Settembre 2016 - parrocchia di torri del benaco
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Settembre 2016 - parrocchia di torri del benaco
Settembre 2016 - Anno 18 (n° 214) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco Anche se noi siamo distratti dai “lavori dell’estate e dal turismo”, è bene ricordare i pensieri e le riflessioni che hanno portato Papa Francesco ad indire il Giubileo straordinario della Misericordia. Il grande evento è in pieno svolgimento: «la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre nella storia degli uomini. È per questo che l’Anno Santo deve mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre». L’ Anno santo è un tempo durante il quale si deve sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti. Il Giubileo è il tempo per percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre. Il Giubileo è l’Anno in cui si è toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia. E Papa Francesco continua: “Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché tutti siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimentichiamo che Dio perdona tutto, e Dio perdona sempre. Non ci stanchiamo di chiedere perdono”. Soprattutto questo Giubileo è tempo di misericordia. È tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti la via del perdono e della riconciliazione. Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta; le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Con quanto amore Gesù guarisce il nostro cuore peccatore! Mai si spaventa dei nostri peccati. Pensiamo al figlio prodigo che, quando decide di tornare dal padre, pensa di fargli un discorso, ma il padre non lo lascia parlare, lo abbraccia. VALORE E SIGNIFICATO Tutta la Chiesa è invitata a vivere l’Anno Santo della Misericordia, un tempo di grazia, di pace, di conversione e di gioia che coinvolge tutti: piccoli e grandi, vicini e lontani. Non ci sono confini o distanze che possano impedire alla misericordia del Padre di raggiungerci e rendersi presente tra i suoi figli. Ormai la Porta Santa è aperta a Roma e in tutte le Diocesi del mondo. Non tutti possono andare a Roma, ma il Giubileo è davvero per tutti per questo viene celebrato anche nelle Chiese locali. Siamo tutti invitati per questo momento di gioia! Quando si attraversa la Porta Santa, ci si impegna a rendere santa la propria vita, a nutrirsi del Vangelo e dell’Eucaristia, che sono la Parola e il Pane della vita, per poter costruire un mondo più giusto e fraterno. Qui vicino a noi c’è la porta Santa al Santuario della Madonna della Corona, al Santuario del Frassino, a Verona nella Chiesa Cattedrale. L’anno Santo deve aiutarci a diventare dei cristiani capaci di scelte e gesti coraggiosi, in grado di costruire ogni giorno, anche nelle piccole cose, un mondo di pace, di fraternità, per vivere bene insieme. L’anno Santo deve aiutarci a rimanere saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Il Giubileo è la festa a cui Gesù invita proprio tutti, senza distinzioni e senza escludere nessuno. Il titolo dell’Anno santo è “misericordiosi come il Padre”. Crescere misericordiosi come il Padre significa imparare a essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato, significa diventare grandi tanto nel fisico, quanto nello spirito. A conclusione dell’Anno Santo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, terremo la Missione Parrocchiale, a tutti l’invito a partecipare attivamente a questo evento che se accolto rinnoverà davvero la nostra comunità cristiana. Don Giuseppe DELLA “SALVE REGINA” PER IL NOSTRO TEMPO Ecco il valore e il significato della Salve Regina per il nostro tempo. Per l’ambiente sociale che riflette e la concezione teologica cui si riferisce, la Salve Regina è un’espressione tipica del Medioevo. Di quel periodo esprime valori religiosi perenni: la coscienza del bisogno di misericordia; la consapevolezza di essere in terra di esilio; il vivere in un mondo quale luogo di edificazione del Regno; l’anelito a contemplare il volto di Cristo; il ricorso fiducioso alla Madre della Misericordia, cui Dio ha affidato una particolare missione di grazia e di intercessione in favore del suo popolo. Per tali valori la Salve è stata ed è amata da generazioni di fedeli. È preghiera autentica sulle labbra dei primi oranti, risuona vera, nonostante la mutata 2 3 strada un malcapitato straniero, per di più di altra fede religiosa, ne ha compassione (cf. Lc 10,33), sente cioè una stretta al cuore che gli provoca una serie di atti di soccorso. Significa accorgersi dell’altro invece di «girare alla larga», essere sensibile alle sue necessità, aiutarlo concretamente, impegnando i propri mezzi, il tempo, le forze e la stessa vita. Consapevoli che nel cammino di conformazione a Cristo siamo soggetti a cadute ed errori, imploriamo aiuto da colei che - come nessun altro – ha sperimentato la misericordia di Dio: si è sentita guardata con amore e amata da lui (Lc 1,48), proclamando nel Magnificat che la sua misericordia si «estende di generazione in generazione» (Lc 1,50). Pertanto, nel pregare/cantare alla Madre della Misericordia attraverso la Salve Regina possiamo impegnarci a seguire Cristo, la via che la Madre di Dio ci insegna a percorrere: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). Come a dire: «Questo Figlio mio vi potrebbe dire qualcosa che vi potrebbe sembrare strano, ma voi fidatevi, come ho imparato a fidarmi io, anche quando le sue parole mi sono sembrate strane (cf. Lc 2,49-50)». In effetti il Figlio dice ai servi una cosa piuttosto strana: i commensali vogliono il vino, e voi portategli l’acqua. Essi si fidano e avviene il “segno grande”: l’acqua della Legge (“serviva per le abluzioni dei giudei”: Gv 2,6), quando la portano a colui che dirige il banchetto è diventata vino». «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). Come? Deponendo sentimenti d’ira e propositi di vendetta verso chi ci affligge, riprendendo dialoghi interrotti, vincendo il male con il bene, l’odio con l’amore, opponendo all’indifferenza l’amore, all’offesa il perdono, all’ingratitudine la riconoscenza. Che sia davvero così il nostro Anno della Misericordia! Suor Maria Marcellina temperie culturale, sulle labbra di quelli del nostro tempo. Il popolo cristiano invoca la Madre della Misericordia perché riconosce in lei la misericordia del Padre in forma materna, fatta cioè di tenerezza, gratuità, generosità, accoglienza. Le testimonianze di questo fatto acquistano talvolta un carattere pubblico. Pensiamo ad esempio agli exvoto e alle tavolette votive appese sui muri dei santuari: attestano che Maria mostra la sua misericordia aiutando nei pericoli, ottenendo guarigioni e grazie. Il titolo «Madre della Misericordia» presente nella Salve Regina giustamente la celebra. Anzitutto perché è la Madre di Colui che è Misericordia, Cristo, come afferma san Giovanni Paolo II nell’enciclica Dives in misericordia. Inviato nel mondo da Dio, Cristo si fa uomo per amore dell’umanità, per condividerne dolore, solitudine, paura, morte. Inoltre, perché tale titolo ci ricorda che Gesù al Calvario ha offerto alla Chiesa una madre: «Ecco tua Madre» (Gv 19 25), quale guida e conforto ai figli pellegrinanti sulla terra, e le ha affidato i suoi fratelli: «Donna, ecco tuo figlio» (Gv 19,26), diventati tutti suoi figli diletti, anch’essi, come Gesù, bisognosi di una madre accanto alla loro croce. Il rivolgersi fiducioso alla Madre della Misericordia non è solo per il popolo devoto richiesta di intercessione per i peccati, ma soprattutto implorazione del suo aiuto a divenire misericordiosi, secondo il comando del Figlio Gesù: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36). Questo atteggiamento il Signore lo richiede a coloro cui fa misericordia. Sollecitati da Papa Francesco, soprattutto in quest’Anno straordinario della Misericordia, poniamoci allora una semplice domanda: cosa significa per noi essere misericordiosi? Letteralmente vuol dire avere un cuore sensibile alle miserie altrui, essere pronti a soccorrere. È l’atteggiamento del buon samaritano che, avendo incontrato sul ciglio della 3 3 GMG DI CRACOVIA CRACOVIA 2525-31 LUGLIO 2016 I NOSTRI GIOVANI RACCONTANO… Questa è stata la mia prima GMG e devo dire che mi ha fatto una buona impressione; infatti sono già pronta per la prossima: Panamà 2019! Sono partita con un gruppo di quasi 60 persone, delle quali ne conoscevo solo 15, e dopo qualche giorno mi sembrava di conoscerli tutti da una vita. Ovviamente con alcuni ho legato molto di più che non con altri, ma comunque ho avuto la fortuna di capitare in un team molto affiatato e ricco di persone speciali. Il destino volle che il nostro gruppo si rafforzasse già dal primo giorno quando siamo arrivati a Siepraw (la cittadina che ci ha accolti), per il semplice fatto che siamo stati gli ultimi ad essere stati contati, e di conseguenza abbiamo dovuto attendere molto di più degli altri per essere smistati nelle famiglie o nelle scuole. Insomma, ci siamo fatti riconoscere subito! Un'altra cosa che ci ha contraddistinto dagli altri è il fatto che siamo stati i primi veronesi ad inventare un proprio inno del pullman, e siamo anche stati intervistati cantando la nostra canzone davanti a delle telecamere. Insomma, tutte queste esperienze e molte altre messe insieme come dei pezzettini di un puzzle, mi hanno arricchita e segnata. Sono riuscita a provare una miriade di emozioni in soli dieci giorni: gioia, malinconia, tristezza, amore, paura, rabbia ecc... Ogni giorno era un'esperienza nuova e inaspettata. Attendo solo la prossima GMG e invito caldamente tanti altri giovani del paese a partecipare! Un grazie va specialmente a don Giuseppe e suor Adriana: senza di voi tutti questo non ci sarebbe stato. Ilaria Dopo mesi di trepidante attesa e preparazione, fra il pensare con cosa riempire lo zaino ed a come farcelo bastare per una settimana, il 24 luglio alle ore 14:30 noi giovani di Torri siamo partiti alla volta del parcheggio stadio di Verona, a bordo del mitico “Rodolfino”, il pulmino delle suore di Castelletto. Arrivati a Verona abbiamo atteso l’arrivo del Vescovo per un saluto e una preghiera, prima di caricare i nostri bagagli 4 3 ospitanti, gli altri in una scuola con annessa palestra denominata Siepraw 2. Personalmente, sono stato ospitato con tutti gli onori del caso insieme ad altri 5 veronesi da una famiglia polacca che, tolta la nonna, aveva vissuto dieci anni in Inghilterra. Questa per noi è stata una vera fortuna, potendo così parlare inglese oltre all’internazionale lingua dei gesti. Con grandissima generosità, anche se riferivamo di aver già mangiato, tutte le sere al nostro ritorno trovavamo qualcosa da mettere sotto i denti; inoltre potevamo farci una doccia calda ogni sera. Il secondo giorno, chi dopo una lauta colazione e chi un panino al volo, dopo un momento di preghiera tutti insieme nella chiesa (molto stretti…) ci siamo incamminati verso il campo sportivo di Siepraw, dove si è tenuta la festa dei Veronesi, con musica, balli e megaschermo dove abbiamo potuto seguire in parte la cerimonia di apertura della GMG tenutasi a Cracovia. Il sole era stato raggiante per tutto il giorno, tanto da cominciare ad avere la famosissima abbronzatura da muratore, ma verso le 20 si è creato un fronte temporalesco con fulmini e saette, con il risultato di aver testato per la prima di molte volte il poncho antipioggia. Proprio per il maltempo, abbiamo dovuto rinunciare alla fiaccolata con tutte le famiglie di Siepraw, cosa che è dispiaciuta molto a tutti. Il giorno seguente ci siamo mossi sin dalla mattina per visitare i santuari di Lagiewinki a Cracovia, dedicati a S.Giovanni Paolo II e Santa Faustina Kowalska. Nel pomeriggio si è tenuta la messa per gli italiani, celebrata in italiano appunto, tenutasi in una spianata fuori il santuario della divina misericordia. Con il sull’autobus denominato “nr. 26”. Ci hanno anche fornito di un kit di accessori utili al viaggio, quali un libro di canti, poncho per la pioggia eccetera. Partiti, sin dai primi kilometri si è creato un clima festoso che ha subito riunito tutti i 50 partecipanti al lungo viaggio. Fra partite a scala 40 ed a “Ciafensky” (riadattamento del noto gioco di carte un poco più volgare), senza dimenticare i canti accompagnati da chitarra e le interminabili soste all’autogrill, dopo circa una ventina di ore siamo giunti in quella che è la piazza della chiesa di Siepraw, cittadina poco fuori Cracovia. Scesi a riassettare le doloranti membra, abbiamo visitato la chiesa principale, molto moderna e particolare, la cappella vicina, più antica, e il vicino cimitero. Per pranzo, siamo risaliti sul bus che ci ha portato in centro a Cracovia, dove abbiamo mangiato in un ristorante convenzionato una pasta al pomodoro, che pur nella media qualità era una vera pasta, non come la versione polacca che prevede di non scolare l’acqua di cottura e versarci direttamente il sugo, senza contare che i tempi di cottura erano moooolto lunghi. Colta l’occasione, abbiamo visto velocemente la piazza principale, con il duomo e il mercato, incontrando un sacco di persone dalle più disparate nazionalità, notando comunque un notevole afflusso di italiani. Tornati a Siepraw nella sera, ancora non sapevamo dove avremmo dormito, se tutti in una scuola, tutti in famiglie o un po’ e un po’. Dopo aver consumato la prima di una lunga serie di zuppe più o meno gradevoli al palato italico, intorno alle 23 ci è stato finalmente riferito che alcuni avrebbero dormito in famiglie 5 3 di dividerci alle varie destinazioni, abbiamo vissuto un momento di preghiera comune a tutto il gruppo del bus 26. Il giorno seguente è trascorso allo stesso modo, con catechesi e messa nel mattino e visita alla città nel pomeriggio. Sui tram che ci spostavano di luogo in luogo, abbiamo incontrato moltissime persone di altre nazioni, ognuno dei quali cantavano una canzone autoctona del loro paese. Mossi da patriottismo, noi italiani e ancor più veronesi, abbiamo intonato canti degli alpini, cori dell’Hellas e inni di pompieri e paracadutisti, riadattandoli anche con parole differenti per creare l’inno del “super aerodinamico” bus 26. Questo giorno ho registrato il record di passi con 18,75 km, e non sono quello che ha camminato di più quel giorno, non avendo dovuto percorrere i 4 km che separavano la scuola Siepraw 2 dalla chiesa. Il 30 Luglio era il giorno della veglia serale con il Papa. (continua a pag. 10) dubbio di essere in Gran Bretagna e che quello fosse veramente il tipico clima incerto inglese, dopo un sole cocente è sopraggiunta la pioggia, la quale fortunatamente ci ha dato tregua nella sera, quando si è tenuta la festa degli italiani con musica e intervento streaming di Papa Francesco, che la sera stessa si è affacciato dal balcone dove anni prima veniva acclamato l’allora Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla. La mattina seguente ci siamo trovati di nuovo in chiesa per la catechesi e la messa, con varie testimonianze di Vescovi italiani giunti per l’occasione e testimonianze video che ci hanno fatto riflettere su temi quali il perdono e la misericordia. Rifocillati con la solita zuppasorpresa o la pasta scotta e annacquata, abbiamo speso del tempo a Cracovia, chi a visitare il centro, chi musei (alcuni chiusi purtroppo) chi nuovamente i santuari non visti il giorno precedente a causa della lunga coda e di strette tempistiche. Prima 6 3 SANTA MESSA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ - OMELIA DEL SANTO PADRE Campus Misericordiae - Cracovia Domenica, 31 luglio 2016 Cari giovani, siete venuti a Cracovia per incontrare Gesù. E il Vangelo oggi ci parla proprio dell’incontro tra Gesù e un uomo, Zaccheo, a Gerico (cfr Lc 19,110). Lì Gesù non si limita a predicare, o a salutare qualcuno, ma vuole – dice l’Evangelista – attraversare la città (cfr v. 1). Gesù desidera, in altre parole, avvicinarsi alla vita di ciascuno, percorrere il nostro cammino fino in fondo, perché la sua vita e la nostra vita si incontrino davvero. Avviene così l’incontro più sorprendente, quello con Zaccheo, il capo dei “pubblicani”, cioè degli esattori delle tasse. Dunque Zaccheo era un ricco collaboratore degli odiati occupanti romani; era uno sfruttatore del suo popolo, uno che, per la sua cattiva fama, non poteva nemmeno avvicinarsi al Maestro. Ma l’incontro con Gesù gli cambia la vita, come è stato e ogni giorno può essere per ciascuno di noi. Zaccheo, però, ha dovuto affrontare alcuni ostacoli per incontrare Gesù. Non è stato facile, per lui, ha dovuto affrontare alcuni ostacoli, almeno tre, che possono dire qualcosa anche a noi. Il primo è la bassa statura: Zaccheo non riusciva a vedere il Maestro perché era piccolo. Anche oggi possiamo correre il rischio di stare a distanza da Gesù perché non ci sentiamo all’altezza, perché abbiamo una bassa considerazione di noi stessi. Questa è una grande tentazione, che non riguarda solo l’autostima, ma tocca anche la fede. Perché la fede ci dice che noi siamo «figli di Dio, e lo siamo realmente» (1 Gv 3,1): siamo stati creati a sua immagine; Gesù ha fatto sua la nostra umanità e il suo cuore non si staccherà mai da noi; lo Spirito Santo desidera abitare in noi; siamo chiamati alla gioia eterna con Dio! Questa è la nostra “statura”, questa è la nostra identità spirituale: siamo i figli amati di Dio, sempre. Capite allora che non accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo significa non riconoscere la nostra identità più vera: è come girarsi dall’altra parte mentre Dio vuole posare il suo sguardo su di me, è voler spegnere il sogno che Egli nutre per me. Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea. Per Gesù – ce lo mostra il Vangelo – nessuno è inferiore e distante, nessuno insignificante, ma tutti siamo prediletti e importanti: tu sei importante! E Dio conta su di te per quello che sei, non per ciò che hai: ai suoi occhi non vale proprio nulla il vestito che porti o il cellulare che usi; non gli importa se sei alla moda, gli importi tu, così come sei. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile. Quando nella vita ci capita di puntare in basso anziché in alto, può aiutarci questa grande verità: Dio è fedele nell’amarci, persino ostinato. Ci aiuterà pensare che ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi, che crede in noi più di quanto noi crediamo in noi stessi, che “fa sempre il tifo” per noi come il più irriducibile dei tifosi. Sempre ci attende con speranza, anche quando ci rinchiudiamo nelle nostre tristezze, rimuginando continuamente sui torti ricevuti e sul passato. Ma affezionarci alla tristezza non è degno della nostra statura spirituale! E’ anzi un virus che infetta e blocca tutto, che chiude ogni porta, che impedisce di riavviare la vita, di ricominciare. Dio, invece, è 7 era l’unico che poteva tirarlo fuori dalle sabbie mobili del peccato e della scontentezza. E così la vergogna che paralizza non ha avuto la meglio: Zaccheo – dice il Vangelo – «corse avanti», «salì» e poi, quando Gesù lo chiamò, «scese in fretta» (vv. 4.6). Ha rischiato, si è messo in gioco. Questo è anche per noi il segreto della gioia: non spegnere la curiosità bella, ma mettersi in gioco, perché la vita non va chiusa in un cassetto. Davanti a Gesù non si può rimanere seduti in attesa con le braccia conserte; a Lui, che ci dona la vita, non si può rispondere con un pensiero o con un semplice “messaggino”! Cari giovani, non vergognatevi di portargli tutto, specialmente le debolezze, le fatiche e i peccati nella Confessione: Lui saprà sorprendervi con il suo perdono e la sua pace. Non abbiate paura di dirgli “sì” con tutto lo slancio del cuore, di rispondergli generosamente, di seguirlo! Non lasciatevi anestetizzare l’anima, ma puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un “no” forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi. Dopo la bassa statura, dopo vergogna paralizzante, c’è un terzo ostacolo che Zaccheo ha dovuto affrontare, non più dentro di sé, ma attorno a sé. È la folla mormorante, che prima lo ha bloccato e poi lo ha criticato: Gesù non doveva entrare in casa sua, in casa di un peccatore! Quanto è difficile accogliere davvero Gesù, quanto è duro accettare un «Dio, ricco di misericordia» (Ef 2,4). Potranno ostacolarvi, cercando di farvi credere che Dio è distante, rigido e poco sensibile, buono con i buoni e cattivo con i cattivi. Invece il nostro Padre «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni» (Mt 5,45) e ci invita al coraggio vero: essere più forti del male amando tutti, persino i nemici. Potranno ridere di voi, perché credete nella forza mite e umile della misericordia. Non abbiate timore, ma pensate alle parole di questi giorni: ostinatamente speranzoso: crede sempre che possiamo rialzarci e non si rassegna a vederci spenti e senza gioia. E’ triste vedere un giovane senza gioia. Perché siamo sempre i suoi figli amati. Ricordiamoci di questo all’inizio di ogni giornata. Ci farà bene ogni mattina dirlo nella preghiera: “Signore, ti ringrazio perché mi ami; sono sicuro che tu mi ami; fammi innamorare della mia vita”. Non dei miei difetti, che vanno corretti, ma della vita, che è un grande dono: è il tempo per amare ed essere amati. Zaccheo aveva un secondo ostacolo sulla via dell’incontro con Gesù: la vergogna paralizzante. Su questo abbiamo detto qualcosa ieri sera. Possiamo immaginare che cosa sia successo nel cuore di Zaccheo prima di salire su quel sicomoro, ci sarà stata una bella lotta: da una parte una curiosità buona, quella di conoscere Gesù; dall’altra il rischio di una tremenda figuraccia. Zaccheo era un personaggio pubblico; sapeva che, provando a salire sull’albero, sarebbe diventato ridicolo agli occhi di tutti, lui, un capo, un uomo di potere, ma tanto odiato. Ma ha superato la vergogna, perché l’attrattiva di Gesù era più forte. Avrete sperimentato che cosa succede quando una persona diventa tanto attraente da innamorarsene: allora può capitare di fare volentieri cose che non si sarebbero mai fatte. Qualcosa di simile accadde nel cuore di Zaccheo, quando sentì che Gesù era talmente importante che avrebbe fatto qualunque cosa per Lui, perché Lui 8 3 La GMG, potremmo dire, comincia oggi e continua domani, a casa, perché è lì che Gesù vuole incontrarti d’ora in poi. Il Signore non vuole restare soltanto in questa bella città o nei ricordi cari, ma desidera venire a casa tua, abitare la tua vita di ogni giorno: lo studio e i primi anni di lavoro, le amicizie e gli affetti, i progetti e i sogni. Quanto gli piace che nella preghiera tutto questo sia portato a Lui! Quanto spera che tra tutti i contatti e le chat di ogni giorno ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera! Quanto desidera che la sua Parola parli ad ogni tua giornata, che il suo Vangelo diventi tuo, e che sia il tuo “navigatore” sulle strade della vita! Mentre ti chiede di venire a casa tua, Gesù, come ha fatto con Zaccheo, ti chiama per nome. Tutti noi, Gesù chiama per nome. Il tuo nome è prezioso per Lui. Il nome di Zaccheo evocava, nella lingua del tempo, il ricordo di Dio. Fidatevi del ricordo di Dio: la sua memoria non è un “disco rigido” che registra e archivia tutti i nostri dati, la sua memoria è un cuore tenero di compassione, che gioisce nel cancellare definitivamente ogni nostra traccia di male. Proviamo anche noi, ora, a imitare la memoria fedele di Dio e a custodire il bene che abbiamo ricevuto in questi giorni. In silenzio facciamo memoria di questo incontro, custodiamo il ricordo della presenza di Dio e della sua Parola, ravviviamo in noi la voce di Gesù che ci chiama per nome. Così preghiamo in silenzio, facendo memoria, ringraziando il Signore che qui ci ha voluti e incontrati. Papa Francesco «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Potranno giudicarvi dei sognatori, perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti. Non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana, che qui così bene rappresentate! La folla, quel giorno, ha giudicato Zaccheo, lo ha guardato dall’alto in basso; Gesù, invece, ha fatto il contrario: ha alzato lo sguardo verso di lui (v. 5). Lo sguardo di Gesù va oltre i difetti e vede la persona; non si ferma al male del passato, ma intravede il bene nel futuro; non si rassegna di fronte alle chiusure, ma ricerca la via dell’unità e della comunione; in mezzo a tutti, non si ferma alle apparenze, ma guarda al cuore. Gesù guarda il nostro cuore, il tuo cuore, il mio cuore. Con questo sguardo di Gesù, voi potete far crescere un’altra umanità, senza aspettare che vi dicano “bravi”, ma cercando il bene per sé stesso, contenti di conservare il cuore pulito e di lottare pacificamente per l’onestà e la giustizia. Non fermatevi alla superficie delle cose e diffidate delle liturgie mondane dell’apparire, dal maquillage dell’anima per sembrare migliori. Invece, installate bene la connessione più stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene senza stancarsi. E quella gioia che gratuitamente avete ricevuto da Dio, per favore, gratuitamente donatela (cfr Mt 10,8), perché tanti la attendono! E la attendono da voi. Ascoltiamo, infine, le parole di Gesù a Zaccheo, che sembrano dette apposta per noi oggi, per ognuno di noi: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (v. 5). “Scendi subito, perché oggi devo fermarmi con te. Aprimi la porta del tuo cuore”. Gesù ti rivolge lo stesso invito: “Oggi devo fermarmi a casa tua”. 9 3 era fissata per le 6 della mattina. Quella sera in famiglia è stata forse la migliore, abbiamo imparato un gioco di carte polacco e abbiamo cantato insieme alla famiglia. La sveglia ha suonato per noi alle 4 e mezza, lasciandoci tempo per prepararci e fare colazione, aspettando poi la navetta che ci avrebbe portato a Siepraw. Salutate le famiglie, siamo partiti da Siepraw intorno alle 6/7. Il viaggio di ritorno, è durato 15/16 ore. Come all’andata è trascorso fra canti e giochi, con meno fermate non dovendo prendere di nuovo i permessi di transito nei vari stati. Stanchi ma felici, siamo arrivati a Verona parcheggio stadio intorno a mezzanotte. Fra gli ultimi saluti e promesse di incontrarci presto per questa o quella occasione, siamo tornati ad abbracciare il nostro letto. Giacomo I NOSTRI GIOVANI RACCONTANO… (continua da pag. 6) Partiti nel pomeriggio, dopo aver sopportato ore di coda, siamo arrivati al campo “Divina Misericordia” intorno alle 18. Chiamarlo campo è forse riduttivo, dal momento che secondo alcune stime erano presenti circa 2 milioni di persone. Fra un ahimè incessante via vai di elicotteri e ambulanze, ordinaria amministrazione con il corrispettivo di circa 2 volte gli abitanti di Verona, abbiamo seguito la veglia di Papa Francesco che ci ha posto davanti ai problemi della vita ed a alcune soluzioni per scavalcarli. La notte poi è passata fra canti e partite a carte, con una breve dormita sotto il cielo fortunatamente stellato. La mattina seguente, ci siamo alzati per seguire la santa messa (personalmente mi sono svegliato alle 5:30 a causa del sole alto sin dalle 5…). Come da copione, fino a circa mezzogiorno il sole ha brillato alto nel cielo, lasciandoci ad un nubifragio torrenziale nel momento di partire per tornare al bus. Questo disagio ci ha portato a tornare nelle case o alla scuola qualche ora dopo il concordato, lasciandoci meno tempo per preparare i bagagli e riposare, dal momento che il giorno dopo la partenza "La straordinaria gioia di essere strumenti della Misericordia di Dio" è stato per me il messaggio che mi ha segnato di più in questa mia straordinaria prima esperienza di giornata mondiale della gioventù. Sono stati dieci giorni fantastici e molto carichi: solo ripensare al fatto che eravamo due milioni di giovani uniti dalla Fede mi ha ancora venire i brividi e il mio cuore si emoziona di nuovo di tutte quelle emozioni provate sia personalmente sia con il mio gruppo del super bus ventisei formato da poco più di una cinquantina di ragazzi e ragazzi, della zona del lago, di Caprino, di parte del centro di Verona e dintorni. I nostri momenti di condivisione, di confronto, di riflessione ma anche di ironia, mi sono stati molto utili e credo 10 3 La GMG è un'esperienza bellissima che tutti i giovani dovrebbero provare almeno una volta nella loro vita. Siamo partiti da Verona e dopo 21/22 ore di viaggio siamo arrivati a Siepraw. Li le ragazze ci hanno accolto benissimo. Dopo lunghe ore di attesa ci hanno distribuito negli alloggi dove ci siamo riposati. Il giorno dopo c'è stata la festa dei veronesi e lì ad ogni bus hanno chiesto di inventare un inno. Il giorno dopo c'è stata la festa degli italiani e li sono andati a visitare il Santuario della Divina Misericordia e poi alla sera ci siamo recati tutti davanti al santuario di Papa Giovanni Paolo II dove hanno fatto un spettacolo. Il giorno dell'incontro del Papa alla giornata mondiale è stato un'emozione bellissima perché per la prima volta sono riuscita a vederlo di persona mentre passava a salutare anche se non era vicino. In quei dieci giorni ho riflettuto sulla mia professione di Fede se fosse vera o meno e li sono riuscita a rafforzarla sempre di più. Questa è stata un'esperienza bellissima anche perché ho conosciuto nuove persone che erano lì per il mio stesso motivo e mettersi a confronto con loro è stato un modo per capire anche se credevo ancora o meno. Sono stati otto giorni nei quali mi sono immersa in me stessa e ho cercato di migliorare me stessa e anche me stessa assieme agli altri. Volevo solo dire che è stata una bellissima esperienza che ovviamente nel 2019 rifarò a Panamà con i miei amici e spero che ci sia anche gente nuova da conoscere e aiutare come gli altri hanno fatto con me a fargli capire se credono veramente in Gesù. Alessia che mi aiuteranno ad avvicinarmi di più a Dio. Questa GMG mi ha offerto una possibilità in più per partecipare maggiormente alla vita della Chiesa e a cominciare a fare testimonianza di Gesù Cristo nella quotidianità. Molto profonde, inoltre, sono state le sante Messe a cui abbiamo partecipato quasi ogni giorno: bellissimi canti e gioiose preghiere organizzate da giovani allegri e pieni di speranza. Devo assolutamente ringraziare tutti loro (compresi sacerdoti, vescovi, suore) ma soprattutto suor Adriana per aver reso indimenticabili queste giornate. Le frasi di Papa Francesco pronunciate in questa settimana rimarranno indelebili in me. Spero di poter ripetere questa magica esperienza di Fede nei prossimi anni o a Panama nel 2019 o qualche altro luogo del mondo. Infine, non vedo l'ora di condividere tutti questi stupendi sentimenti con i miei amici e conoscenti, credenti o non, affinché, anche loro, scoprano questa felicità nel avere sentito nel proprio petto l'amore misericordioso del Signore che ci vuole tanto bene e che ci perdonerà sempre. Veronica È NATO FILIPPO. Congratulazioni a mamma Anastasia e a papà Loredano. È NATA ILARY. Congratulazioni a mamma Silvana e a papà Luca. È NATO JASON. Congratulazioni a mamma Ramona e a papà Mirko. Probabilmente molti ragazzi/e, che han voluto partecipare alla GMG, son partiti 11 3 addormentarsi, siamo arrivati a Siepraw e dopo una lunga ed umida attesa, ci hanno assegnato gli alloggi per dormire. Per mia grande fortuna, mi hanno assegnato ad una famiglia con dei compagni di stanza davvero divertenti e passavamo le giornate veramente bene insieme. Il giorno dopo siamo andati a celebrare la messa ed è stata un emozione fantastica. L’interno della chiesa era stupendo, colorato e pieno di pace. Mentre si cantava io cercavo di stare un po’ dietro a tutti perché non sapevo le parole delle canzoni, ma non mi importava molto, perché mi facevo trasportare dalle emozioni che vedevo negli occhi di ogni persona all’interno della chiesa; era stato veramente bello, e ho sentito che c’era qualcosa che stava VERAMENTE FUNZIONANDO, qualcosa che mi aveva preso completamente fino a farmi venire la pelle d’oca. In quel momento credo di aver sentito il Signore vicino a me, e che non mi voleva mollare. Non so se adesso la mia fede sia aumentata o robe simili, adesso io so di aver instaurato un legame più profondo capito? Non è fede, ma legame. Alla fine della celebrazione siamo usciti per andare a mangiare in un parco, dove festeggiavamo il nostro arrivo. Una delle cose che ci accomunava era il giudizio sul cibo: era…diciamo, particolarmente ricco di sapori non molto gustosi. Insomma non era buono. A parte quello, la giornata si è conclusa molto bene: è venuto un temporale verso la sera, e io adoro il temporale…mi rilassa. Poi siamo andati a visitare Krakovia, e sinceramente me l’aspettavo un po’ più affascinante, o che avesse qualcosa che la col pensiero di trovare una fede maggiore nel viaggio che stavano per percorrere, oppure volevano scoprire qualcosa sulla loro vita che non erano ancora riusciti a scoprire. Io son partito ma senza aspettarmi nulla, nell’attesa che qualcosa trovasse me in quel viaggio. Innanzi tutto chiariamo il fatto che io non avevo MAI partecipato ad una GMG o ad un altro incontro tra giovani, per cui non sapevo nemmeno bene a che cosa andavo incontro, ma la cosa non mi turbava affatto; avevo solamente voglia di starmene tra me e me, e divertirmi con i miei amici. Sinceramente non ricordo bene i giorni quindi se sbaglio abbiate pazienza. Del primo giorno ricordo il nostro famosissimo BUS 26 che ci stava aspettando a Verona, per poi portarci a Siepraw. È stato un viaggio molto lungo, ma tra giochi di carte, minuti in bagno, ripetute posizioni scomode per riuscire ad 12 3 pentito. Il papa mi ha aiutato molto a scoprire certi aspetti della vita su cui non mi sarei mai soffermato a pensarci; è una brava persona e in lui io credo, in lui si vede la speranza e la voglia di rendere il mondo migliore. Io lo aiuterò a renderlo migliore, dando il meglio di me in ogni cosa e cercando di cogliere ogni occasione che mi si presenta. La vita è piena di occasioni, ed ogni occasione che cogli, ti aiuta a scrivere la lettera che completerà la storia della tua vita. Io voglio scrivere la mia vita…non dovrei?... Ringrazio infinitamente tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio e spero che anche loro siano riusciti a scrivere una lettera nella loro storia. Davide -------------------Una nuova avventura assieme ad alcuni ragazzi della parrocchia, un’ennesima occasione di incontro e di scambio con loro coetanei … una grazia che ci ha rendesse particolare. Con questo non voglio dire che non mi sia piaciuta , era bella, ma mi aspettavo di più. Okay, più che quanto abbiamo fatto nei giorni desidero dire ciò che ho colto. Come ho detto prima, sono andato là senza aspettarmi niente, con la sola voglia di stare un po’ con me stesso e con un po’ di domande senza risposta. Ho colto molto da questa esperienza e son pronto a cogliere altro; non ho trovato risposte, ma solo altre domande e forse un po’ di conoscenza. Conoscenza vuol dire: non apprendere completamente la cosa ma che la stai comprendendo pian piano. Io credo di essere stato in grado di cogliere “un momento”… un momento che mi ha cambiato il modo di vedere certe cose e il modo di vedere me stesso. Se io non avessi colto quel momento, adesso probabilmente scriverei che è stata un esperienza fantastica e che qualcosa si, ho colto … ma non mi troverei nella situazione che mi trovo adesso e se NON l’avessi colto, probabilmente me ne sarei 13 3 PARROCCHIA DI PAI invitato, atteso e raggiunto! Il tutto ha avuto inizio molto tempo fa con l’intenzione di trovare un modo per poter aiutare economicamente le famiglie dei ragazzi a partecipare alla GMG a Cracovia. Da qui molti grazie vanno detti: a coloro che hanno pensato ai giovani come prosecutori della tradizionale pesca di beneficenza, a quanti si sono adoperati per la preparazione e la realizzazione della stessa, per chi ha messo a disposizione l’ambiente in cui aprire la “nuova pesca di beneficenza” … e soprattutto ai tanti ragazzi che hanno prestato il loro aiuto per mantenere aperta il più possibile la pesca. Purtroppo a differenza delle precedenti GMG a questa non hanno potuto partecipare ragazzi sotto i 17 anni e così molti dei nostri hanno dovuto a malincuore rinunciare ma speriamo proprio che parteciperanno alla prossima a Panama! Molte emozioni, molti incontri, molte occasioni … in punta di piedi, come Mosè davanti al roveto ardente, togliendomi i calzari presento al Signore le loro vite e ringrazio per essere stata spettatrice di quanto hanno vissuto i ragazzi in quei 10 giorni. Anche per me è stato importante e arricchente questa esperienza, certamente l’ho vissuta con energie diverse dai ragazzi, mi sono ripetuta più volte: “non ho l’età” … ma anche se con ritmi diversi ho vissuto tutto con loro. Più volte è tornata alla mente l’espressione biblica “siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi”, ritengo che questa possa essere il punto di partenza e di arrivo di questa GMG 2016. Sr Adriana FESTIVITÀ DI SAN ROCCO Nel rispetto della tradizione anche il paese di Pai, come tanti Comuni italiani, ha celebrato religiosamente la ricorrenza di S. Rocco, il giorno 16 agosto, con la Santa Messa celebrata da don Giuseppe Cacciatori, parroco di Torri del Benaco e di Pai, presso la chiesa parrocchiale di Pai di sopra, seguita da una solenne processione che si è snodata per le amene strade di questa pittorica frazione, situata sulle prime pendici del Baldo. Nella breve omelia il parroco di Pai ha evidenziato tre valori fondamentali nella vita di San Rocco, uno fra i Santi più venerati 14 3 d’Italia: il sacrificio della propria giovinezza nella missione evangelica, dopo la rinuncia alla ricchezza; lo sforzo del pellegrinaggio verso Roma e le tombe degli Apostoli, e il servizio costante verso gli ammalati (in specie verso le vittime della peste) e i poveri. Al termine della funzione religiosa la statua di San Rocco è stata portata in solenne processione dalla chiesa fino all’edicola del Crocifisso, posta all’ingresso di Pai di Sopra, per le preghiere di rito. Agli abitanti del posto si sono uniti anche i villeggianti, ai quali è stata offerta l’opportunità di partecipare a un momento di vita sociale, mirato a rinnovare la tradizione e i valori religiosi della fede cristiana. L’edicola del Crocifisso, posata su un costone di roccia, sui cui tre lati il pittore Eugenio Vangelista dipinse la Madonna della Corona, il Crocifisso e San Valentino, è uno dei tanti capitelli disseminati lungo le strade dei paesi del Garda, fra sentieri sassosi, che si snodano nel verde degli olivi, la ricca vegetazione, colorita dagli oleandri, ombrosi cedri e svettanti cipressi. Questi capitelli sono una delle tante bellezze che i turisti non si stancano di godere, assieme al paesaggio lacustre e alla bontà del clima, unita all’ospitalità alberghiera; in questa occasione il bel capitello del Crocifisso è stato valorizzato dalla funzione sacra per la quale è stato eretto. Vorrei sottolineare come la Chiesa di Pai di sopra, con la sua particolare posizione prospiciente il lago, sia stato uno dei soggetti preferiti dai pittori figurativi veronesi del ‘900, così come tanti altri scorci paesaggistici che rendono unica la bellezza del Garda. Gli anziani di Pai ricordano come negli anni passati la solenne processione in onore di San Rocco fosse accompagnata dalla musica della banda municipale di Castelletto, che approdava su una barca nel porticciolo di Pai, e risaliva verso Pai di Sopra dando fiato ai propri strumenti. Ciascuno dei bandisti era poi ospitato a cena presso una famiglia. Così, anche per questa estate, si è celebrato un rito religioso che affonda la proprie radici nella più autentica e salda tradizione, il cui significato e beneficio non cessa di trasmettersi di generazione in generazione, nonostante i continui tentativi di omologazione culturale che tendono a desacralizzare i valori della società contemporanea. Franco Casati È TORNATA AL PADRE SAVINA 15 3 APPUNTAMENTI SETTEMBRE 2016 ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE OGNI DOMENICA ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO. OGNI LUNEDÌ ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI. OGNI GIOVEDÌ ore 17.00: ORA DI ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI SABATO ore 15.00 - 1800: TEMPO PER LE CONFESSIONI SABATO 3 1° SABATO DEL MESE ore 10.00: S. MESSA IN ONORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA GIOVEDÌ 8 FESTA: NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA S. Messa ore 10.00 – 18.00 MERCOLEDÌ 14 ore 20.00: INCONTRO DI PREGHIERA IN ONORE DI S. ANTONIO GIOVEDÌ MEMORIA: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA S. Messa ore 18.00 15 DOMENICA 18 ore 10.00: S. MESSA DI INIZIO ANNO SCOLASTICO CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA PARROCCHIA DI TORRI ORARIO FERIALE ORARIO FESTIVO Sabato ore 17.00 Domenica Vespero ore 17.00 Vespero e Rosario ore 18.00 S. Messa ore 18.00 S. Messa ore 8.30 S. Messa ore 10.00 S. Messa PARROCCHIA DI PAI ORARIO FESTIVO ore 11.15 S. Messa Sabato ore 19.30 Domenica ore 10.00 ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa ORARIO PER LE CONFESSIONI Ogni LUNEDÌ dalle 9.00 alle 12.00 Ogni SABATO dalle 15.00 alle 18.00 Ogni GIORNO dalle 17.30 alle 18.00 Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini. Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa