il Bonfa - G. Bonfantini

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il Bonfa - G. Bonfantini
giornalino d’informazione scolastica
dell’ISTITUTO TECNICO AGRARIO
“GIUSEPPE BONFANTINI” di Novara
numero 7 – anno 1
MAGGIO 2010
il profumo
di R o m a
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Il pullman scalda le sue ruote lungo l’Aurelia, manca poco finalmente. Comincia
come un incontro casuale: un appuntamento con la Cappella Sistina, un flirt con la
scalinata di Trinità dei Monti, una rovente amatriciana… e d’improvviso non si
riesce a smettere di pensare a quel panorama, a quel mare di cupole sotto il
belvedere e a quelle languide notti seduti in una piazzetta dai toni offuscati. Roma
conquista. Entra sotto la pelle come la voce di un giovane studente che nel
silenzio del pullman, davanti al maestoso Colosseo, chiede alla guida: “Dove abita
er Pupone?!”. L’arrivo a Roma è sempre traumatico per chi non è mai stato in una
metropoli tutta traffico, urli e schiamazzi, mai poi il profumo di antico che si
mescola con l'odore acre dello smog, si fonde in un tutt'uno che genera l’incanto
e da spazio all’immaginazione. Nella caput mundi tutto è possibile, nelle pietre
sono scolpite le vite, le storie e le leggende di Giulio Cesare, di San Pietro e di
Anita Ekberg. Ma Roma è ben lungi dall’essere una rovina senza vita. Qui il
passato e il presente si fondono con un effetto intossicante: colonne di un tempio
antico si ergono accanto a una fermata dell’autobus, un antico circo per la corsa
delle bighe ospita noti concerti rock, tra un caffè e una fontana barocca esiste un
entusiasmante cocktail da nuovo millennio di arte di strada e quartieri multietnici.
Per un istante si cammina sulle orme del valoroso Cesare e, qualche passo più in
la, ci si muove a ritmo seguendo il suono coinvolgente di un gruppo di artisti di
strada. Siamo a Roma, in visita d’istruzione. Quasi novanta giovani adolescenti
accompagnati dai loro insegnanti, pronti a scontrarsi con un’aria nuova, l’aria
della città eterna. Un programma invidiabile e molto ricco, una guida spassosa e
ben preparata, un hotel ampio e immerso nel verde con qualche guasto qua e la
che fa un po’ da bandiera a questa metropoli. Non tutto qui è perfetto. Un traffico
anarchico e un alto livello di smog ridimensionano la definizione di città eterna e,
nonostante le tempistiche per gli spostamenti e le visite siano molto serrate, c’è
tutto il tempo di “respirare” Roma. La maestà del cupolone s’impone sugli sguardi
di tutti noi ma quello che veramente colpisce è l'Anfiteatro Flavio, teatro di
migliaia di duelli tra valorosi gladiatori. Perso nell'immensità di quell'opera,
ciascuno cerca di immedesimarsi in quelle storie lette e studiate a scuola,
ritrovandosi a scrutare nell’immaginario i visi appesantiti dalla fatica del
combattimento e quelli leggeri di chi si divertiva e rideva. E poi anche a Porta
Portese, famoso mercatino tanto decantato da una nota canzone di Claudio
Baglioni, ad immaginar il cuor del giovane soldato che proprio lì scopre di essere
”cornuto”. Roma, una città che ti rimane dentro il cuore, con le sue bellezze e le
sue contraddizioni. Il cui profumo ti rimane sotto le narici per tutta la vita. Non lo
si può scordare perché non è tipico di nessuna città. In ogni angolo c’è un piccolo
mercatino caratteristico ma non c’è tempo e nessuno sa cosa portare a casa. Sui
banchi rimangono il classico souvenir e l’immagine di San Pietro ma una cosa
molto più preziosa riparte con noi stanchi ma entusiasti: il profumo di Roma.
Gu. Ro.
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“PER ME SI VA NE LA CITTA’ DOLENTE, PER ME SI VA NE L’ETERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA
GENTE. GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE: FECEMI LA DIVINA POTESTATE, LA SOMMA SAPIENZA E ‘L
PRIMO AMORE. DINANZI A ME NON FUR COSE CREATE SE NON ETERNE, E IO ETERNA DURO.
LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH’ENTRATE.”
L
a citazione del terzo Canto infernale faceva da premessa al mio primo ingresso in questa quinta. Una
classe sconosciuta, seppur qualcuno di loro era stato aggiunto alla cieca tra gli “amici” di Facebook,
ma niente di più. Non conoscevo i loro nomi, il loro passato, le loro difficoltà. Nove ore a
settimana nell’aula più distante dal “fulcro presidenziale” dell’Istituto, metà delle ore a scuola trascorse tra
diciannove baldi giovani: è questo l’orario ricevuto dal primo mese dell’anno scolastico in corso al Bonfa, è
questa la quinta A. Ebbene sì, ho deciso di scrivere di “voi”, perché per una volta non vorrei parlare e
straparlare del vostro “rendimento scolastico” (che resta sempre molto importante) ma di ciò che un
groviglio di esperienze umane lascia intriso nelle mura di un’aula e nell’animo di uno che sta imparando il
suo bel lavoro. Non posso fare nomi, non posso scrivere proprio tutto ma posso, per una volta, esulare dai
profili studenteschi per parlare degli occupanti di diciannove banchi e diciannove sedie di un’aula che, una
dozzina di anni fa, ha assorbito anche le mie ansie e le mie preoccupazioni di maturando.
E
ntrare dalla porta di una “nuova” classe è sempre un insieme di emozioni e di preoccupazioni per un
professorino giovane e inesperto, ma entrare in questa quinta è diverso. La battuta sempre pronta è
inversamente proporzionale alla voglia di studiare ma mette subito a proprio agio. Il sorriso del
gigante buono e la timidezza della compagna avanti qualche banco, sono il mio primo ricordo. Mi sembra
già di conoscerli, mi fanno sentire uno di casa anche se, leggendo il curriculum della classe, questa famiglia,
negli anni, ha avuto qualche serio
problemino. Diversi abbandoni, diverse
perdite, tanti volti che si sono
alternati dietro alla cattedra, tante
vicissitudini positive ma anche difficoltose.
Tra loro solo una vecchia conoscenza: quel
ragazzone che dei propri sogni fa una
missione e non fa mistero di voler essere
un “buon amico”, un distributore
automatico di parole (tante e a volte
troppe!, ndr) e battute. Accanto a lui
siedono due anime più pacate anche se
molto diverse tra loro: l’uno amante della
politica e capace di agire concretamente
anche nell’istituzione scolastica e l’altro
taciturno, sognante e allo stesso tempo
esilarante nelle “stoccate” alle compagne
e dal portamento che ricorda Sid, il bradipo dell’ “Era Glaciale”. Mentre le loro teste sono chinate su quesiti
estimativi e sulle domande della verifica di ecologia, li osservo. C’è chi non è più giovanissimo, ma per
qualche incidente di percorso si ritrova ancora dietro un banco di scuola, senza troppa voglia ma composto
e sempre rispettoso accanto a colui che insegue i propri ideali e un cuore sempre travagliato, con un
cellulare nascosto dietro il banco e il pensiero rivolto incessantemente verso l’universo femminile. In ogni
verifica che si rispetti, come prima di un temporale estivo, si formano nuvoloni grigi e veloci che sembrano
riempire l’aula lunga e non sempre luminosa per via dell’uso spropositato di “veneziane muranti”. La
situazione meteorologica della classe è evidente negli occhi di lei che, al primo banco, dopo qualche istante
di panico, parte a razzo e scrive tutto ciò che l’insicurezza aveva bloccato fino a qualche istante prima, nella
penna estratta dall’astuccio dei miracoli. Dietro a un paio d’occhiali si nascondono in due: l’uno è
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l’immagine dell’irriverenza, a primo impatto timido e riservato ma sempre pronto alla battuta e con un
sorriso marpione, l’altro quella del “ragazzo all’antica” che con il fidato amico hacker alle spalle è sempre
pronto a caricarsi degli impegni della classe. Ogni classe ha poi un suo odore, più raramente un suo
profumo. Quando mi capita di fare supplenze, soprattutto nelle classi del Biennio, l’odore degli ormoni fa
da padrone e preferisco battere un po’ i denti, aprendo le finestre, piuttosto che indossare una di quelle
maschere antigas. Ma anche in questo c’è lo specialista… colui che crea il vuoto quando è in stato di
agitazione ma con il suo sguardo fisso, verso un punto ancora non definito, mi stupisce continuamente per
quanto la sua immagine bistrattata contrasti nettamente con una testina niente male. Il quarto dei ceranesi
è un mediatore nato che sopporta le esalazioni dell’amico e anche la voce squillante di colei che
destabilizza la barriera del suono della classe con le sue corde vocali full-optional con megafono incluso nel
prezzo! E quando le battute tra le tre amiche incalzano, il rischio è quello di sentir parlare di narici di certe
dimensioni e di improbabili avventure sulle nevi trentine, e di qualunque parte del corpo che solo tre donne
così affiatate possono commentare e dissacrare in questo modo del tutto fantasioso. Tra loro anche colei
che con molta compostezza riesce a sollevare di
peso il compagno di banco riccioluto, sempre
pronto a organizzare serate speciali dietro al
bancone del locale di famiglia, subendo le
ingiustizie di un prof. che straccia esercitazioni
incomplete e imprecise. Quando il compito
prende piega anche gli studenti assumono
posizioni atte al “passaggio di informazioni”. C’è
colui che traffica dietro una pila di libri intonsi e
ben disposti sotto al banco, cercando di
nascondere un pollice frenetico impegnato a
comporre messaggini, “coperto” dalla compagna
di banco sempre pronta a far da vedetta, evitando
reazioni spropositate di colui o colei che siede in
quel momento dietro alla cattedra. Una salvatrice composta! E infine c’è chi, senza alcun ritegno, si gira e
da le spalle alla cattedra perché “dovevo chiedere una cosa prof.!” ma risolve l’impasse con un sorriso a
trentadue denti, di quei sorrisi che smorzano la ramanzina già sulla punta della lingua del docente di turno.
S
e tutto andrà come deve andare nei prossimi due mesi (e andrà certamente tutto bene…) e se la
nuova riforma della scuola me lo concederà, il prossimo anno conoscerò nuovi volti e voi mancherete
un po’ a queste mura e ai miei muscoli facciali per sorridere. Ma ora a “voi” voglio dire grazie e qui
voglio rivolgermi anche ai vostri compagni di altre sezioni che ho avuto il piacere e l’opportunità di
conoscere.
Grazie anche alle incertezze e alle insicurezze di alcuni che mi hanno fatto spesso dispiacere perché avrei
voluto sempre che tutti fossero bravissimi, grazie delle vostre risate soffocate sotto il banco e represse da
un mio "Ragazzi!", grazie per avermi sopportato nelle spiegazioni sempre un po’ noiose (ma saddafà anche
questo!), grazie per le domande che mi avete posto e che spesso mi hanno stimolato a studiare e ad
approfondire un po’ di più, grazie per esservi fidati in qualche modo e grazie per tutti i momenti passati
insieme, per quelli seri e composti, per quelli allegri e spiritosi, per quelli noiosi e infiniti…
Non so se avrò il coraggio di dirvi di persona queste poche parole ma vorrei augurarvi che le strade che
percorrerete siano quelle che con forza avete voluto imboccare, senza alcuna costrizione. Ci vuole coraggio
a fare delle scelte e ci vuole coraggio a raggiungere le mete prefissate senza calpestare gli altri ma mi
auguro vivamente che ciascuno di voi non si perderà e cercherà di dare in ogni campo il meglio di sé. Fate
ogni cosa con passione e sarete ripagati delle sconfitte che inevitabilmente e inaspettatamente ci
colpiscono. Basta parole, basta sentimentalismi sfrontati, manca un mese al termine delle lezioni e faccio
ancora in tempo a non sopportarvi più…! Ma non sarà così sicuramente…! Ho trovato questo piccolo
pensiero e me lo scrivo proprio qui, così quando sarò un po’ più esperto del mio mestiere, mi verificherò
ricordando i vostri volti e ciò che mi avete regalato. Diceva Confucio: “La saggezza consiste nel
guardare con amore in che modo cresce la gente”. Grazie per essere passati da qui.
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CHE COSA E’ LA RESISTENZA ITALIANA?
a cura di Francesco Miglio (4^ B)
un approfondimento per meglio comprendere cosa è stata la Resistenza italiana condotta
nell'ambito della seconda guerra mondiale contro l'invasione d'Italia da parte della Germania
nazista e nei confronti degli occupanti e della Repubblica Sociale Italiana, da parte di liberi
individui, partiti e movimenti organizzati in formazioni partigiane.
C
ostituirono il movimento di Resistenza forze diverse tra loro per orientamento
politico e impostazione ideologica, ma unite nel COMUNE OBIETTIVO DI CACCIARE IL
NAZIFASCISMO E DI CONQUISTARE LA LIBERTÀ. Attorno ad esse si riunirono persone diverse
per età, censo, sesso, religione, tra le quali erano personalità di spicco dell'antifascismo
che avevano avversato e combattuto il fascismo durante il ventennio del regime, spesso
pagando con galera, esilio, confino, taluni partecipando alla guerra antifascista in Spagna
(1936-1939). Accanto a loro i militari che avevano già vissuto l'esperienza della guerra e
giovani che rifiutavano l'arruolamento nelle file del nuovo fascismo repubblicano e che, di
fronte alla durezza dell'occupazione tedesca, sceglievano la via dell'opposizione e della
lotta.
L
a Resistenza italiana si inquadrò
nel più vasto movimento di
opposizione
al
nazifascismo
sviluppatosi in tutta Europa, ma ebbe
connotazioni particolari. Nei Paesi
sconfitti militarmente e occupati dai
nazifascisti (tra cui Francia, Belgio,
Danimarca, Olanda, Norvegia, Grecia,
Jugoslavia, Albania) la Resistenza
costituì una seconda fase della guerra
che li aveva coinvolti.
L'Italia al contrario, sotto la guida
dittatoriale del fascismo era rimasta
sino all'8 settembre 1943 alleata del
Reich nazista di Hitler, e come tale
aveva partecipato alla guerra di
aggressione ed era stata anche lei un
occupante. Qui la Resistenza sorse
quando, caduto il regime fascista il
25 luglio 1943 e firmato dall'Italia l'8
settembre dello stesso anno, dopo irrimediabili rovesci militari, l'armistizio con gli "Alleati",
le forze politiche democratiche, che si erano ricostituite, chiamarono il popolo a raccolta
per cacciare i fascisti e i tedeschi. Questi ultimi avevano occupato in pochi giorni il Paese,
disarmando e catturando, in Italia e all'estero, 700 mila soldati italiani, lasciati senza
ordini e direttive dal re Vittorio Emanuele III, dal governo diretto dal Maresciallo Badoglio
e dallo Stato Maggiore e avviandoli ai campi di concentramento in Germania. NON SI
TRATTÒ, PER L'ITALIA, DI CONTINUARE UNA GUERRA PERDUTA, BENSÌ DI COMINCIARE UNA NUOVA
GUERRA, UNA GUERRA DI LIBERAZIONE che consentisse di cacciare i tedeschi occupanti e il loro
alleato fascista che aveva dato vita alla mussoliniana "Repubblica Sociale Italiana",
riconquistando quella libertà della quale l'Italia era stata privata dal fascismo e dal suo
regime autoritario e antidemocratico per oltre vent'anni. Il movimento fu fortemente
unitario, pur mantenendo ogni forza partecipante la propria specificità e la propria visione
politica. Talune contrapposizioni iniziali finirono per essere superate nel corso della guerra,
per dare spazio, sul piano politico e su quello militare, a larghe intese che consentirono di
definire i comuni obiettivi e di sviluppare un coordinamento sempre più puntuale, efficace
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e incisivo. Si trattò naturalmente, di uno sviluppo complesso e difficile;la spontaneità di
molte iniziative, le condizioni di clandestinità e segretezza in cui si doveva operare, le
difficoltà di collegamento, la scarsità di mezzi, i duri colpi inferti dai nazifascisti, tutto ciò
mise a dura prova l'obiettivo delle forze patriottiche. I nazifascisti sin dall'inizio
scardinarono centri politici e operativi, catturando, torturando membri e responsabili del
movimento e con estesi rastrellamenti attaccarono in montagna i primi nuclei armati e le
prime bande partigiane. Nonostante questo, regione per regione, zona per zona, la
presenza delle formazioni partigiane nelle vallate e sulle montagne si fece sempre più
massiccia e dalle bande iniziali si passò a ben organizzate brigate (le "Garibaldi", le
"Giustizia e Libertà", le "Matteotti", le "Mazzini", le "Autonome", etc.) mentre nelle città
prendevano vita le SAP (Squadre di Azione Patriottica) e i GAP (Gruppi di Azione
Patriottica), dediti a operazioni di reclutamento di sabotaggio, ad azioni di guerriglia
urbana, ad attività propagandistica e di reclutamento, sostenuti da movimenti di grande
impegno quali i Gruppi di Difesa della Donna (GDD) e il Fronte della Gioventù (FdG). I
nazifascisti si opposero alla Resistenza, che li minacciava con azioni di guerriglia e
sabotaggi, scatenando brutalità disumane che colpirono le forze della libertà e le
popolazioni civili: rappresaglie ed eccidi si moltiplicarono, vennero compiute vere e proprie
stragi, come a Boves in provincia di Cuneo, alle Fosse Ardeatine a Roma, a Sant'Anna di
Stazzema in Versilia, a Marzabotto sull'Appennino emiliano, alla Benedicta sull'Appennino
ligure-piemontese, a Bergiola e Vinca del Carrarese (ma non sono che pochi esempi tra le
molte decine). Le SS (Schutz Staffen, formazioni paramilitari naziste che al termine del
conflitto, al processo di Norimberga, sarebbero state definite organizzazione criminale) si
distinsero per crudeltà, vuoi nell'opera di repressione antipartigiana, vuoi nella cattura e
deportazione di civili e segnatamente di ebrei avviati ai Lager.
D
iedero prova di grande crudeltà
anche
le
forze
fasciste
della
Repubblica
Sociale
Italiana,
particolarmente le "Brigate Nere" e la
"Decima Mas". SUPERANDO PROVE DURISSIME E
BENCHÉ COLPITO DA PERDITE DOLOROSE, IL
MOVIMENTO
DI
RESISTENZA SI SVILUPPÒ
ULTERIORMENTE. Al Comitato di Liberazione
Nazionale Alta Italia (CLNAI), che aveva
sede in Milano, vennero attribuiti i poteri di
"Governo straordinario": esso fu quindi
riconosciuto quale governo di diritto
dell'Italia
settentrionale.
Vaste
zone
vennero sottratte nella primavera-estate
del 1944 all'occupazione tedesca e fascista
e sorsero "Zone Libere" quali l'Ossola, Montefiorino, le Langhe e altre ancora, nelle quali
agirono governi democratici provvisori; ma esse non poterono reggere a lungo, poiché i
tedeschi scatenarono offensive pesantissime costringendo i partigiani ad abbandonare
paesi e vallate per ripiegare sulle montagne. Ma già nei primi mesi del 1945 le formazioni
partigiane tornarono alla piena efficienza e,bene armate anche grazie ai "lanci" di armi
effettuati via aerea dagli alleati, furono in grado di liberare le maggiori città del Nord
prima ancora dell'arrivo degli statunitensi e degli inglesi.
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gli amici di Pietro
esperienza di pet-therapy al Cavallini di Solcio di Lesa - a cura della prof.ssa Maria Grazia Tiburtini
I
l termine 'pet-therapy' fu coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni Cinquanta. Con 'pettherapy' viene definito il complesso utilizzo del rapporto essere umano-animale in campo medico e
psicologico. Le diverse situazioni di handicap e le molteplici problematiche di disagio sociale presenti nel
nostro territorio, hanno indotto gli operatori scolastici ad impegnarsi utilizzando strategie alternative per
l’integrazione degli alunni diversamente abili e per la prevenzione della
dispersione scolastica, sia sul piano del recupero strumentale, sia in quello
relazionale, per garantire a tutti gli alunni il pieno successo formativo.
Nell’ambito scolastico la pet-therapy è un intervento terapeutico di recupero
mirato al miglioramento delle capacità psicofisiche sociali emozionali e
cognitive dei portatori di handicap e di alunni con gravi difficoltà di
apprendimento per mezzo di animali dotati di caratteristiche specifiche. Ed è
proprio nella scuola dove bisogna cominciare ad intervenire per garantire ai
soggetti portatori di handicap (sia fisici che mentali) il diritto all’istruzione,
evitando così che questi vengano classificati come “le figure delle differenze”.
E la pet-therapy può costituire un’ottima alternativa che permette la
facilitazione dell’inserimento di questi ragazzi. In ambito scolastico, è corretto
parlare di “progetti educativi” attraverso gli animali.
Presso l’Istituto Cavallini le insegnanti di sostegno prof.ssa Fausta Bennani e prof.ssa Maria Grazia Tiburtini
hanno attuato una giornata dedicata alla pet-therapy per provare, per credere, per verificare le possibilità
di una disciplina ancora tutta da scoprire ma dalle grandi potenzialità. Protagonisti della giornata sono stati
Pietro, un coniglietto nano e un gruppo di alunni alcuni dei quali diversamente abili.
Le finalità dell’intervento sono state:
stimolare l’attenzione
stabilire un contatto visivo e tattile
effettuare un’interazione comunicativa ed emozionale
favorire il rilassamento e aiutare a controllare stati d’animo
Le aree disciplinari coinvolte alla fine dell’esperimento sono state
la comunicazione linguistica, la comunicazione mimico-gestuale, la
psicomotoria e la rappresentazione grafico-pittorica. Considerato il
risultato positivo ottenuto in un primo e semplice approccio con la
pet-therapy, le insegnanti si ripromettono di approfondire in
seguito l’intervento formulando un progetto da realizzare nel corso
del futuro anno scolastico
sul social network FACEBOOK
cerca “AMICI DI PIETRO”
gruppo fondato da Fausta Bennani,
con circa 50 membri
categoria: organizzazioni di volontariato
descrizione: Pet Therapy .
tipo di privacy: aperto con contenuti visibili a tutti
e-mail informazioni: [email protected]
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Ore 05:45 di martedì 20 aprile 2010: il consueto brusio pre-partenza apre il sipario della gita; sei classi (quarte
e quinte A, B, C) con destinazione Monaco e Berlino. All’inizio del nostro lungo viaggio in pullman c’è già chi
anima l’atmosfera con canti, urla e risate, mentre qualcuno sonnecchia (chissà come ci riesce!) e qualcun altro
sbadiglia e cerca di dormire, ma alla fine è ugualmente preso da risa e battute.
Dopo un paio di tappe in Svizzera e Austria (dove fare la pipì costa più che un caffè!) arriviamo finalmente a
Monaco – München; approfittando di qualche ora libera girovaghiamo per la città – cercando di non perdere
l’orientamento! – e visitiamo la birreria di Hitler, l’Hard Rock Cafè e la cattedrale con “l’orma del diavolo”. La
cena è prenotata in un originale ristorante dove però ci stupiamo delle portate (una tazza di brodino con delle
striscioline di pane galleggianti???) e quindi non resta che una
buona birra per consolarsi! Subito si corre in hotel (ad un’ora di bus)
con l’unica speranza di poter vedere la tanto attesa partita Inter Barcellona.
L’indomani si parte presto per giungere, dopo circa otto ore, a
Berlino; pomeriggio libero e cena (finalmente c’è la pasta – anche
se non proprio buona!). Il tempo è altalenante: si passa da un bel
sole primaverile, alla grandine, alla neve, alla pioggia e poi di
nuovo al sole nel giro di pochi minuti. Alla sera torniamo nei locali
adocchiati al pomeriggio, sfoggiando il nostro migliore inglese!
Giovedì giornata dedicata alla visita della città con la guida: musei,
palazzi, lo zoo, chiese, ambasciate, cattedrali, parchi, monumenti
e, soprattutto il muro (o meglio, ciò che ne resta!) con tutta la sua
complessa storia che, credo, pochi o nessuno di noi conosceva.
Prima di cena di nuovo tempo libero in cui molti hanno approfittato
per andare all’Hard Rock Cafè. Da sottolineare il rigoroso rispetto
delle regole da parte degli automobilisti; i ciclisti invece sembrano
farla da padrone: non si fermano davanti a nulla (nemmeno ad uno
studente italiano un po’ distratto!) continuando a sfrecciare e a far
tintinnare i loro campanelli insieme – probabilmente! – a qualche
germanico insulto!!! E vogliamo parlare dei poveri pedoni? I loro
semafori dagli omini col cappello, sono diventati un simbolo per
Berlino; peccato che quando si attraversa bisogna essere svegli
perché… non esiste la luce arancione!
Venerdì, ultimo giorno effettivo di gita, si parte per il castello di
Charlottemburg, passando prima a vedere lo stadio – a grande
richiesta di alcuni – dove abbiamo vinto gli ultimi mondiali di calcio.
Visitiamo l’interno del castello con un audioguida per poi passare il
resto della mattinata nel giardino reale, curatissimo e molto
suggestivo. Dopo pranzo ci dirigiamo al campo di concentramento
di Sachsenausen: vasto 21 ettari fu famoso per lo sterminio, non
tanto di ebrei, quanto più di oppositori politici, omosessuali e
prostitute. La ricostruzione delle mura con filo spinato, l’interno delle
baracche con informazioni interattive, la camera mortuaria, i resti dei forni crematori e le innumerevoli
documentazioni storiche (foto, filmati, registri…) riportano abbastanza bene la situazione dei deportati, dando
anche un senso di inquietudine e perdizione, tanto più se, presi da un filmato storico, non si guarda l’orologio e,
in ritardo, ci si precipita verso il grande cancellone che però… è chiuso!!! Qualche istante di panico ma poi, col
peggiore inglese, si chiede e si trova l’unica uscita aperta. Sabato 24 aprile: ultimo giorno, trascorso
interamente in un estenuante viaggio, quasi 15 ore per la precisione! Alcuni scendono – sgranchendo finalmente
le gambe - ad Arluno mentre la maggioranza a Novara, col loro bagaglio non solo materiale ma anche di
ricordi per il divertimento e per i luoghi visitati.
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A
ccompagnare i nostri studenti nel viaggio di istruzione è un po’ come tornare ai tempi del Liceo. Se
riesci a dimenticare per un attimo di essere il “capo branco”, ecco che si fanno strada la voglia di
stare in gruppo, il desiderio di cantare, il bisogno di confidarsi. È vero che i nostri idoli erano Vasco e
Battisti e loro oggi cantano Max Pezzali, è vero che allora il momento più bello era la notte e oggi, girando
in pigiama per i corridoi, dici “l’anno prossimo non ci casco più!”, ma l’atmosfera di complicità e la voglia di
divertirsi di allora sono in realtà le stesse di oggi. La
proposta del Trentino quale meta del viaggio di istruzione
non ha inizialmente riscosso grande successo: il fascino
dell’estero è ben radicato negli studenti e il fatto che ad
altre classi fosse stata offerta la possibilità di scegliere tra
Berlino e Madrid non mi è certamente stato d’aiuto. Ho
così cercato di coinvolgere i ragazzi nella scelta del
percorso e delle aziende da visitare, cercando di conciliare
l’ aspetto didattico della gita con le proposte da loro
avanzate: la fatica è stata alla fine ampiamente
ricompensata dall’interesse costantemente manifestato
dai ragazzi nei cinque giorni trascorsi insieme e dalle
opinioni raccolte durante il viaggio di ritorno.
I giorni sono piacevolmente trascorsi tra la visita a “Mondo Melinda” e al Birrificio artigianale “Val di
Fiemme”, passando per l’azienda “Tre Cime Mondolatte” e l’impianto di teleriscaldamento a biomasse di
Dobbiaco. Anche la giornata trascorsa a Innsbruck è stata gradita: alla buona riuscita ha certamente
contribuito il prof. Marco Trocchi che, con battute scherzose e giochi di prestigio, ha intrattenuto i ragazzi
(e non solo…) mentre le sue colleghe erano più interessate alle vetrine che all’architettura della cittadina
austriaca.
Sicuramente
l’atmosfera
rilassata di quei giorni e il buon rapporto,
quasi di amicizia, che si era instaurato tra
gli accompagnatori hanno contribuito alla
buona riuscita del viaggio. Anche le
relazioni tra studenti ed insegnanti non
hanno mai evidenziato tensioni. Al
contrario, le serate passate insieme in
birreria o a giocare a bowling hanno
permesso anche i più timidi (non che
fossero tanti, ben inteso!) di
A fronte di tutto questo, mi viene
spontaneo chiedermi se i viaggi di
istruzione siano più utili ai ragazzi, che
sicuramente hanno la possibilità di vivere
dal vero realtà che diversamente
conoscerebbero solo attraverso i libri, o a
noi che, in questi periodi, ritorniamo indietro a quella spensieratezza che, fortuna loro, caratterizza i nostri
ragazzi. Potremmo parlare, passatemi la citazione latina in un Istituto Tecnico, di “Do ut des” o, per dirla in
termini più bucolici, di un
, nel quale entrambe le parti traggono vantaggio dal
rapporto di vicinanza. Come tutte le cose piacevoli, purtroppo, anche i viaggi di istruzione finiscono: si
ritorna in classe, ad affrontare le difficoltà quotidiane. Certamente, però, ognuno di noi sarà tornato
arricchito dall’esperienza fatta, a voi giudicare se si tratta solo di arricchimento culturale…
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il POETA è mortale, la POESIA no
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è già molto
nei sotterranei
piena di maglie di lana
e poi è anche molto
di Piazza Bodoni
svendendomi a Porta
più vecchia di me
pieni di vuoti
palazzo
quindi non posso
in argilla
come una puttana.
che onorarla di versi.
pieni di aglio e di acciuga
mi ha sorpreso
e Barbera.
l’ho studiata
da cima a fondo
rosso in viso
nella vita di un santo
piccolo
l’ho vista al mattino
alienato
e spaventato
col viso ancora struccato
che pianse
dalla Rinascente.
l’ho vista di sera
perché vide
l’ho vista bianca
un cavallo
nel suo dolore
frustato.
è una Zia
un po’ controcorrente
l’ho vista adombrata
l’ho vista nera.
è anche Parigi
ma poi neanche tanto
Me la sono trovata davanti
del luogo comune
perché piena di gente
con la bocca macchiata
la mia innamorata
diversa
violata
quando ero troppo timido
non sempre invitata.
come una mondana
per fargli la serenata.
sfortunata
Seccata
dall’omaggio
venale
dal complimento
ipocrita
con due labbra
di un rosso spalmato
come il sangue
sul selciato.
è formale
e disinteressata
come un cardinale
al Concilio
vestito
di rosso
l’ho vista
da dentro le cave
invece
che fare
di pensieri
l’ho vista sguaiata
a Palazzo Nuovo
l’ho vista rinata
il mio girotondo
Torino
Solo oggi
confesso
me l’ero scordata.
me la son fatta tutta
granata.
chiaro e tondo
dietro le colonne
l’ho vista seriosa
del provinciale.
Per dirglielo
dal basso
con una valigia in mano
10
per nome
la chiamo
e ho la faccia di bronzo
di dirle che l’amo.
–
UNA “FETTA DI POLENTA” CHE MERITA UNA VISITA
a cura della prof.ssa Mariarosa Bordino
Martedì 13 aprile alcune classi (1^ e 2^ D, 2^ C, 2^ A) sono state a Torino
in gita, o per meglio dire, in viaggio di istruzione e il programma era
davvero un’opportunità di vedere e imparare molte cose. Una guida ci
avrebbe accompagnato a piedi nel pomeriggio, per un paio d’ore, alla
scoperta dei più importanti luoghi del centro e al mattino ci trovavamo in
coda in attesa del nostro turno per un interessante percorso didattico nel
Museo del Cinema. Via San Massimo era davvero affollata di gente che
aspettava: scolaresche e turisti stranieri, e poi tanti venditori ambulanti
che offrivano i loro colorati prodotti. Rimanere in piedi lì fermi sotto la
Mole a fare la coda, dopo che ti eri guardato intorno, era… un po’ noioso,
così abbiamo approfittato di quel ritaglio di tempo per vedere un’altra
opera dello stesso architetto novarese: Antonelli nacque
infatti a Ghemme il 14 luglio 1798.
Pochi passi più in là, appena oltre l’università di Palazzo Nuovo, sul corso
San Maurizio si trova una casa che è ormai uno dei simboli dell’odierno
quartiere Vanchiglia, un tempo detto “Quartiere del Moschino”.
L’edificio incuriosisce per le sue strane proporzioni e per i giochi
prospettici che regala all’osservatore. Intorno agli anni 1840 la Società dei
Costruttori di Vanchiglia, della quale Antonelli era uno dei promotori,
propose uno studio per l’urbanizzazione di quel distretto ai confini della città. Uno dei terreni che Antonelli
aveva già acquistato si estendeva su una superficie molto esigua: 27 metri sul lato di via Barolo, per 5 metri
sul lato di corso San Maurizio. Su questo triangolo l’architetto seppe realizzare, si dice per scommessa,
questa casa di forma trapezoidale, molto stretta e con dimensioni a dir poco bizzarre: 27 metri su via
Barolo, 5 metri su corso San Maurizio e solo 70 centimetri sul lato opposto! Il palazzo è di 6 piani
più 2 interrati, i balconi e le finestre sono aggettanti come i cornicioni;
all’ultimo piano si trova un corridoio-ballatoio che corre lungo i lati delle facciate. Nel lato di 70 centimetri,
per ottimizzare al massimo lo spazio, Antonelli fece incastrare la canna fumaria. Il palazzo è dotato, per
l’accesso ai diversi piani, di una scala a chiocciola che, naturalmente, non permette il passaggio di mobili,
così per favorire i traslochi è stata posta una carrucola sul balcone dell’ultimo
piano. Il nome comune di “fetta di polenta” che le viene
attribuito dipende dal colore giallo e dalla forma del
palazzo che assomiglia ad una vera e propria fetta. Il
nome ufficiale del palazzo è Casa Scaccabarozzi e discende dal cognome della
moglie dell’architetto che vi abitò per qualche anno insieme al marito,
quando nessun altro voleva abitarci per paura che potesse all’improvviso
crollare: all’epoca quell’edificio sfidava davvero le classiche regole in fatto di
costruzioni. Grazie alle sue profonde fondamenta, invece, il palazzo riuscì a
resistere all’esplosione della Polveriera di Borgo Dora nel 1851 che lesionò
molti edifici della zona, al terremoto del 1887 che rase quasi completamente
al suolo il quartiere e infine fu risparmiata anche dai bombardamenti della
seconda guerra mondiale.
Una lapide sull’entrata ricorda che in questo palazzo abitò anche Niccolò
Tommaseo, compilatore del Dizionario della Lingua Italiana, presumibilmente
nel 1859, prima del suo trasferimento a Firenze. Oggi la “fetta di polenta” è
visitabile e aperta al pubblico dato che è diventata la sede di una galleria
d’arte. La stravagante invulnerabilità di questo edificio rimane uno dei tanti
misteri della “magica” città di Torino, certamente il più buffo.
11
–
CASA BOSSI: UN SIMBOLO DI NOVARA DA SALVARE
a cura della prof.ssa Mariarosa Bordino
L
‟edificio
neoclassico
fu
commissionato nel 1857 da Luigi
Desanti ad Alessandro Antonelli,
uno dei più importanti architetti
dell‟epoca e rappresenta uno dei migliori
esempi di architettura civile ottocentesca.
Si inserisce con elegante armonia nel
tessuto urbano proseguendo otticamente
lo slancio della Cupola di San Gaudenzio
nel dialogo con l‟arco alpino che si staglia
all‟orizzonte. La simmetria e il rigore
delle forme si somma alla maestria
progettuale dell‟Antonelli che adotta
tecniche costruttive innovative per
l‟epoca, già da lui sperimentate in altre
ardite costruzioni.
Nel gennaio 2010 si è costituito senza
scopo di lucro, per iniziativa di un gruppo
di cittadini novaresi, il “Comitato
d‟Amore per Casa Bossi”, con il proposito di salvare dall‟abbandono e dal degrado questo
importante monumento della città di Novara.
Da sabato 7 maggio 2010 partirà a livello nazionale l‟iniziativa organizzata annualmente dal FAI
(Fondo per l’Ambiente Italiano) per la raccolta di firme con cui sarà possibile votare online collegandosi al sito ufficiale per segnalare un monumento da salvare. Anche in ogni Agenzia
della Banca Intesa Sanpaolo saranno disponibili delle cartoline già affrancate o da imbucare nelle
teche delle varie filiali. Possono votare tutte le persone che hanno compiuto sedici anni, il voto è
gratuito e non esclude altri possibili voti per altri eventuali “luoghi del cuore”. Chi avesse già votato
in questi giorni per Casa Bossi sulle schede cartacee verrà d‟ufficio inserito nelle liste on-line.
Se riusciremo a raggiungere un numero di segnalazioni per Casa Bossi adeguato per entrare nella
“top ten nazionale” ci sarà visibilità nazionale su tutti i quotidiani, televisioni e media. A quel punto
riteniamo che il Comune, la Provincia e la Regione non possano più tirarsi indietro, inoltre
eventuali sponsor sarebbero più che invogliati ad intervenire, data la grandissima risonanza e
pubblicità gratuita garantita a diffusione nazionale. Il FAI si muoverebbe presso gli organi
istituzionali preposti a tale scopo. Solo se riusciremo ad essere tanti, potremo avere la forza
necessaria sia per sensibilizzare le istituzioni che per individuare sponsor e partner utili a
recuperare e valorizzare questo prezioso bene della nostra città.
QUANDO LA CITTÀ CHIAMA I NOVARESI RISPONDONO. SONO STATE INFATTI MIGLIAIA LE PERSONE CHE IN OCCASIONE DELLA FESTA DI “SAN GAUDENZIO” HANNO
RISPOSTO ALL’APPELLO LANCIATO DAL “COMITATO D’AMORE PER CASA BOSSI” PER SALVARE IL MONUMENTO ANTONELLIANO DALL’ABBANDONO, ATTRAVERSO
UNA PRIMA E SIGNIFICATIVA INIZIATIVA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI NOVARA E IL QUARTIERE CENTRO, CON IL SUPPORTO DI ASTREA:
L’APERTURA STRAORDINARIA DEL CORTILE DELLA DIMORA CON VISTA MOZZAFIATO SULLA CUPOLA DI SAN GAUDENZIO. E OLTRE 1000 SONO I CITTADINI CHE
HANNO FIRMATO L’ADESIONE MORALE AL COMITATO CHE, APPENA COSTITUITOSI E SENZA SCOPO DI LUCRO, PUÒ CONTARE DUNQUE SULL’APPOGGIO DI MOLTI,
ANZI MOLTISSIMI CITTADINI CHE NE CONDIVIDONO LO SCOPO STATUTARIO: SALVARE CASA BOSSI, UN SIMBOLO DELLA STORIA, DELLA CULTURA, DELL’ARTE E
QUINDI ANCHE DELL’IDENTITÀ DI NOVARA E DEL SUO TERRITORIO.
per informazioni:
Ufficio Stampa “Comitato d’Amore Casa Bossi”
e-mail: [email protected] o sul social network Facebook
12
–
Un nuovo arrivo
al Museo Naturalistico
dell’Istituto “G. Bonfantini”
M
artedì 16 marzo 2010 è stato consegnato al
coordinatore del Museo un capriolo
successivamente sistemato nell’ambiente scenografico
museale “bosco planiziale”.
Il Museo Naturalistico nato nel 1995, su progettazione e coordinamento del
prof. Nicolò D’Amico, si arricchisce di un nuovo elemento continuando
nell’obiettivo di raccogliere, conservare ed esporre elementi della natura
locale interagendo con gli ambienti naturali ricostruiti nel Giardino
Botanico della scuola. Non una semplice ostensione delle collezioni ma una
vera e propria ricostruzione scenografica di ambienti più o meno
trasformati dall’uomo, tipici del nostro territorio quali il
,
la
, l’ambiente
, quello
e quello
in
cui sono collocati gli animali. Il Museo non è un semplice contenitore di
reperti naturali ma una struttura dinamica in continua evoluzione, in cui
poter svolgere esperienze formative, di educazione ambientale, di ricerca
naturalistica favorendo la comprensione e la diffusione di una cultura di
conoscenza e di rispetto degli ecosistemi presenti nel nostro territorio.
CAPRIOLO
lunghezza testa-tronco di 1,10 metri e coda mozza appena visibile, peso corporeo di circa 25 kg.
l’esemplare esposto è un maschio adulto con corna tipiche a sei ramificazioni in abito estivo
bruno-rossiccio. Il capriolo ha intorno all’ano una macchia bianca arrotondata detta “specchio” che copre anche
la coda mozza appena visibile. Lo specchio serve per orientare gli altri caprioli che corrono dietro.




gennaio-febbraio: evidente crescita dell’osso compatto sotto una pelle morbida e pelosa detta “velluto”;
marzo: spunta la prima ramificazione;
aprile-maggio: sfregamento delle corna contro i rami per liberarsi dal velluto essiccato;
ottobre-novembre: caduta delle corna.
il capriolo è un mammifero ungulato presente nei boschi del Parco Naturale della Valle del Ticino. Ha
abitudini crepuscolari, è veloce nella corsa ma poco resistente, salta ed è capace di nuotare; vive solitario
d’estate e in gruppi di 3-30 individui poco socievoli d’inverno; dispone di ghiandole odorifere per la segnatura
del territorio. Ha una dieta erbivora a base di foglie, germogli, piante erbacee, eccetera.
accoppiamento in luglio-agosto con gestazione di 7 mesi. Partorisce 1-2 piccoli (prevalentemente
2 gemelli); l’allattamento dura 2-3 mesi e il distacco dalla madre avviene dopo circa 1 anno.
GLI ESEMPLARI MUSEALI POSSONO ESSERE PREPARATI CON TECNICHE DI TASSIDERMIA (DAL GRECO TAXIS „DISPOSIZIONE‟ E
DERMA „PELLE‟) CHE CONSENTONO DI CONSERVARE A SECCO ANIMALI MORTI MANTENENDONE L‟ASPETTO E LE DIMENSIONI
NATURALI. LE METODICHE DELLA TASSIDERMIA SONO MOLTO DIVERSE DAI PROCEDIMENTI UTILIZZATI NEL PASSATO PER
IMBALSAMARE. TALI TECNICHE PREVEDONO CHE, DOPO ACCURATE MISURAZIONI E OSSERVAZIONI SULLE FATTEZZE
DELL‟ESEMPLARE, L‟ANIMALE VENGA PRIVATO DELLA PELLE; QUESTA VIENE MONTATA SU UN MANICHINO DI RESINA CHE
RIPRODUCE LA FORMA DELL‟ESEMPLARE, IN MODO DA RICOSTRUIRE L‟ASPETTO DELL‟ANIMALE IN CONDIZIONI NATURALI.
L‟ESEMPLARE NATURALIZZATO VIENE COMPLETATO APPLICANDOVI OCCHI DI VETRO E RIPRODUZIONI IN RESINA DI ALTRI ORGANI
MOLLI, QUALI AD ESEMPIO LA LINGUA. L‟ARTE DELLA TASSIDERMIA HA ORIGINI ABBASTANZA RECENTI SEBBENE FIN DAGLI INIZI
DEL XVIII SECOLO LE TECNICHE BASATE ESSENZIALMENTE SULL‟IMPAGLIATURA ABBIANO CONSENTITO LA CONSERVAZIONE DI
PREZIOSI CAMPIONI. DURANTE IL SECOLO SCORSO LE TECNICHE DI PREPARAZIONE DEGLI ESEMPLARI SONO STATE
NOTEVOLMENTE PERFEZIONATE COSÌ DA CONSENTIRE RIPRODUZIONI SEMPRE PIÙ REALISTICHE. UN ALTRO METODO DI
CONSERVAZIONE DEGLI ANIMALI, UTILIZZATO PER ORGANISMI DI PICCOLE DIMENSIONI, È QUELLO DI IMMERGERE
DIRETTAMENTE L‟ESEMPLARE IN SPECIALI LIQUIDI CONSERVATIVI, I PIÙ USATI DEI QUALI A BASE DI FORMALDEIDE E DI ALCOOL
ETILICO (ETANOLO).
BIBLIOGRAFIA : Cipriani C., 2006. Appunti di museologia naturalistica. Firenze University Press, pp. 126
13
–
IL SUO ADDIO

la scomparsa di
Lorenzo Tagini
a cura della prof.ssa Franca Pininioli
Profondo cordoglio in tutto il Vergante per la scomparsa
di Lorenzo, stroncato a soli diciott’anni da un male
incurabile. Abitava a Corciago, frazione di Nebbiuno, e
frequentava l’Istituto Agrario di Lesa. A giugno avrebbe
dovuto sostenere gli esami di maturità. Lascia il papà
Franco, idraulico; la mamma Luisella, impiegata alle
poste di Arona; il fratello Federico e la sorella Monica,
più grande di lui. Tutta la famiglia è molto attiva e
stimata in paese: il padre fa parte dell’Associazione
Alpini e degli Amici della Madonna della Neve mentre lo
stesso Lorenzo, grande appassionato di allevamento, per
la festa della “Transumanza”, era stato premiato come il
più
giovane
allevatore
della
zona.
Poi,
lo
scorso
novembre, la terribile diagnosi e il suo coraggio, la
fiduciosa volontà di farcela: seguito a domicilio dagli
insegnanti, quando la malattia non gli consentiva di
frequentare la scuola continuava a impegnarsi nello
studio. Ma Lorenzo, alla fine, ha dovuto arrendersi e il 3
marzo è mancato all’affetto di tutti. In sua memoria
l’Amministrazione di Nebbiuno istituirà una borsa di
studio, destinata all’allievo dell’IPSAA Cavallini che più
fedelmente ne seguirà le orme lungo il percorso scolastico
e sociale, nell’altruismo, nel gioioso entusiasmo per il
mondo rurale e la vita.

14
Lorenzo se ne è andato. Il simpatico ragazzo di
Corciago che coltivava la terra e amava la
natura, il bel giovane biondo come il grano che
allevava caprette e sapeva suonare il
pianoforte, lo studente esemplare dell’Istituto
Cavallini dall’aria distinta e intellettuale e pur
sempre allegro e spensierato: una figura quasi
d’altri tempi, di quelle che ti consentono – nel
drammatico mondo attuale – di guardare
ancora al futuro con fiducia e progettualità.
Ma Lorenzo era anche il mio alunno, il nostro
amato “Tagi” della V B. Quante ore trascorse
insieme, quanto di “quel tempo meraviglioso”
che scandisce il passaggio dall’adolescenza alla
giovinezza; quanti i ricordi di una classe
davvero formidabile, destinata a restare nel
cuore: una grande famiglia divenuta
improvvisamente triste e impoverita. E solo il
soffio della Fede e il tocco altrettanto lieve
della poesia possono accarezzare il dolore e la
speranza; avvicinarsi a Lorenzo, ai suoi
genitori, ai suoi fratelli. Questo il nostro
congedo. Caro Lorenzo. Hai tagliato troppo in
fretta il traguardo della scuola e della vita,
troppo in fretta ci ha lasciati, anche se tutti noi
– compagni e insegnanti – continueremo a
vederti sui banchi o nei campi, a trafficare con
fervore tra i libri e la zappa. E a fine anno,
quando nei giorni degli esami la nostalgia si
farà più acuta, ci sembrerà di udire ancora la
tua voce educata e scherzosa che ci conforta
con quei bei versi “crepuscolari” letti, una
volta, dalla prof. di italiano:
–
in ricordo di Lorenzo sia la sede di Solcio di Lesa, sia quella di Novara hanno
voluto raccogliere nelle classi e tra il personale della scuola
delle offerte in denaro da destinare…
… alla Fondazione Oncologica Ca’ Granda
la somma donata dai compagni e dal personale della sede di
Solcio di Lesa di 450,00 euro sarà utilizzata per finanziare in
parte il progetto “Terapia Molecolare dei Tumori” che sta
dando risultati considerevoli pubblicate su note e prestigiose
riviste scientifiche tra cui “New England Journal Medicine”,
“Lancet Oncology”, “Journal Clinical Oncology”, “Journal
National Cancer Institute”, “PloS One” e “Cancer Research”.
In modo particolare le ricerche condotte nella Divisione
Oncologica dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda hanno permesso di personalizzare meglio le
terapie a bersaglio molecolare per il carcinoma del grosso intestino. Inoltre la Fondazione
finanzia borse di studio per posti aggiuntivi nella Scuola di Specializzazione in Oncologia
nelle Università di Milano. Le attività della OCGO Fondazione possono essere seguite sul
sito Internet www.ocgo.org
… all’A.I.L.
la donazione di 347,03 euro (e la particolare
generosità degli alunni di 3^ A) permetteranno alla
Ricerca di evolversi ulteriormente, facendo sì che i
pazienti e i loro familiari abbiano l’adeguata
accoglienza e consentendo la formazione di tutte le
figure fondamentali
che ruotano intorno alla malattia.
Tenere viva la speranza in tutte le persone che
credono di non avere un futuro è il gesto più nobile
e il regalo più grande che si possa fare.
LA CIFRA RACCOLTA TRA
ALUNNI E PERSONALE
DELLA SEDE DI NOVARA
L’ASSOCIAZIONE A CUI È
STATA DESTINATA LA
CIFRA RACCOLTA
VERSAMENTO ESEGUITO DAL
PROF. GUIDO ROSSI A NOME
DELL’ISTITUTO “G. BONFANTINI”
15
–
IV EDIZIONE
Barbara, 16 anni dice:
“La bimba della famiglia a cui porto il pacco, quel giorno,
era la mano di un Altro che mi risvegliava. Perché io ero lì
per aiutare una famiglia e cercare di rispondere ad un suo
bisogno ma al mio bisogno chi ci pensa?”
kg.
IL LAVORO DEI RAPPRESENTANTI DI ISTITUTO E IL PARERE DI ENRICO



DIALOGO: cooperazione con i rappresentanti di classe con riunioni periodiche di aggiornamento per
migliorare la comunicazione e raccogliere idee, proposte e reclami;

VISIBILITA’ISTITUTO: maggiore visibilità in ambito comunale e provinciale con organizzazione di eventi
per portare a conoscenza i Cittadini della bellezza del nostro Giardino Botanico;

ALTRE SEDI: visite periodiche alla Sedi distaccate per rendere partecipi anche gli studenti più “lontani” delle
nostre attività, permettendoci di comprendere realtà ed esigenze;

RAPPORTI CON L’ESTERNO: collaborazione con i rappresentanti degli altri Istituti per instaurare un
confronto. Inoltre collaborazione con la Consulta Provinciale anche se purtroppo non ne abbiamo rappresentanti
diretti;

MEZZI INFORMATICI: utilizzo di Social Network per la diffusione di notizie di interesse collettivo;


MANUTENZIONE ORDINARIA: segnalazione celere delle problematiche relative a danni e/o guasti con
la consapevolezza che gli alunni dovranno avere rispetto del lavoro altrui e dei soldi investiti per loro interesse;
16

–
CORSI POMERIDIANI: organizzazione di corsi tenuti da studenti volenterosi e volontari verso coloro che
presentano lacune e difficoltà. Il Regolamento d’Istituto infatti prevede la concessione di locali scolastici per
attività pomeridiane;

CORSI POMERIDIANI ALTERNATIVI: corsi proposti da studenti stessi per stimolare chi ha capacità
e/o talenti particolari ed interessanti;

LABORATORI: rappresentano un punto di forza del nostro Istituto e dovrebbero essere maggiormente
valorizzati;

ANNUARIO: realizzazione di un annuario cartaceo che comprenda tutte le Sedi del Bonfantini. Anche se
comporterà dei costi di impegno e denaro confidiamo nella partecipazione degli studenti;

FESTE: festa di Natale e grigliata di fine anno per gli studenti che avranno affrontato l’Esame di maturità;

TORNEI: è stato organizzato un torneo di Calcio a 5. Proponiamo inoltre un triangolare di Calcio a 11 sul
campo che abbiamo a disposizione fra Sede di Novara, Sede di Romagnano e Sede di Solcio di Lesa.
Presumibilmente si terrà nei mesi primaverili. Per chi non ama il calcio vorremmo organizzare anche un Torneo di
Pallavolo che potrebbe svolgersi possibilmente nella palestra di Romagnano Sesia;

ORIENTAMENTO: produzione di un DVD con immagini del nostro Istituto da mostrare ai nostri open day
ed agli eventi dedicati all’orientamento; incontro rivolto alle classi IV e V con ex studenti del Bonfantini che ci
racconteranno la loro esperienza post-diploma;

GIORNATA DEL VOLONTARIATO: incontro con associazioni di Pubblica Assistenza presenti sul
territorio. Probabili ospiti la Croce di Sant’Andrea di Biandrate (NO), intervenuta sul sisma in Abruzzo, con
racconti dei volontari e proiezione di filmati e diapositive;


SCATOLA MAGICA: installazione nell’atrio di ogni Sede di un contenitore dove gli alunni potranno elencare
i problemi più delicati. Ovviamente non dovranno essere inseriti messaggi minacciosi e/o offensivi;

STATUTO DEGLI STUDENTI E STUDENTESSE: distribuzione dello Statuto in formato cartaceo per
conoscere i propri diritti e doveri, oltre che di cittadino anche di studente.

S
iamo quasi a fine anno... e fare un bilancio è abbastanza dura come cosa. Ad essere sincero, pensavo di poter fare
molto di più per la mia scuola, ma fidatevi ragazzi, non è facile come sembra! Non è solo “uno stare in giro per la
scuola a non fare un tubo...”. Fare il rappresentante degli studenti significa metterci la faccia, perdere delle ore e
studiarsi a casa ciò che non si è potuto seguire a lezione, “beccarsi cazziatoni” dai proff., passare pomeriggi a scuola e tutto
ciò che viene dopo... Ma sapete una cosa? Per il BONFA l'ho fatto più che volentieri! Penso che qualcosa sia cambiato: ho
visto più collaborazione da parte dei rappresentanti di classe, ma anche da parte di tutti gli alunni anche se abbiamo potuto
fare ben poco noi! Lesa ha fatto piccoli ma importantissimi passi e i contatti e i rapporti con la sede di Romagnano Sesia
sono decisamente migliorati. Diciamo che poteva andare meglio, come poteva andare peggio. Non so se l'anno prossimo mi
proporrò ancora per affrontare questa esperienza, però la consiglio vivamente a tutti ma non a chi farà 5^ ma a chi avrà
tempo e strumenti per godersi un’esperienza simile. Approfitto di queste poche righe per augurare a tutti di passare un’estate
senza debiti e di concludere alla grande questo anno scolastico, rivolgendomi in particolar modo a tutti gli alunni di 5^!
ENRICO
17
–
PRIMO SOCCORSO IN PILLOLE:
la FRATTURA
frattura


incompleta
con spostamento


comminuta
a legno verde
sintomi:
ATTENZIONE
intervento:
18
–
fratture della colonna vertebrale
fratture della testa
fratture delle coste
frattura della clavicola
frattura del bacino
19
–


prima stesura del copione,
pagine, vagamente ispirate alla saga letteraria di John
Carter di Marte scritta da Edgar Rice Burroughs. Nel
e nel
arriva il successo stratosferico di Titanic
James Cameron vorrebbe battere il ferro ancora caldo e realizzare subito Avatar. Ma
una stima dell'epoca di circa
milioni di dollari, lo induce a riporre l'idea nel cassetto. Nel
parte la produzione vera e propria di Avatar. Il
vicenda del film non viene mai specificato, ma si intravede su
è l'anno in cui si svolge la
monitor mentre il protagonista Jake
Sully registra il suo video-diario. La somma definitiva non è stata resa ufficiale ma
dollari stimati nel
è la cifra più probabile, circa
promozione, di sicuro è il film più costoso mai realizzato. Ma
vederlo in una sala 3D.
fotorealistica. Project
euro è il costo per chi ha scelto di
in computer grafica
è il finto titolo con cui è stato spedito il materiale promozionale per il
anni fa l'attrice Sigourney Weaver aveva già lavorato
con James Cameron, nel film Aliens del
film, di cui
dei quali destinati soltanto alla
live action, cioè riprese reali, e
film nel caso cadessero in mani "nemiche".
stabilendo quota
milioni di
. In soli
giorni Avatar ha stabilito un record
miliardo di dollari di incasso in tutto il mondo. Il tetto è stato superato solo da altri
, per il momento in cima alla classifica, girato sempre da Cameron: Titanic.
I veri Na'vi, abitanti indigeni della luna Pandora, hanno solo
risultato della fusione a livello genetico fra le
dita, gli avatar
come gli umani: è il
specie. Il linguaggio Na'vi è stato creato dal linguista
Paul Frommer dell’Università California di Los Angeles, con un vocabolario di circa
20
parole.
–
A
nche quest’anno si è svolto il
torneo di calcetto tra le classi
dell’Istituto, 4 gironi che si sono
sfidati a suon di calci (… al
pallone!)
con
prorompente
entusiasmo e la giusta dose di
competitività.
Ecco tutti i risultati delle partite disputate:
21
–
IL PORTA MORTARA HA OSPITATO A NOVARA LA FINALE DEL
TORNEO NAZIONALE DI SOFTBALL DELLE SCUOLE SUPERIORI
dal sito internet www.fibs.it della FEDERAZIONE ITALIANA BASEBALL E SOFTBALL – a cura di Gu. Ro.
S
i è svolto anche quest'anno il Torneo Nazionale di softball delle
scuole superiori di secondo grado. La disponibilissima società
“Porta Mortara Baseball e Softball” ha messo a disposizione tutte
le sue strutture e soprattutto la capacità organizzativa per far disputare
al meglio il torneo, nonostante le condizioni atmosferiche siano state
proibitive. Sei sono state le squadre partecipanti:






I.T.A.S. "Bonfantini" – Novara
I.T.S. "Nervi" – Novara
I.T.C. "Fermi" – Castellana Varese
Ist. Arcivescovile "S.Alessandro" – Bergamo
I.P.S.S.C. "Canina" – Bergamo
Liceo Sc. "F.Lussana" – Bergamo
All'arrivo presso il centro sportivo le squadre, si sono trovate di fronte a tre campi di gioco allagati
dall’incessante pioggia che ha tempestato per tutta la notte, ma la macchina organizzativa, guidata in prima
persona dall'inossidabile Alberto Giovanninetti con l'aiuto delle insegnanti Anna Barbieri e Patrizia Cortese,
coinvolte con le proprie squadre nel torneo, ha reso possibile lo svolgimento del torneo individuando due
palestre dove poter effettuare gli incontri. In questo modo durante la mattina si sono svolti i due tornei di
qualificazione.
Nella pausa pranzo, la società ospitante ha messo ha disposizione i suoi "fornelli" per un buon pasto molto
gradito dai ragazzi. Con i tempi ridotti dedicati ai trasferimenti verso le palestre, anche la durata degli incontri ha
subito una discreta riduzione, così nel pomeriggio si è potuto svolgere solo un incontro di finale tra le vincenti
dei due gironi, per definire le prime due squadre classificate. Viste le migliorate condizioni del tempo e la
richiesta di tutti gli atleti interessati che lo chiedevano a gran voce, l'incontro è stato effettuato nell'unico campo
praticabile all'aperto, ma la finale 3° 4° posto non è stata giocata per le già citate condizioni dei campi e
l'impossibilità raggiungere in tempo utile una palestra.
La finale per il 1° e il 2° posto si è disputata tra l'Istituto "Caniana" e il Liceo "Lussana" sulla distanza dei 4
innings. Gli atleti impegnati hanno dimostrato un buon livello tecnico e in campo aperto si sono viste le
potenzialità offensive di entrambe le squadre che in palestra non erano emersi. Singoli, doppi, tripli e anche due
battute da quattro basi sono state effettuate, mentre un solo strike out è stato realizzato e due sole basi su ball
sono state concesse dai lanciatori in tutto l'incontro, a conferma del livello in campo.
LA SQUADRA BONFANTINIANA CHE HA
PARTECIPATO CON GRANDE SPORTIVITA’,
CONSIDERATO ANCHE IL POCO TEMPO
PER LA PREPARAZIONE IN UNO SPORT
NON TROPPO DIFFUSO E CONOSCIUTO,
ERA COSTITUITA DA:
● ● ● ● ● ●
1234-
Liceo Sc. "F. Lussana"
I.P.S.S.C. "Canina"
I.T.C. "Fermi" - Ist. Arc."S.Alessandro"
I.T.A.S. "Bonfantini" - I.T.S. "Nervi"
● ● ● ● ● ●
Enrico e Gabriele (1^ A)
Jacopo (1^ C)
Gianpaolo, Matteo e Gianluca (3^ B)
Christian (3^ D)
Alberto (4^ A)
Enrico, Chiara e Simona (4^ C)
grazie ragazzi!
22
–
speciale bacOca
ALMENO L’ITAGLIANO SALLO!
quella che segue è una formidabile raccolta di "strafalcioni", cioè di errori di vario
genere che rendono divertente il significato di una frase altrimenti seria…
Quando muoio mi faccio cromare
(eccellente!)
Di fronte a queste cose rimango putrefatto!
Arriva il treno, hai blaterato il biglietto?
Come faccio a fare tutte queste cose
simultaneamente? Dovrei avere il dono
dell'obliquità!
(… una torre di Pisa insomma!)
Basta! Vi state coagulando contro di me!
(una trasfusione!)
È nel mio carattere: quando qualcosa non va, io
sodomizzo! (stategli lontano!)
Anche l'occhio va dalla sua parte...
(si chiama strabismo)
Non so a che santo riavvolgermi. (una videocassetta devota...)
Avete I nuovi telefonini GPL? (no, mi spiace, solo benzina!)
Il cadavere presentava evidenti segni di decesso. (ma va?! Strano)
Prima di operarmi mi fanno un' autopsia generale. (auguri!)
Abbiamo mangiato la trota salmonellata. (ancora auguri!)
Vorrei una maglia con il collo a volpino. (non era lupetto?)
Vorrei una pomata per l 'Irpef. (herpes è difficile)
Tu non sei proprio uno sterco di santo. (meno male...)
È andato a lavorare negli evirati arabi. (contento lui)
Mia nonna ha il morbo di Pakistan. (...)
Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. (si salvi chi può!)
Sono momentaneamente in stand-bike. (l'attesa in bicicletta)
È inutile piangere sul latte macchiato.
(meglio farlo su un bel cappuccino?)
23
–
la bacOca
una sorta di bacheca che raccoglie tutte le stranezze e le frasi da ricordare che
rendono più allegre le lezioni e le “avventure” scolastiche
è possibile segnalarle al n° 377.1992059 o nella scatola dell’OPINANGOLO o a [email protected]
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piccole sviste in visita d’istruzione
Studenti e Proff.
prof.ssa Barsuglia: le maschie e i femmini in stanze
separate!
mix esplosivo di battute tra i banchi di scuola
prof. Mussari: Edo mi piaci stamattina con quei capelli!
Edo: con rispetto, i suoi fanno abbastanza schifo invece!
Simo: (nel cruciverba) torna volando a primavera …
Cla: … la cimice!
prof. Strola: Pavan ti offendi se ti metto 10???
Fra da le patatine ad una paperella…
Cla: aspetta Fra che ti faccio una foto mentre dai la
patatina alla… alla… si! Stavo per dire capretta!
Intendevo pecorella!
Cami: pecorella???
Cla: ops! Paperella! Va beh avevate capito, no?!
Cla: è bella la Ford Kuga
Cami: cos’è?
Cla: un SUV! Sai cos’è un SUV?
Cami: sì, è una marca di macchine!
Cla: guarda Cami, sto cambiando la pelle come un
pesce! Cioè no aspetta! I pesci non cambiano la
pelle! Ok, ok, oggi con gli animali non ci sono
proprio!
Cava: l’SO2 causa la morte delle bucce…
Simo: prof. io quando sono stato estratto per l’interrogazione?
prof. Trocchi: sulla ruota di Palermo mi sembra!
Cla: che odore Paolo! Hai messo il deodorante?
Paolo: no l’ho tolto!
prof. Mussari: De Benedetti, hai 3 euro?
Michael: in moneta?
Ricky: mah, in carta non li hanno ancora fatti!!
Cla: Alex che formaggio viene fuori?
Alex: tipo il Bel Pese…
Cla: mamma mia come sei acido! Mi mandi a quel paese solo perché ti
chiedo che formaggio esce?
prof.ssa Rossi R.: M. però potevi scrivere un po’ meglio nella brutta che
mi hai consegnato…
M.: prof. ma quella era la bella!
prof.ssa Rossi R.: B. hai fatto un bel tema finalmente! Ti ho messo 4½!
Olda: prof.ssa è pronta per la prova costume?
prof.ssa: e… mica troppo!
Olda: com’è bella soda… soda caustica però!!!
Paolo: professoressa ha iniziato la dieta?
prof.ssa Rossi R.: ma và, devo ancora finire le colombe di Pasqua!
Cami: chi è flatulenza?
Cla: non sai cos’è?! Cercala sul vocabolario.
Cami: e cosa cerco? “FLATULARE”???
1 mini trancio di pizza, 1 piadina, 2 coca-cola
alla modica cifra di…
prof.ssa Rossi R.: Sguinzi guarda che noi professori non abbiamo la
pelle del salame sugli occhi…
Cla: ma prof. non erano le fette di salame una volta?
31,50 euro
CHIEDETE A DUE STUDENTESSE BONFANTINIANE, IN GITA A ROMA,
ANCORA IN LACRIME
(NON
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DI GIOIA!) DOPO IL SALATISSIMO SNACK
ROMANO… MA NON SONO LE UNICHE
6
MARGHERITE E
6
BIBITE A
93
EURO FANNO BUONA CONCORRENZA!!!
redazione de “Il Bonfa” – responsabile docenti (quello con cui prendersela se non andasse bene qualcosa!) prof. Guido Rossi,
hanno collaborato a questo numero Mattia Cornacchia, Francesco Miglio, Claudia Pavan, prof.ssa Cinzia Ferrara, Cesare Bianchi, prof.
Nicolò D’Amico, prof.ssa Mariarosa Bordino, prof.ssa Anna Barbieri, prof.ssa Fausta Bennani, prof.ssa Maria Grazia Tiburtini, prof.ssa
Franca Pininioli, prof. Gianni Marchetti, Andrea Triban, Enrico Colombo, prof.ssa Barbara Chiavarone, fonti pagina facebook 5^A,
anonimi fornitori di scontrini fiscali, fonti internet citate, sorrisi, consigli e critiche pertinenti e costruttive. E speriamo, come sempre,
di non aver dimenticato nessuno!
STAMPATO IN PROPRIO – Vignale (Novara), 5 maggio 2010
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