N.L. Dicembre 2014
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N.L. Dicembre 2014
Anno 6 Numero 1 2 DICEMBRE 2014 Business, Marketing, Management In t r a p r e n d e r e VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI SOMMARIO Start.up, Invitalia le incentiva Pag. 2 Social media marketing Resoconto del 2014 Pag. 3 Ttp: il sogno delle imprese americane Pag. 4 L’Angolo Tecnico Pag,5 Cresce il viaggio d’affari Pag. 6 L’App di Uber (Popai.it nov. 2014) Uber, l’azienda americana nota per fornire un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione software mobile, aveva già lanciato l’estate scorsa in forma sperimentale il progetto Corner Store, ovvero un servizio di consegna prodotti a domicilio, sempre usufruibile tramite app. Il programma pilota, disponibile per ora solo a Washington DC, sembra aver avuto sufficiente successo perché Uber decidesse di confermarne la continuità, ribattezzandolo tuttavia UberEssentials. UberEssentials sarà attivo dalle 9am alle 9pm nei giorni feriali e dalle 9am a mezzanotte durante il finesettimana. Attualmente, il servizio è solo iOS, ma l’azienda conferma che presto arriverà anche per Android. Globalizzazione, per ora, fa rima con standardizzazione (di Rocco Trisolini) Theodore Levitt per primo, nel 1983 per definire quello che lui intravide come l’inizio di un processo di integrazione e di unificazione dei mercati dei diversi Paesi, usò la locuzione “globalizzazione dei mercati”. Levitt, professore di marketing presso la Harvard Business School, in quel suo articolo sosteneva che “una forza di grande potenza, la tecnologia, spinge il mondo verso modelli sempre più uniformi e convergenti. Questa forza ha reso accessibili a tutti le comunicazioni, i trasporti, i viaggi. Essa ha fatto sì che anche nei luoghi più isolati e fra le popolazioni più povere sia finito il richiamo del mondo moderno. Praticamente ogni uomo della terra desidera tutte le cose di cui ha sentito parlare, o che ha potuto vedere o sperimentare grazie alle nuove tecnologie. Da tutto ciò nasce una nuova realtà commerciale, e cioè l’emergere dei mercati globali per i prodotti di consumo standardizzati di dimensioni inimmaginabili in precedenza”. Alle soglie del 2015, possiamo facilmente constatare come il processo di integrazione dei mercati (la globalizzazione) intravisto da Levitt, spinto dalla tecnologia, sia effettivamente in grado di determinare la vita sociale delle persone, con influenze più o meno rilevanti in ogni parte del mondo, e di rendere evanescenti i confini e le culture nazionali. Le modalità, sempre più facili e accessibili, di comunicare fra realtà fisicamente distanti garantite dalle tecnologie informatiche, hanno fatto sì che la conoscenza dei fenomeni giunga ovunque e in maniera contestuale al loro verificarsi. Oggi il cambia- mento rappresenta una costante, le regole del gioco mutano velocemente e la maggior parte degli eventi sono tanto imprevedibili quanto immediatamente noti. Questo sospinge le persone verso una progressiva standardizzazione dei comportamenti, dei modi di pensare, degli stili di vita e, soprattutto, delle modalità di consumo. Conseguentemente, questo processo, ha definitivamente coinvolto quasi tutti i campi in cui operano le imprese, determinando una sfida globalmente affascinante. Pronti a raccoglierla ? Il bancomat sbarca sul web (Popai Marketing — dic. 2014) Novità per lo shopping online. Un’idea rivoluzionaria che consentirà di aumentare le possibilità di pagamento già in uso dai clienti. Pare che il Consorzio sta già siglando accordi con i principali siti di e-commerce. «A fine marzo saremo pronti per la prima transazione PagoBancomat sul web – ha spiegato Moggia al quotidiano “La Stampa” . Sembra crescere, anche se di poco, sia l’utilizzo di Internet in Italia sia il numero di consumatori che acquistano online. La nostra non è una concorrenza alle carte di credito o alle ricaricabili, c’è spazio per tutti. “Siamo in grado di offrire elevatissimi sistemi di sicurezza: non ci sarà bisogno di inserire il numero identificativo della carta o dei codici di sicurezza online. Una volta attivata in banca la funzione web sulla propria carta, non sarà necessario digitare il proprio pin, ma al momento dell’acquisto si verrà reindirizzati al sito delle propria banca. Dopo le verifiche scatterà il via libera all’acquisto». Pagina 2 Intraprendere Riparte Smart&Start Italia, 200 milioni di euro per le startup innovative (Il Management.it — Dic, 2014) Con la pubblicazione della Circolare del Ministero dello Sviluppo Economico parte ufficialmente la nuova versione di Smart&Start Italia, l’incentivo con una dotazione da 200 milioni di euro che, gestito da Invitalia, è rivolto alle start-up innovative tricolori. Lo sportello online sul sito smartstart.invitalia.it aprirà alle 12 del 16 febbraio 2015: via web sarà possibile presentare le domande e i piani di impresa in forma completamente paperless, ma non si tratterà di un click-day, in quanto la misura verrà gestita dall’Agenzia fino a esaurimento delle risorse disponibili e l’istruttoria delle domande presentate seguirà l’ordine cronologico di arrivo. Il nuovo Smart&Start è caratterizzato da alcune importanti novità: le agevolazioni sono estese a tutte le regioni italiane e non più solo a quelle del Mezzogiorno e alle aree del cratere Aquilano. I finanziamenti sono destinati alle startup innovative (iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese) di piccola dimensione, costituite da non più di 4 anni, ma anche alle persone fisiche che vogliono avviare una startup innovativa. I piani di impresa dovranno essere caratterizzati da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, mirare allo sviluppo di prodotti e servizi nel campo dell’economia digitale o essere finalizzati alla valorizzazione economica dei risultati della ricerca pubblica o privata. L’importo massimo finanziabile aumenta fino a 1,5 milioni di euro. Cambia anche la tipologia di agevolazione: sarà un finanziamento a tasso zero, ossia senza interessi, che potrà arrivare fino al 70% dell’investimento totale. La percentuale massima di finanziamento potrà salire all’80% se la startup è costituita esclusivamente da donne o da giovani sotto i 35 anni, oppure se al suo interno c’è almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero. Inoltre, solo per le start-up con sede nel Mezzogiorno e nel Cratere sismico dell’Aquila, è prevista una quota (20%) di contributo a fondo perduto. Le startup costituite da non più di dodici mesi potranno beneficiare anche di servizi specialistici di tutoring tecnicogestionale. “Con Smart & Start – sottolinea Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia la Pubblica Amministrazione compie per la prima volta in assoluto un’operazione totalmente paperless: la procedura di richiesta e concessione dei contributi avviene infatti esclusivamente online. La prima versione dell’incentivo, destinato solo alle regioni del Sud, ha registrato un risultato superiore ad ogni previsione, con circa 370 imprese finanziate in un anno. Ora, con l’estensione all’intero Paese, ma con condizioni di maggior favore per i neoimprenditori del Sud, la misura avrà sicuramente un impatto maggiore e contribuirà non solo a sviluppare l’innovazione ma anche a trattenere o riportare in Italia le migliori energie”. Un modello originale che si colloca a metà fra il social network e il motore di ricerca (Affari&Finanza—dic 2014—Valerio Maccari) Il successo dell’ autostop 2.0 nasce dal web. Così i francesi di Blablacar – fondata nel 2004 come Covoiturage.fr – hanno costruito l’impero del carpooling, la filosofia di trasporto low-cost. Alla base di Blablacar è una piattaforma web evoluta che mette in contatto chi offre e chi cerca passaggi a pagamento, offrendo anche informazioni su tragitti, orari e conducenti. È uno strumento complesso tecnicamente, è un servizio a metà tra il social network e il motore di ricerca. Chi offre un passaggio deve solo riempire una semplice form, indicando orario e data del tragitto, se si tratta di un viaggio singolo o ripetuto e le eventuali tappe intermedie. Ancora più semplice per gli utenti in cerca di un posto auto: sul sito basta inserire la località da cui si parte e quella in cui si vuole arrivare. Blablacar restituisce una pagina di risultati simile a quelle dei risultati dei motori di ricerca con l’identità dei conducenti che percorreranno la tratta scelta, corredata di tutti le informazioni utili, dai posti disponibili alle dimensioni ammesse per i bagagli fino, naturalmente, all’orario e indirizzo esatto di partenza e alla cifra richiesta per il passaggio. Una volta selezionato il conducente, si può leggere cosa ne pensa dei suoi servizi chi ha già viaggiato con lui. E si può stabilire simpaticamente se si preferisce un autista chiacchierone o si è alla ricerca di un tragitto più silenzioso e riposante. Se convinti dai feedback dell’autista, si può quindi procedere a prenotare un passaggio. Blablacar manderà al conducente un sms di avviso. L’importante è che chi prenota il passaggio porti con sé la somma giusta: il pagamento si effettua direttamente al conducente durante il viaggio. Una piattaforma semplice nell’uso ma efficace che raccoglie consensi non solo tra gli utenti: in luglio la società è stata protagonista di uno dei round di finanziamento più cospicui della storia francese, raccogliendo oltre 100 milioni dagli investitori. Pagina 3 Intraprendere Social Media Marketing, 7 trend registrati nel 2014 (di Cristina Tinelli — ROTORA) Alla fine dell’anno è naturale ritrovarsi a riflettere, provando a fermare il flusso degli avvenimenti che ci hanno travolti Com’è stato il 2014 per il social media marketing? Anzitutto va detto che non ci sono state novità dirompenti. Facebook è ancora tra noi vivo e vegeto, nonostante il clamore dei mass media attorno ai presunti nuovi sfidanti Diaspora ed Ello. Anzi proprio Zuckerberg è stato il protagonista delle acquisizioni più importanti dell’anno. Quella di WhatsApp per 16 miliardi di dollari e quella di Oculus VR per 2 miliardi. Dal punto di vista del Social marketing è stato più che altro un anno nel quale si consolidati strumenti a mio avviso, molto importanti. 1. Visual Web, Storicamente le relazioni idonee ai social network si sono sviluppate attorno alla parola scritta. Negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito all’interesse crescente verso un nuovo oggetto sociale, l’immagine. Lo dimostra l’attenzione verso Tumblr e Pinterest, ma soprattutto il successo di Instagram, che con i suoi 300 milioni di utenti attivi al mese ha superato anche Twitter. 2. Instant Messaging Accanto alla passione per il visual web si è consolidata quella per la messaggistica istantanea. WhatsApp ha superato i 600 milioni di utenti, mentre Facebook Messenger i 500 milioni, seguito a ruota dal cinese WeChat. In USA è cresciuta l’attenzione anche verso Snapchat, che mette al centro delle conversazioni le immagini. Si tratta di ambienti sociali privati, ma molto attraenti per le aziende perché frequentati soprattutto da un pubblico sfuggente come quello dei teenager. 3. Content Marketing Per un brand riuscire a farsi notare nel far scorrere in tempo reale dei contenuti prodotti dagli utenti è sempre più difficile. Finalmente le aziende hanno capito che non basta avere milioni di fan per essere notati, ma serve produrre valore per essi. Questo valore passa per la capacità di riuscire a creare contenuti di qualità, distribuiti alle fette di pubblico che ne hanno bisogno. Contenuti d’intrattenimento e/o informativi in vari formati: video, infografiche, gif animate, white paper, guide. Il content marketing oggi viene inteso non come uno strumento tattico, bensì come uno strumento strategico. Quindi questo significa che è necessario pensare ai contenuti costantemente e non solo in occasione di campagne advertising importanti. 4. Real Time Marketing Un’adeguata strategia di content marketing non può non tener conto del tempo reale. Pertanto è indispensabile che il marketing delle aziende siano sviluppi un approccio finalizzato ad acquisire e cogliere discussioni nascenti, prima dei competitor, e inserirsi nel discorso con contenuti utili e coinvolgenti. Oggi si può fare, dotandosi di strumenti di news discovery in real time. 5. Social Advertising La produzione di contenuti di valore e la distribuzione tempestiva potrebbero non bastare più ad ottenere la visibilità desiderata. Per bypassare algoritmi che scelgono i messaggi da mostrare agli utenti (non solo su Facebook, ma anche su Twitter) è importante seguire le nuove regole del social advertising. Va a dire considerare i tantissimi format pubblicitari messi a disposizione da ciascuna delle piattaforme nelle quali si è presenti ad usare i tool per l’acquisto della pubblicità. 6. Social CRM I social network non sono mai stati solo una vetrina, ma nell’ultimo anno sempre più brand lo hanno compreso a proprie spese. Sono cresciuti i flussi di domande e richieste che le persone lasciano sulle pagine Facebook e gli account Twitter. Di conseguenza le aziende stanno strutturandosi per rispondere a tutti nel minor tempo possibile attraverso appositi strumenti di social CRM che permettano di acquisire le domande, analizzarle e indirizzarle all’operatore in grado di rispondere velocemente. Ma anche strumenti che permettano di raccogliere quante più informazioni possibile sulla persona con la quale si entra in contatto e di raccordarle con quelle già presenti nei sistemi aziendali. 7. Social Commerce Probabilmente i social network non saranno mai dei luoghi nei quali concludere un acquisto, ma di sicuro sono già un promettente punto d’ingresso. Secondo stime di Booz & Company il 60% delle aziende statunitensi che sono sui social media può dirsi social commerce. Le vetrine più scintillanti sono quelle di Pinterest, Etsy, Fancy e Polyvore. Ma anche Facebook, Twitter e Tumblr stanno per entrare con forza in questa partita ad esempio con l’implementazione del pulsante “Compra” o di altre “call to action”. Pagina 4 Intraprendere Si chiama Ttip il sogno americano delle imprese (Affari&Finanza—nov.2014) È quasi pronta la nuova rampa di lancio per le piccole e medie imprese. Si chiama Ttip, il Transatlantic Trade and I n v e s t m e n t Partnership, cioè il trattato di libero scambio con Canada e Stati Uniti, in corso di trattativa in questi mesi — ma in dirittura finale — tra Washington e Bruxelles L’intesa, benché non priva di ostacoli, da ultimo il milione di firme di Stop Ttip, la campagna che riunisce 320 organizzazioni di 24 Paesi contrarie all’apertura dei mercati, promette di diventare un volano per le Pmi europee che vogliono esportare negli Usa, verso un mondo che vale 27 milioni di aziende americane e un’economia in piena ripresa. Azzerando i dazi doganali e semplificando le normative, ragionano i sostenitori del trattato di libero scambio, sarà possibile anche per le aziende più piccole provare la carta dell’export. Oggi il 30% del valore del Pil italiano è generato dalle esportazioni, un salvagente che ha tenuto a galla il tessuto produttivo in anni di congiuntura negativa. Ma si potrebbe fare molto di più. Secondo uno studio di Sace, se le nostre imprese riuscissero a far viaggiare le lancette dell’export fino al 44% del Pil, avremmo 40 miliardi di euro di fatturato e circa 1,8 milioni di posti di lavoro in più. Impresa non impossibile visto che la Germania punta al 58% dell’export sul Pil entro il 2017. E anche la Spagna si avvicina al 41%. Il problema delle dimen- sioni delle nostre aziende è un freno più sulla carta che nella realtà. Perché tedesche e spagnole, a parità di “taglia”, fanno meglio delle nostre. In Germania oltre il 15,2% delle imprese appartiene alla fascia 10-49 dipendenti, ma il 47% di esse vende merci oltreconfine. In Italia invece le piccole società internazionalizzate sono appena il 29%. E quando esportano si fermano ai confini europei perché non hanno mezzi sufficienti per aprirsi a nuovi mercati. Fin qui il gap da colmare. Ma quando il Ttip entrerà in vigore non ci saranno più scuse, perché sarà tempo di opportunità. In attesa del via libera al trattato di libero scambio le grandi società di spedizioni si stanno attrezzando per costruire una logistica efficiente tra i due continenti. In vista di questo appuntamento, FedEx Corporation, colosso di Memphis, 44 miliardi di dollari di fatturato l’anno, ha iniziato già dal 2011 la sua fase di espansione in Europa attraverso nuove filiali e acquisizioni, come quella di Anc nel Regno Unito, Tatex in Francia e Opex in Polonia. A maggio con l’apertura della sede di Siviglia, la società americana è arrivata a 100 nuove sedi in Europa e 3.600 nuovi dipendenti. Una corazzata che intende fare leva sulla nuova rampa di lancio del commercio, il Ttip, e la voglia e la ne- cessità delle Pmi di fare business nell’altra sponda dell’Atlantico. E in Italia negli ultimi due anni ha sviluppato una rete capillare di filiali (24 quelle nuove) e lanciato un collegamento cargo giornaliero da Milano a Memphis, un Boeing 777 capace di carica 98 tonnellate di merci. Ora si passa alla fase due del piano di crescita europeo, per «andare oltre le infrastrutture» e «focalizzarsi su prodotti e nuove soluzioni ». Dice David Binks, presidente di FedEx Express nei mercati Emea: «Appena il 25% delle Pmi europee riesce a vendere i propri prodotti negli stati comunitari, e meno del 20% arriva a esportare nell’altra sponda dell’Atlantico. Perciò abbiamo investito tanto in questi anni in Europa acquisendo società in Inghilterra, Francia e Polonia e, aprendo 100 nuovi filiali, e mettendo a disposizione, per i clienti italiani, un volo diretto da Malpensa a Memphis, Tennessee. Un sistema logistico che permetterà alle Pmi di agganciare il grande business generato dal trattato transatlantico di libero scambio e dallo sviluppo dell’ecommerce ». L’idea è di candidarsi come partner integrato delle piccole società che vogliono esportare negli Usa, ma non solo. Oltre alla parte hardware, che è quella dello spostare fisicamente e consegnare le merci, Fedex intende proporre servizi e knowhow alle Pmi alla ricerca dell’export nei paesi extracomunitari. «Il nostro core business resta il b2b, lo scambio di merci tra imprese, ma operiamo anche come fornitori di servizi nel b2c, e quindi nell’ecommerce che ha il consumatore come destinatario finale. La nostra strategia in Europa, grazie allo sviluppo delle filiali, di quella di una maggior prossimità ai clienti e alle loro esigenze per diventare un vero e proprio acceleratore di business internazionale per le Pmi». Sace calcola enormi effetti positivi se le nostre imprese riuscissero a far viaggiare le lancette dell’export fino al 44% del Pil David Binks, presidente di FedEx Express nei mercati Emea. Pagina 5 L’Angolo Tecnico di Laura Putignano Negli scorsi giorni i rappresentanti di 51 paesi, in occasione del Global Forum per la trasparenza e lo scambio di informazioni dell'Ocse, hanno sottoscritto un accordo per l'implementazione del nuovo standard unico globale per la circolazione di notizie tra i diversi paesi. Tale accordo ha l’obiettivo di cancellare definitivamente il segreto bancario. Intraprendere In arrivo la fine del segreto bancario Questo risultato, di fatto, potrà dirsi raggiunto a partire dal 2017, tuttavia le attività di verifica sui conti correnti aperti negli stati esteri saranno avviate dagli intermediari finanziari dei paesi “early adopters” già da gennaio 2016. Lo scambio riguarderà i depositi bancari, gli interessi, i dividendi dei titoli finanziari e i codici di identificazione fiscale. Hanno già aderito all’accordo ben 51 paesi, tra questi ne citiamo alcuni : Anguilla, Argentina, Belgio, Bermuda Bulgaria Cayman Colombia Croazia Cipro Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Gibilterra Grecia Guernsey and Jersey Islanda India Irlanda Isola di Man Isole Vergini Isole Turks & Caicos Italia Lituania Liechtenstein Lituania Malta Montserrat Messico Norvegia O- Nuovo concept per Starbucks landa Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica Ceca Romania Slovacchia Slovenia Sud Africa Spagna Svezia A questi se ne aggiungeranno altri sette nel 2017 e altri 34 dal 2018, in particolare nel 2018 aderiranno anche Austria e Svizzera. le sarà possibile per i soggetti che non hanno adempiuto agli obblighi dichiarativi relativi al monitoraggio fiscale autodenunciarsi al Fisco e beneficiare di una riduzione delle sanzioni, sia amministrative che, eventualmente, penali. Il cambio di rotta segnato dalla firma dell’accordo rende più interessante il ricorso all’istituto della voluntary disclosure per mezzo del qua- Rebecca Minkoff e lo store (Popai.it—dic. 2014) (Sprinwise.com—dic. 2014) Starbucks ha annunciato l'espansione dei format degli store della società e l'evoluzione della loro esperienza di segmentazione della clientela con il lancio di un concept unico nel suo genere. Si tratta di un’interattiva Starbucks Riserva Roastery con una Tasting Room dedicata alla torrefazione, all’educazione a un buon caffè, visto il grande successo dei piccoli lotti di caffè Starbucks Reserve. Questo consolidamento della tostatura in piccoli lotti consentirà alla società di espandere la propria linea di caffè Starbucks Reserve di 1.500 negozi a livello globale (entro il 2015), così come l’apertura di almeno 100 negozi progettati per evidenziare questi rari caffè esclusivi. Riconoscendo la diversità delle esigenze di tutta la clientela, Starbucks prevede inoltre di testare negozi di dimensioni ridotte, concentrati sull’offrire convenienza. Questa evoluzione nell'esperienza del negozio si basa sulla redditività, store design localizzato e formati diversi. Negli Stati Uniti eBay inizia a collaborare per migliorare l’esperienza d’acquisto all’interno degli stessi store rendendo l’attività digitale disponibile a 360°. Succede nei negozi “Rebecca Minkoff” di New York e Los Angeles. Il marchio “Rebecca Minkoff” è presente già come Negozio eBay: lo store vende prestigiose borse da donna e articoli femminili ed è un nome molto famosa negli States. eBay è intervenuta nello store fisico introducendo una tecnologia che permette di integrare e-commerce con lo store fisico, dando possibilità al cliente sia di sfogliare il catalogo su di uno schermo interattivo, sia di provare gli abiti appena scelti con il carrello on line. Questo strumento è puro marketing digitale applicato che trasforma il negozio fisico in un “Connected Store“, ovvero un negozio in cui i limiti tra on-line e off-line scompaiono completamente. Altre funzionalità permettono di suggerire al cliente altri articoli da poter acquistare e provare in camerino e che meglio si abbinano ai gusti della persona. La tecnologia è sempre più al servizio del marketing e il settore retail dimostra di apprezzare sempre di più queste applicazioni. Pagina 6 Intraprendere Il viaggio d’affari costerà di più, business in crescita nel 2015 (Affari&Finanza — Dic 2014— Luigi Dell’Olio) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] “Pensiamo che i mercati siano conversazioni….., per questo la nostra comunicazione non è mai unidirezionale” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. L’incerta congiuntura economica europea non ferma l’evoluzione in atto nel comparto dei viaggi d’affari. Che è guidata soprattutto dalla tecnologia, un motore che crea nuove opportunità, consente di migliorare i margini, ma al tempo stesso spinge tutti gli attori a ripensare il proprio posizionamento per non restare indietro sul terreno della competitività. Secondo il Global Travel Price Outlook 2015 di Carlson Wagonlit Travel, realizzato in collaborazione con l’associazione internazionale del business travel Gbta, il nuovo anno porterà a una crescita del settore. Così, se il 2014 è destinato a chiudersi con una spesa di 1.300 miliardi di dollari per i viaggi d’affari (+6,9% sul 2013, un dato comunque non scontato alla luce della debolezza di alcuni mercati maturi e delle tensioni geopolitiche in diverse aree del pianeta), il 2015 dovrebbe far registrare un progresso intorno al’8,5%. La spinta che arriva dai mercati emergenti (come Cina, India e Brasile), combinata con un limitato incremento nell’offerta, promette di spingere al rialzo le tariffe di tutti i servizi. I responsabili viaggi intervistati si dichiarano preparati a questi aumenti e si aspettano che riguardino soprattutto le tariffe aeree, a causa del consolidamento tra vettori in atto nei principali mercati. Indicazioni che comunque andranno confrontate con l’andamento registrato nelle ultime settimane dai prezzi petroliferi: il calo in atto, infatti, promette di abbassare sen- sibilmente i costi del settore. A questo proposito va ricordato che i trasferimenti aerei sono la componente di costo più importante nei viaggi d’affari. Le incognite non finiscono qui. Il report mette in luce alcuni fattori di rischio, tra cui il conflitto in Ucraina e il rallentamento dell’inflazione (nonché della crescita economica) in Europa, il crescente debito in Cina, che potrebbero invece avere un effetto negativo sulla domanda di viaggi. Per quanto riguarda il mercato alberghiero, gli hotel si troveranno nel 2015 in una posizione negoziale migliore rispetto a quanto successo negli ultimi tempi, grazie anche a una domanda più forte e all’interesse degli investitori. Il miglioramento delle prospettive potrebbe portare, in particolare, a una maggiore pressione sulle tariffe negoziate riservate alle aziende. In Italia, a causa di una domanda interna ancora debole, i buyer potranno attendersi lievi incrementi per le tariffe aeree (+0,8%) e quelle alberghiere (+1,0% ), mentre per il trasporto via terra i prezzi sono previsti in calo dell’1,1%. Fin qui le previsioni di breve, che vanno a intrecciarsi con i cambiamenti strutturali del mercato. L’evoluzione della tecnologia — con dispositivi pensati per consentire la connettività in qualsiasi posto e condizione — fa crescere le aspettative di servizio da parte della clientela, che richiede un’offerta personalizzata e risposte rapide. Per quanto riguarda la fase di organizzazione pre-viaggio, la linea di separazione tra le diverse piattaforme di prenotazione (servizio di un consulente, online e mobile) tende a dissolversi, consentendo ai viaggiatori di spostarsi da un mezzo all’altro senza soluzione di continuità, in un’ottica multicanale. La condivisione dei dati relativi ai viaggiatori rende inoltre possibili nuovi servizi. I posti in volo, per esempio, saranno assegnati automaticamente in base al profilo che il singolo utente si è costruito nel tempo, attraverso le preferenze di acquisto espresse nelle passate transazioni e la partecipazione a survey dedicate. Questo consentirà anche di rafforzare l’offerta integrata dei mezzi di trasporto, a cominciare dalla combinazione tra aereo e taxi. Con tutto ciò che ne deriverà per i consulenti di viaggio, che potranno migliorare l’offerta accelerando sui programmi di fidelizzazione, sull’entertainment a bordo e sulla consulenza personalizzata. Inoltre, grazie a sistemi connessi e algoritmi intelligenti, si potranno fornire risposte più rapide alle diverse esigenze che si prospettano durante il viaggio, dalle coincidenze perse ai voli cancellati, ai possibili ritardi, che oggi spesso sono causa di tensioni. (…)