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N° 5 ANNO LXIII Ottobre-Novembre 2011
SOCIOLOGO
IN ITALIA SI RESTRINGE
LA RETE DELLE RELAZIONI
SOCIALI
PENSIONATI
Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano.
Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989.
FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
TRIPLA “V” PER
I POLITICI ITALIANI
la manovra di ferragosto:
tagliole (tante)
ed opportunità (poche)
FILO DIRETTO
attualità
LA FORBICE E L’ARATRO
VOGLIONO FARCI PERDERE
ANCHE L’ANIMA
attualità
INTERVISTA ESCLUSIVA CON
LA LEADER DEI GIOVANI CILENI,
CAMILA VALLEJO DOWLING
filo diretto
EDITORIALE
2 > La forbice e l'aratro
quota periscopica
3 > Banche, 58mila posti di lavoro tagliati oltralpe
SINDACATO & SERVIZI
ATTUALITà
4 > Vogliono farci perdere anche l’anima
5 > La primavera cilena si chiama Camila
6 > La serva padrona
di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI
7 > Sicilia, l’isola del tesoro
8 > Gli onorevoli mega dirigenti
9 > Assegni d’esodo, arriva il calcolo personalizzato
10 >Nasce un nuovo modello di comunicazione
fra lavoratori e sindacati
11 >40 candelineper la fabi di Treviso
lutto
12 >Ciao Roberto
bcc
13 >Non aprite quella porta
spazio donna
14 >Ieri, oggi, domani
quadri direttivi
15 >Una squadra per vincere
parere legale
18 >Uso della vettura propria per la trasferta
promotori finanziari
19 >Verso norme contrattuali e di legge per l’attività
di promozione e consulenza finanziaria
20 > numbers
pensionati
21 >Vergogna, vergogna, vergogna
spazio aperto
22 >L’autunno del nostro scontento
sicurezza
23 >Oltre l’handicap
fisco
24 >Cedolare sugli affitti
salute
25 >Vaccinatevi contro hpv
NONSOLOBANCA
l'angolo del sociologo
26 >In italia si restringe la rete delle relazioni sociali
avviso ai naviganti
27 >Oggi c’è Eldy
hi tech
27 >Bold 9900, una tastiera perfetta
LA FABBRICA DEI SOGNI
28 >Il “manicomio elettrico”
paese che vai... italia che trovi
La manovra di Ferragosto: tagliole (tante)
ed opportunità (poche)
I
l decreto legge 138/2011, meglio noto come "manovra di ferragosto", è intervenuto, con misure
di forte impatto, ma scoordinate ed eterogenee,
sull’assetto regolativo dei rapporti di lavoro del settore privato e pubblico.
Premessa fondamentale: appare subito chiaro che ci troviamo di fronte a misure legislative adottate in modo
frammentato e improvvisato, completamente prive di
una sistematica e obiettiva visione d'insieme.
Vediamo, comunque, quali sono gli elementi di cui questa manovra si compone e come sono organizzati.
Innanzitutto, i provvedimenti adottati sono suddivisi in
2 distinti ambiti: il primo riguarda le misure per ridurre
e contenere la spesa previdenziale e pensionistica; il secondo, quelle misure che intervengono sul mercato del
lavoro, sulle relazioni industriali/sindacali e sulla contrattazione decentrata.
Tra i provvedimenti del primo ambito, si evidenzia l'anticipazione al 2014 del requisito di crescita anagrafico (65
anni) per le donne del settore privato, anticipazione che
renderà la nuova regolamentazione pienamente operativa
dal 2026. (Sulle donne del pubblico impiego, peraltro, si
era già intervenuti: vedi legge 122/2010).
Questo provvedimento - occorre precisare - si combina
con gli effetti prodotti dal meccanismo di adeguamento
automatico dell’età pensionabile alle speranze di vita, che
provoca un ulteriore differimento e rinvio del momento
della pensione (ad oggi, di altri 3 mesi) e che sarà rivisto
- addirittura! - ogni 3 anni.
Tra i provvedimenti del secondo tipo si evidenzia, come
detto sopra, un insieme di norme miste ed eterogenee.
Qui il nostro legislatore ha dato il meglio di sé (sic!), con
provvedimenti che spaziano dalla riduzione delle festività
laiche all’improvvisata riforma delle Relazioni Industriali
e della Contrattazione decentrata.
Un capitolo articolato e piuttosto complicato riguarda "i
contratti di prossimità" introdotti dal famoso articolo 8
del Decreto Legge 138/2011, poi convertito (con modifiche) dalla Legge 148/2011.
Cercherò qui di schematizzare al massimo il ragionamento.
Le novità riguardano:
- I soggetti o le parti legittimate a sottoscrivere gli accordi;
- le condizioni che legittimano gli accordi di prossimità;
-la validità generale (cosiddetta “erga omnes”) di detti
accordi e la loro conseguente applicabilità a tutti i dipendenti;
- le materie sulle quali è consentita la contrattazione decentrata e la negoziazione in deroga.
Tali norme vanno poi coordinate, ai fini della contrattazione decentrata (in deroga e delegata), con quanto previsto dall'accordo interconfederale del 28 giugno 2011.
L'articolo 8 della Legge apre spazi inimmaginabili a
deroghe assai discutibili e pericolose, anche in merito
ai CCNL e, in particolare: "....maggiore occupazione,
qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro
irregolare, alla gestione delle crisi aziendali ed occupazionali....".
Tra le materie soggette a deroghe si ritrovano argomenti
di enorme portata politica e densi di implicazioni: mansioni e classificazioni del personale, contratti a termine,
appalti, somministrazione di lavoro, collaborazioni a
progetto e partite Iva.
Il vero tema cui va posta attenzione, tuttavia, consiste nel
fatto che le possibile deroghe riguardano non solo e non
tanto il Contratto Collettivo di Categoria, ma le stesse
disposizioni di legge.
In questo modo, pertanto, si conferisce al Contratto/Accordo decentrato la facoltà di derogare a gran parte delle
norme legali di Diritto del Lavoro.
Ciò aprirebbe la strada a deroghe pericolosissime sulle
norme regolanti il recesso dei rapporti di lavoro e le norme sul licenziamento.
Il vero obiettivo politico della deregolamentazione è, infatti, permettere, attraverso forzature attuate in sede decentrata e aziendale, l’introduzione di nuove ipotesi di
lavoro a termine e somministrato, l’annullamento di quei
limiti che, oggi, ancora riescono a contenere licenziamenti ingiustificati, l’eliminazione della cosiddetta “tutela reale” (cioè la reintegrazione), nonché l'introduzione
di controlli a distanza sull’attività dei lavoratori e, altra
conseguenza logica, la previsione di nuove deroghe all’art
2113 in materia di transazioni o cambio di mansioni.
Di fronte a questa preoccupante situazione, la FABI non
può non avvertire l’urgenza di una mirata opera di’informazione e formazione – a tal fine, sarà fondamentale il
contributo decisivo dei nostri rappresentanti e dei nostri
dirigenti locali – di tutti i lavoratori bancari sulla pericolosa portata delle nuove norme.
Questo massiccio intervento politico, impostato su uno
schema di pressoché totale liberalizzazione di certe forme
di contrattazione aziendale, va assolutamente contrastato
nei suoi aspetti più pericolosi, ma, contemporaneamente, sottoposto a un vaglio critico, che possa evidenziare
eventuali specifiche opportunità. →
29 >Alla scoperta di Nardò (le)
ALTROTURISMO
30 >Fiabe delle terre d’India
31 >Ugo attardi. L’erede selvaggio
CHI C’è C’è
32 >Il cartellone di Ottobre/Novembre
Direttore editoriale
Lando Maria Sileoni
Capo redattore
Lodovico Antonini
Ordinario di Sociologia Generale
Università di Verona
Edizione Web: Marco Ammendola
Comitato di direzione
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Mauro Bossola
Franco Casini
Giuliano De Filippis
Attilio Granelli
Mauro Morelli
Mauro Scarin
Lando Maria Sileoni
Collaboratori
Luciano Quaranta,
Clinica oculistica Università degli
Studi di Brescia
Maddalena Sorrentino,
docente di informatica generale,
Università Cattolica - Milano
Elcograf, Beverate di Brivio (Lc)
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esperto risorse umane
e consulente aziendale
Illustrazioni: Roberto Mangosi
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Flavia Gamberale
Editing: Mariapaola Diversi
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Paolo Panerai
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filo diretto
LA FORBICE E L’ARATRO
→ In ogni caso, la deroga non può essere e
non dovrà mai diventare una prassi costante e indiscriminata, utilizzata come
un grimaldello per rendere gestibili le
aziende e "normalizzare" i conflitti interni.
Nessun meccanismo contrattuale può
sostituire il dialogo costruttivo e la reale
ricerca del consenso nelle banche.
Ultima considerazione, ma non meno
importante, va sul profilo tecnico-giuridico della Legge 148/11 che, in diverse
sue parti, è a rischio di illegittimità costituzionale: per l’efficacia “erga omnes”
dei contratti ed accordi e per la prevalenza del quadro decentrato rispetto a
quello nazionale.
Essa, infine, appare di difficile e macchinosa applicazione pratica ed ampiamente esposta a rischi di vertenzialità
giudiziaria,presupponendo un livello di
concordia ed unità sindacale tutt'altro
che scontato.
***********
Insomma, occorre stare attenti alle tagliole disseminate sul terreno. Proprio
per evitare "furbastri e sciacalli", pronti
sempre a colpire, approfittando del momento, i Segretari Generali sindacali si
sono "blindati", sottoscrivendo un documento che sostanzialmente annullerà
l’articolo 8 della manovra. (vedi sotto)
Non di sole potature vive l’economia
di Mauro Bossola, Segretario Generale Aggiunto FABI
I
l tasso di disoccupazione nell’area
Euro ha toccato il 10%, per l’esattezza il 9,9%, alla fine del mese
di maggio di quest’anno. Stiamo
parlando di circa 15 milioni e mezzo
di persone senza lavoro, come ha documentato Eurostat, l’ufficio statistico
dell’Unione Europea.
Gli Stati Uniti, con il 9,1% di disoccupati nello stesso mese, non stanno meglio
di noi. Inoltre, nei 34 paesi dell’OCSE,
nonostante questi siano tra i più sviluppati del mondo, i senza lavoro sono 44
milioni. Il sistema dei servizi finanziari,
uno dei pochi a creare nuova occupazione nel decennio precedente la crisi del
2008, sta anch’esso pagando il pesante
prezzo della recessione, in Italia come
all’estero.Bank of America – prima banca commerciale degli USA - ha annunciato tagli per 30mila dipendenti, oltre il
10% del totale, dopo che altrettanto aveva fatto la prima banca commerciale del
mondo, l’inglese HSBC, mentre nel no-
stro Paese, solo l’accordo con i sindacati
ha evitato il taglio di una percentuale
analoga in IntesaSanpaolo. Le istituzioni e i governi non appaiono in grado di
fronteggiare efficacemente la situazione
e, soprattutto, di far ripartire economia e
lavoro. Mentre, però, il Presidente Obama, tra errori e incertezze, ha ribadito
l’importanza di una solida economia che
crei posti di lavoro, l’Europa appare ancorata a una visione eccessivamente monetarista dell’intervento pubblico.
Il piano americano antidisoccupazione,
infatti, sarà finanziato (447 miliardi di
dollari), con interventi che riducono
drasticamente le facilitazioni fiscali per
coloro che guadagnano oltre 250mila
dollari all’anno. Va sottolineato come
tali interventi, inizialmente programmati per ridurre il terribile disavanzo pubblico USA, vengano ora riconvertiti per
creare nuovi posti di lavoro.
E questo accade con un debito pubblico
di dimensioni impressionanti, ben peggiore del peggior Paese dell’Eurozona.
Certo è arduo, se non impossibile, dire
se questa strategia avrà successo, ma la
differenza d’impostazione politica salta
agli occhi dell’osservatore, anche del più
distratto.
Da un lato l’Europa del rigorismo antinflazionistico e dei controlli sui bilanci
pubblici, dall’altro gli Stati Uniti d’America degli investimenti sullo sviluppo e
della scommessa sul futuro. Quella stessa
America, peraltro, dove la terribile crisi
ha avuto origine. Non è solo una questione di economia politica, che riguarda
il rilancio dei consumi, l’aumento della
produzione o il livello d’inflazione sopportabile, ma più in generale di coesione
sociale. Perché i lavoratori pagano la crisi
due volte: la prima come vittime della
sregolatezza dei mercati finanziari con
Sindacati Unitari dei Bancari
i licenziamenti, la stagnazione salariale
e l’impoverimento dei loro risparmi; la
seconda come cittadini, perché chiamati
a ripianare e sostenere i debiti sovrani dei
singoli Paesi con nuove tasse e col peggioramento dello stato sociale. Dietro la
decisione del Governo a stelle e strisce,
buona o cattiva che possa rivelarsi, si staglia il potere politico; dietro le titubanze
dell’Unione Europea, s’intravede invece
lo scheletro incompleto di un’architettura – solo monetaria – che non è in grado
di offrire decisioni, ma incertezza.
È sorprendente come solo su un fronte,
le due sponde dell’Atlantico sembrano
procedere unite: quello della mancata
regolamentazione del sistema finanziario
internazionale, che grazie agli intrecci, le
ombre e i flagranti conflitti di interesse,
continua a mettere a repentaglio non
solo la stabilità, ma l’esistenza stessa di
un mercato che in quanto tale, senza regole, non può vivere.
“NO all’art. 8 della manovra. SÌ alla difesa dell’autonomia contrattuale”
I
Segretari Generali di FABI, Fiba
Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Sinfub,
Ugl Credito e Dircredito, nel valutare la manovra del Governo
ingiusta, perché colpisce il lavoro e le
pensioni, inadeguata, in quanto non interviene sul debito e non rilancia né la
crescita né l’occupazione, iniqua, poiché
aumenta le tasse per lavoratori e cittadini
onesti senza colpire le grandi ricchezze
e l’evasione, valutano negativamente
anche l’art. 8 della manovra in discussione, in quanto lesivo dell’autonomia
2
contrattuale delle parti e dei diritti dei
lavoratori per ciò che attiene le conseguenze sull’art. 18 della legge 300/70. I
Segretari Generali sono altresì impegnati
a definire proposte unitarie all’insegna
dell’equità, della crescita e della buona
occupazione, da sostenere con la mobilitazione unitaria della categoria. Inoltre,
nel confermare il valore delle regole di
democrazia che unitariamente ci siamo
dati e nella consapevolezza che va difeso
ed esteso con i dovuti adattamenti anche
ai nostri settori l’accordo confederale del
28 giugno 2011 (da considerare esaustivo di qualsiasi intervento in materia
contrattuale) e in sintonia col mandato
ricevuto dai lavoratori sulle piattaforme
per il rinnovo dei contratti dei nostri
settori, si impegnano unitariamente affinché con Abi ed Ania si convenga di
non dare applicazione in nessun caso a
quanto previsto dall’art. 8 della manovra
del Governo. Resta inteso che tale impegno è vincolante per tutti i sindacati
(nazionali, territoriali, coordinamenti di
Gruppi Aziendali).
quota periscopica
G
randi banche nella bufera: i
colossi della finanza svizzera
e anglosassone hanno dichiarato per i prossimi mesi
oltre 58mila esuberi. HSBC manderà a
casa 30mila lavoratori, Lloyds 50mila,
Bank of America 10mila, Ubs 3.500.
Licenziamenti che si vanno ad aggiungere a quelli già annunciati nei mesi
estivi, circa 60mila secondo l’agenzia di stampa americana Bloomberg.
Numeri che hanno fatto guadagnare
alla stagione appena passata il titolo
di “estate nera dei lavoratori bancari”.
A far scattare i tagli il calo di redditività e le sempre maggiori sofferenze
Il colpo di coda della crisi
Banche, 58mila posti di lavoro tagliati oltralpe
HSBC, Lloyds, Bank of America e Ubs hanno annunciato complessivamente quasi 60mila licenziamenti
nei prossimi mesi. Intanto Bank of America ha accumulato crediti in sofferenza per circa mille
miliardi, vedendo crollare la sua capitalizzazione in borsa del 47%
registrati nell’ultimo anno da questi
grandi istituti di credito, complice una
crisi che a livello globale non accenna a
passare. Ma anche i processi di fusione
e incorporazione avvenuti recentemente che hanno portato a una riduzione
fisiologica degli organici. Nell’ultimo
anno Bank of America, la più grande
banca commerciale statunitense, ha accumulato crediti in sofferenza per circa
mille miliardi, vedendo crollare la sua
capitalizzazione in borsa del 47%.
La battaglia legale di una lavoratrice cremonese
Per
i
malati
di
tubercolosi
comporto
più
lungo
Ha ottenuto un risarcimento di 12mila euro una commessa ingiustamente licenziata per scadenza del periodo di comporto. I
legali: “Per le patologie tubercolari i tempi di congedo per malattia sono di 18 mesi invece dei canonici 180 giorni”
D
odicimila euro. Tanto intascherà dall’azienda a titolo
di risarcimento una commessa cremonese malata di
tubercolosi licenziata due anni fa dal
supermercato presso il quale lavorava
per superamento del così detto periodo
di comporto, il congedo massimo concesso per malattia.
La giovane aveva sforato il termine di
un giorno e l’azienda non ci ha pensato
due volte a farle arrivare a casa la lettera
di licenziamento.
Immediata l’impugnazione davanti al
Giudice del lavoro da parte della dipendente. Che, finalmente, dopo due anni
dall’avvio del procedimento ha ottenuto giustizia attraverso un accordo tran-
sattivo con la controparte.
L’azienda le verserà sul conto un risarcimento di 12mila euro, la retribuzione
netta globale comprensiva di 12 mensilità, incluse tredicesima e quattordicesima. Gli avvocati della donna negli
atti difensivi hanno fatto appello all’ar- da patologia tubercolare un periodo di
ticolo 175 del contratto nazionale di comporto più lungo, di 18 mesi invece
lavoro, che prevede per i malati affetti dei canonici 180 giorni.
Lo studio di Merryl Lynch e Cap Gemini
I dati dell’ultimo Rapporto Ocse
Nel 2010 i contribuenti che hanno dichiarato un reddito di oltre 200mila euro
erano 170mila, 9mila in meno rispetto all’anno precedente
Nei paesi più sviluppati, durante la recessione, il tasso di disoccupazione per
chi aveva la licenza media saliva al 9% contro il 4% delle persone con
il diploma di scuola superiore
I super ricchi? Non abitano in Italia
I
I super-ricchi non abitano in
Italia, o perlomeno, se un tempo
ci abitavano, oggi si sono trasferiti altrove. Nel 2010 sono scesi
a quota 170mila rispetto ai 179mila
censiti l’anno precedente, facendo così
retrocedere il nostro Paese dal nono al
decimo posto nella classifica mondiale
dei “Paperoni”.Lo rivela il secondo rapporto sulla ricchezza di Merryl Lynch
e Cap Gemini. Ad avvalorare i dati
dell’indagine anche le rilevazioni statistiche del Dipartimento italiano delle
finanze, che segnalano una diminuzione di circa 7mila unità dei contribuenti
con redditi superiori ai 200mila euro.
Delle sette classi di
reddito, quella dei
super ricchi è l’unica
ad essersi “ristretta”.
Sono aumentati invece coloro che hanno
dichiarato tra i 100
e i 150mila euro (da
68mila a 70mila) e
rimasti stazionari coloro che hanno intascato tra i 75mila e i
100mila euro l’anno.
I contribuenti che denunciano al Fisco un
reddito superiore ai
100mila euro annui
sono circa 500mila.
La crisi picchia duro sui meno istruiti
L
a crisi? Colpisce di più chi non
ha un titolo di studio elevato.
Stando all’ultimo rapporto
dell’Ocse, durante la recessione il tasso di disoccupazione per chi
aveva la licenza media si attestava al 9%
contro il 4% di chi era in possesso di
un diploma di scuola superiore. Ma
l’elevata scolarizzazione
è stata anche una manna per il Fisco: sempre
secondo lo studio, nei
paesi dell’area Ocse una
qualifica superiore ha
generato 119mila dollari
in più di entrate fiscali e
di contributi sociali rispetto a un titolo secondario. Studiare, secondo,
l’organizzazione si dimostra ancora un ottimo
antidoto contro la crisi.
“L’istruzione”, ha commentato a tal proposito
Angel Gurria dell’Ocse,
“in tempi difficili come questi, rappresenta un investimento essenziale per
rispondere alle evoluzioni tecnologiche
e demografiche che ridisegnano il mercato del lavoro”.In Italia ad avere il livello di scolarizzazione più basso sono
soprattutto le persone che hanno un’età
compresa tra i 45 e i 64 anni.
3
SINDACATO E SERVIZI
attualità
S
LA MANOVRA DEL GOVERNO
alvi i Santi Pietro e Paolo: la
loro festa, il 29 giugno, resterà, perché stabilita nel
Concordato fra Stato e Chiesa
Cattolica.
Gli altri, invece, vedranno spostata la
loro festa la domenica successiva alla ricorrenza. Certo, per la Chiesa e per i suoi
fedeli, nulla cambierà. Potranno celebrare la festa quando vorranno, ovviamente.
Ma lo Stato non riconoscerà più le conseguenze “civili”, cioè il diritto ad una
giornata, o a mezza come nei contratti
del Credito, di vacanza.
Così, invece di abolire odiosi e deprecabili privilegi della Casta, si aboliscono le
feste dei Patroni. “Occorre recuperare
produttività ed efficienza” - hanno tuonato da Confindustria. E il Governo,
tanto sensibile alle suppliche dei più
deboli, ha subito recepito l’accorato lamento.
È vero che i Comuni italiani sono più di
8 mila, ma le feste dei patroni incidono
minimamente (una giornata o mezza
giornata di festa all’anno) sulla quantità
di giorni lavorativi (230/250 circa in un
anno, a seconda delle categorie) e, quindi, sulla produttività.
Subito allora da Confindustria e dal
Governo si sono affrettati a correggere il tiro, precisando che il problema
non sono le feste dei Santi Patroni in
sé, quanto l’abitudine di “allungare” la
vacanza con i famosi “ponti”, tipica specialità italiana, a dire il vero, tant’è che
all’estero li chiamano “italian bridge”.
Di qui l’indispensabilità di norme correttive, che dimenticano – tuttavia - che
la concessione di eventuali giornate di
ferie o permesso sono – comunque – da
programmare e da sottoporre all’approvazione dei datori di lavoro.
Con la conseguenza che, mentre s’im-
VOGLIONO FARCI
PERDERE
ANCHE L’ANIMA
L’abolizione dei Santi Patroni e altre corbellerie
di Lodovico Antonini
Che avesse il dono della preveggenza?
Garante Privacy
NIENTE DI PERSONALE
Nelle selezioni di personale è illecito utilizzare test
con domande sulla sfera personale dei candidati
I
l Garante della Privacy, con
Provvedimento del 21 luglio 2011,
si è pronunciato in merito alla liceità delle operazioni effettuate
nell'ambito di una procedura di selezione nella quale sarebbero stati utilizzati
questionari di personalità contenenti
domande su aspetti, anche intimi, della sfera personale dei candidati. Nello
specifico l'Autorità, precisando che l'art.
8, l. n. 300/1970, fa "divieto al datore
di lavoro, ai fini dell'assunzione [...] di
effettuare indagini, anche a mezzo di
terzi, sulle opinioni politiche, religiose e
sindacali del lavoratore, nonché su fatti
non rilevanti ai fini dell'attitudine pro-
4
pongono dall’alto vincoli alle feste patronali, che mostrano solo l’ottusa mentalità burocratica e la tendenza della classe politica che ci governa a considerarci
ignoranti e stupidi al punto da ritenerci
incapaci di fare due conti, non si considera il vulnus che si porta contro le nostre tradizioni culturali e sociali, urtando
non poco anche il sentimento religioso
popolare.
Senza considerare poi il danno che si
arreca anche a una certa economia, che
gira intorno alle feste patronali, fatta di
sagre e di manifestazioni molto seguite
e molto sentite, che rappresentano un
formidabile richiamo turistico e che, con
mercati e fiere, danno da vivere a centinaia di migliaia di famiglie di ambulanti.
Vorrei poi richiamare l’attenzione dei
nostri politici, censori d’innocui “vizi”
altrui e non mai dei propri, che sono
invece molti e gravi e indecorosi, sulla
necessità di fare ogni sforzo (serio ed
efficace, però!) per uscire dalla crisi, che
presuppone l’obbligo di tenere insieme il
Paese, salvaguardandone le tradizioni, la
cultura e, in definitiva, l’anima.
Insomma, dopo aver perso la propria, la
Casta rischia far perdere l’anima anche
alla martoriata Italia, con norme cervellotiche e finte che servono solo a gettare
fumo negli occhi alla gente e all’Europa
che ci osserva. Ma non funzionerà.
“Summum crede nefas animam praeferre
pudori et propter vitam vivendi perdere
causas” (Trad.: Pensa che somma infamia
è l'anteporre all'onore la propria sopravvivenza e, per tirare a campare, perdere
le alte ragioni del vivere)– sentenziava
Giovenale duemila anni orsono.
Sembra che descriva l’amara situazione
italiana e che conoscesse i nostri politici.
fessionale del lavoratore" e che l'art. 10,
D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, vieta
tra l'altro di trattare dati personali dei
lavoratori che non siano strettamente attinenti alle loro attitudini professionali e
al loro inserimento lavorativo, sottolinea
come l'intenzione del legislatore è quella
di tutelare con particolare attenzione i
candidati alla ricerca di un posto di lavoro, vietando espressamente - ed indipendentemente dal consenso dagli stessi
eventualmente manifestato - in fase assuntiva, la raccolta di talune tipologie di
informazioni chiaramente individuate
al fine di proteggere, oltre al diritto alla
tutela della vita privata, la dignità della
persona. Nel caso di specie, il Garante
ritiene che il trattamento relativo ai dati
personali tratti dall'esecuzione del test,
con riguardo sia alle risposte formulate
dai candidati sia in relazione alla successiva valutazione che in base alle stesse è
stata effettuata per essere successivamente utilizzate nell'ambito della procedura
selettiva, sia stato effettuato in violazione
del principio di liceità, poiché in violazione del principio di indispensabilità,
pertinenza e non eccedenza. Infatti, si
legge nel Provvedimento come siano del
tutto irrilevanti, ai fini della valutazione
dell'attitudine professionale del lavoratore, informazioni di natura personale
relative alla vita intima, ad abitudini
personali, nonché alle preferenze sessuali, tendenti ad indagare aspetti della
personalità e del carattere, inconferenti e, comunque, non congruenti con la
valutazione delle attitudini professionali
del lavoratore.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
nostra intervista esclusiva
Molti i problemi comuni dei giovani sulle due
sponde dell’oceano
LA PRIMAVERA CILENA
SI CHIAMA CAMILA
Ha portato in piazza oltre 600mila giovani, ha
dato vita alla più grande manifestazione di
protesta del dopo Pinochet per chiedere un
sistema d’istruzione più giusto e democratico,
attirando l’attenzione della stampa
internazionale. Parla Camila Vallejo Dowling,
la leader del movimento studentesco che ha
conquistato il Cile e l’Europa
di Flavia Gamberale
I
l quotidiano britannico The
Guardian l’ha definita la ribelle più carismatica dai tempi del
Subcomandante Marcos. I giornali e le tv di tutto il globo le hanno dedicato copertine e servizi, stregati da quegli occhi verde smeraldo che nascondono un piglio da leader non indifferente.
Ventitrè anni, studentessa di Geografia,
un “passato” da militante nella gioventù
comunista, un presente da responsabile
nazionale della Federazione degli studenti del Cile, Camila Vallejo Dowling
è la ragazza che da circa quattro mesi
tiene le fila della rivolta studentesca cilena. Un movimento che ha portato - e
sta continuando a portare - nelle piazze
di Santiago migliaia e migliaia di giovani, in lotta con il governo per un sistema
educativo più democratico. L’istruzione
è, infatti, quasi totalmente in mano ai
privati, le rette universitarie sono le più
care al mondo, dopo quelle degli Stati
Uniti, e ad oggi i debiti sottoscritti dalle
famiglie cilene per far studiare i propri
figli toccano cifre da capogiro. Del resto, il contributo destinato dallo Stato
all’educazione è minimo: solo lo 0,84%
del PIL, praticamente un investimento
sotto la media mondiale. Retaggi di un
modello liberista, attecchito durante la
dittatura di Pinochet, e mai messo in
discussione, neanche dagli ultimi governi di centrosinistra, per via dei numerosi e stratificati interessi in gioco.
Camila lo ha ripetuto sul suo blog e
sulla sua pagina personale di Facebook,
che conta oltre 60mila fan: questo sistema va cambiato. È ora che l’istruzione
sia riconosciuta come un diritto e non
più come un bene di consumo. “Perché
tale modello educativo non fa altro che
alimentare le disuguaglianze e bloccare
la mobilità sociale”. Un messaggio cui il
Premier cileno, Sebastian Piñera, primo
presidente di destra del dopo Pinochet,
ha dovuto ,suo malgrado, dare ascolto,
aprendo, dopo mesi di scioperi e di manifestazioni, un tavolo di confronto con
le organizzazioni studentesche per elaborare un progetto condiviso di riforma del sistema educativo. Se non altro
perché le rivolte in questione, in atto da
giugno, ne stanno fortemente minando
il consenso (la protesta ha conquistato
l’appoggio di ben il 77% dei Cileni).
Camila, con i toni fermi e pacati di
sempre, ha già messo le cose in chiaro:
siamo disposti a trattare, ma alle nostre
condizioni.
Camila Vallejo, le manifestazioni e gli
scioperi continuano. Fino a quando andrà avanti la mobilitazione studentesca
in Cile?
Fino a quando il governo non sarà capace di ascoltare veramente i cittadini e
inserire nella sua agenda programmatica i temi che stanno più a cuore alla popolazione. Quello che rimproveriamo
al governo non è tanto una certa ideologia, quanto l’incapacità di farsi interprete delle esigenze di cambiamento del
Paese. La gente vuole un cambiamento
non solo nel modo di gestire l’istruzione, ma anche nel modo di fare politica.
Sappiamo che quello dell’educazione è
un argomento complesso. Sia la destra,
attualmente al governo, sia la sinistra
hanno interessi a mantenere in piedi
l’attuale sistema.
Credo che il processo di trasformazione
del modello educativo sarà lungo e ci vedrà impegnati per parecchio tempo.
L’economia del Cile si presenta tra le più
sviluppate del Sudamerica. Siete da poco
entrati nell’Ocse, il PIL, nonostante la
crisi, ha ritmi di crescita più che soddisfacenti, il tasso di disoccupazione è inferiore
rispetto a quello dei Paesi europei. Perché
c’è così tanto malcontento?
È vero che il Cile presenta indicatori
macroeconomici positivi, ma di questo
sviluppo il popolo non ha tratto alcun
beneficio, come dimostrano le manifestazioni di piazza.
Nei mesi scorsi la Federazione degli studenti cileni ha portato in piazza oltre
600mila giovani, tra studenti e lavoratori. Qual è la sua forza? Riempie un vuoto
lasciato dai partiti o dai sindacati?
Queste sono state vere e proprie mobilitazioni di massa. Ma la Federazione
non era sola: schierati con noi c’erano i
genitori, gli insegnanti, gli studenti della scuola secondaria, uniti per cambiare
il sistema educativo nel suo complesso.
Più che una critica alla struttura dei
partiti e dei sindacati, per cui nutro il
massimo rispetto, la nostra vuole essere
una critica alla politica che le organizzazioni tradizionali stanno portando
avanti. Sembrerebbero più interessate a
fare contenti i potentati economici che
a governare per il popolo.
sogno di un cambio del modello di
sviluppo neoliberista. La riforma del
sistema educativo, che noi giovani chiediamo, s’inserisce in questo percorso.
In Europa i giovani sono condannati al
lavoro precario. In Cile succede lo stesso?
Oggi in Cile i giovani sono coloro, che
scontano di più gli effetti della disoccupazione. Il nostro sistema educativo di
bassa qualità non ci assicura una stabilità lavorativa per il futuro.
Ed è proprio la mancanza di un’istruzione adeguata e pubblica, che ci rende
un Paese ancora decisamente arretrato
rispetto all’Europa.
Chiedete al governo un’università gratuita e senza fini di lucro. Quanto s’indebitano in media le famiglie cilene per far
studiare i propri figli?
Il livello d’indebitamento è variabile.
Molte famiglie contraggono anche più
di un prestito con le banche per coprire
le spese universitarie.
Di tutto il denaro che si investe nell’educazione pubblica, lo Stato cileno versa solo il 16% e più dell’80% è garantito dalle famiglie, mentre nei paesi sviluppati dell’Ocse la tendenza è opposta.
Quali sono le riforme di cui oggi il Cile
ha più bisogno?
Oggi il Cile più che di riforme ha bi-
5
SINDACATO E SERVIZI
attualità
T
ra i tanti episodi cui abbiamo
assistito – in merito alla crisi
finanziaria – nel corso degli
ultimi mesi, alcuni sono davvero emblematici.
In mezzo al balletto indecoroso di proposte, controproposte, manovre, frenate, pensamenti e ripensamenti sulle
scelte di merito, che inevitabilmente incidono sul tessuto sociale, qualche “anima bella” si è avventurata all’interno di
riflessioni erudite sulle cause lontane,
sul contesto internazionale, sulle origini
storiografiche e persino filosofiche.
Costoro, però, non sono né filosofi né
sociologi, e spesso nemmeno economisti, bensì avvocati, commercialisti,
odontoiatri, chimici, omeopati, talvolta tecnici di laboratorio. Aggiungendo,
così, alla gravità delle condizioni economiche, collettive e individuali, un tocco
di comicità involontaria.
Sarebbe sufficiente, invece, leggere (e
se non chiediamo troppo studiare) le
osservazioni e le analisi di coloro (non
molti, purtroppo) che sono in grado
di manifestare una visione generale del
nostro tempo. Sufficiente, almeno, per
non alimentare le note umoristiche che
affollano la cronaca di questo periodo.
E magari più che sufficiente per affrontare le cose in modo equilibrato, senza
alcuna pretesa, ma anche senza confondere la causa con l’effetto.
Da alcuni anni – certamente prima della crisi finanziaria del 2008 – sostengo
che occorre andare alla radice degli accadimenti che ci sembrano poco comprensibili, evitando di attribuire loro
ragioni superficiali.
Così facendo scopriremmo ciò che
dovrebbe essere chiaro a tutti: l’eterno
conflitto tra Economia e Politica, il quale, pur presentando un nucleo stabile,
diviene inevitabilmente evolutivo nelle
sue forme storiche.
Ora, se intendiamo la Politica come
una delle categorie fondative della civiltà occidentale, possiamo considerare la
Democrazia come il livello più avanzato
della sua evoluzione.
Ma cos’è oggi la politica? È ancora la capacità di combinare gli interessi diversi,
spesso divergenti, dei soggetti sociali?
Possiede, ancora, la forza di intervenire
L’eterno conflitto tra Economia e Politica
LA SERVA
PADRONA
Oggi la Politica soccombe di fronte all’Economia e alle sue divinità
laiche del mercato globale e di quello planetario finanziario.
Fine dell’Etica e scenari da Apocalisse.
Unica via d’uscita una politica davvero al servizio dell’Uomo
di Gianfranco Amato, presidente Centro Studi Nazionale
“Pietro Desiderato”
con scelte chiare e sostenibili? È in grado di esprimere una visione di prospettiva, che vada oltre il presente? Difficile
dare risposte affermative.
E la democrazia? Certo non possiamo
ritenere che sia quella dell’età di Pericle,
ci potremmo accontentare che fosse
quella dell’età moderna, che ha visto la
nascita degli Stati, con un sistema giuridico compiuto, il quale contiene, alla
sua origine, la divisione dei poteri.
Non è più così, per una serie di motivi,
tra cui quello principale è dato dal mutamento, profondo e diffuso, dei meccanismi della comunicazione, tale da
trasformare la democrazia nella retorica:
pura e semplice tecnica di persuasione.
La Politica ha perduto la sua capacità di
sintesi, la Democrazia si è gradualmente
inoltrata in una nebbia sempre più fitta,
dove è sempre più fragile la consapevolezza della scelta. Di fronte sta l’Econo-
"C
“Ennesimo
Gian Antonio Stella
su auto blu
indice
di una deriva”
6
irca 4 auto blu con
autista, in media, per
ogni Asl e azienda
ospedaliera è una cosa
un tantino esagerata. Se davvero i dati
sono questi è l'ennesimo indice di una
deriva". Ad affermarlo è Gian Antonio
Stella - l'autore, insieme con Sergio
Rizzo, de 'La casta', il libro che riporta sprechi e privilegi ingiustificati della
politica italiana - che commenta così
l'indagine sulle auto blu della pubblica
amministrazione, realizzato dal Formez
PA, che ha coinvolto anche il 72% delle
mia. Ora, evitando descrizioni troppo
lunghe, è sufficiente affermare che essa
rappresenta una delle dimensioni fondamentali della convivenza, in tutte le
latitudini, e comunque la si voglia intendere: un paradigma imprescindibile
per qualunque analisi si voglia intraprendere.
Soltanto che, negli ultimi vent’anni,
anch’essa ha subito mutamenti profondi, fino a diventare in prevalenza finanziaria, cioè di carta, o meglio di segni
cifrati e colorati che danzano, ogni secondo, sugli schermi dei computer di
tutto il mondo.
In poche stanze, peraltro ben protette,
alcuni gnomi invisibili premono tasti e
manovrano codici, spostando masse di
denaro incommensurabili, con l’unico
obiettivo di guadagnare tra un prezzo e
l’altro.
Se poi queste manovre mettono in crisi
il debito pubblico di interi stati, attaccano valute più o meno forti e fanno saltare gli equilibri di questo o quel Paese,
risulta un fatto del tutto indifferente.
Ai Mercati (le nuove divinità laiche,
dopo che gli dei sono fuggiti) non interessano per nulla le conseguenze del
loro agire, se esso incida sull’assetto economico di uno stato o sulle biografie dei
singoli cittadini. Mercato globale, anzi
planetario/finanziario. Fine dell’Etica,
anche come sembianza.
Si può assistere, senza reagire, a questo scenario che recupera alcune forme
dell’Apocalisse di Giovanni?
L’unica risposta possibile è ancora quella politica. Ma quella davvero politica;
perciò uscendo, essa, dal percorso che
la porta alla conquista del potere fine
a se stesso, il quale si serve di funzionari dell’immagine, fabulatori di un
linguaggio talvolta esoterico, talvolta
da cabaret, sempre intriso di sfumature
anglofone.
Cose già dette, ampiamente, durante la
crisi del 2008, da più parti, anche autorevoli. Ma siamo ancora al solito punto,
dove la Politica è la serva di un’Economia che ha subito una mutazione genetica, fino a diventare radioattiva.
Qualcuno si ricorda ancora quel vecchio slogan che diceva: l’economia al
servizio dell’uomo?
news
amministrazioni pubbliche della sanità,
tra Asl e aziende ospedaliere. Dal monitoraggio è emerso che il parco auto
delle Asl e delle aziende ospedaliere
risulta composto da 821 auto tra blublu e blu, oltre a 21.652 vetture grigie.
Considerando che in Italia - come ricavato dai dati statistici pubblicati sul
sito del ministero della Salute - si contano 146 Asl e 90 aziende ospedaliere,
abbiamo una media di circa 4 auto blu
ad azienda.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
TRA SOGNO E REALTÀ
SICILIA, L’ISOLA DEL TESORO
Subbuglio per la scoperta di vecchi titoli di Stato dal valore forse incalcolabile.
La parola passa ai tribunali
di Gianni Di Gennaro, Segretario Coordinatore FABI Ragusa, Dipartimento Comunicazione & Immagine FABI
D
a quando una donna del
Nord-Italia ha rinvenuto un
titolo bancario, rovistando
in una vecchia cassapanca,
che conteneva i ricordi di famigli, a e ha
trovato il titolo di credito dei primi anni
40, e ha avanzato richiesta di rimborso,
adeguatamente rivalutato, la Sicilia ha
scoperto di essere diventata l’isola del
tesoro. Sarà perché il Banco di Sicilia
era Istituto di emissione, sarà perché il
popolo siciliano era in prevalenza costituito da indefessi risparmiatori, fatto
sta che adesso nella terra più martoriata
d’Italia, soprattutto per quanto riguarda
l’occupazione, ci sono decine e decine di
persone, potenzialmente milionarie.
Ora tutti rispolverano vecchie casse, mobili antichi, armadi comprati dai rigattieri e tutto ciò che potrebbe contenere,
negli anfratti più nascosti, veri e propri
tesori occulti.
Un commerciante di Vittoria, una città del ragusano di 63.000 abitanti,
Giuseppe Giovanni Scollo di 49 anni, ha
trovato all’interno di un mobile d’epoca di famiglia, ben 27 titoli al portatore
emessi dalla Banca d’Italia nel 1947, di
diecimila lire ciascuno e 6 da cinquemila lire, per un totale di ben trecentominews
la lire. Su tutti i titoli c’è scritto: “titolo
provvisorio al portatore e a vista” equivalente a biglietti di banca per la somma
complessiva di lire diecimila o cinquemila. Una vera e propria fortuna per il
commerciante, venuta fuori dallo “scrigno” Sicilia, se è vero com’è vero che,
per una somma nettamente inferiore, la
rivalutazione è stata quantificata, da uno
Cassazione
Permessi studio
anche per i "precari"
L
a Corte di Cassazione, con sentenza n. 17401/2011, ha affermato che l'art. 13 del CCNL.
del 16 maggio 2001, relativo al
comparto ministeri e integrativo del precedente CCNL del 16 febbraio 1999 "va
interpretato nel senso che pur, prevedendo esplicitamente la fruibilità dei permessi
per motivi di studio solo per il personale assunto a tempo indeterminato, non
esclude il personale a tempo determinato."
In particolare la Suprema Corte sottolinea
come non sia ravvisabile un'incompatibilità tra la natura del rapporto a termine e
la concessione di permessi studio basata
sulla limitata durata del rapporto che impedirebbe al datore di lavoro di avvalersi
della elevazione conseguente alla fruizione
dei permessi di studio; infatti "il riconoscimento di determinati benefici, quali quelli
in esame prescinde da un siffatto interesse
del datore di lavoro, pubblico o privato,
essendo diretto alla concreta attuazione di
fondamentali garanzie costituzionale, riconosciute nell'ordinamento internazionale
e recepite altresì dal legislatore nella definizione dei diritti spettanti ai lavoratori
studenti (art. 2 e 3 Cost, art. 2 Protocollo
Cedu, art. 10 L.n. 300/70) le quali devono trovare una concreta ed effettiva attuazione nell'ambito di un equo bilanciamento con gli interessi, pure essi tutelati,
alla libera organizzazione dell'impresa e
all'efficienza della pubblica amministra-
studio legale specializzato, in oltre un
milione e seicentomila euro.
Ma questo, come riferito, non è l’unico caso siculo. Infatti, una donna di
Agrigento, Marilena Turnatti, da anni
residente a Roma, quest’estate, rovistando in una cassa di legno di famiglia, ha
trovato un titolo del 1869, emesso dal
Banco di Sicilia, per l’importo facciale
di 58.000 lire, su cui c’è scritto: “fede
di credito”. Per questo titolo, i “numeri” attuali sarebbero talmente alti, con la
prevista giusta rivalutazione, che consentirebbero al suo possessore, di diventare
di colpo, plurimilionario.
Sono moltissimi altri i casi che potremmo citare in Sicilia, ma sono altrettanti i
possessori di titoli, che vogliono rimanere rigorosamente anonimi.
La donna, agrigentina trapiantata a
Roma, tramite il suo avvocato, Marco
Angelozzi, ha chiesto la somma tramite
la class action con udienza fissata al 21
dicembre prossimo, davanti al Tribunale
di Roma, contro Banca d’Italia e
Ministero delle Finanze.
Un vero e proprio subbuglio, dunque,
quello che si sta verificando intorno al
mondo bancario, che prende il via dalla
Penisola, ma trova il suo punto di forza
nell’Isola, che già si prepara alla “riscossa”. Se le previsioni dovessero essere corrispondenti alle attese, probabilmente
anche le Organizzazioni Sindacali dei
bancari potrebbero essere interessate
all’argomento e, a quel punto, si renderebbe necessario uno studio approfondito per un argomento mai trattato dai
rappresentanti dei lavoratori.
zione ( art. 41 e 97 Cost.)". Sulla base di
tali considerazioni, la Corte di Cassazione
ha respinto il ricorso del Ministero della
Giustizia contro la decisione della Corte
d'Appello di riammettere un lavoratore a
termine nella graduatoria utile a usufruire
delle 150 ore di premessi studio retribuiti,
osservando altresì che l'argomento proposto da parte ricorrente per cui i permessi
di studio non potrebbero essere facilmente
frazionati appare generico ed inconferente
in quanto la ratio dei permessi in parola è
quella di consentire l'effettività del diritto
allo studio nonostante sia in atto un rapporto di lavoro e tale difficoltà di conciliazione tra tempi di lavoro e studio non
si pone ovviamente nei periodi in cui il
soggetto non è occupato.
7
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Facce di bronzo e peso d’oro
Gli onorevoli mega dirigenti
Quando un mega dirigente guadagna cento volte di più di un impiegato bisogna
chiedersi: “Ma lavora 100 volte di più?”. Oppure: “ Ma è
100 volte più onorevole?”. Mai recepita la direttiva
europea per ridurre stipendi e bonus dei dirigenti
bancari. Lorsignori restano attaccati alla
poltrona, nonostante errori e fallimenti
di Giuseppe Angelini, Segretario provinciale FABI Palermo
Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine FABI
re dell’uomo.
Quando un mega dirigente guadagna
cento volte di più di un impiegato bin individuo era ed è degno sogna chiedersi: “Ma lavora 100 volte
se il prestigio e il rispetto gli di più?”. Oppure: “ Ma è 100 volte più
sono dovuti per la sua “perso- onorevole ?” I mega dirigenti meritano
na” e non per la funzione che tutti questi onori? Non c'è nessuna proriveste. Nell’antichità era già chiaro che porzione.
il sentimento del proprio valore sociale, Quello che è ancora più triste è che, nocome complesso delle doti morali, intel- nostante abbiano lavorato in modo poco
lettuali, fisiche che l’individuo attribuiva “lungimirante” (l'eufemismo è puraa se stesso, la stima di cui avesse godu- mente voluto), guadagnano “benserviti”
to tra i consociati, in una parola, la sua da record. Spesso si dice con un’iperbole:
reputazione, la sua “onorabilità” doveva “È stato pagato a peso d'oro!”. Se moltiessere meritata. Einstein più recente- plichiamo il peso medio di un dirigente
mente ricordava che nella vita bisogna- (kilogrammi 90 = 90000 grammi) per
va diventare non uomini “di successo”, il costo di un grammo d'oro (40 euro.
ma piuttosto uomini di “valore” perché 90000 x 40 = 3.600.000,00 euro) ci
il decoro, il rispetto non nascevano dal rendiamo conto che la realtà di bonus
successo, di per sé effimero, ma dal valo- d’uscita per non pochi mega dirigenti ha
superato la fantasia!
Ma non è finita qui!
Chiedono “sacrifici” a
La dignità non consiste
chi ha uno stipendio,
nel possedere onori,
che è indietro nella classifica mondiale
ma nella coscienza di meritarli
(dati Censis), contro
(Aristotele)
una “prebenda” (= beneficio ecclesiale senza
cura d'anime) del mega
U
N
ell'era di internet la rete rappresenta un grossa opportunità per
aziende e privati, ma è anche
diventata uno strumento di cui
si possono avvalere truffatori di vario genere. Spesso le truffe vengono attuate attraverso messaggi e-mail. Si va dalle finte
aste, ai prestiti, sino all'offerta di servizi
gratuiti che poi si rivelano a pagamento.
Per venire incontro a chi è vittima di questo genere di truffe è nato Truffe Online,
un portale dedicato alle truffe telematiche, che propone consigli per evitarle e
8
indica le azioni da intraprendere in caso
di truffa avvenuta. In un’apposita sezione
è possibile anche segnalare tutti i presunti
tentativi di truffa in rete, phishing, annunci, vendita online, e-mail spam. Nel
portale è anche attivo un forum, dove si
possono condividere esperienze vissute in
prima persona e ricevere, in tempo reale,
consigli su come muoversi. Disponibile
anche un servizio di "Assistenza Legale".
Il servizio è a pagamento, ma si può chiedere un preventivo. Il parere è fornito in
forma scritta entro 48 ore.
dirigente, che è ai primissimi posti al
mondo!
Perché alludiamo al fatto che non si “curano delle anime”? Perché le loro prebende le paghiamo noi, perché “loro”, per
accontentare gli azionisti con maggiori
utili e dividendi, tagliano sui costi (ma
non quelli “loro”: palazzi di rappresentanza, aerei, auto, alberghi, ristoranti di
lusso), mandando a casa le persone; le
“incentivano” a dimettersi, diminuiscono le guardie armate con la più economica videosorveglianza (altri licenziamenti), esternalizzano servizi, “tagliano”
le promozioni, gli inquadramenti, l'assistenza sanitaria e previdenziale.
Il Censis denuncia che ormai le famiglie
italiane sono costrette a risparmiare anche sul cibo quotidiano. Non è un mistero che molti di noi, con i buoni pasto,
fanno la spesa. Con cinque euro al giorno possono così comprare un litro di latte, un chilo di pane e un chilo di frutta.
Sabato e domenica, però, niente buono
pasto e niente spesa. “Aggiungi un posto
a tavola” alla mensa del mega dirigente...
Sempre il Censis fa notare che chi è stato
assunto in questo millennio e andrà in
pensione verosimilmente dopo il 2050,
percepirà una pensione di circa 1000
euro (sic!). Pur riconoscendo una difficoltà di previsione così a lungo termine,
il Censis, non essendo una maga fattucchiera, deve fare riflettere gli “onorevoli”
banchieri.
Nasce
www.truffeonline.net
news
Consulenza ed
assistenza
per le vittime
di truffe
telematiche
Per quanto riguarda le prebende degli
“onorevoli” mega dirigenti bancari italiani, è intervenuta persino la Comunità
Europea, perché l'Italia non ha ancora attuato le nuove norme europee sul tema.
Infatti, è prescritto un giro di vite agli
stipendi e bonus, tanto che è intervenuto autorevolmente il Capo dello Stato,
Giorgio Napolitano, che auspica un
“più sollecito recepimento della direttiva europea sulla dirigenza bancaria”. Si
tratta della terza Capital Requirement
Directive, quella in cui si fissano anche
i nuovi requisiti di capitale delle banche,
per rafforzarne il loro patrimonio e renderle più resistenti agli choc finanziari.
“Era necessario recepire questa direttiva
puntualmente e integralmente”, sottolinea Bruxelles, “perché mira a garantire
solidità finanziaria a banche e imprese di
investimento e ad evitare l'assunzione di
rischi eccessivi. Anche quelli favoriti da
prassi remunerative perverse e mal concepite.”
Eppure, nonostante questo, resistono
con le loro facce di bronzo, come se
giocassero all’ormai, purtroppo, famoso
“Plan Social”, gioco di società con le carte, dove la tua azienda “vince”se taglia il
costo del lavoro, senza necessità di cambiare strategie di prodotto, né di ridurre
il reddito del management e degli azionisti, con l’obiettivo principale di liberarsi
di tutto il personale, di razionalizzare la
produzione e la distribuzione.
Chi si libera al più presto della sua “massa salariale”, vince la partita. I motivi
per procedere con forzati “esuberi” sono
drammatici: malattie, infortuni, vicinanza al pensionamento, contratti a tempo,
appalti e forniture. La casa produttrice,
dopo le inevitabili polemiche, ha dichiarato di volere in realtà denunciare le
pratiche ricorrenti di riorganizzazione e
licenziamento, di “palesare” a tutti come
imprenditori e manager possono diventare “indifferenti davanti alle tragedie
che le loro decisioni provocano”.
Sì, è proprio vero: per alcuni “la vita è un
gioco”, ma - specularmente - altri, tanti,
troppi si stanno giocando la vita.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Pensione, non ti temo
ASSEGNI D’ESODO,
ARRIVA IL CALCOLO
PERSONALIZZATO
Nasce il Centro nazionale FABI di Assistenza Calcoli previdenziali:
lo sportello opererà in stretta collaborazione con le strutture
territoriali e fornirà agli iscritti consulenze personalizzate in
materia di previdenza, nonché stime sugli importi delle pensioni e
degli assegni di sostegno al reddito
L
a FABI ha aperto il primo
Centro nazionale di Assistenza
Calcoli previdenziali, uno sportello ad hoc riservato ai bancari
e nato per offrire consulenze personalizzate in tema di previdenza.
Qui ci si potrà rivolgere per avere una stima sull’ammontare della propria pensione o dell’assegno di sostegno al reddito,
news
I
calcolare la propria finestra pensionistica,
il cumulo assegno straordinario o l’importo della pensione in caso di rioccupazione.
Il Centro opererà in stretta collaborazione con le varie sedi territoriali FABI, garantendo un servizio, totalmente gratuito
e unico nel suo genere a tutti i tesserati che
ne faranno richiesta. I lavoratori potran-
Allarme pensioni
Nel 2050 il 42% dei giovani
dipendenti non arriverà
a 1.000 euro
l 42% dei lavoratori dipendenti che oggi hanno tra i 25 e i 34
anni andrà in pensione, nel 2050,
con meno di 1.000 euro al mese.
È quanto emerge dai risultati del primo
anno di lavoro del progetto 'Welfare,
Italia. Laboratorio per le nuove politiche
sociali' condotto dal Censis e dall'Unipol. Attualmente, infatti, i giovani al
lavoro che guadagnano una cifra inferiore ai 1.000 euro sono il 31,9%: ciò
significa, si legge nel rapporto, "che in
molti si troveranno ad avere una pensione pubblica più bassa del reddito di ini-
zio carriera". Una previsione, questa, che
riguarda i più "fortunati" cioè i 4 milioni
di giovani oggi ben inseriti nel mercato di
lavoro con contratti standard; senza cioè
contare quel milione di giovani autonomi o con contratti atipici e i due milioni
di giovani che non studiano né lavorano,
dice ancora il rapporto. In Italia, d'altra
parte, si legge ancora "il problema pensioni non è risolto": l'Italia, infatti, è uno
dei paesi più vecchi e longevi al mondo.
Nel 2030 gli anziani over 64, dice ancora
lo studio Censis-Unipol, sarano più del
26% della popolazione totale, ci saran-
INPS
'INPS, con circolare n. 106 del
5 agosto scorso, fornisce istruzioni in merito alla presentazione telematica delle domande di
congedo maternità/paternità per lavoratori/lavoratrici dipendenti, delle domande
d’indennità di maternità per le lavoratrici
autonome, nonché delle domande di congedo parentale per lavoratori/lavoratrici dipendenti e lavoratrici autonome. A seguito
della circolare n. 169 del 31.12.2010 che
prevede, a decorrere dall'1/01/2011, l'utilizzo graduale del canale telematico per la
news
Per via telematica
le domande di congedo
di maternità
e paternità
L
no avere stime dettagliate anche sull’importo dell’assegno di sostegno al reddito,
che spetterebbe loro qualora decidessero
di andare sul Fondo Esuberi.
Gli importi saranno calcolati attraverso un software sviluppato dallo stesso
Dipartimento Welfare della FABI.
“è un servizio del tutto nuovo pensato
per dare risposte specifiche ai lavoratori
bancari”, commenta Vincenzo Saporito,
Responsabile Dipartimento Welfare della FABI, “nemmeno i patronati ad oggi
sono in grado di elaborare stime sugli importi degli assegni di sostegno al reddito”.
Gli iscritti interessati, per richiedere una
consulenza personalizzata, potranno rivolgersi direttamente al proprio SAB di
appartenenza.
no, cioè, quattro milioni di persone non
attive in più e due milioni di attivi in
meno. Il sistema pensionistico, dunque,
dovrà confrontarsi con seri problemi di
compatibilità ed equità. "Se le riforme
degli anni '90 hanno garantito la sostenibilità finanziaria a medio termine del
sistema previdenziale, oggi preoccupa il
costo sociale e la riduzione delle tutele
per le generazioni future", dice ancora il
rapporto, sottolineando come, a fronte
di un tasso di sostituzione del 72,7%
per il 2010, i lavoratori dipendenti, nel 2040, beneficeranno di una pensione pari a
poco più del 60% dell'ultima
retribuzione, mentre gli autonomi vedranno ridursi il
tasso fino a meno del 40%.
Scettico sui dati il Ministro
del Lavoro, Maurizio Sacconi
per il quale "le proiezioni di
questo tipo sono molto opinabili perché scontano ipotesi di percorsi lavorativi che
nessuno può disegnare in un tempo di
così straordinari cambiamenti". "Sono
dati che non capisco, neanche la zingara
saprebbe disegnare percorsi simili ed io
diffido di proiezioni di questo genere,
anche se questo non significa sottovalutare l'esigenza di pensare al futuro",
aggiunge, sottolineando come "resta la
necessità di organizzare forme di previdenza, di assistenza e di sanità complementari con modalità comunitarie".
presentazione delle principali domande di
prestazioni/servizi, l'Istituto precisa che la
presentazione delle domande dovrà essere
effettuata attraverso uno dei seguenti canali: Web - servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino, tramite PIN attraverso il portale dell'Istituto - servizio di
"Invio OnLine di domande di Prestazioni
a Sostegno del Reddito"; Patronati - attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;
Contact Center Multicanale - attraverso
il numero verde 803164. È previsto un
periodo transitorio durante il quale sarà
ancora possibile l'invio delle domande
mediante le tradizionali modalità (allo
sportello oppure a mezzo raccomandata
postale) al fine di garantire la più ampia
informazione e divulgazione delle novità
afferenti la presentazione di tali domande
mediante modalità telematica. Al termine
del periodo transitorio, che sarà successivamente comunicato attraverso i mezzi
istituzionali, l'invio online mediante uno
dei tre canali sopra indicati diventerà la
modalità esclusiva di presentazione delle
relative domande.
9
SINDACATO E SERVIZI
attualità
D
a alcuni anni ai Media tradizionali si sono affiancati
prepotentemente i cosiddetti “Social Media”, l’ecosistema digitale formato dalla somma
dei più svariati Social Networks, da
YouTube a Flickr, da Twitter a FaceBook, LinkedIN ed oltre.
Le organizzazioni sindacali di tutto il
mondo, riunite nel sindacato mondiale
dei servizi “UNI Global Union” - a cui
la FABI aderisce dal 1987 - per essere
sempre al passo con lo sviluppo inarrestabile di Internet, organizzano dal
2001 il Forum Mondiale della Comunicazione. Con lo sviluppo dei Social
Network e la crescente influenza dei
Social Media, l’evento annuale, ha assunto oggi una valenza a livello globale,
grazie alla nutrita partecipazione delle
rappresentanze di tutto il Pianeta. Il Forum si colloca nell’ambito di una strategia denominata “Unions 2.0”, volendo
quindi enfatizzare - come per il Web
2.0 - la nascita di un nuovo modello di
comunicazione e di relazione sia tra lavoratori sia tra organizzazioni sindacali.
L’edizione 2011 del Communicators
Forum, si è svolta a Madrid; i settori maggiormente rappresentati erano
quelli Media, Comunicazioni, Bancario e Informatico. La FABI ha partecipato in qualità di Ospite e Relatore:
la nostra delegazione ha presentato i risultati della propria strategia di comunicazione, inziata in “sordina” fin dal
2009 per svilupparsi oggi con sempre
maggiore enfasi, grazie alla forte spinta
al rinnovamento attuata dalla Segreteria Nazionale. Di fronte ad una platea
di quasi 90 delegati, provenienti da 30
differenti nazioni in rappresentanza dei
sindacati di tutti i continenti, sono state riepilogate con alcune slides le iniziative intraprese negli ultimi 12 mesi,
in un contesto di creazione del proprio
“Ecosistema Digitale”.
C
NASCE UN NUOVO
MODELLO DI
COMUNICAZIONE
FRA LAVORATORI E
SINDACATI
UNI ha tratteggiato le linee guida e la propria strategia di
comunicazione per i prossimi anni attraverso le Reti Sociali
di Pietro Gentile, Dipartimento Nazionale
Comunicazione & Immagine
Interessantissimi gli interventi relativi
alle nazioni in cui i Social Media hanno
avuto un impatto stravolgente a livello
sociale negli ultimi anni.
I rappresentati del sindacato Tunisino hanno riassunto l’effetto che tale fenomeno e, in particolare, Twitter e Youtube
hanno avuto sullo sviluppo della “Arab
Spring” la primavera araba, che ha infiammato dall’inizio del 2011 la protesta in tutte le nazioni del Nord Africa e
che ha portato a grandi stravolgimenti
politici, dall’Egitto alla Tunisia ed in ultimo al Marocco e Libia.
Di notevole rilevanza è stata la presentazione
dei delegati USA, dove il fenomeno Social
Media è divenuto una realtà imprescindibile. La sofisticata evoluzione di tali
strumenti di comunicazione negli Stati Uniti ha portato allo sviluppo della
comunicazione su Facebook e Google,
attraverso l’utilizzo dei più recenti strumenti di marketing per targettizzare in
modo univoco e personale il potenziale iscritto. Anche se l“Employee Free
Choice Act”, che permetterebbe negli
USA la piena libertà sindacale presentato nello 2009 non è ancora stato preso in esame dal Parlamento americano,
UNI Global ha apprezzato moltissimo
il discorso di Barack Obama del settembre 2011, in cui il Presidente USA ha
fatto una chiara dichiarazione in supporto alla creazione di posti di lavoro di
qualità, grazie alla futura approvazione
del “American Jobs Act”.
Differente e preoccupante è la situazione
spagnola
La nutrita delegazione ispanica ha
esposto con diverse presentazioni la seria situazione economica e del mondo
del lavoro. Madrid è stata interessata
da grandi manifestazioni popolari, autoconvocate attraverso le Reti Sociali,
contro le manovre e i tagli indicati alla
Spagna dalla Banca Centrale Europea e
dal Fondo Monetario Internazionale,
per impedire che la stessa cada nel baratro finanziario in cui sono già piombate
Grecia, Irlanda e Portogallo (PIGS) .
Il tasso di disoccupazione spagnola ha
raggiunto livelli impressionanti con un
20,33 a livello generale e addirittura al
40% tra i giovani.
Al termine del Forum, UNI ha tratteggiato le linee guida e la propria strategia
di comunicazione per i prossimi anni
attraverso le Reti Sociali. È stata, inoltre, presentata la partecipazione di UNI
e dei suoi associati al Labour Short Film
Festival di Ginevra.
Superamento delle disparità e incentivazione
dell'occupazione femminile
on il provvedimento 24 giugno 2011 del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali (G.U. 2 agosto 2011,
n. 1789), il Comitato Nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro promuove per l'anno 2011 il "Programma
Obiettivo per l'incremento e la qualificazione della occupazione femminile, per il superamento delle disparità
salariali e nei percorsi di carriera, per
la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la
creazione di progetti integrati di rete."
Di durata al massimo di 24 mesi, esso
prevede alcune azioni positive. In sintesi si cerca di promuovere la presenza
10
La FABI al World Communicators’ Forum 2011
delle donne negli ambiti dirigenziali e
gestionali, mediante la realizzazione di
specifici percorsi formativi, volti all'acquisizione di competenze di vertice e/o
di responsabilità e l'attuazione di buone
e nuove prassi, per un piano di concreto inserimento nelle strutture esecutive
entro i termini di conclusione del progetto. Altra azione positiva è quella di
modificare l'organizzazione del lavoro
in modo da eliminare le discriminazioni salariali tra uomini e donne, incentivando un’equa e paritaria distribuzione
degli incarichi, che porti ad una giusta
progressione delle carriere femminili al
pari di quelle maschili. È prevista, inoltre, l'adozione di strumenti di valuta-
zione nei sistemi organizzativi aziendali
per misurare i livelli di attuazione di
politiche di pari opportunità (per esempio certificazione SA 8000). Con questo programma si agevolano le imprese
femminili verso nuove ambiti di lavoro
news
come la green economy, sostenendole
con azioni di supporto all'accesso al
credito, il counselling, creando iniziative tra più imprese e promovendo i
loro prodotti e la loro distribuzione nel
mercato.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Doppia festa a Ponzano Veneto
40 CANDELINE PER LA FABI DI TREVISO
Il 13 settembre organizzato un incontro per festeggiare i 40 anni di attività del SAB trevigiano e per “salutare” uno dei suoi pilastri: Tommaso Brindisi,
che per lunghi anni ne è stato il Coordinatore e che adesso è in pensione. Presente all’evento anche il Segretario Generale della FABI, che ha ribadito: “La
nostra vera forza sono le persone come Brindisi e le strutture come quella di Treviso, in grado di lavorare con dedizione sul territorio e di essere un vero
punto di riferimento per i lavoratori”
di Francesca Colombo, Dirigente provinciale FABI Treviso
R
isate, ricordi, aneddoti, qualche lacrima di commozione
e tante riflessioni sul futuro.
Una festa per celebrare i 40
anni della FABI di Treviso, ma anche
per “salutare” una delle sue colonne
portanti: Tommaso Brindisi, andato in
pensione da pochi mesi e per lunghi anni
Segretario Coordinatore del SAB trevigiano e membro del Comitato direttivo
centrale, nonché organizzatore storico
dei corsi di formazione destinati ai quadri sindacali della FABI.
Quasi un centinaio gli attivisti, che il
13 settembre non hanno fatto mancare
la loro presenza all’evento. Un festeggiamento curato nei minimi dettagli e,
ovviamente, organizzato all’insaputa del
festeggiato, che si è presentato all’appuntamento convinto di dover ricevere, per
un colloquio, un giovane volenteroso da
avviare all’attività sindacale. Poi la sorpresa: una sala gremita di gente e un applauso scrosciante ad accoglierlo. Quasi
mille mani a scandire un sentito grazie
allo “zio”, come affettuosamente i sindacalisti della FABI di Treviso chiamano
Brindisi, per tutti gli insegnamenti regalati negli anni con umiltà e generosità,
A
margine dell’incontro il
Segretario generale della
FABI, Sileoni, si è trattenuto
con i sindacalisti veneti esponendosi al “fuoco di fila delle domande”. Contratto, Fondo di Solidarietà,
esternalizzazioni: Sileoni ha risposto
punto per punto a tutte le domande.
Sul contratto ha ribadito la centralità
della “parte economica, che sarà per
senza mai salire in cattedra. Al tavolo dei
relatori spiccava la presenza di una nutrita delegazione della FABI nazionale:
in prima fila c’era il Segretario Generale
Lando Maria Sileoni, poi Gianfranco
Amato, presidente del Centro Studi sociali FABI “Pietro Desiderato”, Mattia
Pari, Coordinatore dei Giovani della
FABI e, infine, l’organizzatore dell’evento, il neo Segretario Coordinatore di
FABI Treviso, Massimo Gavagnin.
La festa è stata anche l’occasione per
ripercorrere i 40 anni di storia del Sab
di Treviso, partito con una dote di 126
iscritti nel 1973 e arrivato a contare
1.360 tesserati nel 2011. Una storia fatta
d’impegno, passione e dedizione nei confronti dei lavoratori. Stefano Masocco,
dirigente di vecchia data, ha ricordato le
prime riunioni “carbonare” improvvisate
in casa, i volantini artigianali stampati
nelle tipografie di qualche amico. Poi il
salto di qualità, negli anni ‘80, quando la
FABI di Treviso si è imposta a livello locale come il maggiore sindacato per numero di iscritti e ha cominciato a firmare
i primi contratti integrativi nelle aziende
di credito del territorio.
Un successo riconosciuto anche dal
Segretario Generale della FABI, Lando
Sileoni, che ha speso parole d’affetto e di
stima nei confronti dell’ex Coordinatore
Tommaso Brindisi. “Una persona schiva, pulita, attenta, che sa ascoltare e che
ha veramente a cuore l’organizzazione” ha detto Sileoni - aggiungendo poi che
“la vera forza della FABI sono i SAB
come quelli di Treviso, capaci di lavorare
con abnegazione sul territorio e di costituire un reale punto di riferimento per i
bancari”. La fiducia dei lavoratori e conseguentemente la rappresentatività, del
resto, si guadagnano così. Impossibile
barare.
L’incontro, però, non ha avuto solo toni
autocelebrativi. Si è parlato del passato,
certo, perché, per citare il presidente del
Centro studi FABI, Gianfranco Amato,
“senza memoria non c’è identità”, ma anche del presente e soprattutto del futuro.
Sileoni, confrontandosi con la base, ha
spiegato come la FABI sta conducendo
la partita per il rinnovo del contratto; poi
ha messo in fila i successi recentemente portati a casa, come gli accordi sulle
agibilità sindacali e sul Fondo esuberi,
che ha evitato il licenziamento di circa
30mila lavoratori ultracinquantenni, e
SILEONI A TU PER TU CON LA BASE
noi il primo argomento”. Quanto alle
esternalizzazioni, ormai sempre più diffuse nei gruppi bancari, Sileoni ha detto che “proporremo in Abi una moratoria. Altrimenti, con queste continue
cessioni di rami d’azienda a società che
applicano contratti diversi da quelli del
credito, si rischia di svendere l’intera
categoria, come più volte è successo in
passato, e farle perdere i diritti acquisiti”. Infine, una nota sul metodo: “non
siamo per il governo del conflitto e non
siamo la cinghia di trasmissione di nessun partito politico. Per questo se ci sarà
i prossimi obiettivi da centrare, primo
tra tutti la firma di un “un contratto che
punti alla redistribuzione della ricchezza prodotta”. “Attualmente, il 90% va al
management e solo il 10% ai dipendenti”, ha attaccato Sileoni.
Infine, Mattia Pari ha sottolineato l’importanza della solidarietà generazionale,
di cui il Fondo esuberi è il segno più
tangibile: un ammortizzatore sociale
sperimentato solo nel settore del credito,
che ha permesso di coniugare passato e
futuro senza traumi, garantendo l’uscita
morbida e volontaria dei lavoratori prossimi alla pensione in cambio di nuove
assunzioni di giovani.
L’incontro si è concluso con un pranzo
e con una promessa: “Le persone come
Tommaso Brindisi sono risorse preziose
e non vanno disperse”, ha detto Sileoni,
“per questo ci teniamo che resti con noi.
Da oggi entrerà a far parte del Centro
Studi FABI “Pietro Desiderato” e del
Coordinamento Pensionati della FABI”.
Brindisi, emozionato, ma con l’aplomb
aristocratico che lo contraddistingue, ha
accettato la sfida senza scomporsi.
Passato e futuro viaggiano sullo stesso
binario.
da scioperare sul contratto, lo faremo”.
Non è mancato poi un accenno al tema
dell’accordo sul Fondo di Solidarietà
firmato l’8 luglio, che ha scongiurato
l’introduzione dell’indennità di disoccupazione. “Noi, in quanto prima organizzazione sindacale, abbiamo subito
puntato i piedi e abbiamo salvato dal
licenziamento 30 mila bancari”, ha
concluso Sileoni.
di F.G.
11
SINDACATO E SERVIZI
lutto
Un destino beffardo ha portato via Roberto Vezzoni,
“un uomo buono, mite, onesto e saggio”
CIAO ROBERTO
A Viadana (MN) una folla gli ha tributato l’estremo omaggio.
La solidarietà e il cordoglio della FABI alla famiglia e ai tre
figli: Carlo Alberto 15 anni, Lorenza 12, Patrizio 8
I
di Lodovico Antonini
n un assolato pomeriggio di fine
agosto, che riversava sulla pianura padana il piombo fuso del
sole e dell’afa, una folla di amici,
colleghi e compaesani ha dato l’ultimo
addio a Roberto Vezzoni, dirigente sindacale della FABI, morto in un tragico
incidente di moto.
Personaggio imperscrutabile, dal carattere spigoloso e dallo sguardo sempre
triste, Roberto era un sindacalista di
razza e il suo posto di Segretario nel
Coordinamento del Banco Popolare se
l’era conquistato sul campo.
L'umiltà e la dignità, le sue note distintive. Lui stesso si definiva “un orso”,
ma il tratto riservato e schivo celava e
proteggeva, in realtà, un uomo tenero,
che aveva dovuto fare i conti con molte
avversità, sofferenze e delusioni, anche
nella vita privata. Nel suo lavoro, tendeva a parlare poco e questo talvolta
contrariava i suoi collaboratori, ma lui
non si preoccupava granché. Metteva
l'interesse dei lavoratori prima di ogni
altra cosa e mai ha ceduto a compromessi o allettamenti d’alcun genere.
Si apriva solo con pochi intimi e amava
i suoi figli con tutta l’anima, così come
amava la sua libertà. La moto era la
sua passione e l’aria, che entrava sotto
news
12
gl’indumenti e gli accarezzava la pelle,
gli dava proprio la sensazione di volare
libero e senza i tormenti del vivere quotidiano. Tuttavia, era molto prudente e
mai metteva a rischio la sua incolumità
e quella di chi l’accompagnava.
Un tragico schianto, mentre il figlio
Patrizio era strettamente allacciato a lui
con la cintura di sicurezza, quasi simbolo del ritrovato rapporto con gli affetti
più cari e della felicità raggiunta, lo ha
portato via per sempre. Il giorno dopo,
26 agosto, sarebbe dovuto partire per la
Croazia proprio con i tre figli.
Ai funerali c'erano anche i colleghi delle altre organizzazioni sindacali: un gesto di rispetto non rituale per un uomo
che era portato verso gli altri, senza distinzioni.
A Claudio Tognetto, del Coordinamento
FABI del Gruppo Banco Popolare, il
triste compito dell’orazione funebre:
“La Vita - gioia e dolore, felicità e sofferenza - ci ricorda quotidianamente la
nostra fragilità e, a mitigare il nostro
orgoglio e delirio di onnipotenza, ci
mette dinanzi il mistero della Morte.
(…) Come sarebbe bello il silenzio,
profondo e lungo, la pace lontana dalle
liti, dai rumori di questo mondo devastato da tragedie di ogni tipo! Ma non
Incremento e qualificazione
dell'occupazione femminile
possiamo, Roberto, perché dobbiamo
ricordare a tutti noi che oggi manchi tu
all’appello. Una persona che ha saputo
dimostrare a tutti cosa vuol dire vivere, fare sacrifici, combattere e lottare
per ideali veri e valori intangibili. (…)
Per noi, che ti abbiamo accompagnato
dai primi passi fino a volerti responsabile della FABI del Gruppo Banco
Popolare, sei stato il nostro punto di
riferimento. Resterà per sempre vivo
in noi il ricordo di una persona che ha
avuto l’umiltà di imparare, per diventare brava ad insegnare e poi a comandare, non con l’arroganza del forte, ma
C
on il provvedimento 24
giugno 2011 del Ministero
del Lavoro e delle Politiche
Sociali (G.U. 2 agosto 2011,
n. 1789), il Comitato Nazionale di
Parità e Pari Opportunità nel lavoro promuove per l'anno 2011 il
"Programma Obiettivo per l'incremento e la qualificazione della occupazione
femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera,
per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la
creazione di progetti integrati di rete."
Di durata al massimo di 24 mesi, esso
prevede alcune azioni positive. In sintesi si cerca di promuovere la presenza
delle donne negli ambiti dirigenziali e
gestionali, mediante la realizzazione di
specifici percorsi formativi, volti all'acquisizione di competenze di vertice e/o
di responsabilità e l'attuazione di buone
e nuove prassi, per un piano di concre-
con la pazienza e il rispetto dell’opinione altrui, che è prerogativa dei grandi.
Con te, la FABI del Banco Popolare
perde un grande amico, un amico che
lascerà un vuoto incolmabile nel cuore
di tutti e nell’Organizzazione”. Molto
intenso e commovente anche il saluto
del sacerdote che ha officiato il rito e
che ha parlato di Roberto come di “un
uomo buono, mite, onesto e saggio”,
doti quasi introvabili al giorno d’oggi.
E ora, caro Roberto, lasciata questa terra, ci piace pensare che tu stia correndo
con la tua moto, felice e sorridente, per
le strade del cielo.
to inserimento nelle strutture esecutive
entro i termini di conclusione del progetto. Altra azione positiva è quella di
modificare l'organizzazione del lavoro
in modo da eliminare le discriminazioni salariali tra uomini e donne, incentivando un’equa e paritaria distribuzione
degli incarichi, che porti ad una giusta
progressione delle carriere femminili
al pari di quelle maschili. È prevista,
inoltre, l'adozione di strumenti di valutazione nei sistemi organizzativi aziendali per misurare i livelli di attuazione
di politiche di pari opportunità (per
esempio certificazione SA 8000). Con
questo programma si agevolano le imprese femminili verso nuovi ambiti di
lavoro, come la green economy, sostenendole con azioni di supporto all'accesso al credito, il counselling, creando
iniziative tra più imprese e promovendo i loro prodotti e la loro distribuzione
nel mercato.
SINDACATO E SERVIZI
news
N
on sono bastate le quattro rapine subite nel giro di quattro
anni a far scattare l’allarme
sicurezza nella filiale di Intesa
Sanpaolo di Sordio, nel Lodigiano. Ma
dove non è arrivato il buonsenso aziendale, è arrivata la protesta. Pochi giorni
dopo l’ennesimo colpo ai danni dell’istituto, messo a segno a metà settembre, la
FABI di Lodi ha deciso di organizzare un
sit in di fronte alla banca. E come per magia, sul luogo del fattaccio è comparsa la
guardia giurata. “Avevamo annunciato da
qualche giorno sui giornali locali l’intenzione di dare vita a un sit in per chiedere
alla filiale maggiori misure di sicurezza”,
racconta Ettore Necchi, Segretario coordinatore della FABI di Lodi, da sempre
in prima linea contro il fenomeno delle
rapine in banca, particolarmente diffu-
Buone notizie per i lavoratori del Lodigiano
DOVE NON ARRIVA IL BUONSENSO
ARRIVA IL SIT IN
so nel Lodigiano, dove nei primi 9 mesi
del 2011 si sono registrati ben 11 colpi, “e la banca, temendo la nostra azione di protesta, ha così pensato bene di
anticiparci e di concedere finalmente ai
lavoratori ciò che chiedevano da tempo:
un presidio fisso”. Ettore Necchi e Luca
Colombo, entrambi dirigenti sindacali
della FABI, si sono presentati davanti
alla sede della banca puntuali, alle otto e
mezzo di mattina, con tanto di bandiere
e striscioni con su scritto “banca se ci sei
batti un colpo”. Al loro arrivo la sorpresa:
all’ingresso era già schierata una guardia.
Ma la battaglia non finisce qui. “Adesso”,
commenta Necchi, “il nostro impegno
sarà quello di verificare che la guardia
resti lì a presidiare l’istituto e che quella
della banca sia una misura di sicurezza
permanente e non “spot”.
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SINDACATO E SERVIZI
spazio donna
IERI, OGGI, DOMANI
Quando le cose non vanno bene, a pagare sono spesso le donne
di Cristiana De Pasquali, Responsabile Coordinamento
Nazionale Donne
Febbraio 2011
n molte piazze italiane donne di
ogni età, cultura, appartenenza politica, ceto sociale; davano voce al
malessere ormai generalizzato vissuto nella propria quotidianità, chiedendo risposte concrete e segnali di un vero
cambiamento nella direzione di una parità reale ed identificando in quella ‘giornata particolare’ un momento di svolta
per iniziare a risalire la china. Erano donne preoccupate per il futuro.
Oggi
Quel futuro che preoccupava le donne si
I
news
trasforma nel presente e una misura, che
avrebbe meritato una riflessione seria,
accurata ed approfondita, si trasforma in
una scelta frettolosa dettata dall'esigenza
di far fronte alla crisi e quadrare i conti,
l’innalzamento obbligatorio dell’età pensionabile a 65 anni, un provvedimento
definito necessario per il Paese e da attuare anche in nome dell’uguaglianza.
Necessario? Forse, come semplicistico
strumento per fare cassa, ma senza minimamente affrontare il capitolo delle
ricadute sociali. Quanto al principio di
uguaglianza poi, è legittimo chiedersi se
davvero qualcuno ritiene di
poter realizzare l’uguaglianza
niente è più ingiusto che far le
'di fatto' imponendo regole
parti uguali fra disuguali
che equiparano soggetti di per
sé diversi. A dire il vero, più
che altro, sembra che il filo
(Don Milani)
conduttore sia sempre lo stesso: quando c'è un problema,
spesso la soluzione - buona o
nato questa scelta, per la maggior parte
cattiva - pesa sulle donne.
Questa misura è stata, addirittura, pre- riconducibili all’esigenza di dedicarsi a
sentata come rispondente all'esigenza di tempo pieno a “lavoro di cura” della fatutelare un diritto, chiamando in causa a miglia e all’impossibilità pratica di consostegno di questa teoria la richiesta, fat- ciliare esigenze di vita e ritmi di lavoro.
ta all'Italia dalla Commissione Europea, Domani
di rendere immediatamente operativa In assenza dei presupposti necessari per
la sentenza del 2008, che imponeva l'e- sostenere il lavoro delle donne, che vanquiparazione previdenziale tra uomo no dalla gratificazione professionale all'ae donna con una interpretazione a dir dozione di uno stato sociale che si faccia
poco riduttiva e strumentale. Secondo carico 'realmente' di tutto ciò che oggi
qualcun altro la misura è stata presentata grava in maniera preponderante sull'unicome una via per incrementare le future verso femminile, con l'eliminazione della
pensioni delle donne, mentre non meri- possibilità di scegliere, di fatto, avremo
ta alcun commento l'interpretazione di lavoratrici letteralmente 'bloccate' sul
alcuni di un ‘privilegio’ da superare, che posto di lavoro. Quale sarà l'impatto di
auspichiamo sia attribuibile solo all'on- questa misura sul modello sociale italiadata di calore che ha accompagnato l’ela- no? Certo in una gestione dell'emergenza
si tende a pensare, con una visione mioborazione della manovra estiva.
Che 5 anni di contribuzione aggiuntiva pe, quasi esclusivamente al breve, se non
incidano sull’importo della pensione, al brevissimo termine, ma è proprio ciò
sembra la scoperta dell'acqua calda. Lo che accade nel presente che determina e
sapevano bene le donne che hanno scelto definisce il futuro.
di andare in pensione a 60 anni. Ma Il E in questo caso non si parla solo del
problema non era certo nella possibilità futuro delle donne, ma del futuro della
di operare questa scelta, ma nelle motiva- nostra società ed è proprio ora che chi ha
zioni che troppo spesso hanno determi- il dovere di farlo se ne renda conto.
mento, la donna chiedeva al Tribunale
di Roma di dichiarare nullo il suo licenziamento in quanto illegittimo,
mancando i presupposti di legittimo
recesso datoriale. Dopo l'accoglimento
voratrici che contraggono matrimonio
è fondata sull'elemento obiettivo della
celebrazione del matrimonio e non è
subordinata all'adempimento di alcun
obbligo di comunicazione da parte della lavoratrice". In particolare, la Corte,
precisando che non sussiste nessun obbligo di avvisare il datore di lavoro del
futuro matrimonio, ha spiegato che la
legge 7/1963 prevede il divieto di licenziamento della futura sposa dal periodo
che va dalla richiesta di pubblicazione
delle future nozze a fino ad un anno
dalla celebrazione delle nozze stesse al
fine di garantire alla donna un periodo
di relativa tranquillità funzionale alla
famiglia in fieri. La Corte ha da ultimo precisato che, in ogni caso, per non
disattendere il contenuto dell'art. 1375
c.c. che stabilisce che il contratto deve
essere eseguito secondo buona fede, sarebbe meglio che la decisione di contrarre matrimonio fosse comunicata al
datore di lavoro.
Cassazione
Vietato
il licenziamento
della futura sposa
D
onna prossima al matrimonio? Non può essere licenziata. A dirlo è una recentissima sentenza della Corte di
Cassazione, la n. 17845/2011 con cui
è stato dichiarato illegittimo il licenziamento di una donna prossima alle nozze. Secondo quanto si apprende dalla
lettura della sentenza di legittimità, la
donna era stata licenziata in quanto,
senza avvisare il suo datore di lavoro,
aveva proceduto alle pubblicazioni legali del futuro matrimonio (ex art. 93
e ss., c.c.). Impugnando il licenzia-
14
sia in primo che in secondo grado delle
ragioni della lavoratrice, la sezione lavoro del Palazzaccio ha confermato le
decisioni dei giudici territoriali affermando che "la tutela accordata alle la-
SINDACATO E SERVIZI
quadri direttivi
Sistemi incentivanti e premi di risultato
UNA SQUADRA PER VINCERE
Il premio dev’essere giustamente suddiviso fra
‘tutte’ le persone che hanno contribuito, anche
in minima parte, alla vittoria. Permangono,
invece, metodi di applicazione fumosi o
sconosciuti e i premi finiscono sempre nelle
tasche delle direzioni, mortificando chi lavora
nell’ombra
di Giuliano Xausa, Responsabile Coordinamento nazionale
Quadri Direttivi
N
on sono mai stato un grande appassionato di calcio,
né come giocatore, né come
spettatore (non me ne vogliate). Credo di condividere questo difetto
o privilegio, a seconda dei punti di vista, con moltissime colleghe e con un
numero rispettabile di colleghi.
Sottoscrivo, tuttavia, con convinzione,
quella frase esplicativa che gl’imperatori
romani avevano coniato per esprimere
l’essenzialità del più efficace sedativo
per le menti dei loro sudditi: panem et
circenses. Date al popolo la possibilità
di avere di che sfamarsi e di che divertirsi e otterrete un gregge obbediente e
affezionato.
Se avete notato, durante lo svolgimento dei campionati del mondo di calcio,
indipendentemente da quelli che sono
stati i risultati, noi ‘popolo’ ci siamo
assopiti e non ci siamo praticamente
accorti di alcune ‘mazzate’ sferrate in
news
I
quel periodo sulle nostre teste: Legge
Finanziaria, Intercettazioni, Riforma
della Giustizia…
Ma torniamo all’oppio dei popoli, cioè
al calcio. Che cosa succede quando una
squadra di calcio vince una Coppa o
uno Scudetto?
Certo, c’è la festa del momento, c’è la
presunzione di essere i più bravi d’Italia
o d’Europa o addirittura del Mondo,
c’è l’ubriacatura di notorietà con il
passaggio dei volti più famosi su tutti
i programmi rotocalco della settimana.
Ma poi, magari in sordina, arriva il premio! E il premio, come tutti sappiamo,
va a tutta la ‘squadra’. Il premio viene
diviso fra tutti i protagonisti della vittoria. Anche ai massaggiatori, che sono
sempre nell’ombra; anche al cuoco, che
ha abilmente preparato la dieta dei singoli calciatori; anche a chi non ha mai
giocato un minuto di partita, perché è
sempre rimasto in panchina.
GENERAZIONE SENZA
giovani sono stanchi di essere considerati dei numeri ed avere come
unica prospettiva, una volta completati gli studi, l’abbandono della propria terra, che tanto amano. Si
scoprono sempre più una “generazione
senza”: senza lavoro stabile e prospettive
certe, senza la possibilità di formare una
propria famiglia, senza le garanzie sociali
che gli anziani hanno posseduto nel passato, senza spazi e ruoli per far sentire la
loro impronta generazionale. Come rimanere insensibili nel
sentire dire dai giovani che i diritti che oggi
loro rivendicano sono
le conquiste ottenute dalla lotta dei loro
nonni? Nessuna società può fare a meno
della risorsa dei giovani per superare la crisi
e rinnovarsi.
dirittura sconosciuti. Nonostante sia
chiara la previsione del CCNL, all’art
46: “L’impresa stabilisce l’ammontare
globale, i criteri di attribuzione per gruppi omogenei di posizioni lavorative, (…)
nella determinazione dei premi l’impresa
deve tener conto del personale che fornisce contributi indiretti al raggiungimenti
degli obiettivi, (…) gli anzidetti elementi
devono risultare oggettivi e trasparenti.”
Come FABI pensiamo che i sistemi incentivanti debbano essere, se devono
esistere, limitati negli importi, erogati
a tutti i partecipanti al risultato, con
obiettivi trasparenti e raggiungibili,
senza variazioni in corso d’anno.
Non sono passati molti anni da quando
in diverse banche comparivano scritte
a caratteri cubitali sulle bacheche del
personale, del tipo “UNA SQUADRA
PER VINCERE”.
Che fine hanno mai fatto?
Cassazione
Il tempo per cambiare non è ancora
scaduto. Per raddrizzare i bilanci è indispensabile riprendere la via del rigore
eliminando gli sprechi e riducendo drasticamente il costo della politica, con
l’avvertenza di non garantire solo la stabilità finanziaria, ma lo sviluppo, dando
fiato e futuro anche ai giovani, offrendo
loro prospettive e competenze.
Il premio va giustamente suddiviso fra
‘tutte’ le persone che hanno contribuito, anche in minima parte, alla vittoria.
Perché solo così facendo si ottiene il
cosiddetto ‘affiatamento’. E di conseguenza la stessa squadra farà il massimo, affinché nella prossima occasione
non si debbano tradire le aspettative del
pubblico e, comunque, non si facciano
delle figuracce (ma succede sempre così
nel calcio?).
A che cosa serve tutto questo discorso,
direte voi?
Serve a fare una piccola riflessione sul
metodo utilizzato dalle banche per riconoscere sistemi incentivanti e i premi
di budget. Tutti i meriti sono davvero
condivisi? E tutti i colleghi impegnati
nel gioco sono equamente premiati?
Sicuramente no!
Troppo spesso premi e sistemi incentivanti sono appannaggio delle direzioni,
i metodi di applicazione fumosi o ad-
Carlo Franchin
Abbandono del posto di lavoro?
NO al licenziamento se il codice disciplinare
aziendale non è affisso
L
a Corte di Cassazione, con sentenza n. 18955 del 16 settembre 2011, ha affermato che il
lavoratore, che abbandona il
posto di lavoro in preda ad un attacco d'ira, non può essere licenziato poiché tale
comportamento di per sé non costituisce
giusta causa di recesso. Nel caso di specie
la Corte d'Appello ha ritenuto che il comportamento del lavoratore non potesse essere considerato come "grave insubordinazione" o comportamento arrecante un
pregiudizio tale da consistere in una violazione dei doveri fondamentali e quindi
da poter costituire, si per sé, giusta causa
di recesso. La Suprema Corte, nel disporre la reintegra dell'operaio licenziato, ha
precisato che la previsione della sanzione
espulsiva nel codice disciplinare aziendale,
presupponeva la pubblica affissione dello
stesso all'interno dei locali dell'impresa e
doveva considerarsi indispensabile, essendo la condotta del lavoratore violatrice
non di generali obblighi di legge, ma di
puntuali regole di comportamento negozialmente previste. La Suprema Corte ha
sottolineato, inoltre, che dalla contrattazione collettiva l'abbandono del posto di
lavoro senza giustificato motivo è valutato sanzionabile al più con l'ammonizione,
una multa o la sospensione
15
16
17
SINDACATO E SERVIZI
parere legale
Obbligo o mera possibilità?
QUESITO
Uso della vettura propria
per la trasferta
Sono un collega impiegato di 3a area,
dipendente di una piccola banca e
iscritto alla Fabi da molti anni. Vorrei
sapere se vi è un obbligo contrattuale
all’uso del mio mezzo o posso pretendere
che l’azienda mi fornisca la macchina
aziendale per le trasferte.
(lettera firmata)
RISPOSTA
Segnaliamo la recentissima Sentenza
della Corte di Cassazione Sezione
Lavoro del 16 marzo 2011 n. 6148.
Con tale sentenza, infatti, i giudici della
Suprema Corte hanno stabilito che non
vi sia un obbligo giuridico di mettere
a disposizione un proprio autoveicolo
per effettuare le trasferte (sempreché,
ovviamente, non previsto dal Contratto
L
a Corte di Cassazione con la
sentenza in esame ha precisato che il diritto a usufruire di
permessi retribuiti per motivi
di studio per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato «non esclude che i medesimi permessi debbano
essere concessi a dipendenti assunti a
tempo determinato, sempre che non vi
sia un'obiettiva incompatibilità in relazione alla natura del singolo contratto
a termine». Attraverso «un'interpretazione coerente con il principio di non
discriminazione dei lavoratori a tempo
determinato», i giudici della Sezione
Lavoro della Cassazione hanno respinto
nella sentenza n. 3871/2011 il ricorso
promosso dal ministero della Giustizia
avverso la sentenza della Corte d'appello di Trento con cui si affermava che
la disposizione contrattuale con cui si
prevedevano permessi studio per i dipendenti a tempo indeterminato non
poteva essere interpretata «nel senso
di escludere i lavoratori assunti a tempo determinato» perché in contrasto
Corte di Cassazione, sentenza n. 3871 dell’11.02.2011
news
Diritto a usufruire dei permessi retribuiti
per motivi di studio
con la direttiva Ce n. 70/1999 e il relativo decreto di recepimento (Dlgs n.
368/2001).
Infatti, i principi comunitari vietano
ogni forma di discriminazione rispetto al trattamento normativo ed economico del dipendente a tempo indeterminato. La Sentenza realizza un
importante ampliamento di prospettiva nella disciplina del lavoro a termine che viene così equiparato a quello
a tempo indeterminato. Ricordiamo
per inciso,che la normativa che tutela
il “diritto allo studio” scaturisce dalla
legge 300 del 1970 Statuto dei Lavoratori che all’art.10 disciplina il diritto
ai permessi per i lavoratori studenti. La
Suprema Corte ha quindi stabilito che
una norma che escludesse dal beneficio
i lavoratori assunti a tempo determinato sarebbe in flagrante contrasto con il
principio di non discriminazione sancito dalla direttiva CE n.70 del 1999 e
dall’art.6 del d.lgs. n.368 del 2001 attuativo della stessa.
La corte ha infine affermato che l’esclusione del beneficio non può giustificarsi nel caso di un contratto di lavoro a
termine per l’assenza di uno specifico
interesse del datore di lavoro alla elevazione culturale del dipendente perché la fruizione dei permessi di studio
prescinde da tale interesse del datore di
lavoro essendo riconducibile ai diritti
fondamentali della persona garantiti dagli artt.2 e 34 della Costituzione
italiana e dalla Convenzione dei diritti
dell’uomo.
Cassazione
Lanciare lo stipendio sulla scrivania
non è mobbing
"P
er mobbing si intende
una condotta del datore
di lavoro o del superiore
gerarchico, sistematica
e protratta nel tempo, tenuta nei confronti del lavoratore nell'ambiente di
lavoro, che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili che finiscono per assumere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica, da cui
18
Collettivo o da quello individuale), ma
solamente una mera eventualità la quale, peraltro, necessita di un’autorizzazione aziendale specifica.
Il Contratto Collettivo Nazionale del
Credito regola la materia all’art.64 Missioni (Italia ed Estero) che, al punto
1 lettera a) recita che al personale inviato in missione compete il rimborso
delle spese effettive di viaggio col treno
in 2a classe, per distanze non superiori
a 150 km, e in 1a classe per distanze
superiori, mentre per l’uso dell’aereo è
obbligatoria l’autorizzazione aziendale.
Segnaliamo, comunque, che la materia dell’uso della propria autovettura è
molto spesso trattata nei contratti integrativi aziendali delle diverse banche.
Quindi, consigliamo di consultare attentamente quelli, facendoti assistere
eventualmente dai Rappresentanti sindacali della FABI.
può conseguire la mortificazione morale e l'emarginazione del dipendente,
con effetto lesivo del suo equilibrio
fisio-psichico e del complesso della sua
personalità".
Sulla base di tale principio, la Corte di
Cassazione, con sentenza n. 12048 del
31 maggio 2011, ha rigettato il ricorso
di una lavoratrice, ritenendo corretta
la motivazione dei giudici di Appello
news
che avevano preso in esame l'insieme
dei comportamenti del datore di lavoro, dedotti come lesivi, escludendone
ogni intento persecutorio o emulativo
e osservando che gli unici episodi, comunque marginali ed isolati, rispetto ai
quali poteva essere espresso un giudizio
di biasimo (lancio dello stipendio sul
tavolo, consegna della retribuzione in
un sacco di monetine), non erano sufficienti al raggiungimento della prova di
un atteggiamento emarginante, discriminatorio o persecutorio nei confronti
della dipendente.
SINDACATO E SERVIZI
promotori finanziari
Verso norme contrattuali e di legge
per l’attività di promozione
e consulenza finanziaria
di Giuseppe Santorsola, Ordinario di Economia cdegli Intermediari
Finanziari – Univ. Parthenope di Napoli
PRIMA PARTE
M
i interesso di relazioni sindacali bancarie dal 1976 e
di promotori finanziari dal
1978. Queste note sono l’occasione per esaminare in modo congiunto
i due temi
Affronto il tema differenziando tra mandatari di banche e s.i,m e dipendenti dedicati alla sollecitazione del pubblico risparmio. Il cuore dell’analisi è sulle esigenze di
organizzazione dell’attività e della gestione
alla luce della dimensione del fenomeno,
della incentivazione della mansione e delle
tutele contrattuali a fronte della instabilità
ciclica del segmento.
Il promotore nasce attività autonoma,
individuale, legata ai risultati del proprio
lavoro. L’organizzazione in cui si sviluppa è a rete e comporta una gerarchia non
solo di ruoli ma anche di remunerazione
attraverso catene molto verticali (con numerose posizioni operative e manageriali,
oppure orizzontali con poche posizioni
di coordinamento e forte base operativa.
Ciò origina dalla nascita della professione
come esogena all’attività bancaria. La rivoluzione degli anni ’90 ha modificato i
criteri organizzativi delle banche seguendo
lo sviluppo numerico di sportelli bancari,
sempre più leggeri, con esigenze di attività
commerciali e multitasking. Si è passati da
una carriera basata sul numero dei collaboratori a quella fondata su obiettivi, risultati
e volumi. Sono stati introdotti i livelli retributivi e di mansione in luogo dei gradi, si
è creata la posizione intermedia dei quadri
eliminando i funzionari e si è ridotta la posizione dirigenziale. Nel contempo, nella
promozione finanziaria l’ottica si è mutata
in logiche di gruppo (anche per attivare
controlli su numeri sempre maggiori) e
l’aspetto retributivo ha iniziato a comporsi di quote fisse (anche quali anticipi con
cadenze mensili) in proporzioni crescenti,
rispetto alle componenti legate a risultati.
Alla fine degli anni ’80 molte banche entrarono nel segmento e molte società di distribuzione si trasformarono in banca con
l’obiettivo di intercettare con strumenti
bancari la liquidità della clientela. Nel contempo, frequenti crisi dei mercati creavano
condizioni in cui molti promotori perdevano quote dei portafogli, entravano in
crisi nelle fasi deboli del ciclo, abbandonavano l’attività, oppure cambiavano s.i.m.
mandante con spostamento della clientela
da una società all’altra. A poco valse l’introduzione di un Codice Etico di Assoreti
nel 1987 Risultò carente il coinvolgimento
dell’Anasf e delle Associazioni degli intermediari. Le stesse Organizzazioni Sindacali. bancarie restarono escluse e disinteressate, non riguardando il tipico dipendente
bancario.
Successivamente, le banche sposarono l’orientamento commerciale nelle logiche di
raccolta e distribuzione imponendo l’acquisizione del ruolo di promotore a molti
dipendenti. L’effetto congiunto fu anomalo: i promotori delle s.i.m. reclamavano
componenti retributive fisse e contributi
crescenti alle proprie spese e i promotori
bancari ottennero componenti variabili
della retribuzione legate a budget.
Con la crisi dell’anno 2000:
- le s.i.m. divenute banche, applicarono il
CCNL di settore per i dipendenti, ma non
per i promotori;
- la diminuzione dell’attività tolse interesse per le componenti variabili della retribuzione;
- molti agenti “insicuri” del proprio futuro abbandonarono, i bancari furono ri-
condotti verso soluzioni più tradizionali, e
neo-promotori dipendenti, pur acquisendo i requisiti, non ottennero mai il mandato dalla banca;
- le OO.SS., in ragione del coinvolgimento di molti iscritti e della crescente pressione commerciale, si interessarono del problema anche se in logica difensiva e non di
soluzione del problema
- la Anasf mantenne un ruolo distante
dalla logica sindacale creando condizioni
idonee alla nascita di ASSONOVA per tutelare le attese dei promotori bancari.
Ad oggi circa 50.000 operatori non hanno
un inquadramento adeguato. Si aggiungono ad essi, gli operatori del settore assicurativo e dell’universo degli operatori di
agenzie finanziarie e di mediazione creditizia. Si può stimare che il numero sia molto
vicino a quello dei destinatari del CCNL
bancario (con qualche sovrapposizione) e
quindi ai 350.000 soggetti (tanto più se si
considerano gli operatori del settore immobiliare con prodotti e servizi di natura
assicurativa e finanziaria connessi).
(Fine prima parte – la seconda ed ultima
parte sul prossimo numero)
Due giovani su tre senza lavoro al Sud
news
Il Rapporto Svimez 2011 fornisce una fotografia puntuale della drammatica situazione occupazionale italiana
N
onostante il periodo di profonda recessione sia alle spalle, il Bel Paese stenta a "decollare", rivelando "eterne"
ed estreme contraddizioni che acuiscono, ancor di più, il disagio sociale degli
ultimi anni.
È il mondo del lavoro a creare apprensione. I dati contenuti nel Rapporto
Svimez 2011, pubblicato a settembre,
lasciano poco spazio a dubbi di sorta:
il principale problema è, e rimane, la
disoccupazione dilagante.
È il Sud, in particolare, ad essere colpito
da questa pericolosa "piaga": il tasso di
disoccupazione nel 2010 è salito di oltre
un punto percentuale rispetto all'anno
precedente, attestandosi al 13,4%. Il
doppio rispetto alle altre zone d'Italia
(al Centro- Nord è del 6,4%, comun-
que in progressiva ascesa). Al Sud una
persona su quattro non ha lavoro e/o ha
smesso di cercare occupazione. Calano
drasticamente gli occupati in tutto il
territorio nazionale: meno 553 mila
posti rispetto al 2008! Il tasso di occupazione scende a livelli record: al Sud è
solo il 43,9% della popolazione attiva a
lavorare, al Nord il 64%.
Il Rapporto Svimez 2011 pone alla ribalta, inoltre, la drammatica "questione
giovanile" nel Sud Italia. Secondo i dati
forniti, infatti, due giovani su tre sono
senza lavoro!
Non va meglio per i laureati e, a dire
la verità, neanche per le donne: solo
una su cinque è occupata. «La questione generazionale - sottolinea la Svimez
- diventa quindi emergenza e allarme
sociale nel Mezzogiorno».
19
SINDACATO E SERVIZI
NUMB3RS
NUMB3RS
30%
Il canale “migliore” per trovare lavoro? La raccomandazione. Almeno per quel 30% di italiani,
che secondo la rilevazione dell’Isfol, nel 2010 ha ottenuto il posto tramite la segnalazione di
un parente o conoscente. Il fenomeno risulta in crescita, soprattutto tra le fasce meno istruite
della popolazione e nelle zone dove le offerte di lavoro scarseggiano.
100.000 euro
NUMB3RS
di Flavia Gamberale
33.000.000.000 di euro
È l’enorme cifra che graverà sulle famiglie, in conseguenza della manovra governativa. A
calcolarlo è la Confesercenti che – sostiene - se sommato alla crisi di molte imprese ed
alla chiusura di molti esercizi commerciali, fornisce un quadro assai preoccupante della
situazione italiana.
Centomila. Tanti sono i bambini che ogni anno rimangono vittime di incidenti stradali, spesso
perdendo la vita. Secondo Autostrade per l’Italia, i danni per i minori coinvolti nei sinistri
potrebbero ridursi del 90% se gli automobilisti adottassero adeguate misure di sicurezza,
come ad esempio il seggiolino.
+137,5%
Tasse locali sempre più salate per i cittadini del Belpaese. Stando a una recente rilevazione
della Cgia di Mestre, negli ultimi 15 anni sono aumentate del 137,5%.
A far impennare il gettito fiscale è stata, in particolare, l’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle
altre addizionali comunali e regionali.
356 euro al giorno
Questa la differenza tra il salario medio giornaliero di un dirigente e quello di un operaio. A
rivelarlo l’indagine dell’Ires, il centro studi delle Acli, presentata recentemente in occasione
del 44° Incontro nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori.
1.000.000.000 di euro
7,5%
Contestazioni per circa un miliardo di euro. È quanto si sono viste recapitare dall’Agenzia
delle entrate le maggiori banche italiane solo nel primo semestre 2011. I contenziosi
riguardano imposte relative agli ultimi 5 anni, che gli istituti di credito non avrebbero
pagato al Fisco.
Il 7,5% degli studenti quindicenni che siede sui banchi di scuola, in Italia, è straniero. Tra loro
la maggior parte è di prima generazione e più della metà è arrivata nel Belpaese da meno
di sei anni. Ad effettuare la rilevazione, calcolata sul 2010, è la Fondazione Leone Moressa,
che ha tracciato l’identikit dell’alunno immigrato quindicenne iscritto nelle scuole italiane.
U
na fragile intelaiatura, generalmente di forma geometrica, ricoperta di carta o stoffa:
non con il vento, ma contro il
vento, si alza verso il cielo, legata ad un
sottile filo.
È l'aquilone: un oggetto di per sé molto
semplice, ma che, già molti secoli fa faceva sollevare, naso in su, volti felici di
bambini cinesi.
È, infatti, in Cina che quest’oggetto ha
origine, probabilmente intorno al 2000
a.C.
Se, per la cultura occidentale, l'uso dell'aquilone era prevalentemente ludico, per
la cultura orientale esso non rappresentava soltanto un bellissimo gioco: era, soprattutto, uno strumento per entrare in
contatto con il divino, con altre dimensioni intangibili, con l'anima delle cose.
Lo si lanciava come augurio per un buon
raccolto o per un matrimonio e il destino
del suo volo era interpretato come auspicio per il futuro.
E, ancora, cronache antiche narrano
l'importanza dell'aquilone in situazioni
belliche: sembra che, nel 549 d.C., gli
abitanti di una città cinese assediata, per
far conoscere all'esterno la loro drammatica condizione, costruirono un gran
numero di aquiloni e li lanciarono per
chiedere soccorso.
L'aquilone, un oggetto estremamente
fragile e delicato, ma al contempo, di una
impressionante potenza.
20
news
Il fascino eterno dell'aquilone
VIA COL VENTO
"Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza la sua
cometa per il ciel turchino."
(da “L'aquilone” di G. Pascoli)
Se i primi esemplari erano realizzati in
bambù e seta, con l’invenzione della carta
gli artigiani cinesi riuscirono a costruire
aquiloni con più facilità, riuscendo anche
a creare forme nuove, per lo più ispirate
agli animali.
Dall’Oriente, attraverso commercianti
e missionari, la tradizione si spinse fino
all’Occidente.
Qui, l'aquilone iniziò ad essere sfruttato
per le sue capacità ascensionali e furono
molti i ricercatori che utilizzarono o vi si
ispirarono per scopi scientifici.
Ricordiamo gli aquiloni meteorologici,
ideati dallo scozzese Alexander Wilson,
ai quali erano legati dei termometri, o le
ricerche di Benjamin Franklin, che dimostrarono, grazie agli aquiloni, che l’atmosfera terrestre è intrisa di elettricità.
Dall’Ottocento in poi, la sperimentazione attraverso questi fantastici oggetti aprì
la strada a importanti innovazioni tecnologiche: gli studi dell’inglese George
Pocock e, successivamente, dell’australiano Lawrence Hargrave furono la base per
i primi modelli di aeroplani.
Ma il fascino profondo dell'aquilone è
legato, in definitiva, ai suoi usi più spirituali e romantici, tipici delle culture
orientali.
In Corea è tradizione, ancora oggi, scrivere il nome di un neonato su un aquilone, che viene lanciato con l’augurio di
lungo volo e, insieme, di lunga vita per
il bimbo.
In Tailandia, per allontanare le nubi cariche di pioggia, si fa ricorso agli aquiloni, ai quali si chiede di attirare i venti di
Nord-Est con il loro rumore.
In Malesia, sono in molti a credere alla
leggenda secondo la quale gli aquiloni
acquisterebbero una propria vita non appena in volo.
Le antiche divinità della Polinesia erano spesso rappresentate da aquiloni e si
credeva che Rehua, il cosiddetto "dio del
cielo più alto", fosse il padre di tutti gli
aquiloni.
L'aquilone, insomma, a simboleggiare il
tramite che unisce uomo e divinità, terra
e cielo.
In Siria, gli aquiloni vengono fatti alzare
in volo appena dopo il tramonto e lasciati finché non spariscono completamente
dalla vista. Solo il cavo che si muove rimane a ricordare che ci sono.
Quando il buio è calato, si può ritirare
il filo, e la leggenda vuole che, al posto
dell’aquilone, nasca una stella.
Silvia Catalucci
SINDACATO E SERVIZI
pensionati
Tripla “V” per i politici italiani
VERGOGNA, VERGOGNA,
VERGOGNA
Tutti devono fare la loro parte per arrivare
al pareggio di bilancio. Davvero non c’erano
alternative nell’usare la scure nei confronti dei
pensionati e delle famiglie? Chi governa deve avere il
coraggio e la determinazione di proporre e impostare
manovre economiche assicurando una vera speranza
ai giovani e una sicurezza agli anziani
a cura dell'Esecutivo Nazionale FABI Pensionati
L
a Manovra del Governo, necessaria a correggere i conti
pubblici ed arrivare al pareggio
di bilancio nel 2013, impone
sacrifici durissimi a tutti gli italiani, in
particolare ad un ceto medio che scivola
sempre più verso la povertà.
Chi governa deve avere il coraggio e la
determinazione di proporre e impostare
manovre economiche assicurando una
vera speranza ai giovani e una sicurezza
agli anziani.
La prima “V” di VERGOGNA
è perché quanto finora emerso (14
settembre 2011) conferma che chi ci
governa persegue una politica, che pensa
solo a sopravvivere, che non avverte la
gravità del momento, che di fatto è incapace di assumersi responsabilità, con
l’unica preoccupazione di non perdere
consensi.
In questo clima di resa dei conti e di tensioni sociali, i nostri politici si atteggiano
a martiri perché hanno rinunciato alle
ferie (un lusso che milioni di pensionati
non sanno più cosa sono) e, dopo aver
negato per mesi che in Italia ci fosse la
crisi, prendono in tutta fretta e per necessità urgente provvedimenti di “lacrime
e sangue”, senza nessuna autocritica sui
ritardi e sugli errori.
Caricano, allora, i cittadini di altri pesi
insopportabili, ma si guardano bene dal
toccare i loro privilegi, continuando ad
agire da “padroni” e non da “servitori”
dello Stato, come tutti i politici hanno il
dovere di comportarsi.
Davvero non c’erano alternative nell’usare la scure nei confronti dei pensionati e
delle famiglie?
In un Paese in grave difetto di buona politica serve l’impegno quotidiano di tutti
per praticare valori come libertà, diritti,
partecipazione, democrazia, oggi in una
pericolosa eclissi. E ciò deve avvenire sia
a livello individuale, sia sul piano sociale
e politico.
In questo scenario ci siamo anche noi, ci
siamo come individui, ma anche come
Pensionati FABI e come tali è nostro dovere offrire il nostro contributo per uscire
da questa situazione sempre più impantanata.
La crisi economico–finanziaria, allora,
può realmente trasformarsi in un’occasione per un soprassalto virtuoso, accompagnato da una maggior passione per la
comune e realistica edificazione della vita
buona e del buon governo.
Ai nostri politici, che ci chiedono sacrifici senza essere disposti a farne, ricordo
che, per essere credibili, basta un po’ di
serietà, quella serietà che, purtroppo, finora non c’è stata.
La seconda “V” di VERGOGNA
è perché per racimolare in fretta il denaro
per sanare il debito pubblico, che deve
essere pagato, si tagliano assistenza, sanità e pensioni, colpendo soprattutto le
fasce meno abbienti.
I nostri politici pensano a come tagliare
questi servizi, senza valutare che i risparmi su questi ambiti sono insufficienti a
pareggiare il bilancio in crisi!
Sono altri i campi da cui trarre le risorse
necessarie: sono la tassa patrimoniale e
una sostanziosa riduzione dei costi della
politica.
Dobbiamo contribuire al benessere di
tutti, ognuno secondo le proprie possibilità; è doveroso, allora, che la classe politica dia esempio di sobrietà, eliminando i
privilegi di chi è deputato al governo della cosa pubblica, maggiormente quando
il tempo delle vacche magre lo esige.
Di pari impegno dovrà essere la lotta agli
evasori fiscali, senza ricorrere alle solite
furbizie di condoni o scudi : agli evasori
non si chiedono “sacrifici”, ma un atto di
giustizia.
Solo dopo si affronterà il capitolo “pensioni”, in concerto con le parti sociali,
senza imposizioni, avendo trovato prima
una soluzione a una serie di questioni,
quali:
• mantenimento del potere d’acquisto
delle pensioni;
detassazione della tredicesima;
estensione della “tariffa sociale” per
i servizi di interesse generale come
luce, gas, acqua, telefono, canone
TV, trasporti pubblici;
• contenimento di tariffe, rette, contributi e ticket per tutti gli altri servizi.
Particolare attenzione deve essere dedicata all’assistenza, perché riguarda la fascia
più debole e più bisognosa della nostra
società: il pianeta degli anziani, i più dimenticati, i più bisognosi, i più soli.
I problemi della prevenzione, del contrasto e dell’accompagnamento, della non
autosufficienza possono essere risolti positivamente con consistenti risorse pubbliche.
Malgrado la solitudine di molte famiglie,
abbandonate dal servizio pubblico, è
radicata la convinzione che assistere
una persona anziana non è solo un
dovere, ma, - prima di tutto - è un
atto d’amore.
•
•
•
troducendo il “quoziente familiare”,
ovverossia un meccanismo di tassazione, che garantisca alle famiglie
numerose, a parità di reddito familiare, di pagare meno tasse; questo
perché il numero dei componenti
del nucleo familiare incide sul tenore di vita della famiglia stessa
potenziamento e riqualificazione dei
servizi sociali in ottica familiare, per
consentire quella conciliazione tra
famiglia e lavoro, che è condizione
necessaria per superare le attuali rigidità del mercato del lavoro, soprattutto nella sua componente femminile.
La terza “V” di VERGOGNA11
perché i provvedimenti cui si sta
dando attuazione peseranno ulteriormente soprattutto sulle
famiglie e sui giovani, da
tempo gli anelli deboli
del sistema.
La famiglia continua
ad essere la grande
dimenticata
anche in questa
Manovra.
Urgono, invece,
interventi di politica economica e sociale, che
pongano al centro la famiglia,
quali:
•
revisione del
sistema fiscale
nazionale, in-
21
SINDACATO E SERVIZI
spazio aperto
A
Passate le vacanze, ritroviamo problemi su problemi
L’AUTUNNO
DEL NOSTRO
SCONTENTO
Addio Statuto dei Lavoratori, addio a quelle “odiose” leggi emanate
negli anni ’70 a tutela dei lavoratori? Tutto rimesso alla libera
contrattazione decentrata?
Ferma opposizione della FABI e degli altri sindacati
a cura del Paolo Berti - avvocato
news
I
Povertà per oltre
8 milioni d’italiani
n Italia nel 2010 la povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto
all'anno precedente: l'11,0% delle
famiglie è relativamente povero e il
4,6% lo è in termini assoluti. Lo sostiene
l'Istat in un'indagine in cui fotografa la
realtà da Nord a Sud, ma da cui emerge
come il fenomeno tocchi comunque 8,27
milioni di persone. La soglia di povertà
relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 992,46 euro, circa 9 euro in
più rispetto alla soglia del 2009 (+1%).
La povertà relativa - sottolinea l'Istat aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), tra quelle
22
Allarme dell’istat
con membri aggregati (dal 18,2% al 23%)
e di monogenitori (dall'11,8% al 14,1%).
La condizione delle famiglie con membri aggregati peggiora anche rispetto alla
povertà assoluta (dal 6,6% al 10,4%). Nel
Mezzogiorno l'incidenza di povertà relativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3%
del 2010 tra le famiglie con tre o più figli
minori. La povertà relativa aumenta tra le
famiglie con persona di riferimento lavoratore autonomo (dal 6,2% al 7,8%) o con
un titolo di studio medio-alto (dal 4,8%
al 5,6%), a seguito del peggioramento
osservato nel Mezzogiorno (dal 14,3%
al 19,2% e dal 10,7% al 13,9% rispetti-
h, le vacanze di una volta: che
nostalgia! Ricordate? Ci si
stravaccava sulla sdraio, sotto
l’ombrellone, con un pacco di
giornali, pronti a consumare la lettura di
quel nulla che accadeva in Italia durante
le ferie. Qualche articolo sulle vacanze
dei politici, con tanto di foto di questo
o di quel senatore in compagnia della
belloccia di turno, un po’ di pettegolezzo a condire il più totale relax, la pagina sportiva fitta dei nomi dei calciatori
acquistati dalla nostra squadra del cuore
e persino quel tal delitto efferato, che veniva digerito come l’ineluttabile sussulto
di orgoglio di una vita altrimenti eccessivamente piatta e noiosa.
Il solo fattore di disturbo - se così possiamo dire - era il vento che, proveniente
dal mare, metteva a dura prova la nostra
abilità nel “voltare pagina”: nulla di preoccupante perché, con il passare degli
anni, avevamo affinato la tecnica.
Anche le cronache giornalistiche, dunque, avevano pietà delle nostre coronarie e ci permettevano di fare il pieno di
frivolezze, di appiattire le nostre facoltà
cognitive come il mare che ci stava davanti e di regalarci quella calma sovrana
di cui avevamo tanto bisogno in vista
della ripresa: mettevamo del fieno nella cascina della “calma” per farne tesoro
durante l’autunno. Quest’anno, invece,
la tendenza si è invertita e la lettura dei
giornali- soprattutto per chi si occupa
del mondo del lavoro- è diventata una
sorta di via crucis, un calvario le cui stazioni intermedie sono state grossomodo
le seguenti. Si è partiti con la notizia
della volontà del Governo di eliminare
l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
a cui hanno fatto seguito le levate di scudi delle opposizioni e dei Sindacati (tra i
quali la FABI, ovviamente).
Neppure il tempo di tirare un sospiro
di sollievo che le cronache riportavano
la volontà del Governo di riformare le
pensioni, gettando nella spazzatura gli
anni di riscatto della laurea e quelli dei
servizio militare: “niente paura, è solo
uno scherzo”, ci avrebbero detto qualche
giorno dopo, ma che patema!
La terza stazione del calvario ha contemplato l’abolizione delle festività civili (25
aprile, 1° maggio e 2 giugno): quanto sudore e quanto dolore ci è costata questa
notizia…!
La febbricitante attesa del giornale del
giorno seguente si è di poco stemperata
alla lettura che le festività civili non si
toccavano, ma quelle del Santo Patrono
sì. Appena qualche giorno di tregua, accompagnata dall’illusione di una benefica bonaccia agostana, prima di rituffarsi
nel gorgo delle polemiche: “Più facile
licenziare”, si legge sulle prime pagine di
tutti i quotidiani.
Accade che nella manovra finanziaria
viene inserita una norma che permette
agli accordi aziendali e territoriali di introdurre deroghe alle normative nazionali ed ai contratti collettivi di lavoro su
temi come l’organizzazione del lavoro, le
assunzioni, le collaborazioni atipiche, i
licenziamenti.
Quindi, addio Statuto dei Lavoratori,
addio a quelle “odiose” leggi emanate negli anni ’70 a tutela dei lavoratori
che tanto fanno rabbrividire il Ministro
Sacconi (altro refrain estivo!), venendo
tutto rimesso alla libera contrattazione
decentrata (neppure a quella nazionale,
vivaddio). Resta la Costituzione…
Si narra di molti decessi per arresto cardiaco sulle spiagge italiane: tutti trovati riversi sulle sdraio con il giornale in
grembo.
Sarà un caso? E soprattutto, cari amici,
siamo sicuri che il calvario sia finito?
L’unica cosa certa è che, quest’anno, in
autunno farà molto, ma molto caldo.
E non per motivi meteorologici.
vamente), dove l'aumento più marcato si
rileva per i lavoratori
in proprio (dal 18,8%
al 23,6%). Tra le famiglie con persona di
riferimento diplomata o laureata aumenta anche la povertà
assoluta (dall'1,7% al
2,1%). L'Istat sottolinea come peggiora
la condizione delle
famiglie di ritirati dal
lavoro in cui almeno un componente non
ha mai lavorato e non cerca lavoro, si tratta essenzialmente di coppie di anziani con
un solo reddito da pensione, la cui quota
aumenta dal 13,7% al 17,1% per la povertà relativa e dal 3,7% al 6,2% per quella assoluta. Migliora, nel Centro, la condizione di povertà relativa tra le famiglie con
due o più' anziani (dal 10,5% al 7,1%).
La povertà assoluta cala per le coppie con
persona di riferimento sotto i 65 anni (dal
3,0% all'1,9%), a seguito di una maggiore
presenza di coppie con due percettori di
reddito.
La Lombardia e l'Emilia Romagna sono
le regioni con i valori più bassi dell'incidenza di povertà, pari al 4,0% e al 4,5%
rispettivamente.
SINDACATO E SERVIZI
sicurezza
V
i sono questioni che superano
il tempo, e obiettivi strategici
che attendono di essere realizzati, anche se non c'é molto di
poetico in tutto questo.
Uno di questi è credere fermamente che
la disabilità possa essere superata, almeno nel mondo del Credito, da una ferma
e determinata capacità di creare - utilizzando ausili e corretta organizzazione
del lavoro - la possibilità d’integrazione
e crescita professionale per tutti. Non
é finito il tempo delle riserve indiane,
perché molte scelte politiche, di fatto, le
creano, ma é opportuno che la consapevolezza che è possibile un mondo di pari
opportunità, di benessere lavorativo per
tutti, di totale integrazione, si diffonda e
cominci a crea una comune cultura: comune alle parti sociali e comune entro
le parti sociali, comune alla clientela ed
ai dipendenti, capace di trasformare, con
beneficio di tutti, le attuali vergogne in
esempi da trasmettere.
Per questo la FABI ha voluto creare una
commissione interdipartimentale sulla
disabilità nel Settore del Credito e per
questo il 26 Ottobre 2011 presso la Sede
del CNEL, a Roma, a partire dalle 9 del
mattino, avrà luogo un convegno dedicato al tema, nel corso del quali verranno presentate le linee politiche elaborate
dall'Organizzazione quali esempio di
buone pratiche da introdurre nelle trattative di ogni livello.
Nel promuovere l'iniziativa, Mauro
Bossola, Segretario Generale Aggiunto,
ha chiarito ai tre Coordinatori dei dipar-
IL 26 OTTOBRE CONVEGNO FABI AL CNEL
OLTRE L’HANDICAP
L'impegno della Fabi per il superamento della disabilità nei luoghi
di lavoro. Bossola: “Dobbiamo lavorare perché nessun dipendente
possa essere discriminato: è fin troppo facile per molte aziende
dimenticare la dignità delle persone”
di Loris Brizio – Responsabile Dipartimento Nazionale Sicurezza
news
news
Gli psicologi avvertono
La legge su stress lavoratori
non produce cultura della sicurezza
L
a legge che dovrebbe monitorare anche lo stress dei
dipendenti rimane solo un
atto riempitivo per il datore
di lavoro, non produce la cultura della
sicurezza. Necessaria per lavorare sulla
prevenzione". Ad affermarlo è Imma
Tomai, responsabile del Gruppo stress
lavoro correlato del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. "Il problema principale della normativa è che
non sarà mai predittiva, perché interviene esclusivamente sui rischi oggettivi, pensando di diminuire così i costi
per le aziende in termine di produttività". Ma, secondo l'esperta, la problematica è anche soggettiva, ovvero la
percezione che ha il lavoratore dei rischi che vive in azienda. "Se non indossa il casco quando dovrebbe, il lavora-
ti dei Dipartimenti Nazionali coinvolti
nel progetto (Vincenzo Saporito del
Welfare, Mattia Pari dei Giovani e Loris
Brizio di Salute e Sicurezza) gli obiettivi
da raggiungere con una frase emblematica: "Dobbiamo lavorare perché nessun
dipendente possa essere discriminato: è
fin troppo facile per molte aziende dimenticare la dignità delle persone. Va
combattuta e vinta la cultura del sospetto e della differenza. Specie nei confronti
che chi già soffre per sue patologie o per
quelle di persone care. Non possiamo e
non vogliamo lasciare sole queste persone. Ci sono leggi, ci sono accordi, ci
sono esperienze positive e trainanti. E
allora bisogna agire. Non credo che possiamo permetterci troppa pazienza."
Nel corso degli incontri della
Commissione interdipartimentale si è
cercato di raccogliere, in un unico progetto di largo respiro, istanze ed esperienze maturate all'interno dell'Organizzazione, nella ricchezza che deriva dai
valori delle autonomie territoriali e dei
progetti portati avanti a livello aziendale.
L'obiettivo è di far divenire questo tema
oggetto di dibattito per il presente e per
il futuro e farlo divenire parte integrante
delle azioni positive da intraprendere in
modo organico su tutto il territorio.
Nel corso del Convegno, al quale parteciperanno esperti e operatori del campo,
saranno quindi presentate le linee politiche della FABI ed un progetto operativo strutturato per fornire informazione,
formazione e sostegno agli operatori sindacali ed agli iscritti.
tore ha più possibilità di finire vittima
di incidenti. Ecco che, se non si lavora
sulla percezione di questo pericolo, il
personale non adotterà mai un comportamento che lo aiuterà a prevenirlo". "Inoltre, la normativa - prosegue
l'esperta - non richiama esplicitamente
le figura dello psicologo, se non nelle competenze previste dagli obblighi
dell'ordine professionale e presenti in
alcuni passaggi". Eppure, è lo psicologo
lo specialista che potrebbe aiutare chi
manifesta i sintomi dello stress: ansia,
attacchi di panico e depressione. Ma
quali sono le cause dello stress lavorocorrelato? "Le relazioni tra colleghi, ad
esempio, un pessimo rapporto sociale
sul luogo di lavoro possono portare il
soggetto, se non si prendono i dovuti
provvedimenti, a soffrire di depressio-
ne, d'ansia e di attacchi di panico".
Un problema che può connotarsi e aggravarsi, a seconda della struttura in
cui si lavora. "Se il mio ambiente è una
grande azienda - sottolinea la Tomei avrò maggiori garanzie per la valutazione dei rischi da stress correlato, grazie
alla disponibilità di risorse e personale
in grado di predisporre tutti gli interventi di applicabilità della normativa.
Ma è pur vero che proprio in grandi
aziende si assiste ad altri fenomeni scatenanti lo stress, come le guerre interne per la progressione di carriere e il
riconoscimento delle competenze". "Il
Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - spiega la
psicologa - prevede che i compiti di vigilanza siano assunti dal medico del lavoro, dove è prevista questa figura. Ma
la legge, nell'articolato, non richiama
la figura dello psicologo. Così quello
che accade è che il documento di valutazione dei rischi da stress lavoro correlato (Dvr) è fatto da ingegneri, che
si limitano nei loro controlli in azienda
a sanzionare solo il rischio oggettivo,
non entrando mai nella dimensione
"psicologica".
Il 19 e 20 ottobre a Milano,
promosso da Aipros
XXI CONVEGNO
SULLA SICUREZZA
DELLE BANCHE
Il Convegno si svolgerà presso il
Centro Congressi Leonardo da Vinci
in Via Senigallia 6 a Milano.
Il programma di massima si articola
in quattro sessioni, come da tabella
sotto riportata.
A) Organizzazione e responsabilità
19 ottobre | dalle 10:30 alle 13
B)Tecnologia e innovazione
19 ottobre | dalle 14:30 alle 18:30
C) Sicurezza informatica
20 ottobre | dalle 10:30 alle 13
D) Sicurezza sul luogo di lavoro
20 ottobre | dalle 14:30 alle 18:30
23
SINDACATO E SERVIZI
fisco
ECCO COSA CAMBIA
CEDOLARE SUGLI AFFITTI
Fino ad oggi, il reddito derivante dalla locazione
di un immobile andava a sommarsi agli altri
redditi e veniva tassato con le aliquote ordinarie
e progressive. Da quest'anno, con effetto dal 1°
Gennaio 2011 e, quindi, a valere sulla prossima
dichiarazione dei redditi, invece, l'affitto potrà
essere tassato a parte con un'aliquota sola: al
21% per i contratti a canone libero e al 19% per i
contratti a canone concordato o convenzionato
di Leonardo Comucci – Esperto fiscale
Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla materia fiscale,
può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788
L
'Agenzia delle Entrate, pubblicando la Circolare del 1 giugno 2011, n.26/E, ha fornito
le interpretazioni sull’applicazione della normativa che introduce la
cosiddetta “Cedolare Secca” sui redditi
da locazione di fabbricati, primo tassello
di quella riforma fiscale in senso federalistico, che vedrà la sua completa attuazione nei prossimi anni.
Fino ad oggi, il reddito derivante dalla locazione di un immobile andava a
sommarsi agli altri redditi e veniva tassato con le aliquote ordinarie (e progressive). Da quest'anno, con effetto dal 1
Gennaio 2011 e, quindi, a valere sulla
prossima dichiarazione dei redditi, invece, l'affitto potrà essere tassato a parte
con un'aliquota sola: al 21% per i contratti a canone libero (i cosiddetti "4+4")
e al 19% per i contratti a canone concordato o convenzionato (i "3+2" di durata
inferiore).
Vediamo la situazione fino ad ora.
Nei casi di affitto di un immobile, ai fini
dell’individuazione e determinazione del
reddito imponibile, è necessario considerare il valore maggiore tra la rendita
catastale e il canone di affitto opportunamente “rielaborato” (reddito effettivo). Presupponendo un canone di affitto
annuo maggiore della rendita catastale,
il reddito da locazione di immobili, che
fino al 2010 abbiamo indicato nella dichiarazione dei redditi, è stato quello
risultante dal contratto di locazione, al
netto delle spese condominiali, ridotto
forfetariamente del 15 per cento (25 per
cento per Venezia centro e alcune zone
24
limitrofe). Un piccolo esempio può essere utile a spiegare meglio il regime di tassazione, che fino ad ora è stato applicato
per la tassazione del reddito derivante
dall’affitto di un immobile:
Canone di affitto mensile 800 €; canone
di affitto annuo 9.600 €; spese condominiali 100 € mensili (1.200 € annue).
Canone di affitto annuo Spese condominiali € 9.600 € 1.200 =
€ 8.400 -
Deduzione forfetaria del 15%
su € 8.400
€ 1.260 =
Reddito effettivo
€ 7.140
Il reddito effettivo così determinato, derivante dall’affitto dell’immobile, verrà
sommato agli altri redditi del contribuente, a cui si applicano le aliquote per
scaglioni di reddito che - lo ricordiamo
- sono progressive.
Nei casi di locazione a canone convenzionato (art. 2 comma 3, Legge 9 dicembre 1998, n.431) le agevolazioni previste
in favore del proprietario consentono
un’ulteriore riduzione del 30 per cento
del reddito effettivo.
Dal 1 gennaio 2011, a valere sulla dichiarazione dei redditi 2012, il proprietario,
che deve necessariamente essere una
persona fisica, che cede un immobile in
locazione per finalità abitativa (categorie
catastali da A/1 ad A/11, esclusa A10),
potrà optare (attenzione: non è un obbligo!) per due nuovi regimi fiscali sosti-
tutivi: un’aliquota secca del 21% sul canone a mercato libero, che interessa circa
l’80% delle case in affitto, oppure del
19% per i contratti a canone concordato relativi ad immobili situati in comuni
ad alta densità abitativa. La locazione
abitativa va verificata anche sulla qualifica del conduttore. Se quest’ultimo è
un’impresa, la cedolare non potrà essere
applicata, anche se il fine della locazione
è abitativo. La scelta per il regime sostitutivo si effettua in sede di registrazione
del contratto di affitto, mentre in caso di
contratti già in corso, nella dichiarazione
dei redditi relativa ai redditi 2011 (Mod.
730 o Unico 2012).
La scelta tra la cedolare secca e il regime
attuale è affidata al proprietario in base
al calcolo della convenienza. Il proprietario, che opterà per la cedolare secca, non
potrà più aumentare l'affitto con la rivalutazione Istat per il periodo di esercizio
dell’opzione, con un piccolo vantaggio,
in questo caso, anche per l’inquilino.
L’opzione per la cedolare dovrà essere
effettuata, avvisando l’inquilino con una
lettera raccomandata: chi non dice nulla non effettuerà alcuna scelta e rimarrà
nell’attuale regime. Inoltre, per chi inizia
un nuovo contratto, la registrazione elimina la formalità della comunicazione al
commissariato di Polizia del nominativo
dell’inquilino.
L’analisi di convenienza dell’opzione per
la cedolare secca va fatta caso per caso.
Sono, infatti, molte le variabili che influiscono sul calcolo del carico fiscale.
La cedolare premia i redditi più alti e
la convenienza è tanto maggiore all’aumentare dell’aliquota marginale del contribuente.
In sintesi, i benefici dell’opzione per la
cedolare secca sono i seguenti:
• Imposta sostitutiva del 21 per cento
sul totale del canone (19% per i contratti a canone concordato) contro l’Irpef progressiva e addizionali sull’85%
del canone (59,5% per i canoni concordati)
• Esenzione dalle imposte di registro e
bollo
La cedolare secca presenta invece i seguenti svantaggi:
• La tassazione del canone di affitto,
che non concorre più alla formazione del reddito, rischia di impedire al
contribuente di “assorbire” per intero
eventuali oneri deducibili, oppure detrazioni di imposta.
• Il locatore deve rinunciare, per tutta
la durata dell’opzione, all’applicazione di aumenti del canone, inclusi gli
aumenti Istat.
Questa riforma della tassazione sugli affitti introduce anche una serie di contromisure sui proprietari “infedeli”; infatti,
chi ha affittato una casa senza un regolare contratto registrato entro 30 giorni
dalla stipula, oltre alle sanzioni si vedrà
imporre un canone,che potremmo definire “low cost”, pari al triplo della rendita catastale (rendita che solitamente è
molto bassa) per quattro anni.
SINDACATO E SERVIZI
salute
Appello dei ginecologi alle under 45
VACCINATEVI
CONTRO HPV
è l’unica arma per ridurre
significativamente il rischio
F
ate il vaccino anti-Hpv". E'
l'appello che la ginecologa
Alessandra Graziottin, presidente dell'omonima fondazione, lancia alle under 45. L'esperta ribadisce l'importanza della prevenzione,
primaria e secondaria, contro le patologie causate dal Papillomavirus umano
(Hpv). Per le ragazze come per le donne adulte. "Contrarre il virus - spiega
la direttrice del Centro di ginecologia
e sessuologia medica dell'ospedale San
Raffaele Resnati di Milano - può significare per la donna ammalarsi di cancro
del collo dell'utero, tumore della vulva e
della vagina, lesioni precancerose e condilomi genitali. Il Papillomavirus umano
può comportare sofferenza non solo per
la donna, ma per la coppia". Per proteggersi, sottolinea Graziottin, bastano tre
mosse: usare regolarmente il profilattico
per ridurre la probabilità di contrarre il
virus, vaccinarsi, sottoporsi regolarmente
a controlli di screening con il pap-test ed
eventuali ulteriori esami, quando indicati. Oggi sono disponibili due vaccini: un
vaccino bivalente efficace verso i tipi di
Hpv 16 e 18, indicato nella prevenzione di lesioni precancerose della cervice
uterina e del cancro del collo dell'utero
nelle donne dai 10 ai 25 anni. Un vaccino quadrivalente, efficace verso i tipi
di Hpv 6, 11, 16 e 18, indicato per la
prevenzione del cancro del collo dell'utero, delle lesioni precancerose del collo
dell’utero, della vulva e della vagina e
anche dei condilomi (verruche genitali)
in donne dai 9 ai 45 anni (età fino alla
quale è già stata documentata l'efficacia
del quadrivalente) e nei maschi dai 9 ai
news
15 anni. Ogni anno in Italia sono oltre
3.500 i casi di cancro al collo dell'utero e
120 mila quelli di condilomatosi genitale
nelle donne. L'appello alle under 45 per
una maggiore attenzione alla salute ginecologica è supportato dai numeri: "Molti
studi internazionali riportano un aumento (negli ultimi 20 anni) dei tumori vulvari in donne di età inferiore ai 50 anni".
Per quest'ultima neoplasia non esiste
un sistema di screening organizzato. La
diagnosi arriva spesso in ritardo e l'intervento terapeutico è invasivo. "La vaccinazione è l'unica arma a disposizione per
proteggersi", incalza Graziottin. "perché
contrarre l'Hpv non è un rischio che si
corre una volta sola nella vita. Vaccinarsi
significa mettersi al sicuro perché si riduce il rischio (fino al 65%) di ammalarsi di nuovo". Ecco perché, prosegue la
news
IN ARRIVO LA PILLOLA CONTRO LA
SCLEROSI MULTIPLA
E
ntro la fine del 2011 approderà in Italia un nuovo farmaco
salva-vita volto a guarire completamente i 2,5 milioni di
malati di sclerosi multipla presenti in
tutta Europa. La pillola, prodotta dalla
casa farmaceutica Novartis, si chiamerà
“Gilenya” e rappresenterà il primo trattamento anti-sclerosi multipla da prendere
per via orale. Già disponibile negli Stati
Uniti, sarà approvato dalle autorità europee entro la fine dell'anno solare. Il
farmaco permetterebbe, secondo le
sperimentazioni, di ridurre la nocività dei globuli bianchi alterati, impedendo a queste piccole particelle del
sangue di raggiungere e danneggiare
il cervello. I globuli bianchi, infatti,
nei soggetti malati di sclerosi, attaccano le cellule cerebrali, inabilitando il soggetto verso qualsiasi attività
sociale (camminare, nutrirsi, vestirsi,
parlare) svolta normalmente in pre-
cedenza. I risultati scientifici mostrano
l’efficacia significativa di “Gilenya” anche nel ridurre le ricadute ed il rischio
di aumento di inabilità sociale e numero
di danni cerebrali sul paziente. Sembra
quindi ormai possibile curare una delle
malattie più diffuse e temute con una
piccola pillola. Speriamo soltanto che la
Commissione Europea approvi quanto
prima il prodigioso farmaco salva-vita.
B
specialista, anche i medici devono capire
"l'importanza di consigliare la vaccinazione a tutte le donne, non solo alle giovanissime". Per sensibilizzare l'universo
rosa su Hpv e malattie sessualmente trasmesse, Graziottin cura spazi informativi
sul sito www.fondazionegraziottin.org.
La Fondazione comunica anche tramite
il social network Facebook. Ma la strada per coinvolgere le donne nella lotta
al Papillomavirus umano, conclude la
specialista, è ancora lunga. A distanza di
poco più di due anni dalla partenza della campagna di vaccinazione anti-Hpv,
in Italia "si è ancora lontani dagli obiettivi di copertura vaccinale prefissati".
L'ultimo rapporto pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, sottolinea che la
percentuale di 12enni vaccinate (per loro
l'iniezione è gratuita) è ferma al 53%
CIOCCOLATO MINIERA DI
ANTIOSSIDANTI
uone, anzi ottime notizie per i
golosi di cioccolato. Se la frutta
è una nota fonte di preziosi antiossidanti, secondo una nuova
ricerca il cioccolato è un 'super-frutto', una
vera miniera di queste sostanze benefiche:
contiene infatti addirittura più polifenoli
e flavonoidi del succo di frutta. Tanto che,
quando i ricercatori dell'Hershey Center
for Health & Nutrition (USA) hanno confrontato l'attività antiossidante della pol-
vere di cacao con quella di alcuni frutti in
polvere, sono rimasti stupiti. Grammo contro grammo, nella polvere di cacao si celano
più antiossidanti e un maggior quantitativo
totale di flavonoidi, i 'nemici' dei radicali
liberi alleati dell'invecchiamento. Non solo,
su 'Chemistry Central Journal' il team ha
confrontato anche il quantitativo di antiossidanti del cioccolato fondente, del cacao,
del cioccolato caldo e dei succhi di frutta.
Ebbene, cioccolato fondente e cacao possiedono il massimo livello di capacità
antiossidante e hanno un contenuto di
preziose sostanze salutari più elevato dei
succhi di frutta. Il cioccolato caldo, invece, figura all'ultimo posto della classifica. Probabilmente a causa del processo
di lavorazione. "I semi di cacao sono un
'super frutto' - conclude Debra Miller,
primo autore dello studio - ricco di valore nutritivo, ben oltre la sua composizione di macronutrienti". Una grande
notizia per gli amanti del cioccolato.
25
nonsolobanca
angolo del sociologo
SFATATI I LUOGHI COMUNI SULL’ITALIA FAMILISTA E PACIONA
IN ITALIA SI RESTRINGE LA RETE
DELLE RELAZIONI SOCIALI
Lo rivela uno studio dell’Università di Verona. La restrizione è più forte fra i ceti meno abbienti, che
non fra quelli ricchi. Per chi ha più denaro e prestigio, c’è anche più capitale sociale. Sono più le
donne quelle da cui ci sia aspetta un aiuto
di Domenico Secondulfo, Ordinario di Sociologia Generale – Università di Verona
U
n diffuso luogo comune vuole che, soprattutto in tempi
di crisi, gli italiani si differenzino fondamentalmente
dal resto del mondo per il patrimonio
di sostegno ed aiuto reciproco, da parte
dei parenti e degli amici, su cui possono contare, e che questa rete di aiuti e
sostegni reciproci sia più forte ed estesa tra i ceti popolari che non tra quelli elevati, secondo l'immagine di una
maggiore e più ampia solidarietà tra i
"poveri" che non tra "i ricchi".
Ebbene, si tratta di due luoghi comuni
ambedue falsi. Da una ricerca nazionale basata su un campione di oltre 1000
italiani, condotta dal gruppo di ricerca
sulle reti relazionali dell'Università di
Verona, e pubblicata sul numero due
della rivista on-line "Italian Sociological
Review" da Paola Di Nicola, uno dei
più eminenti studiosi italiani di queste
tematiche, risulta senza possibilità di
dubbio che l'ampiezza delle reti relazionali degli italiani è sorprendentemente
scarsa: ogni italiano può fare riferimento in media su quattro persone, com-
26
presi i parenti e il partner. E, come al
solito in una famiglia, sono più le donne che non gli uomini quelle da cui ci
si aspetta un aiuto. Non è un granché
per una nazione familista e piaciona
come la nostra. Queste quattro persone
sono essenzialmente il coniuge, i genitori, uno o due amici o forse un collega
di lavoro. Ma la cosa più simpatica
è che questa rete si è, negli
anni, ridotta di ampiezza
e di ricchezza, passando da reti ampie ed
al cui interno circolavano risorse
di vario genere,
a reti ristrette
al cui interno
circola
sostanzialmente sostegno
emotivo ed
economico.
La restrizione,
inoltre, è stata
più forte nei ceti
bassi, per cui, se
guardiamo la distribuzione per classe
sociale dell'ampiezza delle reti di relazione, vediamo che questa ricchezza,
che noi sociologi chiamiamo "capitale
sociale", va di pari passo con tutti gli
altri tipi di ricchezze, per cui chi ha
di più di altre cose (denaro, prestigio,
posizione sociale ecc.) ha anche più capitale sociale, cioè più persone su cui
poter fare affidamento in caso
di bisogno, ed anche più
diverse tra loro, per cui
aumenta il numero
dei bisogni che possono essere soddisfatti dalla rete.
Se poi ci volessimo chiedere
in quali zone
d'Italia queste
reti di relazione
sono più ampie,
ecco
un'altra
sorpresa, non è
il sud familista
e solidale delle
soap opera televisi-
ve ad avere le reti più ampie, ma sono
il centro ed il nordest, che sono anche
tra le aree più ricche del paese. Questo
significa anche che le reti di relazione,
a questo punto, non sono in realtà in
grado di svolgere quella funzione di
ammortizzatore rispetto ai problemi
che una crisi economica, come quella
che stiamo attraversando, può generare
proprio nelle aree più svantaggiate della
nostra società, visto che sono proprio
queste ad avere la minore disponibilità
di questa risorsa sociale.
Questo colpisce soprattutto il sud, dove
la presenza non soltanto di una famiglia
in senso stretto, ma anche di un'ampia
parentela, lasciava pensare ad un'ampiezza molto più alta delle reti di relazione su cui ciascuno può fare conto.
Evidentemente l'assottigliarsi, anche al
sud, delle relazioni basate sulla parentela non è stata sostituita da un sufficiente
incremento di relazioni maggiormente
fondate sulla libera scelta personale,
come quelle di amicizia.
Stiamo comunque parlando di differenze abbastanza basse, visti i dati generali che vi ho appena presentato. E
chi sono, a questo punto, le persone
che possono maggiormente contare su
questa risorsa? Ancora una volta quelli che ne hanno meno bisogno, cioè
le persone tra i 35 e i 55 anni di età,
quindi nel pieno del successo sociale e
professionale.
C'è però una buona notizia: l'indagine
ha dimostrato che la struttura e l'ampiezza delle reti di relazione, non hanno
alcuna influenza sulla sensazione di benessere e di soddisfazione che possiamo
avere rispetto alle cose importanti della
vita, ma che questa deriva, soprattutto,
da un confronto prospettico tra quelle
che erano le nostre aspettative, tra quella che era la nostra vita nel passato e la
situazione in cui ci troviamo in questo
momento, oltre agli obiettivi che abbiamo più o meno raggiunto nella nostra vita. Anche per questo le persone
più soddisfatte sono proprio quelle di
mezza età, mentre a giovani ed anziani
non mancano i problemi, sia pure di
segno diverso. Alla luce di questi dati,
possiamo tirare un sospiro di sollievo,
vista la situazione attuale, le probabilità
di essere molto soddisfatti nel prossimo
futuro sono decisamente altissime.
Chi desiderasse inviare un messaggio all’autore, può farlo per
e-mail all’indirizzo
domenicosecondulfounivrit.
Indispensabile indicare
“FABI” nell’oggetto, altrimenti
l’antispammer cestinerà le mail.
nonsolobanca
hi tech
Bold 9900, una tastiera perfetta
Display touch e prestazioni top per il nuovo BlackBerry
Q
ualità ed ergonomia della tastiera sono sempre state tra le
caratteristiche più apprezzate
della serie BlackBerry Bold,
gli smartphone top di Rim particolarmente amati da chi fa un uso intensivo della
posta elettronica. L’ultimo modello della
serie, BlackBerry Bold 9900, si stacca però
perfino dai predecessori grazie a una ta-
stiera che rasenta la perfezione per qualità
di costruzione, spaziatura, dimensioni dei
tasti e feedback offerto durante la battitura, riuscendo così ad accontentare perfino
chi rimpiangeva il vecchio Bold 9000 per
via delle maggiori dimensioni. Al contrario del suo fortunato predecessore, il 9900
completa però il comfort generale grazie
all’ampio display di tipo touch abbinato
all’ultima versione del sistema operativo
BlackBerry e a un hardware decisamente
più potente rispetto al passato, che insieme consentono di gestire ogni tipo di
operazione in modo semplice ed efficace.
La maggior potenza e il browser di nuova
generazione riescono per esempio a gestire la navigazione web a livelli pari a quelli
degli smartphone basati su sistema operativo Android e dello stesso iPhone, con
una velocità superiore del 50% rispetto ai
BlackBerry di generazione precedente. Il
display di tipo multitouch permette inoltre di ridimensionare i dettagli delle pagine visualizzate con l’ormai classico gesto
del pich, o pizzico, oltre che di selezionare
molte icone per attivare le varie funzioni
semplicemente toccando i display da 2,8
pollici, che si è dimostrato nel corso della prova perfetto anche per fruire delle
potenzialità multimediali di Bold 9900.
Lo schermo ha infatti una risoluzione di
640x480 pixel ma, soprattutto, una densità di 287 punti per pollice, che si traduce nella pratica in fotografie e testi ricchi
di dettagli in cui i singoli pixel non sono
distinguibili. Nessun problema quindi
nell’utilizzo di Bold 9900 anche per svago,
come nel caso della cattura di immagini
con la fotocamera digitale da 5 megapixel
e stabilizzatore di immagini digitale o video in qualità HD, oppure per scaricare
una delle migliaia di applicazioni disponi-
avviso ai naviganti
E
ldy è un software gratuito, che
semplifica l’utilizzo del computer per alcune delle più comuni attività di navigazione.
Il progetto è tutto italiano: nasce dall’idea di Eldy, una onlus costituita per promuovere l’inclusione di persone anziane
e disabili e per favorire la diffusione degli
strumenti informatici nelle fasce della
popolazione meno esperta.
Chi non ha familiarità con l’informatica
e i sistemi operativi, è destinato a rimanere escluso dalla grande comunità dei
cybernauti? La parola magica è “e-inclusion”, voce del verbo “rendere possibile a
tutti” l’accesso a Internet.
Spesso si dimentica che molte persone
sono escluse dai vantaggi che noi diamo
per scontati: si tratta di coloro che hanno passato la mezza età e che con il computer non hanno dimestichezza.
Molte persone possono arricchire la propria vita e aprire un mondo nuovo, grazie al programma semplificato ELDY, un
sistema operativo friendly che consente
di compiere le azioni di base: navigare,
http://www.eldy.org
Per gli over 60 con poca confidenza con il Web
Oggi c’è Eldy
bili su App World, il negozio digitale di
Rim che si presenta in una forma grafica rinnovata ideale per l’uso con display
touch. Nonostante lo schermo di nuova
generazione, Rim ha curato anche i classici
comandi BlackBerry, che continuano a essere un punto di riferimento per l’ergonomia d’uso e sono utilizzabili senza problemi anche con una sola mano. Il touchpad
ottico è ora illuminato a led, così come la
tastiera, mentre un tasto integrato nell’elegante cornice metallica che circonda Bold
permette di bloccare tastiera e display in
un solo movimento. Tutte queste caratteristiche non hanno però influito sul peso
e sullo spessore di Bold 9900, pari rispettivamente a 130 grammi e appena 10,5
millimetri, né sulla durata della batteria
che raggiunge il traguardo della giornata
anche in caso di uso impegnativo e nonostante la presenza di un processore da 1,2
Ghz abbinato a una scheda grafica dedicata. Un’iniezione di potenza che si percepisce subito nell’uso quotidiano, a partire
dallo scrolling immediato e veloce di pagine e testi, di mail e messaggi impegnativi.
Da notare, infine, che Bold 9900 è dotato,
oltre che delle classiche schede Bluetooth,
Wi-Fi e Gps, anche di un modulo Nfc,
che lo rende pronto per sfruttare tutti i
vantaggi delle tecnologie radio a breve distanza come micropagamenti e autenticazione in parcheggi e mezzi pubblici.
zazione, l’inclusione sociale, l’e-welfare e
l’ e-governement.
Insomma, un programma gratuito che,
una volta scaricato (magari da un nipote), mette nelle condizioni chiunque
(con un piccolo aiuto), di poter accedere
al Web.
di Bruno Pastorelli
spedire un’e-mail, chattare, visualizzare
video, scrivere e stampare testi. Sei pulsanti ben visibili sullo schermo, che semplificano la vita ai seniors e consentono
una loro graduale inclusione nel web.
Eldy è uno strumento utile, ma da solo
non è sufficiente per accompagnare le
persone nel delicato approccio alla Rete.
Una strategia, che può portare frutti
interessanti, prevede l’affiancamento di giovani o di baby pensionati che,
all’interno di istituti, circoli e - perché
no? – delle strutture territoriali FABI,
possano accompagnare quanti hanno
meno confidenza con il computer in un
piacevole approccio con il web. Oggi Internet è una grande risorsa, che consente
di condividere preziosi beni inimmagi-
nabili. Proprio per questo
andrebbero fatti tutti i
tentativi possibili per non
lasciar fuori nessuno.
Il grande successo riscontrato in questi anni
da questo programma è
dovuto a tutti coloro che
hanno creduto e collaborato ai progetti, grazie
ai quali Eldy è diventato
molto più di un semplice
programma per il computer.
Data la facilità d’uso, Eldy
è stato scelto della Pubblica Amministrazione per
promuovere l’informatiz-
27
nonsolobanca
"di Ascanio Celestini"
IL “MANICOMIO
ELETTRICO”
di Valerio Carangella
"I
matti, a cosa servono i matti?”. È questo l’interrogativo, provocatorio, che per
anni ha spinto il cantastorie, Ascanio Celestini, a raccogliere storie di malattie mentali e manicomi. La
sua ricerca sulla vita manicomiale è durata anni e lo ha portato in diverse città
italiane, per visitare i luoghi degli ex
manicomi e per raccogliere memorie ed
esperienze dirette degli infermieri che
hanno dovuto affrontare quelle realtà.
L’autore, come un vero e proprio artigiano di racconti, ha plasmato e rimodellato questo immenso lavoro, dando
vita ad una pièce teatrale, ad un libro ed
ora anche ad un film: La Pecora Nera.
Uscito nelle sale ad Ottobre 2010 ed
ora disponibile in dvd (con un’edizione impreziosita da un libro ed un documentario che svela i retroscena del
film e le storie vere a cui il regista si è
ispirato per il film), è stato uno dei migliori lavori italiani in concorso alla 67ª
mostra del cinema di Venezia. Il cantastorie del programma della Dandini,
Parla con me, ha deciso di imbracciare
segnalibro
per la prima volta la macchina da presa
per raccontare uno spaccato di mondo
che non è solo quello della malattia
mentale, ma è anche quello dei “favolosi anni sessanta”: gli anni del cremino e
di sapore di sale, ma anche gli anni dei
manicomi elettrici, prima della legge
Basaglia, in cui troppo spesso si usava
l’elettroshock per mettere ordine nelle
teste disordinate di persone etichettate,
sbrigativamente, con il termine “pazzi”.
In questo contesto si svolge la storia di
Nicola, un bambino molto fantasioso,
ma timido, introverso ed incompreso,
per questo considerato dalla famiglia
“uno che si inventa le cose”, dalla maestra un bambino “debole di cervello”.
Attraverso una serie di flashback e l’utilizzo della voice off, il regista narra la
sua infanzia (il Nicola bambino è abilmente interpretato dal giovanissimo
Luigi Fedele, per la prima volta sullo
schermo), trascorsa tra la campagna ed
il manicomio in cui era ricoverata la
madre, con una famiglia rozza ed assente e le piccole sconfitte della vita che
lasciano dei solchi profondi (come la
Carmine Santoro
L’ILLECITO AMMINISTRATIVO
IN MATERIA DI LAVORO
ESI Edizioni Scientifiche Italiane Napoli 2010
pagg.355, € 38,00
I
di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane
l procedimento amministrativo
sanzionatorio del lavoro è parte
importante della galassia degli illeciti amministrativi che, nell'ordinamento italiano, sono oggetto di una
disciplina generale modellata su quella
dei reati (c.d. modello parapenalistico)
contenuta al Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689.
Detta interazione normativa contraddistingue la procedura non solo per la
tradizionale impostazione repressiva,
propria dei procedimenti punitivi in ge-
28
nerale, ma anche per un’innovativa impostazione ripristinatorio-promozionale,
diretta al recupero dell’interesse leso con
le inosservanze; un simile dualismo genetico e funzionale contrassegna il meccanismo sanzionatorio del diritto del lavoro e previdenza sociale, ed è trattato con
misura e completezza in questo testo edito a cura della prestigiosa ESI Edizioni
Scientifiche Italiane, primaria realtà
dell’editoria partenopea e nazionale.
Carmine Santoro, funzionario ispettivo
del Ministero del Lavoro che vanta al
non accettazione dei compagni di classe
e della piccola Marinella, la sua prima
cotta). Come fosse un destino segnato, anche Nicola finisce in manicomio,
quello che lui chiamava il condominio
dei santi, crescendo tra cancelli e lucchetti, con la sola compagnia di una
suora che fa le puzze ed il suo alter ego
(interpretato da Giorgio Tirabassi) che
sogna le riviste di donne che leccano gli
uomini. L’unico momento di illusoria
libertà ed evasione, era la quotidiana
spedizione al supermercato per fare la
spesa. È qui che incontra la sua vecchia
e forse unica fiamma, Marinella, che lo
porrà di fronte alla realtà: ma a quelli
come lui è concessa una seconda possibilità, un riscatto, o il re-inserimento
in società è negato per sempre? Anche
se alle prese con il linguaggio cinematografico, Celestini non tradisce il suo
talento di teatrante e poeta, mescolando sapientemente il linguaggio del
cinema con quello dell’affabulazione,
fatto di filastrocche, fiabe urbane, piccoli racconti metaforici e mantra ripetuti all’infinito, che rendono al meglio
l’alienazione dei malati mentali. Il cantore della borgata romana, fra Petrolini,
Dario Fo e Marco Paolini, si congeda
dallo spettatore, affidando le disarmanti battute finali ad Alberto Paolini, un
ex paziente che ha vissuto quarant’anni in manicomio (personaggio a cui è
ispirato il film): “Com’è possibile, mi
domando a volte camminare sui prati
verdi e avere l’animo triste? Essere immersi nel caldo del sole mentre tutto
d’intorno sorride e avere l’angoscia nel
cuore? Lasciate a noi le vostre tristezze! A noi, che non possiamo andare nei
prati e non vediamo mai il sole”.
suo attivo una complessa ed articolata
esperienza nei vari ambiti funzionali ed
operativi della amministrazione di competenza, pubblicista valente ed apprezzato, formatore specializzato in materie
di lavoro e previdenza, componente del
Gruppo Interpelli istituito presso la D.G.
Attività Ispettiva del Minlavoro, collaboratore di ADAPT presso l’Ateneo di
Modena e Reggio Emilia, non ha certo
bisogno di presentazioni.
Tuttavia, la particolare meritorietà della
sua ultima fatica editoriale sta proprio
nel fatto di avere offerto al pubblico degli studiosi e degli operatori una prima
ricostruzione organica del procedimento
sanzionatorio ed amministrativo in materia di lavoro, dalla fase d’iniziativa fino
all’epilogo giudiziale, sia dal versante delle normative primarie sia da quello delle
disposizioni del dicastero di appartenenza.
L’approccio è rigoroso, scientifico e accurato nell’utilizzo dell’ermeneutica
giurisprudenziale e nell’analisi de gli
orientamenti dell’Amministrazione, ma
l’obiettivo di fondo è pur sempre quello
– va ribadito, altamente apprezzabile –
La Pecora Nera
Italia: 2010.
Sceneggiatura Ascanio Celestini,
Ugo Chiti, Wilma Labate.
Interpreti Ascanio Celestini, Giorgio
Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis,
Nicola Rignanese, Barbara Valmorin,
Luigi Fedele.
Regia Ascanio Celestini.
di offrire un corretto inquadramento ed
una concreta soluzione alla molteplicità
di aspetti e profili critici, che si addensano nella materia della ricerca e sanzione
dell’illecito lavoristico-previdenziale.
nonsolobanca
PAESE CHE VAI, ITALIA CHE TROVI
Alla scoperta di
Nardò (LE)
Tesori barocchi e mare cristallino per curare
il morso della Tarantola
di Vale
O
gni stralcio di terra, della
nostra bella Italia, è legata
ad una storia e ad una cultura le cui radici affondano
in passati lontani. La terra del Salento,
denominata Tacco d’Italia, cela ricchezze di grande valore artistico, culturale
ed ambientale, che raccontano di civiltà antichissime e che meritano di essere
conosciute ed ammirate.
Vero è che la penisola salentina ha conosciuto negli ultimi anni un forte aumento del turismo, grazie soprattutto
alla “movida” di alcune città (si veda
Gallipoli, Otranto) o all’evento di grande portata de La notte della Taranta a
Melpignano (quest’anno si è contata
una presenza di circa cento mila persone), ma ci sono angoli ancora tutti da
scoprire, come ad esempio Nardò.
A una decina di km da Gallipoli, attraversando il territorio dolcemente collinare delle Murge, si trova questa cittadina i cui tesori testimoniano il passaggio di genti, fin da tempi antichissimi:
dalla civiltà messapica, a quella greca,
romana e bizantina.
Ci sono addirittura testimonianze risalenti alla preistoria, in particolare nella
Baia di Uluzzo. Gli elementi archeologici rinvenuti nelle grotte di "Uluzzu" e
del "Cavallo", sono considerati come le
prime manifestazioni di arti figurative
esistenti in Europa.
ancor’oggi, nel particolare dialetto parlato in queste zone (che i salentini orgogliosamente definiscono vera e propria
lingua). Anche le successive dominazioni hanno contribuito alla formazione
di questa lingua molto particolare: dai
Longobardi e ai Normanni, passa poi
sotto agli Svevi e agli Angioini.
I turchi e Venezia furono gli ultimi dominatori prima che Nardò diventasse
alla fine del 15° secolo il centro di un
piccolo, ma fiorente ducato. La città
iniziò in quel periodo la competizione
con Lecce, sia sotto l’aspetto culturale
che artistico.
Con i Bizantini si ebbe l’incremento
della presenza dei monaci Basiliani,
che diffusero la costruzione in grotte. Infatti, numerosi furono i villaggi
rupestri, come quello in contrada Le
Tagliate e le cripte, come quella di S.
Antonio Abate (le cui pareti interne accolgono una ricca decorazione pittorica
di stile bizantino).
Nel centro abitato i monaci fondarono
l'Abbazia di Santa Maria di Nerito, su
cui ora sorge l’attuale Cattedrale dalla
facciata settecentesca, ma dalle origini
normanne, fondata intorno all’anno
mille (di notevole rilevanza è il Cristo
Nero del XIII secolo) nel cui interno
sono ben visibili le sovrapposizioni delle varie epoche, con elementi in stile
romanico, bizantino e barocco.
In seguito alla dominazione bizantina e
alla fondazione dell'abbazia basiliana, la
lingua greca divenne la principale lingua di Nardò, elemento rintracciabile,
Girando per le caratteristiche vie è possibile visitare le piccole botteghe d’artigianato (in cui si effettua la lavorazione
della pietra di carparo e del vetro), ma
anche degustare prodotti tipici tra cui
le tradizionali friseddhe o frise, ciambelle di pane biscottato, realizzato spesso con grano d'orzo, ammorbidito con
acqua e quindi condita con olio, sale e
pomodoro; o la rinomata pasticceria, in
cui si distinguono il pasticciotto leccese
ripieno di crema pasticcera, le bocche
di dama e i dolcetti a base di pasta di
mandorla.
Università ed edifici in stile barocco e
rococò sorsero nell’arco dei secoli successivi come il Palazzo della Pretura,
la chiesa di San Trifone (eretta per volontà popolare per la fine miracolosa di
un’invasione di cavallette; San Trifone,
infatti, è protettore delle colture dalle cavallette e dagli insetti nocivi), la
Fontana del toro (la leggenda racconta
che la città sia stata fondata nel punto in cui un toro abbia fatto sgorgare
l’acqua) o la Guglia dedicata all'Immacolata Concezione, realizzato in carparo (la tipica pietra locale). Opere che,
come in un palcoscenico posto proprio
nel centro della città, affacciano tutte
su Piazza Salandra, rendendola il fulcro
della vita cittadina.
Il tutto accompagnato da famosi e pregiati vini DOC come il Primitivo di
Manduria, il Negroamaro ed il Nardò
che, in occasione dell’arrivo dell’estate
di San Martino, si potranno degustare
insieme al Novello, in giro per le migliore cantine, all’evento San Martino in
Cantina, che si terrà il 13 novembre.
itinerario consigliato
Il Parco naturale regionale Porto Selvaggio e
Palude del Capitano, un'area di grande interesse
storico-naturalistico caratterizzata da pinete,
macchia mediterranea e zone umide, che comprende la zona del parco naturale regionale
attrezzato di "Porto Selvaggio - Torre Uluzzi" e
la Palude del Capitano, classificata come area
naturale. Volendo fare un bagno fuori stagione,
è da visitare la scogliera di Torre dell'Alto, qui
l’accesso al mare è piuttosto complicato, ma ci
sono alcuni punti in cui è possibile raggiungerlo
e immergersi nelle sue acque cristalline e ricche
di fauna e flora marine.
mangiare e dormire
Agriturismo La Lucia, antica masseria fortificata
di fine ‘800 in cui è possibile gustare una cucina
casereccia e sana ed alloggiare in camere confortevoli ed accessoriate; in zona S. Isidoro (marina di Nardò) s.p. 112 Nardò – Avetrana
(per contatti 0832/948771). Ristorante Modo,
situato nel centro storico (Via Duomo,20);
B&B Francesco Rismondo (Via F. Rismondo Strada Cucchiara Porto Selvaggio, 36/37)
29
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altroturismo
S
FIABE DELLE
Sàrmede (TV), Palazzo Municipale, dal 23 ottobre al 18 dicembre 2011
TERRE D’INDIA
Una scelta che, se rispetta il lungo giro del mondo per fiabe, che
impegna da alcuni anni la Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia, risulta di attualità tutta particolare
di Arturo
30
arà il successo dei film di Bollywood, sarà lo stupore per
la crescita economica, sarà la
penetrazione nelle culture occidentali di filosofie e mistica indiane,
certo l’India incuriosisce e stupisce.
Per chi sull’India, sino a non molti anni
fa, non andava oltre ai ricordi di Kim
di Kipling e dei Corsari di Salgari, oltre
che alle storie di maharaja favolosi e di
povertà drammatiche, la scoperta delle
infinite sfaccettature di questo immenso
subcontinente genera grande interesse.
Tutta l’India, dalle nevi dell’Himalaya
alle spiagge monsoniche dell’Oceano,
ribolle di storie. Sullo sfondo di città
come Calcutta, Benares, Delhi, lungo le
rive del Gange, nelle pianure e nelle giungle, si tramandano storie che vedono
protagonisti elefanti, tigri, serpenti, e
poi yogin, brahmani, servitori furbi o
sottomessi, asceti e guerrieri, vecchi re
e saccenti principesse, bambini curiosi
e bestie credulone. A trasmettere, con il
linguaggio figurato della fiaba, contrasti
vertiginosi e sublimi grandezze.
Fiabe tratte da un bacino immenso, che
contempera le tradizioni indù e quella
musulmana, le memorie di antiche tribù
e di moderne affollate metropoli, storie
di antica nobile tradizione, come quelle
tratte dalla letteratura Panchatantra e
Kathasaritsagara, insieme con l’oralità
del quotidiano.
Su questi temi, sull’enorme patrimonio di fiabe del continente indiano, la
Mostra Internazionale d’Illustrazione
per l’infanzia ha chiamato a lavorare i più
importanti illustratori al mondo.
Con loro, i nuovi talenti: gli allievi della
Scuola Internazionale d’Illustrazione
nell’estate del 2011, tra le colline di Sàrmede, seguiranno i corsi dei grandi maestri. Per carpire insegnamenti e segreti,
un po’ come faceva Kim con il suo guru,
per imparare a trasmettere storie raccontate, in questo caso, non con le parole,
ma con le immagini.
Le immagini della fantasia
29a Mostra Internazionale
d’Illustrazione per l’Infanzia
Sàrmede, Palazzo Municipale
23 ottobre – 18 dicembre 2011
e 6 gennaio - 15 gennaio 2012
Orario: feriali 9.00-13.00
14.00-16.00/20.00-21.30;
festivi e prefestivi 10.00-12.30
14.30-21.30.
Museo Zavrel - sopra Unicredit
Banca: sabato, domenica e festivi
10.00-12.30 e 14.30-19.00.
Incontri con illustratori, editori ed
esperti, visite guidate e laboratori
didattici per le scuole, corsi
d’illustrazione, letture animate,
workshop creativi per bambini,
concerti e percorsi tra gli affreschi.
Informazioni: tel. +39 0438/959582
nonsolobanca
altroturismo
Marsala, Convento del Carmine, sino al 15 gennaio 2012
UGO ATTARDI.
L’erede
selvaggio
Opere 1944 – 2002
di Arturo
"L
erede selvaggio” è il titolo del romanzo con
cui Ugo Attardi, finalista allo Strega, vinse nel
1971 il Premio Viareggio. Quel titolo
diventa sottotitolo della grande retrospettiva che l’Ente Mostra di Pittura “Città di
Marsala”, in collaborazione con l’Archivio
Ugo Attardi, propone all’ex Convento del
Carmine di Marsala dal 15 ottobre 2011
01
UGO ATTARDI
L’erede selvaggio.
Opere 1944 – 2002
Marsala, Convento del Carmine
Pinacoteca Civica (Piazza Carmine,1)
Sino 15 gennaio 2012Orario:
tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 18
alle 20. Chiuso il lunedì
Biglietto d’ingresso: euro 3,00.
Catalogo Silvana Editoriale
Informazioni: 0923/711631
www.pinacotecamarsala.it
[email protected]
al 15 gennaio 2012. Si tratta della prima
retrospettiva che prende in considerazione tutti gli ambiti della produzione artistica di Attardi: pittura, scultura, grafica
e, naturalmente, letteratura e giornalismo.
“L’erede selvaggio” racconta dell’infanzia
e della formazione siciliana dell’artista,
nato in Liguria. Il peso di questa “sicilianità”, intesa come eredità, stimolo culturale e impegno sociale, si avverte in tut-
02
03
ta la produzione di Attardi, intellettuale e
fine artista, che sa attraversare un secolo
complesso dell’arte italiana ed europea
secondo un proprio originale percorso.
Si va dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni Quaranta, alle
ricerche degli anni Cinquanta e oltre. In
particolare la mostra ripropone, dopo decenni, opere capitali della sua produzione,
come i dipinti monumentali “Crocifissione a Saragozza” (1964-’65) e “Gli assassini”.
È un’occasione rara di confrontarsi con
opere importanti della storia dell’arte italiana del secondo Novecento che, all’epoca
della loro prima apparizione, suscitarono
un intenso dibattito critico.
Ai dipinti è affiancata un’ampia scelta
dell’attività grafica di Attardi (disegni
e incisioni) e una selezione delle opere
scultoree tra cui l’imponente “Cotes o la
bellezza dell’Occidente”.
Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 –
Roma, 2006), è stato uno degli artisti più
versatili del secondo Novecento italiano.
Pittore, scultore, disegnatore di eccezionale talento, Attardi è stato tra i fondatori
del gruppo Forma 1, insieme ad altri artisti siciliani quali Carla Accardi, Pietro
Consagra e Antonio Sanfilippo. Distaccatosi presto dall’astrazione geometrica
del movimento, Attardi aderì alla figurazione sociale propria del clima neorealista
per la prima metà degli anni Cinquanta,
per farsi poi promotore, dalla metà del
decennio in avanti, di una diversa tensione figurativa condotta sulla meditazione dialettica della tradizione moderna
e, quindi, centrata sul tema della violenza
quale meccanismo pervasivo della società
contemporanea. Tra gli artefici, nel 1958,
della rivista “Città aperta” (insieme, tra
gli altri, a Elio Petri e Carlo Aymonino),
Attardi fu ugualmente tra i promotori del
gruppo “ Il Pro e il Contro” (1961-1964),
che intendeva riformulare criticamente le
nozioni di realismo e di figurazione alla
luce dei nuovi orizzonti del mondo contemporaneo.
È in questi anni che prende corpo la sua
inconfondibile cifra stilistica: una pittura satura di colore e di geometrie, dove
la grande lezione dell’espressionismo del
Novecento (Dix, Grosz, Beckmann) è at-
04
01 Cardinale e nipote
anno: 1958, tempera su tela
170x150 cm
02 Senza titolo,
anno: 1996, olio su tela,
100 x 80 cm
03 Nella notte,
anni: 1971-99, olio su tela,
135 x 150 cm
04 Guarda d'Africa il mare,
anno: 1997, olio su tela,
130 x 150 cm
traversata a ritroso con la storia dell’arte
passata, da Velasquez e Goya sino a Tiziano. In questa fase Attardi inizia a dedicarsi anche alla grande scultura, privilegiando tra i materiali dapprima il legno con
gruppi di grandi dimensioni e poi anche
il bronzo.
È del ’67 l’esordio in scultura con “Donna
che cura un bambino ammalato” e il completamento della stesura di “L’erede selvaggio”. Negli anni ’70 nascono i grandiosi gruppi scultorei in legno come “Cortese
e la bellezza dell’Occidente” e “Il ritorno
di Cristobal Colon”. Innumerevoli le personali che gli sono state dedicate in Italia,
ma anche in numerose capitali europee ed
americane.
31
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I L C A R T E LLON E D I o t t o b re - n o v e m b re
MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI
per pianoforte e orchestra Kv. 467
L’UOMO, IL VOLTO, IL MISTERO.
Capolavori dai Musei Vaticani
Repubblica di San Marino, Museo di Stato
Fino al 6 novembre
CINDERELLA
Bologna, Teatro Comunale, dal 30 ottobre al 6 novembre.
Coreografia e regia: G. Musiche: G. Rossini
VERDI/CECCATO 11-12
Milano, Auditorium, il 6 novembre
GENIO DEI MACCHIAIOLI
Viareggio, Centro Matteucci per l’Arte Moderna
Fino al 13 novembre
CONCERTO SINFONICO 7 NOVEMBRE 2011
Bari, Teatro Petruzzelli, il 7 novembre
Direttore: Boris Brott
G. Ligeti: Concert Romanesc
S. Rachmaninov: Rapsodia su un tema di Paganini
Pianoforte: Benedetto Lupo
J. Brahms: Sinfonia n.2
CARLO MATTIOLI. Una luce d’ombra
Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno
Fino al 13 novembre
TOULOUSE-LAUTREC e la Parigi della Belle Époque
Mamiano di Traversetolo (PR),
Fondazione Magnani Rocca - Fino all' 11 dicembre
STAGIONE SINFONICA 10-11 / INKINEN
Bologna, Auditorium Manzoni, il 12 novembre
Direttore: Pietari Inkinen
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Musiche: W. Stenhammar, E. Grieg, J. Sibelius
GLI ANNI FOLLI.
La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933
Ferrara, Palazzo dei Diamanti - Fino all'8 gennaio 2012
IL SIMBOLISMO IN ITALIA
Padova, Palazzo Zabarella - Fino al 12 febbraio 2012
CONCERTO SINFONICO 12 NOVEMBRE 2011
Bari, Teatro Petruzzelli, il 12 novembre
Direttore: John Neschling G. Ortiz: Concierto Candela per
percussione e orchestra. Percussione: Filippo Lattanzi. J. A.
Bruckner: Sinfonia n.4 Romantica
VIRGILIO. Volti e immagini del poeta
Mantova, Ala Napoleonica di Palazzo Te
Dal 16 ottobre 2011 all' 8 gennaio 2012
DANIEL BARENBOIM
Milano, Teatro alla Scala, dal 16 al 19 novembre
DEGAS, LAUTREC, ZANDÒ.
LES FOLIES DE MONTMARTRE
Pavia, Scuderie Castello Visconteo
Fino al 18 dicembre
CARMEN
Palermo, Teatro Massimo, dal 18 al 25 novembre
DENARO E BELLEZZA.
I BANCHIERI, BOTTICELLI E IL ROGO
Firenze, Palazzo Strozzi
Fino al 22 gennaio 2012
G. MAHLER LA VOCE DELLA RINASCITA
Bergamo, Teatro Sociale, il 26 novembre
PETER FERANEC
Palermo, Teatro Massimo, il 4 dicembre
Direttore: Peter Feranec
Orchestra del Teatro Massimo
N. Rota: Concerto per arpa
F. Mendelssohn-Bartholdy: Concerto per violino e orchestra in Mi minore op. 64
L. Van Beethoven: Sinfonia n. 4
in Si bemolle maggiore op. 60
"BODY WORLDS", corpi plastinati dopo la morte
Officine Farneto a Roma (vicino Stadio Olimpico)
Fino al 12 Febbraio 2012
MUSICA CLASSICA
NICOLA PIOVANI IN QUINTETTO
Milano, Conservatorio – Sala Verdi, l’11 ottobre
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Bassano del Grappa (VI), Palabassano, - dal 14 al 16 ottobre
EMOZIONI D'OPERA
Venezia, Chiesa di San Giacomo di Rialto,
fino all’11 dicembre
CONCERTO M* PHILIPPE JORDAN
Milano, Teatro alla Scala, dal 16 al 19 ottobre
TEATRO, CABARET, SPETTACOL
IL TROVATORE
Palermo, Teatro Massimo, dal 18 al 26 ottobre
NOVECENTO
Roma, Teatro dell’Angelo, sino al 6 novembre
Autore: A. Baricco
Interprete: A. Avallone
LA BAYADERE
Roma Teatro dell’Opera, dal 19 al 30 ottobre
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera
Coreografia: Natalia Makarova da Marius Petipa
Musiche: Ludwig Minkus
HAMLET
Venezia, Teatro C. Goldoni, il 10 ottobre
Autore: W.Shakespeare
Schaubühne Berlin
Regia: Th. Ostermeier
IL CREPUSCOLO DEGLI DEI
Bari, Teatro Petruzzelli, dal 21 al 25 ottobre
Direttore: Stefan Anton Reck
Musiche: R. Wagner
Regista: Walter Pagliaro
LA VERITÀ (FA MALE… SI SA)
Milano, Teatro Nuovo, dall’11 al 23 ottobre
Autore: Florian Zeller
Regia: Maurizio Nichetti
Interpreti: S. Marcomeni, M. Cimaglia
UTO UGHI
Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, il 24 ottobre
MAMMA MIA!
Roma, Teatro Brancaccio, dall’11 al 30 ottobre
e dal 1° al 18 novembre
MADAMA BUTTERFLY
Milano, San Babila, dal 27 al 29 ottobre
BEAUGIRAUD / BENSMAIL
Venezia, Palazzetto Bru Zane, il 29 ottobre
Patrick Beaugiraud, oboe
Lamia Bensmail, pianoforte
Musiche: J. Widerkehr, L.-E. Jadin, C. Saint-Saëns, L. Vierne, Ch. Koechlin
RUDOLF BUCHBINDER
Palermo, Teatro Massimo, il 30 ottobre
Direttore e solista: R.Buchbinder
Orchestra del Teatro Massimo
W.A.Mozart: Concerto n. 23 in La maggiore per pianoforte
e orchestra Kv. 488; Concerto n. 20 in Re minore per pianoforte e orchestra Kv. 466; Concerto n. 21 in in do maggiore
32
ASCOLTA! PARLA LENINGRADO..LENINGRADO SUONA!
Milano, Teatro Leonardo, dall’11 al 16 ottobre
Regia: Sergio Ferrentino
Interpreti: Gabriele Calindri, Oliviero Corbetta
KAPUSVETKI - GRAVEYARD PARTY
Modena, Teatro Storchi, il 15 e 16 ottobre
Autore: Alvis Hermanis
Compagnia: New Riga Theatre
IL RACCONTO D’INVERNO
Milano, Teatro Elfo Puccini – Sala Bausch,
dal 20 ottobre al 13 novembre
Autore: W. Shakespeare
Regista: Ferdinando Bruni, Elio De Capitani
Interpreti: Elena Russo Arman, Cristina Crippa
J-AX
Roma, Atlantico Live, l’11 ottobre
SISTER ACT – IL MUSICAL
Milano, Teatro Nazionale, dal 22 al 30 ottobre
e dal 2 al 30 novembre
CLAUDIO BAGLIONI
Bologna, Teatro Comunale, il 12 ottobre
BRACHETTI, CIAK SI GIRA!
Bologna, Paladozza, dal 21 al 23 ottobre
CHECCO ZALONE
Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station,
il 24 ottobre
ARIA PRECARIA - ALE E FRANZ
Genova, Politeama, dal 28 al 30 ottobre
Bari, Teatro Team, il 22 novembre
Roma, Teatro Olimpico, dal 6 all’11 dicembre
BERLIN ELSEWHERE
Udine, Palamostre, il 29 ottobre
DISNEY CHANNEL SHOW
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 5 e 6 novembre
Roma, PalaLottomatica, il 19 e 20 novembre
Bologna, Paladozza, il 26 e 27 novembre
MAX GIUSTI
Bari, Teatro Team, il 6 novembre
IL TROVAROBE
Roma, Teatro dell’Angelo, dal 7 al 20 novembre
Regia: G. Albano
Interpreti: S. Fiorentini
PER NON MORIRE DI MAFIA
Milano, Teatro Carcano, l’8 novembre
Autore: Pietro Grasso
Regia: Alessio Pizzech
Interpreti: Sebastiano Lo Monaco
ENRICO VIII
Roma, Teatro Eutheca, dall’8 al 27 novembre
Autore: W.Shakespeare
Regia: F. Tatulli
I PROMESSI SPOSI
Roma, Gran Teatro, dal 10 al 20 novembre
Napoli, Palapartenope, dal 29 novembre
al 4 dicembre
Palermo, Palauditore, dal 7 all’11 dicembre
SENZA CONFINI - EBREI E ZINGARI
Milano, Teatro Elfo Puccini – Sala Shakespeare,
dal 15 al 27 novembre
Autore e interprete: Moni Ovadia
ALICE COOPER
Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 14 ottobre
FRANCESCO DE GREGORI
Cesena (FC), Vidia Rock Club, il 14 ottobre
Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 21 ottobre
URIAH HEEP
Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 16 ottobre
PAOLO CONTE
Torino, Teatro Regio, il 17 ottobre
NEGRAMARO - CASA 69 TOUR
Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station,
il 26 ottobre
MOVEMENT TORINO MUSIC FESTIVAL 2011
Torino, Palaolimpico, dal 27 al 31 ottobre
ZUCCHERO - CHOCABECK WORLD TOUR 2011
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 7 novembre
Brescia, Fiera, il 9 novembre
Perugia, Pala Evangelisti, l’11 novembre
Ancona, Pala Rossini, il 12 novembre
Eboli (SA), Pala Sele, il 17 novembre
Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station,
il 19 novembre
Firenze, Nelson Mandela Forum, il 20 novembre
Bolzano, Pala Onda, il 23 novembre
Treviso, Palaverde, il 24 novembre
Torino, Pala Olimpico, il 26 novembre
Genova, 105 Stadium, il 29 novembre
Rimini, 105 Stadium, il 1° dicembre
Padova, Arena Spettacoli, il 3 dicembre
BOB DYLAN & MARK KNOPFLER
Padova, Palasport, il 9 novembre
Firenze, Mandela Forum, l’11 novembre
Roma, PalaLottomatica, il 12 novembre
Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 14 novembre
GEORGE MICHAEL
Assago (Mi), Mediolanum Forum, l’11 novembre
PAT METHENY TRIO IN CONCERTO
Bologna, Europauditorium, il 12 novembre
JOSH T. PEARSON
Milano, Teatro Martinitt, il 14 novembre
PERSONAGGI - ANTONIO ALBANESE
Genova, Politeama, il 17 e 18 novembre
Autori: Michele Serra, Antonio Albanese
LENNY KRAVITZ – BLACK AND WHITE EUROPE TOUR
Treviso, Palaverde, il 20 novembre
Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 21 novembre
HAPPY DAYS
Bari, Teatro Team, il 19 e 20 novembre
JOVANOTTI
Forlì, Palafiera, il 27 novembre
Torino, Palaolimpico, il 29 novembre
Genova, 105 Stadium, il 1° dicembre
Firenze, Nelson Mandela Forum, il 3 e 4 dicembre
Roma, PalaLottomatica, il 6 dicembre
Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 9 dicembre
Modena, Palapanini, il 14 dicembre
MOMIX REMIX
Genova, Politeama, dal 22 al 27 novembre
DON CHISCIOTTE
Udine, Palamostre, il 26 novembre
Autore: M. de Cervantes
Interpreti: F. Fantini, C. Moretti, E. Scruzzi
SCENE DA UN MATRIMONIO
Torino, Teatro Astra, il 30 novembre
MUSICA POP, ROCK & JAZZ
TORI AMOS - Night of Hunters
Milano, Teatro degli Arcimboldi, il 7 ottobre
Roma, Auditorium Parco della Musica, l’8 ottobre
PAOLO FRESU DEVIL QUARTET
Reggio Emilia, Teatro Ariosto, il 7 ottobre
BRUNO MARS
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 10 ottobre (unica data
italiana)
MARIO BIONDI
Genova, Teatro Carlo Felice, l’11 ottobre
SMASHING PUMPKINS
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 28 novembre
NOEL GALLAGHER’S HIGH FLYING BIRDS
Milano, Alcatraz, il 28 novembre (unica data italiana)
MAX GAZZÈ & TIROMANCINO
Torino, Teatro Colosseo, il 29 novembre
MAROON 5
Roma, Atlantico Live, il 10 dicembre
RED HOT CHILI PEPPERS
Torino, Palaolimpico, il 10 dicembre
Assago (MI), Mediolanum Forum, l’11 dicembre
RIHANNA – THE LOUD TOUR 2011
Torino, Pala Olimpico, l’11 dicembre
Assago (Mi), Mediolanum Forum,
il 12 dicembre
La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati.
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