Noi clan Lucca 3 abbiamo deciso di intraprendere questo capitolo
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Noi clan Lucca 3 abbiamo deciso di intraprendere questo capitolo
IL NOSTRO ESSERE POLITICO Capitolo anno scout 2010/2011 Noi, clan Lucca 3, abbiamo deciso di intraprendere questo capitolo motivati dal clima storicopolitico-sociale che ci circonda. Non si tratta soltanto di un interesse personale ma di una scelta consapevole di un tema che ci tocca da vicino in quanto cittadini e in particolare in quanto scout. La nostra Carta di Clan ci presenta il tema della “scelta politica” come punto essenziale per la crescita personale dell‟uomo della partenza in quanto fare politica è occuparsi della comunità. Per avere una nostra coscienza politica abbiamo ritenuto importante affrontare inizialmente tematiche storiche che riguardano il nostro paese; per questo abbiamo chiesto l‟aiuto di due esperti, a cominciare da un costituzionalista che ci ha introdotto il quadro storico degli anni della nascita della costituzione; successivamente insieme a uno storico abbiamo affrontato il tema dei grandi scontri politici degli anni del dopoguerra dominati dalla contrapposizione tra le due grandi ideologie comunista e capitalista. In seguito a questi due incontri sono intervenuti due esponenti della politica locale che hanno condiviso con noi la loro esperienza. Il costituzionalista che abbiamo deciso di incontrare è Marcello Cecchetti. Questo incontro ci ha lasciato innanzitutto una bella riflessione da affrontare sia come singoli cittadini sia come comunità e riguarda l‟articolo 3 della nostra Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La riflessione parte dalla domanda: “Questo è compito della repubblica? Riguarda anche i privati? È stato uno dei punti di partenza da cui si è sviluppata la riflessione del clan e di tutto il capitolo. Di seguito vengono riassunti i punti più importanti dei temi che l‟esperto ha affrontato sulla nostra storia e sulla storia della nostra costituzione. Per introdurre il suo discorso sulla costituzione M. Cecchetti si è concentrato sulla situazione italiana durante e subito dopo la fine della resistenza. È partito descrivendoci i progetti del governo Badoglio che avevano come obiettivo quello di cancellare il fascismo da ogni ambito statale, come se si potesse ripulire la memoria dei cittadini completamente da un giorno all‟altro. Ciò si rivelò impossibile perché non si poteva cancellare la memoria storica della situazione politica che l'Italia aveva vissuto negli ultimi 20 anni. L'armistizio dell'8 settembre portò a un'Italia spaccata in due blocchi. Inoltre il comitato di liberazione nazionale si rifiutava di appoggiare il governo Badoglio. Su queste basi e con questo spirito la costituzione aveva l'obiettivo di evitare in qualsiasi modo la possibilità che si ripresentasse di nuovo forme di dittatura. Nel „44 il CLN e le forze politiche monarchiche con il patto di Salerno si accordarono per scrivere una costituzione provvisoria che si fondasse sulle paure di un ritorno del fascismo e avesse come base lo Statuto Albertino. Fu deciso poi da entrambe le parti di rimandare il problema costituzionale a dopo la fine della guerra. Attraverso dei “Regi Decreti” il re Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio che assunse il ruolo di luogo tenente del “regno” ma non del “re”, una differenza formale e sostanziale rispetto al periodo precedente. L'Italia non aveva più un re e si poneva la questione sul futuro assetto istituzionale della nazione. La questione costituzionale fu affidata al corpo elettore in quanto la DC era divisa tra il continuamento della monarchia e la scelta di una nuova costituzione. Il 9 maggio del „46 Vittorio Emanuele III abdica a favore di Umberto violando la costituzione provvisoria con una sorta di “colpo di stato”. Il 2 giugno del „46 si riunisce l‟Assemblea Costituente che appare divisa in varie fazioni: 1. blocco cattolico democratico 2. blocco social comunista 3. esponenti del vecchio partito liberale 4. altri componenti (come il Partito d'azione che ebbe grande influenza per i lavori costituzionali) La Costituzione presenta quindi tre differenti sistemi di valori, espressioni delle tre concezioni politiche e sociali delle componenti dell‟assemblea. Si può osservare l‟esempio dell‟Art. 41 dove sono presenti riferimenti sia all‟iniziativa privata (matrice liberale) sia all‟utilità sociale (di stampo cattolico) sia a una legge che irrompa nell‟economia per fini sociali (modello social-comunista) La nostra costituzione è quindi frutto di un compromesso, come del resto avviene per ogni costituzione democratica attraverso la quale i cittadini si impegnano a vivere in modo compatibile; è inoltre proiettata nel futuro, in quanto scritta in uno stato in rovina sia fisica che spirituale per ridare le fondamenta a una società che sia blindata rispetto a ogni nuova deriva totalitaria come era stata quella fascista. Nel ‟47, dopo gli accordi di Jalta si ha l‟uscita del blocco social-comunista dal governo e ha inizio la lunga fase del centrismo democristiano. Arrivando alle conclusioni la Costituzione italiana è una norma giuridica, non una carta dei diritti come avviene nel costituzionalismo nord americano. Non è nelle mani del potere politico come negli stati dell‟ „800 in cui la legge del parlamento era onnipotente (Statuto Albertino). La Costituzione deve essere invece un diritto superiore che neppure la legge del parlamento può modificare. La revisione costituzionale può essere attuata solo con l‟approvazione di 2/3 del parlamento oppure con un referendum. L‟esperto conclude affermando che si è persa la differenza tra politica costituzionale e ordinaria. Tra la I e la II repubblica cambia il soggetto della costituzione. Non esistono più i partiti. che si sono ridotti a “comitati elettorali”. Per approfondire poi le nostre conoscenze storiche il Clan ha deciso di chiamare il professore Massimo Cellai. Grazie al professore abbiamo compreso meglio le dinamiche degli eventi politici del passato che hanno influito profondamente sulla situazione politica attuale. Abbiamo preso in considerazione il periodo 1989-1993, gli anni della crisi del sistema partitico italiano. E‟ stato il crollo del muro di Berlino che ha portato alla distruzione di questo sistema partitico. Il crollo ha posto fine al conflitto tra i 2 sistemi contrapposti. Il blocco USA è stato protagonista della scena mondiale durante la guerra fredda. Ha influenzato anche la politica italiana in quanto, dopo l‟attentato a Togliatti nel ‟48, non si scatenò una guerra civile; così l‟Italia abbandonò qualsiasi progetto rivoluzionario e comunista. La grande potenza del blocco Usa nello scenario mondiale dipende dal fatto che ha partecipato alla maggior parte delle guerre nel mondo, ma sempre nei territori nemici. Per questo l‟USA è diventata molto potente arricchendosi grazie ai vari conflitti senza subire danni considerevoli. Proprio per questo l‟attentato alle Torri Gemelle nel 2001 ha provocato uno schock ancora più grande. Il professore ci ha inoltre spiegato come la globalizzazione sia un estensione al globo di un solo sistema, ossia quello capitalistico, vincente nel conflitto. Tornando a considerare l‟Italia, qui erano presenti due grandi partiti, Democrazia Cristiana, DC e partito comunista italiano, PCI. Ma non si trattava di una vera e propria democrazia; infatti è stata chiamata “democrazia imperfetta” per il fattore di conflitto tra i due sistemi. Quando l‟Italia è uscita dalla seconda guerra mondiale completamente distrutta, i liberali, DC, socialisti e comunisti crearono un governo di unità nazionale e rimasero in carica fino al 1947. Questo governo creò il progetto dell‟Italia futura. Nel 1947 quando il conflitto tra il sistema capitalistico e quello comunista si ingigantì, l‟Italia si trovò schierata dalla parte del sistema capitalistico, il PCI, allineata con il blocco URSS, uscì dal governo. Il PCI aveva fatto una scelta non rivoluzionaria e di tipo democratico, dato che alla fine della II Guerra Mondiale invitò tutti gli italiani a deporre le armi. Per questo le BR presero di mira anche il PCI in quanto parte del sistema che doveva essere distrutto con attacchi terroristici. Questo ebbe inizio quando il PCI decise di non fare una scelta rivoluzionaria dopo l‟attentato a Togliatti. Altro avvicinamento in direzione di un governo di unità nazionale fu promosso da Aldo Moro leader della DC, per far fronte al terrorismo. Questo proposito non fu possibile perché Aldo Moro fu sequestrato delle BR. In Italia si creò un grande conflitto tra i partiti costituenti democratici e i gruppi terroristici che erano contro la democrazia e la volevano distruggere. Gli anni ‟70 sono stati caratterizzati da un terrorismo rosso e uno nero dove le stragi avevano un “motivo” dichiarato e venivano firmate. Negli anni ‟80 avvenivano stragi invisibili che nessuno rivendicava e quindi non si conosceva chi voleva gettare il terrore nel paese. Alla fine degli anni ‟80 era finita un‟epoca e il Partito Comunista non si poteva più chiamare tale; per questo motivo si creò una gravissima frattura interna al partito. Nel 1992 sparì anche la DC. Le fratture dei 2 partiti principali italiani furono causate dal crollo del muro di Berlino e cioè dalla fine dello scontro dei 2 sistemi. Dal ‟92 in poi non è stato creato un sistema molto diverso di democrazia. Capiamo che il vero cambiamento nacque durante la prima guerra mondiale che doveva servire per capire chi doveva dominare il mondo ma si risolse in un vero e proprio massacro. Infatti l‟Europa distrutta cedette il comando del mondo agli USA. Lo scontro mondiale tra USA e URSS era parallelo in Italia tra PC e DC, ma solo in apparenza perché in Italia il PC non avrebbe potuto mai governare. Il termine “seconda repubblica” è stato creato in ambiente giornalistico perché in realtà non è avvenuto un radicale cambiamento a livello costituzionale e storico, cioè non è stata creata una nuova legge costituzionale che faccia contraddistinguere le due repubbliche, mentre il periodo di distacco tra le due è segnato solo da una nuova legge elettorale. Il nostro percorso di incontri si è concluso Sabato 26 febbraio con un incontro con due politici locali: Luca Leone, ex assessore al comune di Lucca, e Gabriele Bove, assessore al comune di Capannori. Rispetto ai due eventi precedenti, questo incontro si è basato su un confronto riguardante il nostro rapporto con la politica. La cosa interessante, soprattutto, è stata che pur parlando di politica, i due esperti non hanno fatto cenno al partito a cui appartenevano, ma si sono messi in gioco con noi, cercando di rispondere ai nostri dubbi e aiutandoci a capire il ruolo che ha la politica oggi. Fare politica è impegnarsi per la polis, per il bene comune, per la bellezza della città, anche se spesso i fini dei politici non sono solo questi… Abbiamo discusso sulla figura del politico oggi e su come purtroppo i partiti più che essere veri e propri partiti siano comitati elettorali. Gli esperti hanno confermato questa idea sostenendo che quello che manca all‟interno del partito è la democrazia; all‟interno delle città odierne si sente invece la mancanza di spazi pubblici dove potersi confrontare. Infatti rispetto a una volta, non sono più frequenti i comizi nelle piazze, ma chi gestisce il nostro rapporto con la politica è la televisione e altri mezzi di comunicazione che probabilmente ci hanno un po‟ allontanato dall‟interesse forte per il bene comune o forse, più verosimilmente lo hanno mascherato, camuffato, dietro altri valori. Un altro problema che è venuto fuori è il sentire una troppa distanza fra noi e la politica, soprattutto quella a livello nazionale e mondiale. L‟interesse per i problemi a noi più vicini è sicuramente una cosa naturale, intrinseca dell‟uomo, ma è possibile che sia dovuta anche al nostro sistema elettorale, basato sul partito e non sulla persona. Ci hanno poi raccontato come loro stessi si siano avvicinati alla politica e il ruolo che ha avuto per l‟uno l‟oratorio e per l‟altro gli scout. Sono entrambi elementi che puntano sul gioco di squadra, valore essenziale per la politica, su cui forse potremmo lavorare anche noi, a scapito dell‟individualismo che oggi regna. Infine abbiamo discusso se fare politica è una forma di servizio e se a sua volta fare servizio è una forma di politica, riflettendo sui mezzi e i modi che noi ragazzi abbiamo in questo momento per cercare di fare il bene della nostra città. Alla luce di tutte queste esperienze e del bagaglio che già possedevamo, abbiamo capito che per essere veri politici e per adempiere a ciò che l‟articolo 3 comma 2 della Costituzione afferma, è necessario avere innanzitutto una chiara conoscenza delle problematiche della cittadinanza e dei diritti e dei doveri che ognuno di noi ha in quanto cittadini. L‟entusiasmo unito alla volontà di portare avanti le nostre idee, ci aiutano a dare un contributo affinchè la nostra città, provincia, regione, stato possa progredire. Noi, Clan Lucca 3, ci impegniamo a: Essere onesti e testimoniare questo valore ogni giorno. Ma cos’è l’onestà? E‟ il rispetto della legge e delle regole, a partire dalle più semplici e comuni. E‟ la trasparenza nei confronti degli altri, ma soprattutto verso se stessi, senza secondi fini di tipo egoistico. Come cittadini, per rispettare le regole, comprendiamo che bisogna in primo luogo “conoscere” e quindi ci prendiamo l‟impegno di dedicare una parte di ogni riunione alla lettura e la discussione di articoli di giornale che riguardano gli argomenti salienti della settimana. Ci impegniamo concretamente a rispettare le regole e in primo luogo la Legge, ad esempio nel rispetto del Codice della Strada, nel pagare sempre il biglietto dei mezzi pubblici e nel chiedere sempre lo scontrino.