La Goccia n23/11hot!
Transcript
La Goccia n23/11hot!
2 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Pubblicità pagina intera La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Sommario La Goccia n. 23 - 19 Novembre 2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana La Goccia REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N. 430/92 DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIA SAVOIA, 1 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA COMITATO DI REDAZIONE MARIA C. BONELLI ROSAMARIA BUSTO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO ROBERTO MUSCOLINO GIUSEPPE PIZZULLI GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE FRANCO ROMANO ANTONELLO LOVECCHIO PIETRO PERRONE GIORGIO MOREA LUCA CALABRESE VIOLA LAVERMICOCCA GIOVANNI MATERA MIKI MARCHIONNA FLORIANA RIBECCO TERESA GALEOTA GIOVANNI CARDUCCI BALDASSARRE D’ANGELO TOMMASO FRANCAVILLA TONINO DI DIO MARTINA COMES MARILENA SURDO NOEMI SCARATI TIZIANO IZZO ROSANNA CURCI LINA LUISI fOTO: ERASMO MAZZONE AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE Maurizio Falivene STAMPA FALIGRAPH Con Berlusconi… Miroglio… Un calendario La risposta… San Martino… Lospinuso… Ginosa in gara… AiutArci… I Maestri… Le favole di grim Pierpaolo… Il piacere di… Versus di From Iniziativa… Accoglienza… Notizie flash… Home page… Il cordoglio pag. 8 di Roberto Muscolino pag. 24 In viaggio per… Alunna Champions 2… pag. 9 di Noemi Scarati pag. 25 La caricatura… Viaggio nel… Champions 3… pag. 9 di Luca Calabrese pag. 26 Il Pd… Ospedale a Ginosa… Falsa partenza… I 56… Ricerca e … I proverbi di Stefano Giove pag. 4 di Stefano Giove pagg. 5/6 di Uff. Stampa Comune di Ginosa pag. 6 di Grim pag. 7 di From pag. 7 di Giulio Pinto di Martina Comes di Giorgio Morea di Marilena Surdo pag. 10 di Marilena Surdo pag. 11 di Michelangelo Zanelli pag. 18 di Masci pag. 19 di Lina Luisi pagg. 20/21 di Tiziano Izzo pagg. 22/23 di M F pag. 23 di Canta Storie pag. 27 di Giovanni Matera pag. 28 di S G pag. 35 di Tommaso Francavilla pag. 35 di Carrera - Giove pagg. 36/37 di Viola Lavermicocca pag. 37 di Rosanna Curci pag. 38 di Pietro Lospinuso pag. 38 di Baldassarre D’Angelo pag. 39 di Baldassarre D’Angelo pag. 39 di Vincenzo D’Angelo pag. 39 di Giovanni Carducci pag. 39 Occorre… Considerazioni… Ginosa, tris Congresso… Anna e Tonino … Vittoria… Andiamo al cinema Hobby Pesca… di Teresa Galeota pagg. 12/13 di Teresa Galeota pag. 13 Il prof. Mario Monti… di Giulio Pinto pag. 14 Le interviste di RG di Floriana Ribecco pag. 17 di Pietro Perrone pag. 31 di Redazionale pag. 32 di Miki Marchionna pag. 33 di Domenico Ranaldo pag. 40 di Domenico Ranaldo pag. 41 di Miki Marchionna pag. 42 Noi e il fisco di Mario D’Alconzo pag. 33 Il silenzio di Giuseppe Pizzulli pag. 34 Questo numero de La Goccia è stato chiuso alle ore 12.00 del 16 novembre 2011 3 46 4 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Con Berlusconi deve andare via anche il berlusconismo. Si è chiuso, sabato scorso, con le dimissioni di Silvio Berlusconi, un periodo storico del nostro Paese, da tutti definito Seconda Repubblica. Sono del parere che, forse, sabato sera, si è conclusa, definitivamente, la vita della Prima Repubblica. Da cosa nasce questo mio pensiero. Nasce dalla considerazione che i protagonisti dell’attuale scenario politico sono le stesse persone che, in un modo o nell’altro, lo erano anche prima, con la variante che in passato occupavano le seconde e terze file della scena. A questo bisogna aggiungere (aspetto essenziale) anche il dato che la cosiddetta Seconda Repubblica è stato solo il tentativo (maldestro) di innestare sulla “pianta” costituzionale italiana, fortemente proporzionalistica, un modello maggioritario. Il risultato di questo mix di fregolismo politico e istituzionale ha prodotto i guasti che rischiano di portarci alla catastrofe. Quando questa fase politica finirà di essere cronaca faziosa e sarà consegnata alla storia, ci renderemo conto di quello che è accaduto veramente e di quante anomalie abbiamo ignorato o fatto finta di ignorare, a cominciare dalla storia dei protagonisti. Tuttavia voglio ribadire un aspetto, a mio giudizio importante, del quale si è discusso poco, ovvero: chi sono gli “attori” di questa stagione politica, quale la loro storia personale e politica? Comincerei dall’onorevole Fabrizio Cicchitto, attuale capogruppo del PdL alla Camera dei deputati, che a mio giudizio, rappresenta il paradigma di una classe politica che in nessun altro Paese al mondo avrebbe avuto la possibilità di essere protagonista. Ebbene questo signore, esponente di spicco della sinistra lombardiana del PSI, negli anni ’70 del secolo scorso, risultò essere iscritto alla P2 (fascicolo n. 945, tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980), questo lo costrinse a scomparire dal panorama politico. Di esponenti come l’on. Cicchitto, nel Palazzo ce ne sono tanti e tutti sono reduci del craxismo e del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani) e del caravanserraglio composto di “nani e ballerini” che li seguivano. Insomma, per essere più precisi, l’Italia per buona parte di questi ultimi 17 anni, è stata governata dai seguaci di Lucio Gelli. Il fatto stesso che il premier Silvio Berlsuconi fu un adepto della Loggia di Gelli (l’iscrizione di Berlusconi alla loggia massonica P2 avviene il 26 gennaio 1978 nella sede di via Condotti a Roma, all’ultimo piano del palazzo che ospita il gioielliere Bulgari insieme a Roberto Gervaso[101]; la tessera è la n. 1816, codice E. 19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, come risulta dai documenti e dalle ricevute sequestrate ai capi della Loggia), dimostra cosa sia veramente accaduto, al di là di ogni ragionevole dubbio. E (per tornare a oggi), noi facciamo i conti con un debito pubblico spaventoso e in tanti, soprattutto gli “orfani” del Cavaliere, gridano al complotto della finanza internazionale e della perversa logica del mercato. Ma, finanza creativa e liberismo esasperato non erano i punti di riferimento del governo Berlusconi? Sicché non è così! Non siamo vittime di un intrigo internazionale, che ha voluto colpire Berlusconi per commissariare l’Italia. Appena due anni fa, in questo spazio, scrissi un articolo dal titolo preveggente: “1741”. Era la cifra dell’ammontare del debito pubblico nel 2009. Denunciavo la gravità della situazione, dicevo che quel debito era caricato sulle speranze e sui sogni dei nostri figli e nipoti. Lo faceva uno come me, che non dispone di informazioni di prima mano, che non è abituato a frequentare i palazzi della finanza. Si trattava solo di considerazioni di buon senso, che ogni persona poteva fare. Eppure se qualcuno ricorda le dichiarazioni e gli atti del governo, in quello stesso anno, erano tutti improntati a sottolineare che: “la crisi non esiste, la crisi è alle nostre spalle, siamo stati bravi a non mettere le mani nelle tasche degli italiani”. Invece gli italiani hanno pagato un prezzo salatissimo in quanto le mani in tasca se le sono dovute mettere per pagarsi i servizi e l’assistenza dei quali sono stati privati attraverso i “patti di stabilità”. La cifra del debito del 2009, oggi è lievitata a 1900 miliardi di euro. Il fallimento del governo Berlusconi e del ministro Tremonti sta in questa cifra! Interessante sarebbe verificare in quali anni e con quali governi e presidenti del Consiglio si sono avute impennate del debito pubblico, senza precedenti. La sorpresa, che salterebbe agli occhi, è che Craxi e Berlusconi sono stati i due Presidenti del Consiglio che ci hanno portati ad un passo dal precipizio. Qualcuno ricorderà quello che accadde il 1992 quando la bancarotta del no- l’editoriale Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità FALIGRAPH Viale Jonio, 385 74025 Marina di Ginosa (Ta) Tel e Fax 099.8277553 e-mail: [email protected] Arretrati (costo € 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via M. D’Ungheria n. 52 74013 Ginosa (TA) indirizzo di posta elettronica: [email protected] La Goccia on line arcipikkia.it Tel. 099.8294879 - 099.8294550 Cell. 368.3561703 - 330.624347 stro Paese fu evitata grazie a una manovra di 100 miliardi di lire, fatta dal governo Amato. Sull’orlo del fallimento ci avevano portato i governi dell’epoca, che avevano nel CAF l’asse portante. Oggi siamo in una condizione simile. Qualcuno dice la crisi non è nata in Italia. Vero, ma questo non toglie nulla al fatto che noi, di qui a marzo del prossimo anno, abbiamo la necessità di ricollocare 400 miliardi euro di titoli di Stato e se i “mercati” non hanno fiducia nella nostra capacità di onorare quei debiti, siamo fritti. E, seppure è vero che è stata arrecata una ferita alla democrazia (il governo di ogni Paese deve essere scelto dal popolo sovrano), è altrettanto vero che in questo momento dobbiamo salvare il nostro Paese. Se la casa brucia, chiami i pompieri e quelli la porta la buttano giù, mica bussano per entrare. La casa Italia sta bruciano, sta bruciando perché un signore pensava a fare feste e quant’altro. L’Italia non è solo un Paese sull’orlo della bancarotta, è anche un Paese che è stato svergognato agli occhi del mondo, da questi “compagni di merenda”. Non so se Monti riuscirà nel suo intento e se riusciremo a superare questo difficile momento, saranno i prossimi mesi a darci una risposta. Sicuramente, dobbiamo auguraci che da questa esperienza si esca tutti quanti con la consapevolezza che non solo Berlusconi deve essere il brutto ricordo di un passato da gettarci alle spalle, ma anche il berlusconismo sia di destra sia di sinistra. Ché se ne vede tanto in giro, anche da quella parte. Stefano Giove cronaca La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 5 Le risposte le deve dare il nuovo governo La lotta del Comitato Terre Joniche si protrae da 9 mesi, dalla quella terribile notte del 2 marzo scorso quando, nel cuore della notte, i fragili argini del Bradano non riuscirono a contenere la massa d’acqua che inondò il territorio circostante portando devastazione e tanta sofferenza. 9 mesi di impegno costante e continuo da parte del Comitato per strappare il diritto a essere cittadini alla pari degli altri. Bisogna riconoscere al Comitato una grande capacità di lotta e di iniziativa e se alcuni risultati si sono raggiunti è stato solo per la “caparbietà” di questo gruppo. La serata di lunedì 14 novembre scorso, il Comitato l’ha utilizzata per fare il punto della situazione: l’ennesima assemblea per capire e per decidere in quale modo continuare la battaglia per il riconoscimento dei propri diritti. È toccato a leader del Comitato, Gianni Fabbris, fare il punto della situazione e introdurre l’assemblea che si è tenuta nei locali della Parrocchia di Marina di Ginosa. Fabbris, nel suo articolato intervento, ha analizzato i risultati conseguiti con la nuova iniziativa, avviata dal Comitato lo scorso 31 ottobre. «Abbiamo compiuto due piccoli ma importanti passi avanti» ha detto Fabbris. I due piccoli passi avanti riguardano sia la Basilicata sia la Puglia. «Per la Basilicata abbiamo avuto la garanzia dal presidente della regione che ci saranno risorse non solo per la messa in sicurezza del territorio ma anche per i rimborsi alle famiglie. Per la Puglia abbiamo ottenuto, dal mio punto di vista, qualcosa di ancora più importante. Abbiamo ottenuto lo stanziamento di 1,5 milioni di euro con un atto deliberativo.» Proprio questi due elementi di novità sono propedeutici alla fase successiva che si va delineando. Indubbiamente, in tutta la vicenda ha pesato molto la latitanza e il disinteresse del governo, rispetto a quanto accaduto nel nostro territorio. Come si può una settimana prima liquidare 300 milioni di euro per il Veneto alluvionato e… poi approvare il decreto milleproroghe che, di fatto, in nome del federalismo, annulla il concetto di solidarietà nazionale in caso di calamità naturali! Perché non ricordare quante tribolazioni e quante lotte ci sono volute per il riconoscimento dello stato di calamità? Come non ricordare che mentre per le popolazioni toscane e liguri la firma dei decreti e la nomina del Commissario è bastato chiedere… ancora oggi, per i cittadini pugliesi e lucani non ci sta niente? Eppure il “milleproroghe” era in vigore anche per le popolazioni toscane e liguri. Insomma, un trattamento ingiustamente diverso. Fabbris queste cose le ha ricordate ai presenti e ha ricordato anche gli impegni che il governo, su sollecitazione dei nostri parlamentari, a cominciare dall’onorevole Vico, aveva assunto attraverso il sottosegretario Gianni Letta. Niente firma dei decreti, niente nomina del Commissario, nessuna modifica al “milleproroghe” nel maxiemendamento del patto di stabilità, votato sabato scorso dal Parlamento. Insomma dire chiaro e tondo che il governo che è appena andato via abbia calpestato i più elementari diritti delle nostre popolazioni, non mi sembra una esagerazione. Eppure, il Comitato non si è levato a accusatore di questo o di quello, non è caduto nell’errore di scegliere la partigianeria politica quale metodo di lavoro. Ha scelto, invece, di fare dell’unità e della concretezza i suoi punti di forza. Proprio unità e concretezza hanno permesso di raggiungere i risultati finora raggiunti. Certo, le vicende politiche nazionali hanno, inevitabilmente, cambiato il quadro di riferimento. La lotta, in questo momento, senza un interlocutore istituzionale, diventa inutile ed ecco che il Comitato si muove su diversi livelli: quello della denuncia e quello della programmazione. La denuncia si estrinseca con iniziative quali quella del tour sui prossimi disastri. Il viaggio fatto dai giornalisti a visionare lo stato dei luoghi, che possono essere la causa di nuovi disastri se non messi in sicurezza; quella di coinvolgere le scuole per far conoscere ai nostri ragazzi il valore della tutela ambientale. Per quanto riguarda la programmazione delle prossime iniziative, il Comitato è partito ponendosi la domanda: che fare adesso? La risposta è stata perentoria: «lottare, lottare, lottare fino al raggiungimento del nostro obiettivo!» L’hanno detto tutti. Si aspetta la nomina del nuovo governo, che segue a pag. 6 6 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Comitato Terre Joniche segue da pag. 5 dovrebbe avvenire entro giovedì e un minuto dopo la nomina dei ministri, il Comitato sarà sul piede di guerra e questa volta senza soluzione di continuità, fino alla conclusione. Si parla senza se e senza ma di bloccare la statale 106, di farlo fino a quando il nuovo governo non avrà prodotto gli atti richiesti che sono: la firma dei decreti per la destinazione dei fondi e la nomina di un Commissario per la loro gestione. Fabbris ha preso quale riferimento proprio le tre parole pronunciate dal presidente del Consiglio incaricato Monti e che sono alla base del suo programma di governo: Sacrifici, rigore e equità. «Di sacrifici sono nove mesi che ne facciamo. – ha detto Fabbris – Per quanto riguarda il rigore noi non chiederemo un centesimo in più di quello che ci spetta; e per quanto riguarda l’equità noi da nove mesi la stiamo chiedendo.» Prima di concludere il suo intervento, Gianni Fabbris ha analizzato lo stato di salute del Comitato e ha indicato i valori sui quali orientare la barra di navigazione: il rispetto e l’unità. Insomma, siamo giunti a una fase delicata di questa estenuante lotta, che si protrae da marzo scorso. Credo che deve essere chiaro a tutti che oggi ci sono le condizioni oggettive per portare a casa un risultato importante e per vedere riconosciuti i diritti delle nostre popolazioni. Nel governo che sta per nascere non ci saranno due elementi che hanno fortemente condizionato il cammino fin qui percorso: non ci sarà più il Ministro Tremonti e non farà parte del Governo la Lega Nord. Entrambi hanno impedito, fino a oggi, che anche per le nostre popolazioni ci fosse il riconoscimento di un proprio diritto. Tuttavia se il quadro politico di riferimento si presenta più promettente, questo non significa mollare la presa e aspettare che “tanto ci penserà il nuovo Governo”. Un atteggiamento simile sarebbe sbagliato… in questo momento, proprio perché ci potrebbero essere orecchi più sensibili… bisogna lottare con più determinazione per far capire al nuovo presidente del Consiglio, al nuovo Ministro, che “equità” non può e non deve rimanere una parola astratta. Stefano Giove foto Erasmo mazzone cronaca GINOSA IN GARA A “MEZZOGIORNO IN FAMIGLIA Il 26 e 27 novembre, dalle 11,30 alle 13”, su Rai 2 Continua l’azione di marketing p rom o zi on al e , messa in campo dall’Amministrazione Comunale, sotto la regia del consigliere delegato al ramo Giacomo Cassano. Questa volta, Ginosa va in trasferta a Roma, partecipando alla trasmissione di “Mezzogiorno in famiglia” su Rai 2, condotta da Amadeus, Laura Barriales e Sergio Friscia. Il programma di Michele Guardì e di Anna Maria Flora, Massimo Giacomazzi, Tonino Quinti, per la regia di Michele Guardì, vede protagonisti i comuni d’Italia fino a 30mila abitanti, in un torneo, che consente di vincere, nella finalissima di maggio, uno scuolabus da destinare agli alunni delle proprie scuole. Così, sabato 26 e domenica 27 novembre, una delegazione di ginosini sarà nello studio della Rai, per misurarsi, in diretta, in una serie di prove pratiche e di abilità. Tra i numerosi giochi, anche la sfida musicale finale con le mani giganti. Ma si gioca anche in collegamento dalle piazze dei due paesi in gara, dove ci saranno le inviate Roberta Gangeri e Silvia e Laura Squizzato. Per Ginosa, riflettori puntati su Piazza Orologio. Ben otto saranno i collegamenti: quattro per giornata. Sabato, nel primo collegamento, spazio al ballo e alla musica popolare per valorizzare le tradizioni locali; poi, un’ampia cartolina di presentazione del territorio; gara e, per finire, uno spaccato delle attività produttive, con l’intervento del noto sarto Angelo Inglese, che ha cucito la camicia del principe inglese William, in occasione delle sue nozze. Domenica, invece, sarà la volta dell’artista Cataldo Ribecco, che riproduce artigianalmente i monumenti e gli angoli più suggestivi della città; riflettori puntati, poi, sul Museo del Barbiere, forse un unicum in Italia; ancora giochi in piazza e, poi, i saluti finali. L’obiettivo della trasmissione è anche quello di far conoscere al pubblico i paesi con le loro tradizioni, storia e cultura, mostrando in diretta i luoghi e i monumenti più caratteristici. “Per questo – spiega il sindaco Vito De Palma – è stato nostro impegno fare in modo che Ginosa potesse partecipare a Mezzogiorno in Famiglia. E’ una vetrina di promozione del territorio davvero ambiziosa”. “Ma, oltre alla promozione, ben venga – è l’appello del consigliere Giacomo Cassano – anche la partecipazione, da casa, dei nostri concittadini. Se vogliono che Ginosa arrivi alla finalissima, devono fare il tifo e tele-votare, durante le gare, per la loro squadra, per i nostri paesani”. E, allora, tutti sintonizzati su Rai 2, il 26 e il 27 novembre, dalle 11,30 alle 13 e speriamo che le stelle, quelle che sapientemente sa leggere Paolo Fox, siano di buon auspicio per la squadra ginosina. Uff. Stampa Comune di Ginosa scherzi a parte Versus di from Rimpalli Si è dimesso, statista per un giorno o poco meno: si teme adesso ritorno da milanista a tempo pieno. Mariomonti La crisi a morsi da Berlusconi a Monti: i conti affamano, servono Bocconi. Sarah Rubano fiori alla rosa recisa qua, fuori, dove il sogno fiorisce sul giorno che finisce. Genova Tracima il fiume riverso sul ponte, schiuma sul lume perso all’orizzonte. La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 I diavoli 7 C’era una volta, non lontano di qui, il paese di Occiocitrullo, e lì, che ogni occasione pareva buona per tirar sgambetti, quelli di manca non si lasciarono sfuggire quella di farlo anche intonando motivetti. Era il tempo, infatti, in cui un allegro ritornello era molto in voga, quello del Para Punzi, Punzi Pà, lanciato come inno alla gioiosità nel corso dell’investitura del condottiero degli appiedati di Occhiocitrullo. Era ancora vivo il ricordo della contesa che c’era stata per nominar il giovine cavaliere ma, altrettanto vivo era il ricordo dei festeggiamenti tenuti a risultato raggiunto, al ritmo dell’allegro Para Punzi, Punzi pà! Un ritornello che (a sorpresa) divenne famoso e assai cantato… perfino nella contesa per stabilire chi dovesse essere il condottiero degli appiedati, nel regno de’ Duemari! Quella disputa non era facile, dacché da ogni paese e villaggio della contea, quelli del casato di manca designavano i più valorosi fra i loro combattenti, a sostegno dei contendenti di tale stendardo del comando. Sicché, anche da Occhiocitrullo partì una pattuglia di valorosi, che a seguito del malriuscito tranello, teso da messer Felicione e ordito da messer Giannino dell’Enza, ai danni della Vispa Teresa, non era quella per cui s’era brigato! Difatti, tutto l’intrigo tendeva a un solo fine: impedire che Eternachiomanera potesse divenire cavaliere dell’ordine degli aPpieDati de’ Duemari. Ma così non fu e l’intrigo malriuscito, non solo non impedì a messer Eternachimanera dì essere designato, ma della sua schiera, messer Felicione aveva perso (colpiti dal colpo della Zeta) anche due suoi validi combattenti (vittime del fuoco amico, si disse!) Ancora una volta, i sinistrosi non s’erano smentiti: pur di fare dispetto alla moglie s’erano mozzato… l’arnese! «Vallo a fermare il carro in discesa!» Recitava un vecchio popolano, nel momento in cui, infeliciosamente, dal regno de’ Duemari venne il colpo di grazia per i sinistrorsi cospiratori… che dovettero assistere, senza nulla potere, alla decisione del condottiero del regno de’ Duemari di nominare suo fido cavaliere, Etrnachiomanera , recitando solenne: «Mio fedele Messere, tu che porti qui, al cospetto dei Due Mari, il grande valore degli occhiocitrullesi, tu che hai dimostrato coraggio e ardore nel sostenere le impari forze del casato dei libertini, tu che sei riuscito a scampare da agguati e tranelli e dai morsi delle serpi, tu sei Cavaliere dei Due Mari del nobile casato degli aPpieDati. E, caro messere, per te non solo la nomina a Cavaliere ma anche l’onore d’essere mio braccio destro per tutte le contese e i servigi che saranno richiesti ad occidente de’ Duemari… ricordalo, tutto questo è per riconoscere sì il tuo valore ma anche perché tu sei fido della grande Vispa Teresa!» Tal solenne riconoscenza rese felice Messer Eternachiomanera, la Vispa Teresa, il nuovo comandante degli appiedati di Occhiocitrullo e… quasi tutti gli altri! Difatti, qualche scontento c’era! E qualcuno dice che alla marina messer Giannino dell’Enza andava ramengo e disperato per il colpo subito e mesto s’interrogava: «Ho sbagliato a schierar l’esercito o la scelta delle armi?» e mentre alla marina il messere s’affliggeva nel suo dubbio amletico, in montagna, quello che rimaneva del grande esercito di messer Felicione, aveva rotto le righe e andava ramengo, alla ricerca d’un luogo dove far riposare le stanche membra. La cosa diventava sempre più difficile e non giovava affatto, sentire, ininterrotto, in lontananza il ritornello insinuante, che faceva più o meno così: para punzi, punzi pà/ tenime u cavallière… para punzi, punzi pà/ e tène la chioma nère, para punzi, punzi pà / se l’è tengiute che la feliscene/ para punzi, punzi pà / ca n’gia date felisce… one/ para punzi, punzi pààààààààààààà!. Quel ritornello divenne una dannazione per quei poveri diavoli che avevano cercato di fare una pentola, l’avevano fatta senza coperchio e, purtroppo c’ erano finiti dentro! Morale della favola: facite fa ‘u pitte a ci tène ‘u cule! 8 cronaca La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Notizie Flash Rubrica a cura di Giulio Pinto SS580 cocktail di alcool e velocità: muore una giovane donna A meno di dieci anni dall’inaugurazione della SS580, nonostante l’allargamento della sede stradale da sei metri a ben dieci metri, sono decine i morti che si contano per incidenti stradali. L’ultimo in ordine è occorso intorno alle 9,30 di domenica 13, nei pressi della stazione di servizio IP. Per cause in corso di accertamento, due auto si sono scontrate e nell’impatto sono rimaste coinvolte altre due vetture; da una prima ricostruzione della dinamica, pare che una Lancia Musa con a bordo quattro giovani foggiani, pare, provenienti dalla discoteca Cromie, sia uscita dall’area di servizio IP nel mentre sopraggiungeva una Alfa Romeo 156, con a bordo il conducente, Massimo Branca, 38 anni originario di Ginosa, la compagna, Maria Traetta, 29 anni, originaria di Castellaneta, un altro parente dell’uomo, un 41enne di Ginosa e i due figli di Branca, di 15 e 11 anni. Lo scontro è stato inevitabile, la 156 è letteralmente volata in aria, mentre la Musa subiva un danno nella parte anteriore. Il corpo di Maria Traetta fuoriusciva dal parabrezza anteriore per cadere a diversi metri di distanza dopo essere stato schiacciato dalla 156. I carabinieri della locale stazione dei carabinieri constatavano il decesso della giovane donna, il ferimento con lesioni più o meno gravi degli occupanti della 156; illesi gli occupanti della Lancia Musa. L’alcool test eseguito dagli uomini dell’Arma, sul conducente della Musa dava esito positivo; l’accertamento evidenziava l’assenza di segni di frenata sull’asfalto della 156. Un incidente mortale gravissimo, un cocktail composto dall’alcool e dalla velocità che ripropone ancora una volta la sicurezza di quella che non ha mai smesso di chiamarsi la strada della morte. Anche questa volta, forse, un comitato di protesta sciopererà per denunciare la pericolosità della strada. Ed intanto la Provincia, ente proprietario, più che preoccuparsi della sicurezza della strada, con la semaforizzazione degli incroci a raso, con la adozione di segnali sulle decine e decine di uscite poderali e di aziende, ha realizzato due impianti autovelox costosi ed inutili visto che comunque la gente continua a morire per velocità, alcool e disattenzione. Stalking a Ginosa? Nel numero precedente de LA GOCCIA, preso dagli avvenimenti legati alla vicenda di Elisa Claps e dello stalking di Danilo Restivo, avevo pubblicato un Sos telefonico azionale a cui rivolgersi per denunciare casi di stalking. Non immaginavo che dopo qualche giorno avrei ricevuto una telefonata, una voce che mi denunciava un caso di stalking a Ginosa, accaduto alla moglie e che mi chiedeva aiuto, perché pur avendone parlato con gli organi preposti, lo stalking era continuato.Questa è una storia vecchia, che dura da tempo e che non riesco più a controllare. Così inizia la telefonata- Sono sposato ed ho moglie e figli; spesso sono costretto a lavorare in trasferta, lontano da Ginosa, lasciando la mia famiglia e soprattutto mia moglie da soli. Al ritorno a casa, qualche mese fa, ho notato mia moglie rabbuiata e timorosa; poi pian piano mi ha raccontato di un uomo, di Ginosa, che approfittando della mia assenza ha cominciato a telefonarle con insistenza, facendole pressione per incontrarla. Alle telefonate sono seguite le attese sotto il portone di casa. Di fronte al chiaro diniego di mia moglie, l’uomo, preso dalla collera ha cominciato a minacciarla di denunciare tutto a me, forte del fatto che queste cose nascono per “colpa” delle donne.” “ Una storia allucinante sia per la persona interessata, - continuava la voce telefonica - che a vederlo sembra una persona per bene e sicuramente lo è, solo che è malata. Chiamo LA GOCCIA dopo il vano tentativo sortito con le strade normali,-prosegue la voce- l’ho affrontato ed ho ricevuto minacce personali e nei confronti dei miei famigliari. Ho pensato che forse con LA GOCCIA avrei sortito un migliore risultato ed il timore di essere scoperto gli faccia smettere le molestie.” Prima che chiudesse la telefonata ho chiesto invano il nome. Oggi che scrivo, a distanza di giorni, questa storia, mi sembra non vera; una storia terribile che però deve essere vista con l’obiettivo di aiutare questo individuo malato il prima possibile, per evitare che una molestia sessuale, si trasformi in un dramma. Via Copncerie: quando il ripristino del manto stradale? Ecco una foto inviataci da un nostro elttore in cui si vede la condizione della strada. cronaca La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 9 Alla scuola media Calò il 1° premio del concorso “In viaggio per la pace” Ray Charles caricatura disegnata da Giorgio Morea Mercoledì 9 novembre 2011 si è svolto a Laterza, presso la Cittadella della cultura, l’evento per la pace che ha premiato i racconti, le poesie e le più belle opere artistiche che meglio sono state in grado di rappresentare questa parola importante. Per quanto riguarda il settore artistico, fra le scuole del I ciclo, il primo premio è stato assegnato alla classe IIIA della scuola secondaria di I grado dell’istituto “G. Calò” di Ginosa. Abbiamo realizzato il nostro lavoro su un pannello bianco su cui abbiamo posto tanti toast e del pane, simbolo di pace e fratellanza. Sui toast sono stati rappresentati due ragazzi: un israeliano ed un palestinese che si abbracciano perché, come sappiamo, questi due popoli sono in conflitto. Il lavoro è stato svolto dagli alunni della IIIA guidati dal professore di Arte e Immagine, Antonio Giannini, che ha intitolato l’opera “Come un’unione”. Durante la premiazione siamo saliti sul palco e abbiamo ritirato i due premi: del materiale scolastico e una somma di 100 euro. Ma alla nostra scuola è stato assegnato anche il terzo premio per l’opera realizzata da un nostro compagno della II B. Il dirigente della scuola “Dante” di Laterza ha detto che quest’opera (il 1° premio) l’ha molto emozionata. Ciò che ci ha colpiti di più è stata la copiosa partecipazione di molte scuole e soprattutto l’interesse nei confronti dell’arte, una materia che spesso non è apprezzata da noi ragazzi. A dire il vero, personalmente, credo che noi stiamo imparando a stimare questa disciplina grazie al contributo del professor Giannini che, attraverso strumenti del tutto innovativi, ci ha saputo fornire un nuovo approccio al mondo dell’arte. Comes Martina Classe III A - Scuola secondaria di I grado Calò 10 attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Il Partito Democratico dopo il congresso: intervista a Giuseppe Punzi Di Marilena Surdo A pochi giorni dall’elezione a coordinatore del circolo ginosino PD la prima mobilitazione romana del 5 novembre scorso.. «Sì, tutto vorticosamente. L’elezione e poi l’organizzazione del viaggio per la mobilitazione di piazza San Giovanni. “Ricostruire. In nome del popolo italiano”. Un titolo significativo per una manifestazione che ha permesso a una parte nutrita di italiani di esprimere il proprio disagio nei confronti di un Governo lontano dalla realtà, e che è stata importante per me non solo in quanto prima mobilitazione da coordinatore, ma soprattutto a livello personale, umano. E’ stata un’esperienza che mi ha segnato molto e che dovrebbero fare non solo i componenti del direttivo, gli iscritti ma anche i simpatizzanti e i cittadini che vogliono far sentire la propria voce. A quanti sentono che è arrivato il momento di partecipare. Di ritorno da Roma mi telefonavano in molti e a tutti ripetevo una cosa: è un’esperienza collettiva che dà molta carica. Ritrovarsi in piazza con milioni di persone per la stessa causa, lascia un’energia che è un incentivo a ridare vigore al progetto riformista e progressista che è proprio del Partito Democratico.» Energia per la dinamo di un circolo che però deve confrontarsi e spesso scontrarsi con le difficili realtà territoriali. Bersani nel suo discorso ha spesso ripetuto le parole: fiducia e verità. Parole che i cittadini lamentano essere assenti nella vita politica. Cosa può un coordinatore di circolo per alleviare questa mancanza? «Purtroppo questa generazione è stata educata a non affrontare i problemi, a sfuggirli. La verità nella politica è un elemento imprescindibile, perché occorrono occhi sinceri e liberi per poter essere e fare una politica che guardi lealmente alle problematiche della gente. Per far questo, occor- re discutere, aprire al territorio, alle associazioni di categorie perché è chiaro che per parlare della crisi del settore agricolo, per fare un esempio, è necessario ascoltare la viva voce dei braccianti e degli imprenditori agricoli. Analizzare in modo scientifico e non per slogan le problematiche ginosine, ricordando che la partecipazione deve partire dal basso.» Tra le varie “verità” che un coordinatore deve affrontare c’è sicuramente la gestione delle diverse anime, individualità del proprio circolo. Pensa di averne la forza, le capacità? «Ma la diversità è il sale della democrazia! Come potrebbe il Partito Democratico non accogliere positivamente le diversità? Certo, fare in modo che le diverse linee, i diversi punti di vista convergano è compito difficile ma mi sento sicuramente più forte da tesserato, prima, e da coordinatore di partito, poi, dall’avere uno statuto ed un codice etico come guida comune a cui far riferimento. In base a quello, anzi partendo da quel testo, occorre fare sintesi.» Tornando alla manifestazione romana del Pd, ha colpito molto l’aver allargato l’invito anche alle associazioni. «Parlavamo di statuto, e lo statuto devo richiamare per ricordare che è nella costituzione del PD stesso il voler aprire al territorio e alle associazioni. Non siamo una scatola chiusa per meri tesserati. Regole certe e decise, sì, ma mai chiusura a chi può essere utile alla costruzione di un progetto.» Progettualità che dovrebbe essere intavolata prima di tutto con le altre identità presenti sul territorio e che si riconoscono nel centrosinistra. «Il passaggio del testimone da Caruso a me, ha visto la presenza dei rappresentanti istituzionali, e non, degli altri partiti e movimenti del centrosinistra con i quali è doveroso interloquire, ma questo non deve tradursi in un discorso forzoso né in una ricerca sfrenata di unità. Questa può costruirsi solo sulla condivisione di progetti.» Lei ha 26 anni. 29 ne ha il neo eletto segretario provinciale Francesco Parisi. Anche altri componenti dell’esecutivo provinciale, come Giuseppe Fontana, sono così giovani. La realizzazione di un rinnovamento? «Non solo anagrafico, è importante ricordarlo. L’ingresso di Dino Caruso nell’esecutivo in qualità di coordinatore dell’area occidentale, e nella direzione provinciale anche dell’assessore Marta Teresita Galeota, il cui operato politico istituzionale ha indubbiamente contribuito a questo importante risultato, è la prova lampante che la tenacia con la quale si portano avanti le proprie idee, se genuine, trova sempre giusto riconoscimento. Questo ingresso nell’esecutivo, oltre ad essere motivo di orgoglio, però, richiama a grande responsabilità: per il circolo ginosino che si avvicina sempre di più alle sedi tarantine, sempre pronto a impegnarsi e sostenere Caruso nel suo nuovo ruolo, ma anche per Caruso stesso che dovrà coordinare la voce di questo circolo a quella dell’area occidentale. Inoltre, il rinnovamento passa anche per le donne e, infatti, la segreteria ginosina vede due donne: Rosaria Leserri e Vitalba Bruno. Esperienza e rinnovamento, a braccetto a sostegno del coordinamento.» foto Erasmo Mazzone attualità I 56 talenti premiati con il progeto D.O.N.O. Di Marilena Surdo TARANTO – Il più grande insegnamento che il progetto dell’assessorato provinciale alle Politiche Giovanili “D.O.N.O.” vuole lasciare ai 56 talenti, tra i quali anche una ginosina Adriana Pignataro, intercettati grazie agli 11 focus svoltisi all’interno della provincia di Taranto, è quello dell’attenzione. Perché occorre avere gli occhi aperti e la mente attenta per capire quali sono le vere occasioni. Per riconoscere l’importanza degli incontri. E’ proprio tramite una serie di incontri, infatti, che grazie al progetto D.O.N.O. la Provincia ha avuto la possibilità di entrare in contatto con questi giovani talenti. Nella sala riunioni di Palazzo di Governo a Taranto, per celebrare la conclusione del progetto D.O.N.O. una conferenza stampa organizzata dall’assessorato provinciale alle Politiche giovanili è servita per presentare i risultati di quella che è stata una vera e propria ricerca sul territorio provinciale dei talenti. “Terra Ionica è ricca di giovani virtuosi che vivono silenti in un sottobosco, aspettando solo di avere la possibilità per mettere in evidenza le proprie potenzialità – ha spiegato l’assessore Galeota – questo è stato il primo risultato che ha portato il progetto D.O.N.O.”. “Il percorso di empowerment, grazie alla presenza di tutorial altamente qualificati – ha commentato il responsabile del progetto, Cosimo Andriulo – e di testimoni privilegiati ha permesso a tutti di arricchirsi, di crescere. E non solo i ragazzi che hanno partecipato al progetto, anche noi componenti del team abbiamo beneficiato di questa forma di arricchimento” raccogliendo l’approvazione del responsabile del team, Francesco Falcone. I beneficiari del progetto erano presenti alla conferenza, testimoni della bontà dello stesso. Cinque i vincitori del concorso di idee che ha permesso a questi ragazzi di fare esperienze formative nei propri campi di competenza: Federica Caroppa, cantante, andrà in uno studio di registrazione di Corrado Production Lecce come anche Alessia Coppola. Valeria Pesare frequenterà il Laboratorio Orfeo Bari, nel settore produzione audiovisivi, Margherita Lorè andrà, invece, in Lettonia per una esperienza nell’Ufficio Promozione turistica del territorio, Giuditta Giovinazzi, perfezionerà la propria formazione musicale studio di registrazione Corrado Production sempre a Lecce. Anche altri ragazzi hanno avuto la possibilità di perfezionare le proprie competenze come Pietro Cinieri che farà uno stage con il batterista Mimmo Campanale, o ancora Mary Lenti al tribunale dei Minori, Davide Preite che andrà allo studio di architettura Noè a Milano e Adriana Pignataro, appunto, che avrà la possibilità di vivere un’esperienza di regia nella redazione salentina di Telerama. “Il prossimo progetto C.R.E.A. - ha spiegato la Galeota – è indirizzato maggiormente verso talenti dalle competenze tecnico-professionali, con l’obiettivo di permettere una relazione tra questi e le realtà industriali della provincia tarantina”. La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 11 12 attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 “Occorre responsabilità e uno spirito di servizio ben saldi” Intervento dell’assessore Galeota all’ordine dei Medici per il giuramento di Ippocrate di nuovi medici. Il 4 novembre scorso, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante le celebrazioni svoltesi al Sacrario dei caduti d’oltremare di Bari, ha richiamato alla responsabilità, a sentimenti di coesione e di unità. Dobbiamo far nostro quel richiamo fatto in un giorno così importante per la storia d’Italia che ricorre, peraltro, nel 150° anniversario dall’Unità e in un momento di grave crisi socio-economica, e portare quell’invito anche in questa sede oggi, che ci vede riuniti per festeggiare i 50 anni dalla laurea di autorevoli colleghi e, soprattutto, per il giuramento di nuovi medici. Responsabilità: una parola che, in verità, appartiene costituzionalmente a questa assise non solo in qualità di operatori del mondo sanitario ma in quanto cittadini e amministratori. Il giuramento di giovani colleghi in questo momento di particolare crisi ci costringe a fare alcune riflessioni. Le vicende che hanno contraddistinto la sanità in Puglia sono note. Non è questa la sede per entrare nel merito e nel dettaglio delle direttive nazionali che hanno costretto la Regione a riorganizzare la sanità pugliese, ragionando maggiormente in termini di finanza pubblica. Con senso di responsabilità, la Regione, collaborando, ha cercato le soluzioni per fare in modo che “i conti quadrassero”. Questo, però, ha inevitabilmente avuto delle serie e importanti ripercussioni a livello territoriale. “L’equità non corrisponde all’uguaglianza” affermava il presidente Florido durante il consiglio provinciale monotematico sulla sanità, svoltosi poche settimane fa. In quella occasione l’assessore regionale Fiore parlava di perequazione, di ripartizione in parti uguali delle scarse risorse utili per la riorganizzazione dei servizi sanitari e la riallocazione del personale. Bene faceva Florido a citare don Milani dicendo che: non c’è cosa più ingiusta che fare parti uguali fra disuguali. Perché questa è stata la percezione che le nostre comunità hanno avuto in merito alle scelte effettuate dalla Regione, che gravano sulla provincia tarantina in maniera ancora più acuta. Bene faceva, in altra occasione, il presidente dell’ordine Cosimo Nu- me, a richiedere l’impegno di una “politica che torni ad essere capace di recuperare il proprio slancio e le risorse operative”. La provincia tarantina vive una condizione probabilmente meno favorevole rispetto a quella di altre realtà pugliesi: le questioni ambientali si intrecciano, inevitabilmente, con quelle sanitarie. A fatica, in questi anni, la direzione dell’ASL è riuscita, nonostante l’esiguità delle risorse che di anno in anno sono andate assottigliandosi, a migliorare la qualità dell’offerta in servizi e prestazioni sanitarie. Notevole è stato l’investimento in termini di strumentazioni e apparecchiature medico-sanitarie. Non ultima l’inaugurazione della PET-TAC, avanguardia tecnologica di diagnostica tumorale. Potremmo continuare a parlare delle eccellenze dei servizi offerti dall’asl jonica, ma occorre tornare a guardare con onestà la situazione in materia di personale. Nei giorni scorsi, ho partecipato ad un con- siglio comunale ginosino monotematico sulla sanità dove era presente il commissario Scattaglia. In modo estremamente telegrafico, descrivendo la fotografia di una realtà difficile, il dottor Scattaglia, non tirandosi indietro al confronto e manifestando invece un grande senso di responsabilità, ha incontrato una comunità che ha subìto il ridimensionamento di un servizio importante quale è quello del Punto di Pronto Intervento, elencando semplici, seppur brutali, riferimenti normativi sui quali è stata improntata l’operazione di ottimizzazione delle risorse umane, mediche e infermieristiche. Il tutto collegato al rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza. Suona strano dover pianificare la rimodulazione dei servizi sanitari in base a dei parametri di finanza pubblica. “Freddi numeri” li ha definiti il sindacato, ma questi sono i fatti. I giovani colleghi che oggi faranno il giuramento di Ippocrate, lo fanno in un momento storico di crisi i cui effetti si ripercuotono pesantemente sul sistema di welfare in tutte le sue articolazioni. Nessuno mai avrebbe voluto parlar di medicina in termini contabili. Purtroppo, oggi, non ci si può esimere dal dover rispettare i tetti di spesa previsti dalla legge, cercando di mantenere gli standards qualitativi dell’offerta sanitaria. Proprio perché quella di Terra Ionica è un offerta sanitaria di elevata ed elevatissima qualità, avrebbe dovuto essere questo il momento per implementare quelle specialistiche e non ristrutturare al negativo. Nel programma di riorganizzazione sanitaria tarantina, però, il più grande scoglio è ascrivibile alla voce “personale”. La sottostima dell’organico effettuata nel 2004, unita agli effetti della legge nazionale 122/2010, assieme a quelli causati dal piano di rientro concordato con il Governo, vede amplificati i suoi effetti negativi proprio sul nostro territorio. La delibera del commissario straordinario del 31 ottobre scorso, spiega le motivazioni che hanno prodotto le operazioni di riduzione e riallocazione di personale medico e infermieristico per cercare di mantenere i Livelli Essenziali di Assistenza. Nell’ottica del risparmio si è attualità cercato di garantire l’erogazione dei servizi già in essere in Terra Ionica. Certo le scelte, seppur temporanee, non sono state indolore: non lo sono state per le comunità, che ancora ieri, come quella di Martina Franca, manifestava pubblicamente e con vigore il proprio disagio nei confronti della chiusura di un reparto, in questo caso la Pediatria. Non lo sono state per quelle unità mediche e infermieristiche che non hanno visto rinnovato il proprio contratto, né, tanto meno, per quelle alle quali è stato chiesto il sacrificio di un trasferimento, seppur temporaneo, proprio per garantire l’erogazione dei servizi. La Provincia, ha preso parte ai tavoli di concertazione che la dirigenza dell’asl tarantina ha voluto avviare con le istituzioni, le parti sociali e le organizzazioni sindacali, SMI, SNAMI e FIMMGI, giungendo a comprendere che in questo momento storico occorre responsabilità e uno spirito di servizio ben saldi. Quello che la Provincia nel suo ruolo di sindacato del territorio chiede alla direzione dell’ASL tarantina e all’intera comunità professionale, anche ai nuovi medici e infermieri, è di continuare a credere con maggior convinzione al giuramento di Ippocrate: “prestare la propria opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza” mettendo a disposizione del territorio, proprio per il rispetto di quell’invito alla coesione e unità lanciato da Napolitano nei giorni scorsi, le proprie professionalità e competenze in maniera seria e responsabile. L’assessore Marta Teresita Galeota La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 13 Congresso provinciale PD, Galeota: “Caruso nell’esecutivo provinciale è la promozione dell’operato svolto in questi anni dal circolo ginosino PD”. Sabato 12 novembre scorso, si è concluso il congresso provinciale PD. L’assenza degli organismi provinciali di partito, in quest’ultimo anno, non è passata senza aver lasciato il segno. I pochi circoli stabilmente organizzati e non commissariati, come quello ginosino, hanno dovuto affrontare appuntamenti importanti, come le elezioni amministrative o i referendum, senza avere una direzione provinciale che sostenesse i coordinamenti locali nelle scelte da fare. A dimostrazione e a promozione di come, comunque, il circolo ginosino sia riuscito ad emergere rinforzato, nonostante questa condizione, l’annuncio nei lavori di chiusura del congresso di sabato, dell’ingresso del coordinatore uscente Dino Caruso nell’esecutivo provinciale. Caruso entra nella segreteria provinciale con un incarico di grande responsabilità come è quello di coordinatore dell’area occidentale dei circoli PD, sottolineando come Ginosa continua ad assumere un ruolo nevralgico e di collegamento tra la periferia e la segreteria provinciale. All’interno dei lavori congressuali, da rappresentante del territorio oltre che di un istituzione, ho portato la voce degli alluvionati, ginosini e marinesi che da oltre otto mesi lottano per ottenere quello che è loro dovuto: il ricorso ad un fondo di solidarietà nazionale per le calamità, sospeso dopo la promulgazione del decreto milleproroghe in febbraio. Ma anche la voce dei giovani, precari, disoccupati, studenti e non, talenti nascosti che grazie alla progettualità realizzata tramite la mia delega alle politiche giovanili ho avuto modo di incontrare, conoscere, ascoltare. Quella delle donne, vittima due volte di un welfare che le ultime politiche nazionali hanno contribuito a demolire, poiché è su di loro che ricade il peso della cura e dell’assistenza famigliare. Forti delle responsabilità che quotidianamente affrontano, l’invito a loro rivolto, è stato quello di intervenire direttamente nella gestione anche politica oltre che dirigenziale della società. La politica in tutte le sue sedi deve avere questo fondamentale compito: quello di affrontare le problematiche che attanagliano il territorio, farsene carico e avanzare proposte per la risoluzione. L’assessore Marta Teresita Galeota COMUNICATO STAMPA Assessorato Poliche Sociali Provincia di Taranto L’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Franco Gentile, ricorda che sul sito della Provincia di Taranto – www.provincia.taranto.it nella sezione Albo Pretorio è in pubblicazione dal 24 ottobre scorso l’Avviso Pubblico e la relativa modulistica, rivolto agli studenti disabili di Taranto e Provincia, iscritti e frequentanti le scuole superiori , che intendono usufruire per l’anno scolastico in corso, 2011/2012, del “Servizio Trasporto Scolastico” organizzato da questo Assessorato ai sensi della L.R. n. 4/2010. Gli interessati possono inoltrare domanda, utilizzando i moduli predisposti – Mod. A per i residenti a Taranto e Mod. B per i residenti nei Comuni della Provincia – entro il 5 Novembre 2011 e comunque non oltre la data di scadenza della pubblicazione dell’Avviso sul Sito, fissata per il 7. 11.2011, indirizzando la domanda al Dirigente del Servizio Politiche Sociali , Via Lago di Bolsena n.2, Taranto. Per ulteriori chiarimenti ed informazioni sono disponibili i seguenti numeri di telefono e fax - Tel. 099/7320151 – Fax 099/7320185 , ore ufficio. 14 attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Il prof. Mario Monti : il salvatore di quali tasche… non certo quelle degli italiani! di Giulio Pinto I Galli e gli Unni, i barbari, insomma, invasero l’Italia molti secoli fa , mettendo famiglie e case a ferro e fuoco. Quello che stiamo vivendo in queste settimane è molto simile e possiamo definirla “una invasione finanziaria” sempre attuata dai Galli e dagli Unni. Ma cosa c’è dietro? Perché il prof. Mario Monti, d’embleè, è stato nominato Senatore a vita? D’embleè oppure pedina di un progetto finanziario pensato dalla Goldmann Sachs, la maggiore banca statunitense di investimenti, fortemente radicata in Europa? Qualche numero fa de La Goccia avevamo anticipato quello che ci sembrava una partita a scacchi con pedine importanti quali Draghi, Prodi e Monti per dare scacco all’Italia. Una intuizione che sembra diventare sempre più reale come afferma Luca Maurelli, in articolo pubblicato qualche giorno fà “ Bruegel e Rockefeller: il primo, detto “il Vecchio”, è un pittore fiammingo del tardo rinascimento, famoso per l’opera “La parabola dei ciechi”, gioiello del Museo di Capodimonte di Napoli; il secondo, David senior, è un banchiere statunitense massone, ultimo erede di una famiglia famosa in tutto il mondo per avere un patrimonio sconfinato che Forbes stima in circa 2 miliardi di dollari. Intorno a questi due nomi ruota la storia personale dell’uomo della presunta Provvidenza, Mario Monti, l’economista invocato da tutto lo sconfinato universo antiberlusconiano come il tecnico in grado di tranquillizzare i mercati e allontanare l’Italia dall’incubo greco. C’è lui dietro l’angolo, per il dopo Berlusconi, a lui il Capo dello Stato potrebbe affidare il compito di cercare una maggioranza in grado di sostenere il piano finanziario chiesto dalla Ue, integrandolo con ulteriori misure “lacrime e sangue” che regalerebbero a lui un’aurea di prestigio internazionale ma che colpirebbero duramente il tenore di vita degli italiani. Ponendoli, probabilmente, su una dimensione greca che le immagini di disperazione che ci arrivano ogni giorno da Atene ci restituiscono in tutta la sua disperazione. Monti, Bruguel, Rockefeller e le super lobby. Una riflessione sull’artista fiammingo del ’500 e sul banchiere ormai 96enne può essere utile per comprendere i legami di Monti con l’alta finanza mondiale. A parte la sua nota collaborazione con la banca d’affari statunitense Goldman Sachs (espe- rienza condivisa con Prodi e Draghi), Mario Monti è stato il primo presidente dell’istituto “Bruegel”, un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri e 28 multinazionali. Il nome dell’istituto trae ispirazione dal pittore Peter Bruegel “il Vecchio” perché l’artista si ispirava, nelle le sue opere, all’osservazione della realtà sociale, dandogli un taglio politico talvolta anche mistico, come nel caso della “Parabola dei ciechi”, del 1568, ispirata a un passo del Vangelo di Luca dove ci si chiede se un cieco possa guidare un altro cieco lungo la strada della salvezza. Occhio e croce sembra la metafora perfetta del governo dei tecnici destinato a mazzolare ciecamente gli italiani agganciando una cordata che parte da Monti e si snoda su un asse che passa per Barroso, Draghi, Sarkozy, Merkel, per approdare a banche d’affari e fondi speculativi che sull’Italia hanno già scommesso e guadagnato. Senza alcun collegamento con il consenso politico, ovviamente, senza alcuna intenzione di valutare l’impatto sulle tasche degli italiani. Quel think-tank era nato a Bruxelles su iniziativa del cancelliere socialdemocratico Schroeder e dell’ex presidente francese Chirac, contando sul contributo di Monti e di altri due economisti transalpini, Jean Pisani-Ferry e Nicolas Véron, a conferma di un legame forte tra l’aspirante premier “tecnico” italiano e l’asse franco-tedesco che spinge per il commissariamento dell’Italia. Ma Monti è anche presidente della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller, che oltre a fare il banchiere è anche considerato uno dei più potenti registi mondiali del lobbismo finanziario, al pari di George Soros. Ma Rockefeller senior è anche uno dei membri fondatori del contestato Gruppo Bilderberg, di cui fa parte anche Monti: è un “consiglio” che riunisce le personalità più influenti in campo economico, politico e bancario e si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, svolgendo conferenze chiuse al pubblico e ai media. Qualcosa di simile al Britannia. Il commissariamento sull’asse francotedesco. Il “commissario” Monti, che dal 2004 cova una sua personale ostilità nei confronti di Berlusconi, che gli negò la riconferma nel board della Ue, è il candidato ideale per i poteri forti del Vecchio e del Nuovo Continente: è l’uomo chiamato a fare il “lavoro duro” per tutelare i Paesi più esposti dall’effetti domino di un default italiano, il profilo ideale per usare la mano pesante sul Paese senza doverne rispondere all’elettorato quanto piuttosto ai suoi referenti istituzionali e finanziari, che non aspettano altro. In definitiva, Monti, persona indubbiamente preparata e stimata, è il tecnico giusto al posto giusto per consentire all’Europa di commissariarci e ai partiti italiani di opposizione di preparare l’alternativa al centrodestra scaricando su altri il peso politico di scelte impopolari, come la riforma delle pensioni e la patrimoniale, che Berlusconi invece si ostina a non voler fare, proprio perché pagherebbe dazio in popolarità e consenso. Ecco perché la curiosità di sapere dopo l’eventuale spallata a Berlusconi come si comporterebbe il mondo sindacale, culturale e politico che ruota intorno alla sinistra, è forte: come si regolerebbe con manovre in stile Amato e Ciampi del governo Monti? Scenderebbe in piazza contro l’uomo che li ha liberati dal demonio? L’affronto di Berlusconi Già agli inizi di settembre Mario Monti dichiarava la propria disponibilità ad un impegno in prima persona per salvare dall’impasse la politica italiana, dicendosi pronto ad una eventuale chiamata del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’ottica di formare un governo tecnico di transizione nel dopo-governo Berlusconi. Ma perché tanto interesse nei confronti del Cavaliere? Sicuramente per motivazioni nobili, di interesse nazionale, ma anche, forse, per qualche antico astio personale. Monti fu infatti segnalato per la nomina a commissario europeo nel 1994 dal governo Berlusconi come candidato indipendente, assieme ad Emma Bonino. Nel 1999 Monti venne riconfermato dal governo D’Alema per la Commissione Ue guidata da Prodi ed ebbe la delega alla Concorrenza. Nel 2004, però, il governo Berlusconi decise di non appoggiare la sua rinomina per la commissione Barroso, preferendogli Rocco Buttiglione (successivamente sostituito da Franco Frattini dopo il rigetto della candidatura di Buttiglione da parte del Parlamento Europeo). Da quel giorno, ogni qual volta ne ha avuto occasione, Monti s’è tolto lo sfizio di attaccare il governo Berlusconi. E adesso, ostentando un’apparente indifferenza, è pronto a consumare la propria, cieca, rivincita politica.” La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Pubblicità pagina intera 15 16 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Pubblicità pagina intera attualità Questa settimana parliamo di una grande artista che perso la vita a soli 27 anni: Amy Winehouse. Solo poco tempo si parlava di “Body and soul”, ritorno della voce di Amy Winehouse sul mercato discografico, ed ecco che ora si delinea l’uscita del primo (sì, perché non sarà mica l’ultimo) intero album pubblicato post mortem. Il disco uscirà sotto le feste ed una piccola parte del ricavato sarà devoluta alla fondazione creata a nome della scomparsa diva: insomma, ci sono tutti gli elementi di un’operazione commerciale, ma ormai siamo abituati alla facilità con cui iniziative del genere vengono poste in essere a poca distanza dalla dipartita di un cantante. La scaletta di “Lioness: hidden treasures” conterà oltre che sul singolo cantato con Tony Bennett su altre undici tracce, in un mix che associa incisioni mai pubblicate prima, duetti (vedi il rapper Nas) e qualche cover di lusso. Fra queste ultime ci sono “The girl from Ipa- La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Le interviste di Risponde La programmazione n e ma” e “Our day will come”, registrate da Amy Winehouse prima dell’esplosione mediatica che fu l’album di debutto “Frank”, e precisamente in una sessione del 2002. “Our day will come” è anche il secondo singolo scelto per la diffusione che precede l’uscita del disco, confermando la volontà di conservare gli inediti per quando l’album sarà nei negozi e si potrà avvantaggiare meglio della brama dei fans. 17 Il pezzo è la rilettura di un successo dei Ruby and The Romantics targato 1963, rivisitato mediante sonorità che omaggiano quei tempi ormai lontani e rinfrescato con un sottofondo saltellante tipico del leggero jazz caraibico che allora riscuoteva un certo gradimento e tutto sommato risulta ancora frizzante. Quando ci si trova davanti a brani di questo genere, soprattutto per la particolare situazione in cui vengono rilasciati, in fin dei conti l’aspetto strettamente musicale passa in secondo piano nel prevedere quanto il pubblico apprezzerà la proposta. Di certo ci sarà chi stigmatizza il cannibalismo da mercato discografico selvaggio, ma questo non toglie che tanti appassionati saranno più che contenti di potersi portare a casa un altro pezzetto del talento di Amy Winehouse. Floriana Ribecco 18 attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Miroglio: due soluzioni, due velocità Non che sia stato tirato il freno a mano. Tuttavia l’iter per la riconversione industriale degli stabilimenti di Ginosa e Castellaneta del Gruppo Miroglio sembra proseguire con due velocità diverse. Più spedito e più chiaro per Castellaneta; più complicato per Ginosa, dove il rischio di rallentamenti significativi smorza l’euforia respirata a Bari poco più di un mese fa. Le carte, infatti, ancora non cantano. Lo scorso 8 novembre dopo l’ennesimo incontro a Roma con i rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza dei delegati della Miroglio e delle organizzazioni sindacali, la Società Marcolana ha ribadito che la realizzazione del progetto ginosino è subordinata agli esiti delle trattative avviate con un pool di istituti di credito per ottenere la copertura finanziaria dell’intero investimento previsto. Insomma se le banche non ci metteranno i soldi la Marcolana farà dietro-front. E anche se la stessa società ha rassicurato che la trattativa sarebbe già “in fase avanzata e si ritiene plausibile la conclusione della stessa entro il mese di novembre”, resta comunque una conditio sine qua non. Il progetto, già noto, per il momento è stato confermato in toto: trasferimento delle unità produttive dallo stabilimento in Bulgaria con assunzione di 170 lavoratori, i quali verrebbero però prima messi in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, il tempo stimato necessario per le operazioni di conversione. Dal tavolo è anche emerso che non si conoscono ancora i dettagli del piano degli investimenti richiesto dai sindacati. Quello che si è potuto capire è che la società potrà aumentare il suo capitale sociale di circa 3 milioni di euro attraverso l’intervento di una merchant bank, una specie di “banca all’ingrosso” di cui non si conosce l’identità. In genere si tratta per definizione di istituzioni finanziarie europee che investono il proprio capitale in operazioni che possono garantire solo rendimenti molto alti o che possono generare elevati flussi di commissioni. Ciò che per ora preoccupa di più è che nel verbale della riunione non compare alcuna scadenza fissa per il pros- simo step. Si chiude un po’ così, come in un limbo senza paletti. Diversa invece e un po’ più definita la questione di Castellaneta. La sottoscrizione di un accordo quadro presso il Mise prevista per il prossimo 28 novembre è infatti stata messa nero su bianco. Più chiaro anche il piano degli investimenti, pari a un totale di 10,1 milioni di euro, previsti dalla Barbero Group. Sta infatti presentando una formale domanda di agevolazione e contributo a fondo perduto alla Regione Puglia con la quale, pare, abbia già avuto rapporti di massima. Inoltre si sarebbe impegnata a stipulare sempre entro la fine di novembre un contratto preliminare di acquisto del complesso di Castellaneta dal gruppo Miroglio al prezzo già stabilito, “previo contestuale assunzione di 50 ex dipendenti in mobilità già in forza alla Filatura e Tessitura di Puglia srl. Per questi, a differenza dei 170 che dovrebbero essere assorbiti dalla Marcolana, non vi è alcuna indicazione del ricorso alla cassa integrazione. Quasi potesse essere più semplice riconvertire l’ex tessitura in … grissini (Barbero) piuttosto che in … lana” (Marcolana). Ovvia e fondata quindi l’inquietudine dei cassintegrati dell’ormai ex-Miroglio che sono tornati a riunirsi al teatro Alcanices insieme ai sindacati per richiedere garanzie e perché i due progetti, Ginosa e Castellaneta, proseguano di pari passo. Non resta quindi che attendere fino a fin mese. Per quella data i lavoratori avranno il modo e il tempo di trovare le giuste forme di pressione. Michelangelo Zanelli In ricordo di Pietro Franzoso La Redazione de La Goccia esprime allla famiglia e al PdL il più profondo cordoglio per la scomparsa dell’on. Pietro Franzoso del quale ricorda l’amicizia e il grande impegno sociale e politico volto a garantire lo sviluppo del nostro territorio. attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 19 Grande partecipazione alla festa di San Martino In Italia, l’11 novembre si ricorda il giorno della sepoltura di San Martino, nobile Cavaliere e Vescovo, e racchiude Tradizione, Cultura Popolare, Storia, Meteorologia e Religione. La sua venerazione è legata alla cosiddetta estate di San Martino, la tradizione vuole che l’evento meteorologico si manifesti con una giornata di clima mite e la saggezza popolare l’associata alla trasformazione del mosto in vino. Per Ginosa è un giorno importante in quanto a San Martino è intitolata la sua parrocchia più antica, ed ogni anno non mancano i festeggiamenti in Suo onore, ai quali vi è una massiccia partecipazione alle celebrazioni Eucaristiche durante la giornata e alla bellissima festa serale. Quest’anno la PROVVIDENZA ci ha mandato il nuovo parroco don ROCCO MARTUCCI ed il vice parroco Don LUIGI CREMIS che hanno avuto il piacere insieme alla comunità parrocchiale di vivere intensamente la festa con tutti i partecipanti. I gruppi parrocchiali: Azione Cattolica, Comunità Neocatecumenali, Gruppi Scout AGESCI e MASCI , hanno organizzato una stupenda festa in una meravigliosa serata. Mentre gruppi di adulti si interessavano della preparazione di panini, castagne e pop-corn, i giovani dell’AGESCI GINOSA 1 e dell’ACR hanno allestito uno spettacolo che ha allietato la serata. L’ACR si è esibita con il loro inno e con una poesia in vernacolo ginosino. Successivamente il Gruppo Scout Ginosa 1 si è esibito, proponendo uno spettacolo sul tema: LA LIBERTA’, che è stato interpretato dai ragazzi con modalità differenti a seconda della loro età. Lo spettacolo è stato presentato magistralmente da due ragazzi del Gruppo sullo stile del noto programma televisivo Zelig. Nel frattempo gli spettatori presenti venivano sollecitati ad effettuare un simpatico sondaggio. La festa è stata meravigliosa in quanto è riuscita a saziare allegramente il corpo e lo spirito. Il MASCI GINOSA 1 Il Masci Ginosa 1 coglie l’occasione per invitare tutta la cittadinanza a partecipare alla tradizionale pettolata che organizzerà in onore di Santa Cecilia, la sera di martedi 22 novembre in Piazza 4 Novembre. 20 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 attualità attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 21 AiutArci in teatro una giornata fantastica!!! Apprezzamento unanime per l’iniziativa del Circolo Arci “Il Ponte” Il valore della Solidarietà è fra quelli che i soci dell’Arci di Ginosa ritengono imprescindibili e lo spirito di servizio che mettono a disposizione nel dargli corpo, in molti loro progetti è senza limiti. Uno, però, è l’appuntamento specifico che tra i tanti, si contraddistingue. Parliamo della manifestazione “AiutArci in teatro”. Da tre anni, infatti, l’appuntamento al teatro Metropolitan, finalizzato alla raccolta fondi per famiglie bisognose o per Enti in difficoltà, oltre a veder impegnati tutti i soci, riscuote consenso tra i ginosini (e non), tanto da lasciare pieni di soddisfazione il Circolo e le associazioni che, di volta in volta, con esso collaborano. Quest’anno, il 10 di novembre scorso, l’AiutArci in teatro ha coinvolto, oltre all’Amministrazione locale (che ne ha concesso il Patrocinio), anche l’associazione LuMaGiGi, la CIA di Ginosa, il Gruppo Scout Ginosa 2. Il periodo che sta attraversando il nostro Paese non è tra i migliori e, in circostanze di questo tipo, parlare di solidarietà non è cosa semplice, ma nonostante questo, l’aspettativa per la serata e per il, seppur piccolo, gesto solidale era tanta. E anche il maltempo, in quella giornata ha concesso una tregua. Mobilitati fin dalle ore 8.00, al Metropolitan, molti dei soci Arci per essere pronti all’accoglienza degli alunni delle scuole Primarie e Sec. di 1°, dei tre Istituti Comprensivi di Ginosa che hanno risposto all’invito a questa giornata e assistere alla commedia in vernacolo, messa in scena già l’estate scorsa, dal gruppo teatrale dei soci del Circolo (con la partecipazione degli allievi della scuola di danza marinese, Step to dance), nel corso della festa Tèrre de u Munachicchie, Le fattere so’ frutte, le chicchiere so’ frunne. A seguire alle ore 11.00, replica per gli studenti degli Istituti superiori, Bellisario e San Pio. E, in un clima di costruttiva collaborazione con i dirigenti scolastici, con le famiglie e con i docenti che hanno accompagnato gli alunni, la mattinata è trascorsa superando le migliori aspettative per organizzatori e ospiti. Il cartellone della serata, ben più nutrito, ha visto, fin dalle ore 20.00, un’afflenza continua di pubblico che ha esaurito tutti iposti a sedere del teatro. L’apertura e la conduzione della serata, affidata ai tre soci Arci, Daniela Coppa, Maria Giannuzzi e Gerardo Sannelli, ha rispettto la scaletta e gli orari preannunciati. Ma prima di ogni cosa è da sottolineare la straordinaria organizzazione dell’accoglienza degli invitati che (è bene dirlo!) ha impegnato un gran numero di socie che con garbo e gentilezza, oltre a consegnare le buste per la donazione, all’ingresso, hanno soddisfatto tutte le esigenze degli ospiti. Il coro delle anziane del Centro Anziani di Ginosa, ha rotto il ghiaccio con l’esecuzione di quattro canti popolari, accompagnato dalla fisarmonica di Felice Ranaldo con il suo gruppo musicale; subito dopo, sono stati invitati sul palco, i giovani del gruppo i 5 Mirrors che, con brani ormai entrati nella storia della musica leggera internazionale, hanno accontentato i gusti più disparati e a chiusura delle esibizioni musicali, la voce di Francesca Leccese che ha interpretato quattro straordinari brani, raccogliendo calorosi intensi applausi. Un breve intermezzo, dedicato al giovanissimo Andrea Russo che ha proposto all’Arci di Ginosa l’indizione di un concorso grafico sul personaggio del Munachicchio (prontamente colto dal presidente del Circolo, Stefano Giove); ai giovani dell’associazione LocoMotiva che hanno presentato il cartellone natalizio delle loro iniziative; al saluto del Sindaco Vito De Palma e del delegato alla Cultura, Vitantonio Bradascio, nonché il ringraziamento ai partecipanti da parte dello stesso presidente Giove, ha preceduto il momento più atteso della serata, quello della rappresentazione teatrale, Le fattere so’ frutte, le chiacchiere so’ frunne. Superfluo dire che la spassosa pièce, che tratta di un farsesco processo che, a sorpresa, stabilisce l’esistenza del folletto di- spettoso (u munachiccio, appunto), ha tenuto incollato alle poltrone il pubblico, per tutto il tempo della sua durata, suscitando curiosità e tanto divertimento. La soddisfazione dei soci-attori, che ancora una volta hanno dimostrato un grande impegno nella interpretazione e allestimento della commedia, s’è accresciuta a dismisura, quando, a conclusione, dal palco, è stata resa nota la cifra raccolta dalle donazioni del pubblico (pari a 2030 euro che il presidente, Stefano Giove ha consegnato a padre Gilberto Magni affinché si occupi lui di consegnarla alla famiglia beneficiaria, già individuata precedentemente. E, quando il sipario stava per calare sulla serata, una sorpresa…. A sorpresa! La piccola Lucia Perrone, interprete di uno dei personaggi della commedia, ha ricevuto gli auguri di tutti i soci Arci, dal palco per il suo compleanno che cadeva proprio il 10 novembre. Francesca Leccese ha intonato insieme a tutti i presenti l’happy birtday che ha fatto sciogliere in lacrime la festeggiata…. «Mah! I soci Arci sono anche questo – ha detto il presidente aggiungendo – voglio ringraziare quanti hanno permesso di raggiungere questo importante risultato. Dagli artisti, agli amici che ci hanno sostenuto, penso alla Cia di Ginosa, ai LUMAGIGI, al Gruppo Scout Ginosa 2. Vorrei esprimere un ringraziamento particolare all’ingegner Alessandro Leccese per il grande sostegno dato alla manifestazione e insieme a lui a quanti hanno dato il proprio contributo. Grazie a tutti.» ArrivedArci al prossimo anno! Lina Luisi foto Erasmo Mazzone 22 argomenti La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 PIERPAOLO CIACCIULLI: L’ECCELLENZA MADE IN ITALY Nell’epoca di Amici e dove tutti vogliono fare i calciatori e le veline c’è un ragazzo della Terra di Puglia, della città di Ginosa, che sta coltivando un sogno, quello di essere un danzatore! Parliamo di Pierpaolo Ciacciulli giovane Ballerino nato a Taranto il 31 Agosto 1987, forse sarà stata proprio una delle città care alla Musa della danza Tersicore ad ispirare il Bambino Pier a ballare da solo davanti alla TV o con una radio accesa e a spingere la mamma ad iscriverlo presso la scuola “Les Musettes” che forma i ragazzi appassionati di danza e balletto alla propedeutica e allo studio della Danza. Il sogno era appena iniziato perché durante uno Stage il giovane Pierpaolo viene notato dalla grande etoile nonché storica Partner di Nureyev Liliana Cosi la quale da saggia Mecenate decide di offrirgli una importante borsa di Studio nella sua prestigiosa scuola di Reggio Emilia affidandolo alle cure del suo socio il famoso e competente maestro Stefanescu. Dopo questa esperienza di dura formazione il sogno di Pierpaolo continua nella patria degli Artisti e della Musica Classica: Vienna! Qui sarà allievo con Borsa di Studio della Prestigiosa nonché storica Scuola dell’Opera di Stato di Vienna. Durante questo periodo di studio Pier avrà il privilegio di danzare precocemente alcuni balletti di Balanchine, Zanella ecc. Questo periodo non sarà tutto rose e fiori, ricordo ancora quando da giovane giornalista e ballettofilo conobbi Pierpaolo che mi parlava della sua Mamma e dei sacrifici che ha dovuto fare per sostenerlo nel convitto dell’Opera. La sua mamma sarà allora e sempre la prima maestra di danza di Pierpaolo il quale apprende una danza degli affetti e delle relazioni fatta di cadute e di slanci che creano la coreografia della vita intrisa di vero amore e senso. Nel 2009 si diploma presso quest’ente lirico di eccellenza internazionale e nel 2010 riceve l’onore di comparire sulla preziosa copertina del calendario della Scuola di Ballo dell’Opera di Vienna. Inoltre viene chiamato a danzare le coreografie curate da Haran- zogo quali lo Schiaccionoci e Coppelia, importante sarà l’incontro con il grande ballerino e stella della danza Malakov che diventerà uno dei suoi maestri e di cui balla Bayadere. Inoltre il nostro giovane talento danza in quel periodo anche i classici di repertorio Giulietta e Romeo e il Lago dei Cigni nella coreografia di Nureyev. Se penso alla espressività di questo giovane artista mi viene proprio in mente Rudolf il grande anche se Pierpaolo è molto più dolce e con la testa sulle spalle e queste sono due doti che gli faranno valere il titolo di ballerino ospite al Balletto di Salisburrgo dove balla Morte a Venezia. Lo spirito di sacrificio e l’amore alla sua terra lo vedranno partecipare a diverse audizioni che lo riporteranno in Italia per tentare una esperienza nel mondo del balletto, ci riesce nella compagnia Balletto del Sud del maestro F. Franzuti dove addirittura balla da Solista diversi Balletti come Carmen ed Edipo Re e nuovamente il Lago per poi ritornare a Salisburgo come ballerino con contratto fisso. Se si guardano le foto di questo giovane artista si noterà come l’espressività delle sue mani e la bellezza della sue linee colpiscano il pubblico che lo guarda e anche gli esperti che non rimangono insensibili al suo stile tutto particolare e intriso di tecnica e bellezza personale. Una delle esperienze più belle ed uniche della vita di Pier sarà quella di Ballare a Marzo 2010 ad un mega evento in diretta mondiale in TV con cantanti come Robbie Williams, Rihanna ecc. sul canale ARD : “ECHO deutscher musikpreis 2010”. La stagione scorsa, come in passato, ha ballato come ospite in diversi gala di danza e come solista in diverse produzioni del balletto di Stato e anche nello storico teatro Vorpoomern il famoso Bolero. Purtroppo lo scorso maggio Pierpaolo è stato vittima di un incidente al crociato e al menisco che lo ha portato a rimanere fermo e a curarsi, è stata sua mamma a partire e a prendersi cura di lui in paese straniero. È davvero il caso di dire che dietro grandi uomini ci sono grandi donne e che tanto dobbiamo alle attualità madri degli artisti. Nonostante ciò Pierpaolo reagisce, lotta e trionfa ancora una volta con l’offerta di un contratto di lavoro presso il theter Nordhausen dove ballerà come protagonista nel ruolo del Principe in schiaccianoci a Dicembre e anche in un balletto che si chiama Ravelabend dedicato appunto a Ravel. Intanto il nostro giovane talento si sta formando e preparando a Berlino con una insegnante straordianaria che lo ha letteralmente rimesso in piedi e migliorato. Anche lei ex partner di Nureyev per l’Het National Ballett: la Signora Ivonne Vendrig. In una di queste lezioni è stato notato dall’acclamato direttore e coreografo della Scala di Milano Vaziev che gli ha proposto una audizione presso il grande Ente lirico milanese. La Storia di un ragazzo del genere oggi fin dove fa notizia? Fin dove ci sarà ancora gente che sarà in grado di apprezzare la bellezza e l’arte. Come studioso La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 amo ripetere le parole dello storico primo ballerino della Scala Michele Villanova il quale sostiene che di Dio e di Arte si avrà sempre bisogno, ebbene la Puglia credo che in Pierpaolo possa ritrovare un emulo degli antichi INIZIATIVA A FAVORE DELL’ACQUA. LODEVOLE LA PARTECIPAZIONE DELL’ISTITUTO “S. G. BOSCO” Un grande consenso, vista la larga adesione registrata, ha riscontrato l’iniziativa “A come Acqua”, titolo della 6^ edizione della Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile. A Ginosa, l’iniziativa è partita dall’associazione culturale “Open Mind”, presieduta da Massimiliano Cavallo, col patrocinio del Comune di Ginosa – Assessorato alla Pubblica Istruzione. E’ stata organizzata una due giorni, sabato e domenica, per far comprendere, soprattutto ai giovani, ma non solo, come l’acqua non sia un bene inesauribile. Amministratori, organizzatori, genitori, insegnanti ed alunni si sono dati appuntamento in due piazze di Ginosa e Marina di Ginosa per comprendere come adottare comportamenti, che, pur non modificando il proprio stile di vita, aiutano a risparmiare l’acqua. Già, nello spreco di questo bene esauribile ci pensano le cattive condizioni in cui versano le condutture: contribuiscono, secondo dati ISTAT del 2008, a disperdere quasi un litro su due di acqua. Le regioni più virtuose sono il Tentino Alto Adige, con solo il 26% di dispersione, la Lombardia con il 27%. Bene anche l’Emilia Romagna con il 32% e la Liguria con il 39%. Le meno efficienti sono proprio la Puglia con l’87% e la Sardegna, con l’85%. Di qui, l’esigenza di sensibilizzare a comportamenti, che portino ad un uso corretto e razionale della risorsa idrica. Le comunità di Ginosa e Marina di Ginosa 23 artisti della magna Grecia e un ragazzo che insegna ai suoi coetanei il sacrificio e la passione. Il meridione d’Italia sforna ancora delle eccellenze nel mondo come il nostro amico danzatore che è appena all’inizio della sua carriera tersicorea. I nomi che segnano la sua giovane vita sono quelli dell’olimpo della danza internazionale e lui non hai mai perso una virtù evangelica quella dell’umiltà. Pierpaolo ha saputo conservare un cuore da fanciullo ma con la serietà e l’esperienza tipiche di un adulto, a lui auguriamo di renderci come Italiani e Pugliesi orgogliosi della vera arte e di portare negli ambienti dove regna il narcisismo e la superficialità la lezione della sua terra e della sua famiglia che gli hanno insegnato il vero amore, la lotta per realizzare i propri sogni e la capacità di volare tenendo ben fissi i piedi per terra. Inoltre gli prospettiamo di essere una stella che brilla nel firmamento della danza internazionale ma soprattutto di essere un ragazzo da cui si può trarre un vero esempio. Per aspera ad astra! Tiziano Izzo hanno risposto bene all’invito. “Particolarmente ricettivi - ci spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione Marilisa Mongelli - sono stati gli alunni dell’istituto comprensivo ‘S.G. Bosco’, ai quali va un plauso incondizionato e sincero”. Alcune classi, accompagnate dalle docenti Maria Carmela Bonelli e Rosa Maria Busto, infatti, hanno raggiunto le piazze, ove era in corso la manifestazione di sensibilizzazione, per parteciparvi attivamente. Tra l’altro, grazie anche ai docenti di Scienze, molti alunni avevano preventivamente lavorato a scuola, per conoscere a fondo il problema dell’esaurimento della risorsa idrica. Pertanto, in piazza, hanno portato diversi messaggi pubblicitari a tema, davvero apprezzabili e, soprattutto, davvero eloquenti. “Si è trattato di un bel momento di collaborazione e di sinergia tra ente pubblico e scuola – ha concluso il sindaco Vito De Palma - per la cui riuscita va, senza dubbio, ringraziata l’associazione ‘Open Mind’, che se n’è resa promotrice, con il sostegno pieno del Comune”. MF 24 il racconto La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Abbassiamo il nostro “spread” digitale L’Italia è in retroguardia sul fronte della web society Lo spread tra il Bund tedesco e il Btp decennale italiano continua a salire e a scendere, questo è lo spread nel mondo della finanza, ma come se non bastasse, ci si mette anche quello del digitale. La situazione complessiva dell’Italia per quanto riguarda l’utilizzo di Internet è abbastanza deficitaria, basti pensare all’infinita questione della NGN, rete in fibra ottica di cui si parla ormai da tempo. Il convegno di Trento - Internet Governance Forum - chiede non a caso al nuovo governo di attuare subito l’agenda digitale, per eliminare l’enorme gap informatico creato con altri Paesi della Comunità Europea. I tre giorni di incontri del convegno possano risvegliare una certa cultura politica nazionale finora sorda all’importanza dell’ICT (Information and Communication Technology) e che quando ha cercato di occuparsene l’ha fatto in modo sbagliato come con il recente decreto che ha posto norme censorie su siti e blog, portando al blocco di Wikipedia, creando imbarazzo per il Paese e in tutto il mondo. Parte importante durante l’IGF sta avendo la Provincia di Trento, organizzatrice dell’iniziativa, dove si ribadisce di portare la banda larghissima in ogni abitazione e azienda entro il 2018. Al pari di quanto avvenuto nelle edizioni precedenti, l’Internet Governance Forum del 2011, appena conclusosi a Trento, ha stilato il lungo elenco dei nostri ritardi e inadempienze sul fronte della società digitale: in tema di costituzionalizzazione del diritto di accesso, diffusione della banda larga, alfabetizzazione digitale, sfruttamento delle opportunità di crescita economica e occupazionale offerte dalle tecnologie di rete. L’Italia occupa una posizione di retroguardia nel concerto delle nazioni sviluppate. Tracciando un bilancio dell’Agenda Digitale lanciata nel gennaio scorso con un appello sottoscritto, fra gli altri, da Telecom, Vodafone e Microsoft, molti oratori hanno usato l’aggettivo desolante , ma il mondo politico ha risposto con pochissime decisioni , quasi ignorando l problema. Non stupisce quindi che l’IGF Italia , facendo affidamento su Mario Monti , abbia deciso di pubblicare una lettera aperta al neosenatore a vita, nonché presidente del Consiglio in pectore, per sollecitarne l’attenzione nei confronti del nostro «spread digitale». Il contenuto dell’appello può essere sintetizzato come segue: gli investimenti nel digitale non possono essere posticipati al dopo crisi, l’Italia sia protagonista nel dibattito internazionale per arrivare alla definizione di una Carta dei Diritti di Internet; ci si impegni a sancire quanto prima il diritto di accesso alla rete come diritto fondamentale della persona, ed infine sia riconosciuta l’urgenza di garantire il principio di neutralità della rete, di tutelare i beni comuni digitali e di regolamentare il telelavoro…….. Ammesso che l’incarico a Monti vada a buon fine, è realistico pensare che un suo eventuale governo, già costretto ad affrontare sfide terribili, trovi il tempo e le energie per gestire un’agenda tanto complessa. Senza volersi addentrare nelle valutazioni politiche sull’operato del Governo Berlusconi, la parola “delusione” è di sicuro la più frequente quando si parla dell’operato dell’ormai ex esecutivo in merito all’argomento internet e banda larga. Le istituzioni con il loro modo di affrontare la questione sono riuscite a sfatare il mito che vuole che “solo chi fa, sbaglia”, riuscendo a sbagliare senza aver fatto proprio nulla. Il concetto, in effetti, è lo stesso: rispetto ad altri Paesi europei l’Italia mostra un ritardo - nello sviluppo delle infrastrutture e nel diffondersi di una “cultura digitale” - decisamente tangibile, ed è tempo di mettervi mano. Il totale disinteresse del governo per ciò che riguarda la rete e il digital divide (interno ed esterno) ha portato il nostro paese ad una situazione assai critica, ad un passo dalla collocazione nelle nazioni di serie B rispetto alle nuove tecnologie. Alla luce di questa condizione, a cui si unisce la dirompente crisi che attanaglia l’Europa e soprattutto l’Italia, il mondo della rete made in Italy non può che sperare in un cambio di direzione ad opera del governo tecnico guidato da Mario Monti. La lettera a lui infatti indirizzata firmata dai partecipanti all’IGF di Trento, è nella speranza che il nuovo esecutivo vari al più presto alcuni interventi per riportare il nostro paese al livello dei partner europei. Se in Italia la rete contribuisce al 2% nel prodotto interno lordo, in paesi come Svezia o Inghilterra la percentuale sale fino al 6% (ed è tuttora in crescita), la dimostrazione che la rete non soltanto rappresenta un bisogno fondamentale delle persone (Rodotà ha addirittura proposto che il diritto all’accesso alla rete venga contemplato nell’art. 21 della Costituzione) ma allo stesso tempo può essere uno strumento preziosissimo per contribuire al rilancio della stagnante economia nostrana. Negli ultimi 15 anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro. Internet non può essere più ignorata ,né è pensabile rimandare ogni intervento a quando la crisi sarà passata, e non solo perché per allora il divario non farà che diventare più profondo; sviluppare la Rete avrebbe un effetto benefico sull’intera economia italiana. Dopo i tagli del Governo Berlusconi, a Monti tocca ora l’arduo compito di affrontare una situazione di arretratezza ed inefficienza delle infrastrutture, ma si tratta di un processo fondamentale e ormai non più procrastinabile. Per questo l’IGF chiede che il governo si impegni concretamente, anche attraverso la nomina di un ministro ”Tecnico” se necessario, per la piena implementazione di un’agenda digitale in conformità con quanto stabilito dall’Europa. Speriamo bene……….. il racconto La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 25 Un’ alunna ringrazia la scuola Calò Sabato pomeriggio: uno dei tanti, normalmente carico di aspettative per il giorno festivo che verrà e di gioia per la pausa scolastica. Eppure mi assale un’insolita malinconia. Rifletto: quest’anno frequento la terza media e fra qualche mese lascerò la scuola Calò, la mia classe, i miei amici e soprattutto i miei adorati professori. Ricordo ancora il momento del passaggio alla scuola media e le paure che mi aggredivano costantemente. Avrò fatto la scelta giusta? Incontrerò persone affabili e con cui fare amicizia? I professori come saranno? Erano dubbi legittimi poiché provenivo da un’altra scuola di Ginosa e avrei incontrato compagni nuovi. Ora sono qui, cresciuta nel fisico e nello spirito, felice della scelta che ho fatto tre anni fa. Quanto sarebbe bello poter fermare il tempo e rivivere tutte le esperienze con i miei compagni e con i professori. La scuola Calò mi ha accolta con il suo calore, con la sua disponibilità e con il clima familiare che ho respirato sin dal primo momento. Vi assicuro che non è poco per una ragazza riservata come me. Potrebbe risultarvi strano che io ammetta che mi mancheranno tutti i professori, eppure è così. Tutti mi hanno incoraggiata e sostenuta sempre, senza mai stancarsi e sempre con il sorriso sulle labbra. Mi mancheranno moltissimo tutti i miei compagni, soprattutto le due seconde e la mia amata e scatenata classe. Il momento in cui andrò via arriverà e sarà cruciale; sono sicura che piangerò come una bambina disperata e avvertirò una forte nostalgia sin dal primo momento. So anche che prima o poi si cresce e quindi si va avanti, ma se potessi resterei nella mia scuola per sempre. Qui ho trovato e scoperto il mio mondo e cambiare realtà mi fa paura. Ma devo andare avanti. Mi rincuora sapere che non mi mancherà mai il supporto dei miei professori così come non mi è mai mancato in questi anni. Grazie a loro mi sono rialzata ed ho imparato ad affrontare con serenità il mio percorso. So che se ci sono loro posso fare molta strada. E i miei amici? Mi hanno accolta nella loro classe e mi hanno fatto sentire una di famiglia; non mi era mai succes- so perché negli anni precedenti non era la stessa cosa. Quante cose sono cambiate! In prima ero così nervosa durante le interrogazioni e non mi davo pace, mi facevo sopraffare dall’ansia, non ero sicura, ero sempre titubante, avevo una paura immensa dei professori e mi creavo problemi per qualsiasi cosa. In seconda è andata meglio; le interrogazioni le ho affrontate con più calma ed ho cominciato a provare soddisfazione per le mie capacità. Quest’anno sono molto più calma rispetto agli altri anni , nonostante alcuni appuntamenti importanti : l’esame di Stato e l’iscrizione alla scuola secondaria di II grado. Affronterò le mie paure e le mie incertezze con più tranquillità perché so di ricevere buoni consigli e di essere circondata da persone che mi vogliono bene. Solo così è possibile affrontare il proprio futuro serenamente, con la presenza di persone che ti guidano, che ti sostengono, che ti incoraggiano a credere in te stessa. A tal proposito devo ringraziare un professore molto importante per me perchè ha avuto tanta pazienza, ha assecondato i miei tempi ed ha sempre accompagnato le verifiche orali con una simpatica battuta per allentare la mia tensione. Tutti noi abbiamo percepito il suo affetto, anche se qualche compagno ha approfittato della sua disponibilità e questo non è corretto. Lui dovrebbe essere un esempio per tutti i professori perché è il ritratto della pazienza e avere pazienza con i ragazzi è difficile oltre che importante in quanto ognuno ha il proprio carattere e la propria personalità. Un altro punto di riferimento per me è una professoressa molto paziente e comprensiva. Mi colpisce la sua passione accesa per l’insegnamento e si vede perché è sempre pronta ad interrogare e a spiegare tutte le volte che non abbiamo compreso un argomento. Cerca di venirci incontro, di rispettare le nostre esigenze, ma ammetto che non sempre le siamo grati per il suo ‘sacrificio’. Agiamo di testa nostra e poi ci troviamo male. Lei è come il pastore che accudisce le pecore e noi alunni, naturalmente ,siamo le pecore. Le pecore sono diverse una dall’altra; alcune volte nel gregge si trovano delle capre, difficili da addomesticare, ma alla fine il pastore ci riesce e lei è così. Ho voluto scrivere queste parole per condividere con tutti le cose belle e positive che caratterizzano la mia scuola, la Calò. Un punto fermo nell’agitato mare della mia crescita, della mia evoluzione. Una casa calda e accogliente dalla quale non vorresti mai andare via. Noemi Scarati Classe III B Scuola secondaria di I grado Istituto Comprensivo Calò (Ginosa) 26 attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Viaggio nel mondo dell’imprenditoria locale Rubrica di Luca Calabrese Questa settimana ospite della nostra rubrica è la signora Giovanna Menzella, fiorista diplomata alla scuola “Carlo Pilota” della Feder Fiori di Venezia e con alle spalle vent’anni di esperienza nel settore, in cui è una affermata e richiesta professionista per la sua innata classe ed eleganza che sono ben presenti nelle sue creazioni. La signora Menzella aveva già avuto una attività a Ginosa. Molti infatti la ricorderanno come la titolare de“La Fiorissima” sita sulla via per Laterza. Poi il suo percorso professionale l’ha portata ad Altamura, dove ha aperto con successo una sua attività di fiorista e ha avuto occasione di far conoscere il suo estro e la sua creatività anche fuori dai confini regionali. È tornata a Ginosa, come lei stessa ci ha detto, perché vuole portare nella sua cittadina APRE A GINOSA “BOURO’” di Giovanna Menzella UN TOCCO DI CLASSE PER IMPREZIOSIRE I VOSTRI MOMENTI PIU’ IMPORTANTI tutte le sue novità artistiche. Devo dire che mentre stavamo chiacchierando sul suo lavoro, è entrata una sua affezionata cliente che mi ha confermato con quanto entusiasmo ha accolto la notizia del suo ritorno a Ginosa e che ha potuto apprezzare le creazioni della signora Menzella in varie occasioni conviviali che la sua verve artistica ha reso speciali ed indimenticabili. Signora Menzella, perché ha chiamato la pria opera d’arte tanto da venir esposta a Forte dei Marmi in occasione della mostra d’arte “Proponendo”. In occasione della recente Fiera del Levante, l’ho proposta nel mio stand sito nello spazio espositivo “Promessi Sposi” ed è stato così apprezzato che uno stilista ha deciso di far sfilare gli sposi con il mio bouquet prezioso. Il massimo della visibilità il mio “BOURO’” l’ha avuto in occasione del matrimonio di Sophia Coppola tenutosi quest’estate a Bernalda. La sua attività “BOURO’”? L’ho chiamata“BOURO’” come la mia ultima creazione, ovvero un bouquet prezioso da sposa realizzato in fiori di Swaroski che combino con quelli veri e danno vita ad una magica, elegante e luminosa combinazione di colori e giochi di luce che impreziosiscono ed esaltano l’abito della sposa e contribuisce a rendere indimenticabile il giorno che ogni donna sogna fin da piccola. Il nome“BOURO’” nasce dalla fusione di Bouquet e Romantico, ed è questo l’obbiettivo finale della mia creazione: dare un tocco di romanticismo, sensualità ed eleganza al bouquet. La mia creazione è stata presentata 2 anni fa alla “Fiera della Sposa” a Milano ed è stata riconosciuta come una vera e pro- Signora Coppola è stata folgorata dalla bellezza e il prezioso romanticismo del mio bouquet tanto da metterlo anche nel suo sito personale. Il mio “BOURO’” può essere anche apprezzato e acquistato presso due atelier di abiti da sposa a Putignano e a Monopoli. Quali altri articoli e servizi propone alla sua clientela? Oltre ai miei bouquet preziosi realizzo composizioni di fiori freschi personalizzate per ogni occasione, addobbi per matrimoni e vendita di piante e fiori di tutti i tipi. Vorrei invitare tutti i ginosini e non a venirmi a trovare in via Matteotti n°36 per apprezzare le mie creazioni o potete chiamare ai numeri 340/1096007 o 3664605725 o potete scrivermi alla mail [email protected] attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 27 La Mancata Costruzione dell’Ospedale a Ginosa Da ‘i racconti della panchina’ scritto da Rino Petrosino la verità negli atti, documenti, lettere, delibere… C’era una volta… e c’è ancora in Vico Solitario, un angolo immerso nelle case bianche del centro storico, che rivive in un viaggio editoriale in cui è la storia che racconta se stessa. E’ l’istituzione di una sala di pronto soccorso derivante dalla ‘Mancata Costruzione dell’Ospedale’, così come titolato dal libro scritto dall’ottantenne giornalista Rino Petrosino. La già ricca produzione letteraria sul territorio ginosino si arricchisce di un testo redatto con lo stile della meta-narrazione. Ovvero, del racconto nel racconto che Petrosino ha saputo sviluppare con originalità in una vicenda che sprigiona l’innegabile fascino del mistero, che ha inizio il Primo maggio del 1895 e termina il 12 aprile del 1957. La prima data risale al testamento olografo del notaio Antonio Costanza inerente la donazione del suo opulento patrimonio alla Congregazione di Carità per la costruzione di un “ricovero ad uso ospedale per inabili al lavoro o mendicità”. La seconda, sentenzia la definitiva decisione del non luogo a procedere sull’argomento, ratificata in apposita seduta consiliare, dall’Amministrazione comunale di centrodestra in quel tempo in carica e guidata dal sindaco Pio Ranaldo. L’inizio e la fine si racchiudono l’uno nell’altro come scatole cinesi e Petrosino ne ha ricostruito gli incastri con riflessioni impegnative e serrate, analisi impietose e pungenti. Con taglio giornalistico ha fatto cadere la maschera sotto cui si celavano le falsità facendo, in sostanza, revisionismo storico. Nel ricercare la verità sono state capovolte quelle giudicate finora incontestabili e che indicavano esclusivamente il sindaco Ranaldo (attualmente è medico in pensione) come responsabile politico dell’affossamento di un diverso assetto socio-economico-culturale che si sarebbe potuto sviluppare attorno alla realizzazione di un ospedale. Di chi la colpa, allora? Di certo dei dirigenti della Congregazione della Carità (nel 1937 divennero Enti comunali di assistenza –Eca-, ndr) che dilapidarono l’eredità Costanza per “utile proprio” e non per il “benessere dei poveri”. Una specifica commissione d’inchiesta ne accertò le gravi inadempienze. Senza dubbio va dato merito al farmacista Luigi Viesti e al Professor Paolo Buonsanti di aver reso reale, seppure in minima parte, il sogno del notaio Costanza. Difatti nel 1935 con una spesa complessiva di 40 mila lire (15 mila lire era la somma rimanente dell’eredità del notaio e il resto fu messo a carico del Comune) trasformarono il ‘Ritiro delle Donne Devote’ di Vico Solitario in ‘Sala di Pronto Soccorso’. Alla politica, invece, o meglio alla contrapposizione tra ‘Destre’, ‘Centro’ e ‘Sinistre’, va il primato della mistificazione e dello scaricabarile su come in quegli anni si potesse dare concretamente risposte ai bisogni della salute espressi dalla realtà sociale e qualificarne la spesa. Il medico Ranaldo intese non procedere all’assunzione di ulteriore mutuo per l’ospedale (circa 104 milioni di lire) perché bisognava dare priorità, per esempio, alle criticità igienico-sanitarie del paese realizzando, con mutui già contratti, la rete idrica e fognaria, il macello e strade. “Ho inteso fare un lavoro pro-veritate -spiega Petrosino- senza volere condannare o assolvere nessuno. La storia emana sempre il suo giudizio ed ho avanzato delle critiche, supportate da documenti inediti e di archivio, solo per richiamare l’attenzione del lettore perché possa meglio valutare fatti ed eventi, anche su come veniva amministrata, gestita ed erogata la sanità in Italia prima e dopo gli anni Cinquanta”. Il libro è distribuito gratuitamente ed è stato sponsorizzato e finanziato dal Circolo Acli San Martino di Ginosa. La presentazione è avvenuta venerdì scorso alla presenza di un folto pubblico attento e qualificato, presso la Sala Consiliare. L’aula è stata concessa in via eccezionale sia per l’evento sia per il trascorso di funzionario comunale di Petrosino, il quale è stato omaggiato, con un crest raffigurante lo stemma del Comune di Ginosa, dal sindaco Vito De Palma e dagli amministratori comunali presenti. Alla manifestazione, moderata dal giornalista Raffaele Conte, oltre all’autore e al primo cittadino di Ginosa, sono intervenuti i dirigenti dell’Acli: Gianluca Budano (presidente regionale), Aldo Lafratta (presidente provinciale jonico), Leonardo Lomagistro presidente del Circolo ginosino. Tutti i relatori hanno stimolato l’impegno sociale e civile al fine di costituire comunità capace di futuro. Missione, propria, tra l’altro, dell’Associazione Acli che sta assumendo sempre più una dimensione internazionale. Al riguardo, è significativo il protocollo di coordinamento delle Americhe e dell’Oceania, firmato nei giorni scorsi a San Paolo (Brasile), così come è di rilievo sociale il progetto Medit mirato alla cooperazione transnazionale per il rientro produttivo dei lavoratori romeni nel proprio stato. Non di meno l’annuncio del sindaco De Palma riguardo l’imminente costituzione a Ginosa della Consulta per i giovani e l’augurio rivolto ai giovanissimi presenti in sala che in futuro possano scrivere un libro sulla “mancata costruzione a Ginosa di una centrale a biomassa”. Canta Storie foto Erasmo mazzone 28 attualità attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 RICERCA & FORMAZIONE rubrica a cura di Giovanni Matera Pubblicità pagina intera La Vitalità d’impresa Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. Il famoso settimanale londinese The Economist ha pubblicato i risultati di un concorso indetto dalla medesima testata, mirato a verificare chi, tra i partecipanti appartenenti alle diverse professioni, fosse in grado di predire con maggior precisione lo stato dell’economia britannica nei dieci anni a venire. Ebbene, sembrerà incredibile ma tra i primi a classificarsi, come migliori corsisti, sono stati i lavoratori della nettezza urbana. Sissignori, proprio così, i netturbini si sono piazzati nelle prime posizioni del concorso, alla pari con tre top manager di altrettante multinazionali. “Evidentemente – ha commentato The Economist - i bidoni della spazzatura, se esaminati con occhio attento, possono essere degli ottimi indicatori economici”. Il pensiero e la visione strategica dipendono dalla capacità di percepire, presagire e cogliere indicazioni utili da segnali deboli che, agli occhi dei più, possono passare del tutto inosservati. Va da sé che non possono essere sviluppati da persone che prediligono rapporti e fogli di carta traboccanti di numeri. Occorre quindi bilanciare la plausibile evoluzione degli scenari esterni con le aree di vitalità interne all’azienda. Con questo non voglio intendere che i fattori tangibili (Hard) quali i bilanci economici/finanziari non siano importanti, anzi, dico solo che, in quanto consuntivi, ci raccontano quello che è stato il passato, ma non ci danno nessuna indicazione di quello che sarà lo scenario futuro. I Fattori cosiddetti intangibili (Soft) o segnali precoci, invece, possono prefigurarci una visione prospettica d’impresa e svelarci se l’azienda potrà essere in grado di affrontare le diverse e impegnative sfide che il mercato odierno continua a lanciare. Vediamo ora quali possono essere alcuni dei fattori cosiddetti intangibili: - L’immagine aziendale deve essere coerente con ciò che intende rappresentare; - Dipendenti soddisfatti di lavorare in azienda; - Elevati livelli di energia; - Senso di appartenenza; - Sufficiente abilità d’innovazione aziendale; - Monitoraggio costante delle capacità di apprendimento e verifica delle conoscenze acquisite da ogni risorsa umana in seno all’azienda; - Ambiente favorevole alle relazioni interpersonali e al lavoro in team; - Clienti soddisfatti all’azienda. e fedeli L’azienda che abbia in sé questi otto fondamentali fattori, per riflesso, avrà a sua disposizione una serie di indicatori precoci in grado di fornirle costantemente informazioni sull’orientamento del lavoro e sulla propria capacità futura di generare profitti a prescindere, relativamente, dalle mosse della concorrenza. Nel lungo periodo la performance economica sarà la logica conseguenza dell’attenzione che avrà dimostrato nei confronti dei succitati segnali precoci. Per sviluppare un efficace pensiero strategico e garantire la sua corretta applicazione occorre possedere, per dirla in metafora, la visione d’insieme della foresta cogliendone l’estensione e i confini e, allo stesso tempo, saperne osservare i dettagli; ovvero le caratteristiche dei singoli alberi. D’altronde, che tipo di strategia può scaturire da qualcuno che abbia solo la visione dall’alto della foresta, ma che in realtà non ha mai visto da vicino un albero in vita sua? La risposta a molte di queste domande è più che ovvia, tuttavia in concreto nelle aziende vi è una preoccupante mancanza di consapevolezza su questi aspetti. E’ forse più importante sapere di aver ottenuto oggi ottimi risultati, piuttosto che essere certi di ottenerne altrettanti nei prossimi anni? Giovanni Matera Per consultare precedenti: La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 gli articoli www.materarredamenti.it alla rubrica “Ricerca & Formazione” 29 30 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 attualità Pubblicità pagina intera attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 31 Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone74 113A EDIZIONE FIERA CAVALLI Si è conclusa il 6 novembre la Fiera Cavalli. Giustamente i quotidiani hanno dato il massimo rilievo all’evento. Quest’anno, nonostante la situazione economica del nostro Paese, si sono avute ben 155.640 presenze rispetto alle 153.000 dello scorso anno ed una forte presenza di espositori stranieri. Tutto questo però è stato offuscato dalla morte in diretta di Hickstead, stallone di 15 anni considerato dagli esperti del settore il migliore del mondo. Al di là di questo triste episodio, l’unica nota stonata è stata la mancata partecipazione del Sindaco di Verona all’inaugurazione. Tale assenza ufficialmente è stata giustificata da precedenti impegni. Secondo i ben informati e la stampa locale ciò è dipeso dalla volontà di non incontrare il Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano e non dover quindi stringere la mano ad una persona, a loro detta, collusa con la mafia. ***** DÌGGHI’AVÈ NU BENE, DÌGGHI’AVÈ Durante la nostra adolescenza sentivamo spesso menà sendénzie nei confronti di altre persone. Non tutte erano pronunciate a fin di bene come quella del titolo. Infatti ce n’erano alcune generiche tipo dìgghi’avè na desgràzzie ed altre invece mirate come dìgghi’avè na pàdde, dìgghi’avè na sajétte, dìgghi’avè la strùttè. Quella che a noi sembrava più pesante era dìgghi’avè ‘na fistole, pronunciata dal- le mamme antimilitariste e quindi forse detta a fin di bene. Quando infatti i ragazzi andavano a Lecce all’ufficio leva del distretto militare per l’idoneità al servizio di leva, tra le patologie che davano diritto all’esenzione vi era la cùgghie e la fistole. Poiché l’esiguo numero dei medici militari visitava in poco tempo molti giovani, inevitabilmente capitava che alcune patologie sfuggissero alla visita e per questo le mamme previdenti usavano rafforzare la sendénzie dicendo dìgghi’avè na fistole cancarenòse, dìgghi’avè, e così l’esenzione era assicurata. ***** QUELLA BALLATA IGNORANTE PER DESTINI COMUNI Nel 1958 un artista pugliese vinse il Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu”; fin dal giorno successivo, noi tutti chiamavamo questa canzone con la prima parola del ritornello, e cioè “Volare”. Nel libro scritto da Mino Danuzzo e Massimiliano Arena in ogni pagina si riscontrano riferimenti al “volare”. Innanzitutto, voglio premettere che la lettura del libro è molto scorrevole anche per la dinamicità degli avvenimenti narrati. Ogni personaggio è a suo modo affascinante grazie alla descrizione caratteriale che gli autori ci offrono. Ovviamente, non parlerò di tutti i protagonisti del romanzo, sia per la mia proverbiale pigrizia, ma anche per non rovinare la sorpresa a quanti non hanno ancora avuto l’occasione di leggerlo: ma non posso non soffermarmi sulla figura della mamma di Luca, personaggio decisamente positivo. Ella conosce perfettamente la differenza tra l’intelligenza e la furbizia, e come sappiamo la prima va di pari passo alla bontà, la seconda alla cattiveria. Quando Luca, insieme all’amico Giuseppe, racconta alla mamma di avere la versione di greco già tradotta per il compito in classe del giorno dopo, questa si arrabbia molto dicendo al figlio che se dalla vita aveva già avuto molto, il resto avrebbe dovuto guadagnarselo con il sudore, senza ricorrere a mezzi illeciti. Probabilmente, questo monito deriva dalla consapevolezza del malaffare che il nonno di Luca aveva svolto per un periodo della sua vita: l’intenzione della mamma è infatti quella di educare il figlio alla legalità. Vorrei fare almeno un accenno alla figura di Gino, personaggio fondamentale per il riscatto di Luca: egli, infatti, essendo ormai quasi cieco, vede il mondo con gli occhi del cuore e aiuta Luca a ritornare quello di un tempo. Conoscendo la bontà e la generosità dei ginosini, credo sia superfluo consigliar loro di acquistare questo romanzo (una parte del ricavato servirà a finanziare la costruzione di una scuola in Bolivia) ma mi permetto di suggerire agli amministratori di Ginosa di dotare la biblioteca comunale e quelle scolastiche di questo bel libro, affinché tutti, in particolare i giovani, abbiano la possibilità di leggerlo. 32 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 argomenti Quando allargare gli orizzonti è un imperativo categorico Anna e Tonino Scorpati al Festival Internazionale del cinema di Roma I parrucchieri ginosini acconciano star di successo e non solo Una nuova avventura allunga la lista dei successi personali di Anna e Tonino Scorpati, parrucchieri ginosini che da sempre hanno portato in alto il nome del nostro paese ponendolo accanto a grandi titoli televisivi e non solo del calibro di Tutti Gli Zeri Del Mondo, Festivalbar, Miss Italia, Miss Italia nel mondo, Sette per uno, Una voce nel sole, Festival del Cinema di Venezia, Battiti Live ed altri eventi. Ancora una volta è l’Auditorium Parco della Musica nella nostra capitale, ad ospitare il giovane ma rinomato festival internazionale del cinema che ne ha preso il nome, aprendo le porte così ad una settimana in cui grandi ospiti, attori, registi, critici di successo hanno accarezzato le morbide fibre del Red Carpet, storico simbolo dei più grandi eventi di musica e cinema. In questa atmosfera magica, frenetica, a contatto con artisti di ogni tipo, pronti a curare il loro look con cura e dedizione, ecco ancora una volta Anna e Tonino Scorpati. “Un’esperienza entusiasmante e stimolante da più punti di vista ” la definisce Tonino, “una full immersion in un mondo dalle larghissime vedute che amplia la nostra mente a 360° ”, la considera Anna. Sicuramente qualcosa di cui andare fieri, un modo di intendere il proprio lavoro a metà strada tra dovere e divertimento, dove però “ non deve mai mancare la professionalità che eventi come questo richiedono ad ogni membro dello staff, parrucchieri compresi” , precisano Anna e Tonino. Anche le stelle ospiti a Roma, quindi, sfoggiano il look ginosino dell’affiatatissimo duo Scorpati, da anni ormai fautori e creatori di look da star! La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Ripristinata la videosorveglianza E’ stato nuovamente ripristinato, a Ginosa e Marina di Ginosa, il servizio di video sorveglianza, che era stato interrotto dall’inizio del 2010, unicamente per problemi di ordine tecnico. Partito a dicembre del 2007, il servizio consente di monitorare costantemente il flusso del traffico veicolare, tenuto sotto controllo attraverso apposite telecamere, installate nei punti nevralgici della città, facilmente individuabili, per il cittadino, attraverso un’apposita cartellonistica. Non solo; questo sistema, al tempo stesso, ottimizza gli interventi del Corpo di Polizia Municipale, dal momento che il controllo costante della viabilità urbana permette di orientare gli interventi delle pattuglie in servizio laddove dovessero verificarsi condizioni di criticità del traffico. In tal senso, quindi, la videosorveglianza contribuisce anche a migliorare l’operato delle unità in servizio presso il Comando di Polizia Municipale. “Ma il videocontrollo, sempre nel rispetto di quanto previsto dall’Autorità Garante della Privacy – ci spiega il consigliere comunale Giacomo Cassano, con delega alla P.M. funge anche da valido ed efficace strumento volto a garantire la sicurezza della cittadinanza”. Infatti, attraverso la registrazione di tutti i veicoli in entrata e in uscita da Ginosa e Marina di Ginosa, in qualche modo, tale dispositivo di controllo potrà concorrere, laddove dovesse verificarsi l’esigenza di farlo, pur sempre nel rispetto della Legge, ad avviare indagini per reprimere quelle azioni, che, potrebbero nuocere alla sicurezza dei cittadini. Attualmente, il servizio è funzionante a Ginosa in Corso V. Emanuele, Via Matteotti, Via Roma, Via Quarto, Viale Martiri D’Ungheria; a Marina di Ginosa, in Viale Ionio. Ma, in accordo con il Comando di Polizia Municipale, è già allo studio anche un ampliamento del servizio preesistente. “Intanto – ricorda il sindaco Vito De Palma - sempre nell’ottica di un controllo del territorio e di educazione al rispetto delle norme del Codice della Strada, Ginosa e Marina di Ginosa rientrerà anche in un progetto pilota, che interesserà venti città d’Italia”. Andiamo al cinema Il cinema teatro Metropolitan proietterà dal 18 novembre i seguenti spettacoli: -La peggior settimana della mia vita di Alessandro Genovesi con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Alessandro Siani e Monica Guerritore Genere: Commedia Paolo (Fabio De Luigi) 40enne milanese, sta per sposarsi con Margherita (Cristiana Capotondi) 10 anni più giovane di lui e figlia di una ricca famiglia borghese. La data delle nozze è già fissata, ma la settimana che precede il fatidico evento rischia di essere per il protagonista la peggiore della sua intera esistenza. Da venerdì 25: -I soliti idioti di Enrico Lando con Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Madalina Ghenea e Gian Marco Tognazzi Genere: Comico Dalla sketch comedy televisiva di Mtv al grande schermo. Ruggero, padre disonesto e piuttosto volgare, vuole far assaporare la vita vera a suo figlio Gianluca, ragazzo sensibile amante dell’arte e della tecnologia. Risate garantite dai personaggi interpretati dal duo più gettonato della tv. Orari: 19:30 – 21:30 Domenica: 17:30 – 19:30 – 21:30 Lunedì 21 sala riservata, mentre solo per martedì 22 il prezzo del biglietto sarà di 4 euro. Miki Marchionna 33 Noi e il Fisco Approvata la legge di stabilità L’ultimo atto del governo Berlusconi si è consumato con l’approvazione della legge di stabilità. Qui di seguito è riportato uno stralcio delle principali novità che interessano le famiglie, le imprese e i professionisti. § L’età minima per andare in pensione, a partire dal 2026, salirà a 67 anni. Vengono rideterminati gli adeguamenti automatici dei requisiti previdenziali alle dinamiche della speranza di vita ed il meccanismo delle finestre mobili. § Al fine di promuovere l’occupazione giovanile, dal 1° gennaio 2012 per i contratti di apprendistato stipulati successivamente alla medesima data ed entro il 31-12-2006, ai datori di lavoro con un organico pari o inferiore a nove unità, è riconosciuto uno sgravio contributivo del cento per cento dei contributi dovuti. § Sono state introdotte misure di incentivazione del telelavoro per i casi di maternità, collocamento obbligatorio e mobilità. § E’ stata rimodulata la disciplina della concessione degli ammortizzatori sociali e vengono prorogati per il 2012 gli interventi a sostegno del reddito, compresi i trattamenti di CIG, di mobilità e di disoccupazione speciale, senza soluzione di continuità rispetto ai provvedimenti in essere. § Viene aumentato di 150 milioni la dotazione del fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d’onore. Dott. Mario D’Alconzo 34 riceviamo e pubblichiamo La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Il silenzio di Dio e l’attesa messianica Dalla profezia d’Isaia riguardo a Gesù che doveva nascere da una vergine, (Is.7,14), fino al compimento del tempo,(Gal.4,4,5), passarono 700 anni. Era stato annunciato che il Messia doveva venire “dalla radice di Jesse”. Così si espresse il Profeta: “Poi un ramo uscirà dal tronco d’Isai; e un Rampollo spunterà dalle sue radici”. (Is. 11,1). Però dopo l’ultimo profeta nel quinto secolo A.C, che chiude il canone del Vecchio Testamento, che fu Malachia, (da non confondere con il Malachia delle centurie e delle quartine), fino all’Avvento, ci fu un arco di tempo di circa 400 anni in cui ci fu il “silenzio di Dio”, sulla Nazione d’Israele. Per lungo tempo non si udì voce di profeta per richiamare il popolo alla giustizia, al ravvedimento e alla conversione a Dio. Quel “silenzio” greve, pesante, quasi di castigo che sembrava l’indignazione di Dio che taceva, non parlava più, era come assente dal popolo eletto. La dominazione Persiana si protrasse ancora per un secolo e Dio taceva. In quell’epoca in Samaria si sviluppò una rivalità tra i Giudei, perché i Samaritani eressero un Tempio sul monte Gorazin, per adorare il Dio d’Israele. La Giudea era sottomessa alla Siria, ma nel 334 A. C. fu annessa al “terzo Impero”, Greco-Macedone di Alessandro, poi fu assoggettata alla dinastia dei Tolomei; fu durante quel periodo che si ebbe la traduzione del Vecchio Testamento in Greco. Antioco III nel 198 A. C., conquistò la Palestina e l’annesse alla Siria, dividendola in cinque province: la Galilea, la Samaria e la Giudea, spesso designate unicamente, come, “la Giudea”, e la Traconitide e la Perea, incoraggiati a governarsi con leggi proprie, sotto l’egida di un Sommo sacerdote. Ma Antioco IV, detto Epifanie, massacrò parte della popolazione, costrinse loro a mangiare carne di porco e profanò il Tempio dei Giudei, sacrificando sull’Altare persino una “scrofa”, il massimo dell’irrisione e del sacrilegio per i Giudei, e… Dio taceva ancora. Ciò provocò la rivolta con a capo uno zelante sacerdote, di vita santa, della famiglia dei Maccabei, determinati a ripristinare il vero Culto all’Iddio d’Israele. Questo fu consolidato da suo figlio, Giuda Maccabeo con i suoi quattro fratelli, che poi nel 165 A. C. conquistò Gerusalemme, purificò l’Altare profanato e riconsacrò il Tempio, per offrire graditi sacrifici di agnelli, al Dio d’Israele. In seguito scoppiò la guerra civile e giunsero le armate Romane nel 63 A. C., che sedarono la rivoluzione, misero a capo Ircano II, ma di fatto Antipatro, Idumeo, deteneva il potere. Il “silen- zio di Dio” sembrava non finisse mai. Gli Ebrei sospiravano: quando verrà il Messia? Quando saremo liberati dal giogo dello straniero? Eppure la “Promessa” era stata vaticinata dai profeti. In seguito Giulio Gesare nominò Antipatro Procuratore di Giudea e suo figlio Erode Governatore della Galilea, che divenne re dei Giudei, 40 anni dopo. Aristobulo III, uno dei Maccbei, fu stabilito sommo sacerdote e, tutta la casta sacerdotale con le principali sette: Farisei, Scribi e Sadducei, conservatori della Legge di Mosè, attendevano il Messia liberatore che li affrancasse dal giogo Romano. Si sarebbero avverate le antiche profezie? Aveva Dio dimenticato il Suo popolo? No di certo. Fu proprio in quel tempo che il sacerdote Zaccaria, uomo pio, mentre offriva l’incenso sull’Atare dei profumi, gli apparve un Angelo del Signore e gli disse che sua moglie (sterile) doveva avere un figlio, (Lc.1,8-25), che fu poi Giovanni Battista, che con la sua predicazione richiamava tutto Israele a ravvedimento, quale pioniere che doveva “spianare la strada” al Cristo, l’Unto di Dio, il Salvatore Gesù. Quando i capi religiosi Farisei inviarono dei sacerdoti e Leviti, a quel profeta che arringava le folle, che da ogni parte giungevano a lui, gli chiesero: chi sei tu? Sei tu il profeta? Lui disse: “Io sono la VOCE di colui che grida nel deserto: acconciate la via del Signore, addirizzate gli storti sentieri”.Era il megafono di Dio, la Voce di Dio che gridava nel deserto. Finalmente il “silenzio” era rotto da quella Voce di quello strano profeta che testimoniava di un Altro cui lui non era degno di sciogliere i calzari. (Gv.1,15-33). Quanto è triste il “Silenzio di Dio”. Caro amico o amica cristiana, forse anche tu stai sperimentando un silenzio da parte di Dio. Non pensare che Egli si dimentica di te. Se hai pregato con tutto il cuore e non vedi ancora l’esaudimento della tua preghiera, non ti stancare, invocalo ancora, attendi con fede, con pazienza. Gesù c’incoraggia dicendo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. (Mat. 7,7). Prima però, chiedetevi: ho io addirizzato i miei storti sentieri? Facciamo tutt’insieme un’esame introspettivo: sono io nella volontà di Dio, o anch’io ho bisogno di ravvedimento e di conversione? Se vuoi sentire la Voce di Dio che ti parla, confessa a Lui i tuoi fallimenti, le tue colpe, liberati dall’odio e da tutte le insane passioni e chiedi a Gesù di entrare nel tuo cuore, Egli farà sentire in te una Pace nuova, una vita nuova, una gioia indefinibile e la certezza della salvezza. Dio benedica ciascun lettore e lettrice a fare un passo di fede verso Gesù il Salvatore del mondo, che diventi il vostro personale Salvatore. Se questo messaggio vi ha stimolato e volete mettervi in contatto con noi, il nostro indirizzo è il seguente: Chiesa Evangelica ADI, Via Verbena 7, GINOSA –74013-TA. Le nostre riunioni si tengono: Martedì e Giovedì alle ore 19; la Domenica alle 18. Inoltre, Radioevangelo trasmette su 102,300 Mhz, tutti i giorni. Dio vi benedica in un buon ascolto Giuseppe Pizzulli La Redazione partecipa al dolore che ha colpito Peppino, Adele Carrera e Stefano per la scomparsa della loro congiunta Maria Nettis Pietro Lospinuso: “Sulla vicenda-TCT, salvare i posti di lavoro onorando gli impegni assunti.” Il Consigliere Regionale PDL Pietro Lospinuso, Coordinatore Provinciale PDL, ha diffuso la seguente nota: “La messa in mobilità di 160 lavoratori da parte di TCT sta determinando le reazioni peggiori da parte di soggetti che dovrebbero operare preliminarmente per la salvaguardia di quei posti di lavoro, rimuovendo la cause che li stanno mettendo a rischio. A tal riguardo, non si può negare che le pur note questioni societarie di TCT siano alimentate anche e soprattutto dai mancati adempimenti di impegni che erano stati assunti dalle nostre autorità all’atto dell’insediamento di Evergreen, come la disponibilità di banchine mai consegnate, e dai ritardi di opere pur finanziate come i dragaggi e la diga foranea, senza i quali il futuro del Porto di Taranto è comunque negativamente segnato, e che possono essere avviati immediatamente partendo dagli accessi al Porto, anche per evitare di perdere i finanziamenti. Nel chiedere fermamente a TCT di salvaguardare i livelli occupazionali, bisognerà pertanto anche accelerare al massimo i tempi di tali adempimenti, assolutamente propedeutici a qualsiasi strategia di rilancio della più grande e strategica risorsa del nostro territorio che è il Porto, oggi minacciata da una concorrenza crescente e resa più attrattiva da condizioni di maggiore competitività. Ipotizzare invece rescissioni unilaterali della convenzione è il modo migliore per mettere definitivamente –fornendole masochisticamente un formidabile alibi- in fuga un’occasione irripetibile per il nostro sviluppo, sulla pelle dei lavoratori e dell’intera nostra comunità. Da parte dei nostri sempre più inetti amministratori, un’autentica follia. Anche perché- non risolti i problemi di cui sopra- sarebbe assolutamente impossibile reperire tra gli operatori internazionali del settore nuovi soggetti disposti a succedere a TCT. Per non parlare dei rischi di un eventuale contenzioso, in cui avremmo molti torti da scontare. Di qui la necessità di una politica comune volta a risolvere i problemi, e non ad alimentare conflittualità di cui a pagare il prezzo saremmo soltanto noi, a partire dai lavoratori oggi a rischio.” Per la Segreteria Tommaso Francavilla La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 35 Un calendario denso d’amore per il Brasile Ci sono storie che meritano di essere raccontate e mi è capitato di conoscerne una che voglio portare all’attenzione dei nostri lettori. Si tratta della storia di un giovane ginosino che, a un certo punto della sua vita, decide di andare a vivere in Brasile e lì, in quel grande Paese, scopre il senso della vita e della felicità. Ma facciamoci raccontare da lui, quella che è stata la sua esperienza. Come ti chiami e come è iniziata la tua esperienza? «Sono Luigi Guarino, sono un ginosino di 29 anni che, a un certo punto della sua vita, ha deciso di cambiare aria e di andare a vivere in Brasile. Mi aspettavo che quel Paese fosse un Paradiso e per me lo è stato. Il Brasile è un posto meraviglioso, davvero un Paradiso. Dopo un po’ di tempo che vivevo lì, ho avuto la fortuna di conoscere mia moglie Joselita che, però, mi ha fatto conoscere un’altra realtà del Brasile, una realtà poco nota da noi e che trova scarsa attenzione da parte dei mass media. La realtà che ho conosciuto è quella di un mondo di tanti anni fa. Case costruite con terra e fango e assenza di strumenti e mezzi della nostra società tecnologica, insomma sembra di immergersi in un mondo del passato, di un passato remoto. Eppure quel mondo così lontano dalle nostre comodità e dai nostri agi mi ha cambiato profondamente la vita. Oggi devo dire che quella esperienza mi ha portato a una sola conclusione: oggi io il paradiso lo vedo in quel mondo lì, in quel modo di vivere, nella gioia e nella felicità degli occhi di quei bambini.» Luigi, ci vuoi dire a quali regioni del Brasile ti riferisci? «Sono le regioni più rurali, quelle dell’entroterra. Più che di geografia vorrei parlarti della gioia di vivere di quelle persone». Interviene la giovane moglie Joselita che dice: «Soprattutto dell’amore.» Riprende Luigi: «Si è vero, l’amore che si respira in quei luoghi è straordinario.» Luigi, in Brasile, quale attività svolgevi? «Noi avevamo un bar e fittavamo una villa in una zona turistica e ogni tanto andavamo a trovare la famiglia di mia moglie Joselita che vive nell’entroterra. Devo dire che avrei tanto voluto vivere lì. Sono affascinato dal modo con cui ti guardano le persone, soprattutto i bambini. Il fatto stesso di raccontarlo adesso mi mette una grande emozione addosso. La semplicità di quel mondo, l’essere felici per poco ti dà una gioia immensa. Regalare una caramella a uno di quei bambini è l’equivalente di regalare una play station a un nostro ragazzo. Un mondo semplice, fatto di cose semplici in cui la gioia di vivere è presente in ogni attimo. Non esiste la nostra frenetica corsa verso non si sa cosa… lì non hai da seguire mode e rispettare il giudizio degli altri, per la semplice ragione che gli altri non ti giudicano ma ti amano.» Scusa Luigi, ma perché sei tornato a Ginosa? «Siamo tornati qui perché a mia moglie piace l’Italia e poi abbiamo deciso di avere un figlio e qui ci sono servizi sanitari di qualità che garantiscono una certa sicurezza.» Posso chiederti perché decidesti di andare in Brasile? «Posso dirti che la decisione di andare in Brasile nasce da una delusione amorosa, anche se avevo già nella testa l’idea di andare in quel Paese di cui avevo sentito un gran bene. Mi avevano parlato soprattutto della regione di Bahia.» Luigi, vuoi parlarci del tuo sogno nel cassetto? «Il mio sogno è quello di aprire, in una zona rurale del Brasile, un Centro di aggregazione per la formazione professionale dei ragazzi. Per un tale progetto servirebbero un sacco di soldi che io non ho.» Oltre il grande sogno hai delle idee più semplici che, tradotte, possono aiutare quei ragazzi. Vuoi dirci quali sono? «Intanto vorrei che loro vivessero un Natale diverso dal solito e poter ricevere dei doni sarebbe una gioia incredibile. Per questo ho pensato di realizzare un calendario contenete foto da me scattate a quei ragazzi e, basta una piccola offerta, per riceverlo e con quelle offerte spedire i regali a quei ragazzi. È una piccola cosa ma sono sicuro che darebbe loro una immensa gioia.» Che dire, speriamo che Luigi, anche con l’aiuto di questo nostro articolo, possa coronare il suo sogno. Parlando con lui ho avvertito la stessa gioia che ho visto negli occhi degli amici dell’OMG. Chi volesse saperne di più può visionare il video realizzato da Luigi che si può scaricare da yuotube, basta digitare Ginosa Brasile, oppure su facebook andando alla pagina di Luigi Guarino.SG 36 personaggi La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 I Maestri del lavoro ginosino Felicetta Panico Rubrica a cura di Adele e Stefano Giove Il nostro giornale, con questa nuova rubrica, vuole raccontare ai lettori, la storia del lavoro ginosino e dei suoi protagonisti. Attraverso le nostre interviste cerceremo di farci raccontare dalla voce dei protagonisti come hanno vissuto i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato l’ultima metà del secolo scorso, ovvero gli anni del boom economico, Leggerete, quindi, i racconti e le interviste che questi Maestri del lavoro ci concederanno e che sono le tante tessere che compomgono il puzzle della nostra storia. Cominciamo la nostra rubrica con un racconto-intervista a Felicetta Panico concessaci l’anno scorso. Mi chiamo Felicetta Panico (mi conoscono tutti come Felicetta Tangorra, molti pensano sia un soprannome, in effetti era il cognome di mia madre) sono nata a Ginosa il 25 gennaio 1930. La mia esperienza lavorativa è iniziata in campagna, andavo insieme a mio padre e avevo in dotazione una zappa stretta, che doveva essere più funzionale per una ragazza della mia età. Quel tipo di lavoro a me non piaceva perché era molto faticoso e dissi a mio padre e a mia madre che volevo intraprendere il mestiere di sarta; loro mi chiesero quale tipo di sartoria intendevo imparare ed io risposi: «quella che realizza le “imbottite” (che sarebbero le coperte trapunte)». D’altra parte alcuni tipi di lavori di sartoria li avevo imparati per conto mio, quello dell’imbottitura delle coperte trapunte poteva essere una buona possibilità di lavoro. Devo dire che mio padre e mia madre avevano delle forti perplessità rispetto a questa mia scelta in quanto sapevano benissimo che il lavoro di imbottitura delle coperte era piuttosto pesante; tuttavia io di nasco- sto avevo già contattato la sarta (“la mèstre”) Gemma Delfino, che ancora oggi ringrazio perché mi prese subito “a mèstre”. E ricordo che appena diventata sua allieva mi disse: «Felicetta, ti insegnerò il mestiere.» Cominciò così, all’età di 12 anni, il mio viaggio nel mondo della sartoria e iniziai ad andare “a mèstre”. All’epoca, andare a mèstre non è come si intende oggi l’apprendistato. Iniziai nel mese di settembre del 1942. Nel mese di gennaio del 1943, un’altra sarta che cuciva le imbottite trapunte chiamò mio padre e gli disse: «Perché non hai fatto venire da me tua figlia?». Mio padre le rispose: «Mica sono stato io a dirle dove andare, ha fatto tutto lei; è stata lei che senza chiedere il parere di nessuno ha scelto la mèstre, noi non volevamo nemmeno che scegliesse questo tipo di sartoria, perché è un lavoro pesante». La mèstre, comunque, chiese a mio padre se potessi andare ad aiutarla per qualche settimana, visto che aveva molto lavoro, ci andai. «Proprio questa esperienza con l’altra mèstre mi consentì di perfezionare bene il mestiere». Sono andata a mèstre complessivamente per otto mesi. Il caso volle che una mia vicina di casa mi chiese come procedeva il mio insegnamento a mèstre ed io le risposi che avevo rubato il mestiere e che mi sentivo in grado di realizzare una coperta trapunta da sola. La vicina mi disse se me la sentivo di farne una per lei. Io, senza un momento di esitazione, risposi: «Sono pronta!». Nonostante le preoccupazioni e la paura che mi facevano tremare le gambe, cominciai il lavoro e alla fine «la ‘mbuttite » riuscì. Questo primo lavoro ben fatto cambiò la condizione di vita in casa mia. La proprietaria della coperta che avevo realizzato disse a tutti i suoi conoscenti che la coperta gliela avevo realizzata io e che il lavoro era di qualità. Da questa prima coperta iniziò una richiesta così forte che dentro casa mia si lavorava notte e giorno. Infatti mentre la notte “battevo la bambagia”, il giorno riempivo e cucivo le coperte. Questo lavoro continuò per molti anni. Nel 1952 mi sposai con Angelo Costantino e continuai a svolgere questo lavoro anche dopo il matrimonio. Un giorno dissi a mio marito: «Noi dobbiamo realizzare non solo la cucitura delle coperte ma dobbiamo fornire ai clienti tutto, sia la stoffa sia la bambagia. Andiamo a Bari e vediamo come ci possiamo organizzare.» Andammo a Bari e mi resi conto che comprare le stoffe all’ingrosso, avrebbe permesso una notevole riduzione dei costi e mentre da Bari si potevano ritirare le stoffe, il caso ha voluto che a Santeramo individuassi un grossista dove era possibile comprare il filo per cucire, la lana e la bambagia (che si vendeva a ballette). Noi non avevamo automezzi, ma il grossista mi disse che avrebbe potuto portare a casa mia sia la bambagia sia la lana ed io cominciai a vendere anche la lana. Come si dice: da cosa nasce cosa e l’attività commerciale procedeva di pari passo con il laboratorio di sartoria. Subito dopo decidemmo di aprire un negozio di articoli da corredo, quindi fornivo alle mie clienti l’intero corredo e gli cucivo l’imbottita. Una mia cliente che aveva acquistato tutto il corredo per la figlia mi disse: «Felicetta, adesso mi manca solo l’abito da sposa. Dove posso andare?». La mia risposta fu questa: «Angelina, non posso farti niente, per dare ai clienti la possibilità di scegliere personaggi dovrei avere la disponibilità di un assortimento di almeno una ventina di abiti da sposa e non me lo posso permettere.» Lei replicò dicendomi: «A me non interessa, vedi come devi fare, perché io non posso andare da nessun’altra parte a comprare l’abito da sposa». Era il 1960. Andai a Putignano per comprare una ventina di abiti da sposa. Devo dire che i costi erano veramente alti e questo mi indusse a pensare che dovevo tentare di realizzare gli abiti da sposa direttamente. Dissi a mio marito che dovevamo andare a Bari a comprare le stoffe che servivano per realizzare l’abito da sposa. Realizzai il vestito e ci rendemmo conto che «Era riuscito bene ed era bello!». Questo risultato divenne lo strumento che ci permise di avviare una nuova fase della nostra attività (siamo alla terza diversificazione). Tanta gente di Ginosa veniva a chiederci di realizzare gli abiti da sposa. E lo faceva con una grande dose di fiducia che si spingeva sino al punto di non stabilire dei prezzi preventivi e a quelli che mi dicevano di non poter spendere tanto io rispondevo che non dovevano avere alcun timore, avrei fatto in modo che i costi fossero contenuti al massimo. La mia filosofia di vita era quella che bisognava lavorare a prezzi giusti per avere più commesse. Altra tappa importante della mia attività è stata il raggiungimento della maggiore età da parte di mio figlio Emiliano (Emilio in famiglia). Dissi a lui se voleva impegnarsi nella gestione dell’azienda e dell’attività e assumere, in prima persona, il peso della gestione delle nostre attività. Emilio mi disse di sì, cominciammo con l’acquisto di alcuni automezzi (un furgone e una macchina) e con la realizzazione di alcune collezioni di abiti da sposa Costantino. La prima collezione l’abbiamo presentata a Parigi. Si trattava di una esposizione collettiva e questo ci permise di confrontare il nostro lavoro e le nostre realizzazioni con quelle degli altri. Devo dire che c’erano abiti più belli dei nostri e abiti meno belli. Diciamo che questa prima esperienza ci ha incoraggiato a proseguire. La seconda esperienza fu la partecipazione ad una fiera in Germania. Abbiamo partecipato ad La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 eventi fieristici a Bari, Milano e altre città italiane. L’azienda e il marchio della nostra confezione di abiti da sposa si affermava ogni giorno di più e questo richiedeva un salto di qualità anche sul piano organizzativo. Avevamo un negozio sul corso V. Emanuele, all’angolo con via Roma. Ma quel laboratorio era diventato molto piccolo. Prendemmo in fitto un altro locale su via Tagliamento per spostare lì l’attività di sartoria. La clientela aumentava in virtù della nostra scelta di limitare al minimo i guadagni e offrire alla clientela prezzi veramente convenienti. Noi puntavamo all’affermazione del nome, secondo me, il nome vale più del guadagno. Il nome della nostra sartoria e dei nostri abiti da sposa diventava sempre più conosciuto e questo ci impegnava a realizzare delle collezioni sempre più granådi che venivano presentate in ogni angolo del mondo: dagli Stai Uniti al Giappone alla Cina. A proposito dei cinesi voglio dirvi che in occasione di una esposizione da noi realizzata a Milano una cliente cinese venne a comprare tutta la nostra collezione e devo dire che quella collezione fu interamente ricopiata dai cinesi e ce la siamo rivista presentata da questa cliente in occasione di una sfilata a Dusseldorf. Un altro aspetto importante che voglio sottolineare è che dalla nostra sartoria sono venute fuori quasi tutte le sarte e le stiliste che oggi sono presenti nel nostro territorio che così bene si stanno comportando nel portare avanti l’attività di sartoria e dell’abito da sposa ginosino. Voglio aggiungere, però, che oggi c’è un aspetto che si sta trascurando in un settore come quello dell’abito da sposa e che, a mio giudizio, è la prima questione da tenere in considerazione. Mi riferisco alla creatività. Oggi, purtroppo viene trascurata e questo succede sia in Italia sia nel resto del mondo. Senza creatività non si va da nessuna parte! Per chiudere vi racconto un aneddoto: in occasione di una sfilata, un ricamatore di Varese volle confrontare i suoi disegni con i miei. Alla fine, il ricamatore di Varese mi chiese una trasfusione di sangue per trasmettergli il mio talento. 37 Il piacere di leggere un libro Rubrica di Viola Lavermicocca I QUADERNI DEL PIANTO Di Marcela Serrano Una giovane sudamericana dà alla luce una bambina in ospedale. Dopo pochi giorni dalla nascita purtroppo le comunicano che una violentissima febbre ha stroncato la vita della piccola. In ospedale non permettono alla mamma di vedere per l’ultima volta sua figlia. Perché mai? Una giornalista le dà una mano a scoprire che in quell’ospedale sono troppo frequenti le morti infantili sospette. Vengono a galla storie di rapimenti, di traffici illegali di organi e adozioni affatto trasparenti. La rabbia e l’aiuto della giornalista spinge la povera ragazza ed altre vittime a costituire un’associazione che denunci i crimini. Il destino beffardo vuole che durante una conferenza dell’associazione, la protagonista riconosca sua figlia che cammina con la sua manina in quella di un’altra donna, la moglie del ministro degli Interni. Le si fionda addosso e abbracciandola cerca di strapparla alla donna. Questo gesto impulsivo le costerà il ricovero in un ospedale psichiatrico dove lotterà per non impazzire e per continuare a cercare la verità. 38 avvenimenti La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Festa dell’Accoglienza per i piccoli della Scuola dell’Infanzia “G. Deledda” “A … come AMICO” è il titolo del Progetto Accoglienza del nuovo anno scolastico che è stato festeggiato nei due plessi di Scuola dell’Infanzia “Deledda” (Lombardo Radice- C. Lorenzini) il 25 e 26 ottobre. La manifestazione è stata contraddistinta da una profusione di canti e balli realizzati dai piccoli alunni, divenuti per poche ore simpatici coniglietti come il loro amico “GIULIO CONIGLIO”, personaggio mediatore che li accompagnerà nelle varie esperienze didattiche durante il loro percorso formativo. Alla presenza delle famiglie, con la loro esibizione , i bambini più grandi hanno dato l’avvio all’anno scolastico 2011-2012, porgendo il benvenuto a tutti i nuovi “piccoli” che hanno fatto il loro ingresso “ufficiale” nel mondo della scuola. Ci sono stati momenti caratterizzati da tante sorprese ed emozioni… soprattutto con l’arrivo di due giovani pagliacci “Camuffola e Alessandro “ i quali, hanno allietato la festa con giochi e scenette divertenti e coinvolgenti. Questa manifestazione non è servita unicamente a far divertire i bambini, ma a farli socializzare tra di loro, sorridere durante la gran parte delle ore del suo svolgimento e far superare la timidezza che è tipica di molti piccoli. Gli alunni, principali protagonisti di questo evento festoso ed i loro genitori, sono stati salutati dal Dirigente Scolastico prof. Ales- sandro Calabrese che ha auspicato loro un buon anno scolastico, puntualizzando l’importanza della collaborazione nel processo educativo e formativo degli alunni, tra l’istituzione scolastica, le famiglie e le altre agenzie educative. Ins. Rosanna Curci Il cordoglio di Petro Lospinuso, Arnaldo Sala e di tutto il PDL jonico per la scomparsa dell’adorata Mamma di Gianfranco Chiarello Il Coordinatore ed il Vice-Coordinatore Provinciale PDl di Taranto, Pietro Lospinuso ed Arnaldo Sala, Consiglieri Regionali, hanno diffuso la seguente nota: “Tutto il Partito jonico, tramite noi, rivolge un fraterno pensiero a Gianfranco Chiarelli, che piange la sua adorata Mamma, condividendone il grande dolore.”. eventi sportivi 39 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 CHAMPIONS WEEK 4 CHAMPIONS WEEK 4 - TERZA SECONDA GIORNATA GIORNATA – MEETING POINT LEADER MEETING E DECA VOLANO Pos. Squadra Nella seconda giornata del Champions Week 4, vittorie importanti per De.ca e Meeting Point (anche se in modo diverso), e rilancio per Tua Immobiliare. Partiamo dalle due squadre in vetta. Meeting supera con un combattuto 5-3 i Cavalieri Teutonici grazie al solito Papapietro e ad una doppietta del giovane Ribecco. Per gli sconfitti, a nulla sono servite le sigle sul tabellino di Lombardi e Di Nanna Giuseppe. De.ca vince 3-0 a tavolino contro Costan, data la non presenza sul campo di gioco di almeno quattro tesserati per i bianchi. Partita non disputata e vetta conquistata facilmente. Nella partita di cartello, Ottica D’Alconzo batte 4-1 Piazza Roma grazie alla tripletta del sempre presente (nei tabellini degli scorer) Tarantini ed al primo gol di Petrera. Per la squadra di Viceconte torna al gol Minerva. Tua Immobiliare vince 6-4 su Prestiti e mutui (che aveva riposato) e si porta a tre punti in classifica. Mattatore del match, il presidente-calciatore Bianco, autore di una pregevole tripletta, coadiuvato dalla doppietta di Rucci e dal gol di Lozito. Per la compagine di Mr. Fiorito, buona prova di Antonio Bianco, abile ad insaccare 2 reti. Nell’altra partita, Aut. Ricchiuto vince 3-0 a tavolino contro La Cantina. Stesso motivo della precedente sopra citata, ma, con qualche polemica in più. Ha riposato Gamelux. Nella prossima giornata scontro al vertice fra De.ca e Meeting Point. Chi vince vola solitaria. Baldassarre D’Angelo I proverbi Punti Giocate Vittorie Pareggi Sconfitte GF GS DiffReti 1 MEETING POINT 9 3 3 0 0 21 9 12 2 OTTICA D'ALCONZO 7 3 2 1 0 16 5 11 3 AUTOC.RICCHIUTO 7 3 2 1 0 10 6 4 4 DE.CA. 6 3 2 0 1 18 8 10 5 A.S. TUA IMMOBILIARE 3 3 1 0 2 8 24 -16 6 PIAZZA ROMA 3 2 1 0 1 12 5 7 B&B I CAVALIERI TEUTONICI 3 2 1 0 1 8 8 0 8 GAMELUX 3 2 1 0 1 9 14 -5 9 COSTAN S.R.L. 0 3 0 0 3 6 12 -6 10 PRESTITI&MUTUI 0 2 0 0 2 8 13 -5 11 LA CANTINA 0 2 0 0 2 2 14 -12 7 La terza giornata ha visto ci dice che Meeting ambisce al titolo, dopo i piazzamenti delle scorse edizioni, e che Ottica e Ricchiuto non mollano l’osso! La nuova capolista supera gli ex appaiati di Deca con un 6-4 che rispecchia l’equilibrio delle due compagini. Deca cerca di ottenere il pareggio ma non riesce a fermare il bomber Papapietro, che firma altre 3 reti, e Riccardi , in giornata di grazia (tripletta anche per lui), nonostante la doppietta di Mancuso. Autocarrozzeria Ricchiuto rischia di cadere contro Costan, ma, grazie alla tecnica di alcuni suoi tesserati, tipo i fratelli Lapiscopia, supera soltanto nel finale i suoi avversari con un risicato (ma ricco di patos) 4-3, e sale a quota 7 in classifica. Ottica D’Alconzo vince agevolmente (9-1) contro Tua Immobiliare e dimostra di aver trovato l’uomo che mancava, ovvero Tarantini. Per la squadra di Lozito, salva la faccia l’attaccante Pugliese. Dopo il riposo, Gamelux trova la prima vittoria stagionale contro Prestiti e Mutui, ringraziando Lanera e Duca (quando si dice la vendetta degli ex) che ne mettono a segno cinque. Per la squadra di Apollaro ottimo Iacovino con tre perle. Ha riposato Cavalieri Teutonici ed è stata rinviata Piazza Roma-La Cantina. Nei bomber Papapietro dirige con 11 reti, mentre la miglior difesa spetta a Piazza Roma e Ottica D’Alconzo con meno 5. Baldassarre D’Angelo Falsa partenza per il Team Ginosa Il campionato 2011/2012 è iniziato con molte speranze e tante ambizioni per i ragazzi di mister Noia. La rosa è stata radicalmente cambiata rispetto alle scorse stagioni, con un cambio generazionale sostanziale. Le prime due giornate han visto trionfare il Team Ginosa dapprima sul campo del Francavilla, e la seconda giornata in casa con il Cocoon Fasano. Dopo queste belle prestazioni un pò la sfortuna e alcune scarse prestazioni hanno consentito un filotto di otto partite senza vittorie e addirittura con sei sconfitte. Il pubblico di casa, nonostante ciò, continua a dimostrare affetto e attaccamento alla squadra, ma tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza e tirar fuori le motivazioni che fino ad ora hanno latitato. Maggior impegno e dedizione in allenamento e in partita non possono far altro che bene all’intero Team Ginosa, e tutti si attendono nelle prossime giornate quel cambio radicale di mentalità che serve per tornare a vincere e soprattutto a convincere!! Vincenzo D’Angelo secondo Giovanni Carducci 40 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 avvenimenti sportivi avvenimenti sportivi La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 41 SECONDA CATEGORIA / Pareggio a reti bianche nella tana della vice-capolista SECONDA CATEGORIA / Ennesimo successo interno e primato conservato I biancazzurri superano indenni l’ostacolo La Biscegliese impattando per 0-0 nel pantano del “Di Liddo” e conservano “virtualmente” la testa della classifica. La corazzata biancazzurra non conosce ostacoli e, grazie ad una rete del baby Anzillotta, affonda il quotato Real Gioia, conservando “virtualmente” il primato in classifica, in attesa dell’esito del ricorso per la gara contro il Giovinazzo al fine di riavere i tre punti conquistati sul campo. Domenica, intanto, altra gara casalinga contro il fanalino di coda Real Sannicandro, con l’imperativo di vincere per continuare a volare alto. Ginosa, pari senza reti nel big-match di Bisceglie Nel primo vero scontro diretto per il vertice, il Ginosa supera l’ostacolo La Biscegliese impattando per 0-0 nel pantano del “Di Liddo”. Gara disputata per quasi tutti i novanta minuti sotto una pioggia battente che ha condizionato non poco le trame di gioco di entrambe le squadre che comunque hanno dato vita ad un match combattuto ma agonisticamente corretto. Partenza decisa degli ospiti che dopo appena due giri di lancette si rendono pericolosi con Cifarelli S., il quale dal vertice destro dell’area lascia partire un diagonale insidioso sul quale manca l’appuntamento Magno a pochi passi dalla porta. Lo stesso Magno al 10’ è costretto a dare forfait per infortunio (si ipotizza uno stiramento) e la mancanza del suo peso in avanti si fa sentire. La replica dei padroni di casa si registra al 15’ quando una disattenzione della retroguardia biancazzurra lascia aperto un varco sul quale si inserisce D’Errico che conclude a lato di poco. L’ultimo sussulto della prima frazione giunge a tempo scaduto quando sugli sviluppi di un corner battuto dai biscegliesi, Bozza respinge sulla linea la minaccia. Nonostante il terreno pesante reso viscido dalla pioggia, la ripresa vede entrambe le compagini non risparmiarsi alla ricerca del guizzo vincente. Al 7’ Cifarelli S. ci prova su calcio piazzato dalla distanza con la sfera che sorvola di pochissimo la traversa, mentre al 10’ su capovolgimento di fronte Cifarelli A. si oppone con bravura ad una conclusione ravvicinata di D’Errico. Al 25’ Ciaurro si libera al tiro e, dal limite, conclude a rete impegnando severamente Napoletano che si rifugia in angolo. Il Ginosa cerca di impensierire la retroguardia di casa sfruttando le abilità di Stefano Cifarelli che al 37’ lascia partire, su punizione dai venti metri, una parabola velenosa che scheggia l’incrocio. Sino alla fine accade ben poco con i ginosini che controllano con ordine le ultime folate dei padroni di casa e mettono in cascina un punto prezioso che li colloca “virtualmente” al terzo posto in classifica, in attesa dell’esito del ricorso presentato per la gara col Giovinazzo. A tal proposito, la società biancazzurra capeggiata dal patron Vincenzo Ribecco intende mettere a conoscenza tutti gli sportivi di fede ginosina che, al termine dell’incontro col Giovinazzo, il direttore di gara ha trascritto erroneamente una sostituzione (un fuoriquota al posto di uno juniores) inducendo il Giudice sportivo a decretare la sconfitta a tavolino. Tabellino della gara (La Biscegliese-Ginosa 0-0) LA BISCEGLIESE: Napoletano, Bombini, Curci, Gisondi, Logoluso, Ciardi, De Cillis, Guarino (10’ st Perrone), D’Errico (27’ st Campese), Caprioli, Dell’Olio (20’ st Sciascia). A disp.: Sinigaglia, Preziosa, Lafranceschina, Grilli. All. Di Pierro GINOSA: Cifarelli A., Caramia, Pagone, Bozza, Casalingo, Bommino, Latagliata, Presicci, Magno (10’ pt Parisi (19’ st Anzillotta)), Cifarelli S., Ciaurro. A disp.: Larocca, Giosuè, Maggiore, Castellano, Lombardi. All. Pizzulli ARBITRO: Colecchia di Bari. NOTE: Ammoniti De Cillis e Guarino (B), Latagliata e Parisi (G). Domenico Ranaldo ([email protected] - www.asginosa.it) Ginosa, piegato il quotato Real Gioia E’ un Ginosa che non conosce ostacoli: anche il quotato Real Gioia deve inchinarsi ai biancazzurri che, grazie ad una rete del giovane Anzillotta, si aggiudicano lo scontro diretto contro i baresi. Dopo una prima fase di studio, al 20’ i padroni di casa si rendono pericolosi con Bommino che, sugli sviluppi di un calcio piazzato dall’out sinistro battuto da Ciaurro, irrompe in area mandando la sfera sull’esterno della rete. La replica ospite giunge al 28’ quando una conclusione maligna di Colacicco dalla distanza trova la pronta respinta di Cifarelli A. che si rifugia in angolo. Col passare dei minuti, gli jonici guadagnano terreno ed al 37’ sbloccano il risultato: Cifarelli S. pennella un perfetto assist in area per la testa di Anzillotta che ringrazia ed infila l’angolo più lontano alla destra dell’incolpevole Moschetti. La ripresa vede un Ginosa amministrare con ordine il vantaggio, cercando di sfruttare le ripartenze. Trascorre appena un minuto ed il raddoppio sembra cosa fatta quando l’e- stroso Stefano Cifarelli tenta, su punizione dai venti metri, di sorprendere l’estremo difensore ospite che si supera neutralizzando la minaccia. Al 28’ il Real Gioia ci prova con Pascalicchio su punizione dal limite con la sfera che sorvola di poco la traversa. I biancazzurri cercano di assestare il colpo del ko ed al 47’ Ciaurro, ben servito da Cifarelli S., si invola solo verso la porta e, invece di piazzare il tiro, cerca di dribblare il portiere in uscita il quale non si fa sorprendere togliendo la sfera dai piedi dell’attaccante ginosino. Negli ultimi tre minuti di recupero dei cinque concessi dal direttore di gara, si registra un forcing confuso dei baresi che non produce alcuna sostanza. Domenica il Ginosa sfiderà, nella seconda gara casalinga consecutiva, il fanalino di coda Real Sannicandro, con l’intento di conquistare l’ennesimo successo e continuare a volare alto. Tabellino della gara (Ginosa-Real Gioia 1-0) GINOSA: Cifarelli A., Bozza, Pagone (4’ st Lombardi), Giosuè, Casalingo, Bommino, Anzillotta, Presicci, Ciaurro, Cifarelli S., Latagliata. A disp.: Larocca, Castellano, Caramia, Bonsignore, Maggiore, Parisi. All. Pizzulli REAL GIOIA: Moschetti, Maggi (27’ st Lopez), Donvito, Orfino F., Guagnano (17’ st Orfino D.), Bonfardino (31’ st Surico), Calabrese, Colacicco, Dragone, Ammaturo, Pascalicchio. A disp.: Ascatigno, Pagano, Soria, Celiberti. All. Narraccio ARBITRO: Nasca di Bari. RETE: 37’ pt Anzillotta. NOTE: Ammoniti Ciaurro (G), Calabrese (RG). Espulso al 46’ st Pascalicchio (RG) per proteste. Domenico Ranaldo ([email protected] www.asginosa.it) 42 La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 avvenimenti sportivi Ass. Hobby pesca, 12° raduno pesca al colpo: tanto vento e pochi pesci, ma a vincere è lo spirito Il maltempo registrato nelle scorse settimane non ha risparmiato nemmeno il 12° raduno di pesca al colpo previsto per il 6 novembre e rinviato alla scorsa domenica 13. Scenario dell’evento, organizzato dall’ “Associazione dilettantistica sportiva Hobby pesca – ambiente natura’’ di Ginosa, il lago Prichicca situato in contrada Caccamone, nei pressi di Castellaneta. Quindici gli appassionati pescatori che hanno preso parte alla gara. Sono le 7 del mattino e i partecipanti si radunano come di consueto presso il ristorante pizzeria “Al laghetto’’ dei fratelli Stano, dove consumano la colazione omaggio. Non c’è niente di meglio che caffè e cornetto in compagnia di persone che condividono la stessa passione prima di una bella pescata. Una volta effettuati i sorteggi per scoprire in quale delle due postazioni si opererà, ci si spo- sta sulle sponde del lago. Gli atleti depositano le rispettive borse contenenti le attrezzature sul terreno ancora umido e si apprestano a montare il necessario per una perfetta riuscita della sessione. Alle 8,30 si ode il fischio d’inizio. Esche e terminali in acqua, quindi, e che vinca il migliore. Se la settimana precedente a farla da padrone era un forte scirocco, adesso è il vento di tramontana a infastidire i garisti, costretti ad aumentare il peso dei galleggianti per lanciare più lontano. Le ore passano lente e i pesci salpati si contano sulle dita di una mano. Sembra che i pinnuti non abbiano particolarmente fame malgrado le grandi quantità di pasture gettate per stuzzicare il loro appetito. Galleggianti immobili, mossi unicamente dalle increspature formatesi in superficie e da qualche timidissima mangiata. Intorno alle 11, poi, pochi esemplari di alborelle e scardole si risvegliano e aggrediscono i bigattini posizionati sugli ami. È il massimo che la giornata regala purtroppo. La fine dei giochi viene decretata allo scadere delle tre ore previste. Ora, si passa ad una rapida pesa del magro bottino conquistato. Settore A 1-Luigi Gasparre 2-Emanuele Pignalosa 3-Marco Rosato Settore B 1-Filippo Donvito 2-Vito Rosato 3-Giuliano Galgano Ad ognuno dei classificati di settore va un trofeo ed un set di utili accessori da pesca. Dopodichè, vengono rivelati i nomi degli assoluti. Al primo posto si piazza Luigi Gasparre di Mottola con 1.200 punti. Oltre ad una canna Karisma di 7 metri, il vincitore porta a casa la coppa per il pesce più grande, una scardola di 400 grammi, e quella per il maggior numero di prede, ben 20. Secondo posto per il ginosino Emanuele Pignalosa, che con 550 punti conquistati ottiene di diritto una canna Karisma di 6 metri. Medaglia di bronzo, invece, per Filippo Donvito di Gioia del Colle, che totalizza 500 punti e guadagna così una comoda sedia pescatore. Si conclude così il 12° raduno di pesca al colpo, caratterizzato da tanto vento e poche catture. Del resto, chi ama questa disciplina lo sa bene: la pesca sa essere tanto fruttuosa quanto avara e che un giorno non è come l’altro. Miki Marchionna attualità La Goccia n. 23 - 19 novembre 2011 Pubblicità pagina intera 43