IV Convegno Congiunto delle Sezioni Sicilia e
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IV Convegno Congiunto delle Sezioni Sicilia e
IV Convegno Congiunto Sezione Calabria delle Sezioni Sicilia e Calabria della Società Chimica Italiana Centro Congressi Aula Magna “Beniamino Andreatta” Rende, 6-7 Dicembre 2012 Aula Magna Sezione Sicilia Comitato Scientifico Prof. Giovanni Sindona (Presidente SCI Calabria) Prof. Maurizio Bruno (Presidente SCI Sicilia) Prof. Patrizia Diana Prof. Franz H. Kohnke Prof. Angelo Liguori Prof. Raffaele Molinari Prof. Giuseppe Musumarra Comitato Organizzatore Prof. Stefano Alcaro Dott.ssa Emilia Furia Prof. Antonella Leggio Prof. Angelo Liquori Prof. Raffaele Molinari Dott.ssa Monica Nardi Prof. Emilia Sicilia Prof. Giovanni Sindona Segreteria Organizzativa Dott.ssa Emilia Furia Dott.ssa Monica Nardi Università della Calabria 87036 -Arcavacata di Rende (CS), Italia Tel.: + 39 0984-492831 Tel.: + 39 0984-492850 e-mail: [email protected] 2 VIII Convegno Congiunto delle Sezioni Sicilia e Calabria della Società Chimica Italiana si svolge con il patrocinio di: Università della Calabria Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria Dipartimento di Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio e Ingegneria Chimica, Università della Calabria Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria CNR-ITM, Rende e con il contributo di: 4 Società Chimica Italiana - Sezione Calabria [email protected] PROGRAMMA VIII Convegno Congiunto delle Sezioni Calabria e Sicilia 2012 Centro Congressi Aula Magna “Beniamino Andreatta” ARCAVACATA DI RENDE (CS), 6-7 Dicembre 2012 6 Programma Convegno Congiunto delle Sezioni Calabria e Sicilia 2012 Arcavacata di Rende (CS), 6-7 Dicembre 2012 Società Chimica Italiana - Sezione Calabria [email protected] Giovedì 6 Dicembre 2012 09:00 Registrazione 09:30 Apertura Convegno Prof. Marcello Maggiolini (Delegato per le politiche per la promozione della ricerca scientifica, UNICAL), Prof. Sebastiano Andò (Direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, UNICAL), Prof. Giovanni Sindona (Presidente SCI Sez. Calabria), Prof. Maurizio Bruno (Presidente SCI Sez. Sicilia), Avv. Ezio Pizzi (Presidente Consorzio Bergamotto Reggio Calabria). Presiede: Prof. Giovanni Sindona 10:30-11:15 Conferenza Plenaria 1 Prof.ssa Anna Maria Almerico (Università di Palermo) Il DNA può ancora essere considerato un bersaglio d’elezione per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali? 11:15-11:45 Keynote Lecture 1 Prof.ssa Giuseppina De Luca (Università della Calabria) Conformational distribution of bioactive molecules investigated by NMR spectroscopy in ordered media. Presiede: Prof. Antonio Procopio 11:45-13:00 Short Communications 11:45-12:00 Dott. Attilio Naccarato Paper spray ionization tandem mass spectrometry (PS-MS/MS) in clinical investigation: urinary acylcarnitines quantification. 12:00-12:15 Dott. Nunzio Cardullo Sintesi e proprietà biologiche di fosfatidil coniugati del trans-resveratrolo. 12:15-12:30 Dott. Pierluigi Plastina Anti-inflammatory properties of the methanolic extracts from the seeds of wild fruits of Rubus species from southern Italy. 12:30-12:45 Dott.ssa Anna Russo Natural antioxidants and oxidative stability of algae oil: a tandem mass spectrometry investigation. 12:45-13:00 Dott. Marcello Monteleone Determinazione di acido omovanillico, acido vanilmandelico e acido 5-idrossiindolacetico nell'urina umana, mediante SPME-GC-MS-QQQ, come marcatori di tumori neuroblastici e carcinoidi. 13:00 Nomina della commissione per la valutazione dei poster. 13:30 Colazione di lavoro 14:30-16.30 Sessione Poster Presiede: Prof. Franz H. Kohnke 16:30-17:00 Keynote Lecture 2 Prof. Giuseppe Alibrandi (Università di Messina) Dispositivi cinetici molecolari compositi. 17:00 Coffee Break 17:15-18:30 Short Communications 8 17:15-17:30 Dott. Ing. Pietro Argurio Partial oxidation of benzene to phenol in a biphasic membrane contactor using vanadium based catalysts and study of membrane resistance. 17:30-17:45 Dott.ssa Livia Basile Computational comparison of the I2 binding site in monoamine oxidases A and B (MAO A and MAO B). 17:45-18:00 Dott.ssa Ing. Marianna Bellardita Riduzione fotocatalitica di CO2 in sistemi gas-solido in presenza di TiO2 puro e drogato con rame. 18:00-18:15 Dott.ssa Valeria Butera Computational Insights into the Role Played by Rhodium Bis(-amine–borane) Complexes as Intermediates in Dehydrocoupling Reactions of Amine-boranes. 18:15-18.30 Dott.ssa Chiara Gangemi Sintesi di nuove porfirine funzionalizzate e interazione con G-Quadruplex e proteasoma. 18:30 Assemblea dei Soci Sezioni Calabria e Sicilia Sala A: Soci Sezione Calabria Sala Stampa: Soci Sezione Sicilia 20:30 Cena sociale presso “La Cantina del Contadino Agriturismo La Quercia” Venerdì 7 Dicembre 2012 Presiede: Prof. Maurizio Bruno 09:00-09:45 Conferenza Plenaria 2 Dr. Marco Gaspari (Università Magna Græcia di Catanzaro) Studio di interazioni proteina-proteina mediante cross-linking e spettrometria di massa quantitativa. 9:45-10:15 Keynote Lecture 3 Prof. Antonino Licciardello (Università di Catania) Engineering and characterization of molecular surfaces and thin films: the role of ToF-SIMS. 10:15-10:45 Short Communications 10:15-10:30 Prof. Anna Napoli Mass spectrometry-based Isolation and Identification of G Protein-coupled Estrogen Receptor (GPER). 10:30-10:45 Dott. Paolo Piazzetta Enzymatic Promiscuity: the case of Carbonic Anhydrase. 10:45 Coffee Break Presiede: Prof. Raffaele Riccio 11:00-12:15 Short Communications 11:00-11:15 Dott.ssa Giuseppa Lo Surdo New inhibitors of HIV-1 IN-LEDGF/p75 interaction. 10 11:15-11:30 Prof. Carlo Siciliano Un metodo “one-pot” efficiente e versatile per la preparazione di N-9- fluorenilmetilossicarbonil-α-ammino diazochetoni da α-amminoacidi. 11:30-11:45 Dott.ssa Raffaella Mancuso Sintesi di 3-Iodotiofeni Mediante Iodociclizzazione di 1-Mercapto-3-in-2-oli in Liquidi Ionici. 11:45-12:00 Dott.ssa Rosaria De Marco Le N-acil 4-nitrobenzensolfonammidi come "protezione attivabile" della funzione carbossilica nella sintesi peptidica in soluzione. 12:00-12:15 Dott. Iqbal Mulani An efficient synthesis of 1-hydroxy-1,1-bisphosphonates by reductive cleavage of the isoxazolidine ring. 12:15 Premiazione Poster, Chiusura e Saluti. 13:30 Pranzo di saluto CONFERENZE PLENARIE 12 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI PL_01 IL DNA PUÒ ANCORA ESSERE CONSIDERATO UN BERSAGLIO D’ELEZIONE PER LO SVILUPPO DI NUOVI FARMACI ANTITUMORALI? Anna Maria Almerico Dipartimento di Scienze e Tecnologie Molecolari e Biomolecolari (STEMBIO) (Sezione di Chimica Farmaceutica e Biologica) - Università di Palermo Via Archirafi 32, 90123 Palermo [email protected] E’ ben noto che molte classi di farmaci antineoplastici, specialmente piccole molecole con core eterociclico, hanno come bersaglio biologico il DNA delle cellule tumorali1. L’interazione con l’acido desossiribonucleico può avvenire o direttamente o anche in presenza di enzimi deputati per esempio a meccanismi di riparazione o riarrangiamento dell’acido, quali topoisomerasi, girasi etc. Tra i più importanti e classici farmaci, la cui azione è ascrivibile ad interazioni dirette con il DNA, sicuramente sono da menzionare gli strand breakers, gli alchilanti (mostarde azotate, temozolomide etc), gli agenti intercalanti (doxorubicina, actinomicina, e bioisosteri), anche se non devono essere trascurati i leganti dei solchi (minore e maggiore). Nel corso delle nostre ricerche ci siamo occupati dello sviluppo di sistemi eterociclici DNA-interattivi, con attività antiproliferativa nei confronti di un ampio pannello di linee cellulari tumorali2. Molti dei chemioterapici in uso, benché efficaci, non sono comunque risultati esenti da severi effetti collaterali, probabilmente proprio a causa del loro meccanismo d’azione che conferisce loro spesso limitata selettività verso il DNA delle cellule tumorali3. Un superamento di queste problematiche può essere fornito da una nuova generazione di molecole costituita da complessi metallo-poli(etero)cicli per i quali l’interazione può essere ricondotta al G4-DNA, che da studi più recenti sembra essere presente nelle regioni promoter di geni coinvolti nella crescita e nella proliferazione, meccanismi questi particolarmente sviluppati in cellule tumorali4. Verranno quindi discusse la progettazione, sintesi e valutazione dell’attività antiproliferativa di alcune classi di molecole DNA-interattive, recentemente sviluppate nei nostri laboratori. Bibliografia 1 Small Molecule DNA and RNA Binders, M.Demeunynck, C.Bailly, W.D.Wilson (Eds), Wiley-VCH, 2003. 2 vedi per esempio: Synth. Commun., 1993, 23, 1627; Il Farmaco, 1993, 48, 191; Eur. J. Med. Chem., 1994, 29, 889; Il Farmaco, 1996, 51, 275; Bioorg.Med.Chem., 1999, 7, 1591; J.Med.Chem., 1999, 42, 2561; Synthesis, 1999, 2082; Eur. J. Med. Chem., 1999, 34, 353; Anticancer Res., 1999, 19, 2127; Il Farmaco, 2000, 55, 200; Eur. J. Med. Chem., 2002, 37, 267; Anticancer Res., 2002, 22, 837; Bioorg. Med. Chem., 2003, 11, 2371; Bioorg. Med. Chem. Lett., 2003, 13, 2809; Arkivoc, 2004, 5, 263; Anticancer Res., 2004, 24, 3775; Bioorg. Med. Chem., 2005, 13, 295; Bioorg. Med. Chem., 2005, 13, 1545; J. Med. Chem., 2005, 48, 2859; Bioorg. Med. Chem. Lett., 2005, 15, 2291; QSAR & Comb. Sci., 2006, 25, 252; J. Mol. Mod., 2007, 13, 393; Bioorg. Med. Chem., 2007, 15, 343; J. Mol. Struct. (THEOCHEM), 2007, 819, 26; Curr. Med. Chem., 2007, 14, 2136; J. Med. Chem., 2008, 51, 2037; J Biomol. Struct. Dyn., 2008, 26, 115; Arkivoc, 2010, 13. 3 E.Willmore, S.de Caux, N.J.Sunter, M.J.Tilby, G.H.Jackson, C.A.Austin, B.W.Durkacz. Blood, 2004, 103, 4659. 4 D.Yang, K.Okamoto. Future Medicinal Chemistry. 2010, 2, 619. 13 PL_02 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI STUDIO DI INTERAZIONI PROTEINA-PROTEINA MEDIANTE CROSS-LINKING E SPETTROMETRIA DI MASSA QUANTITATIVA Marco Gaspari, Francesca Bernaudo, Heather Bond, Giovanni Morrone, Giovanni Cuda Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università Magna Græcia di Catanzaro, Viale S. Venuta, 88100, Catanzaro [email protected] L’interattomica è una delle frontiere della proteomica. Rivelare la complessa rete di interazioni tra proteine all’interno di una cellula potrebbe infatti risultare in un notevole avanzamento nella comprensione della biologia cellulare. In questo lavoro è presentata una metodica innovativa in grado di identificare nuove interazioni proteina-proteina mediante spettrometria di massa quantitativa. Il metodo si basa sui seguenti passaggi: a) la stabilizzazione dei complessi molecolari mediante l’aggiunta al lisato cellulare di una piccola quantità di agente chimico in grado di instaurare legami crociati tra le proteine costituenti complessi molecolari; b) la successiva immunoprecipitazione della proteina target, del quale si vuole conoscere l’interattoma; c) la proteolisi limitata dell’immunocomplesso, seguita da marcatura isotopica differenziale dei peptidi risultanti dalla digestione dell’immunoprecipitato e del corrispondente controllo; d) l’analisi simultanea dei peptidi provenienti dai due campioni mediante nanoLC-MS/MS volta ad identificare le proteine arricchite nell’immunoprecipitato. La metodica è in applicata all’individuazione dei partner di due proteine di notevole interesse in campo oncologico. Figura 1: Schema della procedura sperimentale. 14 KEYNOTE LECTURE VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI KL_01 DISPOSITIVI CINETICI MOLECOLARI COMPOSITI Giuseppe Alibrandi Dipartimento di Chimica Scienze Chimiche, Viale F. Stagno d’Alcontres 31, Vill. S. Agata 98161 Messina, Italy [email protected] I dispositivi cinetici molecolari (KMD: kinetic molecular device) sono sistemi chimici capaci di svolgere un determinato lavoro a livello molecolare utilizzando la cinetica del processo in cui sono coinvolti.1 Tra questi, i KMD a parametro-variabile sono in grado di cambiare in modo controllato il valore di un parametro ambientale (T, pH, I, ecc.) all’interno di un recipiente di reazione. Il criptando [1.1.1] 2 è un KMD a pH-variabile in quanto è capace di cambiare lentamente e quasi linearmente nel tempo il pH di una soluzione, permettendo di condurre esperimenti cinetici a pHvariabile, senza l’ausilio di un dispositivo fisico esterno, e quindi di ottenere, in una singola scansione, l’intero profilo pH-velocità di una reazione indagata.1a L’anidride acetica è un KMD a temperatura-variabile in quanto è capace di cambiare lentamente e quasi linearmente nel tempo la temperatura di una soluzione, rendendo possibile la realizzazione di esperimenti cinetici a temperatura-variabile e quindi l’ottenimento, in una sola cinetica, della dipendenza della velocità specifica di reazione da questo parametro.1c I KMD compositi sono formati da due a più dispositivi molecolari operanti nello stesso ambiente. 1d Essi possono essere di tre tipi: KMD compositi di tipo cooperativo. In essi i componenti lavorano insieme, per uno stesso obiettivo, ma senza interagire tra di loro. Un esempio è dato dagli apparati molecolari per titolazioni automatiche o per esperimenti cinetici a pH-variabile da condurre spettrofotometricamente o via NMR senza l’utilizzo di autoburetta e di pH-metro. KMD compositi di tipo sinergico. In essi i componenti interagiscono tra di loro in modo tale da esaltare le loro specifiche performance. Un esempio è dato dai dispositivi a parametro-variabile con modulazione interna. KMD compositi di tipo integrato. In essi i componenti interagiscono tra di loro in modo tale da realizzare un lavoro diverso da quello svolto singolarmente. Un esempio è dato dal dispositivo composito formato dal criptando [1.1.1], usato come KMD a pH-variabile, e dal complesso ramemacrociclo3 [Cu2(bis-tren-ter-2,5-dimetilfurano)]4+, usato come dispositivo chimico per il riconoscimento di anioni. Insieme, i due dispositivi funzionano da autoburetta molecolare capace di rilasciare lentamente anioni in soluzione. La simulazione degli esperimenti con opportuni modelli matematici permette la scelta delle condizioni operative ottimali. Bibliografia 1 a) G. Alibrandi, Angew. Chem., Int. Ed., 2008, 47, 3026–3028; b) G. Alibrandi, C. Lo Vecchio, G. Lando, Angew. Chem., Int. Ed., 2009, 121, 6450–6452; c) G. Alibrandi, D. G. Lister, C. Lo Vecchio, ChemPhysChem 2009, 10, 3209–3211; d) G. Alibrandi, C. Lo Vecchio, A. Villari, I. Villari, Chem. Eur. J., 2010, 16, 7700-7703; e) G. Alibrandi, C. G. Arena, G. Lando, C. Lo Vecchio, M. F. Parisi, Chem. Eur. J., 2011, 17, 1419-1422. 2 a) J. Cheney, J. M. Lehn, J. Chem. Soc. Chem. Commun. 1972, 487–488; b) P. B. Smith, J. L. Dye, J. Cheney, J. M. Lehn, J. Am. Chem. Soc. 1981, 103, 6044–6048. 3 V. Amendola, E. Bastianello, L. Fabbrizzi, C. Mangano, P. Pallavicini, A. Perotti, A. Manotti Lanfredi, F. Ugozzoli, Angew. Chem., Int. Ed., 2000, 39, 2917–2920. 16 KL_02 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI CONFORMATIONAL DISTRIBUTION OF BIOCTIVE MOLECULES INVESTIGATED BY NMR SPECTROSCOPY IN ORDERED MEDIA Giuseppina De Luca , Maria Enrica Di Pietro, Giorgio Celebre, Marcello Longeri Dipartimento di Chimica, Università della Calabria,Via P. Bucci, 87036 Arcavacata di Rende (CS) Italy [email protected] Molecules with internal bond rotational possibilities usually adopt a single conformation in the solid state, but have a conformational distribution in liquid and gas phases. The structure in solid state can be obtained with high precision by x-ray or neutron diffraction, while in gaseous state several experimental methods and theoretical approaches are commonly used. For the liquid state, which chemically and biologically is generally the most interesting, the available experimental methods are of limited applicability. Among the experimental techniques available for this purpose, an important place is occupied by NMR in liquid crystal solvents (LXNMR), a well-established experimental approach whose reliability is widely supported by literature1. In an anisotropic solvent it represents a very powerful method, since some anisotropic observables, such as residual dipolar couplings, Dij, or quadrupolar splittings, i, give direct access to geometry, orientational order and conformational distributions of the dissolved molecules partially oriented in the magnetic field. Controlling the degree of order induced is crucial in order to be able to measure the Dij. The currently available orienting media belong to two groups: a) uniaxial thermotropic mesophases that induce “high” orientational order and b) “weakly” oriented media such as lyotropic liquid crystalline phases or stretched polymer gels. The driving force in the choice of the solvent is the complexity of the NMR spectra: the use of media that induce an “high” degree of order is limited to small and mostly highly symmetric compounds2 while weakly oriented media are indicated for large compounds with little symmetry like peptides and small proteins3. In this contribution we mainly focus our attention on the application of such technique to the study of some intriguing “small” flexible organic molecules endowed with pharmaceutic, biological or toxicological activity using both “strongly” and “weakly” orienting solvents. The investigation of rotameric distribution of such molecules in liquid state is of particular interest since it is well known that the spatial arrangement a drug adopts can affect heavily the target/ligand interaction and are therefore essential to guide their in vivo activity. Stilbene derivatives4 (attractive compounds for their mesogenic, photophysical, photochemical and estrogenic properties), dissolved in strongly oriented thermotropic liquid crystals, and some non-steroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs)5, dissolved in the weakly ordering media PBLG/THF, have been the classes of compounds selected for such study. Starting from the anisotropic data obtained from the analysis of NMR spectra the structure and conformational distribution of the molecules have been investigated using the AP method combined with direct probability description of the torsional curve and the experimental results are compared with those from theoretical calculations. References 1 J. Emsley, in “Encyclopedia of NMR”, Eds D. M. Grant and R.K.Harris, Wiley, New York, 1996. 2 NMR of ordered liquids, Eds: E. E. Burnell and C. H. de Lange, Kluwer, Dordrecht, 2003. 3 E. De Alba, N. Tjandra, Progr. Nucl. Magn. Reson. Spectrosc., 2002, 40, 249. 4 a) G. Celebre, G. De Luca, M. E. Di Pietro, J. Phys. Chem. B, 2012, 116, 2876; b) G. Celebre, G. De Luca, M. E. Di Pietro, J. Mol. Struct., In Press, Accepted Manuscript 5 M. E. Di Pietro, C. Aroulanda, D. Merlet , G. De Luca, G. Celebre, M. Longeri in preparation. Acknowledgment: The present work has been supported by the European Commission, the European Social Fund, and the Regione Calabria through the cofunded Ph.D. scholarship of M.E.D.P. Moreover, the authors thank University of Calabria and MIUR PRIN 2009 for financial support. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI KL_03 ENGINEERING AND CHARACTERIZATION OF MOLECULAR SURFACES AND THIN FILMS: THE ROLE OF TOF-SIMS Antonino Licciardello Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Catania, V.le A. Doria, 6 - 95125 Catania [email protected] The development of functional molecular materials and the engineering of their surfaces requires a detailed compositional control at molecular level. Among the techniques available for this purpose, time-of-flight secondary ion mass spectrometry plays an important role, due to its unique capability in providing a large amount of molecular information, with high sensitivity, high mass and spatial resolution, also from radiation-sensitive organic-based materials. Such capabilities have been further improved with the availability of novel, reliable cluster primary ion sources and can be strengthened with the combined use of complementary techniques such as AFM and XPS. In this contribution the applications of ToF-SIMS in the field of molecular materials will be discussed, based on some selected examples from the author’s laboratory. In particular, benefits and drawbacks of the technique will be reviewed for polymer systems, including the novel developments in polymer molecular depth profiling, and for complex molecular and supramolecular surfaces such as mixed component self-assembled mono- and multilayers and conducting molecular wires based on surface confined coordination polymers. The crucial role of the technique in the development of novel materials, and its contribution and potentialities in the understanding of local organisation of complex molecular systems will be highlighted. 18 COMUNICAZIONI ORALI 20 O_01 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI PARTIAL OXIDATION OF BENZENE TO PHENOL IN A BIPHASIC MEMBRANE CONTACTOR USING VANADIUM BASED CATALYSTS AND STUDY OF MEMBRANE RESISTANCE Pietro Argurio,a Raffaele Molinari,a Teresa Poeriob a Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali, Università della Calabria, Via P. Bucci cubo 44/A, I-87036 Arcavacata di Rende (CS) b Institute on Membrane Technologies ITM-CNR, c/o Università della Calabria Via P. Bucci cubo 17/C, I-87036 Arcavacata di Rende (CS) [email protected] Phenols are important raw materials for the synthesis of a wide variety of chemicals. Nowadays almost 95% of phenol production is based on the so-called “cumene process”. Despite this large application, it presents some important disadvantages. As a consequence, the search for new routes for phenol synthesis, such as the direct hydroxylation of benzene, becomes more intensive in the last decades. The prompt removal of the produced phenol from the reaction environment represents a key point for developing such a method and, on this aspect, membranes can play an important role. In our previous work1 we proposed the use of a membrane contactor, for the one-step benzene oxidation to phenol, consisting of a flat-sheet hydrophobic polypropylene membrane that separates two compartments containing an aqueous and an organic phase (only benzene). Benzene permeates, through the membrane, in the aqueous phase containing the iron catalyst and hydrogen peroxide as the oxidant while phenol permeates back in the organic phase where it is protected by overoxidations. Despite the high phenol selectivity (98%), obtained thanks to phenol extraction in the organic phase, the low permeation rate of phenol across the membrane causes its further oxidation to over-oxidized products as benzoquinone, biphenyl and tar (black solid). In the present work, to improve system performance, the following fundamentals aspects have been studied: i) dose of hydrogen peroxide by using a micro pump to reduce its degradation; ii) the initial oxidation states of vanadium based catalysts with the aim to achieve a phenol production comparable with that one obtained by using iron-based catalysts, preserving system selectivity and avoiding tar formation; iii) duration of catalytic tests and membrane resistance in view of long time operation for large scale applications. Obtained results showed that feeding the oxidant by a micro pump, working in the “bulk tube” mode, phenol yield, final phenol concentration in the organic phase, phenol turnover number and system productivity increased, and no tar was formed 2. Initial oxidation state of vanadium catalysts influenced system performance: indeed improved results in terms of yield (35.2% vs. 25.1%), conversion of hydrogen peroxide to phenol (36.6% vs. 25.9%) and productivity (0.97 g gcat−1 h−1 vs. 0.78 g gcat−1 h−1) were obtained by using vanadium(III) chloride (VC) compared to vanadium(IV) acetyl acetonate (VAAC). Higher phenol extraction/recovery in the organic phase (61.1% vs. 46.3%) and then higher selectivity (97.5% vs. 92.8%) were obtained by increasing test duration from 270 to 510 min. A discrete membrane resistance was observed by performing a test of consecutive catalytic runs on the same membrane piece, for a total time of 246 hours. Membrane degradation happened because of the OH• radical attack on membrane material (polypropylene). Bibliografia 1 Molinari, R.; Poerio, T.; Argurio, P.; One-step production of phenol by selective oxidation of benzene in a biphasic system, Catal. Today, 2006, 118, 52. 2 Molinari, R.; Argurio, P.; Poerio, T.; Vanadium(III) and vanadium(IV) catalysts in a membrane reactor for benzene hydroxylation to phenol and study of membrane material resistance, Appl. Catal. A – Gen., 2012, 437-438, 131. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_02 COMPUTATIONAL COMPARISON OF THE I2 BINDING SITE IN MONOAMINE OXIDASES A AND B (MAO A AND MAO B) Livia Basile1, Matteo Pappalardo2, Danilo Milardi3, Salvatore Guccione 1,4, Rona R. Ramsay5*. 1 EtnaLead s.r.l., c/o Etnabuilding - Scuola Superiore di Catania- via S. Nullo 5/i, I-95123 Catania, Italy. 2Department of Chemical Sciences- University of Catania- V.le A.Doria 6, I-95125 Catania, Italy. 3Institute of Bioimaging and Biostructures-National Council of Research- V.le A. Doria 6, I95125 Catania, Italy. 4Department of Drug Sciences - University of Catania- V.le A.Doria 6 Ed. 2, I-95125 Catania, Italy . 5Biomedical Sciences Research Complex, University of St Andrews, North Haugh, St Andrews, UK [email protected] Brain imidazoline (I2) receptors, with a high affinity for idazoxan, regulate monoamine turnover and release. The I2 binding site on monoamine oxidase B (MAO B) has been characterised1 and its structure determined2, opening the possibility of computational investigation. Previous binding studies suggest that MAO A can also bind imidazolines to a much lesser extent but with similar high affinity3. The possibility that MAO A could bind imidazolines, albeit transiently, in the same region of the active site as found for MAO B was investigated using docking and molecular dynamics. The energies from docking the I2 ligand, 2-(2-benzofuranyl)-2-imidazoline hydrochloride (2-BFI), to MAO A (oxidised, reduced, or tranylcypromine(TCP)-modified forms) were comparable to that determined for the reduced form of MAO B modified with tranylcypromine, but the location of 2BFI in the monopartite MAO A substrate cavity could be either similar to MAO B or nearer the flavin. The binding of 2-BFI to MAO B gave different results: binding to the reduced MAO B-TCP form was high affinity and in the entrance cavity in contact with Ile199 and Tyr326 as in the crystal structure. The energies of interaction with the native forms of MAO B (either oxidised or reduced) were less favorable and involved residues in both the entrance and catalytic cavities. Molecular dynamics revealed that the entrance cavity of MAO B is smaller after TCP-modification, and that the presence of the TCP modification makes the cavity less flexible. We conclude that these changes in the presence of TCP are responsible for the greater affinity of TCP-modified MAO B for 2-BFI. Bibliografia 1 McDonald, G. R., Olivieri, A., Ramsay, R. R., and Holt, A. (2010) Pharmacol. Res. 62, 475-488 2 Bonivento, D., Milczek, E. M., McDonald, G. R., Binda, C., Holt, A., Edmondson, D. E., and Mattevi, A. (2010) J.Biol. Chem. 285, 36849-36856 3 Tesson, F., Limon-Boulez, I., Urban, P., Puype, M., Vandekerckhove, J., Coupry, I., Pompon, D., and Parini, A. (1995) J. Biol. Chem. 270, 9856-9861 22 O_03 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI RIDUZIONE FOTOCATALITICA DI CO2 IN SISTEMI GAS-SOLIDO IN PRESENZA DI TiO2 PURO E DROGATO CON RAME Marianna Bellardita, Elisa García López, Vittorio Loddo, Giuseppe Marcì, Leonardo Palmisano “Schiavello-Grillone” Photocatalysis Group, Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni, di tecnologie Chimiche, Automatica e modelli Matematici (DIEETCAM), Università di Palermo. [email protected] Una delle soluzioni più promettenti sia per il riscaldamento globale del clima sia per le crescenti esigenze energetiche è la fotosintesi artificiale, cioè la fotoriduzione del CO2 per la produzione di combustibili. Molti ricercatori hanno dimostrato che CO2 può essere convertito fotocataliticamente in metano e/o metanolo in presenza di TiO2 puro e TiO2 drogato e rame1, 2. In questo lavoro viene riportata la sintesi di campioni puri e drogati di TiO2 e TiO2 supportato su silice a partire da precursori organici e inorganici. I campioni drogati sono stati sono stati preparati per coprecipitazione usando il CuCl2 in presenza del precursore di TiO2. Le reazioni sono state condotte in regime gas-solido in un reattore batch da 95 ml irradiato con una lampada a media pressione di vapori di mercurio (400 W). Prima di iniziare la prova è stato insufflato N 2 per alcune ore sotto irradiazione allo scopo di far desorbire eventuali specie organiche o residui carboniosi dalla superficie del catalizzatore. Successivamente il reattore è stato saturato con CO 2 ed è stata iniziata la prova. Durante l’irradiazione è stata osservata la formazione di diversi composti organici. In Tabella 1 viene riportato l’andamento della concentrazione delle specie individuate durante la fotoriduzione del CO2 in presenza di un campione di TiO2 puro ottenuto a partire da Ti(OBu)4. Da prove analoghe condotte con campioni contenenti rame sembra che la sua presenza sfavorisca la formazione di acetaldeide, formaldeide e acetone e faciliti quella di metano e propene, i cui picchi aumentano all’aumentare della quantità del metallo. Tabella 1: Concentrazione delle sostanze individuate (campione TiO2 da Ti(OBu)4). Tempo di irradiazione (min) 0 30 90 150 210 330 390 acetone (M) 0.000 0.049 0.175 0.279 0.386 0.464 0.501 metanolo (M) 0.000 0.105 0.431 0.551 0.649 0.693 0.617 etanolo (M) 0.000 0.000 0.013 0.029 0.047 0.046 0.038 1-propanolo (M) 0.000 0.000 0.009 0.019 0.027 0.027 0.023 acetaldeide (M) 0.000 0.453 1.569 0.000 1.264 1.146 1.071 metil formiato (M) 0.000 0.377 0.663 0.349 0.196 0.170 0.170 metano (M) 0.000 0.616 3.946 6.736 9.254 13.396 15.353 Bibliografia 1 Tseng, I.H.; Chang, W.C.; Wu, J.C.S. Appl. Catal. B: Environ., 2002, 37, 37-48. 2 Slamet; Nasution, H.W.; Purnama, E.; Kosela, S.; Gunlazuardi, J. Catal. Commun., 2005, 6, 313–319. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_04 COMPUTATIONAL INSIGHTS INTO THE ROLE PLAYED BY RHODIUM BIS(-AMINE–BORANE) COMPLEXES AS INTERMEDIATES IN DEHYDROCOUPLING REACTIONS OF AMINE-BORANES Valeria Butera, Nino Russo, Emilia Sicilia Dipartimento di Chimica, Università della Calabria, Via P. Bucci, Arcavacata di Rende [email protected] The recently synthesized rhodium complex, [Rh{P(C5H9)2(2-C5H7)}(Me2HNBH3)2]BArF4, which incorporates two amine-boranes coordinated to the rhodium centre with two different binding modes, namely 1 and 2, has been used to probe whether bis(-amine-borane) motifs are important in determining the general course of amine-boranes dehydrocoupling reactions. DFT calculations have been carried out to explore mechanistic alternative pathways that ultimately can lead to the formation of the cyclic aminoborane dimer [BH2NMe2]2 by hydrogen elimination (see Scheme). Sequential concerted intramolecular dehydrogenations, that can occur on- or off-metal, provide two coordinated aminoborane molecules. Subsequent dimerization is likely to occur off the metal in solution. In spite of the fact that computations confirm the presence of a BH•••NH hydrogen bond between amineborane ligands, neither a simple intermolecular route for dehydrocoupling of complex (2) is operating, nor the diborazane complex (11) seems to play -HH any role as an intermediate of the whole dehydrocoupling process. Scheme Bibliografia 1) Dallanegra R., Chaplin A. B., Weller* A. S. Angew. Chem., 2009, 48, 6875 –6878 2) Valeria Butera, Nino Russo, Emilia Sicilia* Chem. Eur. J., 2011, 17, 14586 – 14592. 24 O_05 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SINTESI E PROPRIETÀ BIOLOGICHE DI FOSFATIDIL CONIUGATI DEL trans-RESVERATROLO Nunzio Cardullo, Valentina Greco, Cristina Satriano, Sebastiano Sciuto, Corrado Tringali Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Catania, viale A. Doria 6, 95125 Catania [email protected] Il trans-resveratrolo (3,4’,5-triidrossi-trans-stilbene) è certamente uno dei polifenoli naturali più estesamente investigati in quest’ultima decade. I risultati ottenuti dai diversi autori hanno messo in evidenza la capacità del resveratrolo di prevenire o rallentare la progressione di un’ampia varietà di patologie, quali le malattie cardiovascolari, le infiammazioni, le neurodegenerazioni, il cancro e molte altre. Tutti gli studi fin qui eseguiti in vitro hanno dimostrato le notevoli attività del polifenolo verso molteplici targets. Tuttavia, studi più recenti di farmacocinetica nell’uomo hanno evidenziato i limiti terapeutici nell’uso del resveratrolo, dovuti soprattutto alla sua bassa biodisponibilità.1 Queste osservazioni hanno indirizzato la ricerca verso nuovi sistemi di somministrazione del resveratrolo, tra cui l’incapsulazione in liposomi.2 Recentemente, abbiamo messo a punto una strategia sintetica che permette di ottenere derivati del resveratrolo regiospecificamente coniugati a differenti raggruppamenti lipofilici, scelti tra quelli costituenti i lipidi di membrana., La coniugazione è stata realizzata attraverso una funzione fosfodiesterea. Applicando opportunamente questa strategia abbiamo ora sintetizzato il 4‘-O-(1,2di-O-miristoil-sn-glicero-3-fosforil)resveratrolo (1), il 4’-O-(1,2-di-O-palmitoil-sn-glicero-3fosforil)-resveratrolo (2) il 3-O-(1,2-di-O-miristoil-sn-glicero-3-fosforil)resveratrolo (3), 3-O-(1,2di-O-palmitoil-sn-glicero-3-fosforil)resveratrolo (4) e il 3,5-di-O-(1,2-di-O-palmitoil-sn-glicero-3fosforil)resveratrolo (5). I nuovi coniugati del resveratrolo 1 - 5 sono stati sottoposti a saggi di attività antitumorale verso la linea cellulare di neuroblastoma SH-SY5Y, e hanno mostrato di essere tutti più attivi del resveratrolo, saggiato in parallelo. Allo scopo di investigare l’interazione del composto 3, risultato il più attivo (IC50 membrane modello, si è impiegata la tecnica QCM-D, utilizzando un doppio strato lipidico costituito da POPC zwitterionica. Il composto 3 ha mostrato una interazione significativamente maggiore di quella osservata per il resveratrolo non coniugato. Anche alla luce di questi primi risultati, i nuovi lipoconiugati 1 - 5 possono essere considerati prodrugs del resveratrolo. Essi potrebbero assicurare up-take cellulare e biodisponibilità migliori rispetto al resveratrolo libero. Inoltre, essi potrebbero favorire un maggior rilascio del resveratrolo attivo nelle cellule tumorali, dove le fosfatasi sono sovraespresse.3 Bibliografia 1 Kenealey J. D.; Subramanian L.; Van Ginkel P. R.; Darjatmoko S.; Lindstrom M. J.; et al.; J. Agric. Food Chem., 2011, 59,4979. 2 Xin-Yi L.; Song H.; Yi J.; Li-Yan Q.; Drug Dev. Ind. Pharm., 2012, 38, 314. 3 Yang Y.; Wang K.; Li W.; Adelstein S. J.; Kassis A. I.; Chem. Biol. Drug Des., 2011, 78, 923. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_06 LE N-ACIL 4-NITROBENZENSOLFONAMMIDI COME "PROTEZIONE ATTIVABILE" DELLA FUNZIONE CARBOSSILICA NELLA SINTESI PEPTIDICA IN SOLUZIONE Rosaria De Marco, Mariagiovanna Spinella, Antonella Leggio, Angelo Liguori Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria, Ed. Polifunzionale, 87036, Arcavacata di Rende (CS), Italia [email protected] Il gruppo 4-nitrobenzensolfonammidico è stato usato come gruppo protettore attivabile della funzione carbossilica nella sintesi peptidica in soluzione. Questo gruppo è facilmente introducibile, mediante trattamento dell'amminoacido con la 4-nitrobenzensolfonammide e risulta stabile durante l'allungamento della catena peptidica (Fmoc chemistry). Le corrispondenti N-amminoacil o N-peptidil-4-nitrobenzensolfonammidi, quando attivate attraverso metilazione, possono essere facilmente accoppiate con un altro amminoacido in direzione N → C o riconvertite nei corrispondenti amminoacidi o peptidi liberi sulla funzione carbossilica (Figura 1). Una serie di esperimenti hanno confermato che la configurazione assoluta dei centri chirali rimane invariata durante le reazioni di accoppiamento. NO2 R H H N H2N O S O gruppo protettore O O FmocHN Cl H NO2 O FmocHN R H N H H O FmocHN O S O O gruppo protettore NO2 CH3 R H N H H H N N O S O gruppo attivante O O OH- H 2N O H O FmocHN H O R H N H OH FmocHN H O Figura 1 26 R H N H O H N O O H O_07 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SINTESI DI NUOVE PORFIRINE FUNZIONALIZZATE E INTERAZIONE CON G-QUADRUPLEX E PROTEASOMA. Chiara Gangemi, Gaetano Tomaselli, Roberto Purrello. Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Catania, V.le A. Doria 6 , Catania [email protected] Le porfirine sono una classe di composti dalle molteplici applicazioni, tra cui quelle in ambito biologico.1 Recentemente, è stata messa in evidenza la capacità di alcuni derivati porfirinici di interagire in maniera specifica con differenti strutture di DNA.2 Particolare interesse suscitano le strutture G-quadruplex, in quanto ricoprono un ruolo cruciale nel ciclo vitale delle cellule. E’ stato dimostrato che la porfirina tetracationica N-metil piridil è in grado di stabilizzare tali strutture. 3 La stabilizzazione dei G-Quadruplex è una strategia biochimica utilizzata per inibire la telomerasi, una proteina particolarmente attiva nelle cellule tumorali, la cui inibizione impedisce la replicazione cellulare inducendo l’apoptosi.4 Al fine di approfondire la tipologia di interazioni che coinvolgono tali sistemi, sono stati progettati e sintetizzati nuovi derivati porfirinici. In particolare sono stati sintetizzati dei sistemi funzionalizzati con dei residui di spermina che oltre ad essere molto solubili in acqua, presentano un numero di cariche modulabile in funzione del pH. La presenza di un core aromatico e di cariche perimetrali sono infatti gli elementi essenziali per ipotizzare una buona interazione con il Gquadruplex. Contemporaneamente è stata testata la capacità di questi sistemi porfirinici di inibire il proteasoma, altro enzima centrale nella regolazione di moltissimi processi cellulari.5 Figura 1. Rappresentazione grafica e struttura delle porfirine funzionalizzate. Bibliografia 1 Lovell, J. F.; Chan, M. W.; Qi, Q.; Chen, J.; Zheng, G., J. Am. Chem. Soc., 2011, 133, 18580; b) Ethirajan, M.; Chen, Y.; Joshi, P.; Pandey, R. K.; Chem. Soc. Rev., 2011, 40, 340. 2 D’Urso, A.; Mammana, A.; Balaz, M.; Holmes, A. E.; Berova, N.; Lauceri, R.; Purrello, R.; J. Am. Chem. Soc., 2009, 131, 2046. 3 Monchaud, D.; Teulade-Fichou, M. P., Org. Biomol. Chem., 2008, 6, 627. 4 Shay, J.W.; Wright, W.E., Seminars in Cancer Biology, 2011, 21, 349. 5 Santoro, A. M.; Lo Giudice, M. C.; D’Urso, A.; Lauceri, R.; Purrello, R.; Milardi, D., J. Am. Chem. Soc., 2012, 134, 10451. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_08 NEW INHIBITORS OF HIV-1 IN-LEDGF/p75 INTERACTION Giuseppa Lo Surdo,a Virginia Giuffrida,a Rosaria Gitto,a Francesca Morreale,a Alba Chimirri,a Zeger Debyser,b Stefania Ferroa and Laura De Luca.a a Dipartimento di Scienze del Farmaco e Prodotti per la Salute, Università di Messina, I-98168, Messina, Italy; b Division of Molecular Medicine, Katholieke Universiteit and IRC KULAK, B3000, Leuven, Belgium. [email protected] The Integrase (IN) is an essential enzyme for HIV-1 replication. Since there is no human IN homolog, it represents an important target for treating HIV-1 infection. IN mediates the integration of viral cDNA into the host cell genome and forms a nucleoprotein complex, termed pre-integration complex (PIC), with viral DNA and several host cellular cofactors. One pivotal component of this complex is the cellular protein lens epithelium derived growth factor (LEDGF/p75), that promotes viral integration at preferred sites of the host DNA associated with active transcription. The promise of this protein–protein interaction (PPI) as target for the development of new antiviral drugs has been emphasized by the well-established role of the association between IN and LEDGF/p75 in the HIV-1 integration process. Moreover a significant decrease in HIV-1 infectivity has been observed for cells depleted in regard to LEDGF/p75 levels. On this basis, we have directed our research towards the identification of new small molecules able to inhibit the interaction between IN and LEDGF/p75. Particularly, through a pharmacophorebased virtual screening and GRID calculation, we previously identified some indole derivatives showing inhibitory effects at micromolar concentrations. 1-4 An exhaustive computational study highlighted that the most active inhibitors were characterized by the presence of lipophilic groups interacting with a wide hydrophobic area in the IN-LEDGF/p75 binding site. In order to confirm the relevance of this area, we OH R synthesized several new molecules introducing suitable and simple chemical modifications on our O N previously reported indoles. The most innovative HO eco-friendly methods and technologies have been used for the synthesis of the new compounds. In O particular the application of microwave-assisted R O organic synthesis was adopted in the steps requiring O HO to shorten reaction time and increase the yields. Figure 1 Docking studies and biological results will also be reported and discussed. References 1 De Luca, L.; Barreca, M.L.; Ferro, S.; Christ, F.; Iraci, N.; Gitto, R.; Monforte, A.M.; Debyser, Z.; Chimirri, A.; ChemMedChem, 2009, 4, 1311-6. 2 De Luca, L.; Ferro, S.; Gitto, R.; Barreca, M.L.; Agnello, S.; Christ, F.; Iraci, N.; Debyser, Z.; Chimirri, A.; Bioorg Med Chem, 2010, 18, 7515-21. 3 De Luca, L.; Ferro, S.; Morreale, F.; De Grazia, S.; Chimirri, A.; ChemMedChem, 2011, 6, 1184-91. 4 De Luca, L.; Gitto, R.; Christ, F.; Ferro, S.; De Grazia, S.; Morreale, F.; Debyser, Z.; Chimirri, A.; Antiviral Res, 2011, 92, 102-7. Research supported by THINC project (HEALTH-F3-2008-201032). 28 O_09 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SINTESI DI 3-IODOTIOFENI MEDIANTE IODOCICLIZZAZIONE DI 1-MERCAPTO-3-IN-2-OLI IN LIQUIDI IONICI Raffaella Mancuso,a Bartolo Gabriele,a Cinzia Chiappe,b Richard C. Larockc a Dip. di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, 87036 Arcavacata di Rende, Cosenza, Italy; b Dip. di Chimica & Chimica Industriale, Università di Pisa, 56126 Pisa, Italy; c Department of Chemistry, Iowa State University, 50010 Ames, Iowa, USA [email protected] La iodociclizzazione di substrati acetilenici contenenti un gruppo nucleofilo in posizione opportuna rappresenta un metodo molto potente per la preparazione di eterocicli iodurati. La reazione è generalmente condotta utilizzando iodio molecolare come fonte di iodio in solventi polari aprotici (come CH2Cl2 o MeCN) ed in presenza di una base, necessaria a tamponare l’acido iodidrico che si forma dal processo (Schema 1). I R YH I Y I I2 + R + BH + I and/or + I2 + B I B R R Y -[BH++I-] YH Schema 1 In questa comunicazione, riportiamo una nuova metodologia per la sintesi di 3-iodotiofeni 2, basata sulla iodociclizzazione-disidratazione di 1-mercapto-3-in-1-oli 1 realizzata in liquidi ionici (LI) come solventi non convenzionali. L’uso dell’opportuno liquido ionico con controanione di natura basica, come [Emim][EtSO4] (emim = etilmetilimidazolio), permette che il processo abbia luogo senza l’ausilio di una base esterna (Eq. 1). Il liquido ionico, inoltre, può essere riciclato diverse volte senza perdita apprezzabile di reattività, dopo semplici procedure di estrazione del prodotto di reazione. R2 R2 OH 3 R R1 SH 1 I I2 25°C, 24 h [Emim][EtSO4] R1 S R3 (1) 2 (50-75%) Bibliografia (1) For recent examples see: (a) Mancuso, R.; Mehta, S; Gabriele, B.; Salerno, G.; Jenks, W. S.; Larock, R. C J. Org. Chem. 2010, 75, 897-901. (b) Mehta, S.; Waldo, J. P.; Larock, R. C. J. Org. Chem. 2009, 74, 1141. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_10 DETERMINAZIONE DI ACIDO OMOVANILLICO, ACIDO VANILMANDELICO E ACIDO 5-IDROSSIINDOLACETICO NELL'URINA UMANA, MEDIANTE SPME-GC-MS-QqQ, COME MARCATORI DI TUMORI NEUROBLASTICI E CARCINOIDI Marcello Monteleone, Giovanni Sindona, Antonio Tagarelli Dipartimento di Chimica, Università della Calabria Via Pietro Bucci Cubo 12/C 87036 Rende (CS) [email protected] In presenza di tumori carcinoidi e neuroblastici, i livelli urinari di acido vanillilmandelico (VMA), acido omovanillico (HVA) e acido 5–idrossiindolacetico (5-HIAA) aumentano a causa un'alterazione del metabolismo delle catecolamine1,2. Pertanto, la quantificazione di questi tre acidi nelle urine rappresenta un utile strumento nello screening di deficit neuroendocrini3. Il metodo proposto si basa sul campionamento degli analiti tramite la tecnica della microestrazione in fase solida (SPME) e successiva analisi mediante un gas cromatografo accoppiato ad uno spettrometro di massa a triplo quadrupolo. Diverse fibre di estrazione e tre differenti alchilcloroformiati (metile, etile e propile) sono stati testati per valutare l'affinità tra le fibre e gli analiti derivatizzati. I risultati migliori sono stati ottenuti derivatizzando gli analiti con etilcloroformiato ed estraendo in immersione con la fibra in poliacrilato (PA). I parametri SPME sono stati ottimizzati mediante Experimental Design ed in particolare è stato applicato un disegno centrale composito (CCD). I valori ottimali sono risultati essere 25,8 minuti per il tempo di estrazione, 9,5% NaCl e 40 ° C per la temperatura di estrazione. Dopo l'ottimizzazione dei parametri di spettrometria di massa tandem, le performance analitiche sono state valutate effettuando le curve di calibrazione nel range 0,5 mg / L -100 mg / L, utilizzando come standard interni i corrispondenti composti deuterati degli analiti in esame (HMV-d5, VMA-d3 e 5-HIAA-d5). Ottimi risultati sono stati ottenuti in termini di linearità con valori del coefficiente di correlazione (R2 ) pari a 0.9998 per l’HMV, 0.9989 per il VMA ed 0.9998 per il 5-HIAA. L’accuratezza e la precisione sono state valutate a 1 , 10 , 80 mg/l con risultati molto soddisfacenti. Infatti i valori di precisione sono compresi nel range 0,5-8,9 % mentre i valori di accuratezza rientrano nell’intervallo 91,3-106,6 %. I valori ottenuti per il limite di rilevabilità (LOD) e limite di quantificazione (LOQ), possono essere considerati soddisfacenti e vanno da 0,046 a 24,6 µg/l per il LOD e da 0.063 a 49.6 µg/l per il LOQ. Il metodo sviluppato è stato applicato con ottimi risultati su campioni di urina reali provenienti da soggetti sani. Bibliografia 1 Monsaingeon M.; Perel Y.; Simonnet G.; Corcuff JB.; Eur. J. Pediatr. .2003;162, 397–402 2 Zuetenhorst JM.; Korse CM .; Bonfrer JMG.; Peter E.; Lamers C.; Taal BG.; Clin Chem. 2004, 50, 1636–9. 3 Lionetto L.; Lostia AM.; Stigliano A.; Cardelli P.; Simmaco M.; Clin. Chim. Acta 2008, 398, 53–56 4 Citov´a I.; Sladkovsk´y R.; Solich P.; Anal. Chim. Acta 2006, 231–241 30 O_11 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI AN EFFICIENT SYNTHESIS OF 1-HYDROXY-1,1-BISPHOSPHONATES BY REDUCTIVE CLEAVAGE OF THE ISOXAZOLIDINE RING Iqbal Mulani,a Olga Bortolini,b Antonio De Nino,a Loredana Maiuolo,a Gaetano Stabile,a Alessandro Melicchio,a Beatrice Russoa a Dipartimento di Chimica, Università della Calabria, Via Bucci 12 C, Rende (CS) Italy. b Dipartimento di Chimica, Università di Ferrara, Via Borsari 46, Ferrara (FE) Italy. [email protected] Bisphosphonates (BPs) represent an important class of pharmacologically active molecules, which are widely used in the treatment of various bone diseases, such as osteoporosis, Paget’s disease, hypercalcaemia and bone metastases secondary to breast cancer and prostate cancer. Recent studies have shown anti-tumour1 and anti-inflammatory properties2 of bisphosphonates. Taking into consideration these pluses, we synthesized a set of new bisphosphonates bearing a substituted isoxazolidine ring in germinal position, that simultaneously holds the required basic nitrogen and an oxygen atom in place of the hydroxyl group. We could established these novel BPs through direct 1,3 dipolar cycloaddition between tetraethylvinyldiene bisphosphonate and different nitrones, under the microwaves catalysis in the absence of solvent3. This strategy represents a novel access to new gem-hydroxyl bisphosphonates, bearing aryl substituents on the lateral chain. Moreover, the reductive cleavage of the N-O bond in isoxazolidines represents a simple and direct access to N-substituted aminoalcohols, valuable intermediates in many synthetic strategies. References 1 (a) Sasaki, A.; Boyce, B. F.; Story, B.; Wright, K. R.; Chapman, M.; Boyce, R.; Mundy, G. R.; Yoneda, T. Cancer Res. 1995, 55, 3551–3557; (b) Sasaki, A.; Kitamura, K.; Alcalde, R. E.; Tanaka, T.; Suzuki, A.; Etoh, Y.; Matsumura, T. Int. J.Cancer , 1998, 77, 279–285. 2 Martin, M. B.; Grimley, J. S.; Lewis, J. C.; Heath, H. T.; Bailey, B. N.; Kendrick, H.; Yardley, V.; Caldera, A.; Lira, R.; Urbina, J. A.; Moreno, S. N. J.; Docampo, R.; Croft, S. L.; Oldfield, E. J. Med. Chem., 2001, 44, 909–916. 3 Bortolini, O.; Mulani, I.; De Nino, A..; Maiuolo, L.; Nardi, M.; Russo, B.; Avnet,S. Tetrahedron, 2011,67, 5635-5641. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_12 PAPER SPRAY IONIZATION TANDEM MASS SPECTROMETRY (PS-MS/MS) IN CLINICAL INVESTIGATION: URINARY ACYLCARNITINES QUANTIFICATION Attilio Naccarato, Sacha Moretti, Giovanni Sindona, Antonio Tagarelli Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Via P. Bucci, 87036, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] Paper spray (PS) is a recently developed method for sample ionization in mass spectrometry analysis.1 It belongs to the ambient ionization techniques that allows the generation of ions at ambient condition. These techniques such as electrospray ionization (ESI) and atmospheric pressure chemical ionization (APCI) are by now routine techniques which allow to enlarge the scope of mass spectrometry in many research fields.2,3 In paper spray a sample is deposited onto a piece of paper with triangular shape and ions are generated by electrospray process simply by applying a spot of a proper solvent and high voltage to the wetted paper. Its simplicity, versatility and low cost make it a very promising technique, especially in some fields such as clinical investigation.4 Recently interesting solutions to develop high throughput methods using paper spray have been proposed in order to balancing analysis speed and the performance for quantitation.5 Acylcarnitines are important biomarkers and their content in blood and urine has long been closely associated with many diseases. The detection of abnormal acylcarnitines levels in urine is important for the diagnosis and the confirmation of many inborn errors of metabolism.6 Furthermore, the analysis of acylcarnitines in urine have an important role in clinical practice because their pattern provides information about many metabolic diseases.6-8 Paper spray mass spectrometry was recently used to acylcarnitines assay in serum and whole blood.9 In this work paper spray ionization coupled to tandem mass spectrometry was used to quantify underivatized urinary acylcarnitines. The performance of solvent with different elution efficiency and paper substrate with various porosity grade and composition were tested using synthetic urine. Furthermore the addiction of low polarity solvents was considered. Tandem mass spectrometry in multiple reaction monitoring (MRM) was optimized in order to obtain a better specificity and sensitivity. Analytes signals were evaluated considering its stability and reproducibility. Internal standards calibration with [2H3]propionylcarnitine (C3-d3), [2H3]octanoylcarnitine (C8-d3), and [2H3] palmitoylcarnitine (C16-d3) will be used for accurate quantification. Limit of detection (LOD) and quantification (LOQ) will be determined. References 1 H. Wang, J. Liu, R.G. Cooks, Z. Ouyang, Angew Chem Int Edit, 2010, 49, 877 2 Z. Takats, J.M. Wiseman, B. Gologan, R.G. Cooks, Science, 2004, 306, 471 3 A. Venter, M. Nefliu, R.G. Cooks, Trac-Trend Anal Chem, 2008, 27, 284 4 J. Liu, H. Wang, N.E. Manicke, et al. Anal. Chem., 2010, 82, 2463 5 L. Shen, J. Zhang, Q. Yang, N.E. Manicke, Z. Ouyang, Clin. Chim. Acta in press. 6 M.M. Rebollido-Fernandez, et al. Rapid Commun. Mass Sp, 2012, 26, 2131 7 H. Kobayashi, Y. Hasegawa, et al. J Chromatogr B, 2007, 855, 80 8 P. Mueller, A. Schulze, et al. Clin. Chim Acta, 2003, 327, 47 9 Q. Yang, N.E. Manicke, et al. Anal Bioanal Chem, 2012, 404, 1389 32 O_13 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI MASS SPECTROMETRY-BASED ISOLATION AND IDENTIFICATION OF G PROTEIN-COUPLED ESTROGEN RECEPTORS (GPERs) Anna Napoli,a Hariprasad Thangavel,a Donatella Aiello,a Assunta Pisano,b Marcello Maggiolini,b Giovanni Sindona,a a b Department of CTC , University of Calabria, Via P.Bucci, Arcavacata di Rende, Italy Department of Pharmaco-Biology, University of Calabria, Ed.polifunzionale, Arcavacata di Rende, Italy [email protected] Estrogen signaling plays a vital role in breast and ovarian cancer. The biological actions of estrogen are mainly mediated by classical estrogen receptors, ER and ERβ that belongs to the nuclear receptor superfamily. In recent years, a class of membrane-associated estrogen receptors are found to mimic the functions of classical ERs, including genomic (tanscriptional) and as well as nongenomic (rapid) signaling. These non-genomic signaling events include pathways that are usually thought of as arising from transmembrane growth factor receptors and G protein-coupled receptors (GPCRs).1 GPCRs belong to a superfamily of cell surface signaling proteins and are sensitive to a diverse range of ligands. A member of the GPCR family, named GPR30/GPER, mediates rapid biological responses to estrogen in diverse normal and cancer cells, as well as transformed cell types. 2 The identification and characterization of GPERs associated with estrogen signaling will lead to understand the mechanisms underlying complex pathways and identify potentially new drug targets. Total protein lysate from 4 different cancer cell lines namely SkBr3, MCF-7, Ishikawa and BG-1 were used in the present study. Adopting an innovative way to employ the ligand, a unique protocol with the use of hydroxyapatite (HTP) spin column was developed to isolate and enrich GPERs from whole cell lysate. The eluate from HTP spin column was concentrated and then subjected to immunoblot analysis. The immunoblot confirmed the presence of GPR30 when probed against GPER (N15) antibody. The eluate was digested with proteolytic enzymes, overcoming the low solubility of membran receptor GPER, and then analysed by MALDI TOF/TOF MS. MALDI MS analysis identified the presence of GPR1, GPR6, GPR40, GPR112, GPR124 and Estrogen related proteins in the sample, proving the presence of several members of the GPCRs superfamily confirmed also by MS/MS analysis. Moreover the use of chemical derivatization combined with enzymatic deglycosilation3 led to the identification of glycosilation sites and glycopeptides for GPER, allowing the complete characterization of the estrogen receptor. Bibliografia 1 Prossnitz, E.R.; Arterburn, J.B.; Sklar, L.A.; Mol Cell Endocrinol, 2007, 265, 138-142. 2 Maggiolini, M.; Picard, D.; J Endocrinol, 2010, 204, 105-114 3 Napoli, A.; Aiello, D.; Di Donna, L.; Moschidis, P.; Sindona, G.; Journal of Proteome Research, 2008, 7, 2723–2732 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_14 ENZYMATIC PROMISCUITY: THE CASE OF CARBONIC ANHYDRASE Paolo Piazzetta, Tiziana Marino, Nino Russo Dipartimento di Chimica, Università della Calabria, Via Pietro Bucci, 87036, Arcavacata di Rende [email protected] Carbonic Anhydrases (CAs, EC 4.2.1.1) represent one of the most interesting enzymatic families involved in many biological processes. The main natural catalytic activity of HCAII is the reversible hydration of the CO2 but is also involved in other reactions such as the hydration of cyanamide[1] and the hydrolysis of esters.[2,3]. This means a promiscuous activity without impairing its natural role. In this communication we report a theoretical quantum-chemical study on the catalytic activity of CA towards small organic substrates with consequent suicide of the enzymatic behavior. The investigation has been performed in the framework of a hybrid computational scheme that links together quantum and molecular mechanics (QM/MM). The first and second coordination shells around the metal contain the proper amino acids (115 atoms) treated at quantum chemical level (QM) while the remaining amino acids (4697 atoms) are described at molecular mechanic level (MM). A schematic representation of this computational protocol implemented in the Gaussian03 code and named ONIOM is given in the Figure. Figure 1: Schematic representation of the MQ/MM ONIOM model used for the Carbonic Anhydrase. The entire potential energy surfaces (minima and transition states) for the considered reactions have been obtained. Results show that for both the reactions (CO2 and cyanamide) the rate determining step is the nucleophilic attack with a barriers higher in the case of cyanamide. For this last substrate, our study reveals that the reaction products are strongly bounded to the enzyme and their removal needs an high energy. This means that the enzyme undergoes a suicide action since the presence of the product on the enzyme inhibits the restoring of catalytic cycle. 1 Peng, Z., Merz, K. M. Jr., Banci, L., PROTEINS:Structure, Function, and Genetics,1993, 17:203 Hult, K.; Berglund, P., TRENDS in Biotechnology, 2007, Vol.25, No.5 3 Pocker,Y., Meany, J.E., J.Am. Chem Soc, 1965, 87, 5497-5498 2 34 O_15 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ANTI-INFLAMMATORY PROPERTIES OF THE METHANOLIC EXTRACTS FROM THE SEEDS OF WILD FRUITS OF RUBUS SPECIES FROM SOUTHERN ITALY Alessia Fazio,a Pierluigi Plastina,a,b Jocelijn Meijerink,b Renger F. Witkampb, Bartolo Gabrielea a Department of Pharmaceutical Sciences, University of Calabria, 87036 Arcavacata di Rende, Cosenza, Italy b Division of Human Nutrition, Wageningen University, 6700 EV Wageningen, Netherlands [email protected] Berries are considered healthy fruits, since their consumption may contribute to the prevention of several degenerative diseases, such as cardiovascular disease, cancer, inflammatory disease and diabetes.1 In particular, several studies have shown that berries may possess antiinflammatory properties.2 By contrast, the anti-inflammatory activity of berry seed extracts has received little attention. Fruit seeds are by-products from fruit processing. Characterization of the bioactive compounds present in seeds and evaluation of their potential biological properties is therefore of particular importance in view of a possible valorisation of seeds as a source of health beneficial components.3 In this communication, we present the results of a comparative study carried out on the seeds of Sambucus and Rubus species from southern Italy. In particular, the methanolic extracts of the seeds of both species have been analysed for their inhibitory effects on the production of lipopolysaccharide (LPS)-induced inflammatory mediators (NO, CCL-20) in RAW 264.7 macropaghes. Moreover, extracts have been evaluated for their total phenolic contents and antioxidant capacities. Polyphenols have been identified by HPLC-ESI-MS/MS analysis. We have found that the methanolic extract from Rubus seeds have strong antioxidant and concentration dependent inhibitory effect on nitric oxide and CCL20 production in vitro. These effects have been correlated to the total phenolic content of the seeds. These findings suggest that Rubus seeds are a valuable source of natural anti-inflammatory and antioxidant compounds and could be useful as additives for food, cosmetic, or pharmaceutical applications. References (1) For some recent examples, see: Brambilla, A.; Lo Scalzo, R.; Bertolo, G.; Torreggiani, D., Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2008, 56, 2643–2648; Lata, B.; Tomala, K., Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2007, 55, 10795–10802. (2) Seeram, N. P., Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2008, 56, 627–629; Szajdek, A.; Borowska, E. J., Plant Foods for Human Nutrition, 2008, 63, 147–156. (3) Parry, J.; Su, L.; Moore, J.; Cheng, Z.; Luther, M.; Rao, J. N.; Wang, J. Y.; Yu, L. L., Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2006, 54, 3773-3778. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI O_16 NATURAL ANTIOXIDANTS AND OXIDATIVE STABILITY OF ALGAE OIL: A TANDEM MASS SPECTROMETRY INVESTIGATION. Anna Russo,a Ilaria Santoro,b Enzo Perria, Giovanni Sindonab CRA-OLI – Centro di Ricerca per l’Olivicoltura e l’Industria Olearia, Rende (CS) Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] a b The current interest in using long-chain polyunsaturated oils, including DHA-containing oils, in infant foods1 demands improved evaluations by employing more valid stability tests and endpoints of quality deterioration2,3. DHA-rich oils from algae were claimed to have an unusually high oxidative stability4, but the evidence for the basis of this stability may be questionable. Claims for high stability of DHA-rich oils based on the Rancimat test are subject to serious pitfalls2,3. The use of conductivity detection in the Rancimat method is neither sufficiently sensitive nor specific for measurement of oxidative decomposition products of n-3 PUFA responsible for undesirable development of degradation processes5. Object of this work is the combined application of spin trapper and tandem mass spectrometry techniques in monitoring the evolution in situ in algae oil of DHA and EPA radical species with and without the assistance of natural antioxidants. The joint use of the spin trapper and different scanning mode of mass spectrometry in the investigation of radical processes unequivocally allow rapid and sensitive responses, which can’t be obtained with other techniques6. References 1 McCoy, M. Big firms eye nutraceuticals. Chem. Eng. News, 2000, Sept 25, 21-25. 2 Frankel, E. N. In search of better methods to evaluate natural antioxidants and oxidative stability in food lipids. Trends Food Sci. Technol., 1993, 4, 220-225. 3 Frankel, E. N. Lipid Oxidation; The Oily Press: Dundee, Scotland, 1998, 99-114. 4 Becker, C.C.; Kyle, D.J. Developing functional foods containing algal docosahexaenoic acid. Food Technol., 1998, 52, 68-71. 5 Frankel, E. N. Formation of headspace volatiles by thermal decomposition of oxidized fish oils vs Oxidized vegetable oils. J. Am. Oil Chem. Soc., 1993, 70, 767-772. 6 Russo A, Caputo S, Pantusa M, Perri E, Sindona G and Sportelli L, Amino acids as modulators of lipoxygenase oxidation mechanism. The identification and structural characterization of spin adducts intermediates by electron spin resonance and tandem mass spectrometry, Food Chemistry, 2010, 119, 533538. 36 O_17 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI UN METODO “ONE-POT” EFFICIENTE E VERSATILE PER LA PREPARAZIONE DI N-9-FLUORENILMETILOSSICARBONIL-AMMINO DIAZOCHETONI DA α-AMMINOACIDI Carlo Siciliano, Ludovica Evelin Guidi, Rosaria De Marco, Mariagiovanna Spinella, Angelo Liguori Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria Edificio polifunzionale – 87030 Arcavacata di Rende (CS) [email protected] La preparazione di α-ammino diazochetoni chirali N-Fmoc-protetti a partire da αamminoacidi naturali, non-proteinogenici e non-canonici è di certo un obiettivo sintetico di estremo interesse, dal momento che tali composti costituiscono un’importante classe di precursori chirali per la sintesi di sostanze biologicamente attive.1 Attualmente, sono noti numerosi metodi sintetici che, pur operando in condizioni blande, spesso comportano racemizzazione dei precursori. Inoltre, il loro impiego è limitato dalla formazione dei corrispondenti esteri metilici che compete con il processo di diazotizzazione, in funzione della temperatura e della velocità di aggiunta e stabilità dei reagenti impiegati. (1) "One-pot" N2 anidro (3) (2) (1) Fmoc-Cl: Protezione (2) Fmoc-Cl: Attivazione (3) CH2N2: Diazotizzazione R2 R3 H N R1 OH O (4) Flash Column Chromatography R2 R3 Fmoc N R1 CHN2 O 16 Esempi 75-92% Si descrive qui un nuovo approccio “one-pot” alla preparazione di N-Fmoc-α-ammino diazochetoni chirali. La procedura è stata applicata ad una vasta gamma di α-amminoacidi commercialmente disponibili, nella loro forma libera o contenenti catene laterali opportunamente protette. Il processo si basa sull’impiego del 9-fluorenilmetil cloroformiato (Fmoc-Cl) come unico reagente sia per la protezione della funzione αamminica che per l’attivazione del gruppo carbossilico degli α-amminoacidi usati come precursori. Le anidridi miste N-Fmoc protette così generate reagiscono in situ con il diazometano per fornire N-Fmoc-α-ammino diazochetoni con rese eccellenti in seguito a cromatografia. Il metodo è estremamente versatile, potendo essere esteso anche alla preparazione di N-Fmoc-α-ammino diazochetoni da α-amminoacidi protetti in catena laterale con i gruppi acido-labili maggiormente impiegati nella sintesi peptidica in soluzione ed in fase solida (Boc, tBu e Pbf). In tutti i casi, le condizioni di reazione adottate sono tali da evitare completamente la formazione dei corrispondenti esteri metilici e la racemizzazione dei carboni chirali dei precursori α-amminoacidici. Bibliografia 1 (a) Apella, D.H.; Christianson, L.A.; Klein, D.A.; Powell, D.R.; Huang, X.; Barchi, J.J., Jr; Gellman, S.H. Nature 1997, 387, 381; (b) Di Gioia, M.L.; Leggio, A.; Le Pera, A.; Liguori, A.; Napoli, A.; Siciliano, C.; Sindona, G. J. Org. Chem. 2003, 68, 7416; (c) Belsito, E.; Di Gioia, M.L.; Greco, A.; Leggio, A.; Liguori, A.; Perri, F.; Siciliano, C.; Viscomi, M.C. J. Org. Chem. 2007, 72, 4798. 2 (a) Ye, T.; McKervey, M.A. Chem. Rev. 1994, 94, 1091; (b) Zhang, Z.; Wang, J. Tetrahedron 2008, 64, 6577. 38 COMUNICAZIONI POSTER P_01 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI APPROCCIO ALLO SCREENING VIRTUALE DI COMPOSTI PECULIARI SELEZIONATI DAL CITRUS BERGAMIA RISSO. Francesca Alcaroa, Carlo Cosentinoa, Anna Arteseb, Stefano Alcarob. a Dipartimento di Medicina Sperimentale e clinica, Università “Magna Græcia” di Catanzaro, Campus “S. Venuta”, Viale Europa, 88100, Catanzaro. b Dipartimento di Scienze della Salute, Università “Magna Græcia” di Catanzaro, Campus “S. Venuta”, Viale Europa, 88100, Catanzaro. [email protected] È ormai noto a tutti che l’ambito di ricerca della drug discovery, soprattutto negli ultimi anni, si è orientato fortemente all’utilizzo di prodotti naturali come risorsa base da cui prendere spunto per i processi di investigazione e sviluppo di nuovi farmaci.1 Data anche la loro eterogenea composizione, rappresentano infatti un’importante fonte di principi attivi, con potenziali attività biologiche benefiche per l’uomo. Scopo della presente ricerca è quindi una completa analisi di uno dei prodotti tipici della regione Calabria, il Bergamotto, utilizzando metodologie e competenze complementari tra loro. I composti selezionati ritenuti più idonei per tale studio sono le componenti più rilevanti e peculiari del succo2 e dell’olio essenziale3, tra le 350 totali che ne determinano la composizione. È stata realizzata una catalogazione chemo-informatica dei più significativi principi attivi dell’agrume, in termini quali-quantitativi4, che verrà sottoposta ad uno studio computazionale mediante tecniche di Screening Virtuale e Docking molecolare (fig.1), al fine di individuare affinità ed interazioni nei confronti di una libreria di target biologici prestabilita. Figura 1: Schemi generali di Virtual Screening e Docking Molecolare. Bibliografia 1 Bhuwan B. Mishra; Vinod K. Tiwar, Natural products: An evolving role in future drug discovery, Eur J Med Chem, 2011, 46, 4769-4807. 2 Gattuso, G.; Barreca, D.; Gargiulli, C.; Leuzzi, U.; Caristi, C., Flavonoid Composition of Citrus Juices Review. Molecule,s 2007, 12, 1641-1673. 3 Dugo, G.; Cotroneo, A.; Verzera, A.; Donato, M.G.; Del Duce, R., Genuineness Characters of Calabrian Bergamot Essential Oil. Flavour And Fragrance Journal, 1991, 6, 39-56. 4 Cano, A.; Medina, A.; Bermajo, A., Bioactive compounds in different citrus varieties. J. Food Comp. Anal., 2008, 21, 377– 381. 40 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_02 DERIVATI TIENO[3,2-D]-1,2,3-TRIAZIN-4(3H)ONI ANELLATI: UNA NUOVA CLASSE DI INIBITORI DI AURORA CHINASI A Alessia Alfio, Annamaria Martorana, Antonino Lauria, Anna Maria Almerico Dipartimento di Scienze e TEcnologie Molecolari e BIOmolecolari (STEMBIO) (Sezione di Chimica Farmaceutica e Biologica) - Università di Palermo Via Archirafi 32, 90123 Palermo [email protected] La progettazione e la sintesi di nuovi agenti chemioterapici antitumorali, sempre più potenti e selettivi, è ad oggi una delle principali sfide della ricerca farmaceutica per la cura del cancro. Le anomalie dei normali processi di progressione mitotica cellulare sono generalmente causa di una proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. Pertanto un’interferenza nella formazione del fuso mitotico potrebbe essere una valida strategia per arrestare il ciclo cellulare ed infine indurre apoptosi nelle cellule tumorali1. Recentemente, l’attenzione è stata rivolta a nuovi target implicati nei processi mitotici come le Aurora chinasi, una famiglia di serina/treonina chinasi, espresse durante la mitosi ed aventi un ruolo nella segregazione cromosomica e nella citochinesi. In particolare, una sovraespressione di Aurora chinasi A, nelle cellule neoplastiche, causa un’anormale mitosi con conseguente instabilità cromosomica e possibilità di tumorogenesi 2. Di conseguenza, l’isolamento di nuove molecole selettive su Aurora chinasi A riscontra un notevole interesse nell’ambito della terapia antitumorale. In nostri studi precedenti, è stato possibile sintetizzare e sottoporre a valutazione biologica i derivati della serie pirido[3’,2’:4,5]furo[3,2-d]1,2,3-triazin-4(3H)one3. Da ulteriori valutazioni in silico è emerso come modulazioni isosteriche del nucleo sopra riportato, potrebbero condurre a derivati ancora più efficaci. Questi nuclei, rispetto al precedente, sono caratterizzati da tiodeaza isosteria, nel caso dei derivati benzotieno[3,2-d]1,2,3-triazin-4(3H)oni (3a), e tioisosteria, nel caso di quelli pirido[3’,2’:4,5]tieno[3,2-d]-1,2,3triazin-4(3H)oni (3b). HN N NH2 R N N OEt OEt N N R 1) NaNO2 S X 1 O 2) RNH2 S X O 2 S X O 3 a: X= CH; b: X= N La sintesi dei sistemi di tipo 3 prevede la diazotazione dei derivati 3-amino 1a,b e conseguente reazione di copulazione con una serie di amine primarie opportunamente scelte, permettendo l’isolamento dei tieno-triazeni 2a,b. I derivati triazenici 2, molecole che di per sé hanno già ampiamente documentato in letteratura un’ampia attività antitumorale4, si sono mostrati validi intermedi chiave per la ciclizzazione intramolecolare che conduce al nucleo 1,2,3-triazin-4(3H)one 3a,b. Tutti i composti sintetizzati verranno sottoposti ad uno screening antiproliferativo ed in particolare i derivati di tipo 3a,b verranno valutati per una indagine binding-selettiva su Aurora chinasi A. Bibliografia 1 R.Fu, Q.You, L.Yang, W.Wu, C.Jiang, X.Xu Bioorg.Med.Chem., 2010, 18, 8035. 2a) K.Hoar, A.Chakravarty, C.Rabino, D.Wysong, N.Roy, J.A.Ecsedy Mol.Cell.Biol., 2007, 12, 4513. b) P.Lan, W.Chen, W.Chen Eur.J.Med.Chem., 2011, 46, 77. 3A.Martorana, A.Alfio, A.M.Almerico, A.Lauria ‘Nuovi inibitori di Aurora chinasi A come target biologico coinvolto nei processi carcinogenici’ Atti del Convegno Congiunto Sez. Calabria-Sicilia S.C.I., 2011, P26. 4a) U.S.Lucas. A.T.Huang in: H.F.Siegler (Ed.), Development in Oncology, 1982, 5, 382; b) E.S.Newlands, M.F.G.Stevens, S. R.Wedge, R.T.Wheelhouse, C.Brock Cancer Treat. Res., 1997, 23, 35. c) P.Barraja, P.Diana, A.Lauria, A.M.Almerico, G.Dattolo, G.Cirrincione Il Farmaco, 2002, 57, 97. P_03 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI EVALUATION OF EQUILIBRIUM CONSTANTS BY SOLUBILITY MEASUREMENTS IN AQUEOUS SOLUTION Emilia Furia, Anna Napoli, Antonio Tagarelli, Giovanni Sindona Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Via P. Bucci, 87036, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] In the last decade my research group has been interested to the systematic study of the equilibria that take place between 2hydroxybenzoic acid (salicylic acid) and a series of biological cations. The choice rise from the fact that salicylic acid is both the simplest model for humic acids present in soil and an outstanding antirheumatic and antifungal substance. From this point of view his derivatives, as 2-hydroxybenzamide (HL), show the same properties; due to low solubility of this class of ligand literature data are scanty and measurements are chiefly carried out in non aqueous solvents. To evaluate the biological property of ligands it is interesting the study of the complexing power in water. For this reason the acid–base properties of the ligands have been studied at 298.15 K and in NaClO4 media for ionic strengths ranging from 0.5 to 3.5 mol Kg-1 using emf as well as solubility measurements. For example as concerning 2-Hydroxybenzamide results relative to 1.05 mol Kg-1 NaClO4 are concisely reported here. HL ⇄ L- + H+ 2 HL ⇄ HL2- + H+ 2 HL ⇄ (HL)2 HL + H+ ⇄ H2L+ log β011 = – 8.17 ± 0.01 log β012 = – 7.78 ± 0.06 log β002 = 0.47 ± 0.04 log β0-11 = – 0.42 ± 0.05 (1) (2) (3) (4) The uncertainties represent 3σ. Equilibria (1), (2) and (3) were obtained from potentiometric titrations with cell (G) RE / Test Solution / Glass Electrode (G) where RE, reference electrode, = Ag/AgCl/0.015 mol Kg-1 AgClO4, 1.035 mol Kg-1 NaClO4/1.05 mol Kg-1 NaClO4 and Test Solution = CL mol Kg-1 HL, CA mol Kg-1 HClO4, CB mol Kg-1 NaOH, (1.05–CA–CB) mol Kg-1 NaClO4. Information on equilibrium (4) has been obtained in the acidic range ([H+]>0.1 mol Kg-1) from solubility measurements. Starting solutions contained a NaClO4 and HClO4 mixture and the ionic strength was 1.05 mol Kg-1 and then an excess of pure ligand was added. Test solutions were analyzed by spectrophotometric measurements in the ultraviolet region after suitable dilution with twice distilled water. The absorbance increase resulting from an increase of acid confirms the existence of equilibrium (4). In order to extrapolate the constants at the infinite dilution reference state by specific interaction theory1,2 it is necessary to know the activity coefficients of the neutral molecules in NaClO4 solutions (salting-in effect). Solutions of NaClO4 have been equilibrated with the solid by stirring at (298.15 ± 0.1) K. After thermostatic separation through G4 glass filter and subsequent dilution, the optical absorbances of test solutions were read. The solubility was obtained by interpolation on a calibration curve. References 1 Ciavatta L. Ann. Chim., 1980, 70, 551. 2 Ciavatta L. Ann. Chim., 1990, 80, 255. 42 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_04 ACIDI GRASSI LIBERI ED ESTERIFICATI PRESENTI IN ALCUNI SALUMI CALABRESI Antonella Leggio, Carlo Siciliano, Maria Luisa Di Gioia, Rosaria De Marco, Mariagiovanna Spinella, Emilia Lucia Belsito, Angelo Liguori Dipartimento di Farmacia e SSN, Università della Calabria, Ed. Polifunzionale, 87036, Arcavacata di Rende (CS), Italia In Calabria diversi tipi di salumi sono ancora preparati utilizzando processi di produzione tradizionali, anche se è in aumento la domanda di produzione industriale. Il crescente interesse per la determinazione della composizione dei gliceridi e degli acidi grassi liberi dei prodotti carnei stagionati è attribuibile principalmente alla necessità di produrre alimenti "sani" caratterizzati da un rapporto acidi grassi saturi / acidi grassi insaturi a favore di questi ultimi. Negli ultimi anni, grande attenzione è rivolta all’analisi dei PUFA, in particolare gli acidi grassi ω-3 e ω-6, a causa delle loro molteplici attività biologiche. Studi epidemiologici e biochimici hanno fornito una grande quantità di evidenze per quanto riguarda l'effetto protettivo dei PUFA ω -3 nei confronti di alcuni tumori, dell'artrite reumatoide e di malattie cardiovascolari.1 Pertanto, un metodo preciso e accurato per l'analisi dei grassi totali dei salumi può rappresentare un valido strumento per la determinazione del contenuto di acidi grassi saturi e insaturi. E’ stato confrontato il profilo degli acidi grassi liberi con la composizione in acidi grassi dei gliceridi di salumi tradizionali calabresi prodotti industrialmente al fine di valutare i parametri nutrizionali di questi prodotti. La determinazione della composizione degli acidi grassi liberi e degli acidi grassi nei trigliceridi è stata effettuata mediante transesterificazione dell'estratto lipidico dei salumi usando un eccesso di metossido di sodio. I prodotti della reazione di transesterificazione sono stati analizzati mediante GC/MS. Nei gliceridi (figura) la percentuale di acido linoleico è molto bassa (2%) rispetto a quella presente nel profilo degli acidi grassi liberi (17%). La presenza di una maggiore percentuale di acido linoleico nel profilo degli acidi grassi liberi indica un'attività enzimatica selettiva durante l'idrolisi del gliceride. Questo risultato è certamente legato alle colture starter impiegate nella preparazione dei prodotti e alla loro attività lipolitica. TIC: FES1.D Abundance 13.03 1400000 1300000 19.90 1200000 1100000 1000000 900000 800000 20.36 700000 600000 500000 9.79 400000 300000 7.08 200000 20.10 12.78 100000 Time--> 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00 20.00 22.00 24.00 26.00 Figure . Analisi GC/MS degli esteri metilici degli acidi grassi dei gliceridi ottenuti dalla transesterificazione di un campione di salsiccia (r.t. 7.08 estere metilico dell’acido miristico; r.t. 9.79 estere metilico dell’acido pentanoico (standard); r.t. 12.78 estere metilico dell’acido palmitoleico; r.t. 13.03 estere metilico dell’acido palmitico; r.t. 19.90 estere metilico dell’acido oleico; r.t. 20.10 estere metilico dell’acido linoleico; r.t. 20.36 estere metilico dell’acido stearico). Bibliografia 1 Harper CR, Jacobsen TA.. Am. J. Cardiol., 2005, 96, 1521-1529. Il lavoro è stato realizzato nell’ambito del progetto “Ottimizzazione del ciclo produttivo dei salumi calabresi” APQ - Regione Calabria Azione 3 – Sostegno alla domanda di innovazione nel settore agroalimentare. I prodotti analizzati sono stati forniti dall’Azienda “San Vincenzo” di Spezzano Piccolo (CS). P_05 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ANALISI CHIMICHE SU UN ANTICA VESTE INFANTILE DEL XVII SECOLO Simona Casiglia,a Angela Lombardo,a Recep Karadağ,b Santino Orecchio,c Maurizio Brunoc a CdLMCU Conservazione e Restauro BB.CC., Università di Palermo, Parco d’Orleans Ed. 17, 90128 Palermo b Marmara Universitesi Güzel Sanatlar Fakültesi, Doğal Boya Araştırma Laboratuarı, Acıbadem- Kadıköy-İstanbul c STEMBIO, Università di Palermo, Parco d’Orleans Ed. 17, 90128 Palermo [email protected] Il manufatto, oggetto di indagine, é una veste infantile databile tra la fine del XVII e inizi XVIII secolo. Esso è costituito da un tessuto operato (lampasso) in seta, filati metallici presenti nel tessuto e nelle rifiniture delle asole e da una fodera interna in tela di lino. Per garantire la corretta conservazione nel tempo si è ritenuto opportuno affrontare un intervento di restauro e di effettuare delle analisi chimiche riguardanti il riconoscimento dei filati metallici e l'identificazione dei coloranti per una maggiore comprensione dei materiali1. Il suo studio rientra in un progetto più ampio intrapreso nel corso di laurea in "Conservazione e Restauro dei beni culturali" di Palermo in collaborazione con il CRPR di Palermo che intende affrontare anche problematiche socio-storiche. Infatti, si può precisare che i tessili, a differenza di altre classi di manufatti, sono prevalentemente oggetti aventi una fruizione d'uso e conservano frequentemente tracce e testimonianze della vita di tutti i giorni che vanno preservate. Per le informazioni relative alla natura delle applicazioni decorative in metallo una piccolissima quantità di filato (2-5 mg) è stata portata in soluzione con circa 1 ml di acqua reggia mediante riscaldamento su fiamma. Dopo opportuna diluizione, le analisi della soluzione ottenuta, contenenti i metalli, sono state effettuate utilizzando uno spettrometro ottico in emissione con plasma accoppiato induttivamente (Perking-Elmer Optima serie 2100). Lo strumento è dotato di un autocampionatore modello Perkin S10. L’acquisizione e il trattamento dei dati è eseguito usando il software Win labe 32 (Perkin Elmer). Per la preparazione delle soluzioni standard multi-elementari è stata utilizzata una soluzione multi elementare contenente i seguenti analiti Al, Ag, Au, Cu, Pb e Zn. Per ogni elemento sono state prese in considerazione almeno due linee spettrali. L’analisi dei coloranti è stata effettuata mediante Reverse Phase High-Performance Liquid Chromatography-Photodiode Array Detector (RP-HPLC–DAD). Una piccolissima quantità di filato di seta colorato (2-5 mg) è stata idrolizzata per 8 minuti a 100 oC utilizzando come solvente 400 µl di una miscela di HCl 37%: CH3OH: H2O (2:1:1; v/v/v). I campioni sono stati quindi evaporati sotto corrente di azoto (65 oC), disciolti in 200 µl di CH3OH: H2O (2:1; v/v) e centrifugati per 10 minuti (4000 rpm). Gli esperimenti cromatografici sono stati effettuati utilizzando un apparato Agilent 1200 series system. La determinazione dei picchi è stata effettuata scannerizzando da 191 a 799 nm con una risoluzione di 2 nm ed i picchi cromatografici sono stati monitorati a 255, 268, 276, 350, 491, 520 e 560 nm. Bibliografia 1 E. Martuscelli, Degradazione delle fibre naturali e dei tessuti antichi, aspetti chimici, molecolari, strutturali e fenomenologici, Paideia, Firenze 2006. 44 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_06 DETERMINAZIONE 1H-NMR DEGLI ACIDI CARNOSICO E ROSMARINICO IN ESTRATTI DI ROSMARINUS OFFICINALIS Sergio Rosselli,a Antonella Maggio,a Maurizio Bruno,a Mariem Ben Jemia,b Mohamed Elyes Kchoukb a b STEMBIO, Università di Palermo, Parco d’Orleans Ed. 17, 90128 Palermo; Laboratoire des Plantes Extrêmophiles - Biotechnologic Center Borj-Cedria Technopark, B.P. 901, 2050 Hammam-Lif, Tunisia Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. E’ usato da sempre come pianta ornamentale e come aroma per i cibi nella cucina mediterranea. Le sue proprietà antiossidanti sono ampiamente documentate1 e i suoi estratti sono usati come additivi negli oli e nelle carni per prolungare i tempi di conservazione. Le proprietà antiossidanti degli estratti di rosmarino sono dovuti essenzialmente ai composti fenolici in esso presente e principalmente a due costituenti: l’acido carnosico (1), un diterpene abietanico, e l’acido rosmarinico (2), un depside. Queste molecole hanno mostrato una ottima attività antibatterica, antiproliferativa ed anti-infiammatoria2, 3 per cui risulta interessante riuscire a quantificare la loro presenza negli estratti di differenti popolazioni di R. officinalis. OH HO HOOC O HO COOH O HO OH OH 1 2 L’acido carnosico 1 risulta poco stabile in soluzione4 anche a causa dell’esposizione a fonti di calore e/o di luce per cui il metodo classico di quantificazione che prevede la manipolazione dell’estratto (purificazione, arricchimento del campione) prima dell’analisi HPLC e lunghi tempi per la separazione, può fornire un dato non accurato. L’analisi 1H-MNR dell’estratto etanolico di R. officinalis in DMSO-d6 permette di identificare dei segnali caratteristici per le due molecole. L’integrazione di questi segnali, rispetto ad uno standard interno aggiunto alla soluzione, permette una veloce quantificazione dei metaboliti 1 e 2, riducendo la possibilità di degradazione di 1. Bibliografia 1 Etter, S. C.; Rosmarinus officinalis as an Antioxidant, Journal of Herbs, Spices & Medicinal Plants, 2005, 11, 121. 2 Kontogianni, V. G.; Tomic, G.; Nikolic, I.; Nerantzaki, A. A.; Sayyad, N.; Stosic-Grujicic, S.; Stojanovic, I.; Gerothanassis, I. P.; Tzakos, A. G.; Phytochemical profile of Rosmarinus officinalis and Salvia officinalis extracts and correlation to their antioxidant and anti-proliferative activity, Food Chemistry, 2013, 136, 120. 3 Jordan, M. J.; Lax, V.; Rota, M. C.; Loran, S.; Sotomayor, J. A.; Relevance of carnosic acid, carnosol, and rosmarinic acid concentrations in the in vitro antioxidant and antimicrobial activities of Rosmarinus officinalis (L.) methanolic extracts, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2012, 60, 9603. 4 Zhang, Y.; Smuts, J. P.; Dodbiba, E.; Rangarajan, R.; Lang, J. C.; Armstrong, D. W.; Degradation study of carnosic acid, carnosol, rosmarinic acid, and rosemary extract (Rosmarinus officinalis L.) assessed using HPLC, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2012, 60, 9305. P_07 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SYNTHESIS OF A HETEROGENEOUS METALLOENZYME MIMIC BASED ON Er(III) CHEMISTRY. Paola Costanzo,a Manuela Oliverio,a Antonio Procopio,a Sonia Bonacci,a Giuseppina De Luca,b Monica Nardi b a Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi Magna Graecia, Campus “C. Venuta”, Loc. Germaneto, CZ b Dipartimento di Chimica e Scienze Chimiche, Università della Calabria, Ponte Bucci, Arcavacata di Rende, CS [email protected] A bifuctional catalyst is a system characterized by cooperatively working general base and acid groups. The main natural example of a polyfunctional system are the enzymes. Metalloenzymes are an interesting subset of polyfunctional catalysts that employ metal ions as Lewis acids and/or redox centers, in conjunction with “organic” functional groups, to enhance reaction rates. 1 Acids and bases are antagonists and the cooperative use of both of them in a spatial proximity could generate a self-quenching reaction. This problem has been avoided choosing a right combination such as an hard metal ion and a soft base.2 A recent work of Tiseni and Peters3 suggests that the oxophilic lanthanide Er(III) triflate, which combine low price with a relatively small radius, should be advantageous to achieve a rigid transition state. In this work we present the synthesis (Scheme) of an asymmetric heterogeneous bifunctional catalyst characterized by the presence of Er(III) in spatial proximity with an amine group. OH APTES OH dry Tol, MW, 130°C N-Fmoc-S-trytil-cysteine (5 eq) NH 2 HOBT, DIC, DCM/DMF r.t., 72h O Fmoc HN N H S Ph Ph Ph CH2Cl2, r.t. 2h O N H Cl2ErO3 S NH2 3) 1) H2O2 30% r.t., 24h 2) ErCl CH CN 3, 3 80°C, 24h DMF,DBU r.t.. TIS/TFA O Fmoc HN N H HS Scheme The catalyst, after full Ft-IR, Raman, ICP-MS and porosimetric characterization, has been tested on the Michael reaction of diethyl malonate and cicloexanone. Data concerning its activity, enentioselectivity, TOF/TON values, recovery and recycling are discussed. References 1 Pérez-Quintanilla D.; del Hierro, I; Fajardo, M; Sierra, I. J. Haz. Mat. B, 2006, 134, 245-256 2 [a] Aggarwal, V. J. Org. Chem. 1998, 63, 7183-7189. [b] Aggarwal, V.J. Org. Chem. 2002, 67, 510-514 3 Tiseni, T.S.; Peters, R. Angew. Chem. Int. Ed. 2007, 46, 5325 –5328. 46 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_08 STUDY ON PHOTODEGRADATION KINETICS OF MELATONIN BY MULTIVARIATE APPROACH Michele De Luca, Giuseppina Ioele, Gaetano Ragno Department of Pharmaceutical Sciences, University of Calabria, Via P. Bucci, 87036 Rende, Italy. [email protected] The work aimed at describing the kinetic pathway of melatonin (ML) photodegradation by multivariate curve resolution procedure (MCR) applied on spectral data from analysis of the drug when exposed under different illuminance power. MCR is based on a bilinear modelling which decomposes the experimental data into the concentration and spectral contributions of the pure components present in the analyzed mixtures or evolving during a particular chemical process. MCR application allowed extracting the pure spectra and concentration of the components involved in the ML photodegradation. Since these results could suffer of a moderate uncertainty in estimating both the spectra of the degradation products and the rate constants of the reaction, rotational and scale ambiguities affecting MCR results were studied by applying constraints to obtain unique solutions and rate constants. The spectral data set carried out in degradation experiments of ML under different irradiance power were analyzed using the MCR column-wise matrix augmentation procedure, applying nonnegativity (both concentrations and spectra), unimodality (only concentrations) and closure (only concentrations) constraints. The shapes of the pure species concentration profiles were in agreement with a first order reaction kinetic model (ML>MLD), as showed in Figure. The results from augmented MCR analysis pointed out a significant dependence of the photodegradation kinetics by the irradiation power. References 1 M. De Luca, R. Tauler, G. Ioele, G. Ragno, Drug Test Anal., 2011, doi: 10.1002/dta.276. P_09 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI RIMOZIONE DEL GRUPPO NOSILE DA DERIVATI α-AMMINOACIDICI IN BMIMBF4 Maria Luisa Di Gioia, Carlo Siciliano, Angelo Liguori Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria Edificio Polifunzionale, 87036 Arcavacata di Rende (CS) [email protected] La sequenza di protezione e deprotezione delle funzionalità α–amminiche è un importante stadio sintetico nella sintesi peptidica e richiede reagenti selettivi ed efficienti operanti in condizioni blande. Tra la vasta gamma di gruppi protettori della funzione α-amminica, il gruppo protettore nosile ha suscitato interesse negli ultimi anni grazie al suo carattere elettron-attrattore che, aumentando l’acidità dell’idrogeno legato all’azoto solfonammidico, facilita la N-alchilazione di amminoacidi e peptidi.1,2 È possibile in questo modo ottenere peptidi modificati con attività biologica e farmacologica. In letteratura sono presenti diverse strategie per la rimozione del gruppo nosile.3,4 Tuttavia, questi metodi sono caratterizzati da alcune limitazioni dovute soprattutto ai tempi lunghi di reazione, all’uso di basi forti che possono provocare racemizzazione, alle temperature elevate nonché alla formazione di prodotti secondari non desiderati. I liquidi ionici (IL), grazie alle loro caratteristiche, si vanno sempre più affermando come valida alternativa ai solventi tradizionali nella sintesi organica.5 In particolar modo, i sali dell’imidazolo 1,3-disostituito sono tra i liquidi ionici più studiati come solventi nelle varie trasformazioni organiche.6 Nel presente lavoro, si riporta un protocollo rapido, efficiente ed estremamente vantaggioso per la rimozione del gruppo protettore nosile da derivati α-amminoacidici in BmimBF4. La reazione è stata condotta su esteri metilici di α-amminoacidi N-nosil protetti, utilizzando come sistema reagente acido mercaptoacetico e trietilammina e come solvente il BmimBF4, a temperatura ambiente (Schema 1). R Ns 1) HSCH2COOH, Et3N 2) Boc2O O HN R Boc O HN O O BmimBF4 , t.a., 10 min O2N SO2 = Ns I corrispondenti α-amminoacidi con la funzione amminica libera sono stati ottenuti in pochi minuti, e caratterizzati in seguito a separazione selettiva dalla miscela di reazione per semplice estrazione con etere etilico. Inoltre, nello stesso liquido ionico è stato possibile riproteggere in maniera efficace i prodotti ottenuti con i gruppi uretanici maggiormente utilizzati nella sintesi peptidica. Bibliografia 1 Di Gioia M. L.,; Leggio, A.; Le Pera A.; Liguori A.; Napoli A.; Siciliano C.; Sindona G. J. Org. Chem. 2003, 68, 7416. 2 Di Gioia, M.L.; Leggio, A.; Liguori, A J. Org. Chem. 2005, 70, 3892-3897 3 T. Fukuyama, C. K. Jow, M. Cheung Tetrahedron Lett 1995, 36, 6373-6374 4 De Marco, R.; Di Gioia, M. L.; Leggio, A.; Liguori, A.; Viscomi, M.C. Eur. J. Org. Chem. 2009, 3795–3800 5 Jain, N.; Kumar, A.; Chauhan, S.; Chauan, S.M.S. Tetrahedron 2005, 61, 1015 6 Zhu, H.P.; Yang, F.; Tang, J.; He, M. Y. Green Chem 2003, 5, 38. 48 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_10 STUDIO POTENZIOMETRICO E SPETTROFOTOMETRICO DELLE INTERAZIONI TRA Pb2+ E LEGANTI S-DONATORI Gabriella Falcone, Claudia Foti, Ottavia Giuffrè Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Messina, Viale Ferdinando Stagno D’Alcontres 31, 98166 Messina [email protected] L’interesse nei riguardi della chimica del piombo(II) deriva dai suoi molteplici impieghi, che recentemente sono stati limitati a causa della ormai nota tossicità e dal danno indotto dalla sua dispersione incontrollata. Esso è presente naturalmente nell’ambiente ma, in gran parte, viene prodotto da attività industriali, quali ad esempio la produzione di vernici e ceramiche smaltate a base di piombo oppure scarti da lavorazione di altri metalli quali oro e argento. A causa dei suoi molteplici impieghi è presente nell’ambiente e di conseguenza l’uomo è esposto alla sua tossicità, che si manifesta colpendo parti vitali dell'organismo quali ad esempio il sistema nervoso e quello cardiovascolare. Tra gli effetti più dannosi vi è l'inibizione di numerosi enzimi contenenti il gruppo solfidrico che regolano la difesa cellulare da specie ossidanti. Per questo motivo risulta importante conoscere l’entità delle interazioni tra Pb2+ ed i leganti Sdonatori, anche allo scopo di valutare il loro utilizzo quali agenti sequestranti nei confronti del suddetto metallo. I leganti considerati sono: penicilammina (psh), cisteina (cys) e glutatione (gsh). Lo studio è stato condotto mediante la potenziometria (ISE-H+), per definire il modello di speciazione e determinare le costanti di formazione dei complessi per i vari sistemi Pb2+-legante, tenendo conto delle specie idrolitiche del Pb2+ e delle costanti di protonazione dei leganti considerati, nelle stesse condizioni di temperatura e forza ionica. Successivamente i modelli proposti e le costanti di formazione sono stati confermati e validati mediante spettrofotometria UV, nel range 210-320 nm. Gli equilibri sono stati studiati in NaNO3 a 0.1 ≤ I ≤1 mol L-1, a rapporti di concentrazione metallo/legante variabili ed a t = 25 °C (per il sistema Pb2+-gsh3- a 15 ≤ t ≤ 45 °C). I dati sperimentali hanno messo in evidenza la formazione per tutti i sistemi delle specie ML, MLH, MLH2 e ML2 oltre a ML2H (per gsh e cys), MLOH (per psh) e ML2H2 (per gsh). Sulla base dei modelli di speciazione proposti, il potere sequestrante di cys, psh e gsh nei confronti del Pb2+ è stato quantificato mediante il parametro pL0.5, che definisce la quantità di legante necessaria per complessare 0.5 dello ione metallico. I valori di pL0.5 sono stati calcolati in differenti condizioni di pH e forza ionica. Tutti i leganti S-donatori hanno mostrato, nelle condizioni considerate, una buona capacità sequestrante nei confronti del Pb2+. P_11 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI STUDIO DELL'ATTIVITÀ BIOCATALITICA DELLE PIANTE DEL GENERE CITRUS: RISULTATI PRELIMINARI Gianfranco Fontanaa, Maurizio Brunoa, Antonella Maggioa, Sergio Rossellia, Giuseppe Savonaa, Marie Christinne Scherrmannb a Dipartimento di Scienze e tecnologie Molecolari e Biomolecolari (STEMBIO), Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienza ed. 17, 90128 Palermo. b LCPSN - ICMMO - Bât 410 Université Paris-Sud XI. 15, rue Georges Clemenceau 91405 Orsay Cedex FRANCE [email protected] Le metodologie sintetiche attualmente presenti nella letteratura chimica organica, ricadenti nell’ambito della biocatalisi, si basano essenzialmente sull'uso di enzimi purificati di origine microbica, vegetale ed animale. Tramite questi sistemi catalitici è possibile infatti effettuare alcune utili preparazioni come l'idrolisi dei derivati degli acidi carbossilici, la riduzione dei composti carbonilici, l'ossidazione degli alcoli. Inoltre è possibile, date le loro ovvie caratteristiche stereo-strutturali, effettuare preparazioni altamente stereoselettive oltre che risoluzioni cinetiche e/o dinamiche di miscele racemiche. Naturalmente, oltre all'uso degli enzimi purificati, eventualmente supportati, è possibile effettuare reazioni di trasformazione chimica anche per mezzo di colture cellulari. Tuttavia solo recentemente è invalso l'uso di materiale vegetale intero come radici, foglie, parti di frutto, succhi, etc., con ovvi vantaggi dal punto di vista pratico-tecnologico ed economico1. In questo contesto, l’impiego di materiale vegetale proveniente da piante appartenenti al genere Citrus come possibile biocatalizzatore può a nostro avviso suscitare un significativo interesse sia scientifico che economico; ciò nonostante non esistano ancora, a nostra conoscenza, studi approfonditi sull'argomento, fatto salvo un unico caso nel quale viene effettuata la riduzione di un chetone aromatico promossa con resa molto bassa da C. aurantium2. Questa comunicazione descrive i risultati preliminari di una ricerca volta a valutare il potenziale biocatalitico delle piante del genere citrus. A seguito di uno screening iniziale nel quale sono state esaminate alcune possibili biotrasformazioni, si è osservata un'interessante attività lipasica nei confronti di alcuni esteri alifatici. Tali trasformazioni decorrono in alcuni casi in maniera altamente regioselettiva, come nel caso dell'ottenimento del 1,6-deacetil-esalattosio 1, non noto in letteratura, ottenuto come prodotto principale per incubazione del peracetillattosio in una sospensione di bucce di C. sinensis in acqua sterile. E' interessante constatare come tale attività enzimatica sia in un certo senso complementare a quella dell'acetil xilano-esterasi da Bacillus pumilus3 che pruomuove invece l'idrolisi della funzione acetilica al C-6'. Bibliografia 1 Cordell., G.A.; Lemos, T.L.G.; Monte, F.J.Q.; de Mattos, M.C. J. Nat. Prod. , 2007, 70 478 – 492. 2 Lian Peng Tong, Jing Nan Cui, Wei Min Ren, Xing Yong Wang, Xu Hong Qian Chinese Chem. Lett., 2008, 19, 1179–1182. 3 Teodora Bavaro, Marco Filice, Paolo Bonomi, Qais Abu alassal, Giovanna Speranza, Jose M. Guisan and Marco Terreni Eur. J. Org. Chem., 2011, 6181-6185. 50 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_12 SINTESI, CARATTERIZZAZIONE STRUTTURALE E ATTIVITÀ BIOLOGICA IN VITRO DI ORGANOSTAGNO(IV) CON DERIVATI DI 1,2,4-TRIAZOLO[1, 5-a]PIRIMIDINA Maria Assunta Girasolo a, Simona Rubino a, Piera Sabatino b a Dip.to di Scienze e Tecnologie Molecolari e Biomolecolari, Università di Palermo, Viale delle Scienze, Palermo, Italy b Dip.to di Chimica G. Ciamician, Università di Bologna,via F. Selmi 2, Bologna, Italy La struttura delle 1,2,4-triazolo[1,5-a]pirimidine1 è analoga a quella delle purine da cui differiscono per la presenza di un atomo di azoto pirimidinico in posizione “testa di ponte” e la scomparsa del protone acido dell’anello a cinque membri. Data la somiglianza tra questi sistemi, i composti di coordinazione delle 1,2,4-triazolo-[1,5-a]pirimidine possono essere considerati come sistemi modello per vari composti di coordinazione esistenti in natura. Recentemente sono stati sintetizzati e caratterizzati alcuni composti di diorganostagno(IV) con 5,7-diphenyl-1,2,4-triazolo[1,5a]pyrimidine2 (dptp), di cui viene qui riportata la struttura ai raggi X, e con l’acido 7-ammino-2(metiltio)-[1,2,4]triazolo[1,5-a]pirimidina-6-carbossilico. Figura 1: Struttura cristallina e molecolare dell’addotto [n-Bu2SnCl2(dptp)] (1) Il composto (1) presenta una coordinazione bipiramidale trigonale distorta intorno all’atomo di Sn; il legante dptp, che lega tramite N(3), occupa la posizione trans rispetto ad uno dei due atomi di Cl mentre le tre posizioni equatoriali sono occupate dal rimanente atomo di Cl e dai due leganti nbutilici. L’impaccamento tridimensionale della molecola è caratterizzato sia da un network di legami a H tra i gruppi C-H e gli atomi di Cl sia da interazioni aromatiche tra gli anelli aromatici presenti. L’attività citotossica di (1) è stata testata sulla linea cellulare umana U937 di linfoma istiocitico. Le cellule sono state trattate per 24 h in un range di concentrazioni compreso tra 0.5-20 M dell’addotto (1), in comparazione al cisplatino. I risultati ottenuti hanno dimostrato che alla concentrazione di 20 M, n-Bu2SnCl2(dptp) induce una marcata riduzione della vitalità cellulare che risulta essere del 5.5%, valore molto più basso del cisplatino, che alla stessa concentrazione risulta del 44%. Il composto è quindi più attivo del cisplatino. I complessi R2SnL2 sono stati ottenuti per reazione di R2SnO (R = Me, n-Bu, n-Oct ) con l’acido 7-ammino-2-(metiltio)[1,2,4]triazolo[1,5-a]pirimidina-6-carbossilico3 (HL) in metanolo a riflusso. La natura dei prodotti ottenuti è stata indagata analizzando i dati spettroscopici 1H-NMR, IR e 119Sn Mössbauer. Esaminando i parametri Mössbauer possiamo osservare che i valori di splitting di quadrupolo sono più grandi dei valori osservati in complessi di diorganostagno(IV) con geometria tetraedrica. Dobbiamo quindi presumere che lo stagno espanda il numero di coordinazione dando luogo a strutture bipiramidali trigonali, cis- o trans-R2, o ottaedriche trans-R2 fortemente distorte. Bibliografia 1 Salas,J.M.;Romero,M.A.;Sánchez,M.P.;Quirós,M.,Coord. Chem. Rev.,1999,1119,193. 2 Girasolo,M.A.;Canfora,L.;Sabatino,P.;Schillaci,D.;Foresti,E.;Rubino,S.;Ruisi,G.;Stocco,G., J.Inorg.Biochem.,2012,106,156. 3Ruisi,G.,Canfora,L.;Bruno,G.;Rotondo,A.;Mastropietro, T.F.;Debbia,E.A.;Girasolo,M.A.;Megna,B., J.Organomet. Chem.,2010,695,546. P_13 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI DEVELOPMENT OF PARP-1 INHIBITORS AS NOVEL ANTICANCER DRUGS Fedora Grande, Francesca Aiello, Antonio Garofalo. Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria, 87036 Arcavacata di Rende, (Cs); [email protected] Despite the considerable advances in technology and anticancer chemotherapy, there is still need to develop highly active, well-tolerated, and ideally orally active drugs, which exploit the increased understanding of tumor biology. Due to the similarity of healthy cells with cancer cells the effectiveness of many available anticancer drugs is limited by their toxicity to normal cells and the rapid emergence of drug resistant. Consequently, there is a significant interest to develop novel agents selectively targeting specific enzymes or cell cycle processes in unhealthy cells. Recently, anticancer research has focused on development of compounds targeting physiological enzymes, that modulate a wide variety of cellular functions, including cell differentiation, cell cycle progression, apoptosis and angiogenesis. Nowadays, the Poly(ADP-ribose) polymerase-1 enzyme (PARP-1) represents one of the most promising target in anticancer research. PARP-1 facilitates DNA single-strand break–base excision repair to maintain genomic stability. Often referred to as the “guardian angel of DNA”, this nuclear enzyme seems involved in a wide range of diseases such as cardiac disorders, cancer, inflammation and diabetes. Several studies have focused on the discovery of small molecules able to inhibit such enzyme leading to the identification of a pharmacophore model (Figure 1A).1 The cyclic amide moiety was described to be essential for activity, even though its replacement with a bioisosteric lactone group was not yet explored. Accordingly, several compounds have been synthesized in order to establish a coherent mode of action and structure-activity relationship following synthetic procedures recently performed by our research group.2 In particular, in this study we have focused on the design and synthesis of two series of variously substituted pyrrolobenzoxazine based compounds endowed with the essential structural requirements for anti-enzymatic activity (Figure 1B). Preliminary biological assays are now undergoing in order to evaluate their cytotoxic properties and enzymatic inhibition capability. B A X R A B Y N X = O, CO; Y = CO, O. Figure 1: A) PARP-1 pharmacophore model. B) Pyrrolobenzoxazines general structures. References 1 Ferraris D.V. Journal of Medicinal Chemistry, 2010, 53, 12, 4561–4584. 2 Aiello F.; Garofalo A.; Grande F. Tetrahedron Letters, 2010, 51, 6635–6636. 52 R1 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_14 THERMODYNAMIC PROPERTIES OF trans-4-HYDROXY-LPROLINE: EFFECT OF THE IONIC MEDIUM, IONIC STRENGTH AND TEMPERATURE ON THE ACID – BASE AND COMPLEXATION PROPERTIES Emilia Furia, Diego Cesario, Simona Filice, Anna Napoli, Giovanni Sindona Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Via P. Bucci, 87036, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] Hydroxyproline is an amino acid particularly abundant in the collagen, and its concentration in plasma and urines is considered an index of the metabolism of the collagen itself. It contains different donor atoms and for this reason it is considered a molecule with strong binding capacities1,2. In this communication, a study on the acid–base and complexation properties of trans4-hydroxy-L-proline carried out in different experimental conditions (i.e. ionic medium, ionic strength and temperature) is reported. The protonation of trans-4-hydroxy-L-proline, in a basic and in a more acid range (equations 1 and 2 respectively), was investigated in two different media, namely NaClO4 and NaCl aqueous solutions, in different ionic strength ranges (from 0.1 to 3.5 mol.Kg-1). HL ⇄ H+ + L(1) + + HL + H ⇄ H2L (2) The protonation equilibria of trans-4-hydroxy-L-proline were investigated by potentiometric titrations with a glass electrode, GE, at two different temperatures (T = 293.15 and 310.15 K) with cell (G) RE / Test Solution / GE (G), in which RE stands for the silver reference electrode = Ag / AgCl / 0.01 mol.Kg-1 AgClO4, (I – 0.01) mol.Kg-1 Na+ / I mol.Kg-1 Na+ and the Test Solution had the general composition: CL mol.Kg-1 HL, CA mol.Kg-1 H+, CB mol.Kg-1 NaOH, (I – CA – CB) mol.Kg-1 Na+, where CL were between (3.103 and 5.10-3) mol.Kg-1. The potentiometric data were analyzed by numerical method3 in order to obtain reliable protonation constants. The dependence of protonation constants on ionic strength was modelled by means of a Debye–Hückel type equation and the SIT approach. The temperature coefficients, in NaClO4 and NaCl aqueous solutions, were calculated by using the protonation constants at different temperatures. In order to evaluate the complexation properties of trans-4hydroxy-L-proline, the complexation equilibria of this ligand with the Al3+ and Fe3+ ions have been studied at 293.15 as well as at 310.15 K, in NaClO4 ionic media in different ionic strength ranges (from 0.1 to 3.5 mol.Kg-1). The composition of solutions was determined by potentiometric titrations by measuring the competition of the trans-4-hydroxy-L-proline for the metal and H+ ions with a glass electrode. The concentrations of ligand (CL) and metal ions (CM) were varied between 1.10-3 and 10.10-3 mol.Kg-1, and the ligand-to-metal ratio was varied between 1 and 10 (1 ≤ CL/CM ≤ 10). The hydrogen ion concentration was varied from 1.10-2 mol dm-3 to incipient precipitation of basic salts which takes place in a different pH range depending on the specific ligand to metal ratio. The general equilibrium can be written, schematically, for all four systems as equation 3: pMz+ + rHL ⇄ MpH-q(HL)r(zp-q) + qH+ βpqr (3) The speciation model and equilibrium data were determined on the basis of potentiometric evidences as well as the bonding sites by means of laser desorption mass spectrometry. References 1 Inamul-Haq, K.; Aziz, A., Ind. J. Chem., 1975, 13(3), 298-299. 2 Sanaie, N.; Haines,C.A., J. Chem. Eng. Data, 2005, 50, 1848-1856. 3 Gans, P.; Sabatini, A.; Vacca, A., J. Chem. Soc., Dalton Trans., 1985, 6, 1195–1200. P_15 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ATTIVITÀ BIOLOGICA DI DERIVATI CALIXPIRROLICI MEDIATA DAL NUOVO RECETTORE ESTROGENICO GPER Grazia Cafeo, Franz H. Kohnke, Georgia Papanikolaou, Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Messina, v. F. Stagno D’Alcontres 31, 98166 Messina (Italy) Maria Francesca Santolla, Rosamaria Lappano, Marcello Maggiolini, Dept.of Pharmaco-Biology University of Calabria - 87036 Rende, Cosenza (Italy) Camillo Rosano, Biopolimers and Proteomics IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino - IST, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro - Largo R. Benzi 10 - 16132 Genova Italy I calixpirroli1 sono una classe di composti macrociclici costituiti da unità pirroliche connesse a formare una struttura macrociclica mediante atomi di carbonio quaternari. L'interesse per questi composti deriva dalla loro abilità di complessare anioni e molecole neutre attraverso legami idrogeno che coinvolgono gli NH pirrolici. Più recentemente è stata osservata la capacità di agire da recettori ditopici complessando coppie ioniche. Nella classe dei calixpirroli sono anche comprese strutture 'ibride' che contengono anche altre unità aromatiche oltre al pirrolo. Il nostro gruppo si è dedicato da oltre un decennio allo studio dei calixpirroli.2 Fino ad oggi non sono disponibili informazioni sulle proprietà biologiche di questi composti. Gli estrogeni attraverso l’attivazione dei classici recettori estrogenici (ER e ERregolano numerose risposte fisiopatologiche e contribuiscono allo sviluppo di diverse forme di tumore. Recentemente, è stato dimostrato che un recettore accoppiato a proteina G, denominato GPR30/GPER, è in grado di mediare risposte rapide agli estrogeni in numerose tipologie di cellule normali e tumorali3. Tale recettore può essere considerato un promettente bersaglio terapeutico di nuove molecole nei tumori estrogeno-sensibili che non rispondono al trattamento con gli antagonisti dei classici recettori estrogenici4. Nell'ambito di un progetto sull'utilizzo di derivati calixpirroli per la veicolazione di farmaci antitumorali attivi sui recettori estrogenici, abbiamo analizzato una varietà di derivati calixpirrolici per la loro potenziale attività in cellule di tumore mammario (SKBR3) che esprimono GPER ma non ER e ERI dati preliminari ottenuti consentono di affermare che alcuni calixpirroli agiscono da agonisti di GPER, dunque il loro utilizzo potrebbe consentire di studiare i segnali molecolari mediati da tale recettore. Ulteriori studi consentiranno di verificare le attività biologiche esercitate da tali composti attraverso GPER e se modifiche strutturali possano indurre un’azione antagonista recettoriale per lo sviluppo di nuovi farmaci anti-tumorali. Questo poster descrive la sintesi dei derivati calixpirrolici analizzati e i risultati ottenuti. Bibliografia 1 (a) Gale, P. A.; Sessler, J. L.; Kral, V.; Lynch, V. J. Am. Chem. Soc. 1996, 118, 5140. (b) Gale, P. A.; Sessler, J. L.; Kral, V. Chem. Commun. 1998, 1. (c) Gale, P. A.; Anzenbacher, P.; Sessler, J. L. Coordination Chemistry Reviews 2001, 222, 57 2 (a) Cafeo, G.; Kohnke, F. H.; White, A. J. P.; Garozzo, D.; Messina, A. Chem. Eur. J. 2007, 13, 649. (b) Barattucci, A.; Bonaccorsi, P.; Cafeo, G.; Kohnke, F. H.; Papalia, T. Tetrahedron 2011, 67, 7548 e referenze citate. 3 Maggiolini, M., Picard, D. J. Endocrin. 2010, 204, 105. 4 Rosano, C., Lappano, R., Santolla, M.F., Ponassi, M., Donadini, A., Maggiolini, M. Curr Med Chem. 2012, [Epub ahead of print] Ringraziamenti: Questo lavoro è stato finanziato dalla Compagnia San Paolo di Torino a Messina e Genova e da AIRC e Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania a Rende. 54 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_16 DETERMINAZIONE DEL PROFILO AROMATICO DI SALSICCE CALABRESI Antonella Leggio, Emilia Lucia Belsito, Rosaria De Marco, Maria Luisa Di Gioia, Angelo Liguori, Carlo Siciliano, Mariagiovanna Spinella Dipartimento di Farmacia e SSN, Università della Calabria, Ed. Polifunzionale, 87036, Arcavacata di Rende (CS), Italia I salumi hanno origini antiche e la loro produzione tradizionale avviene grazie all’azione di microorganismi naturalmente presenti nella materia prima. Attualmente i salumi sono prodotti industrialmente e le fermentazioni avvengono tramite l’impiego di colture starter che modificano e migliorano l’impasto carneo dal punto di vista organolettico eliminando numerosi rischi di natura igienico-sanitaria. Nel corso della stagionatura dei salumi numerosi composti organici volatili (VOCs) sono generati attraverso meccanismi di natura chimica ed enzimatica. 1 L’aroma dei salumi è stato ampiamente studiato negli ultimi anni e l’analisi dei composti volatili è stata condotta attraverso varie tecniche analitiche; nei lavori più recenti è stata utilizzata la tecnica HS-SPME/GCMS.2 E’ stato determinato dal punto di vista qualitativo il profilo aromatico di salsicce tipiche calabresi. I VOCs sono stati estratti dalla matrice carnea mediante la tecnica HS-SPME e analizzati mediante GC-MS. La fibra SPME è stata esposta allo spazio di testa della vial contenente il campione di salsiccia per 4 ore a 30°C e successivamente è stata desorbita nell’iniettore del gascromatografo in modalità splitless. Le molecole volatili sono state identificate confrontandone gli spettri di massa con quelli di composti puri contenuti nelle librerie dello strumento e in alcuni casi verificati confrontando gli ioni “target” con quelli ottenuti da standard autentici. Sono stati identificati composti con un basso valore di soglia di percezione olfattiva quali aldeidi, terpeni, alcuni alcoli e chetoni che hanno un elevato impatto sull’aroma complessivo della salsiccia (Figura 1). Figura 1: Analisi HS-SPME GC/MS(EI) con fibra DVB/PDMS di un campione di salsiccia dolce. Bibliografia 1 a) M. Flores, C. C. Grimm, F. Toldrá, A. M. Spanier, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 1997, 45, 2178; b) A. Jurado, C. García, M. L. Timón, A. I. Carrapiso, Meat Science, 2007, 75, 585. 2a) D. L. GarcíaGonzáles, N. Tena, R. Aparicio-Ruiz, M. T. Morales, Meat Science, 2008, 80, 315; b) M. P. Giannelli, M. Flores, F. Toldrá, Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2002, 82, 1703. Il lavoro è stato realizzato nell’ambito del progetto “Ottimizzazione del ciclo produttivo dei salumi calabresi” APQ - Regione Calabria Azione 3 – Sostegno alla domanda di innovazione nel settore agroalimentare. I prodotti analizzati sono stati forniti dall’Azienda “San Vincenzo” di Spezzano Piccolo (CS). P_17 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ANALISI GC-MS DI ALCUNE VARIETÀ DI CITRUS SICILIANE PER INDIVIDUARE QUELLA PIÙ IDONEA PER LA PRODUZIONE DI LIMONCELLO Antonella Maggioa, Sergio Rossellia, Maurizio Brunoa, Gianfranco Fontanaa, Felice Senatoreb a b STEMBIO, Università di Palermo, Parco d’Orleans Ed. 17, 90128 Palermo; Dipartimento di Chimica dei Composti Naturali, Università di Napoli ‘‘Federico II”, Via D. Montesano 49, I-80131 Napoli, Italy [email protected] Il limoncello è un liquore dolce ottenuto dalla macerazione in alcool delle scorze del limone ed eventualmente di altri agrumi, miscelata in seguito con uno sciroppo di acqua e zucchero. La buccia di colore giallo citrino, ottenuta dai migliori limoni di forma ellittica, simmetrica e di dimensioni medio-grandi, è l'ingrediente principale del limoncello contenente oli essenziali che conferiscono al liquore un aroma molto deciso nonché un gusto molto forte. Secondo la tradizione il liquore limoncello nasce agli inizi del novecento e la sua paternità viene contesa tra sorrentini, amalfitani e capresi: molto rinomato infatti è quello prodotto in Campania utilizzando il limone di Sorrento (il "femminello") o lo sfusato amalfitano IGP. Nel disciplinare del limoncello di Sorrento si legge che gli ecotipi da utilizzare per il limoncello IGP sono quelli derivati dal femminello. Anche in Sicilia il Limoncello risulta essere il liquore più famoso e apprezzato. Il consumo del limoncello ha registrato cambiamenti significativi. Prima era un prodotto offerto a fine pasto. Oggi il consumo del limoncello è penetrato fortemente in famiglia, per cui gli operatori di mercato ricercano nuove valenze: del limoncello si cerca di valorizzare la singola provenienza del prodotto, nel senso di un vero e proprio marketing del territorio; si tenta di fare capire che fra limoncello e limoncello esistono differenze enormi. In un mercato frammentato e affollato come quello dei limoncelli, una risorsa importante per la commercializzazione del prodotto può essere quella della valutazione della qualità della materia prima e della garanzia della provenienza. Con quest’obbiettivo, in questo lavoro, abbiamo indagato la composizione degli oli essenziali di alcune varietà di Citrus limon e di Citrus sinensis per valutare quale potesse avere le migliori caratteristiche per un ottimo limoncello. 56 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_18 STUDIO DELLA COMPONENTE AROMATICA TRAMITE SPMEGC/MS DI DUE VARIETA’ DI FRAGARIA x ANANASSA Antonella Maggioa, Giuseppe Avellonea, Giuseppina Caracciolob, Sergio Rossellia, Eleonora D'Annab, Pasquale Agozzinoa, Vita Di Stefanoa, Maurizio Brunoa, Fabio D'Annab. a b STEMBIO, Università di Palermo, Parco d’Orleans Ed. 17, 90128 Palermo; Dipartimento dei Sistemi Agro-Ambientali SAGA, Viale delle Scienze Ed. 4, Ing. E,90128, Palermo [email protected] Il consumo di fragole, limitato fino ad un paio di secoli fa ai frutti di specie selvatiche si è espanso grazie alla creazione dell’ibrido Fragaria X ananassa che ne ha consentito la coltivazione in regioni pedoclimatiche diverse. Le produzioni sono via via aumentate per stabilizzarsi nell’ultimo decennio. Per l’Italia e soprattutto per la Sicilia la coltura della fragola rappresenta un’importante fonte di reddito per le piccole e medie aziende con un forte riflesso occupazionale e sociale. La fragola normalmente apre la stagione frutticola in primavera. Sempre più però nel mondo si mira alla destagionalizzazione del consumo di questo prodotto per cui si assiste all’intensificazione delle produzioni precoci e di quelle tardive ottenibili con nuovi genotipi, sia brevidiurni che rifiorenti, con tecniche innovative come l’utilizzo di piante fresche con pane di terra (cime radicate) e anche in fuori suolo. Dal momento che le proprietà organolettiche sono input determinante per la commercializzazione del prodotto, abbiamo intrapreso questo studio che intende valutare la composizione della componente aromatica attraverso analisi SPME-GC-MS di varietà e nuove selezioni di Fragaria x ananassa per verificarne la variabilità in funzione delle condizioni di coltivazione e del periodo di raccolta. In questo lavoro vengono riportati i risultati preliminari di questo studio. La tecnica di estrazione SPME abbianta all’analisi GC/MS è risultata valida e selettiva per l’identifiazione quali-quantitativa della componente volatile delle fragole, ciò a permesso di evidenziare i differenti composti che caratterizzano le due diversità di fragole Sabrosa Candonga e Florida Fortuna anche in base alle due tipologie di piante fresche “cime radicate” e a “radice nuda”. Questi risultati preliminari indicano, per quanto concerne la componente aromatica come abbondanza relativa, una prevalenza della Sabrosa Candonga rispetto alla Florida Fortuna, mentre per quel che riguarda le due tipologie “cime radicate” e a “radice nuda” quest’ultimo sembra contribuire ad una più ricca componente aromatica totale. P_19 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI DIRECT CONVERSION OF n-BUTANE TO ISOBUTENE IN MEMBRANE REACTORS: THERMODYNAMIC ANALYSIS Giuseppe Barbieria, Ilaria Mirabellib, Adele Brunettia, Enrico Driolia, b, Hamid A. Al-Megrenc, Mohammed Chafik Al-Kinanyc a Institute on Membrane Technology (ITM-CNR), National Research Council c/o The University of Calabria, Cubo 17C, Via Pietro Bucci, 87036 Rende CS, Italy b Chemical Engineering and Materials Department, The University of Calabria Cubo 45A, Via Pietro Bucci, 87036 Rende CS, Italy c King Abdulaziz City for Science & Technology, P.O. Box 6086 , Riyadh 11442, Kingdom of Saudi Arabia. [email protected] Isobutene is an important intermediate material in the petrochemical industry for the production of mthyl-t-butyl ether (MTBE) and polymers such as butyl rubber, polybutene. The direct one-step conversion of n-butane to isobutene by dehydroisomerization (reaction 3), has been reported as an interesting alternative to the currently practiced two reactors system technology. The n-butane dehydroisomerization (reaction 3) can be regarded as a combination of two reactions, dehydrogenation of n-butane (reaction 1) and isomerisation of butene (reaction 2). n-butane = n-butene + H2 ΔHReaction (@25°C)= 130 kJ mol-1 (reaction 1) n-butene = isobutene ΔHReaction (@25°C)= - 17 kJ mol-1 (reaction 2) n-butane = isobutene + H2 ΔHReaction (@25°C)= 113 kJ mol-1 (reaction 3) A thermodynamics analysis on the direct conversion of n-butane to isobutene in a membrane reactor has been carried out. This study is focused on the identification of the thermodynamic limit showed by a membrane reactor for this reaction. The shift in equilibrium conversion as a result of selective extraction of hydrogen in a membrane reactor has been evaluated taking into account the chemical reaction equilibrium and the permeative equilibrium1,2 through a 100% hydrogenselective membrane. The effect of temperature and pressure on the equilibrium and the conversion in a membrane reactor has been studied. The conversion 54% at equilibrium was obtained in a membrane reactor under pressure of 20 bar with the hydrogen partial pressure at equilibrium of 1 bar and at temperature of 625°C. The results showed that the conversion is higher than that obtained from the traditional reactor which is lower than 20%. In addition, the reaction pressure showed an interesting effect: when the partial pressure of hydrogen at equilibrium is kept constant, the equilibrium conversion of the membrane reactor remains the same under any value of the pressure. Although the pressure thermodynamically affects the reaction in a membrane reactor the removal of hydrogen from the reaction volume overtakes this negative effect. In addition, the distance of the membrane reactor equilibrium conversion from the TREC (traditional equilibrium conversion) increases with the reaction pressure owing to the negative effect on TREC. Therefore, the positive effect of the pressure on the hydrogen permeation and on the reaction volume reduction can be exploited, without “paying” any penalty in term of n-butane conversion. Acknowledgments: King Abdulaziz City for Science & Technology is grateful acknowledged for funding the project “Membrane reactor for petrochemical processes”. 1 Marigliano G., Barbieri G., Drioli E., “Equilibrium conversion for a palladium membrane reactor. Dependence of the temperature and pressure”, Chem. Eng. and Processing, 2003, 42, 231-236. 2 Brunetti A., Caravella A., DrioliE., Barbieri G., Chem. Eng. Technol., 2012, 35, 1–12. 58 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_20 PAPER SPRAY IONIZATION TANDEM MASS SPECTROMETRY (PS-MS/MS) IN UNDERIVATIZED URINARY ACYLCARNITINES ASSAY Attilio Naccarato, Sacha Moretti, Giovanni Sindona, Antonio Tagarelli Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Via P. Bucci, 87036, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] Paper spray (PS) is a recently developed ionization method that has been shown to be effective in analytes determination even in complex biological fluid samples such as whole blood and raw urine. Chromatographic and filter paper are cut into a triangular shape and then loaded with biological samples. When solvent is applied and a high voltage is supplied to the paper, a spray of charged droplets is induced at the tip of the paper triangle.1,2 Paper spray is a fast, direct and lowcost analysis method that has been shown to have some promising features in clinical chemistry and it has been recently applied to acylcarnitines assay in serum and whole blood. 3-5 In this work a systematic characterization of paper spray device in the assay of urinary acylcarnitines (C2-C18) was conducted. Urinary acylcarnitines are important biomarkers since the distribution pattern of these species or the excretion of particular acylcarnitines provides information about metabolic disease.6-8 Early application of desorption ionization methodologies have shown that the underivatized species undergo chemical reaction in the selvedge.8 Figure 1. Paper spray ion source The performance of solvent with different elution efficiency and paper substrate with various porosity grade and composition were tested using synthetic urine. Furthermore the addiction of low polarity solvents was considered. Tandem mass spectrometry in multiple reaction monitoring (MRM) was optimized in order to obtain a better specificity and sensitivity. Analytes signals were evaluated considering its stability and reproducibility. Internal standards calibration with [2H3]propionylcarnitine (C3-d3), [2H3]octanoylcarnitine (C8-d3), and [2H3] palmitoylcarnitine (C16-d3) will be used for accurate quantification. Limit of detection (LOD) and quantification (LOQ) will be determined. References 1 H. Wang, N.E. Manicke, Q.A. Yang, L.X. Zheng, R.Y. Shi, R.G. Cooks, O.Y. Zheng, Anal. Chem., 2011, 83, 1197 2 J. J. Liu, H. Wang, N. E. Manicke, J. M. Lin, R.G. Cooks, Anal. Chem., 2010, 82, 2463 3 Q.Yang, H. Wang, J. D. Maas, W.J. Chappell, N.E. Manicke, R.G. Cooks, Z. Ouyang. Int. J. Mass Spectrom., 2012, 312, 201 4 L. Shen, J. Zhang, Q. Yang, N.E. Manicke, Z. Ouyang, Clin. Chim. Acta. In press. 5 Q. Yang, N.E. Manicke, et al. Anal Bioanal Chem, 2012, 404, 1389 6 M. Moder, A. Kiessling, H. Loster, L. Bruggemann, Anal. Bioanal. Chem., 2003, 375, 200 7 M.S. Rashed, P.T. Ozand, M.P. Bucknall, D. Little, Pediatr. Res., 1995, 38, 324 8 A. Zuniga, L. Li, Anal. Chim. Acta, 2011, 689, 77 9 A. Liguori, G. Sindona, N. Uccella J. Am. Chem. Soc., 1986, 108, 7488. P_21 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ETHYL LACTATE: A GREEN SOLVENT FOR THE SYNTHESIS OF COLORED MAILLARD REACTION PRODUCTS FROM 2FURALDEHYDE Monica Nardi,a Paola Costanzo,b Manuela Oliverio,b Antonio Procopio,b Giovanni Sindonaa a Department of Chemistry University of Calabria Ponte Bucci, cubo 12C, 87036 Arcavacata di Rende (CS) Italy. b Department of Pharmacobiology University of Magna Graecia Complesso Ninì Barbieri, 88021 Roccelletta di Borgia (CZ), Italy. [email protected] Furan-2-carboxaldehyde is known as one of the main reaction products formed from pentoses during thermal treatment.1 Severin and Krönig (1972) reported that this aldehyde reacts easily with 4-hydroxy-5-methyl-3(2H)-furanone also derived from carbohydrate dehydration, giving rise to a yellow condensation product.2 Although as yet not investigated, it might be possible that the reaction of 2-furaldehyde with amino acids might contribute to color development present in the different foods.3 Lewis acid catalyzed reaction of 2-furaldehyde and secondary amines results in the formation of 4,5-diaminocyclopent-2-enones exclusively as the trans diastereomers.4 Li and Batey developed a method for exclusive formation of 4,5-diaminocyclopent-2-enones using lanthanide (III).5 Ethyl lactate is approved by the FDA as a food additive, is derived from renewable resources, and is biodegradable.6 In this paper, we describe a summary of the greenest 4,5-diaminocyclopent-2-enones with ethyl L-lactate (EL) as solvent. The reactions are complete within minutes at room temperature. References 1 Ledl, F.; Schleicher, E. Angew. Chem. 1990, 102, 597-734. 2 Ledl, F.; Severin, Th. Z. Lebensm. Unters.Forsch. 1978, 167, 410-413. 3 T. Hofmann J. Agric. Food Chem. 1998, 46, 932-940 4 J. Stenhouse, Justus Liebigs Ann. Chem., 1850, 74, 278. 5 S. Li; R. A. Batey Chem. Commun., 2007, 3759–3761 6 a) J. J. Clary, V. J. Feron and J. A. van Velthuijsen, Regul Toxicol.Pharmacol., 1998, 27, 88; b) C. T. Bowner and R. Hooftman, Chemosphere, 1998, 37, 1317 60 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_22 UN SURFATTANTE SUPRAMOLECOLARE A BASE CALIX[5]ARENICA† Giuseppe Gattuso,a Anna Notti,a Andrea Pappalardo,b Sebastiano Pappalardo,b Melchiorre F. Parisi,a Fausto Puntorieroa a Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Messina, Viale F. Stagno d’Alcontres 31, 98166 Messina b Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Catania, Viale A. Doria 6, 95125 Catania [email protected] I surfattanti trovano un largo impiego in chimica, biologia e nelle scienze ambientali e dei materiali.1 In questi settori i derivati calix[n]arenici idrofili stanno emergendo quali nuovi composti amfifilici per la solubilizzazione, il riconoscimento e/o il trasporto di substrati in ambiente acquoso. Nella presente comunicazione descriviamo la sintesi di un nuovo p-tert-butilcalix[5]arene, funzionalizzato al bordo inferiore con gruppi 4-butilsulfonato, e lo studio della successiva formazione di aggregati micellari in acqua mediante spettroscopie DOSY NMR e di fluorescenza. Descriviamo inoltre la formazione di un nuovo surfattante supramolecolare. Questa specie, ottenuta in seguito all’inclusione all’interno della cavità calixarenica di un opportuno substrato alchilammonico a catena lunga, produce un nuovo aggregato micellare (Figura 1).2 Figura 1: Schematizzazione della formazione del surfattante supramolecolare e dell’aggregato micellare. † Si ringrazia il MIUR (PRIN-2009A5Y3N9). Bibliografia 1 Schramm, L. L.; Stasiuk, E. N.; Marangoni, D. G. Annu. Rep. Prog. Chem., Sect. C, 2003, 99, 3–48. 2 Gattuso, G.; Notti, A.; Pappalardo, A.; Pappalardo, S.; Parisi, M. F.; Puntoriero, F. Tetrahedron Letters 2012, doi: http://dx.doi.org/10.1016/j.tetlet.2012.10.125 P_23 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI CONFORMATIONAL STUDIES AND SOLVENT-ACCESSIBLE SURFACE AREA ANALYSIS OF KNOWN SELECTIVE DNA GQUADRUPLEX BINDERS Lucia Parrotta,a Stefano Alcaro,a Anna Artese,a Giosuè Costa,a Simona Distinto,b Francesco Ortusoa a Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi “Magna Græcia”, Campus “S. Venuta”, Viale Europa, 88100, Catanzaro (Italia) b Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente, Via Ospedale 72, 09124, Cagliari (Italia) [email protected] Human telomeres are comprised of d(TTAGGG) repeats involved in the formation of G-quadruplex DNA structures. Ligands that stabilize these G-quadruplex DNA structures are potential inhibitors of the cancer cell-associated enzyme telomerase1. In human cells, telomerase adds multiple copies of the 5'-GGTTAG-3' motif to the end of the G-strand of the telomere and in the majority of tumor cells it results over-expressed. Several structural studies have revealed a diversity of topologies for telomeric quadruplexes, as confirmed by the different conformations deposited in the Protein Data Bank. In recent years an increasing number of chemically diverse telomerase inhibitors have been identified, including both natural and synthetic compounds. Thus telomerase has been regarded as one of the most attractive targets in cancer treatment. In this work, with the aim to rationalize the different experimental activities of known telomerase inhibitors2, a computational study was carried out to investigate their conformational properties and the relationships between the target affinity and the ligands solvent accessible surface area. Among the analyzed different scaffolds of Gquadruplex binders, such a descriptor provided helpful preliminary information to discriminate endstacking ligand binding affinities, revealing itself as a useful predictive tool in drug design and lead optimization processes. Figure 1:Energy global minimum conformers of compounds obtained in the Monte Carlo conformational search. Bibliografia 1 Cuenca, F.; Moore, M.J.; Johnson, K.; Guyen, B.; De Cian, A.; Neidle, S., Bioorg. Med. Chem. Lett., 2009, 19, 5109-5113. 2 De Cian, A.; Lacroix, L.; Dourre, C.; Temime-Smaali, N.; Trentesaux, C.; Riou, J.F.; Mergny, J.L., Biochimie, 2008, 90, 131-155. 62 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_24 SINTESI, CARATTERIZZAZIONE E ATTIVITÀ BIOLOGICA DI COMPLESSI DI Pt(II) CON LEGANTI ETEROCICLICI AZOTATI E SOLFORATI E LEGANTE ETILENEBIS(DITIOCARBAMMATO) Simona Rubinoa, Maria Assunta Girasoloa, Alessandro Attanzioa, Luisa Tesorierea a Dipartimento di Scienze e Tecnologie Molecolari (Stembio), Università di Palermo, viale delle Scienze Parco D’Orleans Pad. 16 90128 Palermo. [email protected] L’interesse sempre più crescente per complessi del platino1-2 contenenti atomi di zolfo come agenti chemioprotettori si basa sulla inibizione della nefrotossicità del cisplatino, effetto collaterale non indifferente in chemioterapia, non interferendo per altro con la sua azione antitumorale, per via della formazione di complessi stabili che aumentano il suo effetto chemioterapico. Vasta è infatti la letteratura riguardante il complesso Pt(II)-dietilditiocarbammato3 precursore del complesso da noi studiato. In questo contesto sono stati sintetizzati e strutturalmente caratterizzati tramite spettroscopia IR , spettrometria di massa, 1H e 13C NMR, nuovi complessi di Pt(II) con leganti eterociclici azotati e contenenti atomi di zolfo come [PtCl2(dmso)HL](dmso) (1) dove HL4 è il legante 7-amino-2-(metiltio)[1,2,4]triazolo[1,5-a]piridina-6-acido carbossilico], [K2Pt(ebdtc)2]n (2) dove ebdtc è il etilenebis(ditiocarbammato) di sodio e Pt(dbt)2Cl2 (3) dove bdt è il 2,4-bis(5,6difenil-1,2,4-triazin-3il)-piridina]. Figura 1: Struttura a raggi X del complesso (1) [PtCl2(dmso)HL](dmso) Dalla diffrattometria a raggi X del complesso (1) è stato possibile individuare la struttura Fig.1, dove lo ione Pt(II) in una perfetta geometria quadrata planare si lega agli atomi di cloro e all’azoto della porzione triazolica del legante eterociclico e la sua sfera di coordinazione viene completata da un atomo di zolfo di una molecola di DMSO. Nel complesso (2) con etilenebisditiocarbammato carico negativamente lo ione Pt(II) si comporta da bidentato coordinandosi a quattro atomi di zolfo. Il complesso (3) invece possiede lo ione Pt(II) anch’esso in coordinazione planare quadrata che si lega all’atomo di N1 dell’anello piridinico e all’atomo di N2 dell’anello triazinico. L’ attività antiproliferativa dei complessi è stata valutata su cellule umane di epatocarcinoma (HepG2) così come su cellule umane normali immortalizzate (Chang). I Complessi (1) e (2), testati nel range 10-50 M, hanno mostrato un effetto citostatico dose-dipendente più elevato del ciplatino in cellule HepG2, mentre risultavano inefficaci sulla linea di epatociti normali. Analisi citofluorimetriche di cellule HepG2 trattate per 24 h con i composti di Pt(II) sintetizzati, hanno messo in evidenza che il complesso (1) provoca apoptosi in modo dose-dipendente, con scramble dei fosfolipidi di membrana, perdita del potenziale mitocondriale di membrana e blocco del ciclo cellulare in fase G2/M. Il complesso (2 )aveva una significativamente più bassa efficacia mentre il composto (3) era inefficace. 1 Bibliografia Rubino S., Portanova P., Giammalva F., Girasolo M.A., Orecchio S., Calvaruso G., Stocco G., Inorganica Chimica Acta, (2011), 370, 207-214. 2 Rubino S., Portanova, P. Girasolo A., Calvaruso G., Orecchio S., Stocco G.C., Eur, J. Med. Chem. (2009), 44, 1041-1048. 3 Islami-Moghaddam M., Mansouri-Torshizi H.,Divsalar A., Saboury A.A., J. Iranian Chemical Society, (2009), 6, 552-569. 4 Ruisi G., Canfora L., Bruno G., Rotondo A., Mastropietro T. F., Debbia E. A., Girasolo M. A., Megna B., J. Organometallic Chemistry, (2010), 695, 546-551. P_25 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI ANALISI 1H E 13C-NMR IN ALTA RISOLUZIONE DEL PROFILO GLICERICO DI SALSICCE CALABRESI CONTENENTI -TOCOFEROLO Carlo Siciliano, Mariagiovanna Spinella, Emilia Belsito, Maria Luisa Di Gioia, Antonella Leggio, Angelo Liguori Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria Edificio polifunzionale – 87030 Arcavacata di Rende (CS) [email protected] La principale causa di deterioramento dei gliceridi contenuti nei salumi è l’ossidazione. Un fenomeno di ossidazione rapida è causa di riduzione della shelf life, perdita dei principali valori nutrizionali e sviluppo di irrancidimento e di caratteristiche organolettiche non gradevoli in prodotti che, di conseguenza, non vengono accettati dal consumatore. L’ossidazione primaria delle frazione glicerica determina la formazione di idroperossidi. Il fenomeno dell’ossidazione secondaria degrada i prodotti derivanti dall’ossidazione primaria e determina l’ulteriore formazione di un elevato numero di composti, tra cui aldeidi epatotossiche. L’ossidazione dei gliceridi può essere prevenuta o completamente soppressa mediante l’aggiunta di antiossidanti naturali.1 Current Data Parameters NAME RAFFAELE salsiccia no tocoferolo I invio + tocoferolo standard EXPNO 1 PROCNO 1 F2 - Acquisition Parameters Date_ 20121102 Time 20.56 INSTRUM AV300 PROBHD 5 mm BBO BB-1H PULPROG zg TD 131072 SOLVENT CDCl3 NS 256 DS 2 SWH 4194.631 Hz FIDRES 0.032002 Hz AQ 15.6238327 sec RG 8 DW 119.200 usec DE 6.00 usec TE 300.0 K D1 5.00000000 sec * * ======== CHANNEL f1 ======== NUC1 1H P1 6.80 usec PL1 -3.00 dB SFO1 300.1319508 MHz CH3 della catena linolenica (PUFA, F2 - Processing parameters SI 262144 SF 300.1300094 MHz WDW EM SSB 0 LB 0.00 Hz GB 0 PC 0.50 * 2.8 2.6 O 2.4 2.2 2.0 1.8 * * * 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8 ppm OH -tocoferolo 9.0 8.5 8.0 7.5 7.0 6.5 6.0 5.5 5.0 4.5 4.0 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 ppm 11.64 10.94 71.30 52.43 82.59 14.22 75.81 4.44 9.79 6.87 819.80 4.31 173.98 0.57 0.21 0.04 9.5 1.00 10.0 Figura 1: Spettro 1H-NMR in alta risoluzione di un campione di TLE addizionato di α-tocoferolo (* = segnali dell’antiossidante). L’α-tocoferolo naturale (40 mg/Kg) è in grado di rallentare sensibilmente i processi ossidativi della frazione glicerica di salsicce piccanti calabresi prodotte industrialmente secondo metodi tradizionali. Le analisi sono state condotte in parallelo, durante un periodo di stagionatura della durata complessiva di 180 giorni, su salsicce addizionate di α-tocoferolo e non contenenti l’antiossidante. Gli estratti lipidici totali (TLE) ottenuti mediante Soxhlet sono stati sottoposti ad indagine spettroscopica 1H e 13C NMR in alta risoluzione, senza ulteriore funzionalizzazione, per la determinazione dei profili glicerici quantitativi.2 L’analisi dei prodotti di ossidazione è stata condotta sugli stessi campioni di TLE utilizzati per il calcolo dei profili glicerici quantitativi. Bibliografia 1 Hoz, L.; D’Arrigo, M.; Cambero, I.; Ordóñez, J.A. Meat Sci. 2004, 67, 485-495. 2 Siciliano, C.; Belsito, E.; De Marco, R.; Di Gioia, M.L.; Leggio, A.; Liguori, A. Food Chem. 2013, 136, 546-554; disponibile online, DOI 10.1016/j.foodchem.2012.08.058. Lavoro realizzato nell’ambito del progetto “Intesa Istituzionale di Accordo di Programma Quadro, Ricerca Scientifica e Innovazione Tecnologica nella Regione Calabria, I° Atto Integrativo – Azione 3 – Sostegno alla Domanda di Innovazione nel Settore Agroalimentare”, Ottimizzazione del Ciclo Produttivo dei Salumi Calabresi, POR Calabria FESR 2007-2013. I lotti di salsicce caso di studio sono stati forniti dall’Azienda “San Vincenzo” di Spezzano Piccolo (CS). 64 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_26 LA DIMETILSULFOSSONIO METILIDE COME REAGENTE UNICO PER LA DEPROTEZIONE SIMULTANEA DELLA FUNZIONE CARBOSSILICA ED AMMINICA DI ESTERI DI FMOC-AMMINOACIDI E FMOC PEPTIDI Mariagiovanna Spinella, Rosaria De Marco, Emilia Lucia Belsito, Antonella Leggio, Angelo Liguori Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria, Ed. Polifunzionale I87036 Arcavacata di Rende (CS), Italia La dimetilsulfossonio metilide è stata usata come unico ed utile reagente per la deprotezione simultanea della funzione carbossilica protetta come estere e della funzione amminica protetta con il 9-fluorenilmetossicarbonile (Fmoc) di α-amino acidi ed oligopeptidi. La nuova metodologia è stata applicata con successo nella sintesi peptidica, basata sulla “Fmoc-chemistry”, sia in fase solida che in soluzione. I corrispondenti amminoacidi e peptidi liberi sulla funzione carbossilica e sulla funzione amminica (Figura 1) vengono recuperati in tempi brevi ed in ottime rese. La nuova procedura è stata applicata con ottimi risultati, anche, su peptidi contenenti amino acidi protetti in catena laterale con gruppi protettori acido-labili. É stato, inoltre, studiato mediante risonanza magnetica nucleare l’andamento stereochimico della reazione di deprotezione. I dati 1H-NMR della miscela di prodotti diastereoisomerici, N-acetil-D-alanil-L-alanina ed N-acetil-L-alanil-L-alanina, ottenuti dai corrispondenti dipeptidi Fmoc-protetti, indicano che le condizioni adottate non causano inversione di configurazione dei centri chirali presenti nei substrati di partenza. O FmocHN Peptide O O O Peptide FmocHN O H2C S CH3 CH3 O H2N Peptide O OH H2N Figura 1 Peptide OH P_27 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SINTESI DI DERIVATI INDENICI MEDIANTE NUOVI PROCESSI DI AMMINOCARBONILAZIONE OSSIDATIVA CARBOCICLIZZAZIONE Pd CATALIZZATA Lucia Veltri, Bartolo Gabriele, Raffaella Mancuso, Vito Maltese, Giuseppe Salerno Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Cubo 12/C, Università della Calabria, 87036 Arcavacata di Rende (CS) [email protected] I derivati indenici sono molecole chimicamente e farmacologicamente molto interessanti in quanto posseggono elevate attività analgesiche ed antiinfiammatorie1. Lo sviluppo di nuove metodologie di sintesi per la formazione efficiente di tali composti a partire da substrati facilmente disponibili appare pertanto di particolare interesse. In questa comunicazione, riportiamo una nuova sintesi di derivati indenici carbonilati variamente sostituiti (2) mediante un processo sequenziale di amminocarbonilazione ossidativa PdI2/KIcatalizzata del triplo legame2 – addizione coniugata intramolecolare, a partire da 2-etinilbenzeni opportunamente sostituiti in posizione orto con un gruppo precursore di un carbonucleofilo (1) (Schema 1). O PdI2 (1mol%) KI (10 mol%) R1 R2 + NHR2 + CO + 1/2 O2 R3 1 NR2 R R1 CO (PCO = 32 atm) aria (Paria = 8 atm) CH3CN (0.1M) 100 °C, 3h R2 O R2N R1 R2 R3 2 Schema 1 I prodotti 2 sono stati ottenuti con rese isolate da moderate a soddisfacenti (46-73%) e la reazione si è mostrata essere altamente selettiva verso la formazione degli isomeri E. Bibliografia 1 D. L. Musso et al.; J. Med. Chem., 2003, 46, 399-408. 2 Gabriele, B.; Salerno, G.; Veltri, L.; Costa, M.; J. Organomet. Chem., 2001, 622, 84-88 66 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_28 STUDIO DELLE PROPRIETÀ ACIDO-BASE E DELLA SOLUBILITÀ DELL’EPINEFRINA A DIFFERENTI VALORI DI FORZA IONICA E TEMPERATURA MEDIANTE L’UTILIZZO DI DIFFERENTI TECNICHE ANALITICHE Clemente Bretti, Francesco Crea, Giuseppina Vianelli Dipartimento di Scienze Chimiche Viale Ferdinando Stagno d’Alcontres, 31, 98166, Messina [email protected] L’epinefrina ((R)-4-(1-idrossi-2-(metilammino)etil)benzen-1,2-diolo o adrenalina) è un ormone e neurotrasmettitore rilasciato dal corpo in situazioni di stress; appartiene ad una classe di sostanze farmacologicamente attive chiamate catecolamine contenendo nella propria struttura sia un gruppo amminico che un orto-didrossi –benzene il cui nome è catecolo. La sintesi dell’epinefrina avviene nella midollare surrenale catalizzata dall’enzima feniletanolammina-N-metiltransferasi, che converte la noradrenalina in adrenalina. La sintesi comincia con il trasporto attivo nella cellula dell’amminoacido L-tirosina. La ricerca condotta, è stata incentrata sullo studio delle proprietà acido base e della solubilità dell’epinefrina mediante l’utilizzo di differenti tecniche analitiche. Gli studi di solubilità sono stati effettuati in soluzioni acquose di NaCl a differenti valori di forza ionica (0.1 ≤ I/mol L-1 ≤ 1) e temperatura (T = 298.15 e 310.15 K); ciò ha consentito di calcolare la solubilità totale del legante alle varie condizioni sperimentali, e note le costanti di protonazione ed il pH nelle condizioni di solubilizzazione, è stato possibile calcolare la solubilità della specie neutra. Mediante l’equazione di Setschenow è stato possibile studiare la dipendenza della solubilità della specie neutra dalla concentrazione salina, e ricavare il parametro che esprime il “salting effect “, legato a sua volta ai coefficienti di attività. Le proprietà acido-base sono state studiate nelle stesse condizioni sperimentali delle misure di solubilità, mediante potenziometria ISE-[H+] e spettrofotometria UV-vis (200< λ/nm<450); inoltre sono stati effettuati dei check sulle costanti di protonazione, a T= 310.15 K, utilizzando la spettrofluorimetria ( λecc=284 nm e 300< λemiss/nm<400). Sono stati usati, per studiare la dipendenza delle costanti di protonazione dalla forza ionica, l’equazione di Debey-Hückel e il modello di Interazione ionica Specifica (SIT); mediante l’utilizzo di quest’ultimo modello è stato possibile determinare i coefficienti di interazione di ciascuna coppia ionica formata in soluzione. P_29 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI SINTESI DI ETEROCICLI AZOTATI PER CARBONILAZIONE OSSIDATIVA PD-CATALIZZATA DI 2-ALCHINILBENZAMMIDI Raffaella Mancuso, Bartolo Gabriele, Ida Ziccarelli, Giuseppe Salerno Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] La carbonilazione ossidativa PdI2-catalizzata di substrati acetilenici recanti un gruppo nucleofilo in posizione opportuna costituisce un metodo molto importante per la sintesi di eterocicli carbonilati.1 In questa comunicazione riportiamo un nuovo metodo per la sintesi diretta di derivati isoindolinonici (2,3) e isochinolonici funzionalizzati (4) mediante eterociclizzazione-carbonilazione ossidativa PdI2-catalizzata. ( Schema 1) O R2 R2 OR' Pdcat H N 1 R NR1 CO, O2, R'OH 2 1 O O R1, R2 = alkyl, aryl R' = Me, Et Pdcat CO,O2, Pdcat R'OH CO2R' R2 NR1 4 O R = alkyl, aryl; R2=H R' = Me, Et O R2 CO, O2, R''2NH NR1 R'' N R'' O 3 R = alkyl, aryl; R2=H R''2NH = morpholine, piperidine, pyrrolidine 1 1 Schema 1 Le reazioni sono state condotte ad una temperatura di 100°C e alla pressione di 40 atmosfere di una miscela 4:1 di CO-aria, in presenza di quantità catalitiche di PdI2 (1 mol %) con KI (10 mol %). I prodotti sono stati ottenuti con buone rese (50-80%). La reazione segue diversi percorsi meccanicistici a seconda dei sostituenti sul substrato modello e delle condizioni di reazione. Bibliografia (1) For reviews, see: (a) Gabriele, B.; Salerno, G.; Costa, M. Top. Organomet. Chem. 2006, 18, 239-272. (b) Gabriele, B.; Salerno, G. PdI2. In e-EROS (Electronic Encyclopedia of Reagents for Organic Synthesis); Chrich, D., Ed.; Wiley-Interscience: New York, 2006. (c) Gabriele, B.; Salerno, Costa, Synlett 2004, 24682483. (d) Gabriele, B.; Salerno, G.; Costa, M.; Chiusoli, G. P. Curr. Org. Chem. 2004, 8, 919-946. (e) Gabriele, B.; Salerno, G.; Costa, M.; Chiusoli, G. P. J. Organomet. Chem. 2003, 687, 219-228. (f) Gabriele, B.; Salerno, G. Cyclocarbonylation. In Handbook of Organopalladium Chemistry for Organic Synthesis; Negishi, E., Ed.; Wiley-Interscience: New York, 2002. 68 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_30 INFLUENZA DI DIFFERENTI SISTEMI DI PACKAGING SUL TENORE IN COSTITUENTI SALUTISTICI DI PIANTE ALIMURGICHE DURANTE LA SHELF-LIFE DEL PRODOTTO Maria Stefania Sinicropi,a Monica Rosa Loizzo,a Anna Caruso,a Salvatore Seminara,b Antonella Reitanob, Francesco Menichinia a Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria, Via P. Bucci, Edificio Polifunzionale, 87100 Arcavacata Rende (CS) b Dipartimento di Scienze Aziendali, Università della Calabria, Via P. Bucci, Edificio Polifunzionale, 87100 Arcavacata Rende (CS) [email protected] L'impiego alimentare di piante spontanee è una pratica diffusa in tutta l'Italia 1. La fitoalimurgia riveste oggi un ruolo ben diverso rispetto a quello del passato, infatti, da necessità alimentare è oggi puro interesse verso la riscoperta delle tradizioni culinarie del territorio. Numerosi studi hanno, inoltre, dimostrato che le specie spontanee contengono elevate concentrazioni di sali minerali, proteine, un alto tasso di vitamine A e C e notevoli percentuali di fibre.2 In questo contesto si inserisce il presente lavoro che ha valutato l’influenza di differenti sistemi di packaging sul tenore in polifenoli e flavonoidi, riconosciuti come componenti salutistici durante la shelf-life di prodotto, presenti nelle specie: Cichorium intybus L., Sonchus oleraceus L. e Picris hieracioides L. La cicoria (C. intybus), per il suo caratteristico sapore rustico e amarognolo è consumata cruda, leggermente scottata e ripassata in padella o ancora come condimento per pasta; il P. hieracioides, anche questo caratterizzato da un sapore amarognolo, comunemente riconosciuto come aspraggine, per via della peluria presente sulle foglie, viene consumato soprattutto cotto da solo o insieme ad altre specie spontanee per la preparazione di torte salate o semplicemente scottato e ripassato in padella. Mentre le foglie di S. oleraceus, noto come soncino, crespigno o cicerbita, sono consumate fresche o semplicemente scottate. Ciascuna specie in forma spontanea raccolta nei pressi dell’Azienda Agricola Namastè è stata confezionata con differenti sistemi di packaging: in cartone (essendo un prodotto BIO e per questo comunemente commercializzati in questa forma), in busta dotata di microfori traspiranti che permettono la fuoriuscita dell’umidità in eccesso (evitando il ristagno dell’acqua) ed in vaschette ricoperte di film tipo pellicola. La shelf-life è stata monitorata a 0, 3 e 7 giorni dal campionamento conservando i campioni a 2-8°C. Al termine del periodo di osservazione le specie sono state analizzate per aspetto e emissione di flavour e poste a macerare in metanolo (250 ml x 48 h x 3 volte). Gli estratti ottenuti sono stati saggiati per la determinazione dei polifenoli totali con il saggio di Folin-Ciocalteu3 e dei flavonoidi totali, secondo la metodica descritta da Yoo et al.4 Notevoli differenze sono riscontrabili sui differenti campioni sia in termini di accettabilità del prodotto che di conservazione. Variazioni sono evidenziabili sia nel contenuto in polifenoli che in flavonoidi durante la shelf-life con un declino al 7 giorno di osservazione. L’ analisi S.W.O.T. ha mostrato, tra i punti di debolezza del prodotto, l’alta stagionalità e la produzione limitata nonché l’assenza di politiche di mercato e la concentrazione in segmenti tradizionali. Allo stesso tempo, la predetta analisi ha evidenziato importanti punti di forza quali: costo zero per un prodotto di elevata qualità e BIO, con ottime qualità organolettiche e proprietà salutistiche. Bibliografia 1 Aliotta G., Inform. Bot. Ital. 1987, 19: 17.2Fritz D., Acta Horticulturae,1989, 242: 193. 3 Gao, X.; Ohlander, M.; Jeppsson, N.; Björk, L.; Trajkovski, V. J. Agr. Food Chem., 2000, 48, 1485. 4 Yoo, K.M.; Lee, C.H.; Lee, H.; Moon, B.K.; Lee, C.Y. Food Chem. 2008, 106, 929. P_31 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI CHARACTERIZATION OF THE PROTEIN SUBSET FROM A WINEMAKING BACTERIA, OENOCOCCUS OENI, BY MALDI MASS SPECTROMETRY Gilda Aiello,a Donatella Aiello,a Maristella Cappello,b Marco Fiorillo,c Anna Napoli,a Giovanni Sindona,a a Department of CTC , University of Calabria, Via P.Bucci, Arcavacata di Rende, Italy b Insitute of Science of Food productions, National Reserch Council, via Monteroni, Lecce,Italy c Department of Pharmaco-Biology, University of Calabria, Ed.polifunzionale, Arcavacata di Rende, Italy [email protected] Bacteria are ubiquitary, unicellular organism and represent the microbial ecology of food, beverages and related fermentations products. Today, for their beneficial1 characteristics are considered food grade organisms and most of them are generally recognized as safe for human health. The most commonly used in winemaking are Lactic Acid Bacteria (LAB). They are bacteria Gram-positive, non motile, non-spore-forming, rod-shaped or coccica, and ferment sugars to produce mainly lactic acid. LAB are present in many natural fermentation processes and find wide use even at an industrial level. In winemaking are considered to be responsible for the improvement of the organoleptic qualities of the wine itself. The most interesting species of this microbial organisms is Oenococcus Oeni, alcohol-tolerant, acidophilic lactic acid bacterium that play an important role in the organoleptic quality of wine. It’s responsible for the malolactic fermentation (MLF), an important secondary fermentation in the production of wine. MLF affects three different but linked, facets of wine quality: acidity, microbial stability and sensorial complexity of wine. It may occurs spontaneously or be induced by inoculation of commercial bacterial starter cultures. O.Oeni is the most desired bacterial species thanks to ability to grow in the harsh wine conditions (pH ≈2.9) and for its resistance to high ethanol concentration (< 15% v/v).2 Therefore, given the economic importance of this fermentation and the possibility of producing wines with specific sensorial quality of the geographical area, the proteome profile study of Oenococcus Oeni was conducted. In this report, a new proteomic approach to a rapid characterization of Oenococcus Oeni subproteome is presented. It relies on partial extraction and solubilization of a limited number of proteins from whole cell culture using a saline solution of ammonium bicarbonate3, followed by subcellular fractionation. Each obtained fraction was digested and chemically separated by SPE Column Off-line. Bacteria tryptic peptides analysis was performed by MALDI MS and the sequence amino acid informations were obtained by MS/MS validation. Various cold shock proteins have been identified as 60 kDa Chaperonin and other stress proteins, all useful for the determination of bacteria fingerprint. References 1 Cappello, M. S; Zapparoli, G.; Stefani, G.; Logrieco, A.; Systematic and Applied Microbiology, 2010, 33, 461-467 2 Knoll, C.; Fritsch,S.; Schnell, S.; Grossmann, M.; Rouhut, D. Food Science and Technology, 2011,44, 20772086 3 Napoli, A.; Di Donna, L.; Moschidis, P.; Sindona,G. Journal of Proteome Research, 2008, 7, 2723-2732. 70 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_32 PROFILING AND CHARACTERIZATION OF LIPIDS ON “SOPPRESSATA” FROM “SUINO NERO DI CALABRIA” BY MALDI MASS SPECTROMETRY Donatella Aiello, Leonardo Di Donna, Emilia Furia, Fabio Mazzotti, Anna Napoli, Antonio Tagarelli, Giovanni Sindona Department of CTC , University of Calabria, Via P.Bucci, Arcavacata di Rende, Italy [email protected] Animal fats comprise complex mixtures of mono- (MAGs), di- (DAGs) and triacylglycerols (TAGs). Characterisation of these mixtures requires determination not only of which fatty acids are present in each one, but also the position at which each fatty acid is esterified to the glycerol backbone, since this has important implications for nutrition.1 Traditional methods include stereospecific enzymatic hydrolysis and partial hydrolysis of the molecules by derivatization and analysis by chiral chromatography.2 These methods have the disadvantages of being timeconsuming and complex and only provide information on the overall composition of a mixture rather than information on each molecule. The most efficient separations of TAGs have been achieved using reversed phase HPLC combined with APCI mass spectrometry, allowing an unambiguous identification of compounds.3 Due to the current lack of methods for validating fats, there is a growing interest towards TAG speciation. This requires rapid and high sensitivity analytical methods to characterize the fatty acid distribution. Matrix-assisted laser desorption/ionization–time-of-flight (MALDI-TOF) mass spectrometry (MS) is achieving greater importance in this field, as the preparation of samples is extremely fast and easy to perform, and since the method is highly specific, accurate and sensible. 4,5 Moreover lipids profile, containing MAG, DAG and TAG could be useful for the determination of authenticity of local sausages production, leading to a certification of the authenticity of local landraces essential when fake exotic varieties can be used to replace authentic local varieties. The salami “soppressata” from “suino nero di Calabria” was selected as case of study to determine the lipids profile and to identify and characterize specific TAGs and some complex glycerolipids without any previous chromatographic separation. MALDI MS and MS/MS analysis have yielded to consistent results, related to a fingerprint of “suino nero” meat suggesting some additional quality parameters closely associated with TAG composition and integrity. Bibliografia 1 Zampelas, A.; Williams, C. M.; Morgan, L. M.; Wright, J.; Quinlan, T.; Br. J. Nutr., 1994, 71, 401. 2 Christie, W. W.; Nikolovadamyanova, B.; Laakso, P.; Herslof, B.; J. Am. Oil Chem. Soc., 1991, 68, 695. 3 Byrdwell, W. C.; Neff, W. E.; J. Liq. Chromatogr. Relat. Technol.,1996, 19, 2203. 4 Picariello, G.; Sacchi, R.; Addeo,F.; Eur. J. Lipid Sci. Technol., 2007, 109, 511. 5 Chapagain, B. P.; Wiesman, Z.; J. Agric. Food Chem., 2009, 57, 1135. P_33 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI NON CLASSICAL ANTICANCER AGENTS: ON THE WAY TO WATER SOLUBLE ZINC(II) HETEROLEPTIC COMPLEXES. Bárbara Sanz Mendiguchía, Daniela Pucci, Teresa Mastropietro, Mauro Ghedini, Alessandra Crispini. Centro di Eccellenza CEMIF.CAL-LASCAMM, CR-INSTM Unità della Calabria, Department of Chemistry, Università della Calabria, Via P. Bucci Cubo 14C, 87036, Arcavacata di Rende(CS), Italy [email protected] In the field of non-classical anticancer agents, Zn(II) derivatives have proved to be potential anticancer agents with low in vivo toxicity and perhaps new modes of action and cellular targets with respect to the classical metallodrugs.2 However, the limited solubility of neutral metal-based drugs, which often imply low bioavailability, together with toxic side effects and resistance, represent the major limits in their effective uses.3 Traditional strategies to affect solubility of drugs have been mainly based on the transformation of the active pharmaceutical ingredient (API) into the corresponding salts by using pharmaceutically acceptable salt formers.4 CH2OH 1 CH2OH CH2OH ZnCl2 N i N N Zn Cl p ro O iii HOH2C N Zn N O O CH2OH N S OO ii p tro .K ui eq Cl CH2OH 2 N CH2OH Kt N Zn Cl O O CH2OH N N 2 equi. sacc N . ui eq CH2OH CH2OH iv CH2OH CH2OH CH2OH N N O Zn O O O 1equi. sacc v CH2OH N N O O Zn N SO O O Scheme 1. i) Acetone, 24h, r.t. ii) H2O/ MeOH, N2, 5d, r.t. iii) 20mL H2O, 4h., grindig. iv) H2O, N2, 19h, r.t. v) 20mL EtOH, 4h., grinding. Herein, new heteroleptic Zn(II) complexes of 4,4’-bis(hydroxymethyl)-2,2’-bipyridine have been synthesized by using tropolone as complementary ligand. Mechanochemical and solution reactions have been conducted on these new tropolonate derivates with saccharin, which was introduced in order to promote the formation of salts and/or co-crystals metal systems. However, a drastic rearrangement of the coordination sphere around the Zn(II) ion was achieved, the saccharin acting as proton donor towards the tropolonate. The novel Zn(II) species exhibit dramatic solubility advantage over their precursors. Bibliografia 1 Bruijnincx, P. CA.; and Sadler, P.J.; Curr. Opin. Chem. Biol., 2008, 12, 197; Sava, G.; Bergamo, A. and Dyson, P.J.; Dalton Trans., 2011, 40, 9069; Drewrya, J.A. and Gunninga, P. T.; Coord. Chem. Rev., 2011, 255, 459. Tan, J.; Wang, B. and Zhu, L., Bio. Med. Chem., 2009, 17, 614; Jiang, Q.; Zhu, J.; Zhang, Y.; Xiao, N. and Guo, Z., Biometals, 2009, 22, 297; Liguori, P. F.; Valentini, A.; Palma, M.; Bellusci, A.; Bernardini. S.; M., Ghedini, M.; Panno, L.; Pettinari, C.; Marchetti, F.; Crispini, A.; and Pucci, D.; Dalton Trans., 2010, 39, 4205; Pucci, D.; Bellini,T.; Crispini, A.; D'Agnano, I.; Liguori, P. F.; Garcia-Orduña, P.; Pirillo, S.; Valentini, A.; and Zanchetta, G.;. Med. Chem. Commun., 2012, 3, 462. 3 Jacupek, M.A.; Galanski, M.; Arion, V.B.; Hartinger, C.G.; and Keppler, B.K.; Dalton Trans. 2008, 183; Hambley, T.W.; Dalton Trans. 2007, 4929; Ma, Z.; and Moulton, B.; Cryst. Growth Des. 2007, 7, 2196. 4 Cooke ,C.L.; and Davey, R.J.; Cryst. Growth Des. 2008, 8, 3483. 2 72 VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_34 A NEW SELECTIVE NAPHTALIMIDE SENSOR FOR Cu(I) ION DETECTION IN SOLUTION Giuseppe Trusso Sfrazzetto, Maria E. Amato, Francesco P. Ballistreri, Andrea Pappalardo, Rosa Maria Toscano, Gaetano A. Tomaselli Dipartimento di Scienze Chimiche, Università di Catania, V.le A. Doria 6 , 95125, Catania [email protected] Copper, that in biological system is present as cuprous Cu+ and cupric Cu2+, is an essential trace element, serving as a cofactor for key metabolic enzymes (cytochrome-c-oxidase, ferroxidase, Cu/Zn-superoxide dismutase), that mediate various cellular processes. In particular, alterated levels of intra and extracellular Cu+ are present in Alzheimer’s disease (AD), Prion diseases, Parkinson’s disease (PD), familial amyotrophic lateral sclerosis (fALS), Menkes disease, and Wilson disease. 1 In this context the development of fluorescent copper sensors for molecular imaging is a effective methodology for understand, with spatial and temporal resolution, the copper delivery in cells. Here we present a new sensor (Naphtyl-CS1) based on a naphthalimide scaffold bearing a thioether-rich receptor for selective and stable binding of soft Cu+ in water solution (Figure 1). The ability of Naphtyl-CS1 to detect Cu+ ion in buffer solution was studied by 1H NMR and fluorescence titrations. Fluorescence titrations show a ratiometric responce to Cu+, with a 2-fold fluorescence turn-on by addition of 2 equivalents of copper. Selectivity tests confirm the high preference of the sensor toward Cu(I) ion respect to other metal ions. Figure 1. References 1 (a) Gaggelli, E.; Kozlowski, H.; Valensin, D.; Valensin, G. Chem. Rev. 2006, 106, 1995-2044. (b) Que, E. L.; Domaille, D. W.; Chang, C. J. Chem. Rev. 2008, 108, 1517–1549. (c) Pappalardo, G.; Milardi, D.; Rizzarelli, E.; Sovago, I. in “Neurodegeneration: Metallostasis and Proteostasis”, (D. Milardi, E. Rizzarelli, Eds.), RSC Publishing, Cambridge, 2011, Chap. 6, pp. 112−140. (d) Cooper, G. J. Curr. Med. Chem. 2012, 19, 2828−2860. VIII Convegno Congiunto della sezioni Calabria e Sicilia SCI P_35 SINTESI DI ISOSSAZOLIDINIL NUCLEOSIDI MEDIANTE CICLOADDIZIONI 1,3-DIPOLARI A PARTIRE DA NITRONI DERIVANTI DA ZUCCHERI Beatrice Russo, Antonio De Nino, Loredana Maiuolo, Iqbal Mulani, Gaetano Stabile Dipartimento di Chimica, Università della Calabria, Ponte P. Bucci Cubo 12C, Cap 87036, Arcavacata di Rende (CS) [email protected] Le cicloaddizioni 1,3-dipolari rappresentano le reazioni favorite per la formazione di eterocicli a cinque e sei termini. In particolare, quando la reazione avviene tra nitroni (dipoli) ed alcheni (dipolarofili) i prodotti sono le isossazolidine, intermedi chiave nella preparazione di importanti composti come i nucleosidi isossazolidinici.1,2 In virtù di ciò, il nostro intento è stato quello di sintetizzare composti 4’-aza analoghi di dideossinucleosidi, che già da tempo fanno parte di una classe di substrati che mostrano una potenziale applicazione nei trattamenti antitumorali e contro la diffusione di patologie di natura virale, mediante reazioni di cicloaddizione 1,3-dipolare tra nitroni derivanti da zuccheri e nucleobasi vinilate con l’uso di microonde ed in completa assenza di solvente, ottenendo, pertanto, substrati potenzialmente attivi biologicamente o, comunque precursori, dopo opportuna rimozione dei gruppi protettori, di strutture fosforilate o fosfonate. B = Thy, Ura, 5-FUra, Cyt, Ade Il metodo di sintesi impiegato si è dimostrato soddisfacente visti i tempi brevi di reazione, le buone rese, l’alta regio- e diasteroselettività, riscontrando inoltre una minore formazione di sottoprodotti senza dover ricorrere ad alcun tipo di protezione delle vinilnucleobasi utilizzate. I substrati isossazolidinici ottenuti verranno sottoposti a test per verificarne l’attività biologica. Bibliografia 1 Dalpozzo, R.; De Nino, A.; Maiuolo, L.; Procopio, A.; De Munno, G.; Sindona, G., Tetrahedron, 2001, 57,4035.2 Bortolini, O.; De Nino, A.; Eliseo, T.; Gavioli, R.; Maiuolo, L.; Russo, B.; Sforza, F., Bioorg. Med. Chem., 2010, 18, 6970. 74 ELENCO ISCRITTI ALL’ VIII CONVEGNO CONGIUNTO SEZIONI CALABRIA - SICILIA DELLA SOCIETÀ CHIMICA ITALIANA 76 Aiello Donatella Università della Calabria Alcaro Francesca Università di Catanzaro Alcaro Stefano Università di Catanzaro Alfio Alessia Università di Palermo Alibrandi Giuseppe Università di Messina Almerico Anna Maria Università di Palermo Argurio Pietro Università della Calabria Aversa Maria Chiara Università di Messina Barattucci Anna Università di Messina Basile Livia EtnaLead s.r.l., c/o Etnabuilding Catania Bellardita Marianna Università di Palermo Belsito Emilia Università della Calabria Bruno Maurizio Università di Palermo Butera Valeria Università della Calabria Cardullo Nunzio Università di Catania Costa Giosuè Università di Catanzaro Costanzo Paola Università di Catanzaro De Luca Giuseppina Università della Calabria De Luca Laura Università di Messina De Luca Michele Università della Calabria De Marco Rosaria Università della Calabria De Nino Antonio Università della Calabria Di Donna Leonardo Università della Calabria Di Gioia Maria Luisa Università della Calabria Falcone Gabriella Università di Messina Ferro Stefania Università di Messina Fontana Gianfranco Università di Palermo Foti Salvatore Università di Catania Furia Emilia Università della Calabria Gangemi Chiara Università di Catania Gaspari Marco Università di Catanzaro Gattuso Giuseppe Università di Messina Grande Fedora Università della Calabria Kohnke Franz H. Università di Messina Leggio Antonella Università della Calabria Licciardello Antonino Università di Catania Liguori Angelo Università della Calabria Lo Surdo Giuseppa Università di Messina Maggio Antonella Università di Palermo Maiuolo Loredana Università della Calabria Mancuso Raffaella Università della Calabria Mazzotti Fabio Università della Calabria Mirabelli Ilaria Università della Calabria Monteleone Marcello Università della Calabria Mulani Iqbal Università della Calabria Naccarato Attilio Università della Calabria Napoli Anna Università della Calabria Nardi Monica Università della Calabria Notti Anna Università di Messina Palmisano Leonardo Università di Palermo 78 Parisi Melchiorre F. Università di Messina Parrotta Lucia Università di Catanzaro Piazzetta Paolo Università della Calabria Plastina Pierluigi Università della Calabria Procopio Antonio Università di Catanzaro Pucci Daniela Università della Calabria Rocca Roberta Università di Catanzaro Rosano Camillo IRCCS-Azienda Ospedaliera Genova Rubino Simona Università di Palermo Russo Anna CRA-OLI Rende Russo Beatrice Università della Calabria Saletti Rosaria Università di Catania Sanz Mendiguchia Barbara Università della Calabria Siciliano Carlo Università della Calabria Sindona Giovanni Università della Calabria Sinicropi Maria Stefania Università della Calabria Spinella Mariagiovanna Università della Calabria Stabile Gaetano Università della Calabria Tagarelli Antonio Università della Calabria Trusso Giuseppe Università di Catania Veltri Lucia Università della Calabria Vianelli Giuseppina Università di Messina Ziccarelli Ida Università della Calabria 80 INDICE DEGLI AUTORI 82 Aiello Donatella O_13, P_31, P_32 Aiello Francesca P_13 Aiello Gilda P_31 Agozzino Pasquale P_18 Al-Kinany Mohammed Chafik P_19 Al-Megren Hamid A. P_19 Alcaro Francesca P_01 Alcaro Stefano P_01, P_23 Alfio Alessia P_02 Alibrandi Giuseppe KL_01 Almerico Anna Maria PL_01, P_02 Amato Maria E. P_34 Argurio Pietro O_01 Artese Anna P_01, P_23 Attanzio Alessandro P_24 Avellone Giuseppe P_18 Ballistreri Francesco P. P_34 Barbieri Giuseppe P_19 Basile Livia O_02 Bellardita Marianna O_03 Belsito Emilia P_04, P_16, P_25, P_26 Ben Jemia Mariem P_06 Bernaudo Francesca PL_02 Bonacci Sonia P_07 Bond Heather PL_02 Bortolini Olga O_11 Bretti Clemente P_28 Brunetti Adele P_19 Bruno Maurizio P_05, P_06, P_11, P_17, P_18 Butera Valeria O_04 Cappello Maristella P_31 Cafeo Grazia P_15 Caracciolo Giuseppina P_18 Cardullo Nunzio O_05 Caruso Anna P_30 Casiglia Simona P_05 Celebre Giorgio KL_02 Cesario Diego P_14 Chiappe Cinzia O_09 Chimirri Alba O_08 Cosentino Carlo P_01 Costa Giosuè P_23 Costanzo Paola P_07, P_21 Crea Francesco P_28 Crispini Alessandra P_33 Cuda Giovanni PL_02 D’Anna Eleonora P_18 D’Anna Fabio P_18 Debyser Zeger O_08 De Luca Giuseppina KL_02, P_07 84 De Luca Laura O_08 De Luca Michele P_08 De Marco Rosaria O_06, O_17, P_04, P_16, P_26 De Nino Antonio O_11; P_35 Di Donna Leonardo P_32 Di Gioia Maria Luisa P_04, P_09, P_16, P_25 Di Pietro Maria Enrica KL_02 Di Stefano Vita P_18 Distinto Simona P_23 Drioli Enrico P_19 Falcone Gabriella P_10 Fazio Alessia O_15 Ferro Stefania O_08 Filice Simona P_14 Fiorillo Marco P_31 Fontana Gianfranco P_11, P_17 Foti Claudia P_10 Furia Emilia P_03, P_14, P_32 Gabriele Bartolo O_09, O_15, P_27, P_29 Gangemi Chiara O_07 Garofalo Antonio P_13 Gaspari Marco PL_02 Gattuso Giuseppe P_22 Ghedini Mauro P_33 Girasolo Maria Assunta P_12, P_24 Gitto Rosaria O_08 Giuffrè Ottavia P_10 Giuffrida Virginia O_08 Grande Fedora P_13 Greco Valentina O_05 Guccione Salvatore O_02 Guidi Ludovica Evelin O_17 Ioele Giuseppina P_08 Karadağ Recep P_05 Kchouk Mohamed Elyes P_06 Kohnke Franz H. P_15 Lappano Rosamaria P_15 Larock Richard C. O_09 Lauria Antonino P_02 Leggio Antonella O_06, P_04, P_16, P_25, P_26 Licciardello Antonino KL_03 Liguori Angelo O_06, O_17, P_04, P_09, P_16, P_25, P_26 Loddo Vittorio O_03 Loizzo Monica Rosa P_30 Lombardo Angela P_05 Longeri Marcello KL_02 Lopez Elisa Garcia O_03 Lo Surdo Giuseppa O_08 Maggio Antonella P_06, P_11, P_17, P_18 Maggiolini Marcello O_13, P_15 86 Maiuolo Loredana O_11; P_35 Maltese Vito P_27 Mancuso Raffaella O_09, P_27, P_29 Marcì Giuseppe O_03 Marino Tiziana O_14 Martorana Annamaria P_02 Mastropietro Teresa P_33 Mazzotti Fabio P_32 Meijerink Jocelijn O_15 Melicchio Alessandro O_11 Menichini Francesco P_30 Milardi Danilo O_02 Mirabelli Ilaria P_19 Molinari Raffaele O_01 Monteleone Marcello O_10 Moretti Sacha O_12, P_20 Morreale Francesca O_08 Morrone Giovanni PL_02 Mulani Iqbal O_11; P_35 Naccarato Attilio O_12, P_20 Napoli Anna O_13, P_03, P_14, P_31, P_32 Nardi Monica P_07, P_21 Notti Anna P_22 Orecchio Santino P_05 Oliverio Manuela P_07, P_21 Ortuso Francesco P_23 Palmisano Leonardo O_03 Papanikolaou Georgia P_15 Pappalardo Andrea P_22, P_34 Pappalardo Matteo O_02 Pappalardo Sebastiano P_22 Parisi Melchiorre F. P_22 Parrotta Lucia P_23 Perri Enzo O_16 Piazzetta Paolo O_14 Pisano Assunta O_13 Plastina Pierluigi O_15 Poerio Teresa O_01 Procopio Antonio P_07, P_21 Pucci Daniela P_33 Puntoriero Fausto P_22 Purrello Roberto O_07 Ragno Gaetano P_08 Ramsay Rona R. O_02 Reitano Antonella P_30 Rosano Camillo P_15 Rosselli Sergio P_06, P_11, P_17, P_18 Rubino Simona P_12, P_24 Russo Anna O_16 Russo Beatrice O_11; P_35 88 Russo Nino O_04, O_14 Sabatino Piera P_12 Salerno Giuseppe P_27, P_29 Santolla Maria Francesca P_15 Sanz Mendiguchia Barbara P_33 Santoro Ilaria O_16 Satriano Cristina O_05 Savona Giuseppe P_11 Scherrmann Marie Christinne P_11 Seminara Salvatore P_30 Senatore Felice P_17 Sicilia Emilia O_04 Siciliano Carlo O_17, P_04, P_09, P_16, P_25 Sindona Giovanni O_10, O_12, O_13, O_16, P_03, P_14, P_20, P_21, P_31, P_32 Sinicropi Maria Stefania P_30 Sciuto Sebastiano O_05 Spinella Mariagiovanna O_06, O_17, P_04, P_16, P_25, P_26 Stabile Gaetano O_11; P_35 Tagarelli Antonio O_10, O_12, P_03, P_20, P_32 Tesoriere Luisa P_24 Thangavel Hariprasad O_13 Tomaselli Gaetano A. O_07, P_34 Toscano Rosa Maria P_34 Tringali Corrado O_05 Trusso Sfrazzetto Giuseppe P_34 Veltri Lucia P_27 Vianelli Giuseppina P_28 Witkamp Renger F. O_15 Ziccarelli Ida P_29 90 92