SETTEMBRE OTTOBRE 2016 Edizioni Zona Franca

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SETTEMBRE OTTOBRE 2016 Edizioni Zona Franca
Anno XIV N° 9/10 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2016 - Redatto a cura dell’Associazione culturale Onlus “ZONA FRANCA”, Via Arrigo Rossi, 105 - 64029 Silvi Marina (Te). Direttore Resp. Rosario Di Blasio - Copia omaggio - Mensile di cultura e informazione a diffusione cittadina - Reg. Trib. Teramo n. 14/03 del 27/06/03
da
Edizioni
Zona Franca
SETTEMBRE
OTTOBRE
2016
www.daleggere.com
Leggere
Oriana
plus
di Rossano Di Palma
pag. 11
2
Sommario
da Leggere - settembre / ottobre 2016
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9
12
17
20
Zona Franca
cultura
attualità
informazione
politica e sport
ASSOCIAZIONE CULTURALE O.N.L.U.S
Via A. Rossi 105 - 64029 Silvi Marina (Te) - Tel: 339.7067848 fax: 085.932000
DA LEGGERE
Mensile d’informazione cittadina
a diffusione gratuita
EDITORE
Associazione culturale Onlus
“ZONA FRANCA”
Via Arrigo Rossi, 105
64029 SILVI MARINA (Te)
DIRETTORE RESPONSABILE
Rosario Di Blasio
DIRETTORE EDITORIALE
Luigi Colantonio
[email protected]
COORDINAMENTO
Luigi Colantonio - Lorenzo Sichetti
REDAZIONE
Direzione Comunicazione
e Relazioni Esterne
Via Arrigo Rossi,105
64029 Silvi Marina (Te)
Tel. 349.1345224 - Fax 085.932000
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COMITATO DI REDAZIONE
Luigi Colantonio - Domenico Forcella
Rosario Di Blasio - Rossano Di Palma
REDATTORI
Luigi Colantonio - Rosario Di Blasio
Rossano Di Palma - Domenico Forcella
COLLABORATORI
Oliver Ross Assogna - Roberto Cantoro
Enrica Colagrande - Tino Ferretti
Ernesto Iezzi - Giovanni Graziosi
Ashough Jamshid - Luciano Leonio
FOTOGRAFIE
A cura della redazione
IMPAGINAZIONE
Gianluca Mariani
STAMPA
CANTIERI CREATIVI - Roma
REGISTRAZIONE
TribunaleTeramo
N° 14/03 del 27/06/03
EDITORIALE
Un disordine a discapito
R. Di Palma
POLITICA
Ryanair e fondi di sviluppo
L. Monticelli
POLITICA
Iran: massacro degli oppositori politici
J. Aschough
L’ABRUZZO RACCONTA
Il primato di Da Leggere
L. Colantonio
ARTE ED EMOZIONI
Nozze d’oro
La redazione
CULTURA E SOCIETÀ
Dalle imprese un aiuto alla cultura
L. Colantonio
CRONACA LOCALE
I miti di Silvi
R. Di Palma
LA PAGINA DI VINNY
L’anello del regno di Rionell
Vinny
ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione
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da Leggere - settembre / ottobre 2016
di Rossano Di Palma
UN DISORDINE
A DISCAPITO
N
el giugno scorso, sul lungomare di Giulianova è successo un fatto increscioso.
Un
delitto con
modalità
inquietanti che ha
visto protagonisti
due automobilisti
(uno dei
quali purtroppo, ucciso dall’altro)
e verso cui ognuno, più o meno, ha
detto la sua a riguardo. A riguardo appunto di un assurdo delitto la
cui responsabilità è stata attribuita
sì soprattutto all’assassino, ma comunque assolutamente ai due automobilisti.
Ecco qua perciò che poco dopo,
oltre alla Polizia, sono arrivati sul
luogo del misfatto anche il Pubblico
Ministero ecc. I quali, ovviamente,
solo per rilevare l’accaduto e provvedere all’arresto del “colpevole
esecutore” secondo il solito penoso
comportamento di routine!
Al contrario invece certe manifestazioni, ripeto assurde ed esasperate,
sono soprattutto il
risultato estremo di
un estremo disordine
sociale, dovuto alla
mancanza di presenza e di adeguato
atteggiamento delle
forze dell’ordine e di
chi le gestisce!
Quel delitto perciò,
non sarebbe mai successo se gli automobilisti italiani, così
come quelli svizzeri, tedeschi, americani ecc. sapessero bene che l’elusione dell’obbligo di fermata (stop)
comporterebbe il rischio concreto di
ritiro di patente, attraverso la denuncia diretta di un cittadino qualsiasi
Editoriale
3
che in un contesto di paese civile,
cioè l’opposto del nostro, viene subito accolta in anonimo, a differenza
di questo “anarchico Paese” dove, al
contrario, una situazione del genere
viene invece scoraggiata con la richiesta di nome, cognome, pedigree
ecc. di chi faccia la denuncia, per
favorire appunto non l’ordine, ma
il disordine, quindi i trasgressori e
i fuorilegge!
Per questo tutte le persone civili e
civicamente educate, sono costrette
alla sopportazione di un mobbing
continuo (di cui mai si parla…) soprattutto sulle strade, poi però di
tanto in tanto accade ciò che è successo sul lungomare di Giulianova,
ossia un evento inquietante come
insana conseguenza di una condizione di esasperazione.
E l’esasperazione, si sa, può portare
in chiunque uno squilibrio mentale.
Rossano Di Palma
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Politica
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Ryanair e Fondi di Sviluppo e Coesione
Una vittoria di chi si rimbocca le maniche
L
a
Regione
Abruzzo
non
solo ha dimostrato di saper essere
pienamente operativa
anche in un’assolata
giornata di agosto, ma
anche di saper continuare a centrare obiettivi importanti”. È questo
il commento del Presidente della IV Commissione Luciano Monticelli,
che ha accompagnato il Presidente D’Alfonso in una serie di
impegni istituzionali romani: prima presso la Conferenza delle
Regioni, poi presso il Ministero dei Trasporti e infine a Palazzo
Chigi.
«Il primo risultato eccellente della giornata è un’ulteriore conferma della prosecuzione delle attività del vettore
lowcost Ryanair nell’Aeroporto d’Abruzzo», prosegue Monticelli. «Chiaramente si tratta di qualcosa di fondamentale per
un gran pezzo dell’economia regionale. È da mesi che ad ogni
passaggio cruciale in Commissione, in Consiglio Regionale
e in Parlamento andiamo ripetendo che la questione andava risolvendosi in modo positivo: ciononostante, è da mesi
che qualcuno continua a dirci che vendiamo solo fumo e la
situazione non è chiara. Ora, di fronte alle dichiarazioni esplicite dell’ad O’Leary, non c’è più spazio per i dubbi degli spaesati. La dirigenza dell’Aeroporto d’Abruzzo, forte anche degli
investimenti previsti nel Masterplan, adesso può concentrarsi
serenamente a perseguire gli obiettivi fissati nel Piano Industriale SAGA: obiettivi ambiziosi, certo, ma anche raggiungibili e necessari per l’equilibrio di bilancio di lungo termine».
«Il secondo importante risultato della giornata sono altri 456
milioni di euro per le urgenze degli abruzzesi sbloccati da
Palazzo Chigi nell’ambito dei Fondi di Sviluppo e Coesione
2014-2020. Soldi veri che saranno investiti sulla vita quotidiana dei cittadini, e serviranno a finanziare strade, de-
puratori, opere di consolidamento idrogeologico nelle aree
più bisognose delle quattro province abruzzesi. Dopo giornate
come questa, la distanza tra chi fa e chi parla appare sempre più netta».
Luciano Monticelli
Pres. IV Commissione Consiliare
Regione Abruzzo
Commercio su aree pubbliche
Approvata la nuova disciplina regionale
La norma risultato di un’intesa con i Comuni e le associazioni di categoria
D
urante il Consiglio Regionale dello scorso 26 luglio è
stato definitivamente approvato il Progetto di Legge
263/2016, la cosiddetta “legge europea” con cui ogni
anno l’Abruzzo recepisce le novità normative in arrivo da Bruxelles. Al suo interno, per interessamento del Presidente della
IV Commissione Luciano Monticelli è stata inserita la nuova
disciplina riguardante il commercio su aree pubbliche.
L’adeguamento della normativa si era resa necessario a causa
della prossima applicazione della Direttiva 2006/123 sui Servizi, la cosiddetta Bolkestein, e dall’imminente scadenza delle
concessioni per i posteggi, che era fissata al 2017. A differenza
di quanto accaduto per le concessioni del demanio marittimo,
su quelle del commercio su aree pubbliche un’Intesa di massima era stata raggiunta in Conferenza Stato Regioni nel 2012;
tuttavia, durante un convegno tenutosi il 15 marzo scorso a Roseto degli Abruzzi (TE), le associazioni di categoria avevano
chiesto un intervento legislativo diretto da parte della Regione,
per aiutare nell’implementazione dell’Intesa i Comuni abruz-
zesi, soprattutto i più piccoli.
La norma approvata semplifica notevolmente l’iter burocratico
per l’accesso al commercio su aree pubbliche, istituisce l’obbligo di presentazione del DURC, consente ai singoli Comuni
di istituire in autonomia mercati e fiere specializzati e soprattutto adotta la durata massima di dodici anni per le concessioni,
come previsto dall’Intesa del 2012.
«A differenza di alcuni dei Progetti di Legge che arrivano in
Consiglio Regionale», dichiara Luciano Monticelli, «questa
norma avrà effetti molti concreti: faciliterà la vita sia ai lavoratori del settore che agli amministratori. Per me è a questo
che dovrebbe servire la politica: facilitare la vita dei cittadini.
Ringrazio la CIDEC, l’ANCI Abruzzo, i funzionari della IV
Commissione, il Vicepresidente Lolli e i colleghi Consiglieri
che hanno contribuito a scrivere e migliorare la legge».
Luciano Monticelli
Pres. IV Commissione Consiliare
e Delegato del Presidente per l’Applicazione
della Direttiva Servizi Regione Abruzzo
Politica
da Leggere - settembre / ottobre 2016
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Iran:
Massacro degli oppositori politici
L
a pubblicazione di un nastro audio scioccante in cui
Hossein-Ali Montazeri, l’ex erede dell’allora leader
supremo del regime iraniano, Khomeini, interviene
in una riunione con i membri della “commissione della morte” 28 anni fa (il 15 agosto 1988) rivela nuove informazioni
circa la portata e l’ampiezza del massacro dei prigionieri politici.
Nell’estate del 1988 nel giro di pochi
mesi circa 30.000 prigionieri politici,
fra i quali anche donne incinte e minorenni, furono massacrati dalle forze di
sicurezza iraniane.
L’ordine del massacro arrivò direttamente con una fatwa (decreto religioso) dell’ayatollah Khomeini, che
chiese l’esecuzione di tutti coloro che
erano fermamente decisi ad appoggiare l’Organizzazione dei Mojahedin del
Popolo Iraniano. Ai prigionieri venne
fatta una semplice domanda: “Appoggi
ancora Mojahedin?”; quelli che risposero “Sì” vennero giustiziati nonostante la loro condanna originaria era già
stata scontata.
30.000 è il numero stimato delle vittime impiccate in gruppi
di fino a 15 persone alla volta, e poi sepolti in fosse comuni.
I responsabili di quel massacro ancora oggi sono funzionari
dell’attuale regime.
Nel nastro audio, Montazeri, che fu successivamente respinto come erede da Khomeini proprio per queste osservazioni, dice ai membri della “commissione della morte”,
Hossein-Ali Nayyeri (giudice di sharia del regime), Morteza Eshraqi (procuratore del regime), Ebrahim Raeesi (procuratore aggiunto) e Mostafa Pourmohammadi (rappresentante del Ministero di intelligence e Sicurezza – MOIS): “Il
più grande crimine commesso sotto la Repubblica Islamica,
per cui la storia ci condannerà, è stato commesso da voi. I
vostri (nomi) saranno in futuro incisi negli annali della storia come criminali”.
Nel corso della riunione, Montazeri riferisce a Pourmohammadi che “il MOIS aveva pianificato quel massacro molti
mesi prima ed Ahmad (il figlio di Khomeini) voleva che i
membri dei Mojahedin del Popolo fossero tutti giustiziati;
stessa sorte sarebbe toccata ai lettori dei loro giornali, pubblicazioni o dichiarazioni.
Montazeri aggiunge: “Un uomo era in prigione. Hanno
accusato anche sua sorella, perciò hanno preso anche lei.
Hanno giustiziato l’uomo. La sorella di 15 anni era stata imprigionata solo per due giorni. Chiesero alla sorella: ‘Cosa
ne dici?’. Lei ha risposto: ‘Mi piacevano queste persone’.
Hanno detto: ‘Dato che suo fratello è stato giustiziato, giustiziate anche lei’”.
In un’altra rivelazione scioccante, Montazeri dice: “A Isfahan, una donna incinta è stata giustiziata. l’ho detto a Khomeini, ma egli ha detto che devono essere giustiziati”.
Le osservazioni di Montazeri forniscono una prova inconfutabile sulla necessità di mettere i responsabili del massacro
del 1988, i leader del regime clericale, sotto processo per
crimini contro l’umanità.
La Resistenza Iraniana richiama l’attenzione della comunità internazionale, in particolare del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite,
sull’imperativo di deferire questo caso a un tribunale internazionale pertinente e competente.
Jamshid Ashough
Politica
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da Leggere - settembre / ottobre 2016
Solidarietà ai terremotati
I
n seguito al terremoto che ha colpito molti comuni tra Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo nella
notte del 24 agosto, l’Associazione “Il Gabbiano” ha comunicato l’annullamento delle manifestazioni “Scerne Summer 2016”, in programma venerdì
26 e sabato 27 agosto a Scerne di Pineto.
Inoltre, la stessa Associazione ha deciso di devolvere
il ricavato della vendita dei biglietti della lotteria a
favore di chi, in questa drammatica circostanza, ha
perso tutto, dagli affetti delle persone care, alle abitazioni, alla serenità.
“Riteniamo doveroso un gesto di solidarietà e vicinanza”, così il presidente dell’Associazione, Ga-
brio Mongia, che aggiunge: “siamo vicini a chi sta
vivendo in questo momento con la paura, il dolore,
l’incertezza. Non ci sono molte parole da dire, ma
senz’altro c’è tanto da fare ed ognuno di noi può fare
nel suo piccolo qualcosa. Chi volesse - aggiunge il
Presidente - può ancora acquistare i biglietti disponibili, anche la sera stessa dell’estrazione, in modo tale
da raccogliere più fondi possibili”.
L’estrazione della Lotteria è stata effettuata sabato
27 agosto alle ore 23 in via al Mare.
Lottiamo per
Castellalto
Centro
prelievi di
Bisenti
S
iamo pronti a dare battaglia contro la delibera della
Asl che prevede la chiusura della guardia medica di Castellalto a partire dal prossimo 1^ ottobre.
Questa mattina come amministrazione comunale abbiamo incaricato un avvocato di predisporre un’azione legale a seguito della decisione, spropositata sia nei modi
che nei tempi, che lascerebbe scoperta e priva di guardia
medica e assistenza ai cittadini un’area afferente ai territori di Canzano e Castellalto con oltre 10mila abitanti.
Nei soli primi 9 giorni del corrente mese di agosto nella
sede del capoluogo sono state effettuate 30 prestazioni
mediche, concentrate soprattutto nel fine settimana. A
chi si rivolgeranno i nostri cittadini una volta chiusa la
guardia medica? Avevamo impugnato l’atto commissariale del 2013 voluto dall’ex governatore di centrodestra
Chiodi e mi aspettavo che si attendesse l’esito di questo
ricorso.
Adesso impugneremo anche questa delibera della ASL.
Ho interpellato e sollevato il caso nei confronti dei vertici
della Regione dalla quale attendiamo riposte. Va inoltre
notato che nella delibera del 9 agosto della Asl si dispone
la chiusura solo di tre centri, tra cui quello di Castellalto,
mentre per gli altri si rimanda ad ulteriori specifiche da
adottare entro marzo 2017. Chiediamo al direttore generale Fagnano e alla Regione di ripensare rapidamente
quanto previsto nel recente atto, chiedendo al contrario
di indire un tavolo di concertazione subito con tutti i soggetti coinvolti, in primis i sindaci dei Comuni interessati
in quanto autorità sanitarie del proprio territorio.
Vincenzo Di Marco
Sindaco di Castellalto
Associazione “IL GABBIANO”
Circolo Ricreativo Culturale Affiliato CSI
U
n comunicato del partito democratico locale
per non dimenticarlo
È di pochi giorni fa la notizia di un comunicato da parte del PD del circolo di Bisenti rivolto
all’assessore della sanità Silvio Paolucci ed inviato
per conoscenza al consigliere Luciano Monticelli.
Il servizio è stato sospeso lo scorso settembre a seguito di un controllo da parte delle autorità competenti nel quale risultarono alcune criticità.
Dopo mesi di silenzio e tanti disagi per i cittadini
fu convocato un incontro presso gli uffici della ASL
al quale parteciparono il direttore generale Roberto
Fagnano, il consigliere regionale Luciano Monticelli
ed alcuni Sindaci della Val Fino trovando una soluzione provvisoria per non eliminare completamente
il servizio. “Purtroppo ad oggi, si legge in una nota
del Pd di Bisenti, il servizio non è stato ripristinato
totalmente con disagi per i tanti pazienti dell’intera
Val Fino e zone limitrofe che si recano presso codesta
struttura per usufruire dei servizi.
In questi giorni apprendiamo inoltre la notizia di una
ristrutturazione del piano sanitario regionale pertanto
vogliamo sollecitare tutte le parti coinvolte nel porre
la giusta attenzione in un territorio già affetto da altri
disagi”.
Un consigliere di minoranza
del comune di Bisenti
da Leggere - settembre / ottobre 2016
L’Abruzzo racconta
7
Il primato di
“DA LEGGERE”
F
orse è di dubbio gusto, forse è presunzione, ma in questo momento
della vita del nostro giornale non
resistiamo alla tentazione di parlare di noi.
Perciò questo mese, in questo numero, in
queste poche righe lo facciamo con orgoglio
ma anche tanta consapevolezza. La notizia
è che, pur essendo capillarmente diffuso
solo in alcuni Comuni della nostra provincia ed esattamente in quelli delle “Le Terre
del Cerrano”, il mensile “DA LEGGERE”
è il magazine, forse, col più alto numero di
copie distribuite gratuitamente, ma sicuramente il più longevo del territorio.
Il nostro giornale non è stato il primo nato
nella nostra zona, ve ne sono stati molti altri
e tutti, purtroppo, con brevissima vita, ma
è quello col maggior numero di anni sulla
piazza: è nato nel 2002 ed ininterrottamente
è stato consegnato gratuitamente ai lettori
.fino ai giorni d’oggi.
Quindi, questo 2016 ci accompagna lungo
il quindicesimo anno di vita, vissuti tutti in
una continua crescita e senza alcuna interruzione.
Come in tutte le famiglie è capitato di discutere, di non condividere alcune scelte, di
non apprezzare certe posizioni ma il legame
tra tutti noi della Redazione è sempre restato saldo, forte perché radicato come tutti noi
al territorio e fondato su una storia, un’identità e un destino comuni sempre al fianco
dei lettori.
In questo periodo, pur tra tante difficoltà
economiche ed organizzative, ci siamo preparati ad un ulteriore e straordinario balzo
in avanti che per tutti noi della redazione è
motivo d’orgoglio e che crediamo e ci auguriamo lo sia anche per voi lettori e cittadini tutti.
Dal periodo antecedente la stagione
estiva, stiamo preparando per voi lettori, amici e sostenitori, un rinnovato,
abbellito e più moderno sito di “DA
LEGGERE.com” con una veste
grafica curata, accattivante e interessante che lega il web al nostro
prodotto cartaceo. Ora è pronto
e con orgoglio è messo a completa disposizione di tutti voi.
Visitatelo in tanti, criticatelo,
giudicatelo e informate anche
la nostra redazione
Oggi noi facciamo festa, ma
siamo felici ed orgogliosi e
non dimentichiamo che il
merito di questo primato è vostro, solo vostro
perché ci avete sempre
aiutato e sostenuto e
siamo certi lo seguiterete a fare sostenendoci con affetto e simpatia..
Il Direttore Editoriale
Luigi Colantonio
“7° Arthur Guinness”
a sostegno dei terremotati
“
Purtroppo non possiamo sapere
quando accadranno queste tragedie,
ma possiamo dare il massimo per
aiutare chi ne è stato colpito. Da parte
nostra ci impegneremo a devolvere parte dell’incasso del “7° ARTHUR GUINNESS” ai terremotati, sicuro della vostra
collaborazione vi ringraziamo in anticipo
e vi aspettiamo numerosi!”
Questa è stata l’iniziativa firmata dall’Irish Pub OLD SPONGE, organizzatrice
del ”7° Arthur Guinness”, evento iniziato
in data 25 agosto scorso, che si è estesa
nell’arco di quattro serate e che è terminata domenica 28 agosto.
Alla settima edizione si è cresciuti come
location, si sono potuti degustare piatti unici con hamburger di black angus
irlandese o di pollo, fritti misti, pizze e
tagliate argentine, inoltre si sono trovate
più di trenta vie di birra, gadgets e tante
sorprese...
Le serate sono state allietate da gruppi
musicali Rock’n Roll e Rockabilly con un
programma molto ricco. Non sono mancati importanti personaggi, primo fra tutti
la bravissima DEBBYLOU, finalista del
famoso programma musicale “THE VOICE”, nonché corista di J-AX che si è esibita domenica 28 Venerdì 26, direttamente da Roma, MARCO DA SILVA e tante
altre band di spicco hanno accompagnato
il pubblico per tutta la durata dell’evento”.
Il comunicato, che ha viaggiato su Facebook dalla data del tragico evento sismico
a tutt’oggi, termina sempre con la frase
”AIUTIAMO CON I FATTI!”
È un chiaro messaggio di solidarietà, che
prosegue con un’altra iniziativa da parte
dell’Associazione dei Ristoratori di Alba
Adriatica, ARIAA, dove l’Irish Pub OLD
SPONGE, iscritto tra gli associati, si è
reso disponibile come punto di raccolta
di prodotti igienico-sanitari per bambini e
anziani delle zone colpite dal terremoto.
Irish Pub Old Sponge
L’Abruzzo racconta
8
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Mietitura tradizionale
a Rurabilandia
T
orna la mietitura a Rurabilandia.
Il grano tagliato a mano e raccolto nei “manoppoli” il termine abruzzese per indicare i covoni, gli
operai che lavorano attorno alla trebbiatrice, un autentico pezzo da museo
della meccanica agricola d’inizio secolo
e ancora, le balle di paglia i sacchi di
grano, gli odori dello sdijuno, la tipica
colazione contadina appena tirata fuori
dai forni con il pranzo della mietitura
all’ombra dei gelsi seguito dal rimpizzo
e dal laboratorio didattico per i più piccoli “dal grano alla farina al pane”.
Una vera e propria festa della mietitura
con colori, odori e sapori di una volta è
andata in scena a Rurabilandia, la prima fattoria sociale d’Abruzzo situata
in Viale Europa Unita di Atri (Te), domenica 24 luglio dalle 10,30 in collaborazione con la Pro Loco Hatria. “La
rievocazione della mietitura è un tassello importante per la conservazione
delle nostre radici – afferma Roberto
Prosperi, presidente della Asp n. 2 della
provincia di Teramo, proprietaria della
fattoria Rurabilandia -.
E’ importante che i bambini e i ragaz-
zi conoscano come il pane arriva sulle
tavole e come se lo procuravano i nostri padri e i nostri nonni: seminando,
mietendo il grano, trebbiandolo e trasformandolo in farina a seguito della
macinatura”.
Una rievocazione che illustrerà tutti
i passaggi e
che mostrerà
come, nel corso della “trescatura” come
viene chiamata
l’operazione in
Abruzzo e nel
meridione, non
andava
perso nulla. “Gli
operai mostreranno che la
paglia andava
imballata e utilizzata per fornire un letto agli animali
– aggiunge Prosperi - mentre la polvere
del grano, il cascame, veniva utilizzata
come concime”.
La giornata è stata accompagnata dai
suonatori di ddubbotte con le musiche e
canzoni popolari.
Il programma della giornata è iniziata
alle 10,30 con lo sdijuno ovvero la colazione contadina proseguito alle 11 con
la trebbiatura col trattore storico e la
trebbiatrice d’epoca, alle 12,30 il pranzo della mietitura all’ombra dei gelsi
con antipasti, timballo di scrippelle,
pappardelle al sugo di papera, spezzatino di pollo con patate e peperoni, pane
fresco di forno; alle 15,30 il rimpizzo
cioè la merenda contadina e, a seguire,
il laboratorio didattico “Dal grano alla
farina al pane” svolto dai ragazzi della
fattoria sociale Rurabilandia. Informazioni. Info: 347/6629315.
Ufficio Stampa e Area Comunicazione
Asp n. 2 della Provincia di Teramo
Tel. 085/87232 – Mob. 333/2610263
La vignetta di CANTORO
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va
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Arte ed emozioni
9
Nozze d’oro
Un traguardo sempre piuù
difficile da raggiungere
N
ella nostra società raggiungere
i 50 anni di matrimonio non
è un’impresa facile, solcare i
mari tempestosi della vita resistendo
all’attrazione di yacht e navi da crociera che sempre più insistenti affollano i
tuoi stessi percorsi è sempre più duro.
Da giovani si inizia la navigazione,
mano nella mano, con amore, certezze e tanto entusiasmo, si superano con
slancio le inaspettate difficoltose iniziali tentazioni, si affrontano con la
spavalderia della giovinezza le prime
onde burrascose che s’incontrano e poi
con la maturità e l’esperienza che ci accompagnano anche le grandi tempeste
che col tempo si
presentano. Anche alla calma
piatta che durante
i lunghi percorsi
del tuo viaggio
matrimoniale ti si
presenta e ti tenta è difficile abituarsi e resistere.
Ma lo fai, perché
ami, lo fai perché
stai vivendo la tua
vita con la persona giusta per te.
Lo scorso 21 agosto il Direttore Editoriale del nostro giornale “DA LEGGERE”, Luigi Colantonio, insieme
alla sua dolce consorte Ingles Greghi
hanno portato a
termine la felicissima e difficile
impresa del raggiungimento delle Nozze d’Oro
e rinnovato nella
Chiesa di Santo
Stefano, la loro
promessa d’amore e di vita insieme alla presenza
del figlio Fabio
e nipote Vincent,
della figlia Stefania e nipote Sin
venuti dal Piemonte, alcuni parenti (sorelle, fratelli, cognati) giunti
dalla Lombardia e gli amici più stretti
ed affettuosi.
L’avvenimento, che ha segnato la conclusione di una parte della loro vita e
conclusa l’ansia dell’attesa per l’eccezionale evento, ha trasmesso a tutti i
presenti una immensa emozione facendoli riflettere sulla bellezza di una lunga vita insieme, su una vita impostata
nella fedeltà, reciproca comprensione e
tolleranza e sul sacro fuoco dell’amore
che deve sempre essere alimentato.
A Luigi e Ingles l’abbraccio della redazione, i parenti, amici e lettori tutti e gli
auguri più sinceri ed affettuosi per un
ritrovarci ancora a festeggiare le prossime Nozze di Platino.
Luigi Colantonio
10
Arte ed emozioni
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Venerdì 5 agosto a Torano ultimo
appuntamento con “Suoni del Lavoro”
«
Una delle voci italiane più interessanti in attività: tenore lirico
di razza, possiede la pasta e lo
smalto che forse nessun tenore italiano oggi può offrire». Questa è solo
una delle definizioni che la stampa ha
dato di Luciano Ganci, uno dei tenori
emergenti e di maggiore spicco della
nuova generazione a livello internazionale, e protagonista del concerto
dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese
diretta dal Maestro Vincenzo Mariozzi di Venerdì 5 agosto 2016, alle
ore 21.15 presso l’azienda vinicola
Emidio Pepe a Torano Nuovo. Per
quest’anno sarà il quarto e ultimo
appuntamento del cartellone “Suoni
del lavoro”, realizzato dalla Regione
Abruzzo in collaborazione con l’ISA
che ha portato la musica in luoghi di
lavoro e di studio rappresentativi del
genio e dell’impegno abruzzese.
Repertori, direttori e formazioni differenti con cui la compagine orchestrale regionale ha dato prova della sua
versatilità: dopo il concerto sinfonico
con la direzione del Maestro Quatrini
nell’azienda Walter Tosto a maggio,
l’orchestra si è esibita a giugno in una
lottizzazione di Morro D’Oro durante
la proiezione del cartone “Omaggio
a Rossini” di Gianini e Luzzati con
l’esecuzione dal vivo della colonna
sonora. I fiati dell’orchestra Sinfonica, il gruppo OSA Wind Ensemble,
è stato invece protagonista del concerto all’alba il primo agosto presso
la Torre di Cerrano, centro di ricerca
sulla biologia marina e sede dell’Area Marina Protetta omonima. Questa
volta ad essere celebrata dalla grande
musica dell’ISA sarà l’agricoltura di
qualità, rappresentata dalla Cantina
Emidio Pepe.
Per il concerto di
venerdì 5 agosto,
il direttore artistico dell’ISA, Luisa
Prayer, insieme al
direttore della serata, il Maestro Vincenzo Mariozzi, ha
ideato un programma dedicato alle più
amate canzoni della
tradizione napoletana e abruzzese oltre
che a celebri passi
d’opera (la Traviata
di Giuseppe Verdi,
Crisantemi di Giacomo Puccini e l’intermezzo di Cavalleria Rusticana di
Pietro Mascagni).
Il pubblico ha ascoltato brani di autori
che, coltivando la canzone in lingua
napoletana, sono diventati celebri in
tutto il mondo insieme alle proprie
opere (Funiculi Funiculà, ‘O Surdato
‘Nnamurato, Guapparia, Torna a Sur-
riento, Te Voglio Bene Assaje e Maria
Mari’) oltre a canzoni dell’abruzzese
Francesco Paolo Tosti di cui ricorre
quest’anno l’importante anniversario della morte avvenuta a Roma nel
1916 (Marechiaro, ‘A Vucchella).
Un programma godibilissimo affidato
alla voce di Luciano Ganci, che dopo
il concerto è volato a Pechino per il
Macbeth di Giuseppe Verdi all’Opera
di Pechino. Fra i suoi ultimi successi
si ricordano il ruolo di Rodolfo ne La
Bohème all’Opera Gent in Belgio, il
Pollione nella Norma al Teatro di San
Carlo di Napoli, il Rodolfo nella Luisa Miller di Giuseppe Verdi a Trieste
e il recentissimo successo come Pinkerton nella Madama Butterfly al San
Carlo di Napoli con la direzione di
Pinchas Steinberg e la regia di Pippo
Delbono.
La direzione dell’orchestra è stata
affidata al Maestro Vincenzo Mariozzi: storico primo clarinetto dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia per 30 anni (dal 1969 al
2000), alterna l’attività solistica con
quella direzionale a livello internaizonale. È stato direttore artistico dei Solisti Aquilani ed è fondatore e attuale
direttore artistico del Festival delle
Città medievali di Fiuggi-Anagni.
Il Progetto “Suoni del Lavoro”,
ideato dal Consigliere Regionale Luciano Monticelli per portare la grande
musica ai cittadini nei luoghi della
quotidianità, tornerà l’anno prossimo
con delle nuove date
Luciano Monticelli
Pres. IV Commissione Consiliare
Regione Abruzzo
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Cultura e Società
11
ORIANA PLUS
I
l riccio, purtroppo, è ormai entrato nella tana del serpente. Una metafora nella quale questa Italia è inoltre l’innocua biscia… Fosse stata almeno una vipera! Se avete
quindi una coscienza e un cervello utilizzateli e capirete Rossano Di Palma, e perché no, forse finalmente anche Oriana
Fallaci, lungimirante e sensibile scrittrice.
Lei, attraverso i suoi libri,
ci aveva avvertiti ben venti
anni fa del pericolo di invasione furtiva e progressiva.
Il riccio che diceva appunto
alla serpe: “e dai, fai la brava! Fammi entrare nella tua
tana bella e accogliente…
vedrai che io mi starò là, là
in un cantuccio, buono buono… senza disturbarti. “Ma
no, cosa dici?” Gli risponde
la biscia, “dopo tu, una volta entrato, allargherai i tuoi
aculei e a poco a poco arriverà il momento che dovrò
essere io ad uscire dalla mia
tana…”
Avete capito adesso finalmente, italiani, a che cosa
allude la metafora del riccio
e il serpente? E già… a qualcosa che sta succedendo a
noi purtroppo… e cioè che la tana dell’innocua biscia (Italia)
diventa sempre più quella del riccio (stranieri a iosa e molti
dei quali migranti per malaffare…)
L’importante previsione fatta da Oriana quindi (disconosciuta per troppo tempo a nostro discapito), è sempre più destinata a riscattarsi nella sua preannunciata verità; ad essere per-
ciò, giorno dopo giorno, sempre più
confermata nella propria veggenza.
La triste meta quindi, è ormai segnata. Dovuta soprattutto ad un
degrado intellettivo e un boicottaggio di coscienza indotti dall’azione
mediatica intensamente esercitata
dagli addetti ai lavori, o meglio, alla
rovina…
Il nostro popolo adesso pensa soprattutto ai cani da esibire sui viali
della propria vanità. Alle biciclette
sofisticate con cui reclamare il proprio transito ovunque e per qualsiasi arrogante trasgressione. Allo
smartphone che lo faccia camminare e guidare sempre a testa bassa. Al
culto delle false statistiche che lo invitino a procreare il più
possibile per accelerare l’invivibilità generale ecc.ecc. Lontano quindi dalla verità e la responsabilità cosciente. Incanalato ormai senza possibilità di ritorno in un edonismo allucinante che lo rende quasi del tutto alieno dal libero pensiero,
quindi dalla consapevolezza
di quanto, tale assenza di
partecipazione allo Stato,
sia la causa di un rischio che
potrebbe manifestarsi da un
giorno all’altro, cioè quello
che anche qui, dove la tana
della biscia è stata ormai del
tutto invasa dal riccio metaforico, si possa dare inizio
a certe esplosioni che non
siano quelle tanto auspicate
nello scorso ferragosto…
Non le stesse perciò con effetti soltanto scenografici,
ma altre con conseguenze
pericolosamente concrete!
E oltre a questo, ovviamente, anche l’eventuale e prepotente insediamento di opposte simbologie religiose
(inaccettabili per la nostra
cultura), con le relative e
conseguenze…
Tutto quindi, secondo il preannunciato monito di una grande
letterata che non prenderà mai il premio Nobel perché proibito a chi tratta liberamente questi argomenti…
Rossano Di Palma
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Cultura e Società
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Dalle imprese un aiuto alla cultura
E
’ consuetudine che le imprese, in tante
occasioni della loro vita imprenditoriale
ed in particolare a Natale, unitamente agli
auguri, diano ai propri dipendenti un significativo attestato della propria riconoscenza e considerazione attraverso anche un pensiero tangibile:
qualcuno con una gratificazione economica in busta paga, qualcun’altro
con un cesto o pacco di prodotti alimentari, molti col solito panettone
o dolci tradizionali e spumante, ma
pochi pensano ad un regalo che dia la
possibilità ai loro dipendenti di una
crescita umana, sociale e culturale.
Ed allora perché non condividere una
iniziativa che permette alle imprese
di contribuire alla crescita culturale
della nostra società e alle imprese
stesse di contenere i costi per l’attestato di riconoscenza verso i propri
dipendenti?
Noi dell’Associazione “Zona Franca”, per poter soddisfare questo desiderio e permettere la realizzazione
di tale iniziativa, abbiamo pensato di offrire alle
imprese del nostro territorio una buona opportunità mettendo a loro disposizione un numero
di opere letterarie di assoluta validità che vanno
dall’alimentazione al sociale, dalla narrativa
all’arte:
L’Enigma di un genio di Jamshid Ashough
Io, Giulia e Santiago di Carlo Di Francesco;
50 sfumature di cibo di Nicoletta Maggitti e
Sara Reginella;
Il costo del “Plico Culturale”, che per motivi di
riservatezza e rispetto verso i dipendenti che ne
verranno in possesso, non
viene menzionato, è molto vantaggioso ed è subordinato alla sua composizione ed è per le Aziende
di facile reperibilità. Tutti
coloro che sono interessati alla presente innovativa
iniziativa possono Rivolgersi a “Edizioni ZONA
FRANCA”
Info: 349.1345224 –
085.932000
[email protected]
[email protected]
Il Direttore Editoriale
Luigi Colantonio
La crudele ricerca scientifica sugli embrioni umani
I
n alcune nazioni è stato dato il via libera alla ricerca sulle cellule staminali
prelevate da embrioni umani senza tener conto delle gravi conseguenze psicologiche e sociali che può provocare un’azione del genere. La manipolazione distruttiva degli embrioni è un atto assai grave se si pensa che un embrione
all’ottava settimana dal concepimento incomincia ad assumere caratteristiche
sensibilmente umane fino a diventare simile a un feto.
In quel miracolo biologico dell’embrione sviluppato, dove possiamo senz’altro
osservare la forma genuina anche se prematura di una piccola creatura vivente,
noi andremo a prelevare i vari “componenti d’uso” per il commercio selvaggio.
Provate a pensare ai prossimi laboratori di ricerca in cui milioni di esseri umani
allo stato embrionale verranno sterminati e sfruttati come “pezzi di ricambio”.
Pensate anche alle future generazioni che cresceranno con la mentalità egoistica
e psicotica di poter distruggere liberamente il concepimento per usarlo a proprio
vantaggio o, come se fosse un giocattolo, per per i “propri esperimenti” nella
piena libertà di poter decidere a priori chi deve vivere e chi deve morire.
Nella nostra epoca utilitarista e materialista crediamo che il bene sia l’appagamento totale dei nostri desideri o progetti da avere a tutti i costi senza tener conto
minimamente dell’altro o dell’umano. Abbiamo acquisito il diritto di poter usare
e consumare tutto quello che ci fa comodo senza risparmiare nemmeno la vita.
Non ci rendiamo conto che abbiamo annientato e dissacrato il valore dell’uomo
a favore di una cultura pseudoscientifica della morte, diretta alla manipolazione
assoluta e strumentale della natura perché non si distingue più il biologico dal
tecnologico,il sacro dall’oggetto. Vale a dire che ciò che è biologico è anche
tecnologico e ciò che è sacro è pure oggetto. Tutto è materia da laboratorio nella
nostra terribile società tecnocratica.
L’umanità è diventata una macchina funzionale che ha assorbito completamente e in modo capillare la dimensione umana nei propri cechi e folli ingranaggi
post-umani. Tutto viene amministrato in questo macchinario senz’anima in cui
l’uomo è ridotta a un automa che deve funzionare a tutti i costi e nel migliore dei
modi, anche a costo di morire immediatamente per diventare un farmaco. Abbiamo costruito piano piano, con la commistione di economicismo e scientismo
provocati a sua volta dal positivismo radicale, una struttura sociale terribilmente
funzionale e macchinosa che spezza le radici cristiane e umanitarie della vera
civiltà scientifica favore di un mercato senza limiti etici e di un uomo senza
alcuna spiritualità.
Non ci dobbiamo meravigliare se il potere agisce senza alcun vero confronto popolare , parlamentare o cattolico perché tanto la democrazia non rientra neanche
lontanamente nei valori di questa ricerca scientifica scellerata ,la quale è in realtà
votata alla schiavitù di una fredda e arida tecnocrazia dispotica, divenuta con il
tempo profondamente disumana e falsamente scientifica.
Cultura e Società
da Leggere - settembre / ottobre 2016
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“CRESCIABILITANDO”
“
Cresciabilitando1” è il titolo del secondo cortometraggio che
mette in risalto la diversità sociale che in situazioni multiproblematiche, genera difficoltà alla persona utente nella
tematica delicata del sociosanitario.
La prospettiva è quella dell’integrazione verso i nuovi bisogni che
inizia gradualmente accompagnando la persona durante il suo processo di CRESCITA prima individuale e poi sociale.
Questo stato di cose prevede uno spazio integrato dove accogliere
la domanda per aiutare a partire dalle POTENZIALITA’ RESIDUE ( ABILITANDO)
Esiste senza alcun dubbio un fortissimo mutamento sociale e culturale al quale si è assistito in particolare negli ultimi anni nel
modo di percepire la disabilità. Un mutamento profondo che si
è verificato sia all’interno che all’esterno di questo mondo così
articolato e complesso.
All’interno, cambiando il modo con cui i disabili stessi percepiscono e vivono la propria condizione, le proprie relazioni sociali,
le possibilità di realizzarsi o di costruirsi un futuro. All’esterno,
sradicando pregiudizi e paure ,creando una società più aperta, più
disponibile, in grado di riconoscere diritti e bisogni.
Dopo un’attenta analisi della famiglia prima, della disabile dopo,
si giunge alla conclusione che per proseguire nell’INTEGRAZIONE possibile, è necessario essere aiutati dallo SPORTELLO
di SUPPORTO INTEGRATO dove la presenza di una
megarete territoriale possa
far superare ogni ostacolo e
contribuire ad aiutare in risposta ai bisogni della famiglia e del soggetto in stato di
bisogno.
Integrare le persone disabili è una grande sfida che può essere
vinta puntando sulla competenza e sulla collaborazione.
Il cortometraggio è stato realizzato con il contributo di persone
disabili e dimostra le loro abilità (pittore, massaggiatrici ed altro
ancora).
La conclusione del cortometraggio vuole divulgare la presenza
dello Sportello sul territorio.
Collaboratrice di TV Atri
Dott.ssa Stella Chiavaroli
1
Visionalile su you Tube: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=
1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiC5dCRw87NAhXEuxQKHZvNBDYQtwIIHzAA&url=htt
ps%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D1L01lvs0DIE&usg=AFQjCNErXwKO
aObXEo_gczUCB-b5oku_Fw&sig2=2fM69UpXyKGvDVb1csfIqw&bvm=bv.125801520,d.bGs
Oggi ho visto un uomo!
O
ggi ho visto un uomo, un Padre, un Nonno combattere per
l’ennesima volta, anima e corpo, non per difendere la sua
proprietà, no, sarebbe troppo riduttivo.
Non ha difeso dall’ennesima prepotenza la sua storia, i suoi sogni,
i suoi e quelli della sua famiglia, no, non basta questo a descrivere
quello che è successo oggi.
Oggi ho visto un Uomo che non ha chinato la testa di fronte alla
violenza del malgoverno; di fronte all’ottusità di istituzioni cieche, sorde e mute quando si tratta di agevolare lobby e privati.
Piantato nel fango, nella sua terra, si agitava come una quercia
scossa dal vento. Nonostante tutto, non son riusciti ad abbatterlo.
Erano tanti, erano arroganti e provocatori come sempre, erano
scortati da chi la giustizia la fa valere soprattutto quando sono in
gioco gli interessi di chi conta. Già! Sono entrati come stupratori
nell’anima di un intero territorio!
Oggi ho visto un Uomo difendere quello che molti hanno perso
in questa nazione: la DIGNITA’. Non si è arreso, non si è fatto
comprare, non si è fatto intimorire. Se oggi è vero che degli uomini minuscoli hanno rubato la sua terra, è altrettanto vero che non
sono riusciti a rubare ciò che tutti noi dovremmo difendere. E non
si tratta solo di un territorio, o di un’idea. E’ un fuoco interiore, è
vita, è il diritto di organizzare le nostre esistenze come noi desideriamo, con libertà e dignità.
Anche quella di oggi... era solo una battaglia. Veder rotolare giù
dalla collina i volti sorridenti e soddisfatti degli “invasori” è stato
doloroso. Sono andati via senza che la terra si aprisse. Ma anche
questo si supererà. Il confronto non è finito. E la terra oggi ammonisce che non c’è niente da festeggiare!
Luca Cicerchia
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Cultura e Società
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Halloween.
Le origini dionisiache dei Celti
“E gli uomini vollero
piuttosto le tenebre
che la luce”
(Gv.: III, 19)
N
ell’antica tradizione celtica ricorrente in Irlanda si festeggia Beltane
e Samhain, due importanti feste che
segnano il passaggio delle stagioni da quella
solare a quella oscura. Beltane ricorre il primo Maggio e indica l’arrivo dell’estate e del
caldo mentre la festa di Samhain arriva con
il primo di Novembre, dove si inaugura il capodanno celtico con l’implacabile arrivo del
freddo inverno in cui cessano i raccolti agricoli e il bestiame viene riportato nelle stalle. I
celti credono che nel periodo intermedio tra
la fine della stagione estiva e l’inizio di quella invernale vi fosse una fase di passaggio in
cui vengono distrutte le barriere con il regno
delle tenebre: una dimensione dell’oltretomba
divenuta capace,in questo rapido momento, di
far interferire gli spiriti dei morti con il mondo
dei vivi, tanto da rendere possibile la visione
spettrale dei defunti. La notte di Samhain, nella conoscenza ciclica del tempo delle popolazioni celtiche, viene vissuta come una sorta di
porta magica fuori tempo tra l’universo materiale e quello spirituale, difatti l’idea classica
del tempo svanisce per lasciare posto a una
dimensione atemporale e dionisiaca, adatta a
cedere libero sfogo all’inconscio che compenetra la realtà con l’oltretomba, con l’inevitabile conseguenza di avere una percezione
interiore dell’aldilà <<che ci spinge a cercare
la verità attraverso l’ombra, scendendo nelle
tenebre, e scandagliando l’io profondo.>>
(Giuseppe R. Festa)
Un’antica leggenda narra che in quel singolare intervallo le anime dei defunti vanno
in cerca dei corpi da possedere per l’anno nascente. Per spaventare gli indesiderati e invadenti spiriti malvagi s’indossano, secondo un
macabro rituale, maschere grottesche ricavate
dalle pelli degli animali. Questo intervallo ar-
riva proprio la notte del 31 di Ottobre con l’avvicinarsi di Samhain. Tale nome può significare “conclusione dell’estate” poiché sam vuol
dire estate e fuin tramonto oppure trae origine
dal nome Samonios che indica il mese relativo a un intermezzo tra Ottobre e Novembre. Il
dionisismo prende piede durante quella notte
e difatti si festeggia con canti e danza dedicati
agli dei i quali hanno il compito di tutelare la
vita degli abitanti durante il gelido inverno. I
giovani, in Scozia, girano tra le frontiere delle
fattorie con una torcia in
mano per scongiurare l’influsso negativo della malvagie forze ultraterrene e
per allontanare le Fate. Un
rituale importante dei Druidi consiste nello spegnere il Fuoco Sacro per poi
riaccendere il Fuoco del
Nuovo Anno, come fonte
di un nuovo ciclo stagionale, all’alba con la legna più
pregiata seconda la cultura
celtica. Tramite delle torce fatte ardere proprio dal
nuovo fuoco, le famiglie
ridanno vita ai loro focolari
domestici.
Con l’avvento della cristianità queste feste pagane di stampo dionisiaco, in quanto
legate a danze notturne,focolari,maschere e
rituali di fertilità, vengono ,inevitabilmente,
malviste e seriamente ostacolate anche,molto
probabilmente,per via della figura del dio
sciamano Cernunnos che, per le sue corna
e per la sua presenza mistica e sessuale nella
mitologia celtica , richiama in mente l’aspetto
del Demonio. (Come,del resto,è avvenuto in
modo simile anche al greco dio Pan.) Di con-
seguenza, Papa Gregorio III sposta la festa
di tutti i santi dal 13 Maggio al 1 Novembre.
Ma dato che l’ iniziativa non ha avuto molto successo nello sradicamento della paganità si provvede a istituire il 2 di Novembre il
Giorno dei Morti, una ricorrenza dedicata alla
memoria e alle preghiere ai defunti in modo
da mettere in comunicazione i vivi con i morti in maniera simile di come avviene durante
le feste pagane. Il cattolicesimo non elimina
Samhain ma lo ripropone all’interno dell’universo cattolico. Come scrivono Paolo Gulisano e Brid O’neil ne “La notte delle zucche”
le <<candele accese sulle tombe di amici e parenti illuminano i cimiteri. Le lanterne appese
alle finestre delle case le ravvivano e i fuochi
riscaldano le ossa fredde.>> Difatti durante
la notte di Ognissanti i <<cimiteri irlandesi
sono un mare di lumini, quasi a continuare la tradizione celtica di Samhain, quando i
morti si mescolavano ai vivi.>>Solo più che
“continuare” la festa si tratta più esattamente di adeguare la ricorrenza alle usanze cattoliche.<< Non potendo tuttavia estirpare la
festa, qualunque essa sia, il cristianesimo in
generale si è sforzato di incanalarla e dotarla di una finalità in sintonia con i suoi dogmi
fondamentali.>>(Jean Markale, Halloween.
Storie e tradizioni.) Non bisogna dimenticare
che in questo processo di repressivo assorbimento cattolico si sono perse o meglio sono
state abolite le tendenze pagane dirette a trovare il proprio equilibrio con la natura e il rapporto con il divino. <<Possiamo dunque affermare che i festini di Samain, che terminano
con un’ubriacatura generale, sono innanzitutto
orge nel vero senso della parole, cioè “esaltazioni collettive dell’energia”, un’energia che
da Leggere - settembre / ottobre 2016
risiede potenzialmente in ogni individuo e che
talora necessita di essere espressa ricorrendo
a rituali più o meno magici.[...] Poiché l’orgia
è un rito sacro del quale malauguratamente
abbiamo dimenticato la finalità: superare la
condizione umana risvegliando tutte le risorse
dell’essere per giungere al sovrannaturale, per
non dire al divino.>>(Jean Markale,op. cit.)
Una testimonianza diretta del condizionamento cattolico proviene proprio dallo sviluppo originato dal nome della festa. Come,
appunto, è avvenuto all’antico termine “All
Hallow’s Eve” da cui si ricava il termine santo o sacro dall’inglese Hallow e dove Eve indica proprio la vigilia di tutti i santi che cade
esattamente il 31 di Ottobre.
In seguito a una dura carestia , dopo la
metà dell’Ottocento, gli irlandesi emigrano
negli Stati Uniti d’America e di conseguenza
esportano la tradizione di Halloween ma questa volta, in ricordo di Jack o’Lantern , vengono utilizzatele le note zucche arancioni, dato
che le rape risultano essere rare e piccole nella
nuova terra. La zucca, svuotata e intagliata in
un modo tale da rappresentare un volto mefistofelico e illuminata dall’interno con una
candela , diviene il simbolo per antonomasia
della festa o della notte delle streghe. La leggenda di Jack o’Lantern narra di un avaro e
ubriacone fabbro di cattiva fama che riesce a
raggirare il diavolo ma a proprie spese. Probabilmente o durante la notte di Halloween,
Jack, ubriaco fradicio, incontra il diavolo in
un Pub. Il fabbro, prima di donare la sua anima al maligno, chiede di poter ricevere,come
ultimo desiderio, un’altra e definitiva bevuta.
Il demonio accetta e si trasforma in una moneta per poter pagare la bevanda ma l’astuto
fabbro infila il denaro nel proprio borsellino
dove una croce d’argento paralizza il diavolo
trasformato in un soldo. A questo punto, Jack
prova a liberarsi del maligno con un ricatto
in cui il Principe delle Tenebre viene liberato
se lascia in pace il fabbro per almeno 10 anni.
Il diavolo acconsente. Trascorso tale periodo,
Satana torna per reclamare l’anima ma Jack
con un nuovo trabocchetto riesce a intrappolare, servendosi sempre del sacro simbolo
della croce, il diavolo che questa volta acconsente di lasciare in pace per sempre il fabbro.
Quando Jack termina la sua vita viene respinto sia dal Paradiso per la sua cattiva condotta e sia dall’inferno perché Satana riesce a
vendicarsi dei tranelli subiti facendo valere la
promessa di non perseguitarlo più. Il fabbro
finisce così per trovarsi solo e all’oscuro ma
per fortuna gli viene incontro il diavolo che,
per toglierselo dai piedi, gli getta un tizzone
ardente per illuminare la strada. Jack infila il
carbone all’interno di una rapa in modo da formare una lanterna e prosegue il suo lugubre
cammino, come un’anima dannata per l’eternità, fino al Giorno del Giudizio. La zucca di
Halloween, di conseguenza, richiama in mente la presenza occulta di Jack o’Lantern che
vaga nella notte del 31 di Ottobre come uno
spirito immondo nel gelido buio degli inferi.
Anche la tradizione pagana legata al termine Trick or Teat ha trovato con il tempo
un risvolto cattolico. Durante la ricorrenza
di Samhain, dato che gli spiriti possono tornare nelle loro abitazioni, si lascia la porta
socchiusa per non impedire l’entrata e si usa
gratificare le anime dei defunti preparando
del cibo e riscaldando l’ambiente con il fuoco.
Così facendo viene dato il benvenuto ai morti
e si evita qualche spiacevole sorpresa da parte
di spiriti che possono ricambiare l’offesa per il
torto subito. Nell’era cattolica le cose vanno
in modo simile e difatti intorno al medioevo,
durante il Giorno dei Morti, i cristiani caduti
nella miseria si recano presso le abitazioni e chiedono
un dolce in cambio
di preghiere per
i defunti che dal
Purgatorio devono
salire in Paradiso.
Un dolcetto che nel
mondo britannico
ha preso il nome di
“soul cake” che nella traduzione italiana di “torta dell’anima”
potrebbe
intendere,secondo
una mia personale
Cultura e Società
15
interpretazione, qualcosa di simile a un “dolcificante per l’anima” ottenuto,appunto, tramite la preghiera. L’usanza di preparare un
dolcetto onde evitare d’infastidire gli spiriti
che possono anche vendicarsi è stata,molto
probabilmente, in qualche modo
riesumata dai bambini nell’attuale festa di Halloween con l’intento di compiere degli scherzetti
a chi si rifiuta di donare qualche dolcetto.
Se in passato si è rischiato di essere vittima
degli spettri adesso sono i bambini mascherati
a recarsi di casa in casa per recitare la nota richiesta: “dolcetto o scherzetto?” che proviene
,appunto, dall’inglese Trick or Teat.
Col tempo,anche a cause della secolarizzazione e del consumismo, l’inteccio tra
paganesimo celtico e cattolicesimo viene
distorto dalla scristianizzazione di un nuovo
paganesimo orrorifico dai risvolti gotici e
demoniaci che viene stimolato proprio dalla
rievocazione dei morti per celebrare le tenebre. Senza volerlo,la cristianità cattolica ha
creato un fertile sincretismo tutto a favore di
un rinnovato paganesimo, che è risorto, attraverso la combinazione di nuovi simboli, sotto
forma di Halloween in una sintesi originale
e innovativa di elementi pagani e cristiani,
dove i diavoli e le streghe hanno preso il posto degli spiriti maligni e delle fate, all’interno di una scherzosa e vandalica festività dai
tratti lugubri e funebri. In un certo senso, più
si è tentato di inibire cristianamente la tradizione celtica e più Halloween ha ceduto il
passo al primordiale impulso dionisiaco legato all’ebrezza,alla danza,alla maschera e
all’oscurità.<<Dioniso e Ade sono lo stesso>>
(Eraclito) Samhain,pertanto, ha recuperato
un po’ di terreno perduto all’origine ma ha
comunque perso la propria naturale e genuina identità celtica, priva di un contenuto diabolico. Halloween, invece, si è trasformato
e si è arricchito di un folclore carnevalesco
dove la festa neopagana ha assorbito i nefasti
miti gotici della civiltà cristiana attraverso i
castelli, le chiese abbandonate, gli spiriti dei
morti tornati in vita con gli abiti d’epoca o
con i gatti posseduti, i vampiri, i cimiteri,le
antiche abitazioni, i monasteri, i lupi mannari,
le catacombe, i demoni dell’inferno e le fulve
streghe vaganti con la scopa nella tenebrosa
notte di Halloween, tradizionalmente illuminata dalla luna piena.
Sandro D. Fossemò
Bibliografia di riferimento
Paolo Gulisano - Brid O’neil , La notte delle
zucche. La festa di Halloween, Ancora, 2006
Jean Markale, Halloween. Storie e tradizioni,
L’Età dell’Acquario,2005
Mario Manzana – Elena Radovix, La vera storia di Halloween, Trentini, 2002
La Gazzetta dei Maghi e delle Streghe, Speciale Halloween ,4 ever,2004
16
Cronaca Locale
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Presentato il Progetto per il nuovo organo
a canne della Chiesa
di Sant’Agnese
V
enerdì 15 luglio alle ore 21:00 presso la Villa Filiani di Pineto
(TE) è stato presentato il progetto elaborato dall’artigiano organaro Giampiero Catelli, atriano, per dotare di un organo a canne
la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agnese.
Dopo una lunga raccolta fondi promossa da un comitato di musicisti
locali guidato dalla Docente di Organo presso il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila Giamila Berré e dal Parroco Don Guido Liberatore, la
cifra necessaria è stata raggiunta anche grazie a un contributo arrivato
dalla Regione Abruzzo, che ha dato disponibilità a destinare a questo
scopo risparmi provenienti da un altro progetto, sempre legato ai beni
culturali.
Oltre ai rappresentanti del Comitato Pro Organo e all’organaro Catelli,
alla manifestazione sono intervenuti anche il Sindaco di Pineto Robert
Verrocchio, il Presidente della Giunta Regionale Luciano D’Alfonso e il
Consigliere Regionale Luciano Monticelli, che ha seguito da vicino l’iter
della proposta.
Luciano Monticelli
Pres. IV Commissione Consiliare
Regione Abruzzo
Il Centro ad una cordata
di imprenditori locali.
“Una sfida imprenditoriale importante ma fughiamo
le preoccupazioni” dichiara il presidente Renzo Di
Sabatino a proposito della vendita del quotidiano
“
Una sfida importante,
non solo per gli imprenditori che hanno
deciso di affrontarla ma
per l’intero Abruzzo, atteso che l’informazione è un
nodo strategico per la qualità di un territorio e della
sua comunità” commenta
Di Sabatino che aggiunge:
“L’acquisto del quotidiano
Il Centro da parte di una
cordata locale va colto come
un indicatore positivo della vivacità imprenditoriale
abruzzese ma, considerato
il peso specifico dell’operazione, non è l’unico aspetto
che può essere considerato.
Proprio la complessità del
contesto nel quale è maturata l’iniziativa - con l’abbandono dell’Abruzzo da parte
di uno dei più importanti
gruppi editoriali del Paese
- e l’impegno, manageriale, economico e finanziario
che questa comporta, ci induce ad assumere il ruolo
di attenti osservatori con
l’auspicio che il peso della
sfida non venga caricato su
chi, giornalisti e poligrafici, hanno fatto la storia del
quotidiano e anche quella
dell’Abruzzo raccontandola
tutti i giorni negli ultimi 30
anni. Ci auguriamo che la
nuova proprietà , alla quale
facciamo i nostri sinceri in
bocca al lupo, possa fugare
al più presto le preoccupazioni espresse dal Comitato
di redazione e dal Sindacato
rendendo partecipe l’opinione pubblica del suo piano imprenditoriale ed editoriale”.
Teramo 9 settembre 2016
Testata on-line
“La Provincia di Teramo”
Direttore Responsabile:
Pina Manente
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Cronaca Locale
17
I miti di Silvi: “La Cambusa”
Q
uella volta, io, Aldo Ammazzalorso e un altro che non ricordo,
tornammo più tardi del solito da un torneo estivo. Mi pare fosse
stato a Popoli o Torre de’ Passeri.
Eravamo esausti ma gratificati dopo quella partita tirata fino ai supplementari e poi vinta con un gol a testa. Visto quindi il consumo di calorie
non certo recuperate mangiando cocomeri a fine gara, secondo il rituale
del nostro pittoresco presidente, divenimmo a breve anche piuttosto affamati.
Tornando quindi rispettivamente verso Silvi e Pineto infatti, a metà percorso sull’autostrada, Aldo esclamò: “mi sta venendo una fame terribile!
Chissà che darei per un piatto di penne all’arrabbiata… ma a quest’ora
dove lo trovi un ristorante aperto!”
Erano le due e quaranta del mattino mentre passavamo davanti a Cappelle
sul Tavo. Senza scompormi gli risposi: “non preoccuparti, fra una quindicina di minuti potrai sedere a tavola e mangiare ciò che vuoi…” Ammazzalorso si fece una lunga risata poi con accento sudamericano disse una
frase volgare pensando che lo stessi prendendo in giro.
Alcuni minuti più tardi eravamo sul lungomare di Silvi quando, arrivati
a casa mia, li feci proseguire avanti per un chilometro. Scendendo quindi
dalla macchina egli pensò ancora che lo stessi scherzosamente buggerando visto che al piano terra di quel palazzo non c’era nessun ristorante, ma
una sorta di galleria piuttosto buia all’inizio. Ed era proprio là che stava il
Horror on the beach
Si era tanto parlato e “sparlato” della zona sabbiosa davanti alla SAILA. Gente (chissà perché) schifata dei bivacchi di Tuareg… con tanto
di dromedario (io non li ho mai visti…) o poveracci la cui presenza lì
(chissà perché un’altra volta) sarebbe stata tanto intrusa! Sì, proprio lì
appunto, dove proliferano erbacce spinose, ciottoli, cordame imputridito ecc. Non capisco però adesso, cosa ci fosse stato di tanto assurdo
prima, visto che ancor più assurdamente, non solo si è fatta permanere e incrementare la zona di erbacce spinose ecc., ma gli addetti
ai lavori si sono pure inventato di collocarci un enorme scatolone di
falso legno, orrido e ingombrante, di cui non si può fare altro utilizzo
oltre quello che certa gente “stupefatta” ne fa, con o senza lattice di
gomma.
Era questo dunque l’obiettivo tanto agognato? Cioè quello di debellare una delle ultime zone autoctone di questo paese “imbastardito” nel
nome di uno scellerato trasformismo?
A farne le spese, stavolta, quei pochi marinari amatoriali (ora disgre-
segreto e il bello di quell’indimenticabile punto di ristorazione. Lì in fondo, dietro l’ex gioielleria Mutani, stava infatti quella che ritengo una delle
più belle realtà che Silvi abbia mai posseduto: “la Cambusa” di Germano
Valloscura, un ragazzo (allora) intraprendente, dinamico e molto capace
nel suo campo. Ricordo che Ammazzalorso quando vide la scena di quel
via vai di ogni ben di Dio di cucinato, strabuzzò gli occhi, quasi che credesse ad un’allucinazione, visto che erano le tre già scoccate del mattino!
Sì! Quello era un locale fenomenale di un proprietario altrettanto fenomenale! Per questo quindi, intruso nella piattezza e nel luogo comune di
questa Silvi sempre più disorganizzata e invidiosa dell’operato altrui; una
Silvi ripeto, in cui i ristoratori, i proprietari ecc., sono soprattutto capaci
di pestarsi i piedi a vicenda per ostacolare l’eventuale buona iniziativa
dell’altro. Propensi quindi soltanto a leccare qualche addetto ai lavori
per abusare del proprio diritto verso i suoi simili.
E ora finendo col racconto…
Non perdemmo tempo ad ordinare
delle magnifiche porzioni di penne
all’arrabbiata innaffiate di fresco
verdicchio, mentre Paolo Rossi si
districava con le difese di quell’ottavo di finale del mondiale argentino 78… e mentre finalmente il
mio amico Ammazzalorso, mezzo
argentino pure lui, aveva occhi,
mente e soprattutto denti concentrati unicamente in quel capiente
piatto di pasta divorata nelle ore
piccole. Viva Germano Valloscura
quindi, e viva la sua “Cambusa”
che non c’è più…
Rossano Di Palma
gati e arbitrariamente
allontanati) che avevano
creato un proprio punto
di riferimento per socializzare,
rispolverando
quindi una propria traccia culturale (l’unica che
abbia poi questo paese
dispersivo). Essa però,
vista l’inciviltà irremovibile che domina in questo luogo, è stata penosamente estromessa con
il crudele abbattimento di quella graziosa capanna di tavole creata
dai precitati appassionati di piccola pesca. Tutto questo per far posto,
ripeto, ad un obbrobrio insignificante, un’invadente sagoma che sta
lì, come il classico cavolo a merenda, per oltraggiare l’estetica della
nostra spiaggia da gennaio a dicembre!
Rossano Di Palma
18
Racconti d’altri tempi
da Leggere - settembre / ottobre 2016
Anomalie nella società
contemporanea
Venticinquesima parte
A
rchiviati gli articoli dedicati alle
bande musicali della nostra regione, è giunto il momento di
donare ai lettori qualche flash relativo ai
problemi sociali dell’epoca attuale. Senza scomodare i grandi nomi della politica del passato (Engels, Marx, Mazzini,
Cavour ed altri), intendo solo evidenziare alcuni problemi di grande attualità,
pertanto, ritengo opportuno, trascrivere
alcuni dei tanti pensieri, a volte in contraddizione tra loro, che però riguardano la nostra società nazionale ed anche
quella mondiale.
La politica è l’arte delle cose possibili;
La critica è il sale della democrazia;
La tolleranza è la mamma del vivere civile;
Non è possibile ipotizzare una società
senza regole;
Primo problema di una nazione è produrre ricchezza, secondo problema è
quello di saperlo ripartire in maniera
equa;
La civiltà è iniziata il giorno in cui l’uomo ha cominciato ad ammettere che un
altro uomo potesse pensarlo anche diversamente da lui;
La società attuale (specie quella italiana) è quella che è e non quella che ognuno di noi vorrebbe che fosse;
L’uomo non avrà mai quello che non ha
ardentemente mai desiderato di avere;
Attualmente si produce di più di quello
che si consuma;
Il tutto degli uni corrisponde al nulla degli altri;
Ogni nazione ha il governo che si merita;
scondiglio dei soldi dei disonesti;
Oggi i contratti dei lavoratori pubblici e
privati risultano non rinnovati da oltre
sette anni, mai accaduto in precedenza;
Cesare Valletta, grande manager della
FIAT del secolo scorso, percepiva uno
Tutti sono utili alla società ma nessuno è
indispensabile;
Quando due o più politici discutono tra
loro, la verità non sta mai da una parte
sola ma tra le parti;
Il 65% dei pensionati italiani prendono
di pensione meno di 750 euro al mese;
Le banche, dicono alcuni, sono il na-
stipendio 20 volte quello di un operaio
dell’azienda che guidava, attualmente
Marchionne grande manager della FIAT
attuale percepisce uno stipendio 400
volte quello di un operaio;
Per comperare una tazzina di caffè nel
recente passato occorreva vendere 5 kg
di patate, oggi sempre per acquistare un
da Leggere - settembre / ottobre 2016
caffè, occorre vendere 5 kg di grano;
Gli Stati Uniti che conta il 5% della
popolazione mondiale, rastrella il 30%
delle risorse del pianeta;
Quello che consuma un cittadino americano in un giorno corrisponde a quello
che consumano 23 cittadini indiani;
Sempre in India è in circolazione un automobile ogni 60 mila abitanti;
In Italia un piatto di spaghetti costa
meno della metà di una tazzina di caffè;
A Larino (Prov. Di Campobasso) verso
la fine del secolo scorso, durante la stagione estiva, un operaio addetto alla raccolta dei pomodori guadagnava 8mila
lire al giorno (cioè 4 euro attuali;
Il terrorismo, a parere del sottoscritto,
non è altro che la conseguenza delle
molte ingiustizie sociali;
La disoccupazione giovanile aumenta
col progresso della tecnologia che avanza senza provvedere alla diminuzione
delle ore lavorative degli occupati.
I lavoratori collocati in pensione continuano a lavorare in nero anziché godersi il meritato riposo leggendo libri ed
ascoltando musica;
I pensionati trovano più facilmente un
lavoro perché hanno più conoscenze
nella società mentre i giovani in cerca di
prima occupazione sono sempre più lontani dalle strutture del mondo sociale.
Un altro elemento che riduce le ore lavorative per i giovani è l’utilizzazione
dello straordinario da parte i datori dei
lavoro.
I datori di lavoro concedono ai dipendenti occupati sempre più possibilità di
aumentare le ore lavorative pur di non
procedere alle assunzioni di altre unità.
Ho letto e sentito da qualche parte che
il 20% della popolazione mondiale detiene l’80% delle riserve del pianeta,
mentre l’altro 80% della popolazione
si deve accontentare del rimanente 20%
delle riserve.
Come rimediare a tante ingiustizie? Con
onestà, saggezza, competenza e grande
disponibilità.
Il problema è molto difficile, ma qualcosa si può fare, come lavorare meno per
fare lavorare tutti.
Con l’avanzamento della tecnologia necessita diminuire le ore degli occupati,
eliminando molti degli straordinari.
Fare una legge, che impedisce ai pensionati di continuare a lavorare.
Effettuare le scelte quando si tengono
le elezioni dei candidati più bravi e più
onesti tra quelli in competizione.
Rivedere il rendimento dei risparmi dei
Racconti d’altri tempi
lavoratori nelle banche e negli uffici di
Poste Italiane.
Incominciare a parlare non più di reddito pro-capite ma di reddito pro-famiglia.
Che la società sia ricca lo pensiamo anche guardando le piazze e le strade dei
paesi e delle città tutte occupate da automobili nuove che rendono sempre più
difficili i parcheggi.
In questa mia piccola e leggera disamina delle anomalie nella nostra società mi
piace ricordare una notizia appresa dal
TG3 nei primi anni del secolo in corso:
Un impiegato abitante nella periferia di
un piccolo paese del teramano (Civitella
del Tronto), appena collocato in pensione per raggiunti limiti di età, era stato
durante gli anni di lavoro un bravo risparmiatore ed era riuscito ad accantonare una discreta sommetta, aggiunge ai
suoi risparmi i soldi della liquidazione,
30 milioni in tutto e non fidandosi degli
istituti di credito, delle poste italiane ed
altri mezzi d’investimento, decide di nascondere la succitata somma sotto una
mattonella dello scantinato della propria
abitazione.
Passano diversi anni ed arriva il giorno
in cui un nipote al quale voleva tanto
bene, sta per prendere moglie ed il nostro pensionato è pronto per fare un
regalo in soldi al nipote stesso. Quando si reca nello scantinato e rimuove
la mattonella per riprendere una parte
della somma nascosta per fare il regalo
trova una sgradita sorpresa: i soldi non
ci sono più perché i topi hanno divorato
tutte le banconote compreso la busta che
li conteneva. Il pensionato sconsolato si
reca dai carabinieri del paese per denunciare l’accaduto, ma questi effettuato un
immediato sopraluogo, altro non possono fare allo sfortunato pensionato che
esprimergli il proprio rincrescimento
19
per l’accaduto e tutta la loro solidarietà.
Riprendo la mia disamina interrotta per
il tragico racconto e mi rivolgo agli amici contestatori ed a quelli che non vanno
neanche a votare dicendo loro: impegnatevi anche voi nei partiti, nei sindacati, nelle associazioni, nel volontariato
e portate nuova linfa per la soluzione dei
problemi, non rimanete più alla finestra
soltanto a guardare perché ciò non serve
proprio a niente.
Certo, bisogna lottare, e sempre civilmente e vedrete che nel tempo, che è
sempre galantuomo, qualcosa cambierà.
Diceva un grande uomo politico del passato (Vittorio Foa): Dobbiamo andare
tutti a scuola da quel grande maestro che
è la lotta. Ma lotta contro chi? Contro
i furbi e i disonesti che vogliono impadronirsi di una fetta sempre più grande
delle risorse del pianeta e della nostra
nazione, ma anche contro quelli che si
limitano solamente a contestare (anche
se giustamente), ma poi rimangono solamente a guardare senza muovere un
dito per concorrere alla soluzione dei
grandi e numerosi problemi della nostra
società.
Impegnandoci, dunque, tutti insieme
in questa direzione, coltivando di più e
meglio l’albero della solidarietà ed abbattendo quello dell’egoismo, consapevoli altresì che nulla è facile e dato per
scontato, ognuno di noi in politica potrà
dare un contributo prezioso per costruire
una società migliore e più giusta e meno
disumanizzante.
Giovanni Graziosi
Racconti di Vinny
20
da Leggere - settembre / ottobre 2016
L’anello del Regno di Rionel
I
n tempi remoti, quando la magia e
le arti arcane non erano ancora state
bandite, il Re del Feudo “Rionel” si
fece forgiare dai fabbri elfici l’anello della
Gloria che permetteva a chi lo indossava
di far risorgere i morti, rendere ottimisti
al suo tocco e farsi ubbidire ciecamente .
Avrebbe potuto vivere sempre colui che
avesse tenuto al dito quell’anello. Quando
ciò venne all’orecchio del re degli gnomi
(Un incrocio tra gli infami elfi oscuri e gli
scorbutici nani) esso decise di ottenerlo,
mandò così uno dei suoi messaggeri al
feudo di Rionel per chiedere in prestito
l’anello.
Il re, che sapeva bene gli inganni degli
gnomi, non accettò la richiesta e rimandò
indietro il messaggero a mani vuote; subito dopo inviò due messaggeri ai feudi di
Whitehelmet e Nightreveng per avvisarli
di tale richiesta e della possibilità che il
Re degli gnomi potesse scatenare la guerra.
Entrambi i feudi riunirono una legione di
guerrieri ma solo Whitehelmet inviò dei
maghi perché il feudo di Nightreveng era
specializzato nell’addestramento degli arcieri.
Il re di Rionel era stato previdente nel convocare i soldati
visto che il re degli gnomi aveva già mobilitato il suo potente
esercito (la potenza dell’esercito degli gnomi era per lo più
derivato dal fatto che i loro
fabbri forgiavano le armi e le
armature con la Suprema Materia).
Quando gli abitanti di Rionel
informarono il re dell’imminente attacco esso ordinò la totale evacuazione.
Un solo ragazzo non abbandonò la città, il
suo nome era Uriel. Alla sua nascita si era
ritrovato una voglia completamente nera
che gli faceva intuire ciò che gli altri pensavano. Tra se e se disse: “So che tu leggi
la mia storia, la stai leggendo e stai leggendo questa mia meditazione, nevvero?
Ora se continuerai a leggere vorrà dire
che sei interessato, se invece ti soffermerai su queste righe vorrà dire che ti sei
semplicemente interessato al mio potere.”
Uriel amava per lo più spiare i pensieri di
Miranda, la donna che amava. Il più grande sogno del ragazzo era quello di entrare
nella guardia reale e questa decisione lo
portò a non fuggire dal feudo.
Appena iniziò a sentire le urla della battaglia corse furtivamente fino all’armeria
per prendere un coltello e un’armatura.
Trovò uno stiletto d’acciaio, un corpetto
in cuoio, degli stivali di ferro, dei gambali di ferro e dei guanti di cuoio. Dato
che non sapeva scassinare una serratura
decise di leggere la mente del custode
dell’armeria (intento a pulire un arco) per
scoprire la zona dove venivano tenuti gli
equipaggiamenti dei maghi e la chiave.
Ci riuscì e aprì la porta dove erano mantenuti i cappucci dei maghi, ne rubò uno e
lo mise in testa.
In poco tempo egli già si trovò nel mezzo
della battaglia: menava fendenti e grazie
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da Leggere - settembre / ottobre 2016
al suo potere, apprendeva velocemente gli incantesimi dei maghi.
Nonostante gli sforzi congiunti i perfidi gnomi riuscivano a penetrare nel feudo e uccidere il re. Dopo avergli rubato l’anello
gli gnomi fuggirono e con questo atto il popolo sprofondò nella
tristezza e nella disperazione.
Uriel, dopo la battaglia, decise di partire per salvare il feudo e
riportarlo al suo antico splendore. Iniziò così a prepararsi: andò
dal conciatore e si fece fabbricare uno zaino, una corazza completa di cuoio e un fodero per il suo stiletto. Successivamente
chiese a sua madre un po’ di provviste; ella acconsentì al suo
viaggio piangendo e gli diede anche un antico cimelio di famiglia: un anello fatto di puro oro con su incise delle rune.
Lui mise al dito l’anello e vide con gli occhi della mente una
nave che affondava colpita da dardi infuocati, poi
svenne.
Due giorni dopo era in viaggio a cavallo verso la
montagna dei perfidi sicari del re. Nella sua prima
notte si accampò sul lato del sentiero e mangiò
una fetta di salmone appena cotto. Si rimise poi
in viaggio, la mattina all’alba (aveva trovato un
cavaliere che acconsentì a donargli un cavallo)
arrivò fino a una fortezza decadente.
Dalla fortezza uscì un bandito che gli urlò: “Paga
200 monete d’oro o perdi la vita!!!” Uriel saltò
giù dal cavallo e rispose al bandito: “Affonda la
tua arma nella mia carne, poi prenditi le 200 monete!”
Racconti d’altri tempi
21
Il bandito sguainò la spada e iniziò a menare fendenti, Uriel alzò
lo scudo e fece tentennare l’avversario, poi approfittò di quel
tentennamento e lo atterrò. Iniziò a tirargli calci, poi lo raccolse
da terra e lo lanciò contro il muro della fortezza. Approfittò allora del suo potere e scoprì che il bandito portava addosso 4000
monete e ne custodiva altre 13000 nella fortezza. Raccattò le
monete, quelle sue che erano cadute e quelle del bandito, e poi
proseguì il viaggio.
Giunto alla montagna degli gnomi senza altri problemi vi si introdusse senza spargimenti di sangue, arrivò davanti alla sala
del trono e si mise al dito l’anello; ebbe nuove visioni: un uomo
frustato dagli gnomi, una cella di prigione e lui che combatteva
un’orda di nemici.
Si tolse l’anello e capì che stava prevedendo il futuro, capì che il
futuro che aveva previsto non era poi così lontano.
Decise di raccogliere un arco e rubare l’anello che era in possesso del Re, legò una corda a una freccia e la spalmò di un
particolare grasso appiccicoso e aspettò che il re degli gnomi si
togliesse l’anello.
Appena la sala divenne deserta Uriel lanciò la freccia e per mezzo del grasso di cui era spalmato recuperò l’anello; si mise a
correre fuori dal covo degli gnomi e arrivò fino al feudo di Whitehelmet dove fu accolto come un eroe e gli diedero anche una
nave per arrivare più in fretta a Rionel; ricordandosi della sua
precedente previsione non accettò la nave ma proseguì il viaggio
con un rapido cavallo che si fece dare.
Dopo due anni dall’ultima avventura di Uriel scopriamo che in
questo tempo lui è divenuto re ed ora governa saggiamente il
suo popolo portandolo pacificamente alla risoluzione dei vari e
molti problemi del regno.
Vinny
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Racconti di Vinny
da Leggere - settembre / ottobre 2016
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le Poesie
da Leggere - settembre / ottobre 2016
UN CUORE NEL GHIACCIO
Un gelido vento
spira nelle vene del mio cuore
e paralizza il fervente battito dell’Amore.
AMO VIVERE
CREPUSCOLO ROMANTICO
Scriverò sulla sabbia
quanto amo vivere,
quanto amo sentirmi donna
e portare l’universo
dentro di me.
Dipingerò
coi sassolini colorati
la libertà dei gabbiani
in volo sopra il mare blu,
questo fantastico
mosaico onirico.
Continuerò a comporre
il tessuto dell’esistenza
con i granelli di sabbia
nelle spiagge bianche
insistendo quanto amo vivere...
Aspetto solo che il guardiano
apri la porta invisibile
e mi indichi la scìa
luminosa del sole.
Note minori
risuonano in me,
di un canto dolente
che vibra nell’anima.
Musica triste
di vita tradita,
vissuta nell’ombra
di un cielo beffardo,
nell’alba protratta
di un sole mai sorto:
confuso
fino al tramonto
nella stessa luce.
Alma Xhindole
LA NOTTE DI HALLOWEEN
Nel labirinto ghiacciato,
un freddo violento
mortifica l’anima
poiché tutto muore
dentro me!
Nel cielo nero,
la violenta lotta delle spade infuocate
non si è interrotta
nelle tenebre desolate
del mio orrore.
Una pioggia acida bollente
perfora il mio corpo rapidamente,
con una tale violenza
da non accorgermi quasi
della profonda distruzione.
La luce di un fulmine
illumina su un laghetto di sangue
l’immagine del mio scheletro
bianco che affoga nell’inferno!
Sandro D. Fossemò
PER RICORDARE
I morti aspettano in silenzio
la festa dell’inferno!...
La mezzanotte
arriva elettrizzata,
nella città del sogno.
Le zucche lampeggiano
nel buio,
tra ragnatele
e cristalli di luce.
Mia cara notte demoniaca,
vieni a esibire
le maschere crudeli
dell’anima!...
Le cattedrali dormono
sopra ad antiche pietre.
Orchestre di fantasmi
danzano nei cimiteri.
Vampiri sintetici
vagano dentro torri
di simulacri.
Stagni luminosi
giacciono a terra
come specchi
per i teschi.
Scheletri guidano
carrozze ducali,
su strade maledette
da gatti neri.
Laura Maggio
Rossano Di Palma
PRELUDIO D’AUTUNNO
Queste nuvole severe
che un vento amico
ha scelto per me.
Una giusta solitudine
per vagare nuovamente,
lontano
dalle anime disabitate.
Io porto un’altra volta
il cuore a spasso:
qui sulle mie ombre lugubri,
sulle foglie filiformi
di un viale ritrovato.
Qui dove colleziono sibili;
sibili e illusioni.
Amori, talvolta…
che un tempo
recrudescente
ancora erutta
dal suo stomaco pieno.
L’ombra della strega
si aggira furtiva
nel buio digitale.
La luna piena
è una bella lampadina,
accesa dal diavolo...
Abitare nel mondo
è come approdare qua e là,
nell’immensa oscurità,
equivale ad una piccola
dolce speranza…
Serve per ricordare…
non lì è tempo…
Un treno arriva,
li avviamo mano per mano,
ci guardiamo, sorridiamo
e sognamo insieme,
per sempre.
Amata notte!...
Tu che sei magica,
tu che sei eterna,
incanta gli automi,
sotto il tuo manto di stelle...
Adesso o mai più!
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