Sanità - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sanità - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Il CORRIERE ROMA DI Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi numero 13 anno LXVI GIOVEDI 21 NOVEMBRE 2013 Direttore Giovanni Tagliapietra Comune furbo, fa cassa con le multe Il Campidoglio mette in bilancio 408 milioni di euro di ricavi dalle contravvenzioni. Fondi che dovrebbero essere in parte destinati ad interventi sulla mobilità e che vengono dirottati a sanare il buco nero dei conti capitolini. E se il cittadino paga due volte meglio ancora F are cassa. E’ l’imperativo della nuova giunta. 408 milioni di euro la somma prevista in bilancio delle multe del comune di Roma. Con le contravvenzioni e gli interessi pagati dai trasgressori romani si forma una cifra stratosferica da coprire metà del debito. Lo scorso 4 novembre la giunta Marino ha deliberato che il 50 per cento di questi proventi, pari a circa 210 milioni, sia de- SCANDALO ATAC glioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade». stinato ad interventi «di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente», «al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di Polizia Municipale», ad altre finalità connesse «al mi- di Stefania Pascucci segue a pagina 4 e 5 A VOLTE RITORNANO la EMBRE 13 ANNO NUMERO Dieci anni di inchieste, tanti furbetti e 200 milioni di buco a pagina 7 Alfio Marchini e Andrea Mondello stanno per rientrare in pista a pagina 8 EDI 21 NOV LXVI GIOV à SanitLazio del 2013 ALE L’EDITORISalute, la Case del ppo facile. tro la fanno 11 cco? a pagina Dov’è il tru NZIONA TÀ CHE FU LA SANIne Roma Hospice ice Fondazio uella fel imer: “Q ama Sla-Alzhe nel panor a pagina 13 anomalia ità della san AGER ONE MAN OPERAZI da soli o d n a t r a c Si stanno in iniziali) ati (dei 58ali0 tà, non risolutivi ecento candid son per quasi dust attitudinali e di perin piedi questo circo?a pagina 12 a di prova di Giulio Terzi ore e mezzdai requisiti “dubbi”. Teogno c’era di mettere tre 16 to Saba che qualcuno Ma che bis ti an Zingaretti. Tra i presendeciderà comunque Tanto Tre, iversità Roma Dams, all’Un ato la prova che ha ospit ger anti mana degli aspir e della Asl na succursal u ta n e iv d ia Se la farmac La sede del All’interno l’inserto di Sanità del Lazio . za domiciliare» dell’assisten ente una tappa e di regia veram là io come cabin Ma al di segnerebbe saale, ad esemp che se realizzato sistema sanitario. del zioso , i farmacisti ea gie region per patolo e Progetto ambi la riorganizzazione ente realizzabile i cronici o attività, estran per per i malat tà. L’intesa preveddi importante un protocollo è veram e questa nuova naso, sottintende gestir di butivi to, come quelli alla fertili razione, a lavoro di prein grado di della firma nali distri alto impat o legate al diabete e o acquisti rebbero ( o saranno) E a che prezzo? L’ope un grosso come termi costosi e ad e cie degli l’effett giche atici tare basta rti telem delle farma che, oncolo centrale unica ile preno professione? lo spiega, a quanto eremo sarà possib cie private cardia zamento del ruolono acquistati dalla al 70% rispetto proprio. alla loro oli sul piano dei suppodi chi? Nessuno nza. Cerch notev A carico una grande efficie mesi del 2014 tutte le farma a il rafforfarmaci che saran che vanno dal 50% na per conto di ceu- costi di gestione. ntro i primi pagare il ticket in . Il tutto senza costi questi ndo sconti li comprassero ciascu conti della farma un parazione e dare l’impressione e ale, ottene sui i. l’uomo non per una visita operanti nel Lazio cie se sono annuncio questi interrogativ Zingaretti, L’annuncio region rebbero le farma tiamo una riduzione «Le farmacie Parola di e pubbliche li. retti. te a amo fare cittadini. e e i condiziona Lazio, Con- paghe o modo ci aspet i, dice Zingauno studio che dobbi sanitario le rispos carico dei a e con b- In quest il 2014 di 13 milion mezze misursiglato tra Regione sistem le esiste del dovre ce già nali conos do a ottica tica per riale che dei termi cie in quest dopo un accor e propri tare uno nale territo forti e vienee Farmacap. Le farmausiamo) dei veri prevede termi potrebbero diven è di quelli le lo farma insieme L’accordo il condiziona ieri della città. i farmaci molto fservizi, Feder tare (noi i quart bero diven diffusi in tutti distribuzione di alcun Cup tto di terminali vo del contra anche il rinno E IlCORRIERE ROMA PRIMO PIANO DI DIETRO AI FATTI giovedì 21 novembre 2013 pagina 2 DOPO LA “COSA” DI ALEMANNO RINASCE ALLEANZA NAZIONALE CON LA LEADERSHIP DI STORACE. MA I MEDIA SNOBBAN O L’INIZIATIVA E GLI EX AMICI E ALLEATI CARICANO A TESTA BASSA. RASSEGNAZIONE E PRESE DI DISTANZA, PER ORA SONO TUTTI FUORI GIOCO Non contiamo sulla nuova destra per risolvere i problemi della Capitale O ramai il termometro dei consensi può venire misurato direttamente dai social network, la piazza virtuale… lo sfogatoio; basta vivere da anni nell’ambiente oppure avere i contatti giusti nella rete. La base (esasperata) e i vecchi militanti (idem… ) possono far lavorare i giornalisti-commentatori meglio delle decine di “paludosi” comunicati stampa, oppure di articoli scontati sugli “house-organ di rito. Rinasce Alleanza Nazionale, a Roma in una delle sedi storiche e pluri-sfruttate… il classico hotel dei Parioli, e già questo fa un po’ riflettere. Prima e dopo l’evento i pochi commenti sono a dir poco “al vetriolo”. Non citiamo per “bon-ton” i destinatari, ma non si può nascondere la perplessità sull’accaduto, a cominciare dai protagonisti del nuovo cartello politicoelettorale. Invisi alla base, riempiti di epiteti irripetibili, accusati di tradimento (soprattutto gli ex Fli) e di finalità tutt’altro che “politiche” e, inoltre la cosa peggiore, neppure presi in considerazione. Se Alemanno con l’invito su Facebook per la sua “nuova creatura” politica, almeno aveva suscitato sdegno e rabbia da parte di molti “camerati” romani, la kermesse di “Ciccio” (nomignolo di Storace quando era - in auge - Presidente della Regione Lazio) è stata un deserto di commenti. Questo, al di là della sala piena (che conta poco) è un primo desolante termometro. Poi le accuse più gravi: “Fate tutto per il problema dei fondi della Fondazione e per cercare un esilio dorato alle prossime elezioni Europee”, dicono in tanti. Un’accusa mossa da molti e che è stata anche oggetto di veti incrociati e comunicati stampa. Una vera tristezza per un mondo politico che in passato si era diviso pane e ospitalità, quando si trattava di un manipolo di fratelli. Ora, quei fratelli, si sentono derubati di un passato che ha visto molti dei loro referenti al potere, senza aver fatto nulla (nel migliore dei casi…) per rappresentare e portare le istanze di un mondo umano e culturale che aveva dato militanza e sangue quando persino uscire di casa e fare politica, poteva significare l’oblio, la ghettizzazione oppure – nei casi estremi – la morte. La rinascita di Alleanza Nazionale, a Roma, è vissuta con grande distacco e commenti ironici o sarcastici. Un distacco dovuto alle questioni suesposte: un mix di rassegnazione e di prese di distanza. Dovuta a esperienze alle quali gli uomini protagonisti di questa nuova formazione politica (possiamo anche chiamarla operazione di marketing elettorale), hanno oramai abituato il loro stesso elettorato. Un elettorato potenziale molto vasto ma che non riesce a trovare una dimensione politica oramai calpestata da troppe esperienze passate negative e di un maturato pragmatismo. Se questo è “il nuovo che avanza” oppure la destra politica che serve a Roma ed alla Nazione, stiamo freschi. Lo faranno passare senza dargli tanto peso. Il fardello, dicono in tanti, se lo trascineranno con loro ed è quello di un ambiente che ormai è stato svezzato da delusioni e deja-vu, condito da ricorsi sul simbolo elettorale e problemi di poltrone al tavolo del banchetto per la spartizione dei fondi della Fondazione di Alleanza Nazionale (“l’Huffington Post” li quantifica in circa 550 milioni di euro, noi eravamo rimasti a 400...). Concorsone, l’ennesima gaffe della coppia Marino-Nieri E adesso come ne usciamo? C oncorsone, è l'ennesimo schiaffo. Marino e Nieri, sindaco e vice sindaco potrebbero rimetterci le penne. Non è una grana qualsiasi ed è quasi peggio del buco in bilancio, fatte le debite proporzioni, per gli effetti nel medio e lungo periodo che la vicenda può avere, tra strascichi politici, amministrativi, giudiziari. La credibilità della Giunta capitolina subisce un brutto colpo e certamente nell’incontro tra Ignazio Marino e il nuovo leader del Pd romano anche di questo si sarà parlato. Lionello Cosentino non interpreta il ruolo di azionista di maggioranza nell’azienda-Campidoglio ma certamente è intenzionato a far pesare sul sindaco-chirurgo il suo ruolo. E di rimpasto già si parla, dietro le quinte. L’effetto-concorsone in questo contesto è destabilizzante, gli errori in serie e le leggerezze logorano tutti. Non si capisce perché il sindaco abbia convocato in tutta fretta una conferenza stampa per dare una notizia non chiara e definita che avrebbe dovuto essere oggetto prima di una denuncia o per lo meno di un esposto alla Procura della Repubblica. Ora sono tutti nei guai e non sanno come uscirne. Per mille motivi ilc oncorso deve saltare, per altri mille non può saltare. In mezzo ci sono migliaia di persone. Che lunedì mattina sono scese in piazza senza sapere nemmeno contro chi e contro che cosa protestavano. Dopo lo scandalo dei biglietti clonati Atac questo proprio non ci voleva. IlCORRIERE ROMA PRIMO PIANO giovedì 21 novembre 2013 pagina 3 DI L’EDITORIALE Marino risolve l’emergenza storni (forse). È già qualcosa di Giovanni Tagliapietra A nche le pietre (anzi i sanpietrini) lo sanno, se ne stanno convincendo tutti. La scelta di puntare su Ignazio Marino - nata da tortuosi ragionamenti e da scontri di potere all’interno del Pd - non sta producendo gli effetti sperati. Nessuna polemica, ma elementari, crudi calcoli politici. Che il chirurgo prestato alla politica fosse difficilmente gestibile era cosa nota, che fosse inadeguato al compito decisamente difficile, alla mission impossibile di rimettere in riga la scassata macchina amministrativa della capitale era cosa altrettanto certa. Allora perché rischiare. A Ferrara sarebbe stato perfetto, forse anche a Reggio Emilia, due città piatte da tutti i punti di vista, adatte alla bicicletta. Roma è tutta in salita e con saliscendi pericolosi, non bastano i soliti slogan, gli annunci, le promesse. Il personaggio non ha il respiro per governare la capitale ed è assalito dai problemi, dalle emergenze, soffocato dalle richieste d’aiuto e dalle cambiali da scontare. Non è mestiere suo, non è giusto che i romani debbano pagare per la presunzione del sindaco. Troppe mele avvelenate, troppe bombe ad orologeria sul suo percorso. Cadrebbe chiunque se non adeguatamente protetto e Marino non il ORSINO P della La squadra del sindaco in affanno, urgono alternative D edichiamo all’argomento la copertina, non possiamo non citarlo nel Borsino, Pasquale Pelusi, dirigente comunale, la sua firma è in migliaia di comunicazioni relative a multe e dintorni recapitate ai romani. Non ha responsabilità dirette, ma a nostro avviso è giusto che se un cittadino paga due volte si rivolga alla persona giusta, Pelusi appunto. E non ad una amministrazione delle nebbie, non a quella stessa burocrazia che ha commesso l’errore. Butta male per parecchi, in Campidoglio, chissà perché il vice sindaco Luigi Nieri non ha fatto più sapere nulla della indagine sui curricula dopo l’incidente del suo capo di gabinetto. Tutti in regola gli altri? E perché il body-guard politico di Marino, Enzo Foschi, non ha rassicurato tutti sulla conguità della sua situazione? Spostiamo il mirino: l’assessore Marta Leonori continua a promettere, ad annunciare, ma attorno a lei frana tutto. E i camion bar? E le postazioni dei caldarrostai in centro, tutto regolare? Via del Corso, tre euro per sei caldarroste, al supermercato gli stessi marroni costano 5 euro al chilo. Nessun problema. E l’assessore alla mobilità Guido Improta? I risultati si vedono. Parla poco e cerca di limitare i danni l’assessore al bilancio Daniela Morgante. Troppo poco. Meno male che adesso arriva Lionello Cosentino, nuovo capo del Pd romano a mettere ordine, a riorganizzare le fila. Tra metro C, Atac, vigili urbani e bilancio qualcuno deve pur alleggerire la tensione. Pare che nel caos generale si rigenerino i grillini, lo dicono i sondaggi, ma è tutto da dimostrare. L’opposizione pensa ad altro, vedi Sveva Belviso, l’evanescente Alessandro Onorato. Meglio guardare oltre, sul territorio.C’è chi nel mondo dell’impresa, del commercio, del terziario,cerca di muoversi autonomamente, come Marcello Ciccaglioni, mister Arion, per intenderci. Sentiremo parlare di lui. CHI SALE dall’alto Daniela Morgante, Marcello Ciccaglioni e Lionello Cosentino CHI SCENDE dal basso Luigi Nieri, Alessandro Onorato e Marta Leonori lo è. Sarà utile in questo senso il cordone sanitario che Cosentino-Machiavelli, nuovo capo del Pd romano, cercherà di costruirgli intorno? Scandalo Atac, scandalo concorsone, emergenza Metro C, per non parlare dell’ovvio problema del bilancio, ingestibile per chiunque. Chi porterà per mano fuori dalle sabbie mobili il sindaco di Roma? Che ha fatto un armistizio con gli autisti degli autobus, con i tassisti, con i vigili, ma non ha risolto e archiviato alcun fascicolo. Ma è riuscito ad infilarsi in vicoli stretti e pericolosi con sortita sulla pavimentazione dei sanpietrini (è il caso di pensare anche a questo oggi?), con l’annuncio della pedonalizzazione integrale dei Fori (non bastano i problemi provocati dalla sua avventata iniziativa?) per pavoneggiarsi di fronte agli stranieri, con la sua benedizione alle Unioni Civili e alle adozioni gay, alienandosi le simpatie dei cattolici conservatori e della diocesi. Un sindaco laico e di sinistra per far contenti i protettori del Pd? Non sarebbe meglio che si concentrasse sulle emergenze quotidiane della città e oltre a risparmiare facesse entrare nuove risorse? Da anni tutti sanno che il patrimonio immobiliare del Comune è una realtà viscida e confusa, che sollevare il coperchio è pericoloso: ma sarebbe stato più produttivo concentrarsi su questo, ad esempio (e non delegare ai politici di professione l’incombenza), e vedere di trarne qualcosa. Vendere tutto è forse possibile, rientrare di crediti forse è più facile. Ma qualcuno evidentemente lo ha sconsigliato. Meglio taglieggiare la gente con l’aumento dei permessi Ztl (se li tagliassero invece, o li riconsiderassero verificando la liceità di alcune concessioni, entrerebbero meno soldi freschi...), più sicuro. E il decoro urbano, gli abusivi del commercio, i parcheggiatori, i lavavetri, i rom, le buche, il traffico, la sicurezza? La temperatura di una città si misura an che e soprattutto su questa difficile quotidianità. Ma Marino vola troppo alto per capirlo. E volando alto ha intercettato gli storni che complicano la vita di decine di migliaia di romani. A questo, pare, sta provvedendo. Forse perché girando in bici qualche “regalo” in testa lo ha ricevuto. E non ha gradito. IlCORRIERE ROMA CRONACHE DI giovedì 21 novembre 2013 pagina 4 Comune furbo, fa cassa con le multe segue dalla prima pagina E d ancora alla «sostituzione, l’ammodernamento, il potenziamento, la messa a norma, la manutenzione e la gestione degli impianti di illuminazione pubblica stradale»; a interventi «per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale». Alla fine in realtà la giunta ha deciso che il 63% dei proventi delle contravvenzioni - pari a 133 milioni - sia destinato alla spesa corrente . Il Campidoglio è obbligato a stanziare in bilancio le somme derivanti dalle contravvenzioni fin dal lontano 1992, quindi da ben 21 anni. In realtà quei soldi sarebbero impiegati e impegnati per altri settori. Non certo quello della mobilità, non certo per il manto stradale, per l’abbattimento di tutte le barriere IL CASO che impediscono quotidianamente ai disabili di circolare liberamente, per il miglioramento del traffico, in primis per il trasporto pubblico. In due decenni, invece, è tutto peggiorato, dal traffico, ai mezzi pubblici, e le buche sulle strade di Roma sono diventate voragini. Il codice della strada è fondamentale per il rispetto delle regole, ma agli automo- bilisti non è concessa nessuna equità: solo multe, interessi e ablazioni. Eppure la normativa chiara: una quota delle entrate derivanti dalle multe deve trasformarsi in spesa corrente per mi- gliorare la qualità della vita urbana di tutti, bambini, disabili, anziani, operatori di polizia municipale. In sostanza, si devono riparare le strade e offrire servizi, quali ad esempio i parcheggi. Il La beffa delle doppie multe Il caso delle contravvenzioni del comune di Roma è paradossale e grave. I dirigenti alla riscossione del dipartimento delle Risorse Economiche inviano notifiche a casa dei cittadini per far pagare una seconda volta quelle ammende riscosse con la riduzione del 30 per cento. Verranno puniti i responsabili di tanta leggerezza e chi risarcirà il cittadino che deve difendersi da questi errori macroscopici che la pubblica amministrazione (visti i generosi livelli retributivi dei colletti bianchi) non puo più permettersi? S ono arrivate a casa dei romani, in questi giorni, multe da pagare. Peccato che le somme in questione siano già state corrisposte e quindi il Campidoglio abbia già riscosso il quantum. Il caso più curioso è quello della richiesta da parte del servizio contravvenzioni del comune di Roma del pagamento di una ammenda che invece è già stata pagata con la norma dello sconto del 30 per cento. La legge, entrata in vigore lo scorso 21 agosto, faceva parte del decreto “del Fare” e stabilisce una riduzione sulle multe pagate in fretta, cioè entro i 5 giorni dall’accertamento. La logica è quella di spingere il trasgressore a pagare subito iniettando così liquidità nelle casse dei comuni i quali risparmiano anche sugli avvisi, sulla carta e sui costi di amministrazione. E invece non è così. Il dipartimento delle Risorse economiche, gestito dal dirigente Pasquale Pelusi, già responsabile dello stesso settore ai tempi di Alemanno, riconfermato dal sindaco Ignazio Marino, sarebbe nel caos. Da quando ad Equitalia, la società di riscossione delle tasse e delle multe, non è stato più riconosciuto il ruolo di esattore, a cui invece è rimasta la parte delle notifiche, il comune di Roma è diventato il responsabile delle procedure d’incasso ma anche di riscossione. E sulla questione vessazione che ha portato i cittadini a chiedere agli amministratori di cambiare politica sulla gestione delle riscossioni sembrerebbe non esser cambiato nulla. I macroscopici errori delle cartelle inviate agli automobilisti non possono accadere nella pubblica amministrazione, soprattutto in tempi in cui la questione morale e le retribuzioni dei dirigenti degli enti locali sono a livelli altissimi. L’umore del cittadino non è dei migliori quando si vede recapitare a casa una notifica di pagamento che paradossalmente ha già versato. Che cosa sta succedendo negli uffici del Campidoglio per generare questa vetusta burocrazia costosa e mostruosa? E chi paga, alla fine del procedimento sbagliato, il cittadino che per giorni soffre e deve dedicarsi alla difesa tout court? I deboli ne saranno sopraffatti e non sapranno cosa fare per difendersi, chi avrà la possibilità si rivolgerà all’avvocato per il ricorso ma dovrà sborsare altri quattrini. Certo, questa non è l’equità sociale e l’efficienza che aveva promesso il neo sindaco Marino per la Capitale, ma soprattutto per i romani. (S.P) IlCORRIERE ROMA CRONACHE giovedì 21 novembre 2013 pagina 5 DI sindaco Marino di recente ha dichiarato (dopo aver chiuso al traffico via dei Fori Imperiali) che ora vorrebbe anche togliere i sanpietrini su via Nazionale e, al loro posto, mettere l’asfalto. Siamo su un fronte antropologico: sarebbe il caso di ascoltare di più i romani prima di andare a colonizzare la Capitale, togliendole i riferimenti culturali oltre a quelli archeologici. La sicurezza stradale non riguarda il tratto di via Nazionale, riguarda l’intera città. Che senso ha vessare sempre e solo il cittadino – automobilista per fare cassa e andare a coprire altri buchi (leggi le società partecipate in profondo rosso)? Gli interventi sulla mobilità non possono più attendere. Stefania Pascucci LE SPESE IMPORTO PROVENTI CONTRAVVENZIONI 408.861.372,06 ACCANTONAMENTO FONDO SVALUTAZIONE CREDITI 197.980.851,70 IMPORTO DESTINATO AL FINANZIAMENTO DELLA SPESA CORRENTE 210.880.520,36 I PROVENTI PER LE AMMENDE E PER LE CONTRAVVENZIONI ARRETRATI, AMMENDE, OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI TPL 26.025.529,54 ARRETRATI, AMMENDE, OBLAZIONI ELEVATE DA OPERATORI COMUNALI DELLA MOBILITA’ COMPETENZA, AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI TEVERE TPL 771.551,21 3.600.000,00 AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI TEVERE TPL-ARRETRATI AVVISO BONARIO 6.000,00 ARRETRATI, AMMENDE, OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI DEL TRAFFICO 23.956.880,35 AMMENDE E OBLAZIONI PER CONTRAVVENZIONI ALLE NORME PER LA CIRCOLAZIONE STRADALE, AI REGOLAMENTI COMUNALI, ALLE ORDINANZE SINDACALI ED ALLE LEGGI 706/75 E 398/76 80.000.000,00 PROVENTI DEI SERVIZI PUBBLICI RELATIVI AL SETTORE TRASPORTO E VIABILITA’ DESTINATI AGLI INVESTIMENTI 19.800,00 COMPETENZA, AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI DEL TRAFFICO 8.500.000,00 AMMENDE ED OBLAZIONI PER CONTRAVVENZIONI ALLE NORME DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE - ARRETRATI AVVISO BONARIO 7.500.000,00 ARRETRATI, AMMENDE, OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI SITA 22.277.077,00 AMMENDE ED OBLAZIONI PER CONTRAVVENZIONI ALLE NORME DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE - TRAMITE AUTOVELOX 1.400.000,00 AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI DEL TRAFFICO - ARRETRATI AVVISO BONARIO AMMENDE ED OBLAZIONI PER CONTRAVVENZIONI ALLE NORME SULLA CIRCOLAZIONE - ARRETRATI AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI SITA - ARRETRATI AVVISO BONARIO COMPETENZA AMMENDE ED OBLAZIONI ELEVATE DA AUSILIARI TPL TOTALE 50.000,00 229.744.533,96 9.000,00 5.000.000,00 408.861.372,06 IN PRESA DIRETTA Campidoglio-caos, agli esercenti manca un interlocutore D opo i primi mesi della nuova maggioranza capitolina guidata dal “sindacoinbicicletta”, il bilancio che si può trarre rispetto al settore del commercio e del turismo è a dir poco desolante. Un connubio di inefficacia, provvedimenti ideologici e dissapori interni che non lasciano presagire nulla di buono. La scorsa settimana è arrivata la nomina del nuovo segretario romano del Pd (Lionello Cosentino) e con le prime dichiarazioni ha messo subito in chiaro che Ignazio Marino deve assolutamente aprire un confronto con la forza politica che, volente o nolente, lo ha portato ad essere il Primo cittadino della Capitale. Un vero e proprio appello (o un diktat mascherato) che conferma indirettamente il fatto che il Sindaco non ha fin qui guardato agli interessi di partito e di coalizione, sfornando provvedimenti sbagliati che lo hanno portato ad essere già inviso dalla maggioranza dei romani. Un richiamo all’ordine “di scuderia” che evidenzia come tra Consiglieri capitolini del PD, Assessori e Sindaco non ci sia stato molto feeling ma neppure un minimo di coordinamento. Nel settore del commercio è evidente che dopo la pedonalizzazione dei Fori e la mozione sulla vendita dei prodotti preconfezionati nelle edicole, ognuno stia praticamente lavorando per conto proprio. Con beghe e conflitti di attribuzione tra Giunta e Presidenti di commissione. Se per qualcuno deve essere la Giunta a dare gli input politici e le Commissioni in posizioni di supporto, per altri esponenti politici, si deve agire esattamente al contrario. Quello che emerge è che in Campidoglio regnano una grande confusione, un certo immobilismo e una conflittualità che per gli osservatori più attenti porterà a breve alla nomina di nuovi Assessori. I rappresentanti delle Associazioni dei commercianti, bar Claudio Pica, segretario dell'Associazione esercenti bar e gelaterie di Roma e Provincia e gelaterie che la scorsa settimana sono stati convocati per discutere il piano riguardante le edicole, si sono trovati di fronte ad una situazione a dir poco imbarazzante, con convocazioni sbagliate, spostate e con una strategia che testimonia come tra Consiglieri ed Assessori - e tra Consiglieri capitolini e Sindaco - non vi siano collaborazione ed un minimo di confronto. Questo dato è davvero sconfortante e pericoloso per l’economia cittadina in un settore strategico come quello del commercio e dei pubblici esercizi che attende da anni un piano complessivo di allegge- rimento fiscale e di smaltimento dell’oppressione burocratica: Che paradossalmente è differente, in ragione del Municipio di appartenenza. E sullo sfondo i problemi delle licenze delle bancarelle a Piazza Navona, dell’interfaccia con i Municipi, del problema degli abusivi che sottraggono cifre da capogiro (esentasse…) all’economia della Città, delle occupazione del suolo pubblico (i tavolini all’aperto),dei diktat della Sovrintendenza, delle bollette Ama e dei rincari generalizzati. Un piano di lavoro a 360° che il Presidente della Commissione commercio Orlando Corsetti ha sposato con la calendarizzazione di incontri con le rappresentanze cittadine ma che potrebbe venire vanificato dal conflitto di attribuzione con l’Assessore al Commercio Marta Leonori. “Chi deve fare cosa”? Se dopo mesi, non l’hanno ancora capito, per Roma e per i romani, per le imprese e i commercianti, le cose non si mettono molto bene. Gian Luca Rizzante IlCORRIERE ROMA CRONACHE DI giovedì 21 novembre 2013 pagina 6 Il momento è delicato. La stagione delle occupazioni è routinaria, scadenzata Come un tacito gentleman agreement tutto si colloca nella prima parte dell'anno scolastico, ma forse questa volta è diverso. C'è di mezzo la scuola, certo, ma c'è di mezzo il futuro di diverse generazioni. Gli studenti sono andati in piazza per protestare contro la legge di stabilità prima che contro docenti che insegnano male e istituti incapaci di formare. La scuola è un caos, le occupazioni hanno un senso? I presidi hanno le contromisure pronte, forse la risposta sarà più flessibile ma anche più dura. Il malessere si sposta anche più in là, oltre gli studenti medi. Un tempo le proteste dei fuori sede, della mitica residenza di via De Lollis offrivano titoli ai giornali (soprattutto di sinistra), oggi il disinteresse è totale, ma la residenza è occupata. Ce ne occupiamo noi. Apriamo una finestra di dialogo e di confronto La stagione delle occupazioni di Alessandra De Gaetano A pochi giorni dalla fine della prima ondata di occupazioni nei licei romani, si contano i danni e si parla di misure possibili per prevenire, arginare, gestiire il riproporsi del fenomeno. Dall'Anp, l'Associazione nazionale presidi arriva una soluzione non nuova ne particolarmente originale, ma percorribile: la cogestione, un periodo di didattica alternativa che studenti e professori possano gestire insieme, nella legalità, da inserire nel piano scolastico annuale. «Io avevo proposto - ha detto il direttore nazionale dell'Anp, Antonino Petrolino - di concordare l'utilizzo di alcune delle 8 assemblee annuali per fare uno spazio di discussione tematica a scelta dei ragazzi. Anziché farne una al mese, farne un pacchetto, ad esempio di 4 giorni consecutivi per fare questo percorso, ovviamente in cambio della rinuncia a quattro singole giornate inconcludenti nell'arco dell'anno». Un'iniziativa che andrebbe ad evitare danni e/o atti vandalici alle scuole, preoccupazione dei genitori che i propri figli possano farsi male e sarebbe per gli studenti una finestra sul mondo, la possibilità di affrontare temi di interesse, anche politico. Cifre in mano, un giorno di occupazione costa allo Stato 1000 euro al giorno per ogni classe che ha occupato, spese pubbliche sostenute a fronte di un servizio che non si è svolto e che non potrà essere recuperato. E intanto si pensa anche alle conseguenze di questi atti per gli studenti che hanno occupato. «Possono essere - ha detto Petrolino - formali o sostanziali, dipende se c'è stato un minimo di concertazione o se l'azione è stata radicale, se è stato impedito l'accesso al personale o meno, se ci sono stati danni, furti o vandalismi, sono tante le variabili che entrano in gioco e le misure dipendono da scuola a scuola. Nel primo caso entrano nel rigore della scuola che gestisce il fenomeno, e decide dall'interno se usare la mano pesante e meno. Comunque tendenzialmente non si ricorre alla sospensione perché è difficile individuare le responsabilità dei singoli, in qualche caso si abbassa il voto di condotta. Quelle sostanziali invece riguardano i giorni di scuola persi che non hanno lo stesso peso per tutti, ci sono ragazzi che li recuperano facilmente perché magari sono più preparati in partenza o hanno maggiori capacità di apprendimento, e altri che non recuperano e trascinano le lacune fino alla fine dell'anno e nella peggiore delle ipotesi vengono bocciati. Quando l'occupazione dura 4-5 giorni, ci sono strascichi pesanti». Cambiano i protagonisti, cambiano gli obiettivi della protesta. Ora giustamente si pensa allo sfascio del Paese e alla legge di stabilità. Dei problemi della scuola e della formazione degli insegnanti si parla poco e male. I presidi hanno concordato una strategia flessibile. Ma occupare costa e oltre un certo limite non si può andare L E S C U O L E O C C U PA T E MANARA B AC H E L E T VISCONTI AU G U S T O ALBERTELLI M O R G AG N I M O N TA L E V O LT A NEW TON(autogestione) UNIVERSITÀ Residenza De Lollis occupata G li studenti che hanno occupato l'Ala C della residenza universitaria De Lollis non filosofeggiano, non ce l'hanno col sistema in generale, non parlano di aria fritta. Sono alle prese con una questione molto pratica fatta di necessità oggettive e domande legittime (ancora senza risposta). Lo stabile C è pronto da molto tempo. Eppure, anche quest'anno, di metterlo a disposizione dei borsisti non se ne parla. Di fronte alle ennesime promesse non mantenute dalla LazioDisu-Regione Lazio, pochi giorni fa gli studenti senza alloggio hanno deciso di occupare la struttura, supportati da alcuni collettivi universitari. L'iniziativa, però, non è “politica”: il nucleo dei promotori è composto dai cosiddetti “studenti idonei non vincitori”. I 1700 posti-alloggio messi a disposizione nel Lazio dovrebbero far fronte alle necessità di una popolazione di studenti fuori-sede in continuo aumento (sono 90mila solo a Roma): i posti non bastano, e da qualche anno a questa parte è aumentato il numero di ragazzi ritenuti potenzialmente idonei a vincere il bando della LazioDisu e a ottenere l'alloggio, e ciò nonostante lasciati senza un tetto per insufficienza delle strutture. È successo ad Ahmed, che studia disegno industriale alla Sapienza. Gli hanno detto di prendere una stanza in affitto nell'attesa che si liberi un posto. Anche Valerio e Gabriele sono nella stessa situazione. Mentre mi mostrano l'Ala C, espongono le loro ragioni: “Ognuno di noi ha cercato singolarmente di ottenere una risposta, e alcuni sono in questa situazione già da molto tempo. L'anno scorso abbiamo occupato questo stesso stabile e alcuni dei ragazzi che vedi sono gli stessi di allora. Abbiamo anche parlato con parecchi borsisti dello studentato di Casal Bertone: alcuni preferiscono vivere in tre in una stanza pur di non doversi trasferire per ragioni di graduatoria in sedi più lontane, ad esempio a Tor di Nona o alla 'Falcone e Borsellino' di Tor Vergata. Abbiamo organizzato un'assemblea e alla fine abbiamo occupato. Non si poteva andare avanti così”. Nell'Ala C le stanze sono 110, di cui 20 già ammobiliate. Mancano solo le rifiniture, gli specchi, i sistemi di chiusura delle porte: l'impressione è che servirebbero poco tempo e poco denaro per finire i lavori e assegnare gli alloggi a chi ne ha bisogno. Eppure è in questo stato da tre anni, tanto che in alcune stanze l'umidità ha già rovinato le pareti. “Non riusciamo a capire perché non vengano ultimati i lavori. I soldi dovrebbero esserci: per questo genere di interventi arrivano anche finanziamenti europei, ma come vengono usati? La LazioDisu – recentemente fallita e commissariata dalla Regione - ha decine di milioni di debiti con le ditte appaltatrici. Che fine fanno i soldi che dovrebbero usare per noi?” In tutto vi sarebbero circa 500 posti (non assegnati o non compresi dal bando ma) potenzialmente pronti in pochissimo tempo. “Non è un problema solo nostro – continuano – Occorrono più strutture ma anche più elasticità. Non è possibile che una stanza pronta non sia assegnata perchè manca un mobiletto: saremmo ben felici di procurarcelo. Se non ci sono soldi siamo anche pronti a pagare le bollette. Ci sono centinaia di stabili inutilizzati a Roma, senza parlare delle strutture confiscate alla mafia. Si spendono milioni per costruire residenze nuove, magari fuori dal raccordo, ma ci sono alternative meno costose e più vicine alle facoltà”. Occorre chiedersi se siano proposte ingenue o idee oggettivamente convenienti, da valutare con serietà. E in questo caso bisogna domandarsi cosa ha fatto e cosa stia facendo la LazioDisu. Di sicuro il numero degli alloggi è (vergognosamente) basso, ed è assurdo che molti dei pochi posti disponibili non vengano consegnati per ragioni regolamentari o burocratiche o perchè mancanti di qualche pezzo di mobilio. “La battaglia è appena iniziata – chiosano – Non ci bastano le promesse. L'occupazione continuerà finchè non vedremo assegnati almeno questi alloggi”. Lorenzo Marziali IlCORRIERE ROMA CRONACHE giovedì 21 novembre 2013 pagina 7 DI Atac: dieci anni di inchieste, tanti furbetti e 200 milioni di buco di Leonardo Giocoli L’ Italia della memoria corta andrebbe penalmente perseguita. Sullo scandalo della Zecca segreta dell'Atac le responsabilità di amministratori e manager dell'ultimo decennio sono lampanti e, beati loro, possono allegramente contare oltre che sulle scarse sinapsi celebrali anche sulla prescrizione. Resta il fatto che dentro l'azienda municipalizzate qualcosa puzzasse da decenni era ben noto, soprattutto ai magistrati. Come ricorda con sospetta tempestività ad orologeria (excusatio non petita, accusatio manifesta), il consigliere regionale del Lazio, Riccardo Agostini (Pd), membro della Commissione Trasporti, dei biglietti Atac le toghe se ne occupano da lustri «Come spiegato da Mauro Calamante, presidente dell'Atac tra il marzo 2002 e il febbraio 2005 e poi assessore alla mobilità del Comune di Roma - scava nei ricordi il consigliere del Partito Democratico - tutti i procedimenti di internalizzazione del servizio di biglietteria e la successiva gestione furono controllati in quegli anni dalla magistratura contabile (corte dei Conti, ndr), che nulla ebbe da obiettare». Sarà, ma oggi salta fuori tutt'altro. A dire il vero Calamante nel 2003 scrisse una lettera riservata all'allora sindaco Walter Veltroni per lanciare un alert sulla storia dei biglietti. Si fece un po' di ammuina, poi nel più classico dei modi italiani Calamante venne promosso assessore e rimosso dalla presidenza. Storia chiusa. Ma le inchieste giudiziarie e giornalistiche su questa azienda sono come un fiume carsico: appaiono in superficie per qualche tempo a cadenza, per poi tornare ad immergersi. E poi riappaiono ancora. Sono passati 10 anni dalla Roma Veltroniana. L'Atac è stata immersa in un minestrone di debiti del quale si conosce solo approssimativamente la portata (200 milioni), l'azienda a oggi non è in grado neppure di pagare la società di vigilanza Italpol che ha l'incarico di sorvegliare sedi e depositi (servirebbero 16 milioni che non ci sono per saldare), o saldare qualcuna delle altre fatture. Illuminante ciò che scrive e comunica al cda dell'azienda e al Campidoglio Vincenzo Pesce, direttore centrale Amministrazione finanza e controllo di Atac, che già nell’agosto del 2011, si era preso la briga di passare in rassegna il registro delle operazioni finanziarie e commerciali dell’azienda, e Dal 2003 ad oggi si ripetono le analisi sui costi e i magistrati ficcano il naso. Ma la vera colpa è nel non aver scelto aziende pubbliche e romane (come il Poligrafico dello Stato o Finmeccanica) per realizzare biglietti e programmi di gestione. Si è preferito volare dall'altra parte del mondo per scoraggiare curiosi e magistrati. Ma è da escludere un'azione di responsabilità per Veltroni, Alemanno e Marino. Finirà con il più classico dei tutti colpevoli, nessun colpevole. E ai romani resta un servizio da terzo mondo e oltre 200 milioni di debiti. E grazie a Marino gli ausiliari potranno multare i portoghesi che viaggiano senza biglietto di conseguenza aveva lanciato l'allarme. Il team di Pesce verificò allora (nel 2011) 156 milioni di euro di debiti verso fornitori. L'aspetto eclatante che Pesce denunciò è che c'erano ancora <fatture del 1994 aperte>. Provate voi a non pagare il giornalaio o l'alimentari per 19 anni e vediamo se vi fanno credito, ma queste sono considerazioni di buon senso e nella municipalizzata, così come nelle ultime amministrazioni comunali, di senno ce n'è stato ben poco, se non proprio dolo. Come se non bastasse nel gennaio 2010 il Campidoglio decide la fusione, i bilanci erano di tre società: Atac, Metro e Trambus. E invece di mettere ordine nei conti l'accorpamento delle aziende di mobilità locali offre l'occasione per rendere il minestrone di conti, fatture, pagamenti, ritardi e interessi ancora più complicato e volutamente inestricabile. Il paradosso di tutta questa vicenda è che un amministratore delegato oculato, o un sindaco accorto (Veltroni, Rutelli, Alemanno, Marino, scegliete chi volete voi), avevano sotto il naso aziende e tecnologie per realizzare in autonomia e forse risparmiando la gestione e generazione dei biglietti. Come? Magari rivolgendosi alla Zecca di Stato (sede di Roma, per loro informazione), che realizza, stampa e garantisce la realizzazione di carta moneta a tanti Paesi esteri. Se alla Zecca sono in grado di stampare cartamoneta forse sarebbero stati anche in grado di realizzare qualche biglietto dell'auto- bus non taroccato. Se il problema è la numerazione o il codice elettronico sequenziale non ripetibile (che invece è stato abbondantemente clonato), sindaci e amministratori potevano fare una passeggiata in Finmeccanica: hanno nell'azienda di Stato fior di cervelloni e ingegneri che realizzano, tra l'altro, satelliti sofisticatissimi e elicotteri comprati anche da Mosca e dalla Casa Bianca. Forse sarebbero stati in grado di mettere in piedi un programmino senza andare a pescare una società esterovestita in un continente australe. Sorge il sospetto che spostare tanto lontano l'affidamento di un appalto strategico sia stato deciso per evitare i ficcanaso (giornalisti e magistrati) e magari favorire qualche illecito. Tralasciamo la considerazione da buon padre di famiglia (Einaudi, chi era questo sconosciuto?), che un investimento tanto importante della municipalizzata romana avrebbe potuto fare da volano all'economia della nostra regione investendo su aziende italiane, anzi romanissime. Ma questo lo pensa e lo mette in pratica solo un amministratore oculato. Non se ne preoccupa né un sindaco che ha altre mire politiche, né un presunto manager profumatamente pagato che deve poltrona e stipendio solo al circolo delle amicizie. Amici che presto passano all'incasso, forse, esigendo precise strategie aziendali che tutto hanno come fine tranne che il servizio ai cittadini, la sostenibilità economica e la sopravvivenza dell'azienda. La trovata di Ignazio Marino poi per raddrizzare Atac è geniale: delegare agli ausiliari del traffico l'accertamento e le multe dei portoghesi. Come se il problema fossero gli utenti che non pagano e non i manager truffatori e i politici "distratti". I giapponesi che compiono errori si inchinano e si scusano. Magari si dimettono. I nostri politici accusano qualcun altro. E la ruota gira. Una preghiera ai magistrati: è possibile che questa ennesima inchiesta non finisca nel polveroso cassetto degli scandali sepolti? I romani già hanno un servizio di trasporto pubblico da terzo mondo, però nella culla del diritto romano ci si aspettano almeno condanne esemplari e azioni di responsabilità verso chi ha rubato, distratto fondi e trasformato una delle più grandi aziende del Lazio in una discarica di raccomandazioni, truffe e pure in una zecca. Ma clandestina e a loro esclusivo appannaggio. INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL I MUNICIPIO, SABRINA ALFONSI, SUL TRAFFICO INTORNO AL VATICANO P rati-Vaticano, non si circola e non si vive più. Con l’entrata in campo di Papa Francesco le cose sono peggiorate, il flusso di fedeli e di pullman è aumentato a fronte di una manifesta incapacità di gestire l’emergenza da parte delle autorità municipali. Interventi spot, piani di parcheggi per i pullman confusi e sostanzialmente inapplicati. Ma anche da soste selvagge, fuori regola e, soprattutto, senza sanzioni, che i romani subiscono durante tutta la settimana. I vigili ci sono, ma non possono far tutto, “specialmente se sono impegnati in altri servizi”, riferiscono gli esperti. Scegliamo un giorno a caso e andare in Via Ottaviano per vedere il numero sempre crescente di abusivi e ambulanti. I marciapiedi sono occupati. La strada, dovrebbe essere un’isola pedonale, è piena Prati, quando il caos è papale di macchine non autorizzate, parcheggiate in fila. Al centro della strada, bus, tra e taxi, fanno fatica a passare tra la gente che non può/non vuole usare il marciapiede. Arriviamo al semaforo che fa incrocio con Viale Giulio Cesare. A poche decine di metri ci sono due pullman turistici fermi: forse stanno aspettando i pellegrini che ritornano da piazza San Pietro. Quei pullman non dovrebbero essere lì, all’interno dell’anello ferroviario. Dall’altra parte della strada c’è un gabbiotto. Dentro ci sono due vigili che parlano come se non si accorgessero di nulla. In strada ce ne sono altri tre. Qualcuno ogni tanto fischia a qualche automobilista che si ferma in doppia fila. Insomma, caos. Ne chiediamo conto a Sabrina Alfonsi, Presidente dell’ex XVII Municipio (oggi I Municipio) Presidente, intorno al Vaticano - ma anche a Prati - è il caos; come offrire ai romani e turisti l’immagine di una città funzionale ed efficiente? Dopo il primo mercoledì di settembre si è cercato di mettere a regime l'arrivo dei bus turistici, che possono sostare in alcune zone delimitate e riservate, intorno a San Pietro, per il tempo strettamente necessario per la discesa o la salita dei passeggeri. Poi devono parcheggiare negli stalli previsti che sono situati nelle vicinanze del Vaticano, come il Parking Gianicolo, Stazione Aurelia, Gregorio VII. La situazione è migliorata, ma molto c’è ancora da fare. Chiaramente è richiesto anche il rispetto delle regole non solo per ragioni normative, ma soprattutto per dare ai turisti una immagine positiva e ordinata della città. È richiesta molta collaborazione da parte dei residenti, tenendo presente che ormai il quartiere Prati è caotico di suo durante tutta la settimana, anche per le udienze del giudice di pace che – coincidenza vuole – si tengono sempre di mercoledì. Ci sono state molte polemiche tra i cittadini per alcuni cambiamenti di senso di marcia in alcune strade del municipio come via Fabio Mas- simo o via Terenzio. Era davvero necessario questa modifica? Quel cambiare il senso di marcia è stato fatto per combattere l'inquinamento che risulta più basso se le macchine viaggiano in un unico senso di marcia. Il disagio è minimo, poiché ci sono semafori e strade che permettono di girare intorno alla strada in maniera rapida. Stiamo inoltre studiando la realizzazione di un sistema di parcheggio misto in via Cola di Rienzo, ovvero riservare le strisce blu (a pagamento) per i commercianti dalle 9 alle 19 e per i residenti nelle altre fasce orarie. Questo potrebbe creare maggiore scambio e dinamicità, poiché molti residenti al mattino vanno al lavoro con la macchina e tornando ritroverebbero i posti lasciati dai commercianti. È una ipotesi che va sperimentata. Francesco Vitale IlCORRIERE ROMA CRONACHE DI giovedì 21 novembre 2013 pagina 8 VOGLIA DI RIVINCITA/ MARCHINI E MONDELLO STANNO PER RIENTRARE IN PISTA A volte ritornano... di Carlo Rebecchi Roma è nel caos, politico e amministrativo. Mancano gli uomini - guida, manca qualcuno che possa caricarsi sulle spalle il fardello di una città allo stremo, senza un euro e senza speranze, e pilotare una uscita dal tunnel con il minor danno possibile. Qualche giorno fa la coppia Rutelli-Palombelli ha festeggiato il compleanno di uno dei playmaker della politica capitolina, Goffredo Bettini. Le cronache dicono che ci fossero tutti, per l’occasione, poteri forti, palazzinari, politici, il sindaco Marino. Ma è in quelle sedi, in quei contesti che si ragiona su e per Roma? Pensiamo a qualche outsider, a qualche personaggio con le mani libere e risorse proprie. Proprio in queste settimane qualcosa si sta muovendo, dall’esilio volontario (o procurato) c’è chi sta riemergendo. Il piatto è ricco, c’è un vuoto da riempire con idee, iniziative, prospettive politiche. A volte ritornano, come Andrea Mondello e Alfio Marchini. Un denominatore comune, la voglia di rivincita. Talvolta è la molla più potente e più efficace sul mercato Alfio riscalda i motori per le prossime elezioni Marchini, dopo il risultato ottenuto alle amministrative romane, sembra intenzionato a fare il grande salto a livello nazionale con il suo movimento Guarda con attenzione a quello che sta succedendo nel Pdl, nel Pd e in Scelta Civica e pensa di intercettare i fuoriusciti riformisti ed europeisti D al giugno scorso, quando è uscito con un tesoretto di oltre 100mila voti dalle elezioni che hanno portato in Campidoglio Ignazio Marino, l’imprenditore Alfio Marchini nuota praticamente sott’acqua. Dopo il suo “no” alla nomina a vicesindaco, soltanto qualche dichiarazione, qua e là, per ricordare a tutti i tratti essenziali del suo programma; ma niente di forte, come ci si sarebbe potuti aspettare, nei confronti del Sindaco, tipo “Ah, se si fosse fatto, e si facesse, quel che dicevo io”. Non per questo, però, si deve pensare che Marchini sia stato una fugace meteora nel firmamento della politica romana. Se oggi è silenzioso è perché, dopo il lusinghiero esordio nelle Comunali, sta preparandosi a strutturare il suo movimento, che potrebbe diventare presto un partito già a cominciare dalle elezioni europee della prossima primavera. E anche perché, come tutti, è in attesa di vedere quel che accadrà del Pdl con la crisi aperta in questo partito dalla “decadenza” di Silvio Berlusconi, crisi che potrebbe mettere “in libera uscita” i voti di molti che fino ad oggi hanno sostenuto il Cavaliere. Per Marchini le Comunali sembrano essere state insomma la fase di “riscaldamento” prima della partita che sta per cominciare ora. Del resto, l’uomo ha dichiarato più volte anche pubblicamente: “ho fatto una scelta di vita, per i prossimi quindici anni mi occuperò di politica con passione”. Dove? Il Dna di famiglia, nota e miliardaria dinastia di costruttori romani di sinistra - il nonno Alfio negli anni quaranta costruì e regalò al Pci la storica sede del Bottegone - esclude la destra, tipo Storace e eredi di An. Ma anche il partito dei competenti (industriali, imprenditori, manager…) cui si rivolgerebbe la nuova Forza Italia ex Pdl. Ma certo non gli attuali moderati-ri- formisti-europeisti senza Berlusconi (cioè i “governativi” di Alfano schierati a sostegno di Enrico Letta) appaiono come gli interlocutori ideali di Alfio. Insieme con Scelta civica e gli ex Margherita (a loro volta ex Dc) e i riformisti del nascente blocco di Matteo Renzi, del quale Alfio dice: “se avesse avuto il coraggio e la sana follia di correre da solo, oggi il quadro politico sarebbe sicuramente diverso”). L’ex capitano della “nazionale” di polo (per chi non lo sapesse: quello sport che si gioca a cavallo, dando colpi di mazza a una pallina, di cui vediamo ogni tanto le foto sui giornali dato che i protagonisti sono in genere aitanti principi, e del resto Alfio assomiglia proprio al “piacione” Ridge di “Beautiful”), è uomo “trasversale”, bene introdotto a destra (vedi Gianni Letta) come a sinistra (Massimo D’Alema). Corteggiato dai grandi partiti, per il momento preferisce fare da solo, con l’aiuto alcune centinaia di 1500 volontari. Come il Berlusconi del 1994 anche lui promette “l’Italia europea” da tutti sognata. Al settimanale “Panorama” ha illustrato al- Alfio Marchini cuni suoi “no assoluti”, come il no a ogni forma di razzismo e di intolleranza verso le cosiddette diversità, il no “al massacro cui stiamo assistendo inermi delle aziende piccole e medie”, il “alla vuota retorica di questi anni”. L’Italia, per lui, è “un’azienda con un immenso patrimonio, i cui cittadini sono divisi in due categorie. I figli di un Dio minore da una parte, e sono le imprese, i lavoratori nel settore privato e le famiglie. E i privilegiati dall’altra: investitori internazionali, dipendenti pubblici e la macchina dello Stato in generale”. Mondello, l’uomo giusto per ogni stagione L’ex presidente della Camera di Commercio di Roma da sempre rappresenta i poteri forti della Capitale. Messo da parte dall’ex sindaco Alemanno ora sembra essere ritornato in auge, forte delle sue amicizie bipartisan e dall’essere considerato “renziano”. È indicato da molti come prossimo vicesindaco O gni volta che c’è stata una competizione elettorale, o una nomina importante, il nome di Andrea Mondello è sempre stato nella lista dei possibili vincitori come espressione della società civile, spesso proposto sia dal centrodestra che dal centro sinistra (come nelle recenti elezioni per il Sindaco di Roma e per la carica di Governatore del Lazio). Nella corsa per il Campidoglio, quando il Pd ha poi scelto Ignazio Marino, si era detto – e la cosa sarebbe piaciuta a tutti – che Mondello sarebbe stato un “vice sindaco ideale”. Invece Il Professore ha fatto altre scelte. Mondello è rimasto in stand by, ma non con le mani in mano. La sensazione, in questo momento in cui il Partito democratico cerca di mettere “sotto controllo” un Marino che giudica troppo indipendente ed autonomo, e si parla di rimpasto a breve, c’è nel Pd chi dice che a fianco del Sindaco servirebbe un esponente moderato, amico del mondo cattolico e vicino ai poteri forti della città, come lui. Per rinverdire i fasti del “modello Roma” e delle notti bianche di Walter Veltroni e Goffredo Bettini . La prima notte bianca a Roma risale al 27-28 settembre 2003 e coincise con il più grande black out elettrico mai avvenuto in Italia. La verità è che Mondello, definito “renziano”, è stato, e per molti lo è ancora sia pure dalla presidenza del decentrato Tecnopolo Spa, uno Andrea Mondello dei “poteri forti” della Capitale. Come ha scritto Claudio Cerasa nel suo libro “La presa di Roma”, la Camera di Commercio di Roma, di cui Mondello è stato per quindici anni presidente, ha fiancheggiato e sostenuto (con l’asse Gianni Letta-Bettini-Mondello) alcuni dei principali motori del potere romano: Investimenti spa, Aeroporti di Roma e Unicredit. L’arrivo al potere nel Lazio del centrodestra,(Alemanno sindaco e la Polverini Governatore) è coinciso due anni e mezzo fa con il passaggio della presidenza della Camera di Commercio a Giancarlo Cremonesi, legato proprio ad Alemanno. Comunque Mondello avrebbe continuato a farvisi sentire attraverso il “fedelissimo” (così lo definiscono i giornali) segretario generale Pietro Abate (da lui nominato nel 2007, che è anche direttore di Unioncamere Lazio). Dettaglio non di poco conto: si calcola che la Camera di Commercio romana disponga al momento di un “tesoretto” di circa 120 milioni di euro. Tesoretto che rappresenta, oggi, forse l’unico serbatoio di vere risorse economiche liquide e dall’impiego immediato per il territorio capitolino ed al quale guarda con intersse il Partito democratico, che governa Comune, Provincia e Regione. E attingervii sarà nei prossimi mesi più facile, ora che il presidente Cremonesi è stato neutralizzato con la modifica dello statuto che permette al Consiglio di sfiduciarlo, e per la presidenza ritorna ad essere candidato il direttore della CNA, Lorenzo Tagliavanti, uomo di sinistra vicino proprio a Mondello. La “vicenda Cremonesi” (che rifiuta da mesi la concordata staffetta con Tagliavanti e promette ora strascichi giudiziari) rende più preziosoche mai il ruolo di un Mondello la cui Camera di Commercio tesseva - insieme alle rappresentanze dei lavoratori e al vertice di Confindustria allora rappresentato da Giancarlo Elia Valori - iniziative che corrispondevano agli interessi economici e produttivi del territorio capitolino. Basta questo per far capire che Mondello non è destinato a rimanere ancora a lungo fuori dalla stanza dei bottoni dell’economia capitolina. In prima persona o come eminenza grigia. anità S Lazio la del NUMERO 13 ANNO LXVI GIOVEDI 21 NOVEMBRE 2013 L’EDITORIALE LA SANITÀ CHE FUNZIONA Case della Salute, la fanno troppo facile. Dov’è il trucco? Fondazione Roma Hospice Sla-Alzheimer: “Quella felice anomalia nel panorama a pagina 13 della sanità a pagina 11 OPERAZIONE MANAGER Si stanno incartando da soli Sabato 16 tre ore e mezza di prova per quasi duecento candidati (dei 580 iniziali) Tra i presenti anche qualcuno dai requisiti “dubbi”. Test attitudinali e di personalità, non risolutivi Tanto deciderà comunque Zingaretti. Ma che bisogno c’era di mettere in piedi questo circo? di Giulio Terzi a pagina 12 La sede del Dams, all’Università Roma Tre, che ha ospitato la prova degli aspiranti manager Se la farmacia diventa una succursale della Asl E ntro i primi mesi del 2014 sarà possibile prenotare una visita e pagare il ticket in tutte le farmacie private e pubbliche operanti nel Lazio. Il tutto senza costi a carico dei cittadini. Parola di Zingaretti, l’uomo non conosce le mezze misure e i condizionali. L’annuncio è di quelli forti e viene dopo un accordo siglato tra Regione Lazio, Confservizi, Federfarma e Farmacap. Le farmacie in questa ottica dovrebbero diventare (noi il condizionale lo usiamo) dei veri e propri terminali Cup diffusi in tutti i quartieri della città. L’accordo prevede anche il rinnovo del contratto di distribuzione di alcuni farmaci molto costosi e ad alto impatto, come quelli per i malati cronici o per patologie cardiache, oncologiche o legate al diabete e alla fertilità. L’intesa prevede il rafforzamento del ruolo delle farmacie come terminali distributivi di questi farmaci che saranno acquistati dalla centrale unica degli acquisti regionale, ottenendo sconti che vanno dal 50% al 70% rispetto a quanto pagherebbero le farmacie se li comprassero ciascuna per conto proprio. In questo modo ci aspettiamo una riduzione sui conti della farmaceutica per il 2014 di 13 milioni, dice Zingaretti. «Le farmacie sono un terminale territoriale che già esiste e con uno studio che dobbiamo fare insieme potrebbero diventare uno dei terminali del sistema sanitario regionale, ad esempio come cabine di regia dell’assistenza domiciliare». Progetto ambizioso che se realizzato segnerebbe veramente una tappa importante per la riorganizzazione del sistema sanitario. Ma al di là della firma di un protocollo è veramente realizzabile, i farmacisti sarebbero ( o saranno) in grado di gestire questa nuova attività, estranea alla loro professione? E a che prezzo? L’operazione, a naso, sottintende costi notevoli sul piano dei supporti telematici e un grosso lavoro di preparazione e di gestione. A carico di chi? Nessuno lo spiega, basta l’effetto annuncio per dare l’impressione di una grande efficienza. Cercheremo le risposte a questi interrogativi. la Sanità Lazio I COMMENTI giovedì 21 novembre 2013 pagina 10 del FATTI&MISFATTI LA ASL RMG (E IL SUO MANAGER) NEL MIRINO Il giallo di un appalto contestato Bufala o mossa politica? di Alessandra De Gaetano N e avevamo parlato la scorsa settimana. Era apparsa insolitamente dura la nota - resa pubblica a differenza di quanto avviene normalmente - diramata dalla cabina di regia della sanità laziale in merito ad un appalto piazzato “fuori tempo massimo” dal manager uscente della Asl Rmg. Ora viene prospettata una realtà diversa, un piccolo giallo, insomma. Perché da Tivoli arriva una secca precisazione, non è stata bloccata nessuna gara d'appalto dalla Regione Lazio alla Asl RmG per l'esternalizzazione del servizio di protocollo aziendale semplicemente perché non è mai stata fatta. La smentita arriva direttamente dal Direttore generale della Asl RmG, dottor Nazareno Brizioli, che puntualizza sul fatto che l'informatizzazione del protocollo, già in atto, fa seguito ad un contratto Telecom già esistente contenuto nella delibera n° 850 del 2008. Il 10 luglio scorso è stato rinnovato, con la delibera n°748 l'affidamento alla società Consis anche per l'anno 2013 di una serie di servizi tra cui l'informatizzazione del protocollo per la digitalizzazione. La società Consis faceva già parte del contratto Telecom Sopra l’ospedale di Tivoli, a destra in alto Nazareno Brizioli, direttore generale della Asl RmG; a fianco Alessio D’Amato a cui facevano riferimento le diverse ditte. «Appena sono arrivato - ha detto Brizioli - ho monitorato e rimodulato il contratto Telecom portandolo a 10 milioni e 293 mila euro contro i 12 milioni e mezzo con cui era stato fatto. Quindi c'è stato un risparmio secco di 2 milioni 503 mila 314 euro». Il contratto Telecom prevedeva, attraverso la Cni (che gestiva i servizi prima del Consis, ndr) una serie di servizi, come l'ar- chiviazione fisica di documenti amministrativi e sanitari, l'assistenza su servizi professionali e specialistici, la manutenzione ordinaria delle piattaforme iesis, i servizi cedolini e Cud, il servizio gestione ciclo passivo di fatture, e il servizio gestione del protocollo informatico, ossia la digitalizzazione che la Asl Rmg sta attuando. Non esiste gara, dunque, perché la digitalizzazione in corso faceva già parte di questo pacchetto che prevede un affiancamento al personale dell'azienda sanitaria per il tempo necessario ad acquisire il nuovo software. Dopo di che il personale porterà avanti il protocollo come è stato sempre fatto fino ad oggi. «Io non ho mai chiesto un'autorizzazione per una gara - ha continuato Brizioli - la digitalizzazione è interna. Si tratta di un allineamento. Sono valutazioni (quelle della Regione Lazio, che ha diramato un comunicato presente sul numero scorso del Corriere, ndr) prive di fondamento e del tutto strumentali. Smentisco anche le notizie circa fantomatici sperperi di denaro pubblico, perché la rimodulazione che ho fatto ha consentito un risparmio netto dell'azienda di 2 milioni 503 mila 314 euro, rimediando all'eccessiva onerosità derivante dalle condizioni stabilite nella originaria convenzione stipulata dai miei predecessori». E' una norma di legge quella dell'informatizzazione del protocollo ed è un servizio necessario soprattutto in questa Asl che è molto estesa, con 6 ospedali e 6 presidi territoriali. E adesso cosa succede, quale sarà la prossima mossa di Alessio D’Amato? EDITORIALE giovedì 21 novembre 2013 pagina 11 la Sanità Lazio del L’EDITORIALE Case della salute, la fanno troppo facile. Dov’è il trucco? di Giovanni Tagliapietra L a sensazione forte è quella di essere di fronte all’ennesimo gioco di prestigio, all’ennesimo bluff. L’opinione pubblica, i media, ci cascano sempre, nella trappola dell’effetto annuncio. Basta una delibera, realizzata in modo quasi clandestina, nemmeno presentata e discussa in Commissione sanità, per considerare avviata l’operazione-Case della salute? Per tutti, visto come ne parlano, è cosa fatta. E si fa finta di dimenticare come sia difficile in Italia far partire qualsiasi attività, decidere come, dove, quando, perché, con chi; in sostanza stabilire precise linee di attività, trovare i dirigenti adatti e rapportarli al territorio, inventarsi un modo nuovo di gestire il rapporto con gli utenti, scegliere (e spostare) il personale. Eccetera eccetera. Si è parlato di pianta organica, sono stati individuati con precisione gli obiettivi? Macchè, si è solo detto che nel 2014 si partirà. Da tre giunte a questa parte gli utenti del Lazio si aspettano la realizzazione di ottomila posti di Rsa, indispensabili per far fronte alle esi- il ORSINO S della Guai a non assecondare le idee zingarettiane, si rischia di uscire dal giro S i sono svegliati tutti insieme, gli esperti di sanità che fiancheggiano Zingaretti. Teresa Petrangolini, Alessio D’Amato, Flori De Grassi, Rodolfo Lena, tutti insieme allegramente a raccontare la nuova sanità. Prima la promessa sulle liste d’attesa, poi la promessa romanzata delle case della salute, infine la trasformazione delle farmacie in succursali delle Asl. Diamo agli Zingaretti-boys l’alibi della buona fede. Ma finisce lì. Per fare sanità ci vuole altro, ci vogliono logica e buon senso, ci vuole una strategia che quei signori mostrano di non avere. Stupisce il basso profilo del presidente romano di Federfarma, Franco Caprino. Lui le cose le sa, perché non imporsi nella questione delle farmacie? E perché tace Pier Luigi Bartoletti, leader dei medici di base, di fronte al sistema prospettato dalla Giunta (Liste d’attesa-farmacie-Case della salute)? Perché tacciono i sindacati? Forse perché tutti questi soggetti pensano di trarre il massimo vantaggio dall’assecondare le idee zingarettiane, e/0 perché sono convinti che di tutti questi progetti alla fine non se ne faccia nulla. Si battono in pochi contro questo andazzo, a colpi di interrogazioni e di dichiarazioni. I grillini di Davide Barillari, il capogruppo del Pdl in regione Luca Gramazio, il consigliere Fabio De Lillo. Ma i media non li riprendono, non li citano, non li sostengono. Fatica sprecata. Due battute sulla bufala della gara per i 21 posti di manager nelle Asl e nelle Aziende ospedaliere. Fanno simpatia quei direttori generali di lungo corso - Vitaliano De Salazar, Riccardo Fatarella, Aldo Morrone, ad esempio - che si sottopongono ai test attitudinali come se dovessero essere assunti in un call center. E’ il lavoro, bellezza. Cosa non si fa per rimanere in partita. CHI SALE dall’alto Davide Barillari, Luca Gramazio, e Vitaliano De Salazar CHI SCENDE dal basso Flori De Grassi, Teresa Petrangolini, e Franco Caprino genze del territorio, della popolazione anziana. Secondo gli amministratori precedenti dovevano insistere sulle stesse strutture sulle quali si decide di calare dall’alto la nuove case della salute. Non è successo niente. Ora gli Zingaretti-boys hanno promesso 48 strutture e hanno indicate con precisione 14 location, tutti presidi ospedalieri dismessi, da dismettere o riconvertiti, sono sul testo del decreto commissariale n. 428 del 4 ottobre 2013 relativamente: «Nuovo Regina Margherita (Asl Rm/A), Santissimo Salvatore di Palombara Sabina (Asl Rm/G), San Giovanni Battista di Zagarolo (Asl Rm/G), A.C. Cartoni di Rocca Priora (Asl Rm/H), Spolverini di Ariccia (Asl Rm/H), Villa Albani di Anzio (Asl Rm/H), San Carlo di Sezze (Lt), Luigi di Liegro di Gaeta (Lt), ex ospedale di Minturno (Lt), Francesco Grifoni di Amatrice (Ri), Ospedale civile di Ceccano (Fr), Presidio sanitario di Ferentino (Fr), Santa Croce di Arpino (Fr) e la struttura ‘In memoria dei cadutì di Isola del Liri (Fr). «Per le altre strutture in corso di riconversione ed, in particolare, per quelle oggetto di contenzioso – si legge ancora nel testo del decreto – l’opportunità di realizzare Case della salute sarà soggetta a valutazione successiva». Quei siti erano già nella lista nera di Marrazzo-Montino, poi in quella della Polverini, ora in quella di Zingaretti. Non hanno ospitato Rsa, come promettevano i governatori precedenti, perché riconvertire quelle strutture, concepite come ospedali, in altro non è né semplice né economicamente conveniente. Anzi. E dunque i conti non tornano. Abbiamo passato anni a subire tagli pesantissimi, a sentirci dire che i piccoli ospedali vanno chiusi perché non performanti, e scopriamo oggi che si vuole fare una inversione a U e investire risorse su quelle stesse strutture che si voleva cancellare. Pare che ci sia anche un piccolo stanziamento, ma l’operazione di riconvertire, riconsiderare, coordinare appare avventurosa, costosa, confusa. Tutto questo non ce l’hanno spiegato. Così governa Zingaretti. Immagina 48 case della salute. Poi si vedrà. Chissà che cosa ne pensa il nuovo subcommissario. la Sanità Lazio PRIMO PIANO giovedì 21 novembre 2013 pagina 12 del IL FATTO DEL GIORNO OPERAZIONE MANAGER Si stanno incartando da soli Sabato 16 tre ore e mezza di prova per quasi duecento candidati (dei 580 iniziali) Tra i presenti anche qualcuno dai requisiti “dubbi”. Test attitudinali e di personalità, non risolutivi Tanto deciderà comunque Zingaretti. Ma che bisogno c’era di mettere in piedi questo circo? di Giulio Terzi P arliamoci chiaro, Nicola Zingaretti si sta incartando da solo. Voleva dare un segno - apparente - di discontinuità con il nuovo management della sanità regionale e ha fatto un guaio, anzi, una serie di guai. La commedia dei duecento - o giù di lì - aspiranti manager costretti sabato 16 ad una prova telematica e ad un questionario di autovalutazione nelle aule abitualmente riservate agli studenti di Roma Tre mette impietosamente il dito sulla piaga, apre mille interrogativi e riempie la giunta di ridicolo. Ma siccome bisogna guadagnarsi ogni giorno la pagnotta tutti sotto con i test come se il traguardo fosse un posto in un call center ( parole rubate ad uno dei concorrenti…). Sembravano studenti in gita scolastica, austeri signori in grisaglia e manager in liberta, jeans e camicia di flanella, divertiti e imbarazzati di essere costretti ad una prova per dimostrare di saper fare quello che fanno da anni. Contenti di rivedersi e di scambiarsi opinioni, una rimpatriata tra membri di unna consorteria, tra ex compagni di scuola, una compagnia di giro che da Bologna a Palermo passando per Roma ricopre da sempre ruoli di responsabilità gestionale. Erano stati invitati a presentarsi via mail per la “seconda fase propemesso nei guai da solo, infilandosi in un ginedeutica alla formazione della c.d. short list”.Con praio di problemi. Quando avrebbe potuto tranla avvertenza di avere un documento di identifiquillamente decidere in perfetta solitudine la sua cazione e la precisazione che la prova non squadra senza rendere conto a nessuno. Dalla avrebbe generato graduatoria e non avrebbe dato polemica sui criteri di scelta, non indicati, poi inalcun diritto al passaggio al livello successivo. Un dicati approssimativamente, poi nuovamente octest sui generis, insomma, ideato dai geni delcultati, non uscirà vivo, e i ricorsi mineranno a l’Agenas. Tra i duecento, o 199 o 196, c’erano dilungo la stabilità del management. Il sospetto che versi dei direttori generali oggi in carica, molti ex ci sia sotto dell’altro è legittimo. Per la gente e qualche new entry, spaesata. Identificati e guarZinga ha fatto una buona cosa, più pubblica di dati con sufficienza anche dei personaggi che così…Dietro le quinte, nelle segrete stanze, il sotto profilo strettamente amministrativo i repolverone sollevato, i falsi obiettivi, le false piste, quisiti per essere della partita proprio non doconsentiranno a lui e ai suoi interlocutori politici vrebbero averli. Ma la Commissione - poteri forti, amici di partito, oppositori da acevidentemente ha fatto delle scelte “bonarie” (o contentare in cambio di…- di fare come al solito pilotate). E anche questo alla fine verrà messo in le scelte “giuste” e opportune. Il concorso sarà conto a Zingaretti e ai suoi. Soprattutto dagli servito per portare avanti qualcuno e per libeesclusi, ovviamente. Liquidiamo in fretta la rarsi di qualcun altro, sottile manovra dei tanti prova, tre ore e mezzo per delle classiche prove Richelieu della Nomenklatura capitolina. Pronti attitudinali di personalità e una prova scritta per valutare la capacità professionali dei candidati. Sopra Marco Frey, uno dei tre saggi incaricati ad essere smentiti, quando finalmente la lista definitiva dei 21 sarà definitiva. Per la trentina di Una inutile scampagnata, ha detto qualcuno, una di realizzare la short list: in alto la sede esclusi nessuno pianga, ci sono poltrone nelle soprocedura inventata da qualche apprendista stredel Dams, all’Università Roma Tre, che pravvissute società regionali, nelle Ipab, financo gone che nessun contatto ha con la realtà. Una ha ospitato la prova degli aspiranti manager nelle Comunità Montane. Provare per credere. scampagnata che dovrebbe essere costata non meno di 80mila euro, hanno valutato i manager in concorso (è il loro mestiere fare questi conti), e che dovrebbe offrire qualche elemento in più (o qualche scusa) per togliere di mezzo “Si sono identificate cinque aree di misura- professionale dell'esperienza maturata nell'ulqualche elemento scomodo e imbarazzione, una per il percorso formativo, tre per la timo decennio, la dinamica della carriera prozante. Nessuno ha spiegato come proesperienza professionale e una per le risorse fessionale negli ultimi dieci anni, la varietà dei cedono i signori dell’Agenas, qual è il gestite, stabilendo che il candidato in possesso contesti aziendali nell'ambito dei quali il canloro onorario (stanno lavorando da di almeno tre di queste caratteristiche possa didato ha operato negli ultimi cinque anni”. mesi all’operazione). Tutto coperto da “Per quanto riguarda la gestione di budget e riaccedere ai test successivi”. una cortina fumogena. È ovvio, una “Per quanto riguarda il percorso formativo sono sorse umane è stato adottato il criterio quantiprocedura così’ confusa farà scattare un stati individuati come ulteriori titoli master, for- tativo del valore del budget e delle risorse numero infinito di ricorsi, che qualcuno mazione all'estero o in un contesto qualificato. umane interne. Dei 199 aspiranti chiamati ai (la Regione) dovrà gestire e che riPer il percorso professionale sono stati indivi- test, 89 sono di Roma e 110 provengono dal schierà di inficiare tutto il lavoro fatto duati tre parametri relativi alla quantificazione resto d'Italia”. fin qui. Dicevamo che Zingaretti si è I criteri della Regione Prepariamoci, Zingaretti sarà sommerso dai ricorsi A lla fine, sul serio, come saranno scelti i direttori della sanità laziale? C’è una cortina fumogena, una commedia degli equivoci attorno alla questione. E’ vero o no, come hanno sostenuto il capogruppo del Pdl alla Pisana, Luca Gramazio, e il rappresentate del Movimento Cinque Stelle, Davide Barillari, che in corso d’opera si sono cambiate le regole del concorso stesso? Dalle pagine di due grandi quotidiani romani il problema è stato affrontato con una energia, ma non c’è stata risposta. Sabato 16 un certo numero di aspiranti direttori, 196 o 199 non si è capito bene, hanno partecipato ad una selezione, ad una serie di test: Non si capisce come siano stati scelti questi personaggi dalla lista dei quasi seicento che avevamo pubblicato la scorsa settimana. E’ stata l’Agenas, l’agenzia chiamata da Zingaretti a gestite l’operazione? Sono stati i fedelissimi della Cabina di regia? Certo è che i criteri non sono stati illustrati a nessuno, tantomeno ai candidati, ai quali è stato comunque spiegato che quella prova non ha alcun valore concorsuale. Ma quanta costa tutto questo circo alla comunità? E cosa può pensare il cittadino del modo di agire della Regione scoprendo che la prova svolta in modo quasi clandestino sabato a Roma Tre è stata solo una esercitazione senza riscontro obiettivo? Siamo sommersi dai dubbi e li riproponiamo. Chi ha selezionato i soggetti per questa prova di approfondimento, con quale criterio? L’impressione che siano passati nel “tritacarne” della cabina di regia regionale, che non ha alcuna professionalità a livello tecnico e nemmeno, nessuna conoscenza su regole ed ordinamenti e quindi che sia grossa presa in giro è forte, difficile da dissipare. E il silenzio della Regione accresce il disagio. Siamo alla frutta, peggio, siamo sotto un treno. Non c’è più certezza nemmeno del sub commissario governativo; forse arriverà a concorso chiuso, per togliere tutti dall’imbarazzo. Una considerazione finale; scorreranno fiumi d’inchiostro per i ricorsi che fioccheranno a tutto danno dei cittadini. Paghiamo tutto noi, alla fine. Senza avere la certezza che serva a qualcosa. Il Corvo PRIMO PIANO giovedì 21 novembre 2013 pagina 13 la Sanità Lazio del LA SANITÀ CHE FUNZIONA/ FONDAZIONE ROMA HOSPICE-SLA-ALZHEIMER “Quella felice anomalia nel panorama della sanità” Come sostenere i malati terminali, quegli affetti da terribili malattie neurodegenerative all’interno di un sistema efficiente e tecnologicamente all’avanguardia. Diecimila pazienti assistiti in quindici anni “U A quindici anni dalla sua nascita - nei giorni na felice anomalia” nel scorsi la celebrazione dell’evento - la struttura panorama della sanità rappresenta effettivamente una vera e propria italiana, un modello asanomalia: potrebbe essere il modello, l’esempio sistenziale efficiente e di una risposta organica alle esigenze della colcompleto che ha spesso lettività in questo settore ed è invece una mosca precorso le soluzioni degli enti nazionali ed inbianca, una anomalia appunto in un sistema ternazionali e ha adottato strategie sancite solo confuso, arretrato, paralizzato da inefficienze, in seguito dalle normative di settore. sprechi e cattive gestioni. Nel definire la sua “creatura” il Prof. Emmanuele Presidente della Fondazione Roma il professor F.M. non poteva trovare parole più adatte e perEmmanuele, uomo di finanza e di cultura, ha tinenti: il “Centro di fatto della sua battaglia personale alla ricerca di Cure Palliative Fondauna sanità migliore una bandiera. zione Roma HospiceMa la Fondazione e il suo presidente in questo SLA-Alzheimer” è quadrante della vita politica, sociale e amminiesattamente questo e strativa sono “scomodi”, la mission non è ostaforse anche qualcosa di colata ma nemmeno agevolata. In un sistema più. Nessuna enfasi, disastrato qual è quello della sanità italiana i nessun trionfalismo, primi della classe spesso non godono - fattore purtroppo o per fordeterminante - di buona stampa. tuna le cose stanno così. E così pochi sanno ad esempio che il personale C’è una sanità pubblica sanitario dell’Hospice - logisticamente situato e privata disastrata e ci in una tranquilla strada di Monteverde vecchio, sono delle eccellenze, delle isole felici che Nelle foto il Prof. Emmanuele F.M. Emanuele e l’ingresso del Centro di Cure Palliative Fondazione Roma Hospice-SLA-Alzheimer via Poerio - dispone di una preparazione professionale e psicologica adeguata, al spesso per mille incondi là del proprio settore di compefessabili motivi restano sconosciute o tenza, nonché di moderne nozioni inquasi all’opinione pubblica. L’hospice formatiche; che il Centro è risponde ad alcune delle grandi emergenze socio-sanitarie della nostra Oltre 10.000 pazienti assistiti in quindici anni; 4.173 persone con fetti da SLA ed Alzheimer, nonché di tutti gli oneri relativi al perso- all’avanguardia dal punto di vista tecepoca, quella della gestione dei malati cure palliative specialistiche in regime di ricovero (per un totale di nale supplementare, medico e paramedico. L’esperienza plurien- nologico, avendo adottato una carclinica completamente terminali, della terribile e micidiale 113.814 giornate) e 5.668 a domicilio (263.992 giornate); 34 pa- nale dell’Hospice è stata riconosciuta dal mondo accademico, che tella Sclerosi Laterale Amiotrofica, malat- zienti affetti da SLA in regime di ricovero (2.781 giornate) e 55 a lo ha scelto come sede per il tirocinio degli studenti del «Master informatizzata, fondamentale per il tia che non lascia scampo; e dell’in- domicilio (6.594 giornate); 200 malati di Alzheimer (34.920 gior- di Alta Formazione in Cure Palliative», promosso dall’Università monitoraggio costante dell’assistenza quietante moltiplicarsi dell’Alzhei nate) presso il centro diurno, a cui bisogna aggiungere 168 pa- Cattolica del Sacro Cuore di Roma. All’Hospice è stato assegnato al malato. Questa cartella, infatti, permer, sindrome alla quale non si rie- zienti assistiti a domicilio (81.885 giornate). Uno score clinico e il Bando della Regione Lazio sulla Farmacovigilanza, per uno studio mette a tutti i membri dell’équipe di scono ancora ad opporre difese effi- assistenziale e impressionante, di enorme impatto sul territorio osservazionale sul monitoraggio dei farmaci utilizzati nelle cure accedere, in tempo reale, ai dati relacaci. Servono risposte, serve una rete per un’unica struttura, il “Centro di Cure Palliative Fondazione palliative. L’Hospice è stato inoltre inserito nel Progetto «IMPACT», tivi al paziente. integrata a maglie strette che consenta Roma Hospice-SLA-Alzheimer». L’Hospice, per lunghi anni finan- finanziato dalla Commissione Europea, per la rilevazione degli in- Non è cosa da poco. Il modello è traa chi è entrato in quel tunnel, pazienti ziato integralmente dalla Fondazione Roma, opera oggi in conven- dicatori di qualità di vita (QoL) nei pazienti affetti da demenza in sferibile, l’hospice può interagire core familiari, di vivere con dignità la ter- zione con la Regione Lazio per i servizi di assistenza di base ai stadio avanzato, proprio perché in Italia rappresenta un Centro di rettamente e positivamente con le strutture socio-sanitarie sul territorio? ribile esperienza. In Italia c’è poco o malati di cancro, mentre si fa carico interamente dei pazienti af- eccellenza per il trattamento palliativo di questi malati. Sono scommesse ancora da vincere. nulla. Bisogna ammetterlo». Uno score clinico e assistenziale di eccellenza L'EX ASSESSORE REGIONALE TENTA IL RILANCIO DELL'AZIENDA CON L'APERTURA DI 4 NUOVE FARMACIE Farmacap vacilla, ma Saraceni ha un piano I nsoddisfazione, sfiducia e paura,i dipendenti delle farmacie comunali di Roma,sono preoccupati per i conti in rosso dell'azienda farmaceutica sanitaria del Comune, la Farmacap, che dal 1997 gestisce 44 farmacie comunali della capitale che impiegano circa 360 dipendenti. Ma non è storia nuova, perché la questione va avanti da diversi anni. Intanto, oltre ai rischi legati al pagamento degli stipendi futuri ai dipendenti, si paventa anche la possibilità di non avere più i farmaci sui banconi. Il direttore generale, Michele Guarino aveva già lanciato l'allarme sul rischio di non riuscire più a pagare i fornitori. Grandi timori sono stati espressi anche dal consigliere Michele Dinoi (Gruppo misto) che ha sottolineato come Farmacap rischi di chiudere a causa di un buco su cui incidono pesantemente i crediti per 12 milioni vantati con la Regione e 4 con Roma Capitale. Rassicurazioni giungono invece dall’assessore del Campidoglio alle Politiche Sociali, Rita Cutini, che ha detto di volersi impegnare per risanare i debiti e ha annunciato che sta preparando una proposta per Farmacap, con l'obiettivo di non svendere, né chiudere quello che rappresenta una risorsa del Comune. Intanto la nuova amministrazione dell'azienda, con a capo Vincenzo Maria Saraceni, già assessore alla Sanità laziale nei primi due anni e mezzo di giunta Storace, vorrebbe fare fronte con un piano di rilancio aziendale denominato "Piano industriale per il rilancio di Farmacap 2013/2017" che parta dall'apertura di 4 nuove farmacie tra novembre 2013 (la prima) e luglio 2014 (le altre 3) con un'ipotesi di fatturato complessivo di 3,2 milioni di euro annui. Tra gli obiettivi, anche la fornitura diretta con le case farmaceutiche che porVincenzo Maria Saraceni terebbe ad un risparmio di 125 mila euro, un’azione per il recupero degli utenti della teleassistenza con un incremento a regime di circa 130 mila euro annui e il cambio di sede con la riduzione del canone di affitto che porterebbe a pagare un costo agevolato di 50 mila euro annui. Alessandra De Gaetano la Sanità Lazio CRONACHE giovedì 21 novembre 2013 pagina 14 del ASL RM D, PRESENTATI I DATI DELL’A SSISTENZA SANITARIA FORNITA NEGLI ULTIMI TRE ANNI Ostia, calano i ricoveri, crescono i servizi alla persona D iminuzione dei ricoveri ospedalieri, mentre crescono i servizi alle persone, con l’assistenza domiciliare e gli ambulatori che forniscono assistenza anche agli stranieri senza permesso di soggiorno, i buoni esiti riscontrati in prevenzione con il controllo a distanza e la prediagnostica. Questo ed altro è contenuto nella Relazione annuale sullo stato di salute della popolazione dei residenti sul litorale ed il quadrante ovest di Roma, presentata di recente all’Episcopio di Ostia Antica dalla Asl rm D. Nel territorio della Asl Roma D nel 2012 risiedevano 600 mila abitanti, con un aumento annuo di 6 mila unità rispetto al 2009. La struttura demografica della popolazione mette in luce, come sottolineano i ricercatori, un progressivo invecchiamento, anche se differenziato tra i Distretti, con un indice di vecchiaia variabile tra il 92% di Fiumicino (relativamente giovane) e il 197% del Municipio XVI. Oltre il 30% della popolazione risiede in aree disagiate ed è stata stimata anche la presenza di circa 24 mila poveri, pari al 4% della popolazione, ai quali vanno aggiunti i poveri “relativi” che nel Lazio sono stimati intorno al 7% delle famiglie. Presenza che spiega la maggiore incidenza di alcune malattie di Enzo Bianciardi infettive (epatite virale). Il tasso di ospedalizzazione nel 2012 è stato pari a 153 per 1.000 abitanti. Nel periodo 2008-2012 si è registrata pertanto una diminuzione dei ricoveri acuti (-15%) e dei day hospital (-23%). L’analisi, secondo le persone ricoverate, al netto di eventuali ricoveri ripetuti, ha evidenziato un tasso di ricovero negativo per tutte le cause e per i tumori a partire dal 2009, con tassi più elevati nelle donne. Risultati opposti per le malattie del sistema circolatorio, le malattie del sistema respiratorio e i traumi, dove si è registrata una maggiore ospedalizzazione tra gli uomini. Nei Pronto Soccorso sono stati registrati per il 2012 circa 172 mila accessi, 8 mila in meno rispetto all’anno precedente; il 55% dei residenti si rivolge al San Camillo Forlanini o al Grassi, più frequentemente per: dolori addominali, dolore toracico, distorsioni. Negli ambulatori sono state effettuate circa 8,8 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali (2% rispetto al 2011). Molto frequenti le prime visite (427,000), le visite di controllo (291,000); le ecografie (100,000), l’ecocolordoppler (63,000), la Risonanza Magnetica (40,000), la TAC (38,000). Sul territorio sono presenti, inoltre, 7 ambulatori che forniscono assistenza sanitaria a stranieri privi di permesso di soggiorno e ai comunitari non iscritti al SSN (piu di 3 mila tesserini rilasciati nel 2011, circa 7 mila le prestazioni erogate). Sono state erogate oltre 300 mila prestazioni ambulatoriali, per lo più analisi di laboratorio, a circa 2,400 stranieri in maggioranza donne di età 15-45 anni. I farmaci cardiovascolari si confermano come i farmaci maggiormente utilizzati (43%), seguiti dai farmaci del Sangue ed Organi emopoietici (17%) e da quelli del Sistema Gastrointestinale (14 %). Nel complesso si registra un incremento dei consumi medi di circa il 4%; scende invece la spesa complessiva (-11%) anche in considerazione della consistente quota di farmaci a brevetto scaduto (57% delle dosi totali). Nell’ultimo decennio, a fronte di un progressivo decremento delle denunce di infortunio sul lavoro, si è osservato incremento dei riconoscimenti INAIL (2331 nel 2010). I riconoscimenti INAIL per le malattie professionali sono aumentati nello stesso periodo (25 nel 2010). Per concludere, l’analisi della mortalità, anche questa inferiore alla media regionale dello stesso periodo. Tra le principali cause di morte restano i tumori (38% uomini, 30% donne; causa più frequente: tumore del polmone) e le malattie cardiovascolari (40% donne, 34% uomini). I confronti con i dati regionali hanno evidenziato un eccesso di mortalità in entrambi i sessi per le malattie infettive (epatite virale), e nelle donne per tumore del polmone. Villa Stuart: Servizio di Ortopedia e Traumatologia Dr. Massimo Massarella Medico Chirurgo Specializzato in Ortopedia e Traumatologia DISCESE INNEVATE E TRAUMI DA SCI Focus sulla lesione del legamento collaterale ulnare del pollice: una delle patologie più ricorrenti tra gli sciatori. Il Dr. Massimo Massarella: “La lesione è dettata da violenta abduzione del pollice che determina la rottura del legamento stesso” di Paolo Brandimarte La lesione del legamento collaterale ulnare del pollice rappresenta una patologia frequente tra gli sportivi. Nel caso degli sciatori, può accadere che il pollice subisca una violenta abduzione, indotta dal bastone che funge da leva. Cosa fare in questo caso?Innanzitutto, si rendono necessari gli accertamenti diagnostici come diagnosi clinica, esame radiologico ed ecografia. Il successivo trattamento dipende dal grado della lesione. In caso di minima distrazione del legamento collaterale ulnare, è particolarmente indicato il ricorso al trattamento ortesico (apparecchio gessato, ndr). Vi sono poi lesioni di grave entità che comportano un distacco osseo e che richiedono pertanto un intervento chirurgico. Casa di Cura Villa Stuart Via Trionfale, 5952 (00136 Roma) 06. 355281 – 06. 35528200 /308 www.villastuart.it Dr.Massarella, cosa intendiamo per lesione di Stener? “La lesione traumatica del legamento ulnare collaterale del pollice. Tale legamento è di fondamentale importanza nella stabilità dell'articolazione metacarpofalangea”. Nel caso degli sciatori, quali sono le cause alla base del meccanismo di lesione? “La lesione è dettata da violenta abduzione del pollice che determina la rottura del legamento stesso, come ad esempio, durante una caduta dagli sci con il bastone che fa da leva al pollice”. Con quale sintomatologia si presenta? “Dolore acuto a livello dello spazio tra primo e secondo dito, con impossibilità alla presa ed all'opposizione e apertura abnorme sotto stress della I° metacarpofalangea, tumefazione ed ematoma”. Quali sono gli accertamenti diagnostici da effettuare? “Diagnosi clinica, esame radiologico del primo raggio della mano ed ecografia”. Qual è il trattamento? “Dipende dal grado della lesione. In presenza di una minima distrazione del legamento collaterale ulnare può essere valido il trattamento ortesico o apparecchio gessato. Nelle instabilità gravi con distacco osseo dell'inserzione del legamento, si interviene chirurgicamente, con inserzione del frammento con micro – ancore riassorbibili e sutura legamentosa”. Come viene condotta la fase riabilitativa? “Nelle lesioni semplici tre settimane di tutore, poi esercizi di ginnastica propriocettiva e ripresa della forza e dell'opposizione, terapia fisica. Nelle lesioni più gravi con frammento osseo a consolidazione dello stesso si consiglia terapia fisica (tecarterapia, laserterapia e fisiokinesiterapia)”. giovedì 21 novembre 2013 pagina 15 SANITÀ&RICERCA LO STUDIO la Sanità Lazio del Donne per natura Neuro riabilitazione, più ansiose, la tecnologia corre, ma la causa in un gene la sua traduzione clinica stenta C L principale è la riduzione della die tecnologie nel campo della neuro ria- I temi del VII Congresso sabilità, dovuta ad una qualsiasi bilitazione sono semNazionale della SIRAS condizione patologica, ovvero il raggiungimento della massima aupre più avanzate, la (Società Italiana tonomia possibile. Il progresso loro traduzione clinella ricerca e l'estensiva validanica, la loro fruibilità da parte di Riabilitazione zione clinica di dispositivi tecnopazienti e operatori (neuroriabilidi ausilio alla tatori, neuropsicologi, terapisti) di Alta Specializzazione) logici non corre altrettanto veloce. Come all'IRCCS Fondazione neuroriabilitazione può essere considerato un dovere morale colmare questo gap? È stato uno dei temi fondamentali Santa Lucia. Come colmare delle società sviluppate, per la protezione e l'inclusione sociale delle del VII Congresso Nazionale della il "gap" tra ricerca categorie più deboli. SIRAS (Società Italiana Riabilitae utilizzo clinico L'ideazione e la sperimentazione zione di Alta Specializzazione) clinica di dispositivi tecnosvoltosi tra il 14 e il 16 a logici quali le interfacce Roma nell'Auditorium delcervello computer (Brain l'IRCCS Fondazione Santa Computer Interface, BCI) Lucia (via Ardeatina 354). in grado di supportare In apertura un intervento strategie neuroriabilitative della Dott.ssa Donatella esistenti o di favorire l'inMattia dal titolo "Protesi e troduzione di nuove strateBrain Computer Interface gie basate su evidenze tra ricerca e utilizzo cliscientifiche neuroriabilitanico" ha affrontato proprio tive atte a migliorare le caquesto tema e indicato alpacità di recupero cuni elementi considerati funzionale motorio e corilevanti per colmare il dignitivo in pazienti colpiti vario ancora esistente tra lo da ictus cerebrale, rappresviluppo di queste tecnologie in ambito di ricerca e spesso ancora confinate senta una delle priorità dei programmi di ricerca in ambito di laboratorio sperimentale, e la loro clinica translazionale presso la Fondazione Santa concreta diffusione in ambito clinico-assistenziale. Lucia IRCCS, di Roma. Tale priorità allineandosi Un esempio di tali elementi è rappresentato dal con i principi di programmazione della ricerca euconsolidamento di un percorso di ideazione, svi- ropea nel campo della "Information Communicaluppo, implementazione e validazione pre-clinica tion Technology", ha favorito la partecipazione di queste interfacce a supporto delle tecniche di della stessa Fondazione a numerosi progetti di ricerca finanziati dalla Unione Europea nell'ambito riabilitazione funzionale (i.e. post-ictus). Nel caso dei trattamenti riabilitativi l'obiettivo del VII Programma Quadro (2006-2013). he le donne siano per natura più ansiose non è un preconcetto: la dimostrazione scientifica arriva dall’IsnCnr di Catanzaro, in collaborazione con l’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma. Alla base di questa predisposizione sembrerebbe esserci una variante del gene 5-Httlpr implicato nella regolazione della serotonina. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience. L’ansia, spiegano i ricercatori, è una normale emozione e ha la funzione fondamentale di segnalare situazioni pericolose o spiacevoli, mediante le modificazioni fisiologiche prodotte dall’adrenalina che entra in circolo nel sangue. Entro certi livelli, dunque, l’ansia è necessaria in quanto ci consente di affrontare situazioni stressanti. Se però supera certi limiti, può diventare anche la base per lo sviluppo di disturbi quali attacchi di panico e fobie. Gli studi hanno dimostrato che esiste una certa predisposizione nell’essere ansiosi: in particolare, una variante del gene 5-Httlpr, che regola l’espressione della serotonina, causa al soggetto portatore un aumento della quantità di questo neurotrasmettitore, capace di modulare i comportamenti emotivi. I ricercatori dell’Istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro, coadiuvati da Gianfranco Spalletta della Fondazione Santa Lucia, hanno realizzato una ricerca sull’anatomia cerebrale di centinaia di persone sane dimostrando che l’effetto di questa variante genetica a livello cerebrale sia molto influenzata dal sesso: le donne hanno una diversa regolazione e livelli di serotonina maggiori rispetto agli uomini. Lo studio è stato condotto con avanzate metodiche di neuroimaging. “Quello che abbiamo scoperto – afferma Antonio Cerasa, ricercatore IsnCnr – è che le donne portatrici della variante genetica che conferisce una dis-regolazione della serotonina sono più ansiose degli uomini e questa predisposizione si manifesta con un’alterata anatomia di una regione chiave nella regolazione dell’emozione: l’amigdala”. Grazie ai risultati di questo studio, conclude l’esperta, ”è possibile immaginare che un giorno, non molto lontano, con un semplice esame del sangue e una risonanza magnetica, sarà possibile individuare le persone che possono avere una più marcata vulnerabilità allo sviluppo di comportamenti patologici”. S la anità Lazio del Supplemento di ONLINE-NEWS Quotidiano di informazione indipendente Iscritto al Tribunale di Roma n.437/2009 dall 18/09/2009 P. Iva 11173611002 direttore responsabile Giovanni Tagliapietra stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno POLITICA®IONE giovedì 21 novembre 2013 pagina 17 IlCORRIERE ROMA DI Il commento IL FATTO Cacciare il sindaco e abbattere gli abusi all'hotel Cusani di Filippo Gesualdi Roma, la città dei Cinema M odelli, strumenti e regole per il recupero e la riqualificazione dei cinema chiusi ed il sostegno dei pochi cinema ancora aperti. In questi giorni di Festival del Cinema a Roma si è discusso in un Convegno promosso dal Prof. Architetto Silvano Curcio sulla scomparsa dei cinema romani di quartiere, che fino a pochi anni fa svolgevano un’importante funzione culturale e di aggregazione tra gli abitanti di quartieri centrali e periferici della Capitale. Con l’avvento delle multisale, spesso situate in centri commerciali periferici, la tradizionale sala cinematografica ha perso il suo appeal tra gli appassionati di cinema che piano piano si sono trasferiti a frequentare grandi multisale, dove la programmazione e l’offerta sono più vaste ed appetibili per soddisfare le varie esigenze. Inoltre nelle multisale ci sono sempre più servizi di ogni genere, dal bar, ristorante, pizzeria, intrattenimenti per bambini che consentono alle famiglie di trascorrere una giornata godibile per tutti i gusti e per tutte le età rimanendo nello stesso luogo. Così molto lentamente, e molto tristemente, tanti cinema con uno schermo e senza validi servizi accessori sono entrati in crisi, fino ad arrivare alla chiusura, con un danno culturale e aggregativo molto importante e per certi versi grave. Molti film di “nicchia” non commerciali o comunque poco conosciuti, oggi trovano enormi difficoltà nella distribuzione, e spesso addirittura non trovano sale cinematografiche disposte alla programmazione. E questo è un danno gravissimo, per il movimento cinematografico e per gli autori emergenti, che troppo spesso non riescono neanche a far vedere il loro prodotto. Sarebbe opportuno che il Comune di Roma, andando in direzione contraria rispetto a quanto sta accadendo, mettesse un freno a questa tendenza, cercando di supportare in qualche modo a livello economico la “sopravvivenza” di piccole sale, che sembrano ormai scomparse. Un po’ come succede con le botteghe storiche, che hanno un canone d’affitto agevolato, varie agevolazioni fiscali, e solo così riescono a contrastare la grande distribuzione che avanza. Sarebbe molto bello ed interessante creare dei cinema dove programmare film particolari, organizzare rassegne e dibattiti cineforum e ripristinare un’anima culturale per palati più raffinati, e speriamo tutti che questo progetto non si fermi soltanto ad un inconcludente dibattito. LE PROSSIME BATTAGLIE DEI "GIUSTIZIERI" DI SPERLONGA di Giulio Terzi A lfredo Rossi e Benito Di Fazio ci hanno preso gusto. Tanto ormai da essere considerati i giustizieri di Sperlonga, e poi dell'intera provincia, per aver innescato la miccia che ha portato alla sospensione di Armando Cusani sia dal ruolo di consigliere comunale nel suo feudo politico ed imprenditoriale, sia da presidente dell'ente provinciale. Un bel colpo per i due esponenti della minoranza che, come Davide contro Golia, hanno raggiunto l'insperabile a adesso chiedono di più. Mirano alla demolizione degli abusi all'albergo di Cusani, quello che gli è costato la fastidiosa condanna, e alla destituzione dell'altro alleato del ex presidente, vale a dire il primo cittadino di Sperlonga Rocco Scalingi. «Adesso tocca al sindaco», dice uno dei due alfieri nella battaglia, il consigliere Alfredo Rossi. E Di Fazio rincara la dose: «Più di qualcuno ci guarda male, ma noi vogliamo andare avanti». Prima di capire quale sarà la strategia dei prossimi giorni, Di Fazio non riesce a trattenere un moto d'orgoglio: «La sospensione del Prefetto è il maggiore danno che potessi fare a Cusani, scalzarlo era l'unico modo di fare valere le nostre ragioni. Siamo in attesa di ulteriori sviluppi - fanno sapere i consigliere - e valutare un'azione anche nei confronti di Rocco Scalingi, il sindaco amico di Cusani. Anche lui in attesa di importanti sentenze». Insomma, di materiale sui cui lavorare ce n'è parecchio per via delle irregolarità che vengono denunciate da anni, ma che miracolosamente si dissolvono in un cerchio magico che, come dice Di Fazio, è possibile scalfire solo con azioni penali e costosi ricorsi al Tar. E proprio dal tribunale amministrativo ci si attende la decisione di far nominare il commissario ad acta da parte della Regione - l'udienza è prevista a giorni - per l'abbattimento degli abusi all'albergo. A tutto questo bisogna aggiungere la situazione insostenibile venutasi a creare, negli anni, a seguito dello strapotere del peggiore centrodestra incarnato da Cusani - in corsa per le elezioni europee - e dai suoi sodali. «C'è una illegalità diffusa in tutti gli atti dell'amministrazione - aggiunge ancora Di Fazio - con le minoranze relegate ad un angolo senza possibilità di incidere concretamente. Tutte le vicepresidenze delle commissioni consiliari non sono state designate poiché, di norma, vanno assegnate all'opposizione. A Sperlonga non esiste possibilità di esercitare un vero controllo sugli atti, non resta che denunciare». Insomma, la battaglia di Rossi e Di Fazio contro i poteri forti sembra non volersi fermare, e potrebbe aprire ulteriori scenari come la caduta del sindaco, o dell'amministrazione comunale. I due, certo, nella loro cittadini non vengono visti come eroi. Ed ancor meno sul panorama provinciale. Nessuno ha speso parole nei loro confronti, forse perchè la loro azione, consumatasi lontano dai riflettori, ha di fatto oscurato tanti politici della nomenklatura abituati alle chiacchiere e poco ai risultati. L'INCREDIBILE STORIA DELLE TERME (MAI NATE) DI LATINA Fogliano, sogno appassito dell'Agro pontino U n sogno ed un fallimento nel bel mezzo dell'agro pontino: sono questo le 'care' vecchie terme di Fogliano a Latina, un'impresa arenatasi nell'incapacità amministrativa e nei contenziosi legali che rischiano di depaupare la città di un patrimonio di 70 ettari di terreno a ridosso del mare ed ai confini del parco nazionale del Circeo. Dovevano essere il petrolio della città, invece sono diventati una vera e propria grana per ogni sindaco che negli anni si è avvicendato in quel di piazza del Popolo. Terme care, visto che - oltre ai terreni - l'unica ricchezza della società è fatto la concessione mineraria soggetta ad una 'tassa' annuale, ovvero lo stipendio del direttore minerario che ogni anno viene incaricato ad un costo di circa 20mila euro. Solo dal 2006, dunque, il Comune ha speso circa 140mila euro per mantenere la concessione mineraria, senza però che alcun progetto prendesse il volo. La storia è antica, di tempo ce ne sarebbe stato visto che l'idea della stazione termale nasce negli anni cinquanta con le prime perforazioni dell'Acea alla ricerca - con esito felice - di acque salsobromoiodiche ( quei pozzi storici sono stati chiusi, per motivi di sicurezza, nel 2008).Negli anni ’80 il sindaco democristiano Delio Redi fa acquisire l’area delle terme al patrimonio pubblico: il Comune rileva la maggioranza della società «Terme di Fogliano spa». Inizia così un lungo periodo di spese senza alcun guadagno per l'ente. Iniziano qui, per inciso, i fallimenti del Comune che prova a fare l'imprenditore, non riuscendovi mai. Si dovrà arrivare agli anni '90 prima che qualcuno, visionario ma non troppo, sogna di recuperare il percorso. Nel 1993 il sindaco Ajmone Finestra, altimenti noto come 'Federale', avvia un’azione legale che porta al pignoramento delle azioni della Terme di Fogliano spa per coprire i debiti fuori bilancio. Dopo anni di contenziosi, il Comune riacquisirà le azioni pignorate. Alla società «Condotte» viene così affidato l’incarico di effettuare nuove perforazioni, con una spesa per il Comune di cinque miliardi di lire. Nel febbraio 2002 il sindaco Finestra - con una idea che oggi sarebbe stata vicente alla luce di esperienze simili in altre realtà italiane tenta un accordo tra la società Terme di Fogliano ed alcune multinazionli facenti parte la Central Park srl per la concessione e la gestione dell’area delle terme per 99 anni. L’operazione fallisce e da questo punto in poi la vicenda entra in un gorgo senza fine. Nel 2004 scoppia lo scandalo del decreto ingiuntivo per il pagamento di 4, 5 milioni di euro alla Condotte che aveva scavato due pozzi a Capoportiere. Il documento sparisce negli uffici comunali, e da qui nasce una nuova battaglia legale per evitare o ritardare il pagamento. Il terreno oggi, risuleterebbe pignorato dalla società Condotte, con un'azione che apparrebbe spropositata in relazione al credito maturato. Ma, si sa, gli interessi galoppano di questi tempi. E il presente? Prosegue nell'incertezza, come vuole la tradizione degli ultimi cinquanta anni. Il sindaco Giovanni Di Giorgi afferma di voler riqualificare l'area delle terme - che però non è nella disponibilità del Comune - attraverso i fondi europei del progetto Plus. Ci sono stati, negli ultimi mesi, società interessate al progetto di rilancio, ma prima dovrebbero liquidare la società Condotte o quanto meno coinvolgerla nel business. Siamo dunque allo stallo più totale: senza terme non ha senso sfruttare i terreni vincolati ad uso esclusivamente ricettivo. Il lido di Latina, oggi completamente degradato seppur con qualche timido segnale di rilancio, vive per poche settimane l'anno. Per il resto non offre nulla, è un vero de- serto semi disabitato pur avendo le potenzialità di una piccola cittadina sul mare. Gli alberghi non avrebbero senso. Le terme, dunque, moriranno per l'ennesima volta con il rischio concreto che i terreni possano andare all'asta. Giu.Ter. IlCORRIERE ROMA DI Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi direttore editoriale Giovanni Tagliapietra direttore responsabile Filippo Gesualdi redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06/32803407 Fax 06 3280 3400 www.corrierediroma-news.it E-Mail: [email protected] stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n.379 del 17/08/1948 IlCORRIERE ROMA LITORALE giovedì 21 novembre 2013 pagina 19 DI CONCESSIONI BALNEARI APPESE AD UN FILO. SALTA LA SDEMANIALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI Spiagge, si cerca una soluzione di Enzo Bianciardi I n Italia non è mai detta l’ultima parola. . Il disegno di legge di stabilità doveva contenere una sorta di “devolution” del demanio marittimo, che prevedeva, una cessione del diritto di superficie per 99 anni delle strutture murarie realizzate lungo la costa, mentre la spiaggia sarebbe restata pubblica. Invece, nel testo definitivo, non c’era riferimento alcuno all’operazione che, al contrario, su proposta del Pdl (ma il Pd resta contrario) è tornata di grande attualità per rientrare, attraverso gli emendamenti presentati dai partiti, nella legge di stabilità 2014. In pratica: si vorrebbero cedere le aree dove insistono le attuali opere murarie degli stabilimenti balneari , sinora in concessione, il cui ricavato andrebbe poi a contribuire al risanamento dei conti pubblici, garantendo agli attuali concessionari il diritto di prelazione all’acquisto. Il Pdl vorrebbe anche che parte del fondo ricavato andasse a finanziare un fondo pubblico a sostegno dell’erogazione di mutui per quei concessionari che avvieranno la ristrutturazione dei manufatti. Le spiagge, dunque, non sono in vendita, resteranno pubbliche, ma le pertinenze, che comprendono i locali servizi di uno stabilimento balneare, saranno private. In questo modo, però, il concessionario che acquisterà le “pertinenze” del suo stabilimento, si garantirà l’assegnazione dell’arenile antistante, che andrà ad evidenza pubblica dal 2015. Un escamotage per rivendicare, dunque, la particolarità dell’offerta balneare italiana, caratterizzata, appunto, dalla presenza sugli arenili di strutture inamovibili. Immobili, tra l’altro, che hanno già una natura “privatistica”, in quanto inseriti nel meccanismo attuale del rinnovo “automatico” delle concessioni e pertanto, il nuovo ordinamento andrebbe a “legalizzare” quanto di “di fatto” già esi- ste. “Non possiamo nascondere la delusione per l’iniziale accantonamento del piano – afferma Ruggero Barbadoro, presidente della FibaLazio - restiamo convinti che questa possa essere la soluzione giusta. Un risultato, comunque, lo ha già raggiunto: quello di sdoganare il concetto della sdemanializzazione degli impianti e del riconoscimento di come una zona di litorale sia radicalmente cambiata e che, sopratutto, non si può continuare a considerare solo spiaggia”. Sulla stessa linea Renato Papagni, presidente della Federbalneari: “E’ ancora possibile, attraverso la strada degli “emendamenti”, trovare una soluzione che vada a risolvere gli annosi problemi del comparto turistico balneare. La Federbalneari Italia ha elaborato a suo tempo, una nuova proposta “salva balneari”. Il testo finale della legge di stabilità dovrebbe consentire la divisione dell’area commerciale degli stabilimenti, sdemania- lizzando le opere murarie e le strutture fisse per procedere alla vendita e lasciare invece demaniale l’altra parte di spiaggia, con il relativo affidamento in evidenza. E’ necessario, però, che il Governo rappresenti alla Commissione UE la questione, in modo che vengano definiti assieme i principi di uniformità, senza creare ulteriori attriti con le leggi comunitarie”. Siamo ancora agli inizi, ma il tempo lavora a favore di una soluzione. “Gli imprenditori balneari - conclude Papagni - devono comprendere che sarà necessario, soprattutto ad Ostia, il restyling di molte strutture: abbattimento, conversione, trasformazione, apertura agli arenili per rendere l’accesso libero alla passeggiata sul mare. Ma intervenire sugli impianti balneari non basta se Ostia non verrà trasformata in una meta turistica”. UNA BARACCOPOLI A RIDOSSO DELL’AREA ORMAI RISTRUTTURATA Borghetto… pescatori Nuovo look per il Borghetto dei Pescatori, da una parte la nuova piazza pedonalizzata dove sono state piantate le palme, dall’altra il degrado ed un popolo di disperati che si è asserragliato sotto il cavalcavia ferroviario e nelle baracche-deposito dei pescatori, che oggi, invece di ospitare le attrezzature da pesca, sono state trasformate in mini-appartamenti. Due estremi che rischiano di far naufragare l’agognato progetto di rilancio dell’area, che doveva partire dal restyling della piazza e dalle nuove palazzine che stanno sorgendo alle spalle dell’antico abitato. L’antico Borghetto ha compiuto 80 anni lo scorso mese di ottobre ed a giorni verrà presentato il progetto del nuovo impianto sportivo che prevede un campo di calcio regolamentare, due campi di calcetto uno da calciotto e relativi servizi. “Stiamo realizzando – afferma Domenico Pizzuti, presidente della Cooperativa Borghetto - un intervento edilizio di 80 alloggi che per primo a Roma, tra gli interventi di edilizia residenziale pubblica, riduce drasticamente i consumi energetici, portando quasi a zero i costi di gestione degli appartamenti. Ad Ostia, infatti, si sta portando avanti un progetto che per il nord Europa rappresenta la normalità, che rischia di essere vanificato da un contesto esterno assolutamente inaccettabile ed inconciliabile con un progetto di rilancio e valorizzazione del territorio”. Sino ad oggi, le proteste dei cittadini, le decine di firme raccolte, le richieste di intervento, non hanno sortito effetti, anzi, la baraccopoli è cresciuta di dimensioni, le baracche sono diventate più grandi ed accoglienti, il Una nuova gestione, un nuovo servizio per i cittadini residenti nel quartiere Prati e per tutti coloro che vi lavorano nei tanti uffici che lo circondano, iniziato lo scorso 16 settembre. La Caffetteria il Tempio non è solo un bar, ma uno spazio ideale per la pausa pranzo, un’occasione per mangiare e scambiare magari due parole con i colleghi, seduti su comodi tavolini, gustando prodotti gastronomici di altissima qualità. Lasciatevi coccolare e stupire dalla cuoca Alessandra che ha collaborato con lo chef Davide Bracco e con esperienze di lavoro presso la Sala Umberto, l’Hotel Aldrovandi, la Terrazza Margutta. Un menu completo e nutriente come i fagotti di crepes ripieni di pesce, gli spaghetti alla siciliana; c’è anche la mozzarella di bufala. numero degli occupanti è raddoppiato. “La sera abbiamo paura ad uscire di casa. – afferma A.N., residente nel primo lotto delle nuove palazzine – Sotto casa succede di tutto. In quelle baracche vengono utilizzate anche lastre di eternit, il via vai è continuo, c’è una sola strada di accesso alla baraccopoli, per cui è facile controllare chi entra e chi esce e per questo, è diventata una sorta di casba nascosta agli occhi della città. Ogni sera, poi, danno fuoco a materiale di risulta e vecchi copertoni, il fumo, maleodorante, raggiunge anche i vicini campi sportivi. Siamo stanchi. Questa gente, per chi ne avesse diritto, deve essere assistita, gli altri sgomberati ed allontanati, non si può continuare a tollerare questa situazione di estremo degrado e pericolo”. Rinaldo De Fazio Presidente Comitato di Quartiere Borghetto dei Pescatori aggiunge: “Una problematica rilevante è sicuramente quella della sicurezza. Da tempo abbiamo segnalato alle autorità la presenza di un insediamento abusivo, interventi di bonifica ne sono stati fatti ma di sgomberi, fino ad ora nessuno. È evidente che per la rinascita del Borghetto dei Pescatori è importante riqualificare anche quell’area”. E.B. IL 20% DEI FONDI RACCOLTI DALLA “VENDITA” SIA DESTINATO AI COMUNI PER IL RISANAMENTO Federbalneari: con quei soldi riqualificare gli arenili L a vendita delle “infrastrutture balneari cedibili” è stato proposta dal Pdl, con l’intenzione di far cassa, soldi da destinare innanzitutto alla riduzione del cuneo fiscale, poi, è spuntato fuori anche un emendamento del Pd, prima firmataria la senatrice Manuela Granaiola che, dopo il dietrofront del suo partito, ha spiegato al “Fatto Quotidiano”: “L’emendamento (che avrebbe comportato un introito di 5-6 milioni di euro) – ha detto la Granaiola – è nato da un’ipotesi prospettata dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta e dal Direttore dell’Agenzia del Demanio ad un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, condivisa da deputati e senatori di diversi schieramenti politici. Ipotesi, secondo la sottoscritta, molto interessante che, dopo un approfondito dibattito con i concessionari, ha avuto la totale convergenza di tutte le associazioni di categoria”. La questione resta dunque in piedi, messa fuori dalla porta, potrebbe rientrare dalla “finestra” di futuri provvedimenti volti a reperire fondi per i disastrati conti pubblici. In questo contesto, Renato Papagni, presidente di Federbalneari ha lanciato una nuova proposta: destinare il 20% degli introiti a favore dei comuni per la riqualificazione ambientale del sistema delle coste. Un sistema coste (7.550 km) che ha subito nell'ultimo secolo un fortissimo processo di antropizzazione e urbanizzazione (circa 630 comuni con una popolazione complessiva di diciotto milioni di abitanti, pari al 30% della popolazione italiana – dati Legambiente) che ha cambiato completamente le caratteristiche naturali ed ambientali del territorio. Malgrado questa “aggressione”, sostengono i balneri, le nostre coste conservano ancora elementi da conservare e valorizzare, costituiti da: parchi, riserve, foci dei fiumi. En. Bia. Per chi va più di fretta o ha poco tempo, potrà optare tra gustosi tramezzini e panini ripieni Nel bar troverete Maddalena e la sua famiglia che vi accoglieranno con simpatia e cordialità. La Caffetteria Il Tempio offre anche il servizio di catering, oltre a happy hour e aperitivi. Il locale a pochi passi dagli uffici del Tribunale e dal Palazzaccio di Piazza Cavour, è frequentato non solo da avvocati, ma anche da giornalisti, impiegati e numerosi studenti (nelle vicinanze ci sono due scuole) che hanno immediatamente saputo apprezzare le qualità del bar-tavola calda. La proprietaria Maddalena promette di personalizzare sempre di più il locale, organizzando aperi-cene a tema, e, almeno una volta a settimana, di voler prolungare l’apertura fino a tarda sera. Caffetteria “Il Tempio” Via Ennio Quirino Visconti, 8 Tel. 06-3218290 - [email protected] IlCORRIERE ROMA L'INCHIESTA/1 ALLA RICERCA DELLE LIBRERIE PERDUTE CULTURA DI La scommessa di Arion Marcello Ciccaglioni è il titolare della catena che a Roma ha 20 punti vendita e occupa 120 addetti “Nonostante la crisi siamo riusciti a investire in nuovi spazi e ad aumentare la gamma dei servizi” di Carlo Rebecchi I numeri sono più eloquenti di tanti discorsi. In Italia, negli ultimi due anni, il fatturato dell’industria del libro è “crollato” di 800 milioni di euro, da tre miliardi e 800 milioni a tre miliardi. È uno dei prezzi della crisi. Un calo del fatturato del 20%. “Se le cose vanno avanti di questo passo tra cinque anni di librerie ne rimarranno ben poche. Un problema sociale per i lavoratori del settore. Ma anche un problema ben più vasto che riguarda la cultura in generale” dice al Corriere di Roma Marcello Ciccaglioni, titolare delle librerie Arion, una catena che nella Capitale dispone di 20 punti vendita (con 140.000 titoli disponibili in tempo reale) e dà lavoro a 120 persone. Marcello Ciccaglioni è un libraio “indipendente”, non è cioè sostenuto da nessun gruppo editoriale come, per esempio, le librerie Feltrinelli e Mondadori, che controllano all’incirca i tre quarti del mercato nazionale. Ciccaglioni proviene dal mondo dei “piccoli” librai e delle cartolibrerie che vendono libri scolastici e, nonostante il successo imprenditoriale, se ne sente ancora espressione. E non dimentica i suoi inizi, i primi libri venduti, a sedici anni, al “banco 5” della “Fiera del libro” di Piazza Esedra. Quanta strada da allora, attraverso idee originali come la vendita dei libri nelle edicole e l’intenso lavoro per allungare sempre più, in maniera originale, la catena delle sue librerie. zione particolare: agli La crisi è generale e sconti praticati dalla anche chi vende libri grande distribuzione ne è vittima, piccoli e devono essere posti dei grandi, visto che limiti. In Francia, per anche aziende come esempio, è il 5%; da Feltrinelli Hoepli e noi fino a un paio di altre sono dovute rianni fa erano addiritcorrere ai contratti di tura del 25%/30 %, solidarietà. Ma c’è chi perché gli sconti sui soffre di più degli altri. libri servivano da “Bisogna capire – “specchietto delle allospiega Ciccaglioni – dole” per la vendita di che quello delle libreMarcello Ciccaglioni altri prodotti. Ora sono rie indipendenti, delle cartolibrerie, è un commercio ati- limitati al 15%, e va un po’ meglio”. pico, non è come gli altri. I prezzi La crisi non risparmia ovviamente sono imposti, i margini esigui. E se nemmeno le librerie Arion, che però non hai dietro chi ti sostiene finan- non la subiscono passivamente, ma ziariamente chiudi. Feltrinelli, Mon- contrattaccano. “Nessuno riuscirà a dadori e soci, anche con la crisi, farmi accettare l’idea che non ci hanno più mezzi e mi auguro che re- siano più librai – afferma Ciccaglioni cuperino. In Italia c’è poi una situa- -. Con sinergie e razionalizzazioni ECCO DOVE TROVARCI Le librerie sono luogo di culto e di cultura, ce ne dovrebbe essere una ad ogni angolo, per lo meno in ogni quartiere, come le caserme, le farmacie e le chiese. Un presidio. Eppure il sistema oggi pensa di poterne fare a meno, il multimediale fagocita e schiaccia tutto. C'è chi resiste. Iniziamo da questo numero una ricognizione sul territorio, alla ricerca delle librerie e dei librai che resistono. Cerchiamo di capire, di sostenere e di individuare la tipologia dei clienti, gli umori del mercato. Magari serve a qualcosa eventi, come fanno già in occasione della presentazione di nuovi libri, e di favorire la nascita di circoli. Già oggi nelle le librerie Arion si vendono Cd, E-book, playstation ed altri giochi elettronici “ma, per attirare un numero ancora maggiore di clienti, dobbiamo fornire una gamma sempre più vasta di servizi”. Al patron delle librerie Arion, si sarà capito, la competizione non fa paura. Altrettanto chiaro, e lo dice apertamente, è che non condivide il comportamento di un certo tipo di clienti, appassionati di lettura e di libri, che amano andare in libreria, sfogliano i libri e poi, magari per pigrizia, spiegano al libraio che li assiste che “questo libro mi piace, lo comprerò online tanto in un paio di giorni me lo recapitano a casa”. “E’ vero che internet è una comodità. Ma questi signori devono capire che, così facendo, ad un certo punto la loro libreria potrebbero non trovarla più” il commento amaro di Marcello Ciccaglioni. SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA supermercati SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMA SUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMA SUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMA SUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMA SUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMA SUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMA SUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMA SUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNC SUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51 siamo riusciti a fare economie, e questo ci ha permesso di investire in nuovi spazi, ma anche di allargare la gamma dei nostri servizi. Non solo libri, ma tutto ciò che attiene alla cultura e agli interessi culturali dei clienti”. Un esempio? La carta Arion permette di avere, oltre agli sconti sui libri, anche prezzi scontati per eventi teatrali, o per concerti, all’Auditorium o a Santa Cecilia. In una delle librerie Arion, altro esempio, si possono comperare biglietti “last minute” per spettacoli teatrali o concerti con sconti fino al 65%. Non è tutto. “La crisi ci costringe a cercare di attirare nuovi clienti. Dobbiamo trovare il modo di attirare in libreria chi ancora non ci viene” spiega Ciccaglioni. Con questo obiettivo, le librerie Arion hanno in progetto la creazione di giovedì 21 novembre 2013 pagina 20 edicole ARNAUDI ANTONIO Via Merulana, 139 ARPINI BRUNA Piazza del Parlamento BALZOTTI LUCIANO Via del Tritone, 152 BONELLI ALFREDO Via Roma Libera, 22 BRESSI VITTORIA Via Ripetta/Via Tomacelli BUFFONI NADIA Via XX Settembre, 96/97 CAIAFFA BRUNO Largo del Tritone CAMPONESCHI RITA Galleria Colonna (Alberto Sordi)Largo Chigi CANU ANNA Salita de Crescenzi/Pantheon CASUCCI SILVANA Piazza Sonnino CECCHINI BEATRICE Piazza Farnese CIARDULLI FRANCESCA Viale Carlo Felice/ San Giovanni COLASANTI ELENA Piazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDO Piazza San Silvestro, 13 DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMO Piazza Indipendenza DE SILVESTRI WANDA Largo Tassoni Corso Vittorio DI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64 Via d’Azeglio DURANTINI MARCO Vicolo Sciarra/ Via del Corso FARINA ROSSANA Piazza Campo de’ Fiori, 2 FERDINANDI MARILISA Piazza della Minerva, 37 FERRI SERGIO Piazzale Albania FIORETTI ANDREA Viale Trastevere ang. Via Morosini FURINI ENRICO Piazza del Gesù, 48 GIORGETTI MARIA GRAZIA Piazza Capranica GIUSTI ROBERTA Piazza del Viminale GRECO MARCO Piazza di Spagna, 57 GREGORI BRUNO EREDI Via Zanardelli altezza civ. 16/1 LORIA AURORA Via E. Filiberto Altezza civ. 144 MANCINI ALBERTO Via della Dogana vecchia MASINI ANTONIO Piazza Fontanella Borghese MASSARONI ELISA Largo Arenula MATTEUCCI MARISA Piazza santa Maria Liberatrice MILLO SERGIO Via dei Sabini Via del Corso NOTARPIETRO ELENA Via Boncompagni, 12/14 PERUGINI CINZIA Viale Manzoni/Via Merulana RO.MA SRL Via Sora/ Corso Vittorio Emanuele ROMANO FRANCESCO Via Marmorata/Largo Gelsomini SIRAMA SNC Piazza Benedetto Cairoli STAIANO MARINA Via Merulana, 204 TERASCHI PRISCILLA Via della Scrofa, 101 VENDITTI STELLA Via Celimontana, 5 VERDONE MARIA ANTONIETTA Via Mario de’ fiori/ via della Croce VITELLI MAURIZIO Via Flavia, 52 EDICOLA CENTRALE Piazza Tuscolo EDICOLA via Satrico angolo via Acaia EDICOLA Piazzale Roberto Ardigò EDICOLA Piazza Morelli EDICOLA Via Rosa Raimondi Garibaldi IlCORRIERE ROMA RUBRICHE giovedì 21 novembre 2013 pagina 21 DI Decolla il “jungle” di Roma Nord Una pista olimpionica dove poter pattinare e una immensa area bimbi dove poter giocare di Francesco Vitale È ormai entrata nel vivo la stagione invernale a Roma Nord, grazie a Ice Park e a Bimbilandia, due grandi strutture per un unico divertimento nel tempo libero. Siamo in viale di Tor di Quinto, nel quartiere omonimo, a pochi metri dalle rampe per la tangenziale, dove anche quest’anno è possibile pattinare pur rimanendo in città. Ice Park, un progetto sportivo e ricreativo che prevede una pista di pattinaggio sul ghiaccio olimpionica realizzata all'interno di una struttura in perfetto stile dolomitico. Un originale momento di aggregazione, dove il pubblico oltre a cimentarsi in una disciplina completamente nuova per la città, ha la possibilità di assistere alle evoluzioni di fuori classe del settore. Basta infilare i pattini ai piedi, entrare in pista e lasciarsi andare. Dopo le prime cadute sul ghiaccio anche i principianti e coloro non hanno mai pattinato, riescono a rimanere in pista. Un divertimento anche per chi rimane a guardare e scopre di essere capitato in una giornata di grandi talenti. Sì, perché all’Ice Park si allenano anche esponenti di scuole di pattinaggio molto conosciuti. Chi vuole può anche prendere qualche lezione da istruttori della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio. Ma per tutti la parola d’ordine è divertimento. All’Ice park è anche possibile far giocare i più piccoli grazie a Bimbilandia, uno spazio enorme dedicato ai bambini, al coperto, colorato, riscaldato, moquettato. All'ingresso dell'area è obbligatorio togliersi le scarpe. Ap- pena entrati sembra di assistere a una scena de "Il Gladiatore", dove tutti i genitori, si sentono dei Russel Crowe pronti a "scatenare l'inferno" a un segnale preciso. Ed eccoli lì i piccoli gladiatori - tra i 0 e i 4 anni - pronti a dare battaglia salendo sugli enormi gonfiabili, saltando sui 2 tappeti elastici, tuffandosi nelle piscine di palline e prendendo d'assalto svariati giochi morbidi messi a loro completa disposizione, per un tempo illimitato. I più temerari possono cimentarsi in un percorso Giungla; i più aggressivi sal- gono sui mini trattori; i più timidi o "tranquilli" possono cercare rifugio nelle casette ludiche. In ogni caso saranno i bambini ad avere la meglio su mamma e papà che potranno consolarsi e, soprattutto, riprendersi, nelle varie aree ristoro-bar installate a ridosso dell'area bimbi. A Bimbilandia è possibile organizzare anche feste private di compleanno. BIMBILANDIA Viale di Tor di Quinto,57 VILLAGGIO ICE PARK 00191 Roma Tel 06-98260443 Cell 380-3669804 [email protected] Tel 06-98260443 Fax +39.0731 204233 ORARI D'APERTURA Dal Lunedì al venerdi 15.30-19:30 Sabato e domenica 10:00-13:00/14:30-19:30 ICE PARK Viale di Tor di Quinto,57 VILLAGGIO ICE PARK 00191 Roma Tel 06-0633225155 [email protected] ENOGASTRONOMIA GRANDE SUCCESSO PER L'INIZIATIVA GRATUITA DI FORMAZIONE DELLA FIPE Cake design: il primo corso per passione o per carriera A rtisti della decorazione dolciaria, appassionati di alta pasticceria ma anche persone che cercano nuovi sbocchi professionali tra sacche da pasticcere e pasta di zucchero. Ha avuto un grande successo il primo corso di cake design organizzato dell’Associazione esercenti bar e gelaterie di Claudio Pica, sotto l’egida dell’Accademia della cultura enogastronomica. Maestra d'eccezione Caterina Fabrizi, che ha avviato un percorso di diffusione di questa nuova tecnica dolciaria e creativa che in Italia sta veloce- mente prendendo piede, anche se si tratta ancora di un'esperienza di "nicchia”, che, comunque, visto il successo di questa edizione è risultata molto apprezzata. Sarà anche per i temi decorativi scelti: il corso base, infatti, era incentrato sulla decorazione “natalizia” (un bel Babbo Natale), e la famosa decoratrice ha mostrato le tecniche, a partire dagli ingredienti principali, la scelta e la preparazione delle materie prime e dei supporti, nonché alcune nozioni "base" sulle decorazioni. Soddisfatti gli allievi ma anche la docente. Fabrizi si è mostrata molto contenta dei risultati (e delle decorazioni) degli allievi, annunciando per i prossimi appuntamenti un innalzamento di livello: è prevista infatti una gradualità delle difficoltà di decorazione, prima ad “intermedio” e poi ad “avanzato” per risultati estetici davvero eccezionali. Per gli "allievi" i corsi sono stati giudicati "molto divertenti" e "non difficili", tanto più che possono aprire la strada a sbocchi molto interessanti nel settore dolciario e della pasticcerie, strizzando l’occhio al tempo libero ed alla passione casalinga. Chi volesse tentare la carriera o soltanto imparare a decorare una torta può contattare per maggiori informazioni sia l’Associazione esercenti bar (www.assocazionebar.it), l’Accademia della cultura enogastronomica (www.accademiaculturaenogastronomica.it), oppure inviare una mail a [email protected] (presente anche su Facebook). Gian Luca Rizzante esercizi commerciali GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130 MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒ VIA BALDO DEGLI UBALDI, 118 LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANO VIA G. ALLIEVO 41 ROMA BAR TABACCHI LEANDRI VIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMA BAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMA BAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMA KRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMA BAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMA BAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMA GA MA DA SNC VIALE AVENTINO 28 ROMA LIBRIZZI GIORDANA VIALE AVENTINO 101 ROMA STINZIANI ANGELO VIALE AVENTINO 78 ROMA GELATERIA PUDDINU VIALE AVENTINO 59 ROMA BAR AUGUSTO MASSIMO VIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMA BAR CIAMPINI VIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMA CAFFÈ VAN GOGH VIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMA BAR GIOVENALE PIAZZA GIOVENALE 6 ROMA VALORANI’S FORUM LARGO CORRADO RICCI, 30 ROMA BAR DI AFFATATI PIER MATTEO VIA CLAUDIA 14 ROMA BOATTINI BAR VIA MASTROGIORGIO 58 ROMA BAR DI CAPALDO SIMONE VIA DELLA LUNGARA 39 ROMA ALOISE DOMENICO VIALE TRASTEVERE 36 ROMA GELATERIA FIOR DI LUNA VIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMA GELATERIA MIANI MARIA GIOVANNA VIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMA BAR VIVONA PIAZZA VIVONA 20 ROMA BENEVENTO BAR VIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIA MALI SRL BAR MARTINICA VIA DELLA MARTINICA 151 ROMA PASTICCERIA SALENTINA VIA LAGO TANA 51 ROMA (METRO B1 LIBIA) ZAMA CAFFÈ PIAZZA ZAMA 5 ROMA OLD SHAMROCK VIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMA CAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANO PIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMA ANTICA DOMUS VIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMA ALIVERNINI ROBERTO VIA CASTELFORTE 27 ROMA ROCCI DANILO VIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMA DI MUZIO DOMENICO VIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMA BAR NATI STANCHI VIA TOR DE SCHIAVI 306 BAR MARIO VIA BRA 15/19 ROMA CAFFÈ SCHETTINO VIA SAN MELCHIADE PAPA ROMA BAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPO VIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMA LOVE 4 PIZZA VIA PEVERAGNO 52 ROMA BAR MEDIANO VIA TRIONFALE 11454 ROMA BAR TABACCHI DELLA SALA ANNA VIA PASQUALE II 109,111 ROMA BAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIO PIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMA ANTICO CAFFÈ DI ROMA VIA GIANNINA MILLI 52 ROMA BAR DI MANUEL ARIS VILLANI P.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMA BAR BARCOLLANDO VIALE ADRIATICO 139 ROMA TRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMA ESTETICA-SOLARIUM ESSENZA VIA STELVIO 15/17 ROMA OSTIA LE PETIT CAFE' VIALE VEGA N.6 PRESTIGE BAR VIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA BETTER CAFFE' VIALE PAOLO ORLANDO 3 BAR DUCA CORSO DUCA DI GENOVA 124 BAR GELATERIA SISTO PIAZZA ANCO MARZIO 7 PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19 BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIA LUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8 CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE" LUNGOMARE DUILIO N.22 BAR GELATERIA "NABIL" PORTO TURISTICO DI ROMA BAR MILELLIS VIA CAPITAN CONSALVO N.13 SUPERMERCATO TODIS VIA CASTELPORZIANO N.294 (INFERNETTO) IlCORRIERE ROMA GUSTO DI giovedì 21 novembre 2013 pagina 22 ENOTECA BOMPREZZI Il vino buono venduto (e prodotto) in famiglia Q uella dei Bomprezzi è un'attività di famiglia, e non solo sulla carta. Appena entrato nel locale di via Tuscolana 904, quella che mi avvolge è proprio una piacevolissima atmosfera familiare, forse la più accogliente sinora. Alessandro Merizi e sua moglie Sara si occupano dei clienti con l'aiuto della mamma di Alessandro, Rossana, prima donna sommelier di Roma. Da tutti emana un calore contagioso e una cortesia per niente affettata. L'arredamento dello spazio espositivo fa il resto: colori caldi, evidente gusto femminile e – ovviamente - file interminabili di bottiglie a coprire tutte le pareti. Magari influenzato dai cesti natalizi in bella vista e da una giornata passata in mezzo al traffico, il negozio mi sembra un'oasi di serenità. A dire il vero, provenendo da tutt'altri lidi, una buona dose di tempo dietro al volante è dipesa proprio dalla necessità di raggiungere Numidio Quadrato, non esattamente una zona centrale. Se non si vive nelle vicinanze una buona opzione è la metro: l'enoteca è a due passi dalla fermata. Alessandro mi parla della sua attività con evidente orgoglio: “L'esercizio è nato nel 1957, fondato da mio nonno Recildo Bomprezzi (appena trasferitosi da Jesi, nelle Marche) e all'inizio, come tutte le enoteche storiche di Roma, era un negozio di vini e olii. Con tanta voglia di lavorare e una sempre maggiore qualificazione dell'offerta, il locale è cresciuto assieme al quartiere Tuscolano. Mia madre Rosanna Bomprezzi, che già gestiva l'attività assieme al nonno, divenne sommelier nel 1988. Contestualmente il negozio venne ristrutturato e da 'vini e olii' divenne enoteca. Prima i vini imbottigliati erano pochi e si ABBIAMO PROVATO PER VOI vendevano principalmente liquori importati. La superficie espositiva che si vede oggi, invece, ampliata nel 2000, conta 1300 etichette di vino e circa 5000 etichette complessive tra distillati, grappe, liquori di varia natura, rum, cognac, armagnac. Abbiamo un cospicuo assortimento di vini esteri da tutto il mondo e una riserva di bottiglie 'importanti', dai Romanèe-Conti ai Dom Perignon, Cristal, Winston Churchill e così via”. La clientela dei Bomprezzi è molto varia, dalle famiglie del quartiere agli avventori occasionali che, di passag- gio sulla trafficatissima via Tuscolana, si fermano a dare un'occhiata attirati dal nome sull'insegna (ormai molto conosciuto). Molti clienti, mi dice Alessandro, risalgono ai tempi del nonno, o sono i figli e i nipoti di quelli originari. Nel 2008 la famiglia ha aperto, al civico adiacente, un wine bar: il Crudop ('crudo' richiama le pietanze così servite, principalmente il pesce; 'Cru' e 'Dop' si riferiscono rispettivamente al famoso vitigno e alla Denominazione di Origine Protetta, utilizzabile da tre anni a questa parte anche per il vino). “Come eno- teca storica, non abbiamo voluto snaturare il nostro lavoro mischiando le due attività – spiega Alessandro – Nel wine bar si può bere ottimo vino alle mescita, mangiare e partecipare a incontri su vino e cucina, cene tematiche con i produttori, corsi di degustazione”. Non è l'unica attività a latere. Nel 1967 il nonno Recildo ha acquistato vicino Jesi - sua terra natia - l'azienda agricola 'Montecappone', che oggi produce vino di alta qualità. La loro versione riserva 'Utopia' è un 'tre bicchieri' della guida del Gambero Rosso; il vino bianco 'Tabano' è stato premiato dalla guida di Luca Maroni come uno dei tre migliori bianchi d'Italia per quattro anni consecutivi. L'azienda è gestita dal fratello di Alessandro, Gianluca, che si è trasferito stabilmente in terra marchigiana. Lorenzo Marziali 'UTOPIA' MONTECAPPONE Il 'Verdicchio dei castelli di Jesi' che sfida il tempo Montecappone è una delle aziende-fattorie della Regione Marche gestite direttamente dai proprietari, che produce esclusivamente vini imbottigliati all'origine. Si caratterizza per l'attenta selezione delle uve in vigna, per la bassa produzione per ettaro e per le moderne sperimentazioni (sia in vigna che in cantina) portate avanti dallo staff interno di agronomi. I Mirizzi-Bomprezzi, soli proprietari dell'azienda dal 1997, allevano, con un occhio alla valorizzazione dei vitigli autoctoni, Verdicchio, Sauvignon Blanc, Montepulciano, Sangiovese e Syrah. Montecappone conta attualmente oltre 70 ettari di vigneto che si estendono sulle colline e sui castelli intorno a Jesi. La capacità della cantina è molto elevata ma le vasche di fermentazione sono di piccole dimensioni, per poter effettuare piccole vinificazioni di uve raccolte via via al giusto grado di maturazione. La cantina è disposta su tre livelli in modo da sfruttare la Montecappone S.A.R.L. Via Colle Olivo, 2 Jesi (AN) Italia www.montecappone.it [email protected] Tel +39.0731 205761 Fax +39.0731 204233 gravità limitando così al minimo l’uso delle pompe per la movimentazione di uve e vini. Il Verdicchio dei castelli di Jesi 'Utopia' è una riserva di Verdicchio (100%) molto rinfrescante. Ha una buona struttura senza perdere d'occhio eleganza e riconoscibilità. Di colore giallo paglierino brillante, matura per 12 mesi in vasche di cemento e 6 mesi in bottiglia. Al naso presenta note di tiglio, camomilla, ginestra, erbe aromatiche, timo, salvia. Al palato è complesso ma equilibrato: il frutto non perde mai di evidenza. Si consiglia in abbinamento a spaghetti cacio e pepe, salmone ai profumi dell'Adriatico, stoccafisso all'anconetana, razza in agrodolce. Gradazione alcolica: dai 13,5° ai 14,5° a seconda dell'annata. Temperatura di servizio: 12°-13° C. Riconoscimenti: tre bicchieri dalla guida del Gambero Rosso. Prezzo: intorno ai 15 euro. Zoc, un grande potenziale al momento sprecato G li elementi per un potenziale successo di sono tutti: un bellissimo locale in pieno centro, una cucina attenta al territorio e al chilometro zero, una struttura post industriale, con un invidiabile spazio cortile esterno invidiabile che strizza l'occhio alla New York più modaiola. Peccato che questo mix eccezionale di potenzialità sia declinato in modo sbagliato e che il risultato sia mediocre e respingente. Da Zoc (contrazione di Zoccolette, via centralissima della Capitale a due passi da Ponte Sisto e piazza Farnese), i gestori che forse di ristorazione ne sanno poco, hanno aperto da qualche anno un ristorante bar che cavalca la tendenza del consumo di prodotti stagionali e di prossimità. Ottima scelta se non fosse che anche nei mesi estivi quando la produzione ortofrutticola offre una tavolozza di gusti, colori e sapori infinita - la pigrizia dello chef di cucina limiti la carta a una, due proposte per i primi, altrettante per i secondi e le insalate. Potete perderci una giornata a sfogliare il menù - composto di due facciate - e vi dovete far piacere per forza uno dei due piatti. Punto e basta. Grande uso di curry, cous cous (mal cotto e peggio condito), insalate raccontate come se fossero opere d'arte ma che nella realizzazione e mise en place lasciano molto, molto a desiderare. Il locale ha, in vero, un cortile interno invidiabile arredato anche secondo le tendenze più underground. Le bici- clette che dovrebbero servire ai clienti o ai gestori vengono lasciate sul marciapiede di fronte e i camerieri, specie nel turno meridiano, sono incompetenti e sembrano passanti distratti più che suggeritori di un'esperienza culinaria. I costi, di contro, sono un po' eccessivi. Se i gestori vogliono continuare a restare aperti e diventare per la zona, densa di uffici e ministeri, un punto di riferimento nella ristorazione a pranzo, devono compiere ben altri sforzi. Primo proponendo menù sostanziosi intorno ai 10 euro. Secondo intercettando un personale di sala meno urticante nella lentezza e nella proposizione con il cliente. Insomma, è un posto che ha enormi potenzialità, ma manca evidentemente una mano esperta che possa mescolare tanti fattori di successo (po- tenziali) nel successo di un locale. Per il momento l'unico dato positivo è l'aperitivo del fine settimana affollato, soprattutto nelle stagioni morbide, più per la comodità e lo spazio esterno che per la proposta. Buona anche l'idea di offrire una colazione più rilassata e abbondante e un tea time per gli avventori che ne avvertono il bisogno (e hanno tempo). Peccato che vengano declinate entrambe le proposte senza passione e con scarso guizzo. Anche la carta dei vini lascia a desiderare, ma sembra il minore dei peccati. Il rimpianto, piuttosto, è che con tutti i locali per turisti del centro, questo che potrebbe trasformarsi in un punto di riferimento della zona venga gestito in modo snobbistico e trasandato e senza quella cura ormai indispensabile per ogni attività. IlCORRIERE ROMA SPETTACOLO giovedì 21 novembre 2013 pagina 23 DI Leggeri (anticrisi) per rilanciare il teatro Nancy e Enrico si sfidano al botteghino a colpi di spettatori rivisitando i classici amati dal pubblico Brignano al Sistina porta in scena Rugantino, la Brilli al Quirino replica con La Locandiera di Bernardo del Sole E nrico Brignano e Nancy Brilli, dopo aver litigato in un ascensore rimasto bloccato, in una calda giornata d’estate, nel film di CarloVanzina “Un’estate al mare”, ora duellano a distanza anche in teatro. Una tenzone a distanza s’intende sono infatti in scena a Roma con due spettacoli. Il primo torna a calcare le tavole del Sistina con un classico della commedia musicale: “Rugantino”. Brignano torna a vestire i panni del giovane romano spaccone (Rugantino) che vive di espedienti aiutato dalla fida Eusebia, in scena Paola Tiziana Cruciani, cresciuta, come Brignano, nella scuola teatrale di Gigi Proietti. Si tratta, come anIN SCENA. A sinistra Enrico Brignano, protagonista di Rugantino, al Sistina fino ticipato, di un ritorno, dopo lo straordinario al 9 febbraio; sopra Nancy Brilli nella Locandiera, al Quirino fino all’1 dicembre successo di pubblico dell’edizione 2010. donna, che gestisce una locanda con l'aiuto fratta (Giuseppe Marini) un misantropo, Questa volta “Rugantino” pensa in grande del cameriere Fabrizio (Andrea Paolotti). che lei riesce a sedurre, scommettendo sul il musical, come accadde già nel 1964, Scaltra e affascinante, si destreggia fra i cor- suo fascino. Dopo una lunga assenza dalle torna a Broadway dall’11 al 15 giugno per festeggiare i 50 anni dalla prima rappresen- media goldoniana, che già la scorsa setti- teggiamenti del Marchese di Forlimpopoli tournée teatrali, la Brilli non nasconde la mana al debutto ha guadagnato il successo (Marco Bussotti), un aristocratico deca- sua gioia per il ritorno a pieno ritmo sul paltazione. “Questo spettacolo ha un significato parti- del pubblico. “La locandiera” è la storia di duto; il Conte d'Albafiorita (Maximilian coscenico: “Per il teatro - sottolinea - ho colare per me”, racconta Brignano, che è Mirandolina, un'attraente, astuta e giovane Nisi), ricco e raffinato, e il Cavalier di Ripa- sempre avuto passione perché qui si impara molta tecnica, i trucchi del anche regista dello spettacolo, “permestiere e soprattutto la dichè dopo averlo visto qui in una sciplina. L’appagamento domenica pomeriggio del '78 con degli spettatori, poi, è straorMontesano e Fabrizi iniziai a sognare di fare l'attore, invece del tec- A cinquant’anni dall’attentato di incontri si vedrà come J.F. Ken- dinario”. Anche la “Locannico in un’industria meccanica”. Sul Dallas in cui perse la vita, la Fondanedy sia riuscito a coinvolgere diera”, come “Rugantino”, palco nei panni di Rosetta, c’è Se- zione Musica per Roma dedica cintutto l’immaginario della sua ge- grazie al successo riscosso firena Rossi. Mentre Mastro Titta è que appuntamenti a John Fiztgerald nerazione. Mario Sesti e Antonio nora nelle varie tappe in tutta interpretato da Vincenzo Failla e il Kennedy. Proprio nel giorno esatto Monda l’8 gennaio parleranno, Italia (nella Capitale sarà in principe Paritelli da Michele Gam- dell’anniversario della morte del con l’ausilio di storiche immagini scena fino all'1 dicembre), mino. Le musiche celeberrime di presidente più amato nella storia video, del tema “L’occhio che uc- potrebbe sbarcare all’estero. Armando Trovaioli sono dirette da degli Stati Uniti, venerdì 22 novemcide: JFK, i media, il cinema”. Al “Non è da escludere una rapMaurizio Abeni mentre alle coreo- bre, apre la serie “Lezioni di Kengiornalista Furio Colombo il compito di approfondire l’argomento presentazione della commegrafie ha pensato Gino Landi, che nedy” la prolusione di Walter “Kennedy e la storia: la statura di un presidente”. L’appuntamento dia fuori dall’Italia” – spiega le ha curate in ogni allestimento di Veltroni. L’ex sindaco di Roma si successivo “John F.Kennedy: an American tragedy” sarà affidato allo la Brilli - e non solo in Euquesto spettacolo fin dalla seconda concentrerà sull’anticonformismo scrittore-magistrato Giancarlo De Cataldo che indagherà su mezzo se- ropa. Grande protagonista edizione. Lo spettacolo sarà in di Kennedy che, scardinando i meccolo di indagini sulla morte. Per illustrare i rapporti tra l’era Kennedy dello spettacolo è anche Giuscena a Roma al Teatro Sistina da canismi e le consuetudini della vece la musica Ernesto Assante e Gino Castaldo ripercorreranno la na- seppe Marini, che oltre a redomani al 9 febbraio. chia politica, riuscì a bruciare le tappe fino alla Casa Bianca. scita dei nuovi movimenti che vennero alla luce durante i mesi della cita nel ruolo del Cavaliere di Al Quirino, invece, la Brilli porta in La serie si articola in altri quattro appuntamenti. Durante i successivi presidenza. B. D. S. Ripafratta, cura anche regia e adattamento. scena la “Locandiera” celebre com- Veltroni celebra JFK a 50 anni dall’attentato di Dallas QUI GATTO CI COVA SABATO 23 NOVEMBRE ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Maria Pia De Vito presenta “Il Pergolese” di Gerlando Gatto Appuntamento da non perdere, sabato 23 novembre all’Auditorium Parco della Musica: Maria Pia De Vito presenterà il suo ultimo lavoro, inciso per la ECM e dedicato ad una rilettura del Pergolesi. La vocalist napoletana non è certo nuova ad imprese quanto meno complesse: la sua continua ansia di ricerca l’ha portata ad esplorare territori molto diversi tra di loro (dalla sperimentazione, alla musica etnica, a quella barocca, all'elettronica, al mondo della forma canzone) ma ne è sempre uscita alla grande grazie ad una matura professionalità, una squisita sensibilità ed un dono grandioso che solo pochi hanno: una grande, grandissima musicalità. Quest’ ultima avventura nasce per accettare un invito. "Due anni fa – racconta la stessa De Vito - il festival Pergolesi di Jesi mi ha chiesto una rilettura della sua opera dicendomi: 'Falla come vuoi, senza limiti e confini'. E io mi sono messa all'opera. Ho coinvolto qualche amico e collega e mi sono immersa in centinaia di ore di ascolto". Il risultato è adesso a disposizione di tutti; la musica del Pergolesi - è ancora la De Vito ad offrirci un’illuminante chiave di lettura – viene affrontata con un grande rispetto e un'enorme attenzione. “Il materiale di Pergolesi è diventato un campo di sperimentazione. Abbiamo lavorato sulla unione tra elettronica e suoni acustici, canto improvvisato e tessuti armonici. Il Pergolese è diviso in due parti: nella prima siamo stati più aderenti alle partiture originarie, nella seconda abbiamo provato a re-inventare la tradizione”. Di qui anche la traduzione in napoletano di due frammenti dello Stabat Mater sulla scia di un lavoro che la cantante fa oramai da qualche anno: ricordiamo, al riguardo, la riscrittura in partenopeo di Chico Buarque e di Dalla , il tutto nella convinzione che la “lingua partenopea” abbia un'espressività molto più forte di quella italiana. Ovviamente l’album non sarebbe riuscito così bene se accanto a Maria Pia non ci fossero stati altre musicisti di caratura internazionale quali François Couturier pianista francese dai mille interessi, la violoncellista tedesca Anja Lechner apprezzata sia in ambito classico sia in ambito improvvisativo, il percussionista Michele Rabbia che tuti conosciamo come artista di grande inventiva.