Le donne medico sono troppe - Ordine dei Medici di Terni

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Le donne medico sono troppe - Ordine dei Medici di Terni
Le donne medico sono troppe
?
In questi ultimi tempi è tornato di attualità, anche per alcune iniziative promosse dalla
AIDM (associazione Italiana Donne Medico), il problema della presenza delle donne in
sanità, in particolare nel mondo medico e del loro ruolo.
Un articolo comparso sul Corriere Salute del 12 maggio di Riccardo Renzi dal titolo “
Più donne nella sanità, ma con poco potere”, parte della constatazione che, come è
avvenuto recentemente
nel nuovo Parlamento e nel Governo dove la presenza
femminile è cresciuta in modo deciso, anche nella Sanità, secondo i recenti dati del
Ministero della Salute la classe medica si va femminilizzando rapidamente .
Sempre secondo l’articolista nella Sanità è in atto una evoluzione, “ma più nella sanità
che nel Suo Governo”.
Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2010, il personale dipendente del SSN era
complessivamente pari a 646.236 unità, di cui 412.125 donne e 234.111 uomini.
I medici e gli odontoiatri risultavano essere 107.448 di cui 39660 ( pari al 36,9%)
registrando un aumento, rispetto al 2009, del 3,7%.
Alla presenza sempre più numerosa delle donne nel Servizio sanitario nazionale con
un incremento esponenziale rispetto a quello maschile, non corrisponde analogo
aumento della presenza femminile nei posti di responsabilità.
Secondo i dati presentati nel corso della 1’ conferenza Nazionale “ il ruolo delle donne
nell’evoluzione del SSN da Maria Montessori ai nostri giorni” nel 2001 solo il 10% degli
incarichi direzionali era coperto da donne, diventati il 18,61% nel 2009 ( 163 donne
su 876 posti).
Tra i medici i posti di dirigenti di struttura complessa sono ancora ricoperti da poco
più di una donna su dieci ( il 13,2%, 1284 su 9692).
Nella nostra provincia la situazione della femminilizzazione della categoria medica è
sovrapponibile a quella nazionale come dimostrano le seguenti tabelle
Con la Conferenza Nazionale doveva iniziare un percorso per l’istituzione di un “tavolo
di monitoraggio permanente sulla presenza delle donne nel SSN e sul loro sviluppo di
carriera” con “l’ obiettivo di registrare ed evidenziare i cambiamenti in atto sia da un
punto di vista quantitativo che qualitativo; caratterizzare la presenza delle donne per
quantità e per
posizione; approfondire attraverso indagini qualitative tematiche
specifiche relative a particolari focus che emergono dai risultati del monitoraggio dei
dati”.
Un percorso definito “storico” dal Sottosegretario alla salute dell’epoca On. Francesca
Martini “volto a valorizzare per il futuro le competenze e le qualità intrinseche delle
donne che tutti i giorni danno il loro apporto affinché la Sanità italiana possa
mantenere e incrementare la propria eccellenza”.
Non sono a conoscenza se il percorso si sia effettivamente avviato o se si sia inceppato
immediatamente.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, nel
2007, ha organizzato a Caserta un importante Convegno Nazionale
dal titolo
“Medicina e Sanità declinate al femminile”.
L’ambizioso obiettivo del convegno era quello, come affermato dal Dott. Amedeo
Bianco Presidente della FNOMCEO, di effettuare “una valutazione sulle caratteristiche
del fenomeno per formulare proposte concrete perché le donne possano sviluppare
appieno le proprie capacità e competenze, per rivedere l’organizzazione del lavoro, i
tempi di lavoro e i rapporti di lavoro in modo tale da renderli più flessibili e quindi
compatibili con una professionista, donna e medico”.
Sempre secondo il Presidente Bianco, significa anche “lavorare, fin da oggi, perché
consolidati stereotipi culturali che oggettivamente discriminano l’accesso alle donne in
determinate aree professionali - che per tali ragioni rischiano l’impoverimento del loro
patrimonio - siano definitivamente superati”.
Il Convegno di Caserta si è concluso con l’approvazione di un documento in cui si
individuavano gli obiettivi da raggiungere:
• impegnarsi nelle opportune innovazioni da apportare nei servizi sanitari al fine
di consentire il pieno sviluppo delle capacità e delle competenze delle donne
medico;
• promuovere modifiche legislative e contrattuali che diano il supporto alle donne
impegnate all’attività sia di madre che di medico, quali ad esempio rendere
flessibili e coerenti le organizzazioni di lavoro strettamente connesse alla
maternità (orari di lavoro, sostituzione garantita, part time, accesso periodico
alle attività professionali, accesso alla formazione e aggiornamento);
• favorire un procedimento culturale all’interno del mondo medico femminile a
“partecipare” e prevedere nel contempo un reale impegno dei Consigli
provinciali dell’Ordine nel promuovere al loro interno una presenza femminile
progressivamente crescente, fino ad ottenere un equilibrio di rappresentanza;
• garantire ai cittadini un sistema sanitario che non ostacoli l’inserimento delle
donne a tutti i livelli dirigenziali e nei diversi ambiti specialistici, individuando
in tal modo nella componente femminile un valore aggiunto, il tutto nel
mantenimento della sicurezza e della qualità.
La Fnomceo, inoltre, ha da tempo dato vita ad un Osservatorio sulla professione con il
compito di elaborare proposte per una riorganizzazione del lavoro in sanità tenendo
conto della crescente presenza femminile nella realtà medica.
Da questa sintetica rassegna delle iniziative intraprese si può trarre una
considerazione:
prima
Il fenomeno della femminilizzazione (da alcuni definita anche de-mascolinizzazione )
è ormai un dato consolidato che subirà ,nel prossimo futuro, un ulteriore incremento
con il risultato che il “monopolio maschile” della professione, tra qualche anno, sarà
ampiamente superato.
Non è più, pertanto, il momento di adagiarsi sull’analisi dei dati per passare ad una
fase operativa: Le statistiche devono rappresentare il presupposto per la ricerca di
soluzioni più rispondenti alla nuova realtà.
E’ indispensabile mettere in campo, con sollecitudine, prima che sia troppo tardi, tutte
le iniziative necessarie per superare le barriere non solo culturali ma anche
organizzative, al fine di garantire la valorizzazione dei migliori indipendentemente dal
sesso, superando anche posizioni di chi sostiene che le quote rosa siano la soluzione
del problema.
E’ ormai tramontato il tempo della riflessione individuando un percorso equilibrato,
adeguato alla situazione e, conseguentemente, mettere in campo un impegno corale da
parte delle Istituzioni, delle rappresentanze della professione sia ordinistiche che
sindacali.
Un primo concreto segnale, certamente non risolutivo, che qualcuno considererà del
tutto marginale, è rappresentato dal superamento della scarsa presenza femminile nei
Consigli degli Ordini e nella FNOMCeO .
Su 106 Ordini Provinciali soltanto 2 donne ricoprono il ruolo di Presidente e una è
Presidente dell’Albo Odontoiatri; al Comitato Centrale della FNOMCeO non è presente
alcun rappresentante del mondo medico femminile .
Nella nostra realtà la componete femminile è entrata nel Consiglio dell’Ordine, per la
prima volta, nel 1985.
Per il triennio 2011- 2013 fanno parte del Consiglio dell’Ordine di Terni, soltanto una
donna medico e due nel collegio dei revisori; nessuna nell’Albo degli Odontoiatri.
Troppo spesso si sostiene, da più parti, che le donne medico sono il pilastro della
Sanità, che rappresentano un valore aggiunto, che bisogna aprire a nuovi valori, che è
necessario rivedere l’organizzazione del lavoro, che il merito non può fare distinzione
di genere, che sono fonte di preziosa sensibilità e di risorse nel mondo della sanità, che
l’empatia è innata nel genere femminile, ma quanto tempo ci vorrà ancora per
registrare una effettiva inversione di tendenza,
non tanto per una “rivincita
femminile” quanto, invece, per superare una assurda ed intollerabile discriminazione
che è ancora la regola .
Sono troppi gli ostacoli, non le donne medico.