MaBeL Agency Agenzia letteraria internazionale Rights List

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MaBeL Agency Agenzia letteraria internazionale Rights List
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MaBeL Agency
Agenzia letteraria internazionale
Rights List
Frankfurt Book Fair 2014
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MaBeL Agency rappresenta i seguenti autori:
Ylljet Aliçka (Albania)
Ezzat el Kamhawi (Egitto)
Bruno Galindo (Spagna)
Bastian (Italia)
Letizia Bognanni (Italia)
Rino Genovese (Italia)
Michele Trionfera (Italia)
Jasmina Tešanović (Serbia
Bill Manville (USA)
Willett Thomas (USA)
Anthony Valerio (USA
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Inoltre, rappresentiamo i seguenti editori:
Infinito Edizioni (Italia)
Edizioni Estemporanee (Italia)
Fefè Editore (Italia)
Marotta & Cafiero (Italia)
Kogoi Edizioni (Italia)
Gihon River Press (USA)
Folio Verlag (Austria)
Co-Agenti
Giappone
Japan Uni Agency Inc.
Miko Yamanouchi
[email protected]
Cina
Chengdu Rightol Media & Advertisement CO., LTD
Mina Liu
[email protected]
Subcontinente Indiano
Kadalu
Sridhar Gowda
[email protected]
MaBeL Agency
Via Mura dei Francesi, 36
00043 Ciampino, Rome
cell. +39 3939795456
www.mabelagency.com
Contact: Mara Bevilacqua
Email: [email protected]
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Ezzat el Kamhawi
Ezzat el Kamhawi (1961) è un giornalista e scrittore egiziano. Dopo la
laurea all’università del Cairo, ha lavorato per il quotidiano Al-Akhbar e
dieci anni dopo ha contribuito a creare la famosa rivista letteraria
Akhbar Al-Adab. È stato anche capo redattore di al-Doha Cultural
Magazine. El Kamhawi attualmente scrive per il quotidiano Almasry
Alyoum e per il giornale arabo internazionale Al-Quds Al-Arabi. È
autore di molti libri, tra cui quattro romanzi e due raccolte di racconti.
Nel 2012 ha vinto la Naguib Mahfouz Medal for Literature per il romanzo House of the Wolf.
Edizioni Ensamble ha pubblicato nell’aprile 2014 il suo saggio sull’emigrazione Vergogna tra le due
sponde. Per la primavera 2015 è prevista l’uscita de La città del piacere, il suo primo romanzo
tradotto in italiano per i tipi delle edizioni Il Sirente.
Titoli disponibili
Una selva di tristezza e delizia
(al-Ayk fī l-mabāhij wa l-aḥzān)
Non-Fiction, p. 298
Dar el-Hilal/2003
Tutti i diritti disponibili
Un viaggio nell’intimità di un essere umano, nel profondo dei suoi
sentimenti, gioie e frustrazioni. Una raccolta di saggi che non ha
precedenti nella letteratura araba e che porta i lettori nel mondo
delle sensazioni e dell’anima, parlando dei cinque sensi, del
simbolismo e della varietà di significati che hanno assunto, attraversando varie culture. Con
elegante ironia, l’autore parla anche di altre importanti opere della letteratura araba e
internazionale, e i riferimenti al suo mondo culturale vengono abilmente chiariti attraverso
paralleli con scrittori come Cervantes, Flaubert, Proust, Marquez, Kawabata, Allende.
La stanza sul Nilo
(Ghurfa tarā al-Nīl)
Romanzo, p. 128
Merit Publishing House/2004
Edizione siriana Dar Al Howar/2004
Tutti i diritti disponibili
Gli ultimi tre giorni della vita di Issa, uno scrittore che non ha mai
scritto nulla, ossessionato e bloccato dall’idea della perfezione. Con
lui, l’amico Rif’at, che invece ha scritto tutto quel che ha potuto.
I due osservano, dalla finestra d’ospedale della loro camera privata che dà sul Nilo (un lusso
sfrenato per i cittadini del Cairo), alcuni rappresentanti del governo e investitori litigare per il
controllo della terra là davanti, proprietà dei contadini. Il corpo morente di Issa cade a pezzi
come collassa la società egiziana sotto il peso della corruzione.
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Il romanzo è anche un profondo viaggio esistenziale che parte da un letto di ospedale verso
il regno della memoria e dell’invenzione, tra sogno, fantasia e realtà, prodotte da Issa e da
chi gli è intorno.
La sentinella
(al-Ḥāras)
Romanzo, p. 270
El-Ain/2008
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La sentinella è un’opera sull’alienazione che colpisce gli uomini
quando si mettono al servizio di un potere autoritario che prende qui
la forma di un’assenza totale, e lo dimostra con la storia del tenente
Waheed che entra nella Cavalleria per proteggere il Presidente.
Waheed è sicuro di avere una Missione da compiere e si fonde col suo lavoro; anche le sue
fattezze diventano, giorno dopo giorno, sempre più simili a quelle dei commilitoni. Waheed
vive nella speranza di poter vedere il Presidente, prima o poi, ma non ci riuscirà mai perché
ogni volta che il Presidente decide di uscire, 40 diversi cortei di auto e aerei lasciano
contemporaneamente il palazzo, e lui potrebbe essere in ognuno di essi, o nessuno.
Nel frattempo, Waheed spreca la giovinezza e la vita privata in un’attesa sterile finché,
gravemente malato, è costretto ad andarsene, e morire solo. Allora decide che questa è la
Missione Suprema: affrontare la morte, abbandonato e senza nessuno vicino.
Un romanzo capitale, con uno stile visionario in cui ricorrono alcuni temi quasi ossessivi,
che richiama alla memoria capolavori come Il Deserto dei Tartari di Buzzati o lo
sperimentalismo narrativo degli ultimi lavori di Mahfuz, Echi di un’autobiografia e Sogni nel
tempo della convalescenza.
Il libro della seduzione
(Kitāb al-ghawāya)
Lettere d’amore
El-Ain/2009, p. 173
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Una collezione di lettere che l’autore manda alla sua amante, spiegandole
il legame tra scrittura e amore, cioè il desiderio di essere eterno, di non
morire mai.
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Il mare dietro le tende
Romanzo, p. 116
Dar Al-Adab/2014
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Con il suo ultimo romanzo, el Kamhawi torna agli spazi chiusi e a ciò
che più li caratterizza: mistero, magia, paura e desiderio.
Il romanzo è ambientato in una torre di vetro, forse un moderno
grattacielo, che alletta le persone con le sue stanze e corridoi.
Nonostante, all’arrivo, tutti siano solo ospiti temporanei, un po’ per
volta scopriamo che invece si rimane intrappolati nella routine della vita
nella torre, fino ad arrendersi al suo vuoto e non andarsene più, rimanere là per sempre.
Il lettore è introdotto nel mondo della torre da una frase chiave che descrive l’ospite
principale e narratore: “Non sa da dove viene e quando potrà andarsene”. E mentre la storia
si dipana, il lettore cerca in tutti i modi di capire perché il personaggio si trovi là. Egli non
lascia mai la torre e si muove soltanto tra la sua camera e la piscina.
Qui, al contrario della Torre di Babele, non sono le lingue a confondersi, ma gli occhi.
Gli occhi sono il vero strumento di narrazione della storia: civettano, salutano, maledicono,
si scusano e desiderano. Come in paradiso, nulla manca nella torre ma tutto sembra
inverosimile. E il mare dietro le tende è calmo, immobile e scuro, proprio come ciò che
accade all’interno.
Hanno detto di Ezzat el Kamhawi
An absorbing and kaleidoscopic retelling of Egyptian story… a haunting glimpse into
complex, tangled lives… El Kamhawi’s prose is lean, understated and often poetic, and his
writing owes as much to oral storytelling as to traditions of the novel. His mode of address is
often mythic, sometimes magical…
Alev Adil, The Times Literary Supplement su House of the Wolf
Ezzat el Kamhawi is one of the most distinctive authors of the new generation of writers in
Egypt. In The Grove of Sadness and Delight, he explores a new and controversial way of
writing that resulted in an innovative form amongst his own generation and in his own
previous work. And if the meadows literary means the intertwining of tree branches and
plants the different chapters of this book are woven with one another to create a solid text
that grows and extends in all direction. It has an unconventional form breaking free from the
traditional structure (introduction/body/conclusion) similar to what Deleuze and Guattari
discussed in their book A Thousand Plateaus.
Mohammad Al-Banki, Awan Cultural Magazine
If Naguib Mahfouz, the father or Arabic Novel, was inspired by Shahrazad’s infamous nights
in his novel, The Nights of a Thousand Night adding a modern twist to the story, and dealing
with issues related to contemporary middle eastern concerns and troubles; Ezzat el
Kamhawi, too, is inspired by Shahrazad stories to explore modern day issues. Unlike
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Mahfouz, he is not borrowing from its events and characters, but using its magical and
fantastic cities as a source of inspiration. His narrative shows extreme sensitivity, which
forms a new style in storytelling, and makes his novel The City of Pleasure yet another brick
for this new and innovative project initiated by Mahfouz.
Sabri Hafez, University of London, Al-Musawar Magazine
As in Mahfouz’s fiction, el Kamhawi understands the importance of redrawing the lines
between fiction and history for political purposes and that understanding history is central to
envisioning the future.
Tahia Abdel Nasser, American University of Cairo, su House of the Wolf
In A Room Overlooking the Nile Ezzat el Kamhawi writes about death with such fine details
and clarity. He writes as if he has already been to the other side and came back only to tell
us the truth of experiencing pleasures of pain and death mixed with life in a moment that
transcends the material world and body.
Shereen Abou El-Naga, Cairo University, Al-Sharq Al-Awsat
The flow of ages of grandparents, offspring and grandchildren in el Kamhawi’s new work,
with all its events and drama set in different eras and times, appeared in perfect shape and
harmony with its clear and strong structure. Filled with suspense and anticipation, the
characters’ destinies meet and diverge creating a unified knot that cannot be broken down,
all written in an excellent craftsmanship.
Inaya Jaber, Al-Safir Newspaper, su House of the Wolf
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Bruno Galindo
Bruno Galindo, in due decenni di giornalismo, letteratura e
forme narrative ibride, ha scritto centinaia di articoli, pubblicato
vari libri, contribuito a dischi e performance letterarie e poetiche
sperimentali. Tra i suoi lavori ci sono pezzi per El País e riviste
quali Cultura(s), Inrockuptibles, Rolling Stone, Granta, Esquire,
Gentleman, YoDona, Viajes Natiogral Geographic, Altaïr e Marie
Claire; inoltre libri di poesia come África para sociedades secretas
(Premio Rafael Pérez Estrada 2003, Vitruvio). È l’autore di Vasos
Comunicantes (Zona de Obras, 2004), in cui ha intervistato più di 200 grandi musicisti: Prince,
David Bowie, Elvis Costello, Perry Farrell, Angelo Badalamenti, David Byrne, Iggy Pop, Björk, Sex
Pistols, Bono. Ha inoltre pubblicato Diarios de Corea (Random House-Debate, 2006), un’opera di
giornalismo di viaggio in stile gonzo, in cui racconta la spaventosa esperienza vissuta in Corea del
Nord. Suoi racconti, articoli e interviste compaiono in vari testi collettivi, come Ciudadan@s de Babel
(Punto de Lectura, 2005), ma ha anche scritto Omega (Lengua de Trapo, 2011), biografia orale
dell’acclamato capolavoro omonimo del leggendario Enrique Morente.
El público è il suo primo romanzo.
El público
Fiction, p. 224
Pubblicato da Lengua De Trapo, 2012
Tutti i diritti disponibili
El público è un romanzo dalle atmosfere di thriller distopico che ruota
attorno al ruolo dei mass media nella definizione della Realtà,
un’ipnotica riflessione sul mondo dell’informazione e della cultura
nella società contemporanea.
Un importante giornale di sinistra si rende conto di aver perso la fascia
di lettori tra i 25 e i 40 anni. In seguito ad un accurato studio di
mercato – con la cui presentazione il romanzo comincia – la direzione decide di lanciare un
nuovo prodotto: una rivista sul lusso più assurdo. Un giornalista sulla quarantina, orami
quasi fuori dal giro, appassionato di teorie cospiratorie, di Oulipo, di scrittori russi di
fantascienza del XIX secolo e poeti afro-americani della fine degli anni ’70, riceve un’offerta
per lavorare nel magazine. Il Nostro Uomo è diviso tra le proprie convinzioni e la necessità
di cogliere quella che sembra la sua ultima occasione. E le sorprese non sono finite: inizia
infatti a ricevere degli sconcertanti messaggi anonimi.
Dalla storia principale si sviluppano dei plot secondari che finiscono per intrecciarsi: la
morte di un famoso scrittore cieco che il Nostro Uomo ha intervistato, un attacco terroristico
contro un centro di meditazione per ricchi, una facoltosa donna russa che compra
l’esperienza di essere una prostituta…
El público è un romanzo scritto con un linguaggio agile, ricco di riferimenti contemporanei,
acute descrizioni e pagine di vero e proprio saggio sociologico. Una storia nel cui stile
risuonano autori come Perec, Ballard, Amis, Houellebecq e Fogwill, e che analizza una
generazione intenta a respingere quanto più possibile la maturità. Ma è anche un romanzo
che parla dei nostri sentimenti collettivi riguardo potere e sottomissione, amore e vendetta,
dell’incapacità comunicativa tra le generazioni di una società che vive nell’edonismo
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radicale e nel riconoscimento della propria disintegrazione.
Hanno detto di El público
Un libro (audace, inaspettato) che fa un sol boccone della realtà e cambia il tuo modo di
pensare.
Jordi Costa, Cultura/s de La Vanguardia
Uno dei migliori romanzi del 2012. Lo considero il perfetto libro di culto.
Juan Malherido, eldiario.es
El público non sembra un libro pericoloso, eppure alla fine ne esci triturato, se possibile, con
una violenza anche maggiore. Questo romanzo ti attacca nel peggiore dei modi, con
intelligenza e senza possibilità di controbattere. […] La presa di Galindo sulla storia e la sua
abilità con le parole sono così forti che non si può scappare da questa tortura.
La playa de Madrid
Questo romanzo è un’esplosiva macchina di idee. Bruno Galindo è bravissimo
nell’analizzare l’uomo contemporaneo e il sistema in cui vive. El público è un romanzo
intelligente e dark, i lettori ameranno quanto è difficile da mandar giù.
Diagonal
Un ritratto satirico, cinico e piuttosto sordido della commercializzazione della cultura.
Hanna O. Semicz
Coraggioso ed encomiabile. L’autore non perde mai la presa sulla narrazione ed è acuto
come pochi nei suoi commenti sociologici. I riferimenti postmoderni, la storia attentamente
cesellata e la brutale autoconsapevolezza dell’opera si intrecciano in un tessuto ricchissimo.
Vicente Luis Mora
Un romanzo visionario e importante, il cui autore ha saputo anticipare le trasformazioni del
giornalismo, e ce le racconta con sagacia.
Eloy Fernández Porta
Nella sua brillante, convincente e verosimile esegesi di una nicchia di mercato, Galindo
disseziona con precisione e cinismo una generazione morente, straripante di vuoto.
Gabriel Núñez, Rock de Lux
In una biblioteca che descrivesse questi tempi di declino culturale, ci sarebbero senz’altro il
Perec di Le cose e Michel Houellebecq con La carta e il territorio. Ma El público non sarebbe
fuori posto in questa rimarchevole compagnia. (…) Le sue acute considerazioni hanno la
precisione aforistica di un missile, e una convincente chiarezza di fronte cui si può solo
chinare il capo e assentire. Amen.
Laura Gamundí, Go Mag
Un romanzo nel romanzo che è, in realtà, un saggio sulla doppia condizione dell’Uomo 2.0
di autore e pubblico. Una cupa indagine sul modo in cui quelle macchine di desiderio
chiamate mass media costruiscono al Realtà.
Héctor Márquez, Revista Mercurio
Se Bruno Galindo fosse un giocoliere e il suo romanzo uno spettacolo, il suo pubblico
rimarrebbe a bocca aperta di fronte alla sua capacità di gestire abilmente tante palline: le
descrizioni dettagliate, il metaromanzo che tiene il lettore incollato alla pagina e le
pertinenti riflessioni sulle società occidentali contemporanee.
Mercedes Cebrián, Número Cero
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Ylljet Aliçka
Ylljet Aliçka (1951) è uno scrittore albanese ed ex ambasciatore in
Francia. Laureato in Biochimica, ha lavorato nell’editoria scolastica e
come insegnante prima di intraprendere la carriera diplomatica. Ha
scritto numerose opere, tra cui varie raccolte di racconti, romanzi e due
sceneggiature tratte da suoi racconti: Slogans, un film franco-albanese
diretto da Gjergi Xhuvani che ha vinto il Premio della critica giovanile
al Festival di Cannes 2001 e il Golden Prize all’International Film
Festival di Tokyo 2001; e The prayer of love, una coproduzione Francia-Albania-Italia.
Alcuni racconti sono stati pubblicati su riviste letterarie francesi, rumene, polacche, russe, italiane e
slovacche, nonché nel volume Balkan blood, Balkan beauty della Northwestern University Press.
In Italia nel 2006 Guaraldi ha pubblicato la raccolta I compagni di pietra.
Titoli disponibili
Il compromesso
(Kompromisi)
Racconti, p. 137
Onufri/2001
Tutti i diritti disponibili
Diritti di traduzione venduti in Polonia/POGRANICZE
Tredici racconti ambientati nell’Albania comunista e in tempi più recenti,
dopo i cambiamenti politici. Storie basate sulla vita vera del Paese, anche se sembrano opere
da teatro dell’assurdo. Aliçka racconta i fatti con umorismo e un po’ d’ironia nera,
dipingendo un’atmosfera che può ricordare Kusturica, ma anche con una profonda empatia
verso l’umana debolezza. Ciononostante, da questi racconti viene fuori un modo crudele e
deprimente, e anche se il lettore percepisce l’affetto di Aliçka per i personaggi, mantiene
anche una distanza fatta di sarcasmo, perfettamente bilanciata dal suo stile minimalista.
Gli stranieri
(Rrëfenjë me ndërkombëtarë)
Romanzo, p. 176
OMSCA/2006
Tutti i diritti disponibili
Diritti di traduzione venduti in Finlandia/Lumi Kunstannus
Con acuto sarcasmo, il romanzo tratta il tema della cultura della
sottomissione/dominazione che a tutt’oggi modella i rapporti tra Paesi in
via di sviluppo (come l’Albania o l’Europa dell’Est) e gli stranieri che lavorano negli apparati
diplomatici. Nel libro si racconta la storia di un impiegato, o piuttosto il suo fallimento
professionale, che lavora in un’importante istituzione diplomatica, e deve vedersela con
molto stranieri, gente assolutamente “normale” a casa propria che però si reputa
fondamentale in questo contesto perché insignita di una missione storica: mostrare il
progresso alle nazioni povere.
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Valzer per un amore
(Valsi i lumturisë)
Romanzo, p. 208
Toena/2013
Tutti i diritti disponibili
Prefazione di Ismail Kadare
Albania, dicembre 1985: la famiglia Popa, composta da quattro sorelle e
due fratelli, si rifugia all’Ambasciata italiana di Tirana chiedendo asilo politico. Lo stato
totalitario albanese è esterrefatto. Si tratta di un evento senza precedenti non solo in Albania,
ma in tutto il blocco dei paesi ex-comunisti dell’Europa orientale.
Tuttavia, i Popa usciranno dall’Ambasciata solo cinque anni più tardi, dopo lunghi negoziati
internazionali e una vita del tutto isolata e costantemente sorvegliata. Alloggiati in due
stanze seminterrate dell’Ambasciata, alternano speranza, delusioni, sogni di un “matrimonio
all’italiana” e sofferenze psicologiche.
Durante quei cinque anni, tra poliziotti, diplomatici e servizi segreti albanesi si verrà a creare
ogni tipo di incidente e malinteso.
Solo nel maggio del ‘90 i sei protagonisti arrivano trionfalmente in Italia. Vengono prima
trasferiti in un campo per rifugiati e in seguito, loro malgrado, sono ospitati in un alloggio
popolare nel quale vivranno dimenticati da entrambi i Paesi.
Dopo una decina d’anni in Italia due Popa si suicidano, una entra e esce da un ospedale
psichiatrico di Roma, gli altri vivono in povertà.
Hanno detto di Ylljet Aliçka
I read these short stories with highest interest and emotion. It is a great piece of literature,
highly moving and insightful
Ryszard Kapuscinski
Dietro un tono in apparenza neutrale, Aliçka utilizza una maniera del tutto personale e
sincera per ricordarci una realtà in grado di essere al contempo ridicola e terrificante, e lo fa
con un racconto che scorre pacatamente. Parla di argomenti tremendi con una forma
naturale. Pare che l’autore esiti a prendere posizione, tentando di rimanere neutrale. In realtà
è la storia stessa che gli offre la possibilità di esprimere la sua opinione, la sua sensibilità
verso la realtà, perché il coraggio, la dignità o la bassezza umana si esprimono meglio
attraverso gli elementi apparentemente ingenui.
Ismail Kadare, prefazione a Valzer per un amore
Under the grotesque captured with elegance by the author, Albanians seem quite natural in
Alicka’s book of short stories.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Leur originalité vient de leur ton, familier, factuel, apparemment détaché, en réalité prudent:
celui de la conversation amicale en milieu totalitaire. Une bonhomie de surface, virile et
rassurante, et puis, si l’on écoute bien, sous les mots, des jugements de valeur qui vaudraient
des années de réeducation.
Jean Soublin, Le Monde des Livres
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Anthony Valerio
Anthony Valerio è uno scrittore, editor e professore italoamericano,
nato a Brooklyn negli Anni Quaranta. Suoi racconti sono apparsi sulla
Paris Review e in antologie pubblicate da Random House e Viking
Press. Ha scritto otto libri, tra cui, tradotti in Italia, Brooklyn,
Mediterraneo (ZONA) e Anita (Gallucci editore), biografia su Anita
Garibaldi.
Titoli disponibili
John Dante’s Inferno
A Playboy’s Life
Biografia, p. 220
Manoscritto completo
Tutti i diritti disponibili
Giovanni Aimola nasce agli inizi del ‘900 in un piccolo paese
della Puglia da cui i genitori emigrano. Qualche anno più
tardi diventa John Dante, uno dei più grandi amatori di tutti i
tempi, braccio destro e amico fraterno di Hugh Hefner, col
quale ha vissuto nella Playboy Mansion per 26 anni.
Questa biografia, i cui fatti Valerio ha raccolto dalla viva voce
di John Dante, grazie all’amico comune Shel Silverstein, il famoso disegnatore e autore di
libri per ragazzi, racconta la storia di un uomo che avvera il proprio sogno e di un’amicizia
molto simile a un matrimonio, un mondo dove Sesso e Bellezza, e la fedeltà ad essi, sono gli
unici punti di riferimento. Un mondo di enorme sfarzo e solitudine, di violenza e sensualità,
dove oltre alle donne più belle transitavano ogni giorno i grandi dello star-system.
Valerio struttura la narrazione facendone un parallelo tra la vita di John e l’Inferno di Dante,
elevando quel che molti avrebbe reso come mero racconto pornografico – i rendez-vous di
un consumato tombeur des femmes nella tradizione di Don Giovanni, Casanova o Valentino
– al livello di poesia epica.
John Dante’s Inferno è l’ultima e la più coraggiosa delle impareggiabili cronache di
rimarchevoli Italoamericani cui Valerio si è votato: la biografia erudita, ironica e licenziosa
di un self-made man originario dell’Italia.
Il libro è arricchito da foto d’epoca dei protagonisti e soprattutto da alcune polaroid della
collezione privata di John Dante, come quella in copertina: migliaia di scatti di gambe
femminili in calze a rete e tacchi a spillo, le passioni di John.
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Lefty & Her Gangsters
A Novel of Power & Sex
Romanzo, p. 230, ms inglese definitivo disponibile
L’incomparabile Lefty, rossa, mancina, strabica, sposata e sensualissima, riduce Nicholas,
l’amante italoamericano, a schiavo sessuale e giochino privato, spingendolo così a chiedere
consiglio al padrino del quartiere, Johnny. Lefty sarà la musa e la salvezza di entrambi.
Come accadrà nei successivi Terapia e pallottole o I Soprano, Valerio usa l’analisi come
espediente letterario per raccontare un boss, in modo originale e calzante.
The Little Sailor
A Romantic Thriller
Romanzo, p. 150, ms inglese definitivo disponibile
Un romanzo, un memoir, un poema in prosa. Una gemma letteraria dalla prosa evocativa,
con affascinanti personaggi femminili che emergono vividissimi dal passato, mantenendo
intatte forza e passione.
Toni Cade Bambara’s One Sicilian Night
Memoir, p. 87, ms inglese definitivo disponibile
Il delicato ricordo dell’amicizia tra Valerio e la famosa scrittrice, documentarista e
sceneggiatrice afroamericana Toni Cade Bambara, conosciuta in occasione di un Premio
Mondello.
Valentino and the Great Italians
Biografia, p. 247, ms inglese definitivo disponibile
Un libro che celebra la storia dello spirito italiano. Attraverso un approccio innovativo, che
combina fatti, ricordi e invenzione, Valerio dipinge 22 bei ritratti di leggende come Rodolfo
Valentino, Giuseppe e Anita Garibaldi, Joe DiMaggio, Cristoforo Colombo, Caruso, Frank
Sinatra, Tony Bennett, che tornano in vita in una sorta di opera, dove passione, tragedia,
commedia e scandalo tengono incollati alle pagine.
BART: A Life of A. Bartlett Giamatti
Biografia; Harcourt/1993
La vita del celeberrimo Bartlett Giamatti, prima
preside della Yale University e poi a capo della Major
League del baseball.
“Una magnifica lettura”, secondo Larry King.
“Delizioso ed elegante”, Yankee Magazine.
Hanno detto di Anthony Valerio
Conosce il mestiere: entra, racconta la sua storia e se ne va. Come dovrebbe fare la buona
scrittura.
Shel Silverstein
Un libro ricco di ardore, humor, pazzia, riflessioni e pathos.
The Los Angeles Times su Brooklyn, Mediterraneo
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Bill Manville
Bill Manville è stato il cantore della saloon society newyorchese tra la
fine degli Anni ’50 e i primi ’60. Ex pubblicitario di Madison Avenue,
aveva una rubrica su The Village Voice e una selezione dei suoi pezzi fu
pubblicata da Duell, Sloan and Pearce come Saloon Society (1960).
Manville ha poi lavorato come corrispondente per Cosmopolitan e
pubblicato sei romanzi, tra cui Breaking Up (Simon & Schuster, 1962),
Palace of Money (Delacorte, 1966), Goodbye (Simon & Schuster, 1977,
Book of the Month; tradotto nel ’78 da Sonzogno). Nel 2003 Forge pubblica Cool, Hip & Sober: 88
Ways to Beat Booze and Drugs, a metà tra il manuale e il memoir, in cui Manville racconta come ha
sconfitto l’alcolismo da più di 20 anni.
Dear Miss Agony
Romanzo
Estratto disponibile (inglese)
Tutti i diritti disponibili
Un thriller letterario pervaso di ironia, sensualità e una sottile tristezza.
2004 – Guerra all’Iraq e alle sue armi di distruzione di massa.
Jim, 51 anni, da 11 giorni ufficialmente divorziato da Irene, bella e sarcastica, sobrio da 8,
tornato a San Francisco da 7, con l’aiuto di un bastone da passeggio si prepara per la festa di
bentornato che Maddie&Mab, amiche di lunga data conosciute a una manifestazione antiVietnam a Berkley, hanno organizzato per festeggiare il suo divorzio.
Dopo che l’avvocato di Irene, Billy Jack Joe Wyvern III, gli ha personalmente notificato la
citazione, Jim ricorda solo una passeggiata barcollante lungo Howard Street con un bel po’
di gin, e poi tre giorni di blackout, in seguito ai quali si è risvegliato in un garage di
Baltimora, completamente al verde e con i reni così paralizzati da non poter fare pipì.
Wyvern è anche primo consigliere pro bono per la National Rifle Association, e appartiene
agli alti circoli dell’ultradestra, mentre Jim viene da una famiglia di soldati. Difatti, si è
arruolato per la guerra del Vietnam, dove è stato ferito, prima ancora di compiere 17 anni,
ma solo per evitare uno scandalo, avendo ucciso il padre, eroe della Seconda Guerra
Mondiale, perché abusava della madre.
Wyvern porta ai servizi segreti dell’esercito americano (CIC – Counter Intelligence Corps) le
prove che Jim (nome in codice Derby Hat) è così amareggiato per le ferite subite in Vietnam
da star pianificando di sparare al Presidente Bush prima che invada l’Iraq.
Il CIC manda il Sergente Brenga per un’indagine urgente sui piani di Derby Hat. Poco dopo,
Brenga viene trovato assassinato dopo un bicchiere con Jim (durante i tre giorni di blackout).
Nel frattempo, Jim tiene una rubrica sul San Francisco Chronicle, “Dear Miss Agony”, e al
party di Maddie&Mab conosce Rita, una ventisettenne con un piano tutto suo. Prendono
appuntamento per un fine settimana in un hotel di San Luis Obispo ma anche lei viene
trovata misteriosamente ammazzata nell’appartamento di Jim prima ancora che si rivedano,
e la polizia di San Francisco, con una soffiata, arriva poco dopo.
In tutto questo, Jim deve anche vedersela con i servizi segreti, che stanno venendo a
prenderlo. O peggio.
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Saloon Society
The Diary of a Year Beyond Aspirin
Fiction, p. 130
Prima edizione Duell, Sloan & Pearce (1960)
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Con una prosa che Michael Korda definì stupefacente, Bill
Manville tratteggia con grande abilità le scene indimenticabili di
alcuni viveur newyorchesi cui non manca mai un bicchiere di
martini o di bourbon in mano, e che, da quei pulpiti perfetti che
sono i banconi dei locali migliori del Village, enunciano le loro
grandi verità, aforismi cinici, spiazzanti e disperati, sull’amore,
la psicanalisi, il denaro, il Sé, la felicità, il matrimonio, il lavoro,
la beat generation. Perle affascinanti e marce che rovesciano i luoghi comuni ma non
aprono spiraglio alcuno. Un edonismo totale e del tutto privo di senso di colpa.
Bill, Kugelman e compagni sono totalmente immersi in un carpe diem alcolico e fumoso,
ironico e bruciante, spaventati da ogni accezione di futuro e di certezza, sempre alla ricerca
di qualcos’altro, qualcosa di più, irraggiungibile, inesistente.
Le storie e i personaggi di questo vivido mosaico sono valorizzati e potenziati anche dal
design di Alexy Brodovitch, Art Director di Harper’s Bazaar dal 1938 al 1958, e soprattutto
dalle fotografie di David Attie, i cui lavori sono apparsi anche su Vogue e Glamour. Queste
foto dipingono con grande forza espressiva l’instabilità, il glamour, la grazia e
quell’ubriacatura perenne che rende tutto effimero e incerto, ovvero il punto di vista di
Kugelman, di Lou, di Tamara, di Big Mary, di Bill stesso, permanent residents dei locali più
cool del Greenwich Village dell’epoca.
Hanno detto di Bill Manville
Saloon Society has a unique style – a highly readable mixture of the confessional tale, court
song, aphorisms and epiphany. […] When he describes the miseries of a wanderer, however,
he touches poetry.
The New York Times Books Review
What first attracted me was the dazzling prose; I was equally impressed by his understanding
of plot and depth of characterization. A considerable literary accomplishment but also a
Book of the Month choice, bringing an impressive price at paperback auction.
Michael Korda, Editor-in-Chief di Simon & Schuster, su Goodbye
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Willett Thomas
Raised by Hand, Lifted by the Tides
A Southern Child’s Memoir
Romanzo, p. 180
Tutti i diritti disponibili
L’esordio di Willett Thomas colpisce per la padronanza tecnica e
la potenza della storia, avvincente, commovente e vividissima,
narrata dalla voce autentica e incisiva di una bambina che, come
tutti i personaggi, prende davvero vita tra le pagine, facendo
sorgere nei suoi primi lettori paragoni tra l’autrice e Alice Munro
o Harper Lee.
Ambientata nella comunità afroamericana di Arcadia, in Florida,
negli Anni ’40, Raised by Hand è la storia di Lilly “Lil Bit” Dalton che ripercorre un
momento cruciale della propria vita, tra i 10 e i 13 anni. Lil Bit vive con una donna che
considera sua nonna, Bubbah, e il figlio alcolizzato, Bobby.
All’inizio, il pensiero più pressante della bambina è convincere la madre Violet a riprenderla
con sé, finché non si rassegna e cerca di trarre il meglio dalla situazione, che spesso oscilla
tra il comico e il penoso. Il lato crime del romanzo prende avvio la mattina in cui Lilly
ritrova il corpo di un arcadiano scomparso che quasi la fa annegare. Viene salvata dallo
sceriffo, che non rivela nulla del cadavere, complicando non poco la vita della ragazzina.
Come accade anche in bestseller come La vita segreta delle api di Lily Owens o Hush di
Toswiah Green, la storia di Lil Bit Dalton, insieme memoir, mystery e saga familiare,
testimonia come crescere sia un’altalena tra ingiustizie e trionfi sudati.
Willett Thomas vive a Baltimora dove, oltre a scrivere, si occupa della gestione del sito Write of
Passage. Si è laureata alla Johns Hopkins e ha ricevuto diverse borse di studio per dedicarsi alla
scrittura. Nel 2008 ha ricevuto il premio Maureen Egen Writers Exchange for fiction. Suoi racconti
sono apparsi su Huffington Post, Loch Raven Review, Baltimore Fishbowl, Marco Polo Arts Magazine,
and My Word! Contemporary Writers on the Words They Love or Loathe Anthology.
Hanno detto di Willett Thomas
Extremely well written and well-paced, the story engages from the beginning.
Awesome Indies
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MaBeL Agency rappresenta le opere di Jasmina Tešanović, scrittrice, traduttrice (Busi,
Morante, Blixen, Calvino, Veronesi, Moravia), giornalista, regista, attivista politica e
femminista serba che vive a Torino.
La sua opera più nota, Diary of a Political Idiot. Normal Life in Belgrad (Cleis Press, 2000), è
la versione cartacea del suo blog di guerra – il primo al mondo –, tenuto durante il conflitto
del Kosovo del 1999: fu pubblicato in estratti su Granta (67) e ad oggi è disponibile, su
riviste o online, in 13 lingue (l’ultima, il polacco, da gennaio 2013). Ne è anche stato tratto
un film presentato al 56esimo Festival del Cinema di Venezia.
Jasmina Tešanović è membro del PEN club norvegese e nel ’94 ha fondato, con due socie, la
prima casa editrice femminista serba, Feministicka94. È un’autrice prolifica, e
quotidianamente anima il web con contributi e articoli sul suo blog “Virtual Vita Nova”,
su “Globalisti a Torino” il blog che tiene per La Stampa con il marito Bruce Sterling, e sulla
piattaforma Boing Boing.
In Italia le sue opere sono edite da Fandango Libri (Normalità. Operetta morale di un’idiota
politica, 2000), Stampa Alternativa (Processo agli Scorpioni, 2009; Nefertiti. L’amore di una
regina eretica nell’Antico Egitto, 2009), Espress Edizioni (Mai più senza Torino, 2012).
È appena uscita, per i tipi della Infinito Edizioni, la sua autobiografia dal titolo La mia vita
senza di me, pubblicata in Serbia da Rende.
Titoli disponibili per l’Italia
Matrimony (Bronce Ediciones/Grupo Planeta, Spagna 2003 | Feministicka94, Serbia 2004)
In questo diario l’autrice racconta la morte della madre causata dalla mancanza di medicine
per le sanzioni imposte alla Jugoslavia, e l’elaborazione del lutto negli anni seguenti.
Me and My Multicultural Street (Feministicka 94, Serbia 2001)
Saggi sulla guerra.
The Mermaids (Feministicka94, Serbia 1997) – vincitore del Premio Borislav Pekić
Il doloroso percorso di crescita di due ragazze attraverso il trauma dell’incesto, reale e
psicologico, e attraverso i miti e il linguaggio delle culture patriarcali antiche e moderne.
A Women’s Book (Feministicka94, Serbia 1996).
Storie vere che narrano i luoghi comuni della vita delle donne a Belgrado: amore, maternità,
omosessualità.
Per qualunque richiesta sui titoli di Jasmina Tešanović
per favore contattate Mara Bevilacqua - [email protected]
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Bastian
Urbi et orbi
Trilogia di una poveracristo
Romanzo
Manoscritto completo (p. 91)
Tutti i diritti disponibili
cedo vita natural durante il mio minuscolo orizzonte di femmina di uno dei tanti formicai che
affollano il pianeta
cedo vita natural durante, non avendo eredi, ai posteri, cedo il mio minuscolo orizzonte di
piogge atomiche e di guerre intestine, il mio minuscolo orizzonte di calci in culo o buste
paga, di opere senza giorni e di giorni senza uscita, cedo questo mio minuscolo orizzonte, e
senza perderne un frammento, vita natural durante, a coloro che verranno
cedo vita natural durante il mio minuscolo orizzonte di serva di scena alla vita rabbiosamente
salva di coloro che verranno
Ventunesimo secolo. Roma. Lo spaccato vivissimo di una donna-filosofo napoletana,
precaria e lesbica, al tempo della “crisi”."
Da una lirica potente, oscura e immaginaria a una cruda, ipnotica e ossessiva poetica iperrealistica, fino ad arrivare alle ultime pagine dense di una lucidità che si limita, soltanto, a
enumerare i fatti nella loro più nuda e scarnificata essenza: tre stili per tre tempi differenti di
una storia senza inizio né fine, nella quale potranno riconoscere il senso della loro rabbia,
della loro sconfitta e del loro riscatto sempre ancora da venire, i povericristi della terra.
Ovvero: quelli che la norma non contempla, perché “Noi siamo la Norma, e tu non fai
eccezione”."
Echi di Arthur Rimbaud, Philip K. Dick, Antonin Artaud, Henry Miller, Thomas Bernhard
risuonano nel fraseggio di una voce perturbante e fortemente autoriale, padrona assoluta di
una lingua che fonde spirito e corpo e dice l’umano, sanguinando visioni del Sé, dell’Altro,
dell’Amore, dell’Oblio, del Lavoro, della Società.
Bastian è una donna di trentanove anni, nata a Napule, instancabile camminatrice, onnivora
divoratrice di libri e saltuaria disegnatrice a china.
Laureata in filosofia, per circa una decina d’anni ha trascinato una valigia in Italia e all’estero
per un dottorato di ricerca in scienze politiche con effimera gloria concluso discutendo una
tesi sulla presunta a-normalità di alcuni tra noi, invece da lei ritenuti tra le creature più sane:
Rimbaud, Artaud, Carlo Michelstaedter, Pasolini. Nel frattempo collezionava anche una
nutrita costellazione di occasionali lavoretti al solo fine di guadagnarsi quel po’ di pane di
cui abbisogna l’esilità del suo corpo.
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Michele Trionfera
L’11 maggio 1904, in una paesino della Spagna, nasceva Salvador
Dalì. Lo stesso giorno, ma del 1928, veniva alla luce il regista
italiano Marco Ferreri. Nel 1984, sempre l’11 maggio, nasceva
Andres Iniesta, centrocampista del Barcellona e della nazionale
spagnola. A poche ore e molti chilometri di distanza, a Roma,
faceva la sua comparsa nel mondo Michele Trionfera. Laureato
con il massimo dei voti in filosofia con una tesi su Ballard, ha
all’attivo una girandola di esperienze di formazione e lavorative che lo collocano a pieno
titolo nei dati ISTAT sulla precarietà in Italia. In questo momento non può rivelare il suo
impiego perché probabilmente non sarà lo stesso che farà quando qualcuno di voi leggerà
queste righe. Appassionato di letteratura ed enogastronomia, scrive, mangia e beve, non
sempre in quest’ordine.
In pasto
Romanzo
Manoscritto definitivo (p. 155)
Tutti i diritti disponibili
Un romanzo che Pellegrino Artusi e Vázquez Montalbán leggerebbero volentieri,
e anche Stephen King.
Il romanzo è un genere cannibale
Mario Vargas Llosa
Berlino, oggi.
Il professor Schlemmer, accademico di successo, benvoluto e gaudente, insegna Filosofia del
linguaggio all’università. Da qualche tempo però non è più lo stesso: colto da un profondo
senso d’insoddisfazione, la sua vita è cambiata radicalmente dopo aver trovato, nell’albero
dei libri di Prenzlaurberg, un manoscritto a tema gastronomico.
La potenza conturbante dei contenuti dello scartafaccio anonimo, conversazione tra un
Cuoco e uno Scrittore, gli ha fatto capire molte cose importanti – ad esempio che dopo aver
sviluppato le proprie potenzialità, esse andrebbero consumate per poter essere davvero
liberate, assimilate, digerite – che però non sa bene come gestire. Si mette quindi in contatto
con Gustavo Lautore, estensore di La ragioni del ventre, un testo di filosofia gastronomica,
cui chiede di partecipare ad un non meglio specificato progetto su questi temi.
Il manoscritto anonimo, intitolato Identità golose. Dialogo filosofico con vivande, che sta al
cuore del romanzo, è una sorta di ricettario alla Pellegrino Artusi, un testo che tratta
l’esperienza dell’essere al mondo, del possedere un corpo e sentirne lo spessore in maniera
radicale; parla di gastronomia, letteratura e filosofia segnalando la possibilità che questi
argomenti ci riguardino non tanto in quanto esseri dotati di ragione, ma come carne viva
traboccante di pulsioni.
Anche per Lautore la lettura del testo è un’esperienza epifanica che deve essere subito
discussa con il Professore, dal vivo, Coltrane in sottofondo.
L’epilogo vero dipende da cosa, di noi, il testo ci chiede di sacrificare. E da come.
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Letizia Bognanni
Da quando ha imparato a leggere, Letizia è passata, in una
frenetica compulsione da tossica mancata, da Topolino a
Dostojevskji a Liala a David Foster Wallace a Cioè alle etichette
dei detersivi a Carver alle biografie di musicisti rock. A tal
proposito, folgorata sulla via di Tutto-musica e spettacolo, decise
che sarebbe diventata un’autorevole e temibile critica musicale.
Con un certo sforzo di fantasia, ha raggiunto il suo scopo e scrive
di musica su Rockit, Freequency e Rumoremag. Mentre inseguiva i suoi sogni di sesso droga
e rock’n’roll, ha frequentato la scuola Holden, dove ha avuto modo di nutrire il proprio
eclettismo. Aveva un blog, ma l’ha abbandonato. Aveva anche un secondo blog, ha
abbandonato pure quello, ma prima l’ha salvato e l’ha trasformato in un romanzo, Ma ci
pensi a quanto sei stata fortunata?, con cui è stata finalista al premio Ilmioesordio 2011. Ha
pubblicato tre racconti nella collana Singolari di LiberAria Edizioni (2012) e nelle antologie
The Sleepers, racconti tra sogno e veglia (Azimut, 2008) e Rac-corti, brevi storie per chi va di
fretta (Giulio Perrone Editore, 2008).
Via dell’Abbazia
Romanzo
Manoscritto completo (p. 151)
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La storia di un amore che nasce, di due ragazzi che crescono e si scontrano con la realtà
della vita adulta, di un paese che cerca di rifiorire nella cultura e di uno scrittore che ce l’ha
fatta. Un romanzo di grande freschezza, con la colonna sonora intessuta nella trama,
dialoghi irresistibili in cui tutti i personaggi, accuratamente tratteggiati, hanno una voce
propria e inconfondibile, e una leggerezza calviniana accoppiata ad una vena di umorismo
sempre presente.
Parcopiano è un’anonima cittadina in cui niente succede, almeno fino al giorno in cui il
giovane scrittore Lorenzo Carreri decide di ambientare fra quelle strade un romanzo che
diventa un successo fenomenale. “Via dell’Abbazia”, il romanzo di Carreri, cambia la vita
della città e dei suoi abitanti, in particolare quella di Jacopo e Carla, che suonano, si
innamorano, crescono, in una piccola Liverpool in pieno fermento culturale e musicale. Ma
il libro cambia anche la vita di Giorgio Di Giorgio: figlio dell’ex-sindaco, aspirante primo
cittadino, conservatore, vede tutte le sue certezze sgretolarsi e tenta in ogni modo di
riportare Parcopiano al suo stato “naturale” di città di provincia governata dall’immobilità e,
soprattutto, dalla sua famiglia.
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L.B.
Postille in margine all’amore
Romanzo
Manoscritto completo (p. 75)
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Postille in margine all’amore è un monologo fitto ed elegante, in cui l’anonimo protagonista
segue il fil rouge dei suoi innamoramenti per riflettere sul senso generale dell’amore e sul
grande malinteso che esso sottende: che sia la certezza ad alimentarlo.
Due capitoli, due momenti della vita del narratore.
Nel primo, mentre fa l’amore con Julia, vero filo rosso dei suoi pensieri, la voce narrante si
abbandona ai ricordi di questa storia a termine, dalla prima volta insieme fino agli ultimi
giorni precedenti il ritorno della donna a New York. Nel secondo, svegliandosi in un letto
nuovo, nella casa ancora poco conosciuta di un nuovo amore, il narratore ripercorre quanto
successo dopo la rottura con Julia, a lui e a parte della sua famiglia.
Lui è un uomo che si lascia amare, Julia una donna che vive solo l’oggi, perché sa che il suo
domani non è qui, né con lui.
Il protagonista non fa niente per trattenerla: le sue sono riflessioni a posteriori, inutili in
rapporto alla relazione con Julia ma importanti per fargli prendere nuova coscienza di sé e
dell’amore. Per decidere come gestire la contabilità degli affetti; per capire come funziona il
Lego dell’esistenza, mettere insieme mattoncini casuali per costruire qualcosa che non sia
solo mio o tuo. Per capire cos’è la solitudine (due corpi nudi) e che da soli non si potrà mai
essere davvero completi.
In una continua, imprescindibile narrazione di Sé, unico modo per validare la propria
esistenza, il narratore scava nelle paure e nelle debolezze, sue e di chi gli sta intorno,
sovverte il proprio approccio alla vita perché capisce che per la rivincita basta un’azione
semplice, ed è tutta nel gesto di farla, quest’azione, l’importanza, la portata rivoluzionaria, e
non nel risultato.
Un flusso di coscienza che segue una trasformazione radicale, triste per la perdita ma
coraggiosa nell’osare di essere diversa; e poi sensuale e ironico, colto e ipnotico.
Un debutto letterario sicuramente originale.
L.B. si occupa di marketing, editoria ed enogastronomia.
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Folio Verlag è una casa editrice italo-austriaca, con sede a
Bolzano e Vienna, che si occupa in particolare di letteratura
austriaca e dell’Europa dell’Est (Herbert Rosendorfer, Martin
Kubaczek, Zoran Ferić, Drago Janćar, Dmitri Prigow), crime
novel, poesia, libri d’arte e autori italiani come Pasolini, Di
Cataldo, Zanzotto, Consolo, Lussu.
MaBeL Agency rappresenta in Italia una selezione degli autori di maggior successo.
Herbert Rosendorfer (Bolzano, 1934-2012) è stato avvocato, giudice della Corte Suprema e
professore di letteratura all’università di Monaco. Ha ricevuto molti riconoscimenti e premi
per la sua opera di scrittore. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Corine alla carriera.
Membro dell’Accademia Bavarese di Belle Arti e dell’Accademia di Scienze e Letteratura, è
autore di numerosi romanzi, racconti, opere teatrali e televisive, così come di composizioni
musicali e dipinti. Ironia, grottesco e satira sono caratteristiche anche dei suoi lavori più
storici.
Finsternis. Bäuerliches Trauerspiel in zwei Akten (p. 72 | marzo 2013) : Una tragedia agreste
in due atti che è anche il lascito di Rosendorfer: una pièce dall’ironia
pungente sulle superstizioni e le credenze popolari del Tirolo.
1860, Rosalie Altmann tutti i venerdì ha le allucinazioni, mostra le stigmate e
offre intercessioni a pagamento. Grau di Naumburg, consigliere della corte
d’appello in viaggio, si imbatte in questa fiera della taumaturgia dove tutto ha
un prezzo, e l’accoglienza che riceve non è affatto buona. Finsternis è
un’opera in cui si scontrano due atteggiamenti opposti: credenze montanare e
ipocrisia dei potenti da un lato, mentalità nordica, razionale e del libero pensiero dall’altro.
Huturm. Nachrichten aus der Tiefe der Provinz (p. 191 | 2012) : Rosendorfer dipinge un
divertente quadro storico che copre oltre sei generazioni, dai moti del 1848 fino alla II
Guerra Mondiale e agli anni dell’occupazione americana. E come cambia l’Europa, cambia
Huturm: da paese si trasforma in cittadina mondana del benessere mentre il castello cade a
pezzi e viene raso al suolo dall’esercito occupante. I nobili perdono il proprio prestigio,
mentre i discendenti di Guggemot, il giovane venuto dal nulla, diventano proprietari di
alberghi e ricevono onorificenze. Con queste vicende Rosendorfer attraversa due secoli,
infarcendo la saga bifamiliare di innumerevoli aneddoti, battute pungenti e storielle curiose.
Letze Mahlzeiten. Die Aufzeichnungen des königlich bayrischen Henkers Bartholomäus
Ratzenhammer (p. 144 | 2010) : Rosendorfer mette in tavola 17 stravaganti biografie
complete di ritratti e rispettivi ultimi pasti, come li ha descritti e preparati l’ultimo boia regio,
il bavarese Bartholomäus Ratzenhammer. Il noto chef Herbert Hintner dà poi le ricette per
prepararli a casa ropria.
Der Gnadenbrotbäcker. Das Bilderbuch der Unberufe (p. 96 | 2009) : 27
miniature in cui Rosendorfer ci regala un surreale e ironico manuale storico
delle corporazioni di mestieri insoliti, come il panettiere della carità, il
rubacreanza, il giocaliere, l’ariaiuolo, lo storpiaiolo e il salvamontagna. Le
figure magistrali e stravaganti disegnate da Kay Voigtmann danno a questi
mestieri immaginari volti fantastici, ciascuno con il proprio mondo strampalato
e una collocazione storica.
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Eva Rossmann, nata a Ganz nel ’62, è scrittrice, giornalista
gastronomica e politica, esperta di diritto costituzionale e attivista
per le politiche femminili. Vive nel Weinviertel (Bassa Austria).
Come giornalista, collabora con NZZ, Oberösterreichischen
Nachrichten e la rivista gastronomica À la carte; inoltre conduce
il talk show “Club 2” sul canale ORF.
Nel 2009, ha vinto il premio come migliore scrittrice austriaca
della categoria Crime e Thriller. Nel 2013 ha vinto il Gran Premio
Josef Kreiner e nel 2014 il Leo-Perutz-Preis. Ha pubblicato
numerosi saggi, ma per Folio Verlag è soprattutto prolifica autrice della serie che vede
protagonista la giornalista di moda e investigatrice Mira Valensky che, insieme a Vesna
Krajner, fidata colf bosniaca, risolve i casi più efferati della non così tranquilla periferia
viennese. A settembre 2014 è uscito il sedicesimo romanzo della serie, per un totale
complessivo di circa 500.000 copie vendute. L’edizione paperback in tedesco è pubblicata
da Lübbe (20-40 mila copie a titolo). In Italia, nel 2011 è uscito Elezioni mortali per Cult
Editore. Negli USA sta per essere pubblicato Russen Kommen da Ariadne Press.
Gli ultimi titoli della serie:
Alles Rot (p. 272 | settembre 2014) : Cipro, sole, mare, vacanze idilliache. O almeno così
era, finché le grandi banche hanno fatto crollare il sogno. La rabbia verso l’UE può
divampare in qualsiasi momento. Anche nel suo nuovo romanzo, Rossmann racconta le
attuali problematiche socio-politiche e le ripercussioni nelle nostre vite quotidiane. E Mira
Valensky dovrà risolvere un nuovo omicidio... le sarà utile rileggere Otello: tradire la fiducia
può avere fatali conseguenze.
Männerfallen (p. 288 | 2013) : Thomas Pauer ha appena pubblicato il bestseller
internazionale del momento, un libro contro l’oppressione degli uomini, incitati
a riprendere il controllo. Pauer è sostenuto anche da una folta schiera di
ammiratrici, finché una giovane studentessa scompare dopo averlo accusato di
stupro. Le indagini portano Mira Valensky e la fidata Vesna Krajner fino in
Sardegna, al festival di Gavoi, dove la lotta tra i sessi diventa mortale.
Unter Strom (p. 292 | 2012) : Gli abitanti di una piccola cittadina vicino Vienna si attivano
per provvedere, in futuro, al proprio fabbisogno energetico. Alcuni grandi gruppi industriali,
invece, lottano per controllare la rete internazionale di approvvigionamento. Nel frattempo,
il movimento Cybersolar manomette siti internet e mobilizza sempre più persone in tutta
Europa contro l’energia atomica. Poi un lobbista sparisce, mentre alcuni gasdotti saltano in
aria: è solo ecoterrorismo?
Unterm Messer (p. 280 | 2011) : Nella Terra dei vulcani della Stiria c’è una vera e
propria Oasi della bellezza, gestita dal professor Gruenwald, dove la chirurgia estetica fa
miracoli. Almeno finché l’infermiera suor Cordula non viene trovata morta nella sauna,
praticamente bollita. Mira Valensky e Vesna Krajner indagano su alcuni fatti sospetti: come
mai gli allevamenti dei dintorni hanno animali tanto grossi? Com’è possibile che la squadra
locale di triathlon vinca ogni gara? Cosa succede nel laboratorio segreto della clinica? E
perché la badessa Hildegard non rivela tutto quello che sa?
Per informazioni e copie lettura dei libri della serie
Mara Bevilacqua - [email protected]
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Zoran Ferić è nato nel 1961 a Zagabria, dove ha studiato Filosofia. Insegnante di Lingua e
Letteratura Croata nei licei, scrive per numerosi quotidiani del suo Paese. Le sue opere sono
state tradotte in diverse lingue (inglese, italiano, polacco, spagnolo, sloveno, ucraino e
montenegrino). In italiano sono usciti Una storia allo specchio (Aracne, 2010), La morte della
piccola fiammiferaia (Nikita, 2011) e I ragazzi di Patrasso (Zandonai, 2012).
MaBeL Agency rappresenta in Italia l’ultimo romanzo di Ferić pubblicato da Folio Verlag,
l’imponente Das Alter kam am 23. Mai gegen 11 Uhr (p. 538).
La storia
Il 23 maggio 2010, seduto in un caffè di Zagabria, il ginecologo
sessantottenne Tihomir Romar si accorge di essere vecchio.
Comincia da questa epifania il racconto in prima persona della
sua vita, con una narrazione che, in un abile gioco di specchi
ed echi, fonde i ricordi del passato con le conseguenze dell’idea
che ha appena avuto. Decide infatti di richiamare alcuni vecchi
compagni di liceo per ripetere, a distanza di cinquant’anni, il
viaggio post-maturità sulla motonave Tramuntana.
Per Tihomir è l’occasione di incontrare di nuovo Senka, il
grande amore che ha segnato in modo ineluttabile la sua vita.
Sarà lei a riportare a galla i ricordi della gioventù dorata
trascorsa nella Yugoslavia di Tito e di una passione
autodistruttiva, che condurrà tre dei personaggi sull’orlo del precipizio.
Con ironia, cinismo e grande profondità psicologica, Ferić racconta com’era essere giovani
al tempo di Tito, da una parte, e la lotta impari contro la morte e l’amore, dall’altra.
Das Alter kam am 23. Mai gegen 11 Uhr ha vinto numerosi premi letterari in Croazia, fra i
quali l’illustre “Vladimir-Nazor”, dedicato alla prosa e conferito dal quotidiano Jutarnji List, e
il premio della città di Zagabria.
Hanno detto di Das Alter kam am 23. Mai gegen 11 Uhr
Un romanzo monumentale sull’amore, raccontato da una voce sarcastica, impertinente e
saggia. Con levità e arguzia, Zoran Ferić indaga la vita e le sue sfaccettature: l’amore, la
sofferenza, l’eros, la vecchiaia, la fugacità.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
I libri di Zoran Ferić illustrano l’inaudita comicità della tragedia umana.
Die Zeit
Un’opera monumentale e un quadro di costume insolente e maligno della generazione
precedente la sua e della società jugoslavo-croata.
Frankfurter Rundschau
Con Das Alter kam am 23. Mai gegen 11 Uhr il croato Zoran Ferić entra a far parte
dell’Olimpo letterario europeo.
Falter Buchbeilage
Per informazioni su tutti i libri editi da Folio Verlag rappresentati da MaBeL Agency
per favore contattate Mara Bevilacqua – [email protected]
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Gihon River Press è una casa editrice americana,
fondata nel 2011 da Stephen Feuer. Pubblica
memoir, narrative non-fiction e romanzi scritti da sopravvissuti all’Olocausto che raccontano
questa tremenda esperienza. Un progetto di custodia della memoria da parte di chi ha
vissuto sulla propria pelle il terribile dramma dell’Olocausto ed è sopravvissuto, con
coraggio ed eroismo.
Titoli disponibili
Women of Valor
Polish Resisters to the Third Reich
di Joanne D. Gilbert
2014 | 202 pp + foto b/n
Women of Valor racconta le storie di numerose giovani donne, sia ebree
che gentili, le quali hanno messo in pericolo tutto quello che avevano per
combattere contro i nazisti. Per scrivere questo saggio unico e importante l’autrice ha
viaggiato tra gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa per conoscere e intervistare queste
combattenti della Resistenza o i loro familiari.
I saw that a Nazi was already chasing me me... I felt and heard bullets flying by—I just kept
on running. Manya Feldman, 18 anni, partigiana
I also had a grenade with which to blow myself up so if captured, I wouldn’t break under
torture. Faye Schulman, 19 anni, partigiana
Face-to-face with Adolf Eichmann... instead of being struck by terror, I was struck by how
normal he looked. Lola Lieber, 17 anni
I was determined to be as strong and productive as a boy... I helped the posted guards... I
camouflaged trails, and scouted out the surrounding areas for safety. Miriam Brysk, 7 anni
Joanne D. Gilbert è scrittrice, professoressa ed esperta di storia personale. Da bambina, ha
ascoltato per anni i racconti della nonna, dei suoi familiari e amici della comunità ebraica di
Vilna, in Lituania, massacrati dai nazisti. Da qui è nata l’idea del viaggio grazie al quale oggi
noi abbiamo accesso a queste testimonianze terribili ma necessarie.
Hanno detto di Women of Valor
The journey that you will share in this book is well worth the efforts of the writer, the
survivor, and the reader...
Michael Berenbaum, rabbino, scrittore, regista e professore presso l’American Jewish University
That Gilbert has so sensitively and effectively captured the voice and spirit of each of these
extraordinary women is an achievement worthy of praise.
Dottor Charles Silow, psicologo clinico, direttore del Programma per i sopravvissuti all’Olocausto e le
loro famiglie di Detroit
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Amidst the Shadows of Trees
A Holocaust Child’s Survival in the Partisans
di Miriam M. Brysk
2013 | 164 pp + 8 pp di foto b/n
Miriam M. Brysk è una sopravvissuta all’Olocausto originaria di Varsavia.
Nel suo memoir racconta la vita nel ghetto di Lida, in Bielorussia, da cui
fuggì con i genitori per unirsi ai partigiani della foresta di Lipiczany.
Chaim Miasnik, il padre di Miriam, era un rinomato chirurgo e collaborò alla costruzione e
gestione di un ospedale partigiano nel cuore della foresta, dove salvò centinaia di vite,
ricevendo in seguito l’Ordine di Lenin.
Miriam ha ricordi dettagliatissimi di quegli anni passati nel terrore costante dei nazisti, della
deportazione e della morte, rasata per sembrare un maschio, una pistola il suo bene più
prezioso, e dei rapporti non facili con i genitori. Con maestria e una certa poesia nella sua
autobiografia racconta il grande coraggio di una ragazzina di fronte alle tante perdite subite,
prima fra tutte la propria infanzia, e agli orrori di cui è stata testimone, rimanendone
profondamente colpita ma sopravvivendo anche grazie alla forza della giovane età.
Inoltre la storia fa luce sull’attivismo degli Ebrei a favore della resistenza.
Nel 1947 Miriam arrivò finalmente in America; nonostante non fosse mai andata a scuola
prima, studiò fino ad ottenere il dottorato alla Columbia University, diventando batteriologa
e ordinaria della cattedra di dermatologia dell’Università del Texas. In pensione si è data
all’arte e alla scrittura, dedicando il suo lavoro all’orribile situazione degli Ebrei durante
l’Olocausto. Ha esposto le sue opere in 25 personali.
Amidst the Shadows of Trees ha avuto importanti riconoscimenti dal FAPA (Florida Authors
and Publisher’s Association), vincendo il 2013 Gold Award for Adult Non-Fiction e il 2013
Silver Award for Autobiography/Memoir. Inoltre ha ottenuto l’Independent Publishers of
New England 2014 Award for Narrative Non-Fiction.
Hanno detto di Amidst the Shadows of the Trees
Miriam Brysk’s chronicle is among the more exceptional of survivor memoirs. It reflects her
own life: highly accomplished, intelligent, detailed and thoughtful.
Prof. Sidney Bolkosky, Università del Michigan-Dearbor
This is a well-written, emotionally wrenching book and well worth reading.
Baltimore Jewish Times
Miriam Brysk’s stories of life in the forest are riveting—they give us glimpses into the
astonishing resilience of which a seemingly ordinary child is capable in her will, against all
odds, to survive and carry on.
Jewish Book Council
MaBeL&Agency&|&[email protected]&
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Bitter Freedom
Memoir of a Holocaust Survivor
di Jafa Wallach
2012 | 202 pp + foto in b/n
Bitter Freedom è l’intensa testimonianza della lotta per la sopravvivenza di
quattro Ebrei della piccola città di Lesko e di un eroico polacco che
rischiò la sua vita e quella dei suoi cari per salvarli.
Nascosti per 22 lunghissimi mesi in un rifugio poco più grande di una
tomba, a pochi metri sia dal quartier generale della Gestapo che dalla Milizia ucraina, Jafa, i
suoi fratelli e il marito Natan riuscirono a sopravvivere grazie all’aiuto del meccanico Józef
Zwonarz, l’unico a conoscenza del buco in cui passarono quasi due anni, per lo più
immobili e in silenzio perché Zwonarz e i suoi operai lavoravano ai veicoli dei nazisti, che
erano sempre nelle vicinanze; l’unico che ogni tanto poteva portare un po’ di cibo e di
acqua.
Jafa Wallach descrive con cruda vividezza il buio, la fame, gli insetti e il costante terrore di
essere scoperti. Ricorda la spaventosa consapevolezza di dover trovare un nuovo
nascondiglio, perché il buco stava cedendo. E con un ritmo incalzante, che riecheggia
perfettamente il tormento in cui sopravvivevano i quattro, descrive la lotta continua fino alla
Liberazione, il 15 settembre 1944, ad opera delle truppe russe.
Scritto nel 1959, Bitter Freedom è rimasto inedito fino al 2006, quando Rena Bernestein,
figlia di Jafa Wallach, lo ha autopubblicato. Jafa, Natan e Rena emigrarono negli Stati Uniti
nel ‘47. Natan divenne medico e Jafa lavorò come sua infermiera. Nel 1968 al ‘91 vissero in
Israele. Jafa è morta il 19 agosto 2011, a 101 ani.
Bitter Freedom: Memoir of a Holocaust Survivor ha ricevuto il prestigioso Mom’s Choice
Award.
Hanno detto di Bitter Freedom: Memoir of a Holocaust Survivor
Ms. Wallach is due praise and awe for this raw truth about the unspeakable atrocities
suffered by her family and countless other innocent people.
Janis F. Kearney, diarista personale di Bill Clinton, scrittore ed editore
Bitter Freedom is a fine example of a tautly written account that needs nothing but facts and
one woman’s commitment to telling of these facts to make this an exceptional read.
ForeWord Reviews
A powerful and well-constructed narrative.
Jewish Independent
MaBeL&Agency&|&[email protected]& &
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Ursula’s Prism
The Holocaust through a child’s eyes
di Anna Block
2011 | 172 pp + ill. e foto in b/n
L’Olocausto visto attraverso gli occhi di una bambina la cui sola forza
è il ciondolo datole dalla mamma mentre i nazisti li portano via, un
prisma i cui magici segreti Ursula, 6 anni, condivide con i suoi
compagni. Un romanzo sul potere dell’immaginazione come
strumento di sopravvivenza.
Basato sulla vera storia di Ursula Swartz e di altri cinque bambini, Ursula’s Prism racconta
come riuscirono a fuggire dal campo di concentramento di Bergen-Belsen grazie ad un
soldato buono che li nascose sul fondo di un camion, diede loro un po’ di provviste e li
liberò in un bosco.
I sei ragazzini attraversano a piedi la Germania devastata dalla guerra per conquistare la
propria libertà, imparando a badare a sé stessi. Giorno dopo giorno, costretti a scappare, a
nascondersi e a rubare, scoprono che la vita fuori dal lager è altrettanto brutale e selvaggia.
Ursula’s Prism è una storia di eroismo, coraggio e onore che mostra la capacità di resistenza
e la forza dello spirito umano quando deve fronteggiare situazioni apparentemente
insormontabili.
Anna Block è la figlia di Ursula e ha sempre voluto raccontare l’esperienza della madre.
Ursula però rifiutò a lungo, finché un giorno si ritrovò a discutere con un revisionista che
negava l’Olocausto. Arrabbiata e incredula, iniziò a condividere la sua incredibile storia.
Ursula’s Prism ha vinto il prestigioso Mom’s Choice Award.
Hanno detto di Ursula’s Prism
Ursula’s Prism is a riveting work of fiction, highly recommended.
Midwest Book Review
Anger, grief, incredulity and Horror are just a few of the emotions engendered by Anna
Block’s Ursula’s Prism. Her portrayal of a near-perfect childhood that devolves into a life
wrought with daily atrocities is painful to read, or imagine. Yet, we owe Ms. Block our
sincere gratitude, for introducing young Ursula Schwartz to the world, and for adding to
America’s historical narrative. Ursula’s Prism confirms the resilience of humanity, while
warning of man’s propensity for inhumanity.
Janis F. Kearney, diarista personale di Bill Clinton, scrittore ed editore
Per ulteriori informazioni su Gihon River Press, per avere la rassegna stampa o copie lettura
per favore contattate MaBeL Agency / Mara Bevilacqua - [email protected]