I Comuni potranno dire addio al petrolio e istituire le
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I Comuni potranno dire addio al petrolio e istituire le
I Comuni potranno dire addio al petrolio e istituire le «Oil Free Zone» di Mauro Calarese Attribuita ai Comuni, anche in associazione tra loro, la facoltà di istituire delle vere e proprie «Oil Free Zone», aree territoriali all’interno delle quali raggiungere il progressivo abbandono del petrolio e derivati grazie all’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili. Oil Free Zone In tema di sviluppo e sostenibilità anche nelle realtà locali, rurali e montane, si inserisce l’articolo 71 del Collegato ambientale (Legge 221/2015), che prevede il coinvolgimento diretto dei Comuni, in virtù del principio di sussidiarietà, nella transizione da un’economia basata sul carbonio e derivati del petrolio, verso una maggiore sostenibilità ambientale attraverso l’autosufficienza delle fonti di energia rinnovabili e la promozione di un modello di sviluppo eco-compatibile. In particolare, la norma attribuisce ai Comuni, in via sperimentale e, appunto, sussidiaria, la facoltà di promuovere, anche, ma non solo, in forma associata per il tramite delle unioni o delle convenzioni fra Comuni di riferimento, l’istituzione di aree territoriali, entro un determinato arco temporale e sulla base di uno specifico atto di indirizzo adottato dalle municipalità del territorio di riferimento, dove attuare la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili. All’interno delle aree individuate, gli Enti coinvolti dovranno incentivare e sostenere l’avvio di apposite sperimentazioni e ricerche, per la realizzazione di prototipi ovvero per lo sviluppo e la concreta applicazione, sul piano industriale, di innovative soluzioni di impiego dei beni comuni, in particolare nelle zone montane, nell’ottica della promozione, oltre che di salvaguardia, delle risorse naturali presenti sul territorio interessato. Le Regioni La concreta modalità di organizzazione e gestione delle Oil Free Zone sarà demandata alle Regioni e Province Autonome, nell’ambito delle rispettive legislazioni di settore, soprattutto per quanto riguarda le attività e misure effettive collegate alle iniziative e ai progetti di innovazione tecnologica applicata alla produzione di energia da fonti rinnovabili a più basso impatto ambientale, nonché alla ricerca finalizzata allo sviluppo di soluzioni eco-compatibili e alla costruzione di sistemi sostenibili di produzione e utilizzo dell’energia, come, ad esempio, la produzione di bio-metano per il riscaldamento o il trasporto. Forme associate La facoltà di promozione delle aree territoriali senza petrolio è estesa non solo alle comunità montane ma a tutte le modalità di esercizio in forma associata delle funzioni delle Amministrazioni comunali, quali appunto le unioni e convenzioni disciplinate dal Dlgs 267/2000 (Tu degli Enti Locali). Attraverso l’unione, infatti, i Comuni possono esercitare in forma aggregata le funzioni e i servizi locali, mentre tramite le convenzioni, gli Enti interessati possono condividere le gestioni di una o più funzioni e servizi. Incentivi Per il perseguimento degli scopi di sostenibilità ambientale previsti dalla norma, oltre all’impegno e sforzo degli Enti locali interessati, la Legge attribuisce alle Regioni il compito di assicurare specifiche linee di finanziamento per le descritte iniziative di ricerca e sperimentazione, nonché sostenendo le attività economiche e produttive connesse alla ricercata indipendenza dalle fonti fossili di energia, anche attraverso un più equilibrato impiego dei beni comuni e collettivi del territorio di riferimento.