinione di Confagricoltura in relazione al recente provvedimento varato dall’Unione europea
in materia. I rischi di un’imminente destrutturazione di buona parte della filiera, che già appaiono reali e
concreti, sono destinati inevitabilmente ad accentuarsi se non verranno messe in atto concrete misure di
carattere economico, finanziario, tributario e fiscale, in grado di aiutare gli allevatori a superare l’attuale
stato di crisi. Per Confagricoltura, in questa delicatissima situazione sono inoltre indispensabili concrete
manifestazioni di maggiore responsabilità degli altri segmenti economici della filiera produttiva, che si
devono fare carico, per la loro parte, delle crescenti difficoltà del comparto suinicolo. Confagricoltura
stigmatizza in particolare il comportamento dei macellatori, che rischia di vanificare il lavoro realizzato
con la costituzione della commissione unica nazionale. L’esasperazione degli allevatori è ormai ai limiti e
non è possibile sopportare più a lungo atteggiamenti chiaramente non coerenti con i trend economici. Le
regole che sono state stabilite devono essere rispettate da tutti, nessuno escluso.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
47
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Domani a Caluso l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino
Si terrà domani, venerdì 11 febbraio, alle ore 10, nell’Hotel Erbaluce in via Nuova Circonvallazione a
Caluso, l’assemblea-convegno annuale di Confagricoltura Torino. Tema di quest’anno sarà: “Per un futuro
fertile – Le proposte di Confagricoltura per il rilancio del settore primario”. Dopo la relazione introduttiva
del presidente Vittorio Viora, i dirigenti e gli associati dell’organizzazione agricola torinese si
confronteranno con gli amministratori pubblici e i rappresentanti del mondo politico sulla gestione della
politica agricola provinciale e regionale, sull’ultimo periodo di applicazione del Psr 2007-2013 e sulle
prospettive della nuova Pac post 2013. La giornata si concluderà con il tradizionale pranzo sociale. Per
adesioni, telefonare ai numeri: 0115069299 – 0115741344, oppure scrivere all’indirizzo e-mail:
[email protected].
A Torino seminario sulle problematiche dell’import – export di cereali e ortofrutta
La Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con il suo Laboratorio chimico e la Scuola di
Sicurezza alimentare, propone un seminario incentrato su due filiere simbolo del comparto agroalimentare
italiano: la cerealicoltura e l’ortofrutta. L’iniziativa, dal titolo “Import – export delle commodities
agroalimentari. I percorsi, le quantità, i presupposti”, si terrà martedì 15 febbraio, dalle ore 8,30 alle ore
17, nel Centro Congressi Torino Incontra, in via Nino Costa 8. In un contesto caratterizzato da forte
volatilità dei prezzi delle materie prime e dei prodotti agricoli, il seminario si propone di fornire,
attraverso l’esperienza di protagonisti e tecnici delle filiere, una visione dell’evoluzione del mercato
inteso come insieme di strumenti, prodotti e loro necessità di movimentazione. Un accenno particolare, in
chiave mercantile, verrà riservato alla problematica degli Ogm, dei contaminanti naturali (micotossine) e
degli organismi animali e vegetali di “importazione”. Due filiere, un unico confronto ragionato tra mondo
della produzione, dell’industria di trasformazione, del trading internazionale, degli spedizionieri portuali,
della ricerca e delle autorità di controllo. Il seminario è a partecipazione gratuita, previa iscrizione e fino
ad esaurimento dei posti. Per iscrizioni e informazioni sul programma si può consultare il sito
www.scuolasicurezzaalimentare.it.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
48
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXI – n. 6 Giovedì 17 febbraio 2011
Sommario:
Sulle multe per le quote latte una “blindatura” contro i cittadini onesti
L’agricoltura torna a crescere, ma teme la schizofrenia dei prezzi
L’accordo della Lombardia sul prezzo del latte non è un buon modello per il Piemonte
All’assemblea di Confagricoltura Torino ampia analisi del comparto produttivo agricolo
Urgono interventi di contenimento della fauna selvatica per limitare i danni alle colture
Cordoglio per la morte di Giuseppe Bazzano, presidente dei pensionati di Confagricoltura
Sulle multe per le quote latte una “blindatura” contro i cittadini onesti
Ancora una volta il Governo è ricorso alla “blindatura” del voto di fiducia per far passare al Senato, con il
maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto legge cosiddetto “milleproroghe”, un
provvedimento iniquo come l’ulteriore slittamento dei pagamenti rateizzati delle multe sulle quote latte,
già in precedenza posticipati con la legge finanziaria a dicembre 2010 e ora fino al giugno 2011. E’
l’ultimo episodio di una sceneggiata che potrebbe essere definita grottesca, se non fosse uno schiaffo a
tutti i cittadini onesti. I quali devono aver ben chiaro che l’ammontare delle multe è già stato anticipato
alle casse europee con i soldi delle loro tasse, che oggi vanno a beneficio di pochi privilegiati, ai quali
viene permesso di rimandare il pagamento di volta in volta, mentre non ci sono fondi per null’altro,
dall’agricoltura alla ricerca, dalla sanità alle Forze dell’ordine. Dalle entusiastiche promesse dell’allora
ministro Zaia, che garantiva la definitiva risoluzione del problema dei mancati pagamenti delle multe e
assicurava assoluto rigore verso chi non avesse rispettato il sistema di rateizzazione, si è passati ad una
triste realtà di rinvio perpetuo, che irride a ogni regola e si traduce in una amara beffa per gli allevatori
che a prezzo di sacrifici pesantissimi hanno onorato ogni impegno. Di questa ennesima prevaricazione
questi agricoltori, spesso troppo pazienti ma altrettanto determinati nel difendere la loro dignità,
sapranno tenere ben conto quando tornerà il momento delle promesse, così facili da pronunciare nel
momento in cui si cerca il favore delle urne. Coloro che con lavoro, risparmio e onestà tengono ancora in
piedi il Paese sono stanchi di pagare per gli altri e solo chi è ormai troppo distante dalla gente, o che per
“gente” intende unicamente il proprio clan di appartenenza, può pensare di poter continuare a coltivare
impunemente la sua arroganza.
L’agricoltura torna a crescere, ma teme la schizofrenia dei prezzi
La stima preliminare sull’andamento del prodotto interno lordo nazionale (Pil) evidenzia per l’agricoltura
una positiva inversione di tendenza che lascia ben sperare, ma che deve indurre a scelte politiche mirate
per il settore. Dopo due trimestri caratterizzati da variazioni congiunturali negative (-3,1% nel secondo
rispetto al primo trimestre del 2010 e -1,2% nel terzo rispetto a quello precedente), il valore aggiunto di
campi e allevamenti ha segnato negli ultimi tre mesi dell’anno scorso una variazione positiva (non ancora
quantificata), spinto dal miglior andamento della ragione di scambio agricola. In effetti, nelle ultime
settimane si è registrato un positivo andamento dei prezzi dei prodotti agricoli, che sono cresciuti da
settembre di circa il 3-4% ogni mese, mentre i costi sono aumentati, ma ad un tasso intorno allo 0,5-0,7%.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
49
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Segnali indubbiamente positivi, anche se per un pieno recupero c’è ancora da aspettare. Negli ultimi dieci
anni, infatti, i costi dei fattori produttivi, secondo Ismea, sono saliti in media del 3,7% l’anno, mentre i
prezzi dei prodotti agricoli non sono andati oltre una crescita media annua dell’1,5%. Confagricoltura
stima a consuntivo un lieve rialzo del valore aggiunto settoriale, per il 2010 rispetto al 2009, nell’ordine
dell’1%. Una buona notizia, anche se c’è da recuperare un calo di oltre 2 miliardi, cioè più del 7%, dal
2004 al 2009. In attesa dei dati definitivi dell’Istat, Confagricoltura è persuasa che non ci sia comunque da
perdere tempo. I prezzi agricoli all’origine sono soggetti a una volatilità schizofrenica e le possibili
impennate dei costi sono dietro l’angolo, anche a causa del “caro energia”. Servono quindi politiche
mirate per migliorare la competitività delle nostre produzioni, rendere più equilibrati i mercati e
consolidare questa inversione di tendenza, tramutandola in una fase di espansione duratura per il settore
e di crescita per il Paese.
L’accordo della Lombardia sul prezzo del latte non è un buon modello per il Piemonte
L’accordo sul prezzo del latte alla stalla sottoscritto in Lombardia da alcune organizzazioni agricole con il
gruppo industriale Italatte l’11 febbraio scorso, senza la firma di Confagricoltura, non può essere
considerato di riferimento per la realtà piemontese. “Il prezzo concordato in Lombardia – ha commentato
il presidente della sezione latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino – non tiene conto in modo
obiettivo dell’andamento di mercato, né delle prospettive produttive e commerciali dei prossimi mesi”.
Confagricoltura fa rilevare che il prezzo medio stabilito in Lombardia, sui 9 mesi di vigenza dell’accordo, è
inferiore ai 40 centesimi al litro, mentre già oggi il prezzo del latte spot va da 39,5 a 41,5 centesimi al
litro. I prezzi del latte, della polvere di latte, del burro e dei formaggi stagionati, a livello europeo e
internazionale, sono inoltre in tensione e le proiezioni per i prossimi mesi indicano un ulteriore
incremento della domanda di materia prima. “Con senso di responsabilità, a tutela degli allevatori che
rappresentiamo, riteniamo che l’accordo della Lombardia possa essere migliorato. Per noi – ha spiegato
Cumino – resta valido il progetto di giungere a un’intesa che abbia come base il modello di indicizzazione
del prezzo già adottato dall’Inalpi di Moretta, in grado di rispondere meglio alla volatilità dei mercati,
tutelando gli allevatori e consentendo alle imprese di trasformazione di programmare con serenità le
produzioni e gli accordi commerciali”.
All’assemblea di Confagricoltura Torino ampia analisi del comparto produttivo agricolo
Affollata assemblea di Confagricoltura Torino, venerdì 11 febbraio a Caluso, dove è stato fatto il punto
della situazione del comparto agricolo, in una prospettiva locale, nazionale ed europea. Oltre al
presidente Vittorio Viora, che ha tenuto la relazione introduttiva, sono intervenuti il presidente onorario
Cesare Serafino, il presidente di Confagricoltura Piemonte Ezio Veggia, il presidente dell’Accademia di
Agricoltura di Torino Pietro Piccarolo, l’europarlamentare Tino Rossi, il parlamentare Teresio Delfino,
l’assessore regionale al Lavoro Claudia Porchietto, i consiglieri regionali Roberto Tentoni e Gianna
Pentenero, gli assessori all’Agricoltura della Provincia Marco Balagna e del Comune Giuseppe Ferrero.
Utilizzo del territorio, redditi agricoli, sburocratizzazione, competitività delle imprese: questi i temi
trattati dall’assemblea e dibattuti con gli amministratori e i politici presenti. Il presidente Viora ha fornito
alcuni riferimenti statistici utili al confronto. I redditi agricoli sono scesi in Italia del 3,3% nel 2010,
mentre la media europea è stata di +12,3%. Le imprese agricole italiane faticano a reggere il confronto
internazionale, non solo per le difficoltà del ricambio generazionale, ma anche per il pesante carico
burocratico connesso all’erogazione degli incentivi. Negli ultimi dieci anni, in Piemonte, sono state chiuse
15 mila aziende agricole, circa il 20% delle imprese del settore primario, che ha ceduto, dal 1990 al 2008,
più di 24 mila ettari di suolo fertile agli insediamenti abitativi e produttivi e alle infrastrutture. Il Psr
2007-2013 non è riuscito ad esplicare in pieno tutti i suoi effetti a causa del macchinoso sistema impostato
al controllo fine a se stesso, oneroso per le imprese agricole e anche per le organizzazioni di
rappresentanza, che invece chiedono chiarezza normativa, certezza sugli investimenti e sui tempi di
pagamento. “Per rendere il settore più competitivo – ha spiegato il presidente Viora – Confagricoltura ha
preparato un documento di 61 proposte, cui ha dato il nome di ‘Futuro Fertile’, per affrontare la
questione senza oneri aggiuntivi per lo Stato: riordino fondiario, lavoro e previdenza, organizzazione
economica, ambiente, assicurazioni, semplificazione normativa. “Si ragioni su queste reali esigenze – ha
esortato Viora – per cercare di rilanciare concretamente la nostra economia agricola”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
50
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Urgono interventi di contenimento della fauna selvatica per limitare i danni alle colture
Le coltivazioni agricole subiscono ingenti danni dalla presenza della fauna selvatica. A segnalarlo non sono
solo gli stessi agricoltori, ma anche numerosi amministratori locali della provincia di Torino che, oltre alla
questione agricola, denunciano quella non meno importante della sicurezza stradale. Il problema non è
nuovo, ma ogni anno assume contorni diversi in base a vari fattori riconducibili alle condizioni climatiche,
alla prevenzione e al controllo. Per questi ultimi, sono attivi i piani che vedono impegnati la Regione, le
Province, gli Ambiti territoriali di caccia (Atc), i Comprensori alpini (Ca) e gli Enti parco. Da un lato, si
interviene in via preventiva con recinzioni e barriere per impedire ai selvatici l’accesso ai campi coltivati,
dall’altro, in base a regole e periodi prestabiliti, si interviene con operazioni di selezione e controllo per
impedire la moltiplicazione dei selvatici. Queste azioni sono necessarie poiché le popolazioni di ungulati
sono in aumento esponenziale e con la loro crescita sono aumentati anche i problemi di gestione del
fenomeno. La questione si acuisce nelle aree protette, dove vi sono meno ostacoli alla riproduzione, e
dove colonie di cinghiali, cervi, caprioli, ma anche di roditori come le nutrie, causano danni ingenti ai
raccolti. Gli importi pagati dai vari enti pubblici per il risarcimento dei danni alle colture sono in costante
aumento. A questo riguardo, ha fatto recentemente discutere la delibera regionale del 7 dicembre 2010
che impedisce agli Enti parco di delegare alle Province le azioni di controllo delle popolazioni di cinghiali.
Secondo Confagricoltura, occorre rimuovere alcuni ostacoli relativi all’attuale assetto normativo, per
contenere più efficacemente il fenomeno e accelerare i tempi di erogazione dei risarcimenti a favore
degli agricoltori.
Cordoglio per la morte di Giuseppe Bazzano, presidente dei pensionati di Confagricoltura
E’ mancato all’età di 93 anni Giuseppe Bazzano, Pinot per gli amici, presidente del Sindacato nazionale
pensionati di Confagricoltura e, fino all’autunno scorso, anche di quello regionale. Risicoltore esperto,
storico dirigente dell’Unione Agricoltori di Vercelli, ha rivestito importanti incarichi nell’Associazione
Ovest Sesia ed è stato per lunghi anni presidente del Parco della Partecipanza di Trino. “Piangiamo un
amico – ha dichiarato Ezio Veggia, presidente di Confagricoltura Piemonte - e un sagace dirigente della
nostra Organizzazione, alla quale ha dato il prezioso apporto della sua competenza e della sua saggezza di
uomo capace e probo”.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
51
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXI – n. 7 Venerdì 25 febbraio 2011
Sommario:
Documento comune delle organizzazioni della filiera al Forum sulla riforma della Pac
Le fluttuazioni anomale dei cereali all’origine dell’aumento del prezzo degli alimentari
Insediato in Regione il tavolo per ridurre gli oneri burocratici a carico degli agricoltori
Emanate le linee guida per la prevenzione della batteriosi del kiwi Psa
Il Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli
Dal 4 al 6 marzo “Fiera in Campo 2011” organizzata dall’Anga di Vercelli
Appuntamento a Tortona con la 5^ edizione della “Mostra-Convegno Agroenergia”
Documento comune delle organizzazioni della filiera al Forum sulla riforma della Pac
Si è tenuto martedì 22 febbraio il Forum sul tema “La Pac verso il 2020”, convocato a Roma dal ministro
delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, per ascoltare tutte le organizzazioni dell’agroalimentare, in
vista della definizione finale della posizione italiana da portare in Europa nelle trattative sul futuro della
Pac. Nell’occasione è stato consegnato al ministro un documento congiunto, sottoscritto dai presidenti e
dai segretari generali di tutte le associazioni di rappresentanza della filiera agricola (Confagricoltura,
Coldiretti, Cia, Copagri, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital, Fai-Cisl, FlaiCgil, Uila-Uil), contenente considerazioni e proposte che consentiranno al ministro Galan di andare a
Bruxelles con una linea direttrice forte e condivisa. “Ora – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura,
Federico Vecchioni, nel suo intervento al Forum – occorre proseguire su questa strada, intensificando i
momenti di confronto e curando i dettagli del percorso negoziale con rapporti, che devono divenire
costanti, tra le amministrazioni, anche a livello regionale, e le organizzazioni di rappresentanza”. Il
presidente di Confagricoltura ha quindi rimarcato la necessità di una riforma comunitaria che sia
sostenuta da adeguate risorse, sottolineando come alcuni Stati abbiano chiesto di ridurre le spese di
bilancio per la Pac e, di fatto, di subappaltare la produzione alimentare e no food ai Paesi
extracomunitari. “Niente di più sbagliato – ha detto Vecchioni – perché l’Europa ha bisogno di
un’agricoltura forte e vitale, che sia in grado di rispondere ai nuovi bisogni della società, ovvero alla
certezza degli approvvigionamenti, alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità, alla produzione di energia
da fonti rinnovabili, e che dia anche occupazione”. Se si vuole un’agricoltura orientata ai bisogni, secondo
Vecchioni la Pac deve porsi come obiettivi prioritari la redditività e la competitività delle imprese. “I soldi
destinati a tal fine – ha concluso – sono ben spesi e i cittadini europei cominciano a rendersene conto”.
Le fluttuazioni anomale dei cereali all’origine dell’aumento del prezzo degli alimentari
I dati definitivi resi disponibili da Istat sui prezzi al consumo, a gennaio, dei beni alimentari non lavorati
confermano un aumento dell’1,8% rispetto a dicembre 2010 e del 2,7% rispetto a gennaio dell’anno scorso.
I rincari che si registrano sono dovuti soprattutto al rialzo, ai massimi storici, dei prezzi delle commodities
su scala mondiale e, in particolare, alle forti tensioni in atto sul mercato cerealicolo, dove – come ha
evidenziato Ismea – in un solo mese i prezzi sono saliti mediamente del 10,5%, con punte del 19,8% per il
frumento duro. In proposito, Confagricoltura fa presente come occorra correttamente ricordare che i
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
52
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
prezzi medi dei cereali in Italia, all’inizio del 2010, erano praticamente quelli di dieci anni prima. In
questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane – che peraltro non riguarda tutti
i comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo in termini di redditività, vista la
maggiore dinamica dei costi – le imprese agricole non si avvantaggiano. Infatti, si crea un effetto a carico
degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici
necessari alla produzione. Confagricoltura osserva come le fluttuazioni anomale sui mercati internazionali
delle commodities agricole vadano ormai di pari passo con quelle dei mercati finanziari e siano ora anche
condizionate dalle reazioni negative ai drammatici avvenimenti che interessano il Nord Africa e il Medio
Oriente. Le imprese agricole sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato
mondiale, e subiscono fortemente, più che beneficiarne, le oscillazioni e le criticità.
Insediato in Regione il tavolo per ridurre gli oneri burocratici a carico degli agricoltori
Si è insediato presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura il “tavolo anti burocrazia”, voluto
dall’assessore Claudio Sacchetto. Il tavolo, che vede la partecipazione dei rappresentanti di tutte le
organizzazioni professionali agricole, avrà il compito di definire le azioni per ridurre gli oneri burocratici a
carico delle imprese agricole e migliorare i percorsi amministrativi dei procedimenti che riguardano il
settore dell’agricoltura. “Il carico burocratico che grava sugli agricoltori – ha dichiarato l’assessore
Claudio Sacchetto – non meno dei soprusi che essi devono subire da parte di altri settori
dell’amministrazione, quali Ambiente e Sanità, non sono più tollerabili. Anche con l’appoggio del
presidente Roberto Cota, metteremo in discussione molti aspetti burocratici, pur nel pieno rispetto della
normativa, specie di quella comunitaria. Diversamente da quel che si crede, non è l’Europa la disgrazia
degli agricoltori, ma il modo sbagliato in cui vengono applicate le direttive e i regolamenti europei nel
nostro Paese”.
Emanate le linee guida per la prevenzione della batteriosi del kiwi Psa
Il presidente della Giunta regionale ha emanato un decreto urgente che individua le misure di prevenzione
contro la diffusione della batteriosi del kiwi Psa. Nei giorni scorsi, infatti, il batterio ha iniziato ad
intensificare la propria azione nelle aree piemontesi coltivate ad actinidia, dopo essersi diffuso in maniera
sporadica nel corso del 2010. L’Assessorato regionale all’Agricoltura, a seguito delle segnalazioni delle
organizzazioni del settore, si è immediatamente attivato individuando con il proprio Servizio fitosanitario,
in collaborazione con il Centro di ricerca per la frutticoltura Creso, una strategia per prevenire gli effetti
dannosi nell’area interessata. I contenuti del provvedimento regionale saranno illustrati dall’assessore
Claudio Sacchetto in un apposito incontro, che si terrà alle ore 17 di lunedì 28 febbraio, nella sede del
Creso, a Manta (Cn), in via Falicetto 24.
Il Piemonte adotta la Carta della capacità d’uso dei suoli
Con deliberazione della Giunta regionale, è stata adottato la Carta della capacità d’uso dei suoli in
Piemonte. Oltre all’adozione della carta a scala 1:250.000, utile per studi di area vasta, la delibera adotta
anche la carta a scala 1:50.000, necessaria per valutazioni a scala locale. Questi strumenti cartografici
sono un utile supporto per le pubbliche amministrazioni e per i professionisti nelle diverse fasi di
pianificazione, progettazione e valutazione di interventi che implicano la trasformazione dell’uso del
suolo e possono contribuire a conservare i suoli con le migliori caratteristiche e proprietà, anche a
garanzia della produttività dell’agricoltura piemontese. Le aree con i suoli ad elevata capacità d’uso,
infatti, sono quelle ove si possono ottenere colture di qualità con il minore dispendio energetico. La messa
a punto del sistema regionale della capacità d’uso dei suoli è stata realizzata dall’Ipla, società controllata
dalla Regione Piemonte, che vanta un’attività trentennale nell’acquisizione e gestione di informazioni sul
suolo. L’intera documentazione sulla capacità d’uso dei suoli è consultabile all’indirizzo:
www.regione.piemonte.it/agri/suoli_terreni/index.htm.
Dal 4 al 6 marzo “Fiera in Campo 2011” organizzata dall’Anga di Vercelli
“La cultura del riso fa crescere il territorio” è lo slogan scelto dalla sezione di Vercelli dell’Anga,
l’associazione dei giovani di Confagricoltura, per la 34^ edizione della “Fiera in Campo”, che si terrà dal 4
al 6 marzo 2011 nel Centro Fiere di Caresanablot. Tecnologia, innovazione e ricerca, didattica, gusto e
cultura sono le parole chiave che riassumono l’edizione 2011 della principale manifestazione dedicata al
riso a livello europeo. Obiettivo dei giovani di Confagricoltura è intrattenere un rapporto privilegiato con
il mondo della formazione. Perciò, tutta la Fiera, per un giorno, diventerà un enorme laboratorio
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
53
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
didattico. “Totalmente consacrata alle scuole – spiega il presidente vercellese dell’Anga, Gianmario Frà –
sarà infatti la giornata di venerdì 4 marzo. Grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale,
quest’anno potremo presentare un evento più mirato agli studenti di ogni ordine e grado”. In questa
giornata verrà anche consegnato, per il secondo anno, il premio Innova, una borsa di studio di 3 mila euro,
destinata ai migliori progetti di ricerca sull’agricoltura, proposti da scuole superiori o università. Riservate
al tradizionale appuntamento con le prove in campo saranno le giornate di sabato e domenica 5 e 6
marzo. Non mancheranno le novità in tema di macchine e tecnologie agricole, le esposizioni statiche, le
degustazioni e i convegni tecnici. Nell’area “Gusto” sarà presentata l’eccellenza agroalimentare del
territorio, mentre la domenica pomeriggio sarà dedicata ai bambini, con la mascotte Baldino.
Appuntamento a Tortona con la 5^ edizione della “Mostra-Convegno Agroenergia”
Giunta alla sua quinta edizione, la “Mostra-Convegno Agroenergia” si propone quest’anno più che mai
come l’appuntamento del settore agroenergetico in un momento cruciale per gli operatori,
nell’imminenza dell’emanazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea in materia.
La manifestazione si articolerà in tre momenti. Giovedì 3 marzo, alle ore 9,30, nel Parco scientifico
tecnologico di Rivalta Scrivia, sarà presentato “Osservatorio Agroenergia”, lo studio commissionato da
EnergEtica Onlus e da Confagricoltura ad Althesys sullo stato e le prospettive del settore.
Successivamente, si terrà la tavola rotonda sul tema “Politiche nazionali e politiche regionali per le
agroenergie”, a cui parteciperanno, tra gli altri, il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, e
l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Massimo Giordano. Nella mattinata di venerdì 4 marzo, nel
Museo Orsi di Tortona, si terrà la tavola rotonda sul tema “Una politica per le agroenergie”, con la
partecipazione di politici nazionali, per un giro di orizzonte sui rispettivi orientamenti. Nella seconda
parte della giornata, il “Focus biomasse” approfondirà i temi dell’utilizzo energetico delle biomasse
legnose. Sabato 5 marzo, giornata conclusiva con il tema “Le agroenergie e l’ambiente”, per esaminare il
contributo dell’agricoltura alla riduzione delle emissioni nell’ottica degli obiettivi degli accordi di Kyoto.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
54
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
http://www.agriregionieuropa.univpm.it/editoriali.php?id_sezione=1
Finestra sulla PAC
di Maria Rosaria Pupo D'Andrea
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Aggiornamenti
Notizie flash
- Quote zucchero (giugno 2010)
- Prospettive a medio termine e commercio agricolo dell’UE (giugno-luglio 2010)
- Aiuti ai foraggi essiccati (luglio 2010)
- Massimali di bilancio per i regimi di sostegno diretto (agosto 2010)
- Programmi nazionali di sostegno nel settore vitivinicolo (ottobre 2010)
- Quote latte (ottobre 2010)
- Budget review (ottobre 2010)
- La PAC verso il 2020 (novembre 2010)
- Sistema di consulenza aziendale (novembre 2010)
- Relazione della Corte dei conti sulla riforma dell’OCM zucchero (novembre 2010)
- Relazione della Corte dei conti sull’esercizio finanziario 2009 (novembre 2010)
- Prospettive 2010-2020 su mercati agricoli e reddito nell’UE (dicembre 2010)
- L’impatto dei biocarburanti sull’uso della terra (dicembre 2010)
- Proposte per il latte (dicembre 2010)
- Pacchetto qualità (dicembre 2010)
- Spesa FEAGA per il 2010 (dicembre 2010)
- Condizionalità (gennaio 2011)
- Caratteristiche qualitative dell’olio d’oliva (gennaio 2011)
- La PAC verso il 2020: pubblicazioni divulgative (gennaio 2011)
- Commodity e materie prime (febbraio 2011)
- Sospensione dei dazi sui cereali (febbraio 2011)
Attività MIPAAF - AGEA
- Importo definitivo 2009 degli aiuti all’ortofrutta destinata alla trasformazione (giugno 2010)
- Condizionalità 2010 (luglio 2010)
- Applicazione dell'OCM vino (luglio 2010 - gennaio 2011)
- Crisi settore lattiero-caseario (agosto 2010)
- La riserva nazionale dei titoli: calcolo delle medie regionali (agosto 2010)
- Applicazione nazionale dell’art. 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 (agosto 2010)
- Quote latte - Campagna 2009/10 (settembre 2010)
- Studio preparatorio sul futuro della PAC (settembre 2010)
- Restituzioni somme trattenute per il finanziamento dell’art. 69 del regolamento (CE) n. 1782/2003
(novembre 2010)
- Applicazione della PAC (dicembre 2010)
- Etichettatura d’origine (febbraio 2011)
Documentazione
- Studio sul settore del biologico nell’UE (giugno 2010)
- EUROSTAT: copertura e uso del suolo nell’UE (ottobre 2010)
- Condizioni economiche nelle aree rurali (novembre 2010)
- Informazioni statistiche ed economiche sullo sviluppo rurale nell’UE (dicembre 2010)
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
55
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
- EUROSTAT: redditi agricoli (dicembre 2010)
- Commercio e sviluppo (2010)
- Regional Yearbook (2010)
- Statistiche agricole (2010)
- La distribuzione degli aiuti diretti agli agricoltori (gennaio 2011)
Finestra sul WTO
di Giulia Listorti*
Aggiornamenti
Notizie
Flash
Negoziati
per
le
indicazioni
geografiche
- Il Parlamento Europeo ratifica l’accordo sulla disputa nel settore delle banane
Negoziati
per
l’accesso
della
Russia
al
WTO
Accordo
di
libero
commercio
tra
UE
e
Corea
del
Sud
Disputa
UE-Canada
sull'importazione
della
carne
di
foca
- I Paesi ACP e la “questione del cotone
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
56
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°3 21 - 27 Gennaio 2010
Il marchio collettivo va bene, ma non basta (pdf, 355 kB)
di C. Giacomini
Rientra l’allarme per le risorse ai Caa
La beffa del bando Inail per la sicurezza
di D. Rotundo
Le adulterazioni e la legge scomparsa (pdf, 362 kB)
di L. Martirano
Via libera all’origine in etichetta
Bando imminente per la filiera florovivaistica (pdf, 377 kB)
La politica agricola europea punta sulle op (pdf, 355 kB)
di E. Comegna
Redditi agricoli sempre più incerti
di A. Di MambroDalle regioni
Piemonte: Successi e baruffe per l’Asti
Agromercati
Cambia la geografi a mondiale dell’uva da tavola
di T. Sarnari
Difficile il 2010 della zootecnia da carne italiana
di G. Credazzi
I prezzi delle patate tendono a crescere
Listini
Finanziamenti
InfoFinagri: bandi aperti per le aziende
Leggi e tributi
La richiesta del rimborso Iva si fa via Internet
di D. Hoffer
Contributi Inps, meno obblighi per le rateazioni
di M. De Luigi
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
57
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agroindustria
Contoterzisti, chiave dello sviluppo agricolo
di M. Trevini
Argo Tractors allarga la gamma trattoriEventi e convegni
Più mercato e meno pac per i cereali di domani
di L. Andreotti
Frutticoltura
Gelate primaverili su fruttiferi: i danni sono su resa e qualità
di L. Giovannini, D. Banal
Viticoltura
Vite allevata a combi per vini di fascia media
di R. Castaldi
Difesa delle colture
Trattamenti sicuri con i dispositivi di protezione
di O. Resta et al.
GlobalGAP: certificazione in aiuto alla sicurezza degli operatori
di M. Colapietra
Per il diserbo del grano intervento unico in post-emergenza
di G. Rapparini et al.
In questo numero ... MAIS
Prove agronomiche
Classe 500, 600 e 700: gli ibridi di mais per il 2011
Ibridi mais granella
Scegliere l’ibrido precoce per le semine primaverili
Ibridi mais trinciato
Prove degli ibridi di mais per trinciato integrale
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
58
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°04 28 Gen. - 3 Feb.2011
La speculazione sui prezzi si limita in tre mosse (pdf, 356 kB)
di G. Gios
Il pomodoro del Mezzogiorno chiede il Distretto
di G. Tamburrano
Estesi gli aiuti ai contratti di filiera
Un contratto tipo nel futuro del riso (pdf, 425 kB)
I progetti 2011 per il mais italiano
di L. Andreotti
Un 2010 «amaro» per i trattori
di F. Venturi
Nella Creazione c’è spazio anche per gli ogm
di P. Cantini
Per l’agriturismo si può fare di più
di G. Lo Surdo
La prossima pac deve premiare la produttività
di F. Messori
Suini: via libera all’ammasso (pdf, 437 kB)
di A. Di Mambro
Il negoziato Wto dà segni di vita
di V. Lenucci
Dalle regioni
Lombardia: I suinicoltori chiedono lo stato di crisi
Agromercati
Decollano i prezzi del Parmigiano
di A. Mossini
Domanda debole per indivie e scarole
di G. Lamacchia
Finanziamenti
InfoFin@gri: bandi aperti per le aziende
Debutta Vies, nuovo strumento contro le frodi Iva (pdf, 356 kB)
di D. Hoffer
Novità importanti sui licenziamenti
di M. De Luigi
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
59
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agroindustria
Biolchim cresce e punta in alto
di P. Bertanza
Compo rinnova marchio e catalogo
CPL Concordia innova anche il biogas
di A. Boschetti
Eventi e convegni
Viticoltura, dal bio al biodinamico
di C. Palese
L’agricoltura veneta in Conferenza
A Montichiari zootecnia protagonista
Frutticoltura
Clemenrubi: nuovo clementine precocissimo
di V. Lo Giudice
Viticoltura
I concimi organo-minerali possono migliorare la produzione di uva da tavola
di M. Colapietra
La potatura agevolata del vigneto conviene anche su piccole superfici
di A.M. Di Trapani, F. Sgroi
Zootecnia
Per la Bruna nuove generazioni alla ribalta
Difesa delle colture
Due insetti minacciano la frutticoltura integrata
di C. Ioriatti et al.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
60
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°05 4 - 10 Febbraio 2011
L’origine in etichetta non ammette ambiguità (pdf, 379 kB)
di G. Canali
Sulla nuova pac l’ortofrutta cerca una proposta comune (pdf, 428 kB)
di A. Mossini
«La nuova pac spinga l’ortofrutta a una maggiore aggregazione» (Intervista a M. Gardini) (pdf, 394 kB)
di M. Di Carlo
Via alla promozione dei prodotti di qualità (pdf, 391 kB)
Eridania-Sadam anticipa i fondi
Gli organismi pagatori regionali servono o sono un costo inutile?
di L. Martirano
Spuntano 20 milioni per la ricerca
Le perplessità di un ricercatore (pdf, 364 kB)
di L. Cattivelli
Subito operativi gli interventi sul mercato suinicolo
di A. Di Mambro
Dalle regioni
Veneto: Segnali di ripresa per l’agricoltura veneta
Agromercati
Continua la corsa dei frumenti
di C. Corticelli
Mercato vivace per i lattiero-caseari (pdf, 395 kB)
di D. Rama
Prezzi dei suini nel segno della stabilità
di C.G. Basile
ListiniFinanziamenti
InfoFinagri: bandi aperti per le aziende
Leggi e tributi
La Cassazione chiarisce l’Ici sui terreni agricoli
di D. Hoffer
Più aziende agricole, una sola denuncia contributiva
di M. De Luigi
Agroindustria
Univeg e Syngenta per la sostenibilità
Certis distribuisce Mocap in EuropaEventi e convegni
Pesca veronese sempre più sostenibile
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
61
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
di P. Bertanza
Alla Fiera di Rimini debutta Agrifil
Agronomia
Il controllo meccanico delle infestanti: costi ed efficacia
di V. Tugnoli, S. Tugnoli
Meccanica
Landini Rex 110 GT
di R. Demaldè
Zootecnia
Alcune novità negli indici della Frisona Italiana
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
62
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°06 11 - 17 Feb. 2011
Ridurre la speculazione stabilizzerà i prezzi? (pdf, 374 kB)
di A. Olper
Si rimette in moto il Piano cerealicolo nazionale (pdf, 426 kB)
Le materie prime agricole tra volatilità e speculazione
di V. Lombardi
Cresce l’attesa per il decreto flussi (pdf, 432 kB)
di T. Pagano
Il Consiglio dei ministri rivede la Costituzione
Aiuti allo stoccaggio per formaggi e derivati della carne
Fascette di Stato anche per i vini doc
di P. Esposito
Nel 2010 agriturismo in sofferenza
di G. Lo Surdo
Gli ogm? Questione religiosa e di ordine pubblico
di A. Di Mambro
L’Italia, l’Europa e i ministri che non ci sono
di A. Andrioli
Dalle regioni
Lazio: Nuovo allarme nella Valle del Sacco
Agromercati
L’Italia vince sul mercato dell’olio
di R. Filo della Torre
Avicoli da carne in ripresa
di G. Credazzi
Mercato tonico per le patate
di R. Piazza
Listini
Finanziamenti
InfoFin@gri: bandi aperti per le aziende
Il nuovo modello della Comunicazione annuale Iva (pdf, 375 kB)
di D. Hoffer
Contributi, prorogati i versamenti per l’alluvione
di M. De Luigi
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
63
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Agroindustria
Green Has Italia: 25 anni per l’agricoltura
Le novità 2011
di RV Venturoli
Eventi e convegni
Fare rete per creare sviluppo
L’Amarone supera i 13 milioni di bottiglie
di C. Palese
In Piemonte il nocciolo è protagonista
Bioenergie
Mancano gli incentivi per far partire il biometano
di C. Fabbri et al.
Biogas da reflui zootecnici: meno emissioni e più efficienza
di F.M. Ciancaleoni, R. Jodice
Reportage
Foglie di vite, business in salamoia
di G. Lamacchia
Orticoltura
Novità promettenti in vista per le varietà di asparago
di A. Troccoli et al.
Asparago: strategie per vincere sul mercato
di A. Falavigna
Difesa delle colture
Miscele a tre vie per il diserbo preventivo del mais
di G. Rapparini et al.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
64
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°7 18 - 24 Febbraio 2010
Regioni sempre più cruciali per la politica agricola (pdf, 374 kB)
di C. Giacomini
Torna la distillazione di crisi, ora anche per i vini doc (pdf, 409 kB)
di G. Ammassari
Nel milleproroghe l’agricoltura non c’è
di L. Martirano
Ridefiniti i controlli sul rispetto della condizionalità
Vivai e patate abbinabili ai titoli pac (pdf, 375 kB)
Semine di grano duro previste in forte calo (pdf, 402 kB)
di L. Andreotti
Più controlli e promozione mirata per l’extravergine (Intervista a G. Sicolo)
di G. Tamburrano
Idee ancora confuse sulla prossima pac
di A. Di Mambro
Quale latte dopo le quote?
di L. Di Rubbo
Dalle regioni
Veneto: L’agricoltura veneta si attrezza per il futuro
Agromercati
Il prezzo dello zucchero vola e l’Ue pensa alla prossima ocm
di M. Guidi
Il mercato ha fame di cipolle
di R. Piazza
Leggi e tributi
Ancora novità sulle detrazioni per interventi edili (pdf, 374 kB)
di D. Hoffer
Confisca dei beni per gravi violazioni delle leggi sul lavoro
di M. De Luigi
Agroindustria
Manica presenta il rame ecosostenibile
di G. Armentano
NOV@GR il concime tutto fare
Il magnesio dà più resa e qualità ai cerealiEventi e convegni
Fruit Logistica, una fiera al top
di G. Lamacchia
A Bari il punto sull’uva da tavola
di C. Palese
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
65
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Zootecnia
Zoppie di ieri e di oggi: consigli utili a confronto
di A. Brizzi
Meccanica
Il Sima premia l’efficienza e la sostenibilità ambientale
di E. Cavallo
Difesa delle colture
Gravi attacchi di cancro batterico su pomodoro nel Lazio
di L. Varvaro et al.
Efficacia di una nuova formulazione sugli afidi del carciofo
di L. Sannino, F. Piro
Nuova miscela ad ampio spettro per il diserbo del grano
di G. Rapparini, E. Geminiani
Colture erbacee
Grano, le malattie fungine che fanno più paura
di M. Pasquini et al.
Difesa delle colture
Septoriosi sotto controllo con il doppio trattamento
di M. Blandino et al.
Difesa integrata del mais: come effettuarla nelle prime fasi
di L. Furlan et al.
Concimazione
Azoto su grano e mais, massimizziamo l’efficienza
di G. Giordani
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
66
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.informatoreagrario.it/
N°08 25 Feb. - 03 Mar. 2010
La politica italiana snobba ancora l’agricoltura (pdf 344 kB)
di A. Boschetti
Sulla pac l’Italia ha una voce sola
di L. Martirano
La futura pac vista dall’Italia
di E. Comegna
Firmato l’accordo per il pomodoro al Nord (pdf, 419 kB)
di L. Bazzana
L’Unaproa perde pezzi pregiati
Le Apa strangolate dal Milleproroghe (Intervista a N. Andena)
di A. Mossini
Prezzo del latte, produzione avanti in ordine sparso
di E. Comegna
Decreto «salva kiwi»: tutte le misure punto per punto (pdf, 472 kB)
di D. D’Ascenzo
Parte la promozione nei Paesi terzi
Buone notizie solo per le ovaiole
di A. Di MambroDalle regioni
Molise: Da Termoli buone notizie per i bieticoltori
Agromercati
Buone vendite per i kiwi nel 2011
di E. Macchi
L’eccesso di offerta penalizza i cavolfiori
di G. Lamacchia
Produzione di conigli in lieve ripresa
di G. Credazzi
ListiniFinanziamenti
InfoFinagri: bandi aperti per le aziende
Leggi e tributi
Si avvicina il saldo Iva (pdf, 351 kB)
di D. Hoffer
Ricorsi all’Inps per via telematica
di M. De Luigi
Agroindustria
Cereali e sostenibilità secondo Bayer
di L. Andreotti
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
67
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
L’atmosfera controllata diventa dinamica
di P. Bertanza
Le novità per il 2011 di Stihl e VikingEventi e convegni
Melo di pianura: costi a confronto
di P. Bertanza
Reportage
Garanzia sull’acquisto dei trattori nuovi di fabbrica
di G. Armentano
Orticoltura
Prove di confronto varietale di pomodoro da mensa
di V. Ferrari et al.
Viticoltura
La tecnica viticola influenza il contenuto di ammine biogene nei vini
di G. Dugo, G.L. La Torre
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
68
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
http://www.enterisi.it/index.jsp
SONDAGGIO SEMINE RISO 2011
L´elaborazione dei dati che sono pervenuti all´Ente da 436 aziende produttrici intervistate,
comparate con le segnalazioni provenienti dalle aziende sementiere, mette in luce che per il 2011 la
superficie a risaia in Italia dovrebbe ridursi di circa 3.500 ettari. Gli assetti varietali evidenziano una
crescita più o meno ampia di tutti i gruppi varietali da mercato interno, una tenuta dei risi tondi ed
una flessione dei risi indica. L´indagine, tuttavia, mostra che c´è ancora un margine di indecisione di
circa il 30%: una percentuale alta, che potrebbe modificare in misura importante i risultati fino ad
ora emersi, anche alla luce dell´ andamento attuale dei mercati e dei prezzi nonché in relazione
all´effettiva disponibilità delle sementi di talune varietà. Anche i mercati dei principali competitori
del riso, mais e grano, eserciteranno un´ influenza significativa sulle scelte colturali della prossima
primavera sia in ragione delle necessità di approvvigionamento del mercato energetico -per il maissia in relazione agli sviluppi della situazione politica internazionale -per il grano-. Qualora i risultati
del sondaggio dovessero dimostrarsi rispettati, potrebbe risultare squilibrato in difetto il mercato dei
risi indica e presentarsi parzialmente eccedente quello di alcune varietà da interno.
Cliccare qui sotto per vedere la tabella
Sondaggio 2011
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
69
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
http://www.regione.piemonte.it/
Il disciplinare dell’Asti sarà modificato
E’ stato raggiunto l’accordo sulle modifiche da apportare al disciplinare dell’Asti docg. Nel darne
l’annuncio l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, precisa che la documentazione sarà
inoltrata all’esame delle commissioni nazionali.
L’intesa conferma il tetto massimo di produzione a 12 tonnellate per ettaro, permette il passaggio da
Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica;
infine, sono state precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte
agricola.
“E’ un ottimo accordo per il mondo del Moscato - commenta Sacchetto - siglato con l’unanimità di tutte le
componenti. Si è registrata, dopo l’accordo sulla vendemmia 2010, un’ulteriore condivisione che pone
rimedio a una situazione di impasse che contraddistingueva da troppo tempo il disciplinare e la
produzione”.
redazione
[Indietro]
Progetti per l’economia delle borgate alpine
I progetti pilota piemontesi e valdostani legati alla valorizzazione delle risorse della montagna (Valle
Ossola e Valle Varaita), all’imprenditorialità in contesti montani (provincia di Cuneo), alla partecipazione
e la costruzione di progetti sono stati analizzati durante il seminario conclusivo del progetto CAPAcities,
svoltosi il 1° marzo nel Museo regionale di Scienze naturali di Torino.
Nel suo intervento il vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera, ha sottolineato “il ruolo della
cooperazione transnazionale: un’occasione per mettere a confronto le diverse esperienze, capacità e
conoscenze, sperimentare approcci innovativi rispetto alle attività di programmazione e progettazione
dello sviluppo locale”.
La Regione ha riservato fin dall’inizio una particolare attenzione a questo tipo di attività, che ben si
integrano con la sua vocazione internazionale. Finanziato nell’ambito del programma di cooperazione
comunitario “Spazio Alpino”, CAPAcities ha come obiettivo la promozione del potenziale dei piccoli centri
alpini mediante politiche di sviluppo condivise ed innovative. In particolare, si punta alla riqualificazione e
alla rivitalizzazione delle borgate alpine di versante, per contrastare gli accentuati fenomeni di
spopolamento e favorire il mantenimento o l’avvio di nuove attività economiche.
CAPAcities ha come partners: Regione Lombardia, come capofila; DI Herbert Liske (Austria); Anton Melik
Geographical Institute (Slovenia); National Tourist Association (Slovenia); Institut d’Urbanisme de
Grenoble (Francia); Conseil d’Architecture, d’Urbanism e de Environnement de Vaucluse (Francia);
Langhe, Monferrato e Roero; Regione Autonoma Valle d’Aosta; Regione Piemonte; Cantone dei Grigioni
(Svizzera).
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
70
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Tavolo piano energetico ambientale
Ha preso il via il tavolo di lavoro incaricato della predisposizione del nuovo Piano regionale energetico
ambientale. Si tratta dello strumento di programmazione con il quale la Regione individua obiettivi,
parametri e indicatori di qualità in termini di produzione, trasporto, distribuzione e consumo di energia,
raccordati con tutti gli altri obiettivi ambientali. L'obiettivo del piano è individuare gli indirizzi strategici
in tema di energia per i prossimi anni, con particolare riferimento allo sfruttamento delle fonti
rinnovabili. "E' l'avvio di un percorso importante per il futuro energetico del Piemonte. - commenta
l'assessore regionale all'Energia, MassimoGiordano - La nostra priorità sarà mettere ordine in ambiti non
ancora troppo chiari, consapevoli della necessità di mettere a punto un piano che abbia ricadute
importanti sul territorio piemontese. Pensiamo infatti alla necessità di sviluppare le energie rinnovabili a
livello di filiera, in maniera pragmatica e tenendo sempre in debita considerazione le esigenze produttive
e occupazionali dei nostri territori".
Bluetongue: vaccinazione sospesa
Si è conclusa con ottimi risultati la campagna di vaccinazione 2010 contro la bluetongue, malattia dei
ruminanti non trasmissibile alle persone: complessivamente sono stati vaccinati quasi 570.000 bovini e
oltre 113.000 ovicaprini. La protezione ha contribuito ad evitare l’insorgenza di nuovi casi di malattia.
Quest’anno non sarà pertanto più necessario effettuare la campagna di vaccinazione obbligatoria. “Il
sistema sentinella attivo nelle quasi 400 aziende piemontesi, ispezionate ogni 15 giorni con appositi esami
sierologici - dichiara l’assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Caterina Ferrero - ha confermato fino a
oggi l’assenza del virus. Questi dati confermano l’impegno dell’assessorato nell’opera di prevenzione in
tutti i settori".
La provincia di Cuneo, dove la malattia aveva fatto la sua prima comparsa alla fine del 2008, è prossima
alla riacquisizione dello status di indennità. Torino e Asti, dove l’infezione si è manifestata nell’autunno
del 2009, dovranno ancora attendere l’anno prossimo. La qualifica di territorio indenne prevede infatti
che la malattia sia assente per almeno due anni. Nel frattempo resterà attivo in tutta la regione il sistema
sentinella, che consentirà di confermare l’assenza della circolazione del virus e di individuare
precocemente eventuali nuovi casi di malattia.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
71
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
ERMESAGRICOLTURA
Link: http://www.ermesagricoltura.it/Informazioni/Agricoltura
FEBBRAIO 2011 - anno 39°, n.2
Editoriale
Reagire alle difficoltà, soprattutto in montagna
Tiberio Rabboni
Siamo preoccupati per le prospettive della nostra montagna. In un paio di decenni hanno cessato
l’attività circa la metà delle imprese agricole e quelle rimaste non godono sicuramente di buona salute.
In Appennino il clima, i dislivelli e le caratteristiche dei suoli riducono le rese agricole ed aumentano i
costi di produzione. Ma anche attorno all’agricoltura le cose non vanno bene. Le piccole e medie imprese
industriali stentano a riprendere volumi e ritmi produttivi pre-crisi. E pure i consistenti tagli governativi
alla spesa pubblica italiana sono motivo di preoccupazione. Quando le risorse pubbliche scarseggiano, non
è affatto vero che scarseggino per tutti allo stesso modo; quel che è disponibile si impiega nelle aree a
più alta concentrazione di popolazione e di attività. Lo confermano la recente abolizione del fondo
nazionale per la montagna ed altri provvedimenti simili.
Si può contrastare questa deriva? La Regione ci prova, in attesa che anche altri lo facciano. Le scelte sono
quattro. La prima è confermare le protezioni sociali per tutti i cittadini, dirottando su altri settori di
spesa i tagli governativi. La seconda è uno sforzo straordinario di investimenti pubblici sulle due leve che
possono creare nuovo sviluppo e nuova occupazione: l’economia della conoscenza e l’economia verde. Ciò
vuol dire, per fare alcuni esempi, creare 10 “tecnopoli” per coniugare ricerca, innovazione e sistema
produttivo emiliano - romagnolo, una rete regionale per l’alta formazione, emanare bandi pubblici per
finanziare progetti privati di ricerca pre-competitiva, un piano per le fonti energetiche rinnovabili,
tecnologie e materiali per la riduzione dei consumi energetici e chimici, il volano turistico, l’agricoltura
a qualità regolamentata.
La terza scelta è l’innalzamento della produttività delle risorse pubbliche attraverso un drastico taglio
alle sovrastrutture amministrative, alle procedure burocratiche e l’incentivo all’Unione dei Comuni per
la gestione associata di gran parte dei servizi locali. La quarta opzione è una strategia per la crescita
della montagna fondata sulle sue potenzialità di grande volano per l’economia verde (agricoltura
sostenibile, produzioni naturali, tipiche e tradizionali, turismo del territorio e dell’enogastronomia,
forestazione produttiva, fonti energetiche rinnovabili, multifunzionalità innovativa) dando priorità
nell’accesso ai fondi pubblici: ad esempio, il Programma di sviluppo rurale destina il 40% delle sue risorse
alla montagna pur rappresentando essa solo il 15% delle imprese. Questo si traduce in un impegno della
Regione a cercare nuove fonti finanziarie per il contrasto del dissesto idrogeologico, per far riconoscere
ai servizi di base parametri differenziati rispetto a quelli di pianura, per facilitare l’accesso ai servizi di
rango superiore (ospedali, alta formazione, attività di ricerca) tramite sistemi a rete.
Tutto ciò mentre lavoriamo per un significativo riconoscimento del ruolo della montagna nella nuova Pac,
sostenendo in particolare la creazione di un pagamento diretto aggiuntivo per tutti gli agricoltori che
operano in zone svantaggiate e una disciplina europea per la riconoscibilità in etichetta dei prodotti delle
aree montane.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
72
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Le Rubriche
•
EDITORIALE
Reagire alle difficoltà, soprattutto in montagna (28,02 kB - PDF)
•
QUI REGIONE
Notizie dalla Giunta e dall'Assemblea legislativa (38,81 kB - PDF)
A cura della Redazione
•
QUI EUROPA
Da Bruxelles un rapporto sulle politiche rurali Ue (59,16 kB - PDF)
•
QUI MONDO
L'agricoltura sulla stampa estera (74,34 kB - PDF)
A cura della Redazione
•
POLITICHE COMUNITARIE
Sul budget per l'agricoltura il dibattito entra nel vivo (51,51 kB - PDF)
•
FISCO E PREVIDENZA
Paesi "Black List": obbligo di comunicare le operazioni (75,54 kB - PDF)
•
LEGGI E DECRETI
LEGGI E DECRETI (46,55 kB - PDF)
A cura della Redazione
•
SPAZIO INNOVAZIONE
Carne fra tradizione e tecnologia a Bovinitaly (70,83 kB - PDF)
A cura di Elena Contini
•
DALLA PARTE DEI CONSUMATORI
Con l'etichetta d'origine cibi senza più segreti (36,32 kB - PDF)
Enrico Cinotti
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
73
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Sommario
•
I FATTI / PRIMO PIANO
Più gioco di squadra in difesa dell'ortofrutta (95,05 kB - PDF)
•
I FATTI / RAPPRESENTANZE UNITARIE
Le centrali cooperative più forti con l'Alleanza (79,29 kB - PDF)
•
I FATTI / PROSPETTIVE
Come rendere più efficiente la filiera agroalimentare (55,54 kB - PDF)
•
I FATTI / PRODOTTI D'ECCELLENZA
"Pacchetto qualità" Ue: Le proposte delle Regioni (55,93 kB - PDF)
•
I FATTI / CONTRIBUTI REGIONALI
61 milioni per valorizzare le aree collinari e montane (63,76 kB - PDF)
•
L'ECONOMIA / LE PROSPETTIVE DELLA VITIVINICOLTURA
Il vino si "beve" la crisi e l'export recupera quote (78,11 kB - PDF)
•
L'ECONOMIA / VINI-DISCIPLINARI DI PRODUZIONE
Igt Emilia: una modifica condivisa da tutta la filera (52,76 kB - PDF)
•
L'ECONOMIA / RASSEGNE INTERNAZIONALI
Ortofrutta: Macfrut 2011 punta sull quarta gamma (72,41 kB - PDF)
•
L'ECONOMIA / INDUSTRIA ALIMENTARE
Bondeno avrà un pastificio per il dopo zucchero (37,12 kB - PDF)
•
FONTI RINNOVABILI
Gli elementi da valutare per un impianto a biogas (31,06 kB - PDF)
•
FONTI RINNOVABILI
Impianti fotovoltaici al posto dell'eternit (30,89 kB - PDF)
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
74
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.coldiretti.it/
http://www.ilpuntocoldiretti.it/Pagine/Home.aspx
Vino biologico, verso un disciplinare di produzione italiano
28/02/2011
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di riavviare il gruppo di lavoro sul vino
biologico, visto che in sede comunitaria si riapre la discussione sulla necessità di emanare uno specifico
regolamento comunitario, dopo il fallimento del tentativo operato dalla Commissione Ue lo scorso anno, a
causa delle divergenze tra l’Italia e gli altri Stati membri del nord Europa in merito alla necessità di
promuovere un prodotto di alta qualità senza o comunque con bassi limiti di impiego di anidride solforosa.
Nel corso del Biofach, la fiera mondiale sull’agricoltura biologica, che si tiene tutti gli anni a Norimberga e
che si è conclusa pochi giorni fa, è stato anticipato che lo Scof (Standing Committee on Organic Farming)
proporrà un emendamento al reg. CE 834/2007 che consenta in questa fase transitoria di mantenere le
diciture uve da agricoltura bio senza logo europeo, dicitura che attualmente non è consentita dalla
normativa vigente. Tale emendamento sarà in vigore fino al 2012 solo per i vini prodotti entro la
vendemmia 2011.
Intanto, a fronte delle incertezze sul versante comunitario circa l’effettiva possibilità che si riescano a
superare le divergenze tra stati membri e si giunga ad un regolamento sul vino biologico, Coldiretti, ha
espresso nel corso della riunione tenutasi presso il Mipaaf la necessità di predisporre un disciplinare di
produzione italiano sul vino biologico, presentando un proprio articolato di norme tecniche e
sottolineando come l’obiettivo sia quello di avere da un lato, un elevato standard di qualità circa la
produzione di vino biologico nel nostro paese in modo da valorizzare le nostre produzioni e dall’altro lato,
norme tecniche di riferimento condivise da tutto il settore
in modo da potersi affacciare alla
negoziazione con gli altri Stati europei in modo più incisivo.
Il Ministero ha preso, dunque, l’impegno di elaborare per il prossimo incontro un primo schema di
disciplinare di produzione. Il Mipaaf è stato inoltre invitato da Coldiretti a prevedere delle risorse
finanziare, nell’ambito del Programma d’Azione Nazionale per l’agricoltura biologica, per promuovere sul
mercato i vini che saranno ottenuti con tale disciplinare. L’obiettivo, infatti, deve essere quello di
consentire ai nostri produttori di differenziarsi sul mercato per la produzione di vini biologici di eccellenza
ottenuti possibilmente senza solfiti o con dosi limitate di tale elemento a garanzia della salute
consumatori.
Del resto, visto che il territorio italiano è particolarmente vocato per ottenere un prodotto di alta qualità
appare importante che in assenza o anche in presenza di una normativa comunitaria di settore (qualora il
regolamento comunitario dovesse essere poi emanato), i produttori possano dotarsi di uno strumento
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
75
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
contraddistinto da un logo che valorizzi i nostri vini rispetto a quelli ottenuti in aree non vocate, dove i
viticoltori sono costretti a ricorrere all’anidride solforosa ed ad additivi poco rispondenti al principio di
naturalità che è alla base del metodo di produzione biologico.
Infine, si è chiesto al Ministero, visto che si tratta di una questione essenzialmente politica, di avviare in
sede comunitaria degli incontri con gli Stati membri che condividono la posizione italiana a favore di
norme che garantiscano elevati standard di qualità, al fine di creare un fronte comune contro gli Stati che
mirano a proporre sul mercato un vino biologico non troppo diverso da quello Stop ai dazi sull'import di
grano e orzo per l'alimentazione animale
28/02/2011
Fino al 30 giugno 2011 stop ai dazi all'importazione dai Paesi extra-europei per il frumento tenero di
media e bassa qualità e per l'orzo destinato all'alimentazione animale, per i volumi consentiti nell'ambito
del contingente. Questo è quanto stabilito dalla Commissione Europea nel Regolamento n.177/2011
(pubblicato lo scorso 25 febbraio); tutte le importazioni già in corso possono beneficiare del regime di
sospensione del dazio per evitare di penalizzare gli operatori che hanno in rotta il trasporto dei cereali.
La Commissione Ue è arrivata a questa decisione dopo aver considerato lo scenario economico e
analizzato la prospettiva dei prezzi che si manterranno alti nel mercato mondiale dei cereali, con una
conseguente diminuzione delle scorte di circa 62 milioni di tonnellate rispetto alla campagna 2009/2010.
Sul mercato mondiale si registrano attualmente forti tensioni commerciali legate soprattutto all'aumento
dei prezzi delle materie prime.
Tutto è iniziato quando i maggiori Paesi esportatori di cereali (Australia e Russia) hanno rallentato gli
scambi commerciali a causa delle avverse condizioni climatiche mentre la continua richiesta della
domanda dei mangimi dei Paesi emergenti, come Cina e India, ha innescato un considerevole aumento dei
prezzi. La tensione si è avvertita già all'inizio della campagna 2010/2011, con un aumento dei prezzi
mondiali dei cereali ancor più rapido del precedente brusco rialzo, registrato nella campagna 2007/2008.
Durante il mese di luglio 2010 i prezzi mondiali del frumento tenero hanno subìto un aumento del 65%;
l'aumento del grano tenero sul mercato europeo è stato pari al 90%, raggiungendo la soglia di 280 euro a
tonnellata. Gli altri cereali, come l'orzo e il mais, hanno seguito la tendenza al rialzo creando fibrillazioni
negli scambi commerciali.
Coldiretti auspica che i soggetti abilitati ai controlli nei punti più sensibili (ad esempio, i porti) accertino
con maggior rigore la destinazione dei cereali importati e verifichino la reale destinazione per l'uso
previsto da regolamento in modo da evitare ulteriori squilibri in un mercato particolarmente delicato
come quello italiano, garantendo un giusto equilibrio tra i diversi settori commerciali.
Accordo al Nord, ma il pomodoro resta diviso
25/02/2011
Un adeguamento del prezzo indicativo attorno agli 88 euro a tonnellata - erano 70 nel 2010 - che tengono
conto delle nuove condizioni (disaccoppiamento totale e situazione del mercato dei cereali), con un
premio fino a +3% del prezzo per chi consegna prodotto con meno del 3% di difetti (fatto innovativo
rispetto alla passata stagione, quando erano previste solo penalità e la franchigia), ma anche condizioni
migliorative per chi trasporta il prodotto con i mezzi aziendali (5,5€/t rispetto a 5€/t del 2010).
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
76
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Questi i contenuti dell’accordo per il pomodoro da industria al Nord mentre al Sud proseguono gli incontri
tra Op e industriali, in attesa di una “fumata bianca”.
Ma al di là delle considerazioni sui contenuti, rimane la sensazione di un sistema che non funziona. Non è
infatti pensabile che, al di là del prezzo ovviamente variabile entro certi limiti tra un contratto (e un
territorio) e l’altro, non ci siano condizioni omogenee di contrattazione.
Accordi diversi per griglie di qualità, premi, penalità, condizioni di consegna, termini di pagamento, per
prodotti della stessa tipologia destinati a trasformati della stessa categoria, non ci sembra rappresentino
la situazione ideale. E non si può certo dire che sia un problema agricolo, se la rappresentanza degli
industriali è divisa tra industrie del Nord e industrie del Sud.
Non si può continuare a pensare in termini di pomodoro del Nord e pomodoro del Sud - esiste poi anche
quello del Centro - come se poi tutti questi prodotti non stessero tutti sul mercato come made in Italy. Chi
nel 2010 ha ritirato il pomodoro a prezzi “cinesi” (40 euro o anche meno), si confronterà con i costi più
elevati di chi ha rispettato i contratti e ha pagato i 70 euro concordati, che comunque sono sempre pochi.
Se non si riesce a ragionare di pomodoro da industria italiano, almeno a livello di regole, è chiaro che si
rischia di distruggere il sistema. Soprattutto nelle zone meridionali, ci si aspetta molto a questo punto dal
ruolo di arbitri super partes che potranno rivestire le Regioni; quelle stesse Regioni che, nella passata
stagione, sono state spesso le prime ad evidenziare il mancato rispetto dei contratti, avendo a
disposizione strumenti per intervenire nei confronti di chi non rispetta gli accordi.
Gli strumenti sono le misure del Prs, i piani operativi e altri tipi di agevolazioni o di permessi che passano
attraverso gli snodi regionali. Sarebbe bene, quindi, che le Regioni incominciassero a redigere un elenco
dei “buoni” e dei “cattivi” e a vincolare l’accesso a queste misure al rispetto dei contratti.
Non sarebbe infatti accettabile che soggetti non rispettosi degli accordi possano poi accedere ugualmente
a queste facilitazioni, come chi gli accordi li rispetta. Meglio evidenziarlo ora, lontano dai momenti critici,
che dover intervenire dopo. In questa fase deve prevalere la buona volontà di tutte le parti, ma non
sarebbe male sapere che, al di là delle vie legali per far valere il rispetto dei contratti (che purtroppo
hanno tempi lunghi), c’è anche chi vigila con altri strumenti più tempestivi.
La Pac dopo il 2013
21/02/2011
Premessa
Il peso strategico della filiera agroalimentare si sta accentuando sulla scorta dei profili evolutivi
attualmente in atto nel mondo. Le imprese agricole e dell’industria alimentare garantiscono ai
consumatori europei alti livelli di approvvigionamento, coniugati a standard elevati di sicurezza
alimentare (food security, food safety, food quality). Si prevede che la domanda globale di prodotti
agricoli aumenterà di circa il 70% nei prossimi quaranta anni. Si tratta di un incremento esposto ai rischi
dei cambiamenti climatici in corso, legato alla maggiore domanda generata sia dall’imponente crescita
demografica attesa nei prossimi decenni sia dalla necessità di recuperare le fasce di sotto nutrizione
attuali.
Le tensioni che, dopo la crisi del 2007-2008, si stanno nuovamente abbattendo sulle quotazioni
internazionali delle commodity alimentari sono sintomatiche di equilibri domanda-offerta troppo spesso
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
77
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
precari, con scarsi margini di scorta e di compensazione. Tali situazioni innescano fenomeni speculativi,
con dolorose ricadute e pericolosi disagi socio-economici nei Paesi più poveri del Pianeta. Sono tensioni
che, in un’economia globalizzata, investono tutti i mercati, compreso quello europeo. Esse impongono alla
futura PAC di assicurare come parametri prioritari di riferimento i più alti livelli di produttività e di
competitività all’agricoltura e all’intera filiera agroalimentare comunitaria, anche valorizzando le
distintività territoriali, riscattando per quanto possibile il sistema da situazioni di eccessiva dipendenza
dai trader internazionali.
In particolare, gli interventi della PAC devono tenere in considerazione il differenziale di competitività a
carico degli agricoltori europei dovuto a norme comunitarie più rigorose rispetto agli standard
internazionali, il valore delle produzioni, la quantità e la qualità del lavoro dipendente e autonomo, gli
svantaggi naturali, gli impegni in campo ambientale e forestale.
È necessario ripartire dalla centralità del territorio, dall’economia reale, caratterizzata da produzioni, da
beni, da servizi certi, verificabili, misurabili, frutto di lavoro, di ricerca, di impegno. Deve ritrovare diritto
di
cittadinanza
la
capacità
imprenditoriale
e
il
prodotto.
Gli obiettivi della PAC debbono essere adeguati alle nuove esigenze delle imprese, dei consumatori e dei
cittadini europei, valorizzando il ruolo degli agricoltori e di tutti gli operatori della filiera agroalimentare
come produttori di alimenti e di ricchezza per l’Unione Europea.
La PAC deve porre al centro le imprese agricole e agroalimentari, deve premiare l’economia reale,
promuovere l’innovazione ed il ricambio generazionale ed incentivare la produzione alimentare, anche
facendo leva sul valore aggiunto dei territori.
E’
fondamentale,
in
particolare:
- favorire lo sviluppo di un’agricoltura competitiva e sostenibile sotto il profilo economico, sociale e
ambientale;
- innovare e migliorare le condizioni per la commercializzazione, la programmazione e la gestione
dell’offerta;
- rispondere alla domanda di informazione e di trasparenza dei mercati e dei prodotti, da parte dei
consumatori;
- creare le condizioni giuridiche per la gestione da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti;
- promuovere e qualificare l’occupazione agricola autonoma e dipendente.
2. Budget
La PAC interessa il 47% della superficie europea e oltre 18 milioni di occupati: il suo futuro dovrà essere
pensato per rispondere alle nuove esigenze delle diverse agricolture che caratterizzano il territorio
dell’Unione. Un ruolo rilevante a cui non possono che essere assegnate risorse adeguate.
Oggi il bilancio Ue rappresenta il 2% della spesa pubblica complessiva dei Paesi membri; per ogni 100 euro
di Pil europeo meno di un euro è destinato al bilancio comunitario e solo 40 centesimi sono destinati alla
spesa agricola. Inoltre, raffrontando la spesa agricola al consolidato di tutte le spese nazionali, il suo peso
non arriva all’1%.
Il budget destinato all’agricoltura va quindi confermato nel suo complesso e va sostanzialmente
mantenuta
la
sua
attuale
distribuzione
tra
Stati
membri.
La decisione è demandata ai Ministri dell’Economia e delle Finanze: le organizzazioni della filiera
chiedono, alla nostra delegazione, e al Governo nella sua massima espressione, una posizione forte ed
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
78
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
autorevole
a
difesa
dell’agricoltura
europea
Febbraio 2011
e
degli
interessi
nazionali.
L’Italia è un contribuente netto su tutte le politiche comunitarie, oltre che sulla Pac; questa sua
particolare posizione deve essere fatta pesare nelle trattative.
3. Ripartizione delle risorse per Paese
Il nostro sistema agroalimentare poggia le sue capacità competitive, prevalentemente, sulle specificità
produttive e sulle produzioni di qualità. Un patrimonio che consente all’Italia di vincere le sfide sui
mercati
mondiali.
Pertanto, nel ridefinire la ripartizione delle risorse tra i Paesi, è necessario utilizzare – oltre al criterio
dimensionale – una serie di parametri oggettivi. Tra questi vanno considerati prioritari: la Plv e il valore
aggiunto per ettaro; la quantità e qualità del lavoro, sia dipendente che autonomo.
4. Pagamenti diretti
C’è piena consapevolezza che l’attuale sistema basato sul criterio storico vada superato, anche per
contrastare posizioni di rendita fondiaria, ed è inoltre necessario indirizzare i benefici della PAC
prioritariamente verso gli agricoltori “attivi”, vale a dire le imprese agricole che sono orientate al
mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo
professionale creano reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società.
Da ciò consegue una redistribuzione dell’entità dei pagamenti diretti tra i beneficiari particolarmente
marcata in Italia, che si caratterizza per una forte differenziazione della propria agricoltura. È dunque
indispensabile un periodo transitorio per avviare il nuovo sistema, insieme ad un adeguato margine di
flessibilità per gestire il processo di transizione con la dovuta gradualità.
In questo quadro una parte delle risorse finanziarie, gestite a livello nazionale, potrebbe essere utilizzata
per
assicurare
un
atterraggio
morbido
del
sistema.
Inoltre è necessario potenziare strumenti sul modello dell’articolo 68 per costituire una politica agricola
nazionale capace, oltre che di premiare comportamenti virtuosi, di intervenire in determinati settori
strategici o in ristrutturazione. Si assumono comunque fin da ora tra i criteri guida del nuovo sistema a
regime quelli individuati in premessa.
5. Strumenti di gestione dei mercati
Il “primo pilastro” della PAC non significa solo pagamenti diretti. Esistono anche tutta una serie di
interventi di mercato, di fatto neutralizzati dalle passate riforme, che dovranno essere rivisitati per
rispondere ad una serie di nuove esigenze dell’agricoltura, prima fra tutte la stabilità dei redditi.
Oggi
tali
strumenti
di
mercato
assorbono
meno
del
9%
della
spesa
del
primo
pilastro.
Per disporre di strumenti efficaci di gestione delle politiche di mercato è necessario rafforzare la
possibilità di gestire a livello nazionale strumenti di interventi selettivi sul modello di quelli oggi previsti
dall’articolo
68
(come
il
sistema
assicurativo).
La filiera agroalimentare italiana ritiene che debba essere introdotta nella Pac post 2013, una effettiva
“rete di sicurezza” che permetta di affrontare in maniera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi e le
oscillazioni dei redditi di tutti i soggetti della filiera, anche in risposta alla forte volatilità dei prezzi dei
prodotti agricoli.
Di particolare rilevanza in questo contesto sarà l’adeguamento dei parametri che attualmente
determinano l’attivazione degli strumenti esistenti, tenendo conto soprattutto delle specificità delle
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
79
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
agricolture dei Paesi membri. In assenza di un risultato soddisfacente su questo fronte, occorrerà
richiedere strumenti alternativi per compensare in misura adeguata i danni provocati dalle crisi.
Il complesso degli interventi deve assicurare nuove e più efficaci misure di regolazione del mercato, che
siano in grado di assicurare la trasparenza, il corretto funzionamento della catena alimentare e un reale
accorciamento della filiera evitando intermediazioni, anche attraverso accordi locali di fornitura e vendita
diretta e, allo stesso tempo, mettendo a disposizione adeguati strumenti finanziari e normativi.
In
questo
quadro
è
necessario
prevedere
il
finanziamento
di
misure
quali:
- assicurazione agevolata a favore dei produttori (sia assicurazione contro le calamità naturali che
assicurazione
- garanzia
al
e
reddito)
tutela
e
del
costituzione
reddito
nei
di
momenti
fondi
di
mutualistici;
crisi
di
mercato;
- misure per il miglioramento della commercializzazione sui mercati interni e della penetrazione sui
mercati terzi al fine di creare nuovi sbocchi per le produzioni europee e sostenere il reddito dei
produttori;
- programmazione
e
la
gestione
dell’offerta
e
per
il
suo
miglioramento
qualitativo;
- miglioramento dei rapporti interprofessionali e della contrattualistica, utilizzando tutte le forme di
aggregazione,
- promozione
comprese
al
le
consumo
di
reti
prodotti
d’impresa;
momentaneamente
eccedentari;
- destinazioni alternative a quelle tradizionali (ad esempio energie da biomasse) o distribuzione finalizzata
presso
scuole
ed
istituti
di
accoglienza;
- attività di stoccaggio privato.
Si potrebbe consentire a ciascuno Stato membro di attribuire alle strutture dedicate all’organizzazione
economica (cooperative, società di capitali controllate dagli agricoltori, organizzazioni dei produttori,
organismi interprofessionali e in generale strutture di aggregazione dell’offerta) competenze specifiche –
per i rispettivi associati – nella gestione degli strumenti di mercato sopra descritti, nel rispetto delle
fondamentali regole della concorrenza. Ciò consentirebbe di rafforzarne il ruolo e le prerogative.
6. Sviluppo rurale
La futura PAC dovrà puntare a sostenere e rafforzare la competitività dell’agricoltura europea sulla base
di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambientale e sociale.
La politica di sviluppo rurale dovrà rappresentare lo strumento principale per il raggiungimento di tali
obiettivi. Ciò pone l’esigenza di una caratterizzazione più “agricola” del complesso degli indirizzi e degli
orientamenti programmatori. Specificità che va garantita specie se dovesse prevalere l’orientamento per
una gestione coordinata di tutti i fondi europei, compreso il FEARS.
Va evitato in ogni modo il ricorso alle risorse del secondo pilastro per finanziare progetti non finalizzati al
rafforzamento
delle
imprese
e
delle
relazioni
di
mercato.
L’attuale assetto appare chiaramente non congeniale alle esigenze specifiche del settore agricolo che i
grandi mutamenti in atto hanno determinato e va quindi razionalizzato e semplificato.
La
futura
politica
di
sviluppo
rurale
dovrebbe
pertanto:
- sostenere gli investimenti aziendali, con particolare priorità a quelli indirizzati alla introduzione di
innovazione tecnologica e organizzativa nelle imprese ed al consolidamento, promozione e qualificazione
delle
produzioni,
tesi
anche
all’accorciamento,
l’efficienza
e
alla
trasparenza
delle
filiere.
- promuovere il ricambio generazionale, focalizzando e rivedendo le due misure del primo insediamento e
del
prepensionamento;
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
80
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
- sostenere la realizzazione di azioni di integrazioni di filiera e di progetti integrati territoriali;
- supportare progetti di infrastrutturazione di sistema capaci di migliorare le relazioni fra imprese agricole
e
servizi
a
monte
e
a
valle
del
processo
produttivo;
- consolidare, promuovere e qualificare l’occupazione agricola, sia dipendente, sia autonoma.
Tutto ciò presuppone un’adeguata capacità di gestione delle politiche di sviluppo rurale, con la necessità –
da riconoscere e sostenere nella regolamentazione europea – di un forte coordinamento a livello
nazionale, specie in realtà (come quella italiana) caratterizzate da un forte decentramento
amministrativo.
Occorre infine rafforzare la sussidiarietà, sia aumentando la flessibilità e le regole di programmazione e di
gestione dei PSR, sia favorendo una sensibile semplificazione delle procedure gestionali e di accesso alle
misure. In quest’ottica si chiede di poter superare il parametro del limite dimensionale per quelle imprese
agroalimentari controllate direttamente dai produttori agricoli.
Dieci milioni di euro in arrivo per i produttori di Dop e Igp
21/02/2011
Dieci milioni di euro in arrivo per i prodotti a denominazione d’origine. È stato pubblicato un decreto del
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali riguardante i requisiti, le condizioni e le modalità
di concessione degli aiuti di importo limitato alle imprese attive nella trasformazione e/o
commercializzazione di prodotti agricoli Dop e Igp (con denominazione di origine registrata a livello Ue
almeno 12 mesi prima dell'entrata in vigore della Legge finanziaria 2010).
Gli aiuti riguardano esclusivamente le produzioni immesse sul mercato dopo un periodo minimo di
stagionatura di 5 mesi, gravate da oneri finanziari dovuti all’anticipazione dei costi di produzione.
Le risorse disponibili nella Legge finanziaria 2010 ammontano a 9.902.490,00 euro, con un massimale di
500 mila euro per beneficiario per il triennio 2008-2010. Sono beneficiari degli aiuti di importo limitato i
soggetti aderenti e non aderenti ai consorzi di tutela che effettuano la trasformazione e/o
commercializzazione dei prodotti agricoli a stagionatura prolungata compresi nelle categorie “caseifici
nella filiera formaggi” e “imprese di lavorazione nella filiera preparazione carni”.
I soggetti beneficiari devono essere iscritti al Registro delle imprese presso la Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura e titolari di partita Iva. Devono inoltre risultare nel pieno e libero
esercizio dei propri diritti e non essere sottoposti a procedure concorsuali, né ad amministrazione
controllata. Non devono trovarsi in condizioni di difficoltà alla data del 30 giugno 2008. Sono esclusi i
soggetti che abbiano già percepito aiuti in de minimis o altri aiuti di importo limitato.
L'ammissione al finanziamento avviene sulla base della presentazione della domanda, entro trenta giorni
dal 4 febbraio 2011, ai Consorzi di riferimento incaricati della tutela della denominazione, compilata in
conformità al modulo allegato al decreto.
Raggiunto l'accordo sul pomodoro, prezzo fissato a 88 euro a tonnellata
21/02/2011
Accordo raggiunto sul pomodoro. A Parma le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di
trasformazione dell'Aiipa, l'Associazione italiana industrie prodotti alimentari, hanno firmato il documento
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
81
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
che fissa il prezzo indicativo di riferimento in 88 euro a tonnellata, con prodotto ritirato nell'azienda
agricola.
Si tratta di un aumento di 18 euro rispetto alla campagna precedente, scattato in considerazione del
cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono
più accoppiate alla produzione. Introdotto inoltre un sistema premiante per valorizzare la qualità e
incentivare la raccolta di pomodori con pochi difetti: il prodotto consegnato con meno del 3% di difetti
potrà esser pagato fino al 3% in più rispetto al prezzo base. Aumentato anche il rimborso del trasporto per
gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri.
“Con l’accordo viene sancito un preciso impegno per proteggere la filiera del pomodoro dal rischio degli
Ogm e per la salvaguardia dell’italianità del prodotto nei confronti dell’invasione del concentrato dalla
Cina – ha commentato la Coldiretti -. Per la prima volta si traccia una strada per la definizione del prezzo
sulla base della condivisione dei costi di produzione e si introducono dei miglioramenti sul riconoscimento
qualitativo del prodotto. La costruzione di seri rapporti tra agricoltura ed industria deve estendersi anche
negli accordi per la produzione di pomodoro del sud e coinvolgere anche la grande distribuzione nella
valorizzazione del prodotto italiano”.
Dal 2011 patate, vivai e frutta compatibili con l’utilizzo dei titoli del premio unico aziendale
14/02/2011
Un decreto ministeriale – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8/2/2011 – ha confermato l’esclusione
dall’assegnazione di titoli all’aiuto per le patate da consumo, i vivai e i prodotti ortofrutticoli, diversi da
quelli per i quali sono già stati assegnati titoli (pere, pesche, prugne, pomodori, agrumi destinati alla
trasformazione).
Con il decreto n.1535 del 22/10/2007, il Ministero delle Politiche agricole aveva rinviato al 31/12/2010 la
decisione sull’eventuale assegnazione di titoli all’aiuto per queste produzioni.
Il Ministero, di concerto con le Regioni, valutando che non ci siano nuovi elementi per rimettere in
discussione la decisione allora assunta, ha deciso di confermare l’esclusione.
In sostanza le patate da consumo, i vivai e i prodotti ortofrutticoli sono coltivazioni compatibili con
l’utilizzo dei titoli maturati in precedenza, per la corresponsione del premio unico aziendale, ma non
danno diritto all’assegnazione di altri titoli.
C'è l'accordo sul prezzo del latte con Italatte
14/02/2011
Accordo fatto per il prezzo del latte con Italatte. L'intesa è stata firmata presso la sede di Coldiretti
Lombardia, a Milano, da Philippe Laborne, amministratore delegato del gruppo, leader del settore con i
marchi Galbani, Invernizzi e Cademartoni, e Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia.
L'accordo prevede la partenza a gennaio a 39 centesimi e l'arrivo a settembre 2011 a 40,2 centesimi al
litro e risolve una situazione complessa che si trascinava ormai da troppi mesi e che creava incertezza sia
agli allevatori che alle industrie, impedendo una corretta pianificazione aziendale.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
82
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
L'intesa segna un recupero di circa il 20 per cento del prezzo alla stalla rispetto alla stesso periodo del
2010. In una logica di confronto continuo e di valutazione della realtà di mercato le parti hanno anche
convenuto che si ritroveranno dopo l'estate.
“Un accordo di buon senso che mette fine a una situazione di incertezza per le aziende agricole che
durava da troppo tempo – è il commento della Coldiretti -. La durata di 9 mesi è anche un modo per dare
una maggiore prospettiva e stabilità alle imprese agricole, valorizzando il ruolo del settore lattiero
caseario e le sue inimitabili produzioni Made in Italy”.
Nel 2010 diminuita la produzione agricola: -2%
14/02/2011
La produzione agricola subisce una contrazione del 2 per cento nel 2010 imputabile alla forte riduzione
delle colture vegetali (- 5 per cento) e ad una crescita di tutte le attività di allevamento (+ 2,3 per cento).
E’ quanto stima a Coldiretti in occasione delle rilevazioni sulla produzione industriale elaborate dall’Istat,
sulla base di una analisi su dati Ismea. I cali produttivi riguardano tutti le coltivazioni tranne l'olio di oliva
ed in particolare l'ortofrutta (mele, pere, pesche, agrumi e kiwi, patate e pomodoro da industria), ma
anche i cereali invernali, il mais e il riso. A differenza sono in lieve ripresa le consegne di latte e in
aumento le macellazioni di carni bovine, bufaline e suine, e avicole.
Il calo della produzione è stato accompagnato da segnali di ripresa sul versante dei prezzi che in media
hanno fatto registrare un aumento del 3,7 per cento nel 2010 per effetto soprattutto del recupero negli
ultimi mesi dell’anno. Cereali e lattiero caseari sono i settori che hanno mostrato un sensibile recupero
dopo i crolli degli anni scorsi con un aumento rispettivamente del 10,2 per cento e del 10 per cento,
secondo le analisi Coldiretti su dati Ismea.
Ad aumentare nel corso del 2010 sono stati però anche i costi di produzione con una crescita dello 0,5 per
cento. Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena
concluso. Per i composti destinati all'alimentazione animale l’aumento medio è stato del 5,4 per cento
rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno avuto un rincaro del 2,7 per cento, con un punte del
+4,7 per cento per i carburanti.
Natura 2000, le indicazioni Ue per conciliare tutela ambientale e agricoltura
14/02/2011
Molti siti Natura 2000 includono importanti aree terrestri o marine utilizzate anche per scopi diversi dalla
conservazione della natura: per l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, le attività ricreative o per altre
attività produttive e non produttive.
La gestione di tali siti è sicuramente complessa, in quanto è necessario trovare il modo di conciliare le
misure di conservazione, con gli usi del suolo esistenti e, dunque, l’attività di mediazione tra i portatori
d’interessi che insistono in tali aree non è certamente facile.
A volte, questo può portare a conflitti tra i proprietari dei terreni, spesso imprese agricole o gli altri
soggetti presenti sul territorio e le autorità responsabili per la conservazione della natura, conflitti che
possono essere anticipati o risolti se affrontati attivamente.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
83
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Al fine di trovare soluzioni praticabili e per sviluppare pratiche di gestione sostenibile è essenziale
comprendere
meccanismi
e
motivi
del
conflitto.
Per tale ragione, la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha commissionato uno studio
(vedi
all'indirizzo
http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Agrofarmaci/Documents/natura2000%20conflitti.p
df) per esaminare in dettaglio la problematica.
Secondo lo studio, al fine di evitare conflittualità sono necessarie due azioni principali: disporre di efficaci
strumenti per il negoziato; adottare un corretto processo di pianificazione della gestione.
Rispetto all’adozione di efficaci strumenti di negoziazione lo studio evidenzia che quando si affronta il
problema della gestione dei siti Natura 2000, compaiono due diversi tipi di conflitti potenziali.
Il primo riguarda l’effettiva gestione del sito e la necessità di conciliare i suoi molteplici usi con le
esigenze di conservazione delle specie protette e degli habitat presenti. L’altro è il modo in cui viene
organizzata la pianificazione della gestione.
Spesso i problemi sorgono perché i proprietari dei terreni e i residenti temono di avere poca influenza sul
modo in cui un sito Natura 2000 sarà gestito e si sentono esclusi dal processo pianificatorio. Nel primo
caso, lo studio individua un certo numero di fonti potenziali di conflitto legate alla gestione quotidiana.
Queste includono la preoccupazione per le restrizioni d’uso del suolo, per una inadeguata compensazione,
per interferenze alla propria libertà decisionale e la mancanza di informazione.
La modalità con cui questi conflitti potenziali sono gestiti dipende in larga misura dalle politiche e dalle
consuetudini in vigore in ciascuno Stato membro. Lo studio individua in particolare quattro fattori chiave
che influenzano il grado di conflitto che può insorgere:
Adeguata disponibilità di fondi: dovrebbe essere disponibile un sistema di aiuti finanziari mirati, ma
flessibili - e misure di compensazione, per sostenere le misure di gestione o per la modifica delle pratiche
in corso;
Procedure amministrative semplici ed efficienti: la concessione di licenze e i finanziamenti per la
gestione devono seguire procedure semplici, con chiare linee guida e con azioni di sostegno;
Sviluppo di pratiche innovative: i conflitti derivanti da un uso multiplo del suolo potrebbero essere risolti
mediante le nuove tecnologie per l’uso del territorio. Tecnologie che spesso vengono sviluppateproprio
per rispondere alle esigenze degli utilizzatori pianificatori del territorio;
Conoscenza scientifica: per valutare gli effetti sulla biodiversità dei diversi usi di un sito e per sviluppare
una buona gestione o misure di mitigazione.
In merito alla necessità di adottare un corretto processo di gestione la capacità di evitare situazioni di
conflitto dipende anche in gran parte dalla pianificazione della gestione. Molti dei conflitti riportati sono
sorti da semplici disaccordi o punti di vista divergenti causati dalla scarsità di consultazione e di dialogo.
Lo studio ha identificato alcune misure particolarmente importanti per garantire l’efficacia ed il successo
della partecipazione:
Struttura di gestione: deve essere identificata una struttura di gestione che garantisca la partecipazione
delle principali parti interessate alle decisioni sulla gestione del sito;
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
84
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Partecipazione pubblica: fin dalle prime fasi è essenziale il coinvolgimento e il dialogo basati su un’analisi
delle parti interessate;
Comunicazione e informazione: dovrebbe essere realizzata una strategia di comunicazione differenziata
sulla base delle necessità e degli interessi dei diversi gruppi target;
L’istruzione e la formazione: sulle tecniche di comunicazione e facilitazione è di fondamentale
importanza in quanto, spesso, la pianificazione della gestione fallisce a causa delle scarse capacità di
comunicazione delle autorità responsabili per la conservazione della natura o dei gestori del sito;
Conoscenza scientifica di base: una buona base scientifica e un valido programma di monitoraggio sono
importanti per una gestione mirata;
Integrazione settoriale e delle politiche: Natura 2000 dovrebbe essere considerata
un elemento
importante e imprescindibile della pianificazione territoriale;
Utilizzo di mediatori professionali in caso di conflitti: il coinvolgimento di mediatori indipendenti nelle
situazioni di conflitto può aiutare a sbloccare i problemi e dissolvere le tensioni tra i gruppi.
La pianificazione e la realizzazione della gestione di Natura 2000 è ancora nelle sue fasi iniziali, il che
significa che c’è ancora tempo per ottimizzare la procedura, ma è fondamentale che alle persone con la
responsabilità dell’attuazione di Natura 2000 siano fornite competenze, tempo e risorse per svolgere
questo lavoro in modo flessibile e trasparente. Il tempo e gli sforzi investiti ora produrranno risultati
tangibili più in avanti e porteranno a risultati più sostenibili per Natura 2000 e per la società in generale.
Aumentano i costi agricoli: +0,5 nel 2010
07/02/2011
Il 2010 ha chiuso complessivamente con un aumento dello 0,5% dei costi a carico degli agricoltori. E'
quanto emerge da una rilevazione dell'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi dei mezzi correnti di
produzione agricoli.
Nell'ultimo decennio i costi dei fattori produttivi hanno registrato un tasso di crescita medio annuo del
3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente dell'1,5%.
Mangimi ed energia sono le voci che hanno fatto segnare le maggiori tensioni nell'anno appena concluso.
Per i composti destinati all'alimentazione animale le rilevazioni Ismea indicano in media un aumento del
5,4% rispetto al 2009, mentre i prodotti energetici hanno registrato un rincaro del 2,7%, con un punte del
+4,7% per i carburanti.
Seguono i salari, con variazioni al rialzo dell'1,5%, e gli animali da allevamento (+1,1%). In linea con il dato
medio generale l'aumento dei prezzi delle sementi (+0,5%), mentre gli antiparassitari hanno limitato i
rincari a un più 0,3%. In controtendenza i concimi, i cui prezzi si sono invece ridotti, su base annua,
dell'8,3%.
Nel solo mese di dicembre, conclude l'Istituto, l'indice ha fatto registrare un incremento dello 0,7% sul
mese precedente e del 4,3% in rapporto allo stesso periodo del 2009.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
85
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Legge sull'etichetta d'origine, l'Italia va avanti
07/02/2011
Sull’etichetta d’origine l’Italia va avanti. Dopo l’approvazione da parte del parlamento della legge
sull’obbligo di indicare la provenienza della materia prima in tutti gli alimenti, il Ministro delle Politiche
agricole, Giancarlo Galan, ha confermato la volontà di sostenere la normativa in sede europea con una
lettera inviata ai Commissari europei all’Agricoltura, Dragan Ciolos, e alla salute, John Dalli.
Nella missiva il titolare del dicastero di via XX Settembre ricorda che “Il Parlamento ha inteso rispondere
alla irrinunciabile esigenza di tutela dei consumatori, dando immediata attuazione alla normativa per
un'informazione trasparente in merito all'origine agricola della filiera di produzione degli alimenti”.
Una legge che, secondo Galan, “'costituisce un mandato preciso e vincolante per la posizione che il nostro
Governo dovrà assumere in sede comunitaria, in particolare gia' nella riunione del 14 febbraio, per
l'adozione della posizione comune del Consiglio da inserire nell'ambito del Regolamento sull'informazione
ai consumatori”. “Il Governo italiano – conclude il ministro delle Politiche agricole - si adopererà affinché
il mandato del nostro Parlamento possa trovare pieno riconoscimento in sede comunitaria”.
Con questa lettera Galan risponde alla missiva inviata dai due commissari con la quale si chiedeva di poter
esaminare il testo. Lo stesso Dalli ha definito la legge italiana “la strada del futuro, con un solo difetto,
quello di essere avanti di due anni rispetto al resto d'Europa”.
"Quando sono in gioco la volontà e gli interessi dell’intera collettività non bisogna avere paura di metterci
la faccia fino in fondo - ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini -. Sosterremo con
lealtà e determinazione l’azione a livello comunitario del Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo
Galan, del Governo e di tutto il Parlamento italiano. Allo stesso tempo non mancheremo di denunciare, in
tutte le sedi e nelle piazze, tutti i tentativi di chi, per interesse 'particolare', tenta di 'boicottare' un
processo di democrazia e di trasparenza dell’informazione su ciò che mangiamo in cui il nostro Paese, con
questa legge, si è dimostrato leader in Europa”.
“La legge sull'etichettatura deve essere applicata subito in Italia – ha puntualizzato il presidente della
Commissione Agricoltura del Senato, Paolo Scarpa Bonazza Buora - e se qualcuno a Bruxelles si sentirà
stimolato, ci farà piacere”.
Rose, il fiore preferito degli italiani è sempre più straniero
07/02/2011
Più della metà degli italiani acquista prodotti florovivaistici; quelli che riscuotono il maggior successo sono
i fiori recisi, con la palma del primato alle rose, in assoluto il fiore preferito. Ma negli ultimi 10 anni sono
cambiati gli scenari e il mercato è sempre più coperto da prodotti di importazione: dal 2000 al 2009 sono
raddoppiate le importazioni di rose dall’estero, mentre si sono ridotte di due terzi le nostre esportazioni.
Tutto questo in assenza di una normativa sull’etichettatura che informi il consumatore della provenienza
dei fiori che acquista.
Le rose che incontrano maggiormente i gusti degli italiani sono quelle a fiore rosso, soprattutto per San
Valentino, mentre per la festa della mamma vanno bene anche altre colorazioni più chiare dal giallo al
bianco. Quattro sono i periodi di punta del mercato delle rose: San Valentino e Natale, maggio e
settembre; a sostenere la domanda “post-ricorrenze” è il canale delle cerimonie. La maggior parte delle
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
86
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
rose importate nel nostro Paese provengono dall’Olanda, che in buona parte redistribuisce produzioni
extracomunitarie, e direttamente dall’ Ecuador.
Il settore florovivaistico è uno dei settori di punta del made in Italy, che contribuisce per circa il 6% del
totale alla produzione agricola nazionale e fa registrare un saldo attivo nella bilancia import/export pari
ad oltre 100 milioni di euro. Le aziende florovivaistiche ammontano a circa 20.500 unità, con una
superficie coltivata (tra coperta e scoperta) di oltre 36.000 ettari; si tratta di meno dell’1% della
superficie agricola italiana complessiva, ma genera un valore che supera i 3 miliardi di euro.
Gli addetti al settore florovivaistico sono oltre 120.000, di cui poco meno del 60% sono i titolari delle
aziende e i loro familiari impiegati nell’attività, poco più del 40% sono invece dipendenti a tempo
indeterminato e determinato. Complessivamente il settore alimenta anche un fortissimo indotto, collegato
alla produzione di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità,
progettazione ed altro, difficile da quantificare, ma di notevole peso economico ed occupazionale.
Una parte di questo settore, quella che produce in serre riscaldate, è stata messa in grossa difficoltà a
partire dal novembre 2009, quando una decisione della Agenzia delle Dogane – interpretando in maniera
errata il contenzioso in essere con l’Unione europea sulle agevolazioni per il gasolio da riscaldamento – ha
sospeso l’agevolazione ad accisa zero per le serre, determinando di fatto una perdita di competitività per
le imprese italiane.
Questa decisione ha determinato per le imprese un aumento del 22% del costo del riscaldamento. È
necessario quindi al più presto il ripristino dell’agevolazione soppressa, nella misura massima compatibile
con la normativa comunitaria (21€/1.000 litri è l’accisa minima applicabile senza incorrere in
un’infrazione comunitaria).
Rose fresche recise
Import (kg)
Export (kg)
2000
6.675.797
717.225
2009
12.365.223
217.799
Coldiretti, nel 2010 8,3 milioni di italiani nei farmers market (+28%)
•
•
•
•
•
03/02/2011
pubblicato in: ECONOMIA - ATTUALITÀ
Stampa
RSS Feed
Riduci le dimensioni del testo Aumenta le dimensioni del testo
In controtendenza rispetto all’andamento generale aumenta la spesa nei mercati degli agricoltori che nel
2010 fanno registrare un vero boom con una crescita del 28 per cento
delle strutture attive, dove
durante l’anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani.
E’ quanto emerge dal primo dossier sul fenomeno dei “Farmers Market in Italia” presentato alla prima
assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica della Coldiretti, con la partecipazione tra gli
altri di Roberto Weber (Presidente Swg), Giuseppe De Rita (Presidente Censis), Rosario Trefiletti
(Presidente Federconsumatori), Paolo Massobrio (enogastronomo) Paolo Scarpa Bonazza (Presidente
Commissione Agricoltura del Senato) e Sergio Marini (Presidente della Coldiretti).
Nel corso del 2010 sono saliti a 705 i mercati degli agricoltori di Campagna Amica aperti, per un totale di
25.115 giornate (+148 per cento), in tutte le Regioni. Vi hanno venduto di persona i propri prodotti ben
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
87
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
16mila imprenditori agricoli, realizzando complessivamente un fatturato stimato in 320 milioni di euro.
Oltre la metà dei mercati (60 per cento) si trova nel Nord Italia, che precede Sud e Isole (22 per cento) e
Centro (18 per cento). La regione con il maggior numero di farmers market attivi promossi dalla Coldiretti
è il Piemonte, con 105, seguito da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Toscana. Va però alla
Lombardia il primato della regione col maggior numero di produttori (2.250), davanti ad emiliani e
piemontesi.
“Si tratta di un primato straordinario conquistato in appena due anni dell’inizio di queste esperienze in
Italia dove è ora attiva la più estesa rete di vendita diretta dei produttori agricoli presente in tutta
Europa”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “dai mercati viene
una risposta ad un nuovo stile di vita e ad modello di consumo più sostenibile che si sta affermando tra un
numero crescente di cittadini”. Guardare in faccia il produttore, farsi raccontare direttamente la storia
del prodotto che si acquista, tagliare le intermediazioni e le manipolazioni sul cibo che si porta in tavola,
salvaguardare le tradizioni culturali e colturali, sostenere economicamente il proprio territorio e la
possibilità di fare un acquisto al giusto prezzo sono - ha precisato Marini - alcune delle motivazioni che
spingono questo successo. Oltre che un’opportunità di mercato per tante nostre imprese, si tratta di una
formidabile occasione per aggiungere concorrenza ad un sistema ingessato da anni, ma anche di una
esperienza che ha uno straordinario effetto moltiplicatore sulle altre forme distributive, che per
rispondere alle esigenze di un consumatore più informato dovranno garantire un adeguato spazio sui propri
scaffali al vero prodotto Made in Italy”.
Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio che non devono
affrontare lunghi trasporti con mezzi inquinanti, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel
rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema
di controllo di un ente terzo. La mappa regionale dei mercati degli agricoltori è consultabile sul sito
http://www.campagnamica.it/ dove sono indicati gli indirizzi, gli orari di apertura, la gamma di prodotti
offerti e il percorso stradale on line più conveniente per raggiungerli.
Nei mercati vengono contenuti gli sprechi di imballaggi con l’offerta, ad esempio, di latte sfuso, sono
banditi gli ogm e sono messi a disposizione spesso servizi di vendita a domicilio e offerte speciali per i
gruppi di acquisto solidale (Gas) formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di
fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose ma soprattutto per garantirsi la qualità di
quanto portano in tavola. Un fenomeno che coinvolge anche molti chef che nei loro ristoranti vogliono
offrire menu freschi e genuini a chilometri zero.
ll 62 per cento dei visitatori dei mercati degli agricoltori sono donne, il 48 per cento ha una età compresa
tra i 35 ed i 54 anni e ben il 68 per cento ha una scolarità medio alta, mentre la scelta è fortemente
condizionata dalla ricerca di cibi sani, di informazioni sui prodotti e dal bisogno di essere rassicurati su
quello che si mette nel piatto, secondo l’indagine Coldiretti/Swg. La voglia di conoscenza è confermata
dal tempo di permanenza che è in media di 32 minuti, molto elevato se si tiene conto dell’ampiezza della
struttura. Tra le richieste avanzate dai consumatori che frequentano i mercati ci sono la possibilità di
avere una gamma più vasta di prodotti, una maggiore frequenza nelle aperture, l’organizzazione di gruppi
di acquisto con i produttori dei mercati e la possibilità di visitare l’azienda o di “adottare” una
produzione.
I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono nell’ordine la verdura, la
frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i
legumi, con una spesa media di circa 26 euro per visita. Estremamente elevato il grado di soddisfazione
che è alto per il 75 per cento degli acquirenti, medio per il 20 per cento mentre solo per il 2 per cento è
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
88
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
basso ed un 3 per cento non risponde. Il giudizio positivo è confermato dal fatto che ben il 91 per cento
dei clienti è propenso a consigliare questa forma di acquisto ad altri, con il passaparola che è stato fino ad
ora
l’unica
forma
di
“pubblicità”
adottata
per
far
conoscere
i
mercati.
Un riscontro positivo di questo canale commerciale alternativo si ha anche dal lato dei 16mila produttori
che hanno partecipato ai mercati nel corso del 2010, innovando notevolmente la propria attività
nell’azienda agricola. La metà degli agricoltori che partecipano ai mercati ha una età compresa tra i 25 ed
i 44 anni, che è ben al di sotto dell’età media dell’imprenditorialità agricola italiana che si è alzata in
modo preoccupante.
L’elemento più rilevante dell’esperienza è il contatto diretto con i clienti con l’87 per cento degli
imprenditori che è molto soddisfatto anche perché la nuova attività ha un effetto positivo
sull’occupazione, con il potenziamento della propria forza lavorativa nel 39 per cento dei casi, e sul
fatturato, che in media fa registrare un aumento del 20 per cento particolarmente rilevante in un
momento di crisi.
L’IDENTIKIT DEGLI ITALIANI CHE FANNO LA SPESA NEI FARMERS MARKET
—
62 per cento donne
—
il 48 per cento ha una età compresa tra i 35 ed i 54 anni
—
Il 68 per cento ha una scolarità medio alta
—
Il tempo di permanenza è in media di 32 minuti
—
La spesa media per acquirente è di 26 euro
—
Il 91 degli acquirenti lo consiglierebbe ad altri
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011
MERCATI DI CAMPAGNA AMICA: CONSUNTIVO 2010
2008
2009
2010
Differenza 2010/2009%
Mercati totali
109
935
1.252
+34
Mercati attivi fissi
533
658
+20
Mercati coperti fissi
17
47
+176
Mercati fissi
550
705
+28
Produttori coinvolti
11.663
16.000
+37
Giornate di mercato annue
10.147
25.115
+148
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011
I PRODOTTI PIU’ ACQUISTATI NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA
Verdura
72
Frutta
51
Formaggi
49
Salumi/insaccati
24
Vino
16
Latte
11
Pane
11
Conserve di frutta 11
Frutta secca
7
Biscotti
6
Legumi
6
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su Indagine Campagna Amica/Swg 2011
I NUMERI DEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA PER REGIONE NEL 2010
PRODUTTORI COINVOLTI
REGIONE
TOTALE MERCATI ATTIVI
NEI MERCATI
Piemonte
1.940
105
Valle d'Aosta
71
2
Trentino-Alto Adige
108
5
Lombardia
2.250
88
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
89
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Veneto
1.076
87
Friuli-Venezia Giulia
393
22
Liguria
688
36
Emilia-Romagna
2.201
80
NORD
8.727
425
Toscana
901
52
Abruzzo
161
13
Umbria
101
9
Lazio
1.427
33
Marche
249
16
Molise
113
4
CENTRO
2.952
127
Basilicata
45
2
Campania
1.715
50
Sardegna
344
13
Puglia
868
52
Calabria
258
7
Sicilia
1.091
29
SUD E ISOLE
4.321
153
TOTALE ITALIA
16.000
705
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Campagna Amica
FILIERA ITALIANA E ACCORDI ECONOMICI PER LA RISICOLTURA PIEMONTESE
28/02/2011 - N.12
Si è riunito presso la Coldiretti del Piemonte il Gruppo di lavoro specializzato nel settore risicolo
nell’ambito dell’Osservatorio regionale mercati con il coordinamento del presidente della Coldiretti di
Vercelli-Biella
Paolo
Dellarole.
Nella riunione di lunedì 28 febbraio il gruppo di lavoro sulla risicoltura ha analizzato il comparto
piemontese che fa perno attorno alle quattro province di Vercelli, Biella, Novara e Alessandria, dove sono
complessivamente
coltivati
121.500
ha.
“Coldiretti ritiene utile promuovere iniziative a livello economico – dice Paolo Dellarole - per dare
concretezza alla Filiera Agricola tutta Italiana anche nel settore risicolo. Sin dai prossimi giorni verranno
presi gli opportuni contatti con le riserie artigianali e industriali per siglare accordi di filiera. Per questo
fine è stata studiata una bozza di contratto il cui obiettivo non è solamente la pur importante tutela
economica del produttore, ma quella di premiare gli imprenditori che puntano sull’ottenimento di un riso
di qualità. Coldiretti Piemonte auspica che la nuova dirigenza dell’Ente Risi sappia perseguire gli stessi
nostri obiettivi nell’intento di dare vere e concrete risposte economiche agli imprenditori risicoli”.
Relativamente all’ andamento del mercato italiano l’Osservatorio Mercati di Coldiretti Piemonte ha
rilevato che con le 36.176 tonnellate di questa settimana, di cui 14.083 di Lunghi A, 11.199 di Lunghi B,
9.724 di Tondi e 1.170 di Medi, il totale delle vendite dei produttori si è attestato a 944.968 tonnellate
che corrispondono al 58,5% della disponibilità vendibile. Le vendite dei Lunghi A e dei Lunghi B si
collocano al 60% della disponibilità, mentre quelle dei Tondi sono di poco superiori al 56%.
E ora un accenno al mercato europeo. Complessivamente, i flussi in entrata risultano in calo di 36.683
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
90
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
tonnellate (-9,2%), con un calo dell’11% del riso semi-greggio ed un calo del 7,2% del riso lavorato. Hanno
ripreso vigore le esportazioni che nell’ultima settimana hanno fatto registrare richieste di titoli per 5.754
tonnellate, base lavorato. Rispetto alla scorsa campagna risultano maggiori esportazioni per 28.503
tonnellate, essendo passate da 69.083 a 97.586 tonnellate.
http://www.piemonte.coldiretti.it/piemonte-rurale-annoE’
scaricabile
dal
link
2011.aspx?KeyPub=10019387|25399710&Lingua=IT il numero 2
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
91
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Link: http://www.confagricoltura.it/Pages/default.aspx
23/02/2011
Inflazione. Confagricoltura: “fluttuazioni anomale dei cereali sui mercati internazionali. A gennaio i
rincari ora però incide la crisi del Nord Africa”
“Le nostre imprese sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati dal mercato mondiale; infatti
l’Italia è deficitaria di generi alimentari strategici, come cereali e carni”. Lo sottolinea Confagricoltura
commentando i dati Istat sui prezzi al consumo definitivi, a gennaio, dei beni alimentari non lavorati, che
sono aumentati dell’1,8% rispetto a dicembre 2010 e del 2,7% rispetto a gennaio dell’anno scorso.
Commenta Confagricoltura: “I rincari che si registrano sono dovuti soprattutto al rialzo ai massimi storici
dei prezzi delle commodity su scala mondiale ed in particolare alle forti tensioni in atto sul mercato
cerealicolo, dove - come ha evidenziato Ismea - in un solo mese i prezzi sono saliti mediamente del 10,5%,
con punte del 19,8% per il frumento duro. Anche se andrebbe correttamente ricordato che i prezzi medi
dei cereali in Italia all’inizio del 2010 erano praticamente quelli di dieci anni prima”.
Di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane (che non riguarda tutti i
comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo in termini di redditività vista la
maggiore dinamica dei costi), le imprese agricole non si avvantaggiano. “Si crea un effetto a carico degli
agricoltori, perché gli aumenti spingono ad incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla
produzione”.
“Le fluttuazioni anomale sui mercati internazionali delle commodity agricole vanno ormai di pari passo
con quelle dei mercati finanziari e sono ora - ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli condizionate dalla reazione negativa agli accadimenti in Nord Africa e Medio Oriente. Subiamo
fortemente, più che beneficiarne, le oscillazioni e le criticità
22/02/2011
Consiglio Agricolo Ue, Confagricoltura: “etichetta europea d’origine nell’interesse delle imprese e
della societa’ civile dei consumatori”
“E’ stato compiuto un passo avanti importante, ma non esaustivo nella lunga strada per arrivare
all’etichettatura europea d’origine, unico obiettivo compatibile con gli interessi delle imprese e della
società civile”. Questo il commento di Confagricoltura in relazione agli esiti della discussione del Consiglio
Agricolo sull’etichettatura delle carni suine, ovine, avicole che passa all’esame del Parlamento europeo e
quindi alla successiva e definitiva approvazione da parte del Consiglio.
Occorrerà seguire il processo decisionale nei passaggi che ci porteranno alla definitiva approvazione e
successivamente alla sua applicazione definitiva.
La necessità che l’indicazione d’origine sia resa obbligatoria e applicata in modo omogeneo a tutti i
prodotti commercializzati sui mercati europei rappresenta per Confagricoltura, un punto fermo, come la
necessità che i futuri adempimenti non si traducano in un danno per il momento produttivo con nuovi costi
e vincoli peraltro difficilmente sopportabili dalle imprese e dai consumatori.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
92
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
18/02/2011
Confagricoltura boccia l’ipotesi di norma che vorrebbe limitare la destinazione a biogas al 15% dei
raccolti
“Non si può affossare l’agricoltura e la green economy con un provvedimento che nasce senza tener conto
delle nuove esigenze dell’economia e della società”. Così Confagricoltura boccia decisamente la norma
chiesta dalle Commissioni riunite Ambiente ed Attività produttiva della Camera al decreto legislativo per il
recepimento della direttiva comunitaria 2009/28/CE, che limita al 15% le coltivazioni dedicate impiegabili
negli impianti a biogas.
Il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni ha già inviato una lettera ai ministri dello Sviluppo
Economico e delle Politiche agricole, Paolo Romani e Giancarlo Galan, ribadendo che “la crescita del
biogas-biometano rappresenta una fondamentale opportunità di integrazione di reddito per le imprese
agricole, nonché un valido contributo alla produzione di energia rinnovabile in modo sostenibile per il
Paese”.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha quindi predisposto un dettagliato documento da
trasmettere alle forze politiche e parlamentari in cui ricorda le disposizioni comunitarie e nazionali e fa
presente come “la direttiva 2009/28/CE non prevede alcuna delega nella limitazione all’uso delle
coltivazioni dedicate per la filiera del biogas. Al contrario mira a promuovere ulteriormente lo sviluppo
delle rinnovabili nelle aziende agricole”.
“La norma in gestazione vorrebbe introdurre un limite per evitare squilibri negli approvvigionamenti e nei
prezzi delle produzioni agricole. Ma un obiettivo del genere - ricorda Confagricoltura - non può essere
raggiunto con limitazioni fissate a livello nazionale che non tengono conto delle specificità territoriali e
impediscono l’adeguato sviluppo delle coltivazioni energetiche in luoghi e situazioni dove la loro
produzione potrebbe rappresentare l’unica vera opportunità di reddito. E creano un brusco arresto degli
investimenti nel settore agroenergetico”.
“Per risolvere gli squilibri di approvvigionamento - sottolinea infine Confagricoltura - esistono già le
linee guide sulle autorizzazioni degli impianti definite dal decreto ministeriale 10 settembre 2010 che
prevedono che le Regioni possano intervenire a livello territoriale”.
15/02/2011
Commercio estero. Confagricoltura: peggiorato il deficit agroalimentare nel 2010 ma per l’export di
prodotti agricoli freschi la crescita è da record
“Il deficit agroalimentare nazionale nel 2010 è peggiorato rispetto al 2009, pur rimanendo al di sotto della
soglia dei 9 miliardi di euro (-8,5 miliardi per la precisione) così come è avvenuto nei due anni
precedenti”. E’ questa la situazione che registra Confagricoltura in relazione all’andamento del
commercio estero nel 2010 sulla base dei dati Istat.
Il peggioramento del disavanzo - osserva Confagricoltura - si è accompagnato comunque ad una nota
positiva: il 2010 è stato l’anno dei prodotti agricoli freschi sui mercati esteri il cui export è cresciuto di
ben il 21,3% rispetto al 2009; un tasso di aumento record mai raggiunto da dieci anni a questa parte e
superiore alla percentuale di aumento dell’export italiano complessivo, attestatosi al 15,7%.
Ricorda poi Confagricoltura: “E’ confermata la tendenza degli ultimi anni nei quali la dinamica dell’export
di prodotti agricoli è stata sempre migliore di quella dell’export del complesso del made in Italy”.
Anche l’import di prodotti agricoli è cresciuto nell’ultimo anno del 14,3%, comunque meno dell’aumento
complessivo delle importazioni italiane (+22,6%).
“Buona parte del deficit agroalimentare nazionale (5,5 miliardi di euro su 8,5) è ormai dovuto alla
dipendenza dall’estero dei prodotti agricoli. Per questo - conclude Confagricoltura - occorre aumentare
sia l’auto-approvvigionamento sul mercato interno, sia la propensione all’export sui nuovi mercati, come
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
93
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
sta cercando di fare la nostra Organizzazione con varie iniziative di internazionalizzazione a favore delle
imprese associate, da ultimo alla Fiera Fruit Logistica di Berlino”.
TABELLE
Saldo commerciale dell'agroalimentare italiano
(elaborazione Confagricoltura su dati Istat)
Anno
Saldo
Milioni di euro
2004
-9.372
2005
-9.263
2006
-9.889
2007
-9.746
2008
-8.956
2009
-7.714
2010
-8.551
Import export agroalimentare italiano in valore
Variazioni 2010 su 2009
(elaborazione Confagricoltura su dati Istat)
Evoluzione delle esportazioniEvoluzione delle importazioni
Prodotti Agricoli
+21,3%
+14,3%
Alimentari trasformati*
+10,8%
+11,4%
Totale agroalimentare
+12,7%
+12,3%
Totale commercio estero
+15,7%
+22,6%
* Alimentari, bevande e tabacco
Evoluzione in valore dell’export italiano agricolo e complessivo
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
94
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
- variazioni annuali
(elaborazione Confagricoltura su dati Istat)
Anno
Export agricolo
Febbraio 2011
Export complessivo
2007
2008
2009
2010+13,3%
+7,3%
-13,8%
+21,3%
+9,9%
+1,2%
-20,9%
+15,7%
11/02/2011
Semine: Confagricoltura, grano duro e bietole, gli agricoltori ci ripensano e tornano a coltivarli.
L’aumento dei terreni a riposo inferiore alle previsioni Istat
Per effettuare le stime sulle semine di quest’anno l’Istat ha contattato gli agricoltori del campione
d’indagine, a novembre-dicembre scorso e tra l’altro ha previsto una diminuzione delle superfici coltivate
a frumento duro (-13,5%) e tenero (-5%).
“In tale periodo però – ricorda Confagricoltura - le condizioni del maltempo rendevano impossibili le
semine in molte aree del Paese e spingevano quindi gli agricoltori a fare considerazioni che poi, a gennaio,
specie al Centro-Sud dove si è avuto un clima asciutto, hanno accantonato; oltre tutto in tale epoca il
grano duro è tornato ad essere una produzione interessante per gli agricoltori grazie al consistente
aumento dei prezzi (+14%)”.
In base alle stime Istat le superfici non coltivate aumenterebbero del 19,1%. Ma, ad avviso di
Confagricoltura, “molti terreni sono rimasti temporaneamente a riposo per rotazione in vista delle semine
primaverili di mais e soia al Nord e di girasole al Sud. Riteniamo che il dato sull’incremento delle superfici
a riposo ipotizzato dall’Istat sarà probabilmente dimezzato”.
Per la barbabietola da zucchero l’Istituto Nazionale di Statistiche stima una riduzione delle superfici del
21%, ma anche in questo caso, in realtà, Confagricoltura ritiene che ci dovrebbe essere un recupero, date
le maggiorazioni di prezzo pattuite da alcuni zuccherifici con gli agricoltori nelle ultimissime settimane,
proprio per evitare un crollo delle semine a febbraio.
10/02/2011
Occupazione: nel 2010 oltre un milione di giornate di lavoro dipendente in più nelle imprese di
Confagricoltura
Nonostante la crisi economica ed il calo delle imprese agricole, cresce l’occupazione nel settore primario.
Lo sottolinea Confagricoltura che rivela un positivo trend di crescita degli occupati in agricoltura nei
primi tre trimestri del 2010 rispetto all’anno precedente, con quasi due milioni di giornate lavorative in
più.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
95
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
In questo contesto aumenta in maniera significativa l’occupazione nelle imprese associate a
Confagricoltura che, durante il 2010, hanno dato occupazione per oltre un milione di giornate di lavoro
dipendente in più rispetto al 2009 (complessivamente oltre 23 milioni).
“I dati – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - confermano che l’agricoltura ha grandi
potenzialità occupazionali e che la stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le aree montane e
svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilità 2011’, fortemente volute da Confagricoltura, ha consentito
di continuare a svolgere questa funzione essenziale”.
“C’era il rischio di dismettere l’attività agricola in aree marginali o comunque difficili, dove il presidio del
territorio ed il mantenimento dell’occupazione erano fondamentali – conclude Confagricoltura – invece,
con la stabilizzazione raggiunta, questo pericolo è stato scongiurato, anche se le difficoltà con cui devono
confrontarsi le imprese del settore restano tante e gravi”.
09/02/2011
Prezzi grano, Confagricoltura: “la siccità in Cina non deve diventare un volano per la speculazione”
“Oltre 5 milioni di ettari, su un totale di 24 milioni seminati a grano nel nord della Cina, soffrono per la
prolungata siccità da quattro mesi. Ma è troppo presto per lanciare allarmi; gli eventi climatici cinesi non
devono preoccupare i mercati internazionali e fare da volano ad operazioni speculative, oltre tutto in una
fase di mercato che già offre poche certezze agli operatori”. Lo sottolinea Confagricoltura che sta
monitorando attentamente la situazione e le sue ripercussioni sulle quotazioni.
Dice l’Organizzazione degli imprenditori agricoli: “Ogni ragione di allarme va attentamente valutata,
perché crea un rialzo dei prezzi, seguito da un puntuale ribasso delle quotazioni nel momento in cui la
situazione ritorna alla normalità”.
Perché la siccità cinese non deve ancora preoccupare? Spiega Confagricoltura: “Solo se dovesse perdurare
fino a tutto aprile, potrebbe profilarsi una riduzione delle rese del frumento fino a un 20%”.
L’Organizzazione agricola ricorda infine che la Cina, pur essendo il secondo produttore mondiale di
frumento con 115 milioni di tonnellate, non ha un ruolo significativo nel commercio planetario, perché il
90% di ciò che produce è destinato all’autoconsumo ed attualmente il Paese dispone di stock sufficienti
per oltre sei mesi
07/02/2011
Biogas: Confagricoltura, eccessive le limitazioni proposte dalle Commissioni parlamentari
Confagricoltura esprime la propria contrarietà in merito alla proposta di parere delle Commissioni
parlamentari sul biogas. Voler limitare al 15 per cento del totale delle coltivazioni dell’azienda quelle
energetiche impiegabili negli impianti a biogas ridurrebbe drasticamente lo sviluppo del settore, in
contrasto con gli obiettivi fissati dal piano di azione nazionale sulle energie rinnovabili (PAN) e dalle
misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di energie (legge n. 96 del 2010 – art. 17).
Il biogas – spiega l’Organizzazione agricola - è il settore dove la maggior parte degli investimenti viene
effettuata direttamente da imprenditori che utilizzano biomasse vegetali ed animali provenienti in misura
prevalente dalle loro aziende.
Di fronte alla crisi del settore è incomprensibile la restrizione proposta ad un’attività che rappresenta una
valida integrazione di reddito per gli agricoltori.
In merito all’equilibrato rapporto tra produzioni agroalimentari ed agroenergetiche sono già sufficienti conclude Confagricoltura - le indicazioni contenute nelle linee guida sulle autorizzazioni, recentemente
emanate dal ministero dello Sviluppo economico.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
96
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
04/02/2011
Inflazione. Confagricoltura: “Prezzi al consumo penalizzati dai rincari delle commodity sui mercati
mondiali”
Nel mese di gennaio, secondo le stime preliminari Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari non
lavorati sono aumentati dell’1,7% rispetto a dicembre 2010 e del 2,6% rispetto a gennaio dell’anno scorso.
“Questo è avvenuto commenta Confagricoltura - per effetto anche del rialzo, ai massimi storici, dei
prezzi delle commodity su scala mondiale, come segnala la stessa Fao”.
“Le nostre imprese – prosegue Confagricoltura - sono nell’impossibilità di governare i prezzi, determinati
dal mercato mondiale; infatti l’Italia è deficitaria di generi alimentari strategici, come cereali e carni”.
Certo di questa situazione, nonostante il parziale recupero delle ultime settimane (che non riguarda tutti i
comparti e che comunque viene annullato nel medio e lungo periodo), le imprese agricole non si
avvantaggiano. “Si crea un effetto perverso sui redditi degli agricoltori, perché gli aumenti spingono ad
incrementare ancor più i prezzi dei mezzi tecnici necessari alla produzione”.
E Confagricoltura fa presente come dai dati Ismea emerga che, in dieci anni, i rialzi dei prezzi dei fattori
produttivi (energia, lavoro, fitofarmaci…) sono stati più del doppio rispetto a quelli dei prodotti agricoli
(rispettivamente 3,7% e 1,5% in media per anno).
Tutto ciò, dice Confagricoltura, deve far riflettere: “L’agricoltura ed il settore agroindustriale devono
avere un posto di preminenza, sia per temperare le nuove tensioni sui prezzi delle commodity che si fanno
sempre più marcate sui mercati internazionali, sia per non cedere terreno sull’export dei prodotti
alimentari ‘made in Italy’, che costituiscono un elemento determinante delle nostre vendite all’estero”.
02/02/2011
Confagricoltura: “per fronteggiare la crisi suinicola, oltre all’ammasso, servono politiche di sostegno e
rilancio”
“L’ammasso privato delle carni suine, oltre a produrre un impatto modesto sulla situazione economica
dalla realtà produttiva italiana, non deve essere considerato l’unico intervento possibile a sostegno del
settore”. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione al provvedimento varato recentemente dall’Unione
Europea.
“I rischi di un imminente destrutturazione di buona parte della filiera, che già appaiono reali e concreti, si
accentueranno - dice Confagricoltura - se non verranno messe in atto concrete misure di carattere
economico, finanziario, tributario e fiscale in grado di aiutare gli allevatori a superare l’attuale stato di
crisi”.
Per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli “in questa delicatissima situazione sono indispensabili
concrete manifestazioni di maggiore responsabilità degli altri segmenti economici della filiera produttiva,
che si devono fare carico, per la loro parte, delle crescenti difficoltà del comparto suinicolo”.
Confagricoltura stigmatizza altresì il comportamento dei macellatori che rischia di vanificare il lavoro
realizzato con la costituzione della Commissione Unica Nazionale. “L’esasperazione degli allevatori è
ormai ai limiti. Non è possibile sopportare più a lungo atteggiamenti chiaramente non coerenti con i trend
economici. Le regole che sono state stabilite vanno rispettate”
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
97
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DEL PIEMONTE
Link:http://www.piemonte.cia.it/ciapiemonte/svl/documentiLst?sez_id=93
Data:
28/02/2011
Titolo:
Le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia contro i tagli alle APA
GLI ASSESSORI DI PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA PROTESTANO
CONTRO I TAGLI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI
La mancata copertura finanziaria da parte del decreto milleproroghe delle attività di
miglioramento genetico gestite dalle Associazioni Allevatori, oltre a destare seria e motivata
preoccupazione per un settore allo stato attuale vero e proprio fiore all’occhiello dell’economia
italiana, denota una scarsa attenzione da parte dello Stato nei confronti delle potenzialità
caratterizzanti il comparto.
Il recente incontro Stato-Regioni, nel corso del quale si è aperto un confronto con il fine di
raggiungere una soluzione condivisa ed efficace, non ha portato al risultato auspicato: la
proposta avanzata dal Ministro Galan di recuperare i finanziamenti necessari alle Apa
spremendo ulteriormente i già limitati bilanci regionali, non è stata giudicata adeguata, e
quindi
applicabile.
Escludere dal sostegno finanziario le Associazioni Allevatori significa penalizzare in modo
irreversibile tutto il settore della zootecnia e i comparti strettamente dipendenti dalle attività
di miglioramento genetico a partire dalle attività di prevenzione e sicurezza alimentare. Un
problema, quindi, non circoscritto solo al mondo agricolo, ma che coinvolge buona parte della
società: ricerca, tracciabilità degli alimenti, posti di lavoro, sicurezza alimentare, innovazioni
di
tipo
genetico,
benessere
animale.
L’appello è unanime e deciso: se il comparto zootecnico italiano vuol continuare a mantenere
il suo primato, deve poter essere sostenuto e appoggiato. La zootecnia del nostro Paese,
simbolo di eccellenza e qualità, non può passare in secondo piano, sono necessarie risorse
per
proseguire
l’esperienza.
Confidiamo che il governo nazionale accolga nel più breve tempo possibile la richiesta
formulata a nome delle Regioni italiane dal Presidente Vasco Errani di un incontro con il
governo alla presenza delle Organizzazioni Professionali e delle rappresentanze del mondo
agricolo e sociale al fine di chiarire l’impatto della manovra sul sistema e trovare una
soluzione
condivisa
ed
immediata
alla
grave
situazione
di
emergenza.
Gli
Assessori
Regionali
all’Agricoltura:
Claudio
Sacchetto
(Piemonte)
Giulio
De
Capitani
(Lombardia)
Franco
Manzato
(Veneto)
Tiberio Rabboni (Emilia Romagna)
Data:
27/02/2011
Titolo:
Alta Langa, nuova docg retroattiva a partire dal 2008
ALTA LANGA, NUOVA DOCG RETROATTIVA A PARTIRE DALLA VENDEMMIA 2008
Il Ministero delle Politiche agricole e Forestali ha firmato il decreto per il riconoscimento della
Denominazione di Origine Controllata e Garantita che prevede anche le norme della
retroattività dalla vendemmia 2008. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica.
“Questo traguardo è motivo di grande orgoglio per me e per tutti i produttori e viticoltori che
credono in questo prodotto – ha dichiarato ad At News il Presidente del consorzio, Lamberto
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
98
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Vallarino Gancia – . Ora dovremo impegnarci per dimostrare che l’Alta Langa metodo classico
merita questo riconoscimento, mantenendo e cercando di migliorare il già ottimo livello di
qualità raggiunto faticosamente in questi anni”.
Del “club” delle eccellenze del Piemonte enologico fanno già parte: Asti, Brachetto d’Acqui,
Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Barbaresco, Barolo, Dogliani, Gattinara,
Gavi, Ghemme, Roero, Dolcetto di Ovada Superiore.
Ha proseguito Gancia: “E’ inoltre stata accolta la richiesta di retroattività per quanto riguarda
le annate 2008/2009/2010: tale riconoscimento, di primaria importanza, premia gli sforzi fatti
da tutta la filiera per ottenere la docg. Infatti, in considerazione del lungo periodo di
affinamento in bottiglia a cui lo spumante deve essere sottoposto, si sarebbero viste le prime
bottiglie dell’annata 2012 solo in commercio nel 2015”.
Il Consorzio Alta Langa raccoglie 63 viticoltori che con le loro famiglie hanno riportato la vite
sulle colline più alte delle tre province, dove viene coltivata con estremo rigore e rispetto del
territorio.
La produzione odierna viene garantita da nove aziende del Consorzio: la Giulio Cocchi di Asti,
Fontanafredda e Germano Ettore di Serralunga d’Alba, Fratelli Gancia e Giovanni Bosca Tosti
di Canelli, Martini & Rossi di Pessione, Enrico Serafino di Canale, Bera di Neviglie e Vigne
Regali di Strevi.
Alta Langa è uno spumante Brut prodotto esclusivamente da uve Pinot Nero e Chardonnay
coltivate in colline sopra i 250 metri sul livello del mare e può essere solo millesimato, cioè si
produce nelle annate di pregio. E’estremamente longevo e possiede notevole ampiezza nei
profumi e complessità dei gusti che si sviluppano grazie alla fermentazione e all’affinamento
in bottiglia per non meno di trenta mesi. Spumante raffinato si adatta bene ad accompagnare
tutto il pasto.
Data:
Titolo:
25/02/2011
Confermato il rinvio del pagamento delle multe per le quote latte
CONFERMATI I TAGLI ALLE ASSOCIAZIONI ALLEVATORI E LA PROROGA DI SEI MESI DELLE
MULTE DELLE QUOTE LATTE
Il Governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento che sostituisce interamente il decreto
milleproroghe, oggetto di rilievi da parte del Capo dello Stato e all’esame della Camera. Nulla
è cambiato per quanto riguarda lo spostamento di sei mesi del pagamento delle multe
relative alle quote latte. Il pagamento attualmente previsto dai piani di rateizzazione entro il
31 dicembre scorso è differito al 30 giugno 2011.
Continua quindi la grottesca sceneggiata della proroga del pagamento delle multe relative
alle quote latte. La proroga è un affronto a tutti quei produttori che, convinti di vivere in uno
Stato di diritto, hanno sempre rispettato le regole ed un'ennesima violazione dei ripetuti
impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente
applicazione del regime delle quote latte.
Bruxelles ha già detto che l'emendamento viola la normativa UE, ma ciò non ha influito sulla
decisione Governo e della maggioranza che lo sostiene.
Con quale autorevolezza il nostro Governo potrà presentarsi in sede comunitaria per
difendere la legge nazionale sull’etichettatura - che rende obbligatoria l’indicazione d’origine
sui prodotti alimentari- dopo aver dato un’altra lampante dimostrazione di non tenere in alcun
conto gli inviti al rispetto delle normative comunitarie?
Contro il maxiemendamento hanno protestato anche le Associazioni allevatori che si sono
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
99
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
viste azzerare i finanziamenti.
Le Associazioni degli Allevatori - cui fino allo scorso anno lo Stato destinava 65 milioni di euro
per promuovere il miglioramento genetico, la sicurezza alimentare, il benessere animale e la
competitività delle stalle italiane - hanno emesso il seguente comunicato.
“Con un colpo di spugna si smantella un sistema efficiente, cresciuto e consolidato negli anni,
ritenuto fra i migliori al mondo. Gli effetti di una scelta politica così miope si riverseranno
inevitabilmente su un comparto strategico, per il fatturato che produce, per l’indotto che
genera, perché collegato direttamente all’offerta turistica e all’azione di presidio del territorio.
Non a caso la Cassazione ha definito di rilevante interesse pubblico quella attività che da
domani invece non potremo più garantire, grazie a quello stesso mondo politico e produttivo
che ogni giorno auspica investimenti a favore della competitività ma poi, al momento di
decidere, ha scelto di cancellare, dalla sera alla mattina, le risorse per il sistema allevatori”.
Data:
24/02/2011
Titolo:
Documento unitario sulla riforma della Pac, ha aderito anche la Coldiretti
RIFORMA
DELLA
DOCUMENTO
UNITARIO SULLA
COLDIRETTI. POLITI: L'ITALIA DEVE FARE SQUADRA
PAC.
ADERISCE
ANCHE
LA
E' stato definito un documento congiunto sottoscritto da tutte le associazioni di
rappresentanza della filiera italiana (Cia, Coldiretti,Confagricoltura, Copagri, FedagriConfcooperative, Legacoop-agroalimentare, Agci-Agrital, Unci-Coldiretti, Flai-Cgil, Fai-Cisl,
Uila-Uil) sul tema della Pac dopo il 2013.
Il documento è stato presentato al ministro per le politiche agricole Giancarlo Galan in
occasione del forum sul futuro della Pac, organizzato a Roma dallo stesso ministro il 22
febbraio scorso. Nel sottolineare l'importanza della definizione di questo documento
congiunto, le organizzazioni firmatarie sollecitano il governo italiano a fare proprie le
indicazioni e le proposte in esso contenute in vista della definizione finale di una forte e
condivisa posizione italiana da portare in Europa nelle trattative sul futuro della Pac.
Al Forum sulla Pac, tenutosi a Roma all’hotel Excelsior, hanno partecipato i componenti delle
Commissioni agricoltura di Camera e Senato, gli assessori regionali, i rappresentanti delle
organizzazioni professionali di categoria, dei sindacati, della cooperazione e degli enti locali.
Il Presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi intervenendo al Forum ha dichiarato che
“Davanti a un negoziato complesso e carico d’incognite, quale è quello per la nuova Pac, c’è
assoluto bisogno di fare squadra. L’intero sistema agroalimentare italiano deve impegnarsi
per una posizione unitaria che permetta di far valere le ragioni del nostro Paese. Ed è per
questo che riteniamo positivi sia il confronto avviato tra i vari soggetti del settore, che ha
portato ad un documento unitario, sia il Forum del ministero. La riforma deve vedere l’Italia
protagonista attiva”.
“Gli interventi Ue – ha aggiunto il presidente della Cia - devono essere rivolti agli agricoltori
professionali, alle imprese orientate al mercato, che producono ricchezza e beni pubblici per
la società. Basta con le rendite parassitarie che rappresentano solo un danno per il settore
primario”.
Allo stesso modo, ha spiegato Politi, nella ripartizione dei contributi della Pac (primo pilastro)
tra gli Stati membri “non si può accettare solo il criterio della superficie, ma occorre che siano
presi in considerazione quelli della produzione lorda vendibile e del valore aggiunto, che
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
100
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
misurano l’intero potenziale produttivo agricolo, che comprende il fondo, i capitali investiti, il
lavoro e la capacità imprenditoriale”
“Occorre, altresì – ha proseguito Politi - accrescere gli interventi di mercato, essenzialmente
con due finalità di fondo: l’organizzazione delle filiere e la difesa dei redditi contro le crisi e la
volatilità dei prezzi, anche attraverso forme innovative d’intervento come le assicurazioni
agevolate”.
Data:
24/02/2011
Titolo:
Carlo Ricagni: l'agricoltura del Novese è in buona salute
.
CARLO RICAGNI : L’AGRICOLTURA DEL NOVESE E’ IN BUONA SALUTE
L’agricoltura nel Novese è in buona salute. Secondo il presidente provinciale e quello zonale
della Cia (confederazione italiana agricoltori), Carlo Ricagni e Gianfranco Semino i settori che
più tirano sul mercato sono quello vitivinicolo e quello cerealicolo. “Il Gavi sta andando molto
bene - sottolinea Ricagni - Con la cosiddetta “Commissione paritetica”, formata dalle
associazioni degli agricoltori e dal consorzio di tutela, è stato raggiunto un accordo importante
relativo al prezzo minimo delle uve. C’era, infatti, il rischio di un abbassamento dei prezzi ma
si è riusciti a scongiurarlo”. Il Gavi docg, quindi, si conferma prodotto di punta nell’intero
panorama provinciale, considerando anche il fatto che circa il 70% della produzione finisce
all’estero.
I cereali, invece, hanno subito una impennata: i prezzi sono quasi raddoppiati rispetto
all’anno passato e i tempi bui sembrano ormai lontani. “La domanda mondiale di cereali è in
crescita e gli esperti sostengono che questo trend - prosegue Ricagni - continuerà ancora. Si
tratta di un dato importante anche perché la zona dell’alessandrino, insieme a Bologna, è la
prima produttrice italiana di cereali”. Purtroppo, però, mancano le infrastrutture. I cereali,
infatti, necessiterebbero di grandi spazi di stoccaggio per poterli dividere in base alle loro
caratteristiche ma la Cia sta pensando di portare avanti, su questo versante, un progetto
ambizioso e cioè realizzare un’ampia area di stoccaggio dove far confluire il prodotto
seminato in provincia e qui suddividerlo in base alla qualità.
Continua invece a latitare, nonostante l’accordo siglato con la Elah Dufour Novi, la produzione
di nocciole. Due anni fa il cavalier Flavio Repetto, in occasione di una sua partecipazione a un
convegno sull’agricoltura a Novi, aveva abbracciato la proposta dell’assessore provinciale
all’agricoltura Lino Rava di potenziare la produzione di nocciole (quelle tonda e gentile del
Piemonte) per rifornire l’industria dolciaria che oggi si approvvigiona prevalentemente nella
zona delle Langhe. “Purtroppo- dice Semino - nel nostro territorio questa produzione non ha
attecchito”. Intanto il Comune di Novi sta elaborando i dati relativi al censimento generale
dell’agricoltura. In base infatti alla legge 166 del novembre 2009 i Comuni devono attivare il
censimento agricolo. Dai dati ancora provvisori, dal momento che gli uffici comunali stanno
lavorando proprio in questi giorni ai risultati del censimento, si evince che nel novese le
aziende agricole sono 356 e la superficie totale agricola è di 1.986 ettari, di cui 1.361 ettari a
seminativo. 184 ettari sono a colture legnose, tra cui la vite.
Data:
24/02/2011
Titolo:
Riso, nel 2010 aumentata la superficie, calata la produzione
AUMENTATA NEL 2010 LA SUPERFICIE COLTIVATA A RISO, MA NON NELLE PROVINCE DI
NOVARA E VERCELLI. CALATA LA PRODUZIONE
Nel 2010 la superficie coltivata a riso in Italia ha raggiunto i 247.500 ettari, una estensione
che non ha precedenti, ma, nonostante l’incremento di superficie di 9mila ettari rispetto al
2009, la produzione(circa 1,56 milioni di tonnellate) è rimasta lontana di 28mila tonnellate da
quella del 2009, quando fu raggiunto il record storico, mentre i prezzi, dopo essere scesi per
tutto quell’anno e sino alla tarda primavera/estate del 2010, sono poi saliti, insieme a tutte le
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
101
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
materie prime, agricole e non.
Il riso è prevalentemente coltivato nei due distretti risicoli piemontese e lombardo a cavallo
del Ticino (circa il 92,4% della superficie a riso), mentre il polo della pianura padana nord
orientale con Ferrara, Rovigo, Verona e Mantova copre l’altro 5%
Le rese, dopo aver toccato un massimo nel 2009 di 7 t/ha, sono ridiscese nel 2010 a 6,32
t/ha, con ciò contribuendo al deludente risultato produttivo. La produzione media è calata a
causa sia dell’andamento climatico, sia del fatto che l’espansione delle superfici è avvenuta in
parte in aree in cui non vi era più da tempo la consuetudine alla coltivazione del riso.
L’incremento di superficie non ha, per esempio, riguardato le provincie di Vercelli e Novara
che insieme hanno perso l’1% della loro quota.
La superficie media aziendale a riso si è portata in Piemonte a 59,8 ettari rispetto ai 58,7 del
2009.
Data:
23/02/2011
Titolo:
L'Istat conferma: l'export dell'agroalimentare in forte crescita
L’ISTAT CONFERMA: LE ESPORTAZIONI SONO IN FORTE CRESCITA. TREND POSITIVO ANCHE
NEL 2011
Dai dati Istat sul commercio estero si evince che nel 2010 le esportazioni di prodotti
agroalimentari (sia prodotti freschi, sia trasformati) sono cresciute del 15,7%. Un trend
confermato anche nel primo mese del 2011, durante il quale si è registrato un balzo del
34,9% su base tendenziale e dell’8,7% rispetto al mese precedente.
Lo scorso anno il comparto del vino ha messo a segno un fatturato dell’export pari a 3,5
miliardi di euro (+10% sul 2009) che lo ha portato a diventare la prima ‘voce’ dell’export
agroalimentare nazionale. Ottime in particolari le performance del vino sui mercati extracomunitari, in particolare negli Usa, primo mercato extra-Ue di sbocco e quarto per valore
assoluto, dove il 33% delle bottiglie importate sono targate Italia, prima nazione fornitrice
straniera. Buone notizie provengono anche dalle altre due ”potenze economiche” Russia e
Cina, dove nel 2010 le importazioni di vino sono cresciute, rispettivamente, del 52% e del
100% rispetto all’anno precedente.
Il trend delle esportazioni di prodotti agroalimentari non accenna a rallentare: a gennaio i
partner più dinamici dell'Italia, extra UE, sono stati gli USA (+64,9%), seguiti dell’America
Latina (+62,5%), dalla Turchia (+45,2%), dalla Russia (+35,5%) e, in misura più contenuta,
dalla Cina (+29,8%).dell'Italia
Il futuro dell'agroalimentare italiano appare sempre più legato all'export, che è diventata la
strada obbligata anche per molte imprese agricole. Il mercato interno è ormai stagnante, il
consumo di vino ad esempio in trent'anni si è dimezzato, e le imprese devono
necessariamente allargare gli orizzonti, per cogliere le opportunità offerte dai mercati
emergenti.
Il mercato globale non è più una cosa “lontana”, ma una realtà fondamentale per la vita di
molte aziende agricole.
Il dibattito ideologico su quale filiera sia meglio, se quella corta o quella lunga, offusca
qualsiasi ragionamento obiettivo. Che senso ha, ad esempio, tuonare contro il vino importato
dall’Australia perchè fa un lungo viaggio, consuma energia ed inquina e compiacersi nello
stesso tempo per le vendite di vino italiano in Cina? E' logico poi invitare gli Italiani a
consumare il cibo del territorio e pretendere che gli Americani non facciano lo stesso?
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
102
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Mercato locale, mercato nazionale o mercato globale sono obbiettivi rispetto ai quali ogni
imprenditore deve aver la possibilità di scegliere liberamente, facendo i propri conti e
decidendo di conseguenza.
Piuttosto che perdersi in diatribe inutili, meglio adoperarsi per assicurare alle imprese agricole
adeguati sostegni per investire in innovazione e qualità (determinanti per rispondere alle sfide
del mercato globale) e per contrastare la piaga dei prodotti contraffatti che invadono il mondo
utilizzando un nome che "suona italiano".
ROBERTO ERCOLE - Presidente Cia Piemonte
Data:
23/02/2011
Titolo:
Entro il 31 dicembre gabbie "modificate" per le galline ovaiole
ENTRO IL 31 DICEMBRE 2011 LE GABBIE “MODIFICATE” PER LE GALLINE OVAIOLE
Per migliorare il benessere delle galline ovaiole scatterà dal primo gennaio 2012 il divieto di
impiegare le gabbie. Nessun rinvio è possibile, così hanno deciso gli eurodeputati. Gli
allevamenti hanno ora a disposizione poco tempo e la decisione di non ammettere proroghe
(sottoscritta da 459 deputati, contro 32 contrari e 17 astenuti) toglie ogni speranza di una
dilazione dei termini. Nel prendere questa decisione gli europarlamentari hanno anche chiesto
agli Stati membri di adottare sanzioni per chi non si metterà in regola.
L’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e i colleghi delle altre Regioni hanno
richiesto un percorso che accompagni gli allevatori di galline ovaiole nella difficile e onerosa
fase di adeguamento degli allevamenti con le più ampie e attrezzate “gabbie modificate”
previste dalle due direttive dell’Unione Europea (n.1999/74 e n. 2002/04).
Le Regioni propongono al ministro dell’Agricoltura di varare - in accordo con il ministro della
Salute e le stesse amministrazioni regionali - un programma di adeguamento degli
allevamenti, fattibile e sostenibile da un punto di vista economico, e di garantire il proseguo
dell’attività a tutti gli allevatori che dimostrino di aver intrapreso gli interventi strutturali
richiesti. In questo senso la richiesta è di salvaguardare – nel quadro delle sanzioni e
sospensioni previste - gli allevatori che dimostrano di avere già avviato la trasformazione
degli allevamenti e che si impegnano a terminarla in tempi ristretti e certi, pur non riuscendo
- non per propria volontà - a rispettare il termine di fine 2011.
La proposta delle Regioni trova le sue motivazioni nelle oggettive difficoltà degli allevatori a
rispettare la scadenza del 31 dicembre 2011, dato che il numero delle gabbie modificate da
introdurre è particolarmente elevato e la richiesta non può essere soddisfatta dalle poche
ditte fornitrici presenti sul mercato. Inoltre il cambiamento delle gabbie impone delle
variazioni strutturali degli allevamenti che, il più delle volte, richiedono iter autorizzativi che pur con tutta la collaborazione degli enti competenti - allungano necessariamente i tempi di
realizzazione delle trasformazioni”.
Attualmente si stima che solo il 15% circa degli allevamenti abbia portato a termine le
modifiche previste. In questa situazione il rischio paventato dalle Regioni è che, oltre a quello
di possibili contenziosi giudiziari, molte aziende siano costrette a chiudere con pesanti
conseguenze economiche e sociali.
Data:
22/02/2011
Titolo:
Via libera della UE alla etichettatura di tutte le carni fresche
VIA LIBERA DELLA UE ALL’ETICHETTATURA DI TUTTE LE CARNI FRESCHE, MA NON DEI
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
103
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
PRODOTTI TRASFORMATI
Il Consiglio Agricoltura dell’Ue ha approvato formalmente in prima lettura, a Bruxelles, la
nuova proposta di regolamento per l’etichettatura dei prodotti alimentari, che, fra l’altro,
prevede l’obbligo di indicazione dell’origine per tutte le carni fresche. Il regolamento impone
inoltre di specificare le informazioni nutrizionali (valore energetico, grassi, grassi saturi,
glucidi, proteine, zuccheri e sale). Il testo torna ora al Parlamento europeo per la seconda
lettura.
Per l’etichettatura d’origine degli altri alimenti, la ‘posizione comune’ del Consiglio prevede
solo di chiedere alla Commissione di presentare uno studio di fattibilità entro tre anni.
Il via libera del Consiglio Agricoltura UE alle nuove norme sull'etichettatura delle carni fresche
rappresenta un piccolo passo avanti, ma la strada verso la completa trasparenza sull’origine
dei prodotti alimentari - compresi quelli trasformati, così come prevede la legge italiana
recentemente approvata dal nostro Parlamento - è ancora molto lunga.
La Coldiretti subalpina ha invitato il nostro Governo “ad applicare, e subito, la legge
(nazionale) sull’etichettatura, anche a costo di aprire un contenzioso con l’Ue … il contenzioso
è l’istituto forse più convincente per accreditare uno stato di diritto. Guai se fosse preclusa la
possibilità di aprire contenziosi e difenderli nelle sedi istituzionali, saremmo in una dittatura, e
sostenere ciò non è certo educativo” (Piemonte rurale n.3 del 2011, agenzia della Coldiretti
del Piemonte).
Se il nostro Governo raccogliesse l’invito della Coldiretti ed aprisse un nuovo scontro con la
UE, la posizione dell’Italia in Europa, già compromessa dalla disastrosa applicazione del
regime delle quote latte, potrebbe ancor di più indebolirsi, con conseguenze molto negative
sulla capacità negoziale del nostro Paese proprio nel momento chiave in cui è in discussione
la nuova politica agricola comune.
Con l'istituzione della Comunità Europea, gli Stati membri, compresa l’Italia, hanno
formalmente limitato la propria potestà legislativa ed hanno trasferito all'Unione Europea una
parte delle proprie prerogative, tra cui la disciplina di determinate materie comuni a tutti gli
Stati membri, come l’etichettatura dei prodotti alimentari.
Ogni eventuale conflitto tra la legislazione comunitaria e quella nazionale su materie trasferite
viene risolto sempre a favore dell'ordinamento giuridico della Comunità, come è accaduto un
anno fa per la legge Zaia sull'etichettatura d'origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari,
bocciata dalla Corte di Giustizia.
L'etichettatura d'origine degli alimenti è un'esigenza irrinunciabile per rendere giustizia al
lavoro degli agricoltori e per tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori. Bene ha
fatto quindi il nostro Parlamento a legiferare in materia ed è giusto che l'Italia sostenga
convintamente il provvedimento in sede europea. Sarebbe però non solo sbagliato, ma anche
controproducente, che il nostro Paese reagisse all’atteggiamento di chiusura della Comunità
applicando la legge senza aver ottenuto il via libera della Commissione ed aprendo di
conseguenza un ennesimo ed inutile conflitto con la UE (ma Galan ha garantito la
Commissione che "l'applicazione della legge avverrà nel pieno rispetto dei princìpi e delle
procedure comunitarie").
Il nostro Governo, se vuole davvero raggiungere l'obbiettivo di far inserire la sua legge
sull'etichettatura
d’origine
dei
prodotti alimentari
nel
quadro
giuridico
comunitario, sconfiggendo le lobby che si oppongono, deve soprattutto preoccuparsi di
costruire un terreno favorevole a livello continentale, ricercando il consenso degli altri
Stati membri e del Parlamento europeo. Se in Europa si gioca da battitori unici si finisce
inevitabilmente con il perdere, anche se si è dalla parte della ragione.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
104
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Data:
22/02/2011
Titolo:
Imbottigliate 10.400.000 bottiglie di Gavi nel 2010
Febbraio 2011
IMBOTTIGLIATE 10.400.000 BOTTIGLIE DI GAVI NEL 2010
Nel 2010 sono state imbottigliate 10 milioni e quattrocento mila bottiglie di Gavi docg,
quattrocento mila in più rispetto all’anno precedente. Un dato che viene commentato
positivamente dal Consorzio di tutela del Gavi per due ragioni: si consolida il dato delle 10
milioni di bottiglie, che era stato raggiunto già nel 2009 e l'aumento rappresenta un segnale
positivo per l'andamento del mercato. "Si tratta di un cauto ottimismo", precisa il direttore
del Consorzio di tutela, Mauro Delfino, “l'andamento del 2010 è positivo come pure l'avvio
del 2011, che ha fatto già registrare un aumento delle richieste delle fascette del 40% circa”.
I numeri sono dati proprio dalle “fascette” ovvero il contrassegno verde rilasciato dal
ministero delle Politiche Agricole, che deve essere posto su ogni bottiglia. Dal momento che i
produttori e gli imbottigliatori richiedono le fascette man mano che sono necessarie, dal
Consorzio affermano che verosimilmente i dati delle bottiglie corrispondono più o meno a
quelle vendute.
Data:
22/02/2011
Titolo:
Le disposizioni della Regione per combattere il cancro del kiwi
LA REGIONE ORDINA LE MISURE DA ADOTTARE PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DELLA
BATTERIOSI DEL KIWI. IL PROSSIMO 3 MARZO INCONTRO ORGANIZZATO DALLA CIA DI
CUNEO (APERTO A TUTTI I PRODUTTORI DI KIWI) CON UN TECNICO DEL CRESO
Il Presidente della Giunta regionale Roberto Cota, su indicazione dell’Assessore all’Agricoltura
Claudio Sacchetto, ha emanato un decreto urgente che individua le misure di prevenzione
contro la diffusione della batteriosi del kiwi Psa. Il batterio ha causato danni in parecchie aree
del mondo e in Italia ha colpito in maniera devastante alcune aree quali il Lazio. Nella regione
Piemonte i sintomi hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2010 in maniera sporadica.
Nei giorni scorsi ha iniziato ad intensificarsi l’azione del batterio stesso nelle aree piemontesi
coltivate ad actinidia.
L’Assessorato regionale all’Agricoltura, dopo le puntuali e celeri segnalazioni della Cia del
Piemonte e delle altre Organizzazioni professionali agricole, si è subito attivato, in sinergia
con il Creso ed il servizio fitosanitario regionale, individuando una strategia atta a prevenire
effetti negativi nell’area geografica interessata. All’interno del decreto sono contenute le
prescrizioni a cui dovranno attenersi gli agricoltori:
1. I conduttori degli actinidieti, a seguito di accertamento di cancri nella pianta causati da
PSA, dovranno provvedere alla capitozzatura rasoterra o all’asportazione delle parti colpite,
con taglio effettuato ad almeno 70 cm dalla parte colpita oppure, in alternativa, l’estirpazione
delle piante colpite. I frutteti colpiti impiantati nel 2009 e nel 2010 con materiale già infetto
sono
da
estirpare
nella
loro
interezza.
2. Il materiale risultante dall’estirpazione o dagli interventi cesori deve essere distrutto
mediante
incenerimento
o
interramento
profondo
in
loco.
3. Gli interventi di profilassi previsti ai comma 1 e 2 devono concludersi entro il 30 marzo
2011.
4. Le piante estirpate non devono essere rimpiazzate e gli impianti estirpati non devono
essere rimpiantati con actinidia, fino all’entrata in vigore del decreto ministeriale.
5. I conduttori degli actinidieti alla fine di ogni giornata di lavoro devono proteggere i tagli,
prodotti con le operazioni di rimonda, con paste protettive addittivate con sali di rame e
devono mantenere il frutteto privo di cancri mediante controlli periodici, eventuali rimonde e
trattamenti
previsti
nelle
linee
guida
elaborate
dal
Settore
Fitosanitario.
6. E’ fatto divieto, per la stagione 2011, di utilizzare le api per il servizio d’impollinazione
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
105
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
dell’actinidia nelle aree ad elevato rischio e in aree dove esistano, a meno di 1 km,
appezzamenti
risultati
positivi
a
Pseudomonas
syringae
pv.
actinidiae.
7. Nelle aree suddette è fatto divieto di utilizzare macchine atte alla raccolta del polline.
Nella seduta di Giunta del 28 febbraio verrà licenziata la delibera che definisce le linee guida
di intervento per gli indennizzi agli agricoltori colpiti. La Regione Piemonte si è già attivata
prendendo contatti con la Nuova Zelanda e le altre aree del mondo coinvolte nella vicenda
per valutare l’opportunità di procedere per vie legali nei confronti dei vivaisti responsabili del
rischio di epidemia.
“Con questo provvedimento - ha dichiarato L'Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio
Sacchetto - stiamo dando una risposta immediata alle imprese agricole per evitare che anche
in Piemonte, come successo in altre aree del mondo, si m ha dichiaratoanifesti una situazione
epidemica; attiveremo tutti gli strumenti giuridici in nostro possesso affinché vengano
tutelate le aziende agricole e venga riconosciuto il danno subito. Questo per far si che il
Piemonte rimanga una Regione non a rischio e che venga tutelata, inoltre, la potenzialità
commerciale della coltura. Si procederà poi ad individuare forme di indennizzo agli agricoltori,
forme che verranno definite nella delibera del 28 febbraio. Chiedo agli agricoltori di
adempiere alle prescrizioni individuate nel decreto e nella delibera per renderli efficaci al
massimo, inoltre invito ad aver fiducia perché la Regione Piemonte, le Organizzazioni agricole,
il Creso ed i Comuni interessati faranno di tutto per garantire tutela al settore”.
Gli interventi messi in atto dalla Regione saranno completati dal finanziamento da parte del
MIPAAF di un programma di ricerca con il coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la
sperimentazione in agricoltura (Cra) e degli istituti di ricerca delle Regioni. Tra gli strumenti
per difendere il reddito degli agricoltori, il MIPAAF sta valutando anche la possibilità di stipula
di polizze assicurative garantite dal contributo dello stato. Il piano assicurativo nazionale nel
settore agricolo, anch'esso recentemente approvato, prevede infatti, tra le avversità di natura
fitopatologica assicurabili per la campagna 2011, anche quello che viene chiamato il "cancro
batterico" del kiwi.
“Purtroppo – ha dichiarato Livio Pautassi di Centallo responsabile del GIE frutta della Cia ci
illustra- la situazione è grave anche nella nostra Regione per cui è necessario censire tutti
casi che si sono manifestati, risultato raggiungibile solo con la piena collaborazione di tutti i
frutticoltori. La Cia cuneese ha già provveduto ad allertare e coinvolgere tutti i soci produttori
di kiwi invitandoli a segnalare immediatamente ai tecnici dell’organizzazione la presenza di
sintomi del batterio. Nel contempo stiamo divulgando le prime nozioni da seguire in caso di
infezione sulla pianta. Abbiamo organizzato un incontro sull’argomento che si terrà a
Fossano la sera di GIOVEDI’ 3 MARZO con la presenza del dr. Graziano VITTONE,
responsabile del settore frutticolo del CReSO”
Data:
20/02/2011
Titolo:
Niente più fondi statali per le APA
GALAN: LE REGIONI CHE VOGLIONO FINANZIARE LE APA LO FACCIANO CON I SOLDI
PROPRI! IL COORDINATORE DEGLI ASSESSORI REGIONALI: SALTERANNO 4.500 POSTI DI
LAVORO
Negli giornata di martedì 15 febbraio si è tenuto a Roma un incontro straordinario tra
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
106
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Ministero e Regioni per aprire un confronto sui mancati finanziamenti, all’interno del Decreto
milleproroghe, da destinare alle Associazioni Provinciali Allevatori e alle attività di
miglioramento genetico, prevenzione e garanzia di sicurezza alimentare. Un tavolo al quale
hanno partecipato Assessori all’agricoltura e rappresentanti delle Regioni insieme al Ministro
delle politiche agricole Giancarlo Galan, il Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto
ed il Sottosegretario all’economia e alle finanze Sonia Viale. Il Ministro Galan ha individuato,
quale unica possibile soluzione al problema, il riequilibrio, da parte di ogni singola Regione,
delle risorse a disposizione, destinando al settore agricolo fondi precedentemente impegnati
in altri comparti.
“L’incontro non ha certo fruttato i risultati sperati, la proposta avanzata non è risolutoria” ha
commentato l’Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, presente a Roma alla
riunione straordinaria “Ogni Giunta regionale, per far fronte ai sacrifici imposti, ha già ridotto
al massimo le disponibilità per ogni settore. Non è possibile, anche con la volontà, limare
ulteriormente gli stanziamenti preventivati per ricavare finanziamenti da destinare alle Apa. E’
necessario che da Roma si reperiscano nuove risorse, si tratta di un aiuto alla collettività
intera, le Associazioni Provinciali Allevatori infatti coinvolgono interessi trasversali, non
esclusivamente legati al comparto agricolo: ne vanno di mezzo la sicurezza alimentare
dell’intero Paese, la tracciabilità dei prodotti, miglioramenti e innovazioni di tipo genetico,
posti di lavoro. Il rischio, inoltre, è che la zootecnia italiana, da sempre leader per qualità ed
eccellenza, possa subire contraccolpi di grande entità. Il nostro compito non è finito,
continueremo con un’azione costante che possa sostenere un settore che negli anni si è
dimostrato vero e proprio fiore all’occhiello della nostra agricoltura”.
Il Presidente dell'Apa di Cuneo Roberto Chialva ha espresso la sua amarezza di
amministratore ed allevatore: “Si è sempre lavorato con serietà ed impegno a favore degli
allevatori i quali hanno contribuito con le loro quote a sostenere tutte le attività. I risultati
concreti ci sono e sono davanti a tutti. Vederci privati dell’intervento pubblico rappresenta
motivo di grande delusione e sconcerto, specie per la nostra Provincia dove il comparto
zootecnico è fondamentale per l’economia agricola”.
L’assessore della Puglia Dario Stefano, coordinatore degli assessori regionali all’Agricoltura
della Conferenza delle Regioni, ha lanciato l'allarme: "4.500 posti di lavoro salteranno nelle
prossime ore e con loro anche la tenuta dei registri che garantiscono sicurezza alimentare e
qualità di ciò che gli italiani mettono in tavola".
”Viene reiterato – ha spiegato Stefano – l’atteggiamento del Governo di conservare le deleghe
alle Regioni, ma senza dare loro le risorse. Abbiamo già dato attenzione a questo tema da
mesi e abbiamo chiesto più volte l’insediamento di un tavolo tecnico-politico; nel
Milleproroghe abbiamo proposto un emendamento, ma non è stato accolto. Oggi il sistema è
a rischio smantellamento, significa circa 4500 posti di lavoro che nei prossimi giorni
salteranno”. E, ha messo in guardia l’assessore, ”non è tema che riguarda solo la zootecnia
ma anche la sicurezza alimentare che verrà completamente meno”.
Fonti: TARGATO CN ed ANSA
Data:
16/02/2011
Titolo:
Migliora il quadro agricolo nel quarto trimestre 2010
MIGLIORA IL QUADRO AGRICOLO NEL QUARTO TRIMESTRE 2010
Migliora il quadro agricolo nel quarto trimestre 2010. Lo rivelano i dati Ismea pubblicati
nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni sull’agroalimentare
italiano.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
107
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Gli aumenti dei prezzi sui mercati all’origine dell’ultimo trimestre (+14,1% rispetto allo stesso
periodo del 2009), a fronte di una crescita più contenuta dei costi di produzione (+4%),
segnalano un graduale recupero nei livelli di redditività in agricoltura. Dai dati si evince,
inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il 2010 con una flessione dello 0,6%,
per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali compensata, solo
parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche.
In particolare per i cereali si stima un generale incremento della produzione, con aumenti
soprattutto per il frumento duro (+6,6%) e il granoturco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al
contrario, sono previste flessioni rispettivamente del 4,3% e del 22,3%, a causa
dell’andamento climatico sfavorevole e della batteriosi che ha colpito le piantagioni di kiwi
laziali. Riguardo agli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche negative
hanno determinato una forte riduzione dei raccolti di pomodoro da industria (-10,7%) e
patate (-9,9%). L’offerta zootecnica è indicata invece in aumento, grazie a una crescita dello
0,8% delle consegne di latte e a una maggiore produzione nazionale di carni bovine, suine e
avicole. Sul fronte industriale, infine, la produzione alimentare ha fatto segnare un aumento
del 2% tra gennaio e ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009. Un risultato
che, sebbene più contenuto rispetto alla performance dall’intero settore manifatturiero,
conferma la buona tenuta del settore alimentare che consolida i livelli produttivi del periodo
pre-crisi.
Data:
16/02/2011
Titolo:
I prodotti freschi "volano" all'estero, più 21,3% nel 2010
I PRODOTTI FRESCHI VOLANO ALL’ESTERO (+ 21,3% NEL 2010)
Nel 2010 le esportazioni dei prodotti agricoli freschi hanno registrato un aumento “boom” del
21,3 per cento a livello tendenziale, mentre l’export dei trasformati alimentari ha segnato
quota più 10,8 per cento.
In particolare, il segmento dei prodotti freschi è cresciuto eccezionalmente nell’ultimo mese
dell’anno, addirittura del 26,7 per cento. Quello dei trasformati del 19,3 per cento.
Ciò significa che non solo il futuro dell'agroalimentare italiano è sempre più legato all'export,
ma che l’export è diventata una strada obbligata anche per molte imprese agricole.
La vendita diretta esercitata nei farmer's market ha la caratteristica di realizzare un rapporto
diretto fra produttori e consumatori, singoli o associati. Essa determina l’accorciamento della
filiera attraverso l’eliminazione o riduzione del numero degli intermediari commerciali e dei
tragitti di percorrenza dei beni, la cui distribuzione finale avviene nella stessa area di
produzione, ma appare poco adeguata in tutte le situazioni in cui prevalgono le dimensioni
d’impresa medio grandi e si creano economie di scala di tipo economico, quando l’offerta
aziendale è specializzata e costituisce una consistente massa critica di prodotto che può
trovare maggiore facilità di sbocco in un mercato nazionale o internazionale, piuttosto che in
un mercato locale.
Molte imprese agricole, soprattutto in questo momento di stagnazione dei consumi
interni, hanno estrema necessità di allargare gli orizzonti per cogliere le opportunità offerte
dai mercati esteri. Se la redditività dell’impresa è l’obiettivo, la lunghezza o meno della filiera
ne è solo lo strumento rispetto al quale ogni imprenditore non ha che da scegliere,
liberamente. Ognuno faccia i suoi conti e decida. Quello che va evitato è un dibattito
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
108
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
ideologico che offusca qualsiasi ragionamento obiettivo sull'argomento.
Data:
15/02/2011
Titolo:
Rinvio di sei mesi del pagamento delle multe per le quote latte. Una vergogna.
LE COMMISSIONI DEL SENATO APPROVANO IL RINVIO DI SEI MESI DEL PAGAMENTO DELLE MULTE.
UNA ENNESIMA GROTTESCA SCENEGGIATA
Via libera delle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali all’emendamento della Lega (primo
firmatario Gianpaolo Vallardi) al decreto Milleproroghe, che sposta di sei mesi il pagamento delle multe
relative alle quote latte. Il pagamento attualmente previsto dai piani di rateizzazione entro il 31
dicembre scorso viene differito al 30 giugno 2011. L’onere per l’anno in corso, valutato in 30 milioni di
euro, viene coperto attraverso una ”riduzione proporzionale in maniera lineare fino al 3% di tutte le
dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa". Si prepara di fatto il condono tombale
per chi non ha mai pagato.
Fatto ancor più grave è che, contemporaneamente all'emendamento sulle quote latte, le Commissioni
congiunte non hanno accolto altri importanti emendamenti di interesse agricolo sull’attività delle
associazioni degli allevatori, sul gasolio e sul comparto bieticolo-saccarifero.
La nuova proroga del pagamento delle multe relative alle quote latte è una grottesca sceneggiata, un
affronto a tutti quei produttori che, convinti di vivere in uno Stato di diritto, hanno sempre rispettato le
regole ed un'ennesima violazione dei ripetuti impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di
imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte.
Bruxelles ha già detto che l'emendamento viola la normativa UE, ma i membri del nostro Parlamento
ignorano o fingono ignorare che gli Stati membri non possono applicare una norma nazionale contraria al
diritto europeo. Esiste infatti il principio del primato che sancisce il valore superiore del diritto europeo
rispetto ai diritti nazionali degli Stati membri. Tale principio vale nei confronti di qualsiasi atto normativo
nazionale di qualsiasi natura (legge, regolamento, decreto, ordinanza, circolare, ecc.) che sia stato
emesso dal potere esecutivo o legislativo dello Stato membro.
Con quale autorevolezza il nostro Governo potrà presentarsi in sede comunitaria per difendere la legge
nazionale sull’etichettatura - che rende obbligatoria l’indicazione d’origine sui prodotti alimentari- se
l’Italia darà un’altra lampante dimostrazione di non tenere in alcun conto gli inviti al rispetto delle
normative comunitarie?
ROBERTO ERCOLE - Presidente Cia Piemonte
Data:
Titolo:
14/02/2011
I farmer's market fatturano lo 0,6% della plv nazionale
I FARMER’S MARKET SONO LUOGHI DI INCONTRO FRA CONSUMATORI E PRODUTTORI, OFFRONO UN UTILE
CONTRIBUTO ALLA VENDITA, MA FATTURANO SOLO LO 0,6% DELLA PLV
I farmer’s market, secondo la Coldiretti, sono “la spesa che batte la crisi”. Propaganda o verita?
La vendita diretta nelle sue varie declinazioni (in azienda, nei farmer's market, negli spacci aziendali,
tramite i gruppi di acquisto solidale ecc.ecc.) è sicuramente una realtà interessante. E' un'opportunità
economica in più per le aziende agricole e consente soprattutto alle piccole e medie aziende,
specialmente a quelle che si trovano in zone montane, collinari e periurbane, di integrare il proprio
reddito. Come Cia, d'altra parte, abbiamo promosso il progetto 'La spesa in campagna' proprio per dare
agli agricoltori uno strumento in più.
La vendita diretta esercitata nei farmer's market è quella che più colpisce l'immaginario collettivo. I
farmer's market sono luoghi di incontro e scambio diretto fra i produttori agricoli di piccola scala e
consumatori, svolgono un’importante azione formativa e divulgativa dell’attività agricola ed offrono un
utile contributo alla vendita, ma contribuiscono in maniera marginale alle esigenze di crescita del
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
109
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
settore agricolo.
I 320 milioni di euro di fatturato complessivo realizzati nel 2010 dai 16mila imprenditori agricoli
impegnati nei farmer’s market (cifra fornita dal dossier sul fenomeno dei ‘Farmers Market in Italia’
presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica) rappresentano circa lo
0,6% della plv agricola nazionale.
Negli Stati Uniti, Paese in cui sono nati ed hanno raggiunto il massimo sviluppo, i farmer's market sono
circa 4.500 e rappresentano più o meno il 3% della plv. Oltre tale percentuale di plv, secondo gli studiosi
del fenomeno, non è possibile andare.
C'è un eccesso di retorica propagandistica sul ruolo che i farmer's market possono effettivamente
svolgere. Tutte le iniziative per ridurre la filiera di distribuzione dei prodotti sono encomiabili, ma
un’economia agricola moderna basata sulla filiera corta non potrebbe sopravvivere.
Il vero nodo da sciogliere per l’agricoltura italiana è il rapporto con l’industria di trasformazione e la
grande distribuzione che rimangono lo sbocco necessario per la stragrande parte della produzione
agricola. L'obbiettivo principale dei produttori deve essere quello di organizzarsi per disporre di una
maggior forza contrattuale nei confronti degli altri attori delle filiere agroalimentari onde ottenere una
più equa ridistribuzione del valore.
Il futuro dell'agroalimentare italiano, inoltre, appare sempre più legato all'export, che è diventata la
strada obbligata anche per molte imprese agricole. Il mercato interno è ormai stagnante e le
imprese devono necessariamente allargare gli orizzonti, per cogliere le opportunità offerte dai nuovi
mercati emergenti e più dinamici.
Nel 2010 il valore complessivo delle esportazioni di prodotti agroalimentari ha raggiunto l’importo
record di 27 miliardi di euro, con un più 11% rispetto al 2009, raccogliendo anche il plauso della
Coldiretti. La filosofia del cibo a km zero evidentemente non vale per gli Americani o i Cinesi.
Le esportazioni di vino nel mondo, ad esempio, sono aumentate nel 2010 del 9%, confermandosi la voce
più importante dell’export agroalimentare. Il 60% del vino piemontese va all'estero.
Se una delle più probabili uscite dalla crisi per il nostro sistema agroailmentare è quella che conduce
verso il mercato globale, la contrapposizione tra filiera corta e filiera lunga non ha alcuna ragion
d’essere. I due circuiti di sbocco devono coesistere. Se la redditività dell’impresa è l’obiettivo, la
lunghezza o meno della filiera ne è solo lo strumento rispetto al quale ogni imprenditore non ha che da
scegliere, liberamente. Ognuno faccia i suoi conti e decida. Quello che va evitato è un dibattito
ideologico che offusca qualsiasi ragionamento obiettivo. Molto più utile battersi perchè vengano
garantiti alle imprese agricole adeguati sostegni per investire in innovazione e qualità, determinanti per
rispondere alle sfide del mercato globale.
Data:
Titolo:
14/02/2011
Successo per la partecipazione di Asproflor a Florexpo
SUCCESSO PER LA PARTECIPAZIONE DI ASPROFLOR E COMUNI FIORITI A FLOREXPO:
“CI SIAMO PRESENTATI CON I NOSTRI NUOVI OBIETTIVI”
“Tanti visitatori, ma soprattutto tanta voglia di conoscerci meglio, non solo per il concorso Comuni
Fioriti al quale, oggettivamente, dobbiamo la nostra maggiore notorietà”.
Così il presidente Renzo Marconi parla della partecipazione di Asproflor a Florexpo (conclusasi nei giorni
scorsi a Roma), tracciando un bilancio positivo per il successo riscosso dallo stand istituzionale
dell’Associazione Produttori Florovivaisti italiani (Asproflor).
“Asproflor è una realtà allo stesso tempo nuova e consolidata nel panorama florovivaistico italiano.
Nuova perché solo da quattro anni promuove il circuito nazionale dei Comuni Fioriti, con il successo che
tutti sanno. Consolidata poiché ha alle spalle trent’anni di “storia” piemontese, territorio dove si sono
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
110
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
costruite esperienze e dove per diversi anni sono state sperimentate tutte le iniziative poi cresciute in
ambito nazionale ed europeo. Ora intendiamo dare più ampio respiro sia all’associazione che ai suoi
associati”.
A Florexpo si è dunque presentata la “nuova” Asproflor, ora aperta all’adesione di un pubblico più
numeroso di floricoltori ed esperti del settore che possono richiedere l’iscrizione da tutta Italia.
In tanti si sono avvicinati allo stand Asproflor e hanno avuto modo di parlare con i rappresentanti
delegati per essere presenti all’iniziativa capitolina e, in particolare, con il vicepresidente Livio
Piumatto e il componente del consiglio Luigi Ratti.
La sezione piemontese di Asproflor (ad oggi, ovviamente, la più numerosa) ha presentato a Florexpo
anche il primo Manifesto delle produzioni floricole piemontesi ed un vademecum che descrive le
specializzazioni produttive delle aziende associate. “Il Piemonte occupa un ruolo importante nel
comparto floricolo nazionale – dicono i responsabili – basti pensare alle specialità produttive delle
province di Cuneo, Verbania, Biella e della stessa Torino, il cui territorio provinciale comprende oltre
260 imprese iscritte alla Camera di Commercio (il 34% del territorio regionale)”.
Marconi si è detto soddisfatto “anche per lo straordinario successo di pubblico di Florexpo, iniziativa
alla quale abbiamo volentieri partecipato anche con il nostro patrocinio. Sono manifestazioni utili a
promuovere e valorizzare il ruolo della floricoltura italiana, uno dei fiori all’occhiello utili al turismo e
all’economia agricola”.
La presenza di Asproflor a Florexpo è stata anche l’occasione per annunciare in anteprima il concorso
Comuni Fioriti 2011, attualmente in fase di organizzazione, e le novità che la vedono protagonista in
ambito europeo: è confermata anche per quest’anno, infatti, la partecipazione di due Comuni Fioriti
italiani (selezionati da Asproflor) alla prestigiosa competizione internazionale Entente Florale, alla quale
concorrono i paesi e le città in rappresentanza di 11 Stati europei: per l’Italia sono stati designati –
sempre nell’ambito di “Comuni Fioriti” la città di Grado (Gorizia, Friuli Venezia Giulia) e il villaggio di
Transacqua (Trento, Trentino Alto Adige). Le visite della giuria internazionale sono programmate
rispettivamente per il 5 e il 6 luglio 2011.
Data:
Titolo:
10/02/2011
Asproflor, trent'anni al servizio delle imprese florovivaistiche
TRENT’ANNI AL SERVIZIO DELLE IMPRESE FLOROVIVAISTICHE. INTERVISTA AL VICE PRESIDENTE SERGIO
FERRARO
Il 28 dicembre scorso Asproflor Piemonte ha celebrato la sua assemblea di chiusura ciclo
trentennale,facendo un punto fermo dal quale ripartire. E’ stata infatti celebrata la vecchia Asproflor
Piemonte, e contemporaneamente alla presenza di 40 aziende floricole piemontesi è stato votato il
nuovo statuto che sancise una continuità di operatività nel rinnovamento sostanziale e formale della
nuova associazione di produttori.
A rispondere alle nostre domande è Sergio Ferraro, vicepresidente Asproflor (nella foto).
Ferraro, quali sono le più importanti novità?
- Innanzitutto la modifica del nome, si chiamerà soltanto più Asproflor, poi il cambio di sede e di
segreteria che sarà a Chivasso (To) ed infine la cosa più importante è che è stato tagliato il cordone
ombelicale con l’organizzazione di categoria di riferimento che storicamente è stata la Coldiretti. Da
oggi in avanti quindi Asproflor ha l’importante obiettivo di essere un’associazione trasversale a
disposizione di tutti i florovivaisti indipendentemente dalla loro appartenenza sindacale.
Che senso ha oggi appartenere ad un’associazione di categoria?
- Io credo che sia fondamentale oggi in Piemonte unire il mondo del florovivaismo, innanzitutto per
poterci contare, per poter essere una lobbi positiva, in grado di incidere sull’opinione pubblica, sulle
istituzioni ed addirittura sulle associazioni di categoria che dovrebbero rappresentare il florovivaismo
nelle sedi politiche ma che purtroppo molto spesso se ne dimenticano. Il florovivaismo è infatti un
settore, che nonostante investa forti capitali in strutture e risorse umane per la produzione in Piemonte
e non delocalizzando non e’ minimamente considerato a livello politico. I maggiori problemi che
soffocano le nostre aziende sono: costi di produzione energetici, (gasolio e pasticcio accisa agevolata),
difficoltà di cassa con pagamenti sempre più lunghi, difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti,
enormi problemi della commercializzazione dei nostri prodotti, scarsa omogeneità dei regolamenti
comunali, per la costruzione di serre per la vendita diretta, (garden), mancanza di ammortizzatori sociali
per i nostri dipendenti,(non esiste cassa integrazione per le aziende florovivaistiche in difficoltà);
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
111
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
promozione per il consumo di fiori e piante assolutamente assente e potrei continuare…
Quindi perché associarsi ad Asproflor?
- Perchè è importante mettere insieme tutte le forze, tutte le idee e tutte le varie appartenenze
sindacali, perché i nostri problemi sono trasversali e non sicuramente ideologici. Dobbiamo essere di
stimolo affinché le organizzazioni sindacali capiscano che all’alba del terzo millennio non è più possibile
avere tre soggetti che dovrebbero occuparsi degli stessi problemi per le stesse aziende. Il grande
obiettivo che si pone Asproflor è quello di fare sintesi e vero momento aggregativo tra tutte le aziende
florovivaistiche che credono in questo processo. L’invito che rivolgo a tutti infine è quello di contattare
l’associazione per aderire ed apportare il proprio contributo.
Data:
08/02/2011
Titolo:
Terremoto alla Lagnasco Frutta, si dimette il Direttore
TERREMOTO ALLA LAGNASCO FRUTTA. IL DIRETTORE DA LE DIMISSIONI
Il braccio di ferro tra i soci (circa 300) della Lagnasco Frutta, i dirigenti ed il Consiglio
d’Amministrazione, emerso in maniera clamorosa nel mese di gennaio con la richiesta da parte di un
nutrito gruppo di soci della convocazione di un'assemblea straordinaria, si è concluso con le dimissioni
del direttore Gianmatteo Baralis. Il presidente Mauro Mellano invece resterà in carica fino a giugno in
attesa delle decisioni dei soci.
All'origine del patatrac la bassa remunerazione delle pesche della campagna 2010, nettamente inferiore
rispetto alla media del comparto.
“Vogliamo ricostruire – hanno dichiarato alcuni soci - un gruppo di dirigenti che risollevi la situazione
perché è il terzo anno che non ci danno neppure il minimo per sopravvivere. Ci hanno sempre zittiti
dopo ogni lamentela, ma ora tutti i nodi sono venuti al pettine. Così non si può più andare avanti”.
Tra le conseguenze della situazione creatasi nel tempo anche l’abbandono di alcuni soci e il probabile
ritiro di altri.
La Lagnasco Frutta ha un fatturato di circa 35 milioni di euro di fatturato ed una produzione di circa 65
mila tonnellate di frutta (prevalentemente pesche, kiwi e mele).
Data:
06/02/2011
Titolo:
Il 2011 è iniziato nel segno della speranza grazie all'export
EVVIVA IL CONSUMO A KM ZERO, MA IL 2011 E’ INZIATO NEL SEGNO DELLA SPERANZA GRAZIE ALL’EXPORT
Il consumo di vino sta crollando nei Paesi produttori. Emblematico è il caso della Spagna, dove, a fronte
dei 17 litri pro-capite previsti dagli analisti, nel 2010 non si è andati oltre i 9,5 litri. Ma il trend è lo
stesso in tutti i Paesi produttori, come Francia e Italia. Il fenomeno è iniziato negli anni ’80. Le varie
crisi economiche hanno poi contribuito alla rimodulazione della spesa dei consumatori. Sono cambiate
le abitudini. Oggi c’è maggiore attenzione e moderazione.
Il comparto vitivinicolo regge grazie all'export.
Il vino italiano ha registrato nel 2010 un “boom” delle esportazioni, con un incremento del 10% sull’anno
precedente ed un fatturato sui mercati globali stimato oltre i 3,5 miliardi di euro. Il Piemonte ha dato il
suo contributo al "boom" esportando circa il 60% della sua produzione. Per i vitivinicoltori si è trattato di
una decisa “boccata d’ossigeno”.
Gli Stati Uniti sono ancora il primo mercato di sbocco del nostro vino, tanto che il 33% del vino importato
negli Usa “parla” ormai italiano. Ma l’export è aumentato notevolmente anche verso Paesi come la Cina
e la Russia a dimostrazione del fatto che la geografia delle esportazioni sta lentamente cambiando.
Nel 2010 sono cresciute, con percentuali a due cifre, anche le esportazioni degli ortofrutticoli, dei
formaggi e dei latticini e dell'olio di oliva.
Positive sono state soprattutto le performance dei prodotti a denominazione di origine come il
Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che hanno messo a segno un aumento record di oltre il 20% sui
mercati mondiali con una rilevante effetto traino per l'intero settore.
Il futuro dell’agroalimentare italiano appare insomma sempre più legato alla sua vocazione
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
112
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
internazionale, che è diventata la strada obbligata per tutte le imprese. Il mercato globale è ormai una
realtà fondamentale per la vita di ogni azienda agricola.
La contrapposizione tra filiera corta e filiera lunga non ha alcuna ragion d’essere. Ci sono molte
situazioni nelle quali questi due circuiti di sbocco devono coesistere. Le imprese agricole si possono
avvantaggiare, a seconda delle circostanze, delle opportunità offerte da ciascuna di esse o da entrambe.
Data:
Titolo:
04/02/2011
UE: inopportuna la legge italiana sull'etichettatura
LETTERA DI BRUXELLES A GALAN: LA LEGGE ITALIANA SULL’ETICHETTATURA E’ INOPPORTUNA E
COMPLICA I NEGOZIATI IN CORSO SUL PACCHETTO QUALITA'
Due commissari europei, quello alla Salute e Consumatori John Dalli e quello all'Agricoltura
Dacian Ciolos, hanno preso carta e penna per scrivere all'Italia che la recente normativa sull'
etichettatura delle carni suine “è inopportuna” e anzi “aggiunge complessità e tensione ai negoziati che
stanno per aprirsi su questa materia”. Il "grande successo" vantato del Parlamento e dal governo italiano
insomma è completamente fuori linea rispetto alle politiche europee e con ogni probabilità è contrario
al diritto comunitario. La stessa cosa l'aveva spiegata subito dopo l'approvazione della legge Paolo De
Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo. La lettera è stata inviata a
Giancarlo Galan, ministro italiano dell'Agricoltura, il 25 gennaio scorso.
Dalli e Ciolos ricordano che già un anno fa da Roma era stata notificata a Bruxelles l'intenzione di
legiferare in materia di etichettatura di tutti i cibi e che la Commissione aveva risposto chiedendo di
“rinviare l'adozione delle misure per 12 mesi, cioè fino al 21 gennaio 2011”, dato che sulla materia
stanno già lavorando Commissione, Parlamento e Consiglio. Dall'Italia non si è prestato ascolto a questa
richiesta e si è andati avanti lo stesso, nonostante che la materia sia di competenza dell' Unione e non
dei singoli Stati. Dalli e Ciolos si sentono in dovere di sottolineare che “come certamente saprà (si
rivolgono a Galan) la discussione in materia sta procedendo ed evidenziamo che il Parlamento europeo il
16 giugno 2010 in prima lettura approvò l'etichettatura per tutte le carni... anche quando sono
ingredienti di cibi lavorati”. Non solo il Parlamento, ma anche il Consiglio dei ministri delle Salute “il 7
dicembre scorso approvò una intesa politica per l'etichettatura d'origine obbligatoria delle carni suine
(fresche, ndr) e ha chiesto alla Commissione di esaminarne le possibilità di estensione anche agli
ingredienti”. Il lavoro è andato avanti e il prossimo 14 febbraio il Consiglio “adotterà formalmente una
posizione comune in prima lettura”. I due ammettono, invero, che essendo questa solo una prima lettura
“non è possibile ora anticipare quale sarà l'esito del dibattito”. Ricordano però che la questione
dell'etichettatura fa parte anche del “Pacchetto Qualità” che la Commissione sta varando proprio per
“mettere a punto una coerente politica della qualità dei prodotti agricoli, che punta ad aiutare i
produttori a comunicare meglio qualità, caratteristiche e attributi dei prodotti, per assicurare una
appropriata informazione dei consumatori”.
L'Ue rivendica di “aver dimostrato di fare tutto il necessario per rispondere alle aspettative
sull'etichettatura d'origine come chiesto da Stati membri e parti interessate”. Quindi “l'adozione di una
legislazione nazionale, a questo punto, è inopportuna e aggiungerà maggiori complicazioni nei negoziati
in questa controversa materia”. Infine Dalli e Ciolos chiedono a Galan di “inviare alla Commissione il
testo della legislazione adottata al fine di poterne fare una valutazione completa”.
“La lettera è molto cortese - spiega De Castro -. I due commissari non hanno voluto infierire, ma non
potevamo non aspettarci una presa di posizione”. Secondo l'esponente del Pd “al massimo la legge
italiana potrà essere considerata come un incentivo a procedere, una forma di pressione per il Consiglio
del 14 febbraio”. C'è però, in De Castro, un misto di rammarico e soddisfazione. Il primo perché il
Parlamento europeo su questa cosa aveva lavorato “con un testo proposto da tutta la delegazione
italiana, ma in Italia non ci si è badato”; qualche motivo di orgoglio invece lo trova nel fatto che “viene
chiarito che la legge italiana è stata approvata mesi dopo che l'Europarlamento aveva già votato in prima
lettura”. Il problema è che i ministri della Salute hanno accolto solo la parte che riguarda l'etichettatura
del fresco e non delle carni trasformate. In Italia però non si è badato né al voto del Parlamento del 16
giugno né a quello dei ministri di dicembre, e ci si è concentrati su una sorta di "norma bandiera", in
pratica inutilizzabile. Il 4 febbraio c'è una seconda chance “dunque - conclude De Castro - dico al
ministro Fazio di assumersi un impegno forte per quella data a spingere i suoi colleghi ad accogliere
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
113
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
tutta intera la proposta del Parlamento".
FONTE “IL RIFORMISTA”
Data:
02/02/2011
Titolo:
Vigneti, forse la UE proroga il blocco degli impianti
.
IMPANTI VIGNETI, LA UE FORSE PROROGA IL BLOCCO, MA STOP AGLI AIUTI AI MOSTI
“C’è margine di apertura politica presso la Commissione Europea per riaprire nell’Ocm il capitolo dei
diritti di impianto dei vigneti, ma non per quello degli aiuti ai mosti, i cui aiuti cesseranno il 1 agosto del
2012 senza nessuna possibilità di proroga”. Lo ha affermato il capo dipartimento del ministero delle
Politiche agricole, Mario Catania.
Il 31 dicembre 2015 scatta infatti la soppressione del principio in base al quale oggi possano essere
impiantati nuovi vigneti solo se supportati da diritti di impianto in mano al viticoltore o per particolari
esigenze di mercato. Una prospettiva che preoccupa fortemente molti produttori italiani. C’è infatti il
rischio di una crescita eccessiva delle superfici e una caduta del valore dei miglioramenti fondiari.
Secondo Catania c’è la possibilità di una proroga del blocco degli impianti, a condizioni però ancora da
definire.
Data:
01/02/2011
Titolo:
Prezzi agricoli aumentati nel 2010 del 3,7%
.
PREZZI AGRICOLI AUMENTATI DEL 3,7% NEL 2010: IN CRESCITA LATTE, DERIVATI DEL LATTE E CEREALI, IN
CALO ORTAGGI E BESTIAME VIVO
Nel 2010 i prezzi agricoli hanno registrato un aumento del 3,7%. È quanto rileva l'Ismea sulla base
dell'indice dei prezzi all'origine che si è attestato, nell'anno appena trascorso, su un valore medio di
112,9 (base 2000=100), tra i più elevati nel decennio, dopo il 114 del 2007 e il picco di 123 raggiunto nel
2008.
Il bilancio positivo che il 2010 ha riservato ai mercati agricoli - spiega l'Istituto - è da ricondurre
prevalentemente alla dinamica sostenuta dei prezzi dell'ultimo trimestre, con il solo mese di dicembre
che fatto segnare un incremento dell'indice del 16,4% su base annua e del 6,5% mensile.
Cereali e lattiero caseari sono i settori che hanno mostrato l'anno scorso le maggiori tensioni. I primi, in
particolare, hanno spuntato in media un aumento del 10,2% rispetto al 2009. Una tendenza determinata
dalla rivalutazione dei prezzi del frumento tenero (+21,8%), del granturco (+28,6%) e dell'orzo (+25,4%).
Per il grano duro, al contrario, nonostante i forti recuperi della seconda parte dell'anno, l'indice si è
mantenuto mediamente su livelli inferiori rispetto a un anno fa (- 9,8%). Negativo anche il dato dei
risoni,
con
le
quotazioni
scese
del
23,5%
sul
2009.
Per latte e derivati, che complessivamente hanno potuto beneficiare di una rivalutazione del 10%,
spiccano le variazioni positive del burro (+30,7%) e dei formaggi, grazie soprattutto alle spinte del
Parmigiano Reggiano (+25,2%) e del Grana Padano ( +14,9%). L'annata ha chiuso invece con il segno meno
per il Pecorino Romano, con il prezzo medio che ha accusato una flessione del 7,5% rispetto al 2009.
Riguardo agli altri comparti, le rilevazioni Ismea indicano aumenti medi annuali meno accentuati per
tabacchi (+3,7%) e oli di oliva (+1,7%) a fronte di riduzioni per ortaggi (-1,2%) e colture industriali (3,2%), nonostante il recupero dell'1,6% della soia. I prezzi della frutta e dei vini sono apparsi, invece,
mediamente
allineati
ai
livelli
2009.
Relativamente al bestiame vivo, che nel complesso ha accusato una caduta dei prezzi dello 0,9% rispetto
al 2009, si rilevano aumenti contenuti per ovi-caprini (+1,8%), uova (+0,3%) e suini (+0,2%). Il più
penalizzato, invece, tra i comparti zootecnici è stato quello degli avicunicoli, con il pollame in
particolare che ha ceduto in media il 2,1% e i conigli in calo del 4,5%. Debole anche il mercato dei bovini
, che ha chiuso i 12 mesi con una flessione delle quotazioni dello 0,9%.
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
114
RASSEGNA STAMPA – Filiere e sistema agroalimentare del Piemonte
Febbraio 2011
Data:
01/02/2011
Titolo:
Raggiunta l'intesa per le modifiche al disciplinare dell'Asti docg
.
INTESA RAGGIUNTA PER LE MODIFICHE DEL DISCIPLINARE: STRALCIATO L’INGRESSO DEL COMUNE DI ASTI E
MANTENUTO IL TETTO MASSIMO DELLE RESE
Nella giornata di sabato 29 gennaio, presso la sede del Consorzio dell’Asti in località Isola d'Asti, si è
tenuta la seduta decisiva della commissione paritetica Moscato in cui i diversi attori in gioco si sono
accordati sulle modifiche da apportare al disciplinare di produzione dell’Asti e da inoltrare a Roma per
affrontare l’esame del Comitato nazionale vini.
L’intesa prevede di stralciare l’inserimento del territorio del Comune di Asti nella zona di produzione
del denominazione dell'Asti docg. Ogni decisione in proposito sarà eventualmente presa seguendo un iter
procedurale a parte. La Regione si è impegnata ad attivarsi il più presto.
Sulle rese è stato mantenuto il tetto massimo di produzione a 12 tonnellate ad ettaro (10 t/ha di resa + il
20%) consentendo comunque alla commissione paritetica, qualora se ne verificassero le condizioni di
mercato, di valutare un ulteriore aumento, fermo restando il limite già precedentemente
indicato. Comepetente a decidere sarà esclusivamente la filiera.
Sui passaggi da una tipologia ad un’altra, si permette quello da Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a
Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica stessa. Infine sono state precisate le
modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte agricola.
L’Assessore Sacchetto ha espresso la sua soddisfazione anche per il modo con cui l’accordo è stato
raggiunto: “Il desiderio più grande, per quel che mi riguarda – ha dichiarato Sacchetto – è che lo spirito
costruttivo respiratosi in questi giorni, che ha permesso di raggiungere un accordo fondamentale per il
Moscato, possa stimolare tutti gli attori della filiera a smorzare le polemiche che negli ultimi mesi hanno
avvelenato i rapporti tra le parti e sicuramente generato pubblicità negativa al Moscato. Con il comparto
unito e con l’addolcimento delle posizioni più distanti, si potrà garantire un futuro sereno al mondo del
Moscato”
I.rur Innovazione rurale – www.irur.it
via del carmine 10 10122 torino – tel. +39 011 5217965 fax + 39 011 4358520 e-mail: [email protected]
115