ENRICO BERUSCHI, IL RITORNO

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ENRICO BERUSCHI, IL RITORNO
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SABATO
19 MARZO 2011
ENRICO BERUSCHI, IL RITORNO
Cantante, conduttrice, venditrice e pure opinionista di calcio
Nilla Pizzi, un personaggio
televisivo davvero polivalente
S
Il cast al gran completo di “Io e Margherita”, la nuova sitcom in partenza su Studio 1
E
’ CERTAMENTE tra i
comici più apprezzati e preparati del panorama italiano; per citare un esempio, alzi la
mano chi non si è divertito con i
personaggi strampalati e perennemente sfortunati che lui proponeva negli anni '80 a Drive In.
Tuttavia, nel percorso professionale di Enrico Beruschi non c'è
solo la televisione cosiddetta
“leggera”, ma compaiono pure la
musica, il teatro e, ovviamente, la
fiction televisiva. Dopo una lunga
assenza dal piccolo schermo, l'attore milanese si appresta a tornare in video, preparandosi a riportare la sua cifra di divertimento e
spettacolo nelle nostre case. In
tandem con la fedele Margherita
Fumero, Beruschi sarà il protagonista di Io e Margherita, la
nuova sitcom dell'emittente cremonese Studio 1, visibile anche
dalle nostre parti; l'appuntamento
è ogni sera alle 20.30, a partire
dal 28 marzo.
Enrico Beruschi, vogliamo
sapere tutto di questo tuo
nuovo lavoro: come è nata l'idea di sviluppare Io e Margherita?
«E' nata in modo piuttosto
casuale. Tutto ha avuto origine da
un mio incontro col manager Stefano Timolina; l'intento era soltanto quello di accordarci sulle
date in cui avrei dovuto essere
presente presso la sua scuola di
attori, per tenere uno stage. Lui
mi ha però confessato di voler
iniziare a produrre qualcosa per
la televisione; mi ha quindi chiesto se avessi qualche idea in
merito. Da quasi 20 anni non mi
presentavo in televisione con un
programma ideato da me, e quindi le idee non mi mancavano…
ho buttato lì la prima, e gli è piaciuta all’istante. Così, abbiamo
iniziato a sviluppare l'ipotesi che
ha portato alla sitcom di imminente partenza; ho subito coinvolto un'autrice di valore come
Alfia Bevilacqua e Silvia Arzuffi, una tra le maggiori registe televisive italiane. Oltre alla Bevilacqua, gli altri autori sono Margherita Fumero, Sergio Vastano,
Luca G. Gabriele e il sottoscritto».
Che cosa troveremo in questo
nuovo lavoro? Quante sono le
puntate?
«Va innanzitutto detto che le
puntate sono 80, ciascuna della
lunghezza di un quarto d'ora;
ogni sera ne verranno trasmesse
due. Come il titolo suggerisce, i
protagonisti siamo io e Margherita Fumero. Nella fattispecie, il
mio compito è quello di impersonare un professore di lettere in
pensione, che dà lezioni private
Da sinistra, Diego, Yasmin, Beruschi, la Fumero, la Droetto e la Anselmi
presso la propria abitazione; inoltre, si tratta di un personaggio
grande appassionato di musica
lirica. La Fumero interpreta come
sempre mia moglie; in questo
caso lei è casalinga, ma piena di
attività bislacche e stravaganti. In
questa sitcom non abbiamo figli,
ma ci “consoliamo” con due
nipoti e con amici e vicini di
casa. Gli altri interpreti principali
sono Sergio Vastano, Clara
Droetto, Alessandro Marrapodi, Diego Zappone, Daniela
Airoldi e Gloria Anselmi».
C'è qualche modello a cui le
trame si ispirano?
«Certo che sì; per dirla schietta,
Io e Margherita non è altro che
uno sviluppo delle scenette di
famiglia che proponevo con la
Fumero nel primo Drive In.
Come è ovvio che sia, il repertorio è stato modernizzato; un
tempo ero il quarantenne irrequieto che scappava di casa per
andare da Carmen Russo, mentre oggi siamo due coniugi sessantenni calmi ma gioviali e allegri. In ogni caso, la nostra comicità non sarà mai volgare; le
parolacce sono bandite, se ne
sentono fin troppo spesso. Presentare una sitcom del genere su
un’emittente al di fuori dei tradizionali circuiti nazionali è
senz’altro una bella sfida; tuttavia, a me piacciono le sfide, come
del resto mi piace andare controcorrente…».
A proposito di Drive In,
quanto ha lasciato alla tv italiana quella trasmissione?
«Ha lasciato moltissimo, tant'è
vero che a 25 anni di distanza se
ne parla ancora, e pure ultimamente le repliche hanno sempre
degli indici di ascolto davvero
alti. Poi, qualcuno sta iniziando a
dire che in Drive In c'erano trop-
pe donne nude… Nulla di più
inopportuno: in confronto a ciò
che si vede oggi, quelle erano
delle suore…! ».
Sappiamo inoltre che la serie
si avvale di numerose guest
star, cioè ospiti speciali: tra
queste figura Patrizia Rossetti,
che i nostri lettori conoscono
bene…
«Adesso le possiamo definire
“guest star”, ma per me sono
amici che ho visto crescere artisticamente e umanamente nel
corso degli anni. Tutti attori di
grandissimo valore, come Max
Pisu, Marco Milano, Franco
Oppini, Gigi Sammarchi,
Miriana Trevisan… Quanto alla
Rossetti, sia io che Margherita la
conosciamo benissimo; lei ha iniziato a fare teatro proprio con me
qualche anno fa, e molto presto
sarà insieme alla talentosa e promettente Gloria Anselmi nel cast
di Toccata e fuga di Derek Benfield. Non tutti sanno quanto sia
brava come attrice; del resto,
Patrizia ha recitato per ben tre
volte nella compagnia dove ero
primattore…».
Nell'attesa del debutto della
sitcom, un tuo saluto ai nostri
lettori, magari invitandoli a
seguirti su Studio 1…
«Ah, che bello! Saluto senz'altro i lettori e tutti i reggiani; Reggio Emilia ha un teatro fantastico,
e dalle vostre parti ho parecchi
amici. In questi giorni sto provando una certa naturale tensione; l'esordio è ormai prossimo, e
aspettiamo con ansia il riscontro
del pubblico. Comunque sia,
abbiamo già visionato in anteprima alcune puntate, e mi sembrano buone; se con me i telespettatori si divertivano tempo fa, spero
di essere ancora in forma per far
ripetere la cosa…».
IA ben chiaro: ciò che
state leggendo non è
affatto uno di quei “coccodrilli” che le redazioni tengono pronti quando qualche
personaggio famoso ci lascia; è
invece un insieme di pensieri e
ricordi emersi subito dopo la
triste notizia della scomparsa
di Adionilla Negrini Pizzi,
meglio conosciuta come Nilla
Pizzi. Cantante di successo sì,
la Regina della canzone italiana, ma anche personaggio televisivo a tutto tondo: sul piccolo schermo l’ugola di Sant’Agata Bolognese non si è certo
limitata a proporre i suoi brani.
Per fare qualche esempio, nei
primi anni ’90 la troviamo su
Erreuno Tv Romagna (e sulla
modenese Antenna 1) alla
guida del varietà Romagna
mia, che mette in vetrina i
talenti romagnoli nell’ambito
del teatro, della cultura, dello
sport e, ovviamente della musica. All’interno dello show è
proprio Nilla Pizzi a tenere a
battesimo un'ancora sconosciuta Laura Pausini (romagnola,
c’è bisogno di dirlo?) e a portare alla ribalta tante meritevoli
orchestre di liscio: al termine
di ogni esibizione, la Regina
incita il pubblico con uno dei
suoi inconfondibili slogan a
effetto, in questo caso «Il liscio
è bello, anzi bellissimo! ». Poi,
Nilla si cimenta nelle televendite, specialmente in quelle del
mirabolante bracciale della
salute («Non me ne separo
mai», ripete di continuo) e
addirittura di prodotti dimagranti, in diretta concorrenza
con la conterranea Wanna
Marchi. Arriva addirittura a
essere opinionista sportiva: a
Notti mondiali, programma di
Raiuno condotto da Luisa
Corna che seguiva il Campionato del mondo di calcio 2002,
la Regina compie un’attenta
esegesi della finale GermaniaBrasile da fare invidia ai più
navigati cronisti. La frase clou:
«Sto imparando molto in questi
giorni… Kahn doveva essere il
migliore, e invece è stato disastroso, mentre il portiere brasiliano, Marcos, è stato una cosa
straordinaria... ». E vai con i
battimani; non per niente sono
stati i verdeoro a vincere, e
Marcos ha effettivamente dato
un notevole contributo all’affermazione carioca nella finalissima.
«San Remo è il mio santo
protettore», «Basta dire San
Remo, ed è già un successo»;
questi altri suoi slogan testimoniano appieno il legame che
Nilla aveva con la rassegna
canora rivierasca, un amore
tuttavia non sempre ricambiato. Nel 1997, gli organizzatori
le negano un biglietto per
entrare all’Ariston; nel 2003 il
Comune di Sanremo le conferisce un premio alla carriera, ma
la consegna viene relegata
intorno a mezzanotte, con conseguente audience non esaltante. Lei lo ritira comunque con
gioia e signorilità, senza recriminare neppure a riflettori
spenti. L’anno scorso la sua
ultima apparizione in Riviera;
il peso della novantina di pri-
L’indimenticabile Nilla Pizzi
mavere si fa sentire, ma quando accenna Vola colomba sembra di tornare indietro di 60
anni. Nulla era cambiato nella
sua voce.
***
A
NOI piace però ricordare Nilla Pizzi anche
per i due concerti che
lei ha tenuto a Casalgrande, in
occasione dell’annuale Fiera di
settembre. Nel 1995, il PalaTenda che veniva allestito per
la kermesse si presenta stipato
in ogni ordine di posto, pronto
a dare gli onori che a una Regina si devono. Tuttavia, non ce
ne vogliano i casalgrandesi, la
platea non si rivela certo così
calorosa. Ad esempio, Nilla
annuncia tre volte la sua soddisfazione per essersi esibita,
pochi mesi prima, al Teatro
dell’Opera di Sidney; nessun
applauso, silenzio glaciale. A
un certo punto, un inserviente
comunale tenta di sistemare
una cassa di amplificazione.
Nilla non lo ritiene necessario
e ammonisce con prontezza il
malcapitato: «No, non toccarla! Dontocch, pliiiis». A qualcuno quest’ultima pare una
locuzione felsinea, invece non
è altro che la forma maccheronica dell’inglese «Don’t touch,
please» (ossia: «Non toccarla,
per favore! ») . Al termine, un
colpo di teatro: «Passerà tra
poco una ragazza che vi venderà le mie cassette», esclama
Nilla. La ragazza entra in
scena, ma sembra sua madre;
ilarità generale e, stavolta sì,
grandi applausi.
L’anno dopo, la Regina come
promesso si ripresenta a Casalgrande con uno tra i suoi più
assidui sodali, Giorgio Consolini. Stavolta gli applausi scattano più consistenti, non solo
per la grande arte canora della
Pizzi (ben supportata dal suo
conterraneo), ma pure per l’umorismo che i due mettono in
mostra. In tale circostanza,
Nilla si lancia addirittura in
qualche barzelletta non priva di
una certa arditezza. Ne citiamo
una tra più pulite: «Una signora sale in autobus, e un bimbo
le chiede perché abbia quella
pancia così grossa. “Qui dentro
c’è mio figlio”, gli risponde,
ma il bimbo le domanda: “Beh,
allora se gli vuoi bene, perché
l’hai mangiato? ”»
Ciao Nilla, ci mancherai.