Settembre 2016 - parrocchia di torri del benaco

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Settembre 2016 - parrocchia di torri del benaco
Settembre 2016 - Anno 18 (n° 214)
Mensile della
Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco
Anche se noi siamo distratti dai “lavori
dell’estate e dal turismo”, è bene
ricordare i pensieri e le riflessioni che
hanno portato Papa Francesco ad indire
il
Giubileo
straordinario
della
Misericordia. Il grande evento è in pieno
svolgimento: «la Chiesa, in questo
momento di grandi cambiamenti epocali,
è chiamata a offrire più fortemente i
segni della presenza e della vicinanza di
Dio. Questo non è il tempo per la
distrazione,
ma
al
contrario
per
rimanere vigili e risvegliare in noi la
capacità di guardare all’essenziale. È il
tempo per la Chiesa di ritrovare il senso
della missione che il Signore le ha
affidato il giorno di Pasqua: essere
segno e strumento della misericordia del
Padre nella storia degli uomini. È per
questo
che
l’Anno
Santo
deve
mantenere vivo il desiderio di saper
cogliere i tanti segni della tenerezza che
Dio offre al mondo intero e soprattutto a
quanti sono nella sofferenza, sono soli e
abbandonati, e anche senza speranza di
essere perdonati e di sentirsi amati dal
Padre». L’ Anno santo è un tempo
durante il quale si deve sentire forte in
noi la gioia di essere stati ritrovati da
Gesù, che come Buon Pastore è venuto
a cercarci perché ci eravamo smarriti. Il
Giubileo è il tempo per percepire il
calore del suo amore quando ci carica
sulle sue spalle per riportarci alla casa
del Padre. Il Giubileo è l’Anno in cui si è
toccati dal Signore Gesù e trasformati
dalla sua misericordia, per diventare noi
pure testimoni di misericordia. E Papa
Francesco continua: “Sono convinto che
tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di
ricevere misericordia, perché tutti siamo
peccatori, potrà trovare in questo
Giubileo la gioia per riscoprire e rendere
feconda la misericordia di Dio, con la
quale tutti siamo chiamati a dare
consolazione ad ogni uomo e ad ogni
donna
del
nostro
tempo.
Non
dimentichiamo che Dio perdona tutto, e
Dio perdona sempre. Non ci stanchiamo
di chiedere perdono”.
Soprattutto questo Giubileo è tempo di
misericordia. È tempo favorevole per
curare le ferite, per non stancarci di
incontrare quanti sono in attesa di
vedere e toccare con mano i segni della
vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a
tutti la via del perdono e della
riconciliazione.
Nessuno può essere escluso dalla
misericordia di Dio. Tutti conoscono la
strada per accedervi e la Chiesa è la
casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta;
le sue porte permangono spalancate,
perché quanti sono toccati dalla grazia
possano trovare la certezza del perdono.
Con quanto amore Gesù guarisce il
nostro cuore peccatore! Mai si spaventa
dei nostri peccati. Pensiamo al figlio
prodigo che, quando decide di tornare
dal padre, pensa di fargli un discorso,
ma il padre non lo lascia parlare, lo
abbraccia.
VALORE E SIGNIFICATO
Tutta la Chiesa è invitata a vivere
l’Anno Santo della Misericordia, un
tempo di grazia, di pace, di conversione
e di gioia che coinvolge tutti: piccoli e
grandi, vicini e lontani. Non ci sono
confini o distanze che possano impedire
alla
misericordia
del
Padre
di
raggiungerci e rendersi presente tra i
suoi figli. Ormai la Porta Santa è aperta
a Roma e in tutte le Diocesi del mondo.
Non tutti possono andare a Roma, ma
il Giubileo è davvero per tutti per
questo viene celebrato anche nelle
Chiese locali. Siamo tutti invitati per
questo momento di gioia! Quando si
attraversa la Porta Santa, ci si impegna
a rendere santa la propria vita, a
nutrirsi del Vangelo e dell’Eucaristia,
che sono la Parola e il Pane della vita,
per poter costruire un mondo più giusto
e fraterno. Qui vicino a noi c’è la porta
Santa al Santuario della Madonna della
Corona, al Santuario del Frassino, a
Verona nella Chiesa Cattedrale. L’anno
Santo deve aiutarci a diventare dei
cristiani capaci di scelte e gesti
coraggiosi, in grado di costruire ogni
giorno, anche nelle piccole cose, un
mondo di pace, di fraternità, per vivere
bene insieme. L’anno Santo deve
aiutarci a rimanere saldi nel cammino
della fede con la ferma speranza nel
Signore. Il Giubileo è la festa a cui Gesù
invita proprio tutti, senza distinzioni e
senza escludere nessuno. Il titolo
dell’Anno santo è “misericordiosi come
il Padre”. Crescere misericordiosi come
il Padre significa imparare a essere
coraggiosi
nell’amore
concreto
e
disinteressato,
significa
diventare
grandi tanto nel fisico, quanto nello
spirito.
A conclusione dell’Anno Santo della
Misericordia, indetto da Papa Francesco,
terremo la Missione Parrocchiale, a tutti
l’invito a partecipare attivamente a
questo evento che se accolto rinnoverà
davvero la nostra comunità cristiana.
Don Giuseppe
DELLA “SALVE REGINA”
PER IL NOSTRO TEMPO
Ecco il valore e il significato della Salve
Regina per il nostro tempo. Per
l’ambiente sociale che riflette e la
concezione teologica cui si riferisce, la
Salve Regina è un’espressione tipica del
Medioevo. Di quel periodo esprime valori
religiosi perenni: la coscienza del
bisogno
di
misericordia;
la
consapevolezza di essere in terra di
esilio; il vivere in un mondo quale luogo
di edificazione del Regno; l’anelito a
contemplare il volto di Cristo; il ricorso
fiducioso alla Madre della Misericordia,
cui Dio ha affidato una particolare
missione di grazia e di intercessione in
favore del suo popolo.
Per tali valori la Salve è stata ed è amata
da generazioni di fedeli. È preghiera
autentica sulle labbra dei primi oranti,
risuona vera, nonostante la mutata
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strada un malcapitato straniero, per di
più di altra fede religiosa, ne ha
compassione (cf. Lc 10,33), sente cioè
una stretta al cuore che gli provoca una
serie di atti di soccorso. Significa
accorgersi dell’altro invece di «girare alla
larga»,
essere
sensibile
alle
sue
necessità,
aiutarlo
concretamente,
impegnando i propri mezzi, il tempo, le
forze e la stessa vita.
Consapevoli
che
nel
cammino
di
conformazione a Cristo siamo soggetti a
cadute ed errori, imploriamo aiuto da
colei che - come nessun altro – ha
sperimentato la misericordia di Dio: si è
sentita guardata con amore e amata da
lui (Lc 1,48), proclamando nel Magnificat
che la sua misericordia si «estende di
generazione in generazione» (Lc 1,50).
Pertanto, nel pregare/cantare alla Madre
della Misericordia attraverso la Salve
Regina possiamo impegnarci a seguire
Cristo, la via che la Madre di Dio ci
insegna a percorrere: «Qualsiasi cosa vi
dica, fatela» (Gv 2,5).
Come a dire: «Questo Figlio mio vi
potrebbe dire qualcosa che vi potrebbe
sembrare strano, ma voi fidatevi, come
ho imparato a fidarmi io, anche quando
le sue parole mi sono sembrate strane
(cf. Lc 2,49-50)».
In effetti il Figlio dice ai servi una cosa
piuttosto strana: i commensali vogliono il
vino, e voi portategli l’acqua. Essi si
fidano e avviene il “segno grande”:
l’acqua della Legge (“serviva per le
abluzioni dei giudei”: Gv 2,6), quando la
portano a colui che dirige il banchetto è
diventata vino».
«Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5).
Come? Deponendo sentimenti d’ira e
propositi di vendetta verso chi ci affligge,
riprendendo dialoghi interrotti, vincendo
il male con il bene, l’odio con l’amore,
opponendo
all’indifferenza
l’amore,
all’offesa il perdono, all’ingratitudine la
riconoscenza.
Che sia davvero così il nostro Anno della
Misericordia!
Suor Maria Marcellina
temperie culturale, sulle labbra di quelli
del nostro tempo. Il popolo cristiano
invoca la Madre della Misericordia perché
riconosce in lei la misericordia del Padre
in forma materna, fatta cioè di
tenerezza,
gratuità,
generosità,
accoglienza. Le testimonianze di questo
fatto acquistano talvolta un carattere
pubblico. Pensiamo ad esempio agli exvoto e alle tavolette votive appese sui
muri dei santuari: attestano che Maria
mostra la sua misericordia aiutando nei
pericoli, ottenendo guarigioni e grazie.
Il titolo «Madre della Misericordia» presente
nella
Salve
Regina
giustamente la celebra. Anzitutto perché
è la Madre di Colui che è Misericordia,
Cristo, come afferma san Giovanni Paolo
II nell’enciclica Dives in misericordia.
Inviato nel mondo da Dio, Cristo si fa
uomo per amore dell’umanità, per
condividerne dolore, solitudine, paura,
morte.
Inoltre, perché tale titolo ci ricorda che
Gesù al Calvario ha offerto alla Chiesa
una madre: «Ecco tua Madre» (Gv 19
25), quale guida e conforto ai figli
pellegrinanti sulla terra, e le ha affidato i
suoi fratelli: «Donna, ecco tuo figlio» (Gv
19,26), diventati tutti suoi figli diletti,
anch’essi, come Gesù, bisognosi di una
madre accanto alla loro croce.
Il rivolgersi fiducioso alla Madre della
Misericordia non è solo per il popolo
devoto richiesta di intercessione per i
peccati, ma soprattutto implorazione del
suo aiuto a divenire misericordiosi,
secondo il comando del Figlio Gesù:
«Siate
misericordiosi
come
è
misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36).
Questo atteggiamento il Signore lo
richiede a coloro cui fa misericordia.
Sollecitati da Papa Francesco, soprattutto
in
quest’Anno
straordinario
della
Misericordia,
poniamoci
allora
una
semplice domanda: cosa significa per noi
essere misericordiosi? Letteralmente vuol
dire avere un cuore sensibile alle miserie
altrui, essere pronti a soccorrere. È
l’atteggiamento del buon samaritano
che, avendo incontrato sul ciglio della
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GMG DI CRACOVIA
CRACOVIA
2525-31 LUGLIO 2016
I NOSTRI GIOVANI RACCONTANO…
Questa è stata la mia prima GMG e devo
dire che mi ha fatto una buona
impressione; infatti sono già pronta per la
prossima: Panamà 2019!
Sono partita con un gruppo di quasi 60
persone, delle quali ne conoscevo solo 15,
e dopo qualche giorno mi sembrava di
conoscerli tutti da una vita. Ovviamente
con alcuni ho legato molto di più che non
con altri, ma comunque ho avuto la
fortuna di capitare in un team molto
affiatato e ricco di persone speciali.
Il destino volle che il nostro gruppo si
rafforzasse già dal primo giorno quando
siamo arrivati a Siepraw (la cittadina che ci
ha accolti), per il semplice fatto che siamo
stati gli ultimi ad essere stati contati, e di
conseguenza abbiamo dovuto attendere
molto di più degli altri per essere smistati
nelle famiglie o nelle scuole. Insomma, ci
siamo fatti riconoscere subito! Un'altra
cosa che ci ha contraddistinto dagli altri è
il fatto che siamo stati i primi veronesi ad
inventare un proprio inno del pullman, e
siamo anche stati intervistati cantando la
nostra canzone davanti a delle
telecamere.
Insomma, tutte queste esperienze e molte
altre messe insieme come dei pezzettini di
un puzzle, mi hanno arricchita e segnata.
Sono riuscita a provare una miriade di
emozioni in soli dieci giorni: gioia,
malinconia, tristezza, amore, paura, rabbia
ecc... Ogni giorno era un'esperienza nuova
e inaspettata.
Attendo solo la prossima GMG e invito
caldamente tanti altri giovani del paese a
partecipare!
Un grazie va specialmente a don Giuseppe
e suor Adriana: senza di voi tutti questo
non ci sarebbe stato.
Ilaria
Dopo mesi di trepidante attesa e
preparazione, fra il pensare con cosa
riempire lo zaino ed a come farcelo
bastare per una settimana, il 24 luglio alle
ore 14:30 noi giovani di Torri siamo partiti
alla volta del parcheggio stadio di Verona,
a bordo del mitico “Rodolfino”, il pulmino
delle suore di Castelletto. Arrivati a
Verona abbiamo atteso l’arrivo del
Vescovo per un saluto e una preghiera,
prima di caricare i nostri bagagli
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ospitanti, gli altri in una scuola con
annessa palestra denominata Siepraw 2.
Personalmente, sono stato ospitato con
tutti gli onori del caso insieme ad altri 5
veronesi da una famiglia polacca che, tolta
la nonna, aveva vissuto dieci anni in
Inghilterra. Questa per noi è stata una
vera fortuna, potendo così parlare inglese
oltre all’internazionale lingua dei gesti.
Con grandissima generosità, anche se
riferivamo di aver già mangiato, tutte le
sere al nostro ritorno trovavamo qualcosa
da mettere sotto i denti; inoltre potevamo
farci una doccia calda ogni sera.
Il secondo giorno, chi dopo una lauta
colazione e chi un panino al volo, dopo un
momento di preghiera tutti insieme nella
chiesa (molto stretti…) ci siamo
incamminati verso il campo sportivo di
Siepraw, dove si è tenuta la festa dei
Veronesi,
con
musica,
balli
e
megaschermo dove abbiamo potuto
seguire in parte la cerimonia di apertura
della GMG tenutasi a Cracovia. Il sole era
stato raggiante per tutto il giorno, tanto
da cominciare ad avere la famosissima
abbronzatura da muratore, ma verso le 20
si è creato un fronte temporalesco con
fulmini e saette, con il risultato di aver
testato per la prima di molte volte il
poncho antipioggia. Proprio per il
maltempo, abbiamo dovuto rinunciare alla
fiaccolata con tutte le famiglie di Siepraw,
cosa che è dispiaciuta molto a tutti.
Il giorno seguente ci siamo mossi sin dalla
mattina per visitare i santuari di
Lagiewinki a Cracovia, dedicati a
S.Giovanni Paolo II e Santa Faustina
Kowalska. Nel pomeriggio si è tenuta la
messa per gli italiani, celebrata in italiano
appunto, tenutasi in una spianata fuori il
santuario della divina misericordia. Con il
sull’autobus denominato “nr. 26”. Ci
hanno anche fornito di un kit di accessori
utili al viaggio, quali un libro di canti,
poncho per la pioggia eccetera.
Partiti, sin dai primi kilometri si è creato
un clima festoso che ha subito riunito tutti
i 50 partecipanti al lungo viaggio. Fra
partite a scala 40 ed a “Ciafensky”
(riadattamento del noto gioco di carte un
poco più volgare), senza dimenticare i
canti accompagnati da chitarra e le
interminabili soste all’autogrill, dopo circa
una ventina di ore siamo giunti in quella
che è la piazza della chiesa di Siepraw,
cittadina poco fuori Cracovia. Scesi a
riassettare le doloranti membra, abbiamo
visitato la chiesa principale, molto
moderna e particolare, la cappella vicina,
più antica, e il vicino cimitero.
Per pranzo, siamo risaliti sul bus che ci ha
portato in centro a Cracovia, dove
abbiamo mangiato in un ristorante
convenzionato una pasta al pomodoro,
che pur nella media qualità era una vera
pasta, non come la versione polacca che
prevede di non scolare l’acqua di cottura e
versarci direttamente il sugo, senza
contare che i tempi di cottura erano
moooolto lunghi. Colta l’occasione,
abbiamo visto velocemente la piazza
principale, con il duomo e il mercato,
incontrando un sacco di persone dalle più
disparate nazionalità, notando comunque
un notevole afflusso di italiani.
Tornati a Siepraw nella sera, ancora non
sapevamo dove avremmo dormito, se
tutti in una scuola, tutti in famiglie o un
po’ e un po’. Dopo aver consumato la
prima di una lunga serie di zuppe più o
meno gradevoli al palato italico, intorno
alle 23 ci è stato finalmente riferito che
alcuni avrebbero dormito in famiglie
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di dividerci alle varie destinazioni,
abbiamo vissuto un momento di preghiera
comune a tutto il gruppo del bus 26.
Il giorno seguente è trascorso allo stesso
modo, con catechesi e messa nel mattino
e visita alla città nel pomeriggio. Sui tram
che ci spostavano di luogo in luogo,
abbiamo incontrato moltissime persone di
altre nazioni, ognuno dei quali cantavano
una canzone autoctona del loro paese.
Mossi da patriottismo, noi italiani e ancor
più veronesi, abbiamo intonato canti degli
alpini, cori dell’Hellas e inni di pompieri e
paracadutisti, riadattandoli anche con
parole differenti per creare l’inno del
“super aerodinamico” bus 26. Questo
giorno ho registrato il record di passi con
18,75 km, e non sono quello che ha
camminato di più quel giorno, non avendo
dovuto percorrere i 4 km che separavano
la scuola Siepraw 2 dalla chiesa.
Il 30 Luglio era il giorno della veglia serale
con il Papa.
(continua a pag. 10)
dubbio di essere in Gran Bretagna e che
quello fosse veramente il tipico clima
incerto inglese, dopo un sole cocente è
sopraggiunta la pioggia, la quale
fortunatamente ci ha dato tregua nella
sera, quando si è tenuta la festa degli
italiani con musica e intervento streaming
di Papa Francesco, che la sera stessa si è
affacciato dal balcone dove anni prima
veniva acclamato l’allora Arcivescovo di
Cracovia Karol Wojtyla.
La mattina seguente ci siamo trovati di
nuovo in chiesa per la catechesi e la
messa, con varie testimonianze di Vescovi
italiani giunti per l’occasione e
testimonianze video che ci hanno fatto
riflettere su temi quali il perdono e la
misericordia. Rifocillati con la solita zuppasorpresa o la pasta scotta e annacquata,
abbiamo speso del tempo a Cracovia, chi a
visitare il centro, chi musei (alcuni chiusi
purtroppo) chi nuovamente i santuari non
visti il giorno precedente a causa della
lunga coda e di strette tempistiche. Prima
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SANTA MESSA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTÙ - OMELIA DEL SANTO PADRE
Campus Misericordiae - Cracovia
Domenica, 31 luglio 2016
Cari giovani, siete venuti a Cracovia per
incontrare Gesù. E il Vangelo oggi ci
parla proprio dell’incontro tra Gesù e un
uomo, Zaccheo, a Gerico (cfr Lc 19,110). Lì Gesù non si limita a predicare, o a
salutare qualcuno, ma vuole – dice
l’Evangelista – attraversare la città (cfr
v. 1). Gesù desidera, in altre parole,
avvicinarsi
alla
vita
di
ciascuno,
percorrere il nostro cammino fino in
fondo, perché la sua vita e la nostra vita
si incontrino davvero.
Avviene così l’incontro più sorprendente,
quello con Zaccheo, il capo dei
“pubblicani”, cioè degli esattori delle
tasse. Dunque Zaccheo era un ricco
collaboratore degli odiati occupanti
romani; era uno sfruttatore del suo
popolo, uno che, per la sua cattiva fama,
non poteva nemmeno avvicinarsi al
Maestro. Ma l’incontro con Gesù gli
cambia la vita, come è stato e ogni
giorno può essere per ciascuno di noi.
Zaccheo, però, ha dovuto affrontare
alcuni ostacoli per incontrare Gesù. Non
è stato facile, per lui, ha dovuto
affrontare alcuni ostacoli, almeno tre,
che possono dire qualcosa anche a noi.
Il primo è la bassa statura: Zaccheo non
riusciva a vedere il Maestro perché era
piccolo. Anche oggi possiamo correre il
rischio di stare a distanza da Gesù
perché non ci sentiamo all’altezza,
perché
abbiamo
una
bassa
considerazione di noi stessi. Questa è
una grande tentazione, che non riguarda
solo l’autostima, ma tocca anche la fede.
Perché la fede ci dice che noi siamo «figli
di Dio, e lo siamo realmente» (1 Gv 3,1):
siamo stati creati a sua immagine; Gesù
ha fatto sua la nostra umanità e il suo
cuore non si staccherà mai da noi; lo
Spirito Santo desidera abitare in noi;
siamo chiamati alla gioia eterna con Dio!
Questa è la nostra “statura”, questa è la
nostra identità spirituale: siamo i figli
amati di Dio, sempre. Capite allora che
non accettarsi, vivere scontenti e
pensare in negativo significa non
riconoscere la nostra identità più vera: è
come girarsi dall’altra parte mentre Dio
vuole posare il suo sguardo su di me, è
voler spegnere il sogno che Egli nutre
per me. Dio ci ama così come siamo, e
nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà
cambiare idea. Per Gesù – ce lo mostra il
Vangelo – nessuno è inferiore e distante,
nessuno insignificante, ma tutti siamo
prediletti e importanti: tu sei importante!
E Dio conta su di te per quello che sei,
non per ciò che hai: ai suoi occhi non
vale proprio nulla il vestito che porti o il
cellulare che usi; non gli importa se sei
alla moda, gli importi tu, così come sei.
Ai suoi occhi vali e il tuo valore è
inestimabile.
Quando nella vita ci capita di puntare in
basso anziché in alto, può aiutarci questa
grande verità: Dio è fedele nell’amarci,
persino ostinato. Ci aiuterà pensare che
ci ama più di quanto noi amiamo noi
stessi, che crede in noi più di quanto noi
crediamo in noi stessi, che “fa sempre il
tifo” per noi come il più irriducibile dei
tifosi. Sempre ci attende con speranza,
anche quando ci rinchiudiamo nelle
nostre
tristezze,
rimuginando
continuamente sui torti ricevuti e sul
passato. Ma affezionarci alla tristezza
non è degno della nostra statura
spirituale! E’ anzi un virus che infetta e
blocca tutto, che chiude ogni porta, che
impedisce di riavviare la vita, di
ricominciare.
Dio,
invece,
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era l’unico che poteva tirarlo fuori
dalle sabbie mobili del peccato e della
scontentezza. E così la vergogna che
paralizza non ha avuto la meglio:
Zaccheo – dice il Vangelo – «corse
avanti», «salì» e poi, quando Gesù lo
chiamò, «scese in fretta» (vv. 4.6).
Ha rischiato, si è messo in gioco.
Questo è anche per noi il segreto
della gioia: non spegnere la curiosità
bella, ma mettersi in gioco, perché la
vita non va chiusa in un cassetto.
Davanti a Gesù non si può rimanere
seduti in attesa con le braccia
conserte; a Lui, che ci dona la vita, non
si può rispondere con un pensiero o con
un semplice “messaggino”!
Cari giovani, non vergognatevi di
portargli
tutto,
specialmente
le
debolezze, le fatiche e i peccati nella
Confessione: Lui saprà sorprendervi con
il suo perdono e la sua pace. Non abbiate
paura di dirgli “sì” con tutto lo slancio del
cuore, di rispondergli generosamente, di
seguirlo! Non lasciatevi anestetizzare
l’anima, ma puntate al traguardo
dell’amore bello, che richiede anche la
rinuncia, e un “no” forte al doping del
successo ad ogni costo e alla droga del
pensare solo a sé e ai propri comodi.
Dopo la bassa statura, dopo vergogna
paralizzante, c’è un terzo ostacolo che
Zaccheo ha dovuto affrontare, non più
dentro di sé, ma attorno a sé. È la folla
mormorante, che prima lo ha bloccato e
poi lo ha criticato: Gesù non doveva
entrare in casa sua, in casa di un
peccatore! Quanto è difficile accogliere
davvero Gesù, quanto è duro accettare
un «Dio, ricco di misericordia» (Ef 2,4).
Potranno ostacolarvi, cercando di farvi
credere che Dio è distante, rigido e poco
sensibile, buono con i buoni e cattivo con
i cattivi. Invece il nostro Padre «fa
sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni»
(Mt 5,45) e ci invita al coraggio vero:
essere più forti del male amando tutti,
persino i nemici. Potranno ridere di voi,
perché credete nella forza mite e umile
della misericordia. Non abbiate timore,
ma pensate alle parole di questi giorni:
ostinatamente speranzoso: crede sempre
che possiamo rialzarci e non si rassegna
a vederci spenti e senza gioia. E’ triste
vedere un giovane senza gioia. Perché
siamo sempre i suoi figli amati.
Ricordiamoci di questo all’inizio di ogni
giornata. Ci farà bene ogni mattina dirlo
nella preghiera: “Signore, ti ringrazio
perché mi ami; sono sicuro che tu mi
ami; fammi innamorare della mia vita”.
Non dei miei difetti, che vanno corretti,
ma della vita, che è un grande dono: è il
tempo per amare ed essere amati.
Zaccheo aveva un secondo ostacolo sulla
via dell’incontro con Gesù: la vergogna
paralizzante. Su questo abbiamo detto
qualcosa ieri sera. Possiamo immaginare
che cosa sia successo nel cuore di
Zaccheo prima di salire su quel sicomoro,
ci sarà stata una bella lotta: da una parte
una curiosità buona, quella di conoscere
Gesù; dall’altra il rischio di una tremenda
figuraccia. Zaccheo era un personaggio
pubblico; sapeva che, provando a salire
sull’albero, sarebbe diventato ridicolo agli
occhi di tutti, lui, un capo, un uomo di
potere, ma tanto odiato. Ma ha superato
la vergogna, perché l’attrattiva di Gesù
era più forte. Avrete sperimentato che
cosa succede quando una persona
diventa
tanto
attraente
da
innamorarsene: allora può capitare di
fare volentieri cose che non si sarebbero
mai fatte. Qualcosa di simile accadde nel
cuore di Zaccheo, quando sentì che Gesù
era talmente importante che avrebbe
fatto qualunque cosa per Lui, perché Lui
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La GMG, potremmo dire, comincia oggi e
continua domani, a casa, perché è lì che
Gesù vuole incontrarti d’ora in poi. Il
Signore non vuole restare soltanto in
questa bella città o nei ricordi cari, ma
desidera venire a casa tua, abitare la tua
vita di ogni giorno: lo studio e i primi
anni di lavoro, le amicizie e gli affetti, i
progetti e i sogni. Quanto gli piace che
nella preghiera tutto questo sia portato a
Lui! Quanto spera che tra tutti i contatti
e le chat di ogni giorno ci sia al primo
posto il filo d’oro della preghiera! Quanto
desidera che la sua Parola parli ad ogni
tua giornata, che il suo Vangelo diventi
tuo, e che sia il tuo “navigatore” sulle
strade della vita!
Mentre ti chiede di venire a casa tua,
Gesù, come ha fatto con Zaccheo, ti
chiama per nome. Tutti noi, Gesù chiama
per nome. Il tuo nome è prezioso per
Lui. Il nome di Zaccheo evocava, nella
lingua del tempo, il ricordo di Dio.
Fidatevi del ricordo di Dio: la sua
memoria non è un “disco rigido” che
registra e archivia tutti i nostri dati, la
sua memoria è un cuore tenero di
compassione, che gioisce nel cancellare
definitivamente ogni nostra traccia di
male. Proviamo anche noi, ora, a imitare
la memoria fedele di Dio e a custodire il
bene che abbiamo ricevuto in questi
giorni. In silenzio facciamo memoria di
questo incontro, custodiamo il ricordo
della presenza di Dio e della sua Parola,
ravviviamo in noi la voce di Gesù che ci
chiama per nome. Così preghiamo in
silenzio, facendo memoria, ringraziando
il Signore che qui ci ha voluti e
incontrati.
Papa Francesco
«Beati
i
misericordiosi,
perché
troveranno
misericordia»
(Mt
5,7).
Potranno giudicarvi dei sognatori, perché
credete in una nuova umanità, che non
accetta l’odio tra i popoli, non vede i
confini dei Paesi come delle barriere e
custodisce le proprie tradizioni senza
egoismi
e
risentimenti.
Non
scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le
vostre braccia aperte voi predicate
speranza e siete una benedizione per
l’unica famiglia umana, che qui così bene
rappresentate!
La folla, quel giorno, ha giudicato
Zaccheo, lo ha guardato dall’alto in
basso; Gesù, invece, ha fatto il
contrario: ha alzato lo sguardo verso di
lui (v. 5). Lo sguardo di Gesù va oltre i
difetti e vede la persona; non si ferma al
male del passato, ma intravede il bene
nel futuro; non si rassegna di fronte alle
chiusure, ma ricerca la via dell’unità e
della comunione; in mezzo a tutti, non si
ferma alle apparenze, ma guarda al
cuore. Gesù guarda il nostro cuore, il tuo
cuore, il mio cuore. Con questo sguardo
di Gesù, voi potete far crescere un’altra
umanità, senza aspettare che vi dicano
“bravi”, ma cercando il bene per sé
stesso, contenti di conservare il cuore
pulito e di lottare pacificamente per
l’onestà e la giustizia. Non fermatevi alla
superficie delle cose e diffidate delle
liturgie
mondane
dell’apparire,
dal
maquillage dell’anima per sembrare
migliori. Invece, installate bene la
connessione più stabile, quella di un
cuore che vede e trasmette il bene senza
stancarsi.
E
quella
gioia
che
gratuitamente avete ricevuto da Dio, per
favore, gratuitamente donatela (cfr Mt
10,8), perché tanti la attendono! E la
attendono da voi.
Ascoltiamo, infine, le parole di Gesù a
Zaccheo, che sembrano dette apposta
per noi oggi, per ognuno di noi: «Scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa
tua» (v. 5). “Scendi subito, perché oggi
devo fermarmi con te. Aprimi la porta del
tuo cuore”. Gesù ti rivolge lo stesso
invito: “Oggi devo fermarmi a casa tua”.
9
3
era fissata per le 6 della mattina. Quella
sera in famiglia è stata forse la migliore,
abbiamo imparato un gioco di carte
polacco e abbiamo cantato insieme alla
famiglia.
La sveglia ha suonato per noi alle 4 e
mezza, lasciandoci tempo per prepararci e
fare colazione, aspettando poi la navetta
che ci avrebbe portato a Siepraw. Salutate
le famiglie, siamo partiti da Siepraw
intorno alle 6/7. Il viaggio di ritorno, è
durato 15/16 ore. Come all’andata è
trascorso fra canti e giochi, con meno
fermate non dovendo prendere di nuovo i
permessi di transito nei vari stati.
Stanchi ma felici, siamo arrivati a Verona
parcheggio stadio intorno a mezzanotte.
Fra gli ultimi saluti e promesse di
incontrarci presto per questa o quella
occasione, siamo tornati ad abbracciare il
nostro letto.
Giacomo
I NOSTRI GIOVANI RACCONTANO…
(continua da pag. 6)
Partiti nel pomeriggio, dopo aver
sopportato ore di coda, siamo arrivati al
campo “Divina Misericordia” intorno alle
18. Chiamarlo campo è forse riduttivo, dal
momento che secondo alcune stime erano
presenti circa 2 milioni di persone. Fra un
ahimè incessante via vai di elicotteri e
ambulanze, ordinaria amministrazione con
il corrispettivo di circa 2 volte gli abitanti
di Verona, abbiamo seguito la veglia di
Papa Francesco che ci ha posto davanti ai
problemi della vita ed a alcune soluzioni
per scavalcarli. La notte poi è passata fra
canti e partite a carte, con una breve
dormita sotto il cielo fortunatamente
stellato.
La mattina seguente, ci siamo alzati per
seguire la santa messa (personalmente mi
sono svegliato alle 5:30 a causa del sole
alto sin dalle 5…). Come da copione, fino a
circa mezzogiorno il sole ha brillato alto
nel cielo,
lasciandoci ad un nubifragio torrenziale
nel momento di partire per tornare al bus.
Questo disagio ci ha portato a tornare
nelle case o alla scuola qualche ora dopo il
concordato, lasciandoci meno tempo per
preparare i bagagli e riposare, dal
momento che il giorno dopo la partenza
"La straordinaria gioia di essere strumenti
della Misericordia di Dio" è stato per me il
messaggio che mi ha segnato di più in
questa mia straordinaria prima esperienza
di giornata mondiale della gioventù.
Sono stati dieci giorni fantastici e molto
carichi: solo ripensare al fatto che
eravamo due milioni di giovani uniti dalla
Fede mi ha ancora venire i brividi e il mio
cuore si emoziona di nuovo di tutte quelle
emozioni provate sia personalmente sia
con il mio gruppo del super bus ventisei
formato da poco più di una cinquantina di
ragazzi e ragazzi, della zona del lago, di
Caprino, di parte del centro di Verona e
dintorni.
I nostri momenti di condivisione, di
confronto, di riflessione ma anche di
ironia, mi sono stati molto utili e credo
10
3
La GMG è un'esperienza bellissima che
tutti i giovani dovrebbero provare almeno
una volta nella loro vita. Siamo partiti da
Verona e dopo 21/22 ore di viaggio siamo
arrivati a Siepraw. Li le ragazze ci hanno
accolto benissimo. Dopo lunghe ore di
attesa ci hanno distribuito negli alloggi
dove ci siamo riposati. Il giorno dopo c'è
stata la festa dei veronesi e lì ad ogni bus
hanno chiesto di inventare un inno. Il
giorno dopo c'è stata la festa degli italiani
e li sono andati a visitare il Santuario della
Divina Misericordia e poi alla sera ci siamo
recati tutti davanti al santuario di Papa
Giovanni Paolo II dove hanno fatto un
spettacolo. Il giorno dell'incontro del Papa
alla
giornata
mondiale
è
stato
un'emozione bellissima perché per la
prima volta sono riuscita a vederlo di
persona mentre passava a salutare anche
se non era vicino. In quei dieci giorni ho
riflettuto sulla mia professione di Fede se
fosse vera o meno e li sono riuscita a
rafforzarla sempre di più. Questa è stata
un'esperienza bellissima anche perché ho
conosciuto nuove persone che erano lì per
il mio stesso motivo e mettersi a
confronto con loro è stato un modo per
capire anche se credevo ancora o meno.
Sono stati otto giorni nei quali mi sono
immersa in me stessa e ho cercato di
migliorare me stessa e anche me stessa
assieme agli altri. Volevo solo dire che è
stata una bellissima esperienza che
ovviamente nel 2019 rifarò a Panamà con
i miei amici e spero che ci sia anche gente
nuova da conoscere e aiutare come gli
altri hanno fatto con me a fargli capire se
credono veramente in Gesù.
Alessia
che mi aiuteranno ad avvicinarmi di più a
Dio.
Questa GMG mi ha offerto una possibilità
in più per partecipare maggiormente alla
vita della Chiesa e a cominciare a fare
testimonianza di Gesù Cristo nella
quotidianità.
Molto profonde, inoltre, sono state le
sante Messe a cui abbiamo partecipato
quasi ogni giorno: bellissimi canti e gioiose
preghiere organizzate da giovani allegri e
pieni di speranza.
Devo assolutamente ringraziare tutti loro
(compresi sacerdoti, vescovi, suore) ma
soprattutto suor Adriana per aver reso
indimenticabili queste giornate.
Le frasi di Papa Francesco pronunciate in
questa settimana rimarranno indelebili in
me.
Spero di poter ripetere questa magica
esperienza di Fede nei prossimi anni o a
Panama nel 2019 o qualche altro luogo del
mondo.
Infine, non vedo l'ora di condividere tutti
questi stupendi sentimenti con i miei
amici e conoscenti, credenti o non,
affinché, anche loro, scoprano questa
felicità nel avere sentito nel proprio petto
l'amore misericordioso del Signore che ci
vuole tanto bene e che ci perdonerà
sempre.
Veronica
È NATO FILIPPO.
Congratulazioni a mamma Anastasia e
a papà Loredano.
È NATA ILARY.
Congratulazioni a mamma
Silvana e a papà Luca.
È NATO JASON.
Congratulazioni a mamma Ramona
e a papà Mirko.
Probabilmente molti ragazzi/e, che han
voluto partecipare alla GMG, son partiti
11
3
addormentarsi, siamo arrivati a Siepraw e
dopo una lunga ed umida attesa, ci hanno
assegnato gli alloggi per dormire.
Per mia grande fortuna, mi hanno
assegnato ad una famiglia con dei
compagni di stanza davvero divertenti e
passavamo le giornate veramente bene
insieme.
Il giorno dopo siamo andati a celebrare la
messa ed è stata un emozione fantastica.
L’interno della chiesa era stupendo,
colorato e pieno di pace. Mentre si
cantava io cercavo di stare un po’ dietro a
tutti perché non sapevo le parole delle
canzoni, ma non mi importava molto,
perché mi facevo trasportare dalle
emozioni che vedevo negli occhi di ogni
persona all’interno della chiesa; era stato
veramente bello, e ho sentito che c’era
qualcosa
che
stava
VERAMENTE
FUNZIONANDO, qualcosa che mi aveva
preso completamente fino a farmi venire
la pelle d’oca. In quel momento credo di
aver sentito il Signore vicino a me, e che
non mi voleva mollare. Non so se adesso
la mia fede sia aumentata o robe simili,
adesso io so di aver instaurato un legame
più profondo capito? Non è fede, ma
legame.
Alla fine della celebrazione siamo usciti
per andare a mangiare in un parco, dove
festeggiavamo il nostro arrivo. Una delle
cose che ci accomunava era il giudizio sul
cibo: era…diciamo, particolarmente ricco
di sapori non molto gustosi. Insomma non
era buono. A parte quello, la giornata si è
conclusa molto bene: è venuto un
temporale verso la sera, e io adoro il
temporale…mi rilassa.
Poi siamo andati a visitare Krakovia, e
sinceramente me l’aspettavo un po’ più
affascinante, o che avesse qualcosa che la
col pensiero di trovare una fede maggiore
nel viaggio che stavano per percorrere,
oppure volevano scoprire qualcosa sulla
loro vita che non erano ancora riusciti a
scoprire. Io son partito ma senza
aspettarmi nulla, nell’attesa che qualcosa
trovasse me in quel viaggio.
Innanzi tutto chiariamo il fatto che io non
avevo MAI partecipato ad una GMG o ad
un altro incontro tra giovani, per cui non
sapevo nemmeno bene a che cosa andavo
incontro, ma la cosa non mi turbava
affatto; avevo solamente voglia di
starmene tra me e me, e divertirmi con i
miei amici. Sinceramente non ricordo
bene i giorni quindi se sbaglio abbiate
pazienza.
Del primo giorno ricordo il nostro
famosissimo BUS 26 che ci stava
aspettando a Verona, per poi portarci a
Siepraw. È stato un viaggio molto lungo,
ma tra giochi di carte, minuti in bagno,
ripetute posizioni scomode per riuscire ad
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3
pentito. Il papa mi ha aiutato molto a
scoprire certi aspetti della vita su cui non
mi sarei mai soffermato a pensarci; è una
brava persona e in lui io credo, in lui si
vede la speranza e la voglia di rendere il
mondo migliore.
Io lo aiuterò a renderlo migliore, dando il
meglio di me in ogni cosa e cercando di
cogliere ogni occasione che mi si presenta.
La vita è piena di occasioni, ed ogni
occasione che cogli, ti aiuta a scrivere la
lettera che completerà la storia della tua
vita. Io voglio scrivere la mia vita…non
dovrei?...
Ringrazio infinitamente tutte le persone
che mi hanno accompagnato in questo
viaggio e spero che anche loro siano
riusciti a scrivere una lettera nella loro
storia.
Davide
-------------------Una nuova avventura assieme ad alcuni
ragazzi della parrocchia, un’ennesima
occasione di incontro e di scambio con
loro coetanei … una grazia che ci ha
rendesse particolare. Con questo non
voglio dire che non mi sia piaciuta , era
bella, ma mi aspettavo di più.
Okay, più che quanto abbiamo fatto nei
giorni desidero dire ciò che ho colto.
Come ho detto prima, sono andato là
senza aspettarmi niente, con la sola voglia
di stare un po’ con me stesso e con un po’
di domande senza risposta. Ho colto
molto da questa esperienza e son pronto
a cogliere altro; non ho trovato risposte,
ma solo altre domande e forse un po’ di
conoscenza. Conoscenza vuol dire: non
apprendere completamente la cosa ma
che la stai comprendendo pian piano. Io
credo di essere stato in grado di cogliere
“un momento”… un momento che mi ha
cambiato il modo di vedere certe cose e il
modo di vedere me stesso. Se io non
avessi colto quel momento, adesso
probabilmente scriverei che è stata un
esperienza fantastica e che qualcosa si, ho
colto … ma non mi troverei nella
situazione che mi trovo adesso e se NON
l’avessi colto, probabilmente me ne sarei
13
3
PARROCCHIA DI PAI
invitato, atteso e raggiunto!
Il tutto ha avuto inizio molto tempo fa con
l’intenzione di trovare un modo per poter
aiutare economicamente le famiglie dei
ragazzi a partecipare alla GMG a Cracovia.
Da qui molti grazie vanno detti: a coloro
che hanno pensato ai giovani come
prosecutori della tradizionale pesca di
beneficenza, a quanti si sono adoperati
per la preparazione e la realizzazione della
stessa, per chi ha messo a disposizione
l’ambiente in cui aprire la “nuova pesca di
beneficenza” … e soprattutto ai tanti
ragazzi che hanno prestato il loro aiuto
per mantenere aperta il più possibile la
pesca.
Purtroppo a differenza delle precedenti
GMG a questa non hanno potuto
partecipare ragazzi sotto i 17 anni e così
molti dei nostri hanno dovuto a
malincuore rinunciare ma speriamo
proprio che parteciperanno alla prossima
a Panama!
Molte emozioni, molti incontri, molte
occasioni … in punta di piedi, come Mosè
davanti al roveto ardente, togliendomi i
calzari presento al Signore le loro vite e
ringrazio per essere stata spettatrice di
quanto hanno vissuto i ragazzi in quei 10
giorni.
Anche per me è stato importante e
arricchente
questa
esperienza,
certamente l’ho vissuta con energie
diverse dai ragazzi, mi sono ripetuta più
volte: “non ho l’età” … ma anche se con
ritmi diversi ho vissuto tutto con loro. Più
volte è tornata alla mente l’espressione
biblica “siate sempre pronti a rendere
ragione della speranza che è in voi”,
ritengo che questa possa essere il punto di
partenza e di arrivo di questa GMG 2016.
Sr Adriana
FESTIVITÀ DI
SAN ROCCO
Nel rispetto della tradizione anche il
paese di Pai, come tanti Comuni
italiani, ha celebrato religiosamente
la ricorrenza di S. Rocco, il giorno 16
agosto,
con
la
Santa
Messa
celebrata
da
don
Giuseppe
Cacciatori, parroco di Torri del
Benaco e di Pai, presso la chiesa
parrocchiale di Pai di sopra, seguita
da una solenne processione che si è
snodata per le amene strade di
questa pittorica frazione, situata
sulle prime pendici del Baldo.
Nella breve omelia il parroco di Pai
ha
evidenziato
tre
valori
fondamentali nella vita di San
Rocco, uno fra i Santi più venerati
14
3
d’Italia: il sacrificio della propria
giovinezza
nella
missione
evangelica, dopo la rinuncia alla
ricchezza;
lo
sforzo
del
pellegrinaggio verso Roma e le
tombe degli Apostoli, e il servizio
costante verso gli ammalati (in
specie verso le vittime della peste) e
i poveri.
Al termine della funzione religiosa la
statua di San Rocco è stata portata
in solenne processione dalla chiesa
fino all’edicola del Crocifisso, posta
all’ingresso di Pai di Sopra, per le
preghiere di rito. Agli abitanti del
posto si sono uniti anche i
villeggianti, ai quali è stata offerta
l’opportunità di partecipare a un
momento di vita sociale, mirato a
rinnovare la tradizione e i valori
religiosi
della
fede
cristiana.
L’edicola del Crocifisso, posata su un
costone di roccia, sui cui tre lati il
pittore Eugenio Vangelista dipinse la
Madonna della Corona, il Crocifisso e
San Valentino, è uno dei tanti
capitelli disseminati lungo le strade
dei paesi del Garda, fra sentieri
sassosi, che si snodano nel verde
degli olivi, la ricca vegetazione,
colorita dagli oleandri, ombrosi cedri
e svettanti cipressi. Questi capitelli
sono una delle tante bellezze che i
turisti non si stancano di godere,
assieme al paesaggio lacustre e alla
bontà del clima, unita all’ospitalità
alberghiera; in questa occasione il
bel capitello del Crocifisso è stato
valorizzato dalla funzione sacra per
la quale è stato eretto. Vorrei
sottolineare come la Chiesa di Pai di
sopra, con la sua particolare
posizione prospiciente il lago, sia
stato uno dei soggetti preferiti dai
pittori figurativi veronesi del ‘900,
così
come
tanti
altri
scorci
paesaggistici che rendono unica la
bellezza del Garda.
Gli anziani di Pai ricordano come
negli anni passati la solenne
processione in onore di San Rocco
fosse accompagnata dalla musica
della
banda
municipale
di
Castelletto, che approdava su una
barca nel porticciolo di Pai, e risaliva
verso Pai di Sopra dando fiato ai
propri strumenti. Ciascuno dei
bandisti era poi ospitato a cena
presso una famiglia.
Così, anche per questa estate, si è
celebrato un rito religioso che
affonda la proprie radici nella più
autentica e salda tradizione, il cui
significato e beneficio non cessa di
trasmettersi
di
generazione
in
generazione, nonostante i continui
tentativi di omologazione culturale
che tendono a desacralizzare i valori
della società contemporanea.
Franco Casati
È TORNATA AL PADRE
SAVINA
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3
APPUNTAMENTI SETTEMBRE 2016
ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE
OGNI
DOMENICA
ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO.
OGNI LUNEDÌ
ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI.
OGNI GIOVEDÌ
ore 17.00: ORA DI ADORAZIONE EUCARISTICA.
OGNI SABATO
ore 15.00 - 1800: TEMPO PER LE CONFESSIONI
SABATO
3
1° SABATO DEL MESE
ore 10.00: S. MESSA IN ONORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
GIOVEDÌ
8
FESTA: NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA
S. Messa ore 10.00 – 18.00
MERCOLEDÌ 14 ore 20.00: INCONTRO DI PREGHIERA IN ONORE DI S. ANTONIO
GIOVEDÌ
MEMORIA: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
S. Messa ore 18.00
15
DOMENICA 18 ore 10.00: S. MESSA DI INIZIO ANNO SCOLASTICO
CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA
PARROCCHIA DI TORRI
ORARIO FERIALE
ORARIO FESTIVO
Sabato
ore 17.00
Domenica
Vespero
ore
17.00 Vespero e Rosario
ore 18.00 S. Messa
ore
18.00 S. Messa
ore
8.30 S. Messa
ore 10.00 S. Messa
PARROCCHIA DI PAI
ORARIO FESTIVO
ore 11.15 S. Messa
Sabato
ore 19.30
Domenica ore 10.00
ore 17.00 Vespero
ore 18.00 S. Messa
ORARIO PER LE CONFESSIONI
Ogni
LUNEDÌ
dalle
9.00 alle 12.00
Ogni
SABATO
dalle
15.00 alle 18.00
Ogni
GIORNO
dalle
17.30 alle 18.00
Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio
La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini.
Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa