Programmazione dei Fondi strutturali e di investimento 2014

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Programmazione dei Fondi strutturali e di investimento 2014
Programmazione dei
Fondi strutturali e di investimento 2014-2020:
risorse nazionali e comunitarie allocate
nelle ‘regioni meno sviluppate’ dell’Unione Europea
1. Introduzione
Il presente studio intende evidenziare il diverso grado di coinvolgimento degli Stati
membri dell’Unione Europea, aventi al proprio interno ‘regioni meno sviluppate’
secondo la classificazione comunitaria, in termini di contribuzione (cofinanziamento)
nazionale alla dotazione complessiva dei Fondi strutturali e di investimento 20142020, in particolare FESR e FSE. Nello specifico, sono 17 su 28 i Paesi UE che
presentano al loro interno regioni meno sviluppate, cui sono destinate specifiche
risorse per la coesione.
Nella prima parte del saggio, si illustrano le dotazioni complessive per singolo Stato
membro dell’UE dei fondi strutturali, evidenziando il contributo comunitario e
quello nazionale considerando tutte le 273 regioni dell’UE.
A seguire, si passa ad un’analisi di dettaglio orientata solo sulle nazioni che
presentano al proprio interno regioni meno sviluppate, restringendo il campo di
osservazione a 17 Paesi e 72 regioni. In ultima analisi, si effettua un confronto tra le
cinque regioni italiane più deboli: di esse si osservano le dotazioni FESR e FSE per
ciascun Programma operativo che insiste in tali aree territoriali, nonché il riparto per
Obiettivo Tematico.
2. Il contributo dell’Unione Europea a livello nazionale
La Programmazione 2014-2020 concernente il totale dei Fondi strutturali e di
investimento europei (ESIF)1 (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale-FESR, Fondo
Nel complesso le risorse comunitarie messe a disposizione dai Fondi ammontano a poco più di 454
miliardi di euro.
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Nota tecnica n. 23 - 2016
Sociale Europeo-FSE, Fondo di coesione-FC2, Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale-FEASR, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca-FEAMP,
dotazione per l’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile-IOG) assegna all’Italia una
dotazione di 73,7 miliardi di euro, che la posiziona al secondo posto, dopo la Polonia
(104,8 miliardi di euro) e prima della Spagna (53,3 miliardi di euro).
Si ricordi che l’ammontare complessivo delle risorse in ciascuno Stato Membro
dipende oltre che dalla dimensione del contributo comunitario, anche dal peso del
cofinanziamento nazionale, che attesta l’impegno di ogni Stato a sostegno delle
politiche strutturali, in aggiunta alle politiche di sviluppo ordinarie.
La quota coperta dal contributo nazionale, rispetto al totale, oscilla tra il 15,3%
della Croazia e il 69,3% del Lussemburgo, che, tra i 28 paesi dell’Unione Europea,
rappresenta lo Stato membro con la dotazione complessiva più bassa (circa 456
milioni) e la minore contribuzione comunitaria (30,7%)
La Croazia, insieme a Romania, Ungheria Lituania e Bulgaria, sono le nazioni che,
in termini relativi, fruiscono del maggior contributo UE, superando la quota
dell’84%. Per altro verso, Italia, Francia, Irlanda ed Olanda sono i Paesi che fanno
registrare il maggiore equilibrio tra l’apporto comunitario e quello nazionale, con
quote che oscillano tra il 45% e 58% del totale.
La lettura è sensibilmente differente se si osservano le risorse ESIF rispetto alla
popolazione dei singoli Stati. In media, infatti, sono gli estoni a fruire della maggiore
quota di risorse, con 4.571 euro per abitante, seguiti dai cittadini dell’Europa dell’Est
che risiedono in Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Lituania e Lettonia,
che presentano valori pro capite superiori a 3.000 euro/abitante.
Tra i Paesi occidentali solo il Portogallo beneficia di equivalenti ammontare di
risorse (3.151 euro/abitante). Al contrario, l’Italia, pur attestando (come detto) una
posizione di rilievo in termini assoluti, fa registrare una dotazione di circa 1.200 euro
per residente. In assoluto, il Paese con la media più bassa è l’Olanda (211 euro);
valori parimenti bassi sono registrati per Danimarca (349 euro), Gran Bretagna (421
euro), Belgio (537 euro) e Germania (549 euro).
L’osservazione dei valori pro capite consente di apprezzare come la diversa
ripartizione delle risorse connesse con le politiche strutturali dell’Unione derivi dal
principio di fondo secondo cui maggiori risorse sono destinate alle regioni con più
gravi deficit in termini di sviluppo e infrastrutture, al fine di consentire loro di
L’Italia non beneficia delle risorse del Fondo di Coesione, ai sensi dell’art. 90 comma 3 del Reg.
Generale 1303/2013, secondo cui “il Fondo di coesione sostiene gli Stati membri il cui Reddito Nazionale Lordo
(RNL) pro capite, misurato in parità di potere d’acquisto (PPA) e calcolato sulla base dei dati dell'Unione per il
periodo 2008-2010, è inferiore al 90 % dell'RNL medio pro capite dell'UE-27 per lo stesso periodo di riferimento.
Gli Stati membri ammissibili al finanziamento del Fondo di coesione nel 2013, ma il cui RNL nominale pro capite è
superiore al 90 % dell'RNL medio pro capite dell'UE-27, calcolato ai sensi del primo comma, ricevono sostegno dal
Fondo di coesione a titolo transitorio e specifico”.
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Nota tecnica n. 23 - 2016
procedere lungo il sentiero della convergenza: il numero e la consistenza, in termini
di popolazione, delle Regioni meno sviluppate costituisce, quindi, la cartina di
tornasole per l’allocazione delle risorse della politica di coesione.
Fig. 1 – Totale fondi ESI3 2014-2020 – Dotazione complessiva per Stato Membro (grafico
superiore, valori assoluti in miliardi di euro), ripartizione tra contributo UE e nazionale per Stato
Membro (grafico superiore, valori percentuali) e valori pro capite (grafico inferiore, valori in euro).
Mld €
100
90
80
70
60
4.000
211
349
2.385
1.323
811
537
2.373
3.151
3.044
3.008
2.757
2.500
2.301
1.835
2.000
1.629
1.242
1.500
3.500
819
689
549
1.213
1.147
1.000
3.000
421
500
1.325
€
3.478
0
1.539
10
3.405
20
3.000
30
3.700
40
82,1
58,0
70,2
58,4
62,5
84,6
78,9
75,4
84,4
60,2
81,6
76,4
84,7
74,3
84,2
46,2
84,3
44,6
45,7
81,6
54,8
44,9
74,3
79,1
48,2
63,4
78,1
80,9
30,7
50
PLPL
ITIT
ESES
FR
FR
DE
DE
RO
RO
PT
PT
CZ
CZ
HU
HU
UK
UK
GR
GR
SK
SK
HR
HR
*TC
*TC
BG
BG
AT
AT
LTLT
FIFI
SESE
LV
LV
IEIE
BE
BE
EE
EE
SI SI
NL
NL
DK
DK
CY
CY
MT
MT
LU
LU
%
Contributo nazionale
104,8
17,9
42,0
73,7
29,8
53,3
41,6
45,8
37,5
44,6
15,4 36,5
32,7
21,1
32,1
24,6
15,6 29,6
39,8
27,3
18,4 25,0
20,0
23,6
15,3 12,7
25,7
12,3
15,8 11,8
53,8
10,6
15,7 9,9
55,4
8,4
8,0
54,3
18,4 6,9
6,1
45,2
6,0
55,1
6,0
25,7
4,9
20,9
3,6
51,8
2,0
36,6
1,1
21,9
1,0
19,1
0,4
69,3
Contributo EU
4.571
4.500
5.000
Valori pro capite
*TC, Cooperazione territoriale. Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
Sono inclusi il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), il Fondo Sociale Europeo (FSE), il
Fondo di coesione (FC), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e sul Fondo
europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), la dotazione per l’Iniziativa per l’Occupazione
Giovanile (IOG). I dati includono tutte le categorie di regioni.
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4
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fig. 2 – Regioni meno sviluppate ex art. 90 comma 2 del Regolamento Generale 1303/2013.
Fonte: DG Regio.
Focalizzando l’attenzione proprio sulle regioni meno sviluppate, come definite
dall’art. 90 comma 2 del Regolamento Generale 1303/20134, che ammontano a
livello europeo a 72 aree per una popolazione complessiva di 124,4 milioni di
abitanti, le risorse UE complessivamente destinate ai fini della politica di coesione
sommano a 179,7 miliardi di euro, dei quali, 129,8 miliardi provenienti dal FESR e
49,9 miliardi dal FSE. A questi si aggiunge un contributo nazionale dei 17 Paesi pari a
48,2 miliardi di euro.
All’Italia sono destinate5 risorse consistenti in funzione delle proprie realtà
territoriali più depresse: cosicché, tenendo conto del cofinanziamento nazionale, per
Puglia, Campania, Sicilia, Basilicata e Calabria, le risorse FESR ammontano a 24,3
miliardi di euro (cofinanziamento medio pari al 32%), mentre 9,3 miliardi sono
investiti attraverso il FSE (cofinanziamento medio del 38%). Ancora una volta è la
Le risorse per l'obiettivo Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione sono ripartite fra le seguenti
tre categorie di regioni di livello NUTS 2:
a) regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75 % della media del PIL dell'UE-27;
b) regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75 % e il 90 % della media del PIL
dell'UE-27;
c) regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90 % della media del PIL dell'UE-27.
5 La metodologia di assegnazione delle risorse UE alle diverse regioni, in base alla categoria di
appartenenza, è stabilita dall’Allegato VII al Reg. 1303/2013. Per approfondimenti si vedano le nostre
precedenti note: 8/2015, 18/2015, 7/2016.
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5
Nota tecnica n. 23 - 2016
Polonia a detenere il primato assoluto con una dotazione complessiva di oltre 58,3
miliardi (44,2 per FESR e 14,1 per FSE), con un tasso medio di cofinanziamento
nazionale, equivalente per entrambi i fondi e pari al 15%. Tassi di cofinanziamento
analoghi per FESR e FSE si rilevano anche in Grecia (20%), Croazia (15%), Bulgaria
(15%), Lituania (15%) e Lettonia (15%).
Fig. 3 – Regioni meno sviluppate – Dotazione complessiva 2014-2020 (quota UE +
cofinanziamento nazionale) del FESR e del FSE (asse sx grafico superiore, valori assoluti in
miliardi di euro), incidenza del cofinanziamento nazionale per FESR e FSE (asse dx grafico
superiore, valori percentuali), valori pro capite relativi alla dotazione complessiva FESR e FSE
(grafico inferiore, valori in euro).
Totale FSE
Tasso cofinanziamento nazionale FESR
Tasso di cofinanziamento nazionale FSE
14,1
50
45
Miliardi
50
40
35
40
30
9,3
30
8,4
20
3,8
5,3
25
2,5
10
15
2,7
1,8
1,8
1,6
1,3
10
1,3
0,8
0,7
0,7
44,2 24,3 12,6 16,7 12,5 12,1 9,7 5,9
5,1 4,2 4,1 4,1 2,4 2,8 2,6 1,8 0,5
1,1
€
20
5,3
0
PL
PL
IT
IT
PT CZ RO HU SK GR HR BG FR LT UK LV EE ES SI
PT CZ RO HU SK GR HR BG FR LT UK LV EE ES SI
3.500
Valori pro capite
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. EUROSTAT. Elaborazioni IPRES (2016).
1.467,9
2.356,5
2.503,8
1.800,6
1.472,1
1.864,1
1.625,4
2.006,3
2.650,5
3.060,1
3.000
2.545,2
2.208,8
2.500
1.908,1
2.000
1.783,4
1.500
2.525,5
1.010,2
1.000
828,5
500
5
-
Tasso
60
Totale FESR
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Nota tecnica n. 23 - 2016
Di contro, la Francia (con una dotazione complessiva di 5,7 miliardi di euro) fa
registrare la differenza maggiore tra i tassi di cofinanziamento scelti per i due fondi in
oggetto nelle sue regioni meno sviluppate: a fronte di un contributo nazionale al
FESR del 47%, corrisponde una quota nazionale del 20% per il FSE.
Proseguendo l’analisi per le sole regioni meno sviluppate, è interessante verificare la
distribuzione delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo
Sociale Europeo per ciascuno degli Obiettivi Tematici (OT) individuati dall’art. 9 del
Reg. 1303/2013, nelle strategie formulate per le regioni meno sviluppate all’interno
del rispettivo Stato membro.
Con riferimento al FESR, la distribuzione percentuale delle risorse per singolo OT
risulta molto eterogenea tra i Paesi in questione. Se, infatti, l’Estonia (nelle sue aree
più deboli) investe circa il 42% delle proprie risorse sul rafforzamento della ricerca, lo
sviluppo tecnologico e l’innovazione (OT 1), nelle cinque regioni italiane la relativa
quota è pari al 14,2% del totale FESR e in Romania al 7,4% (incidenza più bassa tra
quelle osservate). Il dato medio relativo a tutte le regioni meno sviluppate dell’UE
(Less Developed Regions - LDR UE) è pari al 18,7%.
Circa gli investimenti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (OT 2)
si registra una minore variabilità, fatta eccezione per la Bulgaria, che non assegna
risorse su questo OT; di contro l’Estonia fa rilevare la quota più elevata (11,1%). Il
dato medio è pari al 7,1%.
Tab. 1 - Obiettivi tematici per i fondi SIE ai sensi dell’Articolo 9 del Reg. UE 1303/2013.
Obiettivo
tematico
OT 1
OT 2
OT 3
Definizione
Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione
Migliorare l'accesso alle TIC, nonché l'impiego e la qualità delle medesime
Promuovere la competitività delle PMI
Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i
OT 4
settori
Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei
OT 5
rischi
OT 6
Preservare e tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse
Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali
OT 7
infrastrutture di rete
Promuovere un'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei
OT 8
lavoratori
OT 9
Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione
Investire nell'istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le
OT 10
competenze e l'apprendimento permanente
Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e
OT 11
un'amministrazione pubblica efficiente
Fonte: DG Regio. Elaborazioni IPRES (2016).
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Nota tecnica n. 23 - 2016
E’ il Portogallo a puntare una quota maggiore sulla competitività delle PMI (OT 3)
nelle sue regioni meno sviluppate (45,2% delle risorse FESR), rispetto all’Italia che
assegna circa il 15% del totale o alla Romania che investe poco meno del 7%. In
media, a livello continentale si registra una quota del 16,7%.
Il comparto degli investimenti a sostegno di una riduzione nelle emissioni di
carbonio (OT 4) vede un’ampia forbice: si va dall’1,1% della Slovenia, al 28,3% della
Romania, passando per il 14,5% rilevato per le cinque regioni meno sviluppate
dell’Italia (in linea con la media delle LDR UE pari al 15,3%).
Gli OOTT 5 e 11, relativi rispettivamente a misure per la prevenzione di rischi
legati al cambiamento climatico e al rafforzamento della capacità istituzionale per una
più efficiente Pubblica amministrazione sono gli ambiti d’intervento cui sono
destinate le minori risorse in termini percentuali: in media l’1,8% per l’OT 5 e il 2,6%
all’OT 11; tuttavia, le scelte strategiche all’interno di ciascun Paese evidenziano
notevoli differenze: con riferimento alla prevenzione e adattamento al cambiamento
climatico, infatti, la Lettonia investe il 18% del FESR a fronte dell’Italia che vi destina
il 4,5%.
Nell’OT 6 dedicato all’ambiente ed all’uso efficiente delle risorse è la Francia (nelle
proprie aree più depresse) a destinare la maggior quota di risorse: il 21%.
Rispetto ad una media delle regioni meno sviluppate dell’UE cui è destinato l’8,4%
delle risorse FESR, le regioni italiane meno sviluppate si posizionano
abbondantemente oltre, investendo il 14,8%, a fronte di quelle della Gran Bretagna,
ove appena lo 0,7% è destinato a tale obiettivo tematico.
Anche i trasporti e le infrastrutture (OT 7) assorbono quote importanti per tutti i
17 Paesi qui in oggetto: l’incidenza rilevata nelle regioni meno sviluppate dell’Unione
è pari al 16,1%; la Romania assegna i valori più alti (27,2%), ma anche Estonia e
Polonia vi attribuiscono circa un quarto delle proprie dotazioni (nazionali e
comunitarie).
In merito all’OT 8 (lato FESR), concernente l’occupazione sostenibile, l’Ungheria è
il paese che destina la maggior quota (12,7%), a fronte di una media UE del 2%.
Le infrastrutture a sostegno dell’inclusione sociale (OT 9) fanno registrare una
media nelle regioni UE meno sviluppate pari al 7% ed una bassa variabilità tra i
diversi Paesi.
Per altro verso, sono i paesi baltici ad investire livelli maggiori in strutture per la
formazione e l’istruzione (OT 10) con quote relative comprese tra il 10% e l’11%;
l’Italia con una incidenza del 5,1% supera la media delle regioni europee, che
segnano, nel complesso, un peso del 3,9%.
8
Nota tecnica n. 23 - 2016
Tab. 2 – Regioni meno sviluppate – Incidenza percentuale degli OT sulla dotazione complessiva
nazionale FESR 2014-2020 per tale categoria di regioni in ciascuno Stato Membro (quota UE +
cofinanziamento nazionale; valori percentuali).
Obiettivi Tematici
MS
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
AT
BG
13,9
-
16,3
27,7
-
18,3
7,9
-
6,6
4,8
-
4,5
Totale
FESR
100,0
HR
15,4
7,1
22,4
12,3
5,7
7,8
9,3
-
8,2
6,3
-
5,5
100,0
CZ
22,7
10,6
7,9
16,3
1,2
5,5
18,6
-
7,0
5,8
0,3
4,1
100,0
EE
41,9
3,8
13,9
2,2
-
-
-
7,5
13,6
9,9
4,0
3,1
100,0
FR
8,3
10,8
17,6
13,4
0,7
21,0
15,2
1,3
5,3
3,8
-
2,7
100,0
GR
12,5
10,1
17,0
21,3
2,5
10,2
18,0
-
2,0
2,3
-
4,0
100,0
HU
19,4
6,3
19,1
14,5
-
9,7
6,2
12,7
8,0
4,1
-
-
100,0
IT
14,2
7,1
14,9
14,5
4,5
14,8
14,2
-
6,7
5,1
0,9
3,2
100,0
LV
19,5
7,2
12,3
11,9
18,0
-
9,8
-
8,1
11,6
-
1,6
100,0
LT
19,4
7,0
15,2
14,8
0,1
5,4
11,2
12,0
9,0
6,0
-
-
100,0
PL
20,1
7,6
16,5
13,6
0,9
6,9
23,6
0,6
7,5
1,8
-
1,0
100,0
PT
23,5
2,6
45,2
6,6
0,3
6,7
1,9
1,3
4,0
3,8
-
3,9
100,0
RO
7,4
4,4
6,9
28,3
-
8,4
27,2
1,0
7,3
3,0
2,5
3,6
100,0
SK
27,8
9,7
5,8
17,8
3,2
1,1
14,1
2,4
9,8
2,9
-
5,4
100,0
SL
28,1
4,4
42,6
1,1
3,3
9,1
4,4
-
4,4
1,1
-
1,6
100,0
ES
13,9
11,1
11,2
8,0
-
16,0
26,2
-
5,0
8,1
-
0,5
100,0
0,7
-
-
2,3
100,0
7,0
3,9
0,4
2,6
100,0
UK
25,0 4,5 21,6 24,2 0,6
0,7
9,8 10,6
LDR
18,7 7,1 16,7 15,3 1,8
8,4 16,1 2,0
UE
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
9
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fig. 4 – Regioni Meno Sviluppate – Incidenza percentuale degli OT sulla dotazione complessiva
nazionale FESR 2014-2020 per totale di categoria di regioni in ciascuno Stato Membro (quota
UE + cofinanziamento nazionale; valori percentuali)6.
Ai fini della presente analisi il grafico dell’OT 8 non è stato costruito in quanto l’Italia ha scelto di
finanziare gli interventi in tema di occupazione (OT 8) solo attraverso il Fondo Sociale Europeo, a
differenza di quanto accade in altri Stati membri come, ad esempio Ungheria, Gran Bretagna, Francia.
6
10
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
Per quanto attiene il FSE, la quota di risorse (UE + cofinanziamento nazionale)
destinate in media a tutte le regioni meno sviluppate dell’Unione, in materia di
occupazione e mobilità dei lavoratori (OT 8) è pari a circa il 35%.
In particolare, si passa dalla Spagna, dove nell’unica regione meno sviluppata del
Paese, l’OT 8 copre circa la metà della dotazione FSE, alla Gran Bretagna, che vi
alloca un quinto del fondo; le cinque regioni italiane destinano al tema
dell’occupazione il 37,4% delle risorse derivanti dal FSE.
Una minore variabilità caratterizza le scelte distributive delle regioni meno
sviluppate in tema di inclusione sociale (OT9): si passa, infatti dal 16,4% delle regioni
greche al 35,3% della Lettonia, con una media europea che si attesta sul 21,7%.
Le regioni meno sviluppate italiane destinano nel complesso il 19,5% delle risorse
FSE a combattere la povertà e le discriminazioni.
Maggiori fluttuazioni si osservano per le quote che riguardano la formazione e
l’istruzione (OT10): se a livello europeo, nelle regioni meno sviluppate, circa un terzo
delle risorse complessive del FSE è assegnato a tale obiettivo tematico, con un’analisi
di maggior dettaglio si distingue la Gran Bretagna, che ne destina più della metà,
mentre l’Italia alloca il 32,3% e la Bulgaria meno di un quinto del proprio FSE.
11
Nota tecnica n. 23 - 2016
Tab. 3 - Regioni meno sviluppate – Incidenza percentuale degli OT sulla dotazione complessiva
nazionale FSE 2014-2020 per totale di categoria di regioni in ciascuno Stato Membro (quota UE
+ cofinanziamento nazionale; valori percentuali).
Obiettivi Tematici
VIII
IX
X
XI
BG
28,9
26,4
19,3
16,5
CZ
39,9
24,0
29,7
3,9
EE
38,9
22,8
33,2
5,1
ES
48,1
25,8
24,6
FR
44,0
21,5
28,9
1,6
GR
43,8
16,4
27,6
8,2
HR
30,8
21,6
29,7
12,6
HU
37,4
23,0
26,2
13,4
IT
37,4
19,5
32,3
7,6
LT
24,4
19,5
40,4
13,3
LV
21,2
35,3
37,4
2,8
PL
38,4
21,1
30,0
1,2
PT
21,6
21,3
52,1
3,3
RO
34,1
23,8
26,6
9,3
SI
38,8
21,2
30,9
6,6
SK
42,9
19,4
21,3
12,3
UK
21,0
25,6
51,1
LDR UE
34,9
21,7
32,6
6,2
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
MS
AT
8,8
2,5
1,5
4,0
4,0
5,3
3,2
2,3
3,4
9,3
1,8
6,3
2,4
4,1
2,3
4,6
Totale FSE
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Fig. 5 - Regioni meno sviluppate – Incidenza percentuale degli OT sulla dotazione complessiva
nazionale FSE 2014-2020 per tale categoria di regioni in ciascuno Stato Membro (quota UE +
cofinanziamento nazionale; valori percentuali).
12
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
3. Analisi a livello delle regioni meno sviluppate italiane
L’analisi delle regioni italiane meno sviluppate circa la composizione del contributo
comunitario e di quello nazionale consente qualche interessante considerazione. Se
per i Programmi Operativi Nazionali FESR, infatti, la consistenza del contributo UE
è più che tripla rispetto a quella nazionale, per i Programmi Operativi Regionali il
rapporto è di 2 a 1. Il gap si riduce ulteriormente se si osserva il FSE: nei PON si
assegnano alle regioni più svantaggiate 3,4 miliardi di euro mediante risorse
comunitarie e 2,1 miliardi di cofinanziamento nazionale. Nei POR, anche per il FSE,
la dotazione comunitaria sovrasta quella nazionale di oltre il 70%.
Miliardi
Fig. 6 – Contributo UE e contributo nazionale nelle Regioni italiane meno sviluppate per tipologia
di programma e fondo 2014-2020 (valori assoluti in miliardi di euro).
18
16
5,9
14
12
10
8
6
1,9
11,2
2,1
4
2
-
1,4
5,3
3,4
PON
POR
PON
FESR
Contributo UE
2,4
POR
FSE
Contributo nazionale
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
13
Nota tecnica n. 23 - 2016
Proseguendo la lettura dei dati concernenti la dotazione finanziaria destinata alle
regioni italiane meno sviluppate nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali per
tipologia di fondo, emerge come il PON Competitività assegni la maggiore quota di
risorse alle regioni depresse (2,3 miliardi di euro ovvero, il 93,7% del totale delle
risorse spettanti a tale programma); segue il PON Istruzione, con 2,1 miliardi (circa il
17% della complessiva dotazione dei PON delle regioni meno sviluppate), che
destina circa il 70% delle sue risorse alle regioni meno sviluppate.
Sebbene equivalenti in termini di dotazione complessiva del programma, pari a 1,8
miliardi di euro, il PON Occupazione e quello Infrastrutture e Reti, differiscono sia con
riferimento alla fonte del finanziamento comunitario, costituita rispettivamente dal
FSE per il primo e dal FESR per il secondo, sia con rispetto alla quota di risorse
complessive destinata alle cinque regioni meno sviluppate, pari all’85% per il PON
Occupazione e al 100% per il PON Infrastrutture.
Sono 400 i milioni previsti dal PON Occupazione giovanile nelle cinque regioni qui in
oggetto, importo che pesa per il 3% sul totale di tutte le risorse PON destinate alle
regioni depresse del Paese; per altro verso la dotazione copre solo un quarto della
dotazione complessiva del programma.
Tab. 4 – Programmi Operativi nazionali 2014-2020.
PON
Governance e Capacità Istituzionale
Città metropolitane
Cultura e sviluppo
Ricerca e innovazione
Sistemi politiche attive per l'occupazione
Inclusione
Per la Scuola
Imprese e competitività
Iniziativa PMI
Infrastrutture e reti
Iniziativa Occupazione giovani
Legalità
Fondo
N° decisione CE
FSE/FESR
C(2015)1343 - 23/02/2015
FSE/FESR
C(2015)4998 - 14/07/2015
FESR
C(2015)925 - 12/02/2015
FSE/FESR
C(2015)4972 - 14/07/2015
FSE
C(2014)10100 - 17/12/2014
FSE
C(2014)10130 - 17/12/2014
FSE/FESR
C(2014)9952 - 17/12/2014
FESR
C(2015)4444 - 23/06/2015
FESR
Approvato - 12/2015
FESR
C(2015)5451 - 29/07/2015
FSE
C(2014)4969 - 11/07/2014
FSE/FESR
C(2015) - 21/10/2015
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
Numero CCI
2014IT05M2OP002
2014IT16M2OP004
2014IT16RFOP001
2014IT16M2OP005
2014IT05SFOP002
2014IT05SFOP001
2014IT05M2OP001
2014IT16RFOP003
2015IT16RFSM001
2014IT16RFOP002
2014IT05M9OP001
2014IT16M2OP003
14
Nota tecnica n. 23 - 2016
Miliardi
Fig. 7 – Dotazione destinata alle regioni meno sviluppate italiane nel periodo 2014-2020 per
tipologia di fondo e PON (valori assoluti in miliardi di euro e incidenze percentuali della dotazione
di ciascun PON per le regioni meno sviluppate sulla rispettiva totale dotazione del PON).
2,5 93,7%
69,9%
2,0
85,0% 100%
1,5
1,0
0,5
2,3
1,5
88,1%
1,8
0,6
1,8
0,2 67,1%
0,9
0,8
0,0
Totale FESR (UE+cofinanziamento)
82,1%
63,4%
100 % 25,5% 100%
0,4
0,1
0,3
0,4
0,5
0,4
0,1
0,3
95,1%
0,1
Totale FSE (UE+cofinanziamento)
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
Nel confronto con le altre regioni italiane meno sviluppate, la Puglia ottiene la
maggior quota di risorse (FESR e FSE), poiché fruisce – insieme alla Basilicata – di
un cofinanziamento nazionale alle risorse comunitarie del 50%.
Si precisa che la Puglia ha scelto di redigere per il ciclo di programmazione 20142020 un programma plurifondo, a sostegno del quale la dotazione FESR ammonta, nel
complesso, a 5,576 miliardi di euro, mentre la dotazione FSE risulta pari a 1,544
miliardi di euro.
La seconda regione per ammontare di risorse derivanti dalla politica di coesione è la
Sicilia, che beneficia di un cofinanziamento nazionale del 25% e di un ammontare
complessivo (FESR+FSE) pari 5,377 miliardi. Anche la Campania gode di un
cofinanziamento nazionale del 25%, che consente alla regione di raggiungere una
dotazione di 4,112 miliardi di euro a valere sul FESR e 836 milioni a valere sul FSE.
Se la Puglia segna il finanziamento totale pubblico maggiore, pari nel complesso a
7,120 miliardi di euro, in termini pro capite è la Basilicata a detenere il primato, con
un’allocazione per ciascun lucano residente pari a 1.432 euro di fonte FESR e 502
15
Nota tecnica n. 23 - 2016
euro di fonte FSE. La Puglia segue con 1.363 euro e 377,7 euro per abitante,
rispettivamente dal FESR e dal FSE.
Milioni
Fig. 8 - Contributo UE e contributo nazionale nelle Regioni meno sviluppate italiane nel periodo
2014-2020 per programma e fondo (grafico superiore, valori assoluti in milioni di euro) e valori pro
capite (grafico inferiore, valori in euro).
6.000
Contributo UE
Contributo nazionale
5.000
4.000
2.788,1
1.139,5
1.028,4
3.000
2.000
1.000
-
0
510,0
3.418,4
205,0 1.529,9
615,1
413,0
413,0
3.085,2
2.788,1
209,3
627,9
84,8
254,3
144,8
144,8
FESRBasilicata
FSE FESR
FSE
POR
POR Sicilia
FESR
FSE
POR Calabria
FESRCampania
FSE FESR
FSE
POR
POR Puglia
POR
POR Sicilia
FESRBasilicata
FSE FESR
FSE
POR Calabria
FESR
FSE
POR
POR Puglia
FESRCampania
FSE FESR
FSE
200
161,1
772,4
142,8
171,6
400
377,7
502,3
600
701,8
800
895,1
1.000
1.032,0
1.200
1.400
1.600
772,4
1.432,5
1.363,3
Dotazione pro capite
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. EUROSTAT. laborazioni IPRES (2016).
Interessanti spunti di riflessione provengono dalla lettura dei dati per singolo
obiettivo tematico. In particolare, l’OT 6 costituisce il più importante, in termini di
risorse allocate complessivamente da tutte le regioni italiane depresse: le risorse totali
(comunitarie e nazionali) destinate alla tutela dell’ambiente ammontano, infatti, a 3,2
16
Nota tecnica n. 23 - 2016
miliardi di euro; in termini relativi, la Campania è la regione che vi investe
maggiormente, destinando il 26,4% delle proprie risorse a tale obiettivo, mentre la
Puglia alloca un quinto della propria dotazione FESR e la Sicilia un decimo.
Quest’ultima, per altro verso, concentra un quarto del proprio FESR su interventi a
sostegno della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio (OT 4)
(2,8 miliardi di euro), mentre poco meno dell’8% sono le risorse FESR assegnate
all’OT 4 dalla Puglia.
Rispetto alle altre quattro regioni meno sviluppate, la Puglia destina un quinto del
FESR a favore della competitività nelle PMI (OT3); di contro è pari al 44,5% del
totale delle risorse FESR attribuite nel complesso delle regioni meno sviluppate
italiane il contributo a tale obiettivo tematico (pari a 2,5 miliardi di euro).
Maggiore omogeneità tra le strategie regionali si osserva in tema di rafforzamento
della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione: sono poco meno di 2
miliardi le risorse complessive, con scelte allocative regionali che si aggirano tra il
10% e il 12% dei rispettivi Programmi FESR.
Per le infrastrutture e le reti di trasporto (OT 7) l’ammontare dei finanziamenti è di
1,7 miliardi di euro: gli investimenti maggiori si riscontrano in Sicilia (15% del totale
FESR regionale) e in Calabria (11%); la Puglia investe nelle reti di trasporto l’8,5%
del proprio FESR.
Con riferimento alle dotazioni infrastrutturali a favore dell’inclusione sociale (OT
9) è di nuovo la Puglia ad investire la maggiore quota di risorse (il 13,4% del proprio
FESR), in termini relativi. Per altro verso, la regione fa osservare l’incidenza più bassa
in merito alle risorse destinate al miglioramento dell’accesso alle tecnologie
informatiche e della comunicazione (OT 2, 4,9%).
Sulla gestione dei rischi e l’adattamento al cambiamento climatico (OT 5), a fronte
della Basilicata, che ha scelto di non investire su tale obiettivo tematico, la Campania
alloca il 9% del proprio Programma FESR.
Infine, l’edilizia scolastica, nell’ambito dell’OT10, copre la quota minore di
investimenti finanziati dai POR FESR nelle regioni italiane meno sviluppate; le
cinque regioni, nel complesso, vi destinano 600 milioni di euro, con la Calabria che
(relativamente) fa da capofila, data l’incidenza pari a circa il 7% della dotazione FESR
del proprio programma.
17
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fig. 9 – Incidenza percentuale della dotazione FESR 2014-2020 (UE + cofinanziamento
nazionale) di ciascun OT per programma (valori percentuali) e dotazione complessiva dell’OT nelle
regioni meno sviluppate (valori assoluti in miliardi di euro)7.
24,76
Mld €
4,6
9,0
6,0
6,48
11,9
8,3
8,5
4,9
7,52
OT 9
OT 2
OT 5
OT 10
1,7
1,4
1,2
1,1
0,6
0,0
4,0
7,2
3,6
2,7
3,63
7,4
7,3
6,8
4,74
OT 7
5
0
13,4
15,00
11,0
8,3
11,6
10,3
12,5
12,1
10,03
8,1
5,4
7,8
14,65
16,7
20,0
23,0
16,2
15,6
10
9,2
9,7
15
10,90
15,9
20
20,2
25
20,9
26,4
%
30
OT 6
3,2
OT 4
2,8
POR Basilicata
OT 3
OT 1
2,5
1,9
POR Calabria
POR Campania
POR Puglia
POR Sicilia
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
In merito al FSE, l’obiettivo tematico che totalizza il maggior ammontare di risorse
è quello dell’occupazione (OT 8), verso cui le cinque regioni italiane meno sviluppate
destinano 1,5 miliardi di euro. In particolare, la Calabria vi impegna quasi il 50% delle
proprie risorse comunitarie e nazionali, mentre la Puglia è la regione che investe – in
termini relativi – di meno (35,1% del proprio FSE).
Di contro, la Puglia è quella che concentra la maggiore quota FSE (39%) in materia
di istruzione (OT10), a fronte di Calabria e Basilicata che vi destinano un quarto delle
proprie rispettive dotazioni FSE; complessivamente, sono 1,3 miliardi di euro le
risorse nazionali e comunitarie destinate al sistema dell’istruzione e della formazione
da parte delle regioni in oggetto.
Le risorse FSE concernenti l’inclusione sociale e la lotta alla povertà (OT 9) (circa
800 milioni di euro) vedono ben allineate le regioni meno sviluppate d’Italia, che
scelgono di investirvi una quota compresa tra il 20% e il 25% delle proprie dotazioni
FSE.
L’OT 11 relativo al rafforzamento della capacità istituzionale vede una consistenza
complessiva di circa 100 milioni di euro, con pesi relativi per tutte le regioni in quota
fluttuante intorno al 4% dei rispettivi programmi FSE.
7
E’ esclusa la quota relativa all’Assistenza Tecnica.
18
Nota tecnica n. 23 - 2016
30
25
25,3
20,0
22,0
22,0
20,5
25,0
25,4
35
31,4
30,5
35,1
40
39,0
41,1
45
40,6
%
50
42,0
49,8
Fig. 10 - Incidenza percentuale della dotazione FSE 2014-2020 (UE + cofinanziamento
nazionale) di ciascun OT per programma (valori percentuali) e dotazione complessiva dell’OT nelle
regioni meno sviluppate (valori assoluti in miliardi di euro)8.
20
15
4,7
4,8
3,0
3,9
4,0
10
5
0
Mld €
OT 8
1,5
POR Basilicata
OT 10
OT 9
OT 11
1,3
0,8
0,1
POR Calabria
POR Campania
POR Puglia
POR Sicilia
Fonte: DG Regio, Cohesion Data. Elaborazioni IPRES (2016).
Conclusioni
Come emerso dall’analisi, l’Italia è il secondo Paese dell’UE per dotazione
complessiva destinata agli investimenti strutturali nel settennio 2014-2020: la somma
tra quota comunitaria e cofinanziamento nazionale ammonta, infatti, a 73,7 miliardi
di euro, inferiore solo alla dotazione della Polonia (104,8 miliardi di euro) e superiore
a quella spagnola (53,3 miliardi di euro). La classifica è sensibilmente differente se si
osservano le dotazioni pro capite: sono, infatti, gli estoni a fruire della maggiore
quota di risorse, con 4.571 euro per abitante, seguiti dai residenti in Repubblica Ceca,
Ungheria, Slovacchia, Croazia, Lituania e Lettonia, che presentano valori pro capite
superiori a 3.000 euro/abitante. Gli italiani beneficiano, in media, di 1.213 euro pro
capite durante l’intero ciclo di programmazione.
Il cofinanziamento nazionale risulta eterogeneo, oscillando tra il 15,3% della
Croazia e il 69,3% del Lussemburgo. Italia, Francia, Irlanda ed Olanda sono i Paesi
che fanno registrare il maggiore equilibrio tra l’apporto comunitario e quello
nazionale, con quote che oscillano tra il 45% e 58% del totale.
8
E’ esclusa la quota relativa all’Assistenza Tecnica.
19
Nota tecnica n. 23 - 2016
Focalizzando l’attenzione sulle regioni meno sviluppate, le risorse UE
complessivamente destinate ai fini della politica di coesione sommano a 179,7
miliardi di euro, dei quali, 129,8 miliardi provenienti dal FESR e 49,9 miliardi dal
FSE. A questi si aggiunge un contributo nazionale dei 17 Paesi con regioni meno
sviluppate pari a 48,2 miliardi di euro. Le risorse destinate alle regioni italiane
“depresse” ammontano, per il FESR, a 24,3 miliardi di euro (cofinanziamento medio
pari al 32%), mentre 9,3 miliardi sono investiti attraverso il FSE (cofinanziamento
medio del 38%). Ancora una volta è la Polonia a detenere il primato assoluto con una
dotazione complessiva di oltre 58,3 miliardi (44,2 per FESR e 14,1 per FSE).
Con riferimento alle strategie di allocazione, la maggiore concentrazione si
riscontra nelle regioni meno sviluppate del Portogallo, della Slovenia e della Gran
Bretagna, dove ai primi quattro Obiettivi Tematici è destinato oltre il 75% della
dotazione FESR. Al contrario, le regioni meno sviluppate di Romani e Spagna, sono
quelle che presentano la minore concentrazione, riservando ai primi quattro Obiettivi
Tematici quote inferiori al 50%.
Con specifico riferimento al contesto delle regioni meno sviluppate italiane, la
Puglia ottiene la maggior quota di risorse (FESR e FSE), poiché fruisce – insieme alla
Basilicata – di un cofinanziamento nazionale alle risorse comunitarie del 50%: il
programma plurifondo della Puglia ha una dotazione FESR pari a 5,576 miliardi di
euro, mentre la dotazione FSE risulta pari a 1,544 miliardi di euro.
In materia di scelte allocative, la Puglia si distingue, in ambito FESR, soprattutto
con riferimento all’Obiettivo Tematico 3, nel quale la Regione investe il 20,0% della
dotazione del programma a fronte del 12,5% che si riscontra in media nelle altre
regioni. Superiori alla media sono anche le risorse destinate all’OT 9 (13,4% a fronte
dell’8,5%). Al contrario, inferiore alla media delle regioni meno sviluppate italiane,
sono le risorse FESR investite sull’OT 2 (4,9% a fronte del 7,2%) e OT 4 (7,8% a
fronte del 16,4%), in considerazione della buona situazione di partenza della regione.
In ambito FSE, le scelte allocative tra le regioni presentano, invece una maggiore
omogeneità.
20
Nota tecnica n. 23 - 2016
Fonti e sitografia
https://cohesiondata.ec.europa.eu/
http://ec.europa.eu/regional_policy/
http://ec.europa.eu/eurostat
Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013.
A cura di
Nunzio MASTROROCCO ([email protected])
Elisa CALÒ ([email protected])
Maggio 2016
_____________________________________________
IPRES Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali
70122 Bari Piazza Garibaldi, 13
T +39 080 5228411 F +39 080 5228432 [email protected][email protected] – www.ipres.it