(primo semestre 2005) in formato PDF

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(primo semestre 2005) in formato PDF
IL
MONDO
DI CARE & SHARE
ANNO III N. 1 APRILE 2005 - SEMESTRALE - SPEDIZIONE IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46 ART.1, COMMA 2 - DCB - VE - CONTIENE I.R.
NOTIZIE DEI NOSTRI BAMBINI INDIANI
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Andiamo avanti
Il maremoto del 26 dicembre 2004 sarà ricordato nei libri e nelle cronache come una delle
più grandi tragedie della nostra epoca. Una
catastrofe naturale che ha scatenato la prima
emergenza umanitaria affrontata in maniera
veramente “globale” da tutta la comunità
internazionale. Le nazioni e i governi della
Terra si sono ritrovati insiemi, muti davanti
al disastro, ma pronti a dare immediatamente aiuto.
Non sapremo mai il numero reale delle vittime ma le immagini delle coste devastate,
degli uomini terrorizzati e delle donne in
lacrime rimarranno per sempre nella nostra
preghiera sulla spiaggia di Manginapudi pochi giorni dopo
memoria.
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Adesso dobbiamo andare avanti. Ricostruire la normalità.
Aiutare a rimettere in piedi le capanne, rifare le barche e le reti da
pesca. Ridare l’acqua e le cure mediche. Prendere per mano i bambini rimasti soli, consolarli, nutrirli, vestirli e portarli a scuola. La
vita continua.
Dovremmo e vorremmo dire un GRAZIE grande come il mare,
grande come lo spavento, grande come la speranza. Grazie a tutti voi
che mi leggete, che avete fiducia in noi, che ci aiutate e supportate
con il vostro amore. Grazie per la straordinaria prova di solidarietà
che ci avete dato, con centinaia di donazioni spontanee, rapide, preziose.
Il Mondo di Care & Share
Direttore responsabile: Graziella Vigo
Redazione: San Marco 552 - 30124 Venezia
tel. 0412443292 - fax 0415232807
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Editore: Associazione Care & Share Italia Onlus
Sede legale: San Marco 552 - 30124 Venezia
Reg. Trib. di Venezia n. 1450 del 30.5.2003
Stampa: Grafiche Veneziane, Venezia
Cannaregio 5001/B - tel. 0415225498
CARE & SHARE è là dove c’è il bisogno, anche questa volta. Se
restiamo insieme, dalla parte dei bambini, se questo non sarà solo
un gesto emotivo e casuale di solidarietà, se trasformeremo il caso
eccezionale in una consapevole “abitudine” ad aiutare, non avremo
più paura. E la vita andrà avanti.
Graziella Vigo
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IL MONDO DI CARE & SHARE - NOTIZIE DEI NOSTRI BAMBINI INDIANI
La notizia
L’abbiamo appresa anche noi dai telegiornali, dalle prime mail dall’India di colleghi e amici
allarmati e preoccupati per quello che era successo Le prime notizie parlavano di morti e
numerosi dispersi nelle zone costiere del Golfo del Bengala e quindi anche nei villaggi dove
da anni, grazie a voi, portiamo un aiuto concreto e continuo. Ecco quindi le emergenze a
Manginapudi, Machilipatnam, l’isola di Peddapatnam (lista 2) e Bantumilli (lista 53). Quasi
tutti villaggi costieri che vivono sul mare e del mare. Proprio dal loro mare questa volta è
arrivata la tragedia. Molte persone erano in spiaggia quel mattino, perché la notte precedente era luna piena e quindi di buon auspicio per una pesca abbondante.
I giornali hanno parlato molto del Tamil Nadu, una zona turistica molto nota dell’India, e
pochissimo dell’Andhra Pradesh dove si trovano Vijayawada e i villaggi di cui ci occupiamo perché è una zona agricola poverissima, di nessun interesse turistico, e questa è la ragione per cui anche le comunicazioni sono difficilissime per la mancanza di strade.
Le prime ore
I primi giorni sono stati quelli del primissimo aiuto dato a famiglie intere, che hanno visto
sparire nella furia dell’acqua le loro capanne, le barche, le reti, i pochi beni e anche gli
uomini che erano fuori in mare. Nei primi giorni, in una Manginapudi ridotta al buio intervallato da poche candele, abbiamo sostenuto 300 famiglie, circa mille persone, e lo abbiamo fatto nella scuola della Gioia, la prima “creatura” di Care & Share costruita nel 1997 per
dare un’ istruzione ai tanti bambini e ragazzi intorno al villaggio. L’unico conforto è stato
sapere che tutti i ragazzi adottati a distanza e le loro famiglie non avevano subito lutti se non
in rari casi, comunicati subito personalmente ai genitori adottivi.
A poche ore dallo tsunami
Le emergenze
L’anno nuovo ci ha lasciato una fotografia di devastazioni e di lutti e l’impegno di tantissime cose da fare e in grande fretta.
Dopo l’immediato rifornimento di viveri e acqua a Manginapudi abbiamo iniziato l’opera di scavo di nuovi pozzi, visto che tutti quelli esistenti erano stati invasi dall’acqua del
mare, come pure le risaie.
L’acqua potabile da subito era indispensabile per scongiurare le epidemie. Sono state ordinate le prime barche, le reti, le attrezzature per i pescatori e per le loro famiglie.
I viaggi
Abbiamo iniziato subito difficili viaggi lungo la costa per portare alle popolazioni colpite
viveri, mezzi, medicine, acqua e una parola di conforto. Il trasporto e la consegna di così
grandi quantità non e’ stato facile.
Abbiamo fatto migliaia di chilometri su strade sconnesse, quasi sempre alla media di 30 chilometri all’ora, abbiamo lavorato con Noel e tutto lo staff giorno e notte per tre mesi, e non
abbiamo ancora finito.
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Abbiamo cercato di ridare a questi villaggi gli strumenti per tornare ad essere
autosufficienti. Madre Teresa di Calcutta diceva:” a un uomo che ha fame non
dargli solo un pesce, ma insegnagli a pescare”.
Ecco quindi le opere di riparazione e costruzione delle dighe, dei ponti, delle
piattaforme che i pescatori usano per suddividersi il pescato.
Per non parlare delle barche, delle reti da pesca, dei pozzi, delle bonifiche già
avviate, delle ricostruzioni delle capanne distrutte.
Ricominciare
Dal 26 dicembre a oggi continua l’assistenza a migliaia di persone di cui ci siamo
presi carico, grazie al vostro straordinario sostegno e all’aiuto immediato in
denaro da privati e fondazioni.
Nei villaggi di Nidamarru, Phadathika, Nizapatnam , Podu e altri ancora, sulle
isole di Peddapatnam e Chinagollapalem e negli agglomerati urbani del fiume
Krisnha, Bramaramapuram e Rajarajeswari, abbiamo sostenuto circa 4.000 famiglie (più o meno 15.000 persone) con la distribuzione di 62 tonnellate di riso, 12
di cibo, 10 di olio, 20 ettolitri d’acqua, utensili, pentole, capi di vestiario, sapone e shampoo. Abbiamo vaccinato 2500 bambini.
Abbiamo costruito una quarantina di pozzi, consegnate 62 barche e altrettante
sono in consegna, oltre ad un centinaio di reti.
Gli aiuti
TUTTO QUESTO GRAZIE A VOI!
le vaccinazioni, la costruzione di un pozzo artesiano in uno dei villaggi e la consegna di una rete da pesca
E i bambini?
Come sempre i più indifesi, i più sofferenti, i più
silenziosi. Cosa fare per loro? Immediatamente l’idea
è stata una sola: quella che è alla base della nostra
associazione Care & Share, cioè aiutare l’infanzia là
dove vive, senza sradicamenti e senza forzature.
Dare un valido aiuto alla loro famiglia e al villaggio, senza volersi sostituire a loro. Abbiamo preparato 4 nuove liste dei BAMBINI DELLO TSUNAMI per
trovare nuove mamme e papà adottivi, che possano
dare un aiuto concreto alle famiglie, assicurare l’istruzione dei bambini e allontanare lo spettro dell’abbandono e della strada.
I nuovi sostenitori a distanza ci possono contattare
tramite mail o per telefono. I bambini bisognosi
d’aiuto sono ancora tantissimi.
Il diario
di Carol
dall’India
Carol è partita immediatamente per l’ India ai primi di gennaio, dopo la grave notizia, e per mesi ci
ha inviato quasi quotidianamente dei rapporti su quanto lei, con Noel e tutto il personale indiano dell’ufficio di Vijayawada, sono riusciti a fare giorno per giorno.
Ecco le sue dirette impressioni.
Da Manginapudi 11 gennaio
…“nel villaggio di Manginpudi i danni sono inferiori che altrove. I padri di famiglia sono quasi tutti
pescatori di mestiere, oppure lavorano nei campi dove si raccoglie il sale, subito dietro al villaggio.
Le onde hanno spinto le barche sino a due chilometri nell’entroterra. Ieri abbiamo affittato due buoi
e siamo andati a tirare giù le barche o quello che è restato dagli alberi.”
Da Peddapatnam 13 gennaio
...“gli abitanti di Peddapatnam conoscono bene Care & Share. Quando siamo ripartiti il loro saluto
e’ stato commovente : “Vi ringraziamo tanto, non solo per quello che avete fatto oggi per aiutarci, ma
per aver fatto educare quasi tutti i nostri figli con le adozioni a distanza. Solo grazie a voi, molti di
loro oggi sono arrivati all’universita’.”
Da Thadivennu, 16 gennaio
... al nostro arrivo c’era tutto il villaggio di Padathadika raggruppato intorno alla chiesa. Io non
sono cattolica, ma mi ha commosso vedere nei villaggi visitati che quasi tutte le costruzioni solide
e di ritrovo sono le chiese, nella maggior parte cattoliche fondate da missionari italiani”.
Varlagondithippia, 26 gennaio
…”siamo stati nuovamente sulla spiaggia per consegnare 6 barche e tutte le reti che siamo riusciti
a trovare. Questa volta abbiamo visto decine di pescatori che tiravano sulla spiaggia da due lati
(senza usare barche) delle reti enormi piene di pesci. La vita e’ ricominciata. Sui pini marittimi
lungo la spiaggia ci sono ancora attaccate le alghe, arrivate con le onde, per un’ altezza di 2 metri.”
Nidamarru, 7 febbraio
…“a Nidamarru bevono da uno stagno la cui acqua è talmente putrida che nessuno potrebbe sopravvivere. Andando via, in un villaggio vicino, ho notato un pozzo d’acqua buona da bere e mi sono chiesta perché non era accessibile alle famiglie di Nidamarru. Ci siamo informati ed abbiamo saputo che
le famiglie proprietarie di quel pozzo sono di una casta alta e non vogliono dividere la loro acqua
con gli intoccabili!”
Pallepalem, 12 febbraio
…”abbiamo visto un video molto interessante. Il primo tsunami (più piccolo) e’ arrivato alle 09.00
del mattino. E’ annegato un uomo a Pallepalem. Il resto del villaggio si e’ riparato terrorizzato al
centro del villaggio. A mezzogiorno e’ arrivata l’onda più alta. In pochi minuti tutta l’isola ha cambiato forma, perdendo 25 metri di costa. Per persone che hanno vissuto tutta una vita con dei riferimenti solidi e’ molto difficile oggi riadattarsi ad un ambiente completamente diverso”.
Peddapatnam, 17 febbraio
…“so che in Italia non si parla praticamente più dello tsunami, ma noi siamo impegnatissimi ad aiutare chi non ha più i mezzi per lavorare. Questi villaggi hanno ricevuto quasi nulla dal loro governo
e sono ridotti alla fame”.
Podu, 24 febbraio
…”siamo partiti al mattino presto e quando siamo scesi dalla macchina con l’aria condizionata
abbiamo trovato che la temperatura locale era di 49 gradi. Il primo giorno di grande caldo! Anche
nel villaggio di Podu abbiamo distribuito tonnellate di riso, olio, legumi, centinaia di vestiti, utensili e medicinali, le barche e tutte le reti da pesca che ci rimanevano”.
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