MAX - Eugenio Benetazzo
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MAX - Eugenio Benetazzo
zoom predicatore finanziario, eugenio benetazzo aveva previsto tutto tre anni fa: il crack, la recessione, il panico... siamo andati a scovarlo e ci siamo fatti spiegare come andrà a finire. se mai finirà... Frank Rumpenhorst/Corbis $ Ma cos’è questa crisi? 700 IDENTIKIT miliardi $ tanto hanno stanziato gli stati uniti con il piano paulson per far fronte al crack del sistema finanziario americano. una cifra enorme, ma nettamente più bassa rispetto a quanto investito dai paesi ue per le banche europee A di Andrea Mattei rrivano a decine, in ordine sparso. Piccoli imprenditori, piccoli risparmiatori, piccoli e basta di fronte all’enormità di questa crisi. Li vedi prendere posto sulle sedie di plastica rimediate in fretta e furia per far fronte all’inattesa ondata, e scorgi l’ansia di ascoltare “il verbo”. Le parole saranno tutt’altro che rassicuranti, e loro lo sanno: non sono qui per farsi raccontare l’ennesima favola. Quella la leggono sui giornali, ma hanno imparato a darle poco credito. Sono qui, invece, per capire. E, magari, strappare un consiglio (pratico). D’altronde, sulla praticità, sulla concretezza il popolo del Nordest ha costruito la sua fortuna. Peccato che oggi “fortuna” sia una parola da accompagnare con verbi declinati al passato. Prossimo, ma pur sempre passato. Eugenio Benetazzo è già qui che li aspetta. E qui, al Biobar La Scarpetta di Venere, un angolo di Verona all’insegna dell’alternativo, dove bere una centrifuga biologica o partecipare a cene a tema di “paella, sangria e tango”, stasera hanno dovuto lasciar fuori tanta gente. Benetazzo viene invariabilmente definito il Beppe Grillo dell’economia o il Travaglio dei mercati finanziari, «ma io preferisco “predicatore finanziario”, perché in fondo è questo che faccio: cerco di aiutare i risparmiatori attraverso l’informazione, un’informazione certo ben diversa da quella che sono abituati ad ascoltare in tv o a leggere sui giornali». Nato a Sandrigo, provincia di Vicenza, 35 anni fa, un passato da dj nei villaggi turistici prima della laurea in economia aziendale, residente sei mesi l’anno a Malta («per avere un piede altrove quando questo Paese sarà da abbandonare»), trader professionista e analista finanziario indipendente, Benetazzo gira l’Italia con uno show sconfortante, in cui annuncia catastrofi imminenti e crack irreparabili. Ha un grosso seguito sul web e in tutto quel circuito di informazione “alternativa” dove le teorie cospirazioniste (anche le più strampalate) trovano terreno fertile. Poi però succede che, dopo aver pubblicato (nel 2005) un libro profetico, Duri e Puri. Aspettando un nuovo 1929, che prospetta “mutamenti di scenari epocali senza precedenti”, le sue peggiori previsioni si trasformino in realtà sotto i nostri occhi. «Eh già, io l’avevo detto… Tutto il casino che sta succedendo in queste settimane io l’avevo mi preparo al peggio Eugenio Benetazzo è nato nato a Sandrigo (Vicenza) il 26 settembre 1973. Laureato in economia aziendale a Modena, per sette anni trader professionista e analista finanziario indipendente, ora è vicepresidente nazionale di Assoconsulenza e presidente del cda di Deltoro Holding, «una società di investimenti che unisce i capitali di tanti piccoli risparmiatori-investitori: un’arca di Noè di fronte a quello che si sta verificando nei mercati finanziari». Ha un sito (www. eugeniobenetazzo.com) seguitissimo dai suoi fan, molti filmati su Youtube e ha scritto due libri: Duri e Puri. Aspettando un nuovo 1929 e Best Before. Preparati al peggio (Macro edizioni). Il prossimo, Mele marce, uscirà a inizio 2009. $ 221 $ zoom previsto. Ma non era difficile: lo scenario era già lì, la bomba pronta a esplodere. Bastava aver voglia di vederla. Come faccio io. E così ora tutti a cercarmi, i giornali, le tv, financo Santoro…». M 24 E allora: che fare dei nostri risparmi? «Il mio consiglio, di questi tempi, è salvarsi, salvare il capitale prima di tutto. Quindi, per cominciare: titoli di Stato. Ma non quelli italiani, visto che l’Italia ha un rating (cioè un’affidibilità) pari a quello del Botswana; meglio puntare su quelli tedeschi, i più sicuri al mondo. Poi, acquistare un po’ di oro e un po’ di franchi svizzeri, e mantenere una parte di liquidità; ma stando alla larga da Unicredit e Monte dei Paschi di Siena: sono istituti troppo indebitati, i più esposti, i più a rischio». Ci consoliamo con la fine del capitalismo… «Ma questo non è il fallimento del capitalismo. È, invece, la fase terminale della globalizzazione. Tutto questo non si sarebbe verificato se la Sebastiao Moreira - Peter Foley / Corbis mesi «quanto durerà ancora questa crisi? credo che avremo ancora due anni di lacrime e sangue: scoppieranno due crisi gemelle, quella delle carte di credito e quella del credito industriale» a, insomma: siamo messi veramente così male? «Una cosa è certa: la pacchia è finita. Venendo qui a piedi vedevo questa generazione di ragazzi, 20-25 anni, seduti davanti ai bar come niente fosse, l’happy hour, lo spritz… Non si rendono neanche conto di quello che li aspetta; c’è una desolazione e una rarefazione economica che non ha precedenti. Le giovani generazioni sono più povere di quelle precedenti, con disagi socio-economici enormi, situazioni lavorative impensabili solo fino a 10 anni fa». Eppure, ci hanno sempre detto che qui in Europa siamo al sicuro. «Tutti preferiscono una bugia rassicurante piuttosto che una scomoda verità. E la verità è che l’Europa sta messa peggio degli Stati Uniti. Basta vedere le dimensioni delle nostre banche: il bilancio della Deutsche Bank, tanto per fare un esempio, vale più del Pil della Germania, quello di Unicredit è l’80 per cento del Pil italiano, la Fortis vale 3 volte il Pil belga. Ciò significa che se salta una di queste salta un intero Paese. In America un banca arriva al massimo al 6-7 per cento del Pil Usa. Non a caso, il piano di salvataggio studiato dai Paesi Ue è ben più grande del piano Paulson americano». Beh, almeno adesso con gli interventi dei governi saremo al sicuro… «Tutt’altro: quelli di queste settimane non sono salvataggi di banche, ma solo sistemi per posticipare le perdite per un altro po’ di tempo. Per tirare a campare. Non è un altro ’29 ma un “nuovo” ’29: allora fallirono solo le piccole banche, oggi invece tocca alle più grandi, più sono grandi e più falliscono. E nessuno ancora sa a quanto realmente ammonta il marcio che è presente nei nostri portafogli». Comunque, fallimenti o meno, i risparmi sono protetti: sui conti correnti c’è pur sempre il fondo di garanzia. «Altra balla propagata dai giornali: non è un fondo di garanzia, è un consorzio. È un impegno consortile che hanno tutte le banche che aderiscono a intervenire “ex post”, qualora ci fosse una situazione di crisi: un impegno a versare dei soldi in caso di fallimento di una banca, ma solo “dopo”. Così, se a finire a gambe all’aria è una piccola banca si riesce a raccogliere i soldi che servono, ma se fallisce Unicredit è tutta un’altra storia… Solo in altri cinque o sei Paesi funziona come da noi. Gli altri hanno un vero fondo “ex ante”». IL CONTAGIO Immagini di panico nelle Borse di tutto il mondo: la crisi di fiducia nel sistema finanziario non ha frontiere e il contagio è inevitabile. 222 $ $ zoom globalizzazione, con il trasferimento in altri Paesi di gran parte dell’attività manifatturiera, non avesse compromesso i redditi di tanti lavoratori. Così molti hanno dovuto reinventarsi un’esistenza: e come hanno fatto? Con il debito: debito per la casa, per l’auto, per il McDonald’s. E questo ha consentito di stare in piedi, come in apnea, per quattro-cinque anni. Poi siamo arrivati alla saturazione e sono iniziate le insolvenze». ’29 E allora come se ne esce? «Con soluzioni radicali. Per l’Italia, ad esempio, l’unica via d’uscita è un totalitarismo statale senza precedenti. Statalismo di rigore quasi Eugenio Benetazzo è abituato a spararle grosse. Gira l’Italia e imperversa nel web parlando di Signoraggio (che ci trasforma in un popolo di schiavi senza catene al servizio di una ristretta élite bancaria) e di scie chimiche: avete presente quelle scie bianche lasciate dagli aerei durante il volo? Ebbene, secondo Benetazzo (e secondo le teorie cospirazioniste) si tratterebbe di agenti chimici rilasciati su aree popolate per motivi illeciti: esperimenti sul clima, test di armi biologiche, gas per il controllo della mente o scopi occulti spesso correlati con la teoria del Nuovo Ordine Mondiale. Adesso, ci mancava solo l’idea di tornare alla lira o a un fantomatico euro2... Alla fine, questa deriva catastrofista-complottista contribuisce solo a gettare discredito, a far perdere credibilità. «Mah, guarda, problemi di credibilità non credo di averne. Ho fin troppo seguito. Anzi, mi piacerebbe spararle ancora più grosse, ma evito perché ci sono argomenti dove si rischia di rovinarsi anche professionalmente, di farsi male…». ù Olycom / AP un nuovo 1929 «sbaglia chi parla di un altro ’29. questo è un “nuovo ’29”. allora fallirono solo le piccole banche, oggi invece tocca alle più grandi, più sono grandi e più falliscono...» Proviamo a dare un parola di speranza: siamo fuori dal tunnel? «Beh, c’è di buono che i più grandi affari si fanno sempre nei giorni di “panic selling”: non a caso i giapponesi usano lo stesso termine per dire “crisi” e “opportunità”. Il mercato è destinato a risalire, è vero, ma non siamo ancora fuori dal tunnel, tutt’altro. Questa fase di contagio e di incubazione può durare altri 24 mesi, perché adesso arriveranno le altre due crisi gemelle, quella delle carte di credito e quella del credito industriale. Se gli Usa vanno in depressione, i primi due partner degli americani, Cina e Giappone, rallentano i consumi e tutto si ferma. Dobbiamo aspettarci un aumento spaventoso della disoccupazione e una deflazione galoppante». assoluto. Lo Stato dica: signori, il mercato ha fallito drasticamente su lavoro e gestione dei vostri risparmi, sulla tutela e la possibilità di avere una casa per tutti. E così torna a fare lo Stato, compra le banche che saltano o le rileva, propone il mutuo sociale, e soprattutto fa l’embargo su tutto ciò che viene prodotto fuori dal Paese: vuoi vendere qualcosa in Italia? Lo produci qua dentro. Così crei posti di lavoro, fabbriche, nuovi stabilimenti, e rimetti in moto il Paese. La salvezza parte da dentro. E se fossero furbi si inventerebbero anche una moneta parallela all’euro: l’euro lo tieni per pagare le forniture di materie prime provenienti dall’estero, ma per l’area mediterranea ti inventi un “euro2” che si può svalutare, e si riparte. Ma, ovviamente, è molto difficile che si verifichi tutto ciò…». THE END Gli impiegati di Lehman Brothers disoccupati da un giorno all’altro e i clienti della banca inglese Northern Rock cercano di salvare i propri risparmi. 224 $