go 044 Villa Strassoldo, della Torre

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go 044 Villa Strassoldo, della Torre
GORIZIA
go 044
Villa Strassoldo, della Torre Hohenlohe, detta “Castelnuovo”
Comune: Sagrado
Località: Castelnuovo
Castelnuovo, 
Irvv 00007042
Ctr 088 so
In località Castelnuovo, in cima al colle che porta alle alture di Polazzo, in una posizione privilegiata da
cui si può spaziare con lo sguardo su tutta la pianura fino al mare, sorge il complesso. La sua storia è legata a quella del vecchio castello di Sagrado che sorgeva più a valle. Il borgo trae origine da un insediamento dei longobardi ed ebbe un ruolo importante
nel Medioevo per la presenza di un traghetto, atto al
trasporto da una sponda all’altra dell’Isonzo, di proprietà del patriarca di Aquileia. Tra il  e il  secolo il feudo fu di proprietà della famiglia Strassoldo che fece costruire il castello. Nel  i terreni e il
maniero vennero dati in permuta ai della Torre, ma
il traghetto rimase degli Strassoldo fino al ,
quando Giovanni Filippo della Torre riuscì a ottenerne i diritti. I nobili della Torre non si occuparono
del vecchio castello e Raimondo  fece costruire
una grande villa, chiamandola “Castelnuovo”, e collegandola al Castelvecchio con un lungo viale. Fino
al  Sagrado rimase alla famiglia della Torre, poi
passò alla famiglia dei principi Hohenlohe Waldenburg Schillingsfurst in seguito al matrimonio di Teresa della Torre con il principe Egone. Nel corso dell’Ottocento la villa ebbe vari proprietari.
Dati catastali: f. 2, m. 62-1
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Nel  Raimondo  ridisegnò l’aspetto architettonico della villa e del parco che acquisirono le forme
attuali. La collina fu trasformata in parco e il giardino di fronte alla villa fu terrazzato e organizzato con
aiuole geometriche. La villa venne modificata secondo lo stile classico: alla pianta rettangolare allungata
corrisponde una facciata simmetrica rispetto a un asse mediano.
Nel corso della grande guerra la villa e gli edifici circostanti vennero bombardati e quasi completamente distrutti. La ricostruzione è avvenuta negli anni
venti del Novecento ridando all’insieme un aspetto
molto simile al precedente. La villa ha l’impianto
classico con facciata tripartita; la parte centrale, più
alta, ha tre assi di aperture poste in corrispondenza
dell’atrio e del salone di rappresentanza. Una larga
gradinata rettilinea conduce al porticato che precede l’entrata. La porta d’ingresso ad arco a tutto sesto, così come le due ai lati, ha una cornice in pietra
con in chiave di volta lo stemma della famiglia della
Torre. L’ingresso è protetto dal porticato, retto da
quattro colonne, sopra al quale si trova l’ampio terrazzo, con balaustra in ferro battuto, sul quale si affacciano le porte del salone ad arco a tutto sesto con
La villa vista dal parco (S.B. )
La facciata laterale nord del corpo padronale (S.B.
)
La facciata laterale sud del corpo padronale (S.B. )
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cornice. Le porte finestre del secondo piano sono architravate e con cornice in pietra; conclude la facciata un timpano, aperto al centro in un oculo circolare, sormontato da tre pinnacoli. Il fronte leggermente aggettante è scandito da quattro lesene interrotte da una fascia marcapiano.
Le ali laterali, a due piani separati tra loro dalla fascia
marcapiano, mostrano finestre, architravate al piano
terra e ad arco a tutto sesto con sottofinestre decorate al primo piano, sormontate da cimase. Il ritmo delle aperture è regolare e segue lo schema --.
Le facciate laterali sono diverse tra loro: quella a
nord è caratterizzata da una scala esterna che porta
al primo piano. Sul fronte sud invece pochi gradini
portano a un piano, dove si apre un ingresso ad arco a tutto sesto, delimitato da una balaustra interrotta da due colonne che reggono il terrazzo del primo piano. Il timpano, con oculo e pinnacoli ai lati
che si ritrova anche nel fronte nord, corona la facciata che presenta al piano primo una bifora ad arco
a tutto sesto affiancata da due porte finestre.
Sul retro, il corpo padronale ha un volume al quale
si collega una torre in pietra costruita in una posizione che pare anomala e che probabilmente si tro-
Il portale d’ingresso alla villa (S.B. )
Il tempietto monoptero dedicato a Valburga della Torre (S.B. )
Il giardino antistante la villa (S.B. )
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vava nel parco a testimonianza di un’edificazione
precedente alla villa. La torre ha due piani, è merlata, ha aperture con arco a tutto sesto e grate in ferro
battuto; sulla facciata est è riportato il leone di San
Marco.
Nel giardino sorgevano diversi edifici, non tutti ancora esistenti, ma dei quali sono pervenute le descrizioni. «Vicino ad uno dei muri di contenimento del
giardino, ai piedi di una gradinata che portava al bosco inferiore, sorgeva la “Casa Rossa”, luogo di ritrovo degli adepti dell’Arcadia romano-sonziaca, società di stampo accademico di cui Raimondo era
uno dei fondatori» (Tomasella, ). L’edificio in
stile neogotico aveva archi ogivali, con sotterranei e
scritte sulle pareti in riferimento alla fugacità della
vita. Alla fine dell’Ottocento il manufatto era notevolmente degradato e venne completamente demolito nel . Nelle vicinanze c’erano due piccoli chioschi, ai quali si aggiunsero le serre, le stalle per l’allevamento dei cavalli e un tempietto. Il tempietto era
dedicato a Valburga, defunta moglie di Raimondo 
della Torre ed è di tipo monoptero, a pianta circolare con collocato e cupola. Venne distrutto dai bombardamenti durante la prima guerra mondiale e ricostruito negli anni venti mantenendone la tipologia.
La ricostruzione ha apportato molte modifiche anche al parco, sono state eliminate le aiuole, i vigneti
hanno sostituito il boschetto attraversato dal viale
che portava alla villa e, al posto delle scuderie, si trova il complesso dell’azienda agricola attuale.
La torre medioevale ricostruita dietro la villa (S.B.
)
Il parco che circonda la villa (S.B. )
L’uliveto sulle pendici della collina (S.B. )
La cantina dell’azienda agricola (S.B. )