La formazione nel settore dei trasporti

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La formazione nel settore dei trasporti
La formazione nel settore dei trasporti
ENRICO CHIESA
RENATO MANIGRASSO
Nel 1985 la Corte Europea di Giustizia dichiarava
che il trasporto terrestre di merci e passeggeri doveva esser consentito a tutte le Imprese comunitarie, senza discrinlinazione di nazionalità o di domiciliazione. Da quel momento la politica coinunitaria dei trasporti si è sviluppata secondo un processo finalizzato alla realizzazioiie di un mercato
unico dei servizi di trasporto, svincolato da procedure e restrizioni burocratiche e protetto soltanto
dalle garanzie necessarie ad una leale concorrenza. Le misure successivame~iteadottate miravano
all'incremento della efficacia e della efficienza
delle aziende di trasporto in vista di una offerta di
qualità attenta alla sostenibilità ambientale.
La legislazione italiana ha attuato nel tempo le direttive europee; di particolare rilevanza in proposito è la legge 422197 che delegava alle Regioni i
compiti di prograinmazione e regolazione in materia di trasporto pubblico locale (compresi i servizi delle FS di interesse regionale) ed in questo
ambito imponeva la trasformazione, entro il 2003,
delle Aziende speciali di trasporto in società di
capitali e l'affidamento della gestione dei servizi
mediante procedure concorsuali. La legge era fatta ma esistevano le competenze per attuarla?
Nell'autunno 1997 Cesare Vaciago, Direttore
dell'ASA (Area Strategica Affari) Trasporto Metropolitano e Regionale delle FS, prendeva atto
delle difficoltà di gestione dell'ASA assegnatagli.
In effetti risultavano careiiti i quadri ed i giovani
dirigenti capaci di coniugare le necessarie conoscenze tecniche con le capacità gestioliali indispensabili per una azienda proiettata verso il libero mercato. Considerata l'assenza in Italia di
Scuole specializzate nel settore, Vaciago prese la
decisione di contattare I'ISFORT (l'Istituto per la
Forinazioiie, partecipato dalle FS) ed il Politeciiico di Milano al fine di avviare una iniziativa per la
qualificazione professionale nella gestione dei
trasporti sia di neo-laureati, sia di funzionari regionali.
Si formò in questo modo una Facoltà, composta
per più del 50% da docenti provenienti dalle
Imprese di trasporto e dagli Enti preposti alla pianificazione dei servizi, caratterizzata da competenze provenienti dall'area culturale ingegneristica, da quella economica e di scienze del t e ~ ~ i t o rio (con un dosaggio tra le diverse culture calibra-
to sulle esigenze formative formulate dal promotore). La Facoltà ed il Committente del processo
forinativo progettarono un Corso master in
"Scienze e tecniche dei sistemi per la mobilità locale", rivolto a neo-laureati in Ingegneria,
Economia ed Architettura, che venne lanciato a
Milano (nel 1998, presso il MIP) con il contributo
della Regione Lombardia (LR 42194-Interventi
per lo sviluppo della formazione professionale
superiore) e di CISPEL Lombardia. Il corso, clie
si concludeva con un project work bimestrale
presso Aziende ed Enti, comprendeva i seguenti
temi principali: I) pianificazione delle reti di trasporto, 11) attori, politiche e norme del trasporto
locale; 111)tecnologia ed innovazione; IV)strategie, marketing ed orgaiiizzazioiie delle imprese di
trasporto, v) gestione economico-finanziaria delle imprese di trasporto, VI)coinportamenti organizzativi.
Questo evento mise in evidenza il fatto che in
Italia, a differenza degli altri Paesi industrializzati,
non esisteva un progetto formativo che preparasse
gli addetti alla pianificazione, alla regolazione ed
alla gestione dei sei-vizi di trasporto fornendo il
senso della unitarietà delle scelte necessarie per 11na crescita sostenibile della mobilità quale fattore
portante della qualità della vita. Per promuovere
questo progetto bisognava abbandonare l'idea
(che alla fine degli anni '80 aveva portato ad una
prima fomiulazione di laurea in Ingegneria dei trasporti, condivisa dal Politeciiico di Milano e dalle
Università di Genova e di Bologna ma arenatasi
presso il MURST per ragioni di finaiizia~neiito),
clie la formazione andasse orientata alla progettazione di componenti e sistemi di trasporto per
muoversi verso una formazione interdisciplinare,
poco confacente all'ingessato sistema della culhlra ufficiale. Ma questa era la direzione giusta perché, mentre l'industria italiana produttrice di componenti e di sistetiii per i trasporti veniva decadendo, senipre più si sviluppava la domanda di servizi
di qualità comrnisurati all'alto valore delle tassazioni tipiche dei Paesi della Comunità europea.
D'altra parte la foi-inazione universitaria risultava
inutilmente onerosa (ad esempio occorrevano in
media sette anni per formare un ingegnere progettista) e male orientata al mercato del lavoro della
mobilità al punto che le principali aziende del set-
tore, si pensi alla esperienza di Cesare Vaciago, erano obbligate a pesanti compiti di formazione al
momento della assunzione.
Occorreva quindi prevedere, come d'altra parte era previsto dalla legislazione europea del settore,
un programma di educazione continua che prospettasse la cultura dei trasporti ai diversi livelli
formativi richiesti dal mercato del lavoro tenendo
in conto un ordinamento scolastico che proprio in
quel periodo era in forte tensione evolutiva.
Bisognava quindi partire dalla formazione professionale per i diplomati delle Scuole medie superiori (sempre più orientate ad una formazione generalista e poco approfondita) e quindi considerare la cultura universitaria nei diversi livelli che in
quel periodo venivano delineati e posizionati.
sulla base di queste premesse, il Politecnico di
Milano si è proposto come capofila di un corso
sperimentale IFTS dal titolo: "Logistica, Manutenzione e Sicurezza: la Gestione del Trasporto
Pubblico Locale", destinato ad allievi diplomati
non orientati a proseguire nella carriera scolastica
universitaria.
Come è noto, l'iniziativa per i Corsi IFTS Corsi di
Formazione Integrata Superiore) - proposta nel
1998 dalla Conferenza Stato-Regioni, e lanciata
su vasta scala nel 1999, con un cospicuo finanziamento suddiviso tra Ministero della Pubblica
Istruzione e Regioni - aveva lo scopo di individuare nuove figure professionali destinate a specifici settori industriali in cui si prevedono, a livello
territoriale, interessanti prospettive di sviluppo
occupazionale, e realizzare di conseguenza corsi
di elevato profilo metodologico adatti a sviluppare le specifiche competenze necessarie. Tra i settori indicati in ambito lombardo, figurava appunto
quello dei servizi di trasporto.
L'idea portante alla base dei corsi IFTS è rappresentata dalla integrazione progettuale tra vari soggetti competenti, attraverso il coinvolgiineiito di
un'Università (i11veste di capofila del progetto),
un Istituto di Scuola Media Superiore, un Centro
di Formazione Professionale, un Gruppo di
Aziende interessate alla figura professionale considerata. A tal fine, la progettazione e il controllo
dell'attuazione di ciascun corso IFTS è affidato a
un Comitato Tecnico Scientifico conlposto da persone delegate da ciascuno degli Enti coinvolti. Per
assicurare il successo dell'inseriinento degli allievi nel mondo del lavoro viene richiesto un ampio
ricorso all'alternanza tra formazione d'aula e formazione pratica nei contesti lavorativi.
Agli allievi che hanno completato l'intero ciclo,
superando l'esame finale a fronte di una Commissione appositainente istituita con atto formale
dalla Regione, viene rilasciato un "Certificato di
Istnizioiie e Fonnazione Tecnica Superiore" riconosciuto a livello Regionale, Nazionale e Comunitario. Vengono inoltre loro riconosciuti crediti
formativi spendibili per un successivo prosegiiimento degli studi in ambito universitario per corsi
di laurea strettamente affini.
La proposta del Politecnico è stata approvata dagli
enti finanziatori, nell'autunno del 1999 ed il corso
ha avuto inizio nel febbraio 2000. I Partner dell'iniziativa sono: l'Istituto Tecnico Industriale
Ettore Conti, il Centro Professionale di Mortara
della Fondazione Clerici, l'Azienda Trasporti di
Milano (ATM), la società Ferrovie Nord Milano
Esercizio (FNME), la Divisione Trasporto
Regionale delle FS (ora divenuta Trenitalia), il
Consorzio Ferrovie Lombarde (CFL). Come richiesto dal regolamento dei corsi IFTS, sono state
innanzitutto definite nei dettagli - in accordo con
le aziende partecipanti - le figure professionali richieste, e di conseguenza i contenuti dei corsi e gli
obiettivi didattici iti termini di competenze da sviluppare. I1 profilo che ne risiiltato è qiiello di una
figura tecnica di livello inteilnedio in grado di intervenire nella progettazioiie e nella gestione dei
servizi e delle reti tecnologiche per il trasporto
pubblico locale delle persone. Le tipiche attività
sviluppabili da parte di questa figura professionale sono: assistente alla progettazione ed alla offerta di seivizi di trasporto; addetto alla pianificazione dei servizi di trasporto; addetto all'esercizio di
linee di trasporto; addetto alla logistica manutentiva di mezzi di trasporto; addetto alla logistica magazzini ed acquisti di aziende di trasporto; addetto
ai collaudi di componenti e sistemi di trasporto;
addetto alla siciirezza del lavoro nelle aziende di
trasporto; assistente alle relazioni industriali nelle
aziende di trasporto. I contenuti del corso sono
stati articolati in modo da promuovere una "cultura del trasporto pubblico locale" che va al di là delle specifiche competenze necessarie per svolgere
l'attività assegnata, essendo ritenuta necessaria ai fini di una prospettiva di sviluppo personale nel
contesto fortemente evolutivo in atto - la più ampia comprensione dell'insieme dei fenomeni che
sono coinvolti nella gestione di un sistema di trasporto e dei suoi riflessi a livello aziendale, sociale
ed ambientale.
Iniziato nel febbraio1 999. il corso è attualmente
nella fase di svolgimento dello stage professionalizzante e verrà concluso, con l'esame finale, nei
primi mesi del 2002. I1 giudizio del Comitato
Tecnico Scientifico è positivo, suffragato dall'elevato interesse espresso dagli allievi, confermato
anche dall'alta percentuale di presenza e dal limitatissimo numero di defezioni. ~e aziende coinvolte hanno, di conseguenza espresso parere favorevole alla ipotesi di una nuova ripetiziorie. La proposta per una nuova edizione, riveduta e migliorata
Sotto alcuni aspetti sulla base dell'esperienza in atto, è stata approvata dalla Regione Lombardia. I1
corso è iniziato il mese di ottobre 2001.
Le esperienze didattiche ora descritte e I'evoluzione della legislazione europea invogliavano ad
un adeguamento anche della formazione universitaria italiana alle esperienze delle altre nazioni indiistrialmente progredite. Vennero così esaminate
alcune esperienze emblematiche allo scopo di
progettare una laurea di primo livello in Trasporti
comparabile con quelle proposte in contesti per
noi significativi.
Così ad esempio in Inghilterra (ed in tutti i Paesi
del Commonwealth) diverse decine di Università
rilasciano un diploma di laurea di primo livello in
Trasporti dopo un corso di studi triennale rivolto
alla analisi dei diversi modi di trasporto (in vista
delle tecnologie impiegate e della gestione dei servizi), alla organizzazione del lavoro, alla economia ed alla fìnanza aziendale. In ogni caso il triennio si conclude con un periodo (indicativamente
annuale) di lavoro, presso Aziende o Enti, considerato parte integrante degli studi. Nel contesto
anglosassone (ma altrettanto awiene negli USA,
si vedano ad esempio i programmi di formazione
proposti
dal MIT e dalla Sloan School of
.
.
Management) quindi, il primo livello universitario fornisce una preparazione cultiirale e professionale di base ancorata a solidi criteri praginatici.
Questa mentalità è poi confermata dal fatto clie la
carriera professionale è scandita (oltre che da lauree specialisticlie) principalmente da traguardi indicati dall'ordine dei Trasportisti e cioè dal
Chartered Institute of Trailsport. Per divenire
Membri dell'Ordine occorre un lungo
- curriculum
di formazione, nella sciiola e10 nelle Imprese, in
cui le diverse attività sono monitorate in termini di
problemi o studi pratici portati a soluzione e riconosciuti come significativi da parte delle autorità ispettive dell'ordine. In questa ottica scuola e professione intrecciano continuamente il loro contributo nella formazione della cultura della mobilità.
Nella cultura francese la formazione universitaria
di primo e secondo Livello nell'ambito dei trasporti è rivolta da una parte alle tecnologie (con approfondimenti maggiori che nel caso anglosasso-
ne, si vedano 1'Ecole Centrale de Lyon e le
Universités de Lille e Valenciennes) e dall'altra
alla formazione di solide mentalità burocratiche di
manager della funzione pubblica (Ecole Nationale
des Travaux Publics de I'Etat). A fianco di questi
due tipi di formazione agiscono i Grandi Laboratori Nazionali che, sostenuti dalle commesse dello
Stato, sviluppano le sperimentazioni necessarie al
miglioramento dei servizi e della sicurezza (si veda I'Institut National de Recherche sur les
Transports et leur Securité-INRETS).
Questi due esempi evidenziavano la via da percorrere awalendosi delle libertà di progettazione degli studi e di gestione imprenditoriale che alla fine
degli anni '90 apparivano alla portata delle
Università italiane. Nel merito l'Atene0 scelse la
seguente strategia:
a definire un progetto di ricerca atto a qualificare
l'orientamento generale della cultura offerta
dall' Ateneo sul tema della mobilità;
a progettare una laurea in Trasporti interuniversitaria tra Ingegneria, Economia ed Architettura e
correlare a questa laurea le altre iniziative di forinazione nel settore;
assegnare ad un Polo dell'Ateneo in fase di sviluppo, quello di Piacenza, il compito di avviare un
insieme di alleanze territoriali, quelle con
l'università Cattolica e l'università di Pavia, capaci di dare alla nuova laurea ed alle iniziative ad
essa correlate una valenza nazionale;
a ricercare le alleanze necessarie per la fondazione
di un Laboratorio italiano sui trasporti.
La condotta a buon fine di queste missioni venne
affidata dall'Ateneo ad una apposita Commissione Trasporti (presieduta prima da G.Diana e poi da
C.Stevan) alla quale si devono, dopo alterne vicende, i seguenti risultati (alciini dei quali verranno più ampiamente illustrati in questo numero della rivista).
o E stata co-finanziata insieme al MURST una ricerca di Ateneo (dell'importo di circa due miliardi
di lire) sulla qualità e sicurezza della mobilità, che
ha coinvolto, per la prima volta nella storia del
Politecnico, i ricercatori di tutti i Dipartimenti di
Ingegneria e di Architettura interessati ai
Trasporti. La qualità e la sicurezza dei trasporti venivano così proposti come elementi qualificanti ed
unificanti delle politiche di ricerca dell'Ateneo.
Sono stati finanziati (presso la nuova Sede di
Bovisa) laboratori coordinati per prove su sottosisteini di trasporto (particolarmente significativi
sono la Galleria del vento, il Laboratorio di sicurezza dei trasporti, il Laboratorio prova carrelli e
pantografi ferroviari).
o E stata promossa, di intesa con le Ferrovie dello
Stato e le Università di Firenze, Napoli e Pisa la
Società consortile per azioni "Istituto Italiano per
la Ricerca e la Certificazione Ferroviaria-ITALCERTIFER" con la missione di coordinare le ricerche ed i laboratori dei Soci adatti alla certificazione ai sensi della Direttiva europea 96/48 (sulla
certificazione obbligatoria per i nuovi componenti
e sistemi che circolano sulla Rete Europea ad Alta
Velocità).
E stata progettata, d i intesa con l'università
Cattolica e l'università d i Pavia, la "Laurea
Intemniversitara in Trasporti", con la missione d i
formare competenti nel "Progettare e gestire, pianificare e regolare servizi per la mobilità sostenibile". IlMURST, nell'ambito del D.M. 10812000
finalizzato agli interventi per il decongestionamento del Politecnico d i Milano, ha poi modificato, parzialmente, gli intenti iniziali ribattezzando
I'iniziativa in "Ingegneria dei trasporti" (laurea
avviata a Piacenza nell'anno accademico 2000-01
per ilprimo livello).
E stato awiato il coordinamento tra la laurea in
Ingegneria dei trasporti e quella d i Pianificazione
Territoriale Urbanistica e Ambientale della
Facoltà di Architettura, lauree complementari destinate a qualificare ilPolo di Piacenza come punto d i riunione delle competenze sulla mobilità.
Con la laurea i n Ingegneria dei trasporti il
Politecnico d i Milano entra nella formazione d i esperti nei servizi, seguendo così da vicino le indicazioni della Comunità europea volte a favorire la
liberalizzazione dei settori (trasporti ed energia elettrica) inizialmente preclusi al mercato. Inizia
così una sperimentazione il cui esito è affidato al
mercato dato che nel nuovo ordinamento universitario l'offerta formativa potrà permanere solo per i
settori sui quali si concentrano le attenzioni contemporaneamente degli Enti territoriali, delle
Imprese oltre che delle Università.
La collaborazione tra Freight Leaders Club e Politecnico di Milano
di Pietro Mengoli
Il Freight Leaders Club, fondato nel
199 1. è una Associazione privata, apolitica e senza scopi di lucro, che
riunisce le esperienze e le professionalità dei più qualificati operatori della "catena Logistica" che si awalgono
dei veicoli su ferro, su gomma, delle
navi e degli aerei, impegnati con contributo di idee e di professionalità
per l o sviluppo del sistema trasportistico e logistico italiano delle merci. Il
club pertanto è impegnato "a contribuire allo sviluppo e alla competitività di tutti i settori di interesse, al
costante aggiornamento della politica dei trasporti, all'etica civile e al bene comune", e quindi ha I'obiettivo
statutario di promuovere la cultura
logistica anche a livello di formazione
universitaria e di affrontare, con propri gruppi di lavoro, tematiche di attualità per contribuire all'aggiornamento delle normative UE ed ECE
sul trasporto delle merci, realizzand o contatti e sinergie con enti, organismi e istituzioni che perseguono le
stesse finalità.
L'attività di produzione scientifica,
coordinata da un Comitato Tecnico
Scientifico, ha consentito d i pubblicar e sino ad oggi ben 13 quaderni'tematici, consultabili (e scaricabili) sul
sito Internet www.freightleader.org,
nonché alcuni documenti mirati.
Inoltre il Freight è stato presente su
temi d'attualità organizzando convegni e dibattiti ad hoc, chiamando a
presiederli o a coordinarli le autorità
scientifiche del Politecnico di Milano
(Rettore e Presidi). Sin dal suo nascer e il Freight si è posto I'obiettivo di
promuovere l'attività di formazione,
stabilendo un felice e costruttivo
rapporto sia con il Politecnico di
Milano che con I'ISTIEE dell'università di Trieste. In particolare la collaborazione con il Politecnico, nata nel
1994 con l'inizio del primo corso di
specializzazione nei trasporti, si è
rafforzata nei successivi anni. Il corso, destinato a giovani neolaureati,
della durata di 15 giorni e a numero
chiuso, prevedeva un significativo
coinvolgimento nella docenza di alcuni soci del Freight, con anche un
forte supporto amministrativo della
Segreteria del Club. Il taglio di concretezza dato al corso si completava
con la possibilità offerta da aziende
socie di effettuare degli stages operativi, che sovente hanno portato ad una assunzione in pianta stabile dei
giovani laureati. 11 2002 costituisce un
anno di transizione per il rilancio dela
collaborazione tra Freight e Politecnico. Sospeso il tradizionale corso
quindicinale per una obiettiva e condivisa valutazione relativa alla pre-
ventivata partecipazione (nel 2000 si
era osservata una forte flessione delle iscrizioni), I'obiettivo comune si
concentra sui nuovi corsi di Ingegneria dei Trasporti nel polo di Piacenza, con una auspicabile estensione a Master specifici sui Trasporti.
La disponibilità del Freight è la stessa
collaudata nei corsi brevi: docenze e
testimonianze di operatori fortemente coinvolti nelle tematiche dei
Trasporti e della Logistica e possibilità di stages o d i partecipazione a
progetti in aziende molto qualificate
del settore. Le tematiche del trasporto e della Logistica sono letteralmente esplose in questi ultimi anni.
Dal primo corso di Logistica Industriale awiato al Poli nel 1985 e affidato dal titolare Prof. Ruggeri all'allora esperto e oggi Segretario del FLC
Ornello Rumi, di strada ne è stata
fatta molta. Oggi queste tematiche,
che investono inevitabilmente territ o r i o e ambiente sono di attualità,
come è giusto che sia, anche nei corsi di Architettura che sono stati aggiornati con precisi corsi annuali nei
settori mobilità e ambiente. Il Freight
Leaders Club, attraverso i suoi associati, si propone come serbatoio di esperienze a disposizione della comunità che possono essere attivate nei
modi ritenuti più opportuni.