a sua immagine e somiglianza - Chiesa Cristiana Avventista del
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a sua immagine e somiglianza - Chiesa Cristiana Avventista del
A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA Testo introduttivo: Matteo 25:35-36 (Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi). Ringraziamenti: Desidero ringraziare il nostro Signore per l’opportunità che mi ha dato stamani di meditare la sua parola insieme a voi e il pastore per aver dedicato questo Sabato mattina alla diaconia. Sermone: Stefano aveva dedicato tutto se stesso al servizio, insieme ai suoi collaboratori aveva testimoniato di Gesù e compiuto prodigi e segni tra il suo popolo ma la le circostanze (la lapidazione) gli avevano impedito di continuare a servirlo e dare gloria a Dio. Era un uomo di qualità straordinarie, pieno di fede, Spirito Santo e sapienza, un uomo che aveva dedicato la sua vita alla testimonianza, alla pace e all’unità nella verità, un uomo su cui rifletteva il carattere di Cristo. Il suo esempio è valido per tutti noi indipendentemente dal tipo di servizio che si svolge all’interno della comunità e verso il prossimo. Come diaconia quest’oggi desideriamo condividere insieme a voi il lavoro che quest’anno ecclesiastico stiamo svolgendo. Esso si sintetizza nei seguenti punti: 1. 2. 3. adoperarsi per l’unità; trasmettere l’amore di Cristo; riflettere il carattere di Cristo. Adoperarsi per l’unità: 1° Corinzi 12:12 (Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo). Seguendo l’esempio del nostro Maestro e il consiglio dell’apostolo Paolo, come dipartimento diaconia desideriamo collaborare con gli altri dipartimenti che sono membri dello stesso corpo. Da qualche anno stiamo collaborando con altri dipartimenti di questa comunità per raggiungere l’obiettivo che stava a cuore ai primi cristiani e al nostro Signore: provvedere alle necessità dei singoli membri di questa comunità. Questo ci permetterà di crescere in ogni ambito della sfera cristiana; conoscenza, fratellanza, unità e testimonianza saranno i risultati di questo progetto. a) Dipartimento SDS: Collaborazione diaconi e animatori; b) Dipartimento degli anziani di chiesa: Collaborazione diaconi e anziani (per tutti i membri che non frequentano regolarmente sia le classi della sds che la nostra comunità). Nel capitolo 17 del vangelo di Giovanni, in preghiera, Gesù chiede al Padre l’unità dei discepoli, la seconda parte del versetto 11: (Padre Santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi). E’ importante che noi come comunità collaboriamo insieme per raggiungere quell’unità nel nome di Gesù che ci aiuterà a crescere e rimanere integri. Trasmettere l’amore di Cristo: Matteo 25: 35 al 39 (Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi… Allora i giusti risponderanno…Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti? E il re risponderà loro: In verità vi dico che in quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me). Ecco in cosa consiste trasmettere l’amore di Cristo al nostro prossimo. La nostra comunità è costituita da una parte di membri che hanno raggiunto una certa età e che per vari motivi non riescono a venire in chiesa per condividere insieme la fratellanza e le benedizioni del Sabato. Questa categoria di persone hanno bisogno di una speciale attenzione da parte nostra. Dallo scorso anno ecclesiastico come diaconia abbiamo iniziato un percorso che ci sta facendo del bene e sta portando all’interno del nostro gruppo una crescita. Un Sabato al mese si organizza un’uscita comunitaria pastorale che consiste nell’organizzare dei gruppi che visitano questi membri. Anche quest’anno è nostra intenzione continuare su questo percorso cercando di consolidare e migliorare ciò che abbiamo fatto l’anno precedente. “Ogni azione pietosa nei confronti di un oppresso, di una persona che soffre viene considerata come se fosse fatto a Gesù. Quando soccorrete il povero, simpatizzate con gli angosciati e aiutate l’orfano, stabilite un contatto più profondo con Gesù.” (EGW). Questo non riguarda solo coloro che collaborano nella diaconia, ma tutti quanti noi. Riflettere il carattere di Cristo: Apocalisse 14:7: (Egli diceva con voce forte: Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto i cieli e la terra, il mare e le fonti delle acque.) L’angelo invita con voce forte tutta la popolazione del mondo ad avere le caratteristiche basilari per far parte del suo regno. Attenzione! Il messaggio non è rivolto solo a coloro che conoscono Dio e l’hanno rifiutato e che vivono all’esterno della nostra comunità, ma anche a noi che siamo qui presenti e che apparteniamo a questa comunità. Di cosa parla il primo angelo? Da tre comandi: Temete Dio, dategli gloria e di adoratelo. Mi soffermerò solamente sui primi due: 1) Temere Dio. Il timore di cui parla il primo angelo, non è paura, ma rispetto. Tempo fa parlavo con un fratello di questa comunità a tal riguardo e mi ha illustrato un esempio che voglio condividere insieme a voi. Quando ci troviamo davanti un ufficiale militare o ad un agente della polizia, abbiamo un senso di rispetto nei suoi confronti non perché abbiamo commesso un reato, ma perché la divisa che lui indossa ci invita a rispettare la sua posizione di ufficiale. Quando noi ci troviamo davanti al nostro creatore, a colui che ci ha plasmato con le sue stesse mani, a cui le forze della natura ubbidiscono, che per amore ha donato il suo unigenito figlio, qual è il rispetto che noi gli mostriamo? E’ vero che Dio non lo possiamo vedere con i nostri occhi, ma sappiamo di certo che lui è qui presente ed è come se lo vedessimo. Gesù stesso ci ha detto in Matteo 18:20: (poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro). In Esodo 3:5 (Dio disse: Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro). Dio stesso ci ha insegnato come presentarsi davanti a lui, non con superficialità, ma con il dovuto rispetto perché Egli è santo e anche gli angeli quando si presentano davanti a lui si coprono il volto come segno di rispetto. Se non riusciamo a capire ciò, vi invito ad approfondire le sacre scritture chiedendo l’aiuto del suo Santo Spirito per comprendere e conoscere meglio chi è il nostro Dio. Il messaggio del primo angelo non è altro che un invito a ricordarci chi è Dio. 2) Dare gloria a Dio. Cos’è la gloria di Dio? Esodo 33:18-22 (Mosè disse: Ti prego, fammi vedere la tua gloria! Il Signore gli rispose: Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del Signore davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà. Disse ancora: Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere. E il Signore disse: Ecco qui un luogo vicino a te; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria…). Esodo 34:6-7 (Il Signore passò davanti a lui, e gridò: Il Signore! Il Signore! Il Dio misericordioso e pietoso, lento a l’ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli fino alla terza e quarta generazione.) In questi testi viene descritta una nuova dimensione della sua gloria: bontà, misericordia, pietà, perdono, grazia e giustizia sono lo splendore della sua gloria. L’esempio di Gesù ci basta per conoscere meglio il carattere di Dio, Egli ha mostrato attraverso la sua vita e le sue opere: amore, bontà, misericordia, compassione, perdono, fedeltà e potrei continuare ad elencarne tante altre. Come possiamo ricevere la sua gloria e restituirgliela? a) Riceviamo la sua gloria attraverso una profonda relazione con lui che trasforma e modella a sua immagine il nostro carattere. Stefano, Mosè e altri personaggi della sacra scrittura ne sono l’esempio. b) La restituiamo a Dio quando la sua gloria viene rifletterla agli altri attraverso il nostro comportamento. Su questo punto bisogna ancora molto lavorare perché anche all’interno della nostra comunità possiamo riflettere con il nostro comportamento la luce di Cristo. Come diaconi, ci stiamo impegnando affinché: ognuno di noi possa riflettere il carattere di Cristo, il nostro comportamento possa rendere onore al nostro Salvatore, si crei un’atmosfera che possa accogliere con onore il nostro Dio e i suoi angeli. E’ un percorso lungo e difficile, ma se uniamo la nostra debolezza con la forza di Dio, sicuramente riusciremo ad ottenere risultati che ci sorprenderanno. Conclusione: Questi obiettivi non sono semplici da raggiungere, ci vuole: amore, costanza, fede e pazienza e senza l’aiuto dello Spirito Santo non potremmo mai farcela. Come diaconi studiamo e cerchiamo di avere una relazione sempre più profonda con Cristo per imparare dal Maestro come servire gli altri, ma possiamo ottenere risultati evidenti solo quando i pesi sono distribuiti in modo equo, per questo faccio un appello a tutti voi qui presenti: abbiamo bisogno della vostra attiva collaborazione. La risoluzione di alcune problematiche che ho presentato, non riguardano esclusivamente il Signore e la diaconia, ma tutti noi membri di questa comunità. In una vera famiglia ci si aiuta a vicenda. Unità, amore, rispetto, dare gloria al nostro Dio, è un invito a tutti quanti noi affinché il servizio che svolgiamo con amore e dedizione, non diventi una sofferenza, ma con il vostro aiuto diventi dolce e leggero. Orazio Berretta -Diaconia della chiesa di Firenze-