STRADE DI FRANCIA
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STRADE DI FRANCIA
STRADE DI FRANCIA di Daniela Verlicchi Si voltò verso il finestrino e si specchiò in esso. Lo scompartimento era deserto ma nella sua mente si accalcava una folla di sconosciuti che la spingevano, la tiravano, la pressavano,la soffocavano,la proteggevano...Si voltò verso il finestrino e incontrò i suoi occhi, belli,li vide belli e profondi,scuri e brillanti incastonati in un viso pallido e illuminato dalla luce dello scompartimento. Attraverso il contorno del suo viso vide passare alberi, automobili, le luci della vicina città, quelle delle case isolate di campagna... La sovrapposizione di quelle due immagini le diede una sensazione di vertigine...era da SOLA, completamente da sola:nessuno l'aspettava alla stazione, nessuno l'aspettava a casa,nessuno si sarebbe preoccupato se in treno ritardava, nessuno l'avrebbe chiamata per un bel po' di ore per nome. Era sera, ormai notte e finalmente era SOLA. La cosa le provocava un misto di inquietudine, orgoglio e vertigine. Quel viaggio fatto all'insaputa dei genitori, tenuto nascosto a tutti tranne a qualche fidato amico, rappresentava l'agognata libertà, la conquistata indipendenza. Le città che attraversava rappresentavano il mondo intero nella sua inconcepibile vastità; il cielo, così indistintamente e uniformemente scuro le faceva venire in mente l'inconsistenza delle ore, dei giorni, dei mesi che sarebbero trascorsi, la folla di persone che aveva incontrato poche ore prima,e che ancora le occupava la mente si collegava in essa con gli anonimi volti che l'avrebbero guardata sull'autobus, per strada, in facoltà a Bologna,la città verso la quale era diretta. Mancava solo una colonna sonora a quella che stava classificando come la sua "festa d'addio alla minore età" e non fu difficile trovarla dopo aver rovistato un po' nel suo bagaglio di competenze musicali: "Strade di Francia" di D. Silvestri. In quel momento non poteva essere che lei la destinataria di quel "tu", l'interlocutrice misteriosa del protagonista di quella canzone:quella che lo prende per mano e lo conduce per "queste strade di Francia" e gli promette che non torneranno più, quella che ha gli "occhi pieni di stazioni e chiese" e che non possono "ritornare blu" , quella che "i sogni li ha già completamente spesi" e sa che "a darsi un appuntamento che speranza c'è?"...E allora altro che Bologna!! Quella che si vede da lontano illuminata dalle mille luci dei suoi locali notturni, non può essere Bologna: è Parigi! "E se Parigi è così immensa e tu non hai paura come me...per queste strade di Francia, io vengo con te.." Ma la paura invece è grande perchè le strade in Francia sono tante e tutte ben aggrovigliate, perchè da soli, in questa nuova condizione, bisogna saper prendere delle decisioni e non solo per sè...perchè essere liberi significa anche essere liberi di sbagliare e di pagarne le conseguenze...perchè essere protagonisti della propria esistenza significa diventarne le eroine ma, spesso, anche le vittime...pensò...perchè se si cade da un sogno che ti fa volare in alto è facile farsi veramente male...Ma oramai le luci si stavano avvicinando: non ci si può nascondere all'ammaliante melodia che proviene dal centro della propria anima, non si può resistere all'esotico profumo che proviene dal centro di Parigi...e non si può nemmeno frenare il tempo che passa: di questo la ragazza era consapevole,che doveva vivere fino in fondo la sua età, che doveva cercare di accumulare meno rimpianti che poteva per il suo futuro... "E allora adesso che ogni cosa ha un nuovo nome...e questo nome me lo insegni tu...com'è che vivo ancora tra una chiesa e una stazione? E i miei occhi, i miei occhi non ritornano blu..." Con gli occhi stanchi e assonnati scese la scaletta, percorse il sottopassaggio e, passando per l'atrio ancora rumoroso e caotico(nonostante l'ora) uscì all'aria aperta. Il vento fresco le punse gli occhi e le premette contro il viso:si ritrasse, poi cominciò a camminare spedita verso casa. Per tutto il tragitto in autobus guardò dall'alto la città che le scorreva intorno col cuore colmo di soddisfazione poi, alla sua fermata, saltò giù e tutti questi pensieri evaporarono...