Continua - Technical Hunters

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Continua - Technical Hunters
27/05/2016 17:31
Sito Web
www.businesspeople.it
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LINK: http://businesspeople.it/Business/Manager-Life/Hobby-e-sport-che-aiutano-a-fare-carriera-_93840
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Recruiting
Viene
prima l’uomo,
poi il
manager
to da un head hunter (cioè un cacciatore di teste che cerca un top manager
per un’azienda cliente), possono invece essere proprio le qualità extra-curriculari o extra-professionali del candidato, come il praticare o l’aver praticato certi sport, avere o meno una famiglia, dedicarsi alle attività di volontariato o coltivare qualche hobby.
SOTTO PRESSIONE
«E
ssere stato un capo scout da
giovane o aver fatto lo skipper
su una barca a vela in età un po’ più
avanzata», dice De Gregorio, «coincide spesso con il possedere una certa personalità, una grande capacità di
gestire un team o di risolvere i problemi in situazioni di emergenza». Le doti
di leadership, insomma, si sviluppano
a volte anche fuori dall’orario di lavoro o quando si è ancora sui banchi di
scuola e all’università, non soltanto tra
le quattro mura di un ufficio a carriera già iniziata.
La pensa così anche Piero Silvaggio,
presidente della sede italiana di Horton International, gruppo specializzato nelle attività di executive search presente in oltre 40 Paesi del mondo. «A parità di competenze, le attività extracurriculari e l’impegno familiare tendono a far assumere al manager un appeal più marcato», dice Silvaggio, «perché il saper vivere il proprio tempo libero in modo intenso e
gratificante, coniugando relax e interessi, è un chiaro segnale di una personalità attiva e ben organizzata». Tra
le qualità più apprezzabili in un manager-candidato, secondo Silvaggio,
è inclusa non soltanto la pratica degli
sport, ma anche la coltivazione degli
hobby personali che, se coniugati con
altre caratteristiche come l’amore
CONOSCENZA DELL’INGLESE, ESPERIENZE ALL’ESTERO E REFERENZE
PRESTIGIOSE A VOLTE NON BASTANO PER COLPIRE UN HEAD HUNTER:
SPESSO PESANO DI PIÙ QUALITÀ EXTRA-PROFESSIONALI, INCLINAZIONI
E PERSINO LA PASSIONE PER UNO SPORT. PERCHÉ LE AZIENDE CERCANO
DEI LEADER “UMANI” PRIMA ANCORA CHE DEI ROBOT IPERCOMPETENTI
DI ANDREA TELARA
ario De Gregorio, consulente nel settore delle risorse umane, selezionatore di manager e fondatore di yourCfo Consulting Group, una società
che offre alle imprese servizi di finanza operativa, da giovane è stato per
lungo tempo un capo scout. Per questo, quando incontra un collega che
ha avuto la stessa esperienza durante
l’età adolescenziale, De Gregorio ha
spesso un occhio di riguardo verso di
lui, almeno se si tratta di un dirigente
che si candida a occupare qualche posto di responsabilità nelle imprese.
«Certo, le competenze strettamen-
te professionali vengono prima di tutto», dice il fondatore di YourCfo Consulting Group che, tuttavia, non fa mistero di guardare spesso e volentieri
anche ad altre caratteristiche extra-lavorative. Si tratta appunto delle qualità umane del candidato, che quasi
mai emergono dalla semplice lettura
del suo curriculum vitae. Altro che conoscenza dell’inglese, esperienze all’estero, referenze di ex colleghi o relazioni importanti con altri top manager della business community internazionale. Qualche volta, a fare la differenza nel processo di selezione attua-
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INTERESSI E HOBBY CONTANO:
SAPER VIVERE IL PROPRIO TEMPO
LIBERO IN MODO GRATIFICANTE
È SEGNO DI UNA PERSONALITÀ
ATTIVA E BEN ORGANIZZATA
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Recruiting
OTTO
PASSATEMPI CHE
AIUTANO A FARE
CARRIERA
1. SPORT
DI RESISTENZA
CORSA, GARE CICLISTICHE
O NUOTO. ECCO ALCUNE
DISCIPLINE CHE, QUANDO
VENGONO PRATICATE DA UN
MANAGER, SONO IL SEGNO
DI UNA PERSONALITÀ TENACE
E RESISTENTE, ORIENTATA A
RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI E
ADATTA PER RUOLI DI SVILUPPO
DEL BUSINESS (BUSINESS
DEVELOPEMENT) O PER L’AREA
DELLE VENDITE (SALES).
MEGLIO AVER FATTO UN’ESPERIENZA DI LAVORO ALL’ESTERO O ESSERE APPASSIONATI DI ARRAMPICATA? A BEN GUARDARE, SI TRATTA DI UN INTERROGATIVO CHE DEVONO PORSI I MANAGER CHE SI CANDIDANO A RICOPRIRE CARICHE DI RESPONSABILITÀ NELLE AZIENDE. UNO STUDIO REALIZZATO NEGLI ANNI SCORSI DALLA PRESTIGIOSA KELLOGG SCHOOL OF MANAGEMENT SOSTIENE CHE LE AZIENDE HANNO LA TENDENZA CRESCENTE A TENER CONTO DELLE QUALITÀ EXTRA-CURRICULARI DEI MANAGER, POICHÉ COINCIDONO SPESSO CON IL POSSESSO DI DETERMINATE DOTI.
ECCO, DI SEGUITO, UNA PANORAMICA SU COME VENGONO GIUDICATI I DIRIGENTI D’AZIENDA CHE PRATICANO CERTE DISCIPLINE.
3. Hobby creativi
4. Giochi di squadra
5. STRATEGIE MENTALI
Cucinare, dipingere, scolpire o
fare foto artistiche. Sono gli hobby
che denotano una personalità
creativa, adatta a ricoprire ruoli
dirigenziali in aziende di settori che
vivono una forte fase di sviluppo.
Queste qualità sono, inoltre, molto
apprezzate nei manager destinati
a certe funzioni come il marketing
o le pubbliche relazioni.
Calcio, calcetto o rugby. Ecco
SCACCHI, DAMA, BACKGAMMON
alcuni degli sport di squadra che, se
O SUDOKU. CHI LI PRATICA TIENE
praticati da un manager, denotano
ALLENATA LA MENTE, MA POSSIEDE
spesso una personalità collaborativa,
ANCHE UNA PERSONALITÀ PORTATA A
capace di perseguire obiettivi comuni
e non solo personali. Chi svolge il
ruolo di allenatore di qualche team
dilettantistico, invece, viene visto non
di rado come un buon motivatore dei
colleghi e dei collaboratori.
2. Sfide estreme
MATTEO COLUMBO
Director di
Technical Hunters
DARIO DE GREGORIO
Fondatore di
yourCfo Consulting Group
per la natura o il volontariato, per un
head hunter possono essere la prova
di avere di fronte un individuo energico, un uomo o una donna consapevoli dell’importanza dell’impegno nella
società. Anche quando non porta loro
alcun vantaggio in termini economici. «Saper coltivare bene i propri gusti», dice ancora il presidente di Horton International Italy, «denota spesso
la presenza di un carattere complesso
ed equilibrato, abile a trovare il tempo giusto per ogni impegno e tenace
nel perseguire scopi e obiettivi motivazionali».
CRESCERE
SUL CAMPO
N
on tutti i selezionatori di profili manageriali, però, sono pienamente d’accordo con Silvaggio su
questo punto. È il caso per esempio di
Matteo Columbo, Director di Technical Hunters, altra società specializzata
nella ricerca di manager per le aziende. «Sinceramente, fatta eccezione per
le discipline sportive, non credo che
gli hobby personali possano essere de-
terminanti nella scelta di un candidato», spiega Columbo, se non i situazioni particolari, legate alle caratteristiche
del manager e dell’azienda che lo sta
cercando. Esempio: se un’impresa produttrice di motociclette sta selezionando una nuova figura dirigenziale, a parità di requisiti professionali vedrà ovviamente con maggior favore un candidato che ha una forte passione per le
due ruote, piuttosto che un suo collega
completamente digiuno di motori. «Si
tratta però di un plus», dice Columbo,
«che non va sopravvalutato». Un po’
più importanti, secondo il Director di
Technical Hunters, sono invece le esperienze sportive che un manager ha alle
spalle, soprattutto se sono avvenute a livello agonistico.
L’aver praticato o meno in gioventù
certe discipline piuttosto che altre, infatti, secondo Columbo aiuta senz’altro
a tracciare un profilo psicologico del
candidato, fermo restando che le aziende guardano prima di tutto alle competenze professionali. Più o meno dello
stesso parere è anche Vittorio Villa, fondatore della società di executive search
Villa & Partners. «La scelta di una deter-
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Arrampicate sui monti, gare
di mountain bike o di tuffi.
Sono classificati come
“sport estremi”, dove
l’eventualità di subire infortuni
è dietro l’angolo. Chi li pratica
viene considerato spesso
una persona capace di sfidare
i propri limiti assumendosi
un rischio calcolato. Dunque,
questi profili di manager sono
considerati adatti ad avere
ruoli di leadership
o a occuparsi di prodotti
di punta dell’azienda.
minata disciplina agonistica dice molto
sulla personalità di un professionista e
di un manager», afferma.
HUNTER
O FARMER?
L
a pratica di uno sport estremo, per
esempio, denota spesso un carattere
con un’alta propensione al rischio, che
magari può essere adatto a determinati
settori come la finanza o per certe ope-
6. DISCIPLINE ARTISTICHE
7. Letture, musei e librerie
POESIA, LETTERATURA O LA SEMPLICE
Chi ha interessi culturali molto
spiccati, per esempio legge molti
saggi e opere di narrativa o ha
la passione per i musei, viene
considerato un manager dotato
di personalità “curiosa”, che ama
approfondire le cose. Si tratta di doti
adatte a chi vuole dirigere qualche
unità aziendale dedicata alla
ricerca.
TENUTA DI UN BLOG PERSONALE.
SONO ALCUNE ATTIVITÀ DI SCRITTURA
CREATIVA CHE, COME LE ALTRE
DISCIPLINE ARTISTICHE, VENGONO
SVOLTE SPESSO DA MANAGER ADATTI
A LAVORARE IN CERTE FUNZIONI
COME IL MARKETING E LE PUBBLICHE
RELAZIONI, OPPURE SONO INDICATI
PER OCCUPARSI DEI NUOVI CANALI
DEL WEB 2.0, COME I SOCIAL NETWORK
razioni aziendali, come la ristrutturazione di un’impresa in forte crisi, la cui
salvezza sembra ormai una “missione
impossibile” anche per i manager più
bravi. Diversamente, la scelta di sport
di squadra coincide in molti casi con
una personalità collaborativa e capace
di ottenere il meglio dal proprio staff,
senza operare con logiche troppo individualistiche. Ma ci sono anche altre
passioni personali che, a detta di Villa,
aiutano a tracciare un identikit psicolo-
ELABORARE STRATEGIE O A STUDIARE
CON ATTENZIONE LE MOSSE DEGLI
AVVERSARI. SI TRATTA DI DOTI CHE IN
UN MANAGER VENGONO APPREZZATE
DI SICURO, QUANDO DEVE SVOLGERE
FUNZIONI STRATEGICHE ALL’INTERNO
DELL’AZIENDA.
8. PARTECIPAZIONE
A GRUPPI
E COMUNITÀ
FARE ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO,
PARTECIPARE AD ASSOCIAZIONI
CHE PERSEGUONO OBIETTIVI DI
RESPONSABILITÀ SOCIALE. ANCHE
QUESTE CARATTERISTICHE VENGONO
CONSIDERATE SINONIMO DI UNA
PERSONALITÀ ADATTA A RICOPRIRE
CARICHE MANAGERIALI, VISTO
L’IMPEGNO CHE IL DIRIGENTE
D’AZIENDA È CAPACE DI METTERE
NELLE COSE CHE FA.
gico di un manager. È il caso, per esempio, di alcune discipline come gli scacchi, in cui le prestazioni fisiche contano zero e sono invece più importanti
altre doti come la capacità logica e la
concentrazione mentale. Chi indirizza
le proprie preferenze verso questo tipo
di passatempi è spesso capace di essere
anche un grande stratega nell’azienda,
un dirigente in grado di studiare bene
le mosse della concorrenza e delineare
scenari di lungo periodo, in cui convie-
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ne far muovere il business.
Gli hobby coltivati e gli sport praticati, insomma, per il fondatore della
Villa&Partners aiutano il selezio-
LE PASSIONI AIUTANO A TRACCIARE
UN IDENTIKIT PSICOLOGICO:
CHI GIOCA A CALCIO AVRÀ QUALITÀ
DIVERSE DA UNO SCACCHISTA
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Lavoro
Recruiting
UN LEGAME FAMILIARE DI SOLITO
AIUTA IL RENDIMENTO LAVORATIVO
MA AFFRONTARE L’ARGOMENTO PUÒ
ESSERE FONTE DI IMBARAZZO
PIERO SILVAGGIO
Managing Partner di
Horton International Italy
IL PESO
DELLA FAMIGLIA
C’
è poi un altro aspetto importante, tra le qualità extra-curriculari di un dirigente d’impresa che, per i
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te collaborazione con il partner negli
impegni domestici».
SINCERITÀ
INNANZITUTTO
«I
n realtà», sostiene invece De
Gregorio, «non esiste una regola ben precisa con cui un head hunter deve trattare certi temi». Secondo il fondatore yourCfo Consulting
Group, infatti, ci sono ottimi candidati che sono reticenti ad affrontare l’argomento “famiglia” e va dunque rispettato il loro sacrosanto diritto alla
privacy, senza penalizzarli nel processo di selezione. Ci sono, però, anche
molti altri manager che amano rendere pubblica la loro vita affettiva, persino quando hanno alle spalle divorzi o
rapporti matrimoniali turbolenti. In tal
caso, per De Gregorio non si vede per
quale motivo un selezionatore debba rinunciare a raccogliere qualche
informazione in più, visto che ha di
fronte un libro aperto da cui possono
trarre elementi utili per trovare la persona più adatta da collocare al posto
giusto. L’importante è che il candidato risponda in maniera sincera a certe domande, perché l’aver costruito
una famiglia non è sempre un plus in
campo lavorativo, almeno per i manager di certi settori o che svolgono certe funzioni. Anzi, per determinati profili, come quelli del settore commerciale che trascorrono gran parte del
tempo in viaggi di lavoro lontano da
casa, chi ha dei figli piccoli (soprattutto nel caso delle donne) viene inevitabilmente visto dalle aziende come
un candidato meno attraente, rispetto
a chi è invece libero da vincoli parentali. In linea di principio questo atteggiamento non è giusto ma, alla fine,
gli head hunter devono comprensibilmente attenersi alle direttive delle imprese loro clienti.
P
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E AIUTA I TOP EXECUTIVE A COSTRUIRSI
UN’IMMAGINE FORTE E UNA CARRIERA
SOLIDA. LUI È UN INFLESSIBILE HEAD
HUNTER, CHE CONOSCE TUTTI I TRUCCHI
DEL MESTIERE E SA RICONOSCERE TRA
MILLE IL MANAGER VERO DA QUELLO
COSTRUITO AD ARTE. DONATELLA
RAMPADO DI SELFBRAND.IT E GABRIELE
GHINI DI TRANSEARCH SI “SFIDANO
A DUELLO” SU UN TERRENO COMUNE
PER SEGNARE LA STRADA CHE PORTA
A SELEZIONARE O A DIVENTARE
UN NUMERO UNO IN AZIENDA
DI ANDREA NICOLETTI
© iStockphoto/milla1974 (1), /Halfpoint (1), /leminuit (1)
VITTORIO VILLA
Fondatore di
Villa & Partners
natore a capire se ha di fronte un hunter o un farmer, cioè una delle due tipologie di personalità con cui vengono classificati di solito i manager, nella teoria aziendale e nel marketing.
Gli hunter sono i “cacciatori”, gli sviluppatori del business che si muovono sul mercato con logiche aggressive. I farmer sono invece i “coltivatori”,
cioè i manager capaci di consolidare
ulteriormente sul mercato le posizioni dell’azienda, fidelizzando i clienti e rafforzando l’identità del marchio,
quando il business è già maturo.
professionisti dell’executive search, rischia però di rappresentare “un campo
minato”, dove si possono fare domande inopportune o elaborare giudizi affrettati e poco obiettivi. Si tratta della situazione familiare del dirigentecandidato, che può essere argomento di conversazione durante un colloquio con un head hunter. «Parlare della famiglia non è affatto un tabù», dice
Columbo, «ma ci sono comunque delle domande molto personali che, per
deontologia professionale, io non faccio mai al candidato, a meno che non
sia lui a voler tirare fuori l’argomento spontaneamente». In linea generale,
essersi sposati e aver cresciuto dei figli
è una qualità extra-professionale che
viene vista positivamente in un manager, almeno da certe imprese a proprietà famigliare, soprattutto quando il
candidato è una donna che ha saputo conciliare alla grande la vita privata e il lavoro.
Tuttavia, a volte certi candidati possono avere lo status di single o essersi separati dal partner per le più svariate ragioni, che prescindono dalla sua volontà e non possono essere
oggetto di un colloquio di selezione.
Una famiglia, per esempio, può essersi disgregata per motivi non imputabili allo stesso manager, ma solo per responsabilità dell’ex coniuge. Oppure,
in altri casi, può accadere che un candidato abbia volutamente deciso di
non sposarsi, per scelte e inclinazioni personali che, secondo Columbo,
interessano e devono interessare ben
poco a un head hunter. Un po’ diversa
è l’opinione Silvaggio che dice: «Il legame familiare del manager, la condivisione della vita privata con una persona o un nucleo parentale tendono
di solito a migliorare la performance
lavorativa, perché favoriscono alcuni
fattori importanti come l’organizzazione della quotidianità e l’ottimizzazione dei tempi, grazie a una costan-
LeREGOLE
delCOLLOQUIO
PERFETTO
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