L`ultima parola - Cinema Verdi

Transcript

L`ultima parola - Cinema Verdi
8° film rassegna
Cineforum
L’ultima parola
La vera storia di Dalton Trumbo
Note tecniche
Titolo originale: Trumbo
Regia: Jay Roach
Sceneggiatura: John McNamara
Scenografie: Mark Ricker
Montaggio: Alan Baumgarten
Musiche: Theodore Shapiro
Fotografia: Jim Denault
Paese: USA 2015
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 124 minuti
Interpreti e personaggi
Bryan Cranston: Dalton Trumbo
Diane Lane: Cleo Fincher Trumbo
Helen Mirren: Hedda Hopper
Louis C.K.: Arlen Hird
Elle Fanning: Nikola 'Niki' Trumbo
L’ultima parola
La nostra recensione
Il film appartiene a pieno titolo al genere
biopic. Un genere cinematografico che si
distingue dal classico biografico, in quanto
si concentra verso un preciso periodo della
vita di un personaggio. In particolare quando questo viene duramente colpito dalla
sorte, ma dove alla fine, dopo lotte pagate
a duro prezzo, riesce ad ottenere il pieno
riconoscimento pubblico e privato.
L’ultima parola del regista Jay Roach punta l’attenzione verso la parabola esistenziale e professionale di Dalton Trumbo,
uno degli sceneggiatori più famosi e più
pagati della storia di Hollywood. Lo fa
riaprendo una delle pagine più oscure della storia del cinema, attraverso la messa in
scena di una vicenda tanto vera quanto
incredibilmente amara.
Una storia ambientata nel pieno della
Guerra fredda fra le due superpotenze.
Negli Stati Uniti quel conflitto assunse, dopo la metà degli anni 40, toni spesso isterici attraverso una feroce opera denigratoria contro chiunque venisse anche solo sospettato di essere comunista. A partire dal
1947 questa campagna oppressiva si concentrò sul mondo del cinema e di Hollywood in particolare. Ne fecero le spese
centinaia di attori, registi e sceneggiatori
(fra i quali anche Charlie Chaplin il quale
non potè fare ritorno in USA dal suo viaggio in Europa). Chiunque, in quel mondo,
avesse manifestato posizioni troppo “liberal” inesorabilmente veniva inserito in una
black list. Sottoposti ad enormi pressioni e
ricatti, molti di questi artisti rinnegarono le
loro idee e altri denunciarono i loro colleghi.
In questo contesto di feroce caccia alle
streghe Dalton Trumbo non si fece intimidi-
42º anno sociale
dal 15 al 19 novembre 2016
re. Sebbene perseguitato con il carcere e
con l’emarginazione dal mondo cinematografico, non volle mai scendere a nessun
compromesso, a costo di mettere a repentaglio anche la propria famiglia. Dopo 13
lunghi anni di isolamento riacquistò dignità
e riconoscimento grazie alla determinazione di Kirk Douglas e del regista Otto Preminger, che decisero di inserire quel nome
tanto odiato sulle loro opere di successo:
Spartacus (di Stanley Kubrick) ed Exodus.
Il film narra con maestria e delicatezza le
vicissitudini, soprattutto umane e famigliari, di questo personaggio,scegliendo una
descrizione sentimentale e psicologica,
senza alcuna intenzione di farne un martire o una vittima sacrificale. Infatti, a differenza di altri biopic, riesce a non essere
mai celebrativo od ossequioso. In questo è
aiutato indubbiamente dalla straordinaria
bravura dell’attore Bryan Cranston (il quale
ha sfiorato l’Oscar con questa interpretazione superato solo dall’ottimo Di Caprio
di The Revenant).
Il personaggio è svelato nelle sue luci come pure nelle sue ombre; nel suo carattere
spigoloso, polemico, ironico e a volte scorretto; nella sua geniale passione per la
scrittura, ma anche nel suo narcisismo;
nella forza delle sue idee, ma anche nel
suo essere un padre assente. L’attore
aderisce a tutti questi diversi profili del personaggio attraverso una interpretazione
eclettica, ma misurata. Non attira mai trop-
Cineforum G. Verdi
www.cineverdi.it
po su di sé la luce. Sa usare tutta la sua
incredibile capacità recitativa al servizio
del film. Non ha bisogno, anche nei momenti più drammatici, di deragliare in gesti
teatrali o di digrignare i denti. Anzi, lui trattiene, sottrae. A lui basta qualche lieve variazione dei muscoli facciali per esprimere,
con una naturalità sbalorditiva, i diversi
stati d’animo.
Altro personaggio che arricchisce il registro “ironico” del film è (non poteva non
esserlo per chi se lo ricorda ne Il grande
Lebowski) l’imponente e straordinario John
Goodman. Unico qui fra i produttori a fregarsene delle black list e che rischia di sfasciare il proprio ufficio pur di togliersi dai
piedi un fanatico anticomunista venuto a
minacciarlo.
Le figure femminili sono delineate impeccabilmente dalle magistrali interpretazioni
di Helen Mirren, nei panni della rigida ed
ossessionata giornalista Hedda Hopper e
della dolce e toccante Diane Lane, moglie
solidale di Trumbo. A queste si deve aggiungere la figlia trascurata, ma nello stesso tempo innamorata del padre. Figlia che
nella realtà ha collaborato in prima persona alla sceneggiatura del film e alla quale
si devono molti particolari “umani” sulla vita dello scrittore.
Merito del regista è quello di essere riuscito a confezionare un pellicola che ha una
sua attualità quando descrive la follia prodotta dal fanatico integralismo, qualunque
esso sia. Ma soprattutto di aver scelto di
narrare tutto ciò attraverso un tocco leggero, senza mai appesantire la vicenda con
inutili proclami o sproloqui e senza mai cadere nella retorica e nei sentimentalismi.
Filiberto Battistello
[email protected]
8° film rassegna
Cineforum
Il regista
L’ultima parola
L’attore
42º anno sociale
dal 15 al 19 novembre 2016
Curiosità
Il regista Jay Roach ha dichiarato che molte
delle sequenze in cui si vede Trumbo riflettere
o scrivere sono state girate mentre Bryan
Cranston improvvisava o catturate quando
l'attore non sapeva di essere ripreso.
Il film, basato sulla biografia Trumbo di Bruce
Alexander Cook, è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival.
NOME: Jay Roach
LUOGO DI NASCITA: Albuquerque (USA)
DATA DI NASCITA: 14 giugno 1957
NOME: Bryan Cranston
LUOGO DI NASCITA: Los Angeles (USA)
DATA DI NASCITA: 7 marzo 1956
Gli ultimi tre film:
Gli ultimi tre film:
2016 – All the Way
2015 – Candidato a sorpresa
2012 – Game Change
2016 – Perché proprio lui?
2016 – Get a job
2014 – Godzilla
Cenni biografici
Trumbo iniziò la sua carriera nel 1937; già
negli anni quaranta era uno degli sceneggiatori più pagati di Hollywood, grazie ad alcuni film celebri come “Kitty Foyle, ragazza
innamorata” di Sam Wood, per il quale ottenne una nomination al premio Oscar. Dopo la
sua iscrizione nella lista nera del governo si
trasferì in Messico dove scrisse più di 30 sceneggiature sotto diversi pseudonimi. Vinse
due Oscar: per il miglior soggetto di Vacanze
romane (1953) di William Wyler, attribuito al
collega Ian Hunter, e per La più grande
corrida (1956) di Irving Rapper, firmata come
Robert Rich. Solo nel 1960 venne riammesso
nell'ambiente del cinema, senza più bisogno
di firmarsi sotto falso nome.
Per Dalton Trumbo l’attore Bryan Cranston
ha avuto la candidatura come miglior attore
protagonista ai Premi Oscar, ai British Academy Film Awards, agli Screen Actors Guild
Awards, al Golden Globe e ai Critics' Choice
Movie Awards.
Kirk Douglas, attore e produttore del film
Spartacus di Stanley Kubrick è stato un grande sostenitore del film L’ultima parola, ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui si è dichiarato entusiasta del lavoro di Jay Roach.
Colonna sonora
Il compositore americano Theodore Shapiro,
ha costruito una soundtrack d’epoca, costellata da canzoni preesistenti con uno score
vintage, nostalgico e ispirato al sound hollywoodiano di quei decenni gloriosi e tormentati. Ma ha anche inserito un jazz riveduto e
corretto, sarcastico, spigolosamente moderno quando non apertamente sperimentale.
Se al pianoforte compete l’unico “tema” propriamente detto, associato a Trumbo (“A letter from prison”), la presenza degli archi carica di umanità e partecipazione la battaglia di
civiltà del protagonista, mentre gli inserti
degli ottoni e della batteria provvedono a una
ritmica nervosa, tesa, ma a tratti anche ironica e smitizzante.
Il film della prossima settimana
L’uomo che vide l’infinito
Cineforum G. Verdi
www.cineverdi.it
La vostra opinione
Inviate i vostri commenti al 348 – 5603580
VELOCE COME IL VENTO
“Finalmente un film autoriale sul mondo dei
motori, un film dove il lato umano prevale
sullo spettacolo, o quanto meno, lo accompagna. Bravissimo Stefano Accordi, un attore
che non mi era mai piaciuto particolarmente
ma che in questo film ha interpretato il pilota
con una intensita’ sorprendente. ” V.
“Scorre veloce il vento questo film sulle corse
automobilistiche, non manca pero’ di emozionare e di far riflettere grazie a una storia ben
costruita e affascinante.” L.
La classifica
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Suffragette
Room
La pazza gioia
The Danish Girl
Les souvenirs
Race il colore della vittoria
Veloce come il vento
4.34
4.17
4,23
4,16
3,65
4,42
4,07
di Matt Brown
Gran Bretagna 2016, 108 minuti
Breganze film festival
domenica 20 novembre 20.30
Film in lingua originale
lunedì 12 dicembre 20.45
Lo chiamavano Jeeg Robot
The hateful eight
di Gabriele Mainetti
Italia 2016, 118 minuti
di Quentin Tarantino
USA 2016, 187 minuti
ingresso gratuito soci - 3 non soci
ingresso 2 euro soci – 5 non soci