Il Pd prenota piazza Signoria Grassi all`attacco "Sblocco illecito"

Transcript

Il Pd prenota piazza Signoria Grassi all`attacco "Sblocco illecito"
Il Pd prenota
piazza Signoria
Grassi all'attacco
"Sblocco illecito"
REFERENDUM, il Pd presenta la richiesta per la chiusura in piazza Signoria.
E con Tommaso Grassi Sinistra italiana s'impegna a rovinare la festa minacciando denunce e ricorsi. E per venerdì
2, quella programmata dal Pd: dopo la
tappa pomeridiana di Catania, nel sud
del paese che il premier sta battendo
palmo a palmo nel tentativo di smentire le aspettative che danno il Mezzogiorno in mano al No, sarà Firenze l'ultima piazza del Si prima del voto. L'arrivo di Renzi è ormai dato per certo.
Non a caso, un minuto dopo lo 'sblocco' di piazza Signoria decisa dalla giunta Nardella per gli ultimi 3 giorni di
campagna, arriva la richiesta del Pd.
Quella che Grassi prova adesso a demolire. In che modo?
«Il mancato accordo tra partiti
sull'utilizzo di piazza Signoria è stato
aggirato grazie ad una delibera della
giunta Nardella», dice Grassi. Ricordando come la piazza simbolo della città non sia compresa nella lista comunale delle piazze ammesse alle manifestazioni politiche. E come solo per effetto della delibera diventa ora utilizzabile: «Valuteremo se denunciare gli
uffici e la giunta di Palazzo Vecchio alla procura e ricorrere al Tar, se ce la facciamo con i tempi», minaccia Grassi.
Convinto che si tratti di «un provvedimento ritagliato per Renzi e per la sua
chiusura. Un atto illegittimo e privo di
basi giuridiche, visto che non c'è stato
alcun accordo politico». Tanto che l'esponente di Sinistra italiana conclude:
«Se qualcuno pensa di poter vincere
utilizzando ogni mezzo sappia che tanti non lo accetteranno mai». Anche i 5
Stelle si mettono di traverso: «Comportamento arrogante, faremo i conti il 4
dicembre», dice la consigliera Silvia
Noferi. La replica della giunta è affidata all'assessore Federico Gianassi:
«Grassi valuti pure, ma perde tempo.
Gli atti sono legittimi e chiari. Il disciplinare fissa regole valide per tutti».
Contro la riforma arriva anche il manifesto degli esponenti Pd schierati
per il No. Un manifesto nazionale intitolato «il No di chi vuol bene all'Italia»,
che adesso viene declinato anche in Toscana. E tra i primi firmatari ci sono la
consigliera regionale Serena Spinelli, i
parlamentari Tea Albini, Filippo Fossati e Paolo Fontanelli, gli ex assessori regionali Tito Barbini e Riccardo Conti,
l'ex segretario fiorentino Patrizio Mecacci. E ancora, Paolo Rappuoli di Siena, Susanna Agostini di Firenze, Fabio
Baldi di Greve, Bruna Dini di Lucca. Il
presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, pur militando a sinistra, annuncia però il suo Si: «Non credo sia lo
spartiacque tra bene e male, ma è un
piccolo passo avanti».
"Vuole fare
ricorso?
Perde
tempo"
Renzi dato
per certo
L'ULTIMA VOLTA
Nel 2014 Matteo
Renzi chiuse in piazze
della Signoria la
campagna elettorale
per le amministrative
e le Europee