ELEMENTI DECORATIVI

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ELEMENTI DECORATIVI
ELEMENTI DECORATIVI
Intonaco
DECT Tipo:
Intonaco: strato di malta di piccolo spessore con cui si ricoprono le superfici di muri e
soffitti per protezione e abbellimento.
DECQ Qualificazione del tipo:
intonaco per affresco o intonachino: composto di calce e sabbia più fine che
nell'arriccio. Deve essere applicato in quantità tale da poter essere ricoperto dal
dipinto nella giornata; lo strato di intonaco più sottile dell'arriccio deve essere
molto ben pressato e levigato. Talvolta, per renderlo ancora più liscio, viene
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adoperata sabbia mescolata alla stessa quantità di polvere di marmo. Partendo
dall'alto l'intonaco deve essere preparato con molta cura, smussando i contorni, per
essere congiunto perfettamente alle altre giornate evitando che siano troppo
evidenti i punti d'attacco.
--- arricciatura per affresco o arriccio: primo intonaco a superficie ruvida, composto
di calce e sabbia di granitura grossa, che serve di preparazione per l'intonaco (o
intonachino) dell'affresco su cui poi si dipinge.
intonaco per edilizia: strato di malta utilizzato come rivestimento protettivo e
decorativo nelle cortine murarie. L'intonaco è generalmente costituito da elementi
meno fini e meno lesci, grossolanamente lisciato, più ricco di sabbia e calce e
contenente frammenti di terra cotta a cui si aggiunge parti di carbine di legna.
opus albarium: stucco bianco; intonaco (per l'edilizia) che i romani ottenevano con una
finissima polvere di marmo applicata sull'intonaco comune per dare l'apparenza
del marmo levigato.
opus arenatum: (latino, "di sabbia") intonaco (per l'edilizia) di rena o sabbia e calce.
opus marmoratum: (latino, "di marmo") intonaco (per l'edilizia) di polvere di marmo e
calce.
opus signinum: (latino, dalla città di Segni); intonaco (per l'edilizia) in cocciopesto
realizzato con frammenti di terracotta e malta; è un tipo di rivestimento
impermeabile.
DECM Materiali
malta: impasto di una sostanza agglomerante o legante (calce, cemento) con un
materiale inerte finemente diviso (sabbia) e acqua, adoperato come costituente
essenziale di opere murarie. Le malte possono essere "grasse" se sono molto
ricche di legante, "magre" se l'impasto denuncia inerte in eccesso. La malta, in
funzione del tipo di inerte utilizzato, può essere impiegata per rinzaffi, sottovalli e
strati a finire.--- bastarda: tipo di malta composta con due o più leganti, sabbia e
acqua. Generalmente risulta dalla composizione di calce aerea e calce idraulica o
di calce idraulica e cemento. La malta bastarda viene utilizzata di solito per
rinzaffi o sottovalli.
--- cementizia: tipo di malta costituito da acqua, sabbia e cemento; è molto
impermeabile ed ha una lunga durata nel tempo.
--- di calce aerea: si ottiene dalla composizione di grassello di calce stagionato e di
inerti (cariche con funzione di ossatura) generalmente scelti tra sabbie silicee di
fiume o di cava. La malta subisce un processo di solidificazione di tipo chimicofisico (trasformazione dell'idrato di calce in carbonato ed essiccamento in
presenza di aria); la malta, in funzione del tipo di inerte utilizzato può essere
impiegata per rinzaffi, sottovalli ed arricciature.
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GLOSSARIO
acqua: acqua da utilizzare per la
composizione della malta, che deve
essere chimicamente pura, cioè priva
di sali alcalini. La temperatura e la
quantità dell'acqua influiscono sul
processo di presa della malta: l'acqua
calda lo accelera, un eccesso di acqua
lo ritarda. La quantità di acqua da
utilizzare varia in funzione del tipo di
calce e aumenta in funzione della
quantità di sabbia usata come inerte.
betoncino: impasto cementizio con
basso rapporto acqua /cemento, reso
lavorabile con l'apporto di additivi
fluidificanti che ne determinano una
elevata "tixotropia", ovvero una alta
fluidità in movimento ed un'alta
vischiosità da fermo.
breccia: materiale inerte che entra a far
parte
della
costituzione
del
calcestruzzo, oppure ghiaia o pietrisco
usato nella pavimentazione delle
strade (imbrecciatura).
calce: prodotto ottenuto dalla cottura
dei calcari, che sono rocce costituite
prevalentemente da carbonato di
calcio (CaCO3).
--- idrata: tipo di idrato di calcio o
idrossido di calcio (Ca(OH)2) che si
ottiene dalla combinazione dell'ossido
di calcio (CaO) con l'acqua (H2O);
vedi anche grassello (calce idrata in
modo tradizionale) e calce idrata in
polvere (calce idrata con processo
industriale).
--- idrata in polvere: tipo di calce
idrata o spenta ottenuta con processo
industriale
dalla
combinazione
dell'ossido di calcio (CaO) con acqua.
Quando l'ossido di calcio viene spento
con una quantità di acqua insufficiente
per una completa idratazione, si
trasforma, a raffreddamento concluso,
in una polvere bianca e fine. Negli
stabilimenti di produzione si sfrutta
questa
particolarità
a
scopo
industriale: si provvede infatti ad
idratare leggermente l'ossido di calcio,
quindi a mezzo di mulini si procede ad
una
macinatura
omogenea
ed
impalpabile,
lo
si
insacca,
immettendolo al consumo come calce
idrata in sacchetti o in polvere. Questa
calce non richiede un'idratazione per
la formazione del grassello.
--- idraulica: calce i cui processi di
presa ed indurimento avvengono
anche in presenza di acqua. Deriva
dalla cottura ad alta temperatura di
rocce calcaree ricche di argilla. Le
calci
idrauliche
vengono
così
suddivise: a) calci idrauliche naturali
in zolle: ottenute dalla cottura di
calcari argillosi di natura tale che il
prodotto cotto risulta di facile
spegnimento; b) calci idrauliche
naturali o artificiali in polvere:
ottenute dalla cottura di marne naturali
oppure di mescolanze intime ed
omogenee di calcare e di materie
argillose, e dai successivi processi di
spegnimento,
macinazione
e
stagionatura;
la
resistenza
a
compressione dopo 28 giorni è di 15
Kg/cmq.; c) calci eminentemente
idrauliche naturali o artificiali in
polvere: ottenute come sopra e con una
resistenza a compressione dopo 28
giorni uguale a 30 Kg/cmq.; d) calci
idrauliche artificiali pozzolaniche in
polvere: miscele omogenee ottenute
dalla macinazione di pozzolane e calce
aerea
idrata;
resistenza
a
compressione dopo 28 giorni di 30
Kg/cmq.; e) calci idrauliche artificiali
siderurgiche in polvere: miscele
omogenee ottenute dalla macinazione
di loppa basica di alto forno granulata
e di calce idrata; resistenza a
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compressione dopo 28 giorni di 30
Kg/cmq.
--- spenta: vedi grassello e calce idrata
in polvere.
--- viva: tipo di ossido di calcio (CaO)
che deriva dalla calcinazione del
calcare della calce aerea e che non
contiene acqua.
calcina: calce spenta, soprattutto in
quanto usata come malta. E' definita
"grassa" quella in cui c'è poca sabbia,
"magra" quella con molta sabbia,
"dolce" quella poco tenace, "forte"
quella molto tenace.
calcinazione:
processo
di
trasformazione del calcare in ossido di
calce (CaO). Durante tale processo,
che avviene per cottura della roccia
calcarea ad una temperatura superiore
a 900°C, il carbonato di calcio
(CaCO3) cede anidride carbonica
(CO2) e si trasforma in ossido di
calcio (CaCO6 > CaO + CO2).
carbonatazione: processo chimico di
trasformazione dell'idrossido di calcio
(Ca(OH)2) in carbonato di calcio
(CaCO3) che avviene per lento
assorbimento dell'anidride carbonica
(CO2) contenuta nell'aria ed per
evaporazione dell'acqua (Ca(OH)2 +
CO2 > CaCO3 + H2O).
carbonato
di
calcio:
vedi
carbonatazione e calcinazione.
cemento: materiale idraulico che,
impastato con acqua, è in grado di fare
presa sia in presenza di aria che
immerso nell'acqua. Si ottiene dalla
cottura fino a scorificazione di marne
portate ad una temperatura variabile
fra i 1200° e i 1400°C. Il cemento
cotto viene successivamente macinato
fino a generare una polvere finissima
ed impalpabile. I cementi possono
essere "naturali" od "artificiali" a
seconda che si impieghino calcari
marnosi o miscele di calcari ed argille.
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In relazione al fenomeno della presa,
si distinguono dei cementi "a presa
lenta" (cementi portland) e dei cementi
"a presa rapida" (cementi romani).
cocciopesto:
mattone
macinato
utilizzato come carica nelle malte
aeree per ottenere una superficie
levigata e compatta, estremamente
resistente all'aggressività dell'acqua e
quindi impiegabile nel rivestimento
protettivo di particolari elementi
architettonici. La polvere di mattone,
inoltre, reagisce chimicamente con
l'idrato
di
calcio
(grassello)
trasformando la malta aerea in malta
idraulica. Il cocciopesto se usato a
granulometria finissima può servire
come pigmento e/o inerte per
intonachini e per sagramature.
conglomerato: materiale costituito da
una mescolanza di elementi eterogenei
incoerenti e leganti, impiegato nelle
costruzioni edili e stradali. E' sinonimo
di calcestruzzo. Vi sono vari tipi di
conglomerato:
"cementizio",
"bituminoso", "di malta idraulica",
"cementizio armato" (denominazione
tecnicamente esatta del cemento
armato). Il conglomerato di scaglie di
pietrame e malta veniva usato nelle
murature a sacco tipo "opus
caementicium"
per
riempire
l'intercapedine tra le cortine murarie.
ghiaia: ciottoli minuti che, uniti alla
calce, danno il calcestruzzo. Le norme
ufficiali prescrivono: "La ghiaia deve
essere bene assortita, formata da
elementi resistenti e non gelivi, priva
di sostanze estranee, di parti friabili o
terrose o comunque dannose. La ghiaia
deve essere lavata con acqua dolce,
qualora sia necessario, per eliminare le
materie nocive".
grassello: tipo di calce idrata o spenta
in modo tradizionale. Si presenta sotto
forma di una pasta finissima,
perfettamente bianca, morbida e quasi
untuosa.
Il
grassello
risulta
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dall'idratazione in eccesso della calce
viva in acqua (processo di idratazione)
al termine del quale si ottiene appunto
idrossido di calcio (Ca(OH)2). Le
calci grasse, nel generare il grassello,
assorbono un quantitativo di acqua
uguale a circa tre volte il loro peso; le
calci magre assorbono acqua in
quantità uguale a circa il doppio del
loro peso. Il grassello non indurisce se
esposto in ambienti umidi o immerso
nell'acqua: indurisce invece in
presenza di aria per perdita d'acqua e
lento
assorbimento
dell'anidride
carbonica
(processo
di
carbonatazione).
idratazione:
procedimento
di
trasformazione dell'ossido di calcio
(CaO) in idrossido di calcio o idrato
di calcio (Ca(OH)2) che avviene per
assorbimento di acqua (H2O) e
sviluppo di calore (CaO + H2O >
Ca(OH)2).
idrato: dicesi di materiale combinato
con l'acqua.
idrato di calcio: vedi idrossido di
calcio.
idrossido di calcio o idrato di calcio):
prodotto derivato dalla idratazione
dell'ossido di calcio. In riferimento
alla calce aerea, l'idrossido o idrato di
calcio viene detto "calce idrata".
inerte: in tecnologia si intende, con
questo termine, una classe di materiali
che non subiscono trasformazioni
durante i processi di presa. Sono
"inerti" la sabbia, la ghiaia, il
pietrisco, le brecce, etc.
legante: sostanza capace di far presa su
materiali incoerenti collegandoli in un
unico complesso resistente. Nelle
opere murarie vengono definiti
"leganti" quei prodotti utilizzati per
legare fra loro altri materiali come
laterizi, pietrame, etc. Queste sostanze,
messe a contatto con acqua o altri
liquidi, formano una pasta più o meno
spessa che acquista nel tempo la
proprietà di indurire e di aderire al
materiale con cui viene a contatto, in
grado di resistere a sollecitazioni
meccaniche e ad agenti fisici o
chimici. I materiali leganti vengono
tradizionalmente suddivisi in base alle
loro capacità di indurire all'aria o
anche a contatto con l'acqua. Si hanno
così leganti "aerei" e leganti
"idraulici". Fra i primi vi sono la calce
ed il gesso, fra i secondi i cementi; una
posizione intermedia occupano le calci
idrauliche.
olio di lino: sostanza estratta dai semi di
una pianta annua delle linacee (linum
usitatissimu), usata per la preparazione
dei colori ad olio, cotto con sali di
piombo, cobalto o manganese come
siccativi, o crudo; l'olio di lino crudo è
di più lunga essiccazione ma
ingiallisce meno di quello cotto.
ossido di calcio: prodotto derivato dalla
calcinazione di rocce calcaree. In
riferimento alla calce aerea, l'ossido di
calcio viene detto "calce viva".
pietrisco: insieme di schegge o
frammenti di pietra, adoperato come
materiale inerte nella preparazione dei
calcestruzzi, che proviene da rocce
compatte, dure, resistenti, non gelive
né marnose. Il pietrisco deve essere
lavato con acqua dolce qualora ciò sia
necessario per eliminare materie
nocive.
polvere di marmo: insieme di grani
minuti ottenuti dalla frantumazione del
marmo. Viene usata mescolata a calce
per ottenere degli intonaci lisci,
intonachini colorati in pasta, affreschi
ed encausti. Veniva adoperata
soprattutto in epoca romana.
polvere di mattone: vedi cocciopesto.
sabbia: insieme di detriti rocciosi
costituiti da granuli che passino
attraverso un setaccio i cui fori
abbiano un diametro di 5 mm. Le
sabbie si classificano, a seconda
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dell'origine e della giacitura, in "sabbie
vive", "di cava" e "di pietrisco". Le
sabbie vive sono le più pregiate, si
estraggono dal letto dei fiumi attuali,
dalla spiaggia dei laghi o del mare. Le
sabbie di cava derivano da depositi
alluvionali più o meno recenti e sono
di solito ricoperte da uno strato di
terreno vegetale. Le sabbie di pietrisco
si
ottengono
mediante
la
frantumazione artificiale di rocce e si
ricorre ad esse soltanto quando non vi
è disponibilità di sabbia naturale.
Migliori sono le sabbie vive,
specialmente se di natura silicea; esse
sono più pulite, più rudi al tatto, prive
di sostanze argillose e non alterate alla
superficie dei granuli in quanto il
movimento continuo al quale sono
sottoposte impedisce ogni permanente
alterazione
superficiale.
Tale
alterazione e la presenza di sostanze
argillose sono invece frequenti nelle
sabbie di cava. Le sabbie marine in
molte zone d'Italia costituiscono un
materiale di largo uso. Se ne hanno di
ottima qualità ma presentano il grave
inconveniente di contenere notevoli
quantità di cloruri che devono essere
eliminati. Ciò si ottiene con un
lavaggio a fondo con acqua dolce:
questo si può realizzare ponendo a
sostare per lungo tempo la sabbia sulla
terra ferma, approfittando dell'azione
dilavante di ripetute piogge. Le sabbie
possono
differire sia per la
composizione mineralogica sia per la
granulometria (diametro dei granuli).
Riguardo
la
composizione
mineralogica, le sabbie che possono
impiegarsi sono di due tipi
fondamentali: sabbie silicee e sabbie
calcaree. Le prime sono le più
pregiate: esse infatti, essendo costituite
da granuli di quarzo, sostanza dotata di
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grande durezza ed inalterabile agli
agenti fisici e chimici, impartiscono
alle malte elevate proprietà di
resistenza. Anche le sabbie calcaree
possono essere di buonissima qualità,
purché non siano formate da granuli
friabili, eventualità che si verifica se
provengono da calcari marnosi ad
elevato
contenuto
di
argilla.
Assolutamente da scartarsi sono le
sabbie di natura argillosa o gessose. Le
sabbie di pietrisco non devono
provenire da rocce troppo friabili
micacee o porose: con buone rocce si
possono ottenere risultati del tutto
soddisfacenti. Per quanto riguarda la
composizione granulometrica, è noto
che le sabbie sono spesso costituite da
granuli vari per dimensioni e per
forma; si chiamano "sabbie grosse"
quelle i cui granuli passano da fori di 5
mm e sono trattenuti da quelli di 2
mm; "sabbie medie" quelle i cui
granuli passano per fori di 2 mm e non
per quelli di 0,5 mm; "sabbie fini"
quelle i cui granuli passano da fori di
0,5 mm.
scaglie: schegge aguzze che si levano
dai marmi o simili lavorando con lo
scalpello.
scagliola: gesso macinato fine e
costituito da una miscela di semidrato
con gesso crudo (selenite). L'impasto
per realizzare l'intonaco a scagliola è
costituito da questo gesso più sabbia e
acqua (per malta), mescolato a volte
anche con grassello di calce; utilizzato
in passato per eseguire elementi
architettonici in rilievo prodotti a
stampo da applicare all'aperto in zone
non troppo esposte al dilavamento.
Attualmente l'uso di scagliola è
limitato alle rifiniture di ambienti
interni.
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CARATTERISTICHE FISICHE________________________________________________________
impermeabilità: la proprietà dei corpi
solidi di non lasciarsi penetrare da
liquidi o gas.
indurimento: fenomeno che consiste
nel progressivo irrigidimento e
stabilizzazione di una sostanza (calce,
cemento, gesso, etc.) mescolata con
acqua. Più precisamente si intende la
fase successiva a quella della presa.
presa: fenomeno che consiste nel
progressivo irrigidimento di una
sostanza (calce, cemento, gesso, etc.)
mescolata con acqua. Più precisamente
si intende la prima fase del
consolidamento, alla quale fa seguito
l'indurimento.
traspirazione: l'eliminazione di liquidi
o vapori attraverso l'intonaco. Gli
intonaci sintetici non consentono la
traspirazione e per questo tendono a
staccarsi dal supporto con caratteristici
sollevamenti a bolla.
DEGRADO__________________________________________________________________________
ammaltato: impastato di malta;
operazione fatta a certe materie per
murare.
cavillature: tipo di degrado che si
manifesta con una rete di crepe di
forma generalmente esagonale, che
rivela le fratture avvenute all'interno
della struttura fisica dell'intonaco.
decoesione:
fenomeno
di
deterioramento
dell'intonaco
determinato dalla perdita di coesione
tra legante e inerte.
distacco: vedi sfaldamento.
sfaldamento: processo di degrado
dell'intonaco caratterizzato da uno
stacco fra l'intonaco e il paramento.
sollevamento: fenomeno di degrado per
cui l'intonaco tende a separarsi rispetto
alla struttura murale; caratteristici
degli intonaci sintetici sono i
"sollevamenti a bolla".
sollevamento
a
bolla:
vedi
sollevamento.
spolvero: vedi decoesione.
ATTREZZI_________________________________________________________________________
cazzuola: arnese del muratore costituito
da una lama d'acciaio semi-rigida a
forma triangolare o trapezoidale, con
punta arrotondata e con un manico
fissato ad angolo retto alla metà della
base, munito d'impugnatura di legno;
serve per prendere le malte,
distenderle e lisciarle.
cazzuola americana: frattazzo sulla cui
superficie piana viene applicato uno
strato spugnoso.
frattazzo: arnese che serve a spianare e
lisciare la malta su una superficie;
lascia caratteristici segni circolari; può
essere di legno, di metallo, di piccole
dimensioni ("frattazzino").
sparviere: tavoletta di legno, munita
d'impugnatura, usata dai muratori per
tenervi a portata di mano la quantità di
malta necessaria e talvolta anche per
levigare la superficie dell'intonaco.
spatola:
arnese
usato
per
la
manipolazione di sostanze pastose,
costituito da una lamina metallica
sottile a bordi smussati, fornita di
manico.
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TECNICHE DI FINITURA___________________________________________________________
a
frattazzo: tecnica di finitura
dell'intonaco che utilizza il "frattazzo"
come strumento per lisciare la
superficie dell'intonaco che, così
trattata, è caratterizzata da solchi
circolari.
a graffiato: tipo di intonaco sintetico
colorato in pasta. La particolare forma
della spatola utilizzata per applicarlo
genera una superficie "graffiata".
a
graffito:
tecnica
decorativa
consistente nel coprire una parete di
più strati d'intonaco di colore diverso,
eliminandone poi alcune parti
"sgraffiando", così da portare in luce
gli strati sottostanti. Tale decorazione,
usata specialmente in Svizzera e in
Germania ma anche in Italia, è assai
durevole.
a spatola: tipo di intonaco sintetico
colorato in pasta. La particolare forma
della spatola utilizzata per applicarlo
genera una superficie granulosa e
scabra. Gli intonaci spatolati, che non
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consentono una buona traspirazione (e
quindi tendono a staccarsi dal
supporto) e la cui superficie irregolare
si presta al deposito di polveri e
polluzioni, vengono impiegati molto
raramente.
lamato: specie d'intonaco che viene
lisciato con lo sparviere.
lisciato: processo di eliminazione delle
irregolarità e asperità da una superficie
mediante una limitata asportazione di
materiale. L'intonaco viene lisciato
con cazzuole, frattazzi, etc.
spruzzato: trattamento di superficie del
calcestruzzo a vista, che consiste nello
spruzzare a forte pressione cemento
appena indurito e disarmato in modo
da ottenere una sorta di mosaico a
ciottoli. Anche l'intonaco civile può
essere spruzzato per ottenere
particolari effetti di superficie.